Viveka Chudamani Sanscrito Temp



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1VIVEKACÜÒÄMAËI sarva-vedänta-siddhänta-gocaraà tam-agocaram govindaà paramänandaà sadguruà praëato'smy’aham || 1 Rendo onore al Sadguru govinda la cui natura è suprema beatitudine il quale si rivela mediante l’insegnamento vedantico che è al di là del linguaggio e della percezione mentale. jantünäà nara-janma durlabham-ataù puàstvaà tato vipratä tasmäd-vaidika-dharma-märga-paratä vidvattv-amasmät-param ätmänätma-vivecanaà svanubhavo brahmätmanä saàsthitiù muktir-no çata-janma-koöi-sukrtaiù puëyair-vinä labhyate || 2 Per tutte le creature viventi non è agevole avere una nascita umana in particolare ottenere un temperamento maschile più difficile è perseguire il sentiero della devozione vedica più difficile ancora è acquisire la perfetta conoscenza delle sacre scritture . Altresì è raro discriminare tra il Sé e il non Sé e realizzare l’identità del Sé con Brahman. Questo tipo di liberazione perfetta è il risultato di meriti accumulati nel corso di innumerevoli nascite. durlabhaà trayam-evaitat-daivänugraha-hetukam manuñyatvaà mumukñutvaà mahä-puruña-saàçrayaù || 3 I più rari presupposti [per la liberazione] sono tre e sono dovuti all’influsso del grande Signore: la nascita in un corpo umano, l’ardente desiderio di liberazione e la protezione di un saggio già realizzato. labdhvä kathaïcit-nara-janma durlabhaà taträpi puàstvaà çruti-pära-darçanam yastvätma-muktau na yateta müòhadhéù sa ätmahä svaà vinihanty-asad-grahät || 4 Colui che si è innalzato fino alla condizione umana con un temperamento maschile che ha completa conoscenza della Srùti e che tuttavia trascura la sua emancipazione aderendo a cose illusorie commette senza dubbio un suicidio itaù konvasti müòhätmä yas-tu svärthe pramädyati durlabhaà mänuñaà dehaà präpya taträpi pauruñam || 5 Sarebbe senz’altro uno sciocco chi ottenendo una nascita umana con qualità maschili si astenesse dal voler realizzare la meta dell’esistenza pathantu çästräëi yajantu devän kurvantu karmäëi bhajantu devatäù ätmaikya-bodhena vinä vimuktiù na sidhyati brahma-çatäntare’pi || 6 Lasciate che il popolo menzioni gli sastra che invochi gli dei con sacrifici che segua i riti e si renda propizie le divinità personali: eppure vera liberazione non vi è senza la perfetta realizzazione della propria identità con l’Atman nemmeno in cento vite di Brahman amåtatvasya näçästi vittenetyeva hi çrutiù bravéti karmaëo mukteh-ahetutvaà sphuöaà yataù || 7 “L’immortalità non si consegue mediante le ricchezze” dichiara la Sruti: è chiaro, dunque, che la liberazione non può essere ottenuta con azioni materiali meritorie. ato vimuktyai prayatet vidvän saànyasta-bähyärtha-sukhasprhaù san santaà mahäntaà samupetya deçikaà tenopadiñöärtha-samähitätmä || 8 L’intelligente ricercatore che ha rinunciato al desiderio per gli oggetti sensoriali deve avvicinare debitamente un buon e generoso guru concentrandosi sul vero significato delle parole [del guru] e sforzandosi di realizzare la propria emancipazione uddhared-ätmanätmänaà magnaà saàsära-väridhau yogärüòhatvam-äsädya samyag-darçana-niñöhayä || 9 Raggiunto lo stato di yogarudha con l’ininterrotta discriminazione il ricercatore deve strapparsi dall’oceano delle trasmigrazioni nel quale si trova. saànyasya sarva-karmäëi bhava-bandha-vimuktaye yatyatäà paëòitair-dhérair-ätmäbhyäsa-upasthitaiù || 10 Il dotto asceta che vuole realizzare il Sè deve trascendere tutte le azioni e rompere le catene delle nascite e delle morti cittasya çuddhaye karma na tu vastüpalabdhaye vastusiddhir-vicäreëa na kiïcit-karma-koöibhiù || 11 Le azioni meritorie servono a purificare la mente non a comprendere la realtà La realizzazione del Sé è sempre frutto di investigazione discriminante e non di azioni meritorie per quanto numerose samyag-vicärataù siddhä rajju-tattvävadhäraëä bhräntodita-mahäsarpa-bhaya-duùkha-vinäçiné || 12 Solo con la corretta investigazione si finisce per comprendere che la corda è stata scambiata per l’illusorio serpente facendo così cessare ogni timore ed ogni sofferenza arthasya niçcayo dåñöo vicäreëa hitoktitaù na snänena na dänena präëäyama-çatena vä || 13 Si arriva a conoscere il Sè seguendo i salutari consigli di un Saggio realizzato, non bagnandosi nelle acque sacre, moltiplicando le offerte o facendo interminabili pranayama. adhikäriëam-äçäste phala-siddhir-viçeñataù upäyä deça-kälädyäù santy-asmin-saha-käriëaù || 14 Il successo finale dipende essenzialmente dalle qualificazioni del ricercatore: il tempo, il luogo e l’impiego di mezzi ausiliari sono aspetti secondari. ato vicäraù kartavyah jijïäsor-ätma-vastunaù samäsädya dayäsindhuà guruà brahma-vid-uttamam || 15 Un ricercatore del Sè deve appoggiarsi alla propria investigazione, dopo avere debitamente avvicinato un guru il quale deve possedere la perfetta conoscenza del Brahman e una grande compassione medhävé puruño vidvän-uhäpoha-vicakñaëaù adhikäryätma-vidyäyäm-ukta-lakñaëa-lakñitaù || 16 La comprensione di sé, la conoscenza soggettiva, l’abilità di riconoscere la verità nelle scrutture o di capire le contrapposizioni relative sono le qualità che deve possedere un candidato alla liberazione degno della conoscenza dell’Atman 2 vivekino viraktasya çamädi-guëa-çälinaù mumukñor-eva hi brahma-jijïäsä-yogyatä matä || 17 Solo colui che usa il discernimento, il distacco, la calma con le qualità concomitanti e che aspira ardentemente alla liberazione può investigare sul Brahman sädhanäny-atra catväri kathitäni manéñibhiù yeñu satsv-eva san-niñöhä yad-abhäve na sidhyati || 18 I saggi hanno detto che per la realizzazione occorre praticare quattro qualità, senza le quali l’attuazione del Brahman può fallire. ädau nityänitya-vastuvivekaù parigaëyate ihämutra-phalabhoga-virägas-tad-anantaram çamädi-ñaökasampattih-mumukñutvam-iti sphuöam || 19 La prima è la discriminazione tra il reale e il non-reale, la seconda è il distacco da ogni frutto dell’azione sia in questo mondo che in altri, la terza è costituita dal gruppo delle sei qualità e la quarta è l’aspirazione ferma e ardente alla liberazione brahma satyaà jagan-mithyety-evaàrüpo viniçcayaù so’yaà nityänitya-vastuvivekaù samudähåtaù || 20 Il discernimento tra reale e non-reale si fonda sull’incrollabile convinzione che solo Brahman è reale e che l’universo fenomenico è non-reale. tad-vairägyaà jugupsä yä darçana-çravaëädibhiù dehädi-brahma-paryante hy-anitye bhoga-vastuni || 21 Vairagya è il distacco da tutti i godimenti transitori, da quelli corporali a quelli corrispondenti allo stato di Brahma. La rinuncia fondata sulla riflessione personale e sull’insegnamento del guru, deve essere applicata a tutti gli organi e a tutte le condizioni di godimento. virajya viñaya-vrätät-doña-dåñöyä muhur-muhuù svalakñye niyatävasthä manasaù çama ucyate || 22 Sama è la condizione di mente pacificata che contempla constantemente la meta [Brahman], dopo essersi distaccata dalla molteplicità degli oggetti sensibili perché ha messo in evidenza la loro vacuità. viñayebhyaù parävartya sthäpanaà sva-sva-golake ubhayeñäm-indriyäëäà sa damaù parikértitaù bähyänälambanaà våtter-eñoparatir-uttamä || 23-24 Dama o autodominio, si ha quando si staccano I due gruppi di organi sensoriali dai loro oggetti corrispondenti riportandoli ai loro rispettivi centri. Il raccoglimento è ritenuto perfetto quando gli oggetti esterni cessano di mettere in moto le modificazioni mentali sahanaà sarva-duùkhänäm-apratékära-pürvakam cintä-viläpa-rahitaà sä titikñä nigadyate || 25 Titiksa o pazienza e quella condizione che sa accettare le afflizioni senza risentimento o ribellione, trovandosi libera da ogni ansietà e da ogni lamento. çästrasya guruväkyasya satya-buddhyavadhäraëam sä çraddhä kathitä sadbhiryayä vastüpalabhyate || 26 Sraddha è la fede alla verità esposta nelle scritture e dal proprio guru; con essa si perviene ad apprendere il reale. 3 samyagä sthäpanaà buddheù çuddhe brahmaëi sarvadä tat-samädhänam-ity-uktaà na tu cittasya lälanam || 27 Samadhana o stabilità mentale è quella condizione in cui la buddhi è constantemente concentrata sull’assoluto Brahman senza cadere nel gioco mentale. ahaàkärädi-dehäntän-bandhän-ajïäna-kalpitän sva-svarüpävabodhena moktum-icchä mumukñutä || 28 Mumuksutva o desiderio all’emancipazione è quella qualità di apprendere la propria reale natura affrancandosi da tutte le forme di schiavitù, da quelle relative al senso dell’Io a quelle del corpo fisico create dall’ignoranza. I Quattro mezzi e le sei qualità sono; (1) Discriminazione tra reale e non-reale (2) Distacco dai frutti delle azioni (3) Calma mentale, Autodominio, Raccoglimento interiore, Pazienza, Fede, Stabilità mentale. (4) Volontà incrollabile per la liberazione. manda-madhyama-rüpäpi vairägyeëa çamädinä prasädena guroù seyaà pravåddhä süyate phalam || 29 Nelle persone tiepide, la sete di liberazione può essere risvegliata con la pratica di vairagya, sama ecc. e con l’influenza del guru. vairägyaà ca mumukñutvaà tévraà yasya tu vidyate tasminn-evärthavantaù syuù phalavantaù çamädayaù || 30 Sama e le altre qualità hanno vero significato ed effetti positivi solo quando vairagya e mumuksutvam si affermano con vigore. etayor-mandatä yatra viraktatva-mumukñayoù marau salélavat-tatra çamäder-bhäna-mätratä || 31 Se invece la rinuncia e l’anelito alla liberazione permangono deboli anche la calma della mente e le altre qualità diventeranno illusorie come un miraggio nel deserto. mokña-käraëa-sämagryäà bhaktir-eva garéyasé sva-svarüpänusandhänaà bhaktir ityabhidhéyate || 32 Fra i mezzi che portano alla liberazione, la devozione occupa un posto elevato. La ricerca costante della propria reale natura si chiama devozione, svätma-tattvänusandhänaà bhaktir-ity-apare jaguù ukta-sädhana-sampannah-tattva-jijïäsurätmanaù upaséded-guruà präjïaà yasmäd-bandha-vimokñaëam ||32 ½ 33 C’è chi sostiene che la ricerca verso la verità del Sè non sia altro che Bhakti. Chi aspira alla verità dell’Atman deve, avendo le qualificazioni suddette avvicinare un saggio guru che lo guidi ad emanciparsi dalla schiavitù. (vedi nota pag. 44) çrotriyo’vrjino’käma-hato yo brahma-vittamaù brahmaëyuparataù çänto nirindhana ivänalaù ahetuka-dayä-sindhur-bandhur-änamatäà satäm || 34-35 Un Saggio che sia versato nella Sruti, vero conoscitore del Brahman, che, senza desideri, sia raccolto in Brahman e calmo come il fuoco che ha consumato tutto il combustibile, [Un saggio] che sia diventato un oceano di misericordia e la cui benevolenza si espanda in modo inesauribile su quanti a lui si presentino. 4 avendo trasceso l’oceano delle nascite e delle morti. pure e così gradevoli alle mie orecchie. io mi inchino. versale su di me rinfrescanti. çäntä mahänto nivasanti santo vasantavat-lokahitaà carantaù térëäù svayaà bhémabhavärëavaà janän ahetunänyänapi tärayantaù || 39 Vi sono anime sante. guardami con i tuoi occhi penetranti che infondono influssi di grazia. simili alla primavera effondono una benefica influenza per il bene dell’umanità. affrancandomi dall’oceano delle nascite e delle morti in cui mi dibatto.tam-ärädhya guruà bhaktyä prahva-praçraya-sevanaiù prasannaà tam-anupräpya påcchet-jïätavyam-ätmanaù || 36 A questo Guru il discepolo deve avvicinarsi con profonda devozione e. svämin-namaste nata-loka-bandho käruëya-sindho patitaà bhaväbdhau mäm-uddharätméya-kaöäkña-drñyä rjvyäti-käruëya-sudhäbhivåñöyä || 37 O Maestro e amico di coloro che si abbandonano a te. chiedergli ciò che deve conoscere. O Signore. dimmi come porre termine alle miserie dell’esistenza relativa. Benedetti sono coloro che tu hai illuminato con uno dei tuoi sguardi. rese più soavi dalla tua esperienza della beatitudine del Brahman. accogliendoli sotto la tua protezione. Nel mio spavento cerco rifugio in te perché non conosco nessun altro in cui cercare riparo. offrendogli umilmente i servigi. dimmi parole preziose come il nettare. come la foresta dalle fiamme di un incendio. serene e magnanime che. durvära-saàsära-davägni-taptaà dodhüyamänaà duradåñöa-vätaiù bhétaà prapannaà paripähi måtyoù çaraëyam-anyad-yad-ahaà na jäne || 38 Salvami dalla morte perchè sono preda delle fiamme inestinguibili del samsara e in balia degli impetuosi venti delle avversità. salvami. per un atto d’amore aiutano i loro simili ayaà svabhävas svata eva yatpara çramäpanoda-pravaëaà mahätmanäm sudhäàçur-eña svayam-arka-karkaça prabhäbhitaptäm-avati kñitià kila || 40 Invero è nella natura del magnanimo aiutare gli altri a rimuovere la incompiutezza come la luna spontaneamente rinfresca la terra arsa dagli infuocati raggi del Sole. su me che sono arso dai dolori terreni. brahmänanda-rasänubhüti-kalitaiù pütaiù suçétaih sitaiù yuñmad-väkkalaç-ojjhitaiù çruti-sukhair väkyämrtaiù secaya santaptaà bhava-täpa-däva-dahana-jväläbhir enaà prabho dhanyäs te bhavad-ékñaëa-kñaëa-gateù pätrékrtäù svékrtäù || 41 O Signore. sgorganti come una fonte dalle tue labbra. 5 . Costoro. kathaà tareyaà bhava sindhum etaà kä vä gatir me katamo’styupäyaù jäne na kiïcit krpayä’va mäà prabho saàsära-duùkha-kñatim-ätanuñva || 42 Come attraversare l’oceano del samsara? Quale sarà la mia mèta? Quali dei tanti mezzi dovrò adottare? Confesso la mia ignoranza. a colui che si conforma ai canoni delle scritture e che ha la mente serena e tranquilla. nella schiavitù del non-Sé. di cui i saggi si sono serviti per raggiungere l’altra riva. ajïäna-yogät paramätmanas tava hy anätma-bandhas tata eva saàsrtiù tayor vivekodita-bodha-vahniù ajïäna-käryaà pradahet samülam || 49 L’identificazione con la non-conoscenza ti ha fatto cadere. tu che sei il Sé supremo. Ma il fuoco della conoscenza illuminante acceso dalla potenza della discriminazione consumerà i semi dell’ignoranza. çraddhä-bhakti-dhyäna-yogän mumukñor mukter hetün vakti säkñät çruter géù yo vä eteñveva tiñöhatyamuñya mokño’avidyä-kalpitäd deha-bandhät || 48 A coloro che cercano la liberazione. astyupäyo mahän kaçcit saàsära-bhaya-näçanaù tena tértvä bhavämbhodhià paramänandam äpsyasi || 46 Vi è un mezzo eccellente che estingue il timore dell’esistenza relativa e con il quale potrai attraversare l’oceano del samsara e raggiungere la suprema beatitudine. per te il pericolo è scomparso perché vi è un mezzo per trascendere l’esistenza transitoria. sollecita aiuto e protezione. vidvän sa tasmä upasattim éyuñe mumukñave sädhu yathokta-käriëe praçänta-cittäya çamänvitäya tattvopadeçaà krpayaiva kuryät || 44 A colui che. la fede. il Maestro non può non dare l’insegnamento con la massima benevolenza. a sua volta. come fattori principali. l’estinsione di tutte le sofferenze generate dal saàsära. vedäntärtha-vicäreëa jäyate jïänam uttamam ten ätyantika-saàsära-duùkhanäço bhavatyanu || 47 La riflessione sul significato del Vedanta conduce a una conoscenza che determina. Coloro che si dedicano in modo persistente si affrancano dalla schiavitù dei corpi che vivono della forza dell’ignoranza. e questo mezzo. 6 . Essa è la causa che ti fa perpetuare la strada delle nascite e delle morti. il nobile maestro gli volge uno sguardo di benevolenza. esortandolo a non aver paura.tathä vadantaà çaraëägataà svaà saàsära-dävänala-täpa-taptam nirékñya käruëya-rasärdra-dåñöyä dadyädabhétià sahasä mahätmä || 43 Mentre il discepolo si esprime in tal modo. assetato di liberazione. ñrégurur uväca mä bhaiñöa vidvan tava nästyapäyaù saàsära-sindhos taraëe’styupäyaù yenaiva yätä yatayo’sya päraà tameva märgaà tava nirdiçämi || 45 Il Guru disse: non temere o accorto discepolo. indica. io lo svelerò a te. la devozione e la pratica della meditazione. la Sruti. cercando scampo dal fuoco del samsara. Sarà con grande soddisfazione che accoglierò la risposta che cadrà dalle tue labbra. e non per la mediazione di un erudito. vastu-svarüpaà sphuöa-bodha-cakñuñä svenaiva vedyaà na tu paëòitena candra svarüpaà nija-cakñuñaiva jïätavyam anyair avagamyate kim || 56 E’ per la propria illuminazione. Non potrà guarire se altri prenderanno per lui i relativi farmaci. pathyam auñadha-sevä ca kriyate yena rogiëä ärogya-siddhir-dåñöä’sya nänyänuñöhita-karmaëä || 55 Per riacquistare la propria salute. ñrégurur uväca dhanyo’si krta-krtyo’si pävita te kulaà tvayä yad avidyä-bandha-muktyä brahmé-bhavitum icchasi || 52 Il Guru disse: Sii tu benedetto perchè desideri raggiungere l’assolutezza del Brahman. rëa-mocana-kartäraù pitus santi sutädayaù bandha-mocana-kartä tu svasmäd anyo na kaçcana || 53 [Sappi però che] un padre potrà incontrare tra i suoi figli o tra le sue amicizie qualcuno che pagherà i suoi debiti. Ma se si soffre la fame.çiñya uväca krpayä çrüyatäà sväminpraçno’yaà kriyate mayä yad uttaram ahaà çrutvä krtärthaù syäà bhavan-mukhät || 50 Il discepolo disse: degnati di ascoltare. E’ venuto il momento di estinguere la tua esistenza condizionata e glorificare la tua famiglia. 7 avidyä-käma-karmädi-päça-bandhaà vimocitum kaù çaknuyäd vinätmänaà kalpa-koöi-çatair api || 57 Così per rompere i ceppi dell’ignoranza – desideri. ko näma bandhaù katham eña ägataù kathaà pratiñöhä’sya kathaà vimokñaù ko’sävanätmä paramaù ka ätmä tayor vivekaù katham etad ucyatäm || 51 Che cosa è questa schiavitù? Come viene? Come si perpetua? Come ci si può affrancare? Quale è il non-Sé e quale il supremo Sé? Come distinguere il Sé dal non-Sé? Spiegami te ne prego ciascuno di questi pnnti. azioni e gli effetti di questi. su chi potrai contare se non su te stesso anche se ti occorrono innumerovoli kalpa? . la sete e così via questa sofferenza nessuno può allontanarla se non sé stessi. la questione che desidero sottoporti. un malato deve seguire la giusta dieta e prendere le prescritte medicine. esso può essere alleggerito anche da altri. liberandoti dalla schiavitù dell’ignoranza. o maestro. è per l’esperienza diretta. mastaka-nyasta-bhärädeh duùkham anyair niväryate kñudhädi-krta-duùkhaà tu vinä svena na kenacit || 54 Se un peso che si porta sulla testa è tanto gravoso da provocare spossatezza e dolore. che l’aspirante alla realizzazione riconosce la vera natura delle cose: La bellezza della luna può essere conosciuta mediante i propri occhi e non dalla descrizione che possono farne gli altri. però non potrà mai trovare un sostituto che possa rompere le catene della sua schiavitù. fino a quando è sconosciuta la suprema realtà. senza conoscere la reale natura dell Atman come si potrà con la semplice ripetizione del nome Brahman ottenere la liberazione? Tutt’al più si potra creare un debole sforzo delle corde vocali. väg-vaikharé çabda-jharé çästra-vyäkhyäna-kauçalam vaiduñyaà viduñäà tadvad bhuktaye na tu muktaye || 60 L’eloquenza sonora rappresentata da un fiume di parole. Esso è ancora più vano una volta che si conosce direttamente la realtà. occorre che questo sia ingerito così non sperare che con la semplice ripetizione del nome Brahman tu possa conoscere il Sé. Il saggio aspirante deve applicarsi con zelo a sperimentare da sé la vera natura dell’Atman. Non vi è altro mezzo. akrtvä çatru-saàhäram agatvä akhila-bhü-çriyam räjäh aham iti çabdäd no räjä bhavitum arhati || 66 Prima che un individuo possa proclamarsi imperatore. akåtvä dåçya-vilayam ajïätvä tattvam ätmanaù brahma-çabdaiù kuto muktir uktimätraphalair nrëäm || 65 Senza risolvere il mondo fenomenico. le scritture. il solo rimedio è la conoscenza del Brahman. l’abilità di esporre o commentare le Scritture. né con la conoscenza eruditiva. l’erudizione stessa servono solo alla propria soddisfazione.na yogena na sämkhyena karmaëä no na vidyayä brahmätmaikatva-bodhena mokñaù sidhyati nänyathä || 58 La liberazione non si ottiene né con lo Yoga. avijïäte pare tattve çästrädhétis tu niñphalä vijïäte’pi pare tattve çästrädhétis tu niñphalä || 61 Vano è lo studio delle scritture. diversamente che cosa guadagnerà ripetendo semplicemente “Io sono imperatore”? . ma non potranno mai dare da sole la reale sovranità [del Sè]. ma nei riguardi della liberazione tutto ciò è proprio inutile. i mantra o altre pratiche del genere? 8 na gacchati vinä pänaà vyädhir auñadha-çabdataù vinä’parokñä anubhavaà brahma-çabdair na mucyate || 64 Una malattia non se ne va pronunciando semplicemente il nome del farmaco. çabda-jälaà mahäraëyaà citta-bhramaëa-käraëam ataù prayatnät jïätavyaà tattvajïat tattvam ätmanaù || 62 Quelle scritture composte da una moltitudine di parole non formano altro che una foresta impenetrabile in cui la mente facilmente si smarrisce. né con il Samkhya. ajïäna-sarpa-dañöasya brahma-jnänauñadhaà vinä kimu vedaiç ca çästraiç ca kimu mantraù kim auñadhaiù || 63 Per chi è stato morso dal serpente dell’ignoranza. véëäyä rüpa-saundaryaà tantré-vädana-sauñöhavam prajä-raïjana-mätraà tan na sämräjyäya kalpate || 59 La bella forma della vina e l’abilità nel suonarla servono solo a deliziare il pubblico. ma con il riconoscimento dell’identità dell’Atman con Brahman. deve vincere i suoi nemici e portare il regno sotto il suo dominio. Di quale utilità possono essere per Lui i Veda. né con il rito. tasmät-sarva-prayatnena bhava-bandha-vimuktaye svaireva yatnaù kartavyo rogäder iva paëòitaiù || 68 Perciò l’intelligente ricercatore deve. inoltre. sarai in grado di spezzare. Ascolta in modo appropriato e assimila questa conoscenza. çrëuñvävahito vidvan yan mayä samudéryate tad-etad çravaëät sadyo bhava-bandhäd vimokñyase || 70 Ascolta attentamente ciò che ora ti dirò. Seguendomi in modo corretto. sono anche concisi. mokñasya hetuù prathamo nigadyate vairägyam atyantam anitya-vastuñu tataù çamaçcäpi damas titikñä nyäsaù prasakta akhila-karmaëäà bhrçam || 71 Il primo gradino che porta alla liberazione è il distacco dalle cose periture. la riflessione su ciò che è stato udito. yas tvayä adya krtaù praçno varéyän çästravin mataù sütra-präyo nigüòhärtho jïätavyaç ca mumukñubhiù || 69 I quesiti che tu mi hai posto sono pertinenti e tali da essere apprezzati anche da coloro che sono versati nelle scritture. come nel caso della su esposta malattia. la catena delle trasmigrazioni.äptoktià khananaà tathopariçilädyutkarñaëaà svékrtià nikñepaù samapekñate nahi bahiù çabdais tu nirgacchati tadvad brahma-vidopadeça-manana-dhyänädibhir labhyate mäyä-kärya-tirohitaà svamamalaà tattvaà na duryuktibhiù || 67 Un tesoro nascosto nelle profondità della terra può essere trovato solo quando si è scoperto il luogo esatto e quando si scava. senza esitazioni. yad boddhavyaà tavedäném ätmänätma-vivecanam tad ucyate mayä samyak çrutvätmany avadhäraya || 73 E ora ti darò accurati chiarimenti sulla discriminazione tra il Sé e il non Sé. nell’astenersi da tutte quelle azioni indicate dalle scritture. il secondo consiste nel coltivare la quiete mentale. dopo questa prassi l’aspirante diventa un muni e potrà raggiungere il supremo stato non –differenziato realizzando così nella stessa vita la beatitudine del nirvana. nascosto dalla maya e dai suoi effetti. Il Sé non può emergere con semplici ragionamenti sofistici. Mai esso potrebbe uscire chiamandolo solo per nome. Così per afferrare la rispendente verità del Sé. 9 . la pazienza e. carichi di significato e sono meritevoli d’attenzione per tutti gli aspiranti che bramano la realizzazione. la meditazione ecc. rimuovendo I blocchi di pietra. tataù çåutis tan mananaà satattva-dhyänaà ciraà nitya-nirantaraà muneù tato’vikalpaà parametya vidvän ihaiva nirväëa-sukhaà samåcchati || 72 Poi viene l’ascolto dell’insegnamento. l’autodominio. o sagace discepolo. impiegare tutti i mezzi che sono in suo possesso per liberarsi dalla schiavitù delle nascite e delle morti. la meditazione di lunga durata sulla verità. dobbiamo conformarci alle istruzioni di un conoscitore del Brahman e seguire poi la riflessione personale. Vaisesika. allora cosa sarà di quell’uomo attaccato ai cinque sensi? doñeëa tévro viñayaù krñëa-sarpa-viñäda api viñaà nihanti bhoktäraà drañöäraà cakñuñäpyayam || 79 Gli oggetti dei sensi sono. ma gli oggetti dei sensi fanno perire lo sperimentatore che abbia lanciato loro anche un semplice sguardo. nessuna altra cosa può aiutarlo anche se dovesse conoscere i sei Darsana I sei Darsana o Sastra dell’interpretazione dell’essere e del non-essere secondo i Veda sono: Samkhya. il suono ecc. l’acqua e la terra sono i suoi elementi sottili. compongono il corpo fisico. le loro essenze formano gli oggetti dei sensi che in gruppi di cinque. Purva o Dharma Mimamsa. l’aria. ahaà mameti prathitaà çaréraà mohäspadaà sthülam itéryate budhaiù nabho-nabhasvad-dahanämbu-bhümayaù sükñmäëi bhütäni bhavanti täni || 75 Questo corpo. 10 . il pesce e l’ape periscono vittime del loro attaccamento a uno solo dei cinque sensi. il fuoco. la vista ecc. vengono e si dipartono da questo mondo. cosce. in verità cosa molto difficile. Yoga. carne. ya eñu müòhä viñayeñu baddhä rägoru-päçena su-durdamena äyänti niryänty adha ürdhvam uccaiù svakarma-dütena javena nétäù || 77 Così i folli che rimangono incatenati agli oggetti dei sensi mediante la corda dell’attaccamento. viñayäçä mahäpäçäd yo vimuktaù su-dustyajät sa eva kalpate muktyai nänyaù ñaöçästra-vedy api || 80 Solo chi si è liberato dalla pesante catena dei desideri-oggetti.. l’etere. difficile a spezzarsi. più velenosi di quanto non sia il veleno del cobra. contribuiscono a fornire il piacere al soggetto sensibile o sperimentatore. la falena. ad esempio. grasso. torace. sangue. pelle. spalle e testa. combinandosi tra loro. trascinati dal flusso impetuoso delle loro azioni passate. l’elefante. è qualificato per la liberazione. veleno che uccide solo se viene assorbito. ossa. Uttara o Dharma Mimamsa (Vedanta). per i loro effetti. epidermide e dalle seguenti appendici: gambe. sede dell’illusione e caratterizzato dalle nozioni di “Io” e “Mio” è chiamato dai saggi corpo fisico.majjästhi-medaù-pala-rakta-carmatvagähvayair dhätubhir ebhir anvitam pädoru vakño-bhuja-prñöha-mastakair angair upängair upayuktam etat || 74 Il corpo fisico è composto da sette componenti: midollo. Nyaya. parasparäàçair militäni bhütvä sthüläni ca sthüla-çaréra-hetavaù mäträs tadéyä viñayä bhavanti çabdädayaù panca sukhäya bhoktuù || 76 Gli elementi sottili. quali il suono. çabdädibhiù païcabhir eva païca païcatvam äpuù svaguëena baddhäù kuramga-mätamga-patamga-ménabhrmgä naraù païcabhir-aïcitaù kim || 78 Se il daino. anukñaëaà yat parihrtya krtyaà anädy avidyäkrta-bandha-mokñaëam dehaù parärtho’yam amuñya poñaëe yas sajjate sa sva-manena hanti || 85 Chi si astiene dal liberarsi dalla schiavitù dell’ignoranza identificandosi con il corpo il quale è oggetto di fruizione da parte degli altri commette un vero suicidio. mohaà jahi mahä-mrtyuà deha-dära-sutädiñu yaà jitvä munayo yänti tadviñëoù paramaà padam || 88 E riportando la vittoria su questa orribile morte. la compassione. arriverà felicemente alla fine del viaggio. lo coccodrillo del desiderio lo afferra per la gola con violenza. l’onestà. 11 . viñayäkhya-graho yena suvirakty-asinä hataù sa gacchati bhavämbhodheù päraà pratyüha-varjitaù || 82 Chi invece. il perdono delle ingiurie. quando attraversa l’oceano del mutamento. Pratica invece le nobili virtù: la contentezza. I figli ecc. uccide il coccodrillo dei sensi attraversa l’oceano del samsara senza impedimenti. trascinandolo fuori strada. su tutti gli attaccamenti illusori verso il corpo fisico. Se vince questa illusione raggiunge lo stato di liberazione. mokñasya kämkñä yadi vai tavästi tyajätidüräd viñayän viñaà yathä péyüñavat toña-dayä-kñamärjavapraçänti-däntér bhaja nityam ädarät || 84 Se hai veramente sete di liberazione. munito della spada del perfetto distacco. agisce come quell’insensato che. Non puoi disconoscere questa verità. la sposa. che raggiungi lo stato supremo di Visnu (RV I. Ma il discepolo che sceglie la sua strada in accordo con gli insegnamenti di un degno e nobile guru e che esercita constantemente la facoltà di discriminazione.äpäta-vairägyavato mumukñün bhaväbdhi-päraà prati yätum udyatän äçägraho majjayate’ntaräle nigrhya kaëöhe vinivartya vegät || 81 Chi si è distaccato dal mondo in modo apparente. fa una morte orribile. volendo attraversare un fiume commette l’errore di calvacare un coccodrillo credendolo un tronco d’albero moha eva mahämrtyur mumukñor vapur ädiñu moho vinirjito yena sa mukti padam arhati || 87 Colui che cerca la liberazione se si illude di essere solo un corpo fisico ecc. çaréra-poñaëärthé san ya ätmänaà didåkñati grähaà därudhiyä dhåtvä nadi tartuà sa gacchati || 86 Chi cerca di realizzare l’Atman mentre accorda al corpo fisico una attenzione eccessiva.16-21). evita tutti gli oggetti dei sensi e abbi per essi un rifiuto come ti trovassi di fronte a cose nocive.XXII. la serenità e l’autocontrollo. viñama-viñaya-märgair gacchato’naccha-buddheù prati-padam-abhiyäto mrtyur apyeña siddhah hita-sujana-gurüktyä gacchataù svasya yuktyä prabhavati phala-siddhiù satyam ity eva viddhi || 83 Sappi che la morte sopraffà quel folle che attraversa la via pericolosa della avidità dei sensi. di una ghirlanda di fiori ecc.tvan-mäàsa-rudhira-snäyu-medo-majjästhi-saàkulam pürëaà mütra-puréñäbhyäà sthülaà nindyam idaà vapuù || 89 Questo corpo fisico composto di pelle. ingiuria. manas quando assume la funzione di pensare il pro e il contro dei dati . arterie. Gli organi della parola.. buddhi quando conosce il grado di verità delle cose. il naso e la lingua sono gli strumenti della percezione sensitiva e servono per avere la nozione dei dati esterni. di escrezione e di generazione sono gli strumenti di azione e hanno la caratteristica di eseguire vari lavori. ossequio ecc. citta quando si unisce al proprio oggetto di desiderio. midollo. buddhéndriyäëi çravaëaà tvag-akñi ghräëaà ca jivhä viñayävabodhanät väk-päëi-pädä gudam-apy-upasthaù karmendriyäëi pravaëeni karmasu || 94 La pelle. come il vigore e la debolezza. organo interno della mente secondo le sue modificazioni viene denominato: manas. non è gradevole. per quanto distinta si identifica con il corpo godendo mediante gli organi sensori. L’infanzia. formato a sua volta da combinazioni elementari sottili le cui parti sono mescolate le une alle altre. precipitata dal cumulo di azioni passate. sangue. bähyendriyaiù sthüla-padärtha-seväà srak-candana-stri-ädi vicitra rüpäm karoti jévaù svayam etad ätmanä tasmät praçastir vapuño’sya jägare || 91 L’anima individuale. 12 . la morte ecc. le orecchie. Questo è lo strumento che il jivatman utilizza per le sue esperienze nello stato di veglia percependo così gli oggetti grossolani. sthülasya sambhavajarämaraëäni dharmäù sthaulyädayo bahuvidhäù çiçutädyavasthäù varëäçramädiniyamä bahudhä’mayäù syuù püjävamänabahumänamukhä viçeñäù || 93 La nascita. è sempre a esso che si serbano differenti trattamenti quali adorazione. nigadyate’ntaùkaraëaà manodhér ahamkrtiç cittam iti sva-vrttibhiù manas tu samkalpa-vikalpanädibhih buddhiù padärthädhyavasäya-dharmataù 95 aträbhimänäd aham ityahaàkrtiùsvärthänusandhäna-guëena cittam 96 L’antakharana. l’adolescenza. le mani. degli oggetti grossolani. païcé-krtebhyo bhütebhyaù sthülebhyaù pürva-karmaëä samutpannam idaà sthülaà bhogäyatanam ätmanaù avasthä jägaras tasya sthülärthänubhavo yataù || 90 Questa forma densa. la maturità e la vecchiaia sono le sue naturali condizioni. per cui opera nello stato di veglia. la decrepitezza. gli occhi. sarvo’pi bähya saàsäraù puruñasya yad äçrayaù viddhi dehamidaà sthülaà grhavad grhamedhinaù || 92 Sappi che questo corpo fisico costituisce per te quello che una casa potrebbe costituire per il suo padrone. grasso. inoltre è condizionato da tante malattie. ahamkara e citta. esso segue gli ordini sociali e gli stadi di vita. sono le proprietà del corpo denso. è un aggregato di elementi grossolani. carne. buddhi. gli organi di locomozione. ossa e permeato di sostanze contaminate. ahamkara quando assume la funzione di senso dell’Io. come ad esempio il profumo di sandalo. Con esso si possono ottenere i rapporti con il mondo esterno. utilizza questo corpo sottile come suo strumento. e non è minutamente toccato da nessuna delle azioni di questa. apana. Nel sogno la buddhi-intelletto assume il ruolo di agente. Questo condizionamento. 13 . allo stesso modo del falegname che utilizza i suoi arnesi. (nota descrittiva sui tipi di prana) vägädi païca çravaëädi païca präëädi païcäbhra-mukhäni païca buddhyädy avidyäpi ca käma-karmaëé puryañöakaà sükñma-çaréram ähuù || 98 i cinque organi d’azione. i cinque elementi sottili assieme alla buddhi. e ciò perché ha accumulato le impressioni nello stato di veglia. così in ogni circostanza l’Atman rimane libero dalle sovrapposizioni. L’Atman è dunque perfettamente libero. che è intelligenza pura. come avviene per l’oro o per l’acqua ecc. svapno bhavaty asya vibhaktyavasthä sva-mätra-çeñeëa vibhäti yatra svapne tu buddhiù svayam eva jägrat käléna nänä-vidha-väsanäbhiù karträdi-bhävaà pratipadya räjate yatra svayaà jyotirayaà parätmä ||100 dhé-mätrakopädhir açeña-säkñé na lipyate tat-krta-karma-leçaiù yasmäd asamgas tata eva karmabhiù na lipyate kiïcid upädhinä krtaiù || 101 La condizione di sogno [stato sottile]. Ma l’Atman supremo continua a rimanere al suo posto di gloria con la semplice sovrapposizione della buddhi. a cui non si può dare origine viene per ignoranza sovrapposto all’Atman. è quella nella quale ci si esprime solo con la propria luce. l’avidya il desiderio e l’azione sono gli otto fattori che correlati compongono il corpo sottile. sarva-vyäprti-karaëaà limgam idaà syäd cidätmanaù puàsaù väsyädikam iva takñëah tenaivätmä bhavaty asamgo’yam || 102 L’Atman. udana. i cinque prana. samana secondo le molteplici funzioni loro inerenti o secondo le modificazioni che subisce. vyana. questo corpo sottile che viene chiamato anche linga sarira e che esiste negli elementi prima ancora della loro reciproca combinazione e suddivisione. provando dei desideri porta il jivatman a raccogliere i frutti delle azioni passate. idaà çaréraà çåëu sükñma-saàjïitaà limgaà tvapacékrta-bhuta-sambhavam saväsanaà karma-phalänubhävakaà sväjïänato’nädir upädhir ätmanaù || 99 Ascolta. i cinque organi di cognizione. distinta dalla veglia.präëäpäna-vyänodäna-samänä bhavatyasau präëaù svayam eva vrtti-bhedäd vikrti-bhedät suvarëa-salilädivat || 97 Segue il prana che diviene: prana. senza alcun fattore esterno. quale testimone di tutte le cose. la vista acuta sono le diverse caratteristiche dell’occhio e. secrezione.andhatva-mandatva-paöutva-dharmäù sauguëya-vaiguëya-vaçäd hi cakñuñaù bädhirya-mükatva-mukhäs tathaiva çroträdi-dharmä na tu vettur ätmanaù || 103 La cecità. ciò è chiaramente attestato dalla rivelazione. comprende i tre guna e essendo la causa prima. quello per cui tutte le creature si amano. la miopia. ma queste diverse condizioni non riguardano l’Atman. dalla tradizione e dall’inferenza. subiscono imperfezioni. unito ai guna come ad esempio il sattva esperisce i tre stati (veglia. secondo l’integrità o no dell’organo considerato. essa appare senza inizio. ahaàkäraù sa vijïeyaù kartä bhoktäbhimänyayam sattvädiguëayogena cävasthä-trayam açnute || 106 Sappi che il senso dell’Io identificandosi con il corpo fisico immagina di essere l’agente o lo sperimentatore dell’azione e. starnuto. la beatitudine dell’Atman. escrezione sono considerati dagli esperti le funzioni rispettive dei vari prana. sogno e sonno profondo). la cui essenza è beatitudine. viñayäë ämänukülye sukhé duùkhé viparyaye sukhaà duùkhaà ca tad-dharmaù sadänandasya nätmanaù || 107 Se gli oggetti dei sensi sono piacevoli l’Io è felice. ätmärthatvena hi preyän viñayo na svataù priyaù svata eva hi sarveñäm ätmä priyatamo yataù tata ätmä sadänando näsya duùkhaà kadäcana yat suñuptau nirviñaya ätmänando’nubhüyate çrutiù pratyakñam aitihyam anumänaà ca jägrati || 108-109 Gli oggetti dei sensi [piacevoli o spiacevoli] possono esserci perché c’è l’Atman essi infatti non hanno vita propria. mentre la fame e la sete sono le caratteristiche (dharma) del prana propriamente detto.. il supremo conoscitore. avyakta-nämné parameça-çaktiù anädy avidyä tri-guëätmikä parä käryänumeyä sudhiyaiva mäyä yayä jagat sarvam idaà prasüyate || 110 L’ignoranza o maya. senza la mediazione di alcun oggetto dei sensi. Un intelletto chiaro può inferirla da questi effetti. così si ha la sordità per l’orecchio o il mutismo per le corde vocali. quello che non soffre perché è essenza di beatitudine. sonnolenza. L’Atman è. Piacere e dolore sono le sue caratteristiche non quelle dell’Atman. chiamata anche l’immanifesta. Essa ha portato in oggettività l’universo intero. dalla percezione diretta. è il potere stesso del Signore. Esso si identifica con tali complessi organici perché dal Sé riceve un riflesso di luce. è superiore a tutti gli effetti. antaù-karaëam eteñu cakñur ädiñu varñmaëi ahamityabhimänena tiñöhatyäbhäsa-tejasä || 105 L’organo interno è localizzato sia in un organo particolare sia nella totalità diffusa degli organi. quando sono spiacevoli è infelice. per la sua natura. ucchväsa-niùçväsa-vijnrmbhaëa-kñut prasyandanädyutkramaëädikäù kriyäù präëädi-karmäëi vadanti tajäù präëasya dharmävaçanä-pipäse || 104 Respirazione. Nella condizione di sonno profondo si gode. 14 . kämaù krodho lobha-dambhädy-asüyä ahaàkärerñyä-matsarädyästu ghoräù dharmä ete räjasäù puàpravrttiù yasmäd etat tad rajo bandha-hetuù || 114 I funesti attibuti del rajas sono: il desiderio. çaktiryayä vastvavabhäsate’nyathä saiñä nidänaà puruñasya saàsrteù vikñepa-çakteù pravaëasya hetuù || 115 Il potere velante appartiene al guna tamas che fa apparire le cose diversamente da ciò che esse sono. l’odio. Non è composta di parti. è sempre esso la causa della schiavitù eñä’vrtir näma tamo-guëasya. né l’una né l’altra assieme. E’ proprio grande il velante potere del terribile tamas. Non è contemporaneamente né l’uno né l’altro. la gelosia ecc. Essa supremo prodigio. l’attività è la sua natura e da esso provengono le modificazioni della mente quali l’attaccamento . non è né omogenea né eterogenea. Esso è anche causa di trasmigrazione e mette in moto il potere proiettivo. l’avidità. la collera. da esso nascono anche le tendenze estrovertite. l’invidia. vikñepa-çakté rajasaù kriyätmikä yataù pravrttiù prasrtä puräëé rägädayo’syäù prabhavanti nityaà duùkhädayo ye manaso vikäräù || 113 Rajas ha come caratteristica il potere di proiezione (vikñepa-çakté). né costituisce un tutto indivisibile. prajävän api paëòito’pi caturo’py-atyanta-sükñmätma-dågvyäléòhas tamasä na vetti bahudhä sambodhito’pi sphuöam bhräntyäropitam eva sädhu kalayatyälambate tadguëän hantäsau prabalä duranta-tamasaù çaktir mahatyävrtiù || 116 Persino il saggio e l’erudito penetrati nel più sottile significato dell’Atman possono essere sopraffatti dal tamas. çuddhädvaya-brahma-vibhodhanäçyä sarpa-bhramo rajju-vivekato yathä rajas-tamas-sattvam iti prasiddhä guëästadéyäù prathitaiù svakäryaiù || 112 Essa (maya-avidya) può essere eliminata realizzando il puro non duale Brahman come l’illusione del serpente viene rimossa quando si ha la conoscenza della corda. così da incorrere nell’errore di considerare reali le sovrapposizioni create dall’ignoranza e identificarsi con gli effetti di questa. l’egoismo. l’arroganza. la sofferenza ecc. rajas e sattva. sfugge a ogni tipo di descrizione. né che partecipi alla esistenza né alla non-esistenza. I suoi guna sono tamas. così denominati a seconda delle loro rispettive funzioni.san-näpyasan-näpy-ubhayätmikä no bhinnäpyabhinnäpyubhayätmikä no sämgäpyanamgä hyubhayätmikä no mahädbhutä’nir-vacanéya-rüpä || 111 Non si può dire di essa né che esista né che non esista. 15 . la suprema pace. non vi è equilibrio di giudizio e la mancanza di convinzioni alimenta il dubbio. ajnänam-älasya-jaòatva-nidräpramäda-müòhatva-mukhäs tamoguëäù etaiù prayukto na hi vetti kiïcin nidräluvat stambhavad eva tiñöhati || 118 Gli attributi di tamas sono: l’ignoranza. tuttavia. yama. viçuddha-sattvasya guëäù prasädaù svätmänubhütiù paramä praçäntiù trptiù praharñaù paramätmaniñöhä yayä sadänanda-rasaà samåcchati || 121 Le caratteristiche del puro sattva sono la letizia. rimanendo addormentato come un pezzo di legno o una pietra. miçrasya sattvasya bhavanti dharmästvamänitädyä niyamä yamädyäù çraddhä ca bhaktiç ca mumukñatä ca daivé ca sampattir asan vrttiù || 120 Le proprietà del sattva [unito agli altri due guna] sono: assenza di orgoglio ecc. Colui che vi soggiace non comprende più niente. la rilassatezza. concorre anch’esso a trascinare nella trasmigrazione. avyaktam etat triguëair niruktaà tat käraëaà näma çaréram ätmanaù suñuptir etasya vibhaktyavasthä praléna-sarvendriyabuddhi-vrttiù || 122 L’immanifesto [o indifferenziato] composto dai tre gnna costituisce il corpo causale dell’Atman. la pienezza. desiderio di liberazione. la realizzazione dell’Atman. fede devozione. la negligenza e l’ottusità. Il suo stato è il sonno profondo in cui la mente e tutti gli organi connessi cessano di funzionare.abhävanä vä viparéta-bhävanäsambhävanä vipratipattir-asyäù saàsarga-yuktaà na vimuïcati dhruvaà vikñepa-çaktiù kñapayaty ajasram || 117 In preda al tamas. come il sole. 16 . oltre a subire sofferenze incessanti causate dal potere proiettivo. Questo è il risultato di chi si sprofonda nel potere velante del tamas. essa rivela l’intero universo oggettivo. il quale conferisce la beatitudine eterna. se è commisto al rajas o al tamas. sattvaà viçuddhaà jalavat tathäpi täbhyäà militvä saraëäya kalpate yaträtma-bimbaù prati-bimbitaù san prakäçayaty arka iväkhilaà jaòam || 119 Il puro sattva ha la trasparenza dell’acqua viva e. tendenze divine e una profonda avversione per il non reale. il torpore. Quando la luce dell’Atman si riflette sul solo sattva allora. la pigrizia. niyama. la costante devozione per il supremo Atman. gli oggetti dei sensi. per cui la buddhi si trova rivestita di un velo formale molto sottile. il prana. asti kaçcit svayaà nityaà aham-pratyaya-lambanaù avasthä-traya-säkñé san païca-koça-vilakñaëaù || 127 (v. la mente e l’intelletto. ma che da questo non viene illuminato. la mente. Il noto giudizio “in quello stato non ho percepito niente” conferma tale condizione. il senso dell’Io tutte le sue modificazioni. colui la cui luce si riflette nell’universo intero coprendolo con il suo splendore è l’Atman. gli elementi grossolani. gli organi dei sensi. yena viçvam idaà vyäptaà yaà na vyäpnoti kiïcana abhä-rüpam idaà sarvaà yaà bhäntyam anubhätyayam || 130 Colui che permea questo universo ma che da nessuno può essere permeato. tutto è effetto della maya. con il piacere-dolore. un entità assoluta. yaù paçyati svayaà sarvaà yaà na paçyati kiïcana yaç cetayati buddhyädi na tad yaà cetayatyayam || 129 Colui che osserva ogni cosa. la maya stessa. mäyä mäyä-käryaà sarvaà mahadädi-deha paryantam asad idam anätma-tattvaà viddhi tvaà maru-marécikä-kalpam ||125 Dal Mahat [mente universale] fino al corpo fisico. dimorando allo stato germinale-causale. [come l’etere e il resto]. sogno e sonno profondo. come i servitori dal padrone. yasya sannidhi-mätreëa dehendriya-manodhiyaù viñayeñu svakéyeñu vartante preritä iva || 131 Dalla sua celata presenza attingono gli ordini il corpo. dunque costituito dalla cessazione di ogni genere di percezione. con le loro rispettive funzioni. colui che illumina la buddhi ecc. ma che da nessuno è osservato. la quale è l’eterno sostrato della coscienza differenziata e distinta dai cinque involucri. gli organi sensori. dehendriya-präëa-mano’hamädayaù sarve vikärä viñayäù sukhädayaù vyomädi-bhütänyakhilaà ca viçvaà avyakta-paryantam idaà hyanätmä || 124 Il corpo fisico. in breve l’intero universo fino all’immanifesto costituiscono il non-Atman. nota sui koça) Esiste una realtà. colui che è consapevole della presenza o dell’assenza del pensiero e delle sue modificazioni. 17 . yo vijänäti sakalaà jägrat-svapna-suñuptiñu buddhi-tadvrtti-sad-bhävam abhävam-ahamityayam || 128 Colui che conosce tutto ciò che accade negli stati di veglia. Essi con la loro causa. rappresentano il non-Atman e sono non reali come il miraggio nel deserto. è l’Atman. colui che è il supporto dello stesso senso dell’Io è l’Atman.sarva-prakära-pramiti-praçäntiù béjätmanävasthitir eva buddheù suñuptiretasya kila pratétiù kiïcin na vedméti jagat-prasiddheù || 123 Il sonno profondo è. atha te sampravakñyämi svarüpaà paramätmanaù yad vijïäya naro bandhän muktaù kaivalyam açnute || 126 Ora passo a spiegarti la vera natura del supremo Sé realizzando il quale l’individuo si libera da ogni schiavitù ottenendo così l’isolamento. ahamkärädi-dehäntä viñayäç ca sukh-ädayaù vedyante ghaöavad yena nitya-bodha-svarüpiëä || 132 E’ sempre per esso che tutto ciò che esiste – dal senso dell’Io al corpo fisico compresi gli oggetti dei sensi è conosciuto in modo manifesto. come il fuoco prende quella di una palla di ferro surriscaldata. sempre identico a sé stesso per quanto si rifletta nelle molteplici modificazioni mentali. delle attività del corpo. degli organi sensori e del prana. sussiste di là dai tre strati e dal senso dell’Io e manifesta se stesso come testimone della buddhi. Gli organi sensori e i prana con le loro rispettive funzioni. il primordiale Signore. 18 . ma in verità esso né agisce né si trasforma. nell’akasa non manifesto. essendo l’essenza dell’eterna conoscenza. ha la natura della pura conoscenza. le cui onde sono le nascite e le morti. nel profondo della buddhi. illuminando questo universo. così potrai attraversare l’illimitato oceano del samsara. jätä mano’hamkrti-vikriyäëäà dehendriya-präëakrta-kriyäëäm ayo’gnivat tän anuvartamäno na ceñöate no vikaroti kiïcana || 135 Il conoscitore delle modificazioni mentali dell’Io. esso rivela l’intero universo reale e non reale. prakrti-vikrti-bhinnaù çuddhabodhasvabhävaù sad-asad-idam-açeñaà bhäsayan nir-viçeñaù vilasati paramätmä jägrad-ädiñvavasthäsu aham-aham-iti säkñät-säkñirüpeëa buddheù || 137 Il supremo Atman distinto dalla prakti e dalle sue trasformazioni. la costante e piena beatitudine. l’Atman risplende del suo proprio splendore. atraiva sattvätmani dhé-guhäyäà avyäkrtäkäça uru-prakäçaù äkäça uccaih ravivat prakäçate sva-tejasä viçvam idaà prakäçayan || 134 Dimorando nel nostro stesso corpo. sembra prendere la forma di questi. na jäyate no mriyate na vardhate na kñéyate no vikaroti nityaù viléyamäne’pi vapuñyamuñmin na léyate kumbha ivämbaraà svayam || 136 Non nasce e non muore non cresce e non diminuisce non subisce cambiamenti perché è eterno. niyamitamanasämuà tvaà svam ätmänam ätmanyayam-ahamiti säkñäd viddhi buddhi-prasädät jani-maraëa-tarangäpära-saàsära-sindhuà pratara bhava krtärtho brahmarüpeëa saàsthaù || 138 Disciplinata la mente e purificato l’intelletto. realizza il tuo proprio Sé. come il sole nel firmamento. Rimani dunque fermo e soddisfatto nel Brahman. attingono da esso. eño’ntarätmä puruñaù puräëo nirantaräkhaëòa-sukhänubhütiù sadaikarüpaù pratibodha-mätro yeneñitä väg-asavaç caranti || 133 Esso è il Sé interiore. nella mente ripiena di sattva. quando il corpo si disintegra continua ad esistere come continua ad esistere l’etere racchiuso in una brocca quando questa si rompe. che non ha realtà assoluta. alimentandolo. mentre il non nato Atman brilla di luce pura. 19 . Così rajas con il suo grande potere proiettivo. quando ci si attacca al non-reale. riflesso proiettivo dell’Atman copre lo stesso Atman. Ascolta amico. prolungando la sua esistenza con oggetti allettanti ci si attacca sempre di più. akhaëòa-nityädvaya-bodha-çaktyä sphurantam ätmänam ananta-vaibhavam samävrëotyävrti-çaktir-eñä tamomayé rähur ivärka-bimbam || 141 Il potere velante che è fatto di oscurità sembra coprire l’Atman eterno. così l’Io. bhänu-prabhäsaàjanitäbhra-panktiù bhänuà tirodhäya yathä vijrmbhate ätmoditähaàkrtir ätma-tattvaà tathä tirodhäya vijrmbhate svayam || 144 Così come le nuvole generate dai raggi del Sole coprono lo stesso Sole. Identificandosi con il corpo fisico perituro. affondando e risalendo nell’oceano sconfinato del samsara. atasmin tad-buddhiù prabhavati vimüòhasya tamasä vivekäbhäväd-vai sphurati bhujage rajju-dhiñaëä tato’nartha-vräto nipatati samädätur-adhikah tato yo’sadgrähaù sa hi bhavati bandhaù çrëu sakhe || 140 L’idea di ciò che non si è è causata dall’oscurità velante E’ la mancanza di discernimento che induce a scambiare la corda per il serpente: così gravi pericoli minacciano colui che accetta questa falsa realtà [confondere il reale con il non reale]. lo accieca con le qualità incatenanti del desiderio della collera ecc. In verità questa è una misera sorte. si crea la schiavitù.13. l’indiduo s’identifica erroneamente con il non-Sé cioè con il corpo.atränätmanyahamiti matir bandha eño’sya puàsaù präpto’jïänät janana-maraëa-kleça-sampäta-hetuù yenaiväyaà vapur idam asat satyam ity ätma-buddhyä puñyatyukñatyavati viñayais tantubhiù koçakådvat || 139 Confondere per ignoranza il Sé con il non-Sé significa essere schiavi delle nascite e delle morti. mahä-moha-gräha-grasana-galitätmävagamano dhiyo nänävasthäà svayam abhinayan tad-guëatayä apäre saàsare viñaya-viña-püre jalanidhau nimajjyonmajjväyaà bhramati kumatiù kutsita-gatiù || 143 Colui la cui mente è inghiottita dallo coccodrillo divoratore della grande illusione s’immagina di essere egli stesso I differenti stati condizionati. come il bruco al suo bozzolo.1. tiro-bhüte svätmanyamalatara-tejovati pumän anätmänaà mohäd aham iti çaréraà kalayati tataù käma-krodha-prabhrtibhir amuà bandhana-guëaiù paraà vikñepäkhyä rajasa uru-çaktir vyathayati || 142 Mediante questo velamento. non duale. pieno. dall’infinito potere luminoso. così come Rahu sembra coprire il Sole [nell’eclissi solare] vedi ChanUp 8. curandolo. in balia delle onde. [nota sloka 129. il jiva è l’uccello assiso su di esso. nästrair na çastrair anilena vahninä chettuà na çakyo na ca karma-koöibhiù viveka-vijïäna-mahäsinä vinä dhätuù prasädena çitena maïjunä || 149 Tale [schiavitù] non può essere risolta né con le armi. Così illuso da essi. ma solo con la spada della suprema conoscenza forgiata dalla discriminazione e dalla purificazione degli elementi. né con il vento. come avviene con l’acqua di un lago coperta dalla coltre delle alghe. il freddo e il vento affliggono [l’individuo]. l’aderire all’idea che il corpo sia il Sé è il germoglio. koçair-annamayädyaiù païcabhir-ätmä na saàvrto bhäti nija-çakti-samutpannaiù çaiväla-paöalair-ivämbu väpéstham || 151 Sotto il velo delle cinque guaine. l’attaccamento al godimento sensoriale le foglie. çruti-pramäëaika-mateù svadharmaniñöhä tayaivätma-viçuddhir-asya viçuddha-buddheù paramätma-vedanaà tenaiva saàsära-samüla-näçaù || 150 Colui che per autoriconoscimento aderisce alla Sruti e compie il suo svadharma (dovere inerente al proprio stato) è purificato: è l’individuo dallo intelletto puro realizza l’Atman supremo. scambiando il corpo per il Sé.kavalita-dinanärthe durdine sändra-meghaiù vyathayati himajhaïjhä-väyur-ugro yathaitän avirata-tamasätmanyävrte müòha-buddhià kñapayati bahu-duùkhais tévra-vikñepa-çaktiù || 145 Come in una giornata nuvolosa. né con le molteplici azioni. Solo così il samsara viene distrutto alla sua radice. i ramoscelli gli oggetti dei sensi i fiori. béjaà saàsrti-bhümijasya tu tamo dehätma-dhér-amkuro rägaù pallavam ambu karma tu vapuù skandho’savaù çäkhikäù agräëéndriya-saàhatiç ca viñayäù puñpäëi duùkhaà phalaà nänä-karma-samudbhavaà bahuvidhaà bhoktä’tra jévaù khagaù ||147 Dell’albero del samsara il tamas è il seme. malattia. quale quella del cibo. così quando l’Atman è oscurato dal tamas. l’azione l’acqua di alimento. prodotte dal suo stesso potere. la quale crea un flusso di sofferenze: nascita. il terribile potere proiettivo perseguita l’individuo con affanni senza fine. per i kosa nota sloka 125] . il Sé si cela. le sofferenze effetto del karma i frutti. egli vaga da una vita all’altra. 20 ajïänamülo’yam anätma-bandho naisargiko’nädir ananta éritaù janmäpyaya-vyädhi-jarädi-duùkhapraväha-täpaà janayatyamuñya || 148 Il non Sé che determina la schiavitù è frutto dell’innata ignoranza-radice senza inizio e senza fine. né con il fuoco. il corpo. il tronco. etäbhyäm eva çaktibhyäà bandhaù puàsaù samägataù yäbhyäà vimohito dehaà matvä’tmänaà bhramatyayam || 146 Questi due poteri (avarana-çakté e vikñepa-çakté) sono la causa della schiavitù dell’individuo. l’energia vitale i rami gli organi sensori. quando il Sole è oscurato da dense nebbie. vecchiaia e morte. l’indistruttibile testimone di tutti i cambiamenti fenomenici? päëi-pädädimän deho nätmä vyamge’pi jévanät tat-tacchakteran-änaçäc ca na niyamyo niyämakaù || 158 Il corpo composto di braccia. païcänäm-api koçänäm apaväde vibhätyayaà çuddhaù nityänandaika-rasaù pratyag-rüpaù paraù svayaà-jyotiù || 153 Rigetta dunque queste cinque guaine e il Sé ti apparirà come essenza di costante beatitudine come il Sé supremo che brilla del suo proprio splendore. carne. morte). Le sue qualità sono aleatorie è per natura soggetto a mutamento. Vive a causa del cibo e muore se ne è privo. maturità. è composto di parti. muïjäd-iñékäm-iva dåçya-vargät pratyancam-ätmänam asamgam akriyam vivicya tatra praviläpya sarvaà tadätmanä tiñöhati yaù sa muktaù || 155 E’ liberato colui che sa separare gli oggetti sensoriali dal Sé come si separa la scorza avviluppante dell’erba munja. deha-tad-dharma tat-karma tad-avasthädi säkñiëaù sata eva svataù siddhaà tad-vailakñaëyam ätmanaù || 159 L’Atman è la realtà distinta dal corpo fisico con le sue qualificazioni. è inerte. come una brocca. esso è il testimone costante di tutte queste cose. Tale corpo non potrà mai essere l’Atman. la sua parabola è solo un lampo. Coscienza. come potra essere l’Atman. vecchiaia. sangue. e. il saggio discepolo deve discriminare tra il Sé e il non-Sé (ätmänätma-vivekaù). il legislatore universale. ossa ed altri componenti: così esso non potrà mai essere l’eternamente puro Atman che non deve la sua esistenza a nessuno fuorché a se stesso. spegnendo la sete e dando immediata gioia. E’ un miscuglio di pelle. non può essere l’Atman perché si può continuare a vivere anche in assenza di una o più di tali parti. le sue attività e i suoi vari stati (nascita. Beatitudine.tac-chaiväläpanaye samyak salilaà pratéyate çuddham trñëä-santäpa-haraà sadyaù saukhya-pradaà paraà puàsaù || 152 Con la rimozione delle alghe. 21 . pürvaà janer-api mrter atha näyam-asti jäta-kñaëaù kñaëa-guëo’niyatasvabhävaù naiko jaòaçca ghaöavat paridrçyamänaù svätmä kathaà bhavati bhäva-vikära-vettä || 157 Prima della sua apparizione esso non poteva esistere né dopo la sua scomparsa potrà mai essere. l’acqua del lago riappare perfettamente pura. Così immergendo ogni cosa nel Sé immobile. Se esso è un semplice relativo che dipende da altro. si crea la perfetta identità con esso deho’yam anna-bhavano’nnamayas tu koças hyännena jévati vinaçyati tad-vihénaù tvak-carma-mäàsa-rudhirästhi-puréñaräçiù näyaà svayaà bhavitum arhati nitya-çuddhaù || 156 Questo corpo è il prodotto del cibo e costituisce la guaina del cibo. è un semplice oggetto sensorio. ätmänätma-vivekaù kartavyo bandha-muktaye viduñä tenaivänandé bhavati svaà vijïäya sac-cid-änandam || 154 Per liberarsi dalla schiavitù (bandha-muktaye). solo così egli potrà conoscere la propria natura come Essere. gambe ecc. il Sé universale e realizza la suprema pace. di carne ecc. non potrà avere la forza di dissipare la falsa identificazione con il corpo e i vari organi che sono apparenze illusorie. il quale è differente dal corpo. pensa: io sono Brahman e considera l’eterno Atman il suo autentico Sé. ma il conoscitore. pur conoscendo a fondo il Vedanta. fornito di discernimento (viveka-vijïänavato). sudiciume e impurità? tvam-mäàsa-medo’sthi-puréña-räçäu ahaà-matià müòha-janaù karoti vilakñaëaà vetti vicära-çélo nija-svarüpaà paramärtha-bhütam || 161 Colui che è privo di senno s’identifica con tale ammasso di pelle. dehätmadhér-eva nåëäm-asaddhiyäà janmädi-duùkha-prabhavasya béjam yatas-tatas-tvaà jahi täà prayatnät tyakte tu citte na punar bhaväçä || 166 Dal considerarti corpo fisico non-reale deriva la sofferenza della nascita ecc. carne. ossa. dehendriyädävasati bhramoditäà vidvän-ahaà täà na jahäti yävat tävan na tasyästi vimukti-värtä apyastveña vedänta-nayänta-darçé || 164 Colui che possiede solo un erudizione libresca. aträtma-buddhià tyaja müòha-buddhe tvan-mäàsa-medo’sthi-puréña-räçau sarvätmani brahmaëi nirvikalpe kuruñva çäntià paramäà bhajasva || 163 O tu privo di senno. deho’ham ityeva jaòasya buddhir dehe ca jéve viduñas-tvahaà-dhéù viveka-vijïänavato mahätmano brahmäham ityeva matiù sadätmani || 162 L’individuo sciocco pensa: io sono il corpo (deho’ham). pelle. Perciò con tutti i tuoi sforzi. devi porre fine a tutto ciò. grasso. l’individuo intelligente pensa: io sono una combinazione di corpo e anima vivente (buddhir dehe ca jéve). nel sogno o nella tua immaginazione. chäyä-çarére pratibimba-gätre yat svapna-dehe hådi kalpitämge yathätma-buddhih tava nästi käcit jévac-charére ca tathaiva mä’stu || 165 Come non ti consideri l’ombra del tuo stesso corpo o la tua immagine riflessa nell’acqua. di ossa. ma l’aspirante fornito di discernimento riconosce l’Atman come il solo reale. riprendi la tua identità con il Brahman incondizionato. 22 . essere questo corpo composto di ossa.çalya-räçir mäàsa-lipto malapürëo’ti-kaçmalaù kathaà bhaved ayaà vettä svayam-etad vilakñaëaù || 160 Come può l’increato Atman. così non devi considerarti il corpo fisico che indossi. il conoscitore. cessa di pensarti quale composto di carne. Non potrà non esserci rinascita se questa identificazione prodotta dalla tua mente non sarà risolta. Essa è causa di distinzione [o falsa rappresentazione del reale] e si esprime con le nozioni di “Io” e “Mio”. è incapace di discernere ciò che è piacevole o doloroso per sé o per gli altri. i quali agiscono come un continuo flusso di oblazioni. perché essa è una modificazione dell’aria universale. che costituiscono gli officianti. formano la guaina fatta di mente. Quando essa è risolta. na hy asty-avidyä manaso’tiriktä mano hy-avidyä bhava-bandha-hetuù tasmin vinañöe sakalaà vinañöaà vijåmbhite’smin sakalaà vijåmbhate || 171 Di là dalla mente non v’è più ignoranza. associati alla mente. essa entra ed esce dal corpo fisico e non essendo reale. Come l’aria [in un vaso]. svapne’rtha-çünye srjati svaçaktyä bhokträdi viçvaà mana eva sarvam tathaiva jägratyapi no viçeñaù tat sarvam etan manaso vijåmbhaëam || 172 Nel sogno. Ciò accade anche nella condizione di veglia. naivätmäpi präëamayo väyu-vikäro gantä’gantä väyuvad antar-bahir-eñaù yasmät kiïcit kväpi na vettéñöam-aniñöaà svaà vänyaà vä kiïcana nityaà para-tantraù || 168 La guaina dell’energia vitale non può essere l’Atman. la mente da sé stessa crea lo sperimentatore e il mondo da sperimentare. 23 . forma la guaina dell’energia vitale e pervadendo la guaina fatta di cibo [corpo fisico]. interpenetrando la guaina precedente. jnänendriyäëi ca manaçca manomayaù syät koço mamäham iti vastu-vikalpa-hetuù saàjïädi-bheda-kalanä-kalito baléyäàs tatpürva-koçam-anupürya vijåmbhate yaù || 169 Gli organi di percezione. il tutto è risolto. Essa. anzi l’ignoranza è la stessa mente la quale è causa di rinascita. quando essa si manifesta ogni cosa appare. in cui non esistono gli oggetti esterni. concede a questi la possibilità di creare attività.karmendriyaiù païcabhir-ancito’yaà präëo bhavet präëa-mayas-tu koçaù || yenätmavän annamayo’nupürëaù pravartate’sau sakala-kriyäsu || 167 Il prana associandosi ai cinque organi d’azione. questo fuoco è alimentato dai desideri dei cinque sensi. ha il potere di creare le differenziazioni. païcendriyaiù païcabhir-eva hotåbhiù pracéyamäno viñayäjya-dhärayä jäjvalya-mäno bahu-väsanendhanaiù mano-mayägniù dahati prapaïcam || 170 La guaina mentale rappresenta il fuoco sacrificale e proietta l’intero mondo fenomenico. Così tutto questo [universo oggettivo] non è altro che una proiezione della mente. mano näma mahä-vyäghro viñayäraëya-bhümiñu caratyatra na gacchantu sädhavo ye mumukñavaù || 178 Nella vasta foresta dei piaceri sensoriali vaga una grossa tigre chiamata mente Chi veramente aspira alla liberazione è bene che si tenga da essa a debita distanza. come un animale viene legato con una fune. non v’è. dehädi-sarva-viñaye parikalpya rägaà badhnäti tena puruñaà paçuvad guëena vairasyam atra viñavat suvidhäya paçcäd enaà vimocayati tanmana eva bandhät || 175 La mente produce il desiderio per il corpo e il gusto per gli oggetti dei sensi legando così l’individuo. 24 . degli stati di vita. così la mente immagina la schiavutù (manasäh kalpyate bandho) ma anche la liberazione. Poi la stessa mente suscita verso gli oggetti sensoriali una avversione come se fossero veleni. väyunä’néyate medhaù punas tenaiva néyate manasäh kalpyate bandho mokñas tenaiva kalpyate || 174 Il vento ammassa le nuvole e lo stesso vento le disperde. tasmän manaù käraëam-asya jantor bandhasya mokñasya ca vä vidhäne bandhasya hetur malinaà rajo-guëaiù mokñasya çuddhaà virajas-tamaskam || 176 Perciò la mente è la causa sià della schiavitù che della liberazione. Così l’individuo intelligente che cerca la liberazione deve in primo luogo rafforzare queste due [virtù]. manaù prasüte viñayän açeñän sthülätmanä sükñmatayä ca bhoktuù çaréra-varëäçrama-jäti-bhedän guëa-kriyä-hetu-phaläni nityam || 179 La mente produce incessantemente per lo sperimentatore oggetti sensibili senza fine.suñupti-käle manasi praléne naivästi kiïcit sakala-prasiddheù ato manaù-kalpit eva puàsaù saàsära etasya na vastuto’sti || 173 Quando la mente è sparita nello stato del sonno profondo. quindi non ha realtà assoluta. quando è libera dal rajas e dal tamas portà alla liberazione. come pure le distinzioni dei corpi degli ordini sociali. come è noto. liberandolo dalla schiavitù. delle cause e degli effetti. alcun dato percepibile. delle attività. Quando è macchiata dal rajas produce la schiavitù. delle qualità. si volge verso la liberazione. Perciò il mondo del cambiamento è prodotto dalla mente dell’individuo. viveka-vairägya-guëätirekät chuddhatvamäsädya mano vimuktyai bhavatyato buddhimato mumukñoù täbhyäà dåòhäbhyäà bhavitavyam agre || 177 Quando la mente diviene pura per la predominanza del discernimento e del distacco. sia grossolani sia sottili. manomayo näpi bhavet parätmä hy ädyantavattvät pariëämi-bhävät duùkhätmakatväd viñayatva-hetoù drañöä hi dåçyätmatayä na dåñöaù || 185 La guaina mentale non può essere il supremo Sé perché essa ha un inizio e una fine e perché subisce il cambiamento. E’ da questa che il mondo fenomenico è trasportato in ogni direzione come le nuvole sono trasportate dal vento. tan-manaùçodhanaà käryaà prayatnena mumukñuëä viçuddhe sati caitasmin muktiù kara-phaläyate || 183 La mente di colui che cerca la liberazione dev’essere diligentemente purificata. Ora il visto non può mai essere scambiato con colui che vede. con le sue modificazioni. adhyäsa-doñät puruñasya saàsrtiù adhyäsa-bandhas tv’amunaiva kalpitaù rajas-tamo-doñavato’vivekino janmädi-duùkhasya nidänam-etat || 181 La trasmigrazione dell’individuo avviene per la funesta causa della sovra apposizione. la buddhi. ataù prähur-mano’vidyäà paëòitäs-tattva-darçinaù yenaiva bhrämyate viçvaà väyuneväbhra-maëòalam || 182 Così dai saggi che hanno scoperto la verità. la mente la trascina incessantemente nelle diverse esperienze. inoltre è caratterizzata dal dolore e dalla sofferenza e costituisce un semplice oggetto di percezione. sa rinunciare a tutti i karma. 25 . sa aver fede nella verità e sa praticare assiduamente gli esercizi prescritti. inoltre riesce a purgare la sua buddhi dalla natura del rajas. La schiavitù che ne consegue è opera della mente che sovrappone. la liberazione sarà accessibile come un frutto a portata di mano. degli organi sensori. Essa rappresenta la guaina dell’intelletto ed è causa di trasmigrazione. prende le caratteristiche di agente sperimentatore. buddhir-buddhéndriyaiù särdhaà savåttiù kartå-lakñaëaù vijïäna-maya-koçaù syät puàsaù saàsära-käraëam || 186 Associata agli organi percettivi. Quando ciò avviene. la mente è considerata avidya. della energia vitale e servendosi dell’idea del “Mio” e dell’”Io”. mokñaika-saktyä viñayeñu rägaà nirmülya sannyasya ca sarva-karma sacchaddhayä yaù çravaëädi-niñöho rajas-svabhävaà sa dhunoti buddheù || 184 Colui che è votato alla liberazione sa risolvere il suo attaccamento agli oggetti dei sensi. è ancora per essa che si origina la sofferenza della nascita e della morte perché un individuo permeato di rajas e tamas non ha discernimento.asaëga-cidrüpam amuà vimohya dehendriya-präëa-guëair-nibadhya ahaà mameti bhramayatyajasraà manas-svakåtyeñu phalopa-bhuktiñu || 180 Ingannando la pura coscienza e rendendola schiava mediante le qualità del corpo. frutto dei risultati prodotti dalle sue stesse azioni. Esso va e viene sperimentando diversi corpi. svayaà paricchedam upetya buddheù tädätmya-doñeëa paraà mrñätmanaù sarvätmakaù sann api vékñate svayaà svataù påthaktvena mådo ghaöän iva || 192 Questo atma benché sia il Sé di tutto l’esistente. provando piacere e dolore. 26 . benché immutabile e perfetto. è l’anima vivente che esercita l’attività nel mondo relativo. upädhi-sambandha-vaçät parätmä hy upädhi-dharmän anubhäti tadguëaù ayo-vikärän avikäri-vahnivat sadaika-rüpo’pi paraù svabhävät || 193 Il supremo Sé. con gli organi sensori ecc. yo’yaà vijïäna-mayaù präëeñu hådi sphurat yayaà jyotiù küöasthaù san nätmä kartä bhoktä bhavaty-upädhisthaù || 191 Questa guaina di conoscenza risplende nel chakra del cuore molto vicino al prana. come se i diversi vasi potessero differire dall’argilla di cui sono fatti. La guaina fatta di conoscenza passa attraverso gli stati di veglia. svelandosi come Io. come il fuoco che. dehädi-niñöhäçrama-dharma-karmaguëäbhimänaù satataà mameti vijïäna-koço’yam-atiprakäçaù prakåñöa-sännidhya-vaçät parätmanaù ato bhavatyeña upädhir-asya yad ätmadhéù saàsarati bhrameëa || 190 Esso s’identifica con le qualità. Essa comunque vela il Sé essendone una sovrapposizione. pur avendo sempre la stessa forma appare diverso quando viene roteato.anuvrajaccit-pratibimba-çaktiù vijïänasaàïjaù prakrter vikäraù jïäna-kriyävän aham-ityajasraà dehendriyä-diñvabhimanyate bhrçam || 187 Accompagnato da un riflesso della potenza di cit. l’intelletto è una manifestazione di prakrti dotato dell’attività del conoscere. Secondo le tendenze acquisite compie le azioni buone o non buone raccogliendone i frutti. assumendo i condizionamenti della buddhi. associato alla sovrapposizione assume le qualità di questa per cui sembra agire esso stesso. sogno ecc. per errore sembra identificato con tale entità puramente illusoria per cui viene considerato come una individualità distinta. è identificato costantemente con il corpo. a causa dell’esistente sovrapposizione. Questa vijïänakoça è molto luminosa perché è vicino al supremo Atman. sembra giocare il ruolo di agente e sperimentatore. conformemente alle condizioni karmiche. i doveri degli stati di vita inerenti al corpo. anädi-kälo’yam ahaà svabhävo jévaù samasta-vyavahära-voòhä karoti karmäëy anupürva-väsanaù puëyänyapuëyäni ca tat-phaläni || 188 bhuëkte viciträsvapi yoniñu vrajan äyäti niryätyadha ürdhvam-eñaù asyaiva vijïäna-mayasya jägratsvapnädyavasthäù sukha-duùkha-bhogaù || 189 E’ senza inizio temporale. le azioni. ha la natura dell’Io [sono] questo. svasya drañöur nirguëasyäkriyasya pratyag-bodhänanda-rüpasya buddheù bhräntyä präpto jéva-bhävo na satyo mohäpäye nästyavastu-svabhävät || 198 L’esistenza del jiva. senza attività e senza forma e il mondo degli oggetti può esserci rapporto solo sul piano dell’illusione.çiñya uväca bhrameëäpyanyathä västu jévabhävaù parätmanaù tad-upädher anäditvät nänäder näça iñyate || 194 Il discepolo chiese: se il supremo atman esiste come jiva per errore o altro e la sovrapposizione è senza inizio allora come potrà mai avere una fine? ato’sya jévabhävo’pi nityä bhavati saàsrtiù na nivarteta tan mokñaù kathaà me çréguro vada || 195 E se l’esistenza del jiva è eterna. Così il tutto fenomenico. l’avidya con le sue radici. il quale è il vero testimone illuminato. yävad bhräntis tävad eväsya sattä mithyä-jïänojjrmbhitasya pramädät rajjväà sarpo bhränti-käléna eva bhränter näçe naiva sarpo’pi tadvat || 199 Questo jiva permane fino a quando dura l’illusione causata dalla non conoscenza. non è reale. essendo solo una proiezione creata dalla buddhi. anäditvam avidyäyäù käryasyäpi tatheñyate utpannäyäà tu vidyäyäm ävidyakam-anädy-api || 200 prabodhe svapnavat sarvaà saha-mülaà vinaçyati anädyapédaà no nityaà prägabhäva iva sphuöam || 201 Per quanto l’avidya con i suoi effetti sia senza inizio. E’ proprio quando tale illusione viene risolta che il jiva cessa di esistere. inqualificato e senza attività. viene risolta. L’idea della corda scambiata per serpente persiste fino a quando vi è l’errore. illuminami su questo punto. 27 . come un sogno al risveglio. ma il serpente non ci sarà più quando l’illusione sarà svanita. ñrégurur uväca samyak prñöaà tvayä vidvan-sävadhänena tac chrëu prämäëiké na bhavati bhräntyä mohita-kalpanä || 196 Il venerabile guru rispose: o dotto amico hai posto una domanda appropriata. non può essere accettato neanche come ipotesi. per quanto senza inizio. come avviene quando si attribuisce il colore azzurro al cielo. esso sarà sempre soggetto a trasmigrazione per cui la liberazione è impossibile. nata dalla illusione. Ciò che è prodotto dall’immaginazione. ascoltami attentamente. tuttavia al sorgere della vidya. bhräntià vinä tvasamgasya niñkriyasya niräkrteù na ghaöetärtha sambandho nabhaso nélatädivat || 197 Tra il Sé che è libero. Riverito Guru. come non lo è la non esistenza precedente. Così è nel nostro caso. non è eterno. che appare come atman. vinivrttir bhavettasya samyag jïänena nänyathä brahmätmaikatva-vijïänaà samyag-jïänaà çruter matam || 204 La soluzione delle sovrapposizioni avviene con la giusta conoscenza e non in altro modo. mentre negli altri stati di sogno e di veglia è solo parzialmente manifesta perché dipende dalla vista o contatto di un oggetto piacevole. tad ätmä-anätmanoù samyag vivekenaiva siddhyati tato vivekaù kartavyaù pratyag-ätmasadätmanoù || 205 Ciò si ha mediante la retta discriminazione-discernimento tra l’Atman e il non Atman. è limitata. essa si fa sentire in quell’essere fortunato che raccoglie il frutto di atti meritori. non può essere il supremo Atman perchè essa è soggetta a cambiamento è inanimata. jalaà pamkavad-atyantaà pamkäpäye jalaà sphuöam yathä bhäti tathätmäpi doñäbhäve sphuöa-prabhaù || 206 Come l’acqua fangosa ridiventa trasparente se ripulita dalla melma. e si rende sensibile quando un soggetto piacevole viene percepito. La relazione tra l’Atman e la buddhi è dovuta alla falsa conoscenza. Di conseguenza si deve rimuovere il vero Atman da ogni cosa. come il senso dell’Io ecc. äto näyaà parätmä syät vijïänamaya-çabdabhäk vikäritvät jaòatvät ca paricchinnatva-hetutaù drçyatväd vyabhicäritvän nänityo nitya iñyate || 208 Così la guaina dell’intelletto di cui abbiamo parlato. immaginato come l’Atman a causa delle sovrapposizioni. asan-nivrttau tu sadätmanäh sphuöaà pratétir etasya bhavet pratécaù tato niräsaù karaëéya eva sadätmanaù sädhvaham ädi vastunaù || 207 Nella rimozione delle predisposizioni vi è lo svelarsi improvviso del vero Atman. la conoscenza-realizzazione dell’identità dell’Atman con il Brahman avviene con la giusta conoscenza. Si deve quindi discernere il jivatman individuale dal vero Atman. änandapratibimba-cumbita-tanuh vrttis tamo jrmbhitä syäd änandamayaù priyädi-guëakaù sveñöärtha-läbhodayaù puëyasyänubhave vibhäti krtinäm änandarüpaù svayaà sarvo nandati yatra sädhu tanubhrn-mätraù prayatnaà vinä || 209 La guaina della beatitudine è ancora una modificazione dell’ignoranza-oscurità ed è toccata (baciata) da un riflesso della beatitudine dell’Atman. così l’Atman rivela improvvisamente tutto il suo splendore quando le maculazioni sono rimosse. Una cosa non reale non può essere considerata reale. 28 . ha una fine. è un oggetto percepibile e non è costantemente presente. ad esempio la buddhi non è reale: Il Sé è completamente differente da esso [jiva]. änanda-maya-koçasya suñuptau sphürtir-utkaöä svapna-jägarayor éñad iñöa-sandarçan’ädinä || 210 La guaina di beatitudine è spontaneamente attivata nel sonno profondo.anäder api vidhvaàsaù prägabhävasya vékñitaù yad buddhyupädhi-sambandhät parikalpitam ätmani || 202 jévatvaà na tato’nyas tu svarüpeëa vilakñaëaù sambandha stvätmano buddhyä mithyä-jïäna puraùsaraù || 203 La non esistenza precedente per quanto senza inizio. Secondo la Sruti. Così il jivatman. godendo la beatitudine senza sforzo. Possiede le qualità della gioia ecc. quello mediante il quale sono percepite tutte le modificazioni come il senso dell’Io ecc. com’è possibile percepire qualcosa? asau sva-säkñiko bhävo yataù svenänubhüyate ataù paraà svayaà säkñät pratyag-ätmä na cetaraù || 218 Questo [atman] è il testimone di Sé stesso. conoscenza assoluta. ed è eterna beatitudine. 29 . tat säkñikaà bhavet tattadyad yad yen’änubhüyate kasyäpy ananubhüt’ärthe säkñitvaà n’opayujyate || 217 Quando una cosa è percepita vuol dire che c’è un testimone (säkñi) dietro a quella percezione. quello che non può essere oggetto di percezione. Il saggio deve realizzarlo come il suo Atman. Quindi l’anima individuale è il Supremo [Brahman] e nient’altro. païcänäm api koçänäà niñedhe yuktitaù kåte tan niñedhävadhi säkñé bodharüpo’vaçiñyate || 212 Quando i cinque corpi aggregati sono stati compresi e risolti in modo analitico. il sostrato di tutto. esso è il Testimone dei tre stati. tu parli in modo giusto o dotto discepolo. e la loro stessa assenza [nel sonno profondo]. è senza cambiamento. sei capace di vera discriminazione. ciò che rimane è il testimone. çiñya uväca mithyätvena niñiddheñu koçeñveteñu païcasu sarväbhävaà vinä kiïcinna paçyämy atra he guro vijïeyaà kimu vastvasti svätmanätra vipaçcitä || 214 Il discepolo chiese: O maestro dopo aver risolto queste cinque guaine-corpi non reali. v’è la la non-esistenza del tutto? Quale entità potrebbe ancora esistere con cui il saggio dovrebbe creare l’identita? ñrégurur uväca satyam uktaà tvayä vidvan nipuëo’si vicäraëe ahamädi-vikäräs te tad abhävo’yamapyatha || 215 sarve yenänubhüyante yaù svayaà nänubhüyate tam ätmänaà veditäraà viddi buddhyä susükñmayä || 216 Il Guru rispose. yo’yam ätmä svayaà-jyotiù païcakoça-vilakñaëaù avasthä-traya-säkñé san nirvikäro niraïjanaù sadänandaù sa vijïeyaù svätmatvena vipaçcitä || 213 Questo Atman è considerato autorisplendente e distinto dai cinque involucri. [dopo aver risolto i cinque kosa] rimane l’Atman. perché è una modificazione della sostanza-natura. è senza maculazioni. perché è l’effetto di azioni meritorie. Quando però l’agente percipiente viene a mancare. il quale si conosce da Sé stesso.naiväyam änandamayaù parätmä sopädhikatvät prakrter vikärät käryatva-hetoù sukrta-kriyäyä vikära-samghäta-samähitatvät || 211 Questo corpo fatto di beatitudine non può essere il supremo Atman perchè è un semplice rivestimento. Esercita adesso tutta la sottigliezza del tuo intelletto. perché è inserito nelle altre guaine-corpi che sono anch’esse modificazioni. ghaöodake bimbitam arka-bimbam älokya müòho ravim-eva manyate tathä cidäbhäsam upädhi-saàsthaà bhräntyäham-ity-eva jaòobhimanyate || 220 Uno sciocco. dimorante nel segreto della buddhi. questo Sé che l’intelligenza suprema e causa di tutto. egli si identifica con il riflesso dell’intelligenza pura. ghaöaà jalaà tadgatam-arka-bimbaà vihäya sarvaà divi vékñyate’rkaù taöasthitah tat-tritayävabhäsakaù svayaà-prakäço viduñä yathä tathä || 221 Il saggio mette da parte la brocca. omogeneo. è realizzando questo Sé che l’individuo può affrancarsi da tutti gli errori e dalla sofferenza. sappi che è l’Atman il quale dimora nel tuo cuore. Così per effetto dell’illusione. beatitudine suprema. distinto dal veicolo grossolano e da quello sottile. Per chi aspira alla liberazione non v’è altro mezzo per risolvere le catene della schiavitù se non realizzare la realtà di sé stesso. uno senza secondo. 30 . situato nelle guaine considerandolo la propria realtà. che è eterno. sogno e sonno profondo. omnipervadente. dehaà dhiyaà cit-pratibimbam-evaà visrjya buddhau nihitaà guhäyäm drañöäram-ätmänam akhaëòa-bodhaà sarva-prakäçaà sad-asad-vilakñaëam || 222 nityaà vibhuà sarva-gataà su-sükñmaà antarbahiç-çünyam ananyam ätmanaù vijnäya samyamn nija-rüpametat pumän vipäpmä virajo vimåtyuù || 223 viçoka änanda-ghano vipaçcit svayaà kutaçcin na bibheti kaçcit nänyo’sti panthä bhava-bandha-mukteù vinä sva-tattvävagamaà mumukñoù || 224 E’ considerando non-reale il corpo fisico. della buddhi ecc. quello che in quanto Testimone osserva tutte le impressioni dell’Io. è realizzando questo Testimone. crede che sia il vero Sole. le quali sono forme modificantesi. omnipresente. divenendo oceano di beatitudine. la buddhi e il riflesso della intelligenza in essa. quello che viene realizzato come sat-cit-ananda. il quale pur illuminando quei tre. l’acqua e il riflesso per osservare solo il Sole di per sé risplendente. sempre identico a Sé stesso. esente da parti interiori o esteriori.jägrat-svapna-suñuptiñu sphuöataraà yo’sau samujjrmbhate pratyag-rüpatayä sadäham-aham ityantaù sphurannaikadhä nänäkära-vikära-bhägina imän paçyann-ahaà-dhémukhän nityänanda-cidätmanä sphurati taà viddhi svam etaà hådi || 219 Quello che si manifesta nei tre stati di veglia. quello che sotto diversi aspetti. osservando l’immagine del Sole riflessa nell’acqua della brocca. Mediante ciò il saggio consegue Brahman. brahmäbhinnatva-vijïänaà bhava-mokñasya käraëam yenädvitéyam-änandaà brahma sampadyate budhaiù || 225 La causa della liberazione è l’identità con Brahman. ne rimane distaccato. è interiormente percepito come una serie ininterrotta di impressioni del senso dell’Io. più sottile del sottile. la brocca quindi viene immaginata reale ma la suprema realtà è l’argilla. yad-idaà sakalaà viçvaà nänä-rüpaà pratétam-ajïänät tat-sarvaà brahmaiva pratyastäçeña bhävanä-doñam || 229 Quest’intero universo (sakalaà viçvaà). non differente dall’anima individuale. Se lo si chiama vaso è solo per semplice convenzione. non può essere nient’altro che Brahman. non è altro che Brahman. essenza indivisibile di beatitudine. Perciò l’universo è Brahman. glorioso. måt-kärya-bhüto'pi mådo na bhinnaù kumbho’sti sarvatra tu måt-svarüpät na kumbha-rüpaà prthag asti kumbhaù kuto måñä kalpita-näma-mätraù || 230 Benché il vaso sia una modificazione dell’argilla. eterno. una sovrapposizione (aropitasya) non ha esistenza indipendentemente dal suo sostrato. supremo. Nello stato di realizzazione della suprema realtà non vi è più alcun ente separato. sadbrahmakäryaà sakalaà sadaiva san-mätram-etan na tato’nyad asti astéti yo vakti na tasya moho vinirgato nidritavat prajalpaù || 232 L’intera esistenza (sakalaà sadevaà) essendo l’effetto del reale Brahman (sadbrahmakäryaà). il reale e nient’altro esiste. sad-idaà paramädvaitaà svasmäd-anyasya vastuno’bhävät 228 na hy-anyad-asti kiïcit samyak paramärtha-tattva-bodha-daçäyäm || Esso è il supremo non duale. Esso è puro. conoscenza.brahmabhütastu saàsrtyai vidvän nävartate punaù vijïätavyam ataù samyag brahmäbhinnatvam ätmanaù || 226 Una volta compreso il Brahman non si ritorna più nel mondo del samsara. esso non si differenzia da questa. autoesistente. Il vaso nella sua natura. libero dal condizionamento del pensiero. brahmaivedaà viçvam ityeva väëé çrauté brüte’tharva-niñöhä variñöhä tasmäd-etad brahma-mätraà hi viçvaà nädhiñöhänäd bhinnatä’ropitasya || 233 In verità Brahman è questo universo (brahmaivedaà viçvam) così afferma l’Atharva Veda. infinito. 31 . è ovunque identico all’argilla. senza dentro né fuori. Così si deve realizzare la piena identità dell’Atman con Brahman. che l’ignoranza (ajïänät) proietta in molteplici forme (nänä-rüpaà). kenäpi måd-bhinnatayä svarüpaà ghaöasya sandarçayituà na çakyate ato ghaöaù kalpita eva mohät mådeva satyaà paramärtha-bhütam || 231 Nessuno può dire che la natura di una brocca sia qualcosa di diverso dall’argilla di cui è fatta. satyaà jïänam anantaà brahma viçuddhaà paraà svataùsiddham nityänandaika-rasaà pratyag-abhinnaà nirantaraà jayati || 227 Brahman è realà-verità. l’Atman non sarebbe l’infinita essenza così le scritture sarebbero false e il Signore stesso sarebbe colpevole di dire una non verità. come la qualità [azzurra attribuita al cielo].4) yadi satyaà bhavedviçvaà suñuptämupalabhyatäm yannopalabhyate kincidato’satsvapnavan mrñä || 236 Se l’universo fosse reale (viçvaà satyaà) dovrebbe essere percepito nel sonno profondo (suñuptä). puro. incontaminato. il reale. ha sostenuto ciò nel detto “Tutti gli esseri trovano dimora in Me. senza parti. 32 . senza attività. della natura. eterno. E’ l’illusione che fa sembrare il sostrato come la stessa sovrapposizione. Brahman è il sempre esistente come “Questo” universo e ciò che è sovrapposto a Brahman può essere solo un semplice nome di comodo [con una forma]. percepisce per errore lo si può considerare sempre Brahman e solo Brahman. della essenza della beatitudine suprema. ma poiché non è percepito. bhräntasya yad yad bhramataù-pratétaà brähmaiva tat tad rajataà hi çuktiù idaàtayä brahma sadaiva rüpyate tväropitaà brahmaëi näma-mätram || 238 Tutto ciò che un individuo vittima dell’illusione. senza forma. éçvaro vastu-tattvajno na cähaà teñvavasthitaù na ca mat-sthäni bhütäné’tyevameva vyacékathat|| 235 Il Signore. immanifesto senza nome. senza inizio né fine. Nessuna di queste ipotesi può essere presa in considerazione da una grande anima. ataù paraà brahma sad-advitéyaà viçuddha-vijnäna-ghanaà nirajanam präçäntam-ädyanta-vihénam akriyaà nirantaränanda-rasa-svarüpam || 239 nirasta-mäyä-kåta-sarva-bhedaà nityaà dhruvam niñkalam-aprameyam arüpam-avyaktam-anäkhyam-avyayaà jyotiù svayaà kiïcid idaà cakästi || 240 Quindi il supremo Brahman. pacificato. immutabile. felice. è irreale come un sogno. Un attributo sovrapposto perde completamente valore e significato quando lo si dissocia dal suo sostrato. autorisplendente [questo supremo Brahman] è il tutto. ataù påthan nästi jagat parätmanaù påthak-pratétis tu mrñä guëädivat äropitasyästi kim arthavattä adhiñöhänam-äbhäti tathä bhrameëa ||237 Quindi l’universo non può esistere indipendentemente dal supremo Atman e la percezione della sua separazione appare falsa. essenza di conoscenza. incommensurabile. al di là di tutte le differenziazioni create dalla maya. ma io non dimoro in loro” (BG 9.satyaà yadi syäj-jagadetad ätmano ‘nantattva-hänir-nigam-äpramäëatä asatya-väditvam apéçituù syän naitat trayaà sädhu hitaà mahätmanäm || 234 Se l’universo fosse autoesistente. che conosce l’essenza della realtà. Lo splendore dell’argento percepito non è altro che una madreperla. non duale. trascendente compiuta e conoscenza assoluta. l’oceano e l’onda. che non sono reali. Nel caso del Signore. tayor-virodho’yam upädhi-kalpito na västavaù kaçcid-upädhireñaù éçasya mäyä mahad-ädi-käraëaà jévasya käryaà çrëu pancakoçam || 245 La distinzione tra questi due termini è prodotta dalle sovrapposizioni. la sovrapposizione è costituita dalla stessa maya. E’ dunque indispensabile dissipare queste due [sovrapposizioni] per mezzo della diretta conoscenza. senza inizio né fine. non v’è più né jiva supremo né quello individuale (na paro na jévaù). il Re e il servitore. è grandezza ineguagliabile. aheyam-anupädeyaà mano-väcäm-agocaram aprameyam-anädyantaà brahma pürëam mahaà mahaù || 242 Questo Brahman non può essere né accettato. esso è al di là della mente e dal linguaggio. spogliati entrambi degli attribuiti che vengono dati loro. nella massima Tu sei Quello enuncia ripetutamente l’identità del Brahman con il jiva designati rispettivamente con Quello e Tu. come nella sua autorità insegna la Sruti . ma nel senso implicito. se invece si tratta del jiva [la sovrapposizione] è effetto delle cinque guaine (jévasya käryaà çrëu pancakoçam) 33 etäv-upädhé para-jévayos-tayoù samyam niräse na paro na jévaù räjyaà narendrasya bhaöasya kheöakaù tayor-apohe na bhaöo na räjä || 246 Quando le sovrapposizioni del jiva supremo e del jiva individuale vengono eliminate. occorre comprendere che tale identità non deve intendersi nel senso letterale. athäta ädeça iti çrutiù svayaà niñedhati brahmaëi kalpitaà dvayam çruti-pramäëänugrhéta-yuktya tayor-niräsaù karaëéya evam || 247 La stessa Sruti con le parole “Ora segue l’ingiunzione” … esclude ogni immaginazione di dualità nel Brahman. dato che i due termini sono reciprocamente contraddittori e opposti come lo sono il sole e la lucciola. in effetti non vi è più né Re né guerriero (na bhaöo na räjä). Quando il regno del Re e lo scudo del guerriero sono assenti. la quale è causata dal Mahat (éçasya mäyä mahad-ädi-käraëaà). nè rifiutato. è il Sé di tutti.jïätr-jïeya-jïäna-çünyam anantaà nirvikalpakam kevaläkhaëòa-cinmätraà paraà tattvaà vidur-budhäù || 241 I saggi realizzano la suprema verità nella quale non v’è distinzione tra il conoscitore la conoscenza e il conosciuto che è indifferenziata. è pienezza. tat-tvaà-padäbhyäm abhidhéya-mänayoù brahmätmanoù çodhitayor yadéttham çrutyä tayos-tat-tvam-aséti samyak ekatvam-eva pratipädyate muhuù || 243 aikyaà tayor lakñitayor na väcyayoù nigadyate’nyonya-viruddha-dharmiëoù khadyota-bhänvor-iva räja-bhåtyayoù küpämbu-räçyoù paramäëu-mervoù || 244 Se la Sruti. il monte Meru e un atomo. incommensurabile. Inoltre in centinaia di grandi detti si menziona la piena identità-natura di Brahma e Atma. per esempio una brocca. 34 . essendo solo immaginati. Poiché non vi è altro che Brahman. il non-duale. Così l’intero universo che procede dal Brahman è lo stesso Brahman. l’unità sottostante delle due [sovrapposizioni] può essere conosciuta. eliminando i rispettivi attributi (tutte le differenze) che si escludono in modo reciproco. non sono altro che argilla. Così rigetta la nozione di corpo che percepisci e con cui hai creato l’identificazione. il puro. Affermando Io sono Brahman con l’intelletto purificato. sa devadatto’yam-itéha caikatä viruddha-dharmäàçam apäsya kathyate yathä tathä tat-tvam-aséti väkye viruddha-dharmän ubhayatra hitvä || 250 saàlakñya cin-mätratayä sadätmanoù akhaëòa-bhävaù paricéyate budhaiù evaà mahä-väkya-çatena kathyate brahmätmanor-aikyam akhaëòa-bhävaù || 251 Nella frase “Questo è quel Devadatta” si afferma l’identità dei due termini. unica realtà. asthülam ityetad asan nirasya siddhaà svato vyomavad-apratarkyam ato måñä-mätram-idaà pratétaà jahéhi yat-svätmatayä grhétam brahmäham-ityeva viçuddha-buddhyä viddhi svam-ätmänam akhaëòa-bodham || 252 Eliminando il non-reale [alla luce di certi passi della Sruti] “Esso non è grossolano ecc. E’ lo stesso nel detto “Tu sei Quello”. Con la soluzione del mondo oggettivo [visto]. potrai comprendere l’Atman che è completa conoscenza-illuminazione. che la mente considera reali [autoesistenti]. come il serpente è immaginato nella corda o come è immaginato un sogno. Il saggio rigetti in entrambi i termini gli elementi contraddittori e riconosce la piena identità di Atma e Brahma perché l’attenzione si è portata esclusivamente sulla loro essenza che è comune. ma occorre utilizzare entrambi i metodi. il supremo. questi devono essere attentamente esaminati nel loro significato implicito.” si realizza l’Atman che è fondato su sé stesso. måt-käryaà sakalaà ghaöädi satataà mån-mätram-evähitaà tadvat saj-janitaà sadätmakam idaà san-mätram-eväkhilam yasmän-nästi sataù paraà kim-api tat satyaà sa ätmä svayaà tasmät tat-tvam-asi praçäntam-amalaà brahmädvayaà yat-param ||253 Le modificazioni. tatas-tu tau lakñaëayä sulakñyau tayor-akhaëòaika rasatva-siddhaye nälaà jahatyä na tathäjahatyä kintübhayärthätmikayaiva bhävyam || 249 Perciò per la comprensione dell’assoluta unicità dei due [Isvara e Jiva]. Non si deve usare né il metodo che sottintende un termine né quello che aggiunge un termine. tu sei quello. incondizionato come l’etere che oltrepassa la stessa mente.nedaà nedaà kalpitatvän na satyaà rajju dåñöa-vyälavat svapnavat ca itthaà dåçyaà sädhu-yuktyä vyapohya jïeyaù paçcäd eka-bhävas-tayor yaù || 248 Né questo né questo sono reali. L’universo nel sogno. i prana. ñaòbhir-ürmibhir-ayogi yogi-hådbhävitaà na karaëair-vibhävitam buddhyavedyam anavadyamasti yad brahma tat-tvam-asi bhävayätmani || 257 Ciò che non è toccato dalle sei onde (fame. ma che non può essere contemplato dagli organi sensori. il tempo. contempla ciò dentro di te. gli organi. yatparaà sakalavägagocaraà gocaraà vimala-bodha-cakñuñaù çuddha-cidghanam-anädi vastu yad brahma tat-tvam-asi bhävayätmani || 256 Questo supremo che è al di là della parola. dal credo religioso. così il mondo dell’esperienza di veglia. sete. è Brahman e tu sei Quello contempla ciò dentro di te. illusione. ciò che l’intelletto non può conoscere.nidrä-kalpita-deça-käla-viñaya-jïäträdi sarvaà yathä mithyä tadvad-ihäpi jägrat jagat sväjïäna-käryatvataù yasmäd-evam idaà çaréra-karaëa-präëähamädyapyasat tasmät tat-tvam-asi praçäntam amalaà brahmädvayaà yat param ||254 Come nel sogno. è Brahman e tu sei Quello. ma allo stato di veglia. quando la verità corrispondente è conosciuta. ma entro la portata dell’occhio della pura illuminazione che è immacolata unità di coscienza senza inizio è il reale Brahman e tu sei Quello. appare e scompare con il sogno stesso. ciò su cui medita il cuore dello yogi. il supremo Brahman non duale yatra bhräntyä kalpitam tad-viveke tat tan-mätraà naiva tasmäd vibhinnam svapne nañöaà svapna-viçvaà vicitraà svasmäd-bhinnaà kinnu drñöaà prabodhe || (prima parte 388 Samata) Ciò che viene per errore immaginato autoesistente in quanto oggetto si rivela. il luogo. come il sostrato e non differente dal sostrato. dal pregio e dal difetto. contempla ciò dentro di te. bhränti-kalpita-jagat-kaläçrayaà sväçrayaà ca sad-asad-vilakñaëam niñkalaà nirupamänam åddhimat brahma tat-tvam-asi bhävayätmani || 258 Ciò che è il sostrato del mondo e dei suoi vari aspetti illusori. il sereno. non è reale. 35 . dalle qualità. il conoscitore ecc. non sono reali [ma semplici fenomeni]. decrepitezza e morte). ciò che è senza macchia è Brahman e tu sei Quello. non sono reali. causato dalla ignoranza. sofferenza. gli oggetti. con la sua molteplicità. che si sostiene da sé stesso che è distinto dal grossolano e dal sottile che non ha parti e nessun paragone. tu sei quello. esso potrà mai essere considerato come qualcosa di distinto dalla stessa mente? jäti-néti-kula-gotra-düragaà näma-rüpa-guëa-doña-varjitam deça-käla-viñayätivarti yad brahma tat-tvam-asi bhävayätmani || 255 Ciò che è al di là dello stato sociale. il senso dell’Io ecc. E poiché il corpo. che è al di là del nome e della forma. il puro. contempla ciò dentro di te. invece. che è al di là dal luogo dal tempo e dagli oggetti dei sensi. dalla famiglia. ciò che è indistruttibile. ciò che è supremo ed eterno. uktam-artham imam-ätmani svayaà bhävaya prathita-yuktibhir dhiyä saàçayädi-rahitaà karämbuvat tena tattva-nigamo bhaviñyati || 265 Sulla verità esposta tu devi meditare con il tuo intelletto e ricorrere agli argomenti delle Scritture. ciò che è indipendente è Brahman e tu sei Quello. sebbene uno. che è infinito. ciò che è incontaminato è Brahman e tu sei Quello. contempla ciò dentro di te. contempla ciò dentro di te. nella forma e qualità. contempla ciò dentro di te. ma è esso stesso senza causa. ciò che non ha riferimento alla causa-effetto. ekameva sadanekakäraëaà käraëäntaraniräsyakäraëam käryakäraëavilakñaëaà svayaà brahma tattvamasi bhävayätmani || 261 Ciò che. similmente realizzerai la verità libera dall’errore. yac cakästyanaparaà parät-paraà pratyag eka-rasam ätmalakñaëam satya-cit-sukham anantam avyayaà brahma tat-tvam-asi bhävayätmani || 264 Ciò di là dal quale nulla più esiste. felicità che non svanisce. E come attingi l’acqua con il cavo della tua mano. ciò che esclude ogni altra causa. né perdita della sua intrinseca caratteristica. ciò che è verità conoscenza e beatitudine senza fine ciò che è immutabile è Brahman e tu sei Quello. ciò che è l’interiore e l’essenza di unità. 36 . declino. ciò che è causa di produzione preservazione e dissoluzione dell’universo è Brahman e tu sei Quello. contempla ciò dentro di te. è causa dei molti. evoluzione. crescita. decrepitezza e morte. nirvikalpakam-analpam-akñaraà yat-kñaräkñara-vilakñaëaà param nityam-avyaya-sukhaà niraïjanaà brahma tat-tvam-asi bhävayätmani || 262 Ciò che è libero dalle modificazioni mentali. ciò che è supremanente superiore a tutto. inalterabile. ciò che è eternamente libero e omogeneo è Brahman e tu sei Quello. come l’oro con tutte le sue modificazioni è Brahman e tu sei Quello. contempla ciò dentro di te. di là dalle qualità di quiete o moto.janma-våddhi-pariëatyapakñayavyädhi-näçana-vihénam avyayam viçva såñöyavavighäta-käraëaà brahma tat-tvam-asi bhävayätmani || 259 Ciò che non ha nascita. chè immobile come l’oceano senza onde. asta-bhedam anapästa-lakñaëaà nistaramga-jalaräçi-niçcalam nityamuktam-avibhakta-mürti yad brahma tat-tvam-asi bhävayätmani || 260 Ciò che non ha differenziazione. contempla ciò dentro di te. yad vibhäti sad-anekadhä bhramän näma-rüpa-guëa-vikriyätmanä hemavat svayam-avikriyaà sadä brahma tat-tvam-asi bhävayätmani || 263 Quella realtà una che per illusione appare modificata nel nome. organi ecc. causa di trasmigrazione. come un Re in mezzo al suo esercito. compi la rimozione delle tue sovrapposizioni. per l’impressione-desiderio delle Scritture. dimora in questo cavo non entrerà più nel grembo di un corpo [non rinascerà più]. trascendendo l’idea del corpo. per cui solo vivendo in uno stato interiorizzato di costante identità con l’Atman ciò può essere rimosso. lokänuvartanaà tyaktvä tyaktvä dehänuvartanam çästränuvartanaà tyaktvä svädhyäsäpanayaà kuru || 271 Trascendendo le consuetudini sociali spazio-temporali. I saggi affermano che la liberazione si ha quando nel presente vengono estinte le impressioni passate. come atman. può rimanere una forte impressione. ahaà mameti yo bhävo dehäkñädäv-anätmani adhyäso’yaà nirastavyo viduñä svätma-niñöhayä || 269 La condizione di Io e Mio (ahaà mameti yo bhävo) di corpo (dehä). Colui che. [occorre affermare] l’idea: Io sono ciò rimuovendo la falsa identificazione con il non-Sé mediante il Sé. jnätvä svaà pratyag-ätmänaà buddhi-tad-vrtti säkñiëam so’ham-ityeva sad-vrttyä’nätmanyätma-matià jahi || 270 Conoscendo l’Atman interiore come il testimone della buddhi e delle sue modificazioni. al di là dell’essere e dal non essere. per l’impressione -desiderio del corpo. realtà suprema e non duale risiede nella cavità della buddhi. occorre stabilizzarsi fermamente nel proprio Sé e risolvere l’universo nel Brahman buddhau guhäyäà sad-asad-vilakñaëaà brahmästi satyaà param-advitéyam tadätmanä yo’atra vased guhäyäà punar na tasyäëga-guhä-praveçaù || 267 Brahman. libera dall’ignoranza e dai suoi effetti. rappresenta il non-Sé (anätmani) questa sovrapposizione (adhyäso) dev’essere risolta dal Saggio creando l’identità con il proprio Atman. loka-väsanayä jantoù çästra-väsanayäpi ca deha-väsanayä jïänaà yathävan-naiva jäyate || 272 Molti non pervengono alla conoscenza per le impressioni-desideri delle consuetudini sociali spazio temporali. alla quale non si può assegnare alcuna origine. 37 .svam bodhamätraà pariçuddha-tattvaà vijïäya samghe nåpavac ca sainye tad ätmana-iva-ätmani sarvadä sthito viläpaya brahmaëi viçva-jätam || 266 Nel divenire della vita realizzando la conoscenza assoluta. jïäte vastunyapi balavaté väsanä’nädir-eñä kartä bhoktäpy-aham-iti dròhä yäsya saàsära-hetuù pratyag-dåñöyätmani nivasatä säpaneyä prayatnät muktià prähus-tad-iha munayo väsanä-tänavaà yat || 268 Ma anche dopo aver assimilato la verità. di essere l’agente e lo sperimentatore. si automanifesta quando essi sono risolti mediante l’ininterrotta concentrazione sul Sé. attenuata dai desideri-impressioni che portano al non-Atman (anätma-väsanä). Colui che da ciò si affranca ottiene la liberazione. Ma con il tocco della conoscenza esso riappare chiaramente. 38 . ricompare quando viene rimosso lo strato stagnante estraneo. quindi rimani calmo e fermo e compi la rimozione delle tue sovrapposizioni. anätma-väsanä-jälaih tirobhütätma-väsanä nityätma-niñöhayä teñäà näçe bhäti svayaà sphuöa || 276 La percezione del Sé (ätma-väsanä). così il profumo del supremo Sé è attutito dalle esalazioni dei persistenti desideri che hanno infangato la mente. Quindi con il sattva compi la rimozione delle tue sovrapposizioni. tamo dväbhyäà rajaù sattvät sattvaà çuddhena naçyati tasmät sattvam avañöabhya svädhyäsäpanayaà kuru || 279 Il tamas è risolto dall’azione congiunta del rajas e del sattva. che è coperto dal fetore dell’acqua stagnante. non vi è più alcun ostacolo per la realizzazione del Sé. yathä yathä pratyag avasthitaà manas tathä tathä muïcati bähya-väsanäm nis çeña-mokñe sati väsanänäà ätmänubhütiù pratibandha-çünyä || 277 Man mano che la mente diviene stabilizzata interiormente abbandona gradatamente i desideri esteriori e quando tutte le impressioni-desideri sono estinte. svätmanyeva sadä sthitvä mano naçyati yoginaù väsanänäà kñayaçcätaù svädhyäsäpanayaà kuru || 278 Quando lo yogi è stabilito nel suo proprio Sé la mente viene neutralizzata e le vasana spariscono. prärabdhaà puñyati vapur iti niçcitya niçcalaù dhairyam älambya yatnena svädhyäsäpanayaà kuru || 280 Di certo il tuo prarabdha karma manterrà il corpo in vita.saàsära-kärägrha-mokñam-icchor ayomayaà päda-nibandha-çrmkhalam vadanti tajjïäù paöu väsanä-trayaà yo’smäd vimuktaù samupaiti muktim || 273 I saggi considerano queste tre impressioni-desideri come le catene che tengono stretti i piedi di chi cerca la liberazione dalla schiavitù del samsara. il rajas lo è mediante il sattva e il sattva si risolve nello stato puro. jalädi-saàparka-vaçät prabhütadurgandhadhütä’garu-divya-väsanä sangharñaëenaiva vibhäti samyag vidhüyamäne sati bähya-gandhe || 274 Il gradevole odore della pianta d’agaru. antaç-çritänanta-düranta-väsanädhülé-viliptä paramätma väsanä prajïäti-samgharñaëato viçuddhä pratéyate candana-gandhavat sphuöam || 275 Come l’odore di quella pianta [coperto dal fetore dell’acqua stagnante]. quindi compi la rimozione delle tue sovrapposizioni. 39 . fosse anche nel sogno. çrutyä yuktyä svänubhütyä jïätvä särvätmyam-ätmanaù kvacid-äbhäsataù präpta-svädhyäsäpanayaà kuru || 282 Conoscendo che il tuo stesso Sé è il Sé di tutto. (fino a quando percepirai la differenza sotto qualunque forma) nidräyä loka-värtäyäù çabdäder-api vismåteù kvacin-nävasaraà dattvä cintayätmänam-ätmani || 287 Non farti prendere né dalla pigrizia. o saggio meditando sulla loro identità sii in pace. né dagli oggetti sensoriali. fino a quando questa nozione non viene sdradicata [dalla tua mente]. tat-tvam-asyädi-väkyottha brahmätmaikatva-bodhataù brahmaëyätmatva-däròhyäya svädhyäsäpanayaà kuru || 284 Con la conoscenza illuminante dell’unità dell’Atman con Brahman proclamata dalle principali massime come ad esempio “Tu sei Quello” e affermando l’identità AtmanBrahman compi la rimozione delle tue sovrapposizioni ahaà-bhävasya dehe’smin niùçeña-vilayävadhi sävadhänena yuktätmä svädhyäsäpanayaà kuru || 285 “Io esisto come corpo”. la percezione del mondo oggettivo e del jiva compi la rimozione delle tue sovrapposizioni. pratétir-jéva-jagatoù svapnavad-bhäti yävatä tävan-nirantaraà vidvan svädhyäsäpanayaà kuru || 286 O saggio. compi la rimozione delle tue sovrapposizioni. annädäna-visargäbhyäm éñan-nästi kriyä muneù tad-ekaniñöhayä nityaà svädhyäsäpanayaà kuru || 283 Poiché è al di là persino dal mangiare ed evacuare il Saggio non adempie più azioni. ghaöäkäçaà mahäkäça ivätmänaà parätmani viläpyäkhaëòa-bhävena tüñëém bhava sadä mune || 289 Come l’etere racchiuso in una brocca [è simile] all’infinito etere esterno. il ragionamento intelligente e l’esperienza diretta compi la rimozione delle tue sovrapposizioni. Così contemplando unicamente e constantemente Quello. sii vigilante. né dai pensieri di ordine mondano. concentrati sul Sé e compi la rimozione delle tue sovrapposizioni.nähaà jévaù paraà brahmetyatad-vyävrtti-pürvakam väsanä-vegataù präpta-svädhyäsäpanayaà kuru || 281 Meditando “Io non sono l’anima vivente” ma “Io sono il supremo Brahman” ed eliminando il desiderio-impressione precedentemente prodotto. finché in te persiste. compi la rimozione delle tue sovrapposizioni. mätä-pitror malodbütaà mala-mäàsa-mayaà vapuù tyaktvä cäëòälavad-düraà brahmébhüya kåté bhava || 288 Da questo corpo che hai ereditato dai tuoi genitori e che è costituito di carne ed impurità. mediante le scritture. né da altra dimenticanza ma focalizza la tua mente sull’Atman. così il jivatman [è simile] all’Atman supremo. tieniti a debita distanza come fosse un reietto e raggiungi lo scopo della tua esistenza: ESSERE BRAHMAN. rinuncia all’universo e alla tua individualità perché sono ricettacoli impuri. La non-realtà del corpo fisico e sottile è confermata in ogni istante dal movimento immaginativo dello stato di veglia. di sogno e di sonno profondo. se l’individualità. cid-ätmani sadänande dehärüòhäm ahaà dhiyam niveçya limgam utsrjya kevalo bhava sarvadä || 291 Trasferendo la tua attenzione dal corpo all’Atman che è esistenza. come una città in uno specchio d’acqua. sarvätmanä drçyam-idaà måñaiva naiväham-arthaù kñaëikatva-darçanät jänämyahaà sarvam-iti pratétiù kuto’ham-ädeù kñaëikasya siddhyet || 294 Se l’universo fenomenico non ha realtà. yatraiña jagad-äbhäso darpaëäntaù puraà yathä tad brahmäham iti jïätvä kåtakåtyo bhaviñyasi || 292 Quel Brahman in cui si riflette. yat-satya-bhütaà nija-rüpam ädyaà cid advayänandam arüpam akriyam tad-etya mithyä-vapur-utsåjeta çailüñavadveñamupättamätmanaù || 293 Se realizzi l’Uno senza secondo che è sad-cid-ananda al di là di tutte le forme e da ogni agire. vikäriëäà sarva-vikära-vettä nityä-vikäro bhavituà samarhati manoratha-svapna-suñuptiñu sphuöaà punaù punar drñöam-asattvam-etayoù || 296 Colui che percepisce il cambiamento deve necessariamente essere permanente e senza cambiamento. La sruti infatti così si esprime: “Quello non è mai nato né muore mai …” Così l’Atman è di là dall’essere e dal non-essere. essendo peritura non è assoluta. tu porrai fine all’illusione di essere i tre corpi. allora questa individualità come può affermare “Io conosco tutto”? ahaà-padärthastvahamädi-säkñé nityaà suñuptäv-api bhäva-darçanät brüte hyajo nitya iti çrutiù svayaà tat-pratyagätmä sad-asadvilakñaëaù || 295 Reale è invece l’Atman.sva-prakäçam adhiñöhänaà svayaàbhüya sadätmanä brahmäëòam-api piëòäëòaà tyajyatäà mala-bhäëòavat || 290 Realizzandoti come l’autorisplendente Brahman. saprai gettare la maschera del personaggio con cui ti sei identificato. 40 . coscienza e beatitudine e risolvendo altresì il corpo sottile. l’intero universo. il quale rappresenta il testimone della individualità ed è presente anche nello stato di sonno profondo. come l’attore all’ultimo atto. sei tu. Riconosci questa verità e lo scopo della tua esistenza sarà raggiunto. Così. sostrato unico di tutte le apparenze. sii per tutta l’esistenza isolato [dalla maya]. ato’bhimänaà tyaja mäàsa-piëòe piëòäbhimäninyapi buddhi-kalpite käla-trayäbädhyam akhaëòa-bodhaà jïätvä svam-ätmänam upaihi çäntim || 297 Quindi. con la tua forma e gli stadi di vita perché queste categorie appartengono a quel corpo fisico che ammorba di marcio cadavere. yo vä pure so’ham-iti pratéto buddhyä viklpas tamasä’timüòhayä tasyaiva niççeñatayä vinäçe brahmätma-bhävaù pratibandha-çünyaù || 302 “L’Io sono questo” espresso dal corpo e originato dalla buddhi sotto l’impressione dell’ignoranza dev’essere risolto. l’Atman si riconosce Brahman. il presente e il futuro e conseguirai la pace suprema. la liberazione è lontana perché questa escude la differenziazione. sottile o un semplice Io perché queste cose sono proiezioni della buddhi. santyanye pratibandhäù puàsaù saàsära-hetavo drñöäù teñäm-evaà mülaà prathama-vikäro bhavaty-ahamkäraù || 299 Sono riconosciuti altri ostacoli che trascinano nel samsara ma. brahmänanda-nidhir mahä-balavatä’hamkära ghorähinä saàveñöyätmani rakñyate guëa-mayaiç-caëòais-tribhir mastakaiù vijïänäkhya-mahäsinä dyutimatä vicchidya çérña-trayaà nirmülyähim-imaà nidhià sukhakaraà dhéro’nubhoktuà kñamaù || 303 L’ahamkara come un possente e terribile serpente si arrotola con le sue tre teste (i guna). la beatitudine e l’illuminazione. intorno al prezioso tesoro della beatitudine brahmanica. come è stato già detto. tyajäbhimänaà kula-gotra-nämarüpä-açrameñvärdra-çaväçriteñu limgasya dharmän-api kartåtädià styaktä bhaväkhaëòa-sukha-svarüpaù || 298 Non identificarti ancora con la tua famiglia. la sua pienezza. ahamkara-grahät muktaù svarüpam upapadyate candravad vimalaù pürëaù sadänandaù svayaà-prabhaù || 301 Quando il discepolo si libera dalla morsa dell’ahamkara. 41 . con il tuo nome. Solo il conoscitore con la tagliente spada della realizzazione affilata dalla conoscenza potrà fendere le tre teste conquistando quel tesoro di beatitudine. come la luna dalle strette di Rahu. Realizza invece l’Atman. così eliminato ogni ostacolo. la cui realtà trascende il passato. con i tuoi parenti. non pensare di essere un corpo fisico. yävat-syät svasya sambandho’hamkäreëa durätmanä tävan na leça-mäträpi muktivärtä vilakñaëä || 300 Fino a quando esiste una pur minima relazione con questo pericoloso senso dell’IO. riprende la sua vera natura. Rinuncia anche all’idea di essere l’agente dell’azione o il soggetto sensibile perché essi sono attributi del corpo sottile e svelati come essenza di beatitudine. l’ostacolo principale è rappresentato dalla prima modificazione (prathamavikäro) della maya “IL SENSO DELL’IO” (amkäraù). il tuo nemico. sappi in verità. per te che sei sempre identico a te stesso omni presente. è con la cessazione delle modificazioni mentali. gloria fulgente. simile alla spina nella gola di un commensale e godi in libertà e all’istante la beatitudine maestosa che ti appartiene.yävad-vä yat-kiïcid viña-doñasphürtir-asti ced-dehe katham-ärogyäya bhavet tadvad ahaàtäpi yogino muktyai || 304 Fino a quando permane una pur minima traccia di veleno nel corpo. sadaika-rüpasya cidätmano vibhor änanda-mürter anavadya-kérteù naivänyathä kväpyavikäriëas-te vinäham-adhyäsam-amuñya saàsrtiù || 307 Per quanto tu possa identificarti con il senso dell’Io. senza porre indugio. ahamo’tyanta-nivrttyä tat-kåta-nänä-vikalpa-saàhrtyä pratyak-tattva-vivekäd-ayam aham-asméti vindate tattvam || 305 E’ con l’estinzione dell’ahamkara. conoscenza e beatitudine assolute. con lo sperimentatore. provocando centinaia di calamità. che per te non ci sono trasmigrazioni. semplice riflesso dell’Atman. cessa d’immedesimarti con l’ahamkara. con quel senso dell’Io che ti ha fatto conoscere la sofferenza della nascita. tasmäd-ahaàkäram-imaà sva-çatruà bhoktur-gale kaëöakavat pratétam vicchidya vijïäna-mahäsinä sphuöaà bhumkñvätma-sämräjya-sukhaà yatheñöam || 308 Perciò. pari alle nuvole minacciose che si agitano nella stagione delle piogge. della vecchiaia e della morte sebbene tu sia stato sempre il Testimone. essenza di conoscenza e beatitudine assoluta. è con il discernimento del Reale che si può sperimentare “Io sono Quello” ahamkartaryasmim ahamiti muïca sahasä vikärätmany-ätma-pratiphala-juñi svasthitimuñi yad-adhyäsät präptä jani-måti-jaräduùkha-bahulä pratécaçcinmürteh tava sukhatanoù saàsrtir-iyam || 306 Così. con la spada della realizzazione risolvi l’ahamkara. 42 . ci si potrà mai considerare guariti? Cosi l’egotismo [nel corpo] produce lo stesso effetto: ostacola la liberazione dello yogi. tato’ham-äder vinivartya vrttià santyakta-rägaù paramärtha-läbhät tüñëéà samässvätma-sukhänubhütyä pürëätmanä brahmaëi nirvikalpaù || 309 Controllando le modificazioni dell’Io (vrttià ahaà) e distaccandoti dagli attaccamenti (rägaù) mediante la realizzazione della suprema realtà (paramärthaläbhät) affrancati dalla dualità e svela la pienezza della atman (pürëätmanä) nella pace brahmanica perché solo così potrai realizzare la tua infinita natura. per quanto tu lo creda sdradicato può riapparire anche per un istante nella tua mente. samüla-kåtto’pi mahän-ahaà punah vyullekhitaù syäd-yadi cetasä kñaëam saïjévya vikñepa-çataà karoti nabhassvatä prävrñi värido yathä || 310 [Sappi comunque che] questo terribile Io. neanche per un istante devi immaginare gli oggetti sensoriali perché è immaginandoli che li richiami alla vita. tempi e in tutte le circostanze Brahman e solo Brahman. kriyä-näçe bhavec-cintänäço’smäd väsanä-kñayaù väsanä-prakñayo mokñaù sä jévan-muktir-iñyate || 318 Con la fine delle estroversioni vi è la fine dell’immaginazione verso gli oggetti sensoriali e.nigrhya çatror-ahamo’vakäçaù kvacin na deyo viñayänucintayä sa eva saïjévana-hetur-asya prakñéëa-jambéra-taror-ivämbu || 311 Una volta aggiogato il tuo nemico egoico. così i tre con l’ardente aspirazione ad essere uno con Brahman. anche le cause vengono eliminate. Comunque. Essi sono produttori di vasana. ma colui che si distacca dal corpo come può avere appetiti? La tendenza ad immaginare gli oggetti sensoriali rappresenta la vera causa della schiavitù (bhavabandha) e della distinzione 43 kärya-pravardhanäd béja-pravrddhiù paridrçyate kärya-näçät béjanäças tasmät käryaà nirodhayet || 313 Quando fioriscono gli effetti [oggetti di desiderio] anche i loro semi-cause [desideri] crescono proporzionalmente: al contrario quando gli effetti vengono risolti. . gli effetti si moltiplicano e quando gli effetti si intensificano le vasana si espandono. dehätmanä saàsthita eva kämé vilakñaëaù kämayitä kathaà syät ato’rtha-sandhäna-paratvam-eva bheda-prasaktyä bhava-bandha-hetuù || 312 Colui che si identifica con il corpo è avido di piaceri sensoriali. i tre [condizionamenti] si distruggono scorgendo in tutti i luoghi. come un cedro disseccato può rifiorire con un semplice getto d’acqua. saàsära-bandha-vicchittyai tad dvayaà pradahed yatiù väsanä våddhir-etäbhyäà cintayä kriyayä bahiù || 315 Per spezzare la catena del samsara si devono incenerire due cose: desiderio e oggetto [del desiderio]. cioè liberazione in vita. Così in questo modo il samsara si perpetua. väsanä-våddhitaù käryaà kärya-våddhyä ca väsanä vardhate sarvathä puàsaù saàsäro na nivartate || 314 Quando le vasana [tendenze subconsce] fioriscono. täbhyäà pravardhamänä sä süte saàsrtim-ätmanaù trayäëäà ca kñayopäyaù sarvävasthäsu sarvadä || 316 sarvatra sarvataù sarvam brahma-mäträvalokanaiù sad-bhäva-väsanädäròhät tat-trayaà layam-açnute || 317 Le vasana arricchite da questi due fattori determinano [a loro volta] il samsara. conseguentemente la distruzione delle vasana si chiama moksa. saranno dissolti. Perciò occorre risolvere gli effetti. come l’istanza passionale dell’amante ossessiona l’amato. la schiavitù e infine la sofferenza-miseria. come le oscure tenebre spariscono alla chiara luce del sole nascente. senza lasciare traccia la schiavitù e la sofferenza (bandho na ca duùkhagandhaù). Da ciò derivano l’illusione. lakñyacyutaà syäd yadi cittam-éñad bahir-mukhaà sannipatet tatas-tataù pramädataù pracyuta-keli-kandukaù sopäna-païktau patito yathä tathä || 326 Se la mente dimentica anche per un istante il suo ideale divenendo estrovertita allora cadrà sempre più in basso.sad-väsanä-sphürti-vijnrmbhaëe sati hy-asau vilénä tvaham-ädi-väsanä ati-prakrñöäpyaruëa-prabhäyäà viléyate sädhu yathä tamisrä || 319 Quando l’anelito a realizzare Brahman si manifesta con reale forza e con l’impeto dovuto. le vasana svaniscono immancabilmente. na pramädäd anartho’nyo jïäninaù sva-svarüpataù tato mohas-tato’haà-dhéh tato bandhah tato vyathä || 323 Il più grande pericolo per uno jnani è quello di non porre l’attenzione sulla propria reale natura. come una palla lungo una gradinata. drçyaà pratétaà praviläpayan svayam san-mätram-änanda-ghanaà vibhävayan samähitas san-bahir-antaraà vä kälaà nayethäù sati karma-bandhe || 321 Provocando la soluzione del mondo oggettivo e di quello soggettivo e meditando sulla realtà quale pura beatitudine. consuma il tempo vigilando sui residui del prarabdha karma (karma già maturato). viñayä-bhimukhaà drñövä vidväàsam-api vismåtiù vikñepayati dhé-doñaih yoñä järam iva priyam || 324 Anche un essere avanzato che conserva incosciamente un desiderio per un oggetto dei sensi. sparisce al sorgere del sole così all’alba della realizzazione della beatitudine non-duale spariscono. pramädo brahma-niñöhäyäà na kartavyaù kadäcana pramädo mrtyur-ityäha bhagavän-brahmaëaù sutaù || 322 Non si deve dimenticare l’attenzione sul Brahman. Il figlio di Brahma ha considerato la disattenzione sinonimo di morte. yathä pakrñöaà çaivälaà kñaëa-mätraà na tiñöhati ävåëoti tathä mäyä präjïaà väpi paränmukham || 325 Come il muschio lasciato un attimo si riproduce fino a coprire la superficie dello stagno così la maya ricopre quel saggio aspirante che dimentica sé stesso. dovrà pagare cara la sua svista perché sarà ossessionato dalla predisposizione negativa della mente. 44 . tamas-tamaù-käryam-anartha-jälaà na drçyate satyudite dineçe tathä’dvayänanda-rasänubhütau na västi bandho na ca duùkha-gandhaù || 320 Come l’oscurità con i suoi effetti. l’immaginazione è la causa di tutti i mali. per cui è difficile sollevarsi. si è isolato dagli oggetti sensoriali conserverà dopo la morte corporale lo stesso isolamento Lo Yajur Veda afferma che si rimane schiavi del timore se sussiste la più debole traccia di differenziazione (bhedaà). ciò diviene per lui fonte di paura. si espone a una lunga serie di conflitti perché somiglia a un ladrone che avendo commesso un atto proibito vive con la paura di essere arrestato. . Il jiva che. così colui che è caduto [dalla sua reale natura] viene a rovina. (n°328 nell’edizione Samata) samkalpaà varjayet tasmät sarvänarthasya käraëam (n°329 Samata) jévato yasya kaivalyaà videhe sa ca kevalaù yat kiïcit paçyato bhedaà bhayaà brüte yajuù çrutiù || 330 Occorre distogliere la mente dagli oggetti dei sensi. E’ a una prova di questo genere che si ricorre per riconoscere se un individuo è capace o no di un misfatto. mondo negato dalle scritture. una pur minima differenziazione. Ma colui che si fonda sulla non-realtà è votato alla perdizione. dalla tradizione e da centinaia di ragionamenti. (n°329 nell’edizione Samata) tataù svarüpavibhraàço vibhrañöastu patatyadhaù patitasya vinä näçaà punarnäroha ékñyate || 329 La disattenzione allontana dalla reale natura. yadä kadä väpi vipaçcid-eñah brahmaëyanante’pyaëu-mätra-bhedam paçyatyathämuñya bhayaà tadeva yadvékñitaà bhinnatayä pramädät || 331 Quando l’aspirante nell’infinito Brahman. satyäbhisandhäna-rato vimukto mahat tvam ätméyam upaiti nityam mithyä bhisandhäna-ratas-tu naçyed drñöaà tad-etad yad acaura-caurayoù || 333 Colui che si consacra alla meditazione sulla Realtà e che si affranca dalla ignoranza raggiunge la gloria eterna dell’Atman.45 viñayeñväviçac-cetaù samkalpayati tad-guëän samyak samkalpanät kämaù kämät puàsaù pravartanam || 327 La mente. durante l’esistenza terrena. Quando la sua riflessione è matura nasce il desiderio e sotto l’impressione del desiderio si sforza di possesere l’oggetto. Quindi occorre avere la mente ferma sull’Atman. ataù pramädänna paro’sti måtyuù vivekino brahmavidaù samädhau samähitaù siddhimupaiti samyak samähitätmä bhava sävadhänaù || 328 Per colui che persegue la conoscenza del Brahman non vi è morte peggiore della disattenzione: ma chi ha la mente stabile ottiene completo successo. immagina le loro qualità. çruti-smrti-nyaya-çatair-niñiddhe dåçye’tra yaù svätma-matià karoti upaiti duùkhopari duùkha-jätaà niñiddha-kartä sa malimluco yathä || 332 Colui che si identifica con il mondo delle forme. percepisce erroneamente. entrando in contatto con gli oggetti sensoriali. yatir-asad-anusandhià bandha-hetuà vihäya svayam-ayam-aham-asmétyätma-dåñöyaiva tiñöhet sukhayati nanu niñöhä brahmaëi svänubhütyä harati param-avidyä-kärya-duùkhaà pratétam || 334 L’asceta deve rinunciare a soffermarsi sulla non-realtà. ci si distoglie da quegli oggetti e si è consapevoli dell’Atman. antar-bahiù svaà sthira-jangameñu jïätvä atmanädhäratayä vilokya tyaktäkhilopädhir-akhaëòa-rüpaù pürëätmanä yaù sthita eña muktaù || 339 E’ libero colui che avendo la mente purificata. riconosce l’Atman quale sostrato delle cose mobili e immobili. Quando il discernimento fa comprendere questa verità. con questa realizzazione si rompe la catena delle nascite e delle morti. 46 . il liberato non aderisce a nessuno di essi. Eliminando tutte le sovrapposizioni ci si riconosce come assoluto ed infinito Atman. bähye niruddhe manasaù prasannatä manaù-prasäde paramätma-darçanam tasmin sudåñöe bhava-bandha-näçaù bahir-nirodhaù padavé vimukteù || 336 Quando il mondo fenomenico cessa di esistere. avendo l’occhio interiore rivolto verso l’Atman suprema realtà ed essendo un ricercatore della libertà. il dormiente non è sveglio né lo svegliato dorme i due stati si escludono reciprocamente. bähyänusandhiù parivardhayet phalaà durväsanäm-eva tatas tato’dhikäm jïätvä vivekaiù parihrtya bähyaà svätmänusandhià vidadhéta nityam || 335 La costante attenzione sugli oggetti sensoriali produce pensieri e frutti più abbondanti. credendo nella Sruti. kaù paëòitaù san-sad-asad-viveké çruti-pramäëaù paramärtha-darçé janän hi kuryäd asato’valambaà svapäta-hetoù çiçuvan mumukñuù || 337 Chi è quell’esperto che essendo capace di discernere il reale dal non-reale. così il superamento del mondo fenomenico rappresenta il primo passo per accedere alla liberazione. la mente sperimenta la quiete e con la mente quieta si svela il param Atman. causa di schiavitù e concentrandosi sull’Atman deve riconoscersi come Io sono Questo Se si stabilisce fortemente nel Brahman realizzandone l’identità sentirà il prorompere della beatitudine. vuole ancora agire come un bambino e ritornare alle illusioni del mondo sensoriale. Avrà così estirpato il conflitto che nasce dall’ignoranza e che prova nello stato di asservimento. provocando la sua caduta? dehädi-saàsaktimato na muktiù muktasya dehädyabhimatyabhävaù suptasya no jägaraëaà na jägrataù svapnas tayor bhinna-guëäçrayatvät || 338 Non vi è liberazione per colui che rimane attaccato ai suoi vari corpi. Non vi è niente di più alto che l’identità dell’Atman con il Tutto. ärüòha-çakter-ahamo vinäçaù kartun na çakyah sahasäpi paëòitaiù ye nirvikalpäkhya-samädhi-niçcaläù tän-antarä’nanta-bhavä hi väsanäù || 343 Anche le persone esperte. D’altra parte le vasana sono l’effetto di innumerevoli nascite. La vittoria non è tuttavia completa fino a quando gli ostacoli non sono definitivamente eliminati. vikñepa-çakti-vijayo viñamo vidhätuà niççeñam-ävaraëa-çakti-nivåttyabhäve dåg-drçyayoù sphuöa-payojalavad vibhäge naçyet tad-ävaraëam-ätmani ca svabhävät nissaàçayena bhavati pratibandha-çünyo vikñepaëaà nahi tadä yadi cen mrñärthe || 345 Dominare il potere proiettivo prima che quello velante sia stato ridotto alla impotenza. con perseverante pazienza a ogni dharma a ogni karma e a ogni oggetto sensoriale per l’imperitura beatitudine dell’Atman. tranne coloro che mediante il nirvilkalpa samadhi. sarvätma-siddhaye bhikñoù kåta-çravaëa-karmaëaù samädhià vidadhätyeñä çänto dänta iti çrutiù || 342 Per l’asceta che ha ricevuto l’insegnamento della Sruti e coltivato la calma e l’autocontrollo è prescritto il samadhi come unico mezzo per risolvere l’universo oggettivo nell’Atman. associato alla potenza velante (avåti). ahaà-buddhyaiva mohinyä yojayitvä’vrter-balät vikñepaçaktiù puruñaà vikñepayati tad-guëaiù || 344 Il potere di proiezione (vikñepaçaktiù). hanno realizzato la perfetta serenità. drçyasyägrahaëaà kathaà nu ghaöate dehätmanä tiñöhato bähyärthänubhava-prasakta-manasah tat-tat-kriyäà kurvataù sannyastäkhila-dharma-karma-viñayaih nityätma-niñöhä-paraiù tattvajaiù karaëéyam ätmani sadänandecchubhir yatnataù || 341 Come è possibile la soluzione del mondo fenomenico per colui che si crede corpo. cattura e vela l’individuo (puruñaà) con il sentimento dell’Io. e questo evento può verificarsi quando gli oggetti immaginati del mondo sensibile non producono la benché minima modificazione mentale 47 . una volta divenuto forte. la cui mente aderisce al piacere sensoriale e che produce azioni atte a rafforzare tale piacere? Questa soluzione può essere effettuata da colui che ha rinunciato. non possono risolvere improvvisamente l’Io. come il latte si distingue dall’acqua. ma il rivestimento che nasconde l’Atman viene a dissiparsi se l’aspirante è capace di distinguere il soggetto dall’oggetto. tale stato è raggiunto da colui che risolve il mondo oggettivo fenomenico ritrovandosi Atman eterno. è cosa difficile.sarvätmanä bandha-vimukti-hetuù sarvätma-bhävän na paro’sti kaçcit dåçyägrahe satyupapadyate’sau sarvätma-bhävo’sya sadätma-niñöhayä || 340 Riconoscere l’universale mondo come Atman è rendersi totalmente liberi dalla schiavitù. sogno e veglia si constata che il soggetto e l’oggetto. non è né grossolano né sottile. mentre l’Atman rimane costante. Così ci si esercita a discriminare la vera natura delle cose. Allora saranno risolte la falsa conoscenza (mithyä-jïäna) causata dalle modificazioni mentali (vikñepa-nivrttiù) e la sofferenza che ne consegue.darçanataù mithyä-jïäna-vinäçah tad-vikñepa janita-duùkha-nivrttiù || 348 Il velo che nasconde la Verità viene rimosso quando la Realtà è realizzata nella sua pienezza. effetti della mente. nityä advayä-akhaëòa-cid-eka-rüpo buddhyädi-säkñé sad-asad-vilakñaëaù ahaà-pada-pratyaya-lakñitärthaù pratyak sadänanda-ghanaù parätmä || 352 La natura del supremo Atman è quella dell’eterno (nityä) non duale (advayä) indivisibile (akhaëòa) unica forma (eka-rüpo) conoscenza-coscienza (cit). eterna beatitudine (sadänandaghanaù). In chi ha realizzato la natura della non-dualità non può esserci alcun genere di future trasmigrazioni.samyag-vivekaù sphuöa-bodha-janyah vibhajya dåg-dåçya-padärtha-tattvam chinatti mäyäkåta-moha-bandhaà yasmäd vimuktasya punar na saàsrtiù || 346 La perfetta discriminazione che nasce dalla diretta conoscenza permette di riconoscere la vera natura del soggetto da quella dell’oggetto e quindi di liberarsi dal giogo dell’illusione. mediante la immanenza di Brahman. Quando questo giogo si spezza. così le modificazioni della Prakrti. esso è il testimone della buddhi. quando si riconosce la vera natura della corda. non hanno realtà assoluta. E come negli stati di sonno. etat tritayaà dåñöaà samyag-rajju-svarüpa-vijïänät tasmäd vastu satattvaà jïätavyaà bandha-muktaye viduñä || 349 Questo triplice risultato è prodotto. a proposito del serpente. non sono reali [assolute] perché subiscono dei cambiamenti incessanti. vero soggetto. è oltre il reale e il non reale. 48 . parävar’aikatva-viveka-vahniù dahaty-avidyä-gahanaà hy-açeñam kià syät punaù saàsaraëasya bijaà advaita-bhävaà samupeyuño’sya || 347 La conoscenza che l’individuale e l’universale sono tutt’uno. il samsara sparisce. dal senso dell’Io fino ai contenuti delle vasana e al corpo fisico. si manifesta come conoscitore e come oggetto di conoscenza. ävaraëasya nivrttir-bhavati ca samyak padärtha. al fine di rompere le catene della schiavitù (bandha-muktaye) ayo’gni-yogädiva sat-samanvayät mäträdi-rüpeëa vijåmbhate dhéù tat-käryam-eva-tritayaà yato mrñä dåñöaà bhrama-svapna-manoratheñu || 350 tato vikäräù prakrter ahaà-mukhä dehävasänä viñayäç ca sarve kñaëe’nyathä-bhävina esa ätmä nodeti näpyeti kadäpi nänyatha || 351 Come il ferro a contatto con il fuoco diviene fuoco così la mente. distrugge la impenetrabile foresta di avidya. è l’Io interiore. in quanto intelligenza indivisibile. supremamente raccolto. Con questo sadhana perviene a neutralizzare tutte le immaginazioni che nascono dall’ignoranza e quindi. il ricercatore contempla constantemente il proprio Sé come Atman universale. 49 . fermo nella tolleranza. Questo. gli organi sensoriali. Ma quando la reale natura del Brahman si rivela nel corso del Samadhi. çänto däntaù param-uparataù kñänti-yuktaù samädhià kurvan nityaà kalayati yatiù svasya sarvätma-bhävam tenävidyä-timira-janitän sädhu dagdhvä vikalpän brahmäkåtyä nivasati sukhaà niñkriyo nirvikalpaù || 356 Calmo. di colpo si tagliano tutti i ceppi dell’ignoranza. assorto nella pratica del samadhi. realizzando il proprio Sé. tvam aham idam-itéyaà kalpanä buddhi-doñät prabhavati paramätmanyadvaye nirviçeñe pravilasati samädhävasya sarvo vikalpo vilayanam upagacchet vastu-tattvävadhåtyä || 355 Le illusorie idee quali Io. intelligenza suprema. padrone di Sé. realizza di essere libero (vimuktaù) da tutti gli ostacoli e stabilito nella pace. affrancato da tutte le azioni e al di là di ogni modificazione mentale vive nella beatitudine del Brahman. la mente e l’Io nell’Atman. samähitä ye praviläpya bähyaà çroträdi cetaù svam-ahaà cid-ätmani ta eva muktä bhava-päça-bandhaiù nänye tu pärokñya-kathäbhidhäyinaù || 357 Sono liberi (muktä) dalla schiavitù (bandhaiù) delle rinascite solo coloro che raggiungono il samadhi. l’Uno senza secondo nello stato di nirvikalpa samadhi. Tu. Quello nascono dall’imperfezione della buddhi (buddhidoñät) e sono sovrapposte al supremo Atman che è assoluto e non duale. le sovrapposizioni sono dissolte. riconoscendo la verità con l’illuminazione della sua conoscenza. Ma rimosse tali sovrapposizioni. Che il saggio aspirante si dedichi. egli si scopre come immortale Atman. upädhi-yogät svayam-eva bhidyate copädhyapohe svayam-eva kevalaù tasmäd-upädheh vilayäya vidvän vaset sadä’kalpa-samädhi-niñöhayä || 358 Le sovrapposizioni (upädhi) sono tante per cui l’individuo crede che nel Sé esista la molteplicità. discernendo il reale dal non reale (cit sad-asad). immergendo così il mondo oggettivo. ajïäna-hrdaya-granther niççeña-vilayas-tadä samädhinä’vikalpena yadä advaitätma-darçanam || 354 Realizzando l’Atman.itthaà vipaçcit sad-asad vibhajya niçcitya tattvaà nija-bodha-dåñöä jïätvä svam-ätmänam-akhaëòa-bodhaà tebhyo vimuktaù svayam-eva çämyati || 353 Così il saggio. tutti gli altri non sono che ciarloni i quali si servono della conoscenza indiretta (pärokñya). dunque esclusivamente alla ricerca del nirvilkalpa samadhi al fine di risolvere queste sovrapposizioni. 50 . realizza il reale. così la mente. si purifica dalle scorie del sattva. mediante il samadhi e per la straordinaria acutezza della buddhi. contemplando acutamente il reale. così. nirantaräbhyäsa-vaçät tad-itthaà pakvaà mano brahmaëi léyate yadä tadä samädhiù sa vikalpa-varjitaù svato advayänanda-rasänubhävakaù || 363 Quando. atéva sükñmaà paramätma-tattvaà na sthüla-dåñöyä pratipattum arhati samädhinä’tyanta-susükñma-våttyä jïätavyam äryair ati-çuddha-buddhibhiù || 361 La reale natura del supremo Atman è estremamente sottile e non può essere accessibile alla mente estrovertita. mettendo da parte ogni altro interesse. ma il nirvikalpa samadhi non ha paragone. Essa è accessibile solo a quelle anime elevate. ovunque e sempre avviene il manifestarsi spontaneo della propria reale natura. del rajas e del tamas. la meditazione centomila volte più efficace della riflessione. dentro e fuori. così l’aspirante. kriyäntaräsaktim-apäsya kéöako dhyäyan alitvaà hyali-bhävam åcchati tathaiva yogé paramätma-tattvaà dhyätvä samäyäti tad-eka-niñöhayä || 360 E come il bruco. così lo yogi contemplando solo il supremo Atman lo realizza. çruteù çata-guëaà vidyän mananaà mananäd-api nidhidhyäsaà lakñaguëam anantaà nirvikalpakam || 365 La riflessione personale può considerarsi cento volte più efficace dell’ascolto. così purificata.sati sakto naro yäti sad-bhävaà hyeka-niñöhayä kéöako bhramaraà dhyäyan bhramaratväya kalpate || 359 Come il bruco. il samadhi passa dal savikalpa (con differenziazione) al nirvikalpa (senza differenziazione) conducendo direttamente alla realizzazione dell’essenziale beatitudine non duale (advayänandarasä). con la meditazione. yathä suvarëaà puöa-päka-çodhitaà tyaktvä malaà svätma-guëaà samåcchati tathä manaù sattva-rajas-tamo-malaà dhyänena saàtyajya sameti tattvam || 362 Come l’oro sottoposto all’azione del fuoco abbandona le impurità riprendendo la propria lucentezza. la mente si immerge nel Brahman. aspirando ardentemente a essere vespa. dalla mente perfettamente purificata. realizzando la natura del Brahman. samädhinä’nena samasta-väsanägranther vinäço’khila-karma-näçaù antar-bahiù sarvata eva sarvadä svarüpa-visphürtir-ayatnataù syät || 364 Con questo samadhi tutte le vasana che costringono l’individuo nei ceppi sono distrutte e il karma ugualmente risolto. aspira intensamente a essere solo vespa. diviene vespa. 51 . assorbito nell’interiore e supremo Atman. L’eliminazione dell’io porta lo yogi a realizzare in modo ininterrotto l’essenza della beatitudine del Brahman (änandarasä brähmé). la buddhi nel Testimone (säkñiëi) e questo nell’infinito e assoluto Atman (pürëätmani nirvikalpe). si dissiperanno per sempre. il muni si distacca dal tutto.nirvikalpaka-samädhinä sphuöaà brahma-tattvam-avagamyate dhruvam nänyathä calatayä manogateù pratyayäntara-vimiçritaà bhavet || 366 La vera natura del Brahman può essere realizzata in tutta la sua evidenza e nella sua pienezza nel nirvikalpa samadhi. yogasya prathama dväraà vän-nirodho aparigrahaù niräçä ca niréhä ca nityam-ekänta-çélatä || 368 La prima tappa dello yoga consiste nel controllo della parola (vak). il manas nella buddhi. tan-nivåttyä muneù samyak sarvoparamaëaà sukham sandåçyate sadänanda-rasänubhava-viplavaù || 372 Quando questo [condizionamento] è completamente risolto. la non accettazione di oggetti superflui (aparigrahaù). sperimentando l’essenza della beatitudine (sadänanda-rasä). deha-präëendriya-mano-buddhyädibhir upädhibhiù yair yair våtteù samäyogah tat-tad bhävo’sya yoginaù || 371 Qualunque sia il condizionamento: corpo. non avere aspettative (niräçä). ataù samädhatsva yatendriyaù san nirantaraà çänta-manäù pratéci vidhvaàsaya dhväntam anädyavidyayä kåtaà sad-ekatva-vilokanena || 367 Perciò calma la tua mente. Solo allora otterrai la suprema pace (çäntià paramäà). energia vitale. intelletto ecc. controlla i tuoi sensi. di conseguenza il discepolo dev’essere sempre impegnato a tenere la mente (citta) in silenzio. vivere in solitudine. essere libero da azioni egocentriche (niréhä). mente. organo sensoriale. lo yogi che così si pensa diviene condizionato. prodotte dall’avidya. realizza la tua identità con quella realtà e le tenebre. il controllo dei sensi (dama) serve a dominare la mente (cetasaù) e con il controllo della mente viene trasceso il senso dell’Io (ahaà). väcaà niyacchätmani taà niyaccha buddhau dhiyaà yaccha ca buddhi-säkñiëi taà cäpi pürëätmani nirvikalpe viläpya çäntià paramäà bhajasva || 370 Frena dunque la parola (väcaà)nel manas. Altro mezzo non vi è perché la mente instabile è sempre incline ad associarsi ad altre percezioni. ekänta-sthitir-indriyoparamaëe hetur damaç cetasaù saàrodhe karaëaà çamena vilayaà yäyäd ahaà väsanä tenänanda-rasänubhütir-acalä brähmé sadä yoginaù tasmäc-citta-nirodha eva satataà käryaù prayatno muneù || 369 La vita in solitudine (ekänta) aiuta a controllare gli organi sensoriali (indriyo paramaëe). 52 antas-tyägo bahis-tyägo viraktasyaiva yujyate tyajatyantar bahir-sangaà viraktas-tu mumukñayä || 373 Solo il discepolo spassionato è adatto per questo integrale distacco [dal mondo e da sé stesso], solo il discepolo spassionato che desidera essere libero può rinunciare ad ogni tipo di attaccamento esterno ed interno. bahistu viñayaiù sangaà tathäntar-aham-ädibhiù virakta eva çaknoti tyaktuà brahmaëi niñöhitaù || 374 Solo il discepolo spassionato (virakta) profondamente stabilito (sthitah) in Brahman, può distaccarsi da tutti gli oggetti esterni (bahistu) dei sensi e dallo stesso Io (antaraham). vairägya-bodhau puruñasya pakñivat pakñau vijänéhi vicakñaëa tvam vimukti-saudhägralatädhirohaëaà täbhyäà vinä nänyatareëa sidhyati || 375 Comprendi o saggio discepolo che il distacco (vairagya) e il discernimento illuminante (bodhau) sono per l’individuo ciò che le due ali sono per l’uccello. Se anche una di queste due qualità fa difetto non si potrà raggiungere la pianta della liberazione arrampicata sulla cima dell’edificio. atyanta-vairägyavataù samädhiù samähitasyaiva dròha-prabodhaù prabuddha-tattvasya hi bandha-muktiù muktätmano nitya-sukhänubhütiù || 376 Solo l’aspirante che ha distacco può sperimentare il samadhi, solo chi ha avuto esperienza del samadhi consegue stabile realizzazione, solo chi ha realizzato la verità si libera dalla schiavitù e solo chi è libero svela la inalterabile beatitudine. vairägyän na paraà sukhasya janakaà paçyämi vaçyätmanaù tac cet çuddhatarätma-bodha-sahitaà sväräjya-sämräjya-dhuk etad dväram ajasra-mukti-yuvateh yasmät tvam-asmät paraà sarvaträsprhayä sadätmani sadä prajïäà kuru çreyase || 377 Per il discepolo che è padrone di sé non conosco migliore strumento per conseguire la beatitudine se non il distacco. Se questo è unito alla più alta e pura conoscenza dell’Atman si ottiene la completa sovranità che, a sua volta porta alla liberazione. Così per il tuo bene, sii spassionato, per cose interiori ed esteriori e concentra la tua coscienza eternamente sull’Atman. äçäà chinddhi viñopameñu viñayeñveñaiva mrtyoù srtih tyaktvä jäti-kuläçrameñvabhimatià muïcäti-dürät kriyäù dehädävasati tyajätma-dhiñaëäà prajïäà kuruñvätmani tvaà drañöäsy’amalo’si nirdvaya-paraà brahmäsi yad vastutaù || 378 Spezza dunque ogni desiderio per gli oggetti dei sensi, pericolosi veleni forieri di morte, abbandona l’orgoglio di casta, di famiglia e di stadio sociale; astieniti dall’agire, non identificarti con il corpo, la mente ecc. cose tutte irreali e fissa la tua coscienza sull’Atman, perché, in verità tu sei il Testimone, tu sei Brahman privo di dualità, supremo non contaminato dalla mente. 53 lakñye brahmaëi mänasaà dåòhataraà saàsthäpya bähyendriyaà sva-sthäne viniveçya niçcala-tanuçcopekñya deha-sthitim brahmätmaikyam upetya tanmayatayä cäkhaëòa-våttyäniçaà brahmänanda-rasaà pibätmani mudä çünyaiù kim-anyair bramah|| 379 Ponendo la tua mente ferma sul Brahman, raffredando gli organi dei sensi nei rispettivi centri, con i corpi sottomessi e i bisogni trascesi, raggiungi la tua identità con Brahman. Sii unità con Esso e dissetati alla sorgente Brahmanica che sta in te. A che cosa possono mai servirti le futili cose di questo mondo? anätma-cintanaà tyaktvä kaçmalaà duùkha-käraëam cintayätmän amänanda-rüpaà yan-mukti-käraëam || 380 Rinuncia a tutto ciò che è non-Sé (anätma), generatore di sofferenza (duùkhakäraëam) e contempla l’Atman che è beatitudine e fonte di liberazione (muktikäraëam). eña svayaà-jyotir açeña-säkñé vijïäna-koço vilasatyajasram lakñyaà vidhäyainam asad-vilakñaëam akhaëòa-våttyä’’tmatayä’nubhävaya || 381 In te risplende l’eterno Atman, il Testimone universale immanente nell’intelletto. Rigettando ogni pensiero, contempla questo Atman, distinto dal non-reale e comprendilo come te stesso. etam-acchénnayä våttyä pratyayäntara-çünyayä ullekhayan vijänéyät sva-svarüpatayä sphuöam || 382 Contemplando continuamente questo Atman, senza altri pensieri lo realizzerai chiaramente come la tua reale natura. aträtmatvaà dåòhé-kurvan aham-ädiñu santyajan udäsénatayä teñu tiñöhed ghaöäpatädivat || 383 Rafforza la tua identità con l’Atman e ripudia contemporaneamente il senso dell’Io con le sue modificazioni, le quali non hanno alcun valore, come non lo ha un vaso che si è rotto. viçuddham-antaùkaraëaà svarüpe niveçya säkñiëyavabodha-mätre çanaiù çanair niçcalatäm-upänayan pürëaà svam-evänu-vilokayet tataù || 384 Fissa il tuo organo interno purificato sulla tua reale natura, sul Testimone, sulla conoscenza e a poco a poco, rendendoti calmo, realizza il tuo proprio Atman. dehendriya-präëa-mano’ham-ädibhiù sväjïäna-klptair akhilair upädhibhiù vimuktam ätmänam akhaëòa-rüpaà pürëaà mahäkäçam ivävalokayet || 385 Questo Atman che è senza limiti e senza parti, che è esente da condizionamenti come il corpo, gli organi dei sensi, i prana, la mente, il senso dell’Io ecc. proiezioni tutte dell’ignoranza (äjïäna), questo Atman, simile ad etere infinito, dev’essere da te realizzato. 54 ghaöa-kalaça-kusüla-süci-mukhyair gaganam upädhi-çatair vimuktam ekam bhavati na vividhaà tathaiva çuddhaà param ahamädi-vimuktam ekam-eva || 386 Cessa di associare all’etere i molteplici upadhi, come ad esempio la brocca, il vaso, il granaio, l’astuccio per gli aghi ecc. perché l’etere è uno e non molteplice; così il Signore Supremo, quando è libero dalle sovrapposizioni dell’Io ecc. in verità è Uno. brahmädi-stamba-paryantä måñä-mäträ upädhayaù tataù pürëaà svam-ätmänaà paçyed ekätmanä sthitam || 387 Dal trascurabile organismo unicellulare fino allo stesso Brahma, tutte le sovrapposizioni sono non reali. Perciò realizza l’Atman il quale rimane il solo e illimitato Sé. yatra bhräntyä kalpitaà tad viveke tat-tan-mätraà naiva tasmäd vibhinnam bhränter näçe bhäti dåñöähi-tattvaà rajjus tasmad viçvamätma-svarüpam || 388 Il sostrato che, in virtù dell’errore, s’immagina essere una cosa qualunque, si rivela con la giusta discriminazione come lo stesso sostrato dissipata l’illusione la realtà si svela: il serpente percepito per errore, diviene un semplice pezzo di corda, così l’intero universo non è altro che Atman. svayaà brahmä svayaà viñëuù svayam indraù svayaà çivaù svayaà viçvam-idaà sarvaà svasmäd anyan na kiïcana || 389 Il Sé è Brahman, Il Sé è Visnu, il Sé è Indra, il Sé è Shiva, il Sé è l’intero mondo (viçvam-idaà). Non esiste altro che il Sé. antaù svayaà cäpi bahiù svayaà ca svayaà purastät svayam-eva paçcät svayaà hy-äväcyäà svayam-apyudécyäà tathopariñöät svayam apyadhastät || 390 Il Sé è dentro e anche fuori (antaù bahiù), il Sé è avanti (purastät) e anche dietro (paçcät), il Sé è al nord e anche al sud, il Sé è sotto e anche sopra. taramga-phena-bhrama-budbudädi sarvaà svarüpeëa jalaà yathä tathä cid-eva dehädya’ham-antam-etat sarvaà cid-evaika-rasaà viçuddham || 391 Come le onde, la schiuma, il vortice, la bolla nella loro essenza non sono altro che acqua, così tutto ciò che esiste dal corpo fisico all’Io non è altro che cit [conoscenza suprema] puro e omogeneo. sadevedaà sarvaà jagad-avagataà vän-manasayoù sato’nyan-nästyeva prakrti-para-sémni sthitavataù prthak kià måtsnäyäù kalaça-ghaöa-kumbhädyavagataà vadatyeña bhräntas tvam aham iti mäyä-madirayä || 392 L’intero universo (sarvaà jagad) conosciuto mediante la mente e la parola non è altro che Brahman. Vi è solo Brahman che dimora di là delle più sottili sfere di prakrti. In che cosa la brocca, la giara differiscono dall’argilla di cui esse sono fatte? Per parlare del Mio e del Tuo (tvamaham) bisogna che l’individuo sia stato ubriacato dal vino di maya (mäyämadirayä). 55 kriyä-samabhihäreëa yatra nänyad iti çrutiù bravéti dvaita-rähityaà mithyädhyäsa-nivåttaye || 393 La Sruti nel passo “Laddove non si vede più niente ….” Dichiara l’assenza della dualità, rimuovendo così tutte le false sovrapposizioni. äkäçavan-nirmala-nirvikalpaà nisséma-nisspandana-nirvikäram antarbahiù çünyam ananyam advayaà svayaà paraà brahma kimasti bodhyam || 394 Come l’etere, il supremo Brahman è incontaminato, illimitato, senza moto, identico a sé stesso; esso non ha interiorità o esteriorità, esso è esistenza una, è non duale, è il Sé di sé stesso. Vi può mai essere altro oggetto di conoscenza? vaktavyaà kimu vidyate’tra bahudhä brahmaiva jévaù svayaà brahmaitaj-jagad ätataà nu sakalaà brahmädvitéyaà çrutiù brahmaiväham iti prabuddha-matayaù santyakta-bähyäù sphuöaà brahmé-bhüya vasanti santata-cidänandätmanaitad-dhruvam || 395 Non è comunque il caso di dilungarci. Il jiva non è altro che Brahman, e lo stesso dispiegamento dell’universo è Brahman. La Sruti indica che Brahman è senza secondo, è un fatto irrefutabile che i grandi saggi dalla mente illuminata, i quali hanno tagliato i contatti con il mondo dei nomi e delle forme e realizzato l’identità con Brahman, vivono in unità con Brahman, eterna conoscenza e beatitudine. jahi mala-maya-koçe’haà-dhiyotthäpitäçäà prasabham-anila-kalpe lingadehe’pi paçcät nigama-gadita-kértià nityamänanda-mürtià svayam-iti paricéya brahma-rüpeëa tiñöha || 396 Abbandona le illusioni che l’Io ha seminato nel corpo fisico, vaso d’impurità; fai altrettanto con il corpo sottile che è inconsistente come una nuvola, comprendi infine che Brahman, essenza di beatitudine eterna, di cui le Scritture affermano la gloria, è il tuo Sé e realizzati in quanto Brahman. çaväkäraà yävad bhajati manujas-tävad-açuciù parebhyaù syät kleço janana-maraëa-vyädhi-nilayaù yadätmänaà çuddhaà kalayati çiväkäram-acalam tadä tebhyo mukto bhavati hi tadäha çrutir-api || 397 Fino a quando l’individuo volge l’attenzione a questo corpo che già puzza di cadavere, rimane impuro e subisce gli attacchi dei suoi nemici nascita, malattia morte. Ma quando egli perviene alla conoscenza di sé stesso e si mantiene puro e inalterabile, si libera da tali incompiutezze. E’ la Sruti che lo afferma. svätmanyäropitäçeñäbhäsa-vastu-niräsataù svayameva paraà brahma pürëam advayam akriyam || 398 Quando sono state rimosse tutte le sovrapposizioni apparentemente esistenti, allora non rimane altro che il supremo Brahman (paraà brahma), infinito (pürëam), non duale (advayam), il quale è al di là di ogni attività. si può capire come il mondo dei nomi e delle forme non può sussistere nel Brahman non qualificato. il mondo fenomenico cessa di essere percepito. dove può esserci traccia di dualità? kalpäåëava ivätyanta-paripürëaika-vastuni nirvikäre niräkäre nirviçeñe bhidä kutaù || 402 Nella realtà una. In nessuna modalità temporale (passato. mentre la realtà suprema (paramärthataù) è non duale (advaita). senza forma. A questo punto ogni disputa ha termine asatkalpo vikalpo’yaà viçvam-ityekavastuni nirvikäre niräkäre nirviçeñe bhidä kutaù || 400 Nella realta Una il mondo (viçva) non è che una semplice rappresentazione mentale (vikalpo). che è senza cambiamento (nirvikäre) e senza forma (niräkäre). nell’Uno senza secondo. nel Brahman indifferenziato. del visto e della visione (drañöå-darçana drçyä). nella realtà una assoluta (nirviçeñe). assoluta. (suñuptä) . ciò viene confermato nel sonno profondo. nell’essere senza macchia. simile all’oceano dopo una dissoluzione del mondo.56 samähitäyäà sati citta-våttau parätmani brahmaëi nirvikalpe na drçyate kaçcid ayaà vikalpaù prajalpa-mätraù pariçiñyate yataù || 399 Quando le modificazioni della mente (citta-våttau) si sono riassorbite nel supremo Sé (parätmani). presente e futuro) può mai esistere la presenza del serpente nella corda o quella di una goccia d’acqua nel miraggio di un lago? mäyä-mätram idaà dvaitam advaitaà paramärthataù iti brüte çrutis säkñät suñuptä-vanubhüyate || 406 (vedi 236) La sruti dichiara che la dualità (dvaita) è maya. Come può esserci diversità in Quello che è senza cambiamento. dove può esserci traccia di diversità? tejaséva tamo yatra vilénaà bhränti-käraëam advitéye pare tattve nirviçeñe bhidä kutaù || 403 Come può esserci diversità nella suprema realtà. nell’assoluto dove la radice dell’illusione si dissolve come le tenebre di fronte alla? ekätmake pare tattve bheda-värtä kathaà vaset suñuptau sukha-mäträyäà bhedaù kenävalokitaù || 404 Come si può parlare di diversità nella suprema realtà una ed omogenea? Chi ha mai riscontrato traccia di diversità nella beatitudine del sonno profondo? na hy asti viçvaà para-tattva-bodhät sadätmani brahmaëi nirvikalpe kälatraye näpyahirékñito guëe na hyambu-bindur måga-trñëikäyäm || 405 Anche se la suprema realtà non è ancora conosciuta. senza forma e assoluto? drañöå-darçana-drçyädi-bhäva-çünyaika-vastuni nirvikäre niräkäre nirviçeñe bhidä kutaù || 401 Nella realtà una. priva del vedente. immutabile. che è sat cit ananda e non duale. come dichiarato dai Veda. Uno senza secondo. citta-mülo vikalpo’yaà cittäbhäve na kaçcana ataçcittaà samädhehi pratyag-rüpe parätmani || 408 Questo [universo] immaginario (vikalpo) ha la sua radice (mulo) nel citta (mente) e svanisce quando il citta è risolto. l’infinito. è omogeneo. l’infinito Brahman che è al di là della causa e dall’effetto. il tuo citta e immergilo nel supremo sé (paratmani) kim-api satata-bodhaà kevalänanda-rüpaà nirupamam ativelaà nitya-muktaà niréham niravadhi gaganäbhaà niñkalaà nirvikalpaà hådi kalayati vidvän brahma pürëaà samädhau || 409 Con il samadhi il saggio realizza. Esso non può essere pensato né verbalizzato. nel suo cuore. eterno. samähitäntaù-karaëaù svarüpe vilokayätmänamakhaëòa-vaibhavam vicchinddhi bandhaà bhava-gandha-gandhitaà yatnena puàstvaà saphalé-kuruñva || 412 Con il samadhi. come il serpente alla corda. ajaram amaram astäbhäva-vastu-svarüpaà stimita-salila-räçi-prakhyamäkhyä-vihénam çamita-guëa-vikäraà çäçvataà çäntam-ekaà hådi kalayati vidvän brahma pürëaà samädhau || 411 Con il samadhi il saggio realizza.ananyatvam adhiñöhänäd äropyasya nirékñitam paëòitai rajju-sarpädau vikalpo bhränti-jévanaù || 407 I saggi hanno osservato che la sovrapposizione è identica al sostrato. l’incorruttibile e immortale Brahman. metti fine alla schiavitù del tuo passato e sforzati di raggiungere diligentemente il fine per il quale hai preso un corpo umano. contempla in te stesso l’Atman la cui gloria è eterna. l’essere positivo che. Esso è compreso nel Sé. pacificato. E’ l’illusione che crea la differenza. sarvopädhi-vinir-muktaà sac-cid-änandam-advayam bhävayätmänam-ätmasthaà na bhüyaù kalpase’dhvane || 413 Medita sull’Atman che risiede nel tuo cuore. nel suo cuore. Solo così non sarai raggiunto dalla catena delle nascite e delle morti.ziato e incondizionato. di là di tutte le prove empiriche. incomparabile. quando il tuo äntaù-karaëaù è stato risolto. escludendo ogni negatività [dualità] è calmo come l’oceano privo di onde. nel suo cuore. sempre libero. privo di limitazioni. [Brahman] che è incomparabile. 57 . senza nome. l’infinito Brahman come essenza di conoscenza e beatitudine. Dissolvi. dunque. di là di ogni limitazione. che non agisce e che come l’etere è indifferen. prakrti-vikrti-çünyaà bhävanätétabhävaà samarasam asamänaà mäna-sambandha-düram nigama-vacana-siddhaà nityam asmat-prasiddhaà hådi kalayati vidvän brahma pürëaà samädhau || 410 Con il samadhi il saggio realizza. senza merito né demerito. eterna intelligenza e beatitudine senza macchia. distaccati dall’impuro. anche quando. a causa dei frutti del karma passato. prärabdhasütra-grathitaà çaréraà prayätu vä tiñöhatu goriva srak na tat punaù paçyati tattva-vettä anandätmani brahmaëi léna-våttiù || 417 Che il suo corpo. Forse che una vacca si preoccupa della ghirlanda di fiori appesa al suo collo? La mente del risvegliato ha cessato di proiettare perché è entrata nella pace del Brahman essenza di beatitudine.58 chäyeva puàsaù pari-drçyamänam äbhäsa-rüpeëa phalänubhütyä çaréram-ärät çavavan-nirastaà punar na samdhatta idaà mahätmä || 414 Dopo aver contemplato il corpo come già cadavere. come un ombra. vairägyasya phalaà bodhah bodhasyo-paratiù phalam svänandänubhavät çäntir eñaivoparateù phalam || 420 Il frutto del distacco è la conoscenza quello della conoscenza è il distacco dai piaceri sensoriali. conoscenza-beatitudine eterna. satata-vimala-bodhänanda-rüpaà sametya tyaja jaòa-mala-rüpopädhim etaà sudüre atha punar api naiña smaryatäà vänta-vastu smaraëa-viñaya-bhütaà kalpate kutsanäya || 415 Nel realizzare l’Atman. il distacco conduce allo svelamento della beatitudine e questa alla pace. tessuto dal filo del prarabdha karma. per quale motivo o per amore di che cosa il conoscitore della verità dovrebbe preferire il suo corpo? saà-siddhasya phalaà tvetat jévan-muktasya yoginaù bahir-antaù sadänanda-rasäsvädanam ätmani || 419 Lo yogi che è un jivanmukta gioisce della beatitudine eterna (sadänanda-rasä) e sente questa presenza dentro e fuori di sé (bahirantaù). akhaëòänandam ätmänaà vijïäya sva-svarüpataù kim-icchan kasya vä hetor dehaà puñëäti tattva-vit || 418 Quando ha realizzato l’Atman. Dovresti persino cancellarlo dalla tua memoria. . lo percepisce ancora. il saggio dimora nel puro Atman. nel fuoco indifferenziato del Brahman. infinita beatitudine. l’uomo saggio non lo considera più. cada in rovina o si mantenga in vita. quale suo proprio Sé. samülam-etam paridähya vahnau sadätmani brahmaëi nirvikalpe tataù svayaà nitya-viçuddha-bodhäandätmanä tiñöhati vid-variñöhaù || 416 Dopo aver dissolto. il conoscitore della verità non se ne preoccupa. il corpo alla sua radice. inerte e imprigionante corpo. Un tale essere è raro sulla Terra. si attua il massimo distacco. dåñöa-duùkheñvanudvegah vidyäyäù prastutaà phalam yat-kåtaà bhränti-veläyäà nänä karma jugupsitam paçcän-naro vivekena tat kathaà kartum arhati || 422 L’effetto della conoscenza è la divina indifferenza verso la sofferenza visibile [karma maturato]. difatti la conoscenza massima (bodhasya) si svela quando non esiste più il senso dell’Io (ahaà). Di tutto ciò egli ha solo una conoscenza fortuita. la soluzione del mondo oggettivo è inevitabile e la pienezza e la incomparabile beatitudine si succederanno gradualmente e in modo naturale. sthitaprajïo yatir-ayaà yaù sadänandam açnute brahmaëyeva vilénätmä nirvikäro viniñkriyaù || 427 Quest’essere di ferma sapienza dimora in identità con il Brahman. ma egli raccoglie il frutto di innumerevoli meriti e va a lui ogni venerazione e benedizione. il godimento che può provare non è apparente. quale causa potrebbe sospingerlo alla azione imprigionante?. esprimendo la beatitudine inalterabile (sadänanda) al di là di ogni modificazione (nirvikäro) e da ogni attività (kriyaù). o altra illusione: c’è chi lo crede reale e chi invece. infatti si comporta come un individuo semi addormentato o come un bambino perché non accorda a questo mondo transitorio nessun valore. avendo trasceso ogni piacere sensoriale. Avviene la stessa cosa di fronte a un miraggio. brahmäkäratayä sadä sthitatayä nirmukta-bähyärtha-dhéh anyävedita-bhogya-bhoga-kalano nidräluvad bälavat svapnä-älokita-lokavat jagad-idaà paçyan kvacil-labdha-dhéh äste kaçcid ananta-puëya-phala-bhug dhanyaù sa mänyo bhuvi || 426 Affrancato dall’illusione degli oggetti sensoriali. väsanänudayo bhogye vairägasya tadävadhiù ahaà-bhävodayäbhävo bodhasya paramävadhiù lénavåttair anutpattih maryädoparates-tu sä || 425 Quando gli oggetti dei sensi hanno perduto il potere di stimolare le vasana. vidyä-phalaà syäd-asato nivåttiù pravrttir-ajïäna-phalaà tad-ékñitam tajïäjïayor yan-måga-tåñëikädau no-ced vidäà dåñöa-phalaà kim-asmät || 423 L’emancipazione dall’irreale è frutto di conoscenza. Se gli stadi sono tutti realizzati. oserebbe commetterle ancora possedendo il discernimento?. come non ne accorda alcuno a una allucinazione onirica. mentre l’attaccamento al non-reale è frutto d’ignoranza. sa di che cosa si tratta. vuol dire che lo stadio precedente non è stato perfezionato. ajïäna-hådaya-granther vinäço yady-açeñataù anicchor-viñayaù kià nu pravåtteù käraëaà svataù || 424 Se l’aspirante ha tagliato nel suo cuore tutti i nodi dell’ignoranza (ajnana). il saggio dimora in modo costante in identità con il Brahman. Se gli viene offerta qualche cosa.yad uttarottaräbhävaù pürva-pürvan tu niñphalam nivåttiù paramä tåptih änando’nupamaù svataù || 421 Quando si scopre che i frutti di uno stadio [della sadhana] non sono presenti. 59 . Chi è quell’individuo che. avendo commesso errate azioni nello stato di ignoranza. Il culmine del raccoglimento interiore (uparate) è raggiunto quando le våtti (le funzioni o modificazioni del citta) non si esprimono più. quando è permeata dalla pura conoscenza. per cui la conoscenza non proviene dalle vasana [non è quindi conoscenza sensoriale]. quantunque possessore di un corpo composto di parti. [questo stato] è chiamato suprema illuminazione. brahmänanda-rasäsvädäsakta-cittatayä yateù antar-bahira-vijïänaà jévanmuktasya lakñaëam || 436 Quell’asceta che è libero da ogni nozione di interno ed esterno (antar-bahira vijïänaà) perché la sua mente (citta) dimora nell’essenza della beatitudine (änanda) di Brahman ha la caratteristica (lakñaëam) del jévanmukta. lénadhér-api jägarti yo jägrad-dharma-vivarjitaù bodho nirväsano yasya sa jévanmukta iñyate || 430 Colui che è in identità con il Brahman.brahmätmanoù çodhitayor eka-bhävävagähiné nirvikalpä ca cinmäträ våttiù prajïeti kathyate susthitä’sau bhavedy-asya sthita-prajïaù sa ucyate || 428 (ultima riga diversa) Quando la mente riconosce l’identità dell’Atman con il Brahman. 60 . è la caratteristica (lakñaëam) del jévanmukta. quando ha trasceso le sovrapposizioni e quindi la dualità. che. atétänanusandhänaà bhaviñyad-avicäraëam audäsényam-api präpte jévanmuktasya lakñaëam || 433 Non considerare più il passato. çänta-saàsära-kalanaù kalävän-api niñkalaù yah sa citto’pi niçcintah sa jévanmukta iñyate || 431 Colui che ha placato (çänta) ogni inquietudine per il saàsära [mondo dei fenomeni]. vartamäne’pi dehe’smiàs-chäyävad-anuvartini ahaàtä-mamatä abhävo jévanmuktasya lakñaëam || 432 L’assenza di nozioni quali “Io” e “Mio” per quanto possieda un corpo ombra. è considerato un jévanmukta. è la caratteristica del jévanmukta. è considerato un jévanmukta. Colui che ha questa illuminazione è conosciuto come un essere di ferma sapienza yasya sthitä bhavet prajïä yasyänando nirantaraù prapaïco vismåta-präyaù sa jévanmukta iñyate || 429 Colui che ha questa ferma sapienza che svela la costante (nirantaraù) beatitudine (änando) e che ha dimenticato (vismåta-präya) l’universo dei fenomeni (prapaïco) è considerato (iñyate) un jévanmukta. iñöäniñöärtha-sampräptau sama-darçitayä’tmani ubhayaträvikäritvaà jévanmuktasya lakñaëam || 435 Guardare le cose piacevoli o spiacevoli con l’occhio dell’equanimità è la caratteristica del jévanmukta. apparentemente irriducibili. conservando nondimeno una completa vigilanza e che nello stesso tempo si è affrancato dalle qualità dello stato di veglia. guëa-doña-viçiñöe’smin svabhävena vilakñaëe sarvatra sama-darçitvaà jévanmuktasya lakñaëam || 434 Contemplare con l’occhio equanime questo mondo divorato da elementi contrastanti. non tormentarsi più per il futuro e vedere il presente con divina indifferenza sono le caratteristiche del jévanmukta. rimane in sé stesso senza parti e la cui mente (cittaà) si è affrancata da ogni irrequitezza. vijïäta-brahma-tattvasya yathä-pürvaà na saàsrtiù asti cen-na sa vijïäta-brahma-bhävo bahir-mukhaù || 443 In colui che ha realizzato la verità del Brahman (vijnnatabrahmatattvasya) non vi è più attaccamento verso oggetti sensoriali (samsrtih). non avere obblighi sociali e mantenere un atteggiamento di divina indifferenza sono le caratteristiche del jivanmukta. ciò non è valido perché tutte le vasana sono risolte con la realizzazione del Brahman. né l’universo dal Brahman (brahmasargayoh) ha la qualità del jivanmukta. organi sensori (dehendriyesvahambhava) né alcuna nozione di “questo” o “quello” in quanto oggetti del mondo esterno è considerato un jivanmukta (jivanmukta isyate). sädhubhiù püjyamäne’smin péòyamäne’pi durjanaiù sama-bhävo bhaved yasya sa jévanmukta-lakñaëaù || 441 Onorato dai giusti o perseguitato dagli ingiusti. agli organi sensori (dehendriyädau). colui che si mantiene equanime ha la caratteristica del jivanmukta.dehendriyädau kartavye mamähaà-bhäva-varjitaù audäsényena yas-tiñöhet sa jévanmukta-lakñaëaù || 437 Vivere senza la nozione di “Io” e “Mio” in riferimento al corpo. yatra praviñöä viñayäù pareritä nadé-pravähä iva väri-räçau linanti san-mätratayä na vikriyäà utpädayantyeña yatir vimuktaù || 442 Come l’oceano accoglie. vijïäta ätmano yasya brahma-bhävaù çruter-balät bhava-bandha-vinirmuktaù sa jévanmukta-lakñaëaù || 438 Avere profonda conoscenza (vijïäta) che l’Atman è Brahman come [indica] la Sruti. senza essere toccato. 61 . così l’asceta prende tutti gli oggetti che altri possono dargli senza cessare di essere tutt’uno con l’esistenza assoluta. präcéna-väsanä-vegäd asau saàsaratéti cet na sad-ekatva-vijïänät mandé bhavati väsanä || 444 Se si pretende che egli sia attaccato agli oggetti dei sensi (saàsaratéti) per la forza delle passate vasana. Se vi è attaccamento vuol dire che egli non ha realizzato la verità del Brahman. ed essere libero dalla schiavitù della trasmigrazione sono le caratteristiche del jivanmukta dehendriyeñvahaà-bhäva idaà-bhävas-tadanyake yasya no bhavataù kväpi sa jévanmukta iñyate || 439 Colui che non ha più la nozione di “Io” e “Mio” in quanto corpo. na pratyag-brahmaëor bhedaà kadäpi brahma-sargayoù prajïayä yo vijänati sa jévanmukta-lakñaëaù || 440 Colui che mediante la conoscenza (prajnaya) non distingue più il jiva dal Brahman (na pratyagatmabrahma). Un tale asceta è un liberato. per cui i suoi sensi si rivolgono verso l’esterno. I fiumi che sfociano nelle sue acque. 62 atyanta-kämukasyäpi çaktih kuëöhati mätari tathaiva brahmaëi jïäte pürëänande manéñiëaù || 445 Gli impulsi di un desiderio di un figlio sono controllati alla presenza della madre. D’altra parte non si è mai visto un effetto senza la causa. comunque sostiene che ciò è conseguenza del prarabdha karma. yat-krtaà svapna-veläyäà puëyaà vä päpam-ulbaëam suptotthitasya kim tat syät svargäya narakäya vä || 449 Possono i meriti e i demeriti accumulati nel sogno (svapna-veläyäà) condurre al paradiso o all’inferno quando il sogno è svanito? svam-asamgam udäsénaà parijïäya nabho yathä na çliñyati ca yath kiïcit kadäcid bhävi-karmabhiù || 450 Essendo libero e indifferente come l’etere. nididhyäsana-çélasya bähya-pratyaya ékñyate bravéti çrutir-etasya prärabdhaà phala-darçanät || 446 E’ stato obiettato che. l’effetto. che avrebbe dovuto colpire una tigre. l’asceta non può più essere toccato dal karma che ancora deve maturarsi (yath kiïcit kadäcid bhävi-karma). jïänodayät purärabdhaà karma jïänän-na naçyati adattvä svaphalaà lakñyam uddiçyotsrñöa-bäëavat || 452 Ma il karma che ha prodotto questo corpo prima del sorgere della conoscenza non può essere distrutto dalla stessa conoscenza. per cui dovrà dare i suoi frutti. ma il riconoscimento dell’errore [mentre la freccia viaggia] non impedisce ormai che gli effetti si compiano [ugualmente]. l’asceta distrugge di colpo il sancita karma accumulato durante innumerevoli kalpa. dopo aver realizzato la conoscenza del Brahman. non per questo essa prende le caratteristiche del liquido. si dirige verso una mucca.. . vyäghra-buddhyä vinirmukto bäëaù paçcät-tu gomatau na tiñöhati chinaty-eva lakñyaà vegena nirbharam || 453 La freccia ad esempio. come le azioni compiute nel sogno (svapna-karma) scompaiono al risveglio. non si possono più avere inclinazioni per il mondo. La Sruti. Così una freccia [scoccata dall’arco] dovrà raggiungere il suo bersaglio. nonostante la pratica assidua della meditazione. Così. Così l’Atman. questo può essere infierito dagli evidenti risultati. Pienezza di beatitudine. ahaà brahmeti vijïänät kalpa-koöi-çatärjitam sancitaà vilayaà yäti prabodhät svapna-karmavat || 448 Realizzando “Io sono Brahman” (ahaà brahmeti vijïänä). per quanto in rapporto con le sovrapposizioni non viene macchiato dalle loro proprietà. comunque proviene da un azione precedente. na nabho ghaöa-yogena surä-gandhena lipyate tathätmopädhi-yogena tad-dharmair naiva lipyate || 451 Benché l’aria sia in contatto con una brocca piena di liquido. sukhädyanubhavo yävat tävat prärabdham-iñyate phalodayaù kriyä-pürvo niñkriyo na hi kutracit || 447 Il prarabdha persiste anche nella pur minima percezione di attrazione o repulsione. si ricevono percezioni dal mondo esterno. 63 prärabdhaà balavattaraà khalu vidäà bhogena tasya kñayaù samyag-jïäna-hutäçanena vilayaù präk saïcitägäminäm brahmätmaikyam-avekñya tan-mayatayä ye sarvadä saàsthitäh teñäà tat tritayaà nahi kvacidapi brahmaiva te nirguëam || 454 Il prarabdha karma è troppo potente perché l’essere di realizzazione possa frenarlo. Gli altri due generi di karma quello provenienti da azioni interiori (saïcitä) e quello i cui effetti non sono ancora maturati (ägämin). quegli oggetti di sogno. la questione di sapere se il prarabdha karma esista o no è priva di senso. tadvat pare brahmaëi vartamänaù sadätmanä tiñöhati nänyad-ékñate småtir-yathä svapna-vilokitärthe tathä vidaù präçana-mocanädau || 458 Colui che è assorto in Brahman vive in identità con l’eterna realtà senza altra percezione. Ma attribuirlo all’Atman non è esatto perché l’Atman non è l’effetto di alcun karma (naivätmä karma-nirmitaù) . Colui che si sveglia conserva forse il minimo rapporto con gli oggetti del sogno? na hi prabuddhaù pratibhäsa-dehe dehopayoginyapi ca prapaïce karotyahantäà mamatän-idamtäà kim tu svayaà tiñöhati jägareëa || 456 Chi si è svegliato dal sonno non ha alcuna idea di “Io” e “Mio” in merito al corpo-sogno. simile a colui che ha un incerto ricordo di cose intraviste nel sogno. bere. karmaëä nirmito dehaù prärabdhaà tasya kalpyatäm nänäder ätmano yuktaà naivätmä karma-nirmitaù || 459 Se il corpo è prodotto dal prarabdha. esso si esaurirà con l’estinzione dei suoi frutti. L’asceta possiede solo un vago ricordo di esperienze ordinarie. Comunque nessuno di questi tre generi di karma è capace di toccare l’asceta che ha realizzato Brahman e vive in identità con esso. come mangiare. upädhi-tädätmya-vihéna-kevalabrahmätmanaivätmani tiñöhato muneù prärabdha-sadbhäva-kathä na yuktä svapnärtha-sambandha-katheva jägrataù || 455 Per il muni [asceta silenzioso] che vive nel suo proprio Sé in quanto Brahman non duale e libero dalle sovrapposizioni. na tasya mithyärtha-samarthanecchä na samgrah taj-jagato’pi dåñöaù tatränuvrttiå-yadi tan-mrñärthe na nidrayä mukta itéñyate dhruvam || 457 Non ha quindi alcun desiderio di considerare reali quegli oggetti illusori. saranno invece inceneriti dal fuoco della conoscenza. Egli ormai desto. Se dovesse bramare. si può accettare il karma ad esso relativo. si potrebbe dire che egli è ancora dormiente. né si sforza di trattenere quel mondo di sogno. ha ripreso coscienza della sua identità. né in riguardo agli oggetti che servono a esso. in Esso non vi è traccia alcuna di dualità. Una sovrapposizione come può essere reale? Come può ciò che non è reale avere una nascita? E ciò che non è mai nato come può avere fine? Inoltre come può il prarabdha operare per qualche cosa di non esistente? jïänenäjïäna-käryasya samülasya layo yadi tiñöhatiyayaà kathaà deha iti çamkävato jaòän || 463 samädhätuà bähya-dåñöyä prärabdhaà vadati çrutiù na tu dehädi-satyatva-bodhanäya vipaçcitäm || 464 Se gli effetti dell’ignoranza sono distrutti alla loro radice dalla conoscenza. in Esso non vi è traccia alcuna di dualità (neha nänästi kiïcana ädvayaà).ajo nityaù çäçvata iti brüte çruti-esa tvamoghaväk tadätmanä tiñöhato’sya kutaù prärabdha. soggetto di tutto. incomparabile e senza cambiamento. ipotizza. suprema pienezza. sadghanaà cidghanaà nityamänandaghanamakriyam ekam evädvayaà brahma neha nänästi kincana || 466 Esiste solo Brahman. senza fine. in Esso non vi è traccia alcuna di dualità. Uno-senza-secondo. Uno-senza-secondo. nei riguardi dell’illuminato. senza fine. La Sruti pone l’attenzione solo sulla realtà suprema. 64 . le cui affermazioni sono considerate esatte. çarérasyäpi prärabdha-kalpanä bhräntir-eva hi adhyastasya kutaù sattvam-asatyasya kuto janiù ajätasya kuto näçaù prärabdham asataù kutaù || 462 (prima riga 461) Attribuire allo stesso corpo il prarabdha significa cadere ancora in altro errore. pratyag ekarasaà pürëamanantaà sarvatomukham ekamevädvayaà brahma neha nänästi kincana || 467 Esiste solo Brahman. paripürëamanädyantamaprameyamavikriyam ekamevädvayaà brahma neha nänästi kiïcana || 465 Esiste solo Brahman.kalpanä || 460 La Sruti. eterno e incorruttibile”. Uno-senza-secondo. senza inizio. dal punto di vista empirico. il prarabdha karma. in quanto è senza sostegno. la cui natura è sat-cit-ananda. Come si può quindi attribuire l’azione del prarabdha a colui che vive in identità con Quello? prärabdhaà sidhyati tadä yadä dehätmanä sthitiù dehätma-bhävo naiveñöaù prärabdhaà tyajyatäm-ataù || 461 Il prarabdha può avere valore se si è identificati con il corpo. omnipervadente. per cui si deve rifiutare l’idea del prarabdha [per tale asceta]. ma nessuno può sostenere che un asceta realizzato si identifica con il suo corpo. sostiene che l’Atman è: “non creato. aheyamanupädeyamanädeyamanäçrayam ekamevädvayaà brahma neha nänästi kincana || 468 Esiste solo Brahman. pieno. la cui natura è inafferrabile perché non può essere né accettato né rifiutato. senza attività. in Esso non vi è traccia alcuna di dualità. ma non riconosce alcuna realtà assoluta al corpo. Uno-senza-secondo. come può vivere ancora il corpo? La Sruti per agevolare il non-conoscitore dubbioso. autoesistente e autorisplendente. bhavän-apédaà para-tattvam-ätmanaù svarüpamänanda-ghanaà vicärya vidhüya mohaà sva-manaù-prakalpitaà muktaù kåtärtho bhavatu prabuddhaù || 473 Anche tu. senza paragone. sat-samåddhaà svatas siddhaà çuddhaà buddham anédåçam ekam evädvayaà brahma neha nänästi kiïcana || 471 Esiste solo Brahman. sii libero e illuminato e raggiungi il fine della tua esistenza. (avidyabandhasambandhamoksat) cosi oltre alle prove abituali degli Sastra. nirasta-rägä nirapasta-bhogäù çäntäù sudäntä yatayo mahäntaù vijïäya tattvaà param-etad-ante präptäù paräà nirvrtim-ätma-yogät || 472 Discepoli nobili di cuore. in Esso non vi è traccia alcuna di dualità. la cui natura è incomprensibile. tu ti affranchi dalla schiavitù e dall’ignoranza. samädhinä sädhu viniçcalätmanä paçyätma-tattvaà sphuöa-bodha-cakñuñä nissaàçayaà samyag-avekñitaç cet çrutaù padärtho na punar-vikalpyate || 474 Quando la tua mente. contempla la verità del Sé con l’occhio della perfetta conoscenza. tu possiedi un'altra prova che è decisiva: l’esperienza diretta. senza pensiero o agitazione. Uno-senza-secondo. il dubbio non potrà mai più toccarti. conoscenza e beatitudine. che è verità. hanno compreso la suprema Verità e con i loro sforzi. ottenuto l’identità con l’Atman. senza parti. Uno-senza-secondo. sarà stata ridotta al silenzio. svasyävidyä-bandha-sambandha-mokñät satya-jïänänanda-rüpätma-labdhau çästraà yuktir deçikoktiù pramäëaà cäntas-siddhä svänubhütiù pramäëam || 475 Con la realizzazione dell’Atman. sottile. che è di là dalla mente e dalla parola. al ragionamento personale e alle parole del Maestro. intelligenza pura. in Esso non vi è traccia alcuna di dualità. in Esso non vi è traccia alcuna di dualità. cioè la natura essenziale dell’Atman. senza qualità. anirüpya svarüpaà yan mano-väcäm-agocaram ekam evädvayaà brahma neha nänästi kiïcana || 470 Esiste solo Brahman. fa uso nel discernimento-investigazione e riconosci questa suprema Verità. con il samadhi. beatutudine assoluta. che si sono affrancati da tutti gli attaccamenti che hanno rinunciato a tutti i piaceri sensoriali che sono calmi e controllati. Se tu comprenderai il profondo significato di questo insegnamento vedantico. Uno-senza-secondo. Elimina le proiezioni create dalla tua mente.65 nirguëaà niñkalaà sükñmaà nirvikalpaà niraïjanam ekam evädvayaà brahma neha nänästi kiïcana || 469 Esiste solo Brahman. incontaminato. . contentezza (tåpti). vedänta-siddhäntaniruktir eñä brahmaiva jévaù sakalaà jagat ca akhaëòa-rüpa-sthitir-eva mokñah brahmädvitéye çrutayaù pramäëam || 479 Questa è la conclusione ultima (änta) del Vedanta: il jiva e l’intero universo non sono altro che il Brahman (jévaù sakalaà jagat ca). istruiscono il discepolo dall’esterno ma è nello stato di illuminazione e sotto l’influsso del Signore supremo [Isvara] che egli oltrepassa l’oceano dell’ignoranza. liberazione (mokña). altri possono conoscerli solo per via indiretta. le affermazioni delle scritture e il suo discernimento. avendo finalmente raggiunto il dominio sui sensi. Liberazione (mokñah) significa essere stabilizzati nel Brahman. Non distinguo più “questo” da “quello” né riconosce la misura dell’incommensurabile beatitudine. svänubhütyä svayaà jïätvä svamätmänam-akhaëòitam saàsiddhaù susukhaà tiñöhen-nirvikalpätmanätmani || 478 Quando mediante la realizzazione. sono stati di coscienza individuali. mediante le istruzioni del suo guru. . kiïcit kälaà samädhäya pare brahmaëi mänasam vyutthäya paramänandäd idaà vacanam abravét || 481 Dopo aver contemplato per qualche tempo l’assoluto Brahman e ancora permeato dalla beatitudine suprema. esistenza indivisibile. inquietudine (cintä). l’aspirante conosce il suo indivisibile Atman diviene un essere perfetto.66 bandho mokñaç ca tåptiç ca cintä-arogya-kñudädayaù svenaiva vedyä yaj-jïänaà pareñäm-änumänikam || 476 Schiavitù (bandho). la concentrazione della mente e avendo realizzato in un felice momento la suprema Verità divenne immobile e perfettamente stabilito nell’Atman. d’altra parte la Sruti dichiara che il Brahman è Uno-senza-secondo. così parlò: buddhir vinañöä galitä pravåttiù brahmätmanor ekatayä-dhigatyä idaà na jäne’pyanidaà na jäne kià vä kiyad vä sukham asya apäram || 482 Avendo realizzato l’identità dell’Atman con il Brahman (brahmätmanor ekatayä).(brahmädvitéye çrutayaù pramäëam) iti guru-vacanät çruti-pramäëät param-avagamya sa-tattvam-ätma-yuktyä praçamita-karaëaù samähitätmä kvacid-acaläkåtir-ätma-niñöhito’bhüt || 480 Il discepolo. salute (arogya). Così si trova faccia a faccia con l’Atman e con la mente libera dall’idea di differenziazione. fame. la mia mente con tutte le sue attività è svanita (buddhir vinañöä galitä pravåttiù). taöa-sthitä bodhayanti guravaù çrutayo yathä prajïayaiva tared vidvän éçvaränugrhétayä || 477 I Maestri e la Sruti. O meraviglia di un miraggio. ho rotto ogni limitazione. sono non contaminato [dalle illusioni]. sottili. beatitudine eterna (sadänanda) distinto da tutte le altre forme. sono essenza di beatitudine. kià heyaà kim upädeyaà kim anyat kià vilakñaëam akhaëòänanda-péyüña-pürëe brahma-mahärëave || 485 Nell’oceano del Brahman. che sei il migliore di tutti. né concepire con la mente lo splendore di questo supremo Brahman. tu hai rimosso il mio abbattimento. sono imperituro. In questo oceano. Sono pacificato. o nobile guru. causali] namo namaste gurave mahätmane vimukta-samgäya sad-uttamäya nityä-dvayänanda-rasa-svarüpiëe bhümne sadäpära-dayämbu-dhämne || 487 Salute a te. tu che hai trasceso ogni attaccamento. incarnazione dell’essenza di beatitudine eterna e non duale. ho raggiunto lo scopo della mia esistenza. 67 . [grossolane. dhanyo’haà kåtakåtyo’haà vimukto’haà bhava-grahät nityänanda-svarüpo’haà pürëo’haà tvad-anugrahät || 489 Sono beato. sono pienezza e tutto ciò grazie alla tua compassione. la mia mente si è disciolta come un chicco di grandine nel mare. tu che hai raggiunto l’infinito oceano di misericordia. non conosco e non sento più niente. kva gataà kena vä nétaà kutra lénam idaà jagat adhunaiva mayä dåñöaà nästi kià mahad adbhutam || 484 Dove se n’è andato l’universo? Chi l’ha fatto svanire? L’ho appena scorto ed ecco che esso è già sparito. pieno del nettare della suprema beatitudine. simile a concentrati raggi di luna. asamgo’ham anango’ham alimgo’ham abhanguraù praçänto’ham ananto’ham amalo’haà cirantanaù || 490 Sono libero (asamgo’ham) sono al di là del corpo fisico (anango’ham) e da quello sottile (alimgo’ham). sono libero dalla morsa della trasmigrazione. essenza di beatitudine. che cosa dev’essere rifiutato? Che cosa è identico e che cosa è differente? na kiïcid atra paçyämi na çåëomi na vedmy aham svätmanaiva sadänanda-rüpeëäsmi vilakñaëaù || 486 In Esso non vedo. yat-kaöäkña-çaçi-saändra-candrikäpäta-dhüta-bhava-täpaja-çramaù präptavän-aham akhaëòa-vaibhaväänandam ätma-padam akñayaà kñaëät || 488 Con rapido sguardo. sono Atman (svätmanaiva). causato dalle afflizioni del mondo e speditamente mi hai innalzato fino allo stato inalterabile della beatitudine splendente dell’Atman.väcä vaktum açakyam-eva manasä mantuà na vä çakyate svänandämåta-püra-püritaparabrahmämbudher vaibhavam ambho-räçi-viçérëa-värñika-çilä-bhävaà bhajan me manah yasyäàçäàça-lave vilénam-adhunä’nandätmanä nirvrtam || 483 Non posso esprimere con parole. sono tutto ciò che prima ho considerato “questo” e “non questo”. proprio come nel tempo indivisibile e assoluto. sono senz’alcuno altro Signore. mayy akhaëòa-sukhämbhodhau bahudhä viçva-vécayaù utpadyante viléyante mäyä-märuta-vibhramät || 497 Sono l’oceano di illimitata beatitudine ed è in me che le onde senza fine dello universo si formano e si dissolvono nel gioco capriccioso della maya. sono l’essere supremo. sono il soggetto e l’oggetto di esperienza. sono l’essenza della pura conoscenza. sono privo del Mio e dell’Io. sono senza modificazione. 68 . Questo e Quello. che agisce e che gode. sono illimitato. che parla. sarveñu bhüteñvaham-eva saàsthitah jïänätmanä-antar-bahir-äçrayaù san bhoktä ca bhogyaà svayam-eva sarvaà tadyat-påthag-dåñöam idantayä purä || 496 Da solo dimoro quale conoscenza in tutti gli esseri. gli illimitati oggetti grossolani e sottili. sono libero e infinito. sono la conoscenza completa. sono Brahman. sono il loro supporto interno ed esterno. sono [Siva] il distruttore di Pura. quello che non ha paragone. sono al di là dall’agire. sono ciò che oltrepassa tutte le immaginazioni come Io e Tu. affrancato da tutte le attività. eterno presente. sono il testimone di ogni cosa. sono essenza di conoscenza näham-idaà näham-ado’py-ubhayor avabhäsakaà paraà çuddham bähyäbhyantara çünyaà pürëaà brahmädvitéyam-eväham || 493 Non sono “né questo né quello”.akartäham abhoktäham avikäro’ham akriyaù çuddha-bodha-svarüpo’haà kevalo’haà sadä-çivaù || 491 Non sono né l’agente né lo sperimentatore. non ho né un interno né un esterno. nirupamam anädi-tattvaà tvam aham idam ada iti kalpanä-düram nityänandaika-rasaà satyaà brahmädvitéyam-eväham || 494 In verità sono Brahman. immagina erroneamente i cicli. sono la pienezza integrale. che intende. l’ignorante immagina in me. Sono il supremo che illumina entrambi [gli opposti]. per errore. Sono senza nascita e senza morte. sthulädi-bhävä mayi kalpitä bhramäd äropitänusphuraëena lokaiù käle yathä kalpaka-vatsaräyana -åtvädayo niñkala-nirvikalpe || 498 Attraverso la manifestazione delle cose sovrapposte. l’Uno-senza-secondo. sono il Signore. sono il solo. l’Uno-senza-secondo. gli anni i semestri e le stagioni. sono il vincitore di Naraka. sono la realtà sono l’essenza della beatitudine eterna näräyaëo’haà narakäntako’haà puräntako’haà puruño’ham-éçaù akhaëòa-bodho’hamaçeña-säkñé niréçvaro’haà nirahaà ca nirmamaù || 495 Sono Narayana. dåañöuù çrotur vaktuù kartur bhoktur vibhinna eväham nitya-nirantara-niñkriya-nissémäsanga-pürëa-bodhätmä || 492 In verità sono indipendente dall’individualità che vede. sono il sempre benevolo. la essenza incausata. Quello che è Uno. chäyayä spåñöam uñëaà vä çétaà vä suñöhu duùñöhu vä na spåçaty eva yat-kiïcit puruñaà tad-vilakñaëam || 505 Se il caldo e il freddo. io che sono senza organi sensori.äropitaà näçraya-düñakaà bhavet kad-äpi müòhair mati-doña-düñitaiù närdrékarotyüñara-bhümi-bhägaà marécikä-väri mahä-pravähaù || 499 Tutto ciò che è sovrapposto per ignoranza non potrà mai intaccare il sostrato (äropitaà näçraya-düñakaà bhavet). Io che sono la realizzazione della beatitudine assoluta? Ciò viene affermato anche dalla Sruti nel passo “Egli non è più toccato …. come la montagna sono inamovibile. na me dehena sambandho megheneva vihäyasaù ataù kuto me tad-dharmä jägrat-svapna-suñuptayaù || 501 Non ho alcun rapporto con il corpo. è sempre esso che compie le azioni e ne raccoglie i frutti (karmäëi). come l’oceano sono illimitato. sono al di là dell’agire e dal non agire. in che cosa potrebbe essere toccato Lui che è distinto dalla sua ombra? 69 . senza modificazioni e senza forma.”. come può muoversi? puëyäni päpäni nirindriyasya niçcetaso nirvikåter niräkåteù kuto mamäkhaëòa-sukhänubhüter brüte hy-ananvägatam ityapi çrutiù || 504 Come potrei avere merito e demerito. attributi del corpo. In che modo dunque gli stati di veglia. come il sole sono distinto dallo spettacolo che illumino. simile al cielo. il bene e il male potessero per caso sfiorare l’ombra di un individuo. senza mente. (jägrat-svapna suñuptayaù). infinito ed eterno. infine è esso che invecchia e muore. come non lo ha il cielo con le nuvole. sogno e sonno profondo. potrebbero più toccarmi? upädhir-äyäti sa eva gacchati sa eva karmäëi karoti bhunkte sa eva jéryan måiyate sadähaà kulädrivan niçcala eva saàsthitaù || 502 E’ l’attributo sovrapposto che appare e scompare. le piogge torrenziali di un miraggio possono mai bagnare le distese desertiche? äkäçavat kalpa-vidürago’haà ädityavad bhäsya-vilakñaëo’ham ahäryavat nitya-viniçcalo’haà ambhodhivat pära-vivarjito’ham || 500 Come lo spazio etere sono libero dalle impurità. na me pravåttir na ca me nivåttiù sadaika-rüpasya niraàçakasya ekätmako yo nihiòo nirantaro vyomeva pürëaù sa kathaà nu ceñöate || 503 Sono identico a me stesso perché non ho parti. mentre Io rimango immobile come il monte Kula. che cosa ho io da spartire con esse? Io che sono conoscenza assoluta? Le nuvole possono mai scalfire il cielo? 70 . Sono colui che gode. l’ignorante attribuisce i movimenti dell’immagine riflessa all’oggetto [riflettente]. della astuzia. in verità non si applicano mai all’Atman.na säkñiëaà säkñya-dharmäù saàsprçanti vilakñaëam avikäram udäsénaà grha-dharmäù pradépavat || 506 (manca un rigo) Il testimone (säkñiëaà) non è toccato dalle proprietà delle cose perché è distinto da esse. come il fuoco distrugge ogni cosa senza distinzione. kartäpi vä kärayitäpi nähaà bhoktäpi vä bhojayitäpi näham drañöäpi vä darçayitäpi nähaà so’haà svayaà-jyotir-anédåg-ätmä || 508 Io non agisco più. come non lo è l’aria nei confronti della brocca. al Brahman supremo. perche egli è senza modificazioni e indifferente. come ad esempio al sole che è privo di attività. come una lampada che rischiara una stanza non è toccata dalle proprietà di questa. sono il risplendente e trascendente Atman. cento o mille modificazioni. della fruizione. santu vikäräù prakåter-daçadhä çatadhä sahasradhä väpi kià me’sanga-citah na hyambudadambaro‘mbaraà sprçati || 512 Se nella Prakåti avvengono dieci. impassibile Atman intelligenza suprema. non sperimento né faccio sperimentare gli altri. non vedo né faccio vedere gli altri. io non me ne preoccupo perché non sono più toccato dalle sue proprietà. calatyupädhau pratibimba-laulyam aupädhikaà müòha-dhiyo nayanti sva-bimba-bhütaà ravivad viniñ-kriyaà kartäsmi bhoktäsmi hato’smi heti || 509 Quando le sovrapposizioni si muovono. così io sono identico a me stesso. della schiavitù. kartåtva-bhoktåtva-khalatva-mattatäjaòatva-baddhatva-vimuktatädayaù buddher vikalpä na tu santi vastutaù svasmin pare brahmaëi kevale’dvaye || 511 Gli stati transitori della buddhi. jale väpi sthale väpi luöhatveña jaòätmakaù nähaà vilipye tad-dharmaih ghaöa dharmair nabho yathä || 510 Che questo corpo inanimato cada qua o là. per cui afferma: “Sono l’agente dell’azione. raver yathä karmaëi säkñi-bhävo vahner-yathä vä’yasi dahakatvam rajjor yathä’ropita-vastu-samgas tathaiva küöastha-cid-ätmano me || 507 Come il sole è testimone delle azioni degli uomini. come il pezzo di corda è connesso a ciò che gli viene sovrapposto. Sono ahime l’ucciso”. sulla terra o nell’acqua. come quelli dell’azione. della liberazione. né faccio agire gli altri. dell’ubriachezza. dell’inerzia. all’assoluto allo Uno-senza-secondo (brahmaëi kevale’dvaye). dall’immanifesto fino al corpo fisico (avyaktädi sthüla) non è che mera e inconsistente ombra sarvädhäraà sarva-vastu-prakäçaà sarväkäraà sarvagaà sarva-çünyam nityaà çuddhaà niçcalaà nirvikalpaà brahmädvaitaà yat-tad-eväham-asmi || 514 In verità sono questo Brahman non duale. sono non duale. sväräjya-sämräjya-vibhütir-eñä bhavat-kåpä-çré-mahita-prasädät präptä mayä çré-gurave mahätmane namo namaste’stu punar namo’stu || 518 Per il tuo sovrano influsso ho ottenuto la maestà dello splendente [Atman]. sarvätmako’haà sarvo’haà sarvätéto’ham advayaù kevaläkhaëòa-bodho’ham’ änando’haà nirantaraù || 517 Sono universale. per il quale l’intero universo. costante. yatpratyastä çeña-mäyä-viçeñaà pratyag-rüpaà pratyayägamyamänam satya-jïänänantam änanda-rüpaà brahmädvaitaà yat-tad-eväham-asmi || 515 In verità sono questo Brahman non duale. che è al di là della coscienza relativa e infinita beatitudine. niñkriyo’smy-avikäro’smi niñkalo’smi niräkrtiù nirvikalpo’smi nityo’smi nirälambo’smi nirdvayaù || 516 Sono senza attività. che è onnipresente. eterno. senza modificazioni. sono senza parti e senza forma. sono indifferenziato. . sottile come l’etere. immutabile e assoluto. sono tutto. il tuo influsso mi ha svegliato dal sonno e ha salvato me che erravo in un sogno interminabile perduto nella foresta della nascita della decrepitezza e della morte. sono non duale. Salute a te o venerabile guru e grande anima (çré-gurave mahätmane). che assume molteplici forme. sono beatitudine.71 avyaktädi sthüla-paryantam-etad viçvaà yaträbhäsa-mätraà pratétam vyoma-prakhyaà sükñmam-ädyanta-hénaà brahmädvaitaà yat-tad-eväham-asmi || 513 In verità sono questo Brahman non duale (brahmädvaitaà yat-tad-eväham-asmi). sostrato di tutti i fenomeni. che illumina con la sua luce tutto lo spettacolo. che è l’essenza del tutto. sono senza fine. senza inizio e senza fine. sono il solo e sono completa conoscenza. mahä-svapne mäyä-kåta-jani-jarä-mrtyu-gahane bhramantaà kliçyantaà bahula-tara-täpair anudinam ahaàkära-vyäghra-vyathitam-imam atyanta-kåpayä prabodhya prasväpät param avitavän mämasi guro || 519 O mio guru. che trascende tutte le differenziazioni della maya. creazione di maya – me che ero da lungo tempo tormentato dalle afflizioni e perseguitato dalla tigre dell’Io. puro. sono in tutti. sono senza supporto. né a quella della sofferenza. potrà preferirne una dipinta? asat-padärthänubhavena kiïcit na hyasti tåptir na ca duùkha-häniù tad-advayänanda-rasänubhütyä trptaù sukhaà tiñöha sadätma-niñöhayä || 524 La percezione dei dati non reali. non è altro che Brahman. dimora felice nell’identità con il reale Atman. svam eva sarvathä paçyan manya-mänaù svam advayam svänandam anubhujnänaù kälaà naya mahämate || 525 Contempla l’Atman non duale. potrebbe sollecitare l’intelletto del discepolo se non Brahman? kastäà paränanda-rasänubhütim utsrjya çünyeñu rameta vidvän candre mahälädini dépyamäne citrendum älokayituà ka icchet || 523 Un saggio discepolo potrà mai rifiutare la suprema beatitudine per l’illusorio godimento degli oggetti della maya? Quando la luna risplende nella sua pienezza chi. allora. Dopo aver realizzato l’essenza non duale beatitudine. raggiungendo la suprema pace. akhaëòa-bodhätmani nirvikalpe vikalpanaà vyomni purah-prakalpanam tad-advayänanda-mayätmanä sadä çäntià paräm etya bhajasva maunam || 526 Nell’Atman indifferenziato. Chi è colui che avendo occhi non riconosce tutte le forme come espressioni della stessa argilla? Che cosa.72 namas tasmai sad-ekasmai namaç cinmahase muhuh yad etad viçva-rüpeëa räjate guru-räja te || 520 Salute a te o principe dei guru. realizzata la verità e la beatitudine dell’Atman e con il cuore ricolmo di gratitudine. che ti sveli in quanto universo. perciò. insensibile al suo incanto. di fronte a te io mi prosterno. che sei eternamente costante. . la nozione di distinzione è come un castello sospeso nell’aria. rimani nel silenzio e in identità con la beatitudine del non duale Atman. iti natam-avalokya çiñya-varyaà samadhigatätma-sukhaà prabuddha-tattvam pramudita-hådayaà sa deçikendraù punar-idam-äha vacaù paraà mahätmä || 521 Quando il degno discepolo. essendo una serie ininterrotta di percezioni di Brahma. conoscenza completa. tu che sei indefinibile grandezza. questi ancora una volta si espresse con le seguenti sublimi parole: brahma-pratyaya-santatir jagad-ato brahmaiva sat-sarvataù paçyädhyätma-dåçä praçänta-manasä sarväsvavasthäsvapi rüpäd-anyad-avekñitaà kim-abhitaç cakñuñmatäà vidyate tad-vad brahma-vidaù sataù kim-aparaà buddher-vihäräspadam || 522 L’universo. s’inchinò riverente davanti al nobile guru. o grande anima e godi la beatitudine per tutto (sarvathä) il tempo (kälaà) che ti rimane. non porta né all’estinzione dei desideri. Quindi in ogni circostanza osserva questo universo con l’occhio dell’illuminazione e mantieni la tua mente serena. si rivela quando i retti mezzi di conoscenza sono presenti. né da condizioni di purezza [esteriore]. vive sempre nella pace. Così il conoscitore del Brahman realizza che egli stesso è Brahman. in identita con il Brahman si svela costantemente la beatitudine non duale. delle posizioni. bhänuneva jagat sarvaà bhäsate yasya tejasä anätmakam asat tucchaà kià nu tasyävabhäsakam || 534 Chi in verità potrebbe svelare Quello il cui splendore. devadatto’ham-ity-etad-vijïänaà nirapekñakam tadvad brahmavido’pyasya brahmäham-iti vedanam || 533 L’affermazione “Io sono Devadatta” rimane indipendente da ogni condizione. che è compiuto nell’Atman. gacchaà-stiñöhan-upaviçan çayäno vänyathäpi vä yathecchayä vased vidvän ätmärämaù sadä muniù || 529 Il Muni. verità imperitura. non si preoccupa più del luogo.tüñëém-avasthä paramopaçäntih buddher asatkalpa-vikalpa-hetoù brahmätmanä brahma-vido mahätmano yaträdvayänanda-sukhaà nirantaram || 527 La mente. degli oggetti di meditazione. In verità questa è la suprema serenità in cui. sia che agisca sia che non agisca. causa di false nozioni. na deça-kälä-sana-dig-yamädilakñyädyapekñäpratibaddha-våtteù saàsiddha-tattvasya mahätmano’sti svavedane kä niyamädyavasthä || 530 La grande anima che ha realizzato la perfetta verità e la cui mente è libera da condizionamenti. che si muova o che stia fermo o in qualunque altra condizione. a quale disciplina occorre sottomettersi? ghaöo’yam iti vijïätuà niyamaù ko’nvavekñate vinä pramäëa-suñöhutvaà yasmin sati padärtha-dhéù || 531 “Questa è una brocca”: per comprendere ciò quale osservanza bisogna seguire se non quella di avere lo strumento di conoscenza esente da errori? Solo così si può conoscere l’oggetto. del tempo. fa apparire l’universo così evanescente. dell’orientazione. diventa perfettamente calma nel Saggio che ha conosciuto Brahman. Esso non dipende dal luogo (na desam) né dal tempo (napi va kalam). simile a quello del Sole. delle osservanze. Per svelare il Sé. ayam ätmä nitya-siddhaù pramäëe sati bhäsate na deçaà näpi kälaà na çuddhià väpy apekñate || 532 Questo Atman. non reale e privo di valore assoluto se non Quello? 73 . nästi nirväsanät maunät paraà sukhakåd-uttamam vijïätätma-svarüpasya svänanda-rasa-päyinaù || 528 Per colui che ha realizzato la sua propria natura e l’essenza della beatitudine dell’Atman non vi è niente di più esaltante della quiete silenziosa che sopravviene all’estinzione delle vasana. con un pezzo di stoffa o ancora con una pelle di animale. dal potere illimitato. dig-ambaro väpi ca sämbaro vä tvag-ambaro väpi cid-ambara-sthaù unmattavad väpi ca bälavad vä piçäcavad väpi caraty avanyäm || 541 Vivendo nella coscienza assoluta. egli percorre il mondo vestito della sua stessa nudità. simile al bambino. è libero dagli oggetti sensoriali. il comportamento di un uomo privo di ragione. na khidyate no viñayaiù pramodate na sajjate näpi virajyate ca svasmin sadä kréòati nandati svayaà nirantaränanda-rasena tåptaù || 537 Soddisfatto dell’infinita essenza di beatitudine. così. il suo vestiario è tale che non necessita di essere lavato e asciugato. Egli vive libero e indipendente. se ne va ramingo e godendo del supremo Brahman. egli [il Saggio] non è né aflitto né inebriato. dimenticando le nozioni di “Io” e “Mio” il saggio rimane felice.veda-çästra-puräëäni bhütäni sakalänyapi yenärthavanti taà kin nu vijïätäraà prakäçayet || 535 Chi mai potrebbe illuminare l’eterno soggetto. dormendo senza paura nei campi di cremazione o sotto gli alberi delle foreste. è trascendente la cognizione empirica. kñudhäà deha-vyathäà tyaktvä bälaù kréòati vastuniù tathaiva vidvän ramate nirmamo nirahaà sukhé || 538 Come il bambino si trastulla con i suoi giocattoli dimenticando la fame e il dolore fisico. i conoscitori del Brahman si liberano da tutte le schiavitù e vivono un esistenza gloriosa. il suo letto è la nuda terra e con il Vedanta quale strada maestra. per mezzo del quale i Veda. Realizzandolo. rimane nel suo corpo fisico senza mai identificarsi con esso e come si presentano. né attratto né avverso agli oggetti dei sensi. Egli assume. vimänam älambya çaréram etad bhunakty açeñän viñayän upasthitän parecchayä bälavad ätma-vettä yo’vyakta-limgo’nanuñakta-bähyaù || 540 Egli non porta alcun segno distintivo. accoglie e lascia scorrere gli eventi suscitati dal desiderio di altri in modo innocente. i Purana e gli stessi esseri viventi assumono significato se non lo stesso [Brahman]? eña svayaàjyotir ananta-çaktir ätmä’prameyaù sakalänubhütiù yam-eva vijïäya vimukta-bandhah jayatyayaà brahmavid uttamottamaù || 536 L’Atman autorisplendente. oppure quello di un bambino. secondo le circostanze. o quello di un fenomeno. 74 . cintä-çünyam adainya-bhaikñam açanaà pänaà sarid-väriñu svätantryeëa niramkuçä-sthitir abhér nidrä çmaçäne vane vastraà kñälana-çoñaëädir ahitaà dig-västu çayyä mahé saïcäro nigamänta-véthiñu vidäà kréòä pare brahmaëi || 539 Il saggio perfetto si disseta con l’acqua dei fiumi ed elemosina il cibo senza ansia né umiliazioni. ma gioisce nel Sé. gli Sastra. per quanto esso conosca ogni cosa. può vagare qua e là o rimanere immobile come un pigro pitone. egli è completo nel Sé e nella totalità. né bene né male possono toccare questo conoscitore del Brahman che si è liberato persino dalla nozione del corpo. privo di aiuto possiede ogni potere: non gode degli oggetti. egli non cessa mai di gustare in sé stesso la saggezza e la beatitudine suprema. cadono nell’illusione. tadvad dehädi-bandhebhyo vimuktaà brahma-vittamam paçyanti dehivan müòhäù çaréräbhäsa-darçanät || 549 Attribuendo altresì un corpo fisico al perfetto conoscitore del Brahman. qualche volta si concede una benevola espressione. rimane inattivo. ma rimane sempre soddisfatto. si commette ugualmente lo stesso errore: si vedono solo le apparenze. açaréraà sadä santam imaà brahma-vidaà kvacit priyäpriye na spåçatas tathaiva ca çubhäçubhe || 546 Né piacere né dolore. a colui che si è liberato da tutte le schiavitù della forma. kvacin müòho vidvän kvacid-api mahäräjavibhavaù kvacid bhräntaù saumyaù kvacid ajagaräcära-kalitaù kvacit pätré-bhütaù kvacid avamataù kväpy aviditaù caraty evaà präjïaù satata-paramänanda-sukhitaù || 543 Lo si può prendere a volte per un insensato o per un Saggio oppure può vestirsi di splendore regale. api kurvan-na-kurväëaç cäbhoktä phalabhogyapi çaréry apy açaréry eña paricchinno’pi sarvagaù || 545 Benché agisca. Per quanto possa essere rispettato oppure insultato o ancora ignorato. Essi. benché sperimenti il frutto delle passate azioni non è toccato da queste pur avendo un corpo di carne non si identifica con esso pur essendo limitato è onnipresente. ma ciò non è vero.75 kämän-ni kämarüpé saàç-caraty ekacäro muniù svätmanaiva sadä tuñöaù svayaà sarvätmanä sthitaù || 542 Il Saggio. . nirdhano’pi sadä tuñöo’py asahäyo mahäbalaù nitya-tåpto’py abhuïjäno’py asamaù samadarçanaù || 544 Niente possiede e tuttavia e sempre pago. gode all’occasione gli oggetti dei sensi ma. che vive nella solitudine. sthülädi-sambandhavato’bhimäninaù sukhaà ca duùkhaà ca çubhäçubhe ca vidhvasta-bandhasya sadätmano muneù kutaù çubhaà väpy açubhaà phalaà vä || 547 Piacere e dolore bene e male possono toccare solo il corpo fisico e quello sottile ma come possono aver presa su colui che ha spezzato le catene di tutte le schiavitù e si è realizzato come reale Atman? tamasä grastavad-bhänäd agrasto’pi ravir janaiù grasta ityucyate bhräntyäà hyajïätvä vastu-lakñaëam || 548 Gli ignoranti credono che il Sole sia inghiottito da Rahu. dato che ha realizzato lo stato del non desiderio. non conoscendo la vera natura del Sole. guarda tutto e tutti con l’occhio dell’equanimità. pur senza pari. çailüño veña-sadbhäväbhävayoç ca yathä pumän tathaiva brahmavit çreñöhaù sadä brahmaiva näparaù || 556 Come l’attore che. prärabdha-karma-parikalpita-väsanäbhiù saàsärivat carati bhuktiñu mukta-dehaù siddhaù svayaà vasati säkñivad-atra tüñëéà cakrasya mülam-iva kalpa-vikalpa-çünyaù || 552 Affrancato dalla nozione del corpo. 76 . così il corpo dell’asceta che ha realizzato Brahman può seccarsi e cadere in qualsiasi luogo. così il Saggio si spoglia del suo proprio corpo. sembra comportarsi. sospinto solo dalla forza del prana. naivendriyäëi viñayeñu niyumkta eña naiväpayumkta upadarçana-lakñaëasthaù naiva kriyä-phalam apéñad avekñate sa svänanda-sändra-rasa-päna-sumatta-cittaù || 553 Egli non dirige più i sensi verso gli oggetti. in cui sempre era stato. né li distacca da questi. Uno-senza-secondo (nirdvayam). perché il fuoco della conoscenza l’ha già ridotto in cenere. yatra kväpi viçérëaà parëam-iva taror vapuù patatät brahmé-bhütasya yateù präg-eva hi tad cidagninä dagdham || 557 Come una foglia secca va dove il vento la trasporta. ma rimane indifferente osservatore: né ancora si preoccupa dei risultati delle sue azioni perché la sua mente ha bevuto il puro elisir della beatitudine dell’Atman. il Saggio in conseguenza del suo prarabdha karma. per quanto indossi o si tolga il costume del personaggio che interpreta. lakñyälakñya-gatià tyaktvä yas-tiñöhet kevalätmanä çiva eva svayaà säkñäd-ayaà brahma-vid-uttamaù || 554 Egli non tiene conto neanche della meditazione. strotasä néyate däru yathä nimnonnata-sthalam daivena néyate deho yathä-kälopabhuktiñu || 551 Come un pezzo di legno è trasportato dalla corrente verso l’una o l’altra sponda del fiume. Ma in realtà egli vive nella guaina carnale senza esserne toccato.ahir nirlvayanéà väyaà muktvä dehaà tu tiñöhati itas tataç cälyamäno yat kiïcit präëaväyunä || 550 Come un serpente cambia la pelle. non cambia la sua identità. jévanneva sadä muktaù kåtärtho brahma-vittamaù upädhi-näçäd brahmaiva sad-brahmäpyeti nirdvayam || 555 Con la distruzione di tutte le sovrapposizioni (upädhi) il perfetto conoscitore del Brahman si immerge in Brahman. immobile come l’asse della ruota del vasaio. come colui che è sottomesso alla legge della trasmigrazione. perché è Çiva perché è il migliore dei conoscitori del Brahman (brahma-vid-uttamaù). in mezzo ai vari oggetti sensoriali. così il corpo del Saggio trasportato dagli impulsi delle azioni passate sperimenta i molteplici effetti man mano che vengono a maturazione. così il perfetto conoscitore del Brahman rimane sempre e comunque Brahman. conservando l’attitudine dell’impassibile testimone. così nella stessa vita diviene libero (jévanneva sadä muktaù) e soddisfatto (kåtärtho). perché è Atman. nel supremo Atman. non dipende più dalle condizioni del tempo. è risolto dal fuoco della conoscenza. La liberazione (mokño) si ottiene quando sono estirpati tutti gli attaccamenti (hådaya-granthi) che sono frutto dell’ignoranza (avidyä) kulyäyäm atha nadyäà vä çiva-kñetre’pi catvare parëaà patati cet tena taroù kià nu çubhäçubham || 560 Se una foglia cade in un ruscello. realtà assoluta e divina beatitudine. buono o cattivo. volendo indicare la vera natura della Atman utilizza questa espressione: Esso è unità di conoscenza (prajïanaghana). essa non tocca minimamente l’Atman. in un luogo consacrato a Siva o in un incrocio qualunque. avinäçé vä are’yam ätmeti çrutir ätmanaù prabravéty avinäçitvaà vinaçyatsu vikäri ñu || 563 Il passo della Sruti (successivo IV.13). che vive sempre in Brahman e nel non duale fatto di piena beatitudine. dehasya mokño no mokño na daëòasya kamaëòaloù avidyä-hådaya-granthi-mokño mokño yatas tataù || 559 Con la sola morte del corpo non vi è liberazione. IV. . come non vi è liberazione abbandonando [semplicemente] il bastone e la scodella dell’acqua. non perisce. i prana. un filo d’erba. dei prana o della mente è simile alla caduta delle foglie.V. può aversi per l’albero? patrasya puñpasya phalasya näçavad dehendriya-präëa-dhiyäà vinäçaù naivätmanaù svasya sadätmakasya änandäkåter våkñavad asta eñaù || 561 La distruzione del corpo. compresi il corpo. mia cara. gli organi sensori. quale effetto. un chicco di riso. è davvero indistruttibile. degli organi sensori. così il mondo oggettivo. carne e impurità (corpo). un tronco d’albero. un cumulo di bucce sono ridotti dal fuoco in un medesimo mucchio di cenere. Fa allusione al Sé eterno di contro alle cose periture e soggette alle modificazioni (vikarisu). in un grande fiume. quale reale Atma. luogo perché ha abbandonato l’ammasso di pelle. dei fiori o dei frutti.14): Questo Atman.77 sadätmani brahmaëi tiñöhato muneù pürëädvayänanda-mayätmanä sadä na deça-kälädyucita-pratékñä tvan-mäàsa-viöpiëòa-visarjanäya || 558 Il Muni. mentre parla di distruzione delle sovrapposizioni (upädhi). prajïana-ghana ity ätma-lakñaëaà satya-sücakam anüdya-upädhi-kasyaiva kathayanti vinäçanam || 562 La Sruti (Brhadaranyaka Up.V. il manas. il quale al pari dell’albero. päñäëa-våkña-tåëa-dhänya-kaöämbarädyäh dagdhä bhavanti hi mrdeva yathä tathaiva dehendriyäsu-mana ädi samasta-dåçyaà jïänagni-dagdham upayäti parätma-bhävam || 564 Come una pietra. non esiste nella corda. diviene tutto uno con l’Atman (ätmanyätmavin muniù). Ma tale realtà è imperitura assoluta conoscenza. la cui natura non subisce cambiamento. l’acqua che si versa nell’acqua diventano una cosa sola. così l’asceta. l’olio che si versa nell’olio. sadätmaikatva-vijïäna-dagdhävidyädi-varñmaëaù amuñya brahma-bhütatväd brahmaëaù kuta udbhavaù || 569 Realizzando l’identità dell’Atman con il Brahman. ma la Sruti esclude la dualità. così questo spettacolo-universo (dåçyaà) svanisce (léyate) nel Brahman. non esistono in realtà nell’Atman. distinte dalla luce. ghaöe nañöe yathä vyoma vyomaiva bhavati sphuöam tathaivopädhi-vilaye brahmaiva brahmavit svayam || 566 Come un vaso che si rompe lascia l’aria racchiusa libera di unirsi all’aria esterna. svelandosi così come lo stesso Brahman. 78 . egli dissolve i suoi tre corpi frutto dell’ignoranza. kñéraà kñére yathä kñiptaà tailaà taile jalaà jale saàyuktam ekatäà yäti tathätmanyätmavin muniù || 567 Come il latte.vilakñaëaà yathä dhväntaà léyate bhänu-tejasi tathaiva sakalaà dåçyaà brahmaëi praviléyate || 565 Come le tenebre. create dal gioco della maya. che ha realizzato l’Atman. la non-dualità di Brahman verrebbe infirmata. come si sovrappongono le nuvole al sole. ävåteù sad-asattväbhyäà vaktavye bandha-mokñaëe nävåtir brahmaëaù käcid anyäbhäväd anävåtam yadyastyadvaitahäniù syäd dvaitaà no sahate çrutiù || 571 Possiamo avere Schiavitù e liberazione solo di fronte alla presenza o assenza di uno schermo velante. evaà videha-kaivalyaà san-mätratvam akhaëòitam brahma-bhävaà prapadyaiña yatir nävartate punaù || 568 Avendo [stabilizzato] la coscienza di là dal corpo (videha). ma uno schermo di tal genere come potrebbe esserci in riguardo al Brahman non duale? Se ci fosse. si dissipano nello splendore del Sole. egli raggiunge l’isolamento (kaivalyaà) quindi l’identità con Brahman (brahma-bhävaà). unità non-duale e libera. così la distruzione degli upadhi (upadhivilaye) lascia libero il conoscitore del Brahman (brahmavitsvayam) di unirsi al Brahman. bandhaç ca mokñaç ca mrñaiva müòhäh buddher guëaà vastuni kalpayanti dågävåtià megha-kåtäà yathä ravau yato’dvayä’samga-cidetad-akñaram || 572 Schiavitù e liberazione sono attributi della buddhi che l’ignorante sovrappone alla realtà. sfuggendo alla trasmigrazione. Ora il Brahman come potrà nascere? mäyä-klåptau bandha-mokñau na staù svätmani vastutaù yathä rajjau niñkriyäyäà sarpäbhäsa-vinirgamau || 570 Schiavitù e liberazione. come l’illusorio serpente che appare e scompare. l’idea dell’esistenza o non esistenza della schiavitù è attribuita alla buddhi. serena. che hanno purificato la mente. che apprezzano la Sruti [possano tali ricercatori] stimare salutare questo insegnamento. senza impurità. il coronamento dei Veda. Essa non appartiene alla realtà eterna atas-tau mäyayä klåptau bandha-mokñau na cätmani niñkale niñkriye çänte niravadye niraïjane advitéye pare tattve vyomavat kalpanä kutaù || 574 Perciò schiavitù e liberazione sono create dal gioco della maya. con il suo permesso. hitam-idam upadeçamädriyantäà vihita-nirasta-samasta-citta-doñäù bhava-sukha-viratäù praçänta-cittäù çruti-rasikä yatayo mumukñavo ye || 580 Possano i ricercatori che si consacrano alla liberazione. la realtà suprema. né alcuno che è imprigionato. che hanno la mente pacificata. si prosternò ai suoi piedi e poi. ityäcäryasya çiñyasya saàvädenätma-lakñaëam nirüpitaà mumukñüëäà sukha-bodhopapattaye || 579 Così per mezzo di questo dialogo tra Maestro e discepolo. che hanno trasceso i godimenti del mondo. gurur-esa sadänanda-sindhau nirmagna-mänasaù pävayan vasudhäà sarväà vicacära nirantaraù || 578 E il maestro con la mente assorta nell’oceano dell’essere e della beatitudine riprese il suo peregrinare per benedire il mondo intero con la conoscenza assoluta. iti çrutvä guror väkyaà praçrayeëa kåtänatiù sa tena samanujïäto yayau nirmukta-bandhanaù || 577 Il discepolo avendo ascoltato le parole del maestro e mosso da un sentimento di venerazione. non riguardano l’Atman. l’Uno senza secondo nel quale non vi è limitazione come [non vi è limitazione] nell’integrale etere infinito na nirodho na cotpattir na baddho na ca sädhakaù na mumukñur na vai mukta ityeñä paramärthatä || 575 Così non esiste né morte né nascita. oggi ho ripetutamente rivelato a te. questo supremo e profondo segreto. ti ho svelato l’essenza del Vedanta. esente da ogni attività. Questa è la suprema verità. sakala-nigama-cüòäsvänta-siddhänta-guhyaà param-idam-ati-guhyaà darçitaà te mayädya apagata-kali-doñaà käma-nirmukta-buddhih tadatulamasakåt tväà bhäva yedam mumukñum || 576 Poiché ti sei purgato da tutte le impurità di questa oscura età e affrancato da tutti i desideri. senza parti. la natura dell’Atman è stata svelata per facilitare la meta ai ricercatori della liberazione.astéti pratyayo yaç ca yaç ca nästéti vastuni buddher-eva guëävetau na tu nityasya vastunaù || 573 Dalla prospettiva della realtà. liberato ormai dalla schiavitù. come ad un mio proprio figlio. non esiste liberazione né discepolo che cerca la liberazione. che osservino i metodi prescritti. 79 . né alcuno che è combattuto. si allontano per la sua strada. 80 saàsärädhvani täpabhänu-kiraëa-prodbhüta-dähavyathäkhinnänäà jala-kämkñayä marubhuvi bhräntyä paribhrämyatäm atyäsanna-sudhämbudhià sukhakaraà brahmädvayaà darçayat yeñä çamkara-bhäraté vijayate nirväëa-sandäyiné || 581 A coloro che nel samsara sono afflitti dai cocenti dolori e dalle sofferenze provocati dal triplice fiore [adhyatmika: afflizioni psicofisiche. a coloro che nell’arido e tenebroso deserto dell’illusione vagano in cerca di acqua pura. || iti çankaräcärya-viracitaà vivekacüòämaëi || Qui finisce il gran gioiello della discriminazione di ñré ñankaräcärya . Quelli che lo sperimenteranno saranno liberati e godranno il vivificante oceano di nettare del Brahman. adhidaivika: afflizioni che provengono da esseri non umani. adhibhautika: afflizioni provocate dai nostri simili]. viene offerto questo glorioso messaggio di Sankara. l’Uno senza secondo.
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