UNI 11018_2003 Rivestimenti e Sistemi Di Ancoraggio Per Facciate Ventilate

June 3, 2018 | Author: Simona Santostasi | Category: Building Engineering, Manmade Materials, Building Materials, Industries, Engineering


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Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate aNORMA ITALIANA montaggio meccanico UNI 11018 Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione Rivestimenti lapidei e ceramici GENNAIO 2003 Cladding and anchoring systems for back ventilated external enclosures of buildings Instructions for the design, installation and maintenance Ceramic and stone cladding CLASSIFICAZIONE ICS 91.060.99 SOMMARIO La norma indica i procedimenti per una corretta progettazione, esecuzione e manutenzione dei sistemi di collegamento a supporto dei rivestimenti di facciata a montaggio meccanico. Esse si basano sulle soluzioni tecniche che l’esperienza decennale ha oramai consolidato. RELAZIONI NAZIONALI RELAZIONI INTERNAZIONALI ORGANO COMPETENTE Commissione "Prodotti e sistemi per l’organismo edilizio" RATIFICA Presidente dell’UNI, delibera del 24 luglio 2002 UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione Via Battistotti Sassi, 11B 20133 Milano, Italia © UNI - Milano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto dell’UNI. Gr. 17 UNI 11018:2003 Pagina I PREMESSA La presente norma è stata elaborata dalla Commissione "Prodotti e sistemi per l’organismo edilizio" dell’UNI, nell’ambito del Gruppo di lavoro 9 "Prestazioni dei rivestimenti di parete a montaggio meccanico" della Sottocommissione 3 "Rivestimenti di pavimenti, plafoni e pareti". La Commissione Centrale Tecnica dell’UNI ha dato la sua approvazione il 20 giugno 2002. Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o di aggiornamenti. È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti. Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi. Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso. Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa. UNI 11018:2003 © UNI Pagina II INDICE 0 INTRODUZIONE 1 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 1 2 RIFERIMENTI NORMATIVI 2 3 TERMINOLOGIA 3 figura 1 Ancoraggio a montaggio meccanico: esempio di morsetto a squadretta regolabile per lapidei .............................................................................................................................................................. 5 figura 2 Tipologie di facciate: esempio di facciata ventilata in lastre ceramiche .................................. 10 figura 3 MATERIALI E COMPONENTI 10 Generalità................................................................................................................................................... 10 Pareti ed elementi tecnici di supporto......................................................................................... 13 Esempio di fuori piombo ammissibile A) Totale, B) Locale nell'ipotesi di L < H ................... 16 figura 4 4 4.1 4.2 4.3 Esempio di fuori complanarità ammissibile A) Totale, B) Locale nell'ipotesi di H < L .............................................................................................................................................................. 16 Materiali per il sistema di ancoraggio ......................................................................................... 16 Sistema di classificazione degli acciai inossidabili ......................................................................... 16 prospetto 1 prospetto 2 prospetto 3 Sistema di classificazione degli acciai non inossidabili per uso strutturale ........................... 17 prospetto 4 Sistema di classificazione delle leghe di alluminio ......................................................................... 18 prospetto 5 Indicazioni di massima sulle possibilità di accoppiamento tra materiali ................................. 19 prospetto 6 Caratteristiche tecniche delle principali leghe utilizzate ............................................................... 20 4.4 figura 5 figura 6 figura 7 prospetto 7a prospetto 7b figura 8 figura 9 prospetto 8 prospetto 9 prospetto 10 prospetto 11 prospetto 12 prospetto 13 prospetto 14 prospetto 15 4.5 4.6 Prestazioni degli acciai inossidabili in funzione dell'ambiente (estratto dalla UNI ENV 1993-1-4) .................................................................................................................................. 17 Componenti del sistema di ancoraggio...................................................................................... 20 Tasselli a gabbietta e a calza per carichi elevati nel mattone forato........................................ 21 Tasselli chimici e ad espansione meccanica per carichi elevati nel calcestruzzo ............... 22 Tasselli ad espansione metallici e plastici nel mattone semipieno ........................................... 22 Classificazione della viteria .................................................................................................................... 23 Classificazione della bulloneria ............................................................................................................. 23 Profili metallici della sottostruttura: sezioni correnti adottate ...................................................... 24 Staffe, squadrette e grappe: geometrie ricorrenti ........................................................................... 25 Prodotti per la coibentazione termica ......................................................................................... 25 Caratteristiche tecniche indicative di alcuni materiali per la coibentazione ........................... 25 Prodotti di rivestimento ....................................................................................................................... 26 Confronto dei pesi massimi per i prodotti di rivestimento [in kg/m2] ........................................ 26 Coefficienti di sicurezza in sezione corrente e agli ancoraggi.................................................... 28 Coefficienti di riduzione empirici in sezione corrente e agli ancoraggi .................................... 28 Caratteristiche tecniche indicative dei materiali lapidei ................................................................ 28 Coefficienti di sicurezza in sezione corrente e agli ancoraggi.................................................... 30 Classificazione dei materiali ceramici secondo le norme UNI EN ............................................ 30 Caratteristiche tecniche indicative dei materiali ceramici utilizzati in facciata ventilata ..... 30 5 5.1 5.2 5.3 ATTREZZATURE 30 Utensili ......................................................................................................................................................... 30 Attrezzi ......................................................................................................................................................... 31 Macchine .................................................................................................................................................... 31 6 6.1 6.2 ISTRUZIONI PER LA PROGETTAZIONE 31 Agenti sollecitanti e verifica di resistenza ................................................................................. 31 Scelta del sistema di ancoraggio .................................................................................................. 33 UNI 11018:2003 © UNI Pagina III prospetto 16 6.3 prospetto 17 figura 10 figura 11 6.4 Tabella di combinazione ......................................................................................................................... 35 Progettazione del sistema di ancoraggio ................................................................................. 35 Ampiezza minima dei giunti di dilatazione ........................................................................................ 35 Ipotesi semplificativa di calcolo di una squadretta ......................................................................... 36 Inserto di resina per la rottura del ponte termico ............................................................................ 37 Progettazione termoigrometrica .................................................................................................... 37 Esempi di diverse collocazioni dei montanti rispetto allo strato di coibentazione ............... 38 figura 12 prospetto 18 figura 13 Posizione della tenuta all'acqua per lastre montate a giunto chiuso - Sezione orizzontale .................................................................................................................................................. 40 figura 14 Posizione della tenuta all'acqua per lastre montate a giunto aperto - Sezione orizzontale ................................................................................................................................................... 40 figura 15 Superficie aperta pari all’1,3% del totale ........................................................................................... 41 figura 16 Superficie aperta pari al 2,6% del totale............................................................................................ 41 figura 17 figura 18 Terminali d'ancoraggio ............................................................................................................................ 45 figura 19 Inserti sul retro............................................................................................................................................ 45 figura 20 Esempio di rivestimento lapideo naturale ad inserti sul retro con sottostruttura a montanti e traversi - Sezione verticale corrente ............................................................................ 46 figura 21 Esempio di rivestimento lapideo rinforzato ad inserti sul retro con sottostruttura a montanti e traversi - Sezione verticale alla partenza ................................................................... 46 Calcolo dello spessore della lama d'aria e della sezione totale delle aperture di ventilazione ................................................................................................................................................ 39 Progettazione della tenuta all'acqua ........................................................................................... 39 6.5 6.6 Progettazione delle lastre lapidee ................................................................................................ 41 6.7 Dimensioni significative per un fissaggio realizzato con pioli applicati alle teste della lastra ............................................................................................................................................................. 43 Progettazione delle lastre ceramiche ......................................................................................... 46 Terminali d'ancoraggio a vista e terminali inseriti in fresate sulle teste della lastra ........... 47 Tipi di inserto sul retro, con e senza azione di pre-contrasto ..................................................... 48 Anzianità dei dati storici ..................................................................................................................... 49 Anzianità minima dei dati storici ........................................................................................................... 49 Redazione del progetto esecutivo ................................................................................................ 49 figura 22 figura 23 prospetto 19 figura 24 Esempio di rivestimento in cotto con terminali d'ancoraggio a scomparsa e soli montanti - Sezione verticale su davanzale ....................................................................................... 53 figura 25 Esempio di rivestimento ceramico con terminali d'ancoraggio a vista e soli montanti Sezione orizzontale corrente ................................................................................................................ 53 6.8 6.9 6.10 prospetto 20 prospetto 21 prospetto 22 6.11 7 7.1 7.2 Esempi di errori da evitare ............................................................................................................... 54 Errori relativi al sistema di ancoraggio e problemi conseguenti ................................................ 54 Errori relativi ai pannelli lapidei e problemi conseguenti .............................................................. 55 Esempi di attività da svolgere ......................................................................................................... 55 Attività da svolgere ................................................................................................................................... 55 ISTRUZIONI PER L'ESECUZIONE ED IL CONTROLLO DI QUALITÀ 55 Progetto operativo ................................................................................................................................. 55 Esempio 1: Montaggio su sottostruttura portante tramite inserti ................................. 56 Esempi di montaggi su sottostruttura portante con inserti .......................................................... 59 Esempio 2: Montaggio su parete continua con morsetti applicati sulle teste ....... 62 figura 26 figura 27 Esempi di morsetti applicati sulle teste, sostegni inferiori della prima riga di lastre in facciata ......................................................................................................................................................... 63 figura 28 Esempi di morsetti applicati sulle teste, sostegni intermedi tra righe di lastre successive .................................................................................................................................................. 65 figura 29 Esempi di morsetti applicati sulle teste, sostegni superiori dell'ultima riga di lastre di facciata ......................................................................................................................................................... 66 figura 30 7.3 7.4 Tolleranze indicative di installazione .......................................................................................... 67 Diagramma dello scostamento ammissibile per la verticalità (fuori piombo) ........................ 67 UNI 11018:2003 © UNI Pagina IV ...................................................................................... 67 figura 32 Esempio di lippage ................................................................................................................................. 78 Mezzi di movimentazione e sollevamento.............................................................................................................................................................................................................. 70 Traversi affogati nel calcestruzzo con morsetti a squadretta ... 74 9 9.................... 75 Computo metrico estimativo ............................................................................................................................. 76 Ponteggi ..............................................................................................................................................4 9......................................................................................................................................... 74 Disegni di contratto .................................................. 72 Tecniche di controllo e collaudo ..........................................................3 9............... 73 Repertorio delle cause di degrado imputabili ad errori di progettazione e/o esecuzione ................................................................ 68 prospetto 23 prospetto 24 figura 33 figura 34 figura 35 figura 36 7............................................................................................................................3 Esempi di errori da evitare ...... 71 Esempio di sottostruttura a montanti e traversi con morsetti a squadretta ................................................................................................... montati su montanti ..........................................................................................................................................................................6 10........................................................................................... 68 Errori e problemi conseguenti ......... 75 Programma lavori ............................................................... 73 Programma di manutenzione ordinaria e straordinaria . 69 Traversi con clip a scatto in fresate inclinate e contrapposte ....................................................................... 71 Esempio di traversi angolari continui con linguette..................................................4 10................... 72 Repertorio delle cause naturali di degrado .............................................. 75 Tecniche diagnostiche ....................5 10.....................5 7............................... 72 8............. 75 10 10........................................ 77 Imballo ...................... 77 Magazzinaggio .......................... 70 Piano dei controlli di qualità e dei collaudi ..............................................................................4 ISTRUZIONI PER LA MANUTENZIONE 72 Acquisizione dei dati originali di progetto ed esecuzione .............................3 10.................................................................................7 7.......................................... 78 Minimizzazione del disturbo all'utenza ....... 74 Capitolato speciale .................................................................6 7................... 68 Esempi di attività da svolgere ...................................1 8................. 75 Elenco prezzi ............................................................. 77 Trasporto ..............................................................2 9...................................................................................................figura 31 Diagramma dello scostamento ammissibile per l'orizzontalità (fuori livello) .....................................2 10......................................................................................2 8..............................................5 9....................................... 69 Attività da svolgere ..............8 8 8........6 REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTRATTUALI 74 Contratto ....................................1 9.......................................................8 INDICAZIONI PER IL CANTIERE E LA GESTIONE 75 Tecniche di rilievo ........................1 10.................................................................................................................................7 10.............................................................. 78 UNI 11018:2003 © UNI Pagina V ...... UNI 11018:2003 © UNI Pagina VI . l'esecuzione e la manutenzione dei rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio meccanico ed è dedicata ai rivestimenti di materiale lapideo o ceramico. esecuzione e manutenzione dei rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate di materiale lapideo e ceramico a montaggio. alle pareti di chiusura perimetrale verticale di un edificio. - i rivestimenti siano realizzati a montaggio meccanico. la presente parte della norma non è applicabile a: - sistemi in muratura lapidea portante o in mattoni portanti. Essa si basa sulle soluzioni tecniche che l'esperienza decennale ha ormai consolidato. anche se progettati con intercapedini d'aria e posti in opera con sistemi parzialmente meccanici. La presente norma è applicabile quando ricorrano contemporaneamente queste condizioni: - si intenda realizzare una superficie di protezione e decorazione opaca applicata. tipo malta e zanche. - gli edifici e/o i supporti edilizi da rivestire siano di nuova costruzione. Il gruppo di lavoro 9 "Prestazioni dei rivestimenti di parete a montaggio meccanico" della sottocommissione 3 della Commissione "Prodotti e sistemi per l'organismo edilizio" dell'UNI. senza ventilazione. Trattandosi di sistemi di rivestimento che richiedono logiche di progettazione e tecniche di esecuzione del tutto diverse. - rivestimenti a lastre fissate per semplice adesione. - sistemi che utilizzano il rivestimento come cassaforma a perdere per calcestruzzo gettato in opera o per pannelli prefabbricati. - sistemi che utilizzano pannelli prefabbricati leggeri multistrato per il rivestimento e la coibentazione esterna a cappotto. A meno che i requisiti differiscano. isolante di spessore variabile applicato "a cappotto" sul supporto edilizio. né di qualsiasi tipo di rivestimento esterno fissato meccanicamente o per incollaggio a profilati per serramenti. lama d'aria con spessore da 2 cm a 20 cm. che la ha elaborata. ha in programma di proseguire il lavoro con la redazione di altre due parti: Parte 2: Rivestimenti in materiali di sintesi Parte 3: Rivestimenti in materiali metallici 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE La presente norma indica i procedimenti per una corretta progettazione. la presente parte della norma si applica solo qualora sia possibile determinarne con certezza la tipologia strutturale ed essa risulti assimilabile a quella degli edifici di nuova progettazione. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 1 . La presente norma si applica ai rivestimenti lapidei e ceramici. i principi generali ed i procedimenti proposti possono essere estesi anche al rivestimento per interni ed in generale ad applicazioni su superfici inclinate e soffitti. caratterizzate generalmente come segue: rivestimento con spessore variabile tra 0. Per edifici già esistenti. - i rivestimenti siano progettati come componenti di facciate microventilate o ventilate. come stratificazione più esterna. oppure con lastre applicate con sistemi misti.5 cm e 5 cm e peso variabile tra 10 kg/m2 e 100 kg/m2. In particolare queste istruzioni sono organizzate in modo da essere uno strumento di supporto operativo.0 INTRODUZIONE Il presente documento è la prima parte di una norma sulle istruzioni per la progettazione. zincati per immersione a caldo in continuo .Gruppo B III Piastrelle di ceramica pressate a secco con basso assorbimento d'acqua (E ≤ 3%) .Dadi Caratteristiche meccaniche degli elementi di collegamento di acciaio inossidabile resistente alla corrosione .Gruppo B IIa Piastrelle di ceramica .Pareti perimetrali verticali .Analisi degli strati funzionali Cantieri edili .Piastrelle estruse con basso assorbimento d'acqua (E ≤ 3%) .Classificazione e terminologia Strutture di leghe di alluminio .Viti e viti prigioniere Caratteristiche meccaniche degli elementi di collegamento di acciaio inossidabile resistente alla corrosione .Condizioni tecniche di fornitura Prodotti piani di acciaio laminati a freddo. l'esecuzione.Piastrelle estruse con assorbimento d'acqua di 3% < E ≤ 6% .2 RIFERIMENTI NORMATIVI UNI 3972 UNI 7959 UNI 8290-1 UNI 8634 UNI 8979 UNI 10942 CNR UNI 10011 UNI EN 87 UNI EN 121 UNI EN 159 UNI EN 176 UNI EN 177 UNI EN 178 UNI EN 186-1 UNI EN 186-2 UNI EN 187-1 UNI EN 187-2 UNI EN 188 UNI EN 10088 UNI EN 10147 UNI EN 10152 UNI EN 12372 UNI EN ISO 128-20 UNI EN ISO 3098-0 UNI EN ISO 3506-1 UNI EN ISO 3506-2 UNI EN ISO 3506-3 UNI 11018:2003 Disegni tecnici .Gruppo A IIa Piastrelle di ceramica .Istruzioni per il calcolo e l'esecuzione Edilizia . classificazione.Sistema tecnologico . zincati per via elettrolitica .Gruppo A I Piastrelle di ceramica pressate a secco con assorbimento d'acqua E > 10% .Analisi dei requisiti Edilizia residenziale .Gruppo B IIb Piastrelle di ceramica . caratteristiche e contrassegno Piastrelle di ceramica .Gruppo A IIa Piastrelle di ceramica .Requisiti generali Caratteristiche meccaniche degli elementi di collegamento di acciaio inossidabile resistente alla corrosione .Gruppo A IIb Piastrelle di ceramica .Piastrelle estruse con assorbimento d'acqua di 6% < E ≤ 10% .Istruzioni per il calcolo.Condizioni tecniche di fornitura Metodi di prova per pietre naturali .Pareti perimetrali verticali .Gruppo A IIb Piastrelle di ceramica .Determinazione della resistenza a flessione sotto carico concentrato Disegni tecnici .Guida alla compilazione dei piani di sicurezza e di coordinamento Costruzioni di acciaio .Piastrelle estruse con assorbimento d'acqua di 6% < E ≤ 10% .Piani di sicurezza .Tratteggi per la rappresentazione dei materiali nelle sezioni Edilizia .Scrittura .Principi generali di rappresentazione Convenzioni di base delle linee Documentazione tecnica di prodotto .Piastrelle pressate a secco con assorbimento d'acqua di 6% < E ≤ 10% . il collaudo e la manutenzione Piastrelle di ceramica per rivestimento di pavimenti e pareti Definizioni.Gruppo B I Piastrelle di ceramica .Piastrelle estruse con assorbimento d'acqua di 3% < E ≤ 6% .Viti senza testa e particolari similari non soggetti a trazione © UNI Pagina 2 .Piastrelle estruse con assorbimento d'acqua di E > 10% .Gruppo A III Acciai inossidabili Lamiere e nastri di acciaio per impieghi strutturali.Piastrelle pressate a secco con assorbimento d'acqua di 3% < E < 6% . oppure con propria struttura metallica. viteria o saldature.1.2 facciata ventilata: Tipo di facciata a schermo avanzato in cui l'intercapedine tra il rivestimento e la parete è progettata in modo tale che l'aria in essa presente possa fluire per effetto camino in modo naturale e/o in modo artificialmente controllato. estremamente 3. al fine di migliorarne le prestazioni termoenergetiche complessive. senza necessità di completamenti o integrazioni "a umido". vengono posati vetri trasparenti o oscuranti. della densità relativa apparente e della densità apparente UNI EN ISO 10545-4 Piastrelle di ceramica .1 montaggio meccanico: Assemblaggio a secco dei componenti del sistema di facciata. di calcestruzzo rinforzato con fibre di vetro2).2. 3. All'interno di una telaio metallico che definisce la maglia statica e architettonica del prospetto.Formati e disposizione degli elementi grafici dei fogli da disegno UNI EN ISO 10545-3 Piastrelle di ceramica .UNI EN ISO 5457 Documentazione tecnica di prodotto .3 leggero e non portante.1 Termini di carattere generale 3. GFRC (Glass Fiber Reinforced Concrete).2 Sistema di collegamento e di supporto della facciata 3. che riveste esternamente la struttura dell'edificio risultandone staticamente "appeso". Molto comune è l'accostamento dei sistemi di facciata ventilata con quelli di facciata continua nella realizzazione delle facciate a nastro. 3. 3. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 3 . eventualmente alternati a pannelli opachi ceramici.4 facciata a grandi pannellature prefabbricate: Parete opaca di facciata realizzata grazie a grandi pannellature di calcestruzzo armato. la quale ha uno spessore comunque sufficiente a interrompere la continuità fisica tra il rivestimento esterno e gli strati della parete. 1) 2) 3) Questo tipo di facciata non è inclusa nel campo di applicazione della presente parte della norma. vengono fissati alla struttura portante meccanicamente o con piccole integrazioni a umido. I pannelli hanno normalmente altezza uguale all'interpiano e larghezza di alcuni metri. lapidei. con le attrezzature di cui in 5.1.Determinazione della resistenza a flessione e della forza di rottura UNI EN ISO 10545-8 Piastrelle di ceramica .Determinazione dell'assorbimento di acqua. messi in opera a secco tramite dispositivi di sospensione e fissaggio di tipo meccanico. Possono essere dotati di un rivestimento opaco di facciata applicato in fase di prefabbricazione3). dove le fasce dei serramenti sono realizzate come facciate continue e le fasce opache come facciate ventilate. Nota Queste diverse tipologie di facciata possono essere presenti assieme sullo stesso edificio. sia verticale che orizzontale. facciata continua1): Sistema integrato per il tamponamento della facciata. 3. a seconda delle necessità stagionali e/o giornaliere.1 facciata microventilata (o a schermo avanzato): Parete opaca di facciata in cui il rivestimento esterno è costituito da elementi di varia fattura. realizzato tramite bulloneria. il cui lato nascosto rimane separato dal fronte di parete retrostante (sul quale può trovarsi un pannello termoisolante) tramite un'intercapedine sottile.Determinazione della dilatazione termica lineare 3 TERMINOLOGIA Ai fini della presente norma si applicano i seguenti termini.1. della porosità apparente.1. Le procedure di applicazione di questi rivestimenti non sono incluse nel campo di applicazione della presente parte della norma. La facciata viene integralmente (o in gran parte) realizzata con i materiali e le tecniche proprie dei serramenti metallici. metallici o plastici. che può svolgere sia funzioni portanti che di trattenimento. fissato sul retro della stessa.4 ancoraggio: Sistema o componente del sistema di facciata avente lo scopo di portare o trattenere gli elementi di rivestimento. rivestiti o meno con una guaina plastica o gommosa (tipo teflon o nylon).2.9 morsetto: Componente del sistema di ancoraggio destinato a tenere in posizione inserti e/o terminali.2. entrante in una fresata o in un foro nel caso di lastre lapidee o esterno per le lastre ceramiche.2. può essere ad espansione meccanica o chimico. 3.2.2 ancoraggio globale: Ancoraggio la cui funzione è sia di trattenere l'elemento di rivestimento sia di trasferirne il peso alla struttura edilizia.2. 3. 3. che regge a sua volta la piastra. 3. Si compone di: 3.3 tassello di aggrappo dell'ancoraggio (o tassello): Parte del sistema d'ancoraggio direttamente in contatto con la struttura edilizia.2.2.2. ad espansione meccanica o con rondelle dentate a molla.6.2.2.4 pin o polo: Tipo di terminale dell'ancoraggio.2. 3. 3. realizzato con un profilo metallico piatto.4 terminale: Parte del sistema d'ancoraggio direttamente in contatto con il rivestimento.6.9.9.2 posa: Insieme delle operazioni da compiere in cantiere.8 grappa: Componente del sistema di ancoraggio per il supporto ed il trattenimento della lastra di rivestimento.9. in determinate condizioni ambientali. opportunamente sagomato.7 clip: Qualsiasi componente dell'ancoraggio che venga posizionato tramite un meccanismo a scatto.3 linguetta o spina piatta: Tipo di terminale dell'ancoraggio. necessarie alla realizzazione del sistema di facciata.5 ancoraggio portante: Ancoraggio la cui funzione è di trasferire il solo peso dell'elemento di rivestimento alla struttura edilizia.2.6. in cui vengono alloggiati i terminali d'ancoraggio.3.1 squadretta: Profilo metallico angolare fissato ad un sostegno retrostante.3 corrosione bimetallica (o corrosione galvanica): Corrosione causata.6 ancoraggio di trattenimento (o di trattenuta o di ritegno): Ancoraggio che connette l'elemento di rivestimento alla struttura. È costituito da una breve porzione di un profilato metallico. offrendo resistenza trasversale senza svolgere funzioni portanti. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 4 . con la quale rimane definitivamente solidale. realizzato con un cilindro metallico.2. 3.1 ancoraggio passante: Ancoraggio realizzato attraverso la faccia a vista del rivestimento.2.2. Può essere regolabile o non regolabile a seconda che i suoi componenti siano geometricamente modificabili secondo le esigenze di posa. Si definisce in particolare: 3. 3. può essere di forma troncoconica o cilindrica.6. 3.2.2 piastra o piattina: Profilato piatto fissato alla squadretta. per esempio l'acqua. 3.5 inserto: Parte del sistema d'ancoraggio direttamente in contatto con il rivestimento. sempre facilmente estraibile. dal contatto fra metalli di diversa nobiltà in presenza d'un elettrolito. 3.6.2. 3. generalmente inserito in un foro troncoconico o cilindrico sul retro del pannello di rivestimento.9. generalmente tramite l'applicazione di un inserto. 3. 3. realizzato tramite un piolo o una linguetta. figura 3. È detta telescopica se permette l'allontanamento dei profilati metallici dal filo di facciata. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 5 .11 sottostruttura (o ossatura o struttura ausiliaria): Componente del sistema di ancoraggio. permettendo il concentramento dei carichi di facciata su aree strutturalmente ben resistenti.2.2. normalmente realizzata con un angolare metallico. avente lo scopo di garantire un posizionamento dei morsetti indipendente dal supporto edilizio retrostante.2. 3.11.2.2.11.2 traverso: Componente della sottostruttura costituito da un profilato metallico montato orizzontalmente. È costituita da uno o entrambi dei seguenti elementi: 3.1 montante: Componente della sottostruttura costituito da un profilato metallico montato verticalmente.12 staffa: Componente del sistema di ancoraggio. normalmente realizzata con profilati metallici di varie sezioni e diversi materiali. avente lo scopo di fissare al supporto edilizio la sottostruttura della facciata. anche tramite apposite piastre regolabili. 3.10 1 Ancoraggio a montaggio meccanico: esempio di morsetto a squadretta regolabile per lapidei prigioniero: Tipo particolare di tassello a sparo. utilizzabile tanto su strutture metalliche che nel calcestruzzo. 3. 1 materiale lapideo naturale: Prodotto ottenuto per escavazione da cava e ridotto in lastre per segagioni successive. questi materiali hanno proprietà tecniche diverse dai lapidei naturali di provenienza. 3. con contrasti puntiformi o in modo continuo lungo il suo sviluppo.4 lastra: Genericamente. Ai fini di queste istruzioni è utile definire la seguente classificazione funzionale: 3. 3.4. con distanza tendente a zero tra le lastre adiacenti e solitamente non percepibile visivamente.4.3. 3.3 materiale lapideo rinforzato: Prodotto ottenuto applicando sul retro di lastre di lapideo naturale strati di materiali diversi.4 Rivestimenti lapidei 3. 3. inserti colorati od altra lavorazione allo scopo di ottenere un effetto estetico.1 giunto aperto: Giunto in cui la discontinuità tra due porzioni adiacenti di rivestimento è tale da permettere un passaggio non controllato di aria e di acqua.3.4 giunto flessibile: Il giunto si definisce flessibile quando permette movimenti relativi tra porzioni adiacenti di rivestimento.4. Si tratta quindi di un giunto tendenzialmente chiuso e rigido. 3. 3. 3. 3.3.4.3.3.1 giunto di compressione: Giunto progettato specificamente per consentire una parziale chiusura del giunto stesso risultante dall'accorciamento verticale della struttura rispetto al rivestimento.3 giunto chiuso a secco: Giunto in cui gli elementi si accostano l'un l'altro senza nessun materiale di congiunzione.4.5 materiale di contenimento (o fondogiunto): Materiale collocato nell'incavo di un giunto dietro il sigillante per tenere sotto controllo la profondità di penetrazione del sigillante stesso senza inibire il movimento del giunto.2 giunto di espansione: Giunto progettato specificamente per consentire una parziale apertura del giunto stesso risultante dall'espansione (generalmente in senso orizzontale) della struttura rispetto al rivestimento.3.3. sia rigido che flessibile.2 utilizzato senza modificarne le proprietà meccaniche materiale lapideo riagglomerato (o agglomerato): Prodotto ottenuto mescolando lapidei naturali ridotti in frammenti di opportune dimensioni. con leganti naturali o sintetici.4. 3. semilavorato avente una dimensione (lo spessore) notevolmente minore delle altre due.4.2 giunto chiuso: Giunto in cui la discontinuità tra due porzioni adiacenti di rivestimento è tale da impedire il passaggio di aria e di acqua. 3.4. può essere sia aperto che chiuso.3.4.4. Si ha in particolare: 3.4 giunto stuccato: Giunto che fa uso di un materiale di congiunzione per riempire lo spazio tra lastre adiacenti: è quindi chiuso. 3.3. almeno entro limiti predefiniti.3 giunto rigido: Giunto che impedisce ogni movimento relativo tra porzioni adiacenti di rivestimento. 3.3.3.5 giunto evidenziato: Giunto evidenziato mediante smussi.3 giunti: Linea di discontinuità più o meno percettibile formata dalle superfici di contatto di elementi di rivestimento adiacenti in opera. delimitato da due facce principali nominalmente parallele. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 6 . al fine di modificare le proprietà tecniche del pannello composito così ottenuto. 3. caratteristiche. rigido o flessibile a seconda delle caratteristiche meccaniche del sigillante.5 lastra da telaio: Lastra con bordi irregolari e forma grossomodo rettangolare. 4.2 spuntata.12. 3.12 finitura superficiale: Lavorazione delle facce a vista della lastra caratterizzata da diversi gradi di rugosità o specularità.4. 3. gradinata e bocciardata: Finitura risultante dalla lavorazione ad urto con punta e mazzuolo. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 7 . I conseguenti bruschi e localizzati sbalzi termici causano la disintegrazione della superficie con distacco di minutissime scaglie. 3.12. a sabbia o a lame diamantate. e con tagliablocchi a dischi diamantati. vivo.4. 3.4. 3.1 a piano sega da telaio e da tagliablocchi: Finitura risultante dalla segagione con telai alternativi multilame a graniglia metallica.7 lucida: Finitura risultante dall'ulteriore rasamento di superfici satinate con disco di feltro ed applicazione di lucidanti (quali acido ossalico per materiali di natura calcarea. con martellina.6 satinata o semilucida: Finitura risultante dall'ulteriore rasamento di superfici levigate fini con piatto abrasivo n.12. È anche chiamata finitura a poro o foro chiuso. oppure con piombo in fogli e piatti speciali.4. martellinata.4.14. 3. 3. 4 (grana 400) e piatto di gommalacca e spuntiglio ventilato. 3. 120 o 220).4.7 pannello: Genericamente.5 levigata: Finitura risultante dal rasamento con mole abrasive di diversa finezza (agenti in sequenza). ogni elemento di rivestimento caratterizzato da precise dimensioni. 3.3.9 testa della lastra: Superficie laterale della lastra avente come dimensioni lo spessore e la larghezza. media o fine a seconda del piatto abrasivo usato (grana 60. vivo.12.13 stuccatura: Finitura realizzata con stucco. 3.4 sabbiata: Finitura risultante dalla sabbiatura con getto di sabbia fine ad alta pressione: le differenze di resistenza all'abrasione dei diversi grani o componenti il materiale lapideo causano microdistacchi localizzati. 3. In particolare si possono avere le seguenti finiture.4.4. 3. può essere grossa. conferendole un caratteristico aspetto. 3.14 lavorazione dei bordi: lavorazioni realizzate sul perimetro della faccia a vista della lastra.12. È planare lucida riflettente e di colore pieno.6 lastra rifilata: Lastra tagliata nella conformazione e nelle misure richieste per la posa in opera.4. sulla quale non è stata eseguita nessuna lavorazione. a fini ornamentali.1 limbellatura (o scurettatura): Realizzazione di un battente generalmente a metà spessore della lastra.4.4.4. con gradina e con bocciarda rispettivamente. ossido di stagno per altri materiali). È planare semilucida e di colore pieno.3 fiammata: Finitura risultante dalla fiammatura con cannello ossiacetilenico (o con altra fiamma). lavorazioni superficiali e dei bordi nonché da alloggiamenti per i dispositivi di ancoraggio. 3. 3.4.11 superficie a spacco naturale: Finitura risultante dalla divisione effettuata secondo piani di scistosità del materiale. cemento od altri materiali per riempire cavità naturali presenti in alcuni tipi di pietre ornamentali.12.4. 3. creando una fine rugosità uniforme.12.10 superficie a piano di cava: Superficie grezza dei materiali naturalmente lastronati.8 costa della lastra: Superficie laterale della lastra avente come dimensioni lo spessore e l'altezza. È planare non lucida e di colore smorzato.4.4. 1 mm. 3. 3. 3. 3. 3.5.4. 3.4.5. di ±1.2 lastra ceramica: Dizione utilizzata preferibilmente per le piastrelle di grandi dimensioni. 3.5.4. Per le lastre ceramiche è possibile definire due livelli di tolleranze dimensionali.4.4 testa della lastra: Superficie laterale della lastra avente come dimensioni lo spessore e la larghezza. a sviluppo lineare parallelo al lato lungo della testa.2 a spigolo smussato: L'accostamento è come nel caso precedente.2. tramite opportune lavorazioni sulla lastra uscita dal forno.25% per le lastre estruse. Costituisce l'alloggiamento tipico dei terminali del sistema d'ancoraggio e può essere: 3. fino a valori assoluti di ±0.2 interrotta o con stop se si ferma prima di uno spigolo. sottoposta ad essiccazione. 3.1 a spigolo dritto: Consiste nel semplice accostamento di costa di elementi con bordi tagliati a 90°.3 arrotondamento dei bordi (o "via il vivo"): Semplice limatura degli spigoli vivi.2 bisellatura: Realizzazione di uno smusso.4. 3.5.3 costa della lastra: Superficie laterale della lastra avente come dimensioni lo spessore e l'altezza.16. normalmente ortogonale alla superficie in cui viene praticato. costituisce l'alloggiamento tipico degli inserti dell'ancoraggio e di alcuni terminali.4. 3. con appositi calibri. 3. 3.2 lastre squadrate: Vengono rettificate e ridotte a valori di tolleranza concordata. 3.4.5.17. 3. 3.4. per alloggiare l'altro a spigolo dritto.17. sulla base delle dimensioni di fabbricazione.14.4.4.1 lastre calibrate: Vengono selezionate all'uscita dal forno.5.1 continua o semplice o passante se corre lungo tutta la testa. 3.17 connessioni d'angolo 3.16.17.4 a finto limbello: Consiste nell'accostamento di spigolo di elementi con il bordo tagliato a 90°.4.4.5 Rivestimenti ceramici 3. in modo da mostrare verso l'esterno due limbelli.16 fresata: Incavo realizzato sulla testa o sul retro delle lastre di rivestimento. È di norma utilizzata per il rivestimento di pavimenti e pareti.16.6% delle dimensioni nominali per le lastre pressate.3 doppiamente interrotta o con 2 stop se si ferma prima di entrambi gli spigoli.5 a mitria (o quartobuono): Consiste nell'accostamento di elementi con tagli a 45° su entrambe le coste. a sezione rettangolare. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 8 .14.3.3 a battuta con limbello: Consiste in un battente da eseguire solo su un elemento.16.16.4.16. ma lo spigolo più esterno è smussato.15 foro: Incavo realizzato sulla costa. cottura ed eventualmente a smaltatura. fondenti. con limbelli verso il profilo esterno.2. 3. con le quali si realizzano i sistemi di facciata ventilata a montaggio meccanico. con tolleranze minime di ±0. a sezione circolare e di sviluppo cilindrico o troncoconico. silice. coloranti ed altre materie prime minerali. Il limbello è pari all'intero spessore della lastra.1 piastrella: Sottile lastra ottenuta da formatura di argille.6 a mitria con limbello (o con scuretto o con gola): Simile al precedente. sulla testa o sul retro.4. che assorbe l'acqua della miscela. ha lo scopo di conferire alla miscela di argilla le caratteristiche fisico .9 lavorazione dei bordi: Lavorazioni realizzate sul perimetro della faccia a vista della lastra. 3. Viene realizzata in tre modi.5. 3. Per NATURALE si intende la superficie senza alcun trattamento.9.5. 3.5.5. 3.1 a spigolo dritto: Consiste nel semplice accostamento di costa di elementi con bordi tagliati a 90°.3 a jolly (o mitria o quartobuono): Consiste nell'accostamento di elementi con tagli a 45° su entrambe le coste. clinker smaltato).5.meccaniche finali e di permettere la vetrificazione dello smalto.5. 3. Il limbello è pari all'intero spessore della lastra. tanto per ragioni estetiche (effetti cromatici) che tecniche (riduzione della porosità superficiale).8 finitura superficiale: Lavorazione meccanica delle facce a vista eventualmente applicata (con mole o simili) alle lastre non smaltate. 3. quando applicato. Si applica sia sulla faccia a vista che sulle teste e sulle coste.10 connessioni d'angolo: 3.7. Nel caso di trattamento superficiale del cotto.5. clinker).7 cottura: Procedimento realizzato in forni a temperature variabili da 1 080 °C a 1 250 °C in funzione dei vari prodotti.5.5. che consente di ottenere diversi gradi di specularità.5.10. grès porcellanato. vengono pressate in stampi a pressioni elevate.2 monocottura: Viene cotto il supporto assieme allo smalto. vengono versate in uno stampo poroso. si ottiene il COTTO ARROTATO. allo stato liquido.5. 3.5.5. 3.3 colatura: Le materie prime.1 cottura senza smalto: Viene cotto solo il supporto (cotto. applicato sul prodotto essiccato (ceramiche smaltate. 3.5.5.10. 3. allo stato plastico.2 estrusione: Le materie prime. vengono estruse in nastri e tagliate.5. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 9 .5 formatura: Procedura tramite la quale si producono le piastrelle e le lastre ceramiche.1 pressature a secco: Le materie prime. 3.3 bicottura: Il supporto viene cotto. quindi smaltato e ricotto per vetrificare lo smalto (maiolica.5. 3.7. terraglia a pasta bianca).5. realizzano uno strato vetroso continuo ed impermeabile.1 bisellatura: Realizzazione di uno smusso inclinato. in forma di polvere o piccoli grani. cottoforte.5.10. a seconda dell'intensità del trattamento stesso si hanno superfici denominate commercialmente SEMILEVIGATE (o anche SATINATE o LAPPATE) e LEVIGATE (o LEVIGATE LUCIDE). dopo appropriata cottura.7. partendo dalla miscela originale di argilla. a fini ornamentali. monocottura greificata. grès rosso. 3.2 a finto limbello: Consiste nell'accostamento di spigolo di elementi con il bordo tagliato a 90°.6 smaltatura: Rivestimento superficiale della piastrella ottenuto con materiali che. 3.3. ma anche di protezione delle stratificazioni sottostanti dagli agenti atmosferici o dagli urti accidentali e infine. 4. a seconda delle soluzioni tecnologiche adottate. ponendosi come filtro in grado di garantire il controllo di tutti i parametri ambientali interni ritenuti significativi (vedere UNI 8290-1). il cui ruolo è quello di separare fisicamente gli ambienti interni dall'esterno.1.figura 4 2 Tipologie di facciate: esempio di facciata ventilata in lastre ceramiche MATERIALI E COMPONENTI Vengono di seguito fornite indicazioni di massima relative ai prodotti utilizzati per la realizzazione dei sistemi di ancoraggio e di rivestimento.1 Generalità 4. indicando i requisiti di riferimento e le norme utili alla loro verifica. i sistemi di facciata svolgono una funzione di rivestimento e finitura decorativa della facciata.1 Inquadramento funzionale I sistemi di facciata a montaggio meccanico sono i componenti più esterni delle più vaste unità tecnologiche dette chiusure verticali. sia naturali che artificiali. animali e cose. possono contribuire ad altre funzioni richieste al sistema di chiusura nel suo UNI 11018:2003 © UNI Pagina 10 . dagli agenti atmosferici e da altri fenomeni di disturbo. di proteggerli dall'intrusione di persone. In particolare. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 11 . - sicurezza ai fenomeni elettromagnetici. - mantenimento delle prestazioni sotto l'effetto del calore. dell'irraggiamento solare.4 Requisiti relativi alla sicurezza - Stabilità. viceversa una stratificazione materiale può svolgere diverse funzioni. dell'acqua piovana. polveri.1.1. - strato di tenuta all'aria. - emissione di gas. Requisiti relativi alla purezza dell'aria - Emissione di odori da parte dei materiali. radiazioni nocive. - strato di rivestimento elemento di supporto. - isolamento termico. sui quali misurare la rispondenza alla funzione assegnata. Per ciascun tipo di soluzione di facciata adottata e quindi per ciascun suo componente. - strato di regolarizzazione.1.1. - resistenza agli urti. - strato di ventilazione. Le caratteristiche prestazionali complessive del sistema riassumono e mediano le caratteristiche prestazionali dei componenti.2.2 Requisiti .2. è necessario che ogni sistema di ancoraggio possa essere valutato rispetto a requisiti ben definiti.Prestazioni di riferimento Indipendentemente dalla soluzione adottata. Durabilità - Mantenimento delle prestazioni sotto l'effetto degli urti. la coibentazione termica o il controllo della termotrasmittanza globale. è necessario poter definire quali sono le funzioni che esso deve svolgere. - strato di barriera al vapore. - elemento o strato di collegamento: - strato di isolamento termico strato di protezione al fuoco. 4. Questi sono i principali strati funzionali cui fare riferimento (vedere UNI 8979): - strato di accumulazione termica.2 4. Questi sono i requisiti di riferimento (UNI 7959): 4. - strato di ripartizione dei carichi. - tenuta all'acqua.1 4. Requisiti relativi al benessere igrotermico - Permeabilità all'aria. - sicurezza alle intrusioni. al fine di poterne valutare l'efficacia e di effettuare confronti tra sistemi diversi.2.2.1. quali l'isolamento acustico. - strato di tenuta all'acqua. - resistenza alla corrosione. La definizione degli strati funzionali è svincolata dall'effettiva stratificazione materiale di ciascun sistema: uno strato funzionale può essere diffuso in più strati materiali.insieme.3 4. - comportamento al fuoco. - controllo della condensazione interstiziale. del gelo e del disgelo. - resistenza al vento. d) lo sviluppo delle squadrette. - comportamento acustico rispetto al vento.1. - facilità di sostituzione dei componenti usurati. - isolamento laterale o verticale dai rumori interni. determinato da valori commerciali spesso superiori al minimo determinato dal calcolo. - mantenimento delle prestazioni sotto l'effetto corrosivo del microambiente circostante. - omogeneità di colore e brillantezza.2. funzioni dei macchinari esistenti. f) le dimensioni delle asole.2.2.5 4. dal riutilizzo di componenti già a magazzino. delle atmosfere industriali. - attitudine all'immagazzinamento. guidato dalla larghezza standard delle bande metalliche.1.9 Requisiti temporanei 4.2. - attitudine al montaggio. funzioni dei punzoni disponibili. limitata dalla lunghezza commerciale dei profilati. nel senso che non sono determinate direttamente dalle funzioni da svolgere o dalle prestazioni da raggiungere bensì da esigenze pratiche. Requisiti relativi all'aspetto - Planarità. - mantenimento delle prestazioni sotto l'effetto di permeazioni d'acqua. - assenza di difetti superficiali.1.3 - Attitudine al trasporto dei componenti. dalle possibilità di montaggio. in genere uguali allo spessore della banda da piegare (in casi eccezionali pari alla metà dello spessore) anche per non accentuare la riduzione dello spessore nella zona di piega.4.6 - mantenimento delle prestazioni sotto l'effetto delle nebbie. - omogeneità di insudiciamento. Ne sono un esempio: a) il numero minimo di pezzi disponibili per tipologie differenti di componenti meccanici. alle variazioni di temperatura e di umidità. Requisiti relativi alla gestione - Facilità di pulizia. Requisiti relativi ad esigenze acustiche - Isolamento dai rumori aerei esterni. dal contenimento dei costi. c) la lunghezza di montanti e traversi.8 Requisiti relativi all'attrezzabilità 4. b) lo spessore minimo dei componenti.10 4. e) i raggi minimi di curvatura per le piegature. - comportamento acustico rispetto a pioggia e grandine. 4.7 Requisiti relativi ad esigenze tattili 4. dalle possibilità di lavorazione per il produttore.1.1. dei venti di sabbia e polvere.1. Limitazioni tecniche Alcune caratteristiche del sistema di collegamento possono rispondere ad esigenze esclusivamente tecniche. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 12 .2.2. dalla disponibilità commerciale.1. in mattoni pieni e pietrame. di contro è raro o limitato a singole porzioni di facciata dell'intervento edilizio.controllo della deformazione in esercizio. Tipologie di supporto edilizio I supporti edilizi cui questa norma fa riferimento sono i seguenti: a) ossatura di calcestruzzo armato (travi. pilastri e solette) con tamponamenti non portanti. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 13 . 4.2 Pareti ed elementi tecnici di supporto Le pareti e gli elementi tecnici di supporto non sono componenti del sistema di facciata in senso stretto. . - controllo delle tolleranze di verticalità.4 Geometria del supporto edilizio e possibilità di ancoraggio 4. d) muratura portante di laterizio pieno. c) setti continui di calcestruzzo armato gettato in opera o realizzati tramite pannelli prefabbricati in calcestruzzo armato. c) efficacia del sistema di coibentazione e del sistema di ventilazione eventualmente presente. 4. b) ossatura di acciaio (travi. Altri supporti sono comunque utilizzabili.2. di cui è determinante conoscere caratteristiche e prestazioni.2. - controllo dei cedimenti differenziali. b) dimensioni e lavorazioni necessarie per le lastre di rivestimento. richiede soluzioni più complesse di una piatta e modulare soprattutto in termini di: a) tipologia e distribuzione degli ancoraggi sulla facciata. - attitudine al rivestimento con materiali termoisolanti.2 - resistenza statica ai carichi indotti dalla applicazione della facciata. 4.). geometricamente irregolare. orizzontalità. h) muratura portante mista (in mattoni pieni e mattoni forati. planarità.2.4. e) muratura portante di laterizio forato. pilastri) con solette miste in acciaio/calcestruzzo e tamponamenti non portanti. in laterizio o altro.3 Geometria del supporto edilizio e soluzioni di facciata Una facciata particolarmente elaborata. f) muratura portante di blocchi cavi di cemento prefabbricati.4. in laterizio o altro. ecc. nel rispetto delle stesse prestazioni statiche necessarie per le tipologie elencate. g) muratura portante di blocchi di pietrame.1 Requisiti specifici La struttura edilizia di supporto del sistema di ancoraggio deve rispondere adeguatamente ai seguenti requisiti: 4. - attitudine all'applicazione di tasselli. ricca di sporgenze e rientranze.2.2. ma ne costituiscono il presupposto necessario.1 Parete (o soffitto) continua È per definizione un supporto principale resistente a parete che consente di posizionare il tassello di aggrappo del sistema d'ancoraggio in qualsiasi suo punto: lascia una notevole libertà al progettista architettonico per lo schema dei pannelli di rivestimento di facciata. facilita la progettazione e l'esecuzione del sistema d'ancoraggio. solette portanti e pilastri) che consente di posizionare il tassello di aggrappo lungo strisce orizzontali e verticali ben definite: pone alcune condizioni al progettista del sistema d'ancoraggio che deve includervi montanti e traversi strutturali. b) deformabilità per ritiro e viscosità.2.4. 4. il sistema strutturale non deve caricare il sistema di facciata con le proprie deformazioni. d) deformazione differenziale ad opera di diverse condizioni di temperatura nel sistema o. 4.2. caratteristiche delle strutture in calcestruzzo.5 Materiali del supporto edilizio e condizioni di ancoraggio Il materiale con cui è realizzato il supporto edilizio determina alcune condizioni in relazione a questi aspetti. e da una pressoché assente rigidezza ai carichi laterali.4.1 Deformabilità Tutti i sistemi di facciata descritti in queste istruzioni sono caratterizzati da un'autoportanza molto limitata. È necessario definire: UNI 11018:2003 © UNI Pagina 14 . viceversa. come le travi di bordo ma il tutto ruotato in verticale): impone molte condizioni al progettista dell'ancoraggio che deve creare una vera e propria sottostruttura portante.5. d'altronde è un tipo di supporto molto diffuso e che spesso comprende l'intero intervento edilizio. 4. 4.4. simile alle solette portanti con la differenza che in alcune campate può non esistere una trave di bordo con conseguente rarefazione delle aree di supporto. dell'accorciamento elastico delle strutture di elevazione o della loro deformazione per flessione e taglio sotto l'azione del vento o delle onde sismiche.5. al massimo di un interpiano o due. 4. è abbastanza diffuso ed è anch'esso adottato per il rivestimento di interi interventi edilizi. L'affidabilità dei tasselli è quindi un secondo aspetto sensibile del supporto edilizio. particolarmente evidente se in acciaio.2.2. Si tratta della flessione di travi e/o solai sotto carico. pilastri in facciata.2 Ossatura portante È un supporto incrociato a traliccio (ad esempio travi e pilasti. che può avere diverse origini: a) deformazione elastica della struttura portante sotto l'effetto dei carichi agenti. Essi sono perciò molto sensibili ad ogni stato di deformazione del supporto retrostante. a parità di temperatura. Il sistema di facciata deve poter scaricare correttamente sul sistema strutturale le sollecitazioni cui è sottoposto e. c) cedimenti differenziali in corrispondenza di giunti strutturali.5 Supporto misto È per definizione una combinazione di diverse tipologie di supporto edilizio.2.2.4.3 Solette portanti È un supporto lineare che consente di posizionare il tassello di aggrappo lungo strisce orizzontali ben definite (varianti: travi di bordo. 4. di diversi coefficienti dilatativi. è il caso di gran lunga più diffuso e va scomposto nei casi-base da cui risulta composto.4 Parete arretrata continua È per definizione un supporto principale resistente a parete che per qualsiasi ragione risulta talmente arretrato rispetto alla facciata finita che l'intercapedine non può essere superata con il semplice uso di un morsetto (oppure il morsetto che risulterebbe necessario sarebbe antieconomico): obbliga a ricadere nei casi di ossatura e/o solette portanti sopraelencati.2.2 Affidabilità dei tasselli Il comportamento della facciata in esercizio può essere completamente stravolto dal fatto che il sistema di ancoraggio non sia solidale come progettato al supporto edilizio retrostante.4. Anche in questo caso gli scostamenti da aspettarsi sono minimi nelle strutture metalliche e massime in quelle in laterizio. prigionieri per l'acciaio) e le modalità operative corrette per la loro applicazione. come pure la presenza di irregolarità locali. scostamento dall'orizzontalità (fuori-livello) e non-planarità calcolati su zone di area inferiore a 1/10 della superficie definita come totale. TT [cm] è la tolleranza totale: scostamento dalla verticalità (fuori-piombo). Ad esempio.5 = 2.24 cm. tenendo conto che le caratteristiche geometrico-meccaniche delle strutture di acciaio sono estremamente costanti.2.4. scostamento dall'orizzontalità (fuori-livello) e non-planarità riferiti a tutta l'estensione della parete da rivestire o a sue parti. Indicazioni di buona pratica per l'accettabilità di una parete su cui applicare una facciata ad ancoraggio meccanico sono fornite dalle due relazioni seguenti. per una parete alta 4. si può porre: TT = D ---------100 D T L = 2 ---------100 dove: D [m] è la dimensione minima della superficie di parete in esame. situate all'interno della stessa e aventi comunque altezza pari ad almeno un interpiano o larghezza pari alla larghezza totale della parete. realizzate dai posatori durante il montaggio.5.7 m si ha T T = T L = 2 4. tasselli a gabbietta o a calza per mattoni forati. b) l'effettiva resistenza del tassello a taglio/flessione/trazione e strappo nei punti di applicazione rispetto al valore nominale. TL [cm] è la tolleranza locale: scostamento dalla verticalità (fuori-piombo). in quanto esse possono essere recuperate con modificazioni locali del sistema di ancoraggio. c) l'affidabilità di tale resistenza su tutta l'estensione del supporto edilizio. L'affidabilità effettiva della resistenza su tutta l'estensione del supporto edilizio dovrebbe essere verificata tramite prove di estrazione in loco. se esso viene forzato ad adattarsi per superare le irregolarità. dall'orizzontalità e dalla planarità delle superfici.5 m e larga 8. Irregolarità impreviste possono produrre: - modifiche estemporanee e non controllabili del sistema di ancoraggio. in base alle quali. la situazione effettiva va comunque sempre verificata tramite un appropriato rilievo delle superfici.3 a) il tipo di tassello corretto per quel dato supporto edilizio (per esempio tasselli ad espansione meccanica nel calcestruzzo. lo sono meno quelle dei supporti in calcestruzzo e minime quelle dei supporti in laterizio.12 cm e La prescrizione indica la possibilità di irregolarità locali più ampie delle irregolarità medie su tutta la facciata. 4. aventi comunque altezza pari ad almeno un interpiano o larghezza pari alla larghezza totale della parete. - sollecitazioni non previste sul sistema di facciata.5 = 4. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 15 . Tolleranze dimensionali La componentistica meccanica dei sistemi di facciata permette agevolmente di superare irregolarità del supporto edilizio in termini di scostamento dalla verticalità. 4541 X6CrNiTi 18-10 UNI 11018:2003 © UNI Pagina 16 . devono essere preferibilmente inossidabili. B) Locale nell'ipotesi di L < H figura 4 Esempio di fuori complanarità ammissibile A) Totale.3.1 Acciaio inossidabile I tipi di acciaio usati per gli ancoraggi.3 Materiali per il sistema di ancoraggio 4.4301 AISI 304 L X2CrNi 19-11 X2CrNi 18-09 1.4306 1. secondo le caratteristiche tecniche specificate nella UNI EN 10088.figura 3 Esempio di fuori piombo ammissibile A) Totale. I tipi raccomandati ed i loro usi sono come segue: prospetto 1 Sistema di classificazione degli acciai inossidabili Classificazione AISI AISI 304 EN alfanumerica EN numerica X5CrNi 18-10 1. B) Locale nell'ipotesi di H < L 4. sia di sostegno sia di trattenuta.4307 AISI 321 1. al fine di evitare possibili fenomeni di sensibilizzazione.4301 O O O O O (O) (O) (O) Ð O (O) Ð AISI 321 1.prospetto 1 Sistema di classificazione degli acciai inossidabili (Continua) Classificazione AISI AISI 316 EN alfanumerica EN numerica X5CrNiMo 17-12-2 1.4404 AISI 316 Ti X6CrNiMoTi 17-12-2 1.4401 AISI 316 L X2CrNiMo 17-12-2 1. Ove necessario.4541 O O O O O (O) (O) (O) Ð O (O) Ð AISI 316 1. È possibile saldare avendo cura di utilizzare le attrezzature. è opportuno rimuovere gli ossidi formatisi durante il processo di saldatura mediante appositi prodotti chimici o meccanicamente con spazzole di acciaio inox o di materiale inerte. O Dimensionamento ottimale nel rapporto corrosione/costo. La scelta dei tipi contenenti molibdeno è consigliata per quegli ambienti particolarmente aggressivi. purché si tratti di acciai per usi strutturali. si può valutare la possibilità di impiego di acciai inossidabili del tipo duplex (austenoferritici. 4. (O) Utilizzabile con opportune precauzioni.4404 Ï Ï Ï Ï O O O O (O) O O (O) AISI 316 Ti 1.3. ad esempio EN 1. I tipi stabilizzati al titanio sono consigliati quando si prevedono saldature su grossi spessori.2 Acciaio zincato e assimilabili È possibile utilizzare componenti di ancoraggio in acciaio non inossidabile. ad esempio in presenza di condizioni che lascino presagire il possibile insorgere di fenomeni di corrosione sotto tensione.0116 1.4571 I tipi a basso tenore di carbonio sono consigliati quando sono previste giunzioni saldate su grossi spessori. Di volta in volta è comunque opportuno valutare le condizioni di esercizio al fine di operare la corretta scelta del materiale.4401 Ï Ï Ï Ï O O O O (O) O O (O) AISI316 L 1. quando non si voglia rinunciare ad un più elevato tenore di carbonio che assicura una maggiore resistenza meccanica.4571 Ï Ï Ï Ï O O O O (O) O O (O) Aggressività: A = ALTA M = MEDIA B = BASSA Prestazioni: Ï Potenzialmente sovradimensionato. prospetto 2 Prestazioni degli acciai inossidabili in funzione dell'ambiente (estratto dalla UNI ENV 1993-1-4) Acciaio inossidabile Rurale Urbano Industriale Marino B M A B M A B M A B M A AISI 304 1. per evitare fenomeni di sensibilizzazione.2205).4462 .0117 © UNI Pagina 17 . ad esempio con elevati tenori di cloruri come in prossimità del mare. Ð Sottodimensionato. (vedere CNR UNI 10011) come indicato dal prospetto 3: prospetto 3 Sistema di classificazione degli acciai non inossidabili per uso strutturale Classificazione Storica EN alfanumerica Fe360 D (+Z) S 235 J2G3 (+Z) S 235 J2G4 (+Z) UNI 11018:2003 EN numerica 1. i parametri operativi e l'eventuale materiale d'apporto idonei. in cui più facilmente potrebbero innescarsi fenomeni di corrosione localizzata sull'acciaio inossidabile. 3.0577 Questi acciai devono essere inoltre opportunamente protetti. dimostrando la validità della soluzione adottata.5 5083 P-Al Mg Si 6060 P-Al Mg1 Si Cu 6061 P-Al Mg Si1 Mn 6082 P-Al Zn4. realizzata con aggiunta di cromo passivato giallo4). 4. Fe 510) con creazione di una patina superficiale in zinco. 4. Di seguito sono indicati brevemente i tipi più comuni di protezione utilizzata. Fe 430.1 Zincatura La zincatura per via elettrolitica o per immersione a caldo viene realizzata su componenti metallici di acciaio ordinario (Fe 360.4 Si Mn Mg 2014 P-Al Mg4. con spessore variabile in funzione delle modalità di zincatura adottate (vedere UNI EN 10147 e UNI EN 10152). Sarebbe opportuno zincare i prodotti a lavorazione ultimata.3. si può rimediare utilizzando appositi spray con cui zincare a freddo le zone rimaste scoperte.3 Alluminio Le leghe di alluminio generalmente utilizzate a scopo strutturale per la realizzazione dei componenti del sistema di ancoraggio devono appartenere alle serie indicate nel prospetto 4 (vedere UNI 8634).0144 1.3 Atri tipi di rivestimenti È possibile realizzare altre forme di protezione delle superfici metalliche. onde evitare che rimangano senza zincatura bordi tagliati o superfici lavorate. piuttosto che produrre i pezzi da profilati zincati.3. 4) Vedere BS 1706.0570 1.5 Mg 7020 P-Al Zn5. È particolarmente diffusa per il trattamento della viteria e dei tasselli di acciaio. per impedire possibili fenomeni ossidativi conseguenti all'esposizione atmosferica. Nel caso che ciò non sia possibile.2 Tropicalizzazione È una particolare tipologia di zincatura elettrolitica.0145 Fe510 D (+Z) S 355 J2G3 (+Z) S 355 J2G4 (+Z) 1.2. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 18 . 4. 4.2.8 Mg Cu 7075 Anche l'alluminio viene trattato superficialmente per ottenere una maggiore resistenza all'aggressione atmosferica. avente funzione protettiva.prospetto 3 Sistema di classificazione degli acciai non inossidabili per uso strutturale (Continua) Classificazione Storica EN alfanumerica EN numerica Fe430 D (+Z) S 275 J2G3 (+Z) S 275 J2G4 (+Z) 1.3. prospetto 4 Sistema di classificazione delle leghe di alluminio Classificazione EN alfanumerica EN numerica P-Al Cu4.2. 4.3.3.1 Ossidazione anodica L'elemento in alluminio viene immerso in una soluzione elettrolitica e, per ossidazione anodica, viene ricoperto di una patina superficiale di ossido, poroso e colorabile, avente caratteristiche che dipendono dalla lega di alluminio e dal tipo di soluzione utilizzati. Tale patina deve essere fissata, cioè trattata con prodotti che eliminino la porosità superficiale. 4.3.4 Bronzo e ottone Non esiste attualmente un'indicazione normativa relativa all'utilizzo di questi materiali per la componentistica dei sistemi d'ancoraggio. 4.3.5 Compatibilità tra i materiali Sulle superfici di contatto fra due metalli diversi può svilupparsi la corrosione detta bimetallica o galvanica. Essa ha origine per contatto di metalli a diverso potenziale elettrochimico in presenza di un elettrolita (generalmente acqua meteorica o di condensa) e si sviluppa secondo modalità e velocità diverse in funzione degli ioni eventualmente disciolti nell'elettrolita (Cl, S), nonché dell'estensione e delle caratteristiche geometriche delle superfici a contatto. Data la complessità del fenomeno, per verificare la compatibilità tra metalli diversi in date condizioni atmosferiche può essere utile: a) effettuare delle sperimentazioni al vero sui componenti in esame; b) affidarsi a raccolte di dati sperimentali già esistenti5). Sulla base dei dati disponibili, è importante rapportare l'entità, la modalità e la velocità dei fenomeni di corrosione alla vita utile prevista per il manufatto in progetto. Il prospetto 5 dà delle indicazioni di massima sulle possibilità di accoppiamento tra materiali, indicazioni che vanno comunque approfondite in funzione dei parametri ambientali specifici e delle soluzioni tecniche adottate. prospetto 5 Indicazioni di massima sulle possibilità di accoppiamento tra materiali Materiali del supporto edilizio Materiali della struttura di ancoraggio Acciaio inox Acciaio zincato Alluminio Bronzo Acciaio inox O 6 P 6 Acciaio zincato 6 O 6 P Alluminio P 6 O P Bronzo 6 P P O Rame 6 P P O Acciaio dolce P P P P Ghisa P P P P Accoppiamenti: O: ottimali, possibili in tutte le condizioni; 6: possibili in condizioni secche permanenti; P: possibili con opportune precauzioni. 5) Vedere BS PD 6484. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 19 4.3.6 Caratteristiche tecniche delle principali leghe utilizzate prospetto 6 Caratteristiche tecniche delle principali leghe utilizzate Materiale Classe Convenzionale EN numerica Tensione ammissibile Modulo di elasticità Dilatazione Peso Temperatura termica specifico di fusione σam [N/mm2] Et [N/mm2] α [mm/m °C] γ [kg/m3] T [°C] Acciaio inossidabile AISI 304 1.4301 145 200 000 0,016 7 900 1.500 Acciaio inossidabile AISI 304 L 1.4306/1.4307 145 200 000 0,016 7 900 1.500 Acciaio inossidabile AISI 321 1.4541 145 200 000 0,016 7 900 1.500 Acciaio inossidabile AISI 316 1.4401 160 200 000 0,016 8 000 1.500 Acciaio inossidabile AISI 316 L 1.4404 160 200 000 0,016 8 000 1.500 Acciaio inossidabile AISI 316 Ti 1.4571 160 200 000 0,017 8 000 1.500 Acciaio (zincato) Fe 360 D 1.0116/1.0117 160 210 000 0,012 7 850 1.500 Acciaio (zincato) Fe 430 D 1.0144/1.0145 190 210 000 0,012 7 850 1.500 Acciaio (zincato) Fe 510 D 1.0570/1.0577 240 210 000 0,012 7 850 1.500 Alluminio (estruso) - 2014 204 69 000 0,023 2 700 580 Alluminio (estruso) - 5083 64 69 000 0,023 2 700 580 Alluminio (estruso) - 6060 85 69 000 0,023 2 700 580 Alluminio (estruso) - 6061 140 69 000 0,023 2 700 580 Alluminio (estruso) - 6082 155 69 000 0,023 2 700 580 Alluminio (estruso) - 7020 126 69 000 0,023 2 700 580 Alluminio (estruso) - 7075 270 69 000 0,023 2 700 580 I valori di tensione ammissibile riportati nel prospetto 6 sono ricavati dai valori normati del carico unitario di scostamento dalla proporzionalità dello 0,2% (RP0,2), ridotti di un coefficiente di sicurezza pari a 1,5 per gli acciai e pari a 1,7 per l'alluminio. (Vedere UNI EN 10088, CNR UNI 10011 e UNI 8634). Questi valori sono quelli da utilizzare per la condizione di carico I (carichi permanenti) nel metodo alle tensioni ammissibili. 4.4 Componenti del sistema di ancoraggio 4.4.1 Viteria, bulloneria, tasselli 4.4.1.1 Requisiti specifici Sono di seguito elencati i requisiti specifici del sistema di ancoraggio: - resistenza meccanica: taglio, trazione con/senza flessione; - controllo della modalità di rottura (strappo) nel supporto edilizio; - controllo delle deformazioni e degli spostamenti in esercizio; - compatibilità meccanico-geometrica con staffe; - ossatura e morsetti; - compatibilità galvanica con staffe, ossatura e morsetti; - resistenza al fuoco e controllo della reazione al fuoco; - resistenza all'acqua ed agli agenti atmosferici (corrosione). Questi elementi hanno una duplice funzione nella meccanica del sistema di facciata, in quanto devono fissare al supporto murario le staffe, i montanti, i traversi oppure i morsetti a seconda del tipo di sistema utilizzato (tasselli/prigionieri) ma anche collegare secondo le modalità previste tutti i diversi componenti del sistema di ancoraggio (rivetti, bullonature, viti autofilettanti). UNI 11018:2003 © UNI Pagina 20 Ai fini di una loro scelta corretta, deve essere posta particolare attenzione a questi parametri: figura 5 a) comportamento in esercizio: resistenza a taglio e trazione dell'elemento, con o senza presenza di flessione, in funzione dei carichi di esercizio previsti durante la progettazione; b) modalità di rottura: si tratta di definire la modalità di rovina del tassello nel supporto edilizio in cui è inserito, al raggiungimento dei carichi limite di rottura previsti: - rottura lato acciaio: il tassello raggiunge la propria tensione di rottura e si rompe per trazione, - rottura lato calcestruzzo (o altro materiale in cui il tassello è inserito): il calcestruzzo si rompe per trazione con asportazione del tassello intero e del conoide di rottura. c) abbinamento tassello-supporto edilizio: i diversi tipi di tassello esistenti in commercio devono essere scelti in funzione del supporto edilizio presente: tasselli chimici o ad espansione meccanica per il calcestruzzo, tasselli a gabbietta forata o a calza flessibile per i mattoni forati, prigionieri a sparo per elementi in acciaio o calcestruzzo; d) comportamento alla corrosione: la resistenza alla corrosione deve essere almeno uguale a quella dei componenti collegati, con attenzione ai fenomeni di corrosione galvanica. Tasselli a gabbietta e a calza per carichi elevati nel mattone forato UNI 11018:2003 © UNI Pagina 21 4.4.1.2 figura 6 Tasselli chimici e ad espansione meccanica per carichi elevati nel calcestruzzo figura 7 Tasselli ad espansione metallici e plastici nel mattone semipieno Classificazione della viteria e della bulloneria Bulloni, viti e dadi vengono classificati in funzione del materiale di composizione in: a) gruppo A - acciai austenitici: categorie A1, A2, A3, A4, A5; b) gruppo C - acciai martensitici: categorie C1, C3, C4; c) gruppo F - acciai ferritici: categoria F1. Il prospetto 7 riporta i dati relativi al solo gruppo A - Acciai austenitici, generalmente utilizzati nella realizzazione dei sistemi di facciata. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 22 per questioni statiche e/o per ottenere una libera distribuzione dei pannelli di rivestimento. Prodotti La sottostruttura metallica è necessaria ogniqualvolta si voglia rendere indipendente l'ancoraggio delle lastre dalla struttura edilizia sottostante.2. che permettono una migliore solidarizzazione con il calcestruzzo. (Vedere UNI EN ISO 3506. 4.2 - resistenza meccanica. - compatibilità galvanica con le staffe ed i morsetti.2. parti da 1 a 3). - compatibilità meccanico-geometrica con le staffe ed i morsetti. dell'orizzontalità. L'ossatura metallica è generalmente applicata all'esterno del supporto edilizio. - resistenza all'acqua ed agli agenti atmosferici (corrosione). nel qual caso i profilati vengono completati con ali saldate o intrecciate.4. - resistenza al fuoco e controllo della reazione al fuoco. anche ventilata.5. - sicurezza nei confronti dei fenomeni elettromagnetici (messa a terra). - compatibilità geometrica con la creazione di uno strato di coibentazione termica e di una camera d'aria. - controllo delle deformazioni.prospetto 7a Classificazione della viteria Viteria Gruppo Classe A prospetto 7b Diametri [mm] Tensione ammissibile σam [N/mm2] 50 ≤M39 140 70 ≤M24 300 80 ≤M24 400 Classificazione della bulloneria Dadi Gruppo Classe normale A Diametri [mm] Tensione ammissibile σam [N/mm2] sottile 50 025 ≤M39 160 70 035 ≤M24 230 80 040 ≤M24 260 I valori di tensione ammissibile riportati nel prospetto 7 sono ricavati dai valori normati di tensione nominale di snervamento allo 0. della verticalità.2 Profilati metallici della sottostruttura 4. ma per le strutture in calcestruzzo è possibile progettare profilati parzialmente o interamente annegati nel getto. I montanti ed i traversi sono di norma realizzati: UNI 11018:2003 © UNI Pagina 23 .4.4. ridotti di un coefficiente di sicurezza pari a 1.1 Requisiti specifici Sono di seguito elencati i requisiti specifici dei profilati metallici della sottostruttura: 4.2% di deformazione residua. - controllo della planarità. 10 mm × 20 mm.5 mm in casi eccezionali). - compatibilità meccanico-geometrica con l'ossatura. Le geometrie ricorrenti sono quelle ad L o ad U ma sono possibili anche altre forme.1 Requisiti specifici Sono di seguito elencati i requisiti specifici per staffe. - resistenza al fuoco e controllo della reazione al fuoco. figura 8 Profili metallici della sottostruttura: sezioni correnti adottate La lunghezza dei profilati è limitata a 6 000 mm per ragioni commerciali (immagazzinamento.a) con acciaio inossidabile. funzioni dei macchinari esistenti.3 Staffe. partendo da semilavorati che possono essere ricavati per profilatura a freddo o. la facilità di trafilatura permette di ottenere sezioni di spessore qualsiasi con svolgimento anche alquanto elaborato. 12 mm × 25 mm. diversamente articolate in funzione delle soluzioni tecniche.4. dalla verticalità e dall'orizzontalità del supporto edilizio sottostante. più raramente per estrusione a caldo.2 - resistenza meccanica.4. dell'orizzontalità. - resistenza all'acqua ed agli agenti atmosferici (corrosione). trasporto). per laminazione a caldo o per saldatura. per spessori più elevati. perlopiù trafilato. 4. Specialmente per i tipi austenitici l'incrudimento a freddo consente un incremento delle caratteristiche meccaniche che permette di minimizzare gli spessori impiegati. - controllo delle deformazioni e dei fenomeni di slittamento. piastre. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 24 . della verticalità. sono indicativamente quelle indicate nella figura 8. il che permette di ottimizzare la sezione resistente rispetto alle sollecitazioni cui essa è sottoposta. ottenuto dalla zincatura di profili ricavati anch'essi per profilatura a freddo o. più raramente per estrusione a caldo. grappe 4. - compatibilità meccanico-geometrica con il rivestimento. sono in genere uguali allo spessore della banda da piegare (in casi eccezionali pari alla metà dello spessore) anche per non accentuare la riduzione dello spessore nella zona di piega. quando presente. Le asole per i fissaggi di regolazione o di scorrimento hanno generalmente queste dimensioni: 8 mm × 12 mm. Le sezioni correnti adottate. squadrette e grappe: 4. b) con acciaio zincato. - controllo della planarità. Prodotti Le staffe forniscono il supporto alla sottostruttura metallica. c) con alluminio.3. in funzione della particolare geometria dell'ancoraggio (vedere figura 9). squadrette. 12 mm × 18 mm. Usualmente lo spessore minimo è comunque di almeno 1. 8 mm × 15 mm. per laminazione a caldo o per saldatura. per spessori più elevati. grappe e morsetti tengono in posizione le lastre di facciata. 10 mm × 15 mm. - compatibilità geometrica con la creazione di uno strato di coibentazione termica e di una camera d'aria.5 mm. Lo spessore minimo disponibile è di solito pari a 3 mm (2 mm in casi eccezionali).4. Questi componenti sono destinati a creare il nuovo piano di facciata. I raggi minimi di curvatura per le piegature. Lo spessore minimo disponibile è di solito pari a 2 mm (1. superando gli scostamenti dalla planarità. - compatibilità galvanica con l'ossatura ed il rivestimento.3. Lo sviluppo di staffe e squadrette di acciaio è scandito dalla larghezza standard dei profilati piani. grappe e piastre sono ottenute: a) per taglio da profilati piani in acciaio piegati a freddo.0. prospetto 8 Caratteristiche tecniche indicative di alcuni materiali per la coibentazione Materiale Peso specifico Permeabilità al vapore Conduttività termica γ [kg/m3] δa [kg/msPa] UR ≤ 50% δu [kg/msPa] UR > 50% λ [W/m °C] Fibre di vetro . con fissaggi meccanici costituiti da apposite squadrette o tasselli muniti di gorgiera. Le asole per i fissaggi di regolazione o di scorrimento hanno di norma queste dimensioni: 8 mm × 12 mm.046 .046 Fibre di vetro . L'uso dei pannelli rigidi è consigliato solo se il supporto edilizio ha una buona planarità (che impedisce la creazione di una lama d'aria parassita tra coibentazione e supporto edilizio) e ancora se la loro applicazione è compatibile con la distribuzione delle staffe di ancoraggio e la posa dell'eventuale sottostruttura del sistema di facciata. - controllo della permeabilità al vapore.0. Prodotti Si tratta usualmente di pannelli o rotoli di lana minerale senza barriera al vapore. oppure di pannelli di polistirene espanso. poliuretano. - resistenza all'acqua ed agli agenti atmosferici. 8 mm × 15 mm.16 150 150 0.Pannelli semirigidi 16 .Pannelli rigidi 30 . - resistenza al fuoco e controllo della reazione al fuoco.040 .5.1 Requisiti specifici Sono di seguito elencati i requisiti specifici dei prodotti per coibentazione termica: 4. b) per taglio da profilati di alluminio estrusi. - durabilità.5 mm in casi eccezionali) e 3 mm per l'acciaio zincato (2 mm in casi eccezionali). meglio.038 UNI 11018:2003 © UNI Pagina 25 . 12 mm × 25 mm.2 - coibentazione termica (ridotta conduttività termica). di norma progressiva per multipli di 10 mm.Feltri resinati 11 . 10 mm × 15 mm.5. squadrette e grappe: geometrie ricorrenti Staffe. 4. Il prospetto 8 riporta le caratteristiche indicative di alcuni materiali per la coibentazione. Il materiale di coibentazione viene normalmente fissato al supporto retrostante con collanti o. eventualmente rinforzati con fazzoletti angolari saldati.040 Fibre di vetro . squadrette.0. tecnica che permette la realizzazione di rinforzi angolari o nervature senza saldature. per i componenti di alluminio non esistono limitazioni dimensionali.figura 9 Staffe. Lo spessore minimo disponibile è generalmente pari a 2 mm per l'acciaio inossidabile (1. c) per stampaggio di acciaio o alluminio. 10 mm × 20 mm. polistirene estruso. - controllo dei ponti termici. 12 mm × 18 mm.100 150 150 0.053 .5 Prodotti per la coibentazione termica 4.30 150 150 0. 4 50.0.0.50 - - 0. dolomia e marmo • • • 56 84 126 196 Calcare compatto e porfido • • • 55 83 124 193 Quarzite • • • 51 77 116 180 Travertino e arenaria • • • • 75 113 175 Calcare tenero • • • • 72 108 168 20 [8 mm] • 32. a scopo orientativo.5 mm] [22 mm] • • • 23 [10 mm] 24. gneiss.Feltri resinati 30 .038 Polivinilcloruro espanso in lastre 30 . Confronto dei pesi massimi per i prodotti di rivestimento [in kg/m2] Tipo di rivestimento Spessore di riferimento [mm] 9 11 13 20 30 45 70 Basalto e diorite • • • 62 93 140 217 Granito e sienite • • • 60 90 135 210 Ardesia.044 Fibre minerali . tali valori devono essere richiesti ai produttori.039 .0. granitoresina) Granito rinforzato (con tessuto di fibra di vetro da 1.125 150 150 0.032 37 1.5 • • • • Clinker • • 28 33 [16 mm] • • • Cotto in sezione piena • • 26 40 60 90 • Cotto in sezione alleggerita • • 28 [14 mm] 40 VAR VAR VAR Prodotti lapidei agglomerati (marmoresina.prospetto 8 Caratteristiche tecniche indicative di alcuni materiali per la coibentazione (Continua) Materiale Permeabilità al vapore Conduttività termica γ [kg/m3] δa [kg/msPa] UR ≤ 50% δu [kg/msPa] UR > 50% λ [W/m °C] Fibre minerali .042 .2.35 150 150 0. alcuni valori di peso per unità di superficie per alcuni materiali lapidei e ceramici comunemente utilizzati per rivestimenti di facciata a montaggio meccanico. Nota prospetto 9 Per i pannelli compositi o diversamente stratificati.50 - - 0.Pannelli semirigidi 40 .041 .050 .0.040 Poliuretano in lastre da blocchi 25 .5 .6 0.2 0.6 0.5 mm e resina epossidica) Grès porcellanato Monocottura smaltata Legenda: • Prodotti di questo spessore non sono usualmente utilizzati nelle facciate ventilate.6 1.2 0.045 .041 Polivinilcloruro estruso non reticolato 30 .039 .6 [14.034 Polistirene estruso in lastre da blocchi 20 .058 Polistirene espanso senza pelle 30 .060 Polivinilcloruro estruso reticolato 33 .0.55 150 150 0.6 .048 .8 .5 . UNI 11018:2003 © UNI Pagina 26 .5 50 75 • • 18 24 [12 mm] 28 33 [17 mm] • • • 20.0. VAR Il peso dipende dal volume percentuale dei fori.041 .2.0.6 .0.8 29.7 26 33.6 2.0.50 0.8 .30 2.40 0.5 .035 Poliuretano espanso in loco 4.1 1-2 0.50 1-2 1-2 0.Pannelli rigidi 80 .040 Fibre minerali .034 .6 Peso specifico Prodotti di rivestimento Il prospetto 9 riporta. dilatabilità per variazioni termiche e/o di umidità) e di alcuni comportamenti (assorbimento d'acqua. La resistenza a trazione del materiale costituisce la sua caratteristica meccanica principale. Verifiche relative alle caratteristiche tecniche Il materiale lapideo naturale o agglomerato che viene utilizzato per la realizzazione di lastre di rivestimento di facciata deve generalmente essere sottoposto a prove su campioni come specificato di seguito. la sua resistenza all'invecchiamento deve essere dimostrata o determinata sperimentalmente sulla base della determinazione di alcune caratteristiche (densità.prima ipotesi.1 Prodotti lapidei naturali. agglomerati. La σam deve essere calcolata secondo la relazione seguente: σam = σk/γs UNI 11018:2003 © UNI Pagina 27 . - resistenza meccanica ai terminali d'ancoraggio e/o agli inserti. - resistenza ai fenomeni di degrado da atmosfere inquinate. possono generalmente essere verificati a campione. - resistenza all'acqua ed agli agenti atmosferici.1. c) Resistenze ammissibili .2 - resistenza meccanica in sezione corrente (carichi/urti). che induce nel provino azioni di flessione e taglio. - requisiti relativi alle esigenze di aspetto. Resistenza a trazione per flessione. Per tutti i tipi di prova è necessario che i campioni utilizzati abbiano la stessa finitura superficiale prevista per la lastra in opera. essi devono essere sempre opportunamente verificati. - durabilità. Le resistenze ammissibili per i calcoli sia di resistenza alla flessione che di resistenza all'estrazione dei fissaggi devono essere ricavate secondo il metodo semiprobabilistico: la resistenza caratteristica sk deve essere determinata tramite valutazione statistica (su almeno 20 campioni) dei valori di rottura desunti dai certificati di prova. - controllo dei fenomeni di decoesione intergranulare. Essendo gli ancoraggi punti di applicazione di carichi concentrati sulla lastra lapidea. In ogni caso i risultati devono essere indicati in un certificato di prova. microdurezza Knoop. naturali.1. porosità. la resistenza all'estrazione dei fissaggi deve essere inizialmente ipotizzata tramite opportuni modelli di carico e coni di distacco agli ancoraggi. b) Resistenza all'invecchiamento. agglomerati e rinforzati: 4. La prova di resistenza alla flessione deve essere condotta in accordo con la UNI EN 12372. non più vecchio di 3 anni. a) Resistenza all'estrazione dei fissaggi.6. per i quali le prestazioni sono determinate dall'insieme delle stratificazioni applicate alla base lapidea naturale. è accettabile un livello di affidabilità del 75% per un valore di rottura corrispondente al 5° percentile inferiore. agglomerata o rinforzata non sia ricavabile da dati storici affidabili. secondo le dimensioni di progetto. Ove la prestazione della pietra naturale.4. fenomeni di decoesione). abrasività. rinforzati 4. sensibilità a cicli di gelo e disgelo o ad immersione in soluzioni acide.6. Quando per questa prestazione non siano disponibili dati storici affidabili. oppure facendo riferimento al comportamento complessivo del pannello. Essa viene determinata per via indiretta tramite prove di flessione sui campioni di prova. quando ciò sia significativo.6.1 Requisiti specifici Sono di seguito elencati i requisiti specifici per prodotti lapidei. - resistenza al fuoco e controllo della reazione al fuoco. quindi verificata sperimentalmente. I materiali lapidei diversamente rinforzati. 0 4. secondo i valori forniti nel prospetto 11: prospetto 11 Coefficienti di riduzione empirici in sezione corrente e agli ancoraggi Coefficiente di riduzione empirico γ's.3 0.78 000 Calcare compatto 0.15 54 100 .med secondo la seguente relazione: σam = σr.8 Sedimentario 4 Sedimentario 6 d) Resistenze ammissibili .007 13 .013 14 .2 .8 - 0.an Materiale lapideo Igneo 2. dall'affidabilità che si attribuisce a tale valore di rottura (affidabilità decrescente al crescere di CV).33 20 900 .seconda ipotesi.007 32 . si può ricavare il valore della tensione ammissibile σam conoscendo indicativamente il valore medio della resistenza a rottura σr. Caratteristiche tecniche indicative dei materiali lapidei Materiale Assorbimento Conduttività d'acqua medio termica massima Dilatazione termica lineare massima Resistenza a Modulo elastico trazione tangenziale media medio E* [% in peso] λ [W/m °C] α [mm/m °C] σt.10 2. In mancanza di dati sperimentali specifici.5 Sedimentario 5 6 8 Sedimentario 7.dove: il coefficiente di sicurezza γs per il calcolo della σam ha due valori distinti a seconda che si calcoli la resistenza ammissibile in sezione corrente (γs.sc) o agli ancoraggi (γ's.sc Materiale lapideo γs.1.2 Metamorfico 4.1.50 200 Basalto 0.3 1.007 16 .9 0.med [N/mm2] Ardesia 0. i valori del prospetto 12 sono da considerarsi puramente orientativi.5 .9.1 .an) e deve avere valore non minore di quello indicato nel prospetto 10: prospetto 10 Coefficienti di sicurezza in sezione corrente e agli ancoraggi Coefficiente di sicurezza in sezione corrente Coefficiente di sicurezza agli ancoraggi γs.2 .60 - Arenaria 0.88 000 45 2.83 000 Calcare tenero UNI 11018:2003 © UNI Pagina 28 .18 32 200 .5 6 9 Metamorfico 4 5 7 Metamorfico 6 7.med [N/mm2] Et.med/γ's dove: i due valori del coefficiente di sicurezza γ's per il calcolo in sezione corrente (γ's.sc) o agli ancoraggi (γs.5 10.3 Caratteristiche tecniche indicative dei materiali lapidei naturali Poiché i materiali lapidei naturali possono avere proprietà fisiche estremamente eterogenee.4 Igneo 3.6 Metamorfico 3.5 0.9 0.6.sc in sezione corrente Materiale lapideo Coefficiente di riduzione empirico γ's.5 9 12 4.an agli ancoraggi CV% < 10 10 < CV% < 20 CV% > 20 Materiale lapideo CV% < 10 10 < CV% < 20 CV% > 20 Igneo 3 4 6 Igneo 4.0. Le proprietà tecniche significative di ogni lotto di materiale vanno sempre verificate sperimentalmente.006 10 .21 68 600 . persino nell'ambito di forniture provenienti dalla stessa cava.an) dipendono dal coefficiente di variazione CV% rispetto al valore medio o. empiricamente. Nota prospetto 12 Per le caratteristiche dei materiali agglomerati e rinforzati occorre rivolgersi direttamente ai produttori ed eventualmente concordare con loro opportune modalità di verifica. 15 54 500 .20 45 700 . essi vanno sempre opportunamente verificati.1 Requisiti specifici: Sono di seguito elencati i requisiti specifici dei prodotti ceramici.2 .7 3. Essa viene determinata per via indiretta tramite prove di flessione sui campioni di prova.9 0.2 .6.83 000 Dolomia 0.3 0.006 18 . Per tutti i tipi di prova.2 .71 000 Quarzite 2 7. 4.30 56 000 .2 .9 0. Essendo gli ancoraggi punti di applicazione di carichi concentrati sulla lastra ceramica. non più vecchio di 3 anni.5 3.014 10 .6.20 47 000 .004 21 .29 59 000 .6 3. la sua resistenza all'invecchiamento deve essere dimostrata o determinata sperimentalmente.008 12 .5 2. sensibilità a cicli di gelo e disgelo o ad immersione in soluzioni acide.0.0. è necessario che i campioni utilizzati abbiano la stessa finitura superficiale prevista per la lastra in opera.15 52 000 .40 600 Sienite 1 - 0. b) Resistenza all'estrazione dei fissaggi. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 29 .med [N/mm2] Diorite 1 - 0.006 10 . porosità. - resistenza al cavillo.15 34 200 .82 500 Porfido 0. La prova di resistenza alla flessione deve essere condotta in accordo con la UNI EN ISO 10545-4.5 - 0.5 0.5 1. Quando per questa prestazione non siano disponibili dati storici affidabili.0.2.22 42 500 .2 .63 700 Marmo 0.2.6 0.6. - resistenza agli sbalzi termici.2 Prodotti ceramici 4.med [N/mm2] Et. che induce nel provino azioni di flessione e taglio. - resistenza meccanica ai terminali d'ancoraggio e/o agli inserti.40 27 400 .64 700 Travertino 4.0.63 900 Granito 0.008 11 .0. - requisiti relativi alle esigenze di aspetto. I risultati devono essere indicati in un certificato. La resistenza a trazione del materiale costituisce la sua caratteristica meccanica principale. abrasività).prospetto 12 Caratteristiche tecniche indicative dei materiali lapidei (Continua) Materiale Assorbimento Conduttività d'acqua medio termica massima Dilatazione termica lineare massima Resistenza a Modulo elastico trazione tangenziale media medio E* [% in peso] λ [W/m °C] α [mm/m °C] σt.4 0. stabilità dei colori alla luce. c) Resistenza all'invecchiamento.007 11 . Ove la prestazione del materiale ceramico previsto non sia ricavabile da dati storici affidabili. - resistenza all'acqua. dilatabilità per variazioni termiche e/o di umidità) e di alcuni comportamenti (assorbimento d'acqua.2 - resistenza meccanica in sezione corrente (carichi/urti). al gelo ed agli agenti atmosferici. Verifiche relative alle caratteristiche tecniche Il materiale ceramico che viene utilizzato per la realizzazione di lastre di rivestimento di facciata deve essere sottoposto a prove su campioni come specificato di seguito.011 31 .007 12 . sulla base della determinazione di alcune caratteristiche (densità. la resistenza all'estrazione dei fissaggi deve essere inizialmente ipotizzata tramite opportuni modelli di carico e coni di distacco agli ancoraggi e quindi verificata sperimentalmente.69 000 2. a) Resistenza a trazione per flessione.81 700 Gneiss 0. sc) o agli ancoraggi (γs.009 ≥27 Grès rosso Pressatura Bl 0-3 0.0.009 ≥20 Estrusione AIIa 3-6 0. è accettabile un livello di affidabilità del 75% per un valore di rottura corrispondente al 5° percentile inferiore.009 ≥27 Pressatura Blla 3-4 0. Le resistenze ammissibili per i calcoli sia di resistenza alla flessione che di resistenza all'estrazione dei fissaggi devono essere ricavate secondo il metodo semiprobabilistico: la resistenza caratteristica σk deve essere determinata tramite valutazione statistica (su almeno 20 campioni) dei valori di rottura desunti dai certificati di prova. la σam deve essere calcolata secondo la relazione seguente: σam = σk/γs dove: il coefficiente di sicurezza γs per il calcolo della σam ha due valori distinti a seconda che si calcoli la resistenza ammissibile in sezione corrente (γs.4 Classificazione dei materiali ceramici secondo le norme UNI EN Tipo di formatura prospetto Coefficiente di sicurezza γs. Indicativamente essi sono: a) strumenti topografici per determinare fili fissi in planimetria e livelli di elevazione.an agli ancoraggi 3 < E* ≤ 6 6 < E* ≤ 10 E* > 10 Estrusione Gruppo AI UNI EN 121 Gruppo AIIa UNI EN 186 Gruppo AIIb UNI EN 187 Gruppo AIII UNI EN 188 Pressatura Gruppo BI UNI EN 176 Gruppo BIIa UNI EN 177 Gruppo BIIb UNI EN 178 Gruppo BIII UNI EN 159 Caratteristiche tecniche indicative dei materiali ceramici utilizzati in facciata ventilata Materiale Clinker Cotto Formatura Classe Assorbimento d'acqua [UNI EN 87] [UNI EN ISO 10545-3] Dilatazione termica Resistenza a flessione lineare massima media [UNI EN ISO 10545-8] [UNI EN ISO 10545-4] E* [% in peso] α [mm/m °C] σt.6 Materiale ceramico Gruppi in funzione dell'assorbimento d'acqua E* [in percentuale] E* ≤ 3 15 2.5 0.min [N/mm2] Estrusione AI 0-3 0.009 ≥20 Estrusione AIIa 3-6 0.an) e deve avere valore non inferiore a quello indicato nel prospetto 13: prospetto 13 Coefficienti di sicurezza in sezione corrente e agli ancoraggi Coefficiente di sicurezza γs.009 ≥27 Monocottura rossa Pressatura Bl 0-3 0.009 ≥22 Monocottura chiara Pressatura Bl 0-3 0.sc in sezione corrente Materiale ceramico prospetto 14 1.009 ≥27 5 ATTREZZATURE 5.009 ≥20 Grès porcellanato Pressatura Bl 0 .1 Utensili Gli utensili di cui prevedere l'utilizzo per la messa in opera del sistema ancoraggio devono essere preferibilmente dedicati ed usati in modo da evitare ogni possibilità di contaminazione tra materiali diversi. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 30 .d) Resistenze ammissibili. i) flessibili per piccole modifiche ai componenti del sistema di ancoraggio o ai pannelli lapidei. d) rurale. bindelle. 6 ISTRUZIONI PER LA PROGETTAZIONE 6. 16 gennaio 1996. b) urbana. maniglioni.2 b) livelle ad acqua. il maneggio ed il posizionamento degli elementi del sistema di ancoraggio con protezioni adeguate a mantenerne l'integrità. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 31 .5.1 Aggressività dell'atmosfera È da tenere in conto nella scelta dei materiali dei singoli componenti del sistema di collegamento e supporto. pedane. Macchine Le macchine di cui prevedere l'utilizzo per la messa in opera del sistema ancoraggio sono: a) piattaforma di lavoro su torre telescopica oleodinamica. le azioni sismiche ed eventuali altri carichi variabili. c) gru a torre ad azionamento elettrico. g) estrattori per il controllo della tenuta immediata e nel tempo dei tasselli meccanici e/o chimici e dei prigionieri. Gli ambienti di progetto si classificano generalmente in quattro categorie (con possibili combinazioni delle condizioni di aggressività) che sono: 6) a) marina. M. c) martelli demolitori per piccole demolizioni.1. calibri per il controllo della geometria dei fori.1. f) pistole chiodatrici per prigionieri. squadre. Al momento della pubblicazione della norma. d) carrelli. i carichi geometrici dovuti alle deformazioni impedite.1 Agenti sollecitanti e verifica di resistenza 6. fili per tracce (batticorda). c) industriale. il sollevamento. d) trapani a percussione per tassellature.1 Carichi al tempo T = 0 Si devono quantificare: i pesi propri dei materiali del sistema di collegamento e dei pannelli di rivestimento ed eventuali altri carichi fissi. 6. le azioni del vento in termini di pressione e depressione. b) autogru telescopica. piombi. Attrezzi Gli attrezzi di cui prevedere l'utilizzo per la messa in opera del sistema ancoraggio sono: 5. paraspigoli e parabordi per il trasporto. c) trabattelli mobili. il carico della neve. e) trapani o foratrici per fori di sottosquadro sul retro delle lastre. è in vigore il D. la possibilità di urti6). ventose. metri a nastro. taglierine. saldatrici elettriche ed altri utensili vari per il serraggio dei bulloni o comunque per la connessione dei componenti del sistema. b) reti anticaduta. martelli. chiavi inglesi.3 a) ponteggi tubolari di facciata.1. doppi metri rigidi per i tracciamenti delle misure. h) chiavi inglesi dinamometriche. bombolette di zinco spray per ripristini locali della zincatura sui profilati metallici. le variazioni termiche. difetti di montaggio.1.1 Tensioni ammissibili Si considerano le sole azioni permanenti (o comunque di lunga durata.1.4 Verifica di resistenza La verifica di resistenza può essere normalmente condotta con il metodo delle Tensioni Ammissibili e usando il criterio di sicurezza di Huber-Hencky-Von Mises.2 Stati limite Si operano le combinazioni previste dalla legislazione vigente7). la loro combinazione dipende dal tipo di verifica di sicurezza adottata. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 32 .3 a) assestamenti del suolo e delle strutture.3. c) fessurazione delle dell'atmosfera). c) sito esposto: zona litorale vicino al mare. come il sisma) per il carico tipo 2. d) corrosione o altre forme di degradazione delle strutture per aggressione da materiali inquinanti. è in vigore il D. che risultano normalmente molto intensificate in queste zone. valli montane in cui sono presenti venti violenti. b) ritiro lento delle strutture e fenomeni viscosi.1.1. Carichi al tempo T > 0 6. M. e) cicli di carico affaticanti. f) spostamenti di vincolo. specie in termini di neve e/o vento.1. 6.1. b) sito normale: terreno piano che può presentare dislivelli poco sensibili. in funzione delle verifiche dello stato limite di esercizio o dello stato limite ultimo. avremo anche l'effetto di queste azioni: 6. eccentricità non volute.3 a) sito protetto: fondovalle circondato da colline e protetto nelle direzioni di provenienza dei venti più violenti.1. cicli di gelo/disgelo. le stesse aumentate dalle azioni del vento (o comunque di breve durata. calcolando lo stato di sforzo delle lastre di rivestimento e di ciascun componente del sistema di ancoraggio tramite i comuni metodi della scienza delle costruzioni.2 Situazione locale di esposizione È da valutare per scegliere le combinazioni di carico probabilmente più gravose. 6. Generalmente è quindi sufficiente verificare: σ id = 2 2 σ x + σ y – σ x σ y + 3τ xy 2 ≤ σam dove: σid 7) è la tensione ideale. strutture (anche in accoppiamento con l'aggressività Combinazione dei carichi Una volta quantificati i carichi di progetto. 16 gennaio 1996. Si distingue in: 6.1. Al momento della pubblicazione della norma. zone montane esposte.2 Oltre alle sollecitazioni al tempo T = 0 e fatte salve eventuali riduzioni (dovute ad esempio alla diminuzione dell'aggressività dell'atmosfera). Geometria dell'edificio È da valutare per conoscere l'influenza delle irregolarità locali (sporgenze e/o rientranze) e dei punti singolari (spigoli di facciata verticali e/o orizzontali) sul valore medio delle azioni atmosferiche calcolate.3. come i carichi di neve) per la definizione del carico tipo 1.1. imperfezioni geometriche e di carico.6. 6. I morsetti devono essere fissati alle strutture tramite i tasselli.2 Scelta del sistema di ancoraggio Nell'applicazione di lastre di rivestimento con ancoraggi meccanici si possono impiegare diverse tipologie di montaggio. c) il tipo di struttura di ancoraggio e la tipologia di montaggio. prestazionali e tecniche della tripletta aspetto-supporto-montaggio determinata in prima scelta. essa deve essere condotta utilizzando le relazioni di sicurezza necessarie.σx. 6. creano una vera e propria facciata ventilata.1 a) l'aspetto architettonico e le caratteristiche di facciata. Nel caso di inserti sul retro. il secondo è dato dal tipo di supporto a disposizione per sostenere i pannelli di rivestimento stessi. supporto principale portante costituito da muratura di mattoni forati). Di fatto. vengono bloccati i morsetti sul retro di ogni pannello (che deve essere stato preparato con fori svasati o cilindrici a seconda degli inserti che si utilizzano) tramite gli inserti ad espansione o a molla. σam è la tensione ammissibile per il materiale utilizzato.) la verifica deve essere condotta tramite calcoli agli Elementi Finiti realizzati con il calcolatore elettronico. Si può quindi operare una prima scelta in base ad una matrice tridimensionale che lega: Nota 6. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 33 .2. Questo montaggio prosegue secondo due possibilità. τxy sono le componenti della tensione per lo stato di sforzo piano. ossatura portante con solette distanti 300 cm e pannelli alti 150 cm) o quando si voglia distribuire lo sforzo dovuto ai pannelli e ai carichi agenti su di essi su più punti del supporto (ad esempio. 6. nei casi in cui il sistema sia calcolato per svolgere un controllato scambio igrotermico. da ciò risulteranno uno o più "montaggi" possibili. il progettista ed il costruttore scelgono un "supporto". Questo terzo parametro può non essere univoco. Tipologie di montaggio Da un punto di vista strettamente statico. ecc. Alcune di queste tipologie di montaggio creano una facciata a schermo avanzato altre. tali traversi servono in genere a creare dei punti d'appoggio intermedi per i pannelli quando le strutture edilizie sono discontinue (ad esempio.1 Montaggio puntiforme Il pannello di rivestimento di facciata viene ancorato per punti al supporto edilizio tramite dei semplici morsetti e tasselli di aggrappo. Nel caso di verifica fatta agli stati limite.2. Per situazioni eccezionali (condizioni di carico complesse. È storicamente il primo ancoraggio meccanico utilizzato. b) il tipo di supporto edilizio esistente o progettato. ogni pannello potrebbe essere posato tramite un solo incastro o tre cerniere indipendenti (minimi staticamente necessari). così come prescritte dai comuni metodi della scienza delle costruzioni.1. Ad esempio: l'architetto ed il committente scelgono una "facciata". È perciò necessario verificare sempre le possibili conseguenze di un eventuale comportamento iperstatico del sistema di ancoraggio scelto per le lastre. o un numero superiore se le dimensioni della lastre lo richiedono.2. Si "entra" in questa matrice imponendo 2 dei 3 parametri e si ottiene il terzo. la prassi vede utilizzare almeno quattro ancoraggi per pannello. poi i pannelli di rivestimento di facciata (che devono avere fresate o fori sulle coste o sul retro) devono essere appoggiati o sospesi alle linguette o ai perni dei morsetti.1. anzi in generale non lo è. I pannelli vengono quindi aggrappati facendo entrare ad incastro i morsetti entro l'incavo dei traversi. σy. 6. ancoraggi sottoposti a tensioni molteplici. la cui scelta dipende da due fattori: il primo è dato dall'aspetto e dalle caratteristiche che il committente o l'architetto vogliono ottenere dal rivestimento di facciata.2 Montaggio su traversi Vengono prima montati dei traversi orizzontali in aderenza al supporto edilizio con dei tasselli di aggrappo. Questa prima selezione va poi affinata prendendo in considerazione con maggior dettaglio le caratteristiche funzionali. quindi vengono montati sui montanti i morsetti necessari per ogni pannello (di cui quelli portanti devono essere immediatamente regolati e serrati).2. utile per una prima scelta della tipologia di montaggio.1. infine vengono serrati i morsetti sui traversi. - compatibilità geometrica con la creazione di uno strato di coibentazione termica e di una camera d'aria. ecc.2 Caratteristiche funzionali Il sistema deve assolvere. il tipo di supporto e la tipologia di montaggio. poi i pannelli vengono aggrappati facendo entrare le estremità dei morsetti nelle fresate o fori sulle coste o sul retro e infine vengono serrati i morsetti di trattenimento. - resistenza al fuoco e controllo della reazione al fuoco. in particolare rispetto a quelle ammissibili per i pannelli di rivestimento. Tabella di combinazione Il prospetto 16 fornisce la rappresentazione semplificata della matrice tridimensionale che lega nelle applicazioni l'aspetto e le caratteristiche di facciata. anche ventilata. - sicurezza ai fenomeni elettromagnetici (messa a terra). - concentrazione dei carichi di facciata su aree del supporto edilizio strutturalmente ben resistenti. 6.3 Montaggio su montanti È simile al montaggio su traversi. planarità.2. - assorbimento delle variazioni dimensionali delle lastre. i pannelli devono essere preparati e agganciati come nel caso sopradescritto di montaggio su traversi semplici. orizzontalità. - recupero degli scostamenti da verticalità. - controllo dei cedimenti (antislittamento). - resistenza all'acqua ed agli agenti atmosferici.Nel caso di fresate o fori sulle coste. fuori-piombo.5 Montaggio su sottostruttura snodata In sostanza è molto simile a quello su struttura ausiliaria normale di cui sopra. Spesso è l'unica praticabile (struttura a solette portanti) oppure risulta la migliore quando le lastre sono molto più larghe che alte.2.3 - resistenza meccanica. ma ruotato di 90° nel piano della facciata. per cui i montanti sono distanziati dalle strutture e non essendo in aderenza possono vincere forti irregolarità del supporto stesso (forti rugosità localizzate.). dato che il peso delle lastre deve essere fin dall'inizio contrastato tramite un corretto e controllato serraggio dei morsetti. alle funzioni seguenti: 6. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 34 . salvo casi molto particolari. La sottostruttura permette di applicare una facciata di qualsiasi aspetto e caratteristiche ad un qualsiasi tipo di supporto. non-planarità. - realizzazione di rivestimenti uniformi su strutture disomogenee. 6. anche inquinanti.1. poi i pannelli vengono aggrappati facendo entrare le estremità dei morsetti nelle fresate o fori. È una soluzione più gravosa rispetto a quella con traversi: sia i montanti che i morsetti devono possedere dispositivi antislittamento e la posa necessita di particolari accorgimenti ed esperienza. - ancoraggio di facciata senza interruzioni del manto impermeabile. 6.2.4 Montaggio su sottostruttura Viene installata una struttura ausiliaria metallica composta da traversi orizzontali ancorati a montanti verticali fissati in aderenza al supporto tramite tasselli. - controllo delle deformazioni. nel suo insieme. vengono montati sui traversi i morsetti necessari per ogni pannello. Vengono montati dei montanti verticali.2. 6. tranne che per la presenza di staffe di snodo fra i montanti ed il supporto edilizio.1. 3.6 0.4 0. A. S N. A. del materiale metallico di cui è costituito e delle condizioni ambientali di esercizio previste. L'ampiezza minima dei giunti di dilatazione. P = Montaggio su pannellature in cemento armato o in GFRC. A. P N = Montaggio puntiforme. S. A. A. M. C = Montaggio su correnti. S A. P F.1 Sottostruttura La sottostruttura metallica deve essere calcolata in funzione dello stato di sforzo previsto e della deformazione massima ammessa.5 30 0. F F.9 50 1. nei quali sia possibile lo scorrimento relativo con il supporto edilizio retrostante. M. S A. Valori diversi possono essere ricavati per interpolazione. attraverso la realizzazione di fissaggi "fissi" ed altri di semplice trattenuta. S = Montaggio su struttura ausiliaria snodata. A.8 0. F = Montaggio su pannellature a struttura metallica. A. C.3 Progettazione del sistema di ancoraggio 6. S A. b) per i traversi frecce massime ammesse pari a 1/300 della luce netta per le inflessioni verticali (peso) e pari a 1/100 della stessa luce per le inflessioni nel piano orizzontale (vento). C. F M. S N. S. in funzione della differenza ∆T tra la temperatura massima e quella minima ipotizzabili nell'arco dell'anno per l'aria interna all'intercapedine di ventilazione è indicata nel prospetto 17. S A. S. S. S F. P A. fatto salvo un accurato studio di eventuali interferenze tra il sistema di ancoraggio ed il rivestimento supportato.prospetto 16 Tabella di combinazione Tipo di supporto Aspetto e caratteristiche di facciata Facciata a schermo avanzato Facciata ventilata Muro-cortina (courtain wall) Facciata a nastro Facciata a pannellature Parete (o soffitto) continua N. F. In funzione della lunghezza del profilato. F. S F. M. P Supporto misto A. S M. M. S. S C. P A. A. A = Montaggio su struttura ausiliaria. M. 6. F. A. F. A. P A. A. F. che indichi un'ulteriore diminuzione: a) per i montanti frecce massime ammesse pari ad 1/200 della luce verticale tra due fissaggi consecutivi (vento). P M. P Parete arretrata continua A. S. S. devono essere previsti adeguati rinforzi in tutte le zone sottoposte a carichi particolarmente gravosi (ad esempio le fasce di spigolo dell'edificio). Le deformazioni ammesse sono le seguenti. S. F C. P Ossatura portante C. S.3 UNI 11018:2003 © UNI Pagina 35 .7 40 1 0. è necessario garantire una dilatazione controllata. F. C. P F. prospetto 17 Ampiezza minima dei giunti di dilatazione ∆T [°C] Giunto alluminio [mm/m] Giunto acciaio [mm/m] 60 1. M = Montaggio su montanti. La posizione dei punti fissi determina le direzioni di dilatazione. P Solette portanti M. S N. Indicativamente lo si può calcolare secondo le indicazioni del prospetto 17. eventualmente ricorrendo a staffe telescopiche: il perfetto allineamento del punto fisso con i punti scorrevoli è condizione necessaria per una dilatazione libera di ogni profilato metallico. per le squadrette dei morsetti è fondamentale conformare le deformabilità alle ampiezze ammissibili dei giunti tra pannelli adiacenti. montanti e correnti deve essere sempre realizzato con dispositivi a serraggio controllato. della temperatura al momento della posa. a meno di poter dimostrare che le entità delle dilatazioni in gioco sono compatibili con il sistema di posa progettato e non inducono sganciamenti e/o rotture dei pannelli coinvolti. e lo stesso per i correnti. avente ampiezza definita in funzione del materiale. La posa deve garantire un totale recupero di planarità. devono essere regolabili nelle tre dimensioni tramite fori ovalizzati o l'applicazione di opportune piastre (antislittamento se servono alle regolazioni verticali). sia in corrispondenza dei punti fissi che di quelli scorrevoli.3. figura 10 Ipotesi semplificativa di calcolo di una squadretta Legenda S= Trazione sul tassello di ancoraggio R= Reazione sul supporto della squadretta P= Peso Q= Carico del vento S = Pa/b R=S UNI 11018:2003 S = Qc/d R=S-Q © UNI Pagina 36 . orizzontalità e verticalità. b) garantire che nessun pannello di rivestimento sia posato "a cavallo" di questi giunti di dilatazione. I raccordi tra montanti consecutivi devono essere possibilmente allineati alla stessa quota. In funzione della irregolarità del supporto.Il collegamento tra staffe. Le staffe devono essere fissate al supporto murario con tasselli o prigionieri a serraggio controllato. per il calcolo del valore di estrazione. In corrispondenza dei raccordi è necessario: 6. occorre ricordare sempre l'effetto leva dovuto alle eccentricità di applicazione del carico. Staffe e squadrette Staffe e squadrette devono essere calcolate in funzione dello stato di sforzo previsto e della deformazione massima ammessa.2 a) garantire un giunto di dilatazione minimo. della lunghezza del profilato. con conseguente incremento dello spessore del materiale coibentante necessario.4. che risulta quindi appeso. Il numero e la qualità dei fissaggi alla struttura retrostante deve essere tale da garantire il sostegno del peso e la resistenza allo strappo per azione del vento. lo strato isolante va posato garantendo che i giunti tra i pannelli siano ben chiusi e tra loro sfalsati (qualora si posino più strati sovrapposti). in un solo punto.4 Progettazione termoigrometrica 6. facendo attenzione ad evitare i ponti termici (ad esempio portando la sottostruttura metallica immediatamente all'estradosso dei pannelli stessi con staffe telescopiche). può essere posta in coda ma occorre in questo caso calcolare il montante all'instabilità dell'equilibrio. c) si rende fisso il collegamento alla prima staffa e si posano quindi tutte le staffe intermedie. Indipendentemente dal tipo di materiale utilizzato. Nel caso che le staffe reggano i montanti dell'ossatura metallica.1 Coibentazione Lo spessore dello strato di coibentazione termica deve essere calcolato normalmente rispetto al valore della termotrasmittanza globale che si vuole ottenere per ciascuna particolare parete.figura 11 Inserto di resina per la rottura del ponte termico Legenda 1 Supporto edilizio 2 Inserto di resina 3 Staffa Le staffe sono particolarmente sensibili al dimensionamento dello strato di isolamento termico ed alla lama d'aria. Nel caso in cui l'ancoraggio al supporto edilizio del sistema di facciata interferisca con la continuità dello strato di coibentazione sulla parete. La staffa che definisce il punto fisso è generalmente applicata in testa al montante. in linea generale. per i quali sia dimostrabile che non modificano le condizioni di fissaggio della staffa. La procedura di posa corretta del montante prevede questo ordine di esecuzione: a) viene montata per prima la staffa che determina il punto fisso e le viene quindi collegato il montante. b) si regola la posizione del montante e si fissa la staffa sull'altra estremità. il loro numero è determinato dalla deformabilità dei profilati e dalla resistenza allo strappo di ciascuna staffa. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 37 . la progettazione di una facciata ventilata produce miglioramenti nel funzionamento estivo della facciata rispetto ad una simile non ventilata. È possibile utilizzare i componenti del sistema di ancoraggio per tenere in posizione i pannelli isolanti: a) infilzandoli nelle staffe di ancoraggio. tenendo conto che. Per garantire la rottura del ponte termico in corrispondenza del loro punto di applicazione alla struttura edilizia è possibile frapporre elementi in resine termoplastiche. 6. prima di applicare i morsetti o la sottostruttura portante. b) utilizzando montanti o traversi come profili di incasso. ma induce peggioramenti nel funzionamento invernale. deve essere inoltre garantita l'assenza di ogni lama d'aria parassita tra isolante e struttura edilizia. il sistema deve essere progettato in modo che: a) venga ridotto al minimo il numero di ponti termici. A è misurata in [m2]. essendo peraltro l'intercapedine d'aria inaccessibile dall'esterno in condizioni normali. La ventilazione della lama d'aria è caratterizzata: 8) - nel caso di pareti verticali o inclinate più di 60° sull'orizzontale. Tale compartimentazione realizza innanzitutto una barriera fisica alla diffusione di fiamme o prodotti di combustione derivati da un eventuale incendio. b) in verticale. Inoltre migliora il funzionamento ordinario del sistema. - L è la lunghezza della parete. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 38 . impedisce richiami d'aria tra facciate contigue rispettivamente sopravento e sottovento. Centre Scientifique et Technique du Batiment. e la superficie della parete (A ). Esempi di diverse collocazioni dei montanti rispetto allo strato di coibentazione Lama d'aria La lama d'aria tra l'intradosso del rivestimento e l'estradosso del supporto edilizio (o della coibentazione termica quando applicata).2 sia limitato ogni incremento di conduttività in ciascun ponte termico (ad esempio inserendo spessori in materiale plastico tra le staffe e il supporto edilizio piuttosto che schiumando i fori realizzati nello strato coibente una volta fissata la staffa di ancoraggio). CHAPITRE II" edita dal CSTB. dal rapporto fra la sezione totale delle aperture di ventilazione (s). misurata in [m2]. Se lo spessore della lama d'aria (o intercapedine ventilata) non è già stato calcolato dal progettista dell'edificio. inserendo altrimenti opportune scossaline. e la lunghezza della parete (L ).b) figura 12 6. utilizzando se possibile i profilati della sottostruttura del sistema di ancoraggio. L è misurata in [m]. misurata in [m2]. qui di seguito vengono date le regole di calcolo8). realizza la divisione della facciata in tanti "camini" autonomi e. infatti: a) in orizzontale. Nelle formule seguenti: - A è la superficie di parete. Secondo la norma francese "REGLES TH-K 77. in prossimità degli spigoli dell'edificio. - nel caso di pareti orizzontali o inclinate meno di 60° sull'orizzontale (soffitti o coperture). impedisce che l'aria che fluisce all'interno possa raggiungere velocità elevate e produrre vibrazioni. È consigliabile realizzare sempre una compartimentazione dello strato di ventilazione. al fine di facilitare l'evacuazione dell'acqua meteorica o da condensazione. dal rapporto fra la sezione totale delle aperture di ventilazione in alto ed in basso (s') per ogni metro di larghezza della parete. deve essere sempre prevista.4. con uno spessore minimo di 2 cm. Particolare attenzione deve essere posta nella realizzazione della tenuta all'acqua in corrispondenza degli spigoli tra la facciata e gli imbotti dei serramenti o altri componenti che ne interrompono la continuità (vedere figura 13).2 Lastre posate a giunto aperto Poiché i giunti tra le lastre di rivestimento sono aperti.5. dato che questa è la sezione totale delle aperture in alto ed in basso per ogni metro di larghezza della parete. Le modalità di tenuta sono considerevolmente diverse a seconda che si realizzi una facciata con lastre posate a giunto chiuso o con lastre posate a giunto aperto. tale da non impedire in nessun momento della vita utile del manufatto gli eventuali movimenti delle lastre adiacenti in corrispondenza del giunto. oppure data A. b) alta stabilità e resistenza alle sollecitazioni atmosferiche.0003 Pareti mediamente ventilate 0.05. - parete verticale. 6.003 × 20 = 0.002 <0.003 Pareti fortemente ventilate ≥0.5. mediamente o fortemente ventilata. si sceglie il valore s'/L o s/A che rientra nei limiti del prospetto 18. - si sceglie s'/L = 0.1 Lastre posate a giunto chiuso Si tratta di una soluzione adottata a volte per i rivestimenti lapidei: lo spessore delle lastre consente infatti l'inserimento di un apposito fondogiunto.prospetto 18 Calcolo dello spessore della lama d'aria e della sezione totale delle aperture di ventilazione Tipo di disposizione Tipo di ventilazione Nota Pareti verticali o inclinate più di 60° sull'orizzontale s'/L [m2/m] Pareti orizzontali o inclinate meno di 60° sull'orizzontale s/A [m2/m2] Pareti debolmente ventilate <0. si ottiene s' = 0. garantita nel tempo. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 39 . riportato alle stratificazioni più interne. quindi si dovrà avere uno spessore della lama d'aria pari a 3 cm.003 Uso del prospetto 18: - si decide se si vuole una parete debolmente. nell'ipotesi di avere aperture uguali in alto ed in basso ognuna sarà con sezione 0. Esempio pratico: 6. il controllo della tenuta all'acqua è. in modo da non subire alterazioni precoci (disseccamenti) che ne alterino la funzionalità.002 ~ 0.002 ~ 0. - data L = 20 m.003 che rientra nei limiti 0. - data L. si ottiene s.03 m2 per metro di larghezza.5 - parete mediamente ventilata. generalmente al supporto edilizio retrostante il sistema di facciata (vedere figura 14). davanti al quale viene steso il sigillante di fugatura. 6. soprattutto rispetto ai fenomeni di pioggia battente con ruscellamento in facciata. - si verifica se la parete è verticale (o molto inclinata) o se è orizzontale (o poco inclinata). c) compatibilità chimica con il materiale delle lastre di rivestimento.05 ≥0. Nel caso di fugatura dei giunti. si ottiene s'.0003 ~ 0. in linea teorica. Progettazione della tenuta all'acqua La tenuta all'acqua meteorica del sistema "parete di chiusura + rivestimento" deve essere in ogni caso garantita.06 m2. - in funzione della ventilazione scelta e dell'inclinazione. così da evitare reazioni indesiderate o assorbimenti di colore da parte del materiale di rivestimento. il quale deve essere caratterizzato da: a) elevatissima elasticità. la barriera all'acqua è costituita dall'estradosso del rivestimento stesso e non si ha quindi alcuna penetrazione di acqua verso l'intercapedine retrostante.05 0. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 40 . a) Figura 15: Fughe aperte orizzontali di 8 mm su pannelli di 600 mm × 600 mm × 10 mm. l'acqua che arriva a bagnare la coibentazione è dell'ordine dello 0. figura 13 Posizione della tenuta all'acqua per lastre montate a giunto chiuso . lama d'aria di 60 mm. superficie aperta pari al 1. la penetrazione di acqua meteorica nell'intercapedine d'aria è dell'ordine del 5-15% rispetto al totale che batte sul rivestimento. la presenza dell'intercapedine d'aria garantisce già di per sé che la penetrazione d'acqua verso lo strato di coibentazione sia minima. per di più essa si ferma nei primi 15 mm di spessore del coibente stesso e quindi la gran parte della sua massa risulta asciutta. pannello isolante con superficie idrorepellente. incluso il retro a contatto con la muratura.1% del totale.Di fatto però. la superficie del rivestimento che rimane aperta all'ingresso dell'acqua meteorica è non più del 2-3% della superficie totale.Sezione orizzontale Con giunti aperti di normale larghezza.Sezione orizzontale figura 14 Posizione della tenuta all'acqua per lastre montate a giunto aperto .3% del totale di facciata. 6. imbotti dei serramenti o fasce marcapiano). in relazione al materiale utilizzato assieme alle modalità di posa. per garantire che il flusso di acqua di ruscellamento sulle facce sia esterne che interne del rivestimento vengano completamente allontanate dalla facciata.1 Sezione corrente Le caratteristiche delle lastre. lama d'aria di 100 mm. superficie aperta pari al 2. senza entrare in contatto con il supporto edilizio retrostante.3% del totale figura 16 Superficie aperta pari al 2.b) Figura 16: Fughe aperte orizzontali e verticali di 8 mm su pannelli di 600 mm × 600 mm × 10 mm. figura 15 Superficie aperta pari all’1. Nel caso di posa a giunto aperto è necessario un controllo particolarmente accurato della tenuta in corrispondenza dei punti singolari del rivestimento (quali spigoli orizzontali della facciata. pannello isolante con superficie idrorepellente.6% del totale di facciata. devono essere tali da soddisfare le seguenti prescrizioni.6 Progettazione delle lastre lapidee 6.6% del totale 6. soluzioni diverse sono ammissibili quando risultino sperimentalmente altrettanto valide di quelle proposte: UNI 11018:2003 © UNI Pagina 41 . ancoraggi per ponteggi (sia di costruzione sia di manutenzione).5 per considerare la riduzione della resistenza ammissibile alla flessione ed all'estrazione dei fissaggi come risultato di carichi permanenti o dinamici. f) Altri componenti della costruzione. è in generale di 3 cm. con valori di α ricavabili dal prospetto 12. Ai fini del calcolo degli spostamenti dei punti di ancoraggio delle lastre per effetto di dilatazioni termiche. Ove non sia noto il modulo di elasticità del materiale ceramico. b) Dimensioni. d) Inflessione. il peso proprio deve essere moltiplicato per un fattore 2. Può essere permesso di fissare meccanicamente lastre d'intradosso ad altre lastre. Soluzioni diverse sono ammissibili quando risultino sperimentalmente altrettanto valide di quelle proposte. Non deve essere permesso di fissare al rivestimento telai di finestre o porte.5. originati dall'ancoraggio e aperti a 45° verso la faccia del pannello. Punti di ancoraggio Si forniscono alcune indicazioni sulla progettazione dei punti di ancoraggio dei pannelli. Il comportamento a rottura può essere calcolato ipotizzando il distacco per trazione di coni o prismi lapidei. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 42 . Le lastre lapidee sono disponibili a misura in qualsiasi dimensione e secondo qualsivoglia proporzione. Nel caso di lastre installate orizzontalmente o con pendenza minore di 30°. tipicamente a lastre verticali adiacenti. Lo spessore delle lastre. può essere necessario verificarne il grado di reversibilità. e) Lastre d'intradosso. naturali o agglomerate. secondo direttrici che dipendono dalla geometria dell'ancoraggio. insegne luminose o d'altro tipo. Qualsiasi collegamento realizzato con malta cementizia. del tipo di ancoraggi. si può supporre una variazione di temperatura di ±35 °C rispetto a quella di posa.6.2 a) Spessore. del materiale utilizzato. Per alcuni materiali lapidei. c) Lastre orizzontali o inclinate. l'inflessione deve essere determinata con prove sperimentali. mastice o stucco non deve essere tenuto in conto ai fini della progettazione del sistema di ancoraggio. spessori minorii sono ammissibili purché verificati in funzione del tipo di carico agente. g) Dila tazioni termiche. Se le prove mostrano che la resistenza all'estrazione (perpendicolare alla superficie della lastra) è <400 N.6. Il limite è costituito solo dalla resistenza agli ancoraggi e in sezione corrente. deve essere usato un fattore di sicurezza di 3. delle dimensioni. Questi fattori di correzione devono essere usati solo per la componente del peso proprio agente perpendicolarmente alla superficie della lastra. L'inflessione risultante dalla componente del peso proprio agente perpendicolarmente rispetto alla superficie della lastra deve essere minore di 1/500 della luce. gioco tra perno e fondo del foretto. gioco tra perno e fondo del foretto ≥u. con profilo di fondogiunto Cappellotto plastico di riempimento del foretto Squadretta di supporto Lastra superiore in appoggio Lastra inferiore in ritenuta Gioco minimo tra lastra Li e la squadretta ≥a. compatibile con le tolleranze dimensionali e le deformazioni previste in esercizio Contrasto tra piolo e lastra Distanza tra asse del foro e superficie della lastra (Meglio se ≥Sp ) sezione resistente della lastra in corrispondenza del foretto Profondità della lastra Spessore della lastra sollecitato a pressione Profondità del foretto superiore Profondità del foretto inferiore Spessore del materiale elastico di appoggio Altezza della fuga orizzontale Diametro del perno Diametro del foretto Sezione verticale sulla squadretta Sezione verticale corrente a) b) UNI 11018:2003 © UNI Pagina 43 .figura 17 Dimensioni significative per un fissaggio realizzato con pioli applicati alle teste della lastra Legenda A B C S Ls Li u vs vi ls e li md e mp Sd S Sp Ps Pi a f Q D a) b) Spessore d’appoggio di materiale elastico Eventuale sigillatura della fuga. Forniamo di seguito le principali indicazioni dimensionali per la progettazione di terminali realizzati con fori ciechi (foretti) per perni d'ancoraggio sulle teste delle lastre. Per lastre sorrette da pioli applicati sulle coste.5 mm. La fuga può essere eventualmente chiusa. opportunamente adattate. onde evitare la caduta della lastra al cedimento del lato debole interno. si possono utilizzare le stesse indicazioni. fino a 12. La distanza minima (md e mp) fra l'asse del foretto e la faccia della lastra deve normalmente essere ≥15 mm. Il valore (u) è riducibile a 2 mm se si può dimostrare che in qualsiasi condizione di carico e/o deformazione le lastre (Li) non vanno a contrasto con l'anima dell'ancoraggio. valgono le stesse indicazioni qui riportate per il dimensionamento dei fori. La lunghezza (ls o li ) di contrasto tra il perno ed il foretto deve normalmente essere ≥25 mm. vi ≥ u e comunque vi ≥ 4 mm. Per l'inserimento di linguette all'interno di fresate. Anche per vs e vi il valore minimo può essere ridotto a 2 mm a patto di poter dimostrare che in qualsiasi condizione di carico e/o deformazione il fondo dei fori nelle lastre (Ls) e (Li) non vadano a contrasto con i pioli della squadretta. con spessore (a) e larghezza maggiore della larghezza della squadretta. la progettazione dei perni d'ancoraggio può essere basata sull'assunzione che esiste una lunghezza libera (cioè non supportata) d'inflessione uguale al 70% della lunghezza (ls o li ) del tratto di contrasto tra lastra e perno d'ancoraggio. Il diametro (D) del foretto deve essere il minore possibile ma in ogni caso di almeno 3 mm maggiore del diametro (Q) del perno previsto. La profondità (Ps o Pi ) del foretto deve garantire un'altezza vuota (vs o vi ) tra la testa del piolo ed il fondo del foro per cui sia: - per la lastra superiore (Ls). Nell'insieme.) che permetta una distribuzione degli sforzi locali all'appoggio. deve essere dimostrato che il foretto è in grado di resistere ai carichi previsti. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 44 . È importante che l'asse longitudinale del piolo sia parallelo all'asse del foro in cui viene inserito. Per lunghezze minori. assunto a = 0 e posto il gioco (u) tra lastra e anima della squadretta u ≥ 2 mm su entrambi i lati dell'anima stessa. Non devono essere utilizzati prodotti siliconici perché l'eccessiva adesività impedisce lo scorrimento relativo tra perno e pannello. con sigillanti adeguati posati con profilo di fondogiunto.5 volte lo spessore (S) della lastra. è necessario che sia (T1 + T2) > 2-3 volte (E1 + E2). È ammissibile ridurre tale distanza a fronte della dimostrazione di adeguata resistenza su almeno 20 campioni. in ritenuta. La distanza (T1 o T2) fra l'angolo della lastra e l'asse del foretto deve essere maggiore di 2. Per foretti realizzati sia sulla testa che sulla costa. per evitare forti sforzi localizzati. anche l'altezza (f) della fuga orizzontale tra le lastre deve essere tale da garantire che in qualsiasi condizione di carico e/o deformazione le lastre (Ls) e (Li) non vadano a contrasto con l'anima dell'ancoraggio.a) Quantità. - per la lastra inferiore (Li). ecc. al fine di permettere l'inserimento di un cappellotto (C) di materiale altamente deformabile (poliacetale o altra materia plastica adatta). La lastra inferiore (Li) deve avere un gioco minimo (u) rispetto all'anima della squadretta (S) per cui sia comunque u ≥ 4 mm. I punti di fissaggio devono essere disposti in modo tale che le lastre siano libere d'espandersi nel caso di qualsiasi variazione di temperatura ed umidità. b) Terminali d'ancoraggio. Per semplicità. vs ≥ a e comunque vs ≥ 4 mm. avente la funzione di distribuire uniformemente gli sforzi e di assorbire le tolleranze dimensionali nonché le dilatazioni termiche. Per distanze minori. sia maggiore dello spessore (Sp) sollecitato in pressione. È opportuno che lo spessore (Sd ) sollecitato in depressione. Le lastre devono essere fissate in almeno 4 punti essendo normale. È preferibile che la lastra (Ls) non appoggi direttamente sulla squadretta (S) ma su uno spessore (A) in materiale plastico (neoprene. in appoggio sulla squadretta. compriband. deve essere dimostrato che il foretto è in grado di resistere ai carichi previsti. Il dimensionamento ed il posizionamento di questo tipo di inserto sono del tutto simili a quelli riportati al punto precedente. La profondità (B) degli inserti deve essere al massimo pari alla metà dello spessore (S) della lastra. di sezione troncoconica per inserti ad espansione. Per distanze minori. Per le caratteristiche di funzionamento e le modalità di applicazione degli inserti sul retro. meglio.5 volte lo spessore (S) della lastra. d) Inserti passanti. deve essere dimostrato che il foretto è in grado di resistere ai carichi previsti.3 Posizione dei punti di ancoraggio e stato di sforzo Lo stato di sforzo nella sezione corrente del pannello lapideo è funzione sia dell'entità dei carichi applicati. Il foro è cilindrico per inserti con alette perimetrali ad uncino. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 45 . opportune modellazioni agli elementi finiti. è sempre necessario rivolgersi ai fabbricatori ed eventualmente definire con essi opportune modalità di prova.c) Inserti sul retro. Nota Per calcolare il comportamento meccanico della soluzione adottata si utilizzano i comuni procedimenti di scienza delle costruzioni per il calcolo di lastre e piastre o. figura 18 Terminali d'ancoraggio figura 19 Inserti sul retro 6. può essere necessario un controllo per verificare che il comportamento a rottura dell'inserto sul retro non sia lo sfilamento dello stesso dal foro di alloggiamento. In particolare. che della quantità e della distribuzione degli ancoraggi sul pannello medesimo. La distanza (A1 e A2) fra il bordo della lastra e l'asse del foro per l'inserto deve essere maggiore di 2.6. figura 20 Esempio di rivestimento lapideo naturale ad inserti sul retro con sottostruttura a montanti e traversi . devono essere tali da soddisfare le seguenti prescrizioni. Lo spessore delle piastrelle. per una pendenza minore di 60° deve essere >10 mm.7 Progettazione delle lastre ceramiche 6. quando queste sono installate con una pendenza maggiore di 60° rispetto all'orizzontale. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 46 . deve essere ≥7. soluzioni diverse sono ammissibili quando risultino sperimentalmente altrettanto valide di quelle proposte: a) Spessore.5 mm.1 Sezione corrente Le caratteristiche delle piastrelle.7.Sezione verticale alla partenza 6.Sezione verticale corrente figura 21 Esempio di rivestimento lapideo rinforzato ad inserti sul retro con sottostruttura a montanti e traversi . in relazione al materiale utilizzato assieme alle modalità di posa. secondo direttrici che dipendono dalla geometria dell'ancoraggio. completamente reversibili.6. tipicamente a piastrelle verticali adiacenti. d) Inflessione. Questi fattori di correzione devono essere usati solo per la componente del peso proprio perpendicolare alla superficie della lastra. I punti di fissaggio devono essere disposti in modo tale che le piastrelle siano libere d'espandersi nel caso di qualsiasi variazione di temperatura ed umidità. f) Altri componenti della costruzione.5 per considerare la riduzione della resistenza ammissibile alla flessione ed all'estrazione dei fissaggi come risultato di carichi permanenti o dinamici. l'inflessione deve essere determinata con prove sperimentali. è opportuna l'applicazione di reti di sicurezza. 6. sul retro delle piastrelle. È permesso il fissaggio meccanico di piastrelle d'intradosso ad altre piastrelle. Punti di ancoraggio Si forniscono alcune indicazioni sulla progettazione dei punti di ancoraggio delle lastre ceramiche. Se le prove mostrano che la resistenza all'estrazione (perpendicolare alla superficie della lastra) è <200 N. e) Piastrelle d'intradosso. Qualsiasi collegamento realizzato con cemento. insegne luminose o d'altro tipo. Le piastrelle devono essere fissate in almeno 3 punti.1 Quantità. Soluzioni diverse sono ammissibili quando risultino sperimentalmente altrettanto valide di quelle proposte.2 b) Dimensioni.5. Per impedire la caduta di frammenti in caso di rottura.7. Sono disponibili secondo varietà modulari normalizzate sia rettangolari che quadrate. deve essere usato un fattore di sicurezza di 3. Il comportamento a rottura può essere calcolato ipotizzando il distacco per trazione di coni o prismi ceramici. mastice o stucco non deve essere tenuto in conto ai fini della progettazione del sistema di ancoraggio. Ove non sia noto il modulo di elasticità del materiale ceramico. L'inflessione risultante dalla componente del peso proprio agente perpendicolarmente rispetto alla superficie della piastrella deve essere minore di 1/500 della luce. ad esempio in fibra di vetro tessile.7. originati dall'ancoraggio e aperti a 45° verso la faccia del pannello.01 mm/m °C. Per l'utilizzo in sistemi di facciata. Nel caso di piastrelle installate orizzontalmente o con pendenza minore di 30°. ancoraggi per ponteggi (sia di costruzione sia di manutenzione).2. si consiglia un minimo di 30 cm × 60 cm o 40 cm × 40 cm ed un massimo di 120 cm × 120 cm. h) Sistemi di sicurezza. con valori di α pari a 0. (usualmente 4). g) Dilatazioni termiche. Non deve essere permesso di fissare al rivestimento telai di finestre o porte. il peso proprio deve essere moltiplicato per un fattore 2. c) Piastrelle orizzontali o inclinate. Ai fini del calcolo degli spostamenti dei punti di ancoraggio delle piastrelle per effetto di dilatazioni termiche. si può supporre una variazione di temperatura di ±35 °C rispetto a quella di posa. figura 22 Terminali d'ancoraggio a vista e terminali inseriti in fresate sulle teste della lastra UNI 11018:2003 © UNI Pagina 47 . 6. deve essere dimostrato che il foretto è in grado di resistere ai carichi previsti. Per spessori sottili (orientativamente minori di 12 mm. i terminali d'ancoraggio realizzati con fori ciechi o fresate sulle teste o sulle coste delle lastre devono essere attentamente progettati e sottoposti a prova in funzione dei carichi di esercizio. La distanza (A1 e A2) fra il bordo della piastrella e l'asse del foro per l'inserto deve essere maggiore di 2.5 volte lo spessore (S) della lastra.2 23 Tipi di inserto sul retro. Per le caratteristiche di funzionamento e le modalità di applicazione degli inserti sul retro. La profondità (B) degli inserti deve essere al massimo pari al 75% dello spessore (S) della piastrella. Per le squadrette sul bordo superiore della lastra deve essere previsto un gioco minimo (G) ≥ 2 mm per le dilatazioni piastrella-supporto.3 Inserti sul retro.7.7. con e senza azione di pre-contrasto Terminali d'ancoraggio. In particolare. può essere necessario un controllo per verificare che il comportamento a rottura dell'inserto sul retro non sia lo sfilamento dello stesso dal foro di alloggiamento. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 48 . è sempre necessario rivolgersi ai produttori ed eventualmente definire con essi opportune modalità di prova. Per distanze minori. Il foro è cilindrico per inserti con alette perimetrali ad uncino. che forniscono il sostegno e la ritenuta sulle teste della lastra. con un valore minimo di almeno 50 mm.figura 6. Usualmente i terminali d'ancoraggio per le lastre ceramiche sono realizzati con squadrette uncinate a vista.2. per l'altezza di ritenuta (R) deve essere comunque R ≥ P. di sezione troncoconica per inserti ad espansione. in acciaio o alluminio. La profondità (P ) della squadretta è funzione dello spessore della piastrella utilizzata e delle tolleranze di fabbricazione.2. 5 10 5 20 10 Per le opere che presentano un particolare rischio per le loro caratteristiche d'uso è necessario incrementare le anzianità di riferimento. testimonia di per sé la validità del progetto originario. Per calcolare il comportamento meccanico della soluzione adottata si utilizzano i comuni procedimenti di scienza delle costruzioni per il calcolo di lastre e piastre o. b) specifiche tecniche di progetto. dall'altro per la veloce trasformazione degli ancoraggi verso nuovi materiali. in buono stato di conservazione.1 Input di progetto Richiedere al committente o al progettista architettonico o all'impresa generale di costruzioni: a) disegni architettonici. verso formati sempre più grandi. diagramma Gantt. un primo controllo sulla qualità del progetto può essere effettuato sulla base di confronti con progetti già realizzati. una serie di anzianità minime che. a tal fine l'anzianità dei dati storici reperibili è di fondamentale importanza: una struttura di lungo corso. prospetto 19 Anzianità minima dei dati storici Durata della garanzia da prestare (Vita prevista del rivestimento) [anni] Anzianità minima dei dati storici Sufficiente per una minima sicurezza [anni] 2 1 5 2.9. Caso per caso il progettista deciderà quale anzianità dei dati storici sia necessaria per la specifica sicurezza. indipendentemente dal fatto che tale supporto sia o non sia parte della struttura edilizia portante propriamente detta. d) programma lavori integrato: reticolo Pert. paragonabili a quello in corso. intendendo comunque i disegni di quello che sarà il supporto portante del sistema di ancoraggio della facciata. per le opere la cui resistenza è di importanza primaria per le necessità della protezione civile.9 Redazione del progetto esecutivo 6. oltre alle anzianità di servizio necessarie a dare una notevole sicurezza in funzione della vita prevista del rivestimento. Per questo forniamo nel prospetto 19. c) disegni delle strutture. l'anzianità deve essere ancora maggiore. Relativamente ai sistemi di facciata a schermo avanzato e montaggio meccanico. 6. sia globale dell'intero progetto. in funzione della durata della garanzia da prestare per il rivestimento. dovrebbero dare un livello minimo ma sufficiente di sicurezza.3 Posizione dei punti di ancoraggio e stato di sforzo Lo stato di sforzo nella sezione corrente del pannello ceramico è funzione sia dell'entità dei carichi applicati. meglio. opportune modellazioni agli elementi finiti. che della quantità e della distribuzione degli ancoraggi sul pannello medesimo. Il prospetto 19 propone dei valori puramente indicativi. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 49 . sia specifico dei lavori di rivestimento di facciata. da un lato per effetto della continua evoluzione dei rivestimenti verso materiali nuovi. orientativamente. dati storici di lunga data sono finora poco disponibili. componenti e metodi di posa. sottili e leggeri.7.8 Anzianità dei dati storici Usualmente. 6.6. che i dati controllati come congrui secondo le indicazioni suddette corrispondano anche allo stato di fatto del cantiere: 6. d) sistema di supporto proposto: verificare che vi sia spazio nominale sufficiente ad alloggiare il sistema d'ancoraggio calcolato e che sia stata considerata una realistica sequenza di montaggio. Assunzione dei carichi di progetto. rielaborare un nuovo diagramma di Gantt realistico. trasporto e messa in opera. verticalità. b) materiale proposto: verificare che il materiale e la finitura proposti siano adeguati all'uso previsto anche in termini di resistenza alle aggressioni prevedibili per la vita utile del manufatto. squadro) del costruito di supporto siano compatibili con gli aggiustaggi del sistema d'ancoraggio. cioè che i calcoli esecutivi non abbiano incrementato in modo inaccettabile le dimensioni di elementi strutturali da rivestire con pannelli.4 a) esistenza reale di strutture di supporto: verificare in cantiere che le strutture costruite siano conformi alle progettate. eventualmente verificare se si possano utilizzare pannelli lapidei compositi con resistenza specifica incrementata e spessore limitato.9. d) grado di utilizzo reale delle risorse in comune con altri lavori: ad esempio controllare l'uso effettivo dei mezzi di sollevamento quando questi non sono esclusivi dell'esecutore delle opere di rivestimento. f) tempistica proposta: verificare sulla base di dati storici di interventi analoghi che l'integrazione proposta fra lavori di rivestimento di facciata e costruzione generale consenta di lavorare con continuità alla posa di pannelli di rivestimento senza frazionamenti in molte brevi attività. e) ingombri finali delle strutture: verificare che le strutture progettate dallo strutturista siano compatibili con gli ingombri al finito proposti dall'architetto. verifica del materiale (rottura a flessione. sia nei confronti dello sviluppo delle strutture portanti. Linee guida generali di progettazione Svolgere la progettazione secondo queste indicazioni di massima. orizzontalità. c) stato del cantiere: verificare che siano effettivamente disponibili le aree previste a progetto per lo stoccaggio. sia rispetto allo smontaggio delle strutture provvisionali di facciata o all'erezione di altre strutture di assistenza alla posa. al più presto possibile ma preferibilmente prima di iniziare la progettazione esecutiva. se si constata che i tempi in cui la gru può essere asservita al sollevamento dei componenti del sistema d'ancoraggio sono limitati. b) rilievo delle strutture principali di supporto effettivamente esistenti e comparazione con le misure di input progettuale fornite dall'impresa generale di costruzione: verificare che i parametri geometrici (dimensioni. fenomeni di invecchiamento). calcoli statici in sezione corrente del pannello (eventualmente assistiti dal computer UNI 11018:2003 © UNI Pagina 50 . oppure che sia stata individuata correttamente a livello progettuale la risorsa limitante del cammino critico. resistenza allo strappo localizzato.2 Verifiche sugli input di progetto Verificare la congruità di tutti gli input di progettazione richiesti: 6. sia fra lastra e lastra. definizione delle combinazioni di carico.3 a) spessore proposto: verificare se gli spessori proposti per le lastre sono realistici (non troppo elevati né troppo ridotti). da adattare caso per caso e tenendo conto che il processo di progettazione è iterativo: a) verifiche di sicurezza dei pannelli di rivestimento all'interfaccia con il sistema d'ancoraggio. per evitare infruttuose concentrazioni di sforzi su risorse non critiche.9. c) dimensioni proposte delle lastre. Tali verifiche devono essere soddisfatte sia durante l'esercizio sia nelle diverse fasi di costruzione.6. planarità.9. Verifiche di partenza sul cantiere Verificare in cantiere. le marche dei diversi elementi. illustrare il preassemblaggio di un morsetto con l’inserzione della linguetta mobile in una sua asola. la numerazione per la sequenza di posa se del caso. la programmazione delle spedizioni in cantiere. il numero di elementi. a compressione su spigoli eventualmente sollecitati. continua ed uniforme nel tempo.con il metodo degli elementi finiti) e sui dettagli (verifica di resistenza a strappo all'innesto degli inserti o dei morsetti. indicante convenzionalmente o realisticamente tutte le lavorazioni sull'elemento. È raccomandato creare tale programmazione perché altrimenti si è a rischio per il rispetto dei tempi contrattuali: in mancanza di programmazione è abbastanza usuale scoprire durante i lavori (sia di produzione in laboratorio che di posa in cantiere) che attività ritenute critiche per il rispetto dei tempi in realtà non creano ritardi anche se trascurate e che invece attività ritenute ininfluenti sulla durata dei lavori di fatto sono critiche e su di esse vanno concentrati gli sforzi. La programmazione lavori deve essere iniziata il più presto possibile. dettagli. Queste liste devono permettere al laboratorio di produzione di approvvigionare il materiale grezzo e di produrre il sistema d'ancoraggio finito. dato che quelle critiche per l'ancoraggio possono non esserlo state per i pannelli di rivestimento di facciata.). ribadiscono le precauzioni da prendere durante la posa e riportano quant'altro potesse facilitare il montatore nella posa. le tolleranze di posizionamento. Può presentarsi sotto forma di reticolo Pert o più facilmente sotto forma di diagramma Gantt a barre. e) istruzioni per il montaggio del sistema d'ancoraggio. riportando per ogni elemento diverso del sistema d'ancoraggio: la marca d'individuazione. chiariscono le convenzioni secondo cui sono stati ricavati sui disegni i riferimenti ai capisaldi e le altre misure. eventuali note. le misure. Queste istruzioni integrano tramite una descrizione testuale le informazioni contenute nei disegni esecutivi e nelle liste di produzione. ecc. raccogliendo gli input dal cantiere sulle sequenze di posa preferibili per l'integrazione con le tempistiche degli UNI 11018:2003 © UNI Pagina 51 . Contengono generalmente le indicazioni per la tracciatura. con i dovuti adeguamenti: per le resistenze dei materiali. oggettivi e su calcoli dimostrabili. creare i disegni esecutivi dell'ancoraggio riportando la posizione degli elementi di ancoraggio sia rispetto ai pannelli che rispetto alle strutture portanti. a dare un nodo complesso). b) verifiche di sicurezza del sistema d'ancoraggio. Procedere come per le verifiche di sicurezza dei pannelli di rivestimento di facciata. d) liste di produzione degli elementi del sistema d'ancoraggio. assonometrie ed esplosi mostranti i preassemblaggi (da fare in produzione) e gli assemblaggi (da eseguire in posa) degli elementi-base necessari a dare il sistema d'ancoraggio nel suo complesso (ad esempio. altri subappaltatori) basata sull'avere una pianificazione ben determinata. il peso di un elemento e il peso di tutti gli elementi uguali. contemporaneamente si ha una guida per i lavori. uno schizzo o disegno in scala dell'elemento stesso. una tranquillità nei rapporti con il cliente derivante dalla consapevolezza delle proprie tempistiche (consapevolezza basata su dati razionali. Sulla base dei disegni esecutivi. mostrare l'assemblaggio di un montante con un traverso a mezzo di una squadretta. la scheda sequenziale di posa. realizzare le liste di produzione. la verifica delle priorità. c) disegni esecutivi del sistema d'ancoraggio. di orizzontalità e quant'altro necessario al montatore per montare. di verticalità. un'immediata percezione del rischio di ritardi. Ristudiare le combinazioni di carico. Contiene il risultato di un processo iterativo di conciliazione fra le capacità produttive e le necessità di cantiere. riproducibili ovvero su certezze). Tramite una programmazione tempestiva ed attenta si evitano assolutamente queste riallocazioni tardive di risorse e si evitano i costi (in genere piuttosto alti) di queste riallocazioni. Partendo dai disegni architettonici e dai disegni esecutivi dei pannelli. sezioni. Completare le liste di produzione con schizzi. disegni. previo studio dei dettagli degli elementi stessi. le misure di riferimento ai capisaldi. f) programmazione lavori. raccogliere i dati relativi ai materiali del sistema d'ancoraggio e ai materiali della struttura edilizia portante su cui agganciare i pannelli e l'ancoraggio stesso. con sezioni e dettagli. impresa generale di costruzioni. una professionalità riconoscibile dagli altri attori del processo costruttivo (progettista architettonico. sia misti (liste di fabbricazione.9. e) l'indicazione delle sigle o dei codici o degli identificativi per ogni componente del sistema di collegamento e supporto. Se il progetto lo consente e ve ne è l'utilità. uniche (con tutte le sezioni). compatibilmente con la scala del disegno e con le dimensioni dei componenti. Se il progetto lo consente e ve ne è l'utilità. ripetitive (con tutte le sezioni). Elaborati di dettaglio I disegni di dettaglio devono includere: a) lo sviluppo di porzioni di facciata tipiche. 6. 6. Si può derogare solo in casi eccezionali (dime o similari). si può ulteriormente stringere il campo all'uso dei formati A1 ed A3 (eventualmente allungati). 1:20.9. Per i tratteggi per la rappresentazione dei materiali nelle sezioni su disegni tecnici si rinvia alla UNI 3972. in tutta la loro estensione. Per le scritture sui disegni e documenti relativi si fa riferimento alla UNI EN ISO 3098-0. b) lo sviluppo di porzioni di facciata anomale.9. 1:2 (particolari). nella stessa scala. 1:50 (disegni d'insieme). 1:100. si può ulteriormente restringere il campo all'uso delle scale: 2:1 (studi di precisione). 1:1. 1:2. 6.5. computi.3 a) tutti gli sviluppi di facciata. controsoffitti ed ogni altra porzione di rivestimento non altrimenti visibile nelle piante ed elevazioni correnti. a punti particolari) per individuare senza incomprensioni qualsiasi porzione di rivestimento.2 Elaborati d'insieme I disegni d'insieme devono contenere: 6. 1:10 (dettagli). È auspicato che. Per i tipi e grossezze di linee su disegni tecnici.5 Elaborati di progetto Il progetto deve estrinsecare la sua completezza in una adeguata produzione di elaborati.9.1 Caratteristiche degli elaborati Le scale da utilizzare sono: 2:1. 1:5.5. sia testuali (relazioni. Gli elaborati devono essere stampati o realizzati su fogli che rispettino i formati e la squadratura normalizzata per disegni tecnici (vedere UNI EN ISO 5457). c) viste ad hoc per risvolti. sia fornita copia anche dei file su supporto magnetico adeguato. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 52 . 1:50. riferimenti indispensabili per qualsiasi scambio d'informazioni a distanza. d) dei riferimenti (a griglie alfanumeriche. b) le relative sezioni orizzontali e verticali. si genera una proposta di programmazione che media meglio fra questi input e tramite una armonizzazione con le parti s'arriva alla programmazione esecutiva. si rimanda alla UNI EN ISO 128-20. gli input dai laboratori di realizzazione dei pannelli e degli ancoraggi sulle sequenze di lavorazione e produzione fattibili in termini di capacità manifatturiera e di costi. capitolati) sia grafici (disegni). schemi di montaggio).5. quando gli elaborati siano stati realizzati a computer. 1:10.altri subappalti e dell'intero cantiere. d) dei riferimenti ai disegni d'insieme. che non fosse stato possibile indicare sui disegni d'insieme. e) l'indicazione delle sigle o dei codici o degli identificativi per quei componenti del sistema.Sezione verticale su davanzale figura 25 Esempio di rivestimento ceramico con terminali d'ancoraggio a vista e soli montanti . UNI 11018:2003 © UNI Pagina 53 .Sezione orizzontale corrente c) lo sviluppo di porzioni di facciata complesse. con ancoraggio complesso (con tutte le sezioni).figura 24 Esempio di rivestimento in cotto con terminali d'ancoraggio a scomparsa e soli montanti . trasferimento del peso dei corsi sovrastanti del o blocchetti. prospetto 20 Errori relativi al sistema di ancoraggio e problemi conseguenti Errori relativi al sistema di ancoraggio Non calcolare le deformazioni nei fissaggi meccanici dei pannelli lapidei. perché generalmente sottovalutati in quanto ritenuti inverosimili. crollo dei corsi sottostanti (fenomeno autoesaltante). compressioni o trazioni delle variazioni di temperatura e dei movimenti impreviste sul rivestimento.5. ancoraggi). distacchi parziali di lastre. caduta di lastre durante il montaggio. una conseguenza indiretta è quindi l'eventuale ordine di smontare tutto quanto montato per serrarlo nuovamente ai valori previsti. carichi concentrati su punti specifici del rivestimento (spigoli. sfilamento dell'inserto dal retro. compressioni o trazioni impreviste sul rivestimento. Specificare l'uso di tasselli chimici non sperimentati o di marche non conosciute. Elaborati su particolari significativi I disegni di particolari dovranno mostrare: 6. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 54 . eventuali crolli. dei terminali. sia complesse (con sezioni). Il danno prodotto da tali errori non è solo immediato. ingresso ed accumulo della struttura portante. Prescrivere l'uso di tasselli meccanici per Allargamento o svasatura della sede del tassello. cedimenti eccessivi degli appoggi. Continuo allentamento dei tasselli. sia tipiche. sia anomale.6. e continuano a capitare. Assorbimento irreversibile della pigmentazione da parte del materiale lapideo in prossimità dei giunti stessi.4 f) eventualmente l'indicazione delle tolleranze di costruzione e di posa. crollo dei corsi sottostanti (fenomeno autoesaltante). Prescrivere l'uso di sigillante colorato per giunti. b) dei rimandi ai disegni di dettaglio. slittamento verso il basso dei morsetti. rivestimento sui corsi sottostanti. Non effettuare prove al vero sull'estrazione degli inserti. Contatti imprevisti tra le lastre. chiusura e apertura delle fughe. ingresso ed accumulo d'acqua. Trasferimento del peso dei corsi sovrastanti del rivestimento sui corsi sottostanti. ridotta resistenza reale all'estrazione. ma può avere conseguenze indirette anche più pesanti: ad esempio. infortuni ai posatori. Non effettuare prove al vero sul funzionamento Sforzi concentrati non previsti nei fori o nelle fresate con rotture locali. Separazione fra parti dell'inserto. c) l'indicazione delle tolleranze di costruzione e di posa (se non già sui disegni di dettaglio). Esempi di errori da evitare Il presente punto descrive errori comuni e banali ma insidiosi. Non calcolare l'apertura dei giunti in funzione Dilatazioni termiche del rivestimento impedite. microfratture. La conoscenza del settore e l'esperienza diretta insegnano che questi errori sono capitati spesso. Dilatazioni termiche del rivestimento impedite. Problemi conseguenti (diretti e indiretti) Abbassamento della linea di posa delle lastre. g) la descrizione dei criteri d'accettazione per i componenti del sistema. Non scegliere la regolazione interno/esterno dei morsetti in funzione dei fuori piombo e delle variazioni dimensionali delle strutture. Necessità degli spessori di compensazione fra morsetti e struttura portante. scorretti tempi d'indurimento e d'utilizzo.9. Scorretta composizione chimica. Prescrivere l'uso di sigillante per giunti poco deformabile. fratture. microfratture. non usare la chiave torsiometrica può creare dei problemi quando un ispettore vada a controllare la coppia di serraggio. scorretto bloccaggio dei morsetti sulla struttura portante. possibilità di vibrazioni per effetto del vento. d'acqua.10 a) lo sviluppo particolareggiato di parti di porzioni di facciata. distacco di parti delle lastre. restringimento dei giunti di separazione e creazione di sollecitazioni concentrate sugli appoggi. inclinazione verso il calcestruzzo o mattoni pieni su multifori o forati basso del tassello. 1 Progetto operativo 7. più facilmente. prospetto 22 Attività da svolgere Attività Vantaggi conseguenti (diretti ed indiretti) Articolare il sistema di fissaggio meccanico in Eliminazione delle interruzioni dovute a riprogettazioni in corso modo efficace. Riduzione dei giunti di separazione tra lastra e lastra. sulla base: a) dello stato effettivo del cantiere. Corretta previsione di eventuali strutture ausiliarie e tempismo nella loro progettazione. Controllare per tempo i disegni delle strutture.1.prospetto 21 Errori relativi ai pannelli lapidei e problemi conseguenti Errori relativi ai pannelli lapidei Problemi conseguenti (diretti e indiretti) Non calcolare le sollecitazioni sul pannello di rivestimento. alcune attività sono valide in ogni caso. Diminuzione della sezione resistente verso il retro della lastra con incremento della possibilità di rotture con cadute della lastra. Non rispettare le tolleranze dimensionali previste. sulle strutture metalliche. Non effettuare prove al vero su interi pannelli. ad opera di incisioni o finiture superficiali. Sicurezza sulla tenuta degli aggrappi. possibilità di contatto e di rotture per eccesso di carico o dilatazioni impedite. strutture che invadono l'intercapedine dedicata ai morsetti). Correzione per tempo di eventuali incongruenze (ad esempio.1 Programma di esecuzione Il programma di esecuzione deve essere ottenuto direttamente dalla programmazione lavori svolta in fase di progetto. Esempi di attività da svolgere Il presente punto descrive le attività che devono essere svolte in modo che si possano trarre i massimi vantaggi dal sistema di fissaggio scelto. possibilità di contatto e di rotture per eccesso di carico o dilatazioni impedite. adeguandola alla situazione reale di cantiere ed alle capacità del posatore scelto dal committente. Far controllare la resistenza all'estrazione dei Sicurezza sulla tenuta degli aggrappi. Specificare l'uso di prigionieri metallici a sparo Riduzione al minimo dei tempi di aggrappo dei morsetti sulle strutture. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 55 . Non calcolare le modalità di variazione dimensionale del materiale ad opera di temperatura e umidità. Riduzione dei giunti di separazione tra lastra e lastra. Può presentarsi sotto forma di reticolo Pert o. Rotture inaspettate agli ancoraggi o in sezione corrente per superamento della resistenza meccanica del materiale sotto l'azione dei carichi di esercizio. diminuzione della difficoltà di posa. tasselli o prigionieri. Non tenere conto delle lavorazioni superficiali Rotture inaspettate in sezione corrente per effetto della riduzione della delle lastre lapidee.11 Arretrare eccessivamente fori o fresate sulle coste delle lastre. 6. sotto forma di diagramma Gantt a barre. b) delle sequenze di posa preferibili per l'integrazione con le tempistiche degli altri subappalti e dell'intero cantiere. sezione resistente effettiva. altre servono solo in specifici casi. aumento della velocità di montaggio. Il programma di esecuzione deve essere ottenuto il più presto possibile. Rotture inaspettate agli ancoraggi o in sezione corrente secondo modalità non previste. d'opera. 7 ISTRUZIONI PER L'ESECUZIONE ED IL CONTROLLO DI QUALITÀ 7. da consegnare al committente. f) verificare la consistenza e l'agibilità delle opere provvisionali di cantiere secondo le prescrizioni della UNI 10942 (ad esempio verificare che i ponteggi esistenti coincidano con quanto concordato con l’impresa e che siano sgombri. Esempio 1: Montaggio su sottostruttura portante tramite inserti L'esempio di buona pratica di montaggio di seguito riportato prevede che l'interfaccia fra i pannelli di rivestimento di facciata e il sistema d'ancoraggio sia costituito da inserti applicati sul retro.). sottoporre le opere a collaudo statico e redigere una redazione di collaudo. In mancanza. consegnare al cliente una relazione sull'adempimento degli obblighi del direttore dei lavori. montanti verticali e staffe d'ancoraggio). oppure adattarle al cantiere o al caso specifico. 7. entro un ragionevole tempo (generalmente 1 mese). ergonomici.. sia rispetto agli output della progettazione che rispetto alle verifiche in cantiere preliminari alla progettazione. dal giorno di inizio delle opere a quello di ultimazione dei lavori. percorribili in sicurezza. transitabili. Se del caso. g) a lavori ultimati. Da questi dati si genera un programma preliminare che deve mediare al meglio fra questi input. conservare e tenere aggiornato un apposito giornale dei lavori. a molla o similari da alloggiare in fori svasati a coda di rondine od in fori cilindrici praticati sul retro del pannello stesso.2 Linee guida generali di direzione lavori La direzione lavori deve essere condotta secondo le seguenti indicazioni di massima. previa consegna dei supporti del sistema d'ancoraggio dall'impresa generale di costruzioni al posatore.2 a) acquisire tutti gli output della progettazione (vedere punto 6) e conservarli in cantiere. una verifica d'avanzamento rispetto alla programmazione lavori. esponendo anche l'esito di eventuali prove di carico. in merito alle sequenze di lavorazione e produzione fattibili sia in termini di capacità manifatturiera che di costi.c) degli input forniti dai laboratori di realizzazione dei pannelli e degli ancoraggi. le cause di eventuali sospensioni dei lavori. controllare caso per caso che queste operazioni si possano fare. c) verificare lo stato del cantiere prima dell'avvio dei lavori. Il sistema ad aggancio meccanico prevede poi il fissaggio tramite una struttura ausiliaria metallica (traversi orizzontali. Predisporre eventuali misure correttive se si riscontrassero modificazioni. concordare chi provvede ad adeguare i supporti (l'impresa o il posatore) e chi ne assume i costi. Riportare le condizioni ambientali. ecc. come dichiarati dai disegni architettonici ed esecutivi dell'intero intervento.1. tale struttura ausiliaria è ancorata a sua volta all'ossatura portante tramite tasselli ad espansione o chimici. b) verificare l'esistenza delle strutture e del supporto edilizio necessario all'installazione del sistema di ancoraggio della facciata. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 56 . ecc. e) in cantiere. In questo caso è raccomandato di sostenere e trattenere il pannello di rivestimento di facciata tramite 3 o più inserti ad espansione. Le barre filettate degli inserti sporgenti dal retro del pannello (o in alternativa le boccole filettate) consentono il collegamento meccanico di opportune grappe al retropannello. con verifica in contraddittorio che lo stato dei supporti sia adeguato a ricevere pannelli di rivestimento di facciata come prescritto e progettato. da adattare caso per caso: 7. h) se richiesti. una descrizione dei lavori svolti giornalmente. Le principali operazioni da svolgere sono indicate qui di seguito. chiedere un adeguamento della progettazione alla situazione attuale di cantiere. Tramite una armonizzazione delle esigenze delle parti coinvolte si arriva al programma di esecuzione definitivo. d) dare l'inizio alle opere. forare in modo simile l'anima della staffa se non è preforata (distanza tra i fori uguale alla distanza in verticale tra i fori sull'ossatura. c) Posa di una staffa: forare il supporto edilizio come da tracciatura (vedere b). verificare ad intervalli (ad esempio. procedendo sulla stessa orizzontale o in verticale. con il diametro e la profondità necessari per i tasselli che si devono usare. e metterli in opera (possono essere ad esempio: asole in diagonale anziché in verticale.). ecc. sgomberare l'area di posa del sistema di ancoraggio. La quantità e la posizione dei centri da tracciare devono essere decise cantiere per cantiere. Se i disegni del sistema d'ancoraggio non li quotano o addirittura non li indicano. gli interassi. Nota Dopo questa verifica.a) Preparazione dell'area di lavoro: se necessario. movimenti dovuti a diverse dilatazioni o restringimenti della struttura e dei pannelli. in modo da verificare che tutto concordi (le spaziature. secondo i passi specificati dai disegni (orientativamente da 150 cm a 300 cm in verticale e da 75 cm a 150 cm in orizzontale). i disegni dovrebbero riportare le misure per tracciare. La posa secondo colonne verticali permette d'iniziare al più presto il montaggio dei correnti verticali. verificare che il collegamento consenta piccoli movimenti fra la struttura ed i pannelli di rivestimento di facciata. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 57 . la posizione sull'ossatura portante dei fori dei tasselli ad espansione (o chimici) e poi eventualmente gli assi dei giunti dei pannelli di rivestimento di facciata.). rende più facile la precisione di livello. tutti gli accessori e le attrezzature necessarie. portare al piano di posa e vicino alla zona di posa tutti i componenti da montare. diametro lievemente maggiore del diametro del foro sull'ossatura). è più sistematica per il posatore. ogni 40 staffe posate) dove si andrebbe a finire con la posa. al fine di anticipare gli errori sistematici (ad esempio si può scoprire che alla fine dell'ossatura portante ci si troverà "alti" o "lunghi" di alcuni centimetri. d) Fissaggio di una staffa: rendere solidale la staffa al supporto tramite il serraggio dei tasselli scelti. procurarsi i livelli ed i punti fissi di riferimento. La posa secondo file orizzontali è più veloce in presenza di ponteggio tubolare. controllare che la staffa sia a piombo. se la superficie su cui posare le staffe è grande o complessa. tracciare. marcare sulle ali della staffa la posizione dei fori di fissaggio dei montanti verticali. le dimensioni della facciata rispetto alle dimensioni dell'edificio. Se non è a piombo. un foro preciso per staffa anziché tutte asole verticali. piuttosto che scoprirlo dopo aver posato tutta la struttura ausiliaria). proseguire con le altre file (o colonne) di staffe a salire sull'ossatura (o lungo l'ossatura). valutando quale sequenza di posa sulla parete sia preferibile. e) Posa e fissaggio di tutte le staffe: ripetere le operazioni precedenti sulle altre staffe da posare. tenendo conto delle diverse esigenze e prestazioni richieste. o comunque un riferimento per il posizionamento dei montanti stessi. rende più facile la precisione di messa a piombo. ad assestamenti della struttura. ecc. Verificare che esistano dettagli costruttivi contro lo scivolamento verso il basso della staffa. trovare tali centri a partire da elementi noti (ad esempio dagli assi dei giunti dei pannelli di rivestimento di facciata). i riferimenti architettonici. anima o ali della staffa e contropiastre zigrinate. verificare comunque per proprio conto i livelli ed i punti fissi e confrontarli con quelli sui disegni (se non ci fossero i riferimenti sui disegni. a partire dai fili fissi dei pilastri o dagli estradossi (dal filo superiore) delle travi. se necessario. ecc. è meglio verificare subito un'eventuale incomprensione con l'impresa sul filo finito d'un rivestimento. correggere l'appoggio sull'ossatura con speciali rondelle di distanziamento. b) Tracciamenti: se non già fatto. Ad esempio se i disegni esecutivi del progettista specializzato sono ben fatti ed il supporto è costituito da travi e pilastri. chiedere al progettista esecutivo di fare i dovuti calcoli e poi di mettere i riferimenti sui disegni). quindi si può correggere in tempo). se non sono di ingombro agli eventuali tracciamenti. cercando comunque di tracciare almeno tutto un livello di partenza per parete ed almeno una colonna di centri. Questa verifica è molto importante perché evita fin da subito di avere molti problemi più tardi (ad esempio. ). g) Fissaggio di un montante verticale: ancorare il montante alle staffe tramite speciali rivetti normalizzati o bulloni. Verificare che esistano dettagli costruttivi contro lo scivolamento verso il basso del montante. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 58 . un foro preciso per montante anziché tutte asole verticali. diametro dei fori sul montante lievemente maggiore del diametro dei fori sulle ali delle staffe. ecc. ecc. correggere il fissaggio sulle staffe. h) Posa e fissaggio di tutti i montanti: ripetere queste operazioni sugli altri montanti da posare sulla stessa verticale.f) Posa di un montante verticale: se necessario. se la superficie su cui posare i montanti è grande o complessa. secondo il passo specificato dai disegni (generalmente da 75 cm a 150 cm).). se necessario (nel caso cioè di pareti molto alte. ecc. o comunque un riferimento per il posizionamento dei correnti stessi. movimenti dovuti a diverse dilatazioni o restringimenti della struttura e dei pannelli. se le staffe hanno 2 fori su ogni ala. anima o ali del montante e contropiastre zigrinate. distanza tra coppie di fori uguale alla distanza in verticale tra le staffe e distanza fra i fori di una stessa coppia uguale alla distanza dei fori sulle ali della staffa. ad assestamenti della struttura. forare le ali delle staffe come da marcatura secondo il passo specificato dai disegni (orientativamente da 150 cm a 300 cm) con il diametro necessario per gli speciali rivetti normalizzati o per i bulloni che si devono usare. forare in modo simile l'anima del montante verticale se non è preforata (distanza tra i fori uguale alla distanza in verticale tra le staffe. marcare sulle ali del montante la posizione dei fori di fissaggio dei correnti orizzontali. controllare che il montante verticale sia a piombo e a squadro con la parete. proseguire con le altre colonne di montanti lungo la parete. verificare ad intervalli. verificare che il collegamento consenta piccoli movimenti fra la struttura ed i pannelli di rivestimento di facciata. di montanti interrotti da vani finestra o di montanti corti). e metterli in opera (possono essere ad esempio: asole in diagonale anziché in verticale. se non è a piombo o a squadro. figura 26 Esempi di montaggi su sottostruttura portante con inserti a) b) UNI 11018:2003 © UNI Pagina 59 . c) d) (ad esempio. ogni 10 colonne montanti posate) dove si andrebbe a finire con la posa. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 60 . per anticipare gli errori sistematici (ad esempio si può scoprire che alla fine della parete ci si troverà "lunghi" di alcuni centimetri. quindi si può correggere in tempo). quindi si può correggere in tempo). verificare che il collegamento consenta piccoli movimenti fra la struttura ed i pannelli di rivestimento di facciata (ad esempio il progettista potrebbe aver scelto di interrompere il traverso in corrispondenza dei giunti fra i pannelli di rivestimento di facciata). poi serrare gli inserti secondo le istruzioni del fornitore degli inserti stessi. controllare con cura il verso di fissaggio. nella posizione prevista dai disegni di posizionamento pannelli. controllare con cura il verso di fissaggio). se non è preforato. tramite ventose o altri sistemi che non danneggino la superficie finita. quindi ripetere queste operazioni sugli altri pannelli. accostarli alla parete su cui sono già stati posati le staffe. per le grappe che non prevedono l'uso di inserti sul retro. le operazioni devono essere sempre eseguite secondo le prescrizioni dei disegni del sistema d'ancoraggio: ad esempio dato che le grappe possono avere una sezione asimmetrica. Portarli. distanza tra coppie di fori uguale al passo dei montanti e distanza fra i fori di una stessa coppia uguale alla distanza dei fori sulle ali del montante. a livello e in squadro. In tal caso. forare di conseguenza l'anima del traverso orizzontale (ad esempio. Calare le lastre in modo che le grappe si insedino perfettamente sui correnti. correggere il fissaggio sul montante verticale. secondo il passo specificato dai disegni (generalmente da 40 cm ad 80 cm). infilandole sul gambo filettato dell'inserto e bloccandole con il dado dell'inserto stesso. correggere il bloccaggio sul pannello. mettere a piombo e a livello il pannello usando le viti di regolazione (di solito sulla fila superiore delle grappe. far entrare le grappe nell'incavo dei correnti. verificare con attenzione dove devono essere posizionate le grappe normali e dove quelle con la regolazione. proseguire con le altre file di traversi in altezza sulla parete. controllare che le grappe siano a squadro con il pannello e a livello a coppie. dato che alcune grappe hanno una vite di regolazione del livello e una vite contro lo slittamento. oppure avvitando nella boccola dell'inserto un opportuno prigioniero solidale con la grappa. m) Assemblaggio delle grappe sulle lastre: una volta inseriti e fissati gli inserti nel retro del pannello. A montaggio ultimato. bloccare solo 1 vite contro lo slittamento per pannello. l) Preparazione delle lastre: in alcuni casi i pannelli di rivestimento vengono spediti dal fabbricante al cantiere senza gli inserti sul retro. controllare che il traverso orizzontale sia alla quota giusta. ogni 20 file di traversi) dove si andrebbe a finire con la posa. se la superficie su cui posare i traversi è grande o complessa. k) Posa e fissaggio di tutti i traversi: ripetere queste operazioni sugli altri traversi da posare sulla stessa orizzontale. o comunque un riferimento per il posizionamento dei pannelli stessi. i montanti ed i correnti.i) Posa di un traverso orizzontale: forare le ali del montante verticale come da marcatura. a livello ed in squadro con il montante.). la prima operazione da fare è infilare gli inserti nei fori predisposti in laboratorio dal fabbricante. in accordo con una posa a partire dalle file in basso di pannelli a salire verso la sommità della parete). n) Posa delle lastre: prendere i pannelli di rivestimento. assemblare le grappe ai pannelli. j) Fissaggio di un traverso orizzontale: ancorare al montante verticale tramite rivetti speciali o bulloni. in posizione verticale. se il montante ha 2 ali. per anticipare gli errori sistematici (ad esempio si può scoprire che alla fine della parete ci si troverà "alti" di alcuni centimetri. Se non è in quota. Serrare sul corrente le viti di fissaggio contro lo scivolamento laterale dei pannelli. oppure ancora infilandole direttamente nelle fresate sulla lastra. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 61 . verificare ad intervalli (ad esempio. distanza tra i fori uguale al passo dei montanti verticali. Se non sono a squadro e a livello. Verificare che esistano e mettere in opera dettagli costruttivi contro lo slittamento in orizzontale del traverso (ad esempio può essere un foro preciso ad un'estremità del traverso anziché un'asola orizzontale). marcare sulle ali del traverso la posizione delle grappe di ancoraggio dei pannelli di rivestimento di facciata. in modo che il corrente ed il pannello possano allungarsi od accorciarsi in maniera indipendente l'uno dall'altro. Per evitare errori o inutili perdite di tempo. seguendo le prescrizioni dei disegni del sistema d'ancoraggio (ad esempio dato che il profilato può avere una sezione asimmetrica. ad una quota circa 2 cm più alta della quota definitiva di posa. ecc. in modo da essere accessibili dall'alto. che vengono spediti in un imballo a parte. appena possibile. verificare comunque per proprio conto i livelli ed i punti fissi e confrontarli con quelli sui disegni (se non ci fossero i riferimenti sui disegni. la seconda operazione è regolare a piombo e livello i pannelli.) è molto importante verificare fin dall'inizio che sia possibile fare con facilità alcune operazioni sull'ultima fila di pannelli.). Nel caso di una parete che finisca contro un soffitto o un corpo aggettante (una balconata. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 62 . chiedere al progettista esecutivo di fare i dovuti calcoli e poi di mettere i riferimenti sui disegni). i riferimenti architettonici. di solito è consigliabile fare tutta la fila di partenza alla base della parete da rivestire. ecc. b) Tracciamenti: se non già fatto.3 Esempio 2: Montaggio su parete continua con morsetti applicati sulle teste L'esempio di buona pratica di montaggio di seguito riportato prevede l'applicazione diretta dei morsetti di sostegno delle lastre di facciata sul supporto edilizio retrostante. in modo da verificare che tutto concordi (le spaziature. tracciare i centri dei tasselli secondo le proprie esperienze e preferenze. portare al piano di posa e vicino alla zona di posa tutti i componenti da montare.Ripetere queste operazioni sugli altri pannelli. trovare tali centri a partire da elementi noti (ad esempio dagli assi dei giunti dei pannelli di rivestimento di facciata). Se i disegni del progettista del sistema d'ancoraggio non li quotano o addirittura non li indicano. una prova in cantiere di montaggio di uno dei pannelli di sommità. Nota a) Preparazione dell'area di lavoro: se necessario. Le principali operazioni da svolgere sono indicate qui di seguito. è meglio verificare subito un'eventuale incomprensione con l'impresa sul filo finito d'un rivestimento. piuttosto che scoprirlo dopo averne posato una cospicua estensione). delle copertine sporgenti. oppure adattarle al cantiere o al caso specifico. cercando comunque di tracciare almeno tutto un livello di partenza per parete ed almeno una colonna di centri. se non sono di ingombro agli eventuali tracciamenti. le dimensioni della facciata rispetto alle dimensioni dell'edificio. gli interassi. sgomberare l'area di posa del sistema di ancoraggio e delle lastre di rivestimento. senza alcuna sottostruttura ausiliaria. Questa verifica è molto importante perché evita fin da subito di avere molti problemi più tardi (ad esempio. l'ancoraggio viene completato con l'applicazione di uno o più morsetti superiori di solo trattenimento. Dopo questa verifica. l'intradosso di una rampa di scale. poi passare alla fila subito sopra e così di seguito fino alla sommità della parete. Ogni lastra viene sorretta inferiormente da uno o più morsetti. La quantità e la posizione dei centri da tracciare vanno decise cantiere per cantiere. davanzali. dotati di linguette o pioli da alloggiare in apposite fresate o fori sulle teste delle lastre. l'installatore deve controllare caso per caso che queste operazioni si possano fare. quei pannelli che finiranno molto vicino alla sporgenza: la prima operazione è accostare i pannelli alla struttura ausiliaria tenendoli circa 2 cm più in alto della quota definitiva. procurarsi i livelli ed i punti fissi di riferimento. bow-window. i quali a loro volta potranno sostenere e trattenere alla base il pannello sovrastante. A causa di una progettazione non accurata oppure a causa di variazioni in corso d'opera potrebbe accadere che una o entrambe queste operazioni siano difficoltose se non impossibili: è quindi opportuno prevenire questi problemi. ecc. 7. tutti gli accessori e le attrezzature necessarie. facendo subito. sostegni inferiori della prima riga di lastre in facciata a) b) c) UNI 11018:2003 © UNI Pagina 63 .figura 27 Esempi di morsetti applicati sulle teste. infilare i pannelli sui morsetti. Nota g) Se i morsetti di partenza sono a linguetta o piolo inclinati. forare le sedi per i tasselli del sistema d'ancoraggio nella parete secondo le modalità previste per il tipo di tassello adottato. avendo cura che essi non appoggino assolutamente sul pannello di partenza per evitare carichi indebiti sui pannelli stessi. montare gli elementi speciali in plastica o gomma per coprire o centrare le linguette dei morsetti o per proteggere gli spigoli od il fondo delle fresate. facendo entrare le linguette di trattenimento nelle fresate predisposte sulla testa inferiore del pannello. anche in questo caso. f) Posa della prima riga di lastre: appoggiare i pannelli di rivestimento di facciata sui morsetti. se i morsetti sono regolabili in direzione perpendicolare al piano di facciata (se è regolabile la distanza della linguetta o del piolo dalla parete di supporto). questi morsetti serviranno poi a sostenere da sotto la seconda riga di pannelli di rivestimento. e) Regolazione dei morsetti: regolare innanzitutto l'altezza dei morsetti. ad esempio eviteranno che i pannelli camminino per le vibrazioni (con conseguenti problemi estetici e di sicurezza) o che qualche ancoraggio non lavori (con conseguente sovraccarico imprevisto e non calcolato sugli altri ancoraggi). Verificare quindi la complanarità e l'orizzontalità delle zone dei morsetti su cui appoggeranno i pannelli di rivestimento di facciata. dove previsto dal progettista. i) Regolazione dei morsetti: regolare l'altezza dei morsetti. secondo i calcoli fatti dal progettista. montare gli elementi speciali in plastica o gomma per coprire o centrare le linguette dei morsetti o per proteggere gli spigoli od il fondo delle fresate. dove previsto dal progettista. d) Posa della prima riga di morsetti: fissare i primi morsetti di partenza. facendo entrare le linguette di sostegno e trattenimento nelle cave predisposte sul retro dei pannelli. montare gli elementi speciali in plastica o gomma per coprire o centrare le linguette dei morsetti o per proteggere gli spigoli od il fondo delle fresate. verificare quindi la verticalità di ogni pannello agendo sulle UNI 11018:2003 © UNI Pagina 64 . quelli che sostengono da sotto e trattengono la prima riga di pannelli alla base della facciata. tramite i tasselli. allineare fra loro ed alla distanza di progetto le linguette o i pioli. dove previsto dal progetto.d) c) Foratura del supporto edilizio: sulla base dei centri definiti dal tracciamento. far entrare correttamente senza forzature le linguette rivolte verso il basso nelle fresate sulle teste superiori del pannello di partenza. tramite i tasselli. Questi piccoli pezzi o strisce di materiale gommoso sono molto importanti per una corretta installazione: faranno in modo che i pannelli di rivestimento di facciata (e gli ancoraggi) lavorino come devono. h) Posa dei morsetti di trattenuta: fissare i morsetti di trattenuta sulla testa dei pannelli di partenza. d) Ripetere in ciclo le azioni sopra elencate.3. j) 7. sostegni intermedi tra righe di lastre successive a) b) UNI 11018:2003 © UNI Pagina 65 . c) Accostare il pannello (appoggiandolo su un sostegno provvisorio). accostare al pannello i 2 morsetti non ancora bloccati. In questa tipologia alternativa la posa è leggermente più complessa e le modifiche alla procedura normale sono abbastanza intuitive.1 Posa delle righe di lastre successive: ripetere ciclicamente le operazioni sopra elencate. con piolo da alloggiare in fori sulle coste. Esempi di morsetti applicati sulle teste. senza bloccarli. figura 28 a) Dopo aver tracciato e forato il supporto edilizio come sopra. i primi morsetti di partenza: in questo caso sono quelli che sostengono lateralmente e trattengono la prima colonna di pannelli sullo spigolo della facciata. Montaggio alternativo su parete continua con morsetti applicati sulle coste Un'alternativa all'applicazione dei morsetti sulle teste delle lastre è quella di sostenere e trattenere il pannello di rivestimento dai 2 lati tramite 2 morsetti per lato. tenendo conto che tali regolazioni definiscono anche la complanarità e l'orizzontalità dei morsetti su cui appoggeranno i pannelli superiori. è necessario fissare. b) Una volta fissati i primi 2 morsetti di partenza. Effettuare le regolazioni sulla posizione della lastra inferiore. quelli che sosterranno e tratterranno il pannello su un lato. preparare anche i 2 morsetti che andranno sull'altro lato del pannello. assicurarsi che il peso del pannello sia sopportato tutto da 2 soli ancoraggi (di norma i 2 superiori. uno per lato) e che gli altri 2 morsetti servano solo a trattenere il pannello. quindi regolare e bloccare tutti e 4 i morsetti del pannello. tramite i tasselli. a partire dalla verifica di complanarità ed orizzontalità.regolazioni in direzione perpendicolare al piano di facciata. figura 29 Esempi di morsetti applicati sulle teste. sostegni superiori dell'ultima riga di lastre di facciata a) b) c) d) UNI 11018:2003 © UNI Pagina 66 . L'indicazione equivale a richiedere uno scostamento massimo dall'orizzontalità pari a 5 mm per prospetti larghi fino a 10 m e scostamenti pari ad un duemillesimo della larghezza della facciata per larghezze della stessa maggiori di 10 m. b) 1/2 000 (un duemillesimo) della larghezza del prospetto. 7.1 Scostamento dalla verticalità È normale uno scostamento totale dalla verticalità (fuori piombo) pari al maggiore dei due seguenti valori: a) 5 mm per ogni interpiano successivo. sia per la valutazione dell'opera finita che per i controlli in corso d'opera. L'indicazione equivale a richiedere uno scostamento massimo dalla verticalità pari a 5 mm per interpiani alti fino a 5 m e scostamenti pari ad un millesimo dell'interpiano stesso per altezze maggiori di 5 m (vedere figura 30).4.2 Scostamento dall'orizzontalità È normale uno scostamento totale dall'orizzontalità per le fughe delle lastre di rivestimento (fuori livello) pari al maggiore dei due seguenti valori: a) 5 mm per pareti larghe fino a 10 m. b) 1/1 000 per ogni interpiano successivo.4 Tolleranze indicative di installazione Si possono considerare le seguenti tolleranze di installazione quali valori indicativi di buona pratica.4. figura 30 Diagramma dello scostamento ammissibile per la verticalità (fuori piombo) figura 31 Diagramma dello scostamento ammissibile per l'orizzontalità (fuori livello) UNI 11018:2003 © UNI Pagina 67 . Ogni verifica si intende fatta in riferimento alla geometria della superficie finita esterna del rivestimento di facciata.7. 7. crollo dei corsi sottostanti (fenomeno autoesaltante). Rottura della lastra durante l'infilaggio dell'inserto. ridotta resistenza reale all'estrazione. caduta di lastre durante il montaggio. Usare tasselli chimici non sperimentati o di marche non conosciute. Allargamento o svasatura della sede del tassello. Continuo allentamento dei tasselli.3 Scostamenti parziali Per ogni misurazione effettuata su campiture parziali della facciata. caduta di lastre durante il montaggio. Contestazioni ed eventualmente necessità di smontare il rivestimento per serrare nuovamente i tasselli o sostituirli. Usare tasselli meccanici per calcestruzzo o mattoni pieni su multifori o forati o blocchetti. La conoscenza del settore e l'esperienza diretta insegnano che questi errori sono stati e sono frequenti. Continuo allentamento dei tasselli. slittamento verso il basso dei morsetti. Sfilamento dei tasselli meccanici. Slittamento dei morsetti sulla struttura portante. Tale scostamento deve essere recuperato nella porzione successiva della facciata in modo che. Non usare la calza flessibile o la gabbietta forata sui mattoni forati o sui blocchetti prefabbricati.4. prospetto 23 Errori e problemi conseguenti Errore Problemi conseguenti (diretti ed indiretti) Non usare centri di foratura precisi per i fissaggi sul retro della lastra. caduta di lastre durante il montaggio. Non corretta reazione dei tasselli chimici. per più campiture consecutive. in quanto generalmente sottovalutati e ritenuti improbabili. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 68 .4.4 Lippage È ammissibile uno scostamento dalla complanarità per lastre adiacenti (lippage) pari a non più di 1/2 della larghezza (A) del giunto nominale di separazione tra le due lastre interessate dalla misurazione. la dimensione misurata non deve differire da quella nominale corrispondente per uno scostamento maggiore di 1/500 della stessa. slittamento verso il basso delle staffe o dei morsetti. figura 32 7. Scorretta composizione chimica. Scorretti tempi d'indurimento e d'utilizzo. Non usare maestranze esperte nell'infilaggio degli inserti. ma per questo più insidiosi. lo scostamento totale si intende tendente a zero. slittamento verso il basso dei morsetti. trasferimento del peso dei corsi sovrastanti del rivestimento sui corsi sottostanti. Ridotta tenuta allo sfilamento. infortuni ai posatori. Snervamento delle barre filettate o delle viti. inclinazione verso il basso del tassello. Non usare la chiave torsiometrica (o dinamometrica). Non pulire con aria il foro per i tasselli. infortuni ai posatori. sfilamento dell'inserto sul retro. 7.7.5 Esempio di lippage Esempi di errori da evitare Il presente punto descrive alcuni errori banali. infortuni ai posatori. Continuo allentamento dei tasselli. Non miscelare le esatte quantità dei componenti dei tasselli chimici e/o non rispettarne i tempi d'indurimento e d'utilizzo. Fori ovalizzati o a lobi. quali ad esempio le aree di rivestimento tra le finestre del prospetto. Sicurezza sulla tenuta degli aggrappi. microfratture. Contenimento dei rinzaffi. Riduzione dei rischi d'infortunio. Riduzione dei rischi d'infortunio. 7. aumento della velocità di montaggio. possibile messa in carica delle lastre stesse. Riduzione al minimo dei tempi di aggrappo dei morsetti sulle strutture. prospetto 24 Attività da svolgere Attività Vantaggi conseguenti (diretti ed indiretti) Far controllare i fuori piombo in corso di costruzione. Proteggere le aree di posa e le lastre posate. minore necessità di rifabbricare lastre. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 69 . con cedimenti localizzati dei supporti. con rotture conseguenti.prospetto 23 Errori e problemi conseguenti (Continua) Errore Problemi conseguenti (diretti ed indiretti) Non scegliere la regolazione interno/esterno dei morsetti in funzione dei fuori piombo e delle variazioni dimensionali delle strutture. Far compensare i fuori piombo con adeguata stratificazione di malta rinforzata con rete. Usare sigillante poco deformabile tra i giunti delle lastre. È importante ricordare che molti errori possono avere conseguenze indirette più gravose di quelle immediate. Usare e far usare i D. alcune attività sono valide in ogni caso. ad esempio: non usare la chiave torsiometrica per il serraggio dei tasselli può portare all'applicazione di coppie di serraggio troppo basse. Usare prigionieri metallici a sparo sulle strutture metalliche. Dilatazioni termiche del rivestimento impedite. altre servono solo in specifici casi. Sicurezza sulla tenuta degli aggrappi. Riduzione del rischio di decoesione (distacco fra strato e strato) dei rinzaffi. Deformazioni del sistema di ancoraggio per scorrimento delle staffe e/o dei morsetti verso il basso. diminuzione dei rallentamenti o pause impreviste.I. Non utilizzare sistemi anti slittamento per staffe e/o morsetti. Predisporre depositi protetti dei materiali. ingresso ed accumulo d'acqua. Necessità degli spessori di compensazione fra staffe o morsetti e struttura portante. eventuali crolli. Eliminazione delle rotture o danneggiamenti da parte di altre maestranze. Eliminazione delle rotture o danneggiamenti da parte di altre maestranze. Controllare la resistenza all'estrazione dei tasselli o prigionieri. Diminuzione dei rischi di distacco dei rinzaffi.6 Esempi di attività da svolgere Il presente punto descrive le attività che devono essere svolte in modo che si possano trarre i massimi vantaggi dal sistema di fissaggio scelto. cedimenti eccessivi degli appoggi. fratture. chiusura e apertura delle fughe. compressioni o trazioni impreviste sul rivestimento. eliminazione dei tempi persi per ripetere la posa o ripristinare i corretti allineamenti. sovraccarico di alcuni ancoraggi.P. Far montare le opere provvisionali. variazione nell'altezza delle fughe. scorretto bloccaggio di staffe o morsetti sulla struttura portante. minore necessità di rifabbricare lastre. figura 33 Traversi con clip a scatto in fresate inclinate e contrapposte figura 34 Traversi affogati nel calcestruzzo con morsetti a squadretta UNI 11018:2003 © UNI Pagina 70 . figura 35 Esempio di traversi angolari continui con linguette. all'inizio effettivo del montaggio. ed eventualmente associato a controlli di qualità finali su singoli lotti di rivestimento. ha lo scopo di constatare l'esistenza. termine che stabilisce in modo inequivocabile la fine dei lavori.2 Durante il montaggio Il controllo di qualità in corso d'opera. Se il controllo di qualità finale ha esito positivo. Questo controllo collegiale.7.7. deve aver luogo entro 20 giorni dal completamento del montaggio del sistema d'ancoraggio. 7. confermato da redazione di verbale. In tal caso il controllo durante il montaggio deve essere particolarmente accurato. poiché il sistema di supporto medesimo viene progressivamente occultato dalla posa delle lastre di rivestimento. di estensione prestabilita. al quale vengono allegati i verbali dei precedenti controlli. ha lo scopo di constatare la permanenza delle condizioni ambientali ed oggettuali iniziali. Nel caso di lavori che si svolgono in fasi o lotti successivi e separati. montati su montanti UNI 11018:2003 © UNI Pagina 71 . viene rilasciato l'attestato di conformità delle opere eseguite. devono essere effettuate ispezioni finali parziali. il controllo finale sulla posa del sistema di ancoraggio non può essere possibile.7 Piano dei controlli di qualità e dei collaudi 7. 7. da eseguire per un numero di volte definito dal piano delle ispezioni. In questo periodo il posatore svolge al suo interno operazioni di sorveglianza allo scopo di constatare anche lo stato del sistema d'ancoraggio al fine di svolgere quegli interventi necessari per garantire i risultati prestazionali previsti nel progetto. Per alcuni sistemi di ancoraggio (perlopiù quelli puntiformi). delle condizioni ambientali ed oggettuali di progetto.3 Al termine del montaggio Il controllo di qualità finale ha lo scopo di constatare la rispondenza del sistema di collegamento e supporto alle specifiche di progetto e di verificare la conformità ai campioni di riferimento.1 Prima del montaggio Il controllo di qualità iniziale.7.7. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 72 . disegni su cui sia indicata la posizione ed il tipo di argani per i ponti di pulizia delle facciate). nonché altri disegni che diano indicazioni per la manutenzione (ad esempio. Le tecniche di controllo e collaudo si intendono applicate sia al supporto edilizio che ai componenti del sistema. quindi preferibilmente durante la progettazione ed il montaggio. Fra i dati da acquisire vi sono: a) gli elaborati di progetto: i disegni architettonici relativi al sistema d'ancoraggio meccanico ed al rivestimento di facciata. 8 ISTRUZIONI PER LA MANUTENZIONE 8.figura 36 7. ma con tempi.8 Esempio di sottostruttura a montanti e traversi con morsetti a squadretta Tecniche di controllo e collaudo Le tecniche di controllo della conformità dell'esecuzione del sistema ai criteri fissati dalla presente norma devono essere ricondotte al principio della dimostrazione oggettiva della conformità dell'esecuzione o dell'eseguito con quanto stabilito a livello di progettazione e d'impiego dei materiali. tutti i dati di progetto ed esecuzione originari. nonché al corretto utilizzo di mezzi ed attrezzature per la manipolazione dei componenti del sistema di collegamento e supporto. difficoltà e costi probabilmente maggiori. Nota Senza tali dati sarà comunque possibile eseguire una manutenzione soddisfacente.1 Acquisizione dei dati originali di progetto ed esecuzione Acquisire prima possibile. Esso deve: a) individuare i probabili degradi dovuti ad errori di progettazione e/o montaggio.3 a) individuare i probabili degradi di origine naturale quali ad esempio: ossidazione o altre reazioni chimiche dei componenti. Repertorio delle cause di degrado imputabili ad errori di progettazione e/o esecuzione Ottenere o redigere un repertorio delle cause non naturali di degrado nello specifico quadro ambientale ed oggettuale. caduta di lastre. placcatura delle sezioni indebolite con materiali con elevate caratteristiche meccaniche (per esempio fibre di carbonio). perdita d'elasticità dei materiali. e) schemi o indicazioni per sapere dove e come tali prodotti e componenti sono stati effettivamente posti in opera. sostituire i tasselli smontando e rimontando la facciata. diminuzione della sezione resistente dei componenti. strappo di porzioni del rivestimento in corrispondenza degli agganci. inserimento di guaine molto comprimibili (per esempio neoprene) nei punti di concentrazione degli sforzi o di vibrazione. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 73 . b) indicare per ogni probabile degrado una o più possibili cause naturali: azione dell'ossigeno naturale o di inquinanti atmosferici. d) i dati identificativi di prodotti. eseguire le prove di resistenza allo strappo e simultaneamente studiare e fornire dei terminali adeguati (di solito più estesi). delle istruzioni in corso d'opera ricevute dalla Direzione Lavori. ovalizzazione delle sedi dei tasselli. ecc. ad esempio: sigillatura di giunti aperti per limitare l'afflusso diretto d'ossigeno o d'inquinanti (se accettabile esteticamente e se non compromette le prestazioni complessive della parete su cui è installato il rivestimento). fax. ecc.2 b) gli elaborati esecutivi del fabbricante e del posatore: le liste di fabbricazione dei singoli componenti. inglobamento dei componenti in schiuma poliuretanica. verniciatura dei materiali degradabili con prodotti protettivi specifici. con annotazione degli adeguamenti specifici per quel cantiere. mancanza di prove di resistenza allo strappo delle lastre. parziale o totale svellimento dei tasselli di aggrappo. serrare correttamente i tasselli smontando e rimontando la facciata (nota bene: usare chiavi dinamometriche o torsiometriche). sfarinamento degli spigoli delle sedi in cui entrano i terminali del sistema d'ancoraggio. i disegni di posizionamento degli assemblaggi sulla facciata. ecc. calcolare l'interazione lastra/ancoraggio e conseguentemente sostituire il sistema d'ancoraggio e/o cambiare le lavorazioni sulle lastre. b) indicare per ogni probabile degrado una o più possibili cause imputabili direttamente all'uomo: adattamento in opera delle sedi dei terminali per facilitare o rendere possibile il montaggio. c) i dati necessari per rintracciare fabbricante e posatore: intestazione dell'azienda. indirizzo. c) proporre interventi per contrastare tale degrado.8. sostituzione dei materiali corrodibili con materiali inossidabili (come l'acciaio AISI 04). ad esempio: rifabbricare le lastre proditoriamente modificate e contemporaneamente studiare e fornire un sistema d'ancoraggio che sia regolabile. ecc. scelta scorretta del tassello rispetto al supporto disponibile. quali ad esempio: allargamento delle sedi in cui entrano i terminali del sistema d'ancoraggio. c) proporre interventi per contrastare tale degrado. componenti. ecc. ecc. errato serraggio del tassello (nota bene: sui tasselli di qualità è sempre indicata la coppia di serraggio). telefono. Repertorio delle cause naturali di degrado Ottenere o redigere un repertorio delle cause naturali di degrado nello specifico quadro ambientale ed oggettuale. i disegni di assemblaggio dei componenti. se esistono e sono praticabili. ecc. giorno-notte. utensili ed attrezzature utilizzati. fenomeni di fatica dovuti ai cicli climatici naturali (caldo-freddo. mancanza di calcoli dell'interazione lastra/ancoraggio. estate-inverno). Il repertorio deve: 8. se esistono o sono praticabili. le indicazioni di foratura del supporto portante. il programma lavori deve essere citato nel capitolato generale. Il capitolato speciale assolve molteplici funzioni. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 74 . con linguaggio tecnico e comprensibile a tutti gli operatori. k) criteri di misurazione. è possibile fare riferimento a norme estere. Alcune di queste parti possono essere sostituite od integrate. incluse quelle di controllo e collaudo. in tutto od in parte. deve essere eseguita secondo le istruzioni fornite dal fabbricante e dal posatore. in questo caso. j) specifiche sui controlli e collaudi. m) regole di garanzia sulla qualità dei lavori. è necessario procedere con un intervento straordinario immediato allo scopo di ripristinare le condizioni iniziali (ad esempio: all'insorgere di fenomeni corrosivi è necessario intervenire. 9.). nel capitolato generale.8. fra cui: a) 9) indicare. in questo caso. 9 REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTRATTUALI 9. f) rimandi alle norme UNI (inclusa la presente norma)9).1 Contratto Il contratto è il documento principale. con adeguati riferimenti. bisogna inserire un rimando nel capitolato generale al computo metrico estimativo. c) indicazioni sulle quantità da eseguire. dai prodotti utilizzati e dai metodi di posa.2 Capitolato speciale Il capitolato speciale dei lavori per strutture di ancoraggio è l'allegato al capitolato generale che deve descrivere dettagliatamente tutti i lavori e le operazioni che si devono effettuare. i) specifiche di cantiere. Le indicazioni sulle quantità da eseguire possono essere sostituite od integrate da un computo metrico estimativo. In particolare devono costituire parte integrante del capitolato generale le seguenti parti: a) regole generali (responsabilità. in questo caso. compiti. È il documento di riferimento per l'impresa esecutrice delle opere e di controllo per il Direttore dei lavori. in questo caso. da un capitolato speciale e/o da disegni di contratto. ecc. secondo le istruzioni del fabbricante e secondo la tecnologia corrente). sia il capitolato speciale sia i disegni di contratto devono essere citati. per entità. d) pattuizioni sui prezzi o i compensi. l) regole di sicurezza. b) regole procedurali. Le pattuizioni sui prezzi o compensi possono essere sostituite od integrate da un elenco prezzi. previa eventuale rimozione del rivestimento di facciata nelle zone interessate. nel capitolato generale deve esistere un rimando all'elenco prezzi. È anche detto capitolato generale. In assenza di norme nazionali. Le pattuizioni sui tempi di esecuzione dei lavori possono essere sostituite od integrate da un programma lavori. g) specifiche di progetto. h) schede tecniche dei prodotti e dei sistemi. Se l'esito delle ispezioni condotte durante la manutenzione ordinaria fosse la constatazione di patologie in atto.4 Programma di manutenzione ordinaria e straordinaria La manutenzione ordinaria programmata dipende. periodicità e tecniche di esecuzione. la metodologia applicativa del sistema. e) pattuizioni sui tempi di esecuzione dei lavori. titolo). Elenco prezzi L'elenco prezzi è l'allegato al contratto che deve contenere: 9. c) le risorse assegnate ad ogni attività. numero norma. Alcune di queste funzioni possono essere svolte. d) descrivere correttamente le sequenze di posa.3 Disegni di contratto I disegni di contratto sono l'allegato al contratto che descrive graficamente i lavori e le operazioni che si devono effettuare. Programma lavori Il programma lavori è l'allegato al contratto che dettagliatamente.5 a) l'elenco dei singoli componenti. d) per ogni voce d'imprevisti. servizi o attività da effettuare. al manutentore per mantenere il sistema d'ancoraggio. per le caratteristiche di cui sopra. b) per ogni voce. alla normativa vigente in termini precisi ed esaustivi (indicando ente di normazione. la quantità. noli e opere compiute che potrebbero eventualmente essere necessarie. oltre al previsto. c) disegni di particolare che indichino graficamente le richieste specifiche del committente.b) elencare caratteristiche dimensionali e prestazionali dei componenti del sistema e del sistema nel suo insieme. e) richiamare il testo ad elaborati grafici allegati. Computo metrico estimativo Il computo metrico estimativo è l'allegato al contratto che deve contenere: 9. Devono contenere: 9. eventuali schizzi per informazioni aggiuntive. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 75 . in questo caso i disegni di contratto devono essere citati. il dettaglio delle misure elementari con il riferimento alle zone o aree da cui sono state ricavate. con adeguati riferimenti. b) per ogni voce.1 Tecniche di rilievo Il rilievo del costruito dovrà essere accurato e completo. b) disegni di dettaglio che diano le informazioni grafiche di partenza al progettista per progettare. il calcolo dei totali. c) un elenco di materiali. in modo da: a) fornire il controllo della corrispondenza fra costruito e progettato al progettista globale della nuova costruzione.4 a) disegni d'insieme che facciano individuare chiaramente le parti incluse nel contratto. come previsto dal computo metrico estimativo. l'importo. tramite dei disegni di contratto. attività per attività. il prezzo unitario. b) i legami funzionali fra le attività (la sequenza temporale fra di esse oppure la sovrapposizione totale o parziale). 9. deve indicare principalmente: a) la durata delle attività. nel capitolato speciale. servizi o attività da effettuare. 10 INDICAZIONI PER IL CANTIERE E LA GESTIONE 10. il prezzo unitario. in tutto od in parte.6 a) l'elenco dei singoli componenti. c) fare riferimento. anno. al montatore per installare. 10. in funzione del reale andamento del costruito. c) la solidità locale dei componenti le strutture. b) stesura del disegno definitivo del rilievo. d) eventuale chiarimento con il progettista globale dei punti dubbi. sulla base del menabò.b) dare tutte le informazioni possibili al progettista del sistema di ancoraggio per decidere su tutte le componenti variabili del sistema stesso. prendere decisioni modificative in tempo utile (ad esempio sulla base di suggerimenti del progettista del sistema d'ancoraggio. I punti da rilevare sono principalmente quelli in cui si prevede che il sistema d'ancoraggio si debba aggrappare alle strutture retrostanti.1. Nel caso di ancoraggio con struttura secondaria complessa. b) loro lettura e comprensione approfondita. Nel caso di ancoraggio puntiforme. d) stesura di schizzi aggiuntivi per eventuali punti critici imprevisti. Tecniche diagnostiche Le tecniche diagnostiche devono garantire da un punto di vista oggettuale e fisico che il costruito sia atto a ricevere il sistema di ancoraggio.1 Operazioni da compiere prima dei sopralluoghi Le tecniche di rilievo comprendono una serie di operazioni da svolgere assolutamente prima della visita in cantiere: 10. Operazioni da compiere durante i sopralluoghi Le attività da eseguire durante la visita sono: a) rilievo progressivo per intero di ogni singola facciata.1. c) controllo sul menabò della completezza della progressione del rilievo. f) selezione degli strumenti di misura adeguati per lo specifico edificio e cantiere. 10.2 a) controllo in contraddittorio con le dimensioni teoriche delle dimensioni rilevate. c) eventuale visione di fotografie del costruito.3 Operazioni da compiere dopo i sopralluoghi Le attività da compiere subito dopo le operazioni di rilievo sono: 10. Pertanto si deve controllare a campione e tramite adeguati strumenti: a) la corrispondenza reale delle strutture costruite rispetto a quelle mostrate negli elaborati di progetto. sia in planimetria che in elevazione. è consigliabile rilevare 1 punto ogni 2~5 staffe per grandi superfici ed almeno 1 punto ogni 1~2 staffe per piccole superfici. e) annotazione di appunti sullo svolgimento del rilievo. b) la capacità portante complessiva delle strutture.2 a) raccolta di tutti gli elaborati grafici di competenza. nei punti dove presumibilmente saranno piazzati i tasselli ad espansione o chimici o quant'altro sia comunque necessario per fissare il sistema di ancoraggio al supporto edlizio. In questo modo sarà possibile. e) preparazione di un menabò su cui appuntare le misure.1. b) rilievo di dettaglio dei punti critici di ogni facciata. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 76 . i dati di rilievo possono portare il progettista globale a cambiare il tipo stesso di ancoraggio prima che il fabbricante inizi la lavorazione). c) dare tutte le informazioni necessarie al posatore del sistema di ancoraggio della facciata per montare tutte le componenti del sistema. quando necessario. con particolare attenzione ai fuori-piombo ed alle non-planarità. è consigliabile rilevare almeno 1 punto ogni 5~10 ancoraggi per grandi superfici ed almeno 1 punto ogni 2~5 ancoraggi per piccole superfici. b) fornire una zona d'appoggio per i componenti del sistema da utilizzare al piano. posti ad una distanza tra loro adeguata alle caratteristiche del prodotto. trasporto.4 Imballo Per mantenere la loro durabilità in opera.10.3 Ponteggi I ponteggi. deve avere larghezza del ponte. Se è prevista movimentazione manuale.5 Trasporto Il trasporto dei componenti del sistema di ancoraggio e delle lastre di rivestimento deve avvenire con mezzi idonei in modo che: 10) a) l'appoggio dei fasci di profili o dei pacchi di lastre di rivestimento avvenga su distanziali. sacco o scatola sia compatibile con le capacità dei mezzi di sollevamento e trasporto disponibili. fuori-squadro di morsetti. Verificare che il peso del singolo fascio. di singole lastre. verificare che il singolo imballo rispetti le prescrizioni di peso o le avvertenze della legislazione vigente10). Se il ponteggio ha anche altri scopi o è standard. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 77 . sia i componenti del sistema di ancoraggio che le lastre di rivestimento di facciata non devono essere danneggiati durante le operazioni di magazzinaggio. Al momento della pubblicazione della norma è in vigore il DL 626/94. In fase di montaggio del ponteggio. il progettista del sistema d'ancoraggio dovrà tenere conto della larghezza. I sistemi di ancoraggio sono generalmente confezionati in fasci (per i profilati) e sacchi o scatole (per i componenti). movimentazione e posa. c) sia evitata la caduta accidentale di singoli sacchi o scatole di componenti. c) protezione contro il ristagno di acqua o umidità condensata (specie per i materiali ossidabili o i rivestimenti sensibili all'acqua). specificamente per il montaggio del sistema di ancoraggio. b) il piano d'appoggio sia compatibile con la forma dei fasci o dei pacchi da trasportare.). b) protezione degli angoli e dei bordi contro urti e schiacciamenti. e) protezione contro la fuoruscita occasionale di elementi dal singolo imballo (sia per motivi di sicurezza durante la movimentazione ed il sollevamento che per evitare mancanza di pezzi durante la posa). 10. Durante le operazioni suddette devono essere adottati imballi o altre provvisioni che consentano queste protezioni: a) protezione delle superfici contro abrasioni e intaccature. devono: a) creare un piano di lavoro adeguato per i posatori del sistema. altezza e passo imposti. Pertanto già in fase di progettazione del ponteggio. altezza d'interpiano e passo dei montanti adeguati alle dimensioni massime dei componenti del sistema di ancoraggio e delle lastre di rivestimento da posare. È quindi consigliabile prevedere dei sistemi di protezione temporanea dei prodotti. deve esistere collegamento e scambio d'informazioni fra il progettista del sistema di ancoraggio della facciata ed il progettista del ponteggio. preferibilmente di legno o materie plastiche espanse. c) non interferire con la posa del sistema. ecc. Se il ponteggio è realizzato appositamente per il montaggio del rivestimento. soprattutto in relazione alle prestazioni di natura meccanica richieste. le modificazioni operative decise dalla Direzione Lavori devono preferibilmente essere concordate con il progettista del sistema di ancoraggio della facciata. d) protezione degli elementi contro deformazioni permanenti (curvatura di profilati. 10. b) minimizzare le emissioni sonore disturbanti. Occorre porre attenzione affinché le imbracature dei fasci non possano muoversi durante il sollevamento. gli aggiustaggi. si devono mettere in atto provvedimenti per: a) eliminare o ridurre la dispersione di polveri al di fuori del cantiere. c) eliminare o ridurre l'impatto della movimentazione dei mezzi di cantiere sul traffico locale e sulla pulizia della sede stradale.10. Gli imballi dovranno essere depositati in modo da favorire il deflusso delle acque meteoriche. 10. Pertanto la progettazione del sistema dovrà essere svolta in modo da ridurre al minimo i tagli. UNI 11018:2003 © UNI Pagina 78 . con conseguente formazione di prodotti d'ossidazione (per esempio ruggine bianca per lo zinco). altrimenti si verificheranno. I sacchi e le scatole devono essere inseriti in apposite ceste o contenitori chiusi perimetralmente. ristagni di acqua di condensa. particolarmente aggressiva sui metalli. sia per resistenza che per condizioni di appoggio (anti-ribaltamento) e sicurezza anche in relazione agli altri lavori in corso. distanti tra loro non meno della metà della lunghezza media dei fasci stessi. Se lo stoccaggio non è seguito a breve dalla posa. quando sia necessario immagazzinarli all'aperto. sugli elementi più interni all'imballo e quindi meno ventilati. dovranno avere sostegni preferibilmente di legno o materie plastiche espanse a superfici piane di dimensioni ed a distanze adeguate alle caratteristiche del singolo imballo. i fori. Le manovre devono essere eseguite con cautela e gradualità. le piegature e le verniciature in opera. scatole) deve essere compatibile con le portate dei mezzi di movimentazione e sollevamento. Il coordinamento con il progettista delle armature dei calcestruzzi armati dovrà portare ad evitare al massimo i tentativi di foratura (per l'inserzione di tasselli ad espansione o chimici) in corrispondenza di dette armature. secondo una corretta sequenza facciata per facciata. Il sollevamento dei fasci deve preferibilmente essere effettuato con cinghie tessute con fibra sintetica (nylon) di larghezza maggiore di 10 cm in modo che il carico sulla cinghia sia distribuito ed eviti deformazioni. I fasci devono essere sempre imbracati in almeno 2 punti. Le consegne dei componenti del sistema ed il loro montaggio dovranno avvenire in modo logico. uffici. con una distribuzione uniforme dei pesi per evitare ondeggiamenti o ribaltamenti della cesta. industrie o altro con presenza di utenti durante la posa del sistema ancoraggio. 10.6 Magazzinaggio Gli imballi devono sempre essere mantenuti sollevati da terra sia in magazzino che in cantiere. devono essere impiegati appositi distanziatori sopra e sotto il fascio. Se del caso (profilati deformabili). Occorre porre attenzione ad eventuali fenomeni di corrosione elettrochimica conseguenti a contatti tra metalli differenti anche durante il periodo di magazzinaggio. è bene coprire gli imballi con teli di protezione.8 Minimizzazione del disturbo all'utenza Nel caso in cui in prossimità della nuova costruzione vi siano abitazioni. Il deposito degli imballi al piano deve essere effettuato solo su zone idonee a sopportarli. sacchi. Gli imballi dovranno essere depositati in luoghi non umidi.7 Mezzi di movimentazione e sollevamento Il peso degli imballi (fasci. . 11B 20133 Milano. Riproduzione vietata . dell’Industria e dei Ministeri. Italia La pubblicazione della presente norma avviene con la partecipazione volontaria dei Soci.UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione Via Battistotti Sassi. .Legge 22 aprile 1941 Nº 633 e successivi aggiornamenti.
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