L’ENERGIA NUCLEARE1 INDICE INTRODUZIONE......................................................................................... 4 SCIENZE L’ATOMO .................................................................................................... 6 LA FUSIONE NUCLEARE .......................................................................... 8 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 10 TECNOLOGIA LA FISSIONE NUCLEARE ....................................................................... 11 LA CENTRALE NUCLEARE ..................................................................... 12 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 14 GEOGRAFIA LO SMALTIMENTO DELLE SCORIE ....................................................... 15 IL NUCLEARE NEL MONDO .................................................................... 16 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 17 EDUCAZIONE CIVICA IL NUCLEARE IN ITALIA .......................................................................... 19 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 20 STORIA LA NASCITA DELLA BOMBA ATOMICA .................................................. 21 LA SECONDA GUERRA MONDIALE E L’IMPIEGO DELLA BOMBA ATOMICA SU HIROSHYMA ..................................................................... 22 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 26 LETTERATURA MARINETTI E IL FUTURISMO ................................................................. 27 L’ENERGIA NUCLEARE 2 BOMBARDAMENTO ................................................................................ 29 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 31 ARTE SALVADOR DALì ..................................................................................... 32 IDILIO ATOMICO ...................................................................................... 34 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 36 BIBLIOGRAFIA ............................................ Error! Bookmark not defined. L’ENERGIA NUCLEARE 3 INTRODUZIONE Ho scelto questo argomento perché trovo che sia di grande importanza e attualità. Infatti nei paesi industrializzati il fabbisogno energetico è in continua crescita, e mai come oggi si rende necessario individuare un insieme di fonti energetiche che siano alternative ai combustibili fossili che, come tutti sappiamo, hanno i giorni contati. Il recente disastro nucleare avvenuto alla centrale atomica di Fukushima a seguito del violento terremoto scatenatosi in Giappone nel mese di Marzo ha scosso le coscienze di tutto il mondo. Ci si domanda, sia in Italia che nel mondo, se sia giusto continuare a costruire centrali nucleari, anche se di ultima generazione e quindi potenzialmente sicure. Anche queste ultime, infatti, presentano dei margini di rischio e in queste ultime settimane alcuni paesi europei (Germania, Svizzera...) hanno annunciato l’abbandono definitivo al nucleare. È intenzione di molti paesi cominciare ad investire molto nell’energia rinnovabile in modo da abbattere l’inquinamento derivante dalla produzione di elettricità mediante combustibili fossili, ma non sappiamo se l’energia così prodotta potrà coprire l’intero fabbisogno. Produrre energia nucleare pulita, economica, con combustibili potenzialmente illimitati, passare, in poche parole, dalla fissione alla fusione nucleare: questa è la grande sfida del terzo millennio. Molti scienziati al mondo si stanno dedicando a questo grande obiettivo. A pochi chilometri da Oxford, nella campagna inglese, esiste una struttura all’avanguardia che ospita la più grande macchina al mondo capace di ricreare le condizioni ideali per i processi di fusione a freddo. Per dare un’idea, al suo interno si riescono a raggiungere i 200 milioni di gradi centigradi, 20 volte quelli presenti nel nucleo del Sole. La grossa difficoltà consiste però nel passare dalla teoria alla pratica. L’italiano Francesco Romanelli, a capo di questa struttura dal 2006, in una recente intervista ha spiegato che se l’Europa continuerà a destinare delle risorse adeguate sarà possibile costruire un reattore dimostrativo entro il 2030. Mi affascina pensare che uno strumento che ha portato e potrebbe portare ad episodi devastanti per l’umanità (basti pensare al rilascio della bomba atomica sulla città di Hiroshima durante la seconda guerra mondiale e agli incidenti nelle centrali nucleari di Chernobyl e di Fukushima), potrà anche condurci, se le ricerche andranno nella giusta direzione, alla risoluzione definitiva di uno dei problemi più importanti per l’umanità. E allora le guerre e i conflitti che hanno caratterizzato la storia mondiale degli ultimi decenni, molti dei quali motivati solamente da interessi economici legati all’approvvigionamento del petrolio non avrebbero più ragioni di essere, e i popoli troverebbero finalmente un po’ di pace. L’ENERGIA NUCLEARE 4 Ho ritenuto di collegare l’argomento “energia nucleare” alle diverse materie scolastiche attraverso lo sviluppo dei seguenti argomenti: In scienze tratterò l’atomo, con l’aggiunta di un approfondimento sulla fusione nucleare che, quotidianamente, avviene all’interno delle stelle. In tecnologia tratterò la fissione nucleare, utilizzata tuttora all’interno delle centrali atomiche, ed il funzionamento delle centrali nucleari stesse. In geografia parlerò del problema ambientale delle scorie, che consiste uno dei maggiori svantaggi dell’energia nucleare, e la distribuzione delle centrali nucleari nel mondo. In educazione civica ho scelto di parlare del nucleare in Italia, uno degli argomenti più sentiti in questo periodo. Come argomento di storia porterò l’utilizzo della bomba atomica nella seconda guerra mondiale. In letteratura parlerò del futurismo, un movimento letterario di inizio novecento che loda tutto ciò che ha a che fare con la violenza, la velocità, la forza e l’energia. In arte analizzerò un quadro di Salvador Dalì, pittore profondamente influenzato dallo scoppio della bomba atomica sulla città di Hiroshima. Infine, in Francese, ho riportato un articolo sull’incidente di Fukushima preso da “Le Monde”, un giornale molto diffuso in Francia. L’ENERGIA NUCLEARE 5 L’ATOMO L’atomo è la parte più piccola in cui è divisibile un elemento chimico che abbia ancora le caratteristiche fisico-chimiche dell’elemento stesso. A differenza della molecola, che presenta ancora tutte le caratteristiche della sostanza originaria, l’atomo è solamente una parte elementare (ossigeno, idrogeno …). Ad esempio, se prendiamo in considerazione l’acqua, la sua molecola (H^2O) presenta ancora la sua formazione originaria. Se dividiamo la molecola in atomi, non rimane più nulla di essa, ma solamente due atomi d’idrogeno (H^2) e uno di ossigeno (O). Finora sono conosciuti 118 elementi chimici e, quindi, 118 atomi. L’atomo è a sua volta formato da particelle più piccole: neutroni, protoni ed elettroni. In generale gli atomi possono essere divisi, ma il numero di neutroni emesso non è sufficiente per generare una reazione a catena abbastanza prolungata da produrre molta energia. Proprio per questo nelle centrali nucleari viene usato l’uranio 235, l’unico materiale esistente in grado di liberare abbastanza neutroni che, andando a colpire a loro volta altri atomi, genereranno una reazione a catena che potrà essere mantenuta. In genere nel normale uranio 238 è presente solo lo 0,7% di uranio 235. La sua quantità può essere aumentata attraverso dei processi, detti di “arricchimento dell’uranio”. Già dal IV secolo a.C. alcuni filosofi greci e romani ipotizzarono che la materia non fosse continua, ma costituita da particelle microscopiche e indivisibili diverse tra loro, la cui unione dà origine a tutte le sostanze conosciute. Queste particelle vennero chiamate atomi, dal greco “ὰτωμος”, cioè “indivisibile”. Questa teoria, elaborata da Democrito, prese il nome di “teoria atomica”. In seguito John Dalton la ripropose fondando la “teoria atomica moderna”, secondo la quale ogni sostanza è formata da numeri e tipi ben precisi di atomi. La teoria di Dalton si basa su cinque pilastri fondamentali: La materia è formata da piccolissime particelle elementari, chiamate atomi, che sono indivisibili e indistruttibili. Gli atomi di uno stesso elemento sono tutti uguali fra loro. L’ENERGIA NUCLEARE 6 Gli atomi di elementi diversi si combinano fra loro in rapporti di numeri interi generalmente piccoli, dando così origine a composti. Gli atomi non possono essere né creati né distrutti. Gli atomi di un elemento non possono essere convertiti in atomi di altri elementi. Successivamente, con la scoperta della radioattività, si intuì che gli atomi non erano indivisibili, bensì composti da particelle più piccole. Nel 1902 Joseph John Thomson, dopo aver provato l’esistenza degli elettroni, propose il primo modello fisico dell’atomo: egli immaginò che esso fosse costituito da una sfera fluida di materia caricata positivamente (protoni e neutroni non erano ancora stati scoperti) nella quale erano immersi gli elettroni che, contrastando la carica positiva con la loro negativa, rendevano l’atomo neutro nel complesso. Il modello di Thomson fu superato quando Ernest Rutherford scoprì i protoni, dotati di carica elettrica positiva. Secondo la sua teoria, quasi tutta la massa dell’atomo era concentrata nel nucleo (formato da protoni) e gli elettroni giravano intorno ad esso un po’ come i pianeti girano intorno al sole. Nel modello atomico di Rutherford non compaiono i neutroni, che furono scoperti successivamente. Egli aveva comunque intuito che i protoni da soli non bastavano per giustificare la massa del nucleo. La teoria di Rutherford non concordava però con quella dell’elettromagnetismo, secondo la quale l’elettrone, durante la sua orbita intorno al nucleo, avrebbe dovuto perdere continuamente energia fino a collassare sul nucleo dell’atomo. Questo problema fu risolto nel 1912 da Niels Bohr, che dichiarò la mancanza di emissione di energia da parte dell’elettrone a causa della sua orbita stazionaria. Bohr dedusse inoltre che, se gli elettroni avevano orbite ben precise e non casuali, lo stesso doveva essere per la loro quantità di energia, detta energia quantizzata. Bohr sostiene inoltre che normalmente un elettrone rimane nella propria orbita, senza perdere né acquisire carica elettrica. Se un elettrone acquista energia mediante un riscaldamento o con una scarica elettrica, esso passa su un’orbita più esterna, ma ritorna immediatamente nella sua restituendo l’energia che aveva accumulato. L’ENERGIA NUCLEARE 7 La teoria formulata da Bohr è la base della fisica quantistica, cioè l’insieme di teorie che descrivono il comportamento della materia a livello microscopico, andando a spiegare i fenomeni che la fisica classica non riusciva a comprendere. Nel 1927 il fisico tedesco Heinsberg, osservando il modello atomico di Bohr, ne mostrò i limiti per quanto riguarda il concetto di orbita. Secondo Heinsberg, infatti, dire che un elettrone si muove secondo un’orbita precisa significa sostenere di conoscerne ogni istante la velocità e la posizione. Questo è però impossibile poiché le ridotte dimensioni degli elettroni impediscono la loro osservazione e quindi la loro misurazione precisa. Fu così che venne abbandonato il concetto di orbita e venne introdotto quello di orbitale, vale a dire una porzione di spazio intorno al nucleo in cui un elettrone poteva muoversi. La teoria moderna sulla composizione dell’atomo si basa sulle ricerche degli scienziati che nel passato hanno contribuito, un po’ alla volta, a perfezionare quello che oggi è ritenuto il modello che più si avvicina alla vera composizione dell’atomo. Secondo il modello atomico moderno, l’atomo è composto da tre particelle dette subatomiche: neutroni (neutri), protoni (+) ed elettroni (-). I protoni e neutroni che formano il nucleo, detti anche nucleoni, lo rendono di carica positiva nel complesso. Gli elettroni ruotano intorno al nucleo senza eseguire orbite precise, ma rimanendo confinati all’interno degli orbitali. I criteri per identificare un atomo sono il numero di massa, vale a dire la somma di neutroni e protoni nel suo nucleo, e numero atomico, cioè il numero di protoni nel nucleo. Poiché elettroni e protoni sono presenti nello stesso numero, l’atomo è elettricamente neutro. Due atomi aventi numero atomico uguale ma diverso numero di massa sono detti isotopi, e hanno le stesse proprietà chimiche. LA FUSIONE NUCLEARE All’interno delle stelle, a partire dalla loro nascita, avviene incessantemente un processo che consente loro di produrre calore e luce: la fusione nucleare. Essa consiste nella fusione dei nuclei di due isotopi di idrogeno: il trizio e il deuterio. Per avvenire la fusione nucleare richiede temperature altissime, superiori ai 100 milioni di gradi. Questo perché i due nuclei devono muoversi ad una velocità raggiungibile solamente a temperature del genere. La grande velocità dei due nuclei è necessaria per superare la barriera elettrostatica, ovvero la L’ENERGIA NUCLEARE 8 forza provocata dalle due cariche, entrambe positive, dei protoni nel nucleo che tende ad allontanare i due elementi. Prima della fusione nucleare i due isotopi sono posti sotto vuoto e riscaldati fino a formare il plasma, ovvero i nuclei separati dagli elettroni. Il plasma viene a sua volta riscaldato per far sì che i due nuclei si fondano fino a formare un altro atomo di elio. L’energia prodotta viene generata per difetto di massa: dopo la fusione la massa del ricavato è sempre minore rispetto a quella dei due nuclei precedenti. La “differenza” si è trasformata in energia. Il maggior problema consiste nella temperatura: nessun materiale finora scoperto è in grado di resistere a centinaia di milioni di gradi! Una delle possibili risoluzioni del problema consiste nel creare alcuni campi magnetici così da distanziare i nuclei dalle pareti del reattore. Un’altra sfida consiste nel metodo con il quale avviare la fusione: durante tutti gli esperimenti eseguiti finora, la quantità di energia prodotta dalla fusione non ha mai compensato quella utilizzata per avviarla. La fusione nucleare presenta ovviamente molti vantaggi. I principali sono: I residui della fusione smaltiscono la propria radioattività in soli 100 anni. In questo modo si elimina quindi il problema dello smaltimento. Il gas di scarico prodotto (elio) non è radioattivo. Non vengono prodotti gas ad effetto serra che influiscono sul riscaldamento globale. La pericolosità di eventuali incidenti viene ridotta, in quanto il reattore a fusione provvederà a raffreddarsi in caso di perdita di controllo, arrestando spontaneamente il processo di fusione. Ciò non può avvenire durante la fissione, in quanto la reazione a catena produce calore in modo incontrollato. Finora l’uomo ha ottenuto la fusione nucleare solamente in modo incontrollato, mediante la bomba H, un’arma dal potenziale devastante che, fortunatamente, non è mai stata impiegata a scopo bellico. Si può comunque dire che, se verrà trovato un metodo per realizzare una fusione controllata, l’umanità avrà risolto per sempre il problema energetico. L’ENERGIA NUCLEARE 9 BIBLIOGRAFIA L’ATOMO Wikipedia: “L’atomo”. www.scienzaoggi.it: “Storia dell’atomo”. LA FUSIONE NUCLEARE Wikipedia: “La fusione nucleare”. www.ecoage.it: “La fusione nucleare”. Giampietro Paci: “130 schede di tecnologia”. L’ENERGIA NUCLEARE 10 LA FISSIONE NUCLEARE La fissione nucleare è una reazione nella quale il nucleo di un elemento pesante (come l’uranio 235) decade in frammenti di minori dimensioni. Essa può avvenire tramite un bombardamento di neutroni. La fissione nucleare è utilizzata nei reattori nucleari e nelle bombe atomiche. La prima fissione nucleare venne realizzata nel 1934 da un gruppo di scienziati italiani guidati da Enrico Fermi. Egli però non si rese completamente conto della reazione avvenuta. Nel 1938 Otto Hahn dimostrò che un nucleo di urano 235, quando assorbe un neutrone, può dividersi in frammenti dando così origine alla fissione del nucleo. Iniziò così a diffondersi, fra chimici e fisici, l’idea che la fissione nucleare potesse essere usata per produrre energia (come nelle centrali nucleari) o a scopo bellico (come la bomba atomica che, durante la seconda guerra mondiale, esplose sulla città di Hiroshima). Durante la fissione nucleare un neutrone colpisce il nucleo di uranio 235, che si “spezza” lasciando liberi altri neutroni, che a loro volta vanno a colpire altri nuclei. Si ha così una reazione a catena che consente di produrre molta energia in modo quasi incessante. Questo processo deve però essere costantemente monitorato in modo da evitare che la reazione diventi incontrollabile. Se ciò accadesse, il reattore non sarebbe in grado di sostenere il calore prodotto e si fonderebbe. In seguito alla fissione, la massa dei neutroni è leggermente inferiore rispetto a prima. La parte mancante, circa lo 0,1 %, si è trasformata in energia. La fissione nucleare produce però delle scorie altamente radioattive che impiegano milioni di anni per smaltire tutta la loro radioattività. Esse vengono sottoposte a particolari trattamenti e deposte in luoghi appositi per raccoglierle, anche se tuttora non si è ancora trovato un modo sicuro per smaltirle. L’ENERGIA NUCLEARE 11 LA CENTRALE NUCLEARE Una centrale elettronucleare è una centrale elettrica che, mediante il calore generato da una fissione nucleare, produce vapore con lo scopo di far girare un alternatore e produrre quindi energia elettrica. Le origini delle centrali nucleari risalgono a quando Enrico Fermi, nel 1934, ottenne per la prima volta la fissione mediante nucleare un esperimento. egli non Tuttavia sapeva esattamente che cosa e fosse la successo spiegazione corretta del fenomeno venne data solamente nel 1938 dai fisici tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassman. Essi compresero che un neutrone era in grado di dividere un nucleo e, in seguito, che il nucleo rilasciava a sua volta altri neutroni, così da poter generare una reazione a catena in grado di autoalimentarsi. Dopo la seconda guerra mondiale il timore che queste conoscenze potessero venire utilizzate a scopo bellico costrinse i governi a tenere sotto stretto controllo lo sviluppo di questo settore. L’elettricità venne prodotta a scopi civili mediante un reattore nucleare per la prima volta nel 1951 e produceva circa 100 KW. La prima centrale nucleare commerciale al mondo fu quella di Calder Hall in Inghilterra, con una potenza di circa 50 MW. La tecnologia nucleare venne ampliamente sviluppata anche dalla marina americana, principalmente per la propulsione di sottomarini e portaerei. La potenza complessiva delle centrali nucleari aumentò molto velocemente dal 1960 agli anni 80, mentre dal 1980 in poi rallentò parecchio. Durante gli anni settanta e ottanta il calare dei prezzi dei combustibili rese gli impianti nucleari in costruzione meno attraenti in senso economico, ma la crisi del petrolio avvenuta nel 1973 portò molte fra le grandi potenze ad investire sul nucleare. L’ENERGIA NUCLEARE 12 In seguito ad incidenti quali quello di Three Mile Island e Chernobyl, l’opinione pubblica cambiò rapidamente, tanto che tuttora alcuni paesi hanno abbandonato il nucleare affidandosi ad altre fonti di energia. In una centrale nucleare il calore prodotto dalla fissione dell’uranio viene utilizzato per produrre vapore che, portato alla turbina, la fa girare con la forza necessaria per far funzionare un alternatore e quindi produrre energia elettrica. Il vapore viene poi incanalato nel condensatore, una vasca raffreddata dal passaggio di acqua di temperatura minore. L’acqua condensata viene raccolta e nuovamente portata nel reattore, così da creare un ciclo continuo e senza interruzioni. Il reattore della centrale dispone anche di alcune barre metalliche il cui compito è di assorbire eventuali neutroni in eccesso. Esse vengono inserite nel nocciolo e sono in grado di tenere sotto controllo la reazione a catena, Questa eventualmente arrestandola. funzione è molto importante perché evita che la reazione diventi incontrollabile portando alla fusione del nocciolo, con conseguente cedimento del reattore a causa delle elevate temperature. La potenza degli impianti nucleari varia da un minimo di 40 MW ad oltre 1000 MW, un livello raggiunto solamente dalle centrali termoelettriche. La vita operativa di una centrale nucleare si aggira intorno ai 25-30 anni, ma le più moderne possono durare fino a 60 anni grazie alla sostituzione periodica di alcuni componenti. Al termine di questo periodo il terreno va bonificato e le scorie adeguatamente smaltite. I reattori nucleari, in base alle tecnologie che utilizzano, si possono dividere in due fasce: quella dei reattori “vecchi” e quelli di nuova generazione. I reattori di vecchia generazione si basano sulla produzione di calore da parte del nocciolo, che produce vapore in grado di far girare una turbina e quindi di produrre elettricità. Per ottenere la fissione viene utilizzato l’uranio arricchito, in grado di generare temperature che oscillano intorno ai 330°. La radioattività delle scorie può durare migliaia di anni. I reattori di nuova generazione sono molto più sicuri dei precedenti e in caso di incidente le conseguenze sono minimizzate da apparecchi di sicurezza automatizzati. I reattori utilizzati sono principalmente di due tipi: Il reattore a spettro veloce: al suo interno il nocciolo è immerso nel sodio liquido, capace di evitare la dispersione di calore in caso di incidente. Il combustibile è lo stesso dei reattori tradizionali. Le temperature oscillano attorno ai 500°. Il problema delle scorie non viene però risolto. L’ENERGIA NUCLEARE 13 Il reattore a letto di sfere: il suo nocciolo è composto da grafite per garantire una resistenza fino a 1600°. Questo reattore non risolve il problema delle scorie, ma ha il vantaggio di non produrre plutonio, materia prima per produrre armi atomiche. Il reattore utilizza come combustibile l’ossido di uranio con aggiunti alcuni elementi di grafite. BIBLIOGRAFIA LA FISSIONE NUCLEARE Wikipedia: “La fissione nucleare”. www.ecoage.it: “La fissione nucleare”. Giampietro Paci: “130 schede di tecnologia”. LA CENTRALE NUCLEARE Wikipedia: “La centrale nucleare”. www.ecoage.it: “Le centrali a fissione nucleare”. Giampietro Paci: “130 schede di tecnologia”. L’ENERGIA NUCLEARE 14 LO SMALTIMENTO DELLE SCORIE Lo smaltimento delle scorie radioattive è sicuramente uno dei problemi più grandi che ci si trova ad affrontare facendo affidamento sul nucleare. Per scoria radioattiva si intende il combustibile esaurito (di alta pericolosità) dopo l’utilizzo in un reattore nucleare o, più genericamente, gli oggetti contaminati che sono andati a contatto con quel combustibile (di pericolosità minore). Qualsiasi centrale nucleare produce scorie radioattive. Una parte di esse viene scaricata nell’ambiente perché considerata non pericolosa, mentre gli oggetti entrati in contatto diretto con l’uranio devono essere trattati con molta attenzione dal momento in cui la centrale esaurisce il suo ciclo vitale e viene demolita. Le scorie nucleari si dividono principalmente in tre fasce: Alta radioattività (scorie di terzo grado): sono in particolare le ceneri e i materiali derivati dalla combustione dell’uranio. Sono le più pericolose poiché l’alto grado di radioattività può richiedere migliaia di anni per essere smaltito. Media radioattività (scorie di secondo grado) Bassa radioattività (scorie di primo grado): sono generalmente deposti nei pressi della centrale o in centri di stoccaggio in superficie. I principali centri di stoccaggio europei sono: Le Hague (Francia) Sellafield (Gran Bretagna) Oskarshamn (Svezia) Olkiluoto (Finlandia) Non conoscendo con precisione le conseguenze dello stoccaggio radioattivo nel tempo, si fa in modo da rendere possibile il trasferimento delle scorie nel caso fosse necessario. Grazie ad alcune nuove tecnologie è tuttavia possibile riutilizzare le scorie radioattive utilizzandole come combustibile rigenerato. Questo procedimento risulta particolarmente conveniente per i paesi che fanno molto affidamento sul nucleare, come la Francia. Le soluzioni che si prospettano al momento possibili sono tre: Il confinamento a grandi profondità: viene spesso presentata come l’unica soluzione concreta al problema delle scorie, ma in realtà solleva molte altre questioni. Ad esempio, com’è possibile garantire che i contenitori delle scorie resisteranno ai movimenti della crosta terrestre e non riverseranno nell’ambiente il loro contenuto? La costruzione di gallerie superficiali: un’altra soluzione può essere quella di costruire in superficie delle gallerie in cui lasciare le scorie al massimo per 300 anni, come un deposito temporaneo. In realtà questa non è una vera e propria soluzione, ma un L’ENERGIA NUCLEARE 15 metodo per rinviare il problema in un tempo più lontano nel quale probabilmente la tecnologia permetterà di trovare una sistemazione permanente per i rifiuti nucleari. La separazione degli atomi: un’altra possibile soluzione, che però necessiterà di numerosi test in laboratorio per verificarne l’efficacia, consiste nel separare gli atomi delle scorie creando nuovi atomi più stabili che richiederanno un minor tempo per smaltire la loro radioattività. Questa soluzione, seppur costosa, potrebbe sembrare efficace, ma bisogna tener conto della possibilità che sottoponendo a questa operazione i rifiuti nucleari vengano creati altri tipi di rifiuti altrettanto pericolosi. L’Unione Europea si è posta come obiettivo lo studio e la costruzione di depositi geologici per risolvere completamente il deposito delle scorie nucleari. L’esigenza di costruire questi depositi non si estende però ai paesi con un piano energetico che non prevede il nucleare. L’Italia non risulta quindi obbligata alla costruzione di questi depositi mentre per paesi che come la Francia possiedono molti reattori la costruzione dei depositi geologici è necessaria. IL NUCLEARE NEL MONDO Attualmente nel mondo esistono 442 reattori, per una potenza complessiva di circa 375 GW (un GW corrisponde a un miliardo di watt). I paesi con il maggior numero di reattori sono: Gli USA, che con i loro 104 reattori soddisfano il 20% del loro fabbisogno energetico interno. La Francia, con 59 reattori, che riesce con l’energia nucleare a soddisfare ben il 76% della sua richiesta energetica. Il Giappone, con 53 reattori. Tra il 1970 e il 1990 erano in previsione picchi di produzione di 150 GW mediante l’energia nucleare, ma più dei due terzi di questi progetti vennero cancellati. Le principali ragioni della cancellazione di questi reattori furono l’inaspettato calo del prezzo dei combustibili fossili durante gli anni ’80 e i due grandi incidenti di Three Miles Island e Chernobyl. In Europa, oltre la Francia, fanno largo uso del nucleare anche Germania e Regno Unito. Questi tre paesi messi insieme formano il 70% della potenza nucleare europea. Altri paesi europei che utilizzano il nucleare sono Belgio, Russia, Slovacchia, Bulgaria… In Italia esistono 4 centrali nucleari, che però non vengono utilizzate dagli anni ’90. L’ENERGIA NUCLEARE 16 Nel 2004 secondo l’IAEA (International Atomic Energy Agency) il peso del nucleare era destinato a ridursi entro il 2020. Questa previsione sembra però essere smentita, in quanto alcuni paesi come la Francia fanno ancora largo affidamento sul nucleare, che è la loro fonte principale di energia. L’ascesa di nuovi paesi (come Cina ed India) sulle scacchiere mondiali, e quindi la crescita della domanda di energia, ha spinto alla costruzione di nuovi reattori nucleari negli ultimi anni. Solamente in Asia si stanno progettando 15 reattori nucleari. Dopo l’interruzione della produzione nucleare in Europa negli anni ’90, la brusca salita dei prezzi del petrolio nel 2000 ha fatto riavvicinare al nucleare anche i paesi più scettici. La politica di questi ultimi anni tende a prolungare il più possibile la vita delle centrali nucleari in Europa, in attesa di una possibile risposta scientifica ai problemi del nucleare. Nel 2010 sono stati proposti dueprogetti, uno di minima e uno di massima, da utilizzare in base alla situazione. Il recente incidente nucleare a Fukushima, in Giappone, ha scosso notevolmente l’opinione pubblica, spingendo i governi a rivedere la loro politica nucleare. Alcuni governi europei, tra cui la Germania e la Svizzera, hanno deciso di abbandonare progressivamente la produzione di energia tramite le centrali nucleari, in favore di tecnologie alternative rinnovabili. L’ENERGIA NUCLEARE 17 BIBLIOGRAFIA LO SMALTIMENTO DELLE SCORIE Wikipedia: “Le scorie nucleari”. www.ecoage.it: “Le scorie nucleari”; “I depositi di scorie nucleari nel mondo”. Giampietro Paci: “130 schede di tecnologia”. IL NUCLEARE NEL MONDO Wikipedia: “Il nucleare nel mondo”. www.ecoage.it: “Energia nucleare nel mondo” L’ENERGIA NUCLEARE 18 IL NUCLEARE IN ITALIA La produzione di energia elettrica da fonte nucleare in Italia risale agli anni sessanta, durante i quali l’Italia era il terzo produttore al mondo dopo USA e Inghilterra. Poiché le tecnologie di sfruttamento dell’energia nucleare erano molteplici e non si era ancora pienamente consapevoli dei vantaggi e degli svantaggi di ognuna, in Italia vennero costruiti tre reattori di differenti metodiche produttive. La prima centrale nucleare in Italia fu costruita a Latina nel 1963, alla quale seguirono, nel giro di due anni, quelle di Sessa Aurunca (detta anche Garigliano) e di Trino. La quarta e ultima centrale nucleare fu costruita a Caorso nel 1970. Fino alla metà degli anni settanta la situazione elettrica in Italia era abbastanza confusa, in quanto non si conoscevano con esattezza le sue esigenze energetiche. Il primo PEN (Piano Energetico Nazionale) fu steso nel 1975. Questo, oltre agli interventi nei campi del petrolio e del carbone, prevedeva un forte incremento della produzione elettronucleare. Vennero quindi proposti una serie di progetti per la costruzione di nuovi reattori. Nel 1982 fu messa in cantiere la centrale di Montalto di Castro e fu delineata una seconda centrale a Trino. La preoccupazione della popolazione riguardo la sicurezza del nucleare crebbe nel 1979 in seguito all’incidente di Three Miles Island, tanto che l’inizio dell’attività produttiva della centrale di Caorso fu ritardato al fine di compiere alcuni aggiornamenti per la sicurezza. Nel 1982 la produzione della centrale elettronucleare Garigliano venne fermata per guasti. In seguito venne la centrale venne smantellata a causa dell’antieconomicità delle riparazioni. Il disastro di Chernobyl del 1986 portò l’Italia a indire per l’anno successivo tre referendum nazionali sul settore nucleare,ai quali l’80% della popolazione italiana diede un esito sfavorevole. I tre referendum non imponevano in modo esplicito la chiusura delle centrali nucleari funzionanti, ma visto l’esito molto netto del voto si decise di chiudere definitivamente le tre centrali rimaste. Nome Latina Garigliano Enrico Fermi Caorso Località Latina Sessa Arunca (CE) Trino Caorso Potenza (MW) 153 150 260 860 Inizio produzione 1 gennaio 1964 1 giugno 1964 1 gennaio 1965 1 dicembre 1981 Chiusura definitiva 1 dicembre 1987 1 marzo 1982 1 luglio 1990 1 luglio 1990 Le scorie prodotte da queste centrali si trovano, secondo rilevamenti effettuati ad Aprile 2010, quasi completamente in Francia. L’ENERGIA NUCLEARE 19 La mancata produzione di energia nucleare in seguito agli anni 80-90 fu compensata dall’aumento dell’utilizzo dei combustibili fossili, e in particolare di gas naturale. Secondo le opinioni di alcuni analisti, il mancato utilizzo di energia nucleare negli ultimi vent’anni è una delle cause per la quale i consumatori italiani pagano bollette tra le più alte d’Europa. Altri osservatori fanno notare che tale fenomeno è costante anche in alcuni paesi nuclearizzati, e che perciò i maggiori costi devono avere cause diverse. Il dibattito sul nucleare si è riaperto in seguito alla rapida salita dei prezzi di gas naturale e petrolio dopo il 2005. Ciò ha condotto alla decisione dell’attuale governo di ripristinare in Italia una capacità nucleare. Il ministro dello sviluppo economico ha proposto la costruzione di dieci nuove centrali nucleari in Italia, capaci di fornirle il 25% del suo fabbisogno energetico. Non c’è ancora nessuna sicurezza riguardo il futuro del nucleare in Italia, poiché tuttora si stanno svolgendo dei referendum per decidere se abilitarla o no di nuovi reattori. La popolazione italiana è divisa in due netti schieramenti in base alla loro opinione sul nucleare. Gli oppositori hanno sollevato ultimamente molti problemi riguardanti soprattutto il rischio di incidente e la questione ambientale: Il rischio di incidenti simili a quelli già avvenuti in passato a Chernobyl e a Three Miles Island. La preoccupazione riguardo lo smaltimento dei rifiuti, il cui problema potrebbe rimanere presente per molto tempo. La preoccupazione a causa degli alti costi dei reattori nucleari. Il timore che le tecnologie utilizzate nei reattori possano essere rapidamente convertite per produrre armi atomiche. La preoccupazione che gli impianti nucleari possano essere presi di mira da eventuali terroristi. L’Italia, pur non essendo un paese produttore di uranio, possiede piccoli giacimenti all’interno delle alpi. Per far funzionare eventuali centrali elettronucleari sarà in ogni modo necessario importarne grandi quantità dall’estero. BIBLIOGRAFIA IL NUCLEARE IN ITALIA Wikipedia: “Il nucleare in Italia”. L’ENERGIA NUCLEARE 20 LA NASCITA DELLA BOMBA ATOMICA Purtroppo durante la storia l’energia nucleare non è stata utilizzata sempre e solo a fin di bene. Grazie all’enorme quantità di energia che può essere prodotta dall’atomo, è infatti possibile costruire armi di potenza devastante. La più famosa di esse è la bomba atomica, utilizzata per la prima volta durante la seconda guerra mondiale sulla città di Hiroshyma. L’energia della bomba atomica è prodotta dalla fissione nucleare, ovvero la divisione (spontanea o indotta) di un elemento atomico pesante (come l’uranio 235) in due o più frammenti. Mentre nelle centrali nucleari la reazione a catena viene tenuta sotto controllo, all’interno della bomba atomica avviene in modo completamente incontrollato in modo da generare enormi quantità di calore e in seguito un’esplosione. Lo sviluppo della bomba atomica è dovuto alle scoperte e agli esperimenti fatti da una serie di scienziati che spesso lavoravano inconsapevoli di ciò con cui avevano a che fare. Molti scienziati tedeschi, per evitare le persecuzioni naziste, fuggirono negli Stati Uniti. Questo accadde anche in altri paesi quali l’Italia, patria di Enrico Fermi, che fuggì in America insieme a sua moglie. Tra i rifugiati in America c’era anche Albert Einstein che, con la famosissima formula E=mc2, rese possibile della la costruzione atomica. Questa bomba formula esprime l’equivalenza fra massa ed energia, e suggerisce che è possibile trasformare la massa in energia e viceversa. Einstein, pur non vedendo applicazioni pratiche di questa scoperta, intuì che questo principio potesse spiegare la radioattività (ovvero l’emissione spontanea di energia da parte di certi elementi). Dopo la scoperta del neutrone, alla quale Enrico Fermi contribuì attivamente, si intuì la possibilità di generare artificialmente e in dose massiccia una reazione nucleare. Einstein ed Enrico Fermi, rifugiati negli USA, si preoccuparono insieme con altri scienziati di un possibile sviluppo militare del principio. In base agli studi teorici effettuati da questi scienziati, Einstein scrisse una lettera al presidente Roosevelt per segnalare l’ipotetica possibilità di costruire una bomba utilizzando la fissione nucleare e che probabilmente il governo tedesco aveva già L’ENERGIA NUCLEARE 21 iniziato delle ricerche in materia. Il governo statunitense cominciò così ad interessarsi a questo argomento. Con l’ingresso in guerra degli Stati Uniti prese definitivamente avvio il programma nucleare detto altrimenti “Progetto Manhattan”. Il progetto venne avviato nel 1943. I fisici americani erano costretti a lavorare in fretta nel timore di essere preceduti dai Tedeschi. Di fronte alla mutazione dello scenario bellico nel 1945, gli scienziati cominciarono a dubitare dell’utilità dell’impresa. Il progetto comunque proseguì. La decisione dello sgancio della bomba sulla città di Hiroshima, più che una decisione strategica per far uscire il Giappone dalla guerra (che del resto viene considerato il pretesto che portò all’uso della bomba) fu l’esigenza di collaudare la potenza distruttiva della bomba in un luogo non eccessivamente danneggiato dai bombardamenti. Ciò si può dire in quanto la bomba, pur danneggiandolo gravemente, non modificò di molto la situazione del Giappone, che stava già prendendo in considerazione l’idea di uscire dalla guerra. LA SECONDA GUERRA MONDIALE E L’IMPIEGO DELLA BOMBA ATOMICA SU HIROSHYMA La seconda guerra mondiale fu più vasta e terribile della prima, anche perché durante essa vennero utilizzate armi più moderne e dall’enorme potere distruttivo. Essa si radicòa causa del partito nazista, guidato da Hitler, che, con una politica aggressiva e totalitaria, riuscì a provocare la guerra fra le potenze europee e, in seguito, gli Stati Uniti. Nel primo dopoguerra la Germania viveva in un clima di crisi a causa dei vari danni che i conflitti avevano arrecato, sia dal punto di vista fisico che da quello economico: essa si ritrovava infatti a dover risarcire enormi quantità di denaro ai paesi che aveva colpito. In quel periodo governava la repubblica di Weimar che, con la sua politica democratica, non riuscì a fermare l’avanzata di partiti antidemocratici come quello Nazista, guidato da Adolf Hitler. Dopo la momentanea ripresa dalla crisi e la successiva ricaduta, il partito Nazista si propose come l’unico in grado di guidare la Germania alla totale ripresa economica. Hitler ottenne così consensi sempre maggiori fino a diventare cancelliere e, in seguito, presidente della repubblica. Attorno all’idea di Hitler ruotava il concetto della superiorità della razza ariana, che presentava determinate caratteristiche fisiche. Il suo compito era quello di eliminare le razze inferiori (come gli Ebrei), che venivano perseguitate e rinchiuse nei campi di concentramento. Il programma di espansione politica di Hitler prevedeva la realizzazione di una “Grande Germania” dominatrice dell’Europa. L’ENERGIA NUCLEARE 22 Hitler avviò il suo programma di espansione politica nel 1938 annettendo l’Austria alla Germania. La Francia e la Gran Bretagna, che pur volevano a tutti i costi evitare una nuova guerra, decisero di entrare in essa quando la Germania attaccò e conquistò la Polonia. Nel 1940 la Germania attaccò la Francia penetrando a Parigi. La Francia dichiarò così la sua resa. Sempre nel 1940 l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania, in quanto Mussolini pensava che la guerra si sarebbe presto conclusa con la vittoria di Hitler. La Gran Bretagna riuscì però a resistere agli attacchi da parte della Germania, infliggendole pesanti perdite. Hitler fu così costretto a rinunciare all’idea di invadere la Gran Bretagna. Hitler provò in seguito a scatenare una guerra lampo per l’invasione della Russia, ma anche questo obiettivo fallì. Nel dicembre 1941 un evento inaspettato rese la guerra di portata mondiale: il Giappone, senza neppure dichiarare guerra, distrusse quasi metà della flotta statunitense ormeggiata nel porto di Pearl Harbour. Il giorno dopo gli Stati Uniti dichiararono guerra al Giappone, che venne subito sostenuto da Italia e Germania. Quando nel 1943 l’esercito anglo-americano conquistò la Sicilia, si verificò un evento inaspettato: il popolo accolse i soldati quasi come dei liberatori. Era perciò chiaro che il popolo italiano era stanco della guerra e del fascismo. Il 25 aprile 1945 l’Italia venne liberata dai fascisti, e Mussolini condannato a morte. Cinque giorno dopo Hitler si tolse la vita e la Germania dichiarò ufficialmente la sua resa. Il Giappone si arrese pochi mesi dopo, in seguito all’esplosione della bomba atomica sganciata dagli Americani sulla città di Hiroshima. Ecco una breve cronaca dell’esplosione della bomba atomica sulla città di Hiroshima: Alle 8:15 del 6 agosto 1945 il B-29 Enola Gay sgancia sulla città di Hiroshima la prima bomba atomica della storia. Tutto è stato calcolato nei minimi dettagli: la bomba deve esplodere a circa trecento metri da terra, per garantire un’esplosione di potenza devastante. Se esplodesse all’impatto con il terreno, lo scoppio perderebbe gran parte della sua potenza. Se però avvenisse ad una quota troppo alta, le radiazioni emesse non sarebbero sufficienti. La bomba atomica è stata infatti costruita per uccidere con le radiazioni chi fosse sopravvissuto all’esplosione. Anche il bersaglio è stato accuratamente scelto: Hiroshima, oltre ad essere un importante deposito di armi, è stata volontariamente preservata dai bombardamenti condotti dagli americani durante la guerra. La bomba atomica, in ogni caso, era tenuta nella massima segretezza: a bordo dell’aereo il solo uomo consapevole di ciò che veniva trasportato nel velivolo era il comandante Paul Tibbets. Era una limpida mattina d’estate ad Hiroshima. In pochi secondi quello che sembrava uno dei tanti aerei di ricognizione americani si alleggerì del suo pesantissimo carico e “Una luce fortissima riempì l’interno del velivolo. La prima onda d’urto ci colpì quando eravamo già a diciotto chilometri di distanza dal luogo dell’esplosione. Tutto l’aereo scricchiolò per il colpo. Ci voltammo a guardare L’ENERGIA NUCLEARE 23 Hiroshima. La città era nascosta da quella nuvola orribile, ribollente, a forma di fungo, terribilmente ed incredibilmente alta”. Sono queste le parole del capitano Tibbets, mentre descrive ciò che ricorda del momento in cui il suo aereo sganciò la bomba. “Proprio mentre guardavo su in cielo ci fu un lampo di luce bianca, e in quella luce le foglie verdi presero immediatamente il colore delle foglie secche”. Così una bambina che all’epoca aveva cinque anni ricorda ciò che vide nel momento dell’esplosione. L’esplosione della bomba fece balzare la temperatura a 5000° in meno di un secondo. Le persone più sfortunate, che in quel momento si trovavano nei pressi del punto dove avvenne lo scoppio, ebbero solamente il tempo per percepire un lampo luminoso, che vaporizzò all’istante ogni forma di vita nel raggio di 800 metri. Si aggiunse poi una tempesta di fuoco che rase al suolo le abitazioni e il perimetro urbano fino a 3-4 chilometri dallo scoppio. L’effetto più dannoso fu però la grande emissione di neutroni e raggi gamma, che si manifestarono sull’uomo con la perdita delle difese immunitarie e con alterazioni a livello genetico. Le generazioni future, inoltre, presentarono per il 23% leucemia o mutazioni genetiche. Tre giorni dopo una bomba al plutonio perfino più potente di quella di Hiroshima si abbatté sulla città di Nagasaki. Questa fece però meno vittime della precedente. Ecco la testimonianza di un bambino sopravvissuto all’esplosione nucleare, nella quale racconta la terribile esperienza da lui vissuta: “Nella primavera del 1945, per motivi di sicurezza si ordinò che tutti i bambini delle scuole di Hiroshima fossero evacuati. Molti bambini erano quindi già stati mandati a vivere da parenti in campagna. Chi non aveva parenti presso cui andare a vivere veniva portato dagli insegnanti a vivere all’interno delle scuole o dei templi delle zone rurali. Anch’io avrei dovuto trasferirmi, insieme agli altri bambini rimasti e ai nostri insegnanti, in un tempio fuori città il 9 agosto. Il 6 agosto, il giorno della bomba, il sole splendeva, era una giornata calda fin dal primo mattino. Non c’era neanche una nuvola. Arrivammo a scuola alle 8 e ci mettemmo in fila nel cortile per la cerimonia della bandiera. In quel periodo ormai il cibo scarseggiava, e molti bambini non avevano abbastanza da mangiare. Mentre stavamo sull’attenti nel cortile, molti bambini svennero sotto il sole caldo. Per questo ci fu permesso, dopo un po’, di ripararci all’ombra degli alberi e di riposarci. L’ENERGIA NUCLEARE 24 Alcuni ragazzi, che invece erano rimasti nel centro del cortile, gridarono: “Guardate, un B-29!”, indicando il cielo. (A quell’epoca i bombardieri statunitensi B-29 volavano spesso nel cielo sopra la città, e il loro arrivo era annunciato dalla sirena dell’allarme antiaereo: per questo i bambini sapevano riconoscere un B-29.) Alzai lo sguardo e vidi un B-29 argenteo, che brillava e volava alto nel cielo, disegnando arcate bianche con la sua scia. “Che bello,” pensai. E subito un incredibile bagliore bianco, accecante. Scappai verso il rifugio antiaereo ma la sabbia sollevata da terra mi colpì alla schiena e mi schiacciò contro il terreno. Quando ripresi coscienza, mi trovai intrappolato sotto un salice sradicato dall’esplosione. Riuscii a liberarmi, facendo spazio tra i rami. Cominciai a correre, insieme agli altri ragazzi, verso un altro rifugio che si trovava sulla collina sopra la scuola: pensavamo che potesse essere più sicuro. Arrivati al rifugio, ci rendemmo conto che era già pieno di persone venute dalle zone circostanti e non c’era posto per noi. Rimasti fuori, ben presto fummo completamente inzuppati dalla pioggia che improvvisamente cominciò a cadere. Dopo seppi che si trattava della “pioggia nera” che conteneva tante sostanze radioattive. Ci stringemmo gli uni agli altri, nel tentativo di riscaldarci, perché tutto ad un tratto faceva molto freddo, e i nostri corpi bagnati tremavano. Il sole era scomparso dietro un enorme nuvolone nero che oscurava tutto il cielo. Vedemmo gruppi di persone, gravemente feriti, che camminavano, quasi in processione, dirigendosi verso la nostra scuola. A quel punto mi resi conto che era successo qualcosa di terribile, non solo alla nostra scuola, ma alla città tutta intera. Corsi verso casa. La zone dove abitavo era a due chilometri e mezzo dall’epicentro dell’esplosione. Sebbene la maggior parte delle case fossero state distrutte dall’esplosione, nel nostro quartiere non era scoppiato nessun incendio. Per questo molti dei feriti e degli ustionati cercarono rifugio in questa zona. Al momento dell’esplosione mio padre si trovava a circa un chilometro dall’epicentro. Lo tirarono fuori da sotto le macerie di un edificio crollato. Quando, aiutato da alcune persone, riuscì ad arrivare a casa, aveva il corpo pieno di ferite di schegge di vetro. Sanguinava molto. Sotto le macerie dalle quali fu tratto in salvo mio padre morirono più di 200 persone. Mia sorella maggiore, che si trovava alla stazione ferroviaria di Hiroshima (1500 metri dall’epicentro) quando scoppiò la bomba, tornò a casa la sera del secondo giorno dopo l’esplosione. Aveva ustioni sul collo e sulla schiena. Non avevamo medicine per curarla, e mia madre cercò di lenire il dolore mettendo delle fettine di cetriolo sulle ferite. Ma il cetriolo marciva subito a contatto con il calore che emanavano le ustioni. L’odore era nauseante. Le ferite attiravano le mosche, così usammo un ventaglio per tentare di scacciarle. Mia sorella non riusciva a dormire, piangeva di continuo, soffriva di dolori lancinanti. L’ENERGIA NUCLEARE 25 Mia madre, che era rimasta a casa, riportò delle ferite lievi sul viso. La mia sorella di 13 anni, che era malata e non era andata a scuola, rimase anche lei quasi illesa. Ma le sue compagne di scuola, che erano al lavoro nel centro della città quel giorno, morirono tutte. Una ragazzina, mia amica e vicina di casa, insieme ai suoi quattro fratelli, stava aspettando che sua madre tornasse a casa. Mi raccontò poi che vide entrare in casa una strana cosa nera. Pensò si trattasse di un cane, ma poi si rese conto che si trattava della mamma. La madre tornò a casa, dai propri figli, e morì davanti a loro. Cremarono ciò che rimaneva del corpo in giardino, nei giorni successivi. A partire dal terzo giorno dopo il bombardamento, i cadaveri che giacevano nelle strade furono raccolti e portati per essere bruciati nel cortile della mia scuola. Ogni giorno, l’aria della città era appestata dall’odore acre di corpi che bruciavano. Tutte le famiglie avevano almeno una persona cara tornata a casa con ferite o ustioni, oppure che non era tornata affatto. Nel cortile della mia scuola furono cremati circa 1500 cadaveri. La sconfitta del Giappone fu annunciata il 15 agosto, ma continuo a mancare il cibo. Nella mia scuola, nella primavera dell’anno successivo piantammo delle patate dolci nel cortile. Il giorno del raccolto, mentre zappavamo, insieme alle patate tiravamo su cappelli e ossa umane. In molti urlammo di raccapriccio. E a pranzo non riuscimmo quasi a mangiare le patate.” BIBLIOGRAFIA LA NASCITA DELLA BOMBA ATOMICA Wikipedia: “La bomba atomica”. www.knightstrife.altervista.org: “La bomba atomica”. LA SECONDA GUERRA MONDIALE E L’IMPIEGO DELLA BOMBA ATOMICA SU HIROSHYMA Giuliano Alberton - Luisa Benucci: ST3, “Ora di storia”. www.studenti.net: “Appunti sulla seconda guerra mondiale”. www.cronologia.leonardo.it: “L’olocausto nucleare”. www.donboscoland.it: “Testimonianze su Hiroshima (di Yamada Reiko Toshima-Ku)” L’ENERGIA NUCLEARE 26 MARINETTI E IL FUTURISMO Il Futurismo è una corrente letteraria che si è sviluppata in Italia durante il XX secolo. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione: poesia, fotografia, pittura, architettura, musica e cinema. Nacque all’inizio del novecento, in un periodo di grande fase evolutiva durante il quale la cultura era stimolata da fattori come guerre e nuove scoperte tecnologiche e scientifiche come il telegrafo senza fili, la radio, gli aeroplani … Nel 1909 Marinetti pubblicò a Parigi il Manifesto del Futurismo, sul quale erano scritti i concetti base del movimento futurista. Ecco i punti espressi da Marinetti: Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. Bisogna che il poeta si prodichi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali. Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli! poichè abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente. Noi vogliamo glorificare la guerra -sola igene del mondo- il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria Noi canteremo le locomotive dall'ampio petto, il volo scivolante degli aeroplani. E' dall'Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo È evidente il loro amore per l’aggressività, l’azione, la violenza, la temerarietà e tutto ciò che ha a che fare con la guerra, definita “sola igiene del mondo”. Secondo i futuristi, un’opera non può L’ENERGIA NUCLEARE 27 essere definita tale se non avente un carattere aggressivo. Lodano la tecnologia e tutto ciò che ha a che fare con la velocità come treni, aerei e automobili. Sono attratti da tutto ciò che è “nuovo”, e ritengono musei e biblioteche da eliminare, poiché essi attribuiscono valore al passato e a ciò che non presenta nulla di innovativo. Essi erano infine contrari sia all’immagine della donna idealizzata dalla poesia amorosa, sia alla donna moderna, partecipe del mondo della produzione, dichiarandosi nemici del femminismo e proclamando “il disprezzo della donna”. Venne in seguito prodotto il Manifesto della Letteratura Futurista, in cui si dava ai poeti la più assoluta libertà di abolire nessi sintattici e punteggiatura, di aggettivi qualificativi e avverbi. Era permesso il ricorso a segni matematici e verbi all’infinito, tutto ciò per permettere al poeta di esprimere in modo “affannoso” le sue sensazioni. I futuristi facevano inoltre uso delle onomatopee e di inchiostri di colore diverso, il tutto per distruggere la normale armonia tipografica. Il poeta futurista più noto, nonché fondatore di questo movimento, è Filippo Tommaso Marinetti. Marinetti nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1876, compì i suoi studi nel collegio dei gesuiti di Parigi e successivamente Fu un si laureò in giurisprudenza. grande animatore culturale, capace di sfruttare al meglio le tecniche della propaganda per divulgare le sue idee. Famose sono le “serate futuriste”, spettacoli durante i quali si recitavano testi futuristi; non era infrequente la loro risoluzione in risse. Per lui il futurismo, oltre che uno stile culturale, era uno stile di vita: si dedicò spesso ad imprese violente che gli costarono il carcere più di una volta. Fu favorevole al Fascismo, che gli parve realizzare i suoi ideali rivoluzionari. Partecipò anche alla Prima Guerra Mondiale, guadagnando una decorazione per il suo coraggio in battaglia. Nonostante l’età ormai avanzata, decise di partecipare anche alla Seconda Guerra Mondiale seguendo le truppe italiane in Russia. In seguito al fascismo, fu tra i combattenti per la Repubblica di Salò. Finì i suoi giorni nel 1944 a Como, in seguito ad un infarto. Marinetti, oltre ad esaltare l’atto distruttivo della guerra, odiava il socialismo (che nel volume “Al di là del comunismo” definì “cancro burocratico che ha sempre roso l’umanità”), il parlamento e la L’ENERGIA NUCLEARE 28 democrazia. Rifiutava ogni atteggiamento pacifista e affermava la necessità di rafforzare esercito e marina. Disse inoltre del fascismo: “il Fascismo contiene e conterrà sempre quel blocco di patriottismo ottimista orgoglioso violento prepotente e guerriero che noi futuristi primi fra i primi predicammo alle folle italiane”. La sua poetica è chiaramente espressa nel “Manifesto tecnico della letteratura futurista”. Vi leggiamo infatti: “bisogna distruggere la sintassi, disponendo i sostantivi a caso, come nascono. Si deve usare il verbo all’infinito... abolire l’aggettivo, perché il sostantivo nudo conservi il suo colore essenziale. L’aggettivo avendo in sé un carattere di sfumatura, è incompatibile con la nostra visione dinamica, poiché suppone una sosta, una meditazione... abolire anche la punteggiatura. Essendo soppressi gli aggettivi, gli avverbi e le congiunzioni, la punteggiatura è naturalmente annullata”. Lui stesso disse che, seguendo queste regole, il testo rischiava di non essere compreso, ma affermò che “essere compresi non è necessario” e che ciò che il poeta avrebbe dovuto prefiggersi è di entrare nei domini sconfinati della libera intuizione. BOMBARDAMENTO ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all’infinito nel centro di quei tam-tuuumb spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati) balzare scoppi tali pugni batterie tiro rapido Violenza ferocia regolarità questo basso grave scandere gli strani folli agitatissimi acuti della battaglia Furia affanno orecchie occhi narici aperti attenti forza che gioia vedere udire fiutare tutto tutto tara-tatatata delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi schiaffffi traak-traak frustate pic-pac-pum-tumb bizzzzarrie salti altezza 200 m della fucileria Giù giù in fondo all’orchestra stagni diguazzare buoi buffali pungoli carri pluff plaff impennarsi di cavalli flic flac zing zing sciaaack ilari nitriti iiiiii scalpiccii tintinnii 3 battaglioni bulgari in marcia croooccraac [LENTO DUE TEMPI] Sciumi Maritza o Karvavena croooc craaac grida degli ufficiali sbataccccchiare come piattttti d’otttttone pan di qua paack di là cing buuum cing ciack [PRESTO] L’ENERGIA NUCLEARE 29 ciaciaciaciaciaak su giù là là in-torno in alto attenzione sulla testa ciaack bello Vampe vampe vampe vampe vampe vampe vampe ribalta dei forti dievampe vampe tro quel fumo Sciukri Pascià comunica telefonicamente con 27 forti in turco in tedesco allò Ibrahim Rudolf allô allô attori ruoli echi suggeritori scenari di fumo foreste applausi odore di fieno fango sterco non sento più i miei piedi gelati odore di salnitro odore di marcio Timmmpani flauti clarini dovunque basso alto uccelli cinguettare beatitudine ombrie cip-cip-cip brezza verde mandre don-dan-don-din-béèé tam-tumb-tumb tumb tumb-tumb-tumb-tumb Orchestra pazzi bastonare professori d’orchestra questi bastonatissimi suooooonare suooooonare Graaaaandi fragori non cancellare precisare ritttttagliandoli rumori più piccoli minutissssssimi rottami di echi nel teatro ampiezza 300 chilometri quadrati Fiumi Maritza Tungia sdraiati Monti Ròdopi ritti alture palchi loggione 2000 shrapnels sbracciarsi ed esplo-dere fazzoletti bianchissimi pieni d’oro Tumb-tumb 2000 granate protese strappare con schianti capigliature tenebre zang-tumb-zangtuuum-tuuumb orchestra dei rumori di guerra gonfiarsi sotto una nota di silenzio tenuta nell’alto cielo pallone sferico dorato sorvegliare tiri parco aerostatico Kadi-Keuy . Filippo Tommaso Marinetti L’ENERGIA NUCLEARE 30 BIBLIOGRAFIA MARINETTI E IL FUTURISMO http://www.novecentoletterario.it: “Il Futurismo”. BOMBARDAMENTO http://www.dicearchia.it: “Bombardamento (Filippo Tommaso Marinetti)” L’ENERGIA NUCLEARE 31 SALVADOR DALì Salvador Dalí nasce nel 1904 a Figueras, in Spagna. Già a partire dai primi anni di vita vede formarsi la sua vocazione di pittore che lo porterà a divenire uno dei maestri del Surrealismo. L'attività culturale legata al periodo giovanile di Salvador Dalì, coltivata sia nel suo ambiente familiare, sia nella sua città natale, contribuiranno in modo decisivo alla formazione del suo spirito artistico. Nel 1916 soggiorna per qualche tempo nei dintorni di Figueres, nella tenuta Molí de la Torre, proprietà dei Pichot, famiglia di intellettuali e artisti. Scopre l'impressionismo attraverso la collezione del pittore Ramon Pichot. In autunno, dopo aver frequentato le elementari, Salvador Dalí inizia le scuole superiori e frequenta le lezioni del professore Juan Nuñez alla Scuola Comunale di Disegno. L'evoluzione artistica della sua opera è molto precoce e rapidamente crea una sintesi tra la sua formazione classica e l'aria impressionista e delle nuove avanguardie, come il Fauvismo, il Cubismo, ed il Surrealismo. Il 6 febbraio 1921 muore la madre e l'anno seguente Salvador Dalí inizia a frequentare a Madrid la Scuola Speciale di Pittura, Scultura e Incisione. Vive presso la Residencia de Estudiantes dove conosce, tra gli altri, Luis Buñuel e Federico Garcia Lorca che contribuiranno a rafforzare il suo spirito inquieto e originale che già da allora caratterizzava la sua pittura. Nel 1926 Salvador Dalí viene espulso definitivamente dalla Scuola per aver dichiarato incompetente la commissione esaminatrice. Segue il suo primo viaggio a Parigi dove conosce Pablo Picasso e visita il Museo del Louvre. Dal 31 dicembre al 14 gennaio dell'anno successivo Salvador Dalí tiene, presso la galleria Dalmau, una sua personale. Il primo febbraio 1927 inizia il servizio militare e collabora a diverse riviste specializzate quali "L'amie de les Arts", progetta le scenografie e i costumi dell'opera teatrale Mariana Pineda di Federico Garcia Lorca. Questo periodo culmina con una serie di avvenimenti cruciali degli anni 1929-1930, che segnano l'adesione di Salvador Dalí al gruppo surrealista parigino e l'inizio della sua relazione con Gala, colei che da quel momento diventerà la sua compagna e musa ispiratrice, rimanendogli a fianco per tutta la vita. Nel 1931, presso la galleria Pierre Colle, Salvador Dalí presenta la sua prima L’ENERGIA NUCLEARE 32 personale a Parigi. Dai quadri eseguiti in questi anni (le figure dell'Angelus di Millet, Lenin, Mae West, Guglielmo Tell, ... come pure le immagine doppie, quelle degli orologi morbidi, dei vari generi alimentari e quelle da lui definite "rappresentazioni commestibili, intestinali e digestive") si evince che Salvador Dalí incorpora alla sua pittura quegli elementi fondamentali che lo fanno assurgere a uno dei maestri del Surrealismo. Nel 1934 Salvador Dalí espone le sue opere surrealiste alla galleria d'arte Catalònia, presenta la sua prima personale a Londra, alla Zwemmer Gallery e compie il suo primo viaggio a New York con Gala, dove tiene una mostra organizzata dall'editore Albert Skira di 42 acquaforti e 30 disegni. E' grazie al successo delle numerose mostre a Parigi, a New York e a Londra che gli anni trenta rappresentano per Salvador Dalí la consacrazione artistica; sarà proprio in questo periodo che il pittore svilupperà il suo "metodo paranoico critico", che lo porterà nel 1934 ad essere espulso dal gruppo dei surrealisti. A causa dell'invasione tedesca, nel 1940 abbandona Parigi e si trasferisce negli Stati Uniti dove risiederà per più di otto anni. Sotto la bandiera a stelle e strisce, Salvador Dalí tenta di coniugare nelle sue opere due elementi base: da un lato, una tecnica che eguagli quella dei grandi maestri europei della pittura a olio e dall'altro, le sue teorie ed esperimenti visivi derivati dal Surrealismo. Come risultato della sua inquietudine creativa e delle caratteristiche del mercato e del pubblico nordamericano, Salvador Dalí lavora quindi utilizzando diversi mezzi e linguaggi, oltre a quello della pittura: l'illustrazione, la decorazione, la gioielleria, la moda, il cinema, la pubblicità e il teatro. In questi anni un altro importantissimo evento segna la vita artistica di Dalì: l’esplosione della bomba atomica a Hiroshima. Egli stesso ce ne parla: « L'esplosione della bomba atomica provocò in me un vero e proprio terremoto. Da allora fu l'atomo l'oggetto centrale dei miei pensieri. In molti paesaggi da me dipinti in quel periodo trova espressione il terrore che mi assalì quando appresi la notizia dell'esplosione atomica. Decisi di utilizzare il mio metodo critico – paranoico per sondare quel mondo. Io voglio conoscere e capire le forze e le leggi segrete delle cose, per poterle dominare, io ho la facoltà geniale di disporre di un'arma eccezionale, che mi consente di arrivare al nucleo della realtà.» Nel 1958, con una cerimonia cattolica si sposa con Gala e nel 1959 viene ricevuto in udienza dal Papa Giovanni XXIII. Nel 1964 viene insignito della Gran Croce di Isabella la Cattolica, la massima onorificenza spagnola; tiene a Tokio una retrospettiva della sua opera e Pubblica Diario di un genio, che aveva iniziato a scrivere nel 1962. Il 28 settembre 1974 Salvador Dalí inaugura il Teatro-Museo Dalí di Figueres, che ospita gran parte della sua produzione e opere di alcuni dei suoi pittori preferiti: Meissonier, Bouguerau, Fuchs, El Greco, Fortuny, Urgell, Antoni Pichot. Con questa inaugurazione nella sua città natale, egli opera volontariamente una ricapitolazione di tutto il suo contributo all'arte del Secolo. Questo aspetto caratterizza la sua opera di questi anni, dal momento che si assiste ad un recupero non solo di tematiche già sfruttate da Dalì, ma anche di altri aspetti propri L’ENERGIA NUCLEARE 33 di altri grandi artisti. La matematica, la scienza, la storia e gli effetti ottici e visivi, continuano ad essere al centro del suo interesse e la maggior parte delle sue opere comprendono o si basano su questi aspetti. Il deterioramento delle condizioni fisiche del Maestro corrisponde ad una progressiva esemplificazione tecnica e formale delle sue opere, oltre a provocare un'insistenza a lasciare scritto in forma chiara, tutto quanto egli desideri che faccia parte della storia dell'arte. Muore nella sua città natale il 23 gennaio 1989. IDILIO ATOMICO Seppur umanamente disperato per le sorti delle vittime, Dalì non prende le distanze rispetto alla fisica atomica come gli altri surrealisti. Egli segue una posizione personale, e ne continua a celebrare la potenza e la modernità. Per lui, l’artista ha l’obbligo di trasmettere la cosmogonia del suo tempo. E, poiché viviamo nell’era atomica questi ha il compito di elaborare un modo per trasmettere un messaggio al passo coi tempi. Questa tela ne è l’esempio. In essa troviamo la testimonianza dello shock iniziale del dopo-atomica, terrificante ed esaltante insieme. Nell’atmosfera plumbea di un interno devastato dal bombardamento notturno, la vista si ritaglia qualche stralcio di cielo azzurro. In primo piano c’è una sagoma sulla quale poggia un orologio afflosciato. Al suo interno, al posto della volta celeste, si intravede la forma del bombardiere dei dieci kilotoni, Enola Gay, posto in maniera tale da alludere ai tratti di un viso. In alto, in una crepa nella parete, gli elefanti dalle gambe sottilissime, replicano, in modo fantastico, l’azione di volo dell’aereo e sganciano bombe atomiche dai loro ventri. Le figure, dalle lunghe zampe d’insetto e attributi sessuali, sono gli stessi che vediamo nel quadro Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana, un attimo prima del risveglio, del ’44. Essi rimandano al tema della levitazione, alla dimensione sospesa a mezz’aria tra cielo e terra, tra reale e spirituale, che avrà realizzazione nella celebre Le tentazioni di Sant’Antonio del ’46 e nei dipinti mistico-crepuscolari. I pachidermi, simbolo di suggestione hypenrotomachiaca, diventano nell’immaginario dell’artista, mostri aracnoidi, la cui divina sapienza muta in scienza dell’orrore. In un malinconico chiaro di luna assistiamo alla liberazione di atomi impazziti, trattenuti dalla materia. Tutto accade davanti agli occhi sgomenti di un uomo “atomizzato”, sulla sinistra, la cui orbita oculare ha espulso la pupilla, il cui pomo d’Adamo è diventato un globo metallico che L’ENERGIA NUCLEARE 34 schizza fuori dalla gola. Centrale è la figura del battitore di baseball, che, con la sua mazza, è pronto a spedire nel cielo le palline atomiche volanti. Dalì lega l’epopea americana a innocue illustrazioni sportive, mescolando violenza e agonismo. Molti temi della sua pittura tornano in questa tela sorprendentemente tridimensionale: moderno e rinascimento, figure mortifere e fuoco nucleare, caos e ordine supremo, espresso con le forme di un tempietto che ricorda quello di Bramante visto a Roma (San Pietro in Montorio). Un orologio molle si trasforma in una vagina, divorata dalle formiche; accanto vasi e stampelle, estromesse dalle loro forme reali, ma parzialmente riconoscibili. Il tutto sospeso nello spazio. In questo drammatico scenario il dolore supremo è affidato all’orrenda faccia deforme con un naso lunghissimo grottescamente rigirato su se stesso, che si morsica la lingua. L’ENERGIA NUCLEARE 35 BIBLIOGRAFIA SALVATOR DALÌ Wikipedia: “Salvator Dalì”. www.pittart.com: “Salvator Dalì: vita e opere”. IDILIO ATOMICO www.artistagoloso.wordpress.com: “Idilio atomico”. L’ENERGIA NUCLEARE 36