tesina ascensore

March 24, 2018 | Author: Massa Andrea | Category: Elevator, Science, Engineering, Transport, Technology (General)


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Andrea Massa, S155470Anno accademico 2008/2009 Corso di laurea in Ingegneria Meccanica Corso di storia della tecnologia Cod.02CLY Prof. Filippo Nieddu Argomento: Ascensori “All safe, Gentleman, all safe”. Nel 1853 Elisha Graves Otis, come ogni sera, saliva sulla piattaforma sospesa ad una fune all’interno del Palazzo di Cristallo di New York: quando il cavo veniva tranciato da un collaboratore, l’ascensore, dotato di un nuovo sistema frenante, rimaneva automaticamente sospeso evitando il rischio della caduta libera. Prima di Otis altri avevano realizzato montacarichi a vapore o idraulici ma sulla loro sicurezza era ancora incerta e restava diffusa le diffidenza di chi troppo spesso leggeva sulle gazzette di improvvise cadute rovinose. A New York, teatro in quegli anni di un boom edilizio, si costruivano i primi edifici con scheletro d’acciaio tuttavia chi si sarebbe prestato volentieri a salire dieci piani per raggiungere il proprio posto di lavoro?1 Otis, produttore di molle in acciaio, aveva organizzato la sua produzione su diversi livelli connessi da una piattaforma atta a montacarichi e al trasporto persone; la rottura di una fune aveva provocato la caduta della piattaforma con gravi conseguenze per alcuni lavoratori. Otis si propose, dunque, di escogitare una soluzione: la piattaforma non era più sospesa alla struttura portante ma era assicurata con l’ausilio di un congegno a molla compresso dal peso proprio dell’ascensore. Se la tensione si fosse allentata, ad esempio in seguito alla rottura della fune, i ganci a leva sarebbero scattati in una guida dal profilo dentato, bloccando la piattaforma. Gli sviluppi delle ricerche di Otis non potevano arrivare in un momento più opportuno: in un tempo in cui, gli edifici erano già costruiti con elevate altezze, mancava la tecnologia per renderli verticalmente accessibili. Con il suo lavoro, Otis posò le fondamenta per la Otis Elevator Company; tuttavia anche la velocità di trasporto doveva essere incrementata in quanto il congegno di sicurezza progettato da Otis non consentiva di raggiungere velocità più elevate. Il meccanismo fu, dunque sostituito da guide lisce, con un sistema di frenata della cabina a mezzo di un congegno a cuneo. Dato che il sistema procurava un arresto troppo violento, si svilupparono dispositivi paracadute ad azione progressiva d’arresto e rallentamento, ben sopportabili anche dai passeggeri. Tali sistemi sono ancora oggi in uso. Per garantire un’adeguata sicurezza ai passeggeri, nonostante l’incremento di velocità, Otis adattò il regolatore di forze centrifughe inventato da James Watt nel 1788 per la macchina a vapore di sua invenzione e nel 1874 costruì ascensori dotati di un sistema di sicurezza indipendente dalla fune portante. Dalla cabina partiva una fune separata che si connetteva al nuovo congegno limitatore della velocità; in corrispondenza di un eccessivo incremento di velocità, frenando la fune s’innescava il processo d’arresto della cabina. Ancora oggi, ogni ascensore è dotato dello stesso tipo di congegno, senza che siano state apportate modifiche di rilievo.2 1 Gianluca TRIVERO, L'ascensore riflessioni su una macchina attraverso i piani dell'esistenza, Torino, De Ferrari editore, 2001. 2 Uwe DREPPER, L'ascensore. Storia del trasporto verticale, Monaco di Baviera, Detail – Rivista di architettura, 2004. Solamente l’attrito tra cavo e puleggia trasmettevano la forza motrice. Le funicolari e gli ascensori pubblici d'Italia (3). la notizia di incidenti nelle miniere scuoteva la fiducia nei sistemi di trasporto verticale a fune. La tecnologia impiegata era particolarmente onerosa ma il pericolo di incidenti non era completamente scongiurato. Fino agli anni cinquanta negli ascensori di lussuosi alberghi si incontrava la figura del boy-lift: aveva visto e ascoltato di tutto salendo e scendendo all'infinito. Nel caso della Torre Eiffel. Alla fine del XIX secolo. ingegnere impiegato presso la Thyssen. la velocità doveva comunque rimanere limitata poiché il cilindro di ghisa avrebbe potuto spezzarsi a causa di una incontrollabile inclusione d’aria mentre il contrappeso avrebbe travolto la cabina insieme ai passeggeri scaraventandoli contro il soffitto del vano corsa per poi precipitare nel vuoto. Era infatti l’allentamento delle funi a creare il rischio delle cadute improvvise.3 L'ascensore non era solo un ottimo mezzo di collegamento tra i piani ma assumeva anche un forte valore estetico: arabeschi di ferro. I pistoni e i cilindri dovevano essere inseriti nella platea ad una profondità proporzionale all’altezza da superare. sviluppò un nuovo sistema: la fune di trasporto non era più fissata alla puleggia motrice.. dove per molto tempo nessuno aveva creduto nell’aderenza di ruote lisce su binari lisci. il materiale di composizione della fune era soggetto a considerevole logoramento. Il sistema di Koepe. Il propulsore elettrico era montato direttamente al di sotto della piattaforma. in questo modo invece. 2007. ma con assoluta discrezione dirigeva l'ascensore fissando lo scorrere dei piani davanti a se. La rottura delle funi divenne una frequente causa di incidenti. Arcipelago. inoltre.000 kg e si temeva potesse cadere sulla cabina seppellendo i passeggeri. il sistema si distingueva per la leggerezza della motrice e per i vantaggi offerti dall’approvvigionamento di energia elettrica. la musica è stata subito adottata come la più conforme: essa addolcisce i costumi. ricordando all'utente che il suo mondo non lo aveva abbandonato ma lo seguiva come un angelo custode anche lì dentro. ma di una piattaforma fissata per motivi di sicurezza ad una cremagliera. in caso di blocco della cabina la fune non si srotolava dal tamburo di avvolgimento. serve a placare gli animi. si affermò velocemente persino nel settore delle costruzioni ferroviarie. che nel caso di un moto orizzontale risultava minimo. Milano.Furono inoltre constatati problemi alle funi che reggevano la cabina: a causa dei carichi non costanti ed eccentrici. a indurre stati di calma. anche all'insù. . integrata con la puleggia al pavimento della cabina. Una fune lunga 3000 metri aveva un peso proprio di 19. Sebbene l’Europa avesse un ruolo rilevante nello sviluppo di componenti per ascensori per persone. tensioni e 3 Francesco OGLIARI e Giovanni CORNOLO'. scene piccanti e duelli finali di ogni tipo: a ben vedere si tratta di una vera e propria macchina teatrale con i suoi meccanismi che scatenano sorprese e paure. intarsi di legni pregiati e specchi dorati diventarono l'espressione più innovativa della “Liberty art”. fra le strategie pensate per limitarne i danni. la fune secondaria. Gli ascensori europei sviluppati per l’Expo mondiale di Parigi del 1889 si basavano su elaborati impianti idraulici che tuttavia erano soggetti ai problemi di gelo. considerato inizialmente pionieristico. non a caso il cinema le ha ampiamente utilizzate per inseguimenti. E forse quelle prime discese da cinquantesimo piano dentro una gabbia cieca saranno state rese un po' meno convulse dalla presenza di musica diffusa da piccoli altoparlanti . Nel 1880 Werner Siemens e Halske presentarono ad un’esposizione tecnica svoltasi a Mannheim il sistema a propulsione elettrica. Si viaggia. Sono macchine con un'ineludibile vocazione cinematografica. ma erano limitate le possibilità d’utilizzo. nel caso dell’ascensore verticale subiva un considerevole incremento. decisero di concedere un permesso straordinario ad Otis per costruire l’ascensore della torre francese. Nei primi anni del 900' il ronzio causato dai macchinari in funzione costituisce la principale colonna sonora del periodo e. il miglior impiego di questa tecnologia era soprattutto nell’industria mineraria. Nel 1877 Friedrich Koepe. L’attrito. L'ascensore diventa una sorta di salottino mobile dove rumori e velocità vengono ovattati da moquette e rivestimenti dai colori sobri. Non si trattò di un vero e proprio sistema a funi.. ma s’iniziò a farla scorrere svincolata su una ruota motorizzata. non essendo gli ingegneri europei in grado di escogitare una soluzione adeguata. La scoperta di Koepe comportò una serie di vantaggi: le funi si logorarono meno. bilanciava il peso proprio della fune principale. Le funicolari e gli ascensori pubblici d'Italia (3). De Ferrari editore. Monaco di Baviera. affacciati su shopping center e vertiginose skyline mentre si ha in Giappone l'apparizione dei più veloci ascensori al mondo con velocità di 7. Milano. 2001. Detail – Rivista di architettura. • . Storia del trasporto verticale. L'evoluzione dell'ascensore negli ultimi anni ha visto una propensione verso strutture ibride con cabine vetrate posizionate all'esterno di edifici. si assiste ad un suggestivo effetto scenico. Si viaggia.attrazioni nello spettatore incuriosito su cosa si celi all'interno. L'ascensore riflessioni su una macchina attraverso i piani dell'esistenza.. 2007. • Francesco OGLIARI e Giovanni CORNOLO'. • Uwe DREPPER. L'ascensore. Torino. Un caso particolare di ascensore è presente all'interno della Mole Antonelliana a Torino che ospita il museo del cinema: l'ascensore corre al centro della cupola senza appoggiarsi a nessuna parete ed è sostenuta da diversi fili metallici che fungono anche da guida direzionale. 2004. viene annullata l'idea di oppressione delle trombe che ospitano le corse degli ascensori tradizionali e.. Bibliografia: Gianluca TRIVERO. sbucando all'improvviso dal pavimento. anche all'insù. Arcipelago.5 m/s.
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