STORIA ROMANALa storia romana si divide in 3 periodi: (ci saranno oltre 11 secoli e vent’anni di durata) - età monarchica o regia (dal 754-53 a.C. al 509 a.C.); - età repubblicana (dal 509 a.C. al 27/23 a.C.); - età imperiale (dal 23 a.C. al V secolo d.C.). L’ITALIA PREROMANA Nella penisola italiana si assiste nell’arco di due millenni, dal III al I millennio a.C. a un grande sviluppo. Tra l’età del bronzo medio e la prima età del ferro si passa da una situazione caratterizzata dalla presenza di tanti gruppi umani di piccole dimensioni al sorgere di forme più complesse di organizzazione. Nel corso del II millennio a.C. anche la penisola italiana fu raggiunta dalle popolazioni di origine indoeuropea che varcarono le Alpi e discesero verso sud: i primi insediamenti si ebbero intorno al 1500 a.C. o anche prima, seguiti poi da una seconda ondata in piena età del ferro, e intorno al 1000 a.C. Popolazioni AUTOCTONE: - Comuni (Valtellina e Valcamonica) - Agricoltori delle Terremare (insediati nella valle del Po) - Piceni (Italia centrale) - Nauraghi (Sardegna) - Liguri (Liguri attuale ed aree del Piemonte e della Lombardia) Gruppi INDOEUROPEI - Veneti- Villanoviani (nella bassa valle del Po) - Iapigi e Messapi (Puglia) - Popoli italici tra cui Latini e Umbri- Etruschi - Enotri (affini ai Siculi, (Calabria)) La diversità delle culture presenti in Italia all’inizio del I millennio a.C. ha un riscontro importante in un quadro linguistico assai variegato, dovuto all’arrivo nella penisola di gruppi etnici di varia provenienza. Queste lingue si possono ricondurre a due grandi famiglie, quelle indoeuropee e quelle non indoeuropee. Indoeuropee sono in primo luogo il Latino e il Falisco (Lazio). Si distinguono in tre diversi sottogruppi con molte varianti dialettali: 1. Umbro-Sabino nel centro nord (nella Sabina), Umbria e Piceno. 2. Osco nel centro-sud comprendente Sanniti, Lucani; 3. Meno noto, ma riferibile agli Enotri e Siculi. Indoeuropeani erano anche il Celtico (Pianura Padana) e il Messapico. La principale lingua non indoeuropea è l’Etrusco (odierna Toscana, Liguria e Romagna). Non indoeuropee sono anche il Ligure e il Sardo. Un posto di eccezionale rilievo tra le culture dell’Italia preromana è rivestito dalle colonie della Magna Grecia fondate nell’Italia meridionale, a partire della metà del VIII secolo a.C. Lungo la Costa Ionica, quella Tirrenica e in Sicilia sorse una serie di città importanti (Taranto, Crotone, Sibari, Reggio, Napoli, Siracusa, Agrigento e molte altre) che, senza dare vita a politiche unitarie, esercitarono una grande influenza. In Sicilia giocavano un ruolo importante anche le colonie Fenice. La civiltà dei Sardi, che si sviluppa in Sardegna tra l’età del bronzo e quella del ferro, essa è nota con il nome di civiltà nuragica, della costruzione tipica che caratterizza, una torre a forma di troncodi cono in pietra. La civiltà Villanoviana dal nome del villaggio di Villanova, vicino a Bologna, dove nel 1853 vennero alla luce i primi reperti che documentavano l’esistenza di questa popolazione. I reperti mostrano che questa civiltà era molto evoluta e che ebbe un ruolo fondamentale nei successivi sviluppi delle altre civiltà, poiché i villanoviani probabilmente furono assorbiti dagli Etruschi. La civiltà Etrusca: fra tutte le culture dell’Italia preromana, la civiltà etrusca occupa una posizione rilevante perché ricca e di conseguenza molto progredita. Gli Etruschi si distinsero per i grandi progressi nell’estrazione e nella lavorazione di metalli e per il commercio marittimo, per l’abitudine di trasformare villaggi sparsi in vere città. Nel corso di circa quattro secoli tra i 1000 e il 600 a.C. partendo dall’Etruria (l’attuale Toscana, Liguria e Romagna) estesero gradualmente la loro influenza, prima verso sud, nel Lazio fino in Campania, poi al Nord, nella Pianura Padana, fino alla Costa Adriatica, esercitandosi un’influenza determinante su tutti i popoli dell’Italia centro-settentrionale e, in particolare, sull’intera cultura di Roma. Le origini: alcuni ritengono che gli etruschi fossero giunti in Italia intorno al 1000 a.C. dall’oriente provenendo dalla Lidia, una regione dell’Asia minore; altri ipotizzavano anche per gli etruschi, una provenienza dal nord, attraverso le Alpi. Altri ancora, infine, più recentemente hanno ipotizzato uno sviluppo autoctono. Ad avvalorare questa ipotesi contribuì, soprattutto, il fatto che la lingua etrusca non assomiglia a nessuna di quelle note ed è stata decifrata solo in parte. Sicuramente la civiltà degli etruschi si è formata in Italia ed è derivata dalla cultura villanoviana e si è arricchita attraverso i contatti con gli altri popoli del Mediterraneo, in particolare con le colonie greche dell’Italia meridionale. Anche se nella fase della loro massima espansione gli etruschi controllavano gran parte dell’Italia centro-occidentale e competevano con i Greci e i Cartaginesi per il controllo delle principali rotte marittime, questo popolo non diede mai vita ad uno stato unitario. Gli etruschi si organizzarono fin dalle origini in città indipendenti governate da sovrani detti ‘LUCUMONI’, che furono poi sostituiti da magistrati eletti annualmente gli ‘ZILATH’ (corrispondenti ai pretori romani) e da un consiglio degli anziani, formato dalle famiglie più ricche e importanti. L’unica forma di aggregazione delle comunità etrusca che ci sia nota, è quella rappresentata dalla LEGA DELLE DODICI CITTA’ PRINCIPALI (Veio, Cere, Tarquinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Volterra, Chiusi, Cortona, Perugia, Arezzo e Fiesole). La società etrusca si distinse per un carattere aristocratico: il governo delle città era nelle mani di un gruppo ristretto di proletari terrieri e ricchi di commercianti. La civiltà etrusca raggiunse il suo apice tra il VII e il VI secolo a.C., quando le Poleis etrusche rette da un’aristocrazia ricca e raffinata, controllavano le rotte del Mediterraneo occidentale e controllavano gran parte dell’Italia centro settentrionale e numerosi centri della Campania. Anche l’espansione degli etruschi verso l’Italia meridionale fu arrestata nel 147 a.C. essi subirono a Cuma, una sconfitta da parte dei Greci di Siracusa. Decisivi per la decadenza etrusca furono due eventi che si verificarono all’inizio del IV secolo a.C.: ovvero la presa della città di Veio, avvenuta ad opera dei Romani nel 396 a.C. e la perdita dei possedimenti nella Val Padana, caduti in mano di una popolazione indoeuropea nuova, i Celti. Nel corso del III secolo a.C. infine, l’Etruria passò progressivamente in mano romana. Roma conobbe uno sviluppo notevole nel corso del Vi sec a.C. nel periodo in cui si trovò sotto il controllo etrusco. Secondo la tradizione Tarquinio Prisco è il figlio di un greco originario di Corinto, che arrivato a Tarquinia, sposa una giovane appartenente all’aristocrazia locale; alla morte del padre ne eredita le ingenti ricchezze, ma la sua origine gli impedisce di accedere al governo della città. Il giovane decide così di trasferirsi a Roma; giunto a Roma il Lucomone (così si chiamò originariamente) si guadagnò il favore di Anco Marcio e cambiato il suo nome in quello di Lucio Tarquinio, alla morte del re venne eletto suo successore. Religione e Cultura: l’aspetto che più di ogni altro suscitò l’attenzione degli scrittori antichi fu lo sviluppo eccezionale che ebbero nel mondo etrusco i riti religiosi. La sfera religiosa etrusca comprende la ricchezza di culti e di scritti ben codificati, accanto a tecniche specifiche con componenti magiche. Le divinità del Pantheon etrusco sono in gran parte ammissibili a quelle greche. Nella religiosità etrusca ha un’importanza particolare la concezione dell’aldilà. Si credeva che il defunto continuasse la propria vita nella tomba, che viene concepita come una vera e propria dimora, nella quale si possono trovare cibi, bevande e oggetti vari. In un secondo tempo a quest’immagine dell’aldilà si sostituì un’altra, che concepiva l’oltretomba come una destinazione alla quale si perveniva dopo lungo viaggio, che poteva essere effettuato a piedi o con mezzo di locomozione come il carro o il cavallo. Agli etruschi premeva molto la corretta interpretazione dei segni della volere della Divinità. Da qui l’importanza eccezionale attribuita all’arte di interpretare tale volontà, l’ ‘‘ARUSPICINA’’ attraverso l’esame delle viscere degli animali sacrificati per scopi religiosi. I sacerdoti esaminavano il fegato degli animali sacrificati, che rispecchiava la volta celeste e prendevano Auspici, osservando il volo degli uccelli e la forma e l’orientamento dei fulmini. LE ORIGINI DI ROMA Il mondo di Roma è stato definito ad un tempo uno, duplice e molteplice: - uno: perché ne furono elementi unificanti l’amministrazione, la cittadinanza, l’esercito, il diritto; - duplice: perché questo mondo fu sì romano, ma di certo non esclusivamente latino: Il greco rimase sempre, dal punto di vista linguistico e culturale, il modo di espressione principale. -molteplice: perché in questo mondo Roma talvolta compose in unità, ma più spesso lasciò convivere e sopravvivere un mosaico molto vario di cittadinanze, di particolarità locali, di condizioni politiche, sociali e personali, che per la maggior parte si limitò a classificare secondo i propri schemi giuridici e concettuali e che transitarono, sotto il comune denominatore della romanità, oltre la fine del dominio di Roma. Le testimonianze delle fonte letterarie danno una notevole quantità di informazioni, si tratta tuttavia di opere che risalgono ad epoche molto posteriori agli eventi naturali. - Fonti letterarie o storiche: i primi storici dei quali possiamo tuttora leggere, in forma più o meno completa, le narrazioni su Roma arcaica vissero nel I secolo a.C.; Tito Livio contemporaneo dell’imperatore Augusto (59 a.C. – 17 d.C.) scrisse una grande storia di Roma dalla sua fondazione ma Livio stesso, si rendeva conto della fragilità delle basi su cui poggiava la sua ricostruzione. Molto importante è lo storico greco Dionigi di Alicarnasso, anche lui attivo a Roma in età augustea. Egli si impegna ad apportare argomenti a sostegno della grecità dei romani attraverso confronti tra le istituzioni politiche, gli usi, i riti e culti dei due popoli. La versione più nota e diffusa della leggenda delle origini di Roma parla della fondazione di Alba Longa della dinastia dei re albani tra l’arrivo di Enea nel Lazio (dove fondò Lavinium, la città col nome della moglie Lavinia) e il regno di Romolo. Nel primo libro l’Eneide, Virgilio si ispira a questa tradizione. Alba Longa è fondata dal figlio di Enea, Ascanio/Iulio. Secondo la leggenda il fondatore e primo re della città di Roma, Romolo è figlio di Marte, Dio della guerra e di Rea Silvia, che è figlia per questo sono numerose) . ecc.. rupestri (nelle caverne). diversamente dai papiri e dalle pergamene (materiale anche molto costoso). le epigrafi lo riportano.. una famiglia. protettori). Questi aveva 3 nomi: prenomen. Calvus (calvo ). corpo dell’iscrizione latina. Aurelius.il cognomen era un appellativo che differenziava. nomen e cognomen: . derivato da un soprannome individuale. per Aulus. erano tipici dei territori dell’Egitto. fatte per un voto ricevuto .di Numitore.le epigrafi funerarie (chiunque poteva porle. sia per la crescita della pianta che per la sua conservazione. ONOMASTICA ROMANA Un aspetto importante riguarda l’onomastica romana. suppellettili. A volte poteva essere aggiunto un secondo cognomen.spesso legate alla provenienza: come Gallus. graffiti. per distinguere le varie famiglie appartenenti ad una stessa gens: i Cornelii Scipiones. per Servius. Claudius. dobbiamo annoverare: . Esso tese poi a divenire ereditario tra gli aristocratici. costituito di 17 volumi ognuno dei quali contiene altri volumi (la raccolta parte da Mommsen). la maggior parte erano dedicate all’imperatore . che venivano poste per chi si era distinto nella comunità (patroni. cioè la denominazione di un cittadino romano.). Scipio ( bastone del comando ). . su materiale mobile (tipo anfore. l’ultimo Re di Alba Longa. D’altronde era un materiale facilmente reperibile. da un altro. nell’ambito della gens. tratto talora da caratteristiche fisiche: come Rufus ( rosso di capelli ). Ser. Furius. lucerne) parietali (negli edifici). Capitolinus.prenomen corrisponde al nome proprio (erano circa una decina e venivano scritti abbreviati senza nuocere o col puntino alla loro comprensione o col puntino: così A. talora da cariche o attività di esponenti della famiglia: come Agricola ( agricoltore ). che era stato illegittimamente privato del trono dal fratello più giovane. detto C. i Marcii Reges. Valerius. Scaevola ( mancino ). perché tutti gli atti.I. Le epigrafi sono state raccolte in un grande corpus. talora da precisazioni geografiche.Fonti epigrafiche: che facevano della civiltà romana la civiltà della pietra. che richiede un clima particolare. per Caius. Sabinus. . le informazioni e le comunicazioni avvenivano su pietra (considerati i mass-media dell’età antica). ecc. C.L. Ciò non toglie che molti Romani famosi non abbiano mai avuto un cognomen: si pensi a Caio Mario o a Marco Antonio.il nomen corrispondeva a quello della gens a cui si apparteneva e veniva trasmesso di padre in figlio: Acilius. conosciuti in occidente solo a metà del 700 attraverso gli scavi di Ercolano e Pompei. .epigrafi onorarie. . ecc. Tutto quello che le fonti letterarie non dicono. spesso. I papiri. un personaggio. Costituiscono un materiale.instrumentum. inoltre. ecc.votive. Tra le fonti epigrafiche (il cui periodo di maggiore fioritura è compreso tra gli ultimi 2 secoli dell’età repubblicana e i 3 secoli dopo) poi. Il metodo è quello stratigrafico.Numa Pompilio . Da Nerone la situazione comincia a cambiare: valore nominale ed intrinseco non coincidono più e il dislivello è sintomo di una cattiva situazione economica. Una buona moneta deve avere valore nominale ed intrinseco coincidenti (da ciò si deduce la situazione economica di un determinato periodo).L’aspetto politico implica che la moneta non porti la data di emissione (il concetto di datazione non esisteva ancora. Nerone da un lato e la domus aurea dall’altro.Tullio Ostilio . era il periodo in cui Nerone si era liberato della madre. nell’ambito ufficiale.In caso di adozione l’adottato assumeva i tria nomina del padre adottivo. I SETTE RE DI ROMA La tradizione fissa il periodo monarchico della sede di Roma dal 754 al 509 a. peggiorando ulteriormente la situazione. Solo uno Stato che ha una sua autonomia può emettere. tanto più è recente (in questo modo si è trovata la ceramica). a cui faceva seguire un secondo cognomen tratto dal gentilizio della sua famiglia d’origine: ad esempio Caio Ottavio. inserita in un contesto archeologico invece dice tanto. veniva chiamata. con il nomen (gens) e il cognomen. Una moneta presa a sola non dice niente. da qui liberti) prendevano il prenomen e il nomen di colui che lo affrancava. comparirà d. l’analisi di tutti gli anelli degli alberi sotterrati con i resti archeologici. adottato da Cesare ( Caio Giulio Cesare ).Anco Marcio .c. NUMISTICA: (che studia le monete).). monete con Nerone da un lato e la madre dall’altro indicavano il periodo in cui Nerone era guidato dalla madre. L’ARCHEOLOGIA: serve a datare periodi che non hanno riscontro nelle fonti letterarie (tipo preistoria e protostoria). ma se affrancati (liberati. La moneta ha sia un valore economico che uno politico.Servio Tullio . Ciò spesso portava i sovrani a mettere in circolo più moneta. anno dell’instaurazione della Repubblica. Gli schiavi (considerati cose) avevano un solo nomen. Per esempio. La donna non aveva prenomen. tanto più uno strato è vicino alla superficie. economico perché a seconda del peso e del tipo può chiarire la situazione economica di un determinato periodo.Tarquinio il Superbo . un altro metodo è quello della dendrocronologia. divenne Caio Giulio Cesare Ottaviano.Tarquinio Prisco .Romolo (il fondatore) . In questo periodo su Roma avrebbero regnato sette re: .C. ma tra il dritto e il rovescio le figure dei personaggi eminenti di un epoca. Questi storici sono noti con il nome di ‘annalisti’ perché hanno organizzato il materiale in ordine cronologico. Il problema è che neppure questi risalgono all’età regia. Tarquinio il Superbo. mentre il primo storico romano a scrivere in latino fu Marco Porcio Catone detto il Censore. Il primo romano a narrare la storia di Roma è stato Fabio Pittore. ovvero la registrazione sommaria degli avvenimenti fondamentali. anno per anno. detto Pubblicola ‘’il sostenitore del Popolò’ che avrebbe instaurato il regime repubblicano. Le fonti principali da cui attingono gli storici si hanno grazie alle opere di Livio e Dionigi. Ma non si è certi della verità: secondo la leggenda. lo uccisero perché aveva tendenze tiranniche e venne manducato. In sintesi sembra oggi accertato che nel racconto tradizionale devono essere state fuse due versioni di diverso tipo sulle origini di Roma: una Greca che ricollegava la fondazione della città alla legenda di Enea. Ciascuna di esse cercava di accreditare il proprio titolo di superiorità sulle altre celebrando le glorie degli antenati. il quale scrisse in greco. soprattutto grazie agli elogi dei defunti in occasione di cerimonie funebri. il pontefice massimo. Fonte importante sono anche gli Annali dei Pontefici. tra cui un senato di 100 membri. Il racconto per quanto leggendario ha degli elementi che si possono definire storici: la compresenza di popolazioni diverse. era malvisto dal popolo. ed una Indigena. Con Tarquinio Prisco c’è una seconda fase della monarchia romana. dalla suprema autorità religiosa di Roma.Vi furono sicuramente altri re o usurpatori o periodi di breve anarchia. l’ultimo sovrano assume infine i tratti tipici del tiranno che infligge ai cittadini ogni tipo di vessazione. di cui si è perduta traccia. Importante è anche la tradizione familiare. i Latini e i Sabini. nella quale Romolo rappresenta il mitico Re-Fondatore autoctono. i comizi Centuriati. Secondo la tradizione fu cacciato da una congiura capeggiata da Publio Valerio. Anco Marcio la fondazione della colonia di Ostia. alle foci del Tevere. Inoltre. alle . a Tullio Ostilio le campagne militari di conquista (tra cui la distruzione di Alba Longa). A prisco sono attribuite importanti opere pubbliche. e soprattutto l’istituzione della più importante assemblea elettorale romana. Promotore di grandi opere pubbliche e di una politica espansionistica. nella quale gioca un ruolo importante la componente etrusca. A Romolo venne attribuita la fondazione di Roma e la creazione delle prime istituzioni politiche. secondo una successione anno per anno. a Numa Pompilio si assegnano i primi istituti religiosi. ovvero che sia stato rapito in cielo ed è diventato il Dio Quirino. La struttura della società romana in età repubblicana era dominata dalla competizione tra le famiglie principali dell’aristocrazia. mentre a Servio Tullio si fa risalire la costruzione delle prime mura della città. ovvero venne mangiato. tenuta. dice che Romolo abbia avuto un’apotesi. preferirono istaurare una repubblica in modo che potessero governare tutti. In realtà. non siamo in grado di stabilire quale sia l’origine del nome ‘Roma’. Sembra improbabile che Roma abbia preso nome da un fondatore Romolo: se mai è più probabile il contrario. il termine latino arcaico che designava il fiume Tevere. oppure da Rumor. non poteva essere governata ancora allo stesso modo. abbia determinato una rivoluzione dei patres.C. La nascita delle città fu sicuramente il risultato di un processo lento e graduale che iniziò attorno al VIII sec a. La società etrusca. non aveva a che fare con i patres. Questo sarà a determinare i vari tentativi monarchici. Servio Tullio. linguistica dei due popoli etruschi e latini era già nettamente definita. dal II secolo in poi. gli ultimi 3 (Tarquinio Prisco. era basata su un sovrano la cui monarchia era di tipo assoluto. alla fine. comincia a trasformarsi. importano il loro modo di pensare. di fare. Si pensa sia questo il motivo che sta alla base del crollo della monarchia nel 509 a. Nella fondazione di una città l’importanza fondamentale dal punto di vista . Ciò. Dei primi re di Roma non abbiamo notizie storiche. anche perché una città. che vistisi privati del loro potere. culturale. le strade. si pensa. dunque. Tarquinio il Superbo) sono personaggi storici la cui veridicità è accertata. Tra le possibilità c’è quella che derivi dalla parola Ruma (‘mammella’ in senso di collina). si cominceranno a notare nuovi tentativi per impossessarsi del potere. di fronte alla monarchia assoluta degli Etruschi. Con i re etruschi le cose cambiano. che però prevedeva che il potere ritornasse al patres. Quando Roma. Ogni anno.C. . Il monarca etrusco governava in proprio.. Ogni ricostruzione relativa alle origini di Roma deve essere sempre considerata provvisoria. potere personale. e anche se la monarchia resta elettiva il potere resta in mano ai re. infatti. Quando gli Etruschi penetrano a Roma. la monarchia romana (con i primi 4 re) era basata sui patres a capo delle gentes. in una posizione di confine tra le due aree differenti: la zona etrusca e il Lazio antico. il loro stile di vita. La monarchia etrusca lasciò un segno tale sui Romani da creare in loro un forte spirito antimonarchico. in seguito a tutte le conquiste.origini di Roma (‘ratto delle Sabine’ attribuito a Romolo per risolvere il problema demografico dando delle mogli ai latini) e la fase di predominio etrusco nel periodo finale della monarchia. che si pensa abbiano significato il dominio degli etruschi su Roma. ad estendersi. Nell’isola Tiberina gli Etruschi avevano la loro base economica e il potere economico e politico che presero. era diversa. Si può dire che la città sorse con loro. Era una monarchia elettiva. risanarono il territorio. Nella società di allora. Questi sono re etruschi. La differenza etnica. crearono il foro. i quali detenevano il potere (imperium) che gestivano affidandolo ad un rex che eleggevano. l’ottennero quasi fosse la conclusione logica della loro superiorità (cioè senza combattere). il re rimetteva il suo mandato e il potere ritornava ai patres (interregnum). intesi come potere di uno. essa sorgeva a ridosso del basso corso del Tevere. gli acquedotti. così grande com’era. la figura aveva un potere assoluto su tutti i suoi componenti compresi. in quanto esso era tracciato secondo la procedura religiosa. mentre al di fuori dei clan gentilizi c’erano i plebei. cioè secondo gli auspici che avevano preso gli auguri. Le tribù attribuite a Romolo originariamente erano tre: TITIES. RAMNSES E LUCERES. alla cui testa stava il pater. IL COLLEGIO DEGLI AUGURI: (Non è molto importante) Nella monarchia romana. quello delle Vestali era composta da donne caste che avevano il compito di custodire il fuoco sacro che ardeva nel tempio della dea Vesta. Esso aveva invece il compito di interpretare la volontà divina. PATRIZI E PLEBEI Fin dall’inizio dell’Età Repubblicana. Importanti anche i pretoriani. noi osserviamo la contrapposizione tra Patrizi e Plebei (tuttora si discute chi fossero i Patrizi e chi i Plebei). tranne gli schiavi. la Legioni. . lo Stato romano si organizzò secondo criteri più precisi: ogni tribù fu divisa in dieci curie e da ogni tribù furono scelti 100 senatori (300 in tutto erano quelli che costituivano la prima assemblea degli anziani). schiavi e clienti (coloro che si trovavano in una condizione di inferiorità e avevano quindi bisogno del sostegno di un capo autorevole). Tutte le famiglie che riconoscevano di avere un antenato comune costituivano la gens. ovvero le guardie dell’imperatore. un gruppo organizzato politicamente e religiosamente. era presente il collegio degli auguri. LO STATO ROMANO ARCAICO Alla base dell’organizzazione sociale c’era una struttura in famiglie. sono due entità completamente distinte.religioso era rivestita dal Pomerio: esso era in origine della linea sacra che delimitava il perimetro in corrispondenza con le mura. I loro nomi fecero pensare agli stessi antichi e la loro origine era etrusca. Nell’epoca che coincideva con il predominio etrusco. soprattutto per quanto riguarda le ultime due mentre la prima fa pensare ad una componente Sabina. Di essi sappiamo solo che i patrizi detenevano i poteri ed appartenevano ad una gens. La popolazione dello Stato romano arcaico era divisa in gruppi religiosi e militari dette ‘curie’: che comprendevano tutti gli abitanti del territorio. risultava composta da 3000 fanti e 300 cavalieri (detti celeres). ma sono. sia patrizi che plebei. Per le strutture di base è molto importante. La componente fondamentale dell’esercito. perché su questo modello si fondò anche l’organizzazione militare: ogni tribù è infatti tenuta a fornire un contingente di cavalleria e uno di fanteria rispettivamente di 100 e 1000 uomini. non hanno gli stessi diritti dei patrizi. sede della vita politica. che copriva in questo modo le sue mancanze. l’edificio sede del Re. poi. i patrizi credevano in Giove. Liberio e Liberia. I patrizi detenevano il potere in nome delle magistrature che ricoprivano. perché i plebei si ritrovano a fare tutto ciò che fanno i cives romani. cioè imponevano al popolo il loro volere attraverso le divinità. essi. come meglio credevano per loro). I punti fermi sono questi: che i plebei sono cittadini romani come i patrizi (cives romani). Ora non sappiamo da dove provenissero i patrizi e da dove i plebei. RAFFORZAMENTO DELLA MONARCHIA Il predominio etrusco su Roma portò un rafforzamento dell’istituto monarchico: lo provano le insegne stesse del potere regio. in base al fatto che appartenevano ad una gens e perché erano gli unici che potevano conoscere la volontà degli dei (anticipiamo infatti che qualunque atto. Giunone e Minerva (triade capitolina) e i plebei in Cerere. nella forma più compiuta non risale a un’età . che ponevano il responso al popolo (ovviamente.C. Di fronte ad esso fu costruito lo spazio della curia Hostilia. i fasci. detto Regia. la prima sede per le assemblee del senato. cioè solo loro potevano consultare le divinità e avere il responso. ma quando si tratta di avere dei diritti. I patrizi detenevano anche il potere religioso e bastava dire che una guerra fosse voluta dagli dei perché i plebei venissero chiamati a combattere. anche riguardante la vita religiosa. non avevano libertà di connubio. L’unico rapporto esistente tra le due classi era l’istitutionum della clientela. il trono.cittadini romani. lo scettro. quali la colonna. In questo periodo dovette essere costruito. secondo cui ogni qual volta un plebeo si trovasse in difficoltà (di tipo economico. quindi erano loro. ma hanno una capacità di agire limitata. Costituiscono come uno Stato nello Stato. poteva mettersi sotto la protezione di un patrizio. il luogo dove il popolo si riuniva. questi patrizi gestivano il potere con la divinità. La tradizione attribuisce a Tarquinio Prisco l’aumento del numero dei senatori ed a Servio Tullio l’introduzione dell’ordinamento centuriato. che prevedeva l’organizzazione della popolazione in classi articolate a loro volta in centurie secondo un criterio che teneva conto della capacità economica dei cittadini. I plebei dunque dovevano solo accettare quello che i Patrizi dicevano. il responso delle divinità. veniva svolto sempre dopo aver consultato la divinità). Tra patrizi e plebei non potevano sposarsi. quindi. Tra il VII e il VI secolo a. nella parte nord-occidentale del Foro è stati creato il Comitum. nei pressi del tempio di Vesta. Solo i patrizi potevano prendere gli auspici. In cambio i plebei imbracciavano le armi e votavano per lui. quindi è sbagliato dare una risposta affermativa. Erano classi separate anche nel credo religioso. il manto. giuridico ecc…). Anche se l’ordinamento centuriato. annuali: nel senso che i magistrati duravano in carica soltanto un anno. i figli e gli schiavi) che ricadevano sotto l’autorità di uno stesso capofamiglia. si pensa che il popolo si ribellò. Noi abbiamo informazioni soltanto da Livio. le cariche indispensabili per raggiungere la magistratura più alta ).collegiali: i magistrati non potevano essere meno di due ( l’uno. Sappiamo però quali furono i punti fermi delle Magistrature e assemblee. LA FAMIGLIA La nozione di ‘famiglia romana’ comprendeva un raggruppamento sociale assai più ampio di quello che siamo abituati ad intendere oggi. dovevano affrontare le campagne . l’insieme delle magistrature che i magistrati hanno ricoperto. è probabile che già in questo periodo la comunità fosse organizzata in base al censo. Di una stessa famiglia facevano parte non solo figli generati dal matrimonio del capofamiglia. Il censo fu anche il criterio con cui si arruolavano i componenti dell’esercito serviano che prese il nome di Classis era formato da cittadini in grado di procurarsi un armamento pesante.gratuite: il loro lavoro era prestato gratuitamente. I familiari si trasmettevano originariamente di padre in figlio della loro osservanza per la doverosa e il capo famiglia si preoccupava che le cerimonie fossero eseguite puntualmente in modo corretto. Tra i vincoli fondamentali della famiglia romana primitiva c’era quello religioso. cioè alla ricchezza degli individui. .così remota. Persino i figli legittimi. finito il quale entrano a far parte del Senato (organo a vita). sceglievano di sottoporsi alla sua potestas (potere). In età arcaica il primo diritto di un padre rispetto ai figli era quello di rifiutarli al momento della nascita. ma anche tutti quelli che. LA NASCITA DELLA REPUBBLICA Nel 509 a. le conosciamo non dalle fonti letterarie ma dalle fonti epigrafiche che ci danno il “ CURSUS ONORUM “ ( cioè il percorso. cade la Monarchia e si instaura la Repubblica. o che Lucrezia fu violentata. A prescindere dalla sua età il figlio rimane sotto l’autorità del padre fino a quando questi è in vita e tra i diritti che comprendevano al pater c’era quello di diseredare i figli. . adottati. il paterfamilias. A Servilio fu attribuita l’istituzione di quattro tribù territoriali (dette poi ‘urbane’ per distinguerle da quelle extraurbane dette ‘rustiche’) in sostituzione delle tribù di Romolo a base gentilizia. al quale spettava anche il controllo sui beni. nel caso in cui non fosse stato d’accordo con l’altro collega. ma egli visse otto secoli dopo. noi non sappiamo quali siano state le modalità del passaggio da un regime all’altro. poteva opporre il veto). Le magistrature sono: . infatti entravano a far parte della famiglia solo mediante un atto formale.C. e quindi non sappiamo perché la Monarchia cadde. A Roma facevano parte di una medesima famiglia tutti coloro (in primo luogo la moglie. Partendo dal basso. i Comizi. attraverso un atto sacrale. quindi il potere era delegato a un magistrato. I pretori. Il dittatore era un magistrato che non era collegiale. Tutte queste sono magistrature vengono dette ordinarie. Si cercava di evitare che il dittatore avesse troppo potere. perché davano il nome all’anno in cui erano in carica.consolato: è la magistratura suprema e più ambita dello Stato. ecc. Altre magistrature non sono straordinarie né ordinarie. CHE ERA IL POTERE DI GOVERNARE lo Stato romano (funzione civile). Egli assommava tutti i poteri perché le altre magistrature cessavano. perché avviene ogni cinque anni). a Roma. Le magistrature essenziali dello Stato romano che costituivano il CURSUS ONORUM sono quei gradini essenziali per arrivare alla magistratura suprema che è il consolato. l’edelità erano tutti coloro che si occupavano della costruzione degli acquedotti. avevano l’IMPERIUM. il tempo di fare il censimento e veniva rinnovato ogni cinque anni (ecco perché non è né ordinaria né straordinaria. inizialmente. ovviamente. erano detti eponimi. durava in carica più di sei mesi. su per giù. il potere di vita o di morte. . solo che. più avanti avrà anche il compito di controllare i costumi (la moralità degli aristocratici).. . che si occupava delle controversie tra cittadini romani e non.questura: questori erano tutti coloro i quali si occupavano dell’amministrazione delle casse dello Stato. anche se si arricchivano con i territori sottomessi. sono magistrature che hanno un diverso modo di procedere. le magistrature indispensabili sono: .censura: il censore servì inizialmente a censire la popolazione. in quanto previste dall’ordinamento.pretura: era una tappa importante. e durava in carica. delle strade. i consoli.edilità o tribunato della plebe (non erano considerate indispensabili ai fini del cursus): il tribunato della plebe. avevano una funzione amministrativa. erano i plebei. come: . se la guerra si protraeva. Ci saranno delle magistrature che saranno chiamate straordinarie: . quindi al console. di presentare le leggi(che non potevano emanare). lo consegna al console. diciotto mesi. risiedeva nel popolo (in età repubblicana). Il popolo. di esistere. L’imperium.la dittatura: perché il dittatore durava in carica sei mesi. avevano carica giurisdizionale e si occupavano anche la dei rapporti tra cittadini romani. erano detti urbani.elettorali a loro spese (essendo gratuite si pensava che non vi sarebbero stati altri interessi in gioco). . per questo periodo. che veniva gestito fuori dal pomaerium. cioè il tempo di una campagna militare. Vi fu anche la figura del pretore peregrino. nel numero di due. il potere di comandare gli eserciti(potere militare). All’inizio. non poteva essere tutto il popolo a governare. dell’organizzazione dei giochi e degli spettacoli. si occupavano del diritto. e quindi di convocare il Senato. . Tutto ciò per evitare l’accentramento del potere nelle mani di una sola persona e per un periodo lungo. che potevano esercitare l’uno nei confronti dell’altro.IL DIRITTO DI VETO.comizi centuriati: sono quelli più importanti. e sono i proletari o capite censi. aveva più centurie delle altre. invece. per tutto ciò che riguardava le leggi all’interno della famiglia degli schiavi. Vediamo ora le assemblee: . spettava anche ai consoli la provocatio ad populum (appello al popolo). . una magistratura. che rappresentavano la vita o la morte. in Età Repubblicana.senato: è un’assemblea formata da tutti i senatori. giurisdizionali: il pretore doveva avere il suo consenso per emettere un giudizio. Il potere dei consoli era però limitato da due cose importanti: . essendo l’unico organo stabile era al suo interno che si svolgeva tutto: si occupava della pace. E NON DENTRO. del reddito. attraverso la figura del console (che passava l’istanza). . I consoli hanno il potere di opporre il veto all’altro console. cioè tutta la popolazione di Roma veniva divisa a seconda del reddito. in base al censo. ed era stata divisa secondo il criterio etnico-gentilizio. in base al censo. erano sempre i Patres (non è il popolo ma l’elites).In sostanza. non solo cento uomini ma anche di più. Ognuna di queste classi doveva fornire delle centurie (ecco perché Comizi Centuriati). PERCHE’ LUI LO POTEVA ESERCITARE SOLO AL DI LA’ DEL “POMAERIUM”. Il Senato costituiva il continuum. i magistrati. il potere di convocare il Senato e le varie assemblee. finito l’anno. tutti coloro che non avevano reddito erano fuori da queste cinque classi. cioè solo quelli che appartenevano alle tre tribù suddette. i Comizi Centuriati sono formati secondo un altro criterio che è quello del censo. quindi. e quindi ogni classe aveva un determinato numero di centurie. della guerra. Era un organo consultivo (dava pareri). Il potere di decisione era del popolo ma era pur sempre il Senato a decidere. Mentre in Età Regia la popolazione era divisa nei Comizi Curiati. e solo i Patres vi potevano far parte. avveniva che la prima classe essendo la più ricca in assoluto. delle imposte. il console ha poteri quasi assoluti. delle spese. . che poteva essere richiesto da un condannato a morte. Tutti insieme formavano 193 centurie. Ora. Il console era sempre accompagnato dai littori. di carattere civile. L’esercito dunque veniva reclutato dalle cinque classi. gli antichi Patres. di presentare qualche legge. Il potere del console era limitato anche dal pater familias. poi. almeno quella dei maschi compresi tra i 17 e i 65 anni. poteri sopra il pretore. Inoltre. usciti dalla magistratura entravano in Senato. Sono formati da tutto il popolo riunito in Centurie. era un’assemblea dove vi erano tutti gli ex magistrati.IL POTERE SI DEVE DISTINGUERE. ma per entrare in Senato occorreva avere un censo altissimo e soprattutto avere ricoperto. ogni centuria valeva un voto (anche se era costituta da milioni di persone). Tutti i cittadini romani venivano divisi in tribù. noi conosciamo al massimo trentuno tribù. quella dei ricchi. per come è congeniato. In età Repubblicana è il Console che guida gli eserciti. i conquistati venivano inseriti nelle tribù esistenti. perché i più ricchi votavano le figure e le leggi a loro più consoni. . ma in effetti. in caso di elezioni. aveva 98 centurie. 4 erano urbane (dentro Roma). senatori e cavalieri. . ma sono le popolazioni più antiche). Gaio Gracco poi proporrà di estrarre a sorte la classe da dove iniziare. non si sa di quale origine fossero. . perché si fa risalire a Servio Tullio. valeva un voto. che era a carico del cittadino privato e non dello Stato (quindi i più ricchi. quindi si raggiungeva subito il quorum e non si andava oltre. questo sistema dura fino ai Gracchi. ognuna. L’ordinamento che da luogo alle centurie si chiama ordinamento Serviano. quelli Tributi erano di ripiego.La situazione economica delle classi determinava anche l’equipaggiamento militare. quindi è il popolo che vota le leggi ed elegge i magistrati. erano i più equipaggiati). non lo votano ma gli danno il potere. le classi inferiori erano quelle formate da più persone. sono i Comizi Curiati che si occupano di dare il potere al console. Anche per le tribù. minori. e non regia. erano costituite da proletari e 31 rustiche (nelle campagne fuori Roma). deve essere per forza di età repubblicana. all’inizio erano pochi. si cominciava sempre dalla prima classe dove erano presenti i senatori. che era più numerosa.comizi curiati: l’Imperium è un potere che si trasferisce con un atto sacrale. Sono formati dal popolo riunito in Curie (formate da tre antichissime tribù romane che sono: RAMNE. I Comizi importanti erano quelli Centuriati. Il compito di questa assemblea era duplice: dentro e fuori pomaerium: . Questo faceva dell’ordinamento un sistema pseudo-democratico. i Comizi Tributi votano i magistrati inferiori e votano leggi comuni.dentro: aveva il compito di varare le leggi e di eleggere i pretori e i consoli le magistrature più alte. i consoli. Tra le 35. nell’età monarchica avevano un altro potere. col tempo diventarono 35. ma sempre un voto contavano. Capi degli eserciti erano esclusivamente i senatori. In teoria è il popolo riunito in centurie che vota le leggi. Tornando alla funzione civile: quando si cominciava a votare. cioè il territorio romano era diviso in tante tribù (tutti i possedimenti romani). TIZI e LUCERI. i pretori e gli edili sono senatori.fuori: costituivano l’esercito romano (ora l’esercito è costituito dalle centurie). quindi in caso di elezioni i loro voti raggiungevano quel quorum necessario a chiudere le votazioni. tre antiche popolazioni romane.i comizi tributi: erano eletti in base alle tribù. Poi finirà che Roma si allargherà sempre di più e quindi ci sarà una trasformazione. erano costituite da proprietari terrieri. Le . La prima classe. Anche quando Roma continuava a conquistare non si crearono altre tribù. IL PROBLEMA ECONOMICO La caduta dei Tarquini e mutamenti nel quadro internazionale della prima metà del V secolo a. hanno suscitato diversi dubbi. La vendita del sale raccolto nelle saline di Ostia soffrì delle ostilità con i Sabini che controllavano nel percorso noto col nome di via Salaria. .C. La sconfitta degli etruschi ad opera di Ierone di Siracusaa Cuma. Tuttavia nessuno di questi elementi mette del tutto in discussione la credibilità dei fasti. dai contrasti civili che opposero due parti della popolazione il patriziato e la plebe. per esempio a Roma esistevano gentes omonime: si potrebbe pensare che consoli della prima fase della repubblica appartenessero ad un ramo patrizio. l’inserimento di alcuni anni di anarchia in cui non vennero eletti magistrati con i quali la funzione eponima venne assolta da un dittatore e non. fermo restando che dovevano essere: annuali. IL CONFLITTO TRA PATRIZI E PLEBEI Nelle fonti a nostra disposizione il periodo che va dalla nascita della Repubblica al 287 a. era questo. In essi c’è una cronologia elaborata negli ultimi anni della Repubblica. Si sono infatti proposte varie soluzioni.prime erano costituite da più persone numericamente. Altri studiosi ipotizzano che nella prima fase della Repubblica i confini tra patriziato e plebe non fossero delineati. ebbero pesanti ripercussioni nella situazione economica di Roma. soprattutto riguardo la comparsa di plebei fra i consoli nel V secolo a. che era prosperata anche grazie alla sua funzione di punto di passaggio sul Tevere lungo le vie commerciali che conducevano dall’Etruria alle città etrusche della Campania.C. causando un grave danno per la stessa Roma. in sostanza. dai due consoli. portò al definitivo crollo del dominio etrusco in Campania. oltre che dalle numerose guerre sostenute da Roma.C. collegiali e gratuite. i più importanti tra di essi sono così detti FASTI CAPITOLINI. poi estintosi. di quei magistrati cioè che davano il nome all’anno in corso. e il primo anno della Repubblica al 509 a. in particolare da Marco Terenzio Varrone. sia attraverso alcuni documenti epigrafici. è dominato. Le incongruenze tra diverse versioni dei Fasti.C. e soprattutto la comparsa fra i consoli di diversi personaggi con nome di gents plebee. Altri ancora ritengono che il patriziato sia riuscito a stabilire il proprio monopolio solo verso la metà del V secolo a.C.C. Il sistema istituzionale. ma contavano di più le seconde.. che fissava la fondazione di Roma 733 a. I FASTI (Non l’ho capito??!!??) I fasti sono liste di magistrati eponimi della Repubblica. I fasti ci sono giunti attraverso la tradizione letteraria. La plebe si diede propri organismi: un’assemblea generale. Secondo delle ipotesi la massima magistratura era stata aperta ai plebei. che prendevano il nome di plebiscita ‘decisioni della plebe’ che non avevano valore vincolante per lo Stato. l’ager publicus. che votava probabilmente per curie e successivamente per tribù. i patrizi riuniti nel collegio dei pontefici. Ed è nota col nome di concilia plebis tributa. Queste forma di protesta venne attuata dalla plebe ritirandosi sull’Aventino. Il meccanismo di voto assicurava nei concilia plebis.C. la prevalenza di proprietari terrieri iscritti nelle più numerose tribù rustiche.. IL PROBLEMA POLITICO Gli strati più ricchi della plebe erano meno interessati della crisi economica. ma progressivamente il patriziato ne aveva assunto il completo monopolio. Infatti le norme venivano applicate (a volte arbitrariamente) grazie ai depositari del sapere giuridico. La crisi colpiva soprattutto i piccoli agricoltori che per sopravvivere erano costretti ad indebitarsi nei confronti dei più ricchi proprietari. Una seconda importante richiesta era quella di un codice scritto di leggi.C.A questi problemi esteri si aggiungono le crescenti difficoltà interne dovute soprattutto ad annate di cattivo raccolto che provocarono grandi carestie e di conseguenza epidemie. (anche in questo caso esistono delle incertezze sulle date). Le strutture militari e la coscienza della plebe. Ciò che rivendicavamo era una parificazione dei diritti politi tra i due ordini. Vennero scelti come rappresentanti i tribuni della . Davanti alla crisi economica le richieste delle plebe vertono soprattutto sulla diminuzione degli effetti negati dei debiti e su una più equa distribuzione dei terreni di probità dello Stato. Il cammino verso la completa assimilazione dei plebisciti alle leggi dello Stato è confuso nelle fonti: quello di cui si è certi è che l’atto finale fu rappresentato dalle legge Ortensia del 287 a. riducendosi spesso alla condizione di schiavi o peggio ancora potevano essere venduti in terre straniere o addirittura messi a morte. La crisi economica è dimostrata da prove archeologiche: il numero delle ceramiche greche di importazione sembra crollare nel corso della prima metà del V secolo a. L’assemblea poteva emanare provvedimenti. LA PRIMA SECCESSIONE E IL TRIBUNATO DELLE PLEBE Il conflitto tra i due ordini si apre nel 494 a. esasperata dalla crisi economica risorse a una sorta di sciopero generale che lasciò la città priva della sua forza lavoro e indifesa dalle aggressioni esterne. La plebe.C. ma il problema economico è soprattutto evidente nella tradizione letteraria. Le magistrature repubblicane e soprattutto il consolato e il tribunato della plebe vennero sospese per non vincolare l’azione del Decemvirato. raggiungono risultati politici. templi ed edifici pubblici. E dunque legittimo supporre che il disagio della plebe povera sia stato strumentalizzato dalle famiglie plebee più facoltose per raggiungere conquiste politiche. Della crisi economica cercò di approfittarsene il console Cassio il quale propose una legge per la ridistribuzione delle terre che sembra anticipare quello che successe più tardi con i Gracchi. e riconoscimento da parte dello Stato dell’organizzazione interna della plebe. Nel corso del primo anno i decemviri compilarono un complesso di norme su dieci . Libera. venne nominata una commissione composta da 10 uomini (decemvirato).plebe. i tribuni potessero in qualche occasione intervenire. Le vicende della prima secessione plebea nate da motivazioni economiche. poteva essere vista morte e le sue proprietà confiscate a favore del tempio di Cesare.casa’ probabilmente erano custodi del tempio delle tre divinità principali della plebe: Cerere. I tribuni avevano diversi poteri: il diritto di venire in soccorso di un cittadino contro l’azione di un magistrato (ius auxilii). delle strade. scelti esclusivamente tra il patriziato e incaricata di stendere un codice giuridico. (di fatto questa forma estrema non venne mai messa in pratica). Chi avesse osato commettere violenza contro i rappresentanti della plebe. Il problema dei debiti rimase anche se grazie allo ius auxilii. La prima secessione approdò ad un risultato essenzialmente politico. la plebe accordò loro l’inviolabilità personale (sacrosantictias). LE LEGGI DELLE XII TAVOLE La plebe incominciò a premere affinché fosse redatto un codice di leggi scritte. anche se in seguito crebbero fino a raggiungere i 10. Libera sull’Aventino. che nella tarda età repubblicana si occupavano dell’organizzazione dei giochi. Il fallimento di Cassio inoltre dimostra come la plebe non intendesse certo giungere ad una rivoluzione dell’assetto economico con una generale ridistribuzione della proprietà privata ma aspirava piuttosto ad una riforma che desse maggior peso alle cariche politiche. dei mercati.C. Libero. Nel corso della prima secessione vennero creati anche altri due rappresentanti: gli edili plebei. I tribuni ebbero il potere di convocare il presiedere dell’assemblea della plebe e di sottoporre ad essa le proprie proposte (ius agendi cum plebe). Libero. Si possono trovare delle osservazioni. Le loro funzioni originarie non sono tanto chiare ma prendono in considerazione il nome di aediles ‘tempio. Dopo alcuni anni di agitazioni si giunse ad un compromesso nel 451 a. e il potere di porre il veto ad un provvedimento di un magistrato che sembra andare a scapito della plebe e per proteggerli. inizialmente forse in numero di due. Come già ai tempi della caduta della monarchia. Il senato decide a partire dal 444 a. Creando il tribunato consolare accessibile alla plebe. La commissione sotto la spinta del suo membro più influente Appio Claudio. Il patriziato riuscì comunque ad arrivare a un compromesso.C. i patrizi riuscirono a riservare unicamente a tribuni provenienti dal loro ordine). con il diritto di prendere gli auspicia e provenienti esclusivamente dal patriziato. I decemviri sono costretti a deporre i loro poteri. la quale secondo alcune fonti sarebbe stata rappresentata anche dalla plebe. La norma che proibiva i matrimoni tra patrizi e plebei viene abrogata pochi anni dopo in base a un plebiscito Canuleio (questa versione non ha grande credibilità e le stesse leggi Valerie Orazie forse risalgono a periodi posteriori). Tra le disposizioni vi era quella che impediva matrimoni misti tra patrizi e plebei. ma affiancati dai tribuni consolari. inizialmente 3 poi sempre più spesso 4 o addirittura 6. oppure un certo numero di tribuni militari con poteri consolari. si ribadisce l’inviolabilità dei rappresentanti della plebe. i due consoli in possesso del diritto degli auspicia ed esclusivamente patrizi sarebbero stati affiancati nei loro compiti da alcuni tribuni militum (che fino al 401 a. che alla testa dello Stato vi devono essere due consoli. e si rendono i plebisciti votati dall’assemblea della plebe vincolanti per la comunità. T ra le diverse spiegazioni ci può essere quella che i consoli non siano stati sostituiti.C. rivoluzionando l’assetto costituzionale dello Stato. LE LEGGI LICINIE SESTIE . quasi mezzo secolo dopo la riforma. cercò di prorogare i propri poteri assoluti. Il primo tribuno militar con poteri consolari di condizione plebea è stato eletto nel 400 a.Valerio che fanno approvare un pacchetto di leggi che riconosce: il forte apporto della plebe nei confronti del tentativo rivoluzionario di Appio Claudio. e si rendono i plebisciti votati dall’assemblea della plebe. Il plebiscito fatto votare da Canuleio riconosceva la leggittimità dei matrimoni misti e questo significava che il sangue plebeo si poteva mischiare con quello patrizio e quindi non si poteva considerare più il fatto di dover escludere i plebei dal consolato o dall’esercizio dell’auspicia. la situazione precipita per la violenza nei confronti di una giovane Virginia figlia di un centurione dell’esercito da parte di Appio Claudio. I massimi magistrati del ripristinato consolato sono M. I tribuni militari possono essere anche plebei ma non hanno il potere di prendere gli auspici.C.Orazio e L. i patrizi di fatto perdevano comunque il controllo sulla massima magistratura repubblicana. Nel corso del secondo anno vennero aggiunte altre due tavole di leggi per un totale di XIII tavole. Rimanevano però da trattare alcuni punti per questo venne eletta una seconda commissione. Il tentativo si scontrò con l’opposizione della plebe e con la parte più moderata del patriziato guidata da Marco Orazio e Lucio Valerio.tavole di legno esposte nel Foro. Infine sancivano l’abolizione del tribunato militare con potestà consolare ristabilendo il potere dei due consoli uno dei quali doveva essere plebeo. LA CENSURA DI APPIO CLAUDIO Un tentativo di dare accelerazione al processo di riforma venne dalla censura di . I patrizi contrastarono l’iniziativa per diversi anni con l’appoggio di qualche tribuno della plebe che opponeva il proprio veto alle proposte dei colleghi. Le leggi prevedevano che l’interesse che i debitori avevano già pagato sulle somme avute in prestito potessero essere detratte dal totale del capitale e che il debito residuo fosse estinguibile in tre rate annuali.La crisi economica che interessava soprattutto plebei poveri si accelerò dopo che la minaccia dei Galli si allontanò da Roma. ma non escludeva la possibilità che entrambi i magistrati fossero patrizi).C vennero create due nuove cariche inizialmente riservate solo ai patrizi: il pretore. Secondo un percorso poco chiaro il pacchetto di leggi venne attuato. il pretore in caso di necessità poteva essere messo alla testa di un esercito anche se i suoi poteri erano subordinati a quelli dei consoli. Nel 366 a. Vennero eletti anche due edili curuli ai quali venne affidato inizialmente il compito di organizzate i Ludi Maximi. eroe della guerra contro Veio venne chiamato alla dittatura per risolvere la situazione. Il territorio di Veio e Capena conquistato pochi anni prima venne suddiviso e distribuito ai cittadini romani con la creazione di nuove tribù territoriali. Il dittatore plebeo Quinto Publilio Filone fece passare una legge in base alla quale il senato doveva ratificare un provvedimento legislativo prima che questo venisse votato. Marco Furio Camillo. avrebbero impedito l’elezione dei massimi magistrati della Repubblica). Dopo una fase di anarchia politica (per qualche anno i tribuni della plebe. dotato di imperium. Il patrizio Capitolino propose una riduzione o la totale cancellazione dei debiti è una nuova legge agraria. incaricato di occuparsi delle controversie tra un cittadino romano e uno straniero). togliendo così al senato il diritto di veto. ma secondo le accuse dei suoi avversari egli voleva inaugurare un regime personale. Qualche anno dopo lo sfortunato tentativo di Capitolino l’iniziativa ritornò a tribuni della plebe Caio Licino e Lucio Sestio esponenti di due ricche famiglie plebee. Stabilivano inoltre la massima estensione di un terreno di proprietà statale che poteva essere occupato da un privato. per questo venne contrastato. Licinio e Sestio presentarono varie proposte di legge riguardanti i debiti e la distribuzione delle terre e l’accesso dei plebei al consolato. Il provvedimento però non fu sufficiente per fronteggiare la crisi. che aveva il compito di amministrare la giustizia tra i cittadini romani (più tardi al pretore urbano verrà affiancato un praetor peregrinus. secondo la tradizione. (in realtà le leggi e forse consentiva che uno dei due consoli fosse plebeo. Grazie a queste leggi nei decenni successivi i plebei ebbero accesso progressivamente a tutte le cariche e il loro progressivo ingresso nel senato. fino ad allora era calcolato in base ai terreni e ai capi di bestiame fu valutato a partire da questa età anche in base al capitale mobile. probabilmente non avevano lo stesso peso (probabilmente in precedenza la validità di plebiscito doveva comunque ottenere la validità del senato o dell’assemblea centuriata). (importante perla guerra sannitica). Entrambe le riforme nella pratica non vennero attuate. I due provvedimenti anteriori a questa legge del 287 a. Il censo dei singoli cittadini. LA LEGGE ORTENSIA Queste leggi stabilirono che i plebisciti votati dall’assemblea della plebe dovevano avere valore per tutta la cittadinanza di Roma. egli infatti nel compilare la lista dei senatori avrebbe incluso persone abbienti che tuttavia non avevano ancora rivestito alcuna magistratura. A questa nuova elitè di è soliti dare il nome di nobilitas e che venne a designare tutti coloro che avevano raggiunto il consolato pochi discendevano in maniera diretta da un console (oda un pretore). Si andò formando progressivamente una nuova aristocrazia formata dalle famiglie plebee più ricche e dalle famiglie patrizie che meglio avevano saputo adattarsi alla nuova stazione.Appio Claudio. Flavio avrebbe divulgato anche il calendario con i giorni fasti.C. L’accesso alle magistrature superiori era riservato ai membri di poche famiglie anche se questo non si basava su norme scritte. Tanto esclusiva divenne la nobilitas che per i pochi personaggi che raggiunsero i vertici della magistratura . il suo scopo era quello di favorire i membri della plebe urbana che costituivano la maggioranza dei votanti. LA NOBILITAS PATRIZIO-PLEBEA Grazie a queste leggi l’egemonia del patriziato andava progressivamente perdendosi. appartiene la decisione di pubblicare le formule giuridiche da impiegare nei processi. consentendo loro di iscriversi in una qualsiasi delle unità esistenti. Una seconda misura riguardò la composizione delle tribù. Alla censura di Appio Claudio è da attribuire la costruzione di due opere pubbliche: il primo acquedotto della città e la via che congiungeva a Roma a Capua che dal censore prese il nome di via Appia. Grazie a questa legge l’assemblea della plebe e comizi tributi avevano lo stesso peso. in metallo prezioso. mentre in precedenza essi erano obbligati a registrarsi nelle solo quattro tribù urbane. consentendo anche coloro che non erano impegnati nelle tradizionali attività agricole di vedere il loro peso economico nell’ordinamento centuriato. con la conseguenza che nei comizi il loro peso era minore. E’ opportuno ricordare anche un altro provvedimento che però forse non è attribuibile ad Appio Claudio. e quelli nefasti dove si interrompeva. All’edile Cneo Flavio suo cliente. durante i quali si poteva svolgere l’attività giudiziaria. Tarquinio il Superbo. . Qualche anno dopo la lega vuole attaccare Roma: secondo la tradizione letteraria la guerra sarebbe stata suscitata da Ottavio Tuscolo. I cittadini dei nuovi centri provenivano sia da Roma sia dalle altre comunità latine. sul lago Regillo. . In una leggendaria battaglia combattuta nel 496 a. Dal territorio strappato ai nemici venivano fondate le colonie. Le citta latine si strinsero in una lega i cui membri condividevano alcuni diritti: . LA CONQUISTA DELL’ITALIA Tra la fine dei VI secolo a. Arrunte. Prima di intraprendere una carriera politica un romano doveva servire per almeno dieci anni nella cavalleria.C.C. Gli alleati si riconoscevano reciprocamente i diritti che valevano all’intero della Lega Latina (sopra citati). buona parte delle città latine approfittarono delle difficoltà interne di Roma per togliersi dalla sua egemonia. ma anche a prestarsi aiuto nel caso una delle due parti fosse stata attaccata. quella di homines novi. il diritto di siglare contratti aventi valore legale fra cittadini appartenenti a comunità diverse. . l’eventuale bottino sarebbe stato equamente diviso. siglato nel 493 del console romano Cassio noto come foedus Cassianum prevedeva che le due parti si impegnavano non solo a mantenere la pace. e l’inizio del V secolo a. Inizialmente il censo minimo per farvi parte era quello richiesto dalla prima classe ma successivamente il limite venne elevato e per questo per intraprendere la carriera politica a Roma si doveva appartenere necessariamente a una delle famiglie più facoltose. i romani sconfissero le forze della Lega. con la speranza di ricollocare sul trono di Roma il suocero. spesso vi venivano inglobati anche gli abitanti originari della località colonizzata. (O come nel caso degli homines novi godere della protezione di una qualche nobile influente). Un trattato avrebbe regolato i rapporti tra Roma e Latini per i successivi 150 anni.lo ius connubi: il diritto di contrarre matrimoni legittimi con cittadini di altre comunità latine. La lega latina diede buona prova sul campo di battaglia sconfiggendo insieme ad Aristodemo di Cuma il figlio di Porsenna. Roma completò il suo sistema di alleanze stringendo un accordo con gli Enrici una popolazione che abitava a sud-est di Roma in un territorio tra due popoli Equi e Volsci. Il trattato. I termini del trattato erano come quelli del foedus Cassianum.C. nella battaglia di Aricia.pur non avevano antenati nobili venne coniata una nuova definizione.lo ius commercii.lo ius migrationis grazie al quale un latino poteva assumere i pieni diritti civici in una comunità diversa da quella in cui era nato semplicemente prendendovi residenza. in questo modo colpiva le classi di censo più facoltose. Ancora più a nord erano i Sabini a minacciare direttamente Roma. Il tentativo di reazione di Roma finì con una tragedia: un esercito di circa 300 soldati. Nel decennio precedenti. rivale nel controllo delle vie di comunicazione lungo il basso corso del Tevere delle saline che si trovano alla foce del fiume. EQUI E VOLSCI L’alleanza stretta da Roma con la lega Latina e gli Enrici si rivelò preziosa per fronteggiare la minaccia proveniente da tre popolazioni che dagli Appennini premevano verso la piana costiera del Lazio: i Sabini. come Cere. che avanzarono e circondarono due importanti città latine Tivoli e Preneste. diverse tribù galliche si erano insediate nell’Italia Settentrionale. le altre città Etrusche non le prestarono alcun soccorso o addirittura. L’INVASIONE GALLICA I risultati raggiunti da Roma con il successo su Veio furono messi in pericolo da un evento improvviso e drammatico: la discesa dei Galli in città. Gli alleati Romani.I CONFLITTI CON SABINI. I Volsci riuscirono ad occupare tutta la parte meridionale del Lazio. furono assediate per dieci anni del romani (il racconto ovviamente ricorda la presa di Troia da parte dei greci). Per questo motivo si rese necessaria l’introduzione di una paga stipendium. I soldati romani impegnati a lungo nella battaglia erano stati lontani dai loro campi. Durante la terza guerra le mura della città di Veio. Nella prima le città di Veio riuscì a conquistare la riva sinistra del Tevere: Fidene. Nella seconda. Latini ed Enrici riuscirono a bloccare gli Equi ai Colli Albani. il romano Cosso uccise in duello il tiranno di Veio. Il contrasto tra Roma e Veio attraversò tutto il V secolo e sfociò in tre guerre. composto esclusivamente dai membri della gens Fabia venne annientato su un affluente del Tevere. Fidene fu conquistata e distrutta dai Romani. Alla fine del lungo assedio. si schiereranno dalla parte di Roma. gli Equi e i Volsci che volevano migrare verso terre più fertili. Nell’area dei Colli Albani l’avanzata dei Volsci si unì con quella di un popolo affine. corrispondente alla Romagna . che gravava sulle diverse classi in maniera proporzionale alle proprietà. la città venne presa e distrutta. Per far fronte alle spese militari venne introdotta una tassa chiamata tributum. riuscirono a vendicare la sconfitta. gli Equi. IL CONFLITTO CON VEIO Roma dovette fronteggiare da sola il conflitto contro la potente città etrusca di Veio. Veio si vide riconoscere il possesso su Fidene. L’ultima tribù ad entrare in Italia sarebbe stata quella dei senoni che occupata dal territorio noto come Ager Gallicus. gli Equi furono annientati. L’esercito romano al primo contatto avvenuto su un affluente del Tevere. rimasta priva di difese. nella lega Campana che aveva il suo centro della città di Capua. IL PRIMO CONFRONTO CON I SANNITI Roma raggiunge una posizione di potere nel Lazio meridionale e sigla un trattato con i Sanniti. nel quale il confine tra le due potenze veniva fissato al fiume e Liri. Roma. I sanniti occupavano un’area molto vasta. Il loro obiettivo sulla città etrusca di Chiusi poi si diressero su Roma. difeso da Capitolino che pochi anni più tardi fu accusato di aspirare alla tirannide. che però incapace di fronteggiare i sanniti chiese a sua volta aiuto a Roma.meridionale. per scoraggiare l’assedio da parte degli invasori (decisive contro Pirro e Annibale). ma ai suoi abitanti vennero assegnati i medesimi diritti e doveri dei cittadini romani. Nel 390 a. Nel 381 a. secondo la cronologia vorroniana sarebbero stati i Senoni ad attaccare Roma. la città latina di Tuscolo venne annessa al territorio romano.C.C. Dopo pochi anni l’invasione dei Galli. gli Enrici e alcune città latine (perderanno poi gran parte dei loro territori). Più lunga e difficile sarà invece la lotta contro i Volsci che trovarono appoggio nei vecchi alleati di Roma.) LA RIPRESA A lungo termine gli effetti della conquista del territorio di Veio organizzato in quattro nuove tribù si rivelarono più decisivi dell’umiliazione subita dai Galli. Alcune popolazioni staccatesi dei sanniti occupavano ricche regioni costiere della Campania che sotto l’influenza di etruschi e greci si allontanarono sempre di più dalla loro popolazione originaria formando delle città-stato. venne saccheggiata. La città era un municipium. senza che la sua identità venisse cancellata. La prima guerra sannitica si risolse rapidamente con un parziale successo dei . prevalentemente montuosa ma che consentiva comunque lo sfruttamento agricolo. I Galli poi scomparvero molto rapidamente. si rifugiò tra le rovine di Veio. (Parte della tradizione storiografica romana tentò di salvar l’onore e immaginando che il Campidoglio avesse resistito agli invasori. I contrasti politici tra i sanniti occupavano le città di Teano occupata da un’altra popolazione che chiese aiuto alla Lega Campana. Negli stessi anni iniziò la costruzione delle cosiddette mura servlane. La città conservò le sue strutture di governo della sua autonomia interna. Alcune di esse erano riunite. I latini ottennero il diritto di voto alle assemblee popolari di Roma nel caso si fossero trovati in città nel momento in cui venivano collocati e comizi. Gli abitanti erano tenuti a rispettare gli stessi obblighi dei cittadini romani in particolare riguardo al servizio di leva e a pagare il tributum. pur lasciando alle comunità alleate(socii) autonomia interna erano legate a Roma per quanto riguarda la politica estera. ma non poterono più intrattenere alcuna relazione tra di loro. LA GRANDE GUERRA LATINA Questo accordo portò ad un sorprendente ribaltamento delle alleanze. commercium. Le prime operazioni furono una nuovamente favorevoli ai sanniti ma Roma riacquistò terreno negli anni successivi soprattutto con delle modifiche dall’esercito. Il conflitto noto come grande guerra latina fu durissimo. la volontà dei latini di distaccarsi da un’alleanza con Roma e il desiderio dei Volsci di prendersi una rivincita dopo le sconfitte subite. I rapporti venivano mantenuti grazie a dei trattati che. Nelle città dei Volsci e dei campani Roma attuò la concessione di una forma parziale di cittadinanza romana. la civitas sine suffragio. costringendo Roma. Alle vecchie città latine ben presto si aggiunsero le nuove colonie latine. latini vecchi e nuovi furono obbligati a fornire truppe a Roma in caso di necessità. Il compatto schieramento a . Questi trattati consentivano a Roma di ampliare la propria egemonia militare senza assumersi i compiti di governo locale. La lega latina venne disciolta e alcune città vennero incorporate nello stato romano. ma il tentativo di penetrare a fondo nella zona rivale finii con un fallimento: gli eserciti romani. LA SECONDA GUERRA SANNITICA La causa della seconda guerra sannitica è da ricercare nelle divisioni interne di Napoli. in qualità di municipi. Roma però per una rivolta interna dell’esercito non potè fronteggiare bene la situazione e acconsentì alle richieste di pace avanzate dai sanniti. L’andamento delle operazioni è incerto ma alla fine il successo arrivò ai romani. si fronteggiavano le masse popolari favorevoli ai Sanniti e le classi agiate filoromane. l’ultima città greca della Campania rimasta indipendente dove. Altre conservarono la propria indipendenza e i diritti di connubium. I romani riuscirono abbastanza rapidamente a sconfiggere i sanniti dalle città. vennero circondati al passo delle Forche Claudine e costretti alla resa. Vi fu un’interruzione delle operazioni militari che ripresero quando romani attaccarono la località di Saticula ai confini tra la Campania e il Sannio. ma non avevano il diritto di voto nelle assemblee popolari di Roma.romani a Capua. fondate da Roma e composte sia da cittadini romani sia da alleati. sostenuta dai sanniti a fronteggiare ai suoi vecchi alleati Latini e Campani e Volsci. migratio con Roma. ne potevano essere eletti alle magistrature dello stato romano ma. potevano conservare un’ampia autonomia interna. L’insoddisfazione dei campani. Il trattato riconobbe a Roma la Campania e ai sanniti Teano. La scelta ricade su Pirro. Pochi anni dopo furono costretti alla resa. gli eserciti romani poterono concentrare il proprio sforzo contro il Sannio coronato da una grande conquista di un’importante città sannitica. Gli eserciti romani riuscirono a prevalere su Sanniti e Galli. minacciata dai Lucani. richiese l’aiuto di Roma. Al Nord l’attacco dei Galli e degli Etruschi fu bloccato. a nord contro una coalizione degli stati etruschi. prevalse la fazione democratica. Negli stessi anni gli Enrici. i Galli e gli Umbri. che portò Roma ad affacciarsi dalla pianura padana. Gli Equi avevano tentato un’ultima e disperata rivolta furono sterminati e nel loro territorio venne insediata una nuova tribù di cittadini romani. LA TERZA GUERRA SANNITICA Lo scontro decisivo con Roma si ebbe quando i Sanniti attaccarono i Lucani. Scongiurando il pericolo etrusco. La legione venne allora suddivisa in trenta parti. LA GUERRA CONTRO TARANTO E PIRRO A sud dell’Italia i Lucani e Bruzi conservarono la loro indipendenza così come la più ricca e potente città greca dell’Italia. imbattibile in pianura era abbastanza debole su un terreno come quello del Sannio. tuttavia una città greca che sorgeva sulle rive calabresi del golfo. Turi. La guerra divenne inevitabile. I Sanniti si videro obbligati a chiedere la pace. minacciati dai barbari . I romani accorsero prontamente in aiuto degli aggrediti ma le sorti della guerra si decisero a nord. approfittando dell’assenza in campo di battaglia degli etruschi e degli umbri e soprattutto potendo contare su contingenti degli alleati (dopo la grande guerra latina). Nel 282 a. Di fronte alla provocazione e alla preoccupazione per l’occupazione romana di Turi a Taranto. Taranto. Secondo un trattato Roma sia impegnata a non oltrepassare con le sue navi il golfo di Taranto. Con abile mossa politica. sull’aristocrazia che (come era avvenuto a Napoli) era incline ad un’alleanza romana. Nella marcia verso l’adriatico vennero sconfitti i Sabini e nell’adriatico settentrionale di questa regione nota col nome di agr Gallicus venne fondata la colonia latina di Rimini. ciascuna delle quali era composta da dieci manipoli (due centurie). in parte ricevettero la civitas sine siffragio. il re diede alla sua spedizione il carattere di una sorta di crociata in difesa dei Greci d’Occidente. Taranto si vide costretta al soccorso di un condottiero della madrepatria greca. Il trattato di alleanza trai due schieramenti venne ancora una volta rinnovato. In questi stessi anni cambiò anche l’equipaggiamento. Il comandante dei sanniti era riuscito a mettere in piedi una potente coalizione anti romana che comprendeva anche gli etruschi. Roma fu in grado di affrontare una minaccia su due fronti: a sud contro i sanniti. in parte vennero deportati nelle regioni di Salarno. ostile a Roma. I tarantini attaccarono le navi romane affondandone alcune e poi marciarono su Turi. I romani con gesto di sfida inviarono una flotta davanti alle acque di Taranto. Questo ordinamento era in grado di assicurare una maggiore flessibilità dell’esercito romano. vennero adottati scudi rettangolari e il giavellotto in uso presso gli stessi sanniti. I Piceni che abitavano nelle attuali Marche tentarono una disperata guerra contro Roma.falange. detti manipoli. re dei Molossi. La legione veniva schierata su tre linee.C. accusati di ribellione vennero inglobati nello stato romano come cittadini senza diritto di voto. Nella sua azione Pirro si richiamò alla sua discendenza da Achille per giustificare l’attacco contro la (troiana) Roma. Pirro inoltre aveva sposato la figlia del re di Siracusa che morto nel 289 a. aveva lasciato un vuoto di potere dell’Italia meridionale. si erano impadroniti di Messina saccheggiando le città vicine. mista perché in essa vedeva elementi aristocratici. perché pensava che Roma avesse un buon ordinamento politico e che ciò bastasse per giustificare la sua posizione imperialista. giustificava ed esaltava l’imperialismo romano. monarchici e democratici. la monarchia dai consoli. dove iniziò un lungo dibattito sull’intervento o meno nello Stretto. Roma in difficoltà vide costretta ad arruolare nullatenenti sino ad allora esentati dal lavoro militare. era al centro di un vasto impero . Lo scontro venne causato dalla questione dei Mamertini mercanti di origine Italica che. fino allo stretto di Messina. Cartagine in quegli anni era alleata con Roma. IMPERIALISMO Prevede la sopraffazione di uno stato da parte di un altro. Taranto si arrese a far parte di socii di Roma. LA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO: LA PRIMA GUERRA PUNICA Nel 264 a. Nel frattempo a Siracusa la situazione era insostenibile. Il termine nacque nel 700. Roma rifiutò. la vittoria fu sua. dopo essere stati congedati dal Re di Siracusa. i Lucani e i Bruzi si schierarono con Pirro seguiti dai Sanniti. approfittando dell’assenza di Pirro i romani avevano conquistato tantissimi territori. I romani subirono una sanguinosa sconfitta probabilmente dovuta all’impatto con gli elefanti. a Roma al servizio degli Scipioni. Pirro dicesse così di accordare trattative di pace che prevedevano la libertà e l’autonomia per le città greche dell’Italia meridionale e la restaurazione dei territori strappati ai Lucani. Pirro sbarcò in Italia con un esercito composto da elefanti. I siracusani furono costretti a far ritorno a Siracusa. Roma controllava tutta l’Italia. I Mamertini accolsero l’offerta di aiuto di una flotta cartaginese che vedeva con preoccupazione la possibilità che i siracusani si impadronissero dello Stretto.C. Pirro mosse verso l’Apulia settentrionale minacciando delle colonie latine.Considerava la costituzione romana. decise di invadere l’Africa ma il tentativo fallì. Le città greche. In quest’area di importanza economica e strategica gli interessi di Roma entrarono in contrasto con quelli dei vecchi alleati cartaginesi. l’aristocrazia era impersonata dal senato. Anche in Italia la situazione stava precipitando. Questo comportamento provocò la reazione dei Siracusani.romani e cartaginesi. che inflissero ai Mamertini una severa sconfitta e avanzarono verso Messina. Cartagine (originariamente costituita da fenici) non era un’avversaria da sottovalutare. la città non riusciva più a fronteggiare l’attacco dei Cartaginesi. Nonostante avesse vinto importanti battaglie Pirro stava perdendo i rapporti con gli alleati dell’Italia meridionale a causa delle pesanti richieste finanziarie per mantenere l’esercito. Lo storico Polibio. dopo numerose vittorie però Pirro non riuscì a fronteggiare la superiorità di Cartagine via mare. Bruzi e Sanniti. Non vi era l’accentuamento di un sistema politico a discapito di un altro. ma risale ai greci. Pirro decise di intervenire in Sicilia.C. I Mamertini si stancarono della tutela cartaginese e fecero appello a Roma. la democrazia dal popolo riunito nei comizi. Pirro lasciò incompiuta la Situazione in Sicilia e si recò in Italia ma le sue truppe furono costrette alla ritirata. Il re Ierone di Siracusa però capì subito che l’alleanza cartaginese era pericolosa per Siracusa: decise di concludere una pace.che si estendeva dalle coste dell’Africa settentrionale a quelle della Spagna meridionale.C. Nel 255 a. La flotta di Roma ottenne un’importante vittoria contro Cartagine a Milazzo. La flotta romana che era riuscita a trarre in salvo i superstiti della sconfitta. Solo dopo qualche anno Roma fu in grado di costruire una nuova flotta. In Sicilia la strada fu diversa: alle comunità un tempo soggette a Cartagine venne imposto il pagamento di un tributo annuale che consisteva in un parte del raccolto di cereali di cui la Sicilia era una grande produttrice. LA PRIMA PROVINCIA ROMANA Nella penisola. La prima provincia romana di Sicilia non si estendeva sull’intera isola: esistevano ancora alcuni stati formalmente indipendenti come il regno Siracusano e la città . Questa decisione aprì la lunghissima: prima guerra punica (264-241 a. che lo lasciava in possesso di ampio territorio della Sicilia orientale e si schierò dalla parte di Roma. Roma decise di intervenire. Cartagine fu costretta a chiedere la pace il trattato prevedeva che l’intera Sicilia e le isole tra la Sicilia e l’Italia dovessero essere liberate e il pagamento di un indennizzo di guerra. ricorrendo ad un prestito dai cittadini più facoltosi. Da questo momento il termine provincia. I romani riuscirono a respingere da Messina i cartaginesi e siracusani. che avevano deciso di allearsi con i loro vecchi nemici contro la coalizione tra Roma e i Mamertini. Venne allestita una flotta di 200 Quinquiremi che sconfisse la flotta cartaginese nelle Isole Egadi nel di 241 a. I primi anni di guerra furono decisivi. incappò in una tempesta e perse buona parte delle sue navi. Cartagine conservava un saldo controllo su molte località costiere della Sicilia: a Roma si decise di creare una grande flotta contando anche sull’aiuto delle città greche dell’Italia meridionale che fornirono marinai e comandanti.). città e popolazioni erano state direttamente incorporate nello Stato romano oppure legate da trattati che prevedevano l’invio di truppe in aiuto e una larga autonomia interna. il mantenimento dell’ordine interno e la difesa delle aggressioni esterne nei nuovi possedimenti siciliani vennero affidati ad un magistrato romano inviato annualmente nell’isola. che sarebbe stato restituito in caso di vittoria. dopo varie vittorie il generale Marco Attilio Regolo non seppe gestire bene i successi: imponendo condizioni durissime. che originariamente indicava semplicemente la sfera di competenza di un magistrato viene ora ad assumere il significato di territorio soggetto all’autorità di un magistrato romano. attratta dalla conquista dello stretto e della ricchissima Sicilia. L’amministrazione della giustizia.C. Roma volle attaccare Cartagine direttamente nei suoi possedimenti africani l’invasione iniziò nel 256 a. Regolo venne duramente battuto da un esercito cartaginese comandato dal mercenario spartano Santippo. A questa seguiranno altre sconfitte.C. Grazie alla sua netta superiorità delle forze navali.C. dalla Sardegna alla parte occidentale della Sicilia. e inviò un esercito in soccorso dei Mamertini. fece fallire trattative di pace rafforzando la determinazione dei cartaginesi. alleata di Messina. TRA LE DUE GUERRE La città di Cartagine non era in grado di assicurare il pagamento delle numerose truppe mercenarie a causa di una crisi finanziaria. I mercenari, si ribellarono coinvolgendo alcune delle popolazioni dell’Africa settentrionale soggette a Cartagine. Quando i Cartaginesi allestirono una spedizione per recuperare la Sardegna, dove i mercenari si erano ribellati e avevano chiesto aiuta a Roma, ci fu uno scontro. I cartaginesi non potevano affrontare un altro conflitto furono quindi costretti a cedere la Sardegna, che insieme alla Corsica andò a formare la seconda provincia romana dopo la Sicilia. Roma intervenne anche nell’Adriatico. Approfittando del declino dell’Epiro, dopo la sconfitta e la morte di Pirro, il regno di Illiria con le sue scorrerie di pirati arrecava numerosi danni alle città greche con numerosi mercanti italici che frequentavano i porti. Roma inviò delle proteste alla regina degli Illiri, Teuta e davanti al rifiuto della regina decise di dichiarare guerra. La prima guerra illirica si risolse a favore di Roma. Teuta fu costretta a cedere la reggenza. Agli Illiri fu proibito di navigare con più di due navi, disarmate e rinunciare ad ogni pretesa sulla città greche della costa adriatica, che divennero una sorta di protettorato di Roma. Demetrio, un collaboratore di Teuta che era passato dalla parte di Roma era stato ricompensato con la concessione di possedimenti intorno alla sua patria, l’isola dalmata di Faro. Una nuova minaccia per Roma venne da Demetrio stesso, il quale si temeva che si alleasse con Filippo V re di Macedonia. Demetrio fu costretto alla fuga presso Filippo V ma si gettarono le premesse per l’ostilità tra Roma e Macedonia. NELL’ITALIA SETTENTRIONALE: LA CONQUISTA DELLA PIANURA PADANA I romani ripresero anche l’espansione della pianura padana, annessa più tardi come provincia della Gallia Cisalpina (la Gallia delle Alpi), mossi dal desiderio di nuove terre e dalla volontà di porre fine alla minaccia delle popolazione di Celti che avevano fatto una scorreria fino a Chiusi. Dopo aver sottomesso i Celti Insubri e conquistato nel 222 a.C. il loro centro principale Mediolanum (Milano), diedero il via a un progetto di espansione attraverso la fondazione di colonie (Piacenza e Cremona) e la costruzione di strade per collegare Roma a Rimini attraverso via Flaminia e Piacenza con la vie Emilia. Mentre Roma guadagnava posizioni nell’Adriatico e nell’Italia Settentrionale, Cartagine cercava i costruire una nuova base per la sua potenza in Spagna. La conquista della Spagna potrebbe apparire quasi un affare privato della famiglia Barca: le operazioni furono condotte prima da Amilcare, poi dal genero Asdrubale e infine dal figlio di Amilcare, il celebre Annibale. L’avanzata dei Barca destò l’allarme della città greca di Marsiglia, che nella Spagna settentrionale aveva interessi economici e naturalmente di Roma di cui Marsiglia era fedele alleata. Un trattato prevedeva che gli eserciti cartaginesi non potessero oltrepassare in Nord del fiume Ebro e i romani il Sud. Roma però aveva stipulato un trattato di alleanza con la città di Sagunto che si trovava a sud dell’Ebro. LA SECONDA GUERRA PUNICA La seconda guerra punica (218) si sviluppa in Spagna, dove i cartaginesi riuscirono ad espandersi, destando l’attenzione di Roma e procedendo con questa a firmare il Trattato dell’Ebbro nel 229 (fiume della Spagna vicino i Pirenei), che prevedeva le sfere di influenza di entrambi i contendenti: i cartaginesi infatti ottennero le sfere di influenza delle città al di sotto dell’Ebbro, Roma di quelle al di sopra dell’Ebbro. Cartagine per motivi personali invade Sagunto, città spagnola del meridione, che anche se alleata con Roma, quest’ultima non poteva intervenire in base al trattato. Sagunto a questo punto fu distrutta e Roma costretta ad intervenire. Ha così inizio la seconda guerra punica. Questa seconda punica fu la più importante delle tre, perché coinvolse più fronti: parte dalla Spagna, si sviluppa in Italia, Sicilia, attacca il settore orientale (Filippo V di Macedonia). In Sicilia, Gerone muore e il nipote che gli succede si allea con i cartaginesi; Filippo V approfitta della situazione in cui si viene a trovare Roma per imporre il suo potere nelle città greche orientali. Roma fu messa in difficoltà dai diversi focolai che la guerra aveva generato. La guerra fu condotta da Annibale (della famiglia dei Barca, nemici di Roma), che oltrepassate le Alpi riesce a sconfiggere i romani nel Ticino, Trabia e nel Trasimeno e a sollevare contro i romani tutti i popoli che incontrava, ormai non più disposti a sottostare a Roma. Annibale riesce a vincere i romani anche a Canne (Canosa di Puglia) e si ritira a Capua aspettando rinforzi dalla Spagna. Roma contrattaccò attuando la tattica del temporeggiatore (la guerra infatti durò molto) che poteva andar bene per i romani, ma non per chi si trovava in suolo straniero, in seguito alla impossibilità di rifornirsi. In Sicilia i siracusani si schiereranno con Cartagine; ma i romani riusciranno a sconfiggerla. La fine della guerra sarà portata in Africa, dove Scipione l’Africano riuscirà a sconfiggere i romani. Massinissa, re della Numidia, regno confinante con Cartagine, che verrà nominato guardiano da Roma per le città cartaginesi conquistate, grazie all’aiuto che portò alla città, forte del suo potere cominciò a togliere terre ai cartaginesi, che in funzione del Trattato dell’Ebbro non potevano dichiarargli guerra. Dovettero per molto tempo subirlo. Questo farà scoppiare la terza guerra punica. LA TERZA GUERRA PUNICA Cartagine dopo la sconfitta si era ripresa dal punto di vista economico. In questi territori continuavano le dispute con la Numida. Cartagine, secondo i trattati non poteva dichiarare guerra senza il consenso di Roma, che non glielo diede. Il re della Numidia aveva inglobato nel duo regno alcuni territori di Cartagine che inviò un esercito contro Massinissa. L’esercito cartaginese venne distrutto e avendo violato la clausola del trattato con Roma venne definitivamente attaccata dai romani. Dopo un lungo assedio la città di Cartagine fu saccheggiata, rasa al suolo e il suo territorio fu trasformato nella nuova provincia dell’Africa. LA SECONDA GUERRA IN MACEDONIA Roma si impegnò in un altro conflitto di grandi proporzioni contro Filippo V di Macedonia. Causa della guerra fu l’attivismo di Filippo V nell’area dell’Egeo che lo portarono a scontrarsi con le die maggiori potenze dell’area, il regno di Pergamo e la Repubblica di Rodi. Le tensioni sfociarono in guerra aperta, i coalizzati rivolsero all’aiuto di Roma. Nella città, dopo un acceso dibattito si votò per la guerra. Si decise di inviare un ultimatum a Filippo, probabilmente una mossa di carattere puramente propagandistica per presentare Roma come protettrice della Grecia. Il re macedone ignorò l’ultimatum, la mossa diplomatica valse a Roma il sostegno di alcuni stati quali Atene. Alla Lega Etolica si aggiunse la coalizione antimacedone. Il giovane console Flaminio comandante delle forze romane aveva avviato trattative di pace chiedendo la liberazione della Tessaglia una regione sotto il dominio macedone, ma la richiesta venne respinta. Comunque ad uno ad uno gli stati della Grecia si schierarono dalla parte dei ‘liberatori’ persino la Lega Achea da anni alleata alla Macedonia. Filippo decise di avviare trattative di pace rifiutate da Flaminio che in battaglia annientò l’esercito di Filippo V. Flaminio proclamò l’autonomia e la libertà, anche di versare i tributi degli stati un tempo soggetti a Filippo V. Roma per adesso non voleva assumere il governo della Grecia. Sarebbe tornata di lì a poco. LA GUERRA SIRIANA Antioco III re di Siria approfittando della debolezza dell’Egitto e delle difficoltà del regno di Macedonia e stava estendendo la sua egemonia sulle città greche della costa occidentale dell’Asia minore. Roma chiese la cessazione degli attacchi. Gli Etoli nel frattempo erano scontenti di quanto avevano ottenuto in cambio del loro importante aiuto militare nella lotta contro Filippo. La guerra fredda fra Roma e Siria si trascinò fino a quando la Lega Etolica invitò Antioco a liberare la Grecia dai suoi falsi liberatori romani. Per la grave inferiorità numerica il re di Siria venne duramente sconfitto alle Termopoli dai romani e si rifugiò in Asia Minore. Lucio Cornelio Scipione fratello dell’Africano invase l’Asia minore con il sostegno di Filippo V di Macedonia. Nel frattempo la flotta romana assistita da Pergamo e Rodi sconfiggeva i Siriaci nell’Egeo. L’esercito Antioco venne completamente distrutto. Roma per adesso non voleva impegnarsi nel Mediterraneo orientale. I visti territori strappati ad Antico vennero infatti spariti tra i due fedeli alleati di Roma e il re di Pergamo e la Repubblica di Rodi, che ottennero l’autonomia. A Roma nel frattempo ci fu un ‘processo agi Scipioni’. Alcuni tribuni della plebe accusarono Lucio Cornelio Scipione di essersi impadronito di una parte dell’indennità di guerra di Antioco. Mentre contro Scipione l’Africano l’accusa era di aver condotto trattative segrete con il re di Siria. Il processo era ispirato da Marco Porcio Catone che più che latro era preoccupato dall’individualismo degli Scipioni pericoloso per la nobilitas romana. La legge Villia introdusse un obbligo di età minima per rivestire le diverse magistrature e un intervallo di un biennio tra una carica e l’altra che si affiancava alla legge che proibiva di rivestire un secondo consolato entro un decennio dalla prima elezione. LA TERZA GUERRA MACEDONIA A costruire ancora una minaccia per Roma c’era il Regno di Macedonia. Dopo la morte di Filippo V gli era succeduto il figlio di Perseo. Molte città greche erano insofferenti nei confronti dei romani e cominciarono a guardare con favore Perseo. Agli occhi di Roma questo fatto costituiva una minaccia. Ogni azione militare di Perseo anche se non riguardava direttamente Roma veniva vista come gesto di sfida. Iniziarono così i preparativi di guerra, l’esercito di Perseo fu distrutto il re fu portato prigioniero in Italia e la monarchia venne abolita in Macedonia. La regione venne suddivisa in quattro repubbliche che non potevano intrattenere alcun rapporto tra loro. I quattro stati dovevano versare un tributo a Roma, anche l’Illiria venne divisa in tre stati. La lega Achea fu costretta a consegnare 1000 persone sospette in Italia. I molossi che si erano schierati con Perseo videro devastato il loro territorio e vennero ridotti in schiavi migliaia di abitanti. Rodi solo per aver tentato una mediazione tra Roma e Perseo si vide perdere i territori che Roma stessa gli aveva consegnato nella guerra contro la Siria. La città venne colpita anche per la creazione di un porto nell’isola di Delo in cui le merci erano esentate dai dazi. Di conseguenza buona parte delle rotte commerciali vennero deviate su Delo. LA GUERRA MACEDONICA E LA GUERRA ARCAICA In macedonia un tale Adrisco, facendosi passare per figlio di Perseo, riuscì a prelevare sulle deboli milizie repubblicane e organizzare le forze macedoni sotto la bandiera monarchica. Dopo qualche anno Ardisco venne eliminato. Inoltre ci fu la guerra con la lega achea che fu brevissima e che vide la città di Corinto saccheggiata e distrutta. La macedonia venne ridotta a provincia romana. Tutte le leghe in Grecia vennero sciolte, ovunque furono imposti i regimi aristocratici di provata fedeltà. L’ETA’ DEI GRACCHI (133-121 a.C.) Il II secolo a.C. è il secolo in cui incomincia un periodo di crisi che porterà all’Impero, un periodo contrassegnato da guerre civili e da profonde trasformazioni. Mutamento degli equilibri sociali: Annibale aveva percorso l’Italia e inferto profonde ferite alla sua agricoltura. Le continue guerre avevano tenuto i romani a lungo lontani dalle loro case. Le conquiste esterne avevano però comportato anche un grandissimo afflusso di ricchezze, tantissimi schiavi, e la diffusione di tantissime idee greche a Roma. Gli indennizzi avevano fatto affluire ingenti capitali che avevano modificato la struttura sociale ed economica fino ad allora essenzialmente agricola. I romani e gli italici si erano introdotti nel commercio (olio, vino, grano, schiavi): i negotiatores (uomini d’affari, spesso organizzati in società) operavano nelle province acquisite di recente a Roma. Essi esercitavano anche professioni bancarie. Tali attività erano favorite dallo sviluppo di strade e porti. Molti senatori avevano fatto fortuna con i commerci anche se li esercitavano e lo ritirò. essi volevano far parte del tribunale permanente che perseguiva le estorsioni che i magistrati delle provincie facevano ai danni delle comunità o dei singoli. non potevano svolgere queste attività). si consideravano difensori dei diritti del popolo e propugnavano la necessità di riforme in campo politico e sociale. Con i contratti con l’oriente a Roma e in Italia ci fu la diffusione dell’ellenismo. sostenitori dell’autorità del senato. Erano spesso schiavi colti (che venivano poi liberati) e amministravano con competenza le case. Essi comprendevano figli e fratelli di senatori. Le rivolte più gravi scoppiarono in Sicilia. educati ed istruiti normalmente da nutrici e precettori di cultura greca. (dove i più diffusi estesi erano i latifondi e pascoli). . Di qui la necessità di una serie di norme che mirassero a restringere l’estensione di terreno pubblico che poteva essere occupato. entrambi scaturite dalla nobilitas gli optimates e populares. Caio Lelio amico di Scipione Emiliano aveva proposto un progetto in tal proposto che trovò subito contrasto nel senato tanto che egli preferì rinunciare. La crisi della piccola proprietà tendeva a favorire la concentrazione dell’agro pubblico nelle mani dei proprietari terrieri ricchi e potenti. Questo contribuì a creare una massa urbana sempre più consistente (questo creava problemi di sussistenza e di approvvigionamento).C. CRISI DELLA PICCOLA PROPRIETA’ FONDIARIA Il massiccio ricorso degli schiavi. I populares scaturiti anche loro dall’aristocrazia. vino. Il tentativo di riforma di Caio Lelio: le guerre di conquista avevano fatto crescere l’ager pubblicus. L’agricoltura destinata a prodotti per la commercializzazione (olio. Il moltiplicarsi delle grandi tenute a personale schiavile e di zone destinate al pascolo sorvegliate da schiavi armati. Parti di esso erano concesse in uso a privati a titolo di occupatio: la proprietà restava sempre dello Stato. bestiame) aver bisogno di vaste superfici coltivabili o da destinare al pascolo. uomini d’affari. l’importazione di grandi quantità di grano e di materie prime mettevano a dura prova l’agricoltura d’autosussistenza. ricchi proprietari terrieri. Il modello di proprietà tendeva a diventare una grande azienda agricola (la villa agricola) basata sullo sfruttamento intensivo di schiavi. Gli optimates si richiamavano alla tradizione degli avi. crearono il presupposto per l’esplodere di certe rivolte. diretta da schiavimanager che a loro volta facevano lavorare schiavi-operai e schiavi-agricoltori. Questo aveva favorito l’ascesa degli equites (cavalieri). proprietà e patrimoni dei loro padroni. Rivolte servili. Esclusi dal cariche politiche. I piccoli proprietari già impoveriti dalla guerra e dal fatto che erano stati per molto tempo lontani dai campi si erano trovati spesso nella condizione di vendere le proprie proprietà. OPTIMATES E POPULARES Nella classe dirigente romana cominciarono a delinearsi due fazioni. Molti piccoli proprietari costretti a vendere si recavano a Roma in cerca di occupazione. I figli dei romani più ricchi erano cresciuti. terreno di probità dello Stato romano.grazie a prestanome (per la Lex Claudia 218 a. si autodefinivano boni ‘gente dabbene’. L’utilizzo era garantito dietro un pagamento del tutto irrisorio. fu eletto tribuno della plebe. Il giorno in cui il progetto doveva essere votato nei comizi tributi. Scopo principale della legge per recuperare il ceto dei piccoli proprietari terrieri. La legge fu così approvata. il tribuno della plebe Marco Ottavio pose il suo veto impedendone l’approvazione (indotto dagli ambienti conservatori). Fulvio Flacco propose che tutti gli alleati che facevano richiesta potessero ottenere la cittadinanza romana o il diritto di appellarsi al popolo (provocatio) contro eventuali abusi di magistrati romani. ma l’opposizione non si placò e Tiberio nel timore di perdere l’inviolabilità personale pensò di presentare la candidatura al tribunato anche per l’anno successivo. Caio propose di estendere anche la cittadinanza romana ai latini e di concedere alcuni vantaggi giuridici gli altri italici. CAIO GRACCO Nel 123 a. Fu allora facile per gli avversari insinuare che egli intendesse aspirare al potere personale.LA LEGGE FRUMENTARIA: assicurò ad ogni cittadino residente a Roma una quota mensile di grano a prezzo agevolato. Tra ricchi proprietari degli alleati latini e italici ci fu un malcontento generale. Caio propose l’istituzione di nuove colonie di cittadini romani sia in Italia che nel territorio della distrutta Cartagine. Nel corso di due mandati consuntivi riprese la riforma del fratello.TIBERIO GRACCO Membro della nobilitas. I grandi proprietari si ritennero espropriati di risorse che seppure abusivamente consideravano proprie. figlio di Tiberio Sempronio Gracco trionfatore in Spagna. L’opposizione alla proposta fu vastissima tanto che essa non poté neanche essere discussa. partito per l’Africa il senato si servì di un tribuno per contrastare le leggi di Caio.C. insieme con i giuristi Crasso suocero di Caio e Muccio Scevola. La morte di Tiberio non pose fine all’attività triumvirale della riassegnazione di terre nel Piceno. Tiberio propose all’assemblea di destituirlo perché violava il bene del popolo. Un altro provvedimento prevedeva che il senato dovesse decidere prima delle elezioni consolari quali tra le province dovessero essere classificate consolari (dunque da assegnare ai futuri consoli) per impedire che una scelta fatta dopo fosse influenzata da ragioni personali e politiche. console avrebbero avuto il compito di ripartire i terreni in eccesso da distribuire ai cittadini più poveri. Poi che gran parte delle terre erano già distribuite.LA LEGGE AGRARIA: fu ritoccata e aumentati i poteri della commissione triumvirale. . Nel corso di comizi elettorali in gruppo di avversari e senatori lo assalì e lo uccise insieme ai suoi sostenitori. Marco Livio Druso e per creare . fratello minore di Tiberio. Il progetto di legge fissava all’occupazione di agro pubblico un limite di 500 iugeri (125 ettari) con l’aggiunta di 250 iugeri per figlio fino a un massimo di 1000 iugeri. in Lucania e Campania. Un collegio di triumviri eletto dal popolo e composto da Tiberio il fratello Caio e il suocero era PRINCEPS (presidente del senato). Approfittando dell’assenza di Caio. Grandi granai pubblici appositamente costruiti dovevano custodire le grandi quantità di cereale necessarie per le distribuzioni. . Tiberio volle riprendere nell’anno del suo tribunato della plebe il tentativo di operare una riforma agraria tramite nomine che limitassero la quantità di agro pubblico posseduto. Al suo ritorno a Roma Caio si rese conto che la sua popolarità era in declino e infatti non venne rieletto. Il console sconfisse ripetutamente Giugurta ma non del tutto. Consolidato il possesso delle isole verso la Spagna (Sardegna e Corsica) furono conquistate anche le Baleari. approfittando di una ribellione a Pergamo. Mario era un homo novus. Ma Giugurta volle anche la porzione del fratello e cinse d’assedio la capitale del regno. Morto il figlio di Massinissa (vedi guerra punica) il regno fu conteso tra i tre eredi. Roma optò per la divisione della Numidia tra i due fratelli. Roma fu costretta a scendere in guerra. Mario mentre era impegnato sul fronte militare avere creduto utile appoggiarsi a Saturnino. Soprattutto grazie all’opera di Cornelio Silla. In questo clima venne eletto Caio Mario al consolato gli venne affidato il comando della guerra contro Giugurta. legato di Mario. Giugurta presa la città fece uccidere non solo il fratello ma anche i romani e gli Italici che vi svolgevano le loro attività. I ripetuti tentativi di respingerli si risolsero in catastrofi. un nobile che era entrato in lotta con delle fazioni conservatrici. La Numidia fu assegnata a un nipote di Massinissa. A questo seguirono una serie di tumulti e disordini il senato fece ricorso alla procedura del senatus consultum ultimum affidando ai consoli il compito di tutelare bene lo Stato con qualsiasi mezzo. zia del futuro Giulio Cesare e si era in questo modo imparentato con un’antica anche se decaduta famiglia Patrizia. Bocco tradì Giugurta e lo consegnò ai romani.scompiglio politico. bisognoso di nuove truppe per la guerra contro Giugurta e per le invasioni da parte dei Cimbri e Teutoni. molto abile politicamente.C. Ogni legione non era più organizzata in trenta piccola unità ma in dieci coorti di 600 uomini ciascuna. Le prime operazioni militari furono poco soddisfacenti per Roma. Il più spregiudicato Giugurta uccise uno dei fratelli e l’altro fu costretto a rifugiarsi a Roma. dove venne istituita una provincia romana d’Asia. Con il suo esercito Mario ritornò in Africa e dopo tre anni riuscì grazie a delle trattative diplomatiche a rompere l’alleanza tra Giugurta e il suocero Bocco re di Mauretania. Le operazioni poi furono condotte dal console Metello affiancato da Caio Mario. usando come pretesto l’aumento del prezzo del grano. A Roma cresceva la polemica verso l’incapacità dei generali e aumentava la paura che queste popolazioni potessero raggiungere l’Italia. Mario. Dopo Mario questa divenne una pratica regolare. Mario venne rieletto console per cinque volte di seguito e gli fu affidato il comando della guerra. Nel 100 a. Mario venne eletto al suo sesto consolato. In Gallia rispondendo a una richiesta d’aiuto alleata Marsiglia minacciata da tribù galliche furono inviate delle truppe che portarono al controllo di quelle terre. fedele a Roma. minacciando la nuova provincia in Gallia. Fra i romani sconfissero entrambe le popolazioni. Nel frattempo due popolazioni germaniche Cimbri e Teutoni avevano iniziato un movimento migratorio verso sud. Aveva sposato Giulia. la parte rimanente a Bocco. Cirta. aprì l’arruolamento anche ai nullatenenti. con la costituzione di una provincia piccola ma ricca che aveva buoni rapporti con il Re della Numidia. I sostenitori dei Gracchi vennero uccisi e lo stesso Caio si fece uccidere da uno schiavo. Saturnino era stato rieletto tribuno della plebe . Mario riorganizzò l’esercito. GIUGURTA E L’AFRICA Scipione Emiliano aveva regolato le questioni africane dopo la guerra punica. Nel frattempo Roma si espandeva in Asia. Si ebbero sconfitte e distruzioni su entrambi i fronti. Saturnino ottenne la rielezione a tribuno anche per l’anno successivo mentre Glaucia si candidava al consolato. duranti i quali un avversario di Glaucia fu assassinato.C. Dall’altro restituì ai senatori i tribunali permanenti. Delle distribuzioni agrarie e frumentarie beneficiavano i soli cittadini romani: non solo erano esclusi. I romani si trovarono a combattere contro gente armata e addestrata allo stesso loro modo. Saturnino contando sull’appoggio di Mario propose una legge agraria che prevedeva assegnazioni di terre in Gallia meridionale e in Sicilia.Gaucia suo compagno di parte popolare. Gli scopi degli insorti non erano completamente unitari: in alcuni prevaleva l’esigenza di conseguire la cittadinanza romana in altri. L’incerto andamento delle operazioni fece maturare Roma già nel 90 a. Ancora una volta l’opposizione fu vastissima e furono dichiarate nulle le sue leggi e Druso venne assassinato. Glaucia nel frattempo aveva restituito le giurie permanenti ai cavalieri. Durante le votazioni scoppiarono i tumulti. propose la concessione della cittadinanza romana agli italici. L’assassinio di Druso fece scatenare la rivolta armata contro Roma da parte degli alleati italici. con i quali avevano condiviso campi di battaglia. Egli tentò di destreggiarsi tra le varie politiche. Le guerre si scatenarono in tutta l’Italia vi parteciparono tutte le popolazioni tranne Etruschi. Il prestigio di Mario uscì compromesso dalla vicenda tanto che preferì allontanarsi da Roma per svolgere una missione diplomatica presso Miritade. Il senato non attendeva altro per proclamare il senatus consultum ultimum Mario. ma vedevano riassegnati i terreni a cittadini che erano da loro a lungo utilizzati. non potevano condividere le funzioni di comando.C. una soluzione politica. come la legge agraria volta alla distribuzione di terra e l’istituzione di nuove colonie e una legge che abbassava ulteriormente il prezzo del grano. Umbri. Con un primo provvedimento si erano autorizzati i comandanti militari ad accordare la cittadinanza agli alleati che combattevano ai loro ordini. LA GUERRA SOCIALE La condizione di cittadino romano era divenuta sempre più vantaggiosa e ciò aumentava le rivendicazioni degli Italici. con identiche tecniche di attacco e difesa. ricevevano bottino. In questa atmosfera fu eletto dai tre tribuni delle plebe nel 91 a. MARCO LIVIO DRUSO Continuava il conflitto fra senatori e cavalieri per impadronirsi dei tribunali permanenti per i processi di conclusione. avevano punizioni più gravi. lo spirito di rivalsa contro Roma. come consolare non poteva rifiutare. che pur vedevano largamente coinvolti anche i loro interessi. Venne approvata poi una legge (lex Iulia de civitate) che concedeva la cittadinanza agli alleati rimasti . La guerra fu lunga e sanguinosa. re del Ponto. Marco Livio Druso (che si era opposto a Caio Gracco). pretore. anche se era contro i suoi amici che vennero uccisi. città Latine e della Magna Grecia. La struttura dell’esercito stesso era concepita a favore dei cittadini romani: gli alleati pagavano più imposte. proponendo però l’ammissione dei cavalieri in senato (da 300 a 600 membri) infine. che inoltre avevano ampiamente contribuito ai successi militari di Roma. Non avevano parte nelle decisioni politiche. economiche e militari. Da un lato promulgò provvedimenti di contenuto popolare. Roma decise di inviare in oriente una legazione. La sola Rodi rimase fedele a Roma. Mitridate scese così in guerra contro i romani. Perforazione si fondò su un’opera di propaganda rivolta al mondo greco. Per suo ordine più di 80.C. affidando il comando della guerra a Sila. La . Gli interessi di molti iniziarono a convergere verso le città che diventava sempre più grande. MITRIDATE VI Durante la guerra sociale. c’era una situazione allarmante in Oriente. Nella penisola anatolica c’era un forte frazionamento politico. i successi più importanti furono conseguiti da Cneo Pompeo Strabone. al quale si presentò come sovrano ‘benefattore’. caposaldo del commercio romano in oriente e la stessa Atene. vennero massacrati. Ma il re spodestato dalla Bitinia si ritenne autorizzato a condurre scorrerie nel territorio del Ponto. nella favorevole posizione di aggredito e di vittima. con l’incarico di rimettere sul trono dei paesi legittimi re. Con la concessione della cittadinanza si inaugurava un processo di unificazione politica dell’Italia e una nuova della storia delle istituzioni di Roma. sfruttando il malcontento verso i romani in Oriente. Mitridate inoltre si era impossessato anche della Cappadocia dopo la morte di Saturnino. Gran parte del mondo greco si sollevò contro il dominio romano. Se gli alleati dovevano essere trasformati in cittadini romani essi al pari degli altri dovevano essere iscritti nelle tribù. Fu eletto console nell’88 a. con il giovane giglio Cneo Pompeo e ai giovani Cicerone e Catilina. infatti si fossero stati ripartiti le intere 35 tribù e si fossero recati in massa a Roma e sarebbero stati la maggioranza in ciascuna tribù. Nel 92 a. Silla non esitò a marciare su Roma. Silla. Mitridate VI divenuta re del Ponto era riuscito a stabilire accordi con la vicina Bitinia. La guerra sociale e quella contro Mitridate avevano portato a un impoverimento complessivo dello Stato. aderirono al nuovo liberatore. Importanti successi militari si attribuirono anche a Cornelio Silla che riconquistò parte del Sannio e la Campania. Il senato era molto attento alle sue mosse. Anche l’isola di Delo(dove gli italici furono sterminati). Per esercitare i loro diritti i neo cittadini dovevano recarsi a Roma per partecipare personalmente alle assemblee. i neo cittadini in questo modo avrebbero influito poco. Travolte le forze romane. amico di Druso si adoperava per privare la Silla del comando della guerra e contemporaneamente riprendeva il problema dell’inserimento dei nuovi cittadini italici nelle tribù romane. Questo poteva ridurre cambiamenti radicali. Tali misure circoscrissero la rivolta. tra cui anche l’inserimento dei neo cittadini nelle 35 tribù. Roma decise di intervenire. in contrasto tra loro. fu presto padrone di tutta l’Asia. La situazione però a Roma era grave. Roma aveva da provincia d’Asia che aveva favorito però la coesistenza di molti piccoli stati. Rufo fu costretto ad attuare delle riforme. Fece approvare il trasferimento del comando della guerra contro Mitridate da Silla a Mario.000 tra Romani e Italici. SILLA MARCIA SU ROMA A Roma il tribuno della plebe Rufo.C.fedeli o alle comunità che deponevano rapidamente le armi. Le aristocrazie italiche erano riuscite a fondare i presupposti per un loro accesso alla magistratura e un successivo ingresso in senato. come pretore intervenne per ripristinare nella Cappadocia un re gradito ai romani. Mitridate approfittando dalla guerra sociale a Roma invase nuovamente la Cappadocia del suo genero Trigane e spodestando della Bitinia il nuovo re. Vennero di nuovo regolamentati l’ordine di successione alle magistrature e l’età minima per . vittima delle prescrizioni fu portato a 600 membri (ovviamente con molti suoi sostenitori). si era rifugiato in Campania dove venne raggiunto da Mario.C. Silla fece approvare alcune norme che anticipavano la sua opera riformatrice: ogni proposta di legge doveva essere approvata dal senato prima di essere sottoposta al voto popolare. sconfisse Caio Mario (figlio adottivo di Mario). Gli obiettivi principali erano i senatori e i cavalieri più in vista. Le comunità italiche che avevano appoggiato Mario subirono confische territoriali che furono assegnate a veterani di Silla. aveva ripreso la proposta di iscrivere i neo cittadini italici in tutte le 35 tribù. ritornato dall’Africa. Silla impiegò due anni per trionfare sui suoi avversari. Poiché entrambi i consoli erano morti. Nel frattempo era stato inviato un nuovo esercito in Oriente in sostituzione di quello di Silla. La dittatura doveva essere limitata. i loro beni confiscati e i loro figli esclusi da ogni carica. Il senato. Mario fu eletto console insieme a Cinna. Silla fece dichiarare nemici o suoi avversari politici: Rufo fu eliminato. futuro triumviro. Si ebbe così una nuova marcia su Roma. LUCIO CORNELIO CINNA E L’ULTIMO CONSOLATO DI MARIO Lucio Cornelio Cinna sostenitore di Mario. i comizi centuriati dovevano divenire la sola assemblea legislativa legittima. In queste operazioni si distinse Pompeo che Silla gratificò come Magnus. Silla in Grecia riuscì a sconfiggere le armate di Mitridate. si impadronì di Roma grazie a Crasso. Impadronendosi di Roma. elenchi di avversari politici i cui nomi venivano resi noti al pubblico: chiunque poteva ucciderli. ma morì poco dopo. Prima di recarsi in oriente.truppa attratta al vantaggio della guerra in oriente. Cinna cercò di anticiparlo ma fu ucciso dalla rivolta dei suoi stessi soldati. Mario fuggì in Africa. Alla notizia del ritorno si Silla. Silla introdusse le liste di proscrizione. Mitridate conservava il suo regno. i comizi centuriati dovevano divenire la sola assemblea legislativa legittima. Valerio Flacco il quale non presentò nuovi consoli ma una proposta di legge (lex Valeria) ce nominava Silla dittatore con l’incarico di organizzare lo stato. I sostenitori di Mario si rifugiarono in Africa e in Sicilia. Questo contribuì a modificare la composizione dell’aristocrazia romana. Esse non si scontrarono ma agirono parallelamente. SILLA DITTATORE PER LA RIFORMA DELLO STATO A Brindisi lo raggiuse il giovane Pompeo. era obbligato a versare una forte indennità di guerra e consegnare la propria flotta. I tribunali permanenti venero riservati in esclusiva al senato (che comunque aveva cavalieri al suo interno). a Brindisi carica di bottino nell’83 a. La città fu presa con la forza e Silla venne dichiarato nemico pubblico e molti dei suoi sostenitori uccisi. Riconquistò vari territori. si sentiva legata al proprio comandante. e i suoi decreti vennero annullati. Silla incorporò l’altro esercito romano e al suo restaurò l’ordine in Asia e in Grecia. il senato nominò secondo la tradizione un interrex. ricacciando Mitridate in Asia e in una posizione sempre più precaria. ma rinunciava al resto dell’Asia. Due armate romane si trovavano presenti in Grecia. Silla poteva finalmente sbarcare in Italia. Le riforme: ogni proposta di legge avrebbe dovuto ottenere il consenso del senato prima di essere sottoposta al voto popolare. una capeggiata da Silla. Silla aveva fretta di chiudere le trattative per far ritorno a Roma si giunse così a trattative di pace. l’altra inviata da Cinna. Cacciato da Roma. Il senato decise di affidare il comando a Crasso. Compiuta la riorganizzazione dello Stato. Silla aveva tentato di abbatterlo senza riuscirvi. Il senato ricorse a Pompeo. cercò di ridimensionare l’ordinamento Silla. anche se non aveva ancora rivestito alcuna magistratura superiore. si ritirò a vita privata nei suoi possedimenti in Campania nel 79 a. Portarono a compimento lo smantellamento dell’ordine sillano. Cotta. La rivolta si stese in tutto il sud Italia. entro il quale non era lecito mantenere o condurre eserciti in armi) fu esteso. A capo della rivolta c’era Spartaco che organizzò un considerevole esercito. il quale inizialmente subì delle sconfitte ma le cose andavano migliorando quando Sartorio perdeva popolarità e il suo alleato stesso. A Sartorio si aggiunsero le truppe di Lepido. POMPEO E CRASSO Anche se non possedevano i requisiti di carriera furono eletti entrambi consoli. che raggiunti li sconfisse pesantemente in Lucania. Il pomerium (limite sacro del territorio cittadino. ripristinarono le distribuzioni a prezzo politico del grano e restaurarono i poteri dei tribuni della plebe. Furono ridimensionati i poteri dei tribunali della plebe. In Spagna si trovava Sartorio che si era distinto tra gli uomini di Mario. sia nella guerra sociale. il ripristino delle distribuzione di frumento a prezzo politico e la restituzione delle terre confiscate da Silla per i suoi veterani. Il senato rispose con l’arma del senatum consultum ultimum (difendere lo Stato con qualsiasi mezzo). La rivolta venne stroncata. Silla abdicò dalla dittatura. dopo che avevano tentato di fuggire in Sicilia ma erano stati traditi da pirati. Ci fu un’opposizione ai suoi progetti. con i pirati e con Mitridate per mirare direttamente a Roma. MARCO EMILIO LEPIDO Padre del futuro triumviro. Il fratello di Crasso. convinto di trarre vantaggio dal suo gesto. lo uccise. limitato il loro diritto di veto è annullato quello di proporre leggi. Venne conferito a Pompeo l’imperium. dei gladiatori si erano ribellati e allora si erano uniti tanti schiavi e gladiatori da ogni parte d’Italia. dove morì l’anno dopo. Migliaia di prigionieri furono fatti crocifiggere da Crasso lungo la via Appia tra Roma e Capua. In Etruria scoppiò una rivolta in suo favore Lepido diresse in questa terra. proponendo il richiamo dei proscritti in esilio. Era governatore della Spagna Citeriore. lungo una linea virtuale tra Arno e Rubicone a comprendere quasi tutte quelle zone d’Italia che condividevano la cittadinanza romana. si unì ai ribelli e marciò su Roma.C.accedervi. LA RIVOLTA DI SPARTACO Era nel frattempo scoppiata una grande rivolta degli schiavi a Capua. Venne comunque giustiziato da Pompeo che riuscii a domare tutte le resistenze. Corsero a Roma voci su alleanze. fece modificare la composizione delle giurie dei . sia contro i Cimbri e i Teutoni. Contro di lui furono mandate delle truppe romane. Il console Lucullo aveva ottenuto varie vittorie ma sorsero dei malcontenti fra e sui soldati ormai stanchi che si rifiutarono di proseguire. In Palestina si impadronì di Gerusalemme. Ne approfittarono Mitridate e il suocero Tigrane per riprendere le ostilità. LA CONGIURA DI CATILINA Durante l’assenza di Pompeo a Roma si era verificata una grave crisi. a Metello si attribuisce la completa conquista dell’isola. Mitridate attratto dall’importanza dell’importanza del territorio che controllava l’accesso al Mar Nero. Per tre anni fu affidato a Pompeo un imperium infinitum sul Mediterraneo. Mitridate si rifugiò dal suocero in Armenia. POMPEO IN ORIENTE In oriente c’erano due grandi minacce: i pirati e Mitridate. Cicerone. decise di invaderla. I pirati però attaccavano le lenti navi commerciali depredandole dei loro carichi. Il piano fu scoperto da Cicerone che grazie al . Mitridate privo dell’appoggio del genero. Si ripresentò alle lezioni consolari appoggiato da Crasso. seguito dal giovane Giulio Cesare a lui collegato. Pompeo cacciò rapidamente i pirati dal Mediterraneo e gli venne affidata anche la guerra contro Mitridate. Riuscì invece eletto console un homo novus. risultò che il suo regno lo avesse lasciato in eredità ai romani. Dopo alcuni tentativi di combattere i pirati fu inviato un comando speciale Marco Antonio (padre del futuro triumviro) che si concentrò sull’isola di Creta con scarso successo. I romani avevano tollerato che in quelle acque i pirati potessero agire (per il commercio di schiavi verso la penisola). Nel frattempo era diventata inevitabile la guerra con Mitridate. all’ultimo momento respinto. Mise in atto una cospirazione che mirava a sopprimere i consoli e terrorizzare le città. Catilina nel corso dell’anno mise a punto un programma elettorale che pensava l’avrebbe condotto al consolato: basato sulla cancellazione dei debiti e rivolto non tanto alle classi sociali più basse. Abbandonato dai suoi antichi sostenitori (Cesare e Crasso) Catilina. Riorganizzate le sue conquiste Pompeo rientrò a Roma carico di gloria e bottino. il commercio era divenuto sempre più difficile. quanto agli aristocratici rovinati per vari motivi. Pompeo riuscì a convincere il re dei Parti di tenere impegnato Tigrane mentre egli marciava verso il Ponto. uscì di nuovo battuto nelle elezioni. La pirateria aveva preso forza per l’importanza assunta dal commercio degli schiavi. Infatti alla re di Bitinia. Confermato a Tigrane il trono dell’Armenia lo privò della Siria (di cui ne fece provincia romana).tribunali permanenti togliendo l’esclusiva ai senatori e ripartendoli in porzioni uguali tra senatori e cavalieri. si fece uccidere per non cadere in mano ai romani. Catilina aveva dilapidato la fortuna per la campagna per ottenere il consolato. sostenitore di Pompeo che nella campagna elettorale aveva attaccato la corruzione. la violenza Catilina. Pompeo sbarcava a Brindisi convinto di ottenere dal Senato la ratifica degli assetti territoriali da lui decisi in Oriente e le concessioni di terre ai suoi veterani. Ottenute le prove scritte della cospirazione Cicerone fece condannare cinque tra i seguaci di Catilina. DAL PRIMO TRIUMVIRATO ALLE IDI DI MARZO Il ritorno di Pompeo e il cosiddetto primo triumvirato. Furono poi fare ratificare tutte le decisioni assunte da Pompeo in Oriente. Giulia (si rivelò un matrimonio felice). L’accordo fu cementato anche dal matrimonio dell’ormai maturo Pompeo e della giovanissima figlia di Cesare. con Pompeo e Crasso appoggiare la candidatura al tribunato della plebe di Publio Clodio Pulcro. Il primo triumvirato fu invece un accordo privato e segreto in base al quale Cesare avrebbe dovuto essere eletto console e varare una legge agraria che sistemasse i veterani di Pompeo. In un secondo momento venne incluso nelle assegnazioni l’agro campano.) chiamato dai moderni primo triumvirato. Deluso e amareggiato Pompeo si riavvicinò allora a Crasso e al suo emergente alleato Cesare.senatus consultum ultimum del senato costrinse Catalina ad allontanarsi da Roma. l’anno precedente si era fatto adottare da una famiglia plebea.) Cesare volle. IL TRIBUNATO DI PUBLIO CLODIO PULCRO Partendo per le provincie a lui attribuitegli (58 a. con i quali strinse un accordo (60 a. proprio per potersi presentare al tribunato della plebe. da cui i patrizi erano esclusi. Nel 62 a. Antonio e Lepido. in cui furono insediati anche cittadini nullatenenti padri di famiglie numerose. ad eccezione della Campania. Sul finire del consolato il tribuno della plebe Publio Vatinio fece votare un provvedimento che attribuiva a Cesare per cinque anni il proconsolato della Gallia Cisalpina con il diritto di nominare i propri legati e di fondare colonie. Anche se l’unico triumvirato riconosciuto fu quello tra Ottaviano.C. Catilina cadde combattendo valorosamente alla testa dei suoi. CAIO GIULIO CESARE CONSOLE Cesare fu eletto console nel 59 a..C.C. Per i fondi necessari sarebbero stati utilizzati i bottini di guerra di Pompeo. Anche Crasso avrebbe ottenuto vantaggi per i cavalieri e le compagnie di appaltatori che gli erano particolarmente legati.C. egli fece votare due leggi agrarie che prevedevano una distribuzione ai veterani di Pompeo di tutto l’agro pubblico rimanente in Italia. Ex patrizio coinvolto in un clamoroso scandalo nel 62 a.C. senza speranza di poter proseguire la carriera politica riservata al suo rango. Eletto il tribuno fece approvare una serie di leggi: . Su proposta di Pompeo gli venne affidata anche la Gallia Narbonese. In senato però i suoi avversari politici (soprattutto i Metelli) non accettarono questi riconoscimenti. . aveva . usanze e territori). GLI ACCORDI DI LUCCA E ALTRE CONQUISTE DELLA GALLIA Terminato l’anno del suo tribunato. forse anche indotto dalle notizie che gli giungevano da Roma. prima ancora che la legge fosse votata si era allontanato da Roma. Alla fine del 57 a. pentitosi di non aver fatto nulla per l’esilio dell’oratore e preoccupato per i successi di Cesare in Gallia. Tutte le battaglie sono descritte dallo stesso Cesare nel de bello Gallico (dove descrive minuziosamente anche popoli. .) i Galli erano divisi politicamente in diverse tribù spesso in lotta tra loro. Clodio approfittò di queste associazioni. che in tal modo partecipavano alle assegnazioni. ma non aveva smesso di utilizzare le sue bande come strumento di pressione. ma anche alla grande capacità di Cesare di adottare la sua tattica al tipo di combattimento che la situazione di volta in volta esigeva. ne era il bersaglio evidente. dove la situazione politica stava precipitando.infine un provvedimento che prevedeva l’esilio a chiunque condannasse o avesse condannato a morte un cittadino romano senza concedergli di appellarsi al popolo. . I successi di Cesare erano dovuti in massima parte alla completa disunione delle tribù galliche. CESARE IN GALLIA In Gallia Cesare riuscì ad ottenere tantissimi successi militari. i suoi avversari vollero il ritorno di Cicerone. Cicerone. Pompeo non aveva mosso un dito per venirgli in aiuto. nonché alla sua abitudine di condividere tutte le fatiche della vita militare e i pericoli della battaglia con i suoi soldati. per formare delle bande armate organizzate al suo servizio pronte all’azione. perché divenuti pericolosi strumenti per la mobilitazione delle masse urbane. sparse per la città.nessun magistrato poteva interrompere le assemblee pubbliche portando l’osservazione di auspici favorevoli. ciò comportò un progressivo aumento di coloro che ne beneficiavano. anche se la metà del paese (quella centrooccidentale) non era mai stata attraversata dalle armi romane. Clodio era tornato privato cittadino. che si moltiplicavano verso la città e con l’incremento delle liberazioni degli schiavi.le distribuzioni frammentarie fino ad allora a prezzo politico divennero gratuite.vennero di nuovo legalizzati i collegia associazioni private con fini religiosi e che il senato aveva soppresso. comunicò al senato che la Gallia poteva ritenersi pacificata. (58 a. che aveva fatto giustiziare i catilinari. La notizia fu accolta con manifestazioni si entusiasmo popolare e celebrata con cerimonie di ringraziamento che durarono 15 giorni. cosa che lo rendeva molto popolare per le truppe e le legava strettamente a lui. Uno dei bersagli preferiti di Clodio divenne Pompeo che.C.C. Non potendo opporre il veto. che quasi mai riuscirono a condurre un’azione unitaria.. A questo punto Cesare. Decimo Bruto. Cesare domate le altre rivolte. Cesare che si trovava nella Gallia Cisalpina si precipitò in Arvenia. L’anno successivo (54 a. avrebbe proposto la revoca del proconsolato di Cesare in Gallia. Tutto si svolse esattamente come i tre avevano programmato. i tre si sarebbero impegnati tramite i loro sostenitori a far eleggere Pompeo e Crasso consoli per il 55 a. Pompeo accettò l’incarico affidatogli dai consoli e sostenuto da Cicerone. la rivolta si estese rapidamente. uno dei candidati alle elezioni consolari (per il 55) aveva lasciato intendere. tentò di espugnare la città ma fu respinto. dove pose l’assedio al grande centro fortificato di Gergovia. Il 53 trascorse nella repressione di rivolte scoppiate nelle regioni settentrionali della Gallia. Cesare trovò la Bretagna in rivolta: le popolazioni costiere che svolgevano i loro traffici attraverso la Manica avevano a disposizione una grande flotta.C. senza attendere istituzioni dal Senato. La grande crisi si verificò nel 52 a. per provvedere all’approvvigionamento della città. si riunì con lui e Pompeo a Lucca (nel 56 a.appoggiato coloro che volevano il ritorno di Cicerone. Tornato in Gallia. Cominciata con lo sterminio dei Romani e Italici residenti nella futura Orleans. avevano contribuito ad aumentare le esigenze di rifornimento di cibo. veniva chiesto che si revocasse la legge sull’agro campano. il quale poté ritornare a Roma. diede un primo ordinamento alla nuova provincia (Gallia Comata). fu costretto a dirigersi verso nord per ricongiungersi alle forze del su legato che stava sconfiggendo le tribù insorte presso la futura Parigi. che consentì di raggiungere il Tamigi e portò alla sottomissione di parecchie tribù della costa. che gli conferiva poteri straordinari della durata di cinque anni (cura annonae). Ebbe così la meglio sui poderosi vascelli avversari. La popolazione di Roma era raddoppiata. sconfiggendo due tribù germaniche che avevano attraversato il fiume spingendosi nel territorio di un’altra popolazione. e le distribuzioni frumentarie gratuite di Clodio. Cesare. nella Gallia centro-occidentale sotto la guida di Vercingetorige re degli Arveni. Dopo un lungo e durissimo scontro Vercingetorige si arrese e fu inviato prigioniero a Roma dove sei anni dopo fu fatto decapitare ai piedi del Campidoglio.) dove i tre si accordarono per un progetto: il comando di Cesare in Gallia sarebbe stato prorogato per altri cinque anni e aumentate le sue legioni. Egli poté allora rivolgere la propria attenzione sul Fronte del Reno. dopo aver incontrato Crasso a Ravenna.C. Pompeo si procurò larga popolarità per aver svolto con efficienza questo compito. Cesar fece frettolosamente costruire un’armata di piccoli e leggeri battelli.C. Insieme si misero a inseguire Vercingetorige che si era rinchiuso nella piazzaforte di Alesia in attesa di rinforzi. dopo il consolato avrebbe ricevuto come provincie per cinque anni Pompeo le due Spagne e Crasso la Siria. .. che se eletto. Contro Cesare.) ebbe luogo in Britannia una vera campagna militare con un contingente di cinque legioni.C. il suo legato fece costruire degli uncini taglienti alle estremità per recidere le imbarcazioni nemiche e immobilizzarle per consentire l’abbordaggio. POMPEO CONSOLE UNICO: GUERRA CIVILE FRA CESARE E POMPEO Trascorso l’anno del loro consolato comune.C. alla fine del 49 a. che aspirava alla pretura e di Milone candidato al consolato. i romani furono massacrati e sconfitti (Disfatta di Carre). secondo Cesare (avendo ottenuto delle proroghe). per evitare ogni procedimento contro di se. occupandosi ancora del suo incarico sul rifornimento granario e amministrando le sue provincie tramite luogotenenti. Mentre secondo i suoi avversari nel 50 a. Nel 53 a. Fu una delle sconfitte più gravi mai partite da Roma.C. Venuti in contatto con i Parti in una vasta pianura della Mesopotamia. Pompeo aveva proposto un . come proconsolare era stato assente da Roma. All’inizio del 52 si affrontarono sulla via Appia le bande del Clodio. Nello stesso 52 a. dal 58 a. Approfittando dell’occasione i nemici di Cesare volevano rimuoverlo in anticipo dalla sua carica e farlo tornare a Roma da privato cittadino. la stessa curia senatori fu preda delle fiamme. tale privilegio gli era stato attribuito ad personam (grazie ad una legge che i tribuni della plebe avevano fatto votare nel 52). Alla morte del re era sorta una lotta per il trono fra i due figli. Fece votare immediatamente leggi repressive in materia di violenza (de vi) e di broglio elettorale (de ambitu) che consentirono la condanna di Milone e un equilibrio precario. Crasso aveva cercato di inserirsi nella contesa dinastica allora in atto nel regno dei Parti. Cesare. Clodio rimasto ucciso e scoppiarono tantissimi tumulti.C.C. Crasso e il figlio caddero in battaglia. Nel 54-53 a. Cesare si trovava nella necessità di rivestire nuovamente il consolato. il suo mandato sarebbe scaduto. Crasso aveva deciso di appoggiare il fratello rivale e si era spinto in Mesopotamia.C. Pompeo venne nominato allora console senza collega (consules sin collega). era morta Giulia la giovane moglie di Pompeo figlia di Cesare. Pompeo era rimasto nei dintorni di Roma. nonostante glielo sconsigliassero il re d’Armenia e i suoi stessi legati (infatti senza aver mai incontrato il grosso esercito partico non aveva informazioni sufficienti su di esso e sul modo di combattere dei nemici). Nel 53 a. Pompeo declinò ulteriori alleanze matrimoniali con Cesari e preferì sposare Cornelia della famiglia degli Scipioni. inviatogli da Cesare con un contingente. mentre Crasso era partito per la Siria. non si era riusciti ad eleggere in tempo i consoli. invece di invadere il paese da nord si rimise in marcia attraverso le steppe della Mesopotamia. cominciavano a venir meno i vincoli politici e familiari che univano Pompeo e Cesare. sicuri di poterlo mettere sotto accusa per delle illegalità sulla guerra condotta in Gallia. Pompeo iniziò ad accostarsi sempre più alle fazione ottimate più accesamente anticesariana. potendo presentare la propria candidatura anche restando assente da Roma.C. accompagnato dal figlio Publio. Divenuto il re Orode II.C.CRASSO E I PARTI Giunto in Siria. abbandonò la città diretto a Brindisi per imbarcarsi verso l’oriente.C. I consiglieri del re. con le sue truppe concentrate il Gallia. lo fecero assassinare. Cesare marciò contro di lui e sconfisse nel Ponto.) e finì con una disfatta Pompeiana.C. Cesare cominciò poi ad affrontare la minaccia occidentale contro le forze pompeiane in Spagna. giudicando compromettente l’accogliere Pompeo. Pompeo. Lo scontro decisivo tra Cesare e Pompeo ebbe luogo in Tassaglia. per cercare di mettere fine ad un moltiplicarsi di colpo di mano e di contese interpretative. diede alla luce un figlio di quest’ultimo Tolomeo Cesare. Pompeo invece aveva pensato bene di dispendersi da questa legge. ma i suoi avversari ottennero invece che si giungesse a far deporre solo la sua carica. Cesare si assicurò l’appoggio di quel regno ricchissimo e grande produttore di grano.) Farnace. Vennero inoltre nominati i successori di Cesare nelle provincie. In Egitto era in corso però una contesa dinastica tra. dando così origine alla guerra civile. prorogando per altri cinque anni il suo pro consolato in Spagna. prese posizioni in favore di Cleopatra.provvedimento che prescriveva che dovesse trascorrere un intervallo di cinque anni tra magistratura e promagistratura. Assediato dai partigiani di Tolomeo fu costretto ad attendere i rinforzi. Cesare sbarcò anch’egli ad Alessandria contrariato per l’assassinio. con il diritto di restare a Roma. Cesare ripartì per l’Africa dove si erano riorganizzati i . In questo modo se Cesare fosse stato eletto console non poteva rivestire subito il pro consolato sarebbe rimasto subito privato cittadino. Il re fu rovinosamente sconfitto e nella fuga trovò la morte nel Nilo. a Farsalo (Agosto 48 a. sia quello di Cesare che quello di Pompeo. Nel 50 a. divenne console. Pompeo intravista la sconfitta. e unirsi agli eserciti delle provincie a lui fedeli. che segnava il confine tra la Gallia Cisalpina e il territorio civico di Roma. un tribuno della plebe propose che per uscire dalla crisi si dovessero abolire tutti i comandi straordinari. Cesare sconfisse i pompeiani in Spagna. Cleopatra fu confermata regina d’Egitto insieme al fratello minore Tolomeo XIV e. Cesare no. Cesare nel 48 a. Cesare non riuscì ad arrivare in tempo per fermare il piano di Pompeo di trasferirsi in Grecia. Dopo aver sostato brevemente a Roma. Tolomeo XIII e la sorella maggiore Cleopatra (che il padre aveva destinato a succedergli). che il pretore Marco Emilio Lepido gli aveva fatto conferire. Pompeo avrebbe avuto ancora legioni al suo comando. fuggì verso l’Egitto dove contava di trovare rifugio presso i figli del Re Tolomeo XII (che lo aveva aiutato a recuperare il trono). Cesare varcò così in armi il Rubicone. figlio di Mitridate. Tornato a Roma.C. Nel frattempo (47 a. partito Cesare. Dopo aver cacciato due tribuni che avevano posto il veto (uno dei quali era Marco Antonio) il senato affidò ai consoli il compito di difendere lo Stato.C. con i consoli e buon parte dei senatori. Cesare inoltrò al senato una lettera nella quale si dichiarava disposto a deporre il comando se anche Pompeo lo avesse fatto. Cesare rivestì la carica di dittatore (per convocare i comizi elettorali). aveva tentato di approfittare della situazione per recuperare territori paterni. Ritornato per breve tempo a Roma. il quinto fino ad ottenere il titolo di dittatore a vita (dictator perpetus). Furono abbassate le qualifiche censitarie necessarie per l’ammissione all’ordine equestre. prima di partire per la campagna d’Africa era stato eletto al suo terzo consolato.pompeiani vinti che si erano assicurati l’appoggio di Giuba. il diritto di ottenere la cittadinanza romana venne esteso agli abitanti della Transpadana. su Farnace e su Giuba. vennero accordate facilitazioni ai debitori.C. Suicidandosi Giuba. Gallia e Africa.C. nel 45 a. li venne poi conferma la dittatura (per riformare lo Stato) per dieci anni. poi fu costretto a partire per la Spagna. CESARE DITTATORE PERPETUO Mentre si trovava in Egitto Cesare era stato nominato per un anno. Ritornato a Roma. il re di Numidia. ad abbracciare ormai tutta l’Italia fino alle Alpi né beneficiarono inoltre corpi militari o singoli individui e comunità della Spagna. il suo regno divenne provincia romana col nome Africa nova. Il senato fu portato da 600 a 900 membri. Fu fatto divieto ai cittadini tra i 20 e i 60 anni di rimanere assenti dal paese per più di tre anni consecutivi e fu consentito ai figli dei senatori di allontanarsene solo per incarico dello Stato. Gli fu attribuito il potere di dichiarare guerra o fare trattati di pace senza consultare il Senato e il popolo. Cesare conseguita la vittoria risolutiva a Tapso (in Tunisia). riportando i collegia alle loro funzioni originarie. Gli vennero gratificati gli onori del primo posto in Senato. Furono confermate le distribuzioni gratuite di grano. ma il numero dei beneficiati fu ridotto eliminando . con l’immissione di un grande numero di seguaci di Cesare. dove avevano ripreso fiato i suoi avversari sotto la guida dei figli di Pompeo. L’esercito nemico fu letteralmente distrutto. Ad una tanto ampia tanto concentrazione di magistrature supreme si era aggiunta via via una seria impressionante e senza precedenti di poteri straordinari: dopo Tapso era stato nominato per tre anni praefectus moribus. Cesare poteva tornare a Roma e completare la sua opera di riorganizzazione politica. Fu aumentato da 20 a 40 il numero di questori e da 4 a 6 quello degli edili. con l’incarico di controllare le liste dei senatori. dei cavalieri. Cesare celebrò i trionfi sulla Gallia. sull’Egitto. Poteva designare (raccomandare) i suoi candidati alle elezioni e assegnare ai propri legati le provincie pretorie. e dei cittadini con competenze analoghe a quelle come l’inviolabilità perdonale e il diritto di veto (pur senza ricoprire la carica di tribuno che in quanto patrizio non poteva esercitare). ricoprì il quarto consolato e nel 44 a. Cneo e Sesto. da 8 a 16 quello dei pretori. soltanto Sesto Pompeo riuscì a salvarsi con la fuga. Vennero disciolte le associazioni popolari. del titolo di imperator (cioè di detentore dell’imperium) e di quello di padre della patria (parens patriae) mise in atto anche una serie di riforme: erano stati concessi il perdono e il richiamo in patria a tutti gli esuli e i condannati politici. Le giurie dei tribunali permanenti furono di nuovo ripartire equamente tra senatori e cavalieri. compiuta da Cesare con dell’assistenza dell’astronomo alessandrino Sosigene. Furono avviati tantissimi lavori di ristrutturazione urbanistica ed edilizia. Sicilia e Sardegna). Fu tuttavia abolita la dittatura delle cariche dello . Asia. Caio Cassio Longino e Decimo Bruno) prima della sua partenza per l’impresa partica. Dolabella. Marco Antonio. AGONIA DELLA REPUBBLICA: L’EREDITA’ DI CESARE E LA GUERRA DI MODENA Abbattuto Cesare. Per combattere la disoccupazione i proprietari vennero obbligati ad impiegare anche nei pascoli non meno di un terzo di uomini liberi. e finirono per creare allarme non solo tra gli ex pompeiani e anticesariani. destinato a sostituire Cesare al consolato dopo la sua partenza per la spedizione partica. Gallia. Cesare nei primi mesi del 44 a. ma soprattutto nelle province (Spagna. Fu realizzato un vasto programma di colonizzazione e di distribuzione di terra per i numerosissimi veterani di Cesare e per 80. i cesaricidi non si erano preoccupati di eliminare i suoi principali collaboratori: Marco Emilio Lepido. A Roma venne messo in giro un oracolo secondo il quale il regno dei Parti avrebbe potuto essere sconfitto solo da un re. accolti freddamente a Roma si ritirarono sul Campidoglio. e alcuni suoi atteggiamenti parvero rivelare una inclinazione di Cesare verso la regolarità (tra l’altro Cleopatra l’aveva raggiunto a Roma con il figlioletto). Grecia. Fu allora ordinata una congiura (guidata da Marco Bruto. uno dei suoi più fidati luogotenenti. Fu stabilito che dopo il consolato. Vi fu anche l’importantissima riforma del calendario.gli ‘abusivi’. Questi cominciarono ad riorganizzarsi.C. LE IDI DI MARZO L’eccessiva concentrazione di poteri. una serie di lavori pubblici migliorano l’aspetto di Roma e contribuirono a fornire lavoro ad abbondante manodopera. Alle idi di marzo (15 marzo) del 44 a. aveva preparato una grande campagna militare contro i Parti per ristabilire l’egemonia romana in Asia. dall’altro la convalida degli atti del defunto dittatore e il consenso ai suoi funerali di Stato. ciò andò ad aumentare le voci e sospetti di aspirazioni monarchiche di Cesare. (che era stato già console ed era destinato a divenire governatore della Gallia Narbonese e della Spagna Citeriore) e il collega di Cesare.C. Durante i funerali di Cesare i suoi successori preferirono abbandonare la città.000 tra cittadini meno abbienti. ma anche tra alcuni dei sostenitori di Cesare stesso. egli cadde trafitto dai pugnali dei cospiratori nella curia di Pompeo (nel Campo Marzio) dove egli doveva presiedere una seduta del Senato. ad Antonio sarebbe toccata la Macedonia e a Dolabella la Siria. mentre i cesaricidi dimostrarono per totale mancanza di un programma. in parte in Italia. Africa. sarebbe stato console insieme ad Antonio. Antonio riuscì ad imporre una politica di compromesso: da un lao l’amnistia per i congiurati. e il moltiplicarsi degli onori. LE PROSCRIZIONI. venne eletto console insieme al cugino. sorella di Cesare. Decimo Bruto.Stato.C.C. In tal modo concentrò su di sé l’appoggio dei cesariani e buona parte del senato (tra cui Cicerone che cominciò a vedere in lui un mezzo per arginare lo strapotere di Antonio). Ottaviano l’Africa. si era fatto assegnare dai comizi al posto della Macedonie le due province della Gallia Cisalpina e della Gallia Comata. Al rifiuto. assediato da Antonio.C. Decimo Bruto isolato e abbandonato dai suoi soldati. Annullato il provvedimento senatorio che aveva dichiarato Antonio nemico pubblico (in occasione della quella di Modena) nell’ottobre del 43 a. suo pronipote (Giulia.) e il Senato ordinò ai due consoli di muovere in soccorso di Decimo Bruto. il governatore originariamente designato. Caio Ottavio. In Gallia Antonio si era congiunto con Lepido. I triumviri poterono occuparsi dell’Oriente. rifiutò di cedergliele e si rinchiuse a Modena. il giovane non ancora diciannovenne. Vennero fatte delle liste di proscrizione. non esitò a marciare su Roma. Sardegna e Corsica. che pagò a caro prezzo i suoi attacchi contro Antonio). Antonio avrebbe conservato il governo della Gallia Cisalpina e della Gallia Comata. Il suo principale impegno politico era la celebrazione della memoria del padre adottivo e la sua vendetta. Ottavio si diresse verso l’Italia e giunse a Roma reclamando la sua eredità. con i nomi degli assassini di Cesare e dei nemici dei triumviri. Alle letture del testamento di Cesare si scoprì che il dittatore aveva nominato suo erede effettivo per i tre quarti dei beni e suo figlio adottivo. Ottaviano. I due consoli caddero in battaglia. Essa conferiva il diritto di convocare il Senato e il popolo. era sua nonna). Appena saputo del testamento. FILIPPI Poiché entrambi i consoli erano scomparsi. Antonio e Lepido si incontrarono nei pressi di Bologna dove stipulato l’accordo (secondo triumvirato) per la riorganizzazione dello Stato. Ottavio chiese al senato per se e per ricompense per i suoi soldati. della durata di cinque anni. IL SECONDO TRIUMVIRATO. Quando venne ucciso Cesare il giovane si trovava al confine con la Macedonia tra i soldati che attendevano l’arrivo di Cesare per la guerra contro i Parti. I due consoli fecero revocare tutte le misure di amnistia e istituirono un tribunale speciale per perseguire gli assassini di Cesare. L’oriente era in mano a Bruto e Cassio. attirando dalla propria parte altri governatori della Gallia e della Spagna. per la durata di cinque anni. di promulgare editti e di designare i candidati alle magistrature. Centinaia di senatori e cavalieri furono uccisi e i loro beni confiscati (una delle vittime più nota fu Cicerone. ma prima si provvide . Ad Ottaviano era certamente toccata la parte peggiore: la Sicilia e la Sardegna che erano minacciate da Sesto Pompeo. Sicilia. Vicino a Modena Antonio fu abbattuto e fu costretto a ritirarsi verso la Narbonese. Ebbe inizio la cosiddetta ‘guerra di Modena’ (43 a. Lepido avrebbe ottenuto la Gallia Narbonese e le due Spagne. dove contava di unire le sue forze a quelle di Lepido. e dei loro seguaci. Antonio allo scadere del suo consolato. Nell’agosto del 43 a. fu ucciso. Egli si riservò oltre a quello delle Gallie. il compito di sistemare in Italia i veterani delle legioni oltre a quello di vedersela con Sesto Pompeo che dominava la Sicilia e a cui si erano uniti i superstiti delle proscrizioni e di Filippi. dove venne sottoscritta un’intesa (ottobre 40 a. Ottaviano si avvicinò a quest’ultimo spostando la sorella del suocero. che . Si realizzò così un mutamento radicale nella composizione e nella mentalità dell’elite di governo (più inclini a rapporti di dipendenza politica e personale). ad Ottaviano l’Occidente (Africa esclusa). Il loro posto fu preso da una nuova aristocrazia e furono sostituiti nelle funzioni e nei beni da seguaci dei triumviri. A Ottaviano le Spagne.C. Cassio. si suicidò. spesso provenienti dall’esercito. Fulvia e dal fratello di Antonio che se ne misero a capo. superstiti delle proscrizioni e di Filippi) ottennero l’amnistia.alla divinizzazione di Cesare. L’incarico di procedere all’assegnazione di terre era tra i compiti più difficili. che vennero sfruttate dalla moglie di Antonio. Fulvia si rifugiò presso Antonio in Grecia. anche il comando dell’Oriente. Sesto Pompeo deluso di non essere stato preso in considerazione a Brindisi. sorella di Ottaviano.) secondo la quale ad Antonio veniva assegnato l’Oriente. Bruto venne poi sconfitto e si tolse anch’egli la vita. Fu così rinnovato per altri cinque anni il triumvirato e inoltre Antonio avrebbe fornito navi per la guerra di Ottaviano contro Sesto Pompeo. Temendo un’alleanza tra Antonio e Sesto Pompeo. Ottaviano chiese aiuto ad Antonio un accordo stipulato a Taranto. bloccò le forniture di grano che venivano a Roma dalle regioni oltremare. si trattava di espropriare terreni e territori dalle 18 città che erano state destinate a questo scopo. Antonio aveva difficoltà nella consegna del Peloponneso e Sesto Pompeo riprese le azioni di scorreria contro l’Italia. Lo scontro decisivo ebbe luogo a Filippi. Sardegna e Corsica e il Peloponneso da parte di Antonio. Ci fu così un accordo di Miseno (39 a. A Lepido fu assegnata l’Africa. Sfociarono molte proteste. Le proscrizioni e le guerre avevano decimato l’opposizione senatoria più conservatrice: molte famiglie della più antica aristocrazia furono completamente dissolte. che costituì la premessa indispensabile dell’evoluzione verso il regime imperiale. Molti fuggirono e si andarono ad unire a Sesto Pompeo che si era impadronito delle Gallie dopo che era morto il legato Antonio. battuto da Antonio e credendo (a torto) anche Bruto sconfitto. in Macedonia. perché non essedo rimasto agro pubblico da assegnare.C. Preoccupato. Lucio Antonio fu risparmiato. da cui intendeva intraprendere la guerra contro i Parti. Nel frattempo Sesto aveva perduto la Sardegna e la Corsica e lo scontro con Ottaviano concentrò in Sicilia. Gli esuli che si erano uniti a lui (fuggitivi. Antonio si mosse dall’Oriente (dove c’era legato politicamente e personalmente con la regina d’Egitto) verso l’Italia. Antonio rimasto vedovo di Fulvia. sposa Ottavia. espropriati. Antonio e Ottaviano partirono alla volta della Grecia. Ci fu la cosiddetta guerra di Perugia. Ottaviano e Antonio s incontrarono a Brindisi.): Sesto Pompeo vedeva riconosciuto il governo di Sicilia. Dallo scontro con i cesaricidi usciva rafforzato il prestigio militare di Antonio. l’interesse di Roma dipendeva dalla prosperità delle provincie. La vittoria fu celebrata con grande cerimonia e le assegnazioni dei vari territori a Cleopatra e ai tre figli. Ottaviano lo dichiarò decaduto dal potere di triumvirato e si impossessò dell’Africa. LO SCONTRO FINALE AD AZIO I due consoli a Roma entrambi Antoniani. religiosa. era chiaro che.C. amico di Ottaviano. Lo scontro determinante avvenne nel mar Ionio ad Azio. che porterà all’ostilità dell’Armenia per tutta l’età augustea. Al suo ritorno a Roma Ottaviano fu ricolmati di onori. Convenzionalmente con il 31 a. Gallia.C. che cominciò con un insuccesso. Antonio inviò ad Ottavia un formale atto di ripudio. In una famosa seduta del Senato. Cipro e Egitto. ma le sue truppe lo abbandonarono. Ottaviano. I consoli e 300 senatori decisero di abbandonare l’Italia per rifugiarsi presso Antonio. L’Egitto fu dichiarato provincia romana. Ottaviano sulle province di: Spagna. Ottaviano ottenne una dichiarazione di guerra contro Cleopatra. avendo come collega l’amico fedele collaboratore Agrippa. il re fu fatto uccidere in Egitto: un grave errore questo. all’inizio dell’anno Ottaviano entrò nel suo settimo consolato. si trovò ad essere padrone assoluto dello Stato romano. Il processo di riconoscimento giuridico della nuova forma istituzionale iniziò in realtà solo nel 27 a. Lepido rimase in disparte dalla vita politica. ma quando Ottaviano raggiunse Alessandria con le sue truppe. La seconda campagna pratica si concluse con la prestigiosa presa del trono armeno. grazie alla vittoria conseguita ad Azio su Antonio e Cleopatra. Ottaviano impedì al senato l’approvazione. AUGUSTO Nel 31 a. ANTONIO IN ORIENTE Antonio si unì alla regina Cleopatra ed ebbe due gemelli. Siria. Qualche giorno dopo il senato proclamò ‘Augusto (dal verbo Augure: innalzare)’ proiettando in una dimensione sacrale.sconfitto in Sicilia da Agrippa. con una battaglia navale vinta ad Agrippa. Lepido che aveva preso parte alle operazioni rivendicò il diritto dell’isola. vale a dire il regime istituzionale incentrato sulla figura di un reggitore unico del potere. Augusto si recò in Galli e nella Spagna . il Princeps. si fa iniziare il principato. si rifugiò in Oriente dove venne ucciso nei pressi della Sicilia. chiesero la ratifica delle decisioni prese da Antonio in Oriente. Antonio e Cleopatra si rifugiarono in Egitto. Si presentò dunque come il difensore di Roma e dell’Italia per rifugiarsi presso Antonio. Ottaviano ottenne che il triumviro venisse privato dei suoi poteri. Antonio diede poi il via alla sua campagna contro i Prati. Il principe esponeva come punto di riferimento e di equilibrio fra le diverse componenti delle nuova realtà che poteva ormai dirsi imperiale. entrambi si suicidarono.C. Anche Agrippa aveva ricevuto nel 23 a. che venivano scelti d’accordo con l’imperatore. Questo potere fu definito imperium maius. Augusto si portò sul confine orientale. Agrippa era sempre più vicino ad Augusto avendo avuto due figli da Giulia (figlia di Augusto) adottati e riconosciuti come successori di Augusto stesso. esse erano controllate da Augusto attraverso due procedure la nominatio. un imperium proconsolare. quando si trovava a Roma di agire nella vita politica. non consentiva però ad Augusto. I comizi ratificavano infatti candidati scelti da 10 apposite centurie miste di cavalieri e di senatori. Augusto poteva così convocare i comizi.C. mentre c’era equilibrio tra principe e Senato. porre il veto sui tribuni e avere l’inviolabilità (sacrosantus). in modo che l’assestamento del nuovo ordine potesse compiersi gradualmente. Augusto alternerà dai periodi triennali di permanenza nelle provincie a periodi biennali di permanenza a Roma.C. l’accettazione della candidatura da parte del magistrato che sovraintendeva all’elezione la commendatio la raccomandazione da parte dell’imperatore stesso. che era sposato con la sua unica figlia femmina.C.settentrionale dove combatté contro coloro che non si erano sottomessi al dominio romano. si verificò una grave crisi. Uno degli aspetti più delicati del principato augusteo riguardava la successione del principato. I simboli recuperati furono trasferiti a Roma nel tempio di Marte e il negoziato fu celebrato come un’importante vendetta militare delle precedenti sconfitte e come una definitiva pacificazione dell’Oriente. Il senato aggiunse anche il potere di convocare il senato. All’assemblea popolare fu attribuito un ruolo del tutto marginale. Il regime presupponeva che alla testa dello Stato ci fosse una sola persona ma la mancanza di una prassi per la successione creava i presupposti per un vuoto di potere. Entrambi si videro rinnovare per cinque anni l’imperium proconsolare. In Spagna Augusto si era ammalato. scadevano il mandato dei dieci anni sulle province attribuite ad Augusto e quello concesso ad Agrippa. In questo modo Augusto continuava a detenere dei poteri che. Marcello morì e Giulia fu data in moglie ad Agrippa che divenne così il suo successore designato. In mancanza di figli maschi egli pensò al genero Marcello. Per quanto riguarda le elezioni. ad Augusto fu conferita anche la carica di pontefice massimo . se presi isolatamente erano compatibili con la tradizione repubblicana ma che egli deteneva contemporaneamente. In questo modo egli rafforzava il contatto con l’esercito e con i veterani insediati nelle province. Al nuovo regime vennero apportate delle modifiche. Attraverso la trattativa diplomatica riuscì a recuperare le insegne delle legioni di Crasso e Marco Antonio. mentre Augusto si trovava a Roma. Tra il 22 e il 19 a. Nel 23 a. Quando morì Lepido. di cinque anni grazie al quale si recò in oriente. Augusto depose il consolato e ottenne un imperium proconsulare che gli consentiva di agire con i poteri di un promagistrato su tutte le province. Nel 18 a. dov’era necessario sistemare la questione pratica e armena. Per ovviare quest’impedimento il principe ricevette dal senato il potere di un tribuno della plebe vitalizio.C. vicino . STRADE GRANDI OPERE Seguendo una politica che era stata già avviata da Giulio Cesare. IL SENATO Negli ultimi anni della repubblica aveva visto una profonda trasformazione nella sua composizione.(detenuta da Lepido). Fece costruire un tempio per Cesare.000 sesterzi apparteneva al ceto equestre. I senatori si distinguevano dagli equtes per aver intrapreso una carriera politica che assicurava loro l’ingresso in Senato e portavano una larga striscia color porpora. celebrava la raggiunta pacificazione dell’impero. nella veste di consolare. Augusto proibì l’uso del laticlavio ai figli dei cavalieri mentre lo consentii ai figli dei senatori. Nel 18 a. cioè alla revisione delle liste dei senatori. l’autobiografia di Augusto. facendo tra l’altro l’accesso delle elité provinciali romanizzate. Trasformò l’aspetto del Campo Marzio facendo edificare il Pantheon (il tempio dedicato a tutti gli dei) e il suo mausoleo. Quindi anche i figli dei senatori fino al momento in cui non accedevano alla questura erano semplici cavalieri. Augusto promosse la costruzione di numerose opere pubbliche: accanto alla sua casa sul Palatino fece costruire un tempio di Apollo e una parte della sua casa divenne un edificio pubblico. sempre grazie a questo potere portò il numero dei senatori a 600 previsti dalla Silla. la sede del Senato. ospitandovi il focolare della Vesta. per esempio della Gallia meridionale e della Spagna. con un notevole aumento dei suoi membri (da 600 a 1000). Ma egli concentrò la sua attività edilizia soprattutto nel Foro comprendendo i programmi di Cesare. Infine innalzò il censo minimo per entrare in Senato a chi non apparteneva a una famiglia senatoria. Augusto. CITTA’. figli di Agrippa e Giulia prematuramente scomparsi. Costruì un nuovo foro con al centro il tempio di Marte e con i rilievi e le statue si celebrava la famiglia Giulia a partire dall’eroe troiano Enea. Nel 28 a. eresse una basilica in nome di Caio e Lucio. Davanti al mausoleo erano incise sui pilastri di bronzo le Res Gestae. vennero impiegati comunque anche dei membri dell’ordine equestre. L’Ara Pacis l’altare della pace. era necessario rivestire una magistratura ma Augusto stesso poteva designare a una carica propri candidati. inoltre. Nell’ultima fase della repubblica numerosi figli di cavalieri e senatori avevano usurpato questo diritto portando il laticlavio senza essere realmente membri del Senato. Gli venne dato anche il titolo di Pater Patriae nel 2 a.C.C. si fece conferire la potestà censoria e procedette al lectio senatus.C. Si vennero a formare in questo modo delle vere e proprie famiglie senatorie ordo senatorio (dove veniva reclutata la classe dirigente dello Stato romano). rese la dignità senatoria prerogativa ereditaria. di cui sua moglie Livia divenne sacerdotessa. Augusto agì su questa situazione con diversi provvedimenti. anche loro cavalieri. Durante la repubblica chi possedeva un censo pari a 40. restaurò. in seguito all’ingresso massiccio dei sostenitori di Cesare e poi dei triumviri. Diversi anni dopo in seguito ad un’altra crisi. Anche nelle province del popolo Augusto poteva intervenire in virtù del suo imperium maius. i governatori erano senatori. I costi della liquidazione dei veterani rappresentavano un peso molto alto e in un primo tempo furono sostenuti con il bottino di guerra e con il patrimonio personale di Augusto. L’ESERCITO Dopo Azio gli uomini impegnati nell’esercito superarono di gran lunga la necessità e i mezzi dell’impero. con a capo un prefetto ordine equestre. Anche a capo dei vigili del fuoco. Il prefetto comandava le legioni ed era responsabile dell’amministrazione e della giustizia. Nelle altre provincie. Per la prevenzione degli incendi. I legati. l’aerarium Saturni. Venne riparata ed estesa la rete stradale. La carestia che colpì Roma nel 22 a. Queste province ‘non pacificate’ o di recente conquista. che disponeva di un grande potere. Tutti questi lavori pubblici furono costruiti e progettati grazie ad Agrippa. . il cui comando era di durata variabile a seconda della volontà del principe. Anche se quello che vediamo noi adesso è il pantheon ristrutturato da Adriano. e con i propri mezzi finanziari riuscì a fronteggiare l’emergenza. e sviluppò la rete degli acquedotti. Queste province venivano governate da appositi legati. avevano il governo della provincia e il comando delle legioni ma non il potere di riscuotere le tasse la cui organizzazione era affidata a procuratori di rango equestre. EGITTO L’Egitto era stato assegnato a un perfetto rango equestre. Augusto istituì un servizio stabile che doveva provvedere al rifornimento granario dalle provincie. i cosiddetti legati Augusti pro pretore: (scelti tra i senatori che sono stati ex consoli o ex pretori) la qualifica di propretore indica che essi erano subordinati all’imperium di Augusto. Restavano in carica solo un anno. fu messo un perfetto ordine equestre. indusse Augusto ad assumere la cura annonae.al mausoleo di Augusto. Augusto creò un corpo di vigili del fuoco sparsi nei quattordici quartieri in cui aveva diviso Roma. mercati). tanto che egli si vantò nella sue memorie di ‘aver trovato una Roma di mattoni e averla lasciata di marmo’. crebbero dall’iniziali 5 fino a raggiungere il numero di 13. Furono restaurati anche molti edifici pubblici (terme teatri.C. il praefectus annonae. La paga dei soldati gravava sulle casse dello Stato. L’Egitto era importantissimo per Roma per l’approvvigionamento granario. in cui confluivano le imposte delle province. L’AMMINISTRAZIONE DELLE PROVINCIE Le province che ricadevano sotto la responsabilità diretta di Augusto erano quelle in cui si trovavano una o più legioni. scelti a sorte tra i magistrati che avevano ricoperto la pretura o il consolato. nominato da Augusto. in genere prive di legioni. Invece il tentativo di allargare l’impero dal Reno all’Elba . garanti al soldato che avesse ottenuto una sorta di certificato di servizio onorevole. piuttosto che alle armi. Il servizio militare nelle legioni fu riservato a volontari. e portò il confine fino al Danubio con la conquista della Pannonia (attuale Ungheria).Inizialmente i veterani ricevettero soprattutto terre. Si costruì una forza permanente composta da 25 legioni. L’esercito era formato da professionisti che restavano in servizio per 20 e più anni e ricevevano un soldo (225 denari) l’anno. . Tiberio il figlio di sua moglie Livia riuscì ad incoronare re d’Armenia il re Tigrane II che divenne re cliente di Roma. I confini con il Regno Partico vennero stabilizzati grazie a trattative diplomatiche e grazie ai rapporti politici stretti con gli stati vicini ai territori provinciali. Augusto compì in tre occasioni un atto di grande valore simbolico: la chiusura del tempio di Giano. un premio di congedo. Un’altra innovazione importante fu l’istituzione di una guardia pretoriana permanente. reclutate tra i popoli soggetti all’impero e comandate da ufficiali romani ma anche da capi di tribù locali. Si crearono in questo modo Stati cuscinetto che controllavano altre zone limitrofe. il re di Cappadocia e il re del Ponto) furono fatti trattati di amicizia e spesso vennero definiti ‘regni clienti’ di Roma. Venne creata una cassa speciale. Augusto preferì affidare alla diplomazia. le questioni orientali. Si trattava di un corpo militare composto da coorti (9. Con i sovrani di tali regni (Erode re di Giudea. per lo più italici anche se iniziarono a dare il loro contributi i provinciali. conquistò le Alpi.C. Zona particolarmente critica era l’Armenia dove gli interessi di Roma si scontravano con quelli dello stato partico. godeva di privilegi come un soldo più elevato e migliori condizioni di servizio essendo stanziati presso Roma. POLITICA ESTERA Durante il suo regno le acquisizioni territoriali vere e proprie furono limitate. Nelle trattative diplomatiche Augusto era riuscito a farsi restituire le legioni romane di Crasso e Antonio re dei Parti. affidata al comando di un prefetto di rango equestre. Nei primi anni di regno sottomise le popolazioni ribelli in Spagna.000 uomini). l’erario militare. Successivamente ottennero per lo più denaro. Augusto costruì inoltre dei contingenti regolari di truppe ausiliarie di fanteria e cavalleria. Attraverso questa politica di accordi d’Oriente Augusto poté concentrarsi in Occidente. in Italia e in alcune province. ciascuna delle quali era contrassegnata da un numero e da un nome. finanziata con i proventi di una tassa apposita.). sottomettendo i Germani: le tre legioni guidate da Quintilio Varo furono massacrate nella selva di Teutoburgo (9 d. malgrado le guerre lunghe e impegnative un po’ su tutti i fronti. una sorta di gesto propagandistico per indicare un’iniziativa di pace. Tiberio e Druso. Dal 14 al 68 d. colpita da uno scandalo a causa dei suoi amanti e condannata all’esilio dal padre stesso (per una legge voluta da Augusto che puniva con l’esilio su un’isola chi era incolpato di adulterio e su un’altra isola l’amante. sottolineando la pace da lui portata. il potere rimase all’interno della famiglia Giulio-Claudia. nell’Eneide celebra Enea come antenato di Augusto. Dalla famiglia Giulia tramite Augusto che era stato adottato da Giulio Cesare. Tiberio sposò poi la figlia di Ottaviano Giulia.C. Nel 13 d. possiamo intraprendere quali fossero i messaggi. L’erede fu Tiberio che dopo un periodo di allontanamento da Roma era tornato e aveva sciolto il matrimonio con Giulia. Properzio e Ovidio si riflette la propaganda dominante dell’epoca e la celebrazione della figura di Augusto.C. potestà tribunizia e comando proconsolare. Ma Marcello morì.LA SUCCESSIONE I poteri che Augusto aveva ricevuto dal Senato in diverse circostanze e che avevano creato l’auctoritas non costituivano una vera e propria carica a cui dopo la morte qualcuno potesse succedere. facendole ratificare da un regolare voto al Senato. gli garantiva un accesso privilegiato alla carriera politico-militare e un ruolo di primo piano nella res pubblicae. Nelle Res Gestae Augusto ripercorre tutte le tappe del proprio operato. La prima preoccupazione di Augusto fu quella di integrare la famiglia nel sistema politico celebrandone l’ascendenza divina. Virgilio nelle Ecloghe e nelle Georgiche canta la pace che il nuovo regno ha garantito. LA CULTURA La celebrazione della pace e della figura di Augusto non trovò espressione solo nelle arti figurative e nella grandezza architettonica ma si manifestò anche in pubbliche cerimonie e nella letteratura. da questa legge erano escluse le prostitute). Il primo erede a cui aveva pensato Augusto durante la malattia che lo colpì in Spagna. Così pure Orazio. gli conferì in anticipo due poteri fondamentali. quella Claudia cioè quella della famiglia di Tiberio Claudio Nerone primo marito di Livia (ultima moglie di Augusto). le idee e la politica culturale dell’epoca. Alla morte di Tiberio. Caio e Lucio morirono giovanissimi. Tiberio celebra un trionfo sui Germani e gli venne conferito un imperium pari a quello di Augusto. Il suo erede doveva avere prestigio che. . Augusto per dimostrarsi formalmente rispettoso delle regole repubblicane. Anche attraverso le opere di storici come Tito Livio o dei grandi poeti. ma per essere certo che in ogni caso il poter passasse senza contrasti al successore. in modo che potesse intervenire in tutte le Provincie e che l’esercito potesse essere sotto il suo comando. la quale aveva portato i due figli avuti da Nerone. Augusto si rivolse ai figli della terza moglie Livia: Tiberio e Druso. Considerando che i due ragazzi erano minorenni. era Marcello figlio di sua sorella Ottavia e marito di sua figlia Giulia. Antonia madre di Germanico aprì gli occhi a Tiberio il quale fece arrestare Seiano che fu processato e giustiziato. figlio di Tiberio ma anche uno dei tre figli di Germanico e Agrippina.Augusti aveva predestinato alla successione Germanico. Rimanevano come successori Tiberio Gemello figlio di Druso minore. segnato da suicidi. Tra i due ci furono gravi contrasti e Germanico morì improvvisamente e si sospettò che fosse stato ucciso da Pisone. cioè a Claudio fratello di Germanico. si aprì a Roma u contrasto politico tra Tiberio e Agrippina. fu erede della famiglia Claudia solo per parte di madre in quanto figlio di Agrippina Minore (figlia di Germanico e Agrippina Maggiore). Si aprì un periodo di terrore. regnò per breve tempo ed è ricordato soprattutto per le sue stravaganze. Agrippa si suicidò e i suoi due figli maggiori furono uccisi. Caligola. e Gaio detto Caligola unico sopravvissuto dei tre figli di Germanico. il primo Princeps completamente estraneo alla casa Giulia. Molto più freddo era l’atteggiamento del Senato e si . Egli fu accolto con grande entusiasmo nell’esercito e dalla plebe. sorella di Augusto). Alla morte di Caligola il potere rimase nella famiglia Germanico. Gli studi recenti. Tiberio gli impedì di proseguire il suo disegno di conquiste in Germania e la mandò in Siria con il proconsole Pisone. Certamente gli ultimi del regno non furono felici: scoppiò una grave crisi finanziaria e si accentuarono i contrasti con il Senato. Durante il suo governo Tiberio si trovò a fronteggiare una opposizione che rivendicava l’autonomia e la libertas del Senato. il governo di Tiberio fu sostanzialmente una positiva prosecuzione di quel augusteo. Il giovane inaugurò una politica di grandi spettacoli e ambiziosi piani edilizi che portarono all’esaurimento delle riserve finanziarie lasciate da Tiberio. figlio di Germanico. TIBERIO 14-37 d.C Malgrado la scarsa popolarità. hanno messo in luce il valore di Tiberio sia come militare sia come uomo di governo e la sua attenta gestione dello Stato. per il problema della successione tra Druso Minore. cospirò contro gli altri pretendenti. Nerone era figlio di un aristocratico estraneo alla famiglia di Augusto. amplificate da una storiografia ostile. figlio di Druso Maggiore e Antonia (figlia di Marco Antonio e Ottavia. CALIGOLA 37-41 d. processi e condanne. Nel frattempo il prefetto Seiano accrebbe il suo potere concentrando le truppe a Roma e guadagnandosi la fiducia di Tiberio che si allontanò da Roma e andò a Capri. Tiberio li nominò entrambi eredi. Tiberio Gemello venne ucciso subito dopo che fu adottato Caligola. Germanico era un predestinato all’impero. Morto Germanico. Fu adottato da Claudio che aveva sposato Agrippina. Siano dominò la vita politica a Roma deciso di entrare nella successione. L’ultimo esponente della dinastia di Nerone. il senato riconobbe però come unico erede Caligola. tra i quali il ricordo del padre Germanico era ancora molto popolare.C. Germanico morì e la successione andò a favore di Gaio detto Caligola figlio di Germanico e Agrippina. C. un segretario generale e latri tre rispettivamente per le finanze (a patrimonio). I privilegi delle comunità ebraiche nella città orientali furono ristabiliti. attraverso la nonna Antonia. Egli aveva sposato in terze nozze Messalina da cui ebbe un figlio chiamato Britannico. la conquista della Britannia Meridionale. preoccupato solamente di rafforzare il suo potere personale. La sua morte evitò che scoppiasse il conflitto in Giudea e pose fine ai dissidi nelle città orientali. Nella prima parte del suo principato Claudio dovette risolvere le questioni lasciate aperte da Caligola: affrontò la Guerra in Mauritania. Germania. allarmato per le tensioni che si stavano creando. la necessità di una razionalizzazione del governo e dell’impero indusse Claudio ad una significativa riforma: l’amministrazione centrale fu divisa in quattro grandi uffici. La sua linea politica lo portò anche a cercare nuove soluzioni ai problemi di approvvigionamento granario e idrico che periodicamente affliggevano Roma. suscitando le proteste della popolazione. Mauritania e altre regioni dell’impero e concesse la cittadinanza ad alcune popolazioni alpine. Fece costruire anche un nuovo acquedotto e bonificò la piana del Fucino (nell’attuale Abruzzo). L’impresa militare più rilevante di Claudio fu nel 43 d.C. Le fonti parlano di una malattia mentale di Caligola e della sua inclinazione verso le forme di dispotismo orientale. Nel gennaio del 41 d. Il regno di Claudio è caratterizzato dagli intrighi di corte. e dello stesso governatore romano. CLAUDIO 41-54 d. Onde evitare dei disordini fece allontanare gli Ebrei da Roma. Malgrado il suo rispetto per il Senato. che lo consideravano un gesto sacrilego. Tuttavia fu proprio con gli Ebrei che nacque uno dei conflitti meglio documentati dell’età di Caligola: l’imperatore per affermare la propria divinità volle proporre una propria statua nel tempio di Gerusalemme. cui la carica conferiva un potere immenso. A capo di questi dipartimenti furono chiamati Liberti. con cui i sovrani avevano relazioni personali di amicizia ereditate da Marco Antonio. In politica estera Caligola assicurò di ripristinare in Oriente un sistema di stati cuscinetto. Claudio è conosciuto anche per la politica di integrazione: fondò tante colonie in Britannia. Caligola cadde vittima di una congiura. La richiesta di Caligola aveva infatti risvegliato violenti conflitti tra Ebrei e Greci nella città della Giudea d’Oriente.ricordano le parole di Svetonio che lo descrivono come un folle tiranno. Fece costruire il porto di Ostia per consentire l’attracco alle navi granarie. che fu ridotta a provincia. tutelando allo stesso tempo anche le istituzioni della poleis greche in modo da evitare conflitti. a cui pose fine con l’organizzazione del regno in due provincie e modificò l’assetto dei regni clienti istituiti da Caligola. Neanche il successore di Caligola suo zio Claudio ebbe dalla sua il favore di fonti antiche.C. per le suppliche ad (epistulis) e per l’istruzione dei processi da tenersi davanti l’imperatore (a libellis). Accusata d’intrigo contro il marito Messalina fu messa a morte e Claudio sposò allora la nipote Agrippina la quale . di quello dell’Africa e delle truppe del Reno. Fu ordita contro di lui una congiura ‘congiura dei Pisoni’. E’ certo che seguì una grave crisi finanziaria alla quale Nerone cercò di rimediare con una riforma monetaria che doveva finanziare. L’ANNO DEI QUATTRO IMPERATORI 68-69 d. infatti secondo Seneca. La sua fine segna anche quella della dinastia Giulio-Claudia. Nel 54 d. La ribellione fu rapidamente domata ma era solo l’inizio di una serie di sollevazioni: del governo della Spagna Galba. appare completamente superata: da Augusto in poi. Si erano create le condizioni per una nuova guerra civile. Il principato di Nerone fu impostato su premesse del tutto diverse da quelle augustee: il consolidamento dei poteri del Priceps avevano mostrato la debolezza della tradizione repubblicana. Il senato dichiarò Nerone ‘nemico pubblico’ riconoscendo come nuove Princeps Galba. Agrippina non esitò ad avvelenare Claudio pur di assicurare al figlio la successione al trono. fece uccidere anche la madre Agrippina che ostacolava la relazione del figlio con Poppea e si opponeva al divorzio di Nerone e Ottavia figlia di Claudio. Per riempire le casse dello Stato Nerone avrebbe utilizzato inoltre processi e confische ai danni della nobiltà senatoria. la RES PUBBLICA è nelle mani della sua personalità di virtus e clementia alla base delle proprie azioni. Nerone si macchiò di gravi delitti. L’esito finale. I Giudea era scoppiata una gravissima ribellione contro cui Nerone aveva mandato Vespasiano comandante delle truppe. culminò nell’incendio di Roma del 64 d. Non sappiamo se quanto ci narrano e fonti sulla follia incendiaria di Nerone corrispondeva a verità. Nerone andò in Grecia dove intendeva compiere una tournée artistica e agonistica.C. In Giudea la presa di una parte del tesoro del tempio di Gerusalemme scoppiò in una violenta ribellione contro romani. mostrò come il principato potesse essere rivestito anche da un uomo di origini modeste entrato solo recentemente . Il mutamento nella concezione del potere è evidente già nel De Clementia un’opera del filoso e precettore di Nerone. A Nerone non restò che il suicidio. NERONE 54-68 d. con la programmazione di imperatore a Vespasiano. a cominciare dalla costruzione della sua stessa residenza domus aurea programma edilizio. Nerone fece eliminare anche molti nobili che potevano diventare una forma di parentela con Augusto e minacciare quindi la sua posizione. L’ideologia augustea che sottolineava il permanere della responsabilità di governo a popolo e senato.C.C. Dopo aver fatto assassinare il fratello Britannico. di cui furono incolpati i cristiani. Il dispotismo di Nerone. La mancanza di una soluzione per la successione fu la causa di una grave crisi. Seneca.riuscì a far adottare dall’imperatore il figlio avuto dal suo precedente matrimonio.C. Nelle province in particolare in Britannia vi furono delle ribellioni a causa dell’aumento delle tasse. Contemporaneamente giunse a Roma la notizia della ribellione del legato dalla Gallia. Nel 70 d. Tito si impadronì di Gerusalemme e ne distrusse il famoso tempio.nell’ordine senatorio. quando la politica di Domiziano suscitò l’opposizione. Estese ai cavalieri la responsabilità di alcuni uffici della burocrazia. aggregandone i territori alle province . fino a portare alla sua uccisione e alla proclamazione di un nuovo Princeps. che comprende il periodo di impero di Vespasiano stesso e dei suoi due figli Tito e Domiziano. esponenti il primo dell’aristocrazia senatoria. sia del senato sia della sua corte stessa. venne dal bottino di guerra.C. Vespasiano dovette fronteggiare il gravedeficit nel bilancio provocato dalla politica di Nerone e dalla guerra civile. Con Vespasiano ha inizio la dinastia dei Flavi. Si rivelò un ottimo amministratore. L’autorità del nuovo Princeps fu definita un decreto del senato.C. La politica di integrazione delle provincie si manifestò anche con la concessione del diritto latino alle città della Spagna e con l’immissione in senato di numerosi esponenti delle elitè delle province occidentali. mostra come l’asse dell’impero si fosse spostato lontano da Roma e come le legioni fossero in grado di imporre il loro volere. Otone. che sapesse riconciliare il Principato con il rispetto della libertas senatoria. In Oriente abbandonò definitivamente la politica dei regni clienti. così sul Danubio e in Britannia. un espoente del senato. Il fatto di avere due figli e di poter garantire una certa stabilità all’impero fu uno dei fattori del successo di Vespasiano. Si tratta di una ricapitolazione e formalizzazione di tutte le prerogative dell’imperatore che erano state via via acquistate da Augusto e dai Giulio Claudi. Vitello e Vespasiano che risultò vincitore).C. togliendoli ai liberti. fece fronte alla crisi di reclutamento dovuta al peggioramento delle condizioni economiche. tra cui la costruzione del Colosseo. VESPASIANO 69-79 d. Il denaro per la ricostruzione del Campidoglio distrutto da un incendio e per nuove opere edilizie a Roma.C. Negli anni del suo impero Vespasiano ristabilì definitivamente l’ordine nelle zone di confine lasciate in scompiglio dalle truppe che avevano partecipato alle guerre civili.C Il principato di Vespasiano rappresenta il definitivo consolidamento dell’impero come istituzione. soprattutto di quelle colonie spagnole che già possedevano la cittadinanza romana. approvato dai comizi (lex de impero Vespasiani). riuscendo a risanare con diversi provvedimenti il bilancio dello stato. favorendo l’estensione della cittadinanza ai provinciali reclutando sempre più spesso i legionari delle province. con quattro imperatori (Galba. il secondo dei pretoriani e gli ultimi due dell’esercito che si combatterono l’uno contro l’altro. La crisi del 69 d. LA DINASTIA FLAVIA 69-96 d. Nel decreto si elencano tutti i poteri del Priceps. specialmente quella Giudaica. La dinastia durò fino al 96 d. Il regno di Domiziano relativamente lungo. già dal 71 d. Fece la scelta di rinunciare a ulteriori militari a favore di operazioni di consolidamento della frontiera. In questo periodo fu segnata la linea esterna di confine oltre il Reno. La successione avvenne in questo modo regolamentare. usando ogni mezzo per identificare i colpevoli. Il breve regno di Tito.C. ma la sua azione politica fu efficace e benefica per l’impero.C. attraverso la costruzione di imponenti opere difensive costituite da torri di guardia di legno. il territorio conquistato attraverso l’impianto di accampamenti fortificati. aveva ricevuto l’imperium proconsolare e la potestà tribunizia ma anche i titoli di Augusto e Pater Patriae. Questa rivolta costrinse Domiziano a stipulare una pace provvisoria con Decebalo attraverso un foedus (trattato) in cui il re Decebalo accettava di dipendere dall’impero senza cedere territori e ricevendo in cambio denaro. andò profilando il problema della Dacia (attuale Romania) nella quale il re Decebalo era riuscito a unificare le varie tribù e a guidarle in varie incursioni contro il territorio romano. proclamato imperator delle sue legioni. nel corso del quale morì Plinio il Vecchio che provocò alla distruzione di Pompei e Ercolano.esistenti o creando delle nuove province.C. Egli si preoccupò dell’amministrazione delle province. La seconda. Promosse i compiti burocratici del ceto equestre. tra cui l’eruzione del Vesuvio. Complessivamente Vespasiano riuscì a godere di un certo consenso. La linea aveva alle spalle una serie di castra (accampamenti fortificati) in cui stazionavano i legionari. è contraddistinto da uno stile di governo autocratico e quindi mal visto dal senato. governato dalla Germania Superiore. La rivolta di Saturnino fu domata dal legato della Germania. Si inaugurò così un sistema di difesa dei confini. Nel 85 d. TITO 79-81 d. La rivolta di Saturnino ebbe pesanti . sul Reno. assegnando loro alcuni degli uffici che Claudio aveva sottoposto ai Liberti. DOMIZIANO 81-96 d. guidata da Domiziano non poté portare a risultati definitivi a causa della rivolta di Saturnino. collegati tra loro da una rete di strade e con fori dove si trovavano i soldati ausiliari sul limes (il confine dell’impero). a partire da Adriano. La parola limes assunse il significato di frontietra ufficiale tra l’impero e i territori esterni. dove represse gli abusi dei governatori. Domiziano però si recò in Germania per punire severamente i rivoltosi. che. sul Danubio e sulla Britannia. Una prima campagna non ebbe successo.C. chiamato dagli antichi ‘amore e delizia del genere umano’ fu funestato da gravi calamità naturali. Vespasiano aveva basato la sua legittimazione sulla lex de imperio e anche per la successione Vespasiano seguì il sistema già avviato da Augusto: Tito oltre a ricoprire insieme al padre alcune magistrature tra cui il consolato e la censura. In Germania dopo una campagna contro i Chatti. fu adottato e impiegato in tutto l’impero. cioè a ogni suo ricordo. soprattutto Tacito e Plinio il Giovane. Nerva acconsentì. L’interesse dell’ipoteca veniva versato ai municipi locali o ad opposti finanziari e serviva a sostenere i bambini bisognosi: si realizzava in questo modo sia un incentivo al miglioramento della produttività dei fondi sia una sostegno Alle famiglie per contrastare la tendenza del calo demografico. cadde vittima di una congiura. Lo stile autocratico costò caro a Domiziano che si faceva chiamare ‘signore e Dio’. accusati di praticare culti contrari a quelli ufficiali. non rimediavano. IL II SECOLO Il II secolo d. tuttavia si manifestarono alcuni sintomi di crisi che minacciarono questa politica.C. La politica di Nerva rispetto alla pressione tributaria dei Flavi. ma in questo modo puniva coloro che l’avevano . durato solo due anni. Grazie a Nerva fu votata una legge agraria per assegnare lotti di terreno ai cittadini nullatenenti e probabilmente fu durante lo stesso regno di Nerva che venne varato il programma delle cosiddette istituzioni alimentari. Fece in modo di ottenere il giuramento di fedeltà delle truppe provinciale e si preoccupò di abolire le misure più impopolari di Domiziano. Sul versante politico i pretoriani chiesero la punizione degli assassini di Domiziano. sicuro nei suoi confini poté godere di un notevole sviluppo economico e culturale. Si trattava di problemi sia economici sia politico-militari. Tale programma consisteva essenzialmente in prestiti dallo stato agli agricoltori che beneficiavano accettando di ipotecare i loro terreni. Il breve principato di Nerva. Domiziano nel 96 d. A partire da Nerva. NERVA 96-98 d. vide la restaurazione delle prerogative del senato e un tentativo di riassetto degli equilibri istituzionali interni. Il senato. Questa politica vide tanti provvedimenti tra cui la riorganizzazione del sistema di approvvigionamento idrico di Roma.C. ma semmai accentuavano le difficoltà economiche. La prima preoccupazione di Nerva fu quella controllare le reazioni all’uccisione di Domiziano e di scongiurare il periodo dell’anarchia. richiamando gli esiliati e avvallando in senato la dominatio memoriae del tiranno. Nel 97 d. Infatti l’adozione di Traiano da parte di Nerva avvenne in una situazione di grave necessità quando sembrava che si riprendessero per Roma i giorni delle guerre civili.C. Dopo una serie di processi contro i senatori e contro presunti simpatizzanti delle religioni ebraica e cristiana.C.ripercussioni sulla politica di Domiziano che. dopo la sua morte giunse proclamandone la damnatio memoriae. Di conseguenza la storiografia di matrice senatoria. la successione non è consanguinea ma va a colui che dà maggiori garanzie di buon governo. è tradizionalmente considerato come l’età più prospera dell’impero romano che. ci lascia di lui un’immagine di sovrano dispotico e di pessimo imperatore. continuando a sentirsi minacciato inaugurò un periodo di persecuzione e eliminazione di persone sospette di tramare contro di lui. la Siria. uomo di grande esperienza politica e militare. Il prefetto dei pretorio fu invece rimosso e Giustiziato. Una notevole importanza ebbe per l’impero. che era un territorio ricchissimo. Con Traiano inizia la dinastia degli Antonini.C. Tra i programmi di Traiano un posto di rilievo occupa l’espansione territoriale. La sua nomina fu ratificata dal Senato e dagli eserciti giurando fedeltà. L’imperatore mostra grande interesse anche per la frontiera orientale dove si ebbe l’annessione a dei territori che determinarono l’istituzione della provincia di Arabia corrispondente alla zona dell’attuale Giordania e della penisola del Sinai. Le campagne daciche hanno il loro riscontro più significativo nella colonna. Alla morte di Nerva. Il periodo degli Antonini è considerato il periodo d’oro per eccellenza per Roma. la popolazione fu in gran parte deportata e costretta a lasciare i propri territori. ci furono numerosi morti e prigionieri e nel territorio di nuova conquista ebbe una forte immigrazione di coloni da tutto l’impero. l’enorme bottino ricavato dalla conquista dell’oro che arrivava a Roma. L’unico sistema era quello di designare un successore che fosse in grado di affermarsi anche militarmente contro i pretoriani. Le nostre fonti letterarie su Traiano sono in realtà in gran parte frutto di un ambiente a lui favorevole.portato al potere. e la Mesopotamia. La DACIA attuale Romania. Traiano richiamato a fronteggiare la rivolta degli Ebrei scoppiata in Mesopotamia ed estesasi ad altre province orientali. Traiano organizzo una grande campagna contro i Parti durante la quale furono occupate l’Armenia. Traiano ebbe la notizia della sua adozione da parte di Nerva mentre svolgeva le sue funzioni di governatore in Provincia di Germania meridionale lungo il corso del Reno (la Germania Superiore).C. Traiano gli succedette come imperatore. soprattutto di minerali e oro). si può dire che i primi due secoli sono i migliori per Roma. impegnati nelle sfruttamento delle risorse della regione. eretta nel nuovo Foro voluto dal Princeps su cui corre un bassorilievo a spirale con la rappresentazione degli avvenimenti. Grazie tale provincia Roma acquisiva anche il controllo della via commerciale del mare verso l’India. TRAIANO 98-117 d. Le truppe acclamarono imperatore il . perché gli Antonini furono molto equilibrati e diedero molto lustro a Roma (ricordiamo che con Traiano l’impero arriva alla sua massima espansione. fu ridotta a provincia. compromettendo la propria immagine. Nessuna di queste conquiste ad eccezione della Dacia. decise di abbandonare le nuove conquiste e in seguito morì dopo essersi ammalato sulla via del ritorno verso Roma. Grazie al Panegirico di Plinio il Giovane sappiamo che egli godeva di particolare sostegno da parte del Senato. che rimase romana per più di un secolo e mezzo. Infine nel 114 d. Egli unì nella sua persona le caratteristiche di esperienza militare e il senso di appartenenza al senato. ebbe fortuna. fu lui a conquistare la Dacia. Fu così che Nerva adottò Traiano in quel momento governatore della Germania Superiore. che per qualche giorno tenne segreta la morte del marito.Infine gli IMPERATORI SPAGNOLI (detti) Provinciali Nel 98 d. Egli fu un grande imperatore di cultura ellenistica. una politica di consolidamento interno e mettendo fine alle guerre di espansione volute dal suo predecessore. reintegrando il patrimonio dei senatori che avevano perduto il censo e proseguendo il programma alimentare di Traiano. in greco anzi era così bravo ed era così amante della civiltà e della cultura ellenica che a Roma gli avevano dato il nome di GRAECULUS. un parente spagnolo dell’imperatore secondo alcuni fonti. di filosofia e scriveva in prosa e in poesia. Egli fu famoso perché era un imperatore ellenizzante.Quella GIULIO-CLAUDIA era Romana . Riassumendo le dinastie: . cultore della arti classiche. Traiano lo adottò sul letto di morte. Da profondo conoscitore dell’esercito ne rinvigorì la disciplina e favorì il reclutamento dei provinciali (soprattutto tra i figli dei soldati). che come nuovo Messia si pose a capo di una resistenza fatta . Adriano era esperto di musica. Adriano subito dopo la proclamazione decise di abbandonare la politica di controllo diretto delle province orientali create da Traiano e preferì affidarle a sovrani clienti. egli fece il suo ingresso a Roma. Adriano passò gran parte del suo regno viaggiando attraverso le province. ma altri autori sostengono che l’atto di adozione sarebbe stato completato dalla moglie di Traiano. ADRIANO 117-138 d. per far fronte alla riduzione del numero di reclute italiche creò infine nuove unità. facendo distribuzioni al popolo. inaugurando in tal modo. chiamate numeri formate da soldati che conservavano gli armamenti e sistemi di combattimento tradizionali delle popolazioni non romanizzate tra le quali erano reclutati. lo aveva accompagnato nella prima e nella seconda guerra contro i Daci e in quest’ultima si era tanto distinto da meritarsi un dono di grande valore e di altissimo significato: l’anello prezioso che Traiano aveva ricevuto da Nerva il giorno dell’adozione. Da Traiano in poi gli imperatori saranno di origine Spagnola. Tito. infatti durante il secondo dei grandi viaggi nel 132 d. fece costruire per sé un mausoleo l’odierno Castel Sant’Angelo. A Roma sulla riva destra del Tevere. dopo il suo passaggio scoppiò in Palestina una gravissima rivolta guidata da Simone Bar Kochba (il figlio della stella).governatore della Siria Adriano. Per acquistare la pubblica benevolenza Adriano si preoccupò di alleviare il malessere economico. Sabina.C. Domiziano) era Italica . Il principe volle restituire splendore ad Atene e alle Poleis greche). pittura. cancellando i debiti arretrati e contratti a Roma e in Italia con la cassa imperiale (le ricevute furono bruciate nel foro).Quella dei FLAVI (Vespasiano. Con Adriano e i suoi successori si porterà avanti una politica di consolidamento dei confini. che viaggiò molto e stette poco a Roma. Si ricorda Adriano anche per la guerra contro gli Ebrei. scultura e architettura. fu appassionato costruttore di palazzi e fondatore di nuove città.C. Nell’agosto del 118 d. era stato Adriano a portare Traiano nella Germania Superiore la notizia della morte di Nerva: poco tempo dopo aveva stretto i legami di parentela con l’imperatore sposandone una pronipote.C.C. sia in greco che in latino. Arrio Antonino. Adriano impose le leggi che vietano la circoncisione agli Ebrei. dal quale riuscì con qualche difficoltà a far di divinizzare il suo predecessore. scrisse un elogio dell'impero romano. Il principe ebbe rapporti buoni con il Senato. Come successore Adriano scelse il console del 136 d. La rivolta era stata provocata dall’intenzione di Adriano di assimilare gli Ebrei alle altre popolazioni dell’impero manifestatasi attraverso la fondazione sul sito di Gerusalemme della colonia di Aelia Capitolina. La ribellione Ebraica dovette essere avvertita come una minaccia per l’esistenza dell’impero. Qui Adriano stesso avrebbe dovuto essere oggetto di culto in un tempio dedicato a Giove sul sito distrutto del Tempio Giudaico. come dimostra la violentissima e spietate repressione. Aristide. Gerusalemme venne rasa al suolo e si fece divieto agli Ebrei di entrare a Gerusalemme. dalle miniere alle proprietà fondiarie.insieme ad un nipote della propria moglie il futuro imperatore MARCO AURELIO. Quello di Antonino Pio è essenzialmente un Principato privo di grandi avvenimenti. agli uffici dell’apparato burocratico centrale. Introdusse una distinzione tra carriera militare e civile. Durante il regno di Antonino non furono recate minacce alla sicurezza dell'Impero. A differenza di Adriano. Non a caso durante il suo regno un retore greco. Lucio Elio Cesare che adottò. Lo statuto delle città . tanto che il suo successore abolì questo provvedimento poi introdotto da Marco Aurelio. I nuovi funzionari furono impiegati in incarichi relativi all’amministrazione del patrimonio imperiale.il figlio di Lucio Elio.C. già nella propria carriera precedente infatti aveva privilegiato gli incarichi amministrativi piuttosto che quelli militari. In questo modo però intercorrono stato privilegiato dell’Italia rispetto le provincie e lese la prerogativa giudiziaria del senato. una scala di rango definita sulla base del compenso e allo stesso tempo estese il campo di azione dei cavalieri con l’impego di procuratori equestri piuttosto che schiavi o liberti. Adriano si adoperò per un’efficace amministrazione della giustizia: per tale scopo L’Italia fu suddivisa in quattro distretti giudiziari assegnati a senatori di rango consolare. all’amministrazione fiscale. Per sua volontà il vallo di Adriano in Bretannia fu avanzato nella Scozia meridionale (vallo di Antonino). ANTONINO PIO (138-161 d. Morto costui prematuramente la sua scelta si indirizzò verso un senatore della Gallia Narbonese. tuttavia.C. quest'ultimo rinunciò ai grandi viaggi attraverso l'Impero.) All'insegna della continuità con quella del suo predecessore fu il regno di Antonino Pio.soprattutto di azioni e di guerriglia. Solo in Mauritania ci fu una ribellione. Gli Ebrei dunque non ebbero più una patria. da lui celebrato come una sorta di governo ideale dell'universo. Adriano inoltre avvertì l’importanza del ceto equestre per l’amministrazione finanziaria e ne riorganizzò la carriera attraverso tappe di promozione prefissate. alleggerendo il lavoro dei tribunali di Roma. il quale adottò a sua volta Lucio Vero. La colonia adotta il pieno diritto romano ed è organizzata a immagine di Roma. Non sembra invece che fosse stato previsto che. si concluse vittoriosamente nel 166 d. si facessero pericolosi. l'integrazione dei provinciali nell'impero. essi invasero la Pannonia. Come risposta a questa situazione d'emergenza si creò la "difesa avanzata dell'Italia delle Alpi". appena salito sul trono. dopo campagnie difficili che si protrassero per quasi dieci anni. Infatti l'esercito romano tornato dall'Oriente porto con sé la peste. Inoltre aspiravano al titolo di colonia onoraria. pagano un tributo. A partire da Claudio le città potevano ricevere lo status di colonia anche come privilegio onorario. Inoltre la vulnerabilità della frontiera settentrionale creò le condizioni perché i barbari del Nord.C. Molto Lucio Vero. All' interno di questo gruppo si distinguono. erano organizzate secondo tre tipologie fondamentali. dividesse il potere con il fratello adottivo Lucio Vero. in base al loro status giuridico nei confronti di Roma: a) le città stipendiarie che. . 3) le colonie: si tratta in origine di città di nuova fondazione con l'apporto di coloni che godono della cittadinanza romana su terre sottratte a città o a popoli vinti. con diritti speciali concessi da Roma. attraverso estensioni del diritto latino o della cittadinanza romana. che causò lutti e devastazioni in molte regioni con gravi conseguenze demografiche ed economiche.Nell'impero romano si possono distinguere una grande varietà di tipologie cittadine. È il primo caso di "doppio Principato". ma fu la causa indiretta della crisi che travagliò l’Impero negli anni successivi. Marco Aurelio riuscì a ristabilire la situazione preesistente e a respingere i barbari a nord del Danubio nel 175 d. senza che ci fosse un effettivo trasferimento nella città di nuovi coloni. L'evoluzione dello statuto delle singole comunità comportava. Marco Aurelio (161-180 d. All'inizio del regno di Marco si riaprì la questione orientale con il potente vicino Partico. le città peregrine aspiravano diventare municipi di diritto latino e questi ultimi disperavano ottenere il diritto romano. b) le città libere.C. Se realizzava così una gerarchia tra le città.C. sottomesse a Roma. ma come riconoscimento del grado di romanizzazione raggiunto dalla comunità. cioè quelle preesistenti alla conquista e alla loro riorganizzazione all'interno dell'Impero.) Marco Aurelio succedette a Antonino secondo quanto era stato preordinato.. 2) i municipi: un municipio è una città cui Roma ha concesso di elevare il suo status precedente di città peregrina e ai cui abitanti è accordato o il diritto latino o quello romano. c) le città libere federate: sono le città libere che hanno concluso un trattato con Roma su un piede di eguaglianza. a seconda del loro grado di integrazione dello Stato romano: 1) Le città peregrine. la Rezia e il Norico arrivando a minacciare l'Italia. La guerra. condotto da Vero. Superato il Danubio. C. di cui egli perseguitò numerosi membri. seguace della dottrina stoica e autore di un'opera di riflessione morale. Marco Aurelio. sprezzante nei confronti del Senato e di Roma. il dio siriano del Sole. Con lui si ritorna alla prassi della successione dinastica. Egli approfittò del disinteresse di Commodo e dell'arbitrio con cui poteva esercitare il potere. sotto la pressione popolare. per vendere titoli di console e altre magistrature. Il caso volle però che il figlio Commodo. Commodo stesso decise di proporsi come divinità in terra. che offriva sempre giochi alla plebe di Roma ed era circondato dal lusso. per promuovere liberti in Senato e per rovesciare le decisioni dei tribunali in cambio di denaro. rinunciando al progetto del padre di controllare anche le regioni a nord del fiume. Dal 182 al 185 d. fu anche alla base di processi di tradimento. Il suo primo atto fu quello di concludere definitivamente la pace con le popolazioni che premevano sul Danubio. nel 177 d. con conseguente confisca dei beni di lusso ai senatori e ai cavalieri. Questo suo atteggiamento contrario alla tradizione augustea e romana fu un ulteriore elemento di dissenso del Senato nei suoi confronti. con l'accoglimento di molti divinità straniere:la Magna Mater fu celebrata come protettrice dell'Impero. risultasse del tutto indegno alla carica. il governo fu di fatto in mano al prefetto del pretorio Perenne. a Lione avvenne un episodio di cruenta persecuzione contro i cristiani.) Commodo divenne imperatore a soli 19 anni. Cleandro. La necessità riempire le casse dell'imperatore.C. la sua stravaganza. Il fatto che fosse stato ucciso dalle sue stesse truppe evitò il conflitto armato. con un'alta concezione del proprio dovere verso i sudditi. inflissero questo supplizio ad alcuni cristiani (i "martiri di Leone"). Sotto il Principato di Commodo vi furono importanti fenomeni di integrazione della cultura provinciale. Le sue inclinazioni dispotiche. dal titolo A se stesso. Una grave carestia che colpì Roma fece cadere il potere di Cleandro. è passato alla storia come imperatore-filosofo. che gli succedette. alla sua morte (per una congiura nel 192 d. Furono sospese inoltre le somme per i sussidi delle istituzioni alimentari. offerto come capo espiatorio alla plebe. Quando questi fu ucciso.. africane e provinciali furono invocate a proteggere il principe e ad assicurare il benessere dell'Impero. Mitra e altre divinità orientali. In occasione di giochi gladiatori. al posto della cooptazione.C.Un altro sintomo di malessere dell'Impero è dato anche dalla rivolta del governatore di Siria Cassio che si autoproclamò imperatore. Durante il regno di Marco. Serapide protettore della flotta che trasportava i rifornimenti granari. che prevedevano la lotta di condannati con belve feroci. Il Senato dipinse Commodo come il peggiore dei tiranni. . i magistrati locali. le sue innovazioni in campo religioso (si faceva chiamare Ercole e pretese di rifondare Roma con il nome di Colonia Commodiana) determinò inevitabilmente la rottura con il Senato. il suo ruolo fu preso da un liberto. Commodo (180-192 d.C) la sua memoria fu condannata e il suo nome cancellato da ogni monumento. all'interno dell'Impero si erano manifestati diversi fattori di crisi. si trovò nella condizione di nominare imperatori a suo piacimento. quando verso il 250 d. Gli imperatori militari di origine illirica. cercavano di far fronte alla gravità della situazione. Tali elementi di crisi si aggravarono nel corso del III secolo d. L'adozione del culto solare da parte di questi imperatori si spiega con il fatto che esso era molto popolare nell'esercito. che condussero rapidamente lo Stato romano ad una situazione difficilissima L'accresciuta importanza dell'esercito che. per reazione e per paura. nel quale si diffonde una progressiva sfiducia nei valori religiosi e tradizionali. dato che i bisogni dell'esercito crescevano per contenere la spinta delle popolazioni barbariche. Durante il III secolo la chiesa cristiana rafforza la propria struttura ma. In campo politico. durante il regno del figlio Commodo. ma risultavano totalmente estranei alla tradizione del regime senatorio. portando con sé la decadenza economica delle città e una profonda crisi morale. il pericolo barbarico si manifestò in tutta la sua gravità. arrivati al potere attraverso una serie di proclamazioni dei loro eserciti.. in campo fiscale la svalutazione della moneta impoverì i ceti medi. un fenomeno che divenne drammatico a partire dalla metà del III secolo d. che dipende sempre più dell'appoggio dell'esercito come base primaria del potere. il senato si trovò privato a vantaggio dei militari. dovuta alla diffusa sfiducia nei valori tradizionali.C. favorisce il manifestarsi di nuove tendenze religiose. mentre la nuova fede conquista consensi sempre più ampi presso la gente bisognosa di nuovi punti di riferimento. che si deve la trasformazione dell'ideologia del potere imperiale verso forme più assolutistiche. dovuta alla necessità di finanziare l'esercito sempre più esigente. IL CRISTIANESIMO Proprio la crisi morale dell'impero romano. TENDEZE ASSOLUTISTICHE È al nuovo ruolo dell'esercito. In questo momento di grande difficoltà. e in modo più evidente. Il bisogno di reperire risorse per il mantenimento delle legioni determinò la crescita della pressione fiscale e il fenomeno dell'inflazione: la forte perdita di valore della moneta è una delle calamità che afflissero la popolazione civile e l'economia delle città in questo periodo.C.C. si fa più dura ed evidente l’avversione da parte dell'autorità politica. Cambia anche il rapporto tradizionale tra l'imperatore e il Senato: ormai l'imperatore riconosce al Senato solo la funzione di organismo burocratico soggetto alla propria autorità assoluta. la prima grande persecuzione sistematica dei . soprattutto nelle province va messa in relazione con l'accentuata pressione dei popoli barbari ai confini.LA CRISI DEL III SECOLO E LE RIFORME DI DIOCLEZIANO Già durante il regno di Marco Aurelio. il potere imperiale decise di scatenare. Un ulteriore elemento di disgregazione era costituito da una grave situazione economica. Nell’ editto di Caracalla giocano probabilmente ragioni anche di carattere fiscale: con tale provvedimento aumentava infatti il numero dei contribuenti. La lotta per il potere riguardava chi aveva il controllo delle forze militari più ingenti: la competizione era ristretta fra il legato della Pannonia Settimo Severo. non si erano ancora concluse quando. avvenuta nel 192 d. fu proclamato Cesare. più noto come Caracalla e Geta elevato anche lui al rango di Augusto. Il suo energico intervento fu coronato da un'importante successo. Questo nuova diarchia ebbe durata breve perché Caracalla. i due avrebbero dovuto regnare insieme. LA DINASTIA DEI SEVERI (197-235) La situazione confusa che segue all'uccisione di Commodo. nuovamente minacciata dai Parti. Sotto di lui era cresciuto il "soldo". come dimostrato anche dall'altro provvedimento da lui preso per fronteggiare la forte inflazione. Settimo Severo. Le operazioni di difesa dei confini. Settimo Severo rivolse subito la sua attenzione verso la frontiera orientale.. presenta forti analogie con quella del 68-69 d. e cioè sudditi. nel 211 d. Ci fu un periodo di regni effimeri. che prevedevano il rafforzamento del vallo di Adriano. ottenne la vittoria decisiva sui rivali nel 197 d. la coniazione dell' “antoniniano”. La politica di forti concessioni ai legionari e pretoriani. allo stesso tempo il figlio minore. .C. Ha inizio con Settimo Severo quella che viene definita una “monarchia militare” nella quale l'autorità dell'imperatore si basa sulla forza degli eserciti. Questa moneta aveva infatti il valore nominale di 2 denari pur avendo il valore effettivo di un denaro e mezzo.C. e mosse con i suoi soldati direttamente alla volta di Roma. la capitale nemica fu rasa al suolo. diede vita ad una dinastia che durò fino allo 235 d. che Caracalla proseguì. il governatore della Siria Nigro e il governatore della Bretannia Clodio Albino..C. dove la situazione era resa precaria dalle incursioni delle tribù abitanti l’odierna Scozia. Editto di Caracalla: Il nome di Caracalla è rimasto legato ad un provvedimento famoso nel 212 egli dispose la concessione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'Impero ad eccezione dei cosiddetti dediticii (parola che significa "coloro che si sono arresi". L'esercito proclamò Augusto il figlio maggiore di Severo. violento e ambizioso. un generale africano. la paga dei soldati ai quali era stato inoltre concessa tutta una serie di privilegi: fu abolito tra l'altro. forse da riferire ai barbari non ancora assimilati). Solo nel 208 decise una spedizione in Bretannia.C. il divieto per i legionari di contrarre matrimonio sino a quando si trovavano in servizio. Impossessatosi del potere. Geta. ma non fu così. A Settimo Severo successero i figli M. richiedeva la disponibilità di sempre maggiori risorse. che così si trovò ad essere associato al padre. Severo trovò la morte a York. Antonino detto Caracalla. Anche Caracalla condusse una grande campagna in Oriente contro i Parti.C..cristiani. Severo rimase a lungo a Roma ad amministrare nel miglior modo il nuovo regime. Aurelio Antonino. non esitò a far assassinare il fratello. accusato di cercare di trattare con i barbari anziché combatterli. fecero sì che il regno di Macrino durasse solo un anno. minacciata a sua volta da incursioni di popolazioni barbariche. l’opposizione del Senato. ai quali verranno affidati comandi militari e l'amministrazione delle province. zia di Caracalla. per i primi anni. e soprattutto lo scontento dello stesso esercito. In Persia era succeduta una nuova dinastia. segna uno dei momenti più oscuri della storia imperiale. arrivando a minacciare anche la Siria. Finiva così la storia della dinastia dei Severi che aveva provocato un indebolimento della classe dirigente tradizionale e accentuato la forza dell'esercito divenuto padrone dei destini dell'Impero: aveva inizio un cinquantennio di lotte militari e civili che avrebbero condotto l’Impero sull'orlo del dissolvimento. che proclamarono imperatore il cugino. Grazie quest'ultimo i rapporti tra imperatore e Senato tornarono ad essere di collaborazione. La prima volta che uno appartenente all'ordine equestre veniva proclamato imperatore. Giulia Mesa. fu assassinato per una congiura dei militari. Di fronte al risentimento generale suscitato a Roma. La progressiva sfiducia nell'aristocrazia muove gli imperatori a potenziare il ruolo di cavalieri. ucciso Macrino.C. grazie all'azione di governo in mano al grande giurista Ulpiano. Bassiano noto come Elagabalo. arrivato quattordicenne al trono imperiale.C. insoddisfatto della pace da lui stipulata con i Parti. dallo spirito fortemente nazionalistico. uno dei capi della congiura. imperatore un suo nipote. L’ANARCHIA MILITARE . i Persiani scatenarono un'offensiva contro la Mesopotamia romana. Nel 235 d. quello del dio Sole venerato in Siria. Arrivò al punto di portare a Roma una pietra nera di forma conica. Tuttavia.Durante questa spedizione nel 217 fu assassinato in Siria durante una congiura militare. Anche Severo era un ragazzino e il suo regno ebbe successo . acclamasse nel 218 d. mentre era impegnato a fronteggiare questa nuova situazione. Elagabalo fu assassinato dai pretoriani.C. riuscì a far sì che l'esercito. Elagabalo è ricordato soprattutto per il suo intenso misticismo e per il tentativo di imporre come religione di Stato un culto esotico. e di fargli erigere un tempio sul Palatino. senza che avesse provveduto a nominare un successore. Durante il regno di Severo Alessandro si verificò un evento destinato ad avere conseguenze importanti nello sviluppo della politica estera romana. Si organizzò comunque una congiura: nel 222 d. L’ Imperatore appena rientrato a Roma fu chiamato in Gallia. riuscì a bloccare l'offensiva nemica. Imperatore fu acclamato allora il prefetto del pretorio Macrino. Il regno di questo ragazzino. anche la stessa Giulia Mesa impose al nipote di dare il potere al cugino. L'intervento di Severo in Oriente. anche se non risolutivo. che gli successe con il nome di Severo Alessandro. ) Per la durezza del suo regime. Il Senato aderì subito alla proclamazione dell'anziano Gordiano che si associò al figlio. anche il regno di Filippo terminò in modo cruento. rimasto da solo a reggere l'Impero. in una congiura dei suoi ufficiali. Valeriano fu sconfitto e fatto prigioniero.C. Valeriano. dal Senato. combattendo contro i Goti. detto l'arabo per le sue origini. riuscì a bloccare l'avanzata degli Alamanni e dei Goti. Filippo si affrettò a stipulare una pace con il re dei Persiani.C. Massimino fu dichiarato nemico dello Stato. Con il suo regno incomincia all'epoca generalmente considerata di massima crisi. un anziano senatore. Di fronte alle ribellioni degli usurpatori e alle tendenze delle province a governarsi da sole. Questo significava per i cristiani una forte discriminazione. Le sorti dell'impero furono rette per conto di Gordiano. Alla morte di Gordiano III nel corso di una campagna contro la Persia. viene comunemente definito come la fase dell'anarchia militare (235-284 d. che proclamarono il nipote di Gordiano I. Una disposizione imperiale obbligava gli abitanti dell'Impero a dimostrare la propria fedeltà ai culti imposti. anche se fu costretto ad arretrare la linea di frontiera.la Palestina e la Mesopotamia. con la perdita della Dacia. tra cui quello ufficiale dell'imperatore. Associò subito il potere al figlio Gallieno. Il breve regno di Decio è caratterizzato dalla volontà di rafforzare l'osservanza dei culti tradizionali. il senatore Decio. Morì in cattività dopo aver lavorato con i suoi soldati alla costruzione di una grande diga. responsabile di una violenta persecuzione contro i cristiani è presentato nelle fonti cristiane come una sorta di mostro Decio morì nei Balcani nel 251 d. L'esercito proclamò imperatore al suo posto il suo prefetto urbano. Gordiano III. il senato affidò il governo dello Stato a venti consolari al cui interno furono nominati Pupieno e Balbino. A Roma Pupieno e Balbino furono uccisi dai pretoriani. Massimino. Gallieno. questo periodo nel quale si succedono circa 20 imperatori legittimi e i legittimi. Chi infatti non accettava di onorare gli dei e l'imperatore veniva condannato a morte. fu acclamato imperatore Filippo. Gallieno dovette tollerare che all'interno dell'Impero si formassero due regni separati: quello delle Gallie (ed esteso anche alla Spagna e alla Britannia) e quello comprendente la Siria. La sua campagna contro i Persiani finì tragicamente. avvenuta nel 268 d. Per questo Decio. Malgrado alcuni successi conseguiti nella difesa delle frontiere. . dal valoroso prefetto del pretorio Timisiteo.Al posto di Alessandro Severo l'esercito proclamò imperatore un ufficiale di origine tracia. Scoppiò una rivolta dei soldati fedeli a Massimino e i due Gordiani trovarono la morte.C. che impose una fortissima pressione fiscale per far fronte alla grave situazione militare. arrivò al trono imperiale dopo una serie di effimeri imperatori militari. GLI IMPERATORI ILLIRICI L’uccisione di Gallieno. s’impadronì della Siria della città che si era ribellata che venne poi rasa al suolo.portò al potere il suo comandante della cavalleria. venne proclamato imperatore Diocleziano: il suo regno durò circa un ventennio. Significativa è anche la sua riforma monetaria: eli introdusse una nuova moneta. Tale sistema aveva come fine quello di fronteggiare meglio le varie crisi regionali attraverso una ripartizione territoriale del potere e. tanto da aspirare allo stesso potere centrale. L’unità dell’impero risultava così ricostrita. mentre si riduceva l’estensione del loro territorio: si voleva evitare in questo modo che i vari governatori diventassero troppo influenti e potenti. Diocleziano stabilì la propria sede in oriente nella capitale Bitinia. Tra le varie riforme di particolare importanza è quella che riguarda il potere imperiale. Aureliano ebbe il merito di restituire un certo prestigio alla figura del sovrano: promosse una decisiva riorganizzazione dello Stato. Claudio conseguì due importanti successi uno contro gli Alemanni e un altro contro i Goti. di garantire una successione ordinata. Diocleziano concepì un sistema in base al quale al vertice dell’impero c’era un collegio imperiale composto da quattro monarchi. Il regno di Diocleziano è contraddistinto da una forte volontà restauratrice dello Stato. Diocleziano: con il suo regno (284-305 d.C) si chiude definitivamente l’età buia che va sotto il nome di crisi del II secolo. Aureliano riuscì a sottomettere i due stati autonomi che si erano costituiti. Dopo altri brevissimi regni nel 285 d. nello stesso tempo. Fu sconfitto anche l’ultimo sovrano del regno separatista delle Gallie. a livello politicomilitare. Anche il numero delle province aumentò. “tetrarchi”. chiamata ancora “antoniano”. la sua opera fu completata da Aureliano che riuscì a combattere le popolazioni barbariche che avevano invaso la pianura padana. chiamata Tarda antichità. due dei quali (detti augusti) erano di rango superiore ai secondi (detti Cesari). durante il quale egli riuscì a riorganizzare lo Stato romano. Claudio II è il primo di una serie di imperatori detti “illirici” perché originari di quella regione. Morto Claudio II di peste. In campo religioso abbiamo l’introduzione ufficiale del culto di Mitra una divinità particolarmente cara ai soldati. Con il regno di Diocleziano e quello di Costantino si fa coincidere anche il momento iniziale di un’età di rinnovamento nella storia dell’impero romano.C. Per garantire una migliore difesa alle regioni più minacciate. tradizionalmente si fa iniziare la fase del cosiddetto “Dominato”. ormai svilita. Il principato che veniva così introdotto era quello della cooptazione: i due Augusti sceglievano i due Cesari e i due Cesari a loro volta divenuti Augusti facevano altrettanto. amministrativo ed economico. con l’introduzione di una nuova forma di tassazione che gravava sul . Si tratta di un’età di riforme e di novità. Diocleziano s’impegnò anche nella riorganizzazione del sistema economico e nel riordino del sistema fiscale. Aureliano fece circondare Roma da un’importante cinta muraria. rispetto a quella precedente detta “Principato”. ma che doveva sostituire la precedente. Come previsto dal sistema tetrarchico. Diocleziano e Massimino abdicarono e al loro posto subentrarono i due Cesari. che viene assorbito da quello senatorio.). DA COSTANTINO A TEODOSIO MAGNO: LA TARDA ANTICHITA’ Il periodo che inizia con Costantino e che arriva sino a Giustiniano denominato “basso impero” è chiamato preferibilmente dalla storiografia moderna con il termine di “tarda antichità”. Il governo dello Stato è diretto dai detentori delle più alte cariche civili e militari secondo rapporti gerarchici. il che comporta il distacco all’aristocrazia senatoria dagli organismo di potere. Era la rivincita del principato dinastico. dette “diocesi”. . Diocleziano attuò anche la riforma monetaria sostituendo la moneta di bronzo. sono tali da imporre una più forte pressione sulla società. Massenzio. realizzabile solo grazie a un censimento dei terreni e dei sudditi. per il mantenimento della sua burocrazia e dell’esercito imponente. Per semplificare il calcolo. e con il definitivo affermarsi del cristianesimo come religione ufficiale dell’impero romano. aveva consolidato la propria struttura. che inizia con il regno di Costantino e arriva alla morte di Teodosio I (395 d. monete d’oro e d’argento di ottima qualità (ma scomparvero presto dalla circolazione). Al suo interno si distingue una fase particolarmente significativa.. L’Italia perse il suo privilegio ed entrò a far parte del sistema provinciale alla pari delle altre regioni dell’impero. il cui valore era imposto dalla legge dello Stato. l’impero fu suddiviso in dodici unità regionali.C.C.reddito agricolo ( in base alla terra coltivabile e al numero di coltivatori). In questo periodo si assiste anche alla scomparsa dell’ordine su cui ricadevano le principali cariche burocratiche. Diocleziano aveva promosso un’intensificazione del culto imperiale facendosi chiamare “figlio di Giove”. La violenta persecuzione scatenata contro i cristiani iniziò verso la fine del regno di Diocleziano quando la Chiesa Cristiana. rivendicò per sé il potere. Diocleziano tentò si imporre il prezzo massimo che non era consentito superare per un determinato prodotto. Oggi il giudizio negativo sulla tarda antichità può considerarsi superato perché si è imposta la coscienza della validità e della ricchezza delle esperienze culturali e artistiche di quest’età così complessa. il figlio Costantino.C. Essa coincide grosso modo con il IV secolo d. l’esercito proclamò alla morte di Costanzo Cloro. Per bloccare la continua ascesa dei prezzi delle merci. I successi più significativi ottenuti durante il regno di Diocleziano riguardano la soppressione di una serie di rivolte scoppiate in Britannia e in Egitto. essi nominarono a loro volta come Cesari Severo e Massimino. Costanzo Cloro e Galerio. Il sistema tetrarchico però entrò in crisi. il 1° maggio del 305 d. Da Diocleziano l’imperatore non risiede più a Roma. quello dei cavalieri. L’aristocrazia è impegnata a difendere la sua identità di ceto e i propri interessi. Anche il figlio di Massimiano. L’impero uscito dalle riforme di Diocleziano e di Costantino è effettivamente diverso rispetto al passato: l’esigienza dello Stato. C. Mentre Galerio moriva nel 311 d. COSTANTINO Gli anni che seguirono la morte di Costanzo Cloro e che videro. furono raggruppate in quattro grandi prefetture. rette ciascuna da un prefetto del pretorio. così come la responsabilità degli approvvigionamenti alimentari. il sostanziale fallimento del sistema tetrarchico. nella battaglia del ponte Milvio. Ai questori e ai pretori è fondamentalmente delegato l’onore. Tuttavia.C. L’allestimento di una nuova capitale nell’antica Bisanzio.C. consolato). dell’Illirico e dell’Oriente. molto dispendioso. quest’accordo è noto impropriamente come “editto di Milano”. che fu forse preceduto da una forma di persecuzione anticristiana da parte di Licinio. le diocesi in cui l’impero era stato suddiviso da Diocleziano. e poté impadronirsi di Roma. I contrasti tra Costantino e Licinio. era anche un riconoscimento all’importanza dell’Oriente all’interno dell’impero. da parte di Costantino. si tratta ormai di magistrature che non implicano alcuna capacità decisionale. divenne il solo imperatore. incominciarono però molto presto: lo scontro finale. Costantinopoli fu dotata di tutte le strutture: ebbe un Senato. Quanto al consolato.che si concentrano in special modo nell’Italia meridionale.C. Nella tarda antichità il rapporto con la plebe urbana di Roma è particolarmente delicato: l’organizzazione di giochi costosi. sono assai confusi. La carica chiave è la prefettura urbana. Licinio e Costantino si incontrarono a Milano dove si accordarono sulla questioni fondamentali di politica religiosa. ricade sulla principali famiglie senatorie. Le diocesi a loro volta riunivano al loro interno un numero più o meno grande di province.. Costantino ebbe la meglio su Massenzio nel 312 d. Allo scopo di rendere più efficiente l’amministrazione provinciale. A partire dal regno di Diocleziano. di Costantinopoli (odierna Istanbul) quale “nuova Roma” nel 330 d. pretura. si ebbe nel 324 d.C. d’Italia e Africa. della Gallia. dopo aver ordinato di cessare le persecuzioni contro i cristiani. In quell’occasione l’imperatore dichiarava di aver abbandonato il paganesimo per il cristianesimo. Massenzio. anche se le tappe fondamentali della carriera senatoria rimangono (questura. conferito dall’imperatore. alle porte di Roma. All’inizio 313 d. che rimane appannaggio dell’aristocrazia senatoria. all’inizio composto da 300 membri che divennero ben presto quasi 2000. sul Tevere. quando Costantino con la vittoria di Andrianopoli. con la proclamazione imperiale di suo figlio Costantino e del figlio di Massimiliano. La conversione di Costantino fu un evento di portata rivoluzionaria perché significò l’inserimento delle strutture della Chiesa in quelle dello Stato. Tra le conseguenze della vittoria di Adrianopoli cu fu la fondazione. si tratta di un titolo onorifico. L’assemblea di . in una posizione strategicamente molto importante all’ingresso del Mar Nero. Roma di fatto non era più la sede ufficiale di residenza dell’imperatore. Il senato non ha più un potere reale. di organizzare dei giochi per la plebe di Roma. ricevevano una paga più alta rispetto agli altri. Esso. i cosiddetti limitanei. Costanzo II fu costretto a cercare un collega cui affidare il governo dell’Occidente: la scelta cadde sull’unico sopravvissuto. i due nipoti del defunto sovrano. però. Il problema militare non fu però superato. l’esercito mancava di soldati e nonostante varie riforme per incentivarne l’arruolamento.C. La minaccia dei barbari era molto grave. nominato Cesare. morì nel corso di una campagna contro i Persiani. finivano per essere soldati di second’ordine. Così i soldati collocati direttamente sulla frontiera. A Costantino II (cui fu attribuito il governo delle Gallie. non ha affrontato in modo coerente il problema della successione che comunque doveva andare a figli e nipoti. LA MORTE DI COSTANTINO Costantino in punto di morte ricevette il battesimo. per mano di un usupatore. sia per la mancanza di senso della tradizione. lo Stato da un lato combattè dei barbari dall’altro mediante una politica di assorbimento nell’organismo imperiale andava incontro a una “barbarizzazione della socieltà”. però. detto comitatus perché “accompagnava” l’imperatore. piuttosto che tra i cittadini. sia per l’estrazione modesta dei suoi membri. della Britannia e della Spagna). Giuliano regnò come imperatore unico per soli due anni. Lo sguardo di Costantino era costantemente rivolto al cielo.C. Il comando dell’esercito mobile fu affidato a due distinti generali. Sofia a Costantinopoli. Giuliano riuscì a garantire la sicurezza delle Gallie grazie a un successo ottenuto sugli Alemanni a Strasburgo nel 357 d. Rimasto unico imperatore. furono eliminati. Costantino. Nella chiesa dedicata ai Santi apostoli nella basilica di S. La sua proclamazione imperiale nel 360 d. i soldati finirono per essere reclutati sempre più tra i barbari. in regione della sua tenera età. E’ a lui infatti che si deve la creazione de un consistente esercito mobile. i comitatenses.Costantinopoli però non conseguì mai il prestigio di quella romana. uno della cavalleria e una della frontiera. I soldati che facevano ne facevano parte. Assai indicative appaiono le disposizioni date da Costantino per la sua sepoltura. Costante moriva a sua volta nel 350 d. che potevano rappresentare un’alternativa alla successione.C. Tra le riforme attuate da Costantino. in pieno . da parte dell’esercito gallico sembrò ricondurre l’impero verso un nuovo conflitto fraticida. Al centro c’era un sarcofago riservato per lui l’imperatore “vescovo universale”. Alla morte di Costantino forse con la complicità dei figli.C. Nel 340 d. Egli aveva fatto collocare 12 cenotafi 6 da una parte e 6 dall’altra. alla strage del 337 d. C (alla morte dei nipoti di Costantino): il cugino Giuliano. Costantino II pagò con la vita l’incursione compiuta nei territori affidati al governo di Costante. Esso fu prevenuto solo dalla morte repentina di Costanzo nel 361 d. una delle più significative riguarda l’esercito.C. si rivelò assai precario. Costante (cui furono riservate l’Italia e l’Africa) e Costanzo II (l’Oriente) raggiunsero un accordo per il governo congiunto dell’Impero. il limes. Teodosio manifestò una particolare attenzione per il problema religioso. Quando irruppero in Tracia. un accordo con il loro capo. La situazione si stava stabilendo quando un generale fece assassinare Valentiniano II. Graziano. Teodosio consapevole dell’impossibilità di ricacciare i Goti concluse nel 382 d.C. Fondamentale è l’editto del 380 d.C. La sconfitta da lui partita ad Adrianopoli nel 378d. Quest’ultimo si associò subito nel potere il fratello Valente. Valentiniano. si tolse la vita. dove governava Giustina. Teodosio. anche se aveva quattro anni. Nel 383 d.C. Alla morte avvenuta per cause naturali nel 375d. Dopo il breve regno di transizione di Gioviano. Massimo regnò per qualche anno sulla Gallia: la sua invasione in Italia. Quando questi invase la Gallia. cui affidò il governo dell’oriente. ci fi un’usurpazione in Britannia da parte di un ufficiale. Tra l’altro Valentiniano represse con successo anche una rivolta in Africa. I Goti ricercavano delle terre all’interno dell’Impero come popolazione autonoma: essi erano detti infatti foederati (in quanto vincolati da un foedus. che era stato affidato alla sua tutela. a sua volta figlio di un generale. Il suo compito era quello di far fronte alla drammatica situazione che si era creata in Oriente.C. a condividere con lui il governo dell’Impero. pur essendo tenuti a fornire dei soldati in caso di necessità. fu acclamato imperatore un ufficiale di origine pannonica. Dalla morte di Giuliano a Teodosio Magno La morte di Giuliano in territorio persiano richiese un successo e una rapida soluzione del conflitto. gli Unni. per conto del figlio Valentiniano II. abbandonato dall’esercito. rimasto imperatore da solo con il piccolo Valentiniano II. chiamò una generale spagnolo.. L’Europa centro-orientale si trovava sconvolta dall’incursione di una popolazione nomade.gli successe al trono il figlio Graziano. Il suo regno è condizionato dai problemi militari cui dedicò grande attenzione. Valentiniano scelse di risiedere a Treviri. Teodosio intervenne nuovamente di persona in Italia e sconfisse Eugenio. L’inesperto Graziano. Il generale fece nominare imperatore Eugenio. che avevano abbondato le loro sedi abituali in Asia e sottoponevano a una pressione molto forte i Goti. benchè molto giovane: fu proclamato Augusto anche il fratello minore Valentiniano II. un trattato) e mantenevano i loro capi e le loro leggi.territorio nemico. Il suo regno è ricordato soprattutto per un effimero tentativo di reintrodurre la religione pagana. che stipulò una pace poco onorevole con i Persiani. Per fronteggiare meglio la pressione dei barbari sulla frontiera sul Reno.C. Nel frattempo a Valente toccò di affrontare una situazione molto difficile. (lo stesso Valente vi perse la vita) è di estrema gravità e rappresenta uno degli episodi che annunciano la fine dell’impero romano d’Occidente. provocò la risposta di Teodosio che sconfisse Massimo nel 338 d. Valente gli affrontò in una battaglia. Magno Massimo. con il quale la religione . Quest’ultimi a loro volta premevano sulla frontiera Danubiana.C. Intanto in Occidente le cose si andavano complicando. C.C. autorizzati a insediarsi all’interno delle frontiere imperiali in cambio di un impegno a fornire soldati in caso di necessità. L’accordo allora stipulato tra i romani e i goti.. Per buona parte del IV scolo d. perché poneva le condizioni per l’impiego di barbari goti come soldati al servizio di roma. Nell’esercito infatti le possibilità di carriera non erano vincolate .C. le relazioni tra Roma e i Goti furono condizionate dal trattato di pace di Costantino del 332 d. operando nei due raggruppamenti fondamentali dei Greutungi e dei Tervingi (identificabili. rappresenta una novità rilevante nella politica romana perché non scaturiva da un successo militare. Il disastro di Adrianopoli del 378 d. con cui si chiude questa fase critica.. finì per consentire definitivamente l’insediamento di Goti in tracia. ci fu una sostanziale stabilità. all’interno delle frontiere dell’Impero romano 8 probabilmente oltre al pagamento delle tasse era inclusa la prestazione militare). promulgò una legislazione sempre più severa nei confronti dei seguaci del paganesimo.cristiana veniva elevata al rango di religione ufficiale dell’Impero. Da questo momento in poi gli imperatori romani si appoggiavano sempre più alle truppe germaniche e ai loro capi. i Goti erano la forza predominante nella regione del Ponto. nella Tracia (giudicata un rifugio idoneo perché terra fertile e al di là della portata degli unni). Il processo in virtù del qual le cosiddette tribù barbariche erano state insediate a vario titolo sul territorio imperiale romano è iniziato con Marco Aurelio.C. Fino al 360 d. che avevano distrutto le loro terre più settentrionali.C. Questa pressione esercitata alle loro spalle spiega perché. Il trattato del 382 d.C. i Tervingi facessero richiesta di essere accolti a sud del Danubio. Sant’Ambrogio. Nel Natale del 390 d. Un protagonista degli ultimi decenni del IV secolo d. convocato un concilio. E un anno dopo. Personalità molto forte e decisa non esitò a imporre la propria autorità anche Teodosio. La situazione ebbe una svolta drammatica quando i vari regni goti entrarono a loro volta in crisi per la pressione esercitata su di loro dagli Unni. L’influsso dei germani sulla politica interna romana si basa quasi esclusivamente sulla loro posizione guadagnata all’interno della gerarchia militare. Il trattato contiene un’importante elemento di novità. LA FINE DELL’IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE Attorno alla metà del IV secolo d. è una delle pagine più drammatiche della storia del tardo Impero e le sue conseguenze sono decisive per la sopravvivenza dell’impero romano. secondo alcune fonti rispettivamente con gli Ostrogoti e Visigoti).. in cui trova la morte lo stesso imperatore Valente. e soprattutto del regno di Teodosio è il vescovo di Milano.C. (Quando l’imperatore punì un vescovo di una località della Mesopotamia per aver incendiato una sinagoga ebraica egli lo costrinse a ritornare sulla decisione minacciandolo di situazioni spirituali). Ambrogio impose a Teodosio addirittura una penitenza pubblica: tale sanzione era dovuta alla strage che l’imperatore aveva ordinato a seguito di una sommossa popolare. che faceva dei Giti Tervingi uno Stato-cliente dei romani.C. C. Svevi e Alani dilagarono verso la Gallia meridionale. doveva fronteggiare il tradizionale nemico persiano. che erano ancora ragazzini. al fine di ostacolare l’integrazione dei nuovi arrivati. Arcadio. anche l’Italia fu invasa dai Goti. Alamanni.C. Franchi. segnò un momento di svolta un momento di svolta decisiva per la storia dell’Impero romano. Vandali. Nel 398 d. inoltre non sembra aver conosciuto alcuna applicazione in Oriente. In un primo momento. Per la prima volta esso fu diviso territorialmente di fatto in due parti tra i due figli di Teodosio. guidati da Alarico. cui toccò l’Oriente e Onorio cui toccò l’Occidente. cui affidò in tutela i figli. ma si basavano essenzialmente sulle capacità personali e sul favore imperiale. il principio unitario doveva essere mantenuto vivo dal generale di origine vandalica Stilicone. Il compito di Stilicone però si rilevò impossibile da realizzarsi. vale a dire reclutare barbari per la terra e per l’esercito e mantenere la reciproca estraneità fra barbari e Romani. due eserciti del tutto autonomi. la frontiera renana fu travolta da numerose popolazioni germaniche: Vandali. Alani e Svevi varcarono i Pirenei e si stabilivano in Spagna. in regione del costante aggravarsi della situazione militare. In entrambi i casi Stilicone riuscì a fermare la loro avanzata.C. Solo eccezionalmente. veniva concessa a queste categorie di barbari la cittadinanza romana. una serie di invasioni barbariche scosse l’Impero. (Probabilmente però si è trattato di un provvedimento di breve durata).C. La legge di Valentiniano. Ma alla fine del 406 d. si cercò con una apposita legislazione di impedire unioni miste. In una situazione di questo genere era inevitabile che Stilicone cercasse una soluzione di compromesso almeno con i . Burgundi. L’esito di tale smembramento risultò particolarmente rovinoso per l’Occidente. Almeno fini alla sconfitta di Adrianopoli sembra chiara la volontà degli imperatori di proseguire due finalità. LA DIVISIONE DELL’IMPERO: STILICONE La morte d Teodosio nel 395 d. Mentre la Bretannia si staccava definitivamente dall’impero. Stilicone riuscì a reprimere una rivolta in africa. Non solo c’erano due imperatori. ma si crearono anche due corti.all’apparenza a un ordine. a fronte del massiccio insediamento di barbari che si stava realizzando. In Occidente il problema balcanico era sicuramente avvertito in termini assai diversi che non in Oriente (qui esso aveva forti implicazioni soprattutto di carattere religioso). Negli anni successivi infatti attestate assegnazioni di terra in Italia e la presenza di insediamenti barbarici in particolare nelle regioni settentrionali.C.C. Nelle intenzioni di Teodosio. tuttavia. ma all’inizio del V secolo d. Nel 402 e nel 406 d. superata la crisi gotica del 378 d. minacciato dalle sempre più frequenti pericolose incursioni barbariche mentre l’Oriente. il principio unitario doveva essere mantenuto vivo dal generale di serie invasioni di Teodosio. A Costantino forse si deve il primo insediamento di nuclei consistenti di barbari entro i confini dell’impero. In Occidente erano prevalenti i risvolti di carattere politico-sociale ed etnici. due amministrazioni. non si rivelarono capaci di dar vita a organizzazioni stabili. Dopo aver saccheggiato Roma.C. Costanza si fece proclamare imperatore. fu assassinato. Galla Placidia. sposò Gallia Placida. morì il vescovo della città. Il suo piano suscitò la violenta reazione di una parte della corte imperiale. che nel frattempo si era trasferita a Ravenna. soposò Gallia Placida. che privava l’Occidente del suo migliore difensore. fu messo a morte Ravenna nel 408 d. IL SACCO DI ROMA Le conseguenze di quest’atto insensato. Alarico si diresse verso il sud dell’Italia. Atualfo fu costretto trovare per il proprio popolo una sede oltre i Pirenei e nel 415 d. avvenuta in Calabria risparmiò ulteriori danni all’Italia: i Goti infatti si ritirarono nella Gallia meridionale. L’ Italia fu di fatto abbandonata alla merce di Alarico. che la città cadeva in mano a eserciti nemici (i pagani ne trassero spunto per attribuire la responsabilità dell’evento ai cristiani che avevano imposto l’abbandono degli antichi riti). ma morì prima ancora di ottenere il riconoscimento della propria sovranità da parte della corte di Costantinopoli. Un ruolo importante in Occidente fu svolto da un capace generale. portando con sé come ostaggio la stessa sorella dell’imperatore Onorario. il potere era caduto nelle mani di un usupatore. che così per un breve periodo divenne regina dei Visigoti. dopo che alla morte di Onorio avvenuta nel 423 d. che nell’agosto del 410 d.C. Il regno dei Vandali. La morte improvvisa di Alarico. considerata capitale meglio difendibile di Stilicone che.C.C. Sant’Agostino una delle figure più significative della cultura tardoantica. però. Era lei che reggeva le sirti dell’Occidente per conto del figlioletto attraverso un capace generale Ezio (che seguiva la stessa politica di utilizzazion dei barbari per la difesa dell’Impero già tentata da Stilicone). si fecero sentire immediatamente. entrò a Roma e la saccheggiò. VANDALI E UNNI Nei decenni iniziali del V secolo si segnalano per il loro dinamismo e la loro pericolosità alcune popolazione che però. Il successore.C.C. di Alarico. cadde anche Cartagine.C. I vandali posero fine alla storia dell’Africa romana. Valentiniano III. Nel 421 d.C. a differenza di quello dei Visigoti e Burgundo che assorbirono al loro interno le strutture amministrative . Ataulfo. Flavio Costanzo. L’ evento suscitò una grande impressione: era la prima volta dai tempi dell’incendio gallico del 390 a. Poco dopo anche i Burgundi diedero vita a un regno autonomo. alla testa dell’impero d’Occidente fu insediato suo figlio. accusato di intesa con i barbari. dove dettero vita a uno Stato vero e proprio. Essi passarono dalla Spagna in Africa attraverso lo stretto di Gibilterra.C. quando i Galli Senoni invasero Roma. Valentiniano in realtà era un bambino di soli 6 anni che era stato portato dalla madre Gallia Placidia a Costantinopoli già prima della morte di Onorio. Mentre assediavano la città di Ipponia (odierna Algeria). Nel 425 d. Nel 439 d. che nel 417 d.Goti che minacciavano direttamente l’Italia. Quest’ultimo però non rivendicò per sé il titolo di imperatore. scese in Italia nel 488 d. in mancanza di altro riconoscimento del titolo di re del suo popolo. Teoderico che aveva familiarità con le istituzioni romane per una lunga presenza alla corte di Costantinopoli. Gli unni forse anche perché minacciati dall’imperatore di Bisanzio. che fu l’imperatore del 457 al 461 d.C. gli Unni furono sconfitti da Ezio nel 451. Anche Ezio. di fatto. Cadde così l’impero d’Occidente. lasciarono improvvisamente la penisola dopo aver incontrato nei pressi del Mincio una delegazione guidata da papa Leone I. Dopo varie vicissitudini l’imperatore d’Oriente Zenone. come era avvenuto con Stilicone. Marciano. ma rimise le insegne del potere a Zenone accontentandosi. Roma fu saccheggiata per la seconda volta. con la missione di . fu conquistato da Giustiniano nel 534 d. fu ucciso nel 454 d..C. Tra l’altro l’Occidente si privò del suo più valido difensore.C. LA FINE DELL’IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE La situazione dell’Impero rimaneva estremamente precaria. e inglobato nell’Impero d’Oriente. provocò la rapida dissoluzione del suo regno. quando Romolo detto scherzosamente Augustolo per la sua giovane età. incombeva il pericolo rappresentato dagli Unni. Nel 461d. il figlio di Oreste insediato sul trono imperiale. La morte di Attila avvenuta l’anno dopo. senza che il mandante di quell’omicidio riuscisse a consolidare il proprio potere.C. questa volta ad opera del re dei Vandali con cui Valentiniano III aveva concluso un tratta che gli riconosceva il diritto di stabilirsi nelle province romane dell’Africa settentrionale. Attila nel 452 mosse alla volta dell’Italia ma si verificò un evento inatteso. ma in seguito si indirizzarono verso occidente dove regnava il debole Valentiniano III.C. Privo di una forte coesione interna il regno vandalico durò poco più di un secolo. guidati da Attila. non riuscì mai ad organizzarsi su basi stabili. Dopo aver invaso la Gallia. è l’ultimo detentore del potere in Occidente che abbia quel momento sul trono Ravenna si succedettero imperatori sempre più effimeri e privi del vero potere. Maggioriano fu eliminato da un generale barbaro. nominò imperatore Giulio Nepote. Formalmente la fine dell’impero romano d’Occidente si ebbe nel 476 d. Maggioriano. I REGNI ROMANO-BARBARICI: IL REGNO DI TEODORICO Mentre la penisola italica rimaneva per un certo periodo di tempo sotto il controllo di Odoacre. In un primo tempo essi si diressero contro l’Oriente penetrando sino nella Grecia centrale. Oreste. l’imperatore d’Oriente Zenone cercò di porre riparo alla situazione attraverso l’intervento di popolazioni barbariche amiche. Contemporaneamente dalla Pannonia. fu scacciato da un capo barbarico Odoacre.C. Ricimero. in balia dei vari contingenti barbarici che di volta in volta li proclamavano imperatori. Contro Nepote si ribellò un altro generale. Avvenne così che re dei Goti.imperiali e favorirono la collaborazione con l’aristocrazia romana. Le conseguenze furono immediate Valentiniano III fu assassinato l’anno dopo. Nel 526 d. Teoderico reagì facendo imprigionare papa Giovanni I e condannando a morte gli stessi uomini che avevano preso parte al suo programma di governo. Di diversa natura fu invece la seconda ondata delle invasioni germaniche. Egli fece infatti restaurare molti monumenti in decadenza in varie città. Iniziava così una sorta di regno Ostrogoto dell’Italia comprendente anche alcune parti della Dalmazia. Dopo varie vicende. I Goti erano ariani e a lungo andare la differenza tra le due diverse confessioni cristiane ebbe il sopravvento sulle regioni di tolleranza di Teoderico nei confronti dei cattolici. Scelse tra i suoi principali collaboratori i più qualificati esponenti dell’aristocrazia romana. mentre la popolazione romana continuava a vivere in conformità alle istituzioni giuridiche precedenti. I REGNO ROMANO-BARBARICI D’OCCIDENTE Nella storia delle invasioni barbariche nell’Occidente romano si possono distinguere due fasi fondamentali.eliminare Odoacre. La politica di conciliazione tra Goti e Romani risultò ormai non più praticabile. Se ne ha una prova nell’emanazione di un complesso di leggi con il quale cercava di regolare i rapporti tra le due comunità su una base di sostanziale eguaglianza. Ravenna (ex: S. Teodorico provava un sincero sentimento di ammirazione nei confronti del mondo di Roma. Esse fu opera di popoli già da tempo stanziati ai confini dell’impero che furono in grado. Le intenzioni di Teodorico erano volte a cercare di mettere in atto una forma di collaborazione tra Goti e Romani. lasciando che rimanesse in mano romana. nel 493 d. Proprio per sottolineare la coesione di queste due componenti tali regni sono convenzionalmente detti romanobarbarici. Odoacre fu sconfitto e ucciso.C. Anche la notevole attività in campo edilizio è una prova della sua ammirazione per l’eredità romana. A un certo punto si credette che ci fosse una convergenza antiariana dei cattolici e di Bizantini. lo stesso Federico moriva lasciando il regno alla figlia Amalasunta. una volta entrati al sui interno. distinti dai Visigoti. Si tratta di gruppi poco numerosi che si stanziarono in zona limitata della provincia occupata. dopo che questa era stata tormentata da lunghi decenni di invasioni e di instabilità di governo. quello dei Franchi in Gallia e quello degli Angli e dei Sassoni in . In questa fase rientrarono i regni dei Longobardi in Italia. anche per le crescenti interferenze da parte della corte di Costantinopoli. che cercava un pretesto per intervenire in Italia.C. di imporre la propria organizzazione alla popolazione romana. La prima è riconoscibile a popoli penetrati all’interno dell’impero dopo lunghe peregrinazioni. Gli Ostrogoti (o “Goti orientali”. o “Goti occidentali”) non erano che una piccola minoranza. L’occasione fu fornita dall’assassino di Amalasunta avvenuto nel 535 d. Essi si organizzarono secondo regole proprie. Apollinare Nuovo). concentrando i propri sforzi sulla capitale. E’ la fase che riguarda essenzialmente il regno Ostrogoto in Italia e quello Visigoto e Burugundo in Gallia. Nel complesso il periodo di regno di Teoderico rappresentò un momento positivo per la penisola italiana.C. fu scelto dal Senato. Si deve tener conto che la durata di questi regni non era identica. una circostanza che favorì l’effettivo trasferimento del potere di governo ad altre persone. Più complesse vicende ebbe invece il regno visigotico. BISANZIO: L’IMPERO D’ORIENTE FINO AL REGNO DI GIUSTINIANO Le vicende dell’impero d’oriente risultano del tutto distinte da quello dell’Occidente a partire dal 395 d. e di suo genero Zenone. cioè della divisione dell’impero da parte di Teodosio I.. esso coincide più o meno con il regno di Teoderico.C. fu fondamentale nel favorire l’integrazione del Franchi con gli esponenti dell’aristocrazia gallo-romana. costituirono uno Stato autonomo in un’area corrispondente all’attuale Borgogna. Nel corso del regno di Teodosio II. Marciano. Alla sua morte nel 527 d. Ad Anastasio succedette un ufficiale Giustino. si aggravarono notevolmente anche i problemi di natura finanziaria. Alla morte di Arcadio gli successe il figlio Teodosio II un bambino di soli otto anni. Teodosio II era morto senza eredi e il suo successore.C. che riguardano a minacciare la stessa Costantinopoli. Teodosio II è ricordato per la sua attività di riordino della giurisprudenza nel 438 d.C. la sua conversione al cristianesimo di rito cattolico. Vita relativamente breve ebbe il regno dei Burgundi che. promulgò la raccolta delle leggi imperiali da Diocleziano in poi (codice Teodosiano).C.Bretannia. Il regno visigotico durò sino al 711 d. quando dovette soccombere contro l’espansionismo arabo. anche di esercitare una piena autorità sulle terre su cui si insediavano. Il regno Ostrogoto in Italia durò poco più di mezzo secolo.C. Durante i regni Leone. dal momento. oltre alla possibilità di insediarsi legittimamente all’interno dei confini dell’impero. Verso la metà del VI secolo la quasi totalità della Gallia passò sotto il dominio dei Franchi. che fu lungo (dal 408 al 450 d.C. . La novità della situazione successiva all’invasione del 406-407 d. tra i suoi figli. il successore di Marciano. che comprendeva la Francia sud-occidentale che tra il 470 e il 480. A travagliare la vita interna di Bisanzio in questo periodo furono soprattutto le controversie religiose relative alla natura di Cristo. Nella partizione l’Oriente era toccato ad Arcadio un ragazzino come il fratello di Onorio. soprattutto degli Unni.). La figura decisiva è quella di Clodoveo della dinastia dei Merovingi. è che per la prima volta ai barbari dava. L’oriente riesce ad uscire da questa difficile fase senza rilevanti prede territoriali e mantenendo la compattezza interna. Il più importante regno barbarico è sicuramente quello dei Franchi. dalla fine del V alla metà del VI secolo d. sul trono per bene il nipote Giustiniano. anche l’impero d’oriente dovette fronteggiare il pericolo barbarico. invece il quale GOVEMARE il prefetto del pretorio. riuscì a conquistare tutta la Spagna e la Provenza. che realizzò un’importante opera di riforma delle strutture fiscali.C. Il loro regno fu sottomesso dai Franchi. La critica situazione interna fu affrontata con successo da Anastasio. In quest’età. le istituzioni. particolarmente diffuso in Siria e in Egitto. con il quale stabiliva le modalità attraverso le quali andava ristabilita la vita politica ed economica della penisola dopo il lungo periodo di guerra. nel 568 d. la Sardegna e la Corsica. Tre anni dopo la morte dell’imperatore. L’insieme di queste parti forma il Corpus Iuris Civilis.. Ne scaturì un’opera di 50 libri. si riuscì ad entrare in possesso dei bachi da seta. fondata nel IV a. Malgrado vari tentativi. I problemi interni non distolsero Giustiniano dal suo grande disegno di riconquista dell’Occidente grazie ad una campagna l’impero d’Oriente aveva conquistato l’africa del Nord. La principale era quella che poneva l’ortodossia.C. Giustiniano da una parte aveva interesse a ricercare un’intesa con il papato. dall’altra. e il credo monofisita. Giustiniano non riuscì a portare a un’effettiva soluzione la controversia che lacerava Bisanzio da più di un secolo.C. soprattutto dovuti alle controversie dottrinali. infatti. Più lunga e difficile fu invece la guerra per il dominio dell’Italia. secondo la quale la natura umana e quella divina coesistono in Cristo. Nel 528 d. Giustiniano emanò un provvedimento legislativo prammatica sanzione. che aveva il compito di predisporre una nuova raccolta di costituzioni imperiali. tra le quali spicca la produzione della seta. si apre un nuovo capitolo per l’Italia con l’arrivo dei Longobardi con cui si determina la censura che. compresa la convocazione di un concilio ecumenico per cercare una mediazione.C.IL REGNO DI GIUSTINIANO Il nome di Giustiniano è legato soprattutto alla sua attività di riordinamento della giurisprudenza. da Platone). Vitale a Ravenna). attraverso il quale l’applicazione del diritto Giustianianeo veniva esteso all’Occidente. convenzionalmente dà inizio alla storia del Medioevo in Italia e in Europa. che rappresenta il termine fondamentale attraverso il quale la giurisprudenza romana è giunta fino a noi. egli costituì una commissione. ribadita nel concilio di Calcedonia del 451 d. i Goti opposero una forte resistenza all’esercito bizantino favoriti anche dalla contemporanea minaccia persiana che era tornata a farsi sentire lungo il confine orientale. però. Giustiniano ha attuato varie riforme amministrative. Dopo molti anni l’Italia divenne una delle prefetture dell’impero d’Oriente. un’altra commissione doveva scegliere gli scritti più illustri dei giuristi.C. . che accentuava la sua natura divina. cui aderiva la stessa Teodora (moglie di Giustiniano). Di grande rilievo fu anche l’attività edilizia (la chiesa di Santa Sofia Costantinopoli. cercando anche il reprimere gli abusi in campo fiscale. Forte impulso fu dato anche al commercio e a nuove attività economiche. Si tratta di un atto fondamentale. C’erano vari problemi interni. contenente fondamentali principi giuridici. Basilica di S. Nel 554 d. Nello stesso anno fu pubblicato una sorta di manuale. doveva tener conto dei notevoli sostegni che il movimento monofisista godeva in Oriente.C. (Proprio il forte legame di Giustiniano alla vita ecclesiastica spiega la proibizione dell’insegnamento ai pagani che comportò la chiusura della scuola di Atene. la sua entrata in servizio aveva il suo momento più alto nel giuramento di fedeltà all’imperatore.C. volto a enfatizzare la sacralità del potere imperiale in quanto immagine di quello divino. in quanto “nati nella porpora”. isolati dal resto della città. La distanza tra il sovrano e il resto della società veniva costantemente ribadita. simile a una liturgia ecclesiastica. La vita quotidiana del sovrano si svolgeva secondo un cerimoniale minuzioso. Progressivamente però si rafforzò l’idea che l’imperatore fosse concesso dalla grazia di Dio. Gli abitanti dell’impero non sono solo cittadini ma . ma da burocrati. dove era accolto da acclamazioni rituali. Chiamata a fronteggiare gli stessi problemi. l’imperatore conserva ancora i connotati del capo scelto per volontà popolare. All’inizio. A Costantinopoli il re e la sua corte vivevano all’interno di una cinta muraria.COSTANTINOPOLI Costantinopoli. Anche alte gerarchie ecclesiastiche erano tenute a giurare fedeltà all’imperatore. dell’impero d’Oriente. L’uso della porpora era infatti riservato solo all’imperatore e ai suoi stretti familiari “pofirogeneti” erano detti gli imperatori nati legittimi. Il governo dell’impero non è più retto da magistrati. cioè da funzionari con carriere e funzioni specifiche al servizio diretto dell’imperatore. Durante il regno di Teodosio II la sua superficie fu più che raddoppiata. Il rosso fiammeggiante della porpora. al posto dell’anticaBisanzio. l’Oriente dimostrò maggiore capacità di reazione e la diversità di questo processo fu anche la causa del distacco progressivo. L’imperatore si mostrava al popolo nella basilica di Santa Sofia o nell’ippodromo. La chiesa cooperò al consolidarsi di questa ideologia. com’era secondo la tradizione romana. ma soprattutto con un’intensa attività economica (artigiani e commercianti). la nuova capitale inaugurata da Costantino nel 330 d. con le festose processioni imperiali e soprattutto i giochi in particolare le corse con i carri. anche i suoi successori. Tra le attività generi alimentari. almeno indirettamente.C. sociale. Una tale densità abitativa si spiega con distribuzioni gratuite di acclamazioni rituali. Tra le attrattive della vita di Costantinopoli c’erano le cerimonie. una separazione che si avverte già a partire dalla fondazione di Costantinopoli. economica) che lo finisse nel corso del III secolo d. era il simbolo del potere imperiale. sancita dalla chiesa orientale. fece sì che il culto di cui era oggetto il fondatore dell’impero cristiano che riguardasse. LA SOCIETA’ BIZANTINA Si può dire che la storia del formarsi di una “società bizantina” abbia inizio quando l’impero romano dovette per fronte alla grave crisi (politica. Nel passaggio del mondo romano al mondo propriamente bizantino si realizzò in primo luogo l’affermazione di un saldo e autonomo apparato ”burocratico”. ma irrevesibile dei due mondi. La santificazione di Costantino I. nelle vesti e nei decori. Durante l’età di Giustiniano la popolazione in città contava mezzo milione di abitanti. Il funzionario è perciò una figura tipica della società bizantina. ovvero “dell’imitazione” del modello. l’immagine sacra raffigurante Gesù. immutabile perché voluto da Dio. Pochi individui privilegiati avevano la possibilità di vederlo di persona. . proprio per questo esige che ciascuno rimanga nella condizione che gli è stata assegnata. l’ordine cosmico. C’è una parola-chiave che vale a esprimere efficacemente il fondamento sul quale erano regolati i rapporti sociali dell’impero bizantino: tsxis. in greco significa “ordine”. va tenuta presente per comprendere un altro ideale molto evidente e forte nella società bizantina. L’imperatore stesso a un modello rappresentato da Gesù Cristo. ma anche loro si dovevano prostare davanti a lui in un atto di omaggio e di totale subordinazione. “L’icona”.sudditi. quello della mimesis. o più spesso la Madonna o i Santi è molto più cara all’uomo bizantino. Questa concezione della taxis. servi dell’imperatore.