Relazione EGADI

March 19, 2018 | Author: Riccardo Stiglitz Giusti | Category: Plate Tectonics, Sicily, Mediterranean Sea, Geology, Earth & Life Sciences


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Università degli Studi di BolognaFACOLTA’ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN SCIENZE GEOLOGICHE CURRICULUM IN RISCHIO IDROGEOLOGICO RELAZIONE FINALE DEL CORSO DI RILEVAMENTO II: relazione geologica dell’area n. 1 e 2 (Punta due Frati – Punta Mugnone) Escursione dal 18/05/2012 al 28/05/2012 presso Marettimo, arcipelago delle Egadi (TP) Professori: Prof. Enzo Farabegoli Prof. Luigi Cantelli Studente: RICCARDO GIUSTI Matricola: 626149 Anno Accademico 2011/2012 2 . ................. ...... 1996............................................................................................................................................. Sciacca Carta Carg............................ Fm.................... 6 2.......................... vegetazione e aspetti geografici... 9 3........................................ 2005) .................................................... 37 3 ...................................... 32 4................... Fm................................................................... Rilevamento sul campo ................................................. ...........1 Area di studio e obiettivi del lavoro ................................................. 4 1......... 12 Affioramento 1: calcari dolomitici grigio chiari (unità 13 carta ABATE et al............................................. 1996.......................................................................................................... Sciacca Carta Carg.......... 21 Osservazioni su elementi tettonici all’interno dell’area di studio..................................................... 35 4........ 28 4....1 Inquadramento geologico dell’isola .................... 4 1................................... Sciacca Carta CARG............................................................. 16 Affioramento 3: banchi calcarei presenti sulla costa ovest (unità 15 carta ABATE et al.......... Fm................... .............................2005).....................Sommario 1................................................3 Idrogeologia .. 36 Bibliografia............... 1996.................................. 32 4.......................2005)................... D'ANGELO et al.......................................................... Introduzione .. D'ANGELO et al............................................................................. 5 2.........................2 Stabilità dei versanti .............................. D'ANGELO et al................................. 26 3.............................................. Inquadramento geologico regionale ............................1 Conclusioni............................... 19 Descrizione depositi recenti ....1 Caratteri geomorfologici generali dell’area di studio ...........2 Clima............................... 13 Affioramento 2: calcari dolomitici con presenza di un sottile livello marnoso (unità 13 carta ABATE et al....................... Elementi di geologia applicata ............................................... 1. estremo Nordoccidentale dell’isola. isola più occidentale dell’arcipelago delle Egadi in Sicilia (fig.1 Inquadramento geografico generale (nel riquadro in basso a sinistra) e di dettaglio con individuazione con perimetro di colore rosso dell’area di studio. L’area di studio n. L’accessibilità della zona è garantita grazie a un solo sentiero che percorre parte della costa orientale dell’isola e tutta la costa settentrionale per terminare nella zona denominata Punta Mugnone.1). a circa 8 km dall’unico centro abitato dell’isola. 1. 4 . con lo scopo di realizzare una carta geologica dell’area. principale isola delle Egadi. L’isola di Marettimo si trova a 40 km a Ovest di Trapani e ricade amministrativamente nel Comune di Favignana.1.1 e 2 ricadono nella zona nord-occidentale dell’isola (riquadro rosso fig.1).1 Area di studio e obiettivi del lavoro Questa relazione è il risultato finale della campagna di rilevamento svoltasi dal 18 maggio 2012 al 28 maggio 2012 a Marettimo. Introduzione 1. Fig.1. Gli alberi predominanti nell’isola sono il Pinus halepensis e salendo poco di quota il Leccio (Quercus ilex). scilla di Ugo. A causa della mancanza della serie dei dati climatici riguardanti Marettimo. Convolvus althaeoides e chritmum maritimum (finocchietto di mare). L’isola possiede caratteristiche geologiche. rosmarino. dati sull’orientazione di strutture geologiche presenti (foliazioni. bupleuro di Marettimo. Lungo costa sono presenti piante erbacee come il Cardo. erica euforbia. l’Artemisia.. mirto. valutazione della distribuzione di depositi quaternari di natura continentale e marina e di fenomeni franosi. vegetazione e aspetti geografici Il clima dell’area di interesse è di tipo mediterraneo caratterizzato da inverni miti e lunghe estati calde e soleggiate. osservazione e interpretazione di foto aeree relative all’area di studio. Glucium flavum. timo. Timo. Gli endemismi esclusivi dell’isola sono: timo di Marettimo. A quote basse è presente anche l’Agave e il Tamarice. La vegetazione caratteristica dell’isola di Marettimo è la macchia mediterranea e sull’isola predominano le seguenti varietà: lentisco. faglie. le precipitazioni sono scarse e le medie annue sono pari a 446 mm (stazione di Trapani) concentrate nei mesi invernali. Lungo i versanti predominano il rosmarino. cistus incanus. perpetuino di Marèttimo. tagliamani. 1. issopo marittimo. la quale ricade nel gruppo Csa ovvero un clima subtropicale con stagione estiva secca. quest’ultimo cresceva abbondantemente sugli scogli. artemisia. senecione costiero di Marettimo. ruta. 5 . la classificazione di Koppen utilizzata per l’isola di Marettimo si riferisce alla stazione meteorologica di Trapani. pieghe ecc). Erica. Lentisco. mantenendo alcune peculiarità ora completamente assenti in Sicilia (Gianguzzi et al. individuazione di contatti tettonici e/o stratigrafici tra le varie unità.2 Clima. Inoltre Marettimo non è stata interessata dai cambiamenti nella composizione floristica che hanno affetto le altre isole durante le glaciazioni quaternarie. geomorfologiche e topografiche che unite alla complessa storia paleogeografica porta Marettimo ad avere una vegetazione peculiare e originale. limonio flessuoso. biancospino.Gli obiettivi del lavoro hanno richiesto una serie di indagini che possiamo sintetizzare principalmente come: identificazione delle formazioni litologiche affioranti. cisto. 2011). euphorbia deindroides. Inquadramento geologico regionale La Sicilia occupa un settore del Mediterraneo centro-occidentale ed è un segmento del sistema alpino che si sviluppa lungo il limite di placca Africa-Europa. La formazione della catena è dovuta alla subduzione verso Ovest della litosfera adriatica e ionica sotto il blocco Sardo-Corso. 6 .. le estati secche e la scarsa presenza di suolo la ritenzione idrica è tutt’altro che facilitata. Questo segmento di catena collega la catena africana delle Maghrebidi con l’Appennino meridionale. Dopo la fase orogenica alpina paleogenica. Alcune di queste caratteristiche adattative al clima dell’isola hanno favorito la stabilizzazione del substrato limitando l’erosione dovuta alle piogge battenti e aumentando la permeabilità del terreno grazie alle radici profonde degli arbusti mediterranei. L’analisi di facies regionale indica che le successioni che vanno dal Paleozoico-Mesozoico al Paleogene. rappresentano la copertura sedimentaria di distinti domini paleogeografici che si svilupparono nell’oceano della Tetide e sul margine continentale africano prima della deformazione (fig. che si sviluppò dall'Oligocene superiore al Miocene inferiore. considerato da alcuni autori come un arco vulcanico. 2. riconosciute in Sicilia. 2.Le condizioni climatiche e topografiche dell’isola non sono favorevoli allo sviluppo della vegetazione poiché viste la pendenza dei versanti. attraverso il cuneo di accrezione della Calabria. (CATALANO et al.1985). Le piante hanno dovuto sviluppare caratteristiche particolari per trattenere e captare l’acqua. La rotazione.1). ha portato alla collisione del blocco Sardo-Corso con il margine continentale africano. i movimenti compressivi più importanti di questo settore del Mediterraneo sono legati alla rotazione antioraria del blocco Sardo-Corso. Marettimo ma più in generale l’arcipelago delle Egadi costituiscono la base dell’edificio tettonico studiato nella Sicilia occidentale. Saccense e Ibleo. Trapanese.2) era notevole infatti sono stati individuati dai vari autori cinque domini: pre-Panormide. 2. Panormide.Fig. costituito completamente da sedimenti di piattaforma carbonatica del Trias superiore-Giura inferiore. L’estensione di queste piattaforme (fig. 2. Marettimo ricadeva nel dominio pre-Panormide che era adiacente al dominio Panormide. 7 .1 Evoluzione del sistema piattaforma bacino della Sicilia occidentale. In conclusione le isole Egadi rappresentano il lembo emerso della catena montuosa sottomarina che collega la catena maghrebide-siciliana con quella tunisina. affiorante nella Sicilia occidentale è costituita da calcari e dolomie di piattaforma carbonatica del Trias-Lias inferiore passanti verso l’alto a depositi giurassici di scarpata-bacino o di piattaforma pelagica. La successione Pre-Panormide. 8 . 1985). La strutturazione è avvenuta dopo la rotazione del blocco sardo-corso che ha portato all’apertura del bacino tirrenico.. 1989).2011). Durante il Giurassico l’area siciliana fu interessata da profonde modificazioni della paleogeografia e variazioni laterali di facies in risposta alla tettonica distensiva. Eventi di rifting coinvolsero localmente l’ampio dominio di mare basso a partire dal Trias superiore.Fig.. La successione dell’isola di Marettimo è costituita da terreni carbonatici e terreni clastico-terrigeni appartenenti al dominio pre-Panormide di età mesozoica su cui poggiano in discordanza angolare depositi Plio-Quaternari. con direzione nord. Le principali strutture distensive dovute alla subsidenza termica sembrano interessare il tetto della piattaforma carbonatica Triassico-Liassica con la formazione di margini e bacini.2 mappa tettonica della Sicilia che rappresenta le principali unità paleogeografiche del sistema thrust belt (CALDARELLI et al. Le isole fanno parete del “thrust belt delle Egadi” che risulta costituito da un sistema di unità strutturate secondo geometria “ramp and flat” vergenti verso sud e sud-est (CATALANO et al.2. legata ai movimenti trascorrenti sinistri tra Africa ed Europa (Dewey et al. avvenuta nel Miocene medio-superiore. l’Unità di Monte Falcone (Trias sup.2.1 Inquadramento geologico dell’isola La geologia dell’isola di Marettimo è descritta in dettaglio da due recenti cartografie.. Cretaceo inf. 2005). – Dogger). alghe e foraminiferi. Di seguito sono riportate le unità litostratigrafiche affioranti sull’isola di Marettimo descritte dalla legenda della cartografia CARG appartenenti al dominio pre-Panormide:  FORMAZIONE DI SCIACCA (SIA): è costituita da dolomie microcristalline. di M. che costituisce la porzione meridionale dell’isola. L’altra carta geologica è stata redatta nel 1996 (ABATE et al. med. Lateralmente e verso l’alto avviene un passaggio da dolomie microcristalline a dolomie e calcari dolomitici grigio biancastri. indicate con SIAa. l’Unità di Punta Troia . presenti in banchi pian-paralleli con spessori da 50 a 150 cm contententi molluschi.Marettimo (Trias sup. appunto.. ubicata lungo la costa settentrionale. 1996) a una scala più di dettaglio ovvero 1:10000. Le due carte geologiche sono state redatte da distinti autori. – Cretaceo inf. la cartografia CARG ha suddiviso la geologia dell’isola in unità litostratigrafiche. a volte bituminose con intercalazioni di dolomie stromatolitiche e brecce loferitiche. occidentale ed orientale dell’isola ed infine l’ Unità di Punta Bombarda che affiora nell’area nord occidentale di Marettimo. A varie altezze sono presenti intercalazioni di marne giallastre.) che affiora nella porzione nord orientale dell’ isola (in corrispondenza.). Età: Triassico superiore. Invece l’autore Abate ha suddiviso l’isola in quattro unità stratigrafico strutturali: l’Unità di Punta Bassano (Trias. L’ambiente deposizionale va dalla laguna di retroscogliera alla piana tidale. Nella porzione superiore alternanza di dolomie. 9 . Falcone) e nella porzione sud – occidentale in corrispondenza di Pizzo Scaturro. La più recente è la carta del progetto CARG foglio 604 del 2005 a scala 1:50000 (D'ANGELO et al. dolomie stromatolitiche e marne dolomitizzate. i quali hanno suddiviso l’isola in modo diverso. Spessore: 80 . Spessore: 100 .100 m. Spessore: 350-500 m. 10 . dolomie stromatolitiche e loferitiche con frequenti strutture da dissecamento e sottili livelli evaporitici. lamellibranchi. Età: Triassico superiore – Liassico inferiore. A varie altezze sono presenti intercalazioni di torbiditi carbonatiche oolitico-bioclascitche con alghe. a luoghi sono presenti sottili livelli di marne giallastre e calcari entrambi fortemente dolomitizzati. DOLOMIE ENTEROLITICHE E MARNE BITUMINOSE: dolomie calcaree grigionere.  FORMAZIONE DI MONTE FALCONE: è costituita da dolomie cristalline massive o mal stratificate. Nella porzione mediana sono presenti intercalazioni di lave basaltiche fortemente alterate (DEMb) L’ambiente deposizionale ricade nella fascia che va dalla laguna aperta fino a sabka. bituminose.150 m Età: Liassico inferiore. L’ambiente deposizionale: scarpata superiore di piattaforma carbonatica.  FORMAZIONE DI PIZZO SCATURRO: Calcilutiti e calcisiltiti a liste e noduli di selce. sottilmente stratificate. contengono radiolari.30 S. Età: Lias superiore – Dogger inferiore. Queste intercalazioni affiorano in maniera rappresentativa nella sella presente nella parte SE dell’isola con un assetto medio di N45E. ammoniti. Verso l’alto sono presenti intercalazioni di argilliti policrome e marne giallastre dolomitizzate a volte bituminose riconosciute come DEMa. Ambiente deposizionale di scarpata. di Pizzo Scaturro che si trova al di sotto e in discordanza con la Fm. calcareniti e sabbie (Tirreniano) 11 . Spessore: 30 . Età: Malm. Su questi terreni mesozoici in discordanza angolare poggiano:  brecce.50 m. argilliti silicee e radiolariti policrome contenenti intercalazioni di calcareniti e calciruditi torbiditiche. FORMAZIONE DI BUCCHERI: questa rappresenta l’unità litostratigrafica più recente affiorante a Marettimo ed è costituita da marne. Infatti l’ambiente deposizionale è di scarpata ed è simile alla Fm. conglomerati e calcareniti (Pleistocene inferiore)  conglomerati con matrice sabbiosa. di Buccheri. dall’osservazione diretta di alcuni affioramenti ben visibili.0) Identificato il tipo di roccia affiorante. Di seguito sono riportati la descrizione dei vari affioramenti rilevati nell’area di studio. l’indagine proseguiva alla ricerca di un possibile contatto con le formazioni adiacenti o al riconoscimento di modeste variazioni di facies all’interno della stessa formazione. Rilevamento sul campo Il capitolo presenta le informazioni ottenute sul campo. accessibili e più significativi. soprattutto lungo tutto il loro spessore poiché formano principalmente pareti verticali alte oltre cento metri.0 dettaglio dell’area di studio 12 . Figura 3. in particolare nella zona nord-occidentale dell’isola quale area di studio della presente relazione (fig 3. L’attività di rilevamento si è concentrata prevalentemente in punti ove la conformazione topografica ha permesso il rilevamento diretto con la roccia in posto affiorante. L’isola presenta affioramenti molto estesi ma difficilmente osservabili.3. In fig. 1996...1) è possibile osservare un’estesa parete a picco sul sentiero costituita da calcari dolomitici di colore grigio chiaro. Sciacca Carta CARG. La stratificazione è tabulare e gli spessori dei singoli banchi può anche superare il metro. 3. D'ANGELO et al.2 si può osservare come all’interno dei singoli banchi non siano visibili strutture sedimentarie rilevanti. Figura 3. Fm.1 primo affioramento: banchi calcarei dolomitici molto spessi. L’affioramento è caratterizzato da banchi piano paralleli di roccia calcareo dolomitica. circa all’altezza di Punta Galera (fig.Affioramento 1: calcari dolomitici grigio chiari (unità 13 carta ABATE et al. Eventuali strutture potrebbero essere state obliterate dalla dolomitizzazione.3. 13 . 2005) Seguendo il sentiero forestale che percorre la costa settentrionale dell’isola. L’ambiente di formazione dei banchi calcareo-dolomitici può essere attribuito a una facies di laguna di retroscogliera come indicato anche dalla cartografia esistente CARG (D'ANGELO et al. Verticalmente si è osservato come tra i diversi banchi siano presenti livelli terrigeni marnosi di medio spessore (< 1m) che formano piccole cenge visibili in lontananza sul sentiero (fig. 3.Figura 3.2 dettaglio del primo affioramento. 2005).3). 14 . Grazie alla subsidenza della piattaforma carbonatica si sono formati questi potenti banchi.. si ritiene che l’affioramento sia descritto con più precisione dalla legenda CARG che descrivere parte della Formazione Sciacca come: “. testimoniati dalla presenza di piccole cenge (freccia arancione) lungo la parete. (1996) appartiene all’unità numero 13 dell’unità monte Falcone. questo primo affioramento appartiene alla Formazione di Sciacca secondo gli autori della carta del progetto CARG (D’Angelo et al.. Secondo la cartografia esistente..Figura 3.3 presenza di livelli marnosi di spessore medio.2005). 15 . in banchi piano paralleli con spessore da 50 a 150 cm…” .passanti lateralmente e verso l’alto a dolomie e calcari dolomitici grigio biancastri. Confrontando le due unità con il rilevamento e le osservazioni svolte. Invece secondo Abate et al.. D'ANGELO et al.5) poiché probabilmente la zona è stata colpita maggiormente dalle intense spinte tettoniche compressive mioceniche. Spostandosi verso ovest di circa 330 metri rispetto al primo affioramento sul sentiero settentrionale è stato osservato la variazione laterale della formazione di Sciacca.. è ben visibile la struttura sigmoide dello strato marnoso. Sciacca Carta Carg. Fm. 16 . 1996.. Figura 3. 3.4) al mezzo metro (fig.2005).4 particolare dell’affioramento numero 2.3. individuata nel primo affioramento.Affioramento 2: calcari dolomitici con presenza di un sottile livello marnoso (unità 13 carta ABATE et al. La particolarità individuata nel rilevamento è la comparsa di questo strato marnoso di spessore variabile dal decimetro (fig.
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