Recensioni Prog Italia

March 20, 2018 | Author: Lozorro | Category: Pop Culture, Entertainment (General), Leisure


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Progressive rock italianoIntroduzione alla 1^ edizione Questo lavoro vuole essere solo una racolta di materiale dedicato ad un genere musicale considerato ormai del passato ma che coinvolge ancora oggi numerosi fans. Anche se il fenomeno è legato ad un preciso periodo che si posiziona soprattutto attorno agli anni '70, non mancano nuovi dischi in linea con il Progressive Rock o "Rock sinfonico" come dovrebbe essere più correttamente chiamato, in Italia, il genere musicale. La maggior parte dei commenti ai vari album deriva dall'ottimo lavoro pubblicato sul sito "Manlio Progressive Reviews" Altri articoli invece derivano dalla rivista Ciao 2001 con i commenti soprattutto di Enzo Caffarelli. Altri ancora da:"Pagine Settanta" e molte altre. In rari casi ho inserito note personali per quei dischi che non ho trovato recensito da nessuna altra parte. Sito internet dedicato al progressive rock in genere http://www.split.it/users/aboz/engine/artista.asp Sito internet dedicato al progressive rock soprattutto italiano http://it.geocities.com/manlioprog/index2.html Notevole la quantità di notizie dedicate al Rock Progessive italiano. I commenti in questo caso sono di Sergio Caffarelli http://digilander.libero.it/ciao.2001/ Sito internet dedicato al progressive rock italiano. Peccato che sia in lingua inglese!!! http://www.italianprog.com/ 1 Sommario Artista ACQUA FRAGILE AKTUALA Alan Sorrenti Alan Sorrenti ALBERTO RADIUS ALBERTO RADIUS ALLUMINOGENI APOSTHOLI APOSTHOLI AREA AREA AREA AREA AREA ARTI+MESTIERI ARTI+MESTIERI ARTI+MESTIERI BALLETTO DI BRONZO BALLETTO DI BRONZO BALLETTO DI BRONZO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BANCO DEL MUTUO SOCCORSO BIGLIETTO PER L'INFERNO BIGLIETTO PER L'INFERNO BLUE MORNING Campo di Marte CELESTE CERVELLO Cherry five CITTA' FRONTALE Claudio Lolli Claudio Rocchi Claudio Rocchi CLAUDIO SIMONETTI Corte dei Miracoli Titolo Acqua Fragile AKTUALA Aria Come un Vecchio Incensiere all' Alba di un Villaggio Deserto Carta Straccia America Good-Bye Scolopendra Un'isola senza sole Ho smesso di vivere Arbeit Macht Frei Crac! Maledetti Gli Dei Se Ne Vanno, Gli Arrabbiati Restano! Gioia e Rivoluzione TILT - Immagini per un orecchio Giro di valzer per domani Quinto Stato Trys Sirio 2222 YS Darwin! Banco del Mutuo Soccorso Io sono nato libero Come in un'ultima cena Garofano rosso ...di terra Canto di primavera Da qui messere si domina la valle...B.M.S. (91) Da qui messere si domina la valle...Darwin Nudo Il tempo della semina Biglietto per l'inferno BLUE MORNING Campo di Marte CELESTE Melos Cherry five El Tor Aspettando Godot Volo magico n. 1 La norma del cielo (volo magico n. 2) Profondo rosso - XXV anniversario Corte dei Miracoli 2 anno 1973 1973 1972 1973 1977 1979 1972 1972 1979 1973 1975 1976 1978 1996 1974 1975 1979 1970 1972 1972 19721973 1976 1976 1978 1979 1991 1991 1997 1972 1973 1973 1976 1973 1975 1972 1971 1972 2000 1976 DE DE LIND DEDALUS DELIRIUM DELIRIUM DUELLO MADRE ERRATA CORRIGE FESTA MOBILE FLEA FRANCHI GIORGETTI TALAMO Franco Battiato Franco Battiato Franco Battiato Franco Battiato GARYBALDI GARYBALDI I GIGANTI I TEOREMI IL VOLO IL VOLO JUMBO JUMBO L' UOVO DI COLOMBO LATTE E MIELE LE ORME LE ORME LE ORME LE ORME LE ORME LE ORME LIVING MUSIC LOCANDA DELLE FATE LOCANDA DELLE FATE LOY & ALTOMARE MARIO BARBAJA MARIO LAVEZZI MAURO PELOSI MAXOPHONE METAMORFOSI METAMORFOSI MUSEO ROSENBACH MUSEO ROSENBACH NEW TROLLS NEW TROLLS NEW TROLLS NEW TROLLS NICO, GIANNI, FRANK, MAURIZIO OSAGE TRIBE OSANNA Io non so da dove vengo e non so dove mai andrò. Uomo è il nome che mi han dato DEDALUS Dolce acqua Lo scemo e il villaggio DUELLO MADRE Siegfried, il Drago e Altre Storie Diario Di Viaggio Della Festa Mobile Topi o uomini Il vento ha cantato per ore tra i rami dei versi d'amore. Pollution Fetus Sulle Corde Di Aries "Clic" Nuda Astrolabio Terra in bocca I teoremi Il Volo Essere o non essere? Essere, Essere, Essere! DNA Vietato ai minori di 18 anni? l' uOvo di cOlombo Passio Secundum Mattheum Collage Uomo di pezza Felona e Sorona Contrappunti Smogmagica Elementi To Allen Ginsberg Homo homini lupus Forse le lucciole non si amano più Portobello Megh iaia (76) Al mercato degli uomini piccoli Maxophone ...E fu il sesto giorno - Vedette Inferno Zarathustra Rare and Unreleased Concerto Grosso n°1 UT New Trolls Atomic System Concerto grosso n°2 Canti d'innocenza, canti d'esperienza Arrow Head L'uomo 3 1973 1973 1971 1972 1973 1976 1973 1972 1973 1972 1972 1973 1974 1972 1973 1971 1972 1974 1975 1972 1973 1973 1972 1971 1972 1973 1974 1975 2001 1972 1977 1973 1972 1976 1973 1975 1972 1972 1973 1992 1971 1972 1973 1976 1973 1972 1971 si può essere perfettamente consci della sua presenza nei lavori della seconda fase (come la chiamo io) della P.M. francamente..OSANNA OSANNA PANNA FREDDA PERIGEO PERIGEO PIERROT LUNAIRE PIERROT LUNAIRE Premiata Forneria Marconi Premiata Forneria Marconi Premiata Forneria Marconi Premiata Forneria Marconi Premiata Forneria Marconi Premiata Forneria Marconi Premiata Forneria Marconi QUELLA VECCHIA LOCANDA QUELLA VECCHIA LOCANDA RACCOMANDATA RICEVUTA RITORNO REALE ACCADEMIA DI MUSICA ROCKY'S FILJ ROVESCIO DELLA MEDAGLIA ROVESCIO DELLA MEDAGLIA ROVESCIO DELLA MEDAGLIA SAMADHI SEMIRAMIS SHOWMEN 2 STORMY SIX The TRIP The TRIP The TRIP The TRIP Vince Tempera Milano Calibro 9 Palepoli Uno Abbiamo Tutti un Blues da Piangere La Valle Dei Tempi Pierrot Lunaire Gudrun Storia di un minuto Per un amico Photos of Ghosts Live in U. è il pensare di prevedere il contenuto e la forma delle composizioni solo al leggere la presenza alla voce di Bernardo Lanzetti. con ulteriore input al fallo.. si sa.A. 4 . ma con un taglio nettamente alla Gabriel. In più. che.F.un mondo di cristallo Reale accademia di musica Storie di uomini e non La Bibbia Contaminazione Il ritorno Samadhi Dedicato a Frazz Showmen L'unità The Trip Caronte Atlantide Time of change Art 1972 1973 1971 1973 1975 1974 1977 1972 1972 1973 1974 1974 1975 1977 1972 1974 1972 1972 1973 1971 1973 1995 1974 1972 1972 1971 1970 1971 1972 1973 1973 totale album recensiti 122 ACQUA FRAGILE Acqua Fragile 1973 L'errore più grave che si potrebbe commettere con questo disco. non entusiasmano più di tanto.S. grande cantante. L'isola di niente Chocolate king's Jet Lag Quella Vecchia Locanda Il Tempo Della Gioia Per.. quello indiano. che nel corso della storia è stata teatro di differenti civiltà.. Musica dunque istintiva. ora pacifiche e dolcissime. con stralci veramente taglienti e spigolosi . non lasciando il tempo di cercare quelle somiglianze e assonanze Gabrielliane. appassionati collezionisti ed etnologi. ma relativamente alle sensazioni che in ogni ascoltatore potrà suscitare. ma esiste una continuità nello spirito musicale della formazione che impedisce quasi di cogliere i caratteri distintivi di ognuno. quello africano.. gli aktuala rappresentano una delle più significative novità della scena italiana. coerentemente. Le atmosfere vivono su tensioni di vario tipo. essi rappresentano una "comune" musicale votata al recupero di una musica popolare universale. e suonano un miriade di strumenti che non mi attardo ad elencare. tralasciando.Si scopre (o almeno io scopro) invece un disco lineare e preciso. Onestamente non ho capito la scelta dei testi tradotti in italiano all'interno. o meglio. secondo me. essi hanno compiuto una tournée la scorsa estate in Liguria. La voce sempre ben impostata di Lanzetti. Meglio rinunciare alle etichette. nella quale i segni stessi della natura. Gli Aktuala sono in cinque. immediatamente. Una musica che va seguita con particolare attenzione e che non può esser giudicata con il metro estetico normale. con una perfetta pronuncia inglese. su spiagge e piazze. Naturalmente è rischioso parlare solo di musica popolare. mentre il resto delle composizioni si assestano su toni tranquilli e spesso acustici dove brilla soprattutto ("Going Out"). Concludendo. amalgamata magistralmente nel contesto musicale del gruppo. gli influssi timbrici e le venature melodiche del folklore africano e mediorientale: la base è infatti il Mediterraneo. in un momento in cui anche il jazz e lo stesso rock si avvicinano e rielaborano il folklore europeo.a me piace! Consigliato AKTUALA AKTUALA 1973 Milanesi di nascita o di adozione.. primordiale. ed in questo senso. e se vogliamo l'Italia meridionale. Cultori di musiche popolari d'ogni epoca e di ogni paese. un richiamo (almeno a me ha fatto questo effetto) non troppo velato in "Morning Comes" ai cori di "Child in Time" dei Deep Purple. Netta la divisione del disco: inizio ("Morning Comes" e "Comic Strips") e fine ("Three Hands Man". L'unico neo è.. i titoli sono sei. di cui una ragazza. quello latino americano. e numerosi strumenti a fiato. Segnalo comunque che parti predominanti hanno la chitarra acustica. senza la mediazione della cultura classica. Enzo Caffarelli 5 . secondo me il miglior brano) martellanti e potenti. vari modelli di bizzarre percussioni. porta l'ascoltatore ad affrontarsi con un risultato d'insieme.. il suono quotidiano diviene musica. totale. poiché i loro desiderio o è "quello di riportare alla strada una musica nata dalla strada". io lo ritengo un disco molto valido. e nella quale è facile cogliere. senza teatri o impresari. come il canto degli uccelli.. dall'oboe arabo al normale sassofono.una meraviglia alle mie orecchie. IL gruppo rifiuta naturalmente qualsiasi virtuosismo solistico. che fruisca delle esperienze di popoli vicini e lontani. ora aggressive e convulse. acustico ed elettrico. Dietro suona l'ottimo complesso. in parte in Francia."La mia mente" e "Un fiume tranquillo" il gruppo e Sorrenti instaurano quasi un conflitto tra perfezione strumentale e volteggi vocali ma senza sovrastarsi a vicenda. e con sopite d'eccezione Jean-Luc Ponty.. si plasma secondo la nota..) ma non che sia un disco dall'ascolto semplice . una voce personalissima e duttile. ed ancora più raffinato e dettagliato. due fiati. ad opera soprattutto del bravo Albert Price.. *** Chi lo ha già ascoltato è assolutamente d'accordo sul fatto che Alan Sorrenti rappresenta la figura musicalmente più originale espressa dal nostro paese da tanti anni a questa parte. La casa discografica ha visto giusto fin dal principio. dunque. con il tema lacerato.e ancor più difficile è il tentare di spiegarlo. che egli utilizza come un vero e proprio strumento. mentre l'etichetta è una delle più illustri inglesi.. poi ripreso. A volte il cantato di Sorrenti mi fa ricordare però un po' Peter Hammill. con Vittorio Nazzaro al basso e a dare una mano ad Alan con la chitarra classica. su tutti i fronti. Il bell'impatto musicale. e solo in rarissimi casi con l'aiuto di distorsioni od effetti elettronici. L'album è stato registrato in parte in Italia. specie nell'uso del semiparlato. al sintetizzatore ed al mellotron. compone. arrangia. almeno per me. Alan li precorre ed in un certo senso ne resta al di fuori. "Aria" p la suite che occupa l'intera prima facciata. all'organo. Antonio Esposito alla batteria. Sullo sfondo i musicisti francesi. carezzevole e metallica. Concludendo: sicuramente questo disco necessita molti e molti ascolti per essere ben digerito. un 6 . Alan suona la chitarra acustica. poi la getta e la raccoglie di nuovo rimodellandola accuratamente. aspra e dolcissima a turno. la Harvest. e asceso in volo fra le note della sua "Aria". E' un cantautore del tutto particolare: la sua forza sta innanzi tutto nella voce. ed anche la composizione più ambiziosa di Sorrenti. per di più confezionando una bella copertina con tanto di testi e di note. ridotto a brandelli.. l'allunga e la tiene sospesa salendo le scale più alte. le cui aperture dolcissime interrompono e congiungono i vari momenti della composizione. ma lo stile di Alan è meno aggressivo. "Aria" è appunto un giuoco di voce. con un suono quasi metallico prima e dolce e soave poi. ha creduto nel ragazzo e gli ha dato carta bianca.Alan Sorrenti Aria 1972 Tutto si può dire di questo disco del poi figlio delle stelle Alan Sorrenti (. è perfettamente azzeccato per la voce e la chitarra acustica di Sorrenti. data l'estrema difficoltà di cogliere perfettamente nel segno e di descrivere dettagliatamente questo strano personaggio spuntato fuori dal golfo di Napoli. Un autentico successo.. Albert Prince al piano. che si assottiglia e riprende corpo. non so quanto potrà ricavare dalle mie parole. con alcuni sessionmen francesi. A qualcuno rammenta Peter Hammill dei Van der Graaf Generator. non è niente male anche se a volte riuscire ad ascoltare completamente l'ambiziosa "Aria" è un po' difficile. E chi non lo ha ascoltato. e mentre Hammill guida con la voce gli strumenti. Dei quattro brani che compongono il disco solo "Vorrei incontrarti" è quello che rimane su uno stile classico con la chitarra che sottolinea ed accompagna il testo mentre in "Aria". il numero uno del violino jazz. Impressionante il modo di usare il cantato: Sorrenti usa la voce in un modo rivoluzionario ed imprevedibile (a volte con qualche piccola stonatura pure). perché Alan è già in possesso dei mezzi e delle capacità espressive necessarie per un discorso formato e compiuto. o negli episodi in cui domina la possente costruzione dell'organo. con i fiati ed il sintetizzatore in evidenza. e si presenta come un altro tipico episodio di Sorrenti. e che verrà tacciato anche di mistificazione. o l'uso raffinato e jazzistico del piano. Secondo me sarebbe stato un disco interessantissimo anche se fosse stato soltanto strumentale. talora semplicemente abbozzando delle idee che viceversa avrebbero potuto essere realizzate su maggiore scala. il vero carattere determinante ed originale. In più c'è la voce di Alan. "La mia mente" è una ricerca cerebrale nei meandri del proprio cervello. Non si può parlare di disco sperimentale. I temi confluiscono uno dopo l'altro secondo una concezione modernissima. e naturalmente non è facile accettarla immediatamente. Ma facciamo in modo che il detto "nemo propheta in patria" per una volta non abbia valore. "Aria" è un disco che difficilmente piacerà al primo ascolto. con le medesime caratteristiche formali di "Aria". La seconda facciata contiene tre pezzi: "Vorrei incontrarti" è l'unico brano di stampo tradizionale.contrabbasso. ed anzi con i toni ancora più esasperati. né con eccessiva insistenza sulle frasi ritmiche. senza troppi compiacimenti melodici. e "Un fiume tranquillo" ripropone l'accostamento a Peter Hammill. e Ponty lucido maestro come di consueto con il violino stregato. Eccellenti dialoghi violino-voce. Enzo Caffarelli 7 . e con una linea melodica nel complesso più facile e comprensibile degli altri. che si avvicina al modello più conosciuto di cantautore. ma abile mistificatore prima di ogni altra cosa. è senza dubbio la più convincente. in questo lavoro collaborano musicisti prestati da Van Der Graaf Generator e Curved Air e . per primo in Italia.. con un utilizzo della voce forse un poco eccessivo. si solisti capaci di qualsiasi improvvisazione e variazione al suo fianco.Esposito) certo non disprezzabile.. al di là dell'uso (e dell'abuso in più di un'occasione) dei suoi indiscutibili mezzi vocali. Alan sfrutta la voce nei canali della grande arte. Più tradizionale l'altra facciata dove emerge la stupenda "Serenesse" ma molto belli e particolari anche gli altri pezzi. uscito nel 2000 per EMI.. risentito a distanza di anni. una facciata occupata dal brano che da' il titolo all'album. Toni Marcus violinista piena di grazie ed eleganza. Francis Monkman pianista e sintetizzatorista (VCS3) essenziale complemento all'organico. se pure sulla scorta di illustri esempi stranieri (Tim Buckley. contiene anche il brano "Le tue radici" che ha rappresentato il passaggio di ALAN SORRENTI alla musica commerciale ma. avrebbe potuto "dare di più".Alan Sorrenti Come un Vecchio Incensiere all' Alba di un Villaggio Deserto 1973 Commento di Roberto Il secondo (ed ultimo) lavoro del Sorrenti Prog datato 1973. una parte centrale dove entra uno stupendo VCS3 assolutamente da brividi ed un finale che lascia intravedere sonorità mediterraneo/partenopee con le percussioni in bella evidenza. gli consentono una coralità espressiva intelligente ed affascinante: nel primo album era il sol Jean-Luc Ponty l'uomo di "punta". pronti ad esaltarlo da una parte come il personaggio più nuovo ed importante fuoruscito dalla nostra scena. Chiudo con una citazione quanto mai centrata. mediante anche testi significativi e pregni di 8 . lo stesso Peter Hammill). Ron Matthewson al contrabbasso in un brano e Victor Bell al violoncello in un altro. Shawn Phillips. che alle fughe rabbiose del sax preferisce quelle più dolci ma non meno inquietanti di uno splendido flauto ("Serenesse" ed "Oratore").. Come il precedente "Aria" un disco di non facile ascolto. Il giudizio è di ENZO GENTILE. sembra incredibile. dall'altra. la meno forzata e la più varia. Il CD. Alan si conferma altresì compositore eccellente. e resta la convinzione che anche in quell' ambito. Con Sorrenti. o come un discreto musicista. solo un anno dopo arrivano "DICINTECELLO VUJE " ed a seguire "I FIGLI DELLE STELLE" ed altre amenità. Se il carattere peculiare del personaggio risiede nell'avere ribaltato il concetto tradizionale dell'uso della voce. La prima facciata. Naturalmente non tutto è farina del suo sacco: la presenza di gente matura. Qui sono presenti un Dave Jackson in grande forma. e con la stessa struttura. Di questo secondo LP del cantautore anglo-napoletano abbiamo già abbondantemente detto in anteprima. e si sforza di autoesaltarsi nel limite del lecito. tratta dal Dizionario del Pop Rock edito da Baldini & Castoldi : Mai in Italia siamo stati così vicini alla scena musicale internazionale. *** Credo che Alan Sorrenti sia uno di quei personaggi su cui ci si troverà costantemente in disaccordo. infine la coppia italiana (D'Amora .. lo si ascolta comunque con piacere. suddivisa in cinque pezzi. visto come un disco leggero e commerciale.. Solo la strofa cantata (con un testo assai bello) e la parte finale. Enzo Caffarelli ALBERTO RADIUS Carta Straccia 1977 Siamo ormai alla fine degli anni '70 e il vecchio rock progressivo comincia a dare segni di stanchezza e declino. 9 . "Pensami" e "Nel ghetto". il prodotto è buono e risulta orecchiabile e ben costruito soprattutto nel primo lato che passa liscio e gradevole. Buone "Celebrai". quest'ultima per sola voce e chitarra acustica. Si veda qui il testo di "Ricette" e "Stai con me sto con te". perdendo spesso la lucidità: si tenta di creare una nuova atmosfera. "Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto". sono degli autentici capolavori. Rispetto al precedente LP "Aria". Anche questo disco conferma questa regola. ma vaffanculo. Un disco notevolissimo che imporrà definitivamente Sorrenti presso il pubblico italiano. una serie di sensazioni prive di aggancio con la realtà. Si comincia a preferire alle complicate e lunghe atmosfere zeppe di tastiere tipiche della tradizione prog. fatto forse dovuto al particolare periodo di transizione anche visto che sono del medesimo anno.. "Una luce si accende". magari per staccarsi definitivamente dal filone Il Volo. "Serenesse". Penso che la morale del disco la si possa leggere in questo stralcio di testo: bandiere e altari baciai. risente invece del progetto troppo ambizioso e forzato dell'impiego della voce. parole meno decadenti e più realistiche.vai !!! A ciascuno la libera interpretazione! Consigliato a chi non cerca atmosfere complesse. "Carta straccia" ricorda stilisticamente il disco "Io tu noi tutti" di Lucio Battisti. una struttura portante melodica e ritmica più compatta e meno egocentrica. soluzioni più leggere ed immediate. guidati da chitarre acustiche e Fender Rhodes. e la musica si disgrega in una serie di suoni e rumori illogici. L'unico stralcio progressivo. soprattutto nelle parti di tastiere. Anche l'orchestrazione si fa più povera.. e rimane sempre su canoni molto leggeri.. Dal punto di vista progressivo la bocciatura è netta. è presente in "Un amore maledetto" anche se siamo ben lontani dai canoni gloriosi. Il prodotto è comunque ben confezionato e spuntano dei bei testi con il pregio dell' originalità. naturale o filtrata attraverso il sintetizzatore. c'è proprio una maggiore maturità espressiva complessiva. dove l'abilità vocale si risolve più che altro in qualche giuoco acrobatico. La lunga suite che occupa per oltre ventitré minuti la seconda facciata. "A te che dormi". e si entra nel delirio. riscattano l'incensiere.simbolismi. Chi adora "Carta Straccia" non avrà problemi ad ascoltare anche questo disco.. 10 . Musicalmente da segnalare "Patricia". anche se sempre in tono polemico...il titolo non è messo a caso. drum-pad elettronici disseminati qua e là. Anche i contenuti seguono la stessa rotta e ne riesce un disco sempre leggero ma meno emozionante e con qualche eco di già sentito... problemi sociali come polizia corrotta ("Poliziotto") e leggende metropolitane ("Coccodrilli bianchi").ALBERTO RADIUS America Good-Bye 1979 Formazione vincente (?!?) non si cambia ed ecco ripresentata la line-up del precedente "Carta Straccia".. a Mohamed Alì in "Il buffone". Meglio volgere lo sguardo ai primi lavori. completamente concentrati nello smantellare e sminuire il mito americano (..) con sfarzi ("Las Vegas"). Leggermente inferiori anche i testi.. Bello l'omaggio. per quel tempo. Radius non si arrabbi se utilizzo un suo verso: ci perdonerai se da adesso in poi saremo affari sfortunati. anche se onestamente io non lo ritengo un granché. forse l'unico momento quasi interessante e l'avvento dei nuovi. ALLUMINOGENI Scolopendra 1972 Gli Alluminogeni fanno parte di quel gruppo ci complessi nati tre o quattro anni or sono con la lodevole intenzione di rinnovare il mercato italiano, ma incapaci di costruire in pratica grandi cose. Fra i tanti anzi, il trio piemontese ha sempre mantenuto il ricordo di una melodicità tutta italiana, un po' come più tardi avrebbe fatto, ma sinceramente ad altro livello, il Banco del mutuo soccorso. In questo senso la musica italiana viene automaticamente a svincolarsi dai modelli stranieri. Ma probabilmente non è questa l'intenzione racchiusa nelle ultime righe della presentazione del disco: "Non parole estetizzanti senza significato, ma liberazione dalle caverne dell'inglese da cui prima ci giungevano i suoni". Se si allude alle tematiche musicali, alla ricerca strumentale basata soprattutto sulle tastiere, non mi sembra allora che tale allontanamento sia profondo come si vorrebbe far credere. Patrizio Alluminio, occhialuto leader del gruppo, sciorina con abilità i suoi preferiti, che vanno dal Winwood di "Glad" in apertura, al piano elettrico, all'organistico Jimmy Smith di "Cosmo". Spinti come sono verso l'elettronica e l'uso delle tastiere e degli effetti in generale, gli Alluminogeni si son edificati in album "spaziale" ("La natura e l'universo", "La stella di Atades", "Cosmo", "Pianeta") rivelando purtroppo ancora una volta la grande crisi di testi che esiste in Italia. La musica propone immagini ed invenzioni (- questi suoni che ascolterete - dicono le note - sono già dentro di voi. Erano chiusi dentro - ). Ma a mio avviso "Scolopendra" è un album sì piacevole, ma irrimediabilmente appartenente alla generazione precedente e non attuale del pop italiano. Enzo Caffarelli 11 APOSTHOLI Un'isola senza sole 33 giri 1972 ? o 1982 ??? Bellissimo album di questo complesso sconosciuto e su cui si sa pochissimo (ved. successivo album "Ho smesso di vivere"). E' un insieme di poesie scritte da Carlo Andolfato tra cui spicca a mio parere "Il cielo piange". Dg. Il cielo piange contornato di questi colori il cielo piange contornato di questi nostri pianti il cielo piange nell'ascoltarmi questa sera in questa sera che mi confesso e vivo nel girarmi attorno tra gli umidi raccolti di una notte di stelle che mi compongono ed io ancora io stento a riempirti e stringerti il cielo piange ma questa notte farfalla non ti vedo. 12 APOSTHOLI Ho smesso di vivere CD 1979 da: Il giornale di Vicenza - Sabato 1 Febbraio 2003 Rimasterizzato l’elegante long-playing uscito nel 1980 "Ho smesso di vivere" ricompare in versione cd. Sta avendo un inaspettato successo l’album nel quale Walter Bottazzi e il complesso degli Apostholi misero in musica 11 poesie di Carlo Andolfato di Antonio Stefani Vicenza. All’epoca - stiamo parlando del 1980 - di quell’elegante long-playing vennero stampate 500 copie, corrispondenti alla tiratura della litografia firmata da Vico Calabrò che, uscita dai torchi della Bottega dei Busato, fungeva da onirica copertina. E adesso, debitamente rimasterizzato a cura dell’etichetta padovana M.P. Records, ecco apparire in versione compact-disc Ho smesso di vivere , l’album nel quale Walter Bottazzi e il complesso degli Apostholi, ricompostosi per l’occasione dopo l’epopea "beat" degli anni Sessanta, misero in musica undici poesie di Carlo Andolfato. Sono gli stessi protagonisti di quel singolare episodio nato all’ombra dei Berici a ricordare, nel libretto che accompagna il Cd, come scaturì e si concretizzò il progetto: «L’idea di Ho smesso di vivere - spiegano - nasce a tarda ora, in una notte del 1978, tra i discorsi di due vecchi amici che non si rivedevano da almeno dieci anni. Avevano tante cose da raccontarsi. I pensieri erano ancora in sintonia, in sintonia erano le emozioni, i sogni, desideri e delusioni. Tra le tante cose, e tra un bicchiere e l’altro, Carlo Andolfato parlava dei suoi versi, ne leggeva qualcuno. Walter Bottazzi ascoltava, ne condivideva l’essenza, mentre nasceva la voglia di raccogliere la sfida e di interpretare quelle poesie, farle diventare "canzoni". Walter, storico bassista del gruppo vicentino Gli Apostholi, nati nel 1964, riuniva così, dopo anni di silenzio, i vecchi amici musicisti e con loro dava inizio a quella che è stata una gran bella avventura, fatta di collaborazione, di goliardica allegria, talvolta di stanchezza ma anche di indimenticabili spaghettate a notte fonda e di buon vino bevuto insieme, come accade nei momenti magici della vita». Oggi, dunque, abbiamo la possibilità di riascoltare brani come Il pesce rosso , Ho acceso un fiore , Un altare di farfalle , Profumo sorriso , componimenti che il "geometra" Andolfato affidò alle note e alla voce del "ragionier" Bottazzi e che nelle registrazioni effettuate allo Studio Bottene di Schio con Roberto Trentin alle percussioni, Luigi Terzo alle tastiere e Franco Marchiori alle chitarre presero la forma di intimistiche ballate rivestite da arrangiamenti molto vicini al clima del "progressive rock" italiano. Pare, fra l’altro, che il compact stia suscitando all’estero - dalla Scandinavia al Giappone - la curiosità dei collezionisti di incisioni rare. Morale della favola, comincia a farsi strada la voglia di ristampare anche quello che fu il capitolo successivo dell’operazione, vale a dire Un’isola senza sole uscito nel 1982. 13 ma la loro formazione ha già subìto numerosi cambi (vedi anche le mininotizie di questo stesso numero).M. gli Atomic Rooster. specie nella struttura volutamente caotica di certi momenti. in modo particolare a quella greca ed araba. Consigliato. 14 . cosicché due soli dell'originaria formazione sono i superstiti. alcune delle quali recitative. settembre (nero)". *** Sono nati da circa un anno. le citazioni si Smirne o di Settembre nero.AREA Arbeit Macht Frei CD 1973 Grandioso esordio per questa band con grandissime potenzialità tecniche dovute soprattutto. "Arbeit macht frei" significa in tedesco "il lavoro rende liberi". ed era lo slogan posto all'entrata dei campi di concentramento nazisti. i Faces. sono stati invitati alla Biennale di Parigi ed alla Triennale di Milano. il greco Yannis Xenakis fra i principali. Gli Area sono comunque il gruppo più interessante venuto alla ribalta in questo 1973 in Italia. turco. Il sound del gruppo è centrato nel free jazz. nelle sofferte interpretazioni vocali. al mondo arabo.. dietro a "L'abbattimento dello Zeppelin" un piccolo attacco al gruppo del dirigibile ovvero i Led Zeppelin. i Soft Machine. Dall'iniziale free jazz. i richiami al folklore mediorientali trasfigurati. agosto. l'improvvisazione di "Arbeit macht frei". gli Area si sono spostati verso una ricerca più attenta di contenuti e di effetti sonori. Il gruppo cela. trovando grande coesione con Tofani e Fariselli. aggressiva. stile che ricorda lontanamente i Soft Machine e comunque ben contornato di sintetizzatori e pianoforte. E la musica è violenta. I testi sono schiettamente politici.. secondo me. sono da una parte la logica conseguenza della provenienza (greca) del leader Demetrio Stratos.. all'inconfondibile e grandiosa voce di Demetrio Stratos. Sicuramente un grande disco da cui spunta: "Luglio. radicale nelle intenzioni dei musicisti e di chi li guida. attingendo alla musica popolare. accusati di attirare tutta l'attenzione della scena musicale. ecc.F. russo. di Demetrio. ed il loro difficile album conferma le belle premesse di tanti spettacoli e di tanti inviti (ricordo fra parentesi che hanno suonato in tour con i Gentle Giant. greco. dall'altra tendono a sottolineare un percorso storico-geografico della violenza: dai campi nazisti agli ebrei. ma non solo. "Consapevolezza" e "240 chilometri da Smirne". Luciano Berio. l'ungherese Gyorgy Ligeti. I sei brani che compaiono sull'album sono legati da un filo ideologico simboleggiato appunto dalla consapevolezza del carattere totalitario dell'affermazione. Verrà sostituito dal grande Ares Tavolazzi che diventerà parte integrante del gruppo soprattutto in fase compositiva. ed alle esperienze concreto-contemporanee con le quali sono venuti a contatto: Luigi Nono. contando anche il proponimento del gruppo di espansione oltre i confini con il suffisso international POPular group. La loro musica vuole essere assolutamente di "rottura". orientato verso i Nucleus o i Soft Machine. Ultima osservazione per la presenza al basso di Patrick Djivas che lascierà dal seguente disco il gruppo per inserirsi poi nella P. Il contenuto del LP si ispira a riflessioni sulla violenza e sul terrorismo: ma scelte orientative come l'introduzione di una recitazione in lingua araba. caratteristica presente in tutta la produzione del gruppo.). " un MUST degli Area ! Dopo un disco influenzato dall'attività di ricerca quale il precedente "Caution Radiation Area". che opera alle percussioni. anche se sono presenti anche altri grandiosi momenti in "L'elefante bianco". "L'abbattimento dello Zeppelin". con un synth che ricorda vagamente atmosfere orientaleggianti. ha un doppio senso: da un lato l'abbattimento di una realtà difesa dai miti. ed utilizza la voce alla maniera tipica e significativa di uno strumento. Complessivamente la ritmica si rivela particolarmente efficace: Ian Patrick Djivas. dal sapore sinistro e provocatorio. dall'altro un chiaro attacco alla musica pop tradizionale. 15 . sottolineato da effetti particolari dell'uso della voce. individuabile in quel momento nei Led Zeppelin. agosto. Solo la pazzia ne "La mela di Odessa (1920)" merita il prezzo del disco. settembre (nero)" con la voce araba che introduce una melodia orientaleggiante. il gruppo ritorna leggermente verso gli orizzonti del debutto proponendo un sound decisamente più stabile. che segue le indicazioni di Berio nell'affiancamento voce-musica elettronica.. Non che manchino i momenti di improvvisazione sia chiaro (vedi ad esempio "Area 5"). neo acquisto della Premiata Forneria Marconi. suon un basso Fender Precision privo di tasti ed il contrabbasso. come Stratos. "Arbeit macht frei" di sapore più tipicamente jazzistico. Grandioso. come pure "240 km da Smirne". Latro musicista di spicco è Eddy Busnello. suona l'organo con il compito principale di creare un continuum di fasce sonore per gli altri solisti. rivelandosi un solista instancabile e fantastico. Enzo Caffarelli AREA Crac! 1975 Insieme a "Arbeit. un pezzo fra i migliori anche eseguito secondo schemi piuttosto classici di free.Così il brano conclusivo. e "Gioia e rivoluzione" dove il maestro della voce mette in mostra tutto il suo stile e la sua bravura. un insieme di sensazioni e di voci che si accavallano e si divaricano con particolare cura degli effetti. un sassofonista già con una lunga esperienza alle spalle. esclusivamente strumentale. Infine "Le labbra del tempo" si presenta più varia e contorta. Ma anche tutti gli altri si muovono con attenzione giungendo a risultati ricchi di potenza e di fantasia.. ma è maggiormente in luce un proponimento esecutivo di gruppo. Tutti i brani sono ad alto livello: "Luglio. .. "Diforisma urbano" è forse l'unica traccia in cui il gruppo ritrova la carica dei primi dischi e propone un free Jazz dal sound tipico e cavalcante. AREA Gioia e Rivoluzione 1996 Questo è stato il primo mio disco di questo gruppo: volevo tastare il terreno con questa raccolta! Sono presenti canzoni anche dischi più recenti.. che però perdono lucidità e smalto 16 .AREA Maledetti 1976 Dei dischi di questo gruppo. giro. anche se con un piccolo taglio pessimista: In questa società. AREA Gli Dei Se Ne Vanno.ma non uno dei miei preferiti. Segue la lunga "Caos": nove minuti di improvvisazione estrema. questo è forse il più difficile da interpretare e decifrare. "Gerontocrazia" dà inizio all'attività di ricerca di Stratos accompagnato da percussioni che sembrano timpani tribali.la vita è una noia sconfinata. "Return from Workuta" e "Guardati dal mese vicino all'aprile!". secondo me. Gli Arrabbiati Restano! 1978 Ultimo disco di questo gruppo che merita attenzione secondo me. "Scum" è forse il brano più forzato: un pianoforte estremamente antisonante per un testo in stile politico tipico della band. Un pugno nello stomaco ogni tanto fa bene. tondo" è. Il brano poi cambia e il gruppo riprende le redini riportando il contesto nei soliti termini con qualche puntatina improvvisativa.. il pezzo migliore del disco: l'attività di ricerca non ostacola oltremodo la linerarità compositiva e ne esce un piano elettrico sempre in prima fila che non disdegna un sano ritorno all'improvvisazione nella parte finale. "Giro. Il livello è un po' inferiore ai precedenti ma sono presenti dei buoni momenti in "Il bandito del deserto". Ci sono tre canzoni cantate in modo sempre molto interessante. sono il segreto di questo disco.f. molto originale nei contenuti e nella forma. L'unica pecca è che qui viene esasperato lo stile sempre pomposo del batterista Chirico e al lungo ascolto il disco risulta un po' noioso. Chirico sfodera tutta la sua stoffa in questo e nel successivo disco.81" e "Tilt". Veramente bello. fatto dovuto anche all'inserimento di un bravo nuovo cantante.. 17 . Non che il disco sia noioso.Immagini per un orecchio 1974 Gran bel disco. voglio metterlo bene in chiaro: per me è difficile ascoltarlo tutto e forse per questo preferisco leggermente "Tilt". Le migliori: "Valzer per domani".almeno nelle ultime tracce. Giuoca un ruolo fondamentale anche la presenza di brevi ma intensissimi punti dedicati all'improvvisazione come in "Gravità 9. per esempio.. la presenza di un violino suonato in maniera diversa dal solito canone come avviene.. ARTI+MESTIERI Giro di valzer per domani 1975 Questo disco è forse tecnicamente migliore del precedente ma sempre suonato con lo stile tipico di questa band. tra le quali spunta "Saper sentire". "Mirafiori". Nulla da togliere comunque a quest'ultimo: basta ascoltare canzoni come "Sagra" per convincersi della sua grande tecnica. donando grinta ed imprevedibilità alle canzoni. "Mescal" e "Consapevolezza" All'interno del libretto viene anche spiegata la teoria del valzer. e di un batterista con uno stile tutto suo. nella p. Bella parte di violino in "Articolazioni".m. soprattutto la sublime melodia di "Strips". Comunque consigliato. Dopo l'influsso positivo dato agli ultimi due lavori dei Trip.ARTI+MESTIERI TILT . Le parti cantate sono limitate a due canzoni e sono comunque molto convincenti. Bisogna ribadire comunque che tra canzoni cantate e strumentali lo stile è molto diverso... Il sound perde quasi completamente l'armonia e la forza che caratterizzava lo stile tipico di questo gruppo e i testi sono un misero miscuglio di parole che hanno pure la pretesa (!!!) di essere taglienti. anche il sempre bravo Chirico perde qui il suo smalto e splendore. Che dire: . Il nuovo cantante Rudy Passuello è lontano anni luce dal bravo Gaza e manca.ARTI+MESTIERI Quinto Stato 1979 Dopo due grandi dischi quali "Tilt" e "Giro di Valzer per Domani". dando a tutte le canzoni lo stesso taglio e rendendole quasi noiose. 18 . dove spicca "Vicolo".. di qualsiasi forma di espressione. il gruppo degli Arti e Mestieri offre questo "Quinto Stato" che non è assolutamente paragonabile ai precedenti detti... offrendo una batteria anonima e raramente ai livelli precedenti. ma poi cade miseramente nelle canzoni cantate (si salva a malapena la title track).triste. Onestamente sono rimasto molto deluso da questo disco: cerca di raggiungere la sufficienza nei vari momenti strumentali. secondo me. questo LP è a dir poco sensazionale: . 2002 >> at Kitijyoji Star Pines Cafe.eh eh ah ah. Secondo incontro 9.BALLETTO DI BRONZO Trys 1. "Trys" is the latest release from Balletto di Bronzo: a superbe live recording from 1998. pieno periodo di sbandamento musicale. Terzo incontro ed epilogo 10... Balletto di Bronzo released it in 1972! The remastered edition is now available as a midprice CD. ) "Girotondo" e "Ti risveglierai con me". Love in the kitchen Sirio 2222" is the debut album by Balletto di Bronzo from 1970! Their second album "Ys" is an italian progressive masterwork album. Introduzione 7.. Technoage 11.. The new Balletto di Bronzo performed two concerts in Japan in September 2002: Saturday 14 September. 2002 >> at Sakuranomiya Batabata de la Salsa. Optical surf beat 6.lungo la strada ho visto mille ragazze. La discesa nel cervello 2.. Tokyo Sunday 15 September. Le canzoni migliori: tutto il primo lato da cui spunta la grandiosa "EH EH AH AH": ( . e certo una starà bene con me. Primo incontro 8... qui insieme a Marco Cecioni (voce/chitarra) e Michele Cupaiolo (Basso). Visto però sotto il profilo di un disco post anni '60. Osaka More concerts are scheduled for March 2003 in Mexico: March 1-5. vocal). Tastiere isteriche 3. 19 . Della formazione di "YS" c'è Lino Ajello e Giancarlo Stinga. Donna Vittoria 5.. Alessandro Corsi (bass) and Riccardo Spilli (drums). Marcia in sol minore 4. Procuratevelo se siete amanti delle atmosfere rockettare tipo Biglietto Per L'Inferno. Balletto di Bronzo has recently reformed with the following line-up: Gianni Leone (keyboards. 2003 >> Chihuahua and Mexico City BALLETTO DI BRONZO Sirio 2222 CD 1970 Dal punto di vista del rock progressivo questo disco ha poco da presentare in quanto si possono citare solo due canzoni: "Ma ti aspetterò" e "Meditazione".un vero capolavoro basato su ritmi cavalcanti e sempre tiratissimi con testi che non esitano ad essere anche irriverenti. un po' più soft ma sempre molto bella... al contrario dei più fortunati gruppi del periodo immediatamente successivo.. Il gruppo napoletano ha ora le carte in regola per un successo di gran lunga più ampio... specie quando l'atmosfera si fa lievemente jazzata. Da un punto di vista strumentale. ad esempio nella seconda parte della lunga "Introduzione". ecc.. penso di poter dire tranquillamente che questo è forse il disco più Hard progressive italiano.. In "Introduzione" c'è una piccola contraddizione nel testo: La voce narrò all'ultimo che. ma per il Balletto vale la legge della difficoltà di accoppiare la lingua italiana con il ritmo del rock. Il Balletto è stato uno dei primo gruppi in Italia a portare avanti un discorso nuovo. all'organo. ed il Balletto di bronzo ha creato. al di là dei riferimenti culturali che non ci sono e al di là dei testi... ed assai pregevoli sono i passaggi alle tastiere. ma Dante Alighieri non è stato scomodato.. *** Dà un tantino l'idea della Divina commedia la serie di quadri che compongono l'album: "Primo incontro". e l'album "YS" è un primo esempio di capacità e di idee che sicuramente possono essere potenziate e sviluppate. "secondo incontro". Anche i testi sono interessanti. al mellotron. Nella versione CD è presente anche la bonus track "La tua casa comoda" . Bellissimo inizio con "Introduzione" con la caratteristica voce di Gianni Leone e le sue tante tastiere sempre in primo piano. e l'originale miniaturismo delle pagine interne della confezione. e grazie alle numerosissime tastiere di Gianni Leone. e nella porzione a cavallo fra il "Secondo" ed il "Terzo incontro" e nell'"Epilogo". che sembra nato apposta per le lingue anglosassoni. Grandi stacchi anche in "Terzo Incontro"... alla spinetta ed al Moog. un album musicalmente ottimo. Alte tensioni musicali nel resto del disco e nella mia favorita "Secondo incontro". ma come quasi tutti i gruppi nati intorno al 1968-69. Consigliato. E' forse l'unico neo del gruppo di "YS" come di tante altre formazioni. in parte sormontabile soprattutto se si pensa che la musica esclusivamente strumentale non è più tabù Enzo Caffarelli 20 .ma non era l'ultimo ??? Questa è comunque una piccola pignoleria. hanno incontrato difficoltà insormontabili per sfondare.BALLETTO DI BRONZO YS CD 1972 Secondo me uno dei migliori dischi progressive italiani di tutti i tempi. e poi comandò di andare dai suoi. grazie ad un ritmo sorretto da una vitalissima sezione che non cade mai nell'hard rock. il Balletto si presenta omogeneo e tecnicamente dotato. sul mondo restò. che opera al piano. Uno stile molto personale e molto spigoloso. alla celeste. e potrebbe costituire un momento a se stante. ed ogni tappa del processo storico trova simbolico riscontro nella vita dell'individuo. da organismi preesistenti. idi ogni tempo. un MUST ! Ascoltare per credere! *** Contro tutti coloro che fanno dell'album a concetto unico un paravento per mascherare la propria carenza creativa specie sul piano dei testi. ed è per questa asserzione che Darwin è il più delle volte ricordato. Segue "Miserere alla storia" con un incredibile e potentissimo intermezzo di pianoforte! Chiude "Ed ora io domando tempo al tempo. non è che il pretesto per riproporre in un mirabile affresco di colori l'eterno dramma dell'esistenza. L'uomo in particolare deriverebbe dalla scimmia. in America alcune leggi. I musicisti hanno cercato di immedesimarsi nel sentimento dell'uomo nel corso della sua evoluzione. Intervallo jazzy nella "Danza dei grandi rettili" seguita da "Cento mani e cento occhi" fino ad arrivare a "750. non citazioni rigorosamente scientifiche. ma né le une né le altre sono condizionate reciprocamente e fra loro. Nel disco musiche e liriche si sviluppano in maniera organica. Da sottolineare il bel testo perfettamente studiato per la voce di Di Giacomo che affascina nel finale e dove l'aria in fondo tocca il mare lo sguardo dritto può guardare. e contro quelli cha pure in buona fede hanno denunciato paurosi limiti in tal senso.": stilisticamente diversa dalle altre canzoni del disco ma con una bella parte di clavicembalo ed uno strano effetto scricchiolio della ruota del tempo che passa. Soltanto un viaggio intimo nel mondo degli uomini primitivi 21 . Singolare ed originalissimo il testo: parla di un preistorico amante che spia la sua bella che sogna di conquistare non nascondendo però la paura da essere rifiutato.BANCO DEL MUTUO SOCCORSO Darwin! CD 1972 -2 Questo disco è sicuramente uno dei miei preferiti!!! Grandiose atmostere nella lunga "L'evoluzione": divisa in più parti trova l'apice massimo in un pazzo incrocio di moog che ribadisce senza mezzi termini la grande bravura sia come esecutore che come compositore di Vittorio Nocenzi.. con più o meno vistose modificazioni dovute all'adattamento all'ambiente.. emozioni nuove. Incredibile "La conquista della posizione eretta": una prima tiratissima parte strumentale con strani effetti e una seconda tranquilla. il Banco al suo secondo album offre un'opera perfettamente compiuta che ad ogni istante sa offrire prospettive convincenti. Il pensiero di Darwin fu a lungo avversato e combattuto. come un po' tutti i precursori della scienza..000 anni fa. non parole pesanti. ne proibirono l'insegnamento nelle scuole. Darwin viene scoperto ed amato dai giovani.l'amore" : un classico del gruppo. l'inglese Charles Darwin. e forzatamente intellettuali. alla lotta per la sopravvivenza ed alla riuscita degli individui più idonei. L'evoluzione non esclude a priori l'opera creatrice di Dio e nei suoi aspetti meno radicali non è affatto inconciliabile con la dottrina cattolica. Ma soprattutto non ci sono edite enunciazioni della dottrina filosofica e scientifica: non aride descrizioni storiche. cosicché ciascuno dei sette brani gode di una propria autonomia.. poi abrogate. e coinvolge l'ascoltatore ponendolo di fronte ai grandi dubbi della vita con gusto semplice. padre dell'evoluzionismo moderno. in Italia ed all'estero. Il concetto di evoluzione biologica esprime il fatto che tutti gli esseri viventi discendono. Forse per questo. La celebrazione di un genio della scienza. intima necessità e squisita poesia. all'organo di Vittorio Nocenzi ed al moog.. Confrontato con il primo album. e della conquista da parte della specie viventi dei tre ambienti naturali a disposizione. Così mentre gli Osanna e la Premiata stanno mostrando come in Italia si possa essere tecnicamente più preparati dei colleghi inglesi e contemporaneamente gettano le basi di un pop nostro ma internazionale. al 22 . scorrevoli e mai complicati. e proprio per questo ricche di fascino e dense di sorprese ad ogni riascolto. La stessa Chiesa del resto ha rifiutato il creazionismo specifico allineandosi moderatamente con la dottrina evoluzionista. Sensazioni ed emozioni che non vogliono mai essere sforzi di abilità tecnica: e tutti gli strumenti trovano una propria dimensione giusta. torna puntualmente e possente. E questo non va ascritto a demerito del gruppo. capace di raggiungere tutti perché massaggio dettato dal cuore. senza un definito tema conduttore. sospinti a cumuli su spiagge putride.sapientemente ricreato con le atmosfere inquiete e pregne della consapevolezza di una lunga ed estenuante guerra. giù esemplificata nei testi del primo album. di ogni nota. cara a Francesco Di Giacomo.. e come tale frutto della più nobile arte. Non è una battaglia contro la religione. In altri termini se Premiata ed Osanna vogliono riconquistare il pubblico che sinora ha seguito soltanto i gruppi stranieri.o . . Senza ombra di dubbio il Banco va considerato il più italiano ed il più meridionale dei nostri gruppi d'avanguardia. rielaborandoli attraverso un linguaggio modernissimo. e Francesco "Big" trova la sua più completa realizzazione vocale.arabescando. offre un maggiore impegno a livello di composizione e di arrangiamenti. e la vanità di tutte le cose terrene. il mare inizialmente. e variazioni atipiche e fuggevoli. perché il prodotto non è affatto commerciale nel senso deteriore della parola: è semplicemente universale. ma rimane saldamente nelle mani di musicisti geniali che fanno di ogni parola. un alcione stride sulle ginestre e sul mare. sono importanti da una cura che a tratti può sembrare compiaciuta di una ricercatezza formale. musicalmente ripropone la struttura dei migliori episodi del primo album: ritmi tipici accompagnati dal testo. I ragazzi hanno confessato che parte delle musiche sono state improvvisate in sala di registrazione: ebbene nonostante questo mai il disco scade a livello di avventura o di approssimazione. La liricità e l'organicità sono cresciute. il cielo aperto infine. il Banco si muove su altro versante ed è lontano da qualsiasi modello straniero.. I testi. Ma il punto più notevole da sottolineare è la struttura squisitamente armonica del testo.Informi essere il mare vomita. oltre ad una generale maturazione di idee e di esecuzioni. Il gusto per l'immagine ariostesca. la terraferma poi. ma semplicemente una demitizzazione della creazione biblica in senso letterale. Il testo è una presentazione dei concetti darwinisti e la narrazione dell'evoluzione organica dalla materia inorganica. con una ricchezza interiore straordinaria. mirabilmente e drammaticamente sintetizzata dalla profezia di "Miserere alla storia": " Ma quanta vita ha ancora il tuo intelletto se dietro a te scompare la tua razza?".da "Evoluzione"). l'inserimento della parola tanto nei riffs serrati quanto nelle strutture melodiche a più ampio respiro.. "Darwin!". "Evoluzione". perché ha saputo anteporre il sentimento alla ragione ed ha rispettato gli altri fondamenti imprescindibili dal gusto e dalla cultura tipicamente latina e mediterranea del nostro paese. perfino di ogni pausa dell'arte e particolarmente della poesia. specie in alcuni tratti (. il rigido e mai forzato rispetto per la metrica. la lotta dell'uomo come di qualsiasi altro organismo per la sopravvivenza. Armonie e melodie si succedono nel pezzo in sviluppi semplici ma imprevedibili. dalla chitarra tipica di Marcello Todaro. il Banco potrebbe avere la funzione di recuperare coloro rimasti legati ancora alla canzonetta. il pezzo più lungo. per la prima volta impiegato dal sestetto ma con originalità e funzionalità. ma che mai scende in fumosi barocchismi. .Alto. e non soltanto per la riesumazione dell'Ippogrifo. nell'orientamento melodico. Enzo Caffarelli 23 . nelle interpretazioni vocali di Francesco e di Vittorio. l'Amore?" è il gioiello melodico della raccolta. perché ciò è radicato nelle loro possibilità.quanto giova lottare e soffrire per beni terreni se dietro ciascuno di noi è la morte? "Ed ora io domando tempo al Tempo ed egli mi risponde. Il piano sottolinea con delicatezza gli accenti tragici del testo. i ragazzi sono al lavoro per la sceneggiatura teatrale di "Darwin!"..Ah! ruota gigante. il cantato svolge un ruolo accentratore. sia per la struttura musicale che per il significato conclusivo dell'opera. complesso ma lineare e mai involuto. perché nell'impostazione dialogata. una fisarmonica il clavicembalo. La necessità di una dimensione visiva è stata comunque avvertita a tal punto dal Banco che. al di là della tipicità della sua figura fisica. al contrario di numerosi altri artisti italiani che non riescono ancora a soddisfare diligentemente l'irrinunciabile esigenza di inserire le liriche nelle musiche. E sarebbe un vero peccato che . "Miserere alla storia".. con poche parole declamate conclude la descrizione e fa da premessa alla riflessione successiva. il clarino ed il cigolìo di una grande ruota che gira: è il tempo che inesorabilmente stritola l'essere vivente. che negli sviluppi melodici risente delle formazione classicheggiante. Come altrove. con qual senso di malinconia infinita e quell'ironia della vita che tutti questi amari simboli rappresentano. ma senza eccessive pretese. perché dunque mi fai pensare se nel tuo tirare la mente poi mi frenerai -. abilmente ideato ed inserito al punto giusto. Il desiderio di descrivere esaurientemente il paesaggio desolato delle origini si affianca alla ricerca di una dimensione drammatica che fa da teatro all'affannosa conquista. ma di più in questo caso perché collocato in conclusione. ma il labbro inerte non sa dire niente-). L'uomo moderno proprio dal fenomeno dell'evoluzione acquista maggiore coscienza dell'infinta vanità e del trasformarsi di ogni cosa.questo fosse l'ultimo album a concetto unico del gruppo. il primo grande personaggio vocale che la nostra scena di gruppi d'avanguardia abbia prodotto.. "La conquista della posizione eretta" è più cerebrale del precedente. Nella sua proiezione universale ed individuale la conquista della posizione eretta simboleggia la continua lotta per la gloria e per il potere nella società. E' l'embrione di una rockopera.. soffermandosi. meglio di quanto gli stranieri abbiano sin ora fatto. L'estrema contraddizione è la ruota che gira senza perdere un colpo e la musica che la accompagna.piano di Gianni Nocenzi. consapevole della sua bruttezza e della sua incapacità (-la mente vuole. non ne ho!" è un episodio a parte.come annunciato . amletico dramma che si rinnova nella nostra vita di ogni giorno. dal clima teso ed inquieto. una giostra antica ola pedana di un circo felliniano. la prima offerta di un "ritto" ad un altro che non sia uno scambio di violenze: l'uomo è combattuto fra l'unione che gli consente una vita più sicura e la perdita della liberà. notoriamente detestata dalla più giovani generazioni perché priva di aggancio con la realtà. Francesco ci regala una delle sua più struggenti interpretazioni.000 anni fa. l'impotenza dello "scimmione senza ragione". "750. Un valzerone popolare. cioè riassume e dà senso al tutto. Il testo introdotto da un sintetizzatore descrive la primigenia organizzazione tribale. La conclusione più giusta e più bella per questo capolavoro del Banco: . Forse per questo motivo la successiva "Danza dei grandi rettili" mi sembra meno significativa. e quanto basta per descriver il tentativo. "Cento mani e cento occhi" potrebbe essere al contrario l'episodio più convincente.traslato sul piano individuale . abbandonata l'originaria idea di rielaborare una tragedia greca. due versi per inquadrare stupendamente lo scenario. affiora il tentativo di riportare in un linguaggio attuale elementi della tradizione popolare e soprattutto lirica. Con un sapore vagamente leopardiano. Il testo è breve e pregnante. a possedere il "corpo chiaro dai larghi fianchi". E' un intermezzo jazzato. A cosa serve il progresso se la razza si estingue? E. Il Banco torna sul tema dell'uomo angosciato ed alienato di fronte alla realtà circostante. ma non le somigliano affatto). dai toni vocali molto originali."Metamorfosi". "Passaggio" e "Traccia" sono brani che il banco esegue tutt'ora nei concerti . Il disco delinea subito lo spirito stilistico della band rendendolo inconfondibile anche nei dischi successivi (o almeno in parte di essi). organo (sono molto rari i gruppi con piano ed organo insieme. sognanti.I. il panciuto Francesco Di Giacomo. clavicembali e organi Hammond sono sempre in primo piano ma con un grande feeling con gli altri strumenti. Enzo Caffarelli 24 . Il loro organico presenta chitarra. con il piano sempre in bella evidenza. basso. più un cantante eccellente.BANCO DEL MUTUO SOCCORSO Banco del Mutuo Soccorso CD 1972-1 Primo disco di una (lo dico senza problemi) delle mie BANDS preferite di tutti i tempi!!! Grandiose melodie e ritmi sfrenati che vedono trainanti le grandiose mani dei due fratelli Gianni e Vittorio Nocenzi e la caratteristica voce di Francesco Di Giacomo. L'album del Banco del Mutuo Soccorso è personale ed originale non solamente nel panorama italiano (sono compagni di management della Premiata Forneria Marconi. Pianoforti. di solito. batteria." (Requescant in pace) e "Il giardino del mago" i pezzi migliori. copertina ed etichetta originalissimi per una formazione romana sicuramente fra le più personali tra tutte quelle emerse alla ribalta nazionale nell'ultimo anno. favolistiche.P.". e con un organico complessivamente capace e creativo. "R. Purtroppo la qualità di registrazione del suono (anche su CD) non è delle migliori! "R.P. In fondo il sestetto ha superato a pieni voti il consueto "salto" che ogni gruppo italiano deve affrontare quando abbandona il repertorio inizialmente. accoppiate con atmosfere melodiche e intimiste. il tema che gli italiani hanno maggiormente affrontato negli ultimi tempi. preso in prestito dagli americani o dagli inglesi. ed entra in una fase assolutamente creativa e propria. ariostesche forrei dire tenuto conto dell'accenno iniziale ad Astolfo e all'ippogrifo. ricordi i Procol Harum che sono stati i migliori con le due tastiere). Ma non offre neppure facili agganci con gruppi stranieri.I. Commento finale: un MUST ! *** Nome. piano. Lo fanno con liriche simboliche molto belle. e questo per ovvie ragioni è un immenso bene. questa cella è piena della mia disperazione. il pianista Gianni. nelle trovate ritmiche e nell'uso dei sintetizzatore. I testi sono autentiche poesie. capace di comunicare straordinariamente anche dai microfoni di una sala di registrazione. non parlatemi di libertà. fra i tuoi perenni grigi. quindi non sempre di immediata presa. ma la mia idea già vi assalta. al di là del personaggio. Sottile non città. *** Non è facile trovare le parole giuste per questo nuovo capolavoro del Banco. L'album è un superamento soprattutto negli arrangiamenti. senza setti divisori.BANCO DEL MUTUO SOCCORSO Io sono nato libero CD 1973 Questo disco parte un "Canto nomade" da 15 minuti : grandi momenti ma a volte l'atmosfera risulta troppo pesante! Segue "Non mi rompete": un altro classico del gruppo che a onor del vero non mi entusiasma più di tanto in quanto non è molto in linea con il resto delle canzoni. Voi condannate per comodità. Inoltre le parole sono inserite nelle musiche pienamente. e questo comporta un maggiore equilibrio rispetto ai precedenti dischi. senza per questo restare ancorati a schemi prestabiliti. e la particolare impostazione contribuisce a far venire in mente certi elementi della musica lirica che il Banco è fra i pochi per non dire l'unica formazione italiana e non ad avere recuperato e riattualizzato alla luce de un linguaggio del tutto nuovo. I brani di "Io sono nato libero" non costituiscono un disco a concetto unico. la lingua ricca e se vogliamo ricercata.niente è più lo stesso" è un qualcosa di incredibile: un inizio mozzafiato con grinta da vendere! Durante un'assolo di piano/moog viene anche ripreso un tema che era apparso nel "canto nomade". che manca a chi è costretto a combattere ("Lingue gonfie. superando la struttura collagistica apparsa di tanto in tanto nel primo LP ed in "Darwin!".. tu che puoi non farti prendere. Chiude la bellissima "Traccia II". ma il mio cervello vive ancora. Insomma una grande opera: e se l'immagine del grasso Francesco e la sua umanità poetica 25 .i rumori. sola"). ma nello stesso tempo talmente pregnante di significati che con un minimo di attenzione è facile apprezzarla ed innamorarsene. voi che io stramaledico").rivive un'immagine di Cento mani. tuttavia si articolano intorno ad un comune denominatore che è la ricerca della libertà: libertà che manca ai prigionieri politici ("Almeno tu che puoi fuggi via canto nomade. la sua recitazione possiede una spontaneità inimitabile.. è un interprete raffinatissimo. cento occhi .. come la recente tournée ha confermato indiscutibilmente: e un cenno particolare merita il più giovane dei fratelli Nocenzi.. che esordisce anche nelle vesti di compositore. pance piene. ma c'è il silenzio che s scrivere nell'aria ferma. Voi martoriate le mie sole carni. che manca a chi vive nelle grandi metropoli disumanizzanti ("Qui il vento non soffia . Un capitolo a parte anche per Francesco: "Big". "La città sottile" evidenzia la grande tecnica di Gianni al pianoforte mentre "Dopo. ancora"). Inoltre tutti gli strumentisti sono cresciuti. al quale Vittorio ha dato una fisionomia precisa ed inconfondibile. come per "Darwin!". Dunque i sei ragazzi (sette con l'aggiunta del chitarrista Rodolfo Maltese che ha affiancato con l'acustica Marcello Todaro) lavorano con lucida inventiva su parte delle loro numerose idee. L'album è venuto fuori dopo un lungo lavoro di selezione tra il materiale che Vittorio Nocenzi e compagni avevano in mente. cioè uno svisceramento di ciascuna idea. Un breve cenno sui cinque brani che compongono il microsolco. da incubo felliniano. e senza concedersi momenti di pausa. con il pianoforte protagonista assoluto. Spiccano "Il ragno" (tutt'ora in scaletta). il gruppo dietro non resta in secondo piano. per il clima crepuscolare e nostalgico che la pervade ("In questi giorni è certo autunno giù da noi. composto da Gianni Nocenzi. niente è lo stesso" ripercorre tutta una serie di situazioni attraverso una curatissima strumentazione: l'impostazione lirica. "Canto nomade per un prigioniero politico" è una stupenda canzone "autunnale". inserito in una dimensione trasognata. "La città sottile". l'inizio travolgente di "Voila' Mida" e la ballata acustica "La notte è piena". Marta mia".questo grandissimo gruppo. sul piano delle invenzioni solistiche organo.. dolce Marta. la suggestione del dialogo. vedi i Gentle Giant ad esempio. i ritmi anglosassoni sono calati in una sensibilità ed in una forma di tradizione tipicamente mediterranee.sono la prima cosa a balzare agli occhi ed a toccare il cuore. lo scorrere delle stagioni non avesse più senso). Un gran bel disco ma con sonorità più soft. è il brano musicalmente più difficile del LP. Un disto che va ascoltato con molta attenzione. Francesco si riscopre immaginifico discepolo ariostesco. "prigioniero per l'idea". ne fanno probabilmente il pezzo più significativo del LP. "Dopo. Sul piano ritmico non ha più nulla da invidiare a nessuno. Come pure altrove. fuggendo complesse elaborazioni polifoniche.se ce ne fosse ancora bisogno . come se per il protagonista. con l'aggiunta alle percussioni di Silvana Aliotta dei Circus 2000. ma che consacra definitivamente . mentre il suo impegno recitativo è maggiore ne "La città sottile". Enzo Caffarelli BANCO DEL MUTUO SOCCORSO Come in un'ultima cena 1976 Questo disco segna un piccolo cambiamento nello stile del gruppo: risulta un disco di minor impatto sonoro ma comunque molto gradevole. "Non mi rompete" è una breve ballata con la chitarra acustica in evidenza. creano suggestioni ed emozioni continue. 26 . i personaggi diversi o dovuti alle diverse situazioni psicologiche che si accavallano e si confondono nel finale vortice di tristezza.. piano e sintetizzatore. operazione comune anche a gruppi inglesi. Chiude "Fino alla mia porta" che sarà estesa e rinominata nel successivo disco live "CAPOLINEA" (non recensito). Infine "Traccia II" si ispira al tema che chiudeva il primo album del Banco: uno strumentale che nasce in sordina e poi esplode in un prezioso crescendo. La seconda parte del brano è strumentale e sviluppa in particolare idee ritmiche. I titoli/versi delle varie parti sono di Di Giacomo: Nel cielo e nelle altre cose mute terramadre. Bellissimo il tema ma a volte l'orchestrazione risulta un po' forzata! Comunque onestamente come disco strumentale lo preferisco a "Garofano rosso" soprattutto per l'entusiasmante finale di pianoforte di "Di terra"..di terra 1978 Altro disco strumentale dove la band viene affiancata dall "Orchestra dell'Unione Musicisti di Roma" diretta da Vittorio Nocenzi. nella "Passeggiata in bicicletta".. Il gruppo ha definitivamente abbandonato quello stile che lo ha reso noto nei primi dischi. la bella "E mi viene da pensare" e "Lungo il margine".BANCO DEL MUTUO SOCCORSO Garofano rosso 1976 Disco colonna sonora del film "Garofano rosso" completamente strumentale trova secondo me i picchi più elevati nella grintosissima "Garofano rosso" (soprattutto nella seconda parte).. nella bellissima "Tema di Giovanna" e nel "Notturno breve". Niente male ma lo consiglio ai fans scatenati. BANCO DEL MUTUO SOCCORSO Canto di primavera 1979 Qui la storia cambia. non senza dolore io vivo né più di un albero non meno di una stella nei suoni e nei silenzi di terra. 27 . BANCO DEL MUTUO SOCCORSO .! Le sonorità cominciano a spostarsi sempre di più verso il pop e si salvano "Canto di primavera" .. una parte 'unplugged' e una parte 'live'. Impressionante la sonorità.l'amore". la precisione e la grinta con cui vengono eseguiti i pezzi .ma non sono male per un ascolto occasionale BANCO DEL MUTUO SOCCORSO Da qui messere si domina la valle.BANCO DEL MUTUO SOCCORSO Da qui messere si domina la valle. Bella l'orchestrazione in "Passaggio" e in "750. contando anche l'assenza di Gianni Nocenzi! "La conquista della posizione eretta" e "Metamorfosi" incoronano indubbiamente Vittorio Nocenzi come uno dei più grandi musicisti italiani presenti sulla scena. 28 . SUPER CONSIGLIATO. Io preferisco gli originali. (91) 1991 -1 In questi due "Da qui messere si domina la valle" vengono riproposti i primi due dischi completamente riregistrati con suoni moderni e batteria elettronica inserendo anche variazioni o ampliazioni ai vari momenti di assolo...B. Grandioso il risultato!!!! La parte 'live' occupa completamente il secondo CD.M. Non male la nuova traccia "Nudo" anche se improntata in maniera leggermente più moderna e quindi diversa dalle migliori canzoni del gruppo..S...000 anni fa. Alta tensione anche in "Roma/Tokyo" e "Traccia".Darwin 1991 -2 vedi sopra BANCO DEL MUTUO SOCCORSO Nudo 1997 Questo doppio "Nudo" è diviso in tre parti: una nuova canzone da 15 minuti initolata "Nudo" ... Nella parte 'unplugged' vengono riinterpretati i vecchi cavalli di battaglia con 2 chitarre acustiche e un pianoforte.. "Una strana regina" con Hammond e moog sempre in evidenza. Bella "Vivi lotta pensa" e "L'arte sublime di un giusto regnare" BIGLIETTO PER L'INFERNO Biglietto per l'inferno 1972 Altro bel disco italiano anche se magari un po' più orientato verso l'hard rock che al progressive. ma spesso il gruppo si rifugia in passaggi pop. 29 . e la lunga "L'amico suicida".BIGLIETTO PER L'INFERNO Il tempo della semina Onestamente sono rimasto un po' deluso da questo seguito!!! Ci sono ancora dei bei momenti. soprattutto nella title track. Un gran bel disco: sicuramente consigliato agli amanti delle sonorità leggermente più spostate verso l'hard rock. "Il nevare" che alterna parti soft e tirate sfilate di moog e chitarra distorta. Belle "Confessione" un lungo dialogo tra una specie di Robin Hood odierno che ruba ai ricchi per dare ai poveri e un prete con un bel intervento di pianoforte e coro finale. Alvise Sacchi. "Panini volanti". Enzo Caffarelli 30 .all'avanguardia in Italia. quella dei Blue Morning. Tutti insieme hanno partecipato alla realizzazione in sala di dischi di colleghi. musicista preparatissimo. come "Alice non lo sa" per Francesco De Gregori. sassofonista flautista e pianista. Un'ennesima prova. dopo una cena col morto": per i quali non è sempre facile trovare il nesso logico con la musica.quattro elementi più uno. e che sono soprattutto le strutture.BLUE MORNING BLUE MORNING 1973 i Blue Morning sono un gruppo romano avviato al jazz d'avanguardia. addetto ad "aggeggi vari" e disegnatore della copertina . lontano dai modelli inglesi più imitati: un jazz ricco di spunti creativi e sufficientemente comunicativo. e cinque sono i brani dai titoli molto originali: "Danza del palombari lottatori". in città. sogno. che la musica in Italia ha uomini validi. e semmai l'educazione artistica del pubblico a mancare. Una ricerca che pone i Blue Morning . come gli stessi ragazzi del gruppo scrivono nelle note di copertina. è il chitarrista che Alan Sorrenti avrebbe voluto con sé nell'ultimo gruppo la scorsa estate. senza sbavature. risveglio. che rappresentano la trovata a senso unico per molti gruppi italiani minori. ma è comunque piacevole la distinzione dai soliti incubi. illusione. Roberto Ciotti. con spazio per tutti gli strumenti e nel medesimo tempo senza noiosi assoli. il "risultato di una ricerca musicale condotta per molto tempo in modo del tutto autonomo e non senza sacrifici vari". Resta il documento.. realtà. L'album è strumentale. da parecchio tempo in anticamera: finalmente esce il loro primo album. Maurizio Giammarco.. che coincide però con uno sfaldamento parziale della formazione. ha suonato con noti jazzisti. "Belmont Plaza" e "Una sera di luglio. Il loro è un jazz personale. "Farfalle nella pancia". visione. . caotico e perfezionista allo stesso tempo. tanti furono i temi di discussione che sfociarono magari in motivo di protesta o che presi come puri ideali.. 31 .Campo di Marte Campo di Marte 1973 Negli anni '70. migliaia di croci . potente e. Basta sentire l'inizio di "Terzo tempo" (la traccia migliore insieme a "Settimo tempo"): un indiavolato assolo iniziale. che maggiormente ha meritato attenzione.. almeno in alcune parti..quasi da campo di battaglia. Da segnalare inoltre il grandioso assolo centrale che richiama l'energica grinta iniziale. precisa e pulita.. fin quasi maltrattata. era (ed è) il tema della pace. E' lampante la voglia del gruppo di proporre un lavoro variegato ed originale: molte composizioni (come ad esempio "Primo tempo") si snodano su più temi. Strana la scelta dei titoli: è una numerazione in tempi (dal primo al settimo). suscitarono emozioni tali da formare veri e propri movimenti di gruppo... Bene in vista anche alcuni accenti al di fuori del progressive: "Quarto tempo" ha un'impronta nettamente classica mentre "Settimo tempo" quasi jazz.e vedo quel luogo.. Ricordo quel prato coperto di fiori . Anche alcuni interventi di chitarra non si possono.) con chitarre distorte in primissimo piano accompagnate da lunghe cavalcate di basso e batteria intrise di ottime tastiere. Non so se il nome del gruppo includa il mitologico dio della guerra proprio come manifesto di offesa e lotta. acustici ed elettrici. in alcune parti. e magari di lì a poco i flauti intrecciano con i corni un sottile mosaico di note quasi da "Quiete dopo la tempesta" (si vedano anche "Secondo tempo" e "Quinto tempo"). ma i testi e le atmosfere trasudano di questi ideali. sempre lineare. e la chitarra elettrica. che introduce al bellissimo cantato con ottima parte di pianoforte. leggeri e pesanti. dirompente. che deve molto alla grande tecnica dei componenti! Consigliato.. secondo me. lenti e sfrenati.. quasi a richiamo classico. Un disco valido. Uno di questi. Alcuni di questi si sono persi lungo il cammino del tempo mentre altri sono rimasti vivi e sono arrivati fino ad oggi. catalogare propriamente rock e si nota già dal primo ascolto una marcata differenza tra la chitarra acustica.. ci si scontra con atmosfere estremamente tirate (. secondo il programma dei musicisti. senza interrompere lo svolgimento armonico del brano: c'è una sapore dodecafonico e di antichi canti che si mescolano e rendo l'operazione difficile e particolarmente interessante. arcaicizzante fino all'esasperazione. ed è il protagonista di questa ricostruzione del clima della tragedia e del mito che il Cervello ha voluto offrire al suo esordio. visioni altrettanto immediate nell'ascoltatore. ambiguo. una descrizione verbale tesa a provocare. Ci sono degli episodi acustici. dello stesso Melos.CELESTE CELESTE 1976 Le sonorità di questo disco sono sempre molto soft ma sprigionano in vari momenti delle sensazioni uniche. fluido. tipicamente pastorali. Musicalmente il Cervello presenta una certa autonomia dai modelli stranieri: è forse un momento di sintesi delle cose migliori offerte dal panorama italiano. e greca in particolare. L'uso del mandolino. vengono usati xilofoni e flauti. la musa del canto. Enzo Caffarelli 32 . ma immediato. non di ricostruzione neoclassica: anzi le figure di Euterpe. costituito di immagini rapide e folgoranti. Del rito dionisiaco viene esaltata la potenza energetica. dalla PFM al Banco. è il fratello minore di Danilo. e perché lo stesso Danilo insieme ad Elio D'Anna sono stati i produttori dell'album e le attente guide del gruppo costituito da giovanissimi (età media diciannove anni). agli Area. come scenografia richiede. Il recupero della tradizione mediterranea. sono osservate attraverso un diaframma critico. portavoce delle contraddizioni della realtà di ogni tempo. con atmosfere galattiche. anche se dura al primo ascolto. ma c'è soprattutto un rock-jazz libero. del vibrafono e di vari tipi di flauto danno particolare ricchezza e corposità al suono. chitarrista. Il quintetto napoletano usa un linguaggio volutamente ricercato. Le parti cantate sono porzioni di un tutto musicale. Gianluigi di Franco (flauto e voce) e Corrado Rustici hanno composto i brani. Oltre ai classici strumenti. ma condannata la forma. cui il Cervello è doppiamente legato: in quanto Corrado Rustici. vuol essere un fatto ispirativo. Forse il fatto che l'atmosfera rimane sempre su certi canoni rende difficile l'intero ascolto. soprattutto agli Osanna. Bellissime "Principe di un giorno" e "Favole antiche". Comunque consigliato CERVELLO Melos 1973 Melos è il personaggio della mitologia greca che rappresenta il canto. senza rifiniture barocche. anche se sul disco figurano due prestanome. o del Satiro. In alcuni brani si osserva proprio una crescita da momenti tradizionali verso la conquista progressiva di un linguaggio concettualmente più moderno. bello l'inizio acustico in "The picture of Dorian Gray" con uno strano intreccio vocale all'interno. Le sonorità ricordano a volte gli Yes dei dischi migliori ma con il grande pregio di non imitare mai . Mellotron e Rhodes.il livello è sempre alto. Atmosfere sempre tirate in "Country Grave-yard". grandioso l'inizio di "The swan is murdered part 1" con un clavicembalo intrecciato ad un pianoforte che creano un sostegno incredibile per la voce di Tartarini.. Un grande disco!!! CONSIGLIATO CITTA' FRONTALE El Tor Onestamente non comprendo come due personaggi di spicco come Vairetti e Guarino che hanno creato parte della storia della musica italiana con gli Osanna siano riusciti a confezionare un disco del genere.Cherry five Cherry five 1975 Primo e unico disco di quelli che saranno i futuri Goblin: evidenzia le grandissime capacità tecniche dei componenti.le canzoni sono sempre lunghe ed interessanti dall'inizio alla fine: Simonetti abbonda con Hammond. strumenti che non userà più di tanto nei seguenti dischi coi Goblin. "Oliver" è la traccia più lunga del disco sempre spigolosa e comandata dall'Hammond di Simonetti. Onestamente salvo solo "Duro lavoro". Le melodie sono quasi da Santa Messa della domenica.. Chiude "My little cloud land": dall'assolo finale di moog (?) vibrato si può avere un assaggio del seguente stile Goblin.. e ripeto mai. lo stile di Jon Anderson.. Difficile dire cosa spicca. 33 . ma un solo indiscutibile genio e poeta. Ciò che resta di questo disco è l'analisi psicologica del personaggio. da canticchiare scoprendovi magari. Francesco Guccini. "Aspettando Godot" è il brano più complesso e più valido dell'album. E quanto in Guccini è spontanea descrizione di moti del cuore e di paesaggi naturali. ma risente qua e là di un notevole sforzo espressivo. e come tale non va considerato secondo a nessuno: però forse non basta essere se stessi per essere dei grandi artisti. quel che peggio. elementare ma significativa. implicito e pregnante di un provincialismo culturale che in fondo è proprio e tipico di quasi tutti i grandi artisti del nostro paese. in Lolli è frutto di esperienze personali nelle quali la costante ricerca di un'assoluta sincerità merita sicuramente una lode. e restano in mente i brani più belli. Le altre sembrano le poesie d'amore scritte nella prima giovinezza e musicate con l'ombra di Luigi Tenco in mente. ma non possiede neppure l'altezza lirica e la maturità dei migliori. sfruttando i suoi principi marxisti. Claudio deve amare profondamente Samuel Beckett se ha intitolato il primo brano e l'intero album "Aspettando Godot". inaspettatamente.Claudio Lolli Aspettando Godot 1972 . Tutt'altro. Solo che non c'è bisogno di scomodare Guccini. Lolli non è fortunatamente né l'uno né l'altro. l'Italia abbia partorito negli ultimi dieci anni tanti cantautori sufficientemente apprezzabili. La strada è quella giusta: ricordiamoci però che ci sono altri talenti da scoprire. seguito a ruota da "Borghesia". Oppure ha trovato estremamente giusto. Con la differenza che quanto in Francesco è riflesso. confessione. la vicenda dell'"uomo" non in termini astratti e generali come hanno fatto sinora troppi gruppi italiani con testi talora infelici. per gli arrangiamenti scarni e semplici (che qui divengono comunque semplicistici) e per l'impegno ricercato dei testi. Enzo Caffarelli 34 . Lolli giunge conseguentemente attraverso un'amara ironia della vita con una continua. costantemente sull'orlo del luogo comune e di quella protesta politica che fa di tanti talenti degli uomini "impegnati" ma non degli artisti. Il tema fondamentale resta l'inutilità della vita: il risultato cui. Ciò non significa affatto che il discorso artistico di questo giovane cantautore sia sbagliato o. senza accontentarci di figure mediocri o di doppioni.Ciao 2001 E' piuttosto strano come con un vasto patrimonio tradizionale e con tentativi così numerosi. poi "L'isola verde" e "Angoscia metropolitana". impressioni e sentimenti personali. per ciò che complessivamente vuol dire con questa sue esperienza discografica. come taluni hanno fatto. con un quadro davvero tragico dei certa borghesia. In fondo Lolli è un personaggio estremamente sincero. per entrare nei panni un po' scomodi di Vladimiro e di Estragone a confessare l'inutilità della propria esistenza nell'attesa di qualche cosa di superiore. per paragoni dai quali nessuno dei due può trarre giovamento alcuno. la satira del commediagrafo irlandese. Un esordio in ogni caso degno di menzione. la problematica che qualcuno di essi pone. musicalmente un buono folk italiano. in Claudio è denuncia esplicita e forzata. Ed è a Guccini che Claudio Lolli si avvicina per formule musicali. ma composta con un mosaico di ricordi. sia assente. dopo "Viaggio". Enzo Caffarelli 35 . Claudio è dolce ed intimista in brani come "La realtà non esiste" e "Tutto quello che ho da dire". puoi girare solo intorno al tuo perno o puoi scegliere di correre e andare. quando ami tu ridono al tuo corpo quel che manca per riempire un abbraccio.. quando pensi a Dio sei una parte. il suo linguaggio si fa più urlato ed esasperato nella lunga "Giusto amore". quando dormi tu sei come una stella e il respiro è come fuori dal tempo. poi puoi andare dove vuoi. Ecco alcuni stralci: ".. l'illusione di chiamarla illusione. "Volo magico N.. provocanti. quando vivi tu sei un centro di ruota. come è in pratica inevitabile oggi per un cantautore.Claudio Rocchi Volo magico n. incisive. Vi figurano parecchi nomi dell'ambiente milanese che cominciano a farsi notare.". ma ormai è riuscito ad esprimere pienamente se stesso. sai che farne della vita che hai. stravagante pacifista genuinamente ispirato ma utopista come tanti altri. spesso sognanti. quando chiedi tu hai bisogno di dare.. e di cori sino all'entrata del mellotron e della chitarra elettrica nella parte finale. e le chitarre di Alberto Camerini e Riki Belloni. Claudio è partito contemplando ancora modelli nazionali e stranieri. due o più chitarre a dialogare in primo piano. a trovare un equilibrio eccellente fra musiche e testi: le musiche molto scarne. non riportate nella copertina. quando corri sai esser lepre e lumaca. di ogni parte niente è fuori da tutto. e i tuoi raggi sono raggi di vita. poi puoi esser come vuoi.Ciao 2001 Claudio Rocchi è il cantautore più nuovo ed interessante che la scena italiana abbia espresso da un anno a questa parte.. e doveva originariamente essere doppio.. un piano leggiadro e creativo. i testi chiari e sintetici. La seconda facciata è occupata interamente dal pezzo che porta il titolo dell'album. composizione eccezionale dall'atmosfera a tratti pseudo-orientale. poi puoi stare con chi vuoi poi puoi prendere o lasciare. se hai deciso di arrivare o restare. 1 1971 . Mi piace soprattutto "La realtà non esiste": "Quando stai mangiando una mela. quando pensi stai creando qualcosa.. ma facilissimamente comprensibili dalla limpida collocazione della voce nel sound del disco. 1" è il secondo album di Rocchi. che comunque sanno darci l'esatta immagine del Rocchi-uomo. una ritmica in sottofondo.c'è sempre tempo per cantare. tu e la mela siete parte di Dio. quando ridi è come il sole sull'acqua. quando hai dato hai realizzato l'amore. come i ragazzi del Pacco. ". ma a base di semplici percussioni di chitarre acustiche.. Molto belle le parole. Cito fra gli altri il piano di Eugenio Pezza. poi puoi scegliere di dare. . i brevi tratti cantati che focalizzano il pezzo. CLAUDIO SIMONETTI Profondo rosso . "Volo magico n. anche se qua e là i periodi meditativi vengono un po' sacrificati alla creazione di una particolare concentrazion3e e di una particolare atmosfera. buoni i testi: il loro messaggio è semplice come il personaggio che gli sta dietro. Questo album è esattamente la prosecuzione del precedente. Così in "La norma del cielo". "Storia di tutti". S.Claudio Rocchi La norma del cielo (volo magico n. . e riuscirà a convincere anche il resto del pubblico. ci sembra la vena genuina del cantautore. "X-files" e "Opera". Simile è l'impostazione dei brani.. considerato anche il fatto che quel primo doveva essere doppio.molto spesso si sente la mano di un grande musicista.. ma che purtroppo può sfuggire ad una ascoltatore distratto. Lorenzo Vassallo. fra i quali Eugenio Pezza. Claudio è già molto conosciuto anche grazie alla rubrica radiofonica "Per voi giovani". La cosa più interessante. "Tenebre". "L'arancia è un frutto d'acqua". L'album di Claudio contiene melodie fresche e dolcissime. 36 . Frasi come "vivi la vita vivendo la vita" hanno un significato profondissimo. e dunque quasi tutti lo apprezzano: pensiamo che questo LP piacerà a chi già lo stima. R. giunta puntuale dati gli interessi artistici ed umani del cantautore milanese. Le canzoni sono comunque tratte da due compilation: X-Terror Files e Transilvania. 2) 1972 Due mesi fa Claudio Rocchi tornava in Italia dalla sua esperienza indiana. 1". Eno Bruce. dalla quale fortunatamente si è rimesso..XXV anniversario 2000 Raccolta di canzoni dei Goblin ed altri autori completamente risuonati e talvolta riarrangiati da Simonetti. Alberto Camerini. ed i lunghi episodi strumentali. che sa fare del folk con semplicità e poesia sulla base di un discorso prettamente italiano. mutilato poi per ovvie controversie discografiche. Segnalo "Profondo rosso" con un ottimo scambio di assoli finale. Dunque buona parte del materiale qui raccolto era pronto da un anno almeno. al di là delle influenze orientaleggianti. gli stessi sono i musicisti partecipanti alle registrazioni. Tornava anche con l'epatite virale. un bel disco. De Scalzi darà a tutto il disco un taglio riconoscibile e molto simile ad Atomic System.e verrà l'uomo" e al banco di missaggio Vittorio De Scalzi dei New Trolls .....anzi! Ne "Una storia fiabesca" l'apporto vocale ricorda vagamente Tagliapietra. Una pecca del disco è che a volte il gruppo si rifugia in passaggi magari già consolidati e non proprio originali. 37 . . Da segnalare il bell'inizio in ".... Il risultato è comunque tutt'altro che malvagio.e verrà l'uomo" e una sempre attiva presenza di pianoforte e batteria.Corte dei Miracoli Corte dei Miracoli 1976 Disco di tardo progressive (76) per questo gruppo che presenta alla chitarra in ". due solisti che si alternano al flauto. al pino. con la tipica strumentazione ricchissima del nuovo prototipo di gruppo italiano: un cantante che scrive i testi e suona la chitarra acustica. gruppo nuovo che tutto sommato conosce il fatto suo e si esprime in termini accettabili. al sax. fino a quel momento drasticamente chiusi ad ogni tentativo di novità. "Voglia di vivere". con testi difficilmente imponibili alle esigenze metriche delle melodie. le case discografiche ed i managers. I De De Lind sono in cinque. migliore la prima. si ripetono in una maniera incredibile. siano in grado di selezionare il buono dal cattivo. sia pure con qualche trave traballante. e tante idee appena abbozzate ed ancora da sviluppare compiutamente. a contenere un fenomeno che rischia la più ridicola delle inflazioni. senza raggiungere tuttavia traguardi troppo ambiziosi e lodevoli. meritato. sarete i duecentocinquantesimi ad usare titoli come "Fuga e morte". per un edificio futuro forse ricco di buoni risultati. Niente di nuovo sotto il sole: le solite melodie acustiche alternate a ritmi incalzanti e a brevi episodi di rock più duro. Qualche influenza classicheggiante. di alcuni gruppi nostrani.". E' un breve monito questo che vorrebbe richiamare ad una certa prudenza. "Incubo" e "Illusione!"). alla chitarra elettrica. "E poi. Tra le due facciate. facendosi apprezzare moderatamente per questo suo esordio.. i quali nonostante il momento buono più volte sottolineato. Uomo è il nome che mi han dato 1973 Corro il rischio di non trovare più che cosa scrivere intorno ai gruppi italiani. e di distinguere ciò che non capiscono da quello che definiscono underground. "Smarrimento". spendendo tempo e danaro sull'etichetta "underground italiano" (ammesso e non concesso che buona parte delle persone che in Italia tengono in mano il mercato discografico. e meno male che non c'è accenno a "Sogno e risveglio". due ritmi. hanno creduto di scoprire l'oro e si sono buttati a testa bassa sul materiale giovane. Non è un discorso che serve ad introdurre specificatamente i De De Lind.DE DE LIND Io non so da dove vengo e non so dove mai andrò. all'organo. ad ogni esperimento che portasse una ventata di freschezza all'asfittico panorama italiano. Purtroppo la nuova generazione di tecnici e discografici giovani si sta imponendo solo lentamente). Enzo Caffarelli 38 . e strutturati al solito modo ed introno agli stessi argomenti di introspezione personale che finiscono per essere fatalmente i più banali (benedetti ragazzi. E' un album dal titolo chilometrico che ha la funzione principale di creare una base. per la maggior parte dei casi.. Dopo il successo clamoroso e. al contrario di altri musicisti pur volenterosi. come quello dell'elettronica. il contrabbasso e. il rock e con esso il pubblico del rock tendono parallelamente a qualcosa di più significativo. che sono batteria. del jazz o del blues. il violoncello . anche se rappresenta un convincente esempio di come anche in Italia si possa suonare bene. che giungono ad esperienze avanzate dopo anni di balera. il gruppo si muove nell'aera del jazz più vicino al rock. Mahavishnu Orchestra. basso. Weather Report. varie percussioni.DEDALUS DEDALUS 1973 Per la neonata Tridenti esordiscono i Dedalus. in America Miles Davis. "Conn". ma variando timbri e strumenti conduttori. quello che in Inghilterra ha nome Soft Machine o Nucleus. Il linguaggio dei Dedalus è a metà strada fra le due esperienze. Sui quattro giuoca un ruolo notevole l'esperienza. e ritmi tribali realizzati grazie alla collaborazione di René Mantegna degli Aktuala. voci elettroniche mescolate con gusto ed efficacia. a costo di qualche sacrificio di impegno nell'ascolto: i Dedalus lo hanno capito e non si preoccupano di venire incontro alla massa con facili concessioni. si aggiungono il sint. e con risultati estremamente soddisfacenti fin dalla prima incisione. nonostante l'età (dai ventitré ai diciotto anni). Gia segnalatisi come una delle promesse più benne della scena italiana. ricco di immagini.che il pianista Fiorenzo Bonansone inserisce spesso e volentieri tra lucidi assoli di sax sonorità liquide di piano elettrico. sax o chitarra e tastiere. Cinque i titoli: "Santiago". Ecco perché questo LP non è destinato al grande successo. Enzo Caffarelli 39 . "CT 6" e "Brilla". ricercato nelle sonorità. "Leda". i Dedalus vogliono intenzionalmente prevenire questo pericolo. Musica cerebrale e difficile. Agli strumenti base. D'altra parte la musica si evolve. la nota più curiosa. Come altri nomi nuovi. essendo stati tutti più o meno. Herbie Hancock. impegnati in ambienti qualificati. compresso dal particolarismo e minacciato dall'alienazione. Il brano è dedicato a "Satchmo". e senza dimenticare nel frattempo un tipo di canzone che ricorda molto da vicino i migliori cantautori italiani. ma. La conclusiva "Dolce acqua" è il ritrovamento della speranza alla fine del viaggio musicale. attraverso l'egoismo. mentre la musica si fa più complessa e violenta con "Johnnie Sayre". la stessa che ha dato lo spunto a De André per il suo ultimo LP. La "Favola o storia del lago di Kriss" è un dialto immaginario fra la luna. ma c'è un discorso molto personale. i Blood Sweat & Tears ed i Colosseum. in altri termini una raccolta di brani legati da un tema conduttore: tema conduttore che è ancora una volta l'uomo. vuol essere puramente ispirato al mondo musicale del jazz. come un po' superficialmente scrive Lilian Terry per le note di copertina di "Dolce Acqua". il dolore. come specificano le note dell'album. Non c'è proprio nulla in comune con i Chicago. con accenni alla musica sudamericana. senza accenni espliciti allo stile di Louis Armstrong o di Charlie Parker. la seconda facciata offre una prima parte volutamente semplicistica. e gli autori puntualizzano che potrebbe essere intesa nella sua dimensione ecologica come riscoperta dei valori più puri della natura. che porterà però sicuramente il gruppo a vertici altissimi. Dopo il Preludio ed i primi due Movimenti. Musicalmente il gruppo preferisce una strumentazione acustica. il dubbio. il perdono e la libertà. forse ancora troppo poco elaborato e maturo. Dopo gli Osanna. Enzo Caffarelli 40 . ed un'impostazione di base che consente loro di affrontare con felice risultato il jazz. "Bird. in un viaggio di sensazioni che lo conducono dalla paura alla speranza. di fronte al quale si finisce fatalmente per fare una magra figura. Anche i testi sono poetici ed incisivi. l'ipocrisia. il vento ed un lago che vorrebbe uscire dai propri argini per conoscere. elemento purtroppo assai raro fra i nuovi gruppi italiani. l'album offre un piacevolissimo intermezzo jazzistico. devo immediatamente precisare che i cinque Delirium valgono assai di più. Ma forse proprio qui è il bello. Possiede inoltre più di una bella voce. quasi in corrispondenza con un sentimento quale la sincerità. la verità. ed un altro indimenticabile amico". l'autore più prolifico del quintetto. L'album mi sembra uni dei migliori italiani da un anno a questa parte. e sul piano di Ettore Vigo.DELIRIUM Dolce acqua 1971 Per chi è rimasto al "Canto di Osanna". personaggio tratto dall'antologia di Edgar Lee Masters. non c'è la solita imitazione del gruppo straniero. e che anzi sono sicuramente fra i nomi che danno maggiore fiducia e maggiore speranza per il futuro della musica italiana. anche i compagni di scuderia Delirium hanno costruito quello che in Inghilterra chiamano un "album concept". basata sull'ottimo flauto di Ivano Fossati. la fortuna del complesso genovese. al di fuori di alcuni canoni tradizionali. ad esempio). l'interprete autentico della saggezza naturale. tra un flauto dolce ed una chitarra acustica. nonostante le beffe di cui lo fa oggetto un villaggio i cui sapienti somigliano pericolosamente ad un branco di scimmie". mentre la musica a tratti si rifà al precedente lavoro. e secondo le note di copertina "il vero uomo.DELIRIUM Lo scemo e il villaggio 1972 A cavallo tra l'impegno della ricerca e il motivo orecchiabile. qualche passaggio ricco di gusto e raffinato. Il personaggio non subisce passivamente. i Delirium propongono questo secondo album a quasi un anno di distanza dal primo. senza cioè ispirarsi a nessuno in particolare. Confrontando questo album con il precedente "Dolce acqua". senza effettismi di sorte. canta i testi brevi ma pieni di significato. e qualche rispolveratura delle cadenze e dei colori che hanno fatto. l'escluso dal gruppo. ora privati di Ivano Fossati. si nota subito una differente distribuzione degli strumenti (in evidenza i sax. dalla società. ma denuncia la falsità e la vanità del mondo che lo circonda. Nella loro musica c'è sempre un non so che di indefinito: spunti jazzati. un occhio all'album "concept" ed uno alla sigla televisiva. Tra un mellotron ed un piano jazzistico. Enzo Caffarelli 41 . ma si sente che è andato alla ricerca di un terreno personale. Da quanto si capisce. il gruppo cerca di non deludere le sue schiere di fans. Lo scemo del villaggio rappresenta il disadattato. con "Jesahel" e compagnia bella. Il gruppo riesce in definitiva ad essere originale. da cui la luce eroica che lo illumina e la necessità del conflitto sociale come insostituibile momento dialettico. la voce di Mimmo Di Martino. però troppi fra di essi sono sfruttati dalle case discografiche. alludo ad altri problemi allarmanti. che precedentemente avevano fatto parte degli Osage Tribe. e la mancanza di fiducia negli spettacoli dei nostri complessi da parte dei gestori e da parte del pubblico stesso. il Duello Madre ha composto ed arrangiato i cinque brani in cui si nota una particolare attenzione per i gruppi jazz d'oltre Manica. un jazz ben costruito e non astruso. I brani migliori: "Aquile blu". abilmente manipolati e poi abbandonati. montati. è degna di lode. "Otto" e "Duello". trattandosi di musicisti da tempo sulla scena. in Italia c'è posto soltanto per pochi nomi: ed oltre ad una maturità a livello dirigenziale ed alla preparazione dei gruppi stessi.è uno degli aspetti più sintomatici e nello stesso tempo inquietanti del mercato italiano. come la mancanza di locali adeguati ad ospitare concerti pop in Italia. Enzo Caffarelli 42 . Finché mancheranno le strutture adeguate.DUELLO MADRE DUELLO MADRE 1973 Si tratta di un quartetto composto dal chitarrista Marco Zoccheddu e dal bassista Bob Callero. La nascita di numerosi nomi sulla scia di un fenomeno generalmente di importazione. E la loro musica. anche se battezzati con un nuovo nome. Per la produzione di Gian Piero Reverberi. cioè comunicativo. Lasciamo gli artisti liberi di suonare ciò che vogliono. e un allineamento con numerose altre formazioni italiane d'avanguardia. l'unica con un testo. Invece i gruppi nascono come funghi: per il Duello Madre vale il diritto d'anzianità. più il sassofonista flautista Pippo Trentin ed il batterista Dede Lo Previte. come molti sostengono . un po' prevedibili. mostri e cavalieri. pianoforte e strings di vario tipo. in bilico anche tra sacro e profano. Il tutto è inoltre condito con ottimi interventi di flauti. L'unica pecca sta in alcuni passaggi. E' difficile proporre un paragone con altri gruppi e/o dischi acustici tipo Celeste o il primo Pierrot Lunaire.. Dal punto di vista musicale. a chi non cerca atmosfere elettriche e con distorsioni in primo piano. i toni rimangono sempre sul piano acustico (tanto che le apparizioni della chitarra elettrica si possono contare sulle dita di una mano) ma con idee di base molto buone ed originali. Tra i più singolari lavori va sicuramente ricordato anche questo disco che parla di draghi. rari per la verità. il pezzo migliore. Secondo me è un disco valido 43 . il Drago e Altre Storie 1976 Tante cose si possono dire degli italiani ma non che siano delle persone prive di fantasie in quanto solo nell'ambito discografico sono state messe in musica le più disparate storie. questo è sicuramente un disco molto gustoso e godibile. moog. però. con una buona ripresa dopo un autentico carosello strumentale." ad un ritornello orecchiabile quasi stile anni '80. già dal primo ascolto.ERRATA CORRIGE Siegfried. Grandiosa la lunga "Del cavaliere Citadel e del drago della foresta di Lucanor". Nella versione cd è stata inserita anche la bonus track "Saturday il Cavaliere" cantata in inglese che mescola lo stile acustico di "Siegfried.. consigliato. e "Siegfried (Leggenda) e (Mito)". e certi passaggi mi ricordano chiaramente i primi dischi dei Black Sabbath con la mitica formazione Osbourne/Iommi/Butler/Ward.. Forse non una delle pietre miliari ma comunque un buon disco. ma tutto sommato il risultato è molto buono. poi "Canto" con una bella melodia cantata e un buon solo di Fender Rhodes. il pezzo più complesso del disco. pur non essendo a livello esasperato. Segue "Aristea" che dopo un breve inizio fa spuntare una bella parte cantata. Sicuramente consigliato agli amanti delle sonorità complesse alla Ys de Il Balletto di Bronzo anche se non siamo proprio a quei livelli.. anche se non mancano comunque buoni inserimenti di clavicembali ed organi. superiore nella prima parte e con finale ipnotico. Dopo questo disco il gruppo cambiò il nome in Etna e spostò il genere un po' verso il jazz pubblicando l'album Etna nel '75. forse dovute al fatto dell'esordio. mai banali e amalgamati perfettamente nel contesto musicale. "Ljalja" è uno dei punti migliori del disco: pianoforte sempre padrone della scena sia nel tirato inizio sia nella strofa che nella contorta parte centrale. Nel '71 era stato pubblicato un disco dal gruppo "Flea on the honey" (titolo identico) e nella formazione c'erano sempre i fratelli Marangolo e Pennisi (l'ho letto in un libretto dei dischi dei Goblin). poi ne L'Uovo di Colombo. Devo dire comunque che alcune scelte di complessità. quasi hard. intervallata da bei clavicembali e string. Non è male anche se magari più spostato verso il rock che al progressive. e Pennisi (anch'egli futuro Goblin dopo la partenza di Morante) per questo unico disco sotto il nome di Flea. Chiude la lunga "Ritorno". che faranno parte dei Goblin. Cito per questo la seconda parte di "La Corte di Hon". Devo dire che sono rimasto colpito in positivo da questo disco: sono presenti piccole pecche. Il sound è vario anche se si sconfina spesso nel rock. Il vero protagonista del disco è il pianoforte. Volpini. Se qualcuno ne sa qualcosa mi scriva… 44 . FLEA Topi o uomini 1972 Gruppo formato dai fratelli Marangolo. La canzone più originale è sicuramente "Sono un pesce" in cui la voce ha uno stranissimo effetto chiuso che sembra far uscire il cantato da una vasca d'acqua . sempre in primo piano.. Bella anche la chitarra con effetto Octave in "L'angelo Timido" e le varie sfumature di piatti da parte di Agostino. a volte risultano leggermente pesanti.FESTA MOBILE Diario Di Viaggio Della Festa Mobile 1973 Unico disco per questo gruppo che propone un buon rock progressivo anche se leggermente più duro e spigoloso rispetto ai dischi sacri di questo genere. Una parola anche sui testi che felicemente trovo adatti. Si inizia con "La corte di Hon". I punti deboli sono sostanzialmente due: i testi (anche se questo è il problema di molti gruppi italiani) e alcuni passaggi un po' ripetitivi.almeno secondo me.. in un differente contesto. gli hot pants di cagionevole ma contagioso gusto e tutte le altre porcherie-bellezze che ci manda zietta anglosassone tutte le mattine. Scrive nella presentazione del disco Roberto Dané. 1973 Il disco di un esordiente trio di chitarristi italiani si presenta in maniera curiosa e provocante . una manciata di terra e perfino un peperoncino verde. ma nel tenerne ben conto. Non è musica progressiva e non c'è nulla di trascendentale. le Orme tanto per fare un esempio. è un'operazione bieca e divertente e di tutto riposo per la coscienza". serve tutto sommato a creare un alibi convincente per una eventuale imitazione dei modelli stranieri. e con il discorso principale che concerne la situazione e le possibilità della musica italiana in questo momento. come hanno fatto. bulloni. le chitarre. I testi rivelano un notevole impegno poetico ed anche la musica riflette la necessità di recuperare con un linguaggio nuovo qualcosa della tradizione italiana. chi se ne frega. la liberazione mancata. come son venuti i jeans. che prosegue sottolineando la difficoltà dei testi in lingua italiana. tutti e tre studenti universitari e studiosi di musica folk e classica. Vittorio Giorgetti di Varese e Oliviero Talamo di Napoli. il pacifismo. affronta un discorso esistenziale basato su quattro tempi: l'oppressione. Tale introduzione. i capelli lunghi. Danilo Franchi è di Fiume. le bombe.FRANCHI GIORGETTI TALAMO Il vento ha cantato per ore tra i rami dei versi d'amore. la musica viene di lì. l'ispirazione non paga diritto d'autore. la droga. l'intolleranza e l'amore. Enzo Caffarelli 45 . ancora. perché. che è anche il produttore delle incisioni: "La difficoltà sta nel non rifare un qualsiasi disco americano o inglese. ciascuno svolto in due o più episodi. tutto vero. L'album. Se poi si può stravolgere la fanfara dei bersaglieri o un vecchio canto alpino o l'inno americano per fare un giro di musica pop. Se poi la musica pop italiana è di derivazione angloamericana. però è un disco degno di menzione nell'attuale panorama italiano. con la copertina che contiene viti. tramontati Puccini o Leoncavallo. registrato con l'aiuto di una sezione ritmica e dell'orchestra pittorescamente intitolata "Unione fraterna e artigiana". molle. che comunque in Franchi-Giorgetti-Talamo non è evidente e certamente non intenzionale. ben venga. puntine. Stefano in Bologna. affiora una vena melodica accattivante. la stessa campagna promozionale impostata in termini negativi (la gente non ne può più e fa fermare l'artista più brutto. partendo dallo spunto di un pazzesco "avviso" reperito ad Imola e riportato integralmente all'interno della copertina. descrittiva e funzionale di quanto Battiato non faccia nei suoi shows dal vivo. come quando in "Plancton" si profetizza la progressiva trasformazione dell'uomo in pesce per sopravvivere all'estinzione delle risorse sulla terraferma. più di cattivo gusto di tutta Italia. il crimine lucido di un genio malato.Franco Battiato Pollution CD 1972 Anche questo secondo "Pollution" è come il precedente un incrocio di synth. La musica elettronica è d'altra parte il giusto mezzo per accompagnare testi a sfondo biologico e talora fantascientifico. "Ti sei mai chiesto quale funzione hai?" è l'enigma che egli si pone più volte nel corso del disco. "Pollution" porta il nome dell'operazione ecologica alternativa condotta da Franco Battiato e dai suoi "cervelli manipolatori" lo scorso anno. alle voci filtrate delle allucinate composizioni spaziali di "Beta" o di "Ti sei mai chiesti quale funzione hai?" con un pianto continuo e dirotto. tutti gli elementi di contorno. La copertina rappresenta una delle mattonelle che servirono alla pavimentazione della piazza S. qui con un tocco in più di ecologia pura. e l'album è sottointitolato "gesto sonoro in sette anni dedicato al Centro internazionale studi magnetici". campi elettrici. alla filastrocca araba di "Areknamess" (il cui testo per buona parte è italiano letto alla rovescia). con maniera molto più particolareggiata. In più.) sono decisamente "di rottura". più buffone. dal basso alla chitarra e al piano sono spesso filtrati e restituiti attraverso un VCS3. ioni isofoto. bario. Gli intenti dissacratori sono evidenti sin dalle prime battute. batterie e VCS 3 ma stavolta dedicato al Centro Internazionale Studi Magnetici. che va dai tocchi brevi e significativi di "31 dicembre 1999: ore 9". come già nel primo album. litio atomico. *** Dopo "Fetus". con un mezzo limone nel quale è stato conficcato un bullone. ecc. con la "fucilazione" delle "Leggende del bosco viennese" di Strauss e l'uso costante del sintetizzatore e dell'elettronica. riprende e racchiude in sé motivi biologici e scientifici e per intenzioni va sicuramente al di là del precedente. forse una profezia della catastrofe universale. L'elemento portante del messaggio di Battiato è una denuncia molto cruda e senza frange retoriche. Né le 46 . chitarre acustiche . tanto che poteva esserne il legittimo titolo. Pazzescamente consigliato. L'impostazione del disco. che invita l'uomo ad una maggiore responsabilizzazione e da una riscoperta di se stesso. il gesto finale di un artista ingrato. tutto sommato la ricerca elettronica che il compositore siciliano opera è originale per il nostro panorama. Anche gli strumenti. "Pollution" viene definito la trascrizione di un percorso musicale autolesionista. Spuntano la bellissima acustica "Plancton" e la 'pazza' "Pollution" con il suo tormentone: 'Atomi dell'idrogeno. e pure nella sua struttura collagistica offre un prodotto piacevolissimo e provocante. gas magnetico' e il 'principio di continuità' di Leonardo. e sembra vicina a certe esperienze tedesche che prendono spunto dalla musica contemporanea e dai Pink Floyd ad esempio. .e nello stesso tempo capace di ucciderla. "Mutazione".sa. Enzo Caffarelli Franco Battiato Fetus 1972 Come si legge sul CD: 'Battiato sperimentale'. "Cariocinesi". Invece Franco Battiato.) utilizza essenzialmente musica elettronica. scienza fondamentale dei giorni nostri e ricca di meravigliose e tremende prospettive per il domani si accoppi con l'elettronica.. "Una cellula". sono presi in prestito dal linguaggio biologico. "Anafase".. Tutti i titoli. chitarre acustiche . Battiato ha dato un volto al suo personaggio. fattore importante nel momento dei David Bowie e degli Alice Cooper. siciliano di nascita ma trapiantato a Milano. volente o nolente. "Fetus" (con feto di due mesi sulla copertina molto bella. fornendo sensazioni . ventisette anni.: pazzesco. Enzo Caffarelli 47 . basta ascoltare questi primi dischi per convincersi della pazzia di certi individui italiani!!!! Se qualcuno non è ancora convinto consiglio l'ascolto di "Clic" (74) dello stesso Battiato. altrettanto capace per la propria strada di portare a nuovi e impensati vertici l'arte del suono. batterie e VCS 3 per un disco che parla di formazione di cellule e feti. In questo disco l'elettronica (soprattutto dovuta ad un sintetizzatore ARP) si accoppia con melodie di stampo tradizionalmente italiano e ne escono momenti piacevoli e davvero originali per la scena musica italiana.. ed è giunto in compagnia di un fantomatico supergruppo denominato Frankenstein. la maschera bianca (il "bianco come unica antitesi allo sporco chimico"). Spiccano "La cellula". ecc. Questi primi dischi di Battiato sono stati completamenti rimasterizzati e sono disponibili anche ad un prezzo molto interessante : poco più di 5€!! Consigliato. cogliendo l'idea dell'uomo quasi in uno stato di sospensione nella poesia dell'avventura esistenziale e del dramma futuro.precisano le note accluse all'album . In più.costruzioni armoniche sono povere od effettistiche. Un solo pericolo: che dietro la maschera di Battiato. il risultato è un gradevole incrocio di synth. considerato che il suo creatore ed interprete proviene dai canali tradizionali del discoestate e delle altre porcherie nostrane. autore di tutti i testi qui contenuti all'etichetta (sic) Bla-bla.. ha cercato di maturare nuove esigenze espressive in ambienti assai più stimolanti.sino ad ora sconosciute nell'orizzonte emozionale della musica. Venendo a questo primo "Fetus". e non è certamente un caso che proprio la biologia. "Fenomenologia" e "Mutazione". ora alla ribalta anche per avere posato per una pubblicità che ha suscitato un piccolo scandalo presso la redazione di un settimanale milanese. *** E' un disco davvero sorprendente questo "Fetus". proveniente dal cabaret e dal teatro. dovuta allo studio al. ci sia qualcosa di più della sua faccia. . e la sua ricerca più costruttiva. quello che introduce la primavera) vuol essere un rito di purificazione e di liberazione. Bella la parte cantata. il disco si apre con la lunga "Sequenze e frequenze" che occupa tutta la prima facciata dell' LP. visto di chi stiamo parlando. sia nella melodia che nel testo. In ogni modo il repertorio è simile..Franco Battiato Sulle Corde Di Aries 1973 Terzo disco di Battiato e forse il più normale dei tre. specie di flusso capace di dare inedite. Se con i precedenti. con la muova opera . "totale" per usare un termine caro a certi osservatori. Franco aveva soprattutto curato propositi di distruggere. o nella più melodica e tradizionaleggiante "Da Oriente a Occidente". nella più policroma "Aries". mi stupirei nell' averlo fatto. come nei liquidi giuochi di tastiere nella parte finale della prima facciata. "Sulle corde di Aries" (l'ariete è il primo segno dello zodiaco. direi che Battiato è più composto e maturo. E il tentativo riesce.ed era ora -. specie la lunga "Sequenze e frequenze". appigliandosi ad elementi ecologici e scientifici in genere. tonificante. risaltano come antiche iscrizioni su lapide. I pochi e brevi testi. circondati da echi soffusi e strane vibrazioni. ora più inquieto ora più sereno. che occupa la prima facciata. la musica è di tutti". Onestamente sono rimasto un po' colpito da questo lavoro di Battiato: il livello è. anche perché la sala di registrazione offre diverse garanzie da un qualsiasi palcoscenico. Non è il primo ad affermare una simile cosa senza passare per pazzo.ripeto che lo standard è relativo. Segue "Aries" con un lungo intermezzo di sax quasi pazzo. Consigliato.. tramite il recupero del caprone divino. Battiato è ancora del parere: "la musica ai non musicisti. Non so se sono riuscito a spiegarmi. con la chitarra di Gianni Mocchetti e l'oboe di Gaetano Galli. . anche se si è staccato dalle tematiche precise di "Fetus" e di "Pollution". era stata più volte sperimentata in concerto. che sostituisce agglomerati di strumenti dove erano prevedibili (conoscendo il personaggio) rumori o synth sparati. né è stato il primo ad 48 .. anche se poi i dieci minuti seguenti di improvvisazioni di xilofoni (o cosa diavolo sono ???) e chitarre con riverberi ed echi a manetta sono un po' ripetitivi. che trova nell'elettronica la sua ragione d'essere. comunque. ma tutta la musica ha un suo sapore ancestrale. Rispetto alle esibizioni dal vivo di quest'anno. demistificare. diverso dai lavori precedenti ed è presente un impegno nel creare musica. compresi una poesia in tedesco. E stavolta la giustifica come "musica viva. Musica biologica: Battiato non rinuncia a questa definizione. da respirare piuttosto che da digerire. Chiudono il disco "Aria di rivoluzione" e "Da Oriente a Occidente" su toni un po' più standard rispetto alle due precedenti. più vigorose pulsazioni all'organismo". Certo che parlando del suddetto autore il concetto di normale ha un suo chiaro significato.. di emozioni. perché la musica è costantemente vibrante. la sua preoccupazione è quella di creare: creare una musica libera. e di sicuro il più interessante e maturo. *** Terzo album di Franco Battiato. con il tenore di Gianni Bedori in evidenza. secondo me. Comunque. Qualcosa del genere aveva ispirato anche il Cervello nel PL "Melos".. In un disco come questo. casuale. viceversa. Nella seconda parte di "Nel cantiere di un'infanzia" Battiato stupisce con una buona parte eseguita alla mandola. informe. Non male ma lo consiglio ai fan. scelta che non condivido visto la grande prestanza ed originalità vocale dell'artista.ipotizzarre quelle forme di happening in cui viene richiesta la diretta partecipazione del pubblico nel processo sonoro. centellinata. sia acustico che elettrico. intellettuale e politica non meno che artistica. che diviene perciò aperto. sulla sua scorta. Il critico di musica elettronica Armando Gentilucci ha definito questa visione mistica della musica "mimesi terapeutica. più o meno piacevole. tra esecutori ed ascoltatori. non c'è misticismo equivoco. Rare le parti cantate ("No U Turn"). facendo cadere qualsiasi barriera tra musicisti e non. Pazzia allo stato brado in "Rien ne va plus: andante" e nella radio-zapping "Ethika fon Ethica". e che si scarica invece in uno choc dell'assurdo". non vuol essere il Terry Riley di casa nostra. ma anche con maggiore platealità. Basato al 90% su strumenti suonati dallo stesso autore questo disco offre i momenti migliori nelle varie parti di pianoforte. chi dà alla non-musica un significato politico. Coloro che ebbero il coraggio di salire sul palco su invito dell'artista si saranno forse divertiti. C'è una costruzione metodica. Piuttosto intende aprire gli orecchi degli italiani a un discorso più vasto. una operazione condotta con equilibrio: un po' come hanno fatto il maestro Riley e. più o meno fruibile. sbaglia clamorosamente. non certo quelli rimasti ad ascoltare. I risultati ottenuti da Battiato sono stati sotto questo profilo disastrosi. gente come Mike Oldfield. Penso comunque in una scelta dettata dallo stile un po' insolito del disco. Bo Hansson ed altri. entusiasta ma non ambiziosa. accettazione passiva del mondo. con maggiore fantasia di Battiato. Buoni momenti in "No U Turn" e nella quasi TangerineDreammiana "Propiedad Prohibida". compensazione psichica liberatoria. Enzo Caffarelli Franco Battiato "Clic" 1974 L'improvvisazione è sicuramente l'ingrediente principale di questo album di Battiato. In parole povere. Battiato. Sicuramente il disco più strano di questo autore. ma troppo importante per essere accantonato ancor prima di essere proposto. non c'è frantumazione del tessuto e voglia di distruggere. valvola di sfogo che dovrebbe essere morale. a chi già possiede i precedenti tre o a chi vuole comprare della pazzia a pochi euro! 49 . che in fondo è una persona conscia dei propri limiti. culto della casualità ed esasperazione tecnocratica. 50 . "Maya desnuda" credo sia il pezzo più accattivante ma meno interessante. sono brani molto godibili su cui spunta il grande pezzo "Goffredo". grazie soprattutto al grandioso chitarrista Bambi Fossati. Raccomandato a chi vuole fondere Hendrix in un contesto progressivo.GARYBALDI Nuda 1972 Commento di Nicola Wiri Grande disco per un simpatico gruppo molto poco considerato ma con elementi validissimi come Bambi Fossati alle chitarre e Lio Marchi alle tastiere. Bello il risultato. Il secondo lato del disco è interamente dedicato alla suite "Moretto da Brescia" diviso in tre tracce di alto livello e cantate dal batterista. Si rifanno di già con gli effetti con l'elettrica alla Frank Zappa nella breve seconda traccia per poi collegarsi alla stupenda e forse migliore di tutte "26 febbraio 1700". La copertina ed i fumetti all'interno del libretto sono disegnati da Guido Crepax autore di Valentina. Disco molto importante e da non perdere. GARYBALDI Astrolabio 1973 Due canzoni da oltre venti minuti in questo disco fortemente influenzato dalla chitarra di Jimi Hendrix. La seconda traccia "Sette?" è stata registrata dal vivo. con il riff di chitarra pescato da "Nothing at all" dei Gentle Giant. "L'ultima graziosa" corre sullo stile lirico e strumentale dei Led Zeppelin. I GIGANTI Terra in bocca 1971 Toccata progressiva per il gruppo dei Giganti con questa Poesia di un delitto che seppur disco di passaggio in questo genere. lo ritengo un lavoro valido. Il bello del disco è la variegata proposta musicale e la notevole grinta con cui vengono eseguiti certi brani.. Se possibile consiglierei un ascolto prima del grande passo. Lei bianca di sale. soprattutto negli stralci strumentali.. Altro fattore da segnalare sono i testi: non a livelli eccelsi ma comunque validi. Bello l'inizio della seconda parte e l'acustica 'Tu pieno di sole. merita di essere citato.. che darà un ottimo apporto anche a livello di arrangiamenti. se non altro. è che certe narrazioni in dialetto siciliano appesantiscono non poco l'atmosfera.. molta attenzione da parte dell'ascoltatore. anche se più cantabile e commerciale. Da segnalare la grande formazione con presenze di illustri ospiti. o meglio ciò che non mi entusiasma.'. tra i quali Vince Tempera. e Ares Tavolazzi. Per come è impostato non si può dire che sia un disco dall'ascolto semplice in quanto la storia si snoda in un concept che necessita. Il brutto. La proposta è comunque buona e anche se non è uno dei miei preferiti. 51 . Bellissime "La mia rivoluzione". pregevole e godibilissimo. I Teoremi si presentano con un quartetto tradizionale. che potrà essere acquisita con una ricerca protratta nel tempo.questa osservazione ha un carattere generale . Manca ancora loro un pizzico di originalità. "Come una zanzara" e "La canzone del nostro tempo" sono le canzoni più tirate ed offrono. I Teoremi si avvicinano ad un certo gruppo di giovani artisti italiani. presentano una tecnica individuale e di gruppo non comuni.I TEOREMI I teoremi 1972 I complessi italiano ancora non esistono per taluni. al linguaggio del rock. indaffarati nello scovare ed esaltare i più strani e sconosciuto gruppi stranieri. due anni fa.. per così dire. che vogliono dire qualcosa di interessante.. e offrono complessivamente un album intelligente ed accettabile.!!! Ritengo giusto sottolineare che in tutto questo lavoro c'è un taglio leggermente cantautoriale (per usare un termine suggerito dal caro amico Max. Non c'è niente da dire: il disco merita veramente anche se il mio consiglio è di procurarsi prima "Essere o non essere?. anzi interessanti. E' un discorso che poteva essere considerato valido fino ad uno.. Enzo Caffarelli IL VOLO Il Volo 1974 Primo disco di questo grande gruppo ne mette subito in risalto lo stile singolare." 52 . e propensi a snobbare e declassare qualsiasi cosa venga prodotta qui da noi.. ma non suonano il solito hard caotico: sperimentano atmosfere più impegnative. Il fatto è che la lingua italiana non è mai riuscita ad adattarsi. "I primi respiri" e "Sonno": più melodiche e cantabili ma mai banali! I bei testi (ad opera di Mogol) e le belle melodie fanno sì che già dopo pochi ascolti si riesca a canticchiare quasi completamente molte canzoni del disco. Le parti cantate . da cui uno dei problemi fondamentali per la musica progressiva italiana. al Rovescio della Medaglia. anche se onestamente la cosa è assolutamente a livelli accettabili. un piccolo assaggio dello stile che sarà alla base del grande lavoro successivo.appaiono nei gruppi italiani sempre meno piacevoli dei corrispettivi inglesi. quello che fa capo ai Trip. ai Garybaldi. (ndM)). E' bene quindi presentare un po' tutti i nuovi gruppi italiani.. proprio per la sua struttura. specie in un momento in cui tutti si stanno orientando verso testi significativi. Il sound è un incredibile incrocio tra progressive. Uno dei migliori dischi della scuola italiana. jazz e fusion con sonorità raramente complesse ma mai banali. Purtroppo la durata è breve: 30 minuti. "Essere" con la caratteristica di una voce filtrata e piena di effetti. Bella la batteria (sicuramente una delle cose più interessanti del disco) che a volte ricorda il furioso Chirico anche se molto meno assillante sul rullante e molto più enfatizzata sui piatti. Solo la grandissima "Gente in amore" e "Svegliandomi con te alle 6 del mattino" meritano l'acquisto del disco.. a volte però sovrastata dal resto degli strumenti con conseguente difficoltà nella comprensione delle parole. ufficiale esecutore delle musiche del disco "Anima Latina" di Lucio Battisti (non a caso è stampato dalla NumeroUno e il testo di "Essere" è firmato da Mogol). Anche in "Gente in amore" e in "Canto di lavoro" è presente una sospirata vocalità che accentua il contesto musicale.IL VOLO Essere o non essere? Essere. Essere! 1975 Secondo disco di questo gruppo. 53 . come detto sopra. Unica canzone cantata è.) ne rendono piacevolissimo l'ascolto.. Onestamente sono rimasto molto colpito: il suono è sempre ricco e bello pieno: l'imponente uso di Fender Rhodes. Synth/Strings e chitarre filtrate con effetti strani (contando la presenza di Alberto Radius e Vince Tempera. Essere. la seconda concerne la validità dei testi. Enzo Caffarelli 54 . e pone i suoi autori nella rosa dei più interessanti gruppi italiani. "Miss Rand" ha qualche lontana influenza di country americano. me era parso mediocre. registrato un anno fa e messo in circolazione soltanto la scorsa primavera. per esempio. e sulla voce grintosa. che suona che l'armonica. sui vellutati interventi flautistici di Dario Guidotti. e probabilmente il gruppo esprime meglio dal vivo tutte le sue possibilità. In "Hai visto" è l'organo in primo piano. mentre in "E' brutto sentirsi vecchi" sono la chitarra acustica e la voce di Alvaro a dominare. dove K sta per arrivismo. e nella struttura dei brani che vivono più sulle prodezze dei singoli che sul risultato comune. corsa verso falsi ideali di vita. musicalmente più varia. Si tratta di un sestetto di musicisti piuttosto personali. il sentirsi vecchi precocemente per non essere all'altezza di rendersi utili a se stessi ed agli altri. offre ancora testi sullo stesso argomento. ed i risultati sono soddisfacenti. Le esecuzioni sono buone. perbenismo interessato. con un pianino western sullo sfondo. specie nell'uso della chitarra solista. tipicamente hard. e i Jumbo hanno intitolato il loro nuovo album con la sigla dell'acido desossiribonucleico che è alla base della moderna genetica. La prima facciata si articola su episodi di rock aggressivo. Il secondo invece giunge al momento giusto. La seconda facciata. Il primo album. indubbiamente forzata.JUMBO DNA 1972 La biologia è di moda. anche se concentrati sul filone inglese. K". ipocrisia. che è anche autore di quasi tutti i pezzi. I primi tre brani sono raccolti sotto il comune titolo di "Suite per il sig. superando la nota incompatibiltà. Le parti vocali meritano due lodi: una prima riguarda la ricerca e lo sforzo di trovare una sufficiente corrispondenza tra rock e lingua italiana. ma originale e mai sgradevole di Alvaro Fella. proprio per accoppiare alle parole un clima di continua tensione. alcoolismo. i sintetizzatori E. ai falsi venditori di parole. come il titolo indica assai bene. i testi. il brano contro la droga. Non a caso uno degli episodi migliori del LP. soffrendo e vivendo intensamente ogni brano. Le tastiere di Sergio Conte svolgono sempre un ruolo di primo piano. lasciando ai margini del proprio discorso il linguaggio aulico e poetico.. a chi è in malafede. rifuggendo frasi fate o ingenue denunce superficiali.S. con i nuovi dischi si sta cercando di accoppiare alle musiche d'avanguardia testi altrettanto impegnati. per esprimersi in maniera più comunicativa e diretta. Punto primo. frustrazioni psichiche e sessuali. La musica dunque è frastagliata. affronta tutti temi scottanti della via. e si sforzano di superare una costruzione armonica e timbrica semplicistica. Per i Jumbo il problema assume il valore tutto particolare. perché questo album. a chi non sogna che ricchezza. ai discorsi filosofici e cattedratici sull'uomo e sulla vita di troppi gruppi italiani. Logica reazione all'intellettualismo pedante. di allarme.S. in "Come vorrei essere uguale a te".M. a ipocriti e borghesi. nella simpatica "Il ritorno del signor K" dagli accenti grotteschi (esplicito il riferimento al precedente LP) e nella già citata "Gil". che specie dal vivo costituiva l'elemento conduttore. e le percussioni di Lino Vaccina degli Aktuala. estremamente comuni e nascosti d certo perbenismo farisaico.K. dall'ipocrisia e dal bigottismo di certi strati sociali: prostituzione. tortuosa./A. se vogliamo più autobiografiche. e racchiudendo nelle ultime frasi il succo del disco: "Diciamo no.JUMBO Vietato ai minori di 18 anni? 1973 Jumbo al terzo disco. La via di mezzo è stata raggiunta: Alvaro canta ed urla (il suo è un autentico grido di disperazione) spesso in prima persona. o quanto meno prevedibile. e dal punto di vista strumentale i vertici della raccolta sono toccati nella seconda parte di "Specchio". di inquietudine. la musica.. una prova importante e forse decisiva per il sestetto dopo il convincente "DNA". ma evitando nello stesso tempo prese di posizione categoriche o di soffermarsi in maniera compiaciuta in certe situazioni. fondamentalmente occorreva affrontare le diverse tematiche in modo significativo e pregnante. repressione infantile: sono gli argomenti intorno ai quali Alvaro Fella e compagni hanno articolato la loro opera. ". che costituisce soltanto una porzione della lunga jam registrata. droga. "Gil". viene fuori da una session che ha raccolto accanto ai sei Jumbo altri musicisti. I Jumbo tentano vie più difficili di quelle delle precedenti incisioni. sofferta. impiegano in misura minore il flauto. uscito più di un anno fa. Punto secondo. Enzo Caffarelli 55 . di Franco Battiato e di Angelo Vaggi. ricorrendo però a situazioni ed immagini più concrete e vere. Consigliato a tutti gli amanti del filone Testiere/Basso/Batteria. clavicembali. "Anja". una bellissima "Io" con sfumature jazz. Lo stile di questo gruppo è un incrocio tra progressive e rock con qualche sfumatura jazz. Le parti migliori: la grintosa "L'indecisione".. Onestamente non è male comunque. 56 . per non proporre un disco da venti minuti. Ottime invece "Introduzione". dalla forza trascinante delle atmosfere e delle melodie. come è perfettamente riuscito in "Getzemani" e "Il re dei giudei". ha quindi inserito dei momenti strumentali che è brutto dirlo ma odorano da riempitivi e nulla più. Strana scelta stilistica per "Giuda" che presenta una strana contrapposizione di strumentali Heavy Metal e cantati Jazzati. parzialmente corretta. Gli interventi musicali sono sempre a sostegno del narratore e del cantante e vengono proposte atmosfere sempre tranquille e molto melodiose basate su chitarre acustiche. pianoforti e strings con l'unica pecca della breve durata. Il gruppo alterna parti narrate tratte proprio dal "Vangelo secondo Matteo" e parti cantate leggermente riadattate. Io lo ascolto sempre volentieri! Nella versione cd è stata inserita anche la bonus track "Mese di maggio" che però suona in maniera molto più leggera. contando anche la bella idea di base. in "Visione della morte") le parti di chitarra. ne sarebbe uscito un grande disco. Le sonorità sono le classiche degli anni '70 con abbondante uso di sintetizzatori e pianoforti. "Il pianto" e "Il calvario". "Il giorno degli azzimi". Si veda in questo senso "I Testimoni". ad esempio. "Vox Dei" e "Consiglio".L' UOVO DI COLOMBO l' uOvo di cOlombo 1973 Altro disco molto interessante con massiccio uso dell'organo Hammond. cosa che però viene nascosta o. L'unica pecca del disco sta nella leggerezza dei testi. mentre mancano quasi totalmente (tranne. Il gruppo.. Se il gruppo fosse riuscito a far convivere maggiormente parti cantate e momenti strumentali. meglio. LATTE E MIELE Passio Secundum Mattheum 1972 Primo disco per questo gruppo che propone l'originale idea di mettere in musica la passione di Gesù Cristo secondo l'evangelista Matteo. "Getzemani". senza esagerato effettismo o sapore scenico. ora quasi minuettistiche del clavine. fra i quali segnalai i Trip ed i Gleemen. mentre lo stesso Battisti ha per buona parte deluso con il suo "Amore e non amore". e Keith Emerson. basso e chitarra acustica e canto. nelle forme ora trionfali dell'organo. "Sguardo verso il cielo" . Bello ma il meglio deve ancora arrivare. "Collage". per cui Pagliuca. la formazione triangolare (organo e piano. gli ELP: C'è però nello stesso tempo un lavoro di assimilazione personale da parte del trio italiano. la pazza "Evasione totale" e "Immagini". handicappati tuttavia dalla necessità dei 45 giri commerciali. ed i "ringiovanimenti" della vecchia guardia ("Id" della Nuova Equipe 84 contiene qualche spunto interessante). come nella moderata sperimentalità della seconda. e musicalmente evidenziano temi ed arpeggi delle tastiere sorretti da un background 57 . Certe affinità espressive. e ne costituisce la spina dorsale al di là di ogni definizione stilistica. Aldo Tagliapietra e Micki De' Rossi approdano ad un sound assai originale nell'attuale panorama nazionale. nei cantati che non tradiscono una certa impostazione prettamente italiana (ogni tano fa capolino Battisti). Ache qui i modelli stranieri sono facilmente lievabili: i Traffic in alcune linee melodiche di vago sapore folk (Stevie Winwood ha influenzato sempre da vicino la produzione dei Toni Pagliuca). come nelle porzioni esclusivamente strumentali.LE ORME Collage CD 1971 Primo disco progressive per questa band veneziana che entra con prepotenza in questo ambito con uno stile tutto suo basato su piano/organo/basso/batteria con qualche spruzzo di chitarra acustica e la voce molto strana di Aldo Tagliapietra. cerca un nuovo linguaggio espressivo mescolando il classico all'elettronico. quasi sette minuti. Spiccano "Era inverno". avvicinano le Orme a quello che viene oggi definito il più preparato gruppo inglese. che prevalgono. sono usciti i New Trolls con il loro "Concerto grosso". la cui recente esplosione ha incoraggiato l'organista italiano in quel discorso di riaggancio al classico già suo da tempo. Ma questo album delle Orme mi sembra fra tutti decisamente il migliore. Nel barocchismo formale della bellissima prima facciata. Era molto tempo che in Italia si attendeva un disco veramente interessante. batteria e percussioni). che supera l'apparente frammentarietà dell'album. è un pezzo di chiara fattura classicheggiante. e dall'imitazione straniera fin troppo evidente. dopo i tentativi degli esordient. Gli altri brani hanno sapore realistico nei testi. Fra i cantautori avevamo avuto solamente un superlativo Francesco Guccini ("L'isola non trovata"). "Collage" premia gli sforzi di uno di quei gruppi nostri che fin dall'inizio hanno cercato strade nuove. l'uso temperato dell'elettronica. ed i Formula Tre con il loro secondo LP. un medley gruppo-orchestra ad imitazione dei Deep Purple. Fra i gruppi. è sempre presente una linea comune. "Evasione totale". che apre l'album e gli dà il titolo. Non deve il suo successo solo a quest'ultima in quanto tutte le canzoni sono di altissimo livello. Maurizio Baiata LE ORME Uomo di pezza 1972 Altro disco di successo trainato forse dalla bella "Gioco di bimba".ritmico eccellente. i Panna Fredda e la Premiata Fonderia (sic) Marconi. I titoli sono tutti firmati Pagliuca-Tagliapietra. in attesa di altre due speranze. Ai tempi ebbe un grande successo tanto da far discutere se un gruppo poteva essere ai vertici delle classifiche e considerarsi contemporaneamente alternativo. anche se al primo vanno i meriti maggiori. Grandiose "Una dolcezza nuova" con un bel distacco tra introduzione e tema stupendo basato sul pianoforte. Notevolissima "Cemento armato". E' presente a tratti l'orchestra diretta da Giampiero Reverberi. CONSIGLIATO 58 . "Breve immagine" e l'acustica "Figure di cartone". Interessante la parte di batteria veramente imprevedibile in "La porta chiusa". Un album "Collage" che dovrebbe occupare le primissime posizioni della classifica italiana. che supera gli otto minuti. Ma il gruppo ha perduto qualcosa del brio e della vivacità degli inizi. L'Essere supremo. Enzo Caffarelli LE ORME Contrappunti 1974 Forse il momento più duro della band è proprio in questa title track. Bellissimo inizio con "Sospesi nell'incredibile" e grandissimi momenti ne "L'equilibrio". i passaggi cantati sono orecchiabili. Felone e Sorona sono due piante fratelli.. ma non riescono più a sviscerare una vena originale. Il gruppo sfrutta sapientemente gli insegnamenti dei migliori complessi inglesi basati sulle tastiere. l'altro piccolo e tenebroso. regno di pace e di serenità. quello iniziatosi con il sorprendente "Collage". La musica è gustosa. e li rielaborano con una formula personale. Sottolineo in particolare l'analogia con i Genesis specie nell'uso del mellotron. Consigliato 59 . i testi sono semplici ma significativi. sono i pianeti del sogno e della speranza. Le Orme sono capaci di una musica piacevole. che si trovano colpiti entrambi dalla luce del Supremo.. simboleggiati sulla bellissima copertina di Lanfranco.Hammond e pianoforti ad altissimo livello. Grandiosa anche la finale "Ritorno al nulla": un intreccio di synth per una chiusura potentissima. dirotta verso l'altro la luce. con la flora e la fauna quasi atrofizzati. SUPER CONSIGLIATO.. Per la prima volta le Orme hanno sviluppato un'interessante trama. altro cavallo di battaglia del gruppo. raffinata e tecnicamente ineccepibile. *** Il terzo album del nuovo corso delle Orme. l'album sarà probabilmente un altro successo. e non riesce a liberarsi dagli schemi già utilizzati in passato.LE ORME Felona e Sorona CD 1973 Sicuramente il disco che preferisco di questa band. Da ricordare anche "Maggio". e solo per un momento brevissimo si stabilisce l'equilibrio fra i due pianeti. Un periodo di stasi creativa con parecchi punti interrogativi per il futuro. Bella la ballata "Frutto acerbo" e "India": un messaggio di sconforto dopo che la patria della pace ammise il possesso di una bomba atomica.. "Felona e Sorona". Ne è uscita anche una versione inglese con i testi trattati da Peter Hammill dei VDGG. Poi essi ribaltano completamente la propria condizione. un concept album che parla di due pianeti destinati a non incontrarsi mai. irritato perché l'astro felice lo ha dimenticato. ripropone lo stesso dilemma del precedente "Uomo di pezza".. l'uno luminoso. Dg 60 .LE ORME Smogmagica CD 1975 Il suond si sposta inesorabilmente verso il pop ma sono comunque presenti le belle "Los Angeles". In questo disco è presente alla chitarra Tolo Marton LE ORME Elementi CD 2001 Bellissimo questo nuovo album di un gruppo che ha scritto la storia della musca italiana! In alcuni brani si sente come un "sapore orientale" molto piacevole da ascoltare. "Immensa distesa" e "Amico di ieri". . Convince la voce di Gianfranca che intona su di un ritmo ipnotico il celebre inno che comincia "Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia. Franco D'Andrea. asiatici. il gruppo ha musicato alcune poesie di Allen Ginsberg. O Andrea Carpi. di "Lysergic acid" e di "Mandala". di "Song". sotto il fardello della solitudine. affamate nude isteriche. Roberto Marsala. L'approccio è spontaneo e immediato. Enzo Caffarelli 61 . culture diverse. il Living Music non vuol e definirsi un gruppo rock né un complesso nel senso classico e stereotipato della definizione. Gli altri testi sono stati tratti da poeti giapponesi ed indiani. cantare su una propria melodia alla Neil Young. americani. e messosi in evidenza al 2° Festival di Avanguardia e nuove tendenze. corredato da un albumetto interno che descrive brano per brano la raccolta. raccoglie saggi e definizioni. entrambi da tempo attivi nel mondo del jazz. scrive: "In concerto senso il Living Music è una scuola di musica. ". "il peso del mondo è amore. il peso che trasportiamo è amore. lasciate in lingua inglese. fotografo ed organizzatore di concerti. In questa ultima frase è raccolto tutto il senso. anche se rozzo se vogliamo. uno dei padri della beat generation e della controcultura americana. che attendiamo al suo primo "solo" dopo avere abbandonato questo gruppo. Un disco complessivamente interessante. o sono originali del Living Music. i primi Brainticket ed altri illustri musicisti. Con un linguaggio semplice e comunicativo. ma mai indisponente. Si tratta di "Howl" (Urlo). perché lavorando insieme i più giovani imparano dai più maturi. guidato comunque da Umberto Santucci e dalla moglie Gianfranca Montedoro. ecc. sotto il fardello dell'insoddisfazione. dall'organico non fisso. esemplifica gli intenti ed i metodi che hanno guidato il gruppo in questa operazione dedicata ad Allen Ginsberg. il primo come giornalista. che tenta un riaggancio alla cultura delle origini. la seconda come cantante in compagnia di Gato Barbieri. che ha collaborato alla realizzazione del disco. europei. C'è la combinazione di generazioni diverse. trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa. e si ispira ad elementi occidentali come orientali. i pregi ed i limiti di un gruppo di questo genere.LIVING MUSIC To Allen Ginsberg 1972 Formatosi lo scorso anno a Roma. africani. musicisti e non musicisti".". il peso.. Il lato sporco di noi 3. Bandando 5. Fumo Homo homini lupus" is the comeback work by Locanda delle Fate some 22 years after their debut album "Forse le lucciole. available on our own VM 2000 label. mellotron and Hammond B3. The title track is in latin. and there's even a jugoslavian traditional rearranged by Locanda Delle Fate... Homo homini lupus 2." Onestamente non è uno dei miei dischi preferiti. accordion. in both italian and english. acoustic guitars and flute. as well as a jazz band instrumental! "Homo homini lupus" is Locanda's second CD. 62 . Consigliato. Oscar Mazzoglio on keyboards.. forse per lo stile proprio del gruppo o quel taglio leggermente cantautoriale che sento tra le note.LOCANDA DELLE FATE Homo homini lupus Locanda delle Fate: "Homo homini lupus" CD: VM 066 Price (world): 13 USA $ Price (europe): 13 € Euro Track list: 1. Ojkitawe 10. Certe cose 9. Giro tondo 4. "Forse le lucciole non si amano più" con la melodia sublimemente sottolineata dal pianoforte. Belle "A volte un istante di quiete" con una buona alternanza di pianoforte e chitarra. LOCANDA DELLE FATE Forse le lucciole non si amano più 1977 Disco di tardo progressive ma comunque ben suonato soprattutto nelle parti di pianoforte e clavicembalo. The band's line-up: Alberto Gaviglio on vocals. Stanotte Dio che cosa fa? 7.. La fine 8. Questo però non vuol dire che il disco sia da scartare.. Plovi Barko 6. Ezio Vevey on guitars and vocals.."! The booklet includes all lyrics. il tirato inizio di "Sogno di estunno" e "Non chiudere a chiave le stelle. sempre però mirabilmente scandite da ottime parti di pianoforte. I giardini di Hiroshima 11. Va da se quindi che le atmosfere si assestino sempre su toni leggeri. questo gruppo.. anche se non mancano vari inserimenti di altri strumenti tra cui spiccano le apparizioni delle varie strings. Un disco leggero ma valido. ottimo per un ascolto occasionale. che non merita di finire nel dimenticatoio collettivo. sempre pacate e mai sopra le righe....LOY & ALTOMARE Portobello 1973 Il motivo che mi ha spinto ad inserire questo disco in questa piccola lista progressiva è stato non tanto l'appartenenza di questo lavoro al genere. in altri siti e riviste. Ottime "Un ubriaco". 63 . che ritengo la migliore risposta italiana a Simon and Garfunkel. "Il matto" e l'originale inizio di "Checco e Massimo". ma l'amarezza e la delusione nel non vedere mai citato. predominati dalle voci e dalle chitarre acustiche dei due componenti. toccante Barbaja trae ispirazione soprattutto da Donovan. 1": così "In quella città " e "Non dire mai". complice il fatto che buona parte degli accompagnatori sono gli stessi che comparivano in "Volo magico n.MARIO BARBAJA Megh 1972 Barbaja (vero nome Barbaglia) è un cantautore milanese di ventidue anni. chitarrista e sitarista. dove Barbaja ricorda Rocchi anche per l'impostazione delle liriche. soprattutto in brani come "Sono stato" e "Una promessa". che egli ha imitato fin troppo fedelmente nella prima esperienza. rielaborata con particolari effetti elettronici e sovraincisioni (voci al contrario. delle cose semplici". Enzo Caffarelli 64 .). Nei brani. Semplice. abbondano i riferimenti orientali. di cui si parlava sopra. I nove brani complessivamente raccolti sono introdotti e conclusi dal suono d'un carillon napoleonico. piatti della batteria a velocità rallentata. poetico. che vuole probabilmente significare come tutta la musica sia nell'attimo di una nota di un organino meccanico. senza dimensione. fuori dal tempo. innamorato delle filosofie e della musica indiana. ma del quale neppure con "Megh" riesce a disfarsi. specie nel timbro della voce e nell'andamento cantilenante delle melodie così tipico del menestrello scozzese. registrati con la produzione di Massimo Villa ex Stormy Six e sapientemente arrangiati. Accanto all'album di Franchi Giorgetti e Talamo. "Megh" è una parola indiana che significa pressappoco "Raga dell'autunno. anche Barbaja va tenuto in considerazione come esempio di folk italiano credibile e ricco di spunti interessanti. ecc. "In quella città (la leggenda)" si distingue da tutte le altre perché è una libera jam. dopo un primo intitolato "Argento" non molto interessante ed anzi passato del tutto inosservato. sia per la strumentazione che per i testi (le note che accompagnano il disco parlano di sistemi dialettici nella filosofia zen). Altrove l'amore per l'oriente e le atmosfere eteree e rarefatte fanno pensare al compagno di etichetta Claudio Rocchi. con "Megh" al secondo album. del vespero. 65 . Non sono rimasto deluso dal punto di vista strumentale grazie soprattutto ai vari Fender Rhodes di Vince Tempera e la sempre bella batteria di Gianni Dall'Aglio mentre dal punto di vista musicale le atmosfere sono leggermente più soft." de Il Volo. "Serenade" e l'ipnotica "Nell'aria". Come detto le atmosfere sono orientate più verso la musica leggera ma sempre in maniera interessante e quasi mai banali. Non manca comunque una canzone strumentale in perfetto stile Il Volo intitolata "Nirvana". "Un discorso". Onestamente lo ritengo un buon disco. la grande "Nirvana".. chissà perché speravo o forse anche pretendevo un seguito di "Essere o non essere?. in quanto se ne ripresenta qui la formazione completa a meno di Radius e Lorenzi con l'aggiunta però di un percussionista. forse non troppo interessante dal punto di vista progressivo ma sicuramente apprezzato dagli amanti del primo disco de Il Volo.. Le migliori sono "Le tue ali".MARIO LAVEZZI iaia (76) 1976 Quando ho preso questo disco. dell'incapacità di trovare affetti anche senza grosse ambizione ("Come tanti io volevo una donna che si accontentasse di me". dell'impossibilità cioè di essere capito. le cose migliori di questo LP. "Al mercato degli uomini piccoli"). Con l'esperienza però di chi ha superato i vent'anni e può includere tante sensazioni già nel passato e non più nel futuro. ma in una dimensione più serena ("Mi piacerebbe diventar vecchio insieme a te") e più frammentaria. senza giuochi di parole.MAURO PELOSI Al mercato degli uomini piccoli 1973 Questo è il secondo LP di uno dei cantautori dell'ultima generazione che di più promettono in un panorama per altro piuttosto povero. come Battisti. io scherzo". ma proprio qui è la sua forza). illusioni e disillusioni. il credersi o meglio il volersi sentire anormali ("Tu e le mie idee contorte che non hai capito mai perché sono forse un po' matto"). ad esempio. come Guccini. le sfumature psicologiche di "Ehi! signore" o di "No. la voce di tanti ragazzi normali del nostro tempo. per poi rileggerle a distanza di anni e capire magari che non ci appartengono più. egli è una figura simbolica. senza metafore di difficile soluzione. anche qui c'è una psicologia tortuosa. Personaggio schietto e semplice. "Un mattino"). ma Mauro ha raggiunto ormai una sua autonomia ed una sua personalità. il Paoli più francese ("Mi piacerebbe diventar vecchio insieme a te". Enzo Caffarelli 66 . Anche Mauro è un poeta triste. Ma come negli uomini piccoli. con ampi spazi strumentali dalla precisa funzione descrittiva. timido ed imbarazzato in arte come nella vita. ad una certa età. come De André. la mancanza di reale coraggio. come un drogato che scappa dal mondo per non portare la realtà sulle spalle"). ci siamo dilettati a scrivere poesie in momenti di tristezza. meno programmatica di quanto non avvenga. contraddizioni. Bene. che contribuiscono a suggellare atmosfere inquiete. proprio dell'adolescenza. canta nel brano di apertura). Musicalmente Pelosi si avvale di arrangiamenti scarni. Pelosi è un po' l'emblema di questo fatto culturale. con Guccini. espliciti. perché l'eroismo appartiene solo ai sogni ("Non puoi dormire e ti perdi nei sogni dietro alle ombre di strane avventure. nella sua semplicità e in certa sua giustificata retorica. insomma degli "uomini piccoli". Ed ecco allora i momenti antitetici. dei poeti mancati (mi perdoni Mauro. I modelli persistono: Battisti ("Ti porterò via". "Non tornano più". I testi sono elementari. Credo che tutti noi. canta e rimpiange il passato. A modo suo. Mauro canta l'amore attraverso l'ottica dell'incomprensione. E' presente sul mercato anche la versione con i testi in inglese. Consigliato. momento trainante del disco con sorprendenti cambi di tempo e stile. meno tirate ma molto melodiose. 67 .MAXOPHONE Maxophone 1975 Un altro bel disco di quest'altro gruppo mordi e fuggi. "Mercanti di pazzie" e "Il fischio del vapore". Si comincia con un bel pianoforte in "C'è un paese al mondo". poi la strumentale "Fase". Segue la stupefacente melodia di "Al mancato compleanno di una farfalla" con all'interno un grande assolo di organo Hammond in pieno stile 'Tarkussiano'. Belle anche "Elzeviro". E fu il sesto giorno" contiene sette brani. Allo stesso festival si sono segnalati.. che si traduce in una strumentazione più ricca e più impegnata. e soprattutto in un esigenza di riscatto dopo le scure stagioni del pop nel nostro paese. Con la differenza che allora il proprio mezzo espressivo era limitato al 45 giri e troppo spesso le canzoni venivano tradotte direttamente dall'inglese. anche se la tecnica e la padronanza degli strumenti non ha ancora raggiunto la perfezione. ed ora viceversa si ha il 33 giri. L'album ". I Metamorfosi hanno per altro vasti interessi letterari (pare abbiano già pronto materiale per un doppio album intorno alla Divina Commedia). fra i quali segnalo "il sesto giorno". cioè i musicisti che per primi seppero allinearsi con le esigenze rinnovatrici dei mercati di oltremanica e di oltreoceano.E lui amava i fiori". lasciando da una parte le imitazioni da modelli stranieri. A mio parere questi sono i gruppi che in ultima analisi stanno raccogliendo l'eredità delle prime formazioni italiane del periodo beat e folk-protesta. l'autentica rivelazione dell'ultimo anno.METAMORFOSI . senza tuttavia risultare banale o scontato...Vedette 1972 Da qualche tempo a questa parte i gruppi italiani hanno capito soprattutto una cosa: l'importanza di svolgere un discorso musicale il più possibile personale. ed un invito a continuare su questa strada.. Su questa linea la formazione che con i risultati più positivi ha saputo accoppiare allo stile modernissimo e all'avanguardia un gusto ed una sensibilità tutta italiana è stato il Bando del Mutuo Soccorso. e a costo di cadere di tanto in tanto in qualche episodio semplicistico. Enzo Caffarelli 68 . e si ha soprattutto l'esperienza di tanti altri anni. e sulla medesima strada paiono operare con successo. Un plauso alla Vedette che ha creduto in questi cinque ragazzi. pur mantenendo un proprio volto italiano. ". è voluto restare fedele ad un'impostazione italiana. "Nuova luce" e "Sogno e realtà".. le sue ansie. i Metamorfosi. Tutto questo per dire che il quintetto delle Metamorfosi non si ispira affatto a gruppi stranieri. premiati al 2° festival di avanguardia e nuove tendenze. il suo riscatto finale attraverso le immagini evangeliche del Cristo salvatore.. Il significato dell'album è ancora una volta l'uomo.E fu il sesto giorno . in un discorso artistico più ampio e non militato alla semplice musica. le sue paure. e sono riusciti con abilità a risolvere il consueto dramma per motivi di metrica e diciamolo pure per ragioni di interpretazione (sono pochi in Italia i cantanti capaci di guidare un gruppo) al ritmo del rock. METAMORFOSI Inferno 1972 Con questo disco potrete fare una bella passeggiata nei vari gironi dell'inferno.. Bello veramente. Vengono alternati testi della omonima parte della Divina Commedia di Dante e parti riassestate dal gruppo.. VIVAMENTE CONSIGLIATO 69 .OCCHI DI FUOCO NEL BUIO" ad un vostro collega o "SIAMO DANNATI INSIEME. Grandiose "Porta dell'inferno".. Questo disco è sicuramente consigliato agli amanti delle atmosfere con tastiere sempre in primo piano tipo Elp e Orme.. "Caronte" e "Spacciatore di droga"." alla vostra 'Francesca'..poi non potrete più fare a meno di canticchiare "CARONTE DEMONIO. Cito "Razzisti" ed ancora "Spaciatore di droga". Il pregio di questo lavoro sta anche nell'aver cercato di associare e conglobare mali della società non presenti ai tempi della stesura del testo di Dante nei suoi stessi gironi...AMANTI FUMMO IN VITA.. Merogno infatti. l'ipnotica "Il re di ieri" . se del secondo lato. con estrema maestria. sia come pignolo rifinitore sia come estremo distruttore con pennate che hanno l'effetto di colpi di martello sulla testa dell'ascoltatore. del primo non posso che osannare la grandiosa "Zarathustra": divisa in più parti presenta la potentissima "L'ultimo uomo". un quintetto genovese. occorre scegliere con estrema attenzione: per conto mio ben pochi dischi italiani sono passati per le colonne di questa rubrica. oltre al pubblico che resta confuso. nella migliore delle ipotesi.si dice nelle note di 70 . cito "Della natura". Dei due gruppi di cui mi occupo questa settimana. leggermente inferiore. dedica il suo album a Zarathustra. la tirata "Al di là del bene e del male" con l'Hammond sempre padrone della scena. ma in Italia le cose che non funzionano in questo campo sono particolarmente numerose. inoltre il pubblico ha modo di conoscerli direttamente grazie ai festival ed alle manifestazioni varie che soprattutto il mese di giugno ha visto nascere. E allora. magari acustica.MUSEO ROSENBACH Zarathustra 1973 Il segreto di questo grande disco sta. a rincorrere il miraggio della superstrumentazione e della superamplificazione che poi non sono in grado di mantenere. *** Almeno sotto il profilo statistico. delusi dopo i primi inevitabili insuccessi e magari troppo presto abbandonati da chi inizialmente ha creduto . "Superuomo" con una prima parte cantata e un lungo seguito strumentale che a volte ricorda lontanamente lo stile Metamorfosi e l'ultima "Il tempo delle clessidre" con la ripresa del bellissimo tema de "L'ultimo uomo". stretti nella morsa degli impegni . Tranne in qualche caso.in loro. o. Anche il resto del gruppo comunque è di primo ordine a partire da Lupo Galifi e Pit Corradi. Ai tempi subì una censura dai vari organi di diffusione che ingiustamente accusarono il gruppo di fare propaganda fascista in quanto sul collage della copertina compare un busto di Mussolini su sfondo completamente nero. Naturalmente l'inflazione fa capolino. è un buon momento per i complessi italiani: ne nascono a decine e registrano dischi con relativa facilità. riesce ad essere sempre presente sulla scena. Qui la si sente al pari anzi quasi in competizione con le varie tastiere ed il risultato è incredibile.. uno è all'esordio.. e chi ne risente. secondo me. l'altro è il risultato della scissione dei New Trolls. nel perfetto equilibrio presente sia tra le parti cantate e strumentali. sia tra gli strumenti stessi. la cui disperata ricerca del superuomo . E' uscita da poco una ristampa della BMG che ripropone in CD il formato identico a quello del vinile anche se però non permette di leggere in maniera agevole i testi ed il contenuto interno. Il Museo Rosenbach. Capita così un po' dappertutto. fra un nome nuovo ed un altro.o finto di credere . Circa le canzoni. Ecco nasce in me vivo il superuomo !!!!!!!!!! Uno dei migliori dischi del rock progressivo italiano !!! CONSIGLIATO. la chitarra ha vissuto il rock progressivo come strumento secondario e spesso utilizzato per qualche apparizione. sono gli stessi musicisti: costretti ad accettare compromessi di vario tipo per giungere all'incisione.che ne logorano il fisico ed il morale ripercuotendosi sulla bontà della loro produzione artistica. 71 . anche i Toto) alla stupenda versione originale. scelto dal gruppo quale proprio segno distintivo. bensì nella serena figura dell'uomo che. Enzo Caffarelli MUSEO ROSENBACH Rare and Unreleased 1992 Disco che raccoglie vario materiale. Si comincia con il provino che il gruppo sostenne presso gli studi della Ricordi prima del contratto discografico. episodi melodici ad ampio respiro.. Una delle cose più interessanti è l'inizio di pianoforte de "L'ultimo uomo". come è stato erroneamente e tristemente interpretata. Sono presenti anche Walter Franco alla voce e Leonardo Lagorio dei Celeste al Flauto e Sax. stacchetti e marcette. sta nella qualità di registrazione abbastanza scarsa. e con gli eccellenti contributi di mellotron e moog che. Si continua poi con materiale inedito: "Look to yourself" e "Shadows of grief" degli Uriah Heep. è "lavaggio del cervello. lievemente superiore la prima.copertina . Ci sono gli inevitabili agganci alla musica classica. La pecca di questa seconda parte. Le musiche sono di Alberto Moreno. tende a purificare da ogni ipocrisia i valori umani.ad esempio. oltre che del bisogno di ricongiungersi ad una tradizione musicale che è più vicina alla nostra cultura ed alla nostra sensibilità di quanto non lo sia il rock o il jazz. E' un fatto rilevante perché poche formazioni in Italia hanno nel bassista il proprio punto di forza. ma come regola per i gruppi italiani. Ed infatti "l'uomo-museo". Lo consiglio ai fanatici di "Zarathustra". Sostanzialmente sono le canzoni del disco "Zarathustra" anche se leggermente variate nei testi e in qualche passaggio e arrangiamento. con le tastiere in primo piano. Tra le due facciate del LP. del Banco soprattutto. La musica del Museo è il rock melodico tipico dei gruppi italiani.). se usati con parsimonia e con la dovuta funzionalità. immagini in serie. con passaggi di tempo e di ritmo.. posseggono sempre un fascino tutto loro. o meglio di reminiscenze degli studi intrapresi dai musicisti. Lo schema è quello frastagliato. che contiene anche "Dopo" e "Dell'eterno ritorno". si tratta di semplici spunti ispirativi. una tecnica impressionistica che con il Banco e la Premiata ha dato i suoi risultati più efficaci. bassista (e secondo pianista) del gruppo. vivendo in comunione con la natura. utopia e falsità".non vuole realizzarsi nell'immagine del violento condottiero di razza pura. uno stralcio di "Valentyne Suite" dei Colosseum e "With a little help from my friends" dei Beatles in versione Joe Cocker (chissà perchè spesso preferita da molti artisti (vedi. progressivo :"XXII strada" . "Una notte sul monte calvo" è un riadattamento di un brano di Mussorgski.Heavy Metal: "C'è troppa guerra" . Lake & Palmer. mentre il resto del disco si assesta su canoni un po' più tranquilli. Il risultato è molto bello nei 4 tempi del primo lato. 72 .pop anni '80 (siamo nel 72.rock: "I cavalieri dell'Ontario" ...NEW TROLLS Concerto Grosso n°1 1971 Incrocio di gruppo rock e orchestra per musiche scritte da Enriquez Bacalov. NEW TROLLS New Trolls Atomic System 1973 Questo disco presenta la sezione staccata dei New Trolls con Vittorio De Scalzi. L'inizio è stupefaciente con la bella "La nuova predica di padre O'Brein".):"Paolo e Francesca" Non è male ma un po' troppo vario per 40 minuti di musica.. Nel secondo lato improvvisazioni dei New Trolls. NEW TROLLS UT 1972 In questo disco sono presenti moltissimi generi musicali: . forse sull'onda del successo di Emerson.classica: "Studio" . un intreccio di arp synth. Ebbe un grandissimo successo e un seguito che non ne bissò ne il successo ne la bellezza. 73 .NEW TROLLS Concerto grosso n°2 1976 Le atmosfere di questo disco tentano di ripetere quelle del primo concerto grosso. Il risultato è però molto diverso. Si salvano il bel tema del Secondo tempo e la grandiosa "Le Roi Soleil". ... creato con tutti i presupposti che comportano la definizione di hard. anche qualche sprazzo acustico. rimasto al troncone di De Scalzi e D'Adamo. Abbandonato per motivi legali il nome di New Trolls.può considerarsi il corrispondente italiano dei Deep Purple o dei Black Sabbath. Accanto alle durezze sonore.. come nella prima parte di "Signora Carolina" o in "Simona".NICO."con le mie stanche ali di angelo invecchiato. cha ha sostituito il batterista Gianni Belleno.. FRANK. Certe cose richiamano l'iniziale "Senza orario senza bandiera". vuole rappresentare la drammatica competizione fra l'innocenza e l'esperienza: la prima raffigurata da personaggi come Simona. In effetti la formazione attuale .e l'entrata di Parnell ne è una netta conferma .). con un'imitazione piena di humour di Bob Dylan (ma perché nascondersi. per l'album degli Atomic System. bambina mia t'insegnerò. paradossalmente. io vado in giro a cercare sul viso del mio errore lacrime morte". MAURIZIO Canti d'innocenza. la seconda esemplificata sempre in prima persona (. GIANNI. Musicalmente Di Palo e gli altri si muovono sul terreno di un rock epidermico. ed invece incollare sulla copertina del LP un'etichetta non proprio qualificante come quella "da Supersonic"?). ma adesso è ancora presto. puoi dormire ancora un po'. la figlia di Nico (. ed infine per il futuro quello di Ibis. naturalmente: e non spregevole. i quattro hanno realizzato un disco onesto e4 non dissimile dai precedenti.. se la canzone è così caruccia.. L'album con i suoi testi finalmente immediati e senza intellettualismi e retorica. scelto per la Hit Parade lo pseudonimo di Tritons. che si è comunque abbondantemente rifatto con la gustosissima rielaborazione della rollingstoniana "Satisfaction". Non so se questo "Canti d'innocenza canti d'esperienza" darà soddisfazioni commerciali al gruppo. la stessa cosa è avvenuta. canti d'esperienza 1973 Nico Di Palo e compagni sono già al lavoro per il nuovo LP ed il nuovo spettacolo. insieme all'ex Atomic Rooster Rick Parnell..). adottato momentaneamente un punto interrogativo a segno del periodo di grande confusione attraversato. Enzo Caffarelli 74 .anche questo ti dirò. Enzo Caffarelli 75 . è fra le più attente e all'avanguardia nel nostro paese. con Marco Zoccheddu. bla. ma è il linguaggio di pace nella battaglia esistenziale di tutti i giorni. dove riescono a fare del buon jazz con la semplice formula chitarrabasso-batteria. quella interna rappresenta un originale flipper trasformato per l'occasione. per il momento ancora un trio. le loro vibranti emozioni jazzistiche: li ascoltiamo ad esempio in "Cerchi di luce". La copertina esterna è dedicata agli indiani. e dei Capsicum Red. di quel popolo in chiave sociale e politica. La sezione ritmica è già quella giusta per questo programma. stanno tentando (aggiungendo una tastiera ed un fiato) di spostarsi verso un modo più libero e più jazzistico. Le cose più notevoli sono accompagnate da musiche più commericali. ma ormai non è più tempo di compromessi di questo genere neppure in Italia. ex chitarrista della Nuova Idea ed autore della maggior parte dei pezzi. che vuol rammentare la dispersa civiltà. di "cerbiatti d'argento che saltano fra nuvole di giada". e gli Osage. E' un linguaggio antico. vale a dire "punta di freccia" è il primo LP del gruppo.. dove le mani sono piene di soldi e gli stomaci di whisky". di "un mondo fatto a pagamento. "Arrow head". ricche di esperienza popolare e ataviche tradizioni. con successo. ed il loto singolo grafico è stato sin dal primo disco una testa mozza di una bambola indiana. e "Callero" al basso. e dunque un messaggio sempre valido. storie che parlano di "presa di coscienza". la stessa di Franco Battiato (con il quale gli Osage Tribe hanno suonato per qualche tempo). Sei sono i pezzi complessivamente. tre per facciata. E l'etichetta Bla. sul quale però i musicisti si sforzano di inserire. Anche a livello di testi.OSAGE TRIBE Arrow Head 1972 Gli Osage Tribe hanno scelto una denominazione presa in prestito dalla storia degli indiani (si tratta di una tribù). del "dio della vita che dà luce alle menti". che sono musicisti molto intelligenti. essi si ispirano alle storie nate nel popolo Osage. la musica degli Osage parte da una base di rock tradizionale.. di "armonia con l'universo". "Cucciolo" alla batteria. Molto bella la confezione dovuta allo studio al.sa. il tema fondamentale è l'uomo. mentre anche l'elettrica è usata con parsimonia e gusto. cinque solisti con li idee chiare. dell'unica forza dell'uomo. cioè visiva oltre che sonora nelle loro esibizioni. Questo primo album. "L'uomo" e "L'amore vincerà di nuovo". infine. Consigliato. si muore nel fango e l'orrore / si cercano invano momenti d'amore). "Mirror train"). e alla denuncia della pesante condizione dell'uomo oggi (Si vive. mostra le idee buone degli autori (tutti e cinque gli Osanna) e degli esecutori: piace soprattutto il flauto e la chitarra acustica. un po' per inserirsi in quel clima di "totalità" che l'arte oggi impone. che "da secoli si chiama amore". *** Vorrei spendere anch'io qualche parola sugli Osanna. Il sound di questo disco è un qualcosa di molto originale condito da strumenti tipicamente mediterranei e vari intrecci di flauti e sax. certo il migliore italiano dell'anno dopo l' "Isola non trovata" di Guccini e "Collage" delle Orme. e piacciono i pochi spunti jazzistici del sax. che porta. soprattutto con un discorso unitario da svolgere in maniera personale. se si eccettua l'uso del flauto che nella sua dimensione "drammatica". nel suo viaggio terreno combattuto fra l'odio e l'amore. Fondamentale sarà vedere gli Osanna al loro secondo appuntamento. si alternano alla coscienza dei problemi sociali ("In un vecchio cieco"). Ma in ogni brano oltre all'angoscia si avverte il bisogno di riscatto e di speranza. Belle "Introduzione". e stacchi e passaggi mediocri. Enzo Caffarelli 76 . Cinque ragazzi che hanno voluto. Angoscia esistenziale (E evado verso una meta / che è più distante di me / E' sempre un passo più avanti / la vedo e so che non c'è) e intuizione della morte ("Non sei vissuto mai". Per i testi. Cinque ragazzi italiani. brevi ma significativi. escogitando una specie di mascherata in antichi costumi napoletani. primo LP degli Osanna.OSANNA L'uomo 1971 Bel disco d'esordio per questa band partenopea. che molti hanno indicato come l'autentica rivelazione dell'anno nel campo della musica italiana. singhiozzata. non può non ricordare il maestro di tutti i flautisti degli ultimi due anni. Dal punto di vista musicale. con esperienze ricche alle spalle per qualcuno (il flautista Elio D'Anna suonava con gli Showmen). Si nota una certa frammentarietà non superata. Il cantato è parte in italiano e parte in inglese. cercare un'ampiezza teatrale. un po' per sapore scenico e coreografico. cioè inquietante. alla scoperta di una certezza. rivelatisi al festival di Viareggio. l' "Uomo". Ian Anderson. ha tutto sommato un valore sperimentale. OSANNA Milano Calibro 9 1972 Colonna sonora dell'omonimo film. Bella "Preludio" anche se a volte richiama nello stile il primo Concerto Grosso. Le altre "Tema", "Variazione" e "Canzona" solo dei bei brani in perfetto stile Osanna. Niente male… *** Luis Enriquez Bacalov è lo stesso maestro che ha diretto e composto il "Concerto grosso" dei New Trolls. Ma lo spunto e l'idea dei questi "Preludio tema variazioni canzona" non sono gli stessi. Intanto si tratta di una colonna sonora, dalla pellicola "Milano calibro 9" di Fernando Di Leo con Gastone Moschin e Barbara Bouchet. E poi gli Osanna hanno fatto dell'album qualcosa di molto più proprio e personale, componendo buona parte delle musiche, ed improntandole secondo le proprie possibilità ed il proprio gusto, squisito e modernissimo, senza troppe compiacente orchestrali, e senza risentire del suo originario carattere di "colonna sonora". Il discorso artistico del gruppo napoletano ha sempre sentito la necessità, e recentemente ancor più che agli inizi, di una corrispondenza scenica, teatrale della propria musica. La ricerca di una comunione artistica basata sul rapporto immaginesuono si risolve per il momento nella realizzazione di questa colonna sonora, lavoro in un certo senso anche di valore pionieristico, tenendo conto che lavori del genere in Italia, al contrario di quanto accade negli Stati Uniti ed in Inghilterra, non sono stati mai affidati a formazioni di avanguardia. Una nuova conquista, un nuovo passo avanti dunque. Gli Osanna non vogliono considerare questo album come il secondo atto "ufficiale" della loro musica, ma piuttosto come un'esperienza a parte, del tutto particolare. Viceversa "Preludio tema variazioni canzona" si inserisce senza difficoltà nel discorso artistico dei napoletani, lasciando loro aperta ogni possibilità: il rock, le inflessioni e la ricerca jazzistica soprattutto concentrata nei fiati di Elio D'Anna, il recupero ancora piuttosto vago della poesia e della melodia folklorica tradizionale specie napoletane, sono qui ancora integri, anche se talora avvolti dalla potenza sinfonica dell'orchestra di Bacalov. Alcuni dei brani sono cantati, in inglese. Gli Osanna dimostrano di essere anche più maturati, e promettono veramente cose eccellenti per il futuro. Intanto quest'album è sicuramente fra le più notevoli colonne sonore composte in Italia. Enzo Caffarelli 77 OSANNA Palepoli 1973 Sicuramente il mio disco preferito di questo gruppo!!! Il motivo di questa mia affermazione è sicuramente la lunga traccia "Animale senza respiro": un qualcosa di incredibile: intrecci di flauti, sax, mellotron e ritmi spesso Crimsoniani. CONSIGLIATO. *** Palepoli è la Napoli primigenia, allegoricamente è la terra promessa per una riscoperta dei valori umani e per la liberazione dal tiranneggiamento delle macchine e dell'evoluzione tecnocratica. Gli Osanna hanno fondato su questo presupposto la loro opera teatrale e musicale che sta girando l'Italia. A noi spetta parlare in questa sede essenzialmente della musica. Ma non possiamo non lodare il gruppo per il coraggio con il quale ha portato avanti e realizzato un lavoro, cui da tempo attendeva con ostinazione e, dire, con un orgoglio tutto napoletano; e per avere aperto la strada, in Italia, ad un discorso artistico più vasto e coinvolgente, come può esser la fusione fra musica, parola, gesto e immagine, secondo una formula che anche altre formazioni italiane - sappiamo di sicuro - hanno in programma per un prossimo futuro. L'opera si svolge come un'odissea attraverso i secoli, e si articola intorno ad un teatro sperimentale, piuttosto primitivo, che trova il suo riscontro musicale in certe volute imperfezioni tecniche, in una immediatezza che non è mai però rozzezza, nella sfasatura dei cori e nel missaggio che non è quello perfettissimo di altre occasioni. Sul piano della musica non vi è una vera e propria corrispondenza con i tempi, né un forzato compiacimento nel folklore napoletano. Forse una ricerca de un recupero più approfondito non avrebbero guastato. Solamente nello stupendo inizio ci si trova in un'antica Napoli popolare, tra il vociare di un mercato, un flauto di ispirazione orientaleggiante ed i richiami dei venditori ambulanti, che si risolvono successivamente in un tempo di tarantella, cantata in dialetto (- Fuje 'a chistu paese, fuje 'a chistu paese. Parole, penziere, perzone nun vanno ddaccordo nemmanco nu mese. Fuje 'a chistu paese, fuje 'a chistu paese. L'ammore, 'na casa, nu munno, so 'ccose luntane a 'sta ggente ddjuna - ). Questa è l'introduzione, mentre per il resto gli accenni sono molto vaghi, in pratica brevi spunti flautistici di Elio D'Anna, che ricordano danze popolari. Non ci sono davvero critiche autentiche da muovere a "Palepoli", specie dopo avere ascoltato con concentrazione e più volte l'album: in particolare la prima facciata ci sembra quanto di meglio un gruppo italiano ha saputo realizzare negli ultimi tempi. La strumentazione è quella solita del quintetto, con ampio uso di fiati e di tastiere; c'è una normale frammentarietà di immagini, ma spesso gli Osanna impiegano tutti gli strumenti insieme, palesando l'affiatamento e la coesione dei quali sono maestri dal vivo, ed il discorso è più unitario e completo, rispetto ad esempio al primo album, "L'uomo". Il gruppo ha saputo conciliare la musica con l'immagine, senza però condizionare l'una forma d'arte in funzione dell'altra: questo non esclude comunque che si possa avere la comprensione autentica dell'opera solo dal vivo, a teatro. L'uso del mellotron e del sintetizzatore, le chitarre e specialmente quella elettrica di Danilo Rustici che, pur essendo un discepolo di John McLaughlin, è uno dei più originali strumentisti italiani, i fiati insuperabili di Elio distribuiti con precisione e parsimonia, i testi intelligenti e 78 provocanti, beni inseriti negli spazi musicali senza rappresentare un momento staccato nello svolgimento della musica: tutti questi elementi fanno di "Palepoli" un'opera interessante ed importante. Enzo Caffarelli PANNA FREDDA Uno 1971 Altro bel disco consigliato agli amanti del primo progressive italiano! Quando dico primo intendo proprio le prime esperienze ed apparizioni in questo genere! Tenendo conto l'anno del disco (71) si può dire che, insieme a Caronte dei Trip e a Collage delle Orme, è sicuramente uno dei precursori della grande espansione del genere, cosa che ha fatto guardare al nostro paese con invidia anche gli stati musicalmente da sempre più affermati come, ad esempio, l'Inghilterra. Detto questo bisogna quindi giustificare certe imprecisioni e pesantezze all'interno del disco che comunque non ne pregiudicano il valore! Belle "Un re senza reame", "Un uomo" e "Scacco al re Lot" con un accenno anche all'inno nazionale di Mameli. Assolutamente da sentire "Il vento, la luna e pulcini blu". Consigliato PERIGEO Abbiamo Tutti un Blues da Piangere 1973 Molte sono le cose che colpiscono di questo disco ma due sono lampanti già ad un primo ascolto: la preparazione tecnica dei componenti, mai sopra le righe e sempre ben amalgamati, ed i molti spazi, sparsi tra le varie composizioni, dedicati all'improvvisazione. Il disco ha un'impronta nettamente rock anche se non mancano alcuni accenti jazzati con apice massimo in "Vento, pioggia e sole". Unica canzone cantata è la prima "Non c'è tempo da perdere" con prima parte che mette in contrapposizione una batteria assillante ad un pianoforte ben improntato mentre nella seconda un lungo lavoro di chitarra e Fender Rhodes, strumento ampiamente e magistralmente usato in tutto il disco. Pazzoide incrocio di pianoforte e violino in ingresso a "Déja Vu" a cui fa seguito una bella melodia di sax sottolineata da un esile ma valido arpeggio di chitarra acustica. A "Rituale", buon tema e momento di assolo, segue "Abbiamo tutti un blues da piangere" con un inizio acustico che porta la mente ad atmosfere del Morricone della cosiddetta trilogia del dollaro, con interventi di Rhodes e batteria in stile "Echoes" dei Pink Floyd. Buone anche "Country" e "Nadir" sempre condite da Rhodes e ottimi interventi di sax e chitarra elettrica. Senza dubbio un disco valido anche se magari consigliato agli amanti di atmosfere tipicamente strumentali, di assolo ed improvvisazione. Chi cerca ritornelli orecchiabili e cantabili ha sbagliato indirizzo. 79 soprattutto acustiche. flauto e mandolino..PERIGEO La Valle Dei Tempi 1975 Dei dischi che possiedo di questo gruppo questo è quello che ritengo maggiormente spostato verso jazz e fusion. "Raipure". organo. classica e.. anche se non mancano comunque momenti elettrici. PIERROT LUNAIRE Pierrot Lunaire 1974 Altro grande disco del panorama progressivo italiano.. "Il re di Raipure" e "La saga della primavera". Singolare scelta stilistica/strumentale di questo gruppo che punta sul massiccio uso di chitarre. visto anche il ritorno alla ribalta di Tubular Bells come colonna sonora del film "L'esorcista". Spuntano "Overture XV". Da sentire: "Tamale". e tastiere varie.. 80 .è sparso qua e là anche nel resto del disco comunque). o almeno da parte dei nostri musicisti. ed il risultato è un pregevole incrocio di vari generi musicali: progressive. Belli anche i testi: . riducendo al minimo le parti di batteria (presente in "Invasore" e "Sotto i ponti"). sitar. tanto più che questa risulta quasi stonata nelle due precemente dette apparizioni: forse per quelle belle melodie sempre trainanti e mai noiose che accompagnano tutti i 43 minuti del disco. perchè no.il coraggio senza una spada non servirà. presenta un suono sempre bello pieno grazie ai vari contorni di sax e chitarre mentre le atmosfere sono sempre molto dinamiche e nello stesso tempo anche tirate.. folk. Il disco è godibilissimo e le varie atmosfere non ne fanno mai rimpiangere la mancanza .. Dato l'anno di uscita di questo disco non mi sento in grado di commentare questo fatto se non come una possibile influenza (per entrambi) da Mike Olfield. Sicuramente è uno dei dischi migliori di questo gruppo che testimonia la grande abilità dei componenti anche in generi che per tradizione non sono propriamente tra i più trattati e sviluppati nel nostro paese. "Cantilena" e "Un cerchio giallo". con chitarre distorte e moog. Consigliato. "La Valle dei templi".. Una piccola curiosità: il pianoforte de "La Valle dei templi" è in perfetto stile Simonetti.. Fatto sta che i tre componenti del gruppo offrono un lavoro fortemente basato sulla chitarra acustica con qualche spruzzata di pianoforte. Nella seconda parte della canzone ritrovo con piacere lo strumentino strano presente anche in Easy Money dei King Crimson di cui ignoro il nome (. vedi ad esempio in "Mandragola". Disco molto buono. per altro perfettamente riuscito. L'inizio di "Plasir d'amour" ricorda lo stile Clickkiano di Battiato con una doppia voce recitante parole acquose e la tabellina dell'uno. 81 . "Giovane madre" e "Sonde in profondità". Copiando pari pari le parole di Arturo Stalteri: "Gudrun" è un album dalle tinte forti . Di certo non si può etichettare Progressive se non nell'intento. Moog.PIERROT LUNAIRE Gudrun 1977 Chi cerca un seguito all'acustico esordio rimarrà fortemente deluso in quanto questo secondo Gudrun si basa fondamentalmente sulla ricerca e sulla sperimentazione. pianoforti ed effetti vari solo sostanzialmente gli ingredienti fondamentali. "Gudrun" è la REALTA'! Per chi ama schemi liberi e atmosfere sperimentali. mentre della formazione del precedente disco manca Vincenzo Caporaletti.. forse più ostiche rispetto al precedente lavoro ma molto più mature e compatte. di una ricerca progressiva e per il progresso (in senso stretto) delle atmosfere create. conditi con la grandiosa voce del soprano Jacqueline Darby.. Originale lo scatto fotografico tra le varie canzoni a segnalare il distacco tra le varie diapositive musicali. lasciando forse un piccolo rimembro e richiamo al precedente stile nel clavicembalo d'apertura. nuovo acquisto del gruppo. Onestamente lo ritengo un bel disco anche se necessita del tempo per essere ben digerito. e le ottime presenze di pianoforte in "Dietro il silenzio" e "Morella". Musicalmente da segnalare la lunga "Gudrun". se "Pierrot Lunaire" rappresenta il SOGNO. *** Devo dire subito che questo è il disco che attendevamo con fiducia da parecchi mesi. pianoforte. Tra le canzoni segnalo: "Impressioni di settembre". Consigliato. Franco Mussida. forse il brano di maggior successo del gruppo. qualche passaggio in "E' festa" e "La carrozza di Hans" ricorda non tanto vagamente il primo disco dei King Crimson (non a caso in una raccolta di 4 cd del gruppo uscita qualche anno fa. il primo episodio di un cammino probabilmente molto lungo. Sicuramente un album come questo potrebbe avere un certo successo anche all'estero. Devo dire però. e soprattutto il desiderio. cercando di evitare ogni palese imitazione. esce questa "Storia di un minuto". la loro poliedricità. viste soprattutto le varie atmosfere tipicamente mediterranee nelle parti cantate e nelle belle chitarre acustiche di Mussida. fruttata pienamente nell'impiego di flauto.. ricostruisce la struttura caratteristica della "Lucky man" di Greg Lake. e verso quali modelli stranieri orientarsi. avevano le idee molto chiare sua quale tipo di musica suonare. e con un quinto elemento. forse nella stessa Inghilterra. chitarrista e cantante della formazione. la prima canzone era proprio "21st century schizoid man"). sintetizzatore. Certo non si può bocciare un disco come questo per qualche passaggio che magari deriva dal background prediscografico del gruppo.Premiata Forneria Marconi Storia di un minuto 1972 Bel disco d'esordio per una delle poche formazioni italiane che hanno trovato il successo anche all'estero.. Intimista allo stesso modo. di riscoprire contenuti da rivestire e da reinterpretare nel patrimonio musicale italiano. Rossini.. La "introduzione" è tipicamente crimsoniana. da quando cioè si era capito che i Quelli. il cantante e polistrumentista Mauro Pagani. Due le cose principali da osservare: una prima è la levatura tecnica degli strumentisti. dolce e stupenda per la musica e per il testo. mentre la Premiata Forenria Marconi continua a sviluppare una personalità sempre più propria. clavicembalo. Parlavo prima di ispirazioni: ebbene la principale viene dai King Crimson. che. tornati alla ribalta con una nuova originalissima denominazione. sono gli autori di tutte le musiche e di quasi tutti i testi (c'è lo zampino del solito Mogol). mentre la successiva "Impressioni di settembre". la sublime prima parte di "Dove. secondo me. Ha sicuramente influito il fatto che tutti i componenti del gruppo sono dei validissimi musicisti primo fra tutti il bravo Mauro Pagani che con i suoi violini e flauti riempie in maniera pregevole e mai banale il suono. Verdi: l'amore adombrato per la musica operistica. dei quali il gruppo amava interpretare in concerto più di una pièce. la tirata "E' festa". che si alterna al flauto all'ottavino ed al violino. Così. quando". o comunque da essi prendere lo spunto.quando" e "La carrozza di Hans". L'altra considerazione è la ricerca del gruppo all'interno di certe matrici classicheggianti tipicamente italiane: Vivaldi.. chitarra a dodici corde. almeno in territorio nazionale. colloca la PFM in una posizione del tutto particolare nel panorama di coloro che cercano un 82 . ma più acustica e stilisticamente più personale la prima parte di "Dove. comune un po' a tutti i nuovi gruppi nostri. Parte dell'album era già nota per l'edizione su 45 giri de "La carrozza di Hans" e di "Impressioni di settembre". con le aperture a largo respiro di organo e di moog. e Mauro Pagani. mellotron. percussioni. violino. Il flauto ed il violino. vuole solamente significare la tessitura sfaccettata. Wanda Spinello e Marco Damiani. Enzo Caffarelli 83 . sono molto impiegati. rispetto alle esibizioni dal vivo.. elaboratissima. e la chitarra acustica è l'autentica dominatrice. di pause.aggancio al classico. quando". anch'essi frammentari. dei colori che compongono il mosaico dei suoni. mentre impiegati sovente il mellotron ed il moog. I sintomi emergono in E' festa" e nella seconda parte di "Dove. su cui veleggiando testi semplici ma significativi. carosello di suoni. editi alla descrizione di piccole cose. ricchi di silenzi.. Buona la registrazione. intrecciata. simili alla poesia di stampo crepuscolare. di dialoghi ricchi di fantasia e di una strumentazione varia e costantemente indovinata. L'album è molto frammentario: ma frammentario non è un aggettivo negativo. anche se la voce è troppo in sottofondo. E bello il disegno di copertina. di immagini tradizionali ma rivissute con ingenuo incanto. opera di Caesar Monti. violino e chitarra. pallide.. quegli accenni di tarantella e di canto popolare che nle primo album venivano calati nel linguaggio meravigliosamente moderno del gruppo. cui ha collaborato Claudio Fabi. Con questo brano la Premiata ripropone l'atmosfera fiabesca dei migliori gruppi inglesi e del primo LP "Storia di un minuto". a somiglianza dei Gentle Giant. ma vorrei precisare che il confronto con il gruppo fedele discepolo di Francois Rabelais e dei menestrelli medievali non li fa affatto sfigurare. l'album avrebbe bisogno di un buon impianto stereofonico per essere pienamente gustato. sempre rigorosamente calibrata ed intimista. senza diretto intervento. è qui ancora presente. Il brano è indirizzato a tutti i sedicenti pacifisti. "Generale" è forse la canzone più tirata del gruppo: un pazzo incrocio di pianoforte contrastato dal resto del gruppo per un mosaico a dir poco mozzafiato. sia nella strumentazione che si basa sostanzialmente sul pianoforte.. varie citazioni sottilmente legate fra loro da episodi di mellotron o di sintetizzatore. stilisticamente eclettica al massimo. interrotto da una marcetta militare in sintonia con il titolo. e proprio per questo tipicamente indicata ad esprimere compiutamente le esigenze artistiche di questo periodo di transizione. Da segnalare inoltre la bella parte di pianoforte all'interno de "Il banchetto" e l'ultima "Geranio". perfette sono le registrazioni. sicuramente avrà una funzione importantissima nell'abituare l'orecchio del consumatore medio italiano a discorsi più impegnati. *** Se una conferma era necessaria da parte della Premiata. sotto forma prevalentemente di tradizione classica (Sei e Settecento). posti in un mosaico policromo. il secondo album è esattamente ciò che ci si poteva attendere: più curato del precedente. si dilata e di restringe.Premiata Forneria Marconi Per un amico 1972 Alto grande disco e questa volta completamente depurato da qualsiasi influsso musicale (vedi quanto detto alla fine del commento del disco precedente)! Si comincia con "Appena un po'" con un bel intreccio di chitarra acustica. Le due facciate sono divise complessivamente in cinque titoli. il gruppo che pare avere sostituito King Crimson nella funzione di ispirazione del quintetto. e si rilevano gli interessi per il jazz. Per la sua raffinatissima costituzione. La tradizione italiana. La musica è a tinte tenui. comincia a fare qualcosa. caso frequente anche fra i musicisti. tu 84 . Bella la parte cantata sottolineata in maniera pregevole da un bel mellotron. in un magma sonoro che cresce e scompare. "Generale" imprime alla raccolta una maggiore vitalità. flauto e clavicembalo. 9 till 5". Il brano che dà il titolo all'intero album (forse il destinatario è Claudio Rocchi) dice fra l'altro: "Non domandarmi se un giorno cambierà. l'impasto fra piano. Consigliato. a coloro che avvertono l'urgenza dei problemi e ne denunciano la gravità in una sorta di mistica estasi. Questo ultimo commento esula da questo disco comunque. rappresenta la parte migliore del brano. che viene tuttavia a combinarsi con altre forme espressive. meno immediato ed appariscente. "Per una amico" somiglia forse troppo ai Gentle Giant. sia nella melodia che nell'uso delle voci. "Appena un po'" parte come collage di frammenti di musica classica. Non ho apprezzato l'inserimento del testo per la seguente trasformazione per il mercato straniero e rinominazione in "Mr. "Old rain". ".. Enzo Caffarelli Premiata Forneria Marconi Photos of Ghosts 1973 Commento di Nicola Wiri Questo disco rappresenta la versione inglese del precedente album "Per un amico". "). 85 . sempre piagnucola. Infine "Geranio" è la più intima e cerebrale fra le cinque composizioni. chissà perché. vari flauti. l'assassino e sua santità. con il moog che introduce e coordina vari strumenti classicheggianti (fra l'altro la PFM utilizza il clavicembalo. "Il banchetto" presenta una prima parte cantata. Sembra un discorso fra loro e il gruppo inglese: "sire. quindi Mr 9 till 5 (Generale) ha avuto bisogno di un testo. maestà.. riesce a dare l'idea della grande orchestra. Mi sono accorto di una cosa ascoltando "Il banchetto": il testo pare una risposta a coloro che credevano la Premiata una copia dei King Crimson. il poeta. tutti fedeli amici tuoi. La seconda parte è strumentale. chissà perché . riverenti come sempre siamo tutti qua. la spinetta. paroliere dei King Crimson. con un breve e pregnante testo contro l'asservimento allo stato costituito ("Sire.". ma potrebbe essere. o meglio: niente di nuovo.. da cui si fa bene a non aspettarsi molto.. con un maestoso finale dove il moog. non gi va mai bene niente. maestà. come per dire che è presente una certa ammirazione ma credendo comunque in un proprio stile. quasi impercettibile nelle sue sottili evoluzioni. ad eccezione de "Il banchetto" rimasta in italiano e probabilmente neanche risuonata. invece è stato storpiato uno dei pezzi a me più cari.. siamo no. Ogni traccia è stata risuonata alla perfezione con solo qualche leggera variazione qua e là e ogni tanto l'inserimento del moog nelle canzoni. I brani sono un po' mischiati e in più ci sono "Celebration" (È festa) ed un inedito.scappi e ti nascondi e non si può. solo il popolo non ride ma lo si sa. come altrove. tu vivi i tuoi compromessi e non si può.. Poi inizia la parte alle tastiere e al piano di Premoli come dimostrazione della loro personalità. sire. non è più tempo di sogni ma di realtà. nei suoi contrasti chiaroscurali e nella sua fine struttura. il mandoloncello)... o maestà" e poi ancora: "Tutti sorridono. I testi sono tradotti da Pete Sinfield.. probabilmente per aggiungere ancora qualcosa di nuovo.. In conclusione questo album non è assolutamente niente di eccezionale. Sarà una stupidaggine. A. il gruppo propone questo "L'isola di niente" leggermente inferiore ma comunque buono. "Is my face on straight" è il punto debole del disco. Premiata Forneria Marconi Chocolate king's 1975 Lo stile di questo disco è tutto particolare. Prima dell'acquisto consiglio un ascolto. "L'isola di niente" è una lunga traccia con un tentativo alquanto inutile di inserire delle parti di corale.S. 1974 Disco live con esecuzioni dominate dalle canzoni di "Photos of Ghost" anche se non manca un assaggio del materiale in italiano. Chiude la strumentale "Via lumière": una versione live in qualche disco seguente sarebbe stata curiosa da ascoltare visto che all'interno sono presenti alcuni passaggi che necessitano attenzione e puntigliosità! Leggermente inferiore ai primi due ma comunque un buon disco! Consigliato. La qualità con cui vengono riproposti i pezzi è molto alta e alla fine viene proposto un riarrangiamento dell' overture del Gugliemo Tell di Rossini. ancora nella scaletta della band.. Premiata Forneria Marconi L'isola di niente 1974 Dopo i due ottimi dischi d'inizio e lo sbarco internazionale con "Photos of Ghosts". La voce del cantante ricorda in maniera molto chiara quella di Peter Gabriel. Consigliato a chi cerca una visione live.Premiata Forneria Marconi Live in U. visionario paroliere dei primi King Crimson. ed è sostanzialmente divisa in due parti: una prima buona parte in tipico stile della band mentre la seconda è un leggero pasticcio in stile Yes Album. Seguono due cavalli di battaglia del gruppo: "La luna nuova" e l'acustica "Dolcissima Maria". 86 . Il testo è opera di Peter Sinfield. Grandioso inizio in "From under" e bella "Out of the roundabout". Il risultato finale è ugualmente positivo grazie a dei validi cambi di tempo ed atmosfera.. in cui il rock progressivo andava di già consumandosi. in effetti è molto amplio l'uso del micro moog soprattutto in "Storia in "la"".Premiata Forneria Marconi Jet Lag 1977 Commento di Nicola Wiri Ancora un buon disco sfornato dalla PFM in un periodo. difatti la probabile migliore dell'album è "Cerco la lingua" l'unica in italiano con una gustosissima introduzione di violino. è la voce solista di Lanzetti che non lascia spazio neanche a quella melodica di Premoli. Comunque i motivi creati con questo solo strumento non faranno mai stancare. La durata dei brani supera in tutti i 4 minuti tranne che in "Peninsula" brano per sola chitarra con Mussida capace ancora di arpeggiare da vero maestro. invece. e che non credo avrà più seguiti. l'ultimo favoloso brano che chiude un disco forse più che discreto. Il pezzo viene poi inserito in "Traveler". anche se un po' lontano dal primo stile classico. Tutte le canzoni cantate sono in inglese e perdono un po' di vero stile PFM. 87 . Quasi tutti i pezzi offrono musica di ottimo gusto a volte un po' priva di idee e appena ripetitiva. Ciò che non soddisfa. però. Qui la formazione storica muta leggermente: entra Bernardo Lanzetti al canto uscito da Acqua Fragile ed il preciso Gregory Bloch ai violini mentre esce il grande Pagani. .QUELLA VECCHIA LOCANDA Quella Vecchia Locanda 1972 Primo disco di questa grande band che paga in qualche attimo l'immaturità artistica dei componenti. la Vecchia locanda cerca l'equilibrio giusto tra il rock tipicamente britannico. affidate ora al violino elettrificato e non. impregnata sul violino che caratterizza tutta la prima parte dell'album e la fase conclusiva. *** "Quella vecchia locanda" è un sestetto romano che ha certamente realizzato uno dei migliori dischi italiani dell'anno. ricco di belle immagini. mostrano di avere ascoltato Vivaldi e specialmente Bach forse più attentamente di quanto non abbia fatto il flautista e cantante Giorgio Giorgi nei confronti di Ian Anderson. "Verso la locanda": bella parte cantata con finale tiratissimo. e la musica è molto vicina ai Jethro Tull. oppure se sta tentando progressivamente di liberarsi del retaggio classico che appartiene indiscutibilmente alla formazione culturale di almeno qualcuno di loro. specie nell'uso del flauto. "Sogno. ora alla spinetta. nei continui frazionamenti di ritmo e nell'incalzare di fasi solistiche. Desidero solamente sottolineare che il gruppo ha ancora bisogno di trovare rimedio ad una certa freddezza formale. mi sembra che ancora una volta il problema dell'applicazione della lingua italiana al rock. Con uno stile frammentario. Il gruppo esegue una musica tipicamente inglese nel linguaggio del rock.risveglio e . Ma poiché in sede di recensione sono solito indicare di un disco più i difetti che i pregi. inserendosi di prepotenza nel novero dell'ultima generazione nostrana di gruppi all'avanguardia. Per essere un disco d'esordio il risultato è molto buono anche se io onestamente preferisco leggermente il seguente "Il tempo della gioia". dato che i riferimenti classici rimangono fini a se stessi. probabilmente i risultati saranno ancora 88 . e Donald Lax che suona il violino. Ripeto ancora una volta che l'album è fra i migliori italiani in circolazione e lascia intravvedere ottime prospettive. un'illusione" e "Realtà". altrettanto buone "Un villaggio. ora al flauto o all'ottavino.. Questo non significa che il disco non sia interessante.sia già un coefficiente di positività). Certo è che Massimo Roselli. tranne forse in uno o due punti del microsolco. nella strumentazione ricchissima. che opera alle testiere. al mellotron o al moog. che forse proviene dalla forzata imitazione di modelli stranieri. voglio aggiungere due parole (non si tratta di snobbismo. se il gruppo sta cercando un'autentica comunione di momenti musicali. Se saprà rimpiazzarli con la tradizione italiana..anzi. penso piuttosto che lo stesso fatto di presentare un LP in questa rubrica dove passano venti dischi al mese su centinaia che vengono immessi sul mercato . Grandissima la prima parte cantata in "Prologo": potente e trascinante. qualche volta un tantino scolastiche. secondo il tentativo di altri gruppi. e soprattutto con una base classicheggiante. nel background batteristico ed in certe frasi vocali: a proposito della voce. Comunque consigliato. trovi scogli insormontabili. La formazione è pressappoco quella dei Gentle Giant. Devastante la chiusura del disco: "Dialogo": un piccolo atto d'accusa con un bel incrocio di synth iniziale.": una bellissima parte di pianoforte esaltata e sospesa da intermezzi di flauto e violino in cui viene anche ripreso lo stacco iniziale di "Prologo". come si diceva.. con qualche vago spunto jazzato. ma non si comprende bene. ) "Villa Doria Pamphili".. distribuita dalla RCA italiana. sicuramente la traccia migliore. flauto e chitarra. Belle "Il mondo cade su di me". un amico".un mondo di cristallo 1972 Concept album racconta il ritorno di un'astronauta sulla Terra e lo sconforto nel trovarla distrutta! Lo stile è simile a quello dei Semiramis sia nell' uso della chitarra acustica che nel canto. Enzo Caffarelli QUELLA VECCHIA LOCANDA Il Tempo Della Gioia 1974 Bellissimo secondo disco di questo gruppo romano fortemente influenzato dalla musica classica: grandi parti quindi di violini.. 89 .. con una breve ma intensissima parte cantata. la quasi jazz "Nel mio quartiere" e la lunga "Un palco di marionette". Spuntano (anche se non c'è niente da buttare qui. sempre sostenuta ed esaltata da un gran lavoro musicale ad opera del resto del gruppo. Onestamente non è uno dei miei dischi preferiti anche se sono fermamente convinto del fatto che sia un validissimo prodotto. Il gruppo comunque non indugia nel mescolare anche diversi generi musicali: si veda "Su una rupe" con inizio acustico con chitarra 12 corde e flauto. flauti. a volte leggermente aspra ma mai ai livelli dei Semiramis." e "Un giorno.migliori. RACCOMANDATA RICEVUTA RITORNO Per. stacco indiavolato con intervalli di pianoforte e seguente strofa con Hammond. Ottima la registrazione per l'etichetta Help.. forse il brano più interessante del disco. pianoforti e clavicembali! Formato da cinque canzoni stilisticamente mai ripetitive. il disco è di piacevolissimo ascolto tanto più che un giorno sono riuscito ad ascoltarlo sei volte di fila !!! Gradevolissima la voce del cantante. "A forma di.. Consigliato. "Padre" e "Vertigine".per fare bella figura. Enzo Caffarelli 90 . ed a creare testi intimisti. presto ridimensionata). il sintetizzatore. Prodotti ed assistiti da Maurizio Vandelli. favolistici. perché non sono stati certamente gli iniziatori. Quella Vecchia Locanda e il Banco del Mutuo Soccorso. i Fholks). il piano. e la strumentazione ricercata e raffinata. Una generazione che è in possesso delle idee e dell'entusiasmo necessario.anche se non si è veloci.REALE ACCADEMIA DI MUSICA Reale accademia di musica 1972 E' finita l'epoca dell'hard rock e della musica caotica ed ipnotica fine a se stessa. con una cantante di origine spagnola. eccoli a scoprire una dimensione acustica. la Reale Accademia di Musica ha registrato un album molto buono che trova immediata collocazione nel discorso sopra svolto. Tutt'altro. hanno fatto di tutto . Come altri. senza tuttavia elevarsi con spunti particolarmente originali. Se uscirà completamente dal guscio. con un primo album di sei brani complessivi. tecnicamente preparatissimi . il mellotron. Si tratta di un gruppo romano di musicisti conosciuti nell'ambiente per avere militato in altre formazioni (il nucleo originario del Banco del Mutuo Soccorso. Sta a noi raccogliere l'invito. con strutture molto melodiche. tra i quali ricordo "Il mattino". a mettere in prima fila le tastiere.istintivamente ed inconsapevolmente . avremo anche noi finalmente una musica bella e sufficientemente autonoma. le strofe ampia che consentono l'inserimento della troppo armoniosa e barocca lingua italiana (nei confronti di quella laconica ed essenziale degli inglesi). che se nel rock duro esse si erano sforzati di immedesimarsi in un linguaggio che non era né può essere il loro. poetici. Non che in questa operazione gli italiani si siano dimostrati molto originali. ora si trovano viceversa a proprio completo agio. i ragazzi della Reale sfruttano il momento con un sapiente sound basato principalmente sul piano e sul mellotron. collezionando magre figure e mai superando un livello poco più che accettabile. fra i quali voglio inserire i Jumbo. Ci prova intanto la Reale Accademia di Musica. e dopo qualche flirt passeggero con i gruppi inglesi di maggiore successo (vedi l'esplosione del flauto alla Ian Anderson. E' la nuova generazione dei gruppi italiani. melodica. dove è sufficiente possedere qualche idea ed un pizzico di buon gusto . con l'arioso respiro delle melodie. più latina e più classica. In una parola. I gruppi italiani hanno imparato la lezione. gli inglesi ci sono venuti incontro. sulle quali le parti più mosse si inseriscono per progressiva accelerazione dei tempi. Con la differenza tuttavia.per portare la musica verso una linea più meridionale. ma il cui lavoro si svolge ancora ad uno stadio embrionale. sicuri. l'imitazione è forse ancora più palese. una sorprendente chitarra capace di eccitanti assoli e di disegnare sfondi ricchissimi di contrasti.ROCKY'S FILJ Storie di uomini e non 1973 I Rocky's Filj sono uno di quei tipici gruppi alla cui base non c'è tanto spirito di emulazione. piccole isole di quiete in mezzo ad un rincorrersi di temi ritmici. priva di pesantezza. le parti fiatistiche ricollegabili a certi King Crimson e un vago sapore di McLaughlin. il cui unico appiglio culturale che si faccia sentire è il richiamo verso il jazz.e la capacità di inserirsi autonomamente in un discorso decisamente vivo e moderno. sax. considerate oggi indispensabili . ma senza sovrincisioni. fanno di questi Rocky's Filj una piacevole realtà. Per il resto l'animosità e la freschezza della musica assorbe e miscela benissimo tutte le matrici. Enzo Caffarelli 91 . curando in particolare la produzione e la gamma dei suoi e dei timbri: il risultato è quanto di meglio si possa oggi realizzare suonando una musica viva e moderna. quanto una genuina necessità di esprimersi attraverso la musica: un gruppo di amici che si radunano in cantina per dar sfogo a questa passione. clarino e batteria non compaiono le tastiere. senza porsi. poggiando su doti non comuni: una sezione ritmica impegnatissima e varia. oltre due anni fa. almeno in principio. più pittorici. cesella frasi di grande effetto. i quattro ragazzi tornavano in cantina. La formazione decisamente inusuale. in cui la voce di Rocky è un metallo che canta. Tutto tempo che. infrangendo i timori di chi credeva che dietro a Banco. chitarra. ance. obiettivi concreti né ambizioni stilistiche ben precise. cinque brani piuttosto omogenei fra i quali si distinguono "L'ultima spiaggia" e "Martino". i sax ed il flauto perfettamente inseriti nella linea melodica. L'album. rivela una natura essenzialmente ritmica. Tale era all'inizio. la musica dei Rocky's Filj: ma le doti naturali e la freschezza dell'espressione hanno presto inserito il gruppo in un discorso che forse poteva sembrare lontano ed illusorio agli stessi musicisti. PFM e Osanna non vi fosse più spazio per la musica rock italiana. nel '72. basso. Il disco è stato registrato in studio. alla luce di questo "Storie di uomini e non". appare decisamente ben speso: il gruppo ha infatti intrapreso una strada originale non solo per il panorama italiano ma anche per quello straniero. inteso anch'esso nella sua massima libertà e visceralità. ma altrettanto presenti sono episodi ricchi di respiri ampi. stringata. Una musica viscerale e libera. Dopo la proficua apparizione al festival d'avanguardia e nuove tendenze di Roma. ma questa volta sotto la direzione notoriamente magica del produttore Sandro Colombini. e vengono utilizzati dal quartetto anche negli spettacoli. e questo album. Enzo è un solista misurato. una specie di rock sinfonico. il batterista Gino Campori ed il cantante Pino Bannarini. Solamente gli effetti elettronici che aprono la suite e compaiono poi di tanto in tanto sono preregistrati. è il primo passo verso una simile realizzazione. senza sovraincisioni e trucchi da studio. Enzo Caffarelli 92 . concepito da parecchi mesi. il chitarrista Enzo Vita. Il Rovescio della Medaglia mi sembra diverso da un po' tutti gli altri gruppi italiani. Infine anche Pino possiede una bellissima voce. forse un po' grezzo !!! Comunque non è progressive *** Ancora una volta qualcosa di "nostro" merita posto in questa rubrica. mentre la sezione ritmica. senza nessuna operazione di filtraggio e di sovrapposizione di nastri. sia quelli da tempo affermati. una specie di biblica rievocazione suddivisa in sei parti: "Il nulla".. Oltre ai testi. elemento questo che manca a buona parte delle nuove formazioni nostrane.. pur restando in alcune parti vicino ad un hard rock di stampo tradizionale. Le loro intenzioni sono quelle di creare un tipo di musica tutta propria. La scritta dal vivo indica che è stato registrato in diretta. "L'ammonimento". anche gli strumenti cercano a turno di significare i personaggi e gli ambienti della Bibbia. L'ammonimento. L'album ha pure il pregio di rappresentare un concetto unico. "Sodoma e Gomorra". Non è male . "Il giudizio" e "Il diluvio". Sodoma e Gomorra. e non in concerto.. cioè con due microfoni davanti al gruppo. e finalmente inciso dopo il reperimento del fatidico "contratto". specie per merito di Stefano . molto espressivo.ROVESCIO DELLA MEDAGLIA La Bibbia 1971 Disco hard rock!!! Parti dell' antico testamento: La creazione. "La creazione".. il bassista Stefano Urso. ovvero in una sola passata. è senza dubbio una delle migliori fra i gruppi italiani. Il diluvio. che quelli usciti di prepotenza nell'ultimo anno. L'album è stato registrato negli studi della RCA direttamente dal vivo. Il Rovescio della Medaglia è un gruppo romano di quattro elementi. sperimenta ora una nuova strada. Inoltre il nuovo elemento. e ad un altrettanto immaginario chitarrista pop Jim McCluskin. una volta tanto per questo gruppo. al quale almeno in teoria sono sempre stati interessati: in particolare all'affetto per Beethoven hanno affiancato autori più moderni. tema.. ponendone in risalto le qualità tecniche. L'arrivo nel gruppo di Di Sabbatino giova sia alla produzione che al gruppo stesso e se ne può apprezzare appieno qui la grande abilità di musicista in quanto l'esecuzione di alcune parti è davvero notevole. comunicativo? E' un problema che buona parte dei musicisti pop si sono posti da tempo. S. "Contaminazione di alcune idee di certi preludi e fughe del Clavicembalo ben temperato di J. IL classico che funge da modello è Giovanni Sebastiano Bach: un Bach naturalmente trasfigurato. Bach. "Mi son svegliato e ho chiuso gli occhi" con una bella alternanza di organo e violini e "La grande fuga" con grandi interventi di moog. differente decisamente dalla precedente produzione del Rovescio della Medaglia. soprattutto senza barocchismi superflui. musicista scozzese del '700. La "Contaminazione" è una lunga suite divisa in tredici porzioni. uno psicopatico che si sarebbe considerato figlio naturale di Bach. ma con una certa utoironia. già autore di "Concerto grosso" dei New Trolls e di "Preludio. organo e violini. 93 . clavicembalo. La mano del maestro Bacalov ha saputo guidare e plasmare il quintetto romano. Il Rovescio della Medaglia. Sottolineo le note di copertina. e smussandone gli angoli più spigolosi e narcisisti. anche il Rovescio vuole ergersi ad utopistico modello di reincarnazione bachiana. dopo i dischi di hard rock intellettuale. I ragazzi del Rovescio si sono dunque avvicinati al classico. che sono indiscutibili. originale. che ha collaborato in sede compositiva con Bacalov.S. Originale il tema trattato: parla di uno smemorato che ridestatosi pensa di essere Bach. Consigliato. come rinnovarne il fasto e la forza creativa capovolgendo certi presupposti ed utilizzando un linguaggio diverso. Ottimo l'inserimento di parti di chitarra spesso distorta. ha introdotto le tastiere nel gruppo e proviene direttamente dal classico. *** Come ispirarsi ai classici. variazioni. Bach". ma con gli strumenti disposti in maniera originale. come Bartok: il chitarrista Enzo Vita. di cui segnalo "Alzo un muro elettrico". C'è dunque una continua opera di osmosi. dandovi ciascuno una differente risposta. senza inutili ripetizioni. Franco Di Sebatino. Cosa resti di Bach è difficile dirlo.. cerca di riprodurre con il suo strumento certi archi tipici del musicista ungherese. canzona" degli Osanna. "La mia musica" suona in maniera molto più leggera ma è presente all'interno uno stupendo stacco di violini. come indica chiaramente il titolo completo dell'opera. che alterna momenti estremamente convincenti come altri forse più ingenui e scontati. senza presunzione. In termini meno ermetici. in collaborazione do Luis Bacalov. che del Somerset si riterrebbe la reincarnazione vivente. Grandi "Ora non ricordo più". in cui si accenna ad un immaginario Isaia Somerset.ROVESCIO DELLA MEDAGLIA Contaminazione 1973 Bellissimo inserimento di parti rock a parti tratte dal clavicembalo ben temperato di J. Da segnalare inoltre "Passaggio di via arpino" con un respiro di improvvisazione e "L'ultima spiaggia".Enzo Caffarelli ROVESCIO DELLA MEDAGLIA Il ritorno 1995 Un miscuglio di musica leggera. "L'angelo" e "Silenzio".Comunque non è male. se tutte le composizioni fossero state sul livello de "L'ultima spiaggia". L'uovo di Colombo e Teoremi per un disco che francamente non entusiasma ma neanche dispiace..ed io che pensavo in un grande ritorno. 94 . Buone le parti di tastiere con il pianoforte sempre in evidenza. Una delle pecche è un uso praticamente sporadico della chitarra che avrebbe sicuramente giovato e riempito certe atmosfere leggermente spoglie... di basso e batteria.. Onestamente. Il gruppo infatti trova qui una splendida grinta e coesione proponendo il pezzo più ambizioso con un ipnotico finale in crescendo di corale. Il disco comunque non è male e spuntano "Un milione d'anni fa"... sicuramente il miglior brano del disco. SAMADHI Samadhi 1974 Gruppo formato da elementi provenienti da RRR. questo disco si posizionerebbe in maniera ben diversa nella mia classifica personale. . Il suo nome è Michele Zarrillo. ma mai ai livelli de Il Balletto di Bronzo!!! Belle "La bottega del rigattiere".. "Uno zoo di vetro" (con un esplicito richiamo a Mike Oldfield). oggi designer di successo: Gordon la sa lunga sulla pittura metafisica e sul surrealismo. dai delicati intermezzi acustici (anche i Genesis hanno insegnato parecchio). ##%@@%§àçç!!!! Consigliato *** A dispetto dell'unica esibizione dal vivo cui mi è stato possibile assistere.. l'ex batterista di Patty Pravo. ed il suo quadro ricorda "In the wake of Poseidon" dei King Crimson. Bello il disegno interno della copertina di Gordon Faggetter.. e dalla presenza di un altro ragazzo. La voce del cantante è acida e stridula. Enzo Caffarelli 95 . i Semiramis si presentano con un disco..! e comunque altro glorioso disco italiano. alle dodici corde o al sint.. "Uno zoo di vetro" e "Frazz" . ed alle campane.! Lo stile è classicamente prog nel canto mentre nelle varie parti strumentali l'atmosfera diventa magicamente magnetica.. la famigerate "tubular bells" del bassista Marcello Reddavide. guidato dai fratelli Michele (chitarre e canto) e Maurizio Zarrillo (tastiere) si porta dietro ancora il retaggio tipico dei gruppi italiani. le carenze di ritmica e di fusione quasi assenti. tranne qualche scoria di hard rock.SEMIRAMIS Dedicato a Frazz 1972 Altro gruppo mordi e fuggi. affidato al batterista Paolo Faenza.. e semmai mascherate dalla ricchezza di corde e tastiere. Le chitarre amplificate. Una ricchezza espressiva. quasi hard. che affiancano ora l'uno ora l'altro leader alla chitarra acustica. che dovrebbe facilmente imporli all'attenzione del nostro pubblico. uniti alla fatale immaturità degli esordi. Il quintetto.. legate e sovrapposte con molto gusto e padronanza di mezzi. specie il difficile inserimento della voce e dei testi nelle musiche (ma perché cantano ancora tutti come Nico Di Palo?). Ma la musica dei Semiramis è vivace e per certi versi originale: i testi sono buoni. non sono fuori posto nel clima generale delle composizioni e della esecuzioni. è sottolineata dal vibrafono. piuttosto eterogenee. e "Per una strada affollata". I brani migliori: "La bottega del rigattiere".. che a parte il sint e l'Eminent facente veci del mellotron. Giampiero Artegiani. ma precisa per questo tipo di sound. e non è un caso di omonimia. anche se forse troppa importanza è stata fatta per tempo e per spazio alla parti cantate. e sicuramente lascia intravvedere un futuro ancora migliore.) nel discorso pop italiano. Balletto di Bronzo. ma più della metà degli elementi non sono più quelli che alternavano R&B commercialoidi a ripescaggi degli anni Quaranta.B. la cui sezione è guidata dall'ottimo italo-americano James Senes. I problemi sono stati risolti abbastanza bene. con un invito per gli organizzatori di concerti a tenere maggiormente in considerazione la candidatura della città partenopea. Un'altra prova inoltre dell'importanza di Napoli (Osanna. Ma quello che conta maggiormente è la musica. L'album è inciso per l'esordiente etichetta B. un tipico pop-jazz che gli Showmen hanno sicuramente imparato dai Chicago (l'ultima volta che apparvero alla televisione.SHOWMEN 2 Showmen 1972 Gli Showmen tornano sulla scena contrassegnati dal numero due. Il sestetto ricorda i Chicago per l'impostazione degli ottoni. ora con gli Osanna. Come tutti i gruppi interessanti usciti negli ultimi tempi in Italia. e si presenta con una confezione elegantissima. rimasto portabandiera della vecchia guardia. e con parecchie idee nuove e interessanti. dopo un lungo periodo di stasi successivo alla dipartita di Elio D'Anna. Sono ancora in sei. e completa di note. suonarono proprio la "Introduction" da "Transit authority"). Enzo Caffarelli 96 . Un album dunque con un certo coraggio e degno di essere ascoltato.B. Ma per buona parte il disco si muove su orientamenti personali. (Beautiful black butterfly). testi. se non vado errato due anni or sono. due sono le preoccupazioni di base del gruppo: scartare a priori una supina imitazione dei modelli stranieri riagganciandosi alla tradizione italiana. tuttavia giustificate da una serie di testi molto buoni ("Epitaffio". "Lo zio Tom"). ecc. e creare dei testi originali e validi. adesivo e manifesto. cercando di adattarli nel migliore dei modi al linguaggio del rock. "E la vita continua". ma fece soltanto mutare padrone al popolo meridionale. Franco Fabbri. L'ultimo brano "Fratello". esce quasi un anno dopo la partecipazione degli Stormy Six al Festival di Viareggio del '71. Da citare alcuni componenti del complesso Il Pacco che hanno aiutato nella registrazione i quattro Stormy Six. Il gruppo ha dedicato questo disco alla storia e alla cronaca italiana: la prima è ambientata negli anni a cavallo fra il 1860 ed il 1863. Garibaldi non fu un liberatore. il popolo non accettava la nuova realtà sociale e lottava per cambiarla subendo sanguinose repressioni. con una musica più viva e ispirata in maniera pedissequa ai coretti di Crosby/Stills & Nash. due rigorosamente vere. due liberamente inventate ma vicine allo spirito dell'epoca: un quadro preciso di una storia non colta sui libri scolastici. ma vissuta con gli occhi di quello che era il popolo: le musiche sono piuttosto semplici. Luca Piscicelli e Antonio Zanuso. Enzo Caffarelli 97 . senza nessun effetto. vuole colpire quanti credono di risolvere i problemi del nostro mondo con la filosofia hippie. la repressione del brigantaggio fu una delle pagine più nere della nostra storia patria. Massimo Villa. "L'unità" è il secondo album del quartetto. coscienza che conduce ad un impegno rischioso e difficile. in particolare di Franco Fabbri che ha guidato l'operazione storica. il brigantaggio non fu una forma di delinquenza. Un album piacevolissimo al di là di quelle che sono le interpretazioni storiche e le imitazioni stilistiche: e soprattutto una strada originale nel cammino della musica italiana per l'impegno e per la fresca vena folklorica. proponendo un impegno individuale di amore e di pace. ma con un legame preciso con la più semplice e nuda tradizione italiana.STORMY SIX L'unità 1971 Fra i complessi italiani della "nuova generazione" penso si possano includere i milanesi Stormy Six. con argomento principale la presa di coscienza politica degli studenti. La "Manifestazione" canta infatti la morte di un ragazzo durante un corteo. e intende rivedere l'interpretazione eroica del Risorgimento. Secondo la visione degli Stormy Six. visione discutibilissima. più esigente di quella borbonica. La seconda facciata è viceversa ambientata ai giorni nostri. ma un modo di ribellarsi all'autorità nuova. dimenticando certe componenti sociali ed umane che modellano e influenzano il comportamento individuale. anche se per loro il discorso è piuttosto diverso. dedicato all'ex cantante del gruppo Claudio Rocchi. Sono quattro storie. dopo un primo risalente al 1968 e rimasto piuttosto in ombra. Non male come disco d'esordio ma sicuramente inferiore ai successivi. magari per un possibile seguente lancio internazionale.The TRIP The Trip 1970 Primo disco di questa band formata da due componenti italiani (Vescovi e Sinnone) e due. tranne in "Una pietra colorata".. periodo di piena gestazione del rock progressivo italiano. 98 . Forse è solo un' impressione o una predilezione dettata dalle mie radici.. ma il cantato in italiano risalta molto di più lo stile della band. Sono comunque chiaramente presenti degli agganci stilistici al rock anni '60 (ad esempio i vari cori) ed alcuni passaggi di organo di matrice blues. penso. Come esordio non è male contando la precocità dell'anno (1970). Spunta quindi la suddetta "Una pietra colorata" ma anche "Incubi" e "Visioni dell'aldilà". inglesi (Gray e Andersen). Non comprendo la scelta dei titoli in italiano ed i testi in inglese. caratteristica presente anche nei successivi dischi. sono al loro secondo LP. quello non ancora edito dei Panna Fredda. anche se forse un po' troppo assillante sui timpani . più che altro da un punto di vista psicologico. come la piena conferma delle Orme. Anche in "Caronte" c'è una palese volontà di rinnovamento. come Jimi Hendrix. Segue "L'ultima ora": un'atmosfera quasi riflessiva con ritornelli esplosivi. La facciata B comprende la melodica "Little Janie". condannano i loro "fratelli" morti. gli influssi degli anni '60 e si delineano i "tratti somatici" tipici del gruppo. affidata al leader musicale del quartetto. con il testo completamente in lingua inglese. mentre "Two brothers". due ragazzi inglesi. ma un rock meno effettistico. la nascita della Premiata Forneria Marconi. Quello che interessa con immediatezza è il fatto che l'album raccoglie cinque brani mantenendo un tema unitario. è un episodio esclusivamente strumentale di fattura violenta. Chiude "Caronte II" che riprende il tema della prima parte. chiamato semplicemente "The Trip".The TRIP Caronte 1971 Secondo disco di questo gruppo (in cui rimane inalterata la formazione rispetto al precedente) e un bel passo avanti come qualità. La copertina riporta disegni infernali. specialmente negli impasti fra l'organo di Vescovi e la solista di William Grey. "Caronte I". che costituiscono senza dubbio la nota più tipica del sound del quartetto. l'organista e pianista Joe Vescovi. com'è d'obbligo in questo momento. infatti. anche se non totalmente. A livello espressivo non c'è però dark sound. tutti residenti in Italia ed operanti per una casa discografica italiana. Ci sono rapidi cambiamenti di tempo. il mitologico traghettatore delle anime perdute. denunciava un'accurata ricerca soprattutto di effetti sonori. e gli stessi musicisti sono fotografati in costumi antichi nelle acque di un stagno. un 99 . il primo album degli Osanna. ** * I complessi italiani continuano a darsi da fare per creare anche presso di noi una musica interessante: il 1971 ha segnato alcuni risultati estremamente positivi. il più di moda nelle celebrazioni. è qui l'allegoria dell'ipocrisia di coloro che. a metà strada fra i Led Zeppelin delle ultime esperienze ed i King Crimson di "21th century schizoid man". sicuramente uno dei pezzi che ha più influenzato la scena musicale degli ultimi due anni. Buono l'inizio con "Caronte I". Bella la parte centrale con stacchi di Hammond e solo di chitarra. e si segnala il basso creativo di Arvid "Wegg" Andersen. perché i testi sono pochi: è il tema di un viaggio immaginario. Consigliato. un piemontese ed un ligure. ricco di spunti pregevoli.Hendrix": un omaggio al genio. Segue poi il giro tiratissimo di "Two brothers" e la bellissima "Little Janie": la parte più soft del disco in cui la voce del cantante ricorda vagamente John Lennon. di tipo dantesco. Caronte. Stacco di organo a canne e parte la chiusura di "Ode a J. poi l'"Ode a Jimi Hendrix". Un Joe Vescovi sempre in prima fila per questo grande disco: il mio preferito del gruppo insieme ad "Atlantide". perde. secondo gli stessi autori. Il sound. Il primo. come caratteristica di tutto l'album. dei modelli inglesi in particolare modo. che apre la raccolta. I Trip. soprattutto nella seconda parte. dopo un inizio di strani rumori si snoda in un crescendo di organo e chitarra fino alla porzione vocale. e solo raramente i musicisti si limitano a mettere insieme espressioni ed influenze dei gruppi stranieri. avvincenti nella seconda parte che si apre con un organo da chiesa e poi si continua con la solista distorta celebrante una specie dei marcia funebre su di un background percussionistico particolarmente "heavy". Enzo Caffarelli 100 .susseguirsi di ritmi violenti e di episodi pacati. e dopo un secondo che è serito soprattutto a rilanciarli senza per altro ottenere consensi pieni da parte di tutti. Le migliori: "Atlantide". mentre "Wegg" Andersen e Joe Vescovi sono al solito gli autori dei brani ed i protagonisti delle esecuzioni. come monito e speranza a un tempo. ecco i Trip alla loro terza fatica discografica che li conferma fra i migliori del nostro panorama. e spaziano verso lidi pseudo-jazzistici. Un grande disco. Dopo un primo LP passato alquanto inosservato. Guardano indietro. i nuovi Trip presentano soprattutto una maggiore mobilità che li affranca dalla schematicità troppo rigorosa del rock. Il gruppo si presenta senza il chitarrista. utilizzati per creare espressioni interessantissime e senza vuoti formalismi (come ad esempio si era verificato nel primo LP. Il suond cambia leggermente rispetto ai precedenti dischi grazie soprattutto al nuovo elemento che dona tecnica e precisione alle canzoni. un piano elettrico ed un organo. "Energia". contro il tecnicismo esasperato e la corsa al progresso della società del duemila. "Analisi" e i pochi attimi conclusivi di "Il vuoto". e come oggi avviene per alcuni colleghi.The TRIP Atlantide 1972 Terzo disco e cambio di formazione: fuori Gray e Sinnone e dentro il bravo Furio Chirico. astro della batteria con tecnica originale e pregevole (avrà modo di darne prova anche nei successivi lavori con gli Arti e Mestieri). Originale anche "Analisi" con alternanze di piano (effettato od elettrico ?) ed organo a canne. Tempi buoni per la nostra musica dunque. Ed è davvero incredibile osservare come i Trip riescono con una strumentazione tanto esile a creare atmosfere piene. cercar quasi di dare vita a suoni che rievochino profondità marine. e con un nuovo batterista. modificati opportunamente ma senza troppi artifici. e più ancora di quello anglo-italiani. risalente al periodo in cui ancora si diffidava molto dei gruppi italiani. specie con la freschezza di idee e la nuova libertà che sembra caratterizzare l'indiscutibile tecnica di Joe. "Energia" con il lungo solo di Hammond e un finale di piano effettato che da una sensazione orientaleggiante e la bella melodia orecchiabile di "Ora X". Segue il lungo assolo di batteria di "Distruzione". L'album contiene un'unica suite suddivisa in otto sezioni. il ventenne piemontese Furio Chirico. dove il nuovo entrato ha un'ulteriore occasione per mettere in mostra le ottime capacità. Le novità possono essere colte a livello di inventiva e a livello di sonorità. "Atlantide" è l'immagine del mitico continente scomparso riflessa nella nostra civiltà. o avvicinarsi ai toni incantati del mellotron con un semplice piano elettrico. anche stranieri s'intende). Enzo Caffarelli 101 . a "Caronte". *** Tempi buoni per la musica italiana. "Evoluzione" con una batteria molto sostenuta ed enfatizzata. in cui i Trip rifacevano palesemente il verso ai Vanilla Fudge. un generatore elettronico trovato quasi per caso in uno studio di registrazione. Le canzoni migliori sono sicuramente: "Atlantide" con un bel intervento corale quasi ipnotico. I Trip non possono considerarsi sul piano stilistico un gruppo italiano. e rispecchia il passato del gruppo. "Rhapsodia". che sorprendono per continuità e presenza. superandolo però per la nitidezza delle esecuzioni e per la freschezza di idee. il batterista Furio Chirico. soprattutto agli Yes. Ma se i tre imitano bene gli Yes. collocano i Trip all'ombra di EL&P. anche se in maniera diversa dalle Orme. fine a se stesso. il genovese Joe Vescovi e l'inglese Wegg Andersen. senza pause o tentennamenti: una miscela delle solite componenti rock. dove accanto all'indubbia tecnica (che non va confusa con il tecnicismo. Enzo Caffarelli 102 . e nel nuovo elemento. La formula triangolare. Le cose migliori: "Formula nuova" e "Corale". Ma è ad altri modelli. elaborate con gusto. distinzione che i lettori dell'Angolo del pop dovrebbero tenere costantemente presente). tre musicisti preparatissimi. E in fondo la presenza di un inglese autentico può essere una giustificazione. La seconda facciata non è dissimile. che il trio sembra ora avvicinarsi. basata sulle tastiere e il desiderio di spaziare in ampie suites. anche se frazionata in quattro episodi distinti. anche se non sono riusciti mai a sfondare completamente. e costituiscono una delle migliori coppie in Italia. sia da parte dei due ritmi. ad esempio. il primo per l'etichetta Trident. possiamo stare tranquilli: perché questo potrebbe essere il punto di partenza ottimale per sviluppare un discorso più autentico e più nostro. sia da parte di Vescovi. La prima facciata. come accade viceversa per BMS o PFM. che confermano dei due veterani del gruppo. Questo è il loro quarto disco. che si sbizzarisce sui tempi e sui timbri. si rileva una musica varia e gioiosa.The TRIP Time of change 1973 Da molti anni i Trip sono considerati una delle migliori formazioni italiane. jazz e classiche. sono venti minuti di musica godibile. La cosa più importante è che Tempera si presenta ad un pubblico difficile come il nostro con il solo pianoforte. che discendono in fondo dai rockmen della prima ora: così ne "Il mio cane si chiama Zenone". mentre "Goin' on" e "Gabbia di città" si rifanno più da vicino ad Herbie Hancock. misurato. senza barocchismi di sorta. Una della migliori improvvisazioni del pianista. poi ricostruite dall'interno. già registrata nel "solo" di Alberto Radius ed in "Space captain". Giganti. e si sviluppa sino a far individuare le influenze di Jarrett. "Gabbia di città" in particolare. Nei pezzi più vicini al rock. Keith Jarrett. senza accompagnatori. la composizione più ambiziosa del LP. armonie sviscerate e dissolte. la tecnica eccellente che egli ha saputo sviluppare con entrambe le mani. il vigore che costantemente sorregge l'opera. riassume il carattere complessivo di Tempera: un saggio a metà strada fra il colore debussyano e la costruzione armonica gershwiniana: descrizione breve di frasi. diplomato in conservatorio. Pianista di razza.Vince Tempera Art 1973 Vincenzo Tempera. "Here comes the sun" è un omaggio ai Beatles. specie nell'ultimo anno. asciutta. strumento melodico e ritmico a un tempo. si è dato da fare come sessionman. un po' come uno dei suoi idoli. Vince ama il jazz ed il classico. l'Hancock di "Maiden voyage". il soft rock californiano e la ballata tradizionale. con una chiara predilezione per il tocco breve. ha curato gli arrangiamenti per Nomadi. ed offre in questo album un volto eterogeneo che risponde perfettamente al personaggio. Enzo Caffarelli 103 . "Art" è stato registrato metà in studio e metà dal vivo al Number One di Sanremo. poi rimescolate come in un caleidoscopio. per cui la musica non viene a soffrire della presenza di un unico strumento. ampliato da qualche fugace citazione di "Eleanor rigvy" e di altri pazzi celebri. gli consentono giuochi armoni e ritmici godibilissimi. un brano reso celebre da Joe Cocker in "Mad dogs". "Cerveza" prende le mosse da un jazz di vecchio stampo. sfruttando piccoli frammenti tematici. egli sembra aver tratto la stessa lezione di Elton John e di Leon Russell. ha fatto un po' di tutto prima di registrare questo disco che potrebbe essere il passo più importante della sua già lunga carriera artistica: ha diretto l'orchestra al festival di Sanremo. ha inciso "Love story" e "Anonimo veneziano". La sua inventiva. Guccini e tanti altri. Per Vince il pino è uno strumento da trattare con forza e vigore. milanese. La sua tecnica è precisa.
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