UNIVERSITA' DI P.N..ERMO .. FACOLTA' DI LETTERE I!: FILOSOFIA Anno AcclÀ.dernico 1972-1973 -* L'IDEA. COI-1;E *-*SIUOSSI TETICA • * *.. - * •• TE:sto Re1istrato dalle Lezioni del Corso di FILOSOFIA TEORETICA Tenuto del : .PROF. NUNZIO INC~1.DONA E.CARAl'IUTA S.LO BUE Revisione a cura di: L. Lù.~IOCO A. ?::.USCO G.ROCCARO L.SAMONA' A.TULUMELLO !t Mauritius_in_libris I. - ORI ~INE E ?1El:ORIA ORI '.HNMIA DELL 1 I~EA. Il presente corso cercherà di avere corue tema 1 1 irlea. come sinossi tetica. Il che significa che il corso ha come ?roblema èi strutturare l'idea fino al punto da renderla chiara come.sinossi tetica o da èefinirl~ cotne sinossi tetica. J_.' iree, r 1unçue, r1ovrà essere ripensata in tele maniera da essere ·ripensata come sinossi tetica. Si tratterà allora Ji rir)e.nsare l' irlea fino a quel punto in cui sarà teoreticamente, e. teoricamente direi a'livello inci?iente, possibile pensarla come si- nossi 'tetica. Dunque un ripensamento èell' i(~ea ·il cui problema di fondo non solo è costituito r1al fatto che si tratta di impiantare il ripensamento tporeticemente, ma, im?iantato il riiJensamento clell'iées., si trat- ta di riuscire ad impiantare il ;Jensare l'idea fino·a pensarla come sinosGi tetica. Nel ~aèro ?rospett.ivo ·'.!i questo corso non legato a se stesso ma a tutto un se3uito di c:;uestioni che èovranno esse)'.'e rese ;,Jossibili da. questo corso stesso, il fatto che r!entro questo dovrà essPre pensate. ~ome quar~ro l'idea Ginossi tetica, servirà soltento all'ièea. Da un punto c1 i vista ra<licele in filosofia è chiaro allora che il fs.tto di riuscire a ~ensare l'idea come sinossi tetica esaurir~ il problema èel• l '·idea. Or.s., de.re l 'antici;lo r1ella definizione dell'idea in G,'Uesti tennini, l 'ièen come sinossi tetica., re il ti.SO' c~i si.~ica per una parte, metoèicamente ca.pi- lavoro che, si fà cercanc'lo c~i fa.re filosofia. teoretica, e dGll'altra il fatto che questo corso è come se fosse sacrificato a se stesso. Questo ti~o di lavoro rispetto oll' icfoa, da un ?Unto di vista ra- dicBle 1 ·è" Come Se irnplibs.sse una sorta <~i sacrificio di tutto il lavoro che si dovrà mettere super concludere che, quando esso sarà riuscito a pensare l'idea con~ sinossi tetica, l'unico risultato teoretico possibi- le sarà il non potere avere disiJonibile teoreticamente l'idea. Si tratta èl riì_Jensare, dunçue, l 1 iiea e ri?ensarla fino a questi tennini: dovere dichiara.re in antici,Jo che la conclusione se sar~ teoretica sarà teoretica nel senso della inèisponibilità èell 'idea su c!i un piano teo- Mauritius_in_libris - 2 .. · •.·····.:·. ~raèicale. retico Il che rei~icale posizione assolute., sofia come si~ifich~rà necessit.~ la necessità èella filosofia come di se stessa o la possibilità della filo• di non filosofia sempre per~ èal punto Gi vista èella stessa filosofia.. J...' i~e« c2z1ie tale,. non 1 1 icìea· cotng sinos$i tetica., iuc... ,l 1 idea come tale per a.desso, è pensabile so\o in tjrmini storici. L'iè.ee è un dato storico, il che signi,fica che l'itlea viene ri?ense.te. in quanto è statti pensate.• Hoi ·?ossiamo adesso ripensare 1 1 idea in quanto qualcuno l'ha pensata ed il qualcuno che si tiene presente è Platone; e Platone le l'idea ha si·~ifica: ori~ine il princi;_>io dell 1 ièea, il 1uo1nento nel qus.- e ciò che è il r..tomento :,>latonic9, questo costitui- sce lo stesso princi:?io 0ell' idea. Allora: in tanto noi -~>ossierao ora ri;.>ensare l'ièea in .quanto ripensàre l'idea non significa pensarla platonicamente:, e.nche se èovremo ess~re esperti del ;>ensere· ;latonico clel- 1 'idee., benst ripensare l'idea si~ifica averla pensata platonicamente. Dunçue, l 'ori:;ine dell' iclea corrisponr1e con la stessa rnernoria ori:~inaria dell 1ic'e~, ;>er cui ?ensa.re., in suesto caso ritJensare, si311ifica la _stesSé: memoria reemoria ori~inario. ori,.~inaria. come dsto storico, dell' i('.ea; ;_:>e33io: si·Jllifica l'idea stessa come r.,a, l 'i::lea colile origineria è lo stesso che l 'ièea l'i~ea cofile èato che è poss~bile soltanto storicamen• te e non metefisicameni:e, èal punto di vista <lell 1 idea colne memoria ori-1~inaria. Se noi potessiliio ·?ensare 1 1 i<lea nello stesso momento in cui Plutone pensava 1 1 ièea, questa contemporaneità del ~ensare l'idea cosa pote~ va significare? ~. nei dialoghi ;,>latonici, proprio ?erchè si tratta .di èialo3hi, non siamo il Socrate platonico che dialoJa con gli altri, ma siE.Lw 3li altri '1i volta in volta, 3li altri che. nascono dallo stes• so Platone. Uel senso che appunto il socratismo dei dialoghi ?latonici consiste nella capacità di far nascere 3li interlocutori. Noi.clunque siarao o ~li interlocutori del f ialo30, originati dallo stesso dialogante monolo3~mte magine e che è Platone il quale in cert? 1ri.0do ci f& pensare arl im- so1~1i,3lianza i::,ell' Icea., e neanche èi se stesso. kl imma3ine e so1ai3lianz& èel i;)ensere pl&tonico èell 1 idea, del pensare che Platone Mauritius_in_libris 3 stesso è come pensa.re l'idèa. In che·senso è metafisico questo ?ensare l 'idee.? Solo nella misure. in cui è contcin!)oraneo il pensare l 'i<lea e~. il suo fe.re nascere 3li interlocutori come interlocutori fatti aè iinmacontem~oraneità gin€ e somiglianza èel pensare l'idea •.Allora questa farebbe nascere l'essere metafisico dell 1 idea. l'.ia ~sta. contemporanei- tà o~gi riguarde noi che siano coloro che ri?ensano l'iée~ nove ripensare 1 1 i<~ce. si~ifica ripensare il 11enss.re l 'ir~ea. Cioè, i 'o~getto èel rijensare, a questo ~>unto non è l' ic~ce rua 1.1 ')ensare l'idea.. Cioè, non ' sòno responsabile di ciò che· Platone ha pensato ckll' ièea nemn~no se sono platonico a mia volta anzi, soi:>r&t.tutto nemmeno se sono platonico a mie vòlta per il sem)lice fatto che platonico può essere solo ~lato• nf' f,, bes'te.. Il che si3nifica un ~iscorso 1rave: se è contem?oraneo il nostro ri:>Ense.re l 'i<lea rispetto al ,tlcnsare ?latonico, questa contemporaneità sir;nificà om~i r>er noi il fe.tto che l'idea a. noi arriva come ~ato ·sto- ri;;o e non come c1.eto metafisico. Pcrchè la nletafisica dell 1 idea cor.ile dato è stata ,~ià bruciata .dalla comtem~oraneità fra il pensare ?latonico ecl il ri~ens·are ·il ~ensare· ?la.tonico. Il vincolo tra il pensare l 'idee eJ il ripensare il ?ensare l'idGa, significa nello stesso tem?O la. metafisicità bruciata, la contem~>ors.neità gent.e conie c1a.to st6rico. Intanto possiar110 necessaria eè il dato emer- ri~ensare il pensare :_>la.toni- co in.quanto c;uesto mi obbliga ad assurdere l 'iéea come dato storico. lUJ:)cnsare il ?ensare '.?latonico dell'idea si3nifica allora subito il fatto che è messo in archivio, cioè l'essere esperti del ;;>ensare platonico. Per cui non rifaremo 111ai il C'iscorso ;:>latonico, mentre è irnportsnte dR. un punto ,.ii viste teoretico, ?rot>e,1 eutico )er ariesso, il cui to rii.:>ensa.r~ il pensare platonico fom~amentale inizialf~ si~ifica ~1scorso ::>er l' ac~isizione di un momen- che esiste in quanto, l 'i(~ea iritanto è fl\l~lche cosél. tporeticrunente in cuanto è un dato ·storico. Ovvero: non in quanto è un fato storico nel senso sècondo il çuale questo si3nifica che l'idea. arriva a noi :_Jerchè è stata f}ens.a.ta c~e. Platone e<l a noi ci' fa saputi o sppicnti clell 'idea già pensata Mauritius_in_libris f~a e.rrivanc~o fino Platone (e que- sto sienificherebbe che l 'i<1ea è dato storico nella stessa maniera in cui è dato storico il fatto che ;Jer sture se{uti abbiamo bisogno-<lella seJia) çunque di conse~enza possiaao ri;?ensare 1 1 idea. L'idea è dato storico in modo molto ~iù esplosivo ;;>erchè è come se stessimo èicendo: l 1ic1ea ;:>latonicamente non è i.JOSsibile; il che significa che l'idea non è possibile secondo se stessa, per cui è UJ,1 ra- to storico. Il· fatto che 1 1 iC:.eu sia deto storico è il fatto eh~- 1 i idea platonicamente non è possibile· ma non lo è seconc;o se stesse per ciò che essa è secondo se ~tessa. sc~ondo nunque il me.glio della im!)Ossibi- lità e certo- anche sec_ondo il t>e-:IBio della ;?ossibilità, e èunque l'idea ha. bisogno èi essere ;>ensata metafisicemcntc fisicamente ?ensabile € ~roprio ~')roprio f.>erchè non è meta- per questo l'iden nrrivs al ripensare il ?ensE1re l' i<lea solo come ù:•.to storico. Dove dato storico sL511ifica che l'idea. non solo è esplosiva per se stessa, non solo è elemento t:-11 autointerna esplosione ri:r~~rrlo a se-rua è elemento ~i esplosione riguar• èo a ciò che possiemo concepire ~ella storia come storia. Per cui se l'idea come memori11 ori3in.'.iric arriva èa se stessa al suo essere rioensata in termini ori~~inari come dato storico, questo non solo significa che l 'ièea è questa r.iemoric. originaria che ,Jone se stessa contro se stessn ma addirittura è il momento nel quale la stessa storie viene .>Osta in ·questione in <juanto l'idea_ corrisponde come che il pensare speculativt:Jmente è ~nl prit:lcip,~o a tutto ciò ?unto di vista teoretico ed in quanto èa questo stesso si è ricavato l'altro discorso seconilo il qua-· le intanto è possibile fare storia in çunnto fare storia significa. inventare; capire,- _)erce~'lire (seconèo le varie scuo].c::.) lE èeterminazioni cli vincolo che è, l'idea come dé!.to ori3inario e t:utto ciò che da questo ;,lrincipio nesce COll1e possibilità Ci collegamento al prinCi?iO. i>er cui ~teta e.vendo tre le mani l'idee è come se fosse le storia che facciamo 'f'.~O~"Jo. Cioè ~iciraao: idea hel rini8.nere quello che è fa sl che pensare 1 1 ic1ea come dato storico 1111.1 l)osta in archivio tutta il ;_'>ensare ,?lctonico l'i~ea d~ll '- arrivi al ripensare il in questo, e soltanto ;er questo, nell'essere cib che è ~ulla· storia, è Giò che determina la storiG. Al- Mauritius_in_libris "lora tutto l'essere inafferrabile, l'essere ·misteriosa dtt pe.rte della storia è un essere fclsemente misteriosa ~erchè tutto il mistero a que- sto punto è il fatto :.!he l'idea, ciò che ricevi.amo dolla storie., è ciò che detcnnina la storia.. Il :Jrinciì,Jio è.ell' i<..~ec. è predestinato all' ns~Jrinci~io dell'idea che è l'latone, è platonica. .. mentir: predestinato <la se stesso .'lll' o.ssolutezza c"ell' idèa.~· che è He Jel. solut:ezzo. f.èll' idea.: il Dal ~unto òi vista c,elln tematizzazione iniziale (l.ell 'idea che, ::>er un verso è r>relirùine.re (critica, i;)re-giwiiziale) ,ed ogni questione sueI .... • .• '1 • • cessiv.?. e, per l 'c.ltro verso tel~ che èo'\rrebbe~ eliudnata o~i questio- ne ·iJrecec1ente, ·costruirsi teoreticen1ente (teoretica), l'elemento che . ' entrél subito in gioço ori«~inariamentc, e non come tema, r~.lù ?urito dt viste è'<":ll' iden, è le. storie.. Allora ?Ot~èta~uo clire': - in realtà l 1in'teres.se nllc. storie non ne.sce dr:.lla storia, da ·ciò . che· la storia è,· in quhnto se esso na.scesse in questi tE.nntni saTebbc ,>uT sera?re 1' interesse che n&sce éll.s storie.. nel senso che è l'interesse che. 1Jresupì>one· che ln. storia sio, (~ato che le storia è. 3torio;:çr·aficar&lente in realtà si è creata queste situnzi~nc paradossale: ~uando si ?arla èella storie tell'!3~ nascosto· il presup~)osto che di essa mi fa parlare, e che è lE -stesse: storia, e però intendo con çuesto stesso di pormi' ;)riI.-Lll ·della storia.· Se· noi ?ensiamo <li :?ensnre lél. storia per il fatto stesso che· la storia è çuclunc;ue cosa sia (si.n crci1 cosi:wne, sia dell 1 idea etc.)-; il nostro pçnsare ·è sen-qre :t>resupporre che le storie è, iool;;>endentemente·-da ciò che noi oc ?ensiruno. Noi siamo stat.i abitWiti·a questo e nou·solo-~r inQtivi di acculturazione. Dobbim,;io r~nèèrci conto iri-rcclt~ che un mo~o f'_utentico radicale di libertà ?er l 1uohto nei confrdnti· <::1i se stesso, e non nei confronti negli c..ltri~ è pro'_Jrio il momento ori:~inario nel çu&le questo niornento sL:;nificc. rendersi conto chè essere uomini· il.i cul- • tura non può si311ificllre subire la s·trllt"ific.'.lzione cultut·c..Ié:·, éhe--·lc. storin ci ;_Jresentu. Essere UOlì•ini èi cultura,' e ~ueGto li'{e:llo, non pu~ si~ni:fic11re di dov~re F;;.ccettare che tut:to quanto è stato· storio;~rafica.""' mente in un mocfo o in un altro pansat:o in un certo 1aoèo, ·s'ic qualche cosa che debba essere accettato perchè è èome se dovessitao 9a soli ri- Mauritius_in_libris - 5· .. fare paradossalmente ln storia dell'universo o riscrivere la storia universr.lc. ';iovanni Papini ne "L 'uo1.uo finito", ne~ morire dell'adolescenza.. e nel fiorire della 1iovinezzc, .cioè dclln r&Ulturit\ dell'uomo, chiuso, non solo nella ~abbia èel suo r11iscntrotJismo rissoluto, nei r.iotivi bellione 81 passato cd E:.l futuro, conce;~~- Iila (~i ri- chiuso realmente in unc:'2 stanzetta, di scrive:rc 1 'encicloper'.in dcl sopere. Conce::>~• cioè i~ naufragio 1i. se stesso. Eè è il si3nifict.:.to· ~i questC.: posizione che interessa pu,)ini~inemente· sl, ma tJrO'.)riamentc; nel senso· dell,'uo1no P1.::.pini, non del pensntore, mc ~ell'uomo. L'irn;;>rcs.o originari,_ei, dun~, dell'uoruo, quel- le che tentò Papini, dl rifare il volto ciell 'univcrso, si31Ìifica .liber- V1. èl':.lla storia.· Aliora potremmo dire non ?i) :)apin~allélillente ma umana~ mente: la mia prima mu. enc.hc l 1ulti1.1ff libert.1., e perchè in questo -ci nasco €.: ci fuUOi-0 1 è lu libert~ c.1.'.llla storia, cqe. si.~nifica, Cll.f>..'.lCità di porsi in quel 111oroonto ori3ina.rio nel quc.le la stori.a nasce e nél. qua• le noi sioruo in rualche modo contem:>or.2nei elle nascita .I . ~· Impresa che possiamo dire degn.n. èclln ' S~)Crcnzc ,~_ell~ storia~ paolina: la spernnz.:l C )n0 tro __ og~i sperll.nzll, cioè la spqranza disIJeratn. Perchè · np,µunto non iJOS- · siaiùo fs:re niente altro che cercare· serm:11ai di ripensare il momento nel quale origin~amente è come se fossimo st.!lti ;?resenti quando quclcuno ?ensavc l 1 idee.; è con1e se fossimo stc.ti ori:Jinarirnnente chimneti .::J.11 ' es.sere della stot'ic. -nel momento nel qw:ile qunlcuno cominciò ed a pens.:J.re l'idec.. Pe.nsando l'idea è coiue se questo tenuto a. battesimo tutti ;~li .2 ~unlcuno ?Cnsare D.vcsse uomini che do;?O il ;)Cnsl'!.re l'idea perciò si sono trovnti in (lUE'>lche modo itamcssi nello. storia.. Il momento· nel quale tematizza.re la storia secondo suest<J. <fo~J}ia pros?ettivn (critica e teoretica) si -:;nificci ri,_>ensare 1' idea è come se c1ovesse significare, (ler me molto to·ori~inerio chie.r~mfmte, corue possiemo essere presenti in '-.1uel momen• dove momento ori3inario si~nifica il tenere l'uomo contcrn- ' l)Òrane·o o.l suo ?ense,re l'idea. Il ùisconso., dunque, c~ell'idcn che selilbrn perciò essere discorso metnfisico non è invece rìiscorso met<.1fisico. Perchè se io, invece di essere nbitatore distretto delle cose della terra, Mauritius_in_libris - fossi io a mia volta ~è 7 essere contem?leto dell'idea, l'idee direbbe e su& volte che ad essere metafisico sono io, sono io cioè a~ essere comunque di là de., esatte.mente come, <"lcl mio r:JUnto <li vis te, è 1 1 ideu ~tl essere tnle poi perch~ ap~unto io ?O~sc chicmarla ~etafisicn. E non è mete.fisica perchè l'essere della mete.fisica in ?erl~ndo -.;iue~to cbso consiste, sempre in modo contestuale cll'i<lea nel suo essere platonico, in una equivalenze c1i ;_)osti o in unn éifferenza di ferenza di luogo ?Er cui.è metcfisicc l'ièen non -i6:no~ • E'. ~na cUf- ~ià.ris?,etto a·se stes- s~ mc rispetto e me e dunque è vero anche il contrario. Il èiscorso di- Vénterel>be crucis.le se invece riuscissili10 a ?ensnre che l 1essere roetn.. fisico dell 1 idea sie. tulc da essere te,le di là da se stesse:! in se stessa, cioè se fossa l'essere metafisico dcl qucle l'essere i~ea, l'essere òell' ide<:l, dovrebbe riuscire in qunlche modo a. controllcre la relazione di.sè con sè. Chi ha bevuto fino in fondo il veleno di questa ?Osizione !•, plctorl~cc è proprio colui che riusc:'... n. capire che l'essere metafisico l 'idee. se lo ~uado.gna soltanto nella rni·suro. nella quole l'essere meta- fisico èell 1 ideo significcva la relazione intrinseca dell'idea a se stes• sn. E questo çuatcuno è He ~el. Dnll' idea. cor.-ie princip~o di sè stesso. (rlctone) c.11' idee. co1.i1e essolutezza c.1i se stessa (He3cl): in questo ino- do stieuio delineando la morte sublime delle filosofia. E la cicuta socratica èun..luc è quello. che He3el hc avuto la co.p::icità. di bere fino in fonèo senze morirci so?re. Il discorso. nascendo nella uianiere secondo le quale nasce idea, nasèe in modo te.le per cui ln nnscitli dell'idea crec~ COJ.OO. ln storia, perchè 1' idea, n.escendo. l:>lntonicrnncnte come princi:1io di se stesso e quindi essenèo il che pi:inci?~O possi~imo'?ensare siruno ~cns~re .... di se stessa è c..l principio di tutto ciò come storia. E' il princi?iO di tutto ciò che ?OS- coLe tessuto èelle relazioni attraverso le cuali cimno • ' .'I. o non dilliilO un significc.to a tutto cP; che f.::icciamo; questo solo ?Crchè sicmo sto.ti chiQIIli!lti el bnttesitito ?latonico come pensare l'idea e que .. sto stesso si;1llificherà essere stati chicranti all'essere.contem(loranei, protc~onisti dell~ metafisicità dell'idea che moriva dentro se stessa Mauritius_in_libris 8 e ~)erciò contempornnei c.l de.to storico che è l 'ic'ea. A questo __ pµnto .. do- vrermilo COfliinciare potere dire non solo che lo. stori.'2 risulta nel CUO Q concetto nisterioso ruc che in reultà la storia cor1i.e mistero nell'inizio si~ific.n èi se stessa Ls. ~ndis?onibilit~ çiel concetto d<! parte c1ellc. storie. stessa. Cioè: le storie. non può conèepire. ciò ch0 le. concepisce n~sce, perchè le, stori!l. .. non può concepir€ se _dc.. •1uesto ~:>unto di vistn, · «:"1~1 un princi:?io che . ste.sso e che è 1 'idea. perchè è tutto ciò che è in- tellegibile, noumeno, ?ensnbile, non ~ià ciò che .pensando se stesso per""' ciò rende facile e qualche altro di 'pensare questo o f1i ?ensare altro cncora. Allorc possi't:.mo dir~: .l~ storiLt col.ile mistero si3nificu molto più ~em:1li~emente, ··che; la storia nel suo ;>rincipio .co.rrispettfvo c.11 '- • it:ec. è ciò che non può concepire (concepire-nel suo·s~nso __fo"J:'.te generare), ciò che la cortc~}'.>isce. E si present-.=- e questo punto la pole:m;lca sofistica per cui il buon . . - - . so:éisto, .scpev~ dire: se non'' sono tento 3rnndicello dc pen~àre il k~yoç dE:. ~Jense..re ln s='lntità, sc.rà almeno trmto ~sperto g.e pens~·.re le cose san- te·~- Cioè, cli.ce il sofist:t, non posso II1ettermi sulla teste 1<:1. croce di penscre il.''ideu secondo se stess<". ,.~el ~' tele nn t1 meno· che non c,i sia un,9. tele od'va:µa., - , E:sscre tnli~1ente _potente questa. potenz~, dc pensere '( vcrcmentc_.( l' idee non .1ià q::i. essere preileterminnto a Ed il Sofiste:., 1or~in, 'Ll pénsritè l'idea. :.._.uest.:o ?Unto <3ice: no, non c'è la potenza dèl- lc· f',~-'3ione. Dobbiamo stnrc · c.l,.lo ~6vva:µCà: -·e non iruporta se poi queste ~ovvtx,µJa; cc Ve\ p,ossiamo ~ioc;.::re per supcrc se Elenn è bella o non belle. El discorso .dell' idee. e.llor&~ eccento ti. ·;uesto del sofiste, .~ ~uel di- scòrs.o l.ietE,fisico che si~tÌifièG. presunzione (~ella stor:!,o. Allora il mo- mento n~l;c:usle, l'ide~ viene concepitn come princi;?io di sc.stesslt in ' . rE;altà cori:-isponde alir.; nascite. stess<'l •JellEI s_toria, co1ne quel non concepire ciò che le concepisce, çuel non '1enercre c~ò.-che la genera. Ed' in questo .senso l'autore vcr<:.ril~mte. _platonico i:~i questi_ c~icc;:orsi è ·}iovanni 'Vergc. Leggendo ln prefuzfone· <~.e "I l·...alc.vo'.11.in:" .PQssiorao leggere un èiSCQYSO l,)latonico in . ~\,IOSti tcnaini: non illu6etev.i <liCapire ci<) , ... che.accade nella fiumana dàllil storia (che travolge tutto Mauritius_in_libris é tutti, 1· 9 "vinti") nellmleno se per cc,so, invece ò! .... ~·~ -~· .. ·.. .' . cssère travolti, anche voi come ' cmasi tutti, vi trovestè e.i t.ati di quella fi\Jmane, cioè in un punto .. " . ··-'" dD.. cui :jotenC'o osservare ciò che ac_c.'.lcle potreste anche illuòervi di capire,. flientre invece ciò che avete da cc.pire è che,· :)Ur essendo in quel posto, siete travolti cnche voi nello fitlfanna. ha ;..~uesta verghiana. è letture ?letonica_delle storia: non posso concepire ciò che mi ha concepito. Non sto dicertc~o che· questo è il concetto di storia r11e sto cer- cando r.Ji lc63ere, nttreverso le lettura èl.ell'idea, la storia alla quale si&ao sto.ti c.bituati. Per cui non sto teorizzando la storia mc sto cercando di le&3ere ~~trinsecamente mo stati cbit\leti e quale cui ~obbiemo ~un~ue il senso della storin ella quale si~ sia il vero principio c1.i libertà di riuscire a godere che è B.?;?unto libertà dalla storia. Mauritius_in_libris 10 II. • DISC0!1.SO SECONT'-0 L'ORIGINE E DATO ORI ';INf.RIO DEL DISCORSO. cos:~ La storia come elemento rirei se nel se.nso nel .. . ~uc.lc si tr~ttc. . inizic.lc del discors.o interes- èi èn.pire col.ie e ;JPrchè l 'ii1ea c'lebba essere cffrontntc.. inizialmente comE dato storico. L' iòE.~ co111c du.to storico )Otrcbbc. sembrare ùn <:,_iscorso tc.lmente ovvio dn non !"overe essere dD.to fntto mo.. l 'i<lea come in t~nto ?OSSO storico ~Jotrebbc si·.;nifièare soltnnto questo: COm~renèere un,~iscorso iniziale di critica-teoretica in quanto ai riesc.!l e innervare il r:1iscorso secoriro la sua ori3ine. Ed evidenteuente ·è cor11e. se èovessirao dire che il C:iscorso or1'~in~ corris~Jonde a quella Il ci:iscorso seconr:o la sue. ori~ine ori·~ine secon~o la sua (\sta tlel è:iscorso che è 1 1 idea. è come se ?Otcsse essere ilnrnedi.ata- mente identificato con il 6nto ori3inario ,,el discorso che: è l' i<;·~en. Allor.s. se ~ noi . interessn, come interessa il èiscorso seconrio ln suù ori;~ine, è evi~ente che l'interesse [:l c~iscorso secom.1 0 la. sua ori:~ine dovrebbe iru:'ur;;i ed <?.ffennare c:uest.::: corris-;>onflenza ineC'uivocnbile 'lel- · .a ' I. ~ . la quc:le però non sic.mo responsabili: il i' i scorso seconrlo la. sua ori:si. '•. ne corrisponrle nlla stB'ssc ideo. come d2_to originari<;> i'cl discorso. Allo-: ra j?Otrernr1a0 fissare sin èc.. questo momento ~9 l~Ut! te.mi essenziali: il òiscor- se:condo 14 sun ori~in.e e 1 'idee come dato ori,~inario del ,Jiscorso. E pren~o per buon6 che .il discorso còt11inc:i cps3_, cioè prcnrlo per buono Platone. Intenc'o ,..~ire che è itmèga.bile che il discorso seconc'..o l.:i. sua ori3ine.corrispondente al !'r.i.to ori3innrio r:iel discorso, confluisce ncl- 1' idee. eh(' è l ':t.éec. seconro ciò che Platone ha pensaxo dell' iir1ea. stessa. nunc;.ue l' idee. secondo la su.:i ori~inar~cmente.0 ori~ine è cou&E: se fosse il vincolo dcl discorso e del f!cto ori~inerio è.c;;l àiscorso che è l'idea stesse.• Per com,?rcnèere questo e per penso.re questo, l 'icìea basta? riv2re a. c;uesto punto che sicmo o dc, .:11 discorso ci·~ si.~ifica che noi ,?ens.imno, éll ~Jlctonico in vcrit~ t~iscorso P<~r l'..r-· tornare è.n ciò che noi ?le.tonico; <:ove tornare significc, vc:cere se è utile, necesse.rio, s:µfficien- te rifere il cmnn.ino fino o noi; ,>er dovere fare çucsto do,J 1)io Mauritius_in_libris ~ino, l 'irt.e~1 è sufficiente? Qucst:o si~ificc: ci vuole- qualche· cosn in pH! èell 1 ideo.? ud esemç>io l' iéien di qualche cosa: 1' ic'..ee dell'essere cioè R~sminio l'ic:~ea tnlmefftE! ice1.1 de, essere l'assolutezza. di se stessa, cioè Hegel o 1 1 ic?c!l talmente se stessa r1.'.J. essere tuttn -la framit&entazione èr~ll 'essere se stessu., cioè le idee .)l.:ltoniclÌe? i1~n il disc·orso incar~ dincJ.o in 0)eSti termini: bEJsta 1' idee? Non vuol significare che ·ci vuo~ le. ç.iclche ~osa in i.JFt ir'ell 'ièe.n per poter ;_:>crcorrere il ~e.i&anino ci.al dia.corso ~)l~tonico fino a· noi. Non si3nif ice capire se l' irkn stessa e.bbisogna· c~i evere une. sua· spècificazione ulteriorè ;>cr cui si debba capire che 1 1 idea si 111ific11 senqre idee.. òi, di qu[tlche cos..19 per. cui certamente idea ~i çllalchc ·cosn si jnificc nllora çuel ._)rincii>io deter~- Liinc.nte tutto ciò che dct()rtninu. 1 1 iden; .'Jerchè, se rlico idee dell'essere, l'essere detto secondo 1 1.ièee. è cV') che è detcnninnto dall'iàea ma è ciò ·che a sua voltn determina 1' idea co1;1e ln forma pro,Jria rlell 'essere. Invece SE dicessi ièea e bnst11 non potrei' usare questo riiscorso nè infu.td. Platone r"iceva ir~ea e bc.stn.:::>unc::uc, 1 1 ic:ea bes t& zome idea per dovere o (.Jer potere riuscire e comprendere che, ~ata 1 1 Ìd~-.~ come- ècto storico, in r~altà ~ata l'idea coiue.. d6.tò 's-torico l'ic'ca si pone o~J?ure·è, o:_>;;mrc fisioloJ1icamentE:: è n:~t~ cosi., perchè non poteve .;'tp,Junto nascere f"iversmiient.e, ·come il vin~ colo. tre il discorso secondo l 'ori3lne er~ il dato ori;Jinario r,el c::1 iscorso stesso • .:>e noi dobbi@no'comprcndcre l'ide.J. in ;'iuesto modo· e::<·$e l'ide.::i allorc si~fica inizicll11ontc il vincolo tra il' discorso originario ed ii c1"nto ori3innrio del r~isèorso, noi dobbiaiilo capire :subito che ideu . , sin tia.l ?rinci?io significa uri c~iscorso do:J~>io tC;nto ,;>F1 · do?pio quanto :>i1ì n~.scosto. Perchè discorso· ÒO??io? discorso seèondo 1.'"l suA ori3ine vincolato ~ vinc~l~~t'e ·.lJ.:· c:1cito ori~inario dE:l discorso dove è subito feci le ca.pire che c'è .une. pri1ua parte" dellt.J. proposizione che fc. do. so.~3etto (il èiscorso) verso une, determinazione (secoru.ì.o· la su.::i. Òri:;inc) che poi nellL seconc-ia pc.rtC; fa ·èa so1.;etto e. ci0 che: nello f)rima parte fél dn so1gotto. E non è sol te.rito una questione 1rmnmatic!l.le. DiscoT'so . . scconèo le sua ori3irie per mezzo c~ell 'i<lec ·vincolato• nl doto ori~~in<lrio Mauritius_in_libris 12 - { 1 Cl (!iscorso. /'..llorn inizi~1lmentc ~:uc.lc, èell'ori31.ne il so~getto com(! so~13ett9 è. come se noi avessimo il c1ell 1 origine, è necessarimncnte sottoposto a non lJotere essere sog;1etto t:lell 'ori.3ine. fJUnc;ue. inizilllmensog:~12tto tc è c01.1c so il discorso nt:.scesse essenr1.o senr,o: .;::>ro~:>rio si_511i~ica so·~;~etto perchè è so~nctt_o, ciò che so.131:,t:to 0cv~ in questo S(;;lnso forte, ciò che è t>Osto sotto. Per cui ao io r~i 5 ovò so.~3E:tto si311ificn ciò che è sottoposto, ~ico: t'liscorso secondo la sua. oricv~ gine sto èiaen<fo: l 'ori3inc cpc emerge coru.e to è ln superficie uppr,rent€ l significare inizinlli1ente: e non ciò che so~getto si·)Ilificò òo;Jo, tlovc senz'l se stesso; c-s- capir~, che posso tn quan- ciò che sta sotto. Per cui il so:3getto dell 'bri,~inc è so~.~etto in <";tie~fc)' senso t11lmente forte r\~ dovere subire ··che Li sun stessa sogg(. tt:ività, il $enso forte <1el suo essere soggetto, · corris.-,onè.e cl suo non essere so3gc::,tto, essendo soggetto. Gc r'ovE:':ssimo rinssuraere in tlÙe !?CrolE· çuesto è corae se dicessimo: il 1iscqrso secondo ln sui::. ori,3ine vincolnto <.:11' iDea ;?er mE:zzo èc>lla c;u1-1. le il Vincolo significe.: 1 1 iéen corc!f' vincolo tra il ciscorso secon<'o c~uto lr:. sua origin(; ccl il <lire in due parole: c~uncrue so~;~E'tto il pro~_>rio nasce senz.ri se stesso ,~iscorso, ori 1inario del è come .se ~iscorso ori~inariarnente, _>erchè è il SOT~c:tto ~.ovessinio necessorirunente, dell 'ori.1ine, non il è.i sé stesso, .non il so3getto <lel so3getto; ?ro:>rio .·>erchè ini- zialraéntc è co1;1c se ln - so in manièrn ori~incrietà F~ncestrcle, r'el .discorso filosofico avesse inte- quo.si u.ntici;?c.n<'o è.i non covare nell.!1 sUll ntl- scitc i l.:J.}sus che ·Joi l 'c:vrebbero ucciso, di non èovcrsi anticipare come t'1.utolo3in perchè ci fu, rispetto e IWi e certamente ci to c. nbi, un m(j1.1iento in cui il so~gctto sar.~ rispet- fu inteso esattsmente come· la ~el t«::r..itolo3ic. di se stesso. Cioè, èA.11 'ori;Jinè: discorso eh~ ori3inan- dosi in .,,uesto modo :riesce direi qunsi e cc.utclars1 rispetto oi suoi lapsus metafisici e çuinr1 i rispetto alle sue cadute ro.dicaii, :.:>er cui è come se, dovendosi cnutele~re in c:uesto senso ed 1n questi termini. il discorso ori:~incricrnente r.:.vesse preferito di nasc.ere con qw:ilchc' ~c.mba. in me.no, dicieiuo possibile su~li cos~~, 1L1c.~ forse con _?iù. ~~i cervello, con scentonP,nKnti non. subiti sin Mauritius_in_libris pi·~ c-~nll 'ori1inc, riserva ,?cr cui na- 13 scendo e çue.st.ri maniere. il èiscorso è come se evesse Clqito èi sè che potevo. non cnèere rovinose.mente {!el tutto, nel 111omento in cui qualche nltro èiscorso avesse in-vBcc dovuto intendere necessariomente che il discorso era lf\3~to. non 3ià nll.& ta~1.1tolo3ic di çunlche altre. cosa, che oro vedremo, ma proprio dcl soggetto coni.e te.le. Quanco con bella sicuiner.:i. noi pronunzie.iuo la. f.?.raosa frase di rito, Co1ito erc;o s'Uln ·ens cogie.ccor:~ia .. tnns, per dire che finclnoente è nato il discorso vero, non· ci mo èl i:-iire una ·grossa ed inutile ri~etizione del so.metto: Cogito (egò)~ er~o S~lì (~~~') ,~~~ CO~~tt;:ns, (love l r essere ens CO~itans Si",niftcB. rit)e- tere l!e~o .co:,ito. Cioè,'!! ·tenti secoli èi distanza di fronte àl discor- S'? ' ori~incrio che neceSsariruncntc aveva t~nt.:.to di rimanere, come ò.ire, . in riserva ed in riservo, diséreto (nel senso secondo il çuale discreto r.:i3Dificc:.. possibile di differenze su~ccssi"1e) c'è un r'iscorso. che sp.'.lz.. za. vie. tutte l~ riserve., soprnttutto· e p~'ii:hè in reriltà spazza via ln- tautolo~in r:l.fpetto o.ll... i<len e le trasferisce sul so1~<::tto~ l'er cui men~ tr~· ~;·tginnricrnentc il tc.utologico rim·'.lÌlC fermo c.11 1 idéo.; e Siamo al punto J ._)er CUi .JOSSiruuo dire . in réaltà che 1 9 idcn· r~n ·questo '.')UDt:O <li ~1iste originc.riemente ra:;>~:)r1:.:s~~tn ~V.i. custodia, in qw:i.lche morlo 11ietafisi- c~., ma s.toricmaente · inec:uivocnbile, ·del t.sùtolo~ico, do~Jo l-'ori.1ine il c':i;scorso h.'3. pensato di dovere ncqUisir~ s'e stesso· nei termini ctitici i>e-eu0o ~~oretici dei -t~-::-itolo.gi_co tras·f~:rieo . du.l ·. i.>rinci~:>io del sog~ctto al so~gctto stesso. Pcrchè ·si può ;?cnsé1f~ ché l 1i(ca sia il tautolo3ico .· .· o le. custoè.i(l cel tautologico? (e lo sosten.~o :.Jèr dire ehe ·non sto· rli1cenèo nient~' di Mio mn sto SeI11plice1uE::nte · le:ncndo · Platonè con 1 • avvertE'.nza che 5 t~ leggendo Platone non- .'.~ià ;,>er St.:tj;>er~· Pll1tone &lll per ri;?~m sare il ?ensare pl~tonico èell'i(1en). l. 1 id~a pl~tonicn·è·:;in tenltà l'.·' :· ièeu. (1 i ciò che l 'i('1 e~. à, .idee, .cli . .. ·. . .. =:. ~.. ,•,f ;__ ·. çu.:::.lche COS~ che è qUdi:che COSEl o~eetto del• . . stessa. L'ideo. dcl bene, che vuol è,ire? non che bene i~tellegibi.le?· mn quest~ ~lre,otippone sn:ra s.ic .direi cosl inrierw~to ne.11' idea èhe vuor dire ' lo stesso che il bene .che pos.so _>en- a sua '\Tolta 1' itle.c dell«''. c:uc..lc ·posso pensare ·questo dete.rmina~ione che lti specificn cotti.€. bene sia innervc..tc. nel bene. è•'.c.; n questo :;>tinto, 1' ièec. èhe cose.: è se non la Mauritius_in_libris custo(ie r~elle. ri;>ctizionc c'.i sè? 1.Joi potre1111ùo dire platonicomente, vi èo .il .K.r<"-·:!osso ~ idetJ. {ell' ic1 en e nico (\:;ll 'i<'."lec.. secom_to 'i.ùC b~stc.. Qtiçsto è il vero senso ,Jlato- e secon(1 0 l 'c.vvert€nzn del discorso che ci inte:rccsc.: i:icc. c,ell 1 i(er.• La non 1Jcrchè Platone in cui lm t~ovuto )cns~n:~io .-:lL:i maniere j;lensHrc fosse ini:eressnto a ,?regiud.ic1::i.re l 'idca ·in t:!ue- stl' termini, tn:i.~~rphè l 1it~eél. eszenc\J il princi 1io, essendo tale in quan0 co ;Jlatonicl·ìlncnte ider-'. ci~ificc. princi~Jio c1ell 'iclea stesso., il mou.ento ori:~innrio nel. çunlc l 'ic'c<.: è pensc.. ta e nel momcnto nel çunle l' ièee pensrJ.tn si·~ificc SC)r!.1ttutto fondruaentri.lment(; lo. fondél.zione 0.el discor- so filosdlfico, ln. nf:cessit-9. che l' ideu subisce quale è se non quella di fcre dci._ vincolo .-11 discorso seconc:1o 1 1 ori.5irie e c.l è;:;to ori;incrio del discorso? per cui questo suo essere vincolo e çuesto SUQ essere di-· ciru<iù CC?S)- strumento di . .1"1ec~i2zione, ' rne(1it:re, 1in realtà siznificE1 cl-w .;>.:irte r~el im;,:>ossibile perchè l ' i~ee. non può ~>er un verso il sosgetto nella prima f iscorso Ll ,J_c_ so:;.·~etto e nellr.: seconda parte 1::.ccetta che il so:Jgetto aiG. altro. Per .cui, mentre in un primu tc1.1;_:>0 il discorso secondo l'origine si3nifice il l.'liscorso che fr·. r,c so1getto f:l.l ;:>robletaf'.. che ri3uerèa il suo essere origine:rio e però il t:iscorso facendo dn so:J;~~et to cil ~roblef,t!. che ri )llo.rdr:. il ·suo essere originario necessn.riranent<:: in •1uesti termini <'eve r,cccttarc:-" di slittare verso une seconde. parte <.1i se. stosso nellti quale esso come discorso non -è pi+'ì so~1etto mc è l 'ele-· ruento. r1 etcnninn.to ~>erchè si ,?Osse:. ri;?rOL)orre le P%'.Wll pnrte nella •iuale il discorso forna u fc.re, rispetto nl :Jroble111n del suo essere originario, èn soggètto. L'csL-~enz~ origin.:.rin que.l'è?di frire nnscerc il discorso 11.a cii f.:i.rlo n~scerf. secondo '·luellc. ori3ine ché com_?ete il Cl.iscorso. :ìc· T2lete a Plutone, tencm:1 0 fuori ior1ia, tutta la foticc. della filo- sofia cost r:.ettr.i.' pre-socrat1c,'} consiste nel cerccre il modo 11rl.gliol;'e r.li "Jensare un discorso· é'l -::unle cor.:~?etc unn ori1ine che sia una ori:~ine S(;Condo il discorso e che non sia une ori3ine come: teo.1onin o teoiogic, ?er mo<lo di dire, ma eh~~ sic un ~iscor~o talctiano, cioè in~enuanente oriJincrio che ceree, cerce.nèo di ·inten!:"lere l'origine, èi dartli il c1 iscorso, c1.i abilitnn11i 1.111 'ufficio 1 l'.' i filosofo nel uondo. Da Tc.lete o. Mauritius_in_libris 15 ~icerc~ Pletone e.ttraverso là de3li element-i ori,3inarL-, 1.c ricerca vera è 'Juelta_ df un'ori3ine del dia-corso che sia di corti..i:>etenza del discorso stesso, dunque un_ c-1.iscorso che sia secondo 1 1 origine e seconèo çuella origine eh? appunto è ori3ine ·èel discorso e non degli nlberi o degli dei etc. ~ Con Pletone h: ricerca finisce pcrchè non Platone e' è 1 1 inpot- to, 1 1 investiruerito rnetcfiDico con l'ir1ee, e c'è 1 1 ht?atto ;;>erchè qui 1 1 iiu~>iit:to che 11 i:-:iscorso secondo l 'ori,3ine pro?onendosi in »:1uesti terti<ini c<::f>isce di sè, è che il suo ;Jo.rsi o il suo -,Jro:>orsi è in realtà un suo riproporsi. Cioè che la pro?osizione elemento.re del discorso non l.n posso. fere èome pro1Josfzionc ma Vi 1.,osso· ·fnre · ço1ne proposizione solo perchè mediente le. proposizione debbo endo.re alla ripro;,>osizione, ~ove l)rO?osizione ori~ine 11w. el~mmitare ca scorso seconc1o 1 ' - dove questa i_'.>roposizione -€:lernentare necesso.rirm1erite, se si- ~nificn ~uclcos.::_, bito ai3nificc. sem;>licemente, il ~xrrchè. Se non significr. l 'ori·~ine del discorso e si capisce cu- fosse il discorso interessato a mettere ordine trii ~~li e.Ii.i.ori r~egli dei allora i~otremruo -èire che il discorso secondo l'ori,Jine è fti_cile ?Crchè, fatto,·. si.~ifi-ea 31:\ 1 1 ori-~ine del discorso in quurtto beste. mettere in fila de 'iio~re -in gi6 tutti 3li amori suoi e dei suoi, per c~ire che il (1iscorso -secondo l'origine coincide con l 'oriJine del discorso. E fcccio facil~I<ente tutte le teo:~onie che cominciano prima t~i Tclet(; (~ove cantnre le tco~onie s·f:~ifiC.:! cantare la speranza dell'- uomo olff'e c·-tò:·:che l'uomo c<.mtnvc., e ~uest2. è l 'ori~ine. Il hlOl:teilto ori3int1rio nel <~Ué1le 1 1 it'èo essendo ·;>lc..tonic~nte l'ensata, è, 1' i(~eà c_h~· . ftl .. . dn vincolo al c1 iscorso secondo l ''o'rf.,·~ine ' e s.l dato e origino.rio. dcl di- ' scorso, è come se si'31lificcsse per i filosofi la necessità di un archivio dove la loro bio1rafill ~en.'.jn congelate. ;.>er' seri-yre. Non esiste· 1a "'dtc. dei filòsofi, non ·hc.· senso scriverla r.: meno se:nso ha seperlC: per- chè l)otrebbe escere se non altro ·un discorso 111achi11vcllico -de'i migliori ?er cui cttrnvcr-so le vite. del filosofo t!!.lc, si capisce perchè obbia t"l_etto· questo o çuest 'nltro o non. Il discorso che è interessato r!.l ~JroblemD originnrio per ne·cessit\ hn lr. necessità di trovcre il t;cutologico orl3incrio l1er ne.scere, in Mauritius_in_libris c:unnto il discorso che hc.. il yro-:.,1E1mc _del suo essere <?rigiru:i.rio è legc,to d::i. - çucsto "_.:>roblnm::i. c.. dovere ne&.nre 1.1uesto ,>roblcma stesso; be necessit~ ·~-i trovare il x~rchè 11elle i·.lce t&utolo:~ico tili 3liore c1.el mondo ,Jenscibile, clel mon~o <Nesto migliore tautolo1ico ?Emsabilc è ciò che eli- min<:. il .?TPblcma del suo essere ori ~innrio, _eliininato il quele, perciò rimr~ne l'essere ori 1inario. Al,lor.:::. PlD.tonc divE:ntn fratello natura.le~ di Orfeo (e non si conosce 1.<:.. mc::.<fre dove la fl&a.c''re -;')otrebbe essere stata. le. necessità ilell' ass.,;nzc. ;~el discorso teoretico co1i:lc discorso teoreti- co in ;1ssolu-co); dico fratr.:llo m~~tur~J.lc, ;>erchè Orfl'o è a ?Osto quan<lo dovf:nJo mettere in listo. ~li dei, li Iiìettc in -lista in •-tuel modo i.Jer cui se gli interessa i1. èiscorso ori1innrio, ft~~cendo la lista 3li viene fuori l 'originc del <'iscorso: e questo è l'orfismo, quello cutcntico. l!c. t:ìuc.nr,o l'orfismo, nccesscxiaiu.ente c. bb.J.n(1o.nnto per l.:i 'i5nolerin r 1 i Tc.let0 (perchè n):;>unto è une. pi:30olc::riD. Yolere sn1JF.:re l'elemento coµie unico e solo) fino r Platone, eocluc1enc.".o ·.:;orgia, divcnt.?.. il discorso di Pl.:.'l.torte, quest.o è il ~-1is1~orso che potremmo c.p:;>unto chiamare il discor- ~lle3tttimo è.i Orfeo ~:>erchè so frntello sce:ttcire, avcnèo come: oroblcm.:.i. il fel c~iscorso 1 è il discorso interessato a fare di~corso seconòo 1 1 ori~ine, l'or:igine cd u rnrlo sccttc.re non c.llv. mcnierc orfica, mettendo in lista 011 ele1oonti, ma. mettenc1o in list<1 soltc.nto l 'iden, cd nllorn dan:Jo 1 1 Llec come il ta.utalo.1ico ori~inar.io .' Inf~tti se noi ripren<~illlll.o il i:iscorso secohr1o l'elemento ;:>ro:_>osizionale di coll<~o la. sue yri Jine fino al f>Unto in cui si t?OC 'anzi, ~)UÒ il ç.iscorso se- continunre r... è ire così e -quinci il è!!.t9 ori'.)1tmr1o rel discorso, io dico: <;uc.ndo è che il c1iscorso è discorso? nel t)rimo o nel secondo cnso ? Se il c:'iscorso è, è nel secondo cc.so ;:Jerchè avremmo il f.nto un ;.:>c.clre e<~ une mnr;r(-:? 1 il r~c.to ori'.~inario del discorso, _cioè e l 'originc, anzi :>iuttosto, un paf.re cd un pndre. L'unit\ del {'}.'.:!.to e <lell 'ori:~inej r'.:unque il dato ori3im'.rio 1 ffii ,fr, il c.~tscorso o no? il c1e.to ~Ji<~ l' ori,Girie mi ~c. il discorso come dis::orso filosofico, il Jc,to r: l'ori~ine di che cosa? del discorso. La cllorn, il dis·=orso è· prir.~c.. Quindi, il dato s,;;orso Uill ~>i ì l 'ori~~ine 1ùi da 11 0i- r:ato che il (tato e l 'ori1inè del>bono essere neccssorinn1entc - Mauritius_in_libris 17 il i:'c.to e l 'ori·~inc che rL~r'-~c.no il c,iscorso nllora il <l.i,s.corso ,Jrc._ ..... cedt: ciò che lo f!l. nascere infetti il :?rimo elemento era il i.1iscorso secoll"do l'origine· dove il dis,::orso conc1o l'ori1ine che l'origine che è ~ secom~o l'origine si 1nifica discorso se- prol_)ric, -0cl discorso stesso non il discorso secondo tl!O?rV~ 5''.l bìonf_o, cd. cae11qio, delle cose .. Dunque, il pro- 'blemn c)çlla. detent1in.:.,z.iune (e non -posso fare ·' ~ ~ raeno di félre un accenno ·n. queste, guestione che lr.:..Sceremo subito): in che m0tìo il discorso re twlc dn essere un det€:ni1inare quc.lcoso. che Aristotele direbbe per noi, in ré.nporto ei. qua.lcosl: che c~evE:: E;Ssere tale rispetto nl noi~ si.~ in c~iscorso ~\,lÒ esse- secondo il discorso. r~?~Jorto al :,Jensare e non ris1Jetto al caos o c,l 1i.òn<lo. Riltuu1i.c:!Ulo allorc fermi e· questo. r>Unto: in che senso e fino a che ?U!lto si può intendere. che il discorso second.o l'ori~ine significhi . necessità c::el discorso det(;nninnto alle seconda parte di se stesso, cioè c;l dato originario ~èl discorso, ed in che senso è allora possibile dire che L~ ,,ropocizione ori:;inarie è in realtà une. ri2roposizione. Mauritius_in_libris l'II. - L 1 APORlli. FONDi.l:ENTl:.LE ùltI11NftlU/... Dicevano che l 'ii;..:dento r:i questo ·corso è un im;>ianto che può nns~E'.~ re come problema ris?ctto c.l ;;>roblcina ('ell 'essere ori3inario in rapporto· ~l (1 iscorso a·tasso: il r]C..to ori1~ine.rio deJ rliscorso- ed il ~iscors9 second~ l 'or~-3ine. Ora, il discorso second.:> 1 'ori,~ine etl il .cteto ori3innriu del èi- scorso t.li: ;>e.re che ncll 'ultiiilD. lezione concluclevuno in questo. Senso: Si viene e creare,, o si -viené c. i)rO·_lorre, .: .:. ri-)rOi:Jorre un (}Lscorso rli questo ti;;>o: il riscorso. ha or{~incrin11ente :ie.:-·riecessità i:1i.- ·'. c.ercnre, o r.l.i trov.:.re . . ... .... . . o <:i invent[;!re un d<'.'.to u il :2nto . ori~inario, ciò che sia per il discorso '. possi~110 ciò che chic::m:!lre 1 1 essere ori3innrio, m<'.'. 1 1 essere orisim1~io non· 3i\ rispetto c. se stesso. t{S~~-~~i;è··o~~3inar:f.ò ·1it~ l'essere originario rispetto nl discorso. f'..llora. <~ico: il ·.èiscorso ha ori~innriruaente lo necessit.\ c1.i trovare (e (aco ~Jer e.desso 'trovcre' e ;Joi v~.drcm~ .. co,n~ lc'l ques~ione comin- · cerà ~)rO~'lrio nr1 ess~re d!: vcèerc il s·enso clcl trov'-lre, o del cercare o <lcl dçtct::mi?v.re stesso) 1' essere ori:~inurio in 11111niern per~ dn to,1liere rispetto all'essere originario il ~roblem~ dell'essere ori8in3rio st~sso. In alt%'.i teni1lni, perchè il (1iscorso sir., per un verso è necess~rio che il discorso sia. capace r,cl ;>cso <1el ~lrobleruél c~ell 'css8re -:'.r., il r,iscorso,. nm per 1' c,ltro v~rso ori3inario che ri.~uar ha unn necessità imnaediataioente contra- ria che è 'iuellci. di to;liere il problema perchè l'essere ori:;inario sia e ,;)erchè pur sem~Jre l'essere ori3inario sin in quanto sia ciò che in~eressa il diocorso e non 1 'essere ori:~inario stesso o 1 'osserc coi.ie ta.le, ma l *- f.·ssere ori;jinnrio che interessi il <1 iscorso secondo l 'ori3inc fino al dnto ori:'."~ino.rio c1el discorso stesso. ile. (]Uesto i.JUnto di vista a me pare èi )Ote- re nffermere che ori;inariEJnente il discorso trovn unCL sortll di situazione iniziD-le Dporctica (èi difficoltà, cioè) <Jovuta al fctto che è di fronte o.e~ une ~bivnicnzo. inizi.1.le che richiede una soluzione univoca. Potrenui.o (1.ire: il discorso trovc. ce stesso in t~overe r~1odo te.le dll ess~re in c,ue posti per· e.vere poi quell'unico ?Osto che è rcppresentato dall'essere origina- rio in c_:ua.nto i 1 'essere ~ue posti dcl <'iscorso s.:>no: la necessità dcl c>roble1na del- ori~innrio H, conie scconr1o, lr:\ El tessa Mauritius_in_libris necessit.à del )roblema dcll '- .19 ori3in~rio essere che. il <li scorso s;:1 · Quinr;i, intnnto il ~,u.::1ni:o il <liscors~ stesso. fcre ·:?roblelù.s. dell 'e·ssere ori1inario in fa: ;:>robl€.:1u2 .. r:ell 'esse.re origim:rio rispetto c. se stesso cotue èiscor. . . ·• . . . - . (~iscorso ~Juò èov~re ri~)U<:::.rdetre :•' so c. non ris;.Jet·;.:o c.11 'csscre:: ori3inario colllG .ess'ere e, in ten.1ini ancore. . . . ?i:! dr&stici, neuaeno risp.ett-0. till'qri~ine come ori·1ine. Bedate bene: io . sto G.?;?CnC 1€ ~gc-n,_:;9 il senso 11p01::ètico O critico ·teoretico delltl richieste socre.tico '.>lntonicu. eèconèo le c_;Ud.le io intanto )Osso fare_ discorso in ·cuanto faccio èlscorso. sulla santità o non sulle cose· sente e ?roprio in questo sono èiscorso filosofico. Dnl punto c'.i vista ori3inario il discorso orl~ine.ricmentc è con•e se uvesse · c::ucsto :>roblemn ed è, un r>roblema che ·~Jone il :discorso cii !rontc c.~~ unn Ciitbiimlenzc ~he .lo stesso discorso è costretto ne3nre in quanto lt: i:'liibivelenzc è dovutn· nl fntto che .il problema r.:1 c~c11 •èssere ori 1innrio è :Jrobler.m nelle. roisurt.i: in cui l'essere originnrio riiu.:tr6~ il r1 iscorso non l 'essE:re ori1inario stE:sso. Allora in altri ter- f' rillrii. è COliie se noi potcssil.10 doVCSSiiùO Cùri.prendere che ori1inaritm"1cnt~; f' !~el ~"'.iscorso (in senso storico) 1 1 ilt•:.>i:mto cofue iri c,uanto c;ucsto ii..p.ir,nto si trov.:: apr.ccnto, discors~ <~iviso filosofico nasce rispetto nl~'essere ori 3in6.rio che lo intere S S.'.:l, in qu&nto originariar,lC'nté l .' impionto de 1 Giscorso è t~ie .Jer cui ·>er un V(;rso il '.>robleme, ci ~-€Ve ess~re ma per.. altro verso, che. il <'iscorso sic. capaciti\ rie i .probl8mt'l dell'essere originario r!ù- vrcbbt;i. supi>ò~r~ (non s"u2pone) .che ii' (~.isco~so è ll sua volte presupp~sto, ·e~~(; rJ.~sc9r.éQ,,. ~.al --~~-,-~r~ble1:iJ;. Allorn~ il Jlscors.o che originariamente h,~ ·il ',)robt~r~a ~~{1t'es~·ere :o:r;l.ginnr.io che..ri~rda il dlscorso s.tesso ~.o vrebh'c· cssc-r~'-'tnlç • • -. J '# . :.- -.,_· . . ·' - e\'::. r-'ovèrc essere: preSU??OSto dal problemti dol éJun.le do.. : • >' . . - vrebbf; (;.$Sere detcn·11inc.to . - . .. eSSiJ . .- .· .: . . . ' . df:scorso. Io cbieJo se_ poste. co.sl lp . .- i.1UC- . sd.one,· le, quc:stione··_è risolvibiic: . >cr Un verso il ~~.iscorso è tale per ~ui ori ~in.r:rirunente .~eve e.vere couie problcmc. il problcmn dcll 'essere ori. '7.ine.rio che ri1\1E(rc:a il .discorso percI:iè ìl ciscòrso qu{lnçO hn appunto il_ ~ .. '· . problcuìe· di capirsi nelle. suc..· ori:~inc l~c il iJroblcma c:Cll 'esserc ori~ina• . . .t.' rio che gli- c~u'?etc, 1 ,.::,ll 'esscre. ortginario che rigua.1:'(~(1 il discorso; mn, 1 .)~r':·_eltro' versq~. n~ll~ stesso ·tem.:>o nel qusle; il c:~iscorso nasce ed in cui il ~:Cs~J;so. .. . . è .obbli:"';.:Jto c.l. ..Jroblc;mn c1cll:'esscre orL1in12rio ed in cui l 'es- sere orf.:1inc.rio è. obbli 3ato t:.r1 essere r.~i COùllJete:nza, t>rOL>Orzionato .:ll fli\! Mauritius_in_libris • .20 zcor-so ctes_so in questo s.te:rno tempo e, nello. 'stesso rnp?ort0 ci sono r'Ue ·elementi' ~1r:l _r<:piJorto che non pos,sono stare r.ssieme in· qu.-::.nto nello stesso tem,?o ·1-'~no 9ipende dcll' c:ltro e l'altro (\i~Jende. c\ill 'uno. l[l' c--:.ltri. terinl- ni: il r1 iscorso in 1..).Uc.nto ori3inu.rio •)Or potcrf; e.vere il proble;ma dell 'esserc ori-~incrio che lo fé'. css~re,_ èovrebbG essere. ?,ià un di~cç>rso ;>otc:re csseria copace ('el ;:>roblf=m:in. (!ell 'cssere ori;?,inario,_ Sù. l'essere ori 1innrio che ri:;;ur:rr-~c, lilG tnle <l.::•. per altro ver- il discorso, in quc.nto ".>roblema, si'jTI-i- ficc,_ ~~oblunc. i,)er il s1..:o ~sserc 1roblemo., siJI:lifica il S\lO fllre nascere 11 dlscorso. so into.n,to ~1crciò. ori~im:rio. ~>uò .. esse:ç-f: (~iscor /'..llora: per un vc;.rso abl>ie.tiio che il ~>er orj,.3inori0 in qu<:nto a~ un verso .è legato J?roble- nm. è-ell 'essere origine.rio· che necess.::~riCLlcntc èeve sL;nificar~ problc~mo, èovE; essere problem.:>. si3nificc nell~l mcnier.s greco.. èd assolut~, s._1or3cnzw; cioè, 1-~'essere. originario, è c_orne se rovesse ~sso spor~ere s~: fuori èi in ruo<lo ck. c1c:ire el discorso il nioc!o di a~~rnf>pc.rsi c.11'es~ere orlginariò,cioè Ji iropr:.clroilirsi cell'e.ssere ori3inario in mo4o tale che l'essere ~Jroblerlla }. dcll 'esscre. originario costituisce. quelln ttiiscc il òiscOr$O fiitì. volte. eosti;tuiscc. la ·siJor~cnzs StJor~cn_zl~ .fonùmaentale cpe costi- che Costituisce il Ci_s.;::orSO · ~J"Chè, il èiSCO;t'SO spor:~enzc Q 61.1<.1 rlell 'çssere originario •. Co-stituita la c;uale <:ovrernru0 cvere che .i.>erciò il c1 iscorsò ncsc~, ina perciò il •,~iscor- so.. ne.scc. contro se stesso. Alloi:-c. io· LJ.Otrei dire in: s~nso storico l)ri~ina rto (t)erciò dico :_)latonico): la nascite. {lel {liscorso è verllll1ent:e una ~:poria fonèmnentnlc, ci.oè un~ ,~ifficolt-?i -fondamentcle. perchil'IÌt). .difficoltà. che· ·fonr'e i,l rliscorso rnc. è c;uellc, c,iffiç:oltà che fondando il di ~liderlo ~?er sem;")re, ri~ch1..::: . ~iscorso ,:_ i elindnnre, t~orr.:ticnmentc -~1erlnnè.o,. I il . ·;w.r scr;qre ;?erchè. è ..1uelln èifficoltà che. intanto. so in t;uc.nto fon<.\!:,re . il r.'iscorso si31lificn ·nove, ~iscorso. r~schin fa~rlo fonc~c ·il ciscoi;- nnscere contro se· stesso. c9ntro. il discorso st(:;S&ç>. si·:~ni:çica farlo .. nascer-e contro il fntto che necessarie.mente i l dj.sC:!)r&o _per :;_:>otere essere, fare nc.scere il in senso ori~inario c~1sc01:so ~fovc rieten11in6re·. per un verso 11 probl:e1ne èell' es, . st:i:è ori3innrio.-1nl1, :>er ,:;.lt:ro verso, ~eten,iinarc questo si.3nifica essere detc.-nr,j.nato esso elise.orso •.. l~ questo ~Liuto è trc._:'Jedi,s filosofica~ costi tu~ . sce il tn'"gico orirçin.:irio ( trc3icc çhe appunto 1?0SSit:1mo chiéll11s.re il trl•3i-- Mauritius_in_libris 21 ~1 iscorso co Jlatonico) il fatto che il ,>er potere nascere, doven<lo ncscere ori~ine.rio contro .,ae stesso, sic. costretto ad elirnin.'lre dell 'essEre bl€ln.s., cio~ spor~enz.:, l.<: in quc.nto l'essere origine.rio senze problema è .:~ell ciò che riit..::nendo <'el problcmu. 'essere ori1in.~rio ·;_>are che· perciò 1>os- sa essere il fonde.mento del discorso ,in 1.:;_uel modo :_Jer cui e questq il fonéL:::ilncnto del -:-ii scorso sconèe· sè e sL~nifica il mito del ori:~inariuruente •. ~ stesso SE lò~os ~ificc ter~>o? o inveeG esso è un ft:.tto il P>1os essunto ro c1ell<:. ori~ine che n~l 1aistero ri6Ue.rc\~. o il V~gos r;.~o che n:a-. potremiùÒ chiederci: l'uso plato- nico c'!ei foiti è solttmto un vezzo dc. ?Oeto.? o lo scotto ra t''el suo il ::>ro- è.ella~ tra.~ico sua t'a~.::tto alla cultu- dove fatt0 tragico si- ori~ine in quanto il raiste- il lò1os è in rec.ltà le. copertura tragice.men- te necessv.rie del·fctto chG il lògos nasca a çuesta maniera e cioA contro se stesso. I liti ti che Plntone usn sono in reclt1 l'alibi critico e teoretico attraverso il quale si ncsconde il mito <lel lò3os. Cioè, si nosconde il fetto fondciL1entalc che il discorso· ncscendo !l c;uesto i.i0do nasce contro se stesso e ce,rtruaente. il discorso non pu,:J accettare di nascere contTo se stesso )erchè non L>uò ccccttf'.re 1~~i nascere diviso € proprio i;>erchè 3recn~ li.lente posso pensc.re lt.; di.visione m:: non posso pronunciarla. Se riusci~]I110 a treéurre le. pc.rolc; lò3os con unn sola. pcrola e non con un perifrasi è coliic GO èovessimo chiU(1.ere ~:1'ò~os c~obJ;>iaIU<J O~"':rii scuolll di filosofia. Ebbene, per tra~urre ricorrere alle· '.>erifrosi, cioè dobbiamo ricorrere: al discor- so; u•.::. trndUTre un.:::. pc..roln cmac queste. che -per i greci si3nificc.và· ,~ucllo ··che si1nificavl! r·iuscen.:io '$ ~ire:lò3os, e traducendo questa. parola, essere costret:t:i a fo.re :iiscorso significa che <~obbiarao riconoscere che traùucen- r~o questa phrolé ci' illm.iic:mo <U trnèurra e cioè' che cp}unto non dobbiamo· trndurr~; oioè, rlovfemmo riuscire a riconoscaré 4i lasciare il lògos stesso. Biso:1fla dun{.~uc.le.scicre cos\ eeso significher~ s~. si~ificherebbc ·:>'"rchè tl se questo ten;1ine cos1. corae è, e non perchè j_.>ensiero soltanto, o eopressione del ?ensiero, benr1uellc, ~nit.\· nssulutc. <lel ?ensàre che nascendo-, come nnscitn it&il::.edint[;: c'.i se stesso, corris~.,onde E nui dunC"Ue non pussicruv . .,i') essere '~ree i, al suo stesso espri1uersi. non possiamo pi~ì fare filoso- fie c..lla innniÒr.:: in cui. ln fa.1ceva Tclcte, ,Jrilim di Platone, perchè non nb- Mauritius_in_libris - 'bia.10 _)i"? il t>e~'chè lò~os l'.. cuestr; '2.2 r.a~mierc.. e non :->vssiruno pi'Ì :_>ossederlo pr1.>prio chi cere?) i:_li 'Jossec1erlo, Pl.'!t:one, lo, lo hc ?Cr<luto in <;_ut'.mto. -~li ha ::~.o.to J~O~Jrio. ?Crchè. · c~rcò di ~>osseder come tcrr.iine èi riferimento ciò che il l,=)·1os ho. cofae 6:3gctto nssoluto e cioè l'idet:; ·quando invece, dovessirno le.scie.re il l~qos c. se stesso, dovremmo ,~_ire: il lò3os è se noi lò;-~os pro-:Jrio ?erchè in. se stesso, dentro se steeoo, .è tutto ciò che è in quanto r"entro se stesso è il. suo. stesso -,ensc:i:re ciò trwduzione .nutentic"l che si eh~ ?ensa. Infatti, l 'unicu riconoscere del lò3os (e dico tr~duzione :>UÒ non in. s<;:nso filolo1ico) è une, traduzione in senso reli3ioso e cioè il ~Ter ~o • inc.!:J.rnato e il Verpo incc.rn1.1to secondo il <fo.to storico di urui cultura molto. individucJ;i.le che ·'1\?~>unto si fonde. sulla incil.rn~zione del lJcrbo. Do- ve, ir1carn.:::;zionc del tTerbo, incl.~rn.J.zionc delle, Parolé.1., s_i:~nificé'.i ln visibilità chè chi (~el 111istero e cioè la. riconferme.. <!elle. invis:f,bilità del lÒ.'JOS, ,>cr- ve~kva Cris.to e chi lo vede· .!'.ncoro Vf:'C1ere sul serio significa non .;>vterlo rischicr~ che oi può vedere, Gl;:'isto Se noi ci{ O'~~i, sa benissimo che veèerlv sul serio e Sfi che tutto il drnmma su c;...iesto •?unto sta pro;_>rio qui, cioè che io ·crec'o di· imrc:ce non lo ·•:ero. r~ov~ssimo ·crrv::1urre su un pieno eutenticeu1ente filosofico il lò- gos <~ovr•o ertiméttere che non si può traclurre, :_>erchè il ten.1ine lò5os non Si 3nificA. neimèh~ f~.iscorso, u.cntre .è evidente che io sto~<Jarlando seiaprc di (!:i.scorso iJerchè discorso stc. per,. or~ si~nificc.ndo .. la riduzione d~l lògoe !.:l !'.''ià-lò1os, la riduzione Jel lègos, nl. c1ie:.logo; cd meno .Jer ccso che il ;?l~tonislilo è~ tutti i ~nche Gui, non è nem- tempi anche quando non ho scrit- to i suoi c~iG;.loshi è ser~~rt un 1110<~0 di esercitare il c!ialogo vLntonico in ,:1.1c':'..nto il ;::>le..tonismo òi tutti i temi.">i ri.JrO?One la tre.3edia riel lògos il quc.lc, ci.p~)unto non trc.r:1 u~ihile seconèu se stesso e;: .per .se stesso, i>uò eser- ':!itnrsi in c_~ur.:.ntù è riè'vtto, costrett:.> 1 nel ~iologo, nel lògos posto· cioè SE· me_(; te$ )l.::i.t0nicrunente, ·'.}I.lesto ?unto· di v1str: c~llcrn, t.K~, Gncor,r.i pe3gio, nel lò3os fil me e me. H:.i tradurre il lò3os significherebbe ridum:i:i ve- rraacntc n non pens~re e non par Jire cha il non pensare è 1.::i cnrenza dell ' uo1110 rnr: per f'ire che il non pensnre è 1 *unico ttaodo ché l 1uomu ha inizial• li",cntc d,i conservare, rispetto cd una trnd.uzione del lòsos che è il Verbo' Mauritius_in_libris 23 ince.rncto. Tr.:;.è:urrc il lò;~us, e sto intE.nderx.1o lò~os nel suo senso rio, significc nccesst'ximiiente, cioè trazic&nente, fere il ori1inr.~ c~iscorso, in C2U<mi:o u.ppunto le. è:ifficoltà .Ji tr.~::1 l.irrc il lò,~òs st.n nel fatto che non ho ln ;_Jroporzivne tre. il lògos e la sue trriduziune in . 1..,u11nto np;_)unto lo: trasL~nificc. duzione del lò3os è ì:)lurivocc: tre.durre il lòz9s ori1inariruuente plurivocità. ·dcl discorso 1.Jerchè t~adurrc i~ 1?>7,0S si~1nifica fare il discorso. Duni:._;ue per me è chic.ro f}uesto: ?<J.ssc.::re· dallc. origine del discorso w.l C!iscorso stesso, signtficc storicc.taent(~ passere dcl H>3os intraducibile secondo se stesso n qucll.:, tr.::o:~uzicnc indebite.. mo neceSS/.:Lrin, tra3iccmentc · trcd~rre necessarie, del lògos, ctic è fc.re il discorso. In nltri tenL1ini: il lò3os significr.:. essere neccssitc.ti tregicamente a fare ncscere il discorso • .l'.llorll, le; ncscitc. ~~fel (iscorso corris;>onde ella stesse tragedi!~ ori~i t):erie del èiscorso che è le. intrc,ducibilità <~el l~gos colìle punto ori3ina.rio, termine di se stesso J.r::.l quc,lc pcrb nasce le. necessità èi tradurlo questo lò3os ;_Jerchè di vc;rsc.raentc noi snrenu-uù rir11c.s ti, · coI,ie i sofisti, setn;~re r.1i cose sente ed c. non ''ensei.re mai ln mo che si pé:.~ll santit.~. ll ;eo.rlare E lo scotto .~ravissi- per penof.:.re ln snntitlì e' che, intanto, il mondo continua ed he contin-uato e 1,Jerlare c·~elle cose sante, bene o 1;iale, e ncturahiente 2er- l~ndone non h.:i mci ootuto e.vere nè potr~ IJi<li avere 'il problemc· di ;>cnsare le cose sante. Tr~('Ùrre il Lògoo è· co1110 se fosse <letermincre il discorso. Quinèi Ìa trt.<"1ucibilità del Lò3os stn c. si~ificare che origincriamentl?. la determinazione del ~iscorso è senzc determinazione in questo sen&ò preciso: è possibile. pensc.re nel sonso originario nella misurn nelle, r~Ullle il ~iscor so è lcge.to alla sun .orj>~ine che JovTebbe poi a sue volta essere conèiziòn<'.tn c:'nl. discorso. uirci che la questione per adesso riu1ane ferma in questi termini: il òiscorso ;;>er un verso è condizionato all 'orL~ine ma per l'altro verso dovrebbe condizionare l'ori3ine. E si :potrebbe dire che questo è un discorso aporetico fond.::::.mcntcle, che questn è una difficoltà fondnmental~ (che ~onda il èiscorso), ori~inaria; è una clifficoltà che .in ori- 1ine foncl.a ln f ilosof in secondo il discorso c'1.el c:uale la f ilosofio è capace o presume di essere CQ.)?flce, ;:>llitonicranente pensando. Per cui, platonicamente pensenèo è come se potessimo pensare cos~-: Mauritius_in_libris non possiruno negare che ci sia une difficoltà nel fare i cìiscorsi, una difficoltà che rigucrrln la ~Jossibilità (i fc.re un discorso nssieme dove assieme si3TI-ifica non r:;olo tro c1ue ruc1 D.nche trn mc e rue •.. Le. ra3ione ha·: lr:i c1 ifficoltà. di pensare. con se. stessn in manierL tule (~!fficoltà Ct'lmente la che i c~a penser~ discors.i siano ~uo!- (~i scorso.: Platoni- è. tclinentc rc.c:icc.lizzc.te. che. questo difficoltà è quel- ~a che . >cssi8ll1Ò ·~hirn-Ìtere l' l!.por~& fondl':lilentc;.le 0ri3inarill. e 'è une llporia ori3inoriC1 che fonr:1l'. il c'iscorao; e cioè: c ~è. un!l. aporie. che posta inizialmente dovrebbe ·troncare il discor.so. :Cunque se nll'ori51ne c'è una .qiffic;ol• .,. t_à ':'. . of· c-1ell~' • quale: non ( obbii31110 fé:re . 1 .. _ . alt~o. ·.. .. filosofi~o • • .• che. :.)rendere [J.tto dovr.ennao .. . .. ' ' . conclude• . . . . .. ;,''. non.far~ ...·. re che t•unic9_ discorso f:f.loso.fico clje ?ossicruo fnre è qqel1o <l:i nessun tJiscorso •' J'~re se il nostro pre~ere ;?Osizi<?~ c.iscorso. è ;, rispetto ncl .1Jnc posizi0ne ri pertenza che è c:;uesta della. B?Oria talmente. orig;pc~ic e tnliitente fonò~entc.l:e,__rf1D. talr.1entc c:;>oretica es.su stessa da c~ovet" tioncc.r~. il è i scorso •.E si ,;:>otrcbbe ~1ire: 1ae. perchè è cosi_ co1npli<7~: to ripen:snre Platone tiuanco invece se ìè.ggié~o Platone. ca?iaruo subito che lu: questione è in certi ton:uini cos3_: il i;>robleme fonè;j!OOntale rlopo le so- . . fist:lctc è che, divenuto il socratismo e.bit.o ruentele, essendo steto chie.ri.-: . . . 1 to ~h~·· ;é:~er posto le ir: ~e significa che il discorsu fil,osofiéo è nssi~~~ri:;, ·~. .! ..:.~ •.. . . . ... a . se. st;esso • . •.• • ,· (o;_Jpur~-:, to ;;, se stesso -- . ''! .·.. .. ·: ~>oste ,,. . ·,: ~. '·- • • . • • ·: : - ~. _ .. ., ~-: • • so .1 le -. : •. . i(~ec ta e' alle . •. . • i. • ~- ·-· ' -. . ~t~~sc • •; ; ··' -· : -· .- . . ·:» ·-. . , - . • non. .eono le diff;l.col. -·- .. .. o'I'i;~~n~. . .. mà che ri.suardcno, • .• ' . . : ~:>oniomo. • -·· ... :· . ca- • •. 9-i~ficolt! viene sposta. <lell(;; iC'ee tra è.i loro ulla <lifficoltà che . . . ... . l' idee;. stE.:s. \.~ • ~ossono n.:iscer~. nei loro . rµJ:)porti); ora qui_ inv€lce la " ·. r1if~icoltà . sa per se ' .~ ~ tà che r;L JU.arr..1.nno le idee nella loro :- • : » .· ·. . ~:·. semritc.i le_. diffi.coltà che' . -. .. -.. ·-- .. . .· E ~ .le iç1ce il discorso filosofico è ll.Ssicurc.to . . . _in çuanto tnlo. à per il . ~ c~iscorso che fo ne,scerc. . . h.'~èea .>l~t~nicl",,Jnentc :_Jcnsct<l, in çucnt<.>, ;>er~ viene in questo moir~nto as~\nitn.-_nei. ri'?enso:re il p(?.:nsar.e 1 'ièeo.~ <le quesco !)Unto di viste. finisce r>er rap?resentc~re - ,_ ·~tess? cssn lu rifficoltà Ciel lorn (oV}:'emrn.o dire: il t:iscorso è (~iscorso che esse. stessa fa nascere. t..1- ~crantito èall'i~en. o è 1.'ide11 che gar~n- tisce il _t1 isc~l:so? Cioè, pe_nsnn<1.o ttlute le cose che· :'os_siElmo pensare, e non .. ~ si {:rette, -c1 i se belle 0 .: ' . :. ~npere se dobbimao l.a bellf:zzn, u1c :~>ensar~ le cose sente o la santit,~. le co- si tro.tt.:.1 di capire se riuscire e fare c;uesto salto c1 i relazionP trc. le cose che ~>osso pensare e Mauritius_in_libris b~ cose che debbo :;>ense- · 25 re sic un selto (i rcL:-,ziune a.scicurc.to c. )rinci~i ·e fonò.llllenti dei quali l'a~o il discorso è res?onscbile, in questi tennini, lG vera cµoria non è riD., cioè. la vcr·c àifficoltà non st:n iQ ç:l,.ò che. vedo <.Jella difficoltà llill in ciò·· che fc_ nascere_ lu difficoltà. I l buun mnestro c1i rnetefi.sico non mi metter\ tw'.•.i in tes.tt. pèrchè io non riE::scu. a p_cnsare vere.mente, pensando l'- _.f:Jen, il cJ.iscorso che fc.ccio nnsce:rc -:lnll 'idee,,· '>erchè pùrc che. il r,iscor"'.' .. ..... so .. sic. tnl1aentc. difficile. c\c. Cfi;_Jire che lll. cosa .mif',liorc è opµunto 41-na.scun• ~ ~llo~c è_erc queste, (iifficolt3 erl c:amentnl~ e dun~ue 0i· :ta..r~ ... il discorso.; i .:.a la difficoltà fon- .ori~inaria, a-- c;uesto .?unto ' 1 ._,,/.'.-{~".,~·--· ' tJer cui fare fi)òsofiq;:in.J;.en-~-......- . s.ò. l:'.r,:licc.le è f~ifficile, duvP., stc.? $tO. nell '_:l,.mpetto cqn le. ilifficoltà ori"." ginnrie:. •.Stç. in., une s·orta fl..1 repulsione c.uas_i ist;int;ive che l 'uorao .ha nel . .. .. . '· riconos~ere che all 'ori:~ine dei suoi tJiscorsi essi stc~ssi sono tali. dc. ·es.- sere ~(~c!irittur~ l.t: t--1.iffiéol~rJ: co1,,,e tu.le~ cioè unn aporic.. che· è. essa stessa telm€;nte c.porin· sce ~Jro:Jriu i!')erchè ('a condcnncro il <lis-:orso ad l'~k>orin bito questo· discorso. ,~i cesso. (~icenJo: ess~re, non essere tele. E r.te noi, lc~,1cndo il discorsq che nc:ipo.treim~ Pln.tone trqyii31no ca_t)irc suµ'Jl solo :J\llì- to in cui. il disço'J:'.SO dell' ide11 in{:ichi il ;?rinci':>io .d~l.l' ide~? .leggiruao in· çualchc tJialo:~IJ ~ovç r1 i rlatone. l'eco <"ell' in&;.Jl!.C~;J.o di i~~liì~JW!lnè~o sull' &:pxfi imp.sccio çui vuol r1ir{;~ questa i11sicurezzn c~~l principio t.~.i se stesso, c,;uesto dubit:J.rç (iti a.enso radicale). r-11 se· stesso come princ;l.::>io o vice.vei::sa tutti i problemi che nascono sono :Cutti i '.)roblei:d. che na$cù.no. d.nto 1 1... idea. Ecco :Jerchè <lico: .1' t~porin è, upor.ic, fondament;a.le in. un-. :Senso (arei -. cos~. tr~3ico (perchè è un. senso cont!izion.P..nte t.n se.nsv .assolµtoL f>erchè. è apJrin in· quc.nto fonèc: il :1 iscorsu; e sp.reb'!;>e come rlire: _il disç9J::-&O è fvn:~ato èa. une ra.:mcnnza: •~e.1 problemn del priQCiIJio e.be fondç élf?•>unto nporeti- camente. il C.iscorso. stesso. Nun ·c 1 è e nun c·i ~up essere :;>r_pblema dei1 1 idè.~1.; ······-· irif<.1tt.i potremmv. :lir€!.: che il vero .maestro di Pl~tone è (~uello che i"t"tl'CO'!R! avevl1 sn;.)bbcto nnte-litter.'.:ln. e· ci_oè C.r.trtesio,. e Certe~io i:Je.:, se è ,innetc,. è tutto citJ che. ne.te çc.. parte. c1r:.ll' idee. si C'SSé.Y ~nificJ.. na capito che l '- è-secondo qµello eh€ è,. ma. essere in- che_- _l~' i,rlea è senza· problema, eè. è senza ?roblcme fino el ,;.>Unto: s~coJ'l,(:1.1 il quale l'essere senz~ problema .(Jp. pàrte :.ìcdl' idea· è· tutto il suu sist:er,1C'. •. Mauritius_in_libris D!ita l 1lèee ."!C.liìC •J.Dto ori ~inerio ;f.n t:uo.nto sto~ico, 1' ièea non può nun essere. se non secon(~.o ci0 ·che· essn. è plt:tonic~entt; pénsc.'n(Jo; t)crchè, data l' i!:ct., s:l.3nifico. ·qucllù che il socrctism.o ci ha messo in tf'·sta dicendo: sic:anu crtpuci (i cevere L::: se.ntità (~elle cose santf::? Uo; siamu capaci <li cavare la santità d~l,lc. stori~. :.:.klle. ç:ose_ sante? Uemrueno.- Allora, siBillo in- cii.?o.ci di. sti.fitità, · sicr..ìu. incepnci c:ell 1 essenza, r~ell' ic1.ea, rispetto e quel minimo èell' es·senzfi chf: ·s<.mo 3li e.nti ç'etcnnine.ti secon<'o questn essenza. Allora, t:>c·r pensure le. so.ntità, s.iorilo incr:.iJaci ~i cavo.re la santità dal· 14-. nim:o delle -stie detcn1ina.zioni· e però èa raJCsta incapacità, ;>latonic.:lLlcmtè ·· <lovrèmmo r'ius.cire c. c;wl!.re l.2 cat;>oci.tà {::.i .cnvare le sentit.iì èol ruassimu <lè,1la sua òctE>rmina.zionc che è rap;J.resentnto. (~l suo essere unfl pura essenzo. Il ~roblcr.1n è c;uesto: )UÒ c,.vere l' ièea il ::>roblC:;m<l ~~i sè? se ~ensiarao che V idea tu1 significc.to e significn 1 1 intellegibile, capiamo. che 1 1 idee rappresentc il :_:lrvblcm~ r.-1 i ciò che;. ?Osso conoscere per mezzu c1ell'idca rua non mci il' problemci dell' id8il stesse con.e tale. Ge noi ,dobbi?Ino leggE<re il nou' meno ;?lritoni.co c~rùe tele, noi do.bbi€Jft(J le~g'f.:re l'intelligibilità coma tale, ~ler cioè lcggimào ciò che ·l::>vseo pPnsare- sem?re i?er virt·J e potenza cJi ciò che :?osso t>Onsnre ~ Penscre l' ièe.s plc:::tonic.:racnte mi· serve sùltanto in roalt,à oer conoscére le cos~· e non già lJer s~.ì_)cre. 1 'iden perchè a;>l)unto corùe sog~etto incernntu è c.:>me SE:: fossi conc1.annato u c.cmos!=ere e. non posso çono- sccre se ·non vedo. L' ide~ come '.;Jriric;i,>io ·..::he non ho princiì.)iu è essa stesse ii prfnci:>io di tutto ciò eh~ ~osso conoscere in ~lutl.nto è, come (1 ire, la '.velvole.. f~i sicurezza di ciò che conusco ec1 quest~ ~.,unto è chiaro ;.>erèhè il <Jiscorso ·r:i..sulti ,tr[!gico: perchè. la difficoltà dcl Cliscorso è costitui-' tn èttl ·fatto ché une <liffico.ltà <'ii <::'.uesto tit>o . si~ifica in realtà foncbrc . . . ' il i:'Jiscorso. ·voglio r1.ire che un.:.1 é'.)urie rli questo tii;)O avrebbe dobuto blocC•:1re' originarimnentc il filosofil1, t 1ovrei c~iscorso; cioè, ?Osta l 'ide.'.l èovrei non poter fare subire .una ?OSsibilità elle ooi è un'i1u:?Qtcnza, unn neces- sit?i origillllrie che dovrebbe far nascere un& possibilità che ;>oi in realtà è una im?otenza: ('ovrei non i)oter fflre filosofie. Ed è per capire qu<:.!sta obbligazione che tvrnn o~;>eretta. scm1~lre utile lem~ere i µoeti~ Leo)ll.rtli in '1'Uella more.le, "Tdman(:ro e:r1 Elenn<1ro" dice che far, filosofia significa Mauritius_in_libris 27 co1iiinciorc a cc.pire tutti i .3Uei che dc questo tornano a no nr1 un punto tele per cui è raeglio non farne; iIXt co1ne Wulù e fi- 1ue so;~.~iun~e, che r>er non fc.re filosofia ci vuolE: élltrettr.:ntn filosofia. E c'è r.1olte pVì filosofia I in c~ucsti f'.'!_iscorsi, )Ag~arc?ia.ni che in q\Jellc metafisiche che stom;_:>nno' sul.··.' ~... le co;;>ertine. <~i se- s'l:~s'se ci ·~vvertisse: i:~i ', ., (.;Ssere metafisicu. Perchè è come sè' Lco~.Jarc'i lo. filosofi.-:: .è cùme se.: fosse teh1aente conf.izionata alle sue c1 ifficoH:\ che.. ---è ts.lmente sprovvec~utn di strumenti ié.onci che . ùriginarie . . . . .. non c~crivino fin. se- ~a che anche ;.:>er non farla debbo ~ott:re non: fnre fi- · . . , .• . .~ loso.filV nttrave;rso il fare filosofie. P~'r cui è nel qut!'l.lc non Tiusc~r~ [j, COlil€ riire che il momento fari;;: filosofia corrisponder.\ al 111m.-iento ln cui i 1 non fc.re ,filo·sofi4 èl .. pur seri•1:>re un murlu di far filosofia. E questo non ·è un sofismc mu. P nvvertonz[l pacticc lco,_>nré~iana ·che vele ·?er 031\i u01ao: cuWE::: · tale cut:.e cc;)ir~ lu criticità (1i s0 stessi senza dovere giocare a riia~iat tino con se st<;.;ssi •. 5cnzn t;uestll. l~vvert;enze il c1 iscorse> si ··:>one in '-iuesti. i:(;nnini, c1iciamo eidetici . : ln vera difficoltà fondaiaental€ consisté nél factù che l '<\;>o-ria è fonc\~m1cntfalc pru,Jrio i?erchè fa.mela il ~iscùrso ·e fonckmdù il discorso ne3c. so .stesse. Bi è COliie se noi origin.:irim1.ent:(;', fossimo costrctti- n riconoscere che i discorsi filosofici che facciCinu o che'abbirunO fatto do:)u Plctone ( lfl lin~e. ?lctonicn <~.c. Platone in poi), che· lo svilupl)o del ~iscorso seconc\:> · c;ues~.s. mc.ncanzn ,ii iupc.ccio 0ri~inllrio~ èe11·•·im:'>eccio f'elll&px'fi , Si~nifiCl'\ Cunr\2nnnrsi Ud unv svllup-;JO di discorsi che-' in reel- tA sono l 'et.t0rci3lie:t.U. <~\.d discorso su se ·stesso e sui.le pro)rie ("rifficolt~ sempra .meno ori3ina:ri(;; ;_)cr_ questo lc3~ere Platone è dif:f"icile oggi :~er chè le~gendo' Platone si.~n~fica ('ovPr riuscire a. com:?renf.~}re che le diff1coltì <!i o•!gi non sQQQ.:te· vere c~ifficoltà ~Jerchè non sono pi~'J. le vere ,~if··--" fico.ltà, i:=iirei che- §'OM {:'ifficoltà uno.cronistiche. Lo. questione, chilll:niemo' ln cos~. ;?f:r adesso, è .un pò fenn2:~ a una sortn r1 i nor\:> che si: potrebbe c1ire origine.rio e che non è .1.:>er•Y c.ncorn il nor1 0 ori3in:1rio, in (._,lU!lnto la questiune è fcn.1.n. <11 fatto che dovrebbr risultare pe:ra.r_1ossalc che il discorsv filosofic0 vcngi'.l. fvn<lo.to c~alla difficoltà ori ~innria t::~ello stesso discorso· filosofico. Quindi, .Jicevu che l' a;uric: fon<lnmentalc, - non l 'a;?oria platoriicc, -, che ri,suarc~a f:.l r.i.'>ensélre il ~.>ensere platonico, è fow1aincntalc per- Mauritius_in_libris 28 eh~ si~ific'-1. (~ifficolt~ lora è che forn't1 il· (1 iscorso filosofico.· In che senso al• r:ìifficolt\; t::or,1~ già ~.JL~t 9 11.~no ·ho cerccto Sf2nSù c~irf:i :Jrcciso: COlf.C Si ::JUÒ inten~(·re, il :;>enSHì'é risulti teoreticcr.10nte so, Sé !'1 i ·chiarire? In ·'-:uesto cioè come Si :?UÒ ;>ense:rè, che sisteu~tico se· le base 'il .;>Ùrissrè stesso nel SUO foni: 0;·-·.:-~i(::(a1110 1 COSl., ç1 ~1 .!. pensare Stes- ,.. nel· fon/o ri se· stes~;. so,· C::ovrerilu10 ·dire,· risultn se~zn siste1,1e.. Vorrei chicrirc a questo· ;_>unto une cç>sn. Qù.s.nf.o dico····:)ensarc ~ ircn., nvn dico mai pens·nre e· tclea in s,ens9 . ' . . ~sicolo?,ico, (:uiru.li nun si:o .>erlan<lo <~cl. c:>ens.sre · còrne :i· pensieri· che ci frrll- luno in .testé. n~ dell 1i<Jea· c01ae le iòee che p0ssiru.io t:ve.re in testa perchè.. 3li altri ce le mettono· in tcsca e noi lr: cc.virulio dalle tascé'{ credenc:,o con questo. c1 i. riusci.re òerciò a pensare·~ Allor~ vorrei <lire penso.re e ictea per a<lesso in sensv l!.net?;r<:!ficP..mE:nte· sco-i-ic·o·: ciò che era ii pensare ìJlatonicamente inte;so,. ciò che poteva·esserc l'interes~e 1>latc...n~cd' {platoni.co qui in {_;uanto vuol ·dire solo ori1in.-:~riu) · al pcnsnre, intcTf:sse ·alla 3'.lranzia teoretica c1el conoscere. Al.lor:,:. penso..re, in questi tennini: interesse alla ~rnnz:l.a teoretict:. ù:i' conoscere si~nifica cioè che io conosco, qwindo cu- . rusco, ·se Convscù verenmnte, · e conosco ~errumante se ~;,>punto ~enso. /\..llora. r~icò' ·che ii' r>cnssre che· do:.n-ebbe essere la .~aranz.ia teoretica èel conosce- re :>er' cui il. conoscere è uri conòscere vero: e non è un conoscere falso, (ptr '. cori<€! cui pLit0nice..mc:nte potrernr~o rJire il se;ere e se.pere e non Of)inione), ?UÒ esse.re il i?ens·c.re, che c:i.ò r'evt~ essere inteso in tiuesti tennini originari,. che gernntiscè il si~teme. r1ellc conoscenza, sistema della cono- scepz8 in. senso ·sempre: pL"'.tonico, cioè che zivrii1.le ·degli 100 elelt'~riti .gar~ntisce il nesso critico, ra- a.ttrt:verso il quale nesso dico che conosco e affer"'" · che conosco, cioè che il.. mio .è conoscere vt:ro, cioè che il 1.;iio è fare f.ilosòflp. e non è insè~~uirc o_.>inioni; come ~ possibile che 11 .?ensare, intf~s·o co11iè:· i.1el fon-Jo (.li sè 30.rnrizic., del nesso siste111atico della conoscenza, . risulti cui.;€ f~m(fo ' ., d.i .se stesso senza sistemc1 ciuè senza 11 sistema di se .. stesso, in ·~ue.nto è ii _Jens.2re che intanto ?UÒ essere direi co.st ;?ensabile, in -~uento il suo essere ?eiisc..bile è il ('.overe llml&tettere che il discorso, ~uin::'~i il discorso che no.sce dl:.l ,?cns.ri.re che garantisce la conoscenze. stes- sa, è fondato per mezzo di unct t.~ifficoltà originaria che è Mauritius_in_libris ~ifficoltà ori- ginr;.ric. pro?rio perchè fon•.:e il rUscorso. Cioè, l'essere c.'ifficoltà <folla r.'ifficoltl è un essere, dell 'aporin, fon.J.smentcle che consiste nel nesso rli re lezione ·fre. 1' ~'Joris e il. ~.i scorso. Potremmo (~,ir~ . che dire a}orie èel ·~ove discorso ne.in è (''ire a.porit:ì fom1etnentale c\el 0iscorso,. Allora, l 'apuria entr!'. in crisi è. in ljUCl li1ilite nel qucle la e.risi dell'aporia corriS?<.:m,!e ... 11lle. nascite r:i.e1 1 <.iscorso e <1.oVe do~er111ìlo r.ttenrerci che la crtst -.rell 'apo- riu corrisponde anche '211' it~ossibilità c-1e11' apùri.::~ stessa, perchè per un v€rso· 1' àporia, in qu~mto. fon.doi.1.entale, L)et'ciò fonc:!a il discorso, ?.~r .l 'altro verso, in qunrtto · f0n<~c il .·~iacorso, il suo fom1.are il fliscors.o <lovreb- ·be ·corrispondere el suo :Jurre in· crisi se stess.n. Na 1 1 a;uria· .che pone 1-n crisi se stessa pone in crisi se stass.::-, c01.ié se str:iss_l1· ._~up~ue. cor11C aporia,, allora do\rrebbe signific·cre che; 1 1 npori!l è posta in e.risi non da. se stessa ma· dnl suo essere e.porle in tlUfinto fondur.e il discòrso, in t,:uanto il. suo ésse'l'.e &pori.e è il fan~~c.re i.L ~iscorso; ·se questi::» c~eve si311ificare in quanto tàlc la crLsi, il ~orre in crisi l'aporia dovrebbe essere per_un verso climincre· 1 1 fi;>oric, mç1 per l'altro verso elimina.re anche il chè il rJiscorso in tentò ?UÒ -<~lscorso, pcr- essere fondato in quanto è fon('lrtto èall' apùria.. Allorli. a.bbim1iu· .'.3Ii.1bivalcntemcnte;. direi ~-uc.le il· fr.tto ·originorio seconrlo il cos~. c.r.1bi~amente, cioè· do;,:>;:Jiamente, nel l!iOtnento nel. quo.ls:! l'aporia è, essa consiste nel suo essere il fondare il r 1 iscorso nello stesso 1nomento. nel qua- le· il suo e;ssere questo. dovrebbe· s:l. 3nificnre il .;,>Vrre in .crisi se çtessa, Il1lI non.da se stess~ mu dl~ ciò .che essa fc.. nascere, .cioè fòn<lsi-e il !Uscor- so, questo se ·fosse vcr[:,r11e.nte: tt:.lE::: sip.;nificherebbe il non p.o.te't'.e essere. ciò per cui essn è aporia fondamental_e • .Je fosse verlliìlC:nte tale pe~ cui l'epe;ric fondaru-1ò il· discorso riuscisse ~-d. essere posta in cri.si c'al suo essere un fondare il c,iscorso, il suo essere il fondare il ·::!iscorso r~sulterebbe il •aettere· in crisi (>TÒ?ric cV~ che le fe. essere come quello che~ essa' è esscnlo ciò per cui ciò eh~ ·rin.Gce, .il f;ondr:.re il· discorso,. ~cr un verso du~ V'rel>be mettEire in crisi l'c.porio.,:1u& ?er !-'altro verso· se mette in crisi 1 ~npori.!l dovrebbe .notl essere proprio· ciò che essa è_, il c1iscorso fondato sGcon~o 'una a~oric " fon:lcmcnt1::le ~he è aporia non perchè è una difficoltà,. inll perchè è 0..~llcr Jifficoltà ·-che ncsce d~l suo nesso eJ èiscorso, cioè dal Mauritius_in_libris 30 <.'al suo. essere fon0.eL1entc;le o l:..llorn noi ;)-:kre:mmu c''.ire cos:;_: - in ~ 'c.poria e il ri:~cr(\:~. ' ~. :iiosor~o, ~ __ se fra volete tre. l 'a?0ri1.1 -e le filosofia la Cl;isi . 'e~ser€ fon(~a:..entcl€: l rc~,lt.). r.lell' aporia. l r. l"erchè le. crisi ·r1~arc.2n l '- , .' ,' :.:>ootv in crisi s·:f:~ntficc.. ;p0st,0 in crisi m.m verso se stesse., verso _l' a;>0rin, . . . .. '...... . . . . w~ verso il;. cli!3tdrs·0;·1n ,,,u.s:.nto ls crisi nnsce pro~>ri...i ù2l fatto che l '~po. ~ . . ~ ~ '7 • •. • ·' .. , ,·. .., .· . ,..-:,'. :" ,•,t. . .. . t •. : - ... • ~- - fon:~.:1re r ic. in (OO$t'o cns..J è ,, il ,uscorso tr non nascerebbe diversamente. ?<a • quenc:o '.e El€'. 1 'c.porir. è E.pc.rie. in ,juc e ti. termini ed CSf.iendo in que.s ti tl:?t'Ini.;. ni: _;xarciò è f.:mc'~re il c1iscorso, questo fonc~nre c~oves- il ·discorso è come se ' se procedere in eventi e dovesse. svilup;?crsi; Lll.0r[:. è_ come se,_ l'essere ' -:1e1 -~iscorso fonc1 nto ri.utc -;!elle. f~lusofie., tçme, :ne in lt&c,nierE: <;~s:tc roc.ni_er.:. si3nifica.sse in é:nticipv tutte le ca-· E tutte le caclute IìJ.etefisiche. delle. filosofin dopo Pln- t~:lc ~~[l. cs~ere c:ucll 'r.ntici;?O delle cedute che mi fc C~;_Jire Che in realt'ì non è cJ:m le filosòfia pla.tonicm.tent~ ha S_Ubito le. SOO ce,t.:1uto svilup::>.<:.nr,osi :::lo'?O s~ st~ssa, liii:: .ha, subito le sue cc.rJute in quanto. lu sviluppc.rsi clopo se s,tess~-i ·c. '~iuestc; mo.nierc. si_3nifica essc?"c rhUJ.st1~_ bloccate, nelle ~porir.. e sccòn,èo Guesta condizione fonc,cr!'lcntale e questa m.-.mio- ra. :.;:::.r~bbe come dire: c.bbicr.i10 consurnn.tu millenni di ·;:>en~iero speculativo_ ';;or capir~ ché tutto lo . .. teso,. se hc unu ,. . . . . ... ~· ' ~ : sua . svilu;_:i~10 è.el,r1. iscorso filosofico ?lctonicarilente in. . '• seriei:ù f:ondci:mcntnle, consiste soltanto nella serietà . , . ' . ' . . ,. . :_ ;' crit_icC:!., della. rit)rO?o~iziune_ r: qU0sto punto non pi·! µri 31µ..-iria, :>erchè ncn sic!::mo .?~•Ì n_ci te1~~~~-~ ~>}c.t~~_ici, ment.c.le nei confr,mti -(~el l:V.:. critica, della aporir; cµmc essere, _f_ondaç discorso; ciuè dovre1i1Llo dire: in realtà cbbimno consumc.to !'+~_llenni di:-···seicnzc=-, filosofi;;;.::, per_ arrivare nllo ste~so _risultl\to che- può intcrcs~a.rc l'uom0 che non è filosofo, che non si interessa di f:i.l_osofiE~., che, non ha letto mci.i :Ple.l:;one e non lo leggerà mai,. il..qual~ confe;s- sn :'i frofrte E,lL: filosofia., (alle. filosofia intesa nella sua presenza r.1aiuscolc.;. J.?Crc.:ir) 1aistcriosat: io non è che so o_ che non- so òi. fil~~ofia; çueilo che :Jù è di non cc.pirne niènte cioè quello che so è che questa eventuale filoGofit., se e 'è, liii: mcttE, in rifficol~à. Proviamo <'1 fare un discorso ('Cl 1::mcre .:: livellv non11ch}, r'ici,.r.mo csistenziàle. (quando dico esistenzinle non int~nò.o (lire neenchc lontnnamente esistenzialistico, anzi. quan< 2 0 dico Mauritius_in_libris 31 esistenzielc intendo dire non la ne-::;a.zione di o.gQi esistenzialismo, raH adibiso1tl~, ritturc. il non l' i;3iene mente.le nei confronti dell'esistenzialismo, 1:2 mc.lé',ttit1 tJi coloro che invece e.sistenz:tali non sonò). se· p-rovlissim.o a fa.re un -discorso csistenzicle ticc~, ._ •1uestc rm:niero. 111oltb c:orrente, enché autc;.:n- _ t: con un nostro q_m:.lun.:iue vicinù di co.611, di strada; di vita, èi esisten"'." zn, mm fiL.:>sofo, non . ~ . se gli chi~dcs~Ù!.i.o: r.1.'.:': iiél .se11so ·che non Gi ~c~upe· di filosofia,. . f iL.;sofo . per te la filosofin eh~ cqs 1è?. Non lo so, ri:sp .:mde• _·- rebbe. l~c.. che, si3nificc non lo so? Significa soilrattutto q\iesto: quello che .. . . ·- . i "1. •• •• so del- re.io non . ·, se.pere cos '.è-:lQ. filcsofir: corrisp . :mde c.l fatto che l 1eventuei"'.", .. . ··~ le filosofia che ·COidUnquc io non· conosco, ?er cui vivo Ìue3lio di te, è un ' -- mettermi in difficoltà,.,. è un pon;1i in rlifficoltà, ò un rendermi. diff.icile per esenç>io le. vitE:t; e si C&ìtpn i'ile~liv scmze. fiiosofie, 1c-..n non quando que- st.-:. COl;"rispund~. ~ì une ì,)res,;, (~i. pysiz:Lmc f'ilosc.d:icori, (~uenrlo c:iucsta 'corrisponalle -stessa fisiulo3ic. del in 'vite. uriÌr.;nfl, ché magari -non lo cspri1~ o. li- (]e VE:llo cosciente questo ·'lisco~~o, · iÌi.G 16 fil e dice: si cam-')a me~lio senza fi~ losofic'.l •. _Perchè? L.s. perc,hè lt. filosofia, -..ju'-llunque cosa s.ie, mi mette iri ('ifficolt~. Ba<~icmù o(;ne; ·• seèonc1o u: e ~ iscorso 1 preziosò guesto sentinni · posto in ~1 iffic9ltà che non noi) è il (JC;ntinnl p6sto in ·c;,uestione nà a~osti"'." ....... ninpo_ nè. hei(. 1 eggeric.no. Non s:l: .?,ni:f.icE. li. ·tvmc.;~na· quest;io" di"S.Agostino· nè _. ' . . il fc.re. <)uestio~e in 9umto si pQne in .:;;.uestione colui. che pone le tJ.UCstio-_. .. ~.. ne e cioè, il tc.utolugismo heir'e53gericno·, nòn è questo. Porre . in-=-difficoltà gui si3nif:f,.cc €Ne.re paure.. rì.ell' c:porin~ AllorEl. ·è .come se io :stessi dicendo: fare filosof~a a. un ) . /. certo ;_)unto sul ~Jiano specifico tecnico, può corrispon- dere alle f~.ne. dal .discor,so, riuscire e. c!lpire che alla fine del discorso sir.lùo c.n,core fenni o dovere intendere rndicélmente - l 'cporia fon<lamentcle r'el discorso .st~sso, quo.ndo l:testerebbe uscire fu0ri dalie 'nostre eule, o d,~~l .chiuso _dei nostri librt- o' '1.eJlc ?er c_npire _che o~i uo1.10 viv~;- che nostre metafis_iche ·o metefisichcrie, e.utenticamertte l.s ·sua esistenza ~'\lesto lo vive fisiologicamcn~e- pe:rchè {lppurtto nei confronti delle' 'filosofia vive ç·i,le;stv rcrp~?urto io debbo <lire s'i:rnnmnente filosofico, i>erchè · 1c: difficoltà eh.e C: cnoi riesce {}ifficil~ pens~~re; essere' umìna.lnti di plc.tonisDio -per- esem;>io, . ' , , essere c.gostinL:mi o ··}o:w 'PÌatone pfetonici, 'o qtie).1o 'che~ voletè" -voi.,. S?i- Mauritius_in_libris 32 rii:uclisti; in· tutti i veri sensi· in cui si !~~ostino S 1)irituD.liBti .-:'..~0ostinisti ;;JUÒ Cfssere t~O;>O _Pl.ntoné. e ~. e così via, in realtà .che ~si~ntf.ice.? Si- gnif ict.\ non r,fu.scire tt µensr;re .l' c.r.>orill fom.:amcnté.th:, certe.mente ';:>er IilE:ri1 to di Plutone. ?6·r merito tutte la dielo~ica . .-:: i Platuru; (Jcrchè cc::rtmnente . plfit-onièa · ·grosso· E-istc1.-i:J. (~:( uccuiteruc-r.to <lell' apuria fon(.1eidentc.le, c:i~ è·un rei o.nz.i: à il :tiiitu ?Sii sunestivo dell' ~porie. fondririlE:ntclc del-. <1iscorso _. . . ~ filosofico-.· Allore · ~icu.: f.::r mestiere Ji filosofia in questi tetiuini ~ut) . , signifi~o.re~~olt.:mto c;uesto, e ;>èr <lrrivare c. questo c1obbi&&10 fatica.re tut·'., ti, ?crchè se noi· turri. ·~€. fc:re, fra ler~giciiiu un~ il Pan11eni!~1e Ji Plntone~ non è. che sia una ·.,..··. l_~t .. chiacuhieratn é 1' c.itrn o tra un caffè e 1 'o.1 tro o trt:·un··via:1giu ii.: l'e.ltr~, insornrc.c è una letture piuttos.to imr>eRnativa; -e lo- è vcranertte. E quindi, -t:~ico, noi t1obbic.mu feticare tento per copire Cf-Ualche cost: che ?vi c. livelle intelluttu~:lr: ci rifiutiamo (~i cnpirc, çuam1o livello esistenziulE' t g f 1 i o~ni ·... in ~uesto. senso, norma delln vita cutentic~l U.On.0 - questo c'i:Lscorso è- ùn ,-~iscorso che esistenzic,lmentq viene vis- suto·, ·non fctto, - ~Jerch~ ·è come rt. {)i Jél ::>rincif>io. E' t}Ui le, -- se fosse il riflesso esistenzialE: della {~uest:ione; ?CU- che ci ri jUàr(.D tutti, filosofi e . ' non, ed è r:uellh dclln pt:;Ur(:-\ del principio. Non c'è dubbio che tutti csistenzir::lmcnt<~ custo;:iièuJ10 L-:: dc. noi ~1el '_)rinci~Jio ·che ri.~nrr~.ii il prinç:l.pio. · Qu€stc è la vct'U ynu~a i;,,:i. ~xmra t~.el ;:>rincipio: non del i?rinci~io éhc custodiemo, e non è che la cus:t0òia :Ji qticste. paura .che ri3uar- si:~fichi .· viltà è'.& :.:>erte nù.stra r.w . si,gnificn coraggio r•ietnfisico, perchè -_t>ox:tarsi sulle spe.lle quest:l~ pé!ur& ·si~n'ifica vivere <li <.1uesta pcuru', e non- abbnndonarla - -· r:l suo ò3stino, o lesciv.rl:C:.- elle scomlilesse dei te.olo,,;i o deg'li antL teqlo6i o ·:;{quello che si vuole: o11i ma ·:si-~nifica scommettere sok>'ra .1-'esistenzn. ì::.n cjucstc. puurc. cc., (~el princioio, cioè 1 'esistenze come custodia metafisi.. strancment"-! mcte:fisicri -della pliura (~el :>rinci;;>iu, a che cqsa cor:rispoll"" Jc se nòri hecessarieJa(:·ntc c,lln rist>ostc .esistenziale, non filosoficn, cioè o.-filòsoficn?· Astinehza ··~1 alle. filosofia, ln' sana estinenzc. dalla filosofia, l& so.n.~ continenza del pensare in modo ancore -più crudo: la sanB. ·castità :].ellé, re.'Sione, che rifiutt: il rnp:?orto o il commercio se non è un rapp0rto o un C;Jruruercio che sia te.le sccon::-'o se stl!sso. Esistenzialraente noi Mauritius_in_libris pvs~ie~:> 33 m0 vivere r:. queste maniera non fc.cendo filosofie, mc esistenzialmente il nostro non fare filoscfia. si,311ificc vivere il riflesso di çuell' impaccio del princi?io o il riflesso o il riflusso 1Jell~ non ri.sp6sta' ella riecessità t'~i COi"ùpren;:iere il ~Jrin~i;;>iO' font~o t~i oe ste~so che invece nel Il livello filùao.ficb' noi ccr'Chi'.cfuo o' :Ji o<icùltilre;·· ·jletunicerrlente~ o (1{ ri:Jro_Jorre, ln untl Se('e ,)Ft orl3iharic: l:OCurc., cri~i~~e.~te' rton teoreti~oment6:. Non è qUest:o uno spunço, nè rct01;ico nè lettercrL.i; è .un :Uscorsc(attraverào il ·c;u:are ·'. 'bitrognt. riuscire· c. intendere che qut.ndo faccii:11uo èisc\Jrsi, o quando \ .:.e.r ::hiruno di ;Jènsare, il ?ensare··o il fr•re·crscursi nut1 è che siJnifica ii 1 dovere cons1Jl1lcre le ·t.strè.zioni contro il cvncretb esistenziale me en :'(''overe - . si~nifi- perisc.re seconf'o il ;,>ertsrire, alla' stesse. roeniera come· ogni uomo -che esiste· nofr ho:. :i..l ';>roblemc.; c'i "~ecHlére Sè il SUv ~"ivere ~( esistere vi-·. ve ed esiste secon(o se. stesso.· Penso che nessuno cli noi ha iùni messo. in . . çu.estiwne f1·- rap:Jvz:tb cun tutto ciò che è in propo-tziu~e ~1 su.O' mòèo di ès- sere fisfco, ;_1erchè 'è·' téiiilente· scutitrito quest1..>~ che non c'è questione. Lò stesso non è inv~ce scòntQto in sc~e filosofica, per cui bisogna f~rne ~ue. . stionè. ·Perciò dicJ: ·il «.:~iscorsv fatto b. queste Ill.:lniera secondo la i.,iU<. può sembr~.re d?~urito ·1.1n disc6rso é'.stratto,. ,2ebbo cirl-i ché' Qlianco çuesto serubra un: c~is.::orsu astratto f;. non impertinentC?Jl.lente f.ta pcrtinentemente, non è ctffattu vero che· sembrc un c-~iscors~ ~st'rattv; s'ewo.i è un discorso astrat- to fii·~ ~love astrl1tto si ~nificci.. soltentd· sec6n.d;.. sè ·stesso. E cruesto 1 . c'eve servire p~rchè.:questò cvvi0 '(•i {~iscorso risutti in qticilch€'11ianlera non spre•!nto, e cioè· che filbso:f:Lcbinente ùc tin punt~ t 1i vista ori'iinario il Jiscor-. so :-1bbie 'questa sue a:.Jori~ che ri3uar,·-lr, protJrio l'essere fonrlmaentille, a .. .. queGtd ~)unto potrebbe ~ssere ·in qualche m..:xio "ti.bbò:stnnza ·chiliro ;,:>erchè l 'es~ sé.re fu~t~e.tnent.dle (,ell '.::qciria i ciò eh.E' lega la (~ifficoltà ril cJiscorso in . tuo:\J . te.le :p~r·cui ''S\J.nrt(~o il ;~fscorèo si· svilup?a, dièevo i>dccin,zi, ·in rcal- t3.· antici,?ò. le ·sue c-.:1.f~ute; c!ie ò· un f.i.ntici?arè il suo ·blocèo ·su se· stesso. i..i10rB.; ;:>€ri~nndo a c;~st:t; maniern 'eh~ fu ?letonicn L'là che è èncora nostrà. ~kl ,)unto cJi vista di ·culturél storio3re.fica direi cos::.. é1e1· pènsnre umcno, 1x~r cui ,c}éÌl.sarc c-. t4 i linea fisiologica questa "mfiriiern si.1nifice r.!lsse:-;na.rsi r.:d un processo stori~~, dci éiscorso filvsofico che ;è il i.)rocesso <lolh> ~pJu- Mauritius_in_libris 34 -~ià tE:. del èiscorso cnticL;>c.to fon~a Jq.l c1iscorsv in parteriza. l.!ome aporia tùentc..le, in _c;uesti termini; qucn(o il ,c1 ~scqrso filosofico svilu?pcn:-losi vu c ..::/cm·'u ~iò. cc.rtesinno r~irc :vuol sign~j:icé. :>er esempio l' :l,.ttnl'.tismo cc,rtesir.mo, (~ove 1 1 innatismo 1 1 eli1itir:iu.re 1 1eventucle riserva pro~lematict:t sull 1i! 1€ll _platonica; E::c" e.ncoru. si·~nificc.. le :teÒrir:: dell 1 illumin~zivne a3ostinic.na, perchè si3nif;içn bloccnr_e in. assoluto ogni riserva. probletaatica su_i ;Jrinci..:>i :Jel c~is;.;orso discorso che sonu. ancort1 t..~opo ce, f~lorc. e cos::.... vicp c~irei \.:iU(;;Sto è il senso di quelle cadute dct, cos\ )i ì ~rnvi qqanto più sono ~a~Joci invc;.. il supercracnto _òri',1inurio delle. cac1ute., èi o.ffcs·tellare questioni c,he' invece ·sembrnno tutte positive e tutte pesantè~ntE: speculu.tive. Ba per• ciò lo E?Vilui)pv o il processo del :_>ensc..re in c;uesti ten.1ini secomlo questo ~Jensnre blvcco ç,ri !inario del stesso, è uno svil\lppo 1rave ~ro;~rio :?er gue- sto ii1otiv0, ,Jerchè è un Q.ntici;>o che in realt-\ corrisponde e.l blocco del reéllt-~ .-;iscor!w, ciqè in D?,Junto si trrittn. _i 1 r~0me è se il •.~iscorso non riuscisse c. ec.pire che, i une svilu~>tJO di· se stesso che è lo svilup;?O delle sue. Cét'"~Ute. E, dovremmo <: 1 irE Ghe è lu sviluppb ·r..clle sue· cadute inutili, ·Jerchè ClL~endo t. quest:c numierc, in rec.lt,~ non mi fa.ccio ncençhe mo.le e. quindi no·n ,~-;rire. ;_Josso .nennche cerc&re di fr::rmi E che non mi fè:1ccio m€!.le ·vuol 0irc tucto il discorso (1ellG cultura conterapqrc:mea, che Òi è trovato n covere _.>ensr.>.re che l 'unicQ tuodo <:li }ensa.re è c;,uelìo c~ella inJif f~~enz~ _al ?ensare. Questo è il èiscorso di u33i. i..'unicC? ~~elln Ji ?"mscre è D.?:JUnto c;u1<:ato se putcs~imo dire C(JS~. : - -che mi rimane certo, critico,_ in:·1 ifferenze c..l penso.re .stesso, i:)er cui non è che. orni si trc.tt.:?, tJi c'.1 ire che ' - .. . m0<~b ' non esiste ness~no filosofia, !_)erchè . . ·' ~ . Jc;vremmo poter (!.ire che c'è in .;ualche moèo. il cri- tf;ri0 content'?(.;r.::me0 attrélV(:r~so il quale tercure di raisurcre le fil0so~ie che ci sono o che non.ci Sùno. E,_ch~ il discorso sia in questi te~ini non là che lo uto r.:.'icenr,o iv, lo hc. <!etto l'unico studioso èi filoi?vfia, non fi- lusGfo, il rf_, e D. (!UE~lc C. un certo >Unto ha smessv )ro_·)rOIOlùlltiCéliaente di filosofa- scE,lto ,'\i le :ncrè i <?oeti: 1>r03rc.I!ar1ntic:::iment~ 1 Heir1 em·~er. Heièe3.~er ritiene che l 1unico ::,0rc, SO)rC.ttuttO H81:lerlin, IUll l.iu.:.~o -~li è da multo. teuqo che fetre filosofia o~Bi sin lc;3- comunque le3gere i poeti, ~lerchè solo il ?Qcta può essere .il pastore dell'essere.• A me· non interessa che Mauritius_in_libris Hcièleg~er 35 I pensi =.. c;uellc:. mnniera, a me interessL-. soltc.ntu che in simo sce1lierci ug~i - ~~.i un· maestro òoves~. ·.' ~etto Heiòe3gcr e.nche nel- ·11 senso. e il. !Je.so: d~~:l~,·P~1r9.la ~l s,en~o ,in cui le ·trll.!'1uzioni, ( scconJo l'~ se noi filosofie. c:ovreuuuc sce3liere un profes.. . sore di rctoricu, ,'Jerchè cvident(;ir1erite per chi ha HeidegGer intende rE-clt~ parole :t~le, L$.pà~l.~:·ebittiia.·_tn· s~ ço~ posmo 'chiunque .'.ll>bi.i:i.:. letto Heid.è~r. lt;ì .;;1uesto sen:- COlOO ' 1 .•. intellettur:le (: ·intelli sibile) ~· ' - , so, dovrebbe cunvcnire con. me che vcrm11ente He.ic1egger -è· un raa3nifièo ::>rofes• sore ,,i retorica, cio~ è uno che ?rofessa ne.n è finP-lraente 1 'esit' r~toricc. La cultura contemtJora-. · finele fol dlscorsu tJlatonicu. ?uò sembrarvi stra- no, ma è l 'esit:o finnh: <cl Jiscprso _pleitotti,co, cioè la fine (:.i tutti ~li r.ntici);)i che platonicci11f.mtc il ,rJiscorso filosvf ico he. ~imentice.re ··il blocco r.-lell.::i cr..òl.ta re che il nostro è il tempoviste, ~>erchè sirnno '.)ro~:>riu lo ne,_;hiaiao; cioè S~ C ~.,b) ori~inarin. l 1 er -cui c'è verl:)L'lCnte c!c di- paradossele che ··ci sin, i i>Lì ~~e~ni r1.& ·quett~o ~:>unto {~i fi1li di Platone, i)r.oLJrio l>erchè tè un tempo .non '.?.la tonico è ~rO?rio .il nost;rd: c'è un terir,?o non pl.'.'!tonico il cùi r 1·io internQ'se3reto è Pllltone è questo. ?crchè, ·('irei, tutt.:. 1-a. nostro teril?e.rie colo3ica, .sociolo~ica, svilup~)ato volenr~o c~lturele, Se i)ro~rio spirituale, .?si- sembrarvi strano, sociolo!Jisticn :)UÒ illél r1e-i nostri gior- ni, certamente _perciò atcss0 anti1.'>lc.tonicn, lo è anti_plat.:>nica proprio perchè il suo dio è. Platone, nel senso che il ;>intot1iS1il9·eontem;.>oruneo non è t>i·J. ir~ dirnentic€tnzc:. dell'ori~ine, ·m.s. le csncellazi.one_{~.i _questa r~iuaentic:in zc. lùlore, tutto c,:uesto 1uon.lo culture.le che è quello che è·, è quello che è nor .1ià ;?erchè è \.'~uello che è secondo se stess6 ma, è . . .uello che è perchè è .t.:ile secoruio il diu che ru::v:1t che è proprio Plntone, in sto dio 0~3i significa, per un verso doverlo doverlo, subito· ;:hji?O, ne·,;~re •. s~bire ~uanto ~:~are que- Coll".e c}io, e per l 'l1lt:ro Civ-è l'nntL.)latonismo'1:foi nostri giorni 1 in tcrn1ini si'iccioli storici 1 'anti*i:JecU.smo: (iJeal.is~o nel. senso plctonico) 1 1 enti-Lleismo dei nostri .3iorni, è il l'oorn.unento mi-.-,,liore che si s,)Ossa fare I c. Plctone, perchè.. per poterlo t<c°!lbattere, ·è chi.:iro che prima biso~na aver.~li fatto un monumento tele .che 1>ui oi fctica tutto un secolo e più ';>er doverlQ abbattere, e per i:-Jovere poter dire çhe tutta l'·imprese culturale Ji ,un secolo comè 11 ?to·.;ecento bene o mele è ste.ta finalmente ·1 'avere tolto dalla sto- Mauritius_in_libris 36 rié.: Plc.tonc· e i suoi rdti, tranne l 1unico ~dt~, che rili.1.-me il ;;nito che non ~:>1..1trer.1u no ·è/ t1.x~liere; ;;>L'l che è 1.::i (1 emitizze.zione, ilerchè le demitizzazione fi- u:)3i nessuno hc:. mc.i .[)rovnto o. <.:emitizzarla~ i?fctt:i '!:.iuando ~bbiélr.lo (eri.J.itizzuto tutti i. miti c~bbimno fntt·..J ·solo r..;ues.to:· - e.l · )Csto di tutti i rui.. ti ne '.J.bb,i&ao messo uno. solo, l.:". (\eillitizze.zione di .tutti i raiti.. t~mc ·t:ot"Ocs.se in: vite ~-'!irebt>e: l~ !iC Plc:.- finulrnent:c i miei scol.cri r.:.i hnnno fatt;; ca- iJ;i.rè c;ùellci ·che iu mi sono nf fennti.to q ,cc,-pire per..tut,t-4 ..-, terifpo in cui ho · p~nsat,0. •Ji :\)ens!.lre, }e.rchè hy ccpito che i tenti liilffct'lc-còltivcvo in rcalt~ bcnns; un loro fonGu Essoluto·che è l'unico mit<h che, è questo, ciuè: la. d.;:Iilitizzczion,e. E dc. qucstu :,>tinto .:li vistn. non .cre1oèli:i~i' possa discutrare. Allorc· le. demitizzazione non può:essere essa.stessn discussa, anzi è.0emi'tizzt.ziorie ?ro;:>rio :Jer r;uesto, · mr:1 corrisponJe t.~ ca Un{.l t tJC..?,ina binncr:: 1 . C:..Oii1C è •JUellc. filosofic~nte ~.ppunto nlla necessi- éle-1 . discorso c9ntemporanco, che hà le sue· rr.iriici. in problemi molto pL) )esunti.. r1i qu:e.nto non sia ln pe.'.;in.:.: ·biencc stesse.. E il ~rùblemn, che z~obbicmo colti.e. c:~ice"'To qll 1 inizir;; è .'1uesto noi~o,. cercc:re di ca_;>ire. me3lio dc. un punto di vista sem.>rc pi'.ì tecni- co,. e il noc:o sta. tui:to (·:tii, nG11 'usscre. foil'. .kmentnlc ~he lc3a l 1aporia nl c~iscorso, nel fc.ttu che: 1; &.JorL:·, è 1,.n ~uanto .il suÒ· è6:sere è un .es~ere fon· Jé.Tiicntl:.le rispctt9 o.l (",iscorso .stc:sso,. i)er.ò rtsp.etto .nl '- iscor.~() in ~1uesto mu::.~o >é'r cui 1 1.(·ssere fa.:mdruilcnto'io de.11 'a.poria,. (iel.1a (,i.ffic,0ltà, in r(;o.ltà 1 3i.1f1ificn, foridnre . il ('is~or~w .. ··rio al lor~ fom1nre ~l. ·Jisco-:rso si.3nificu nccessarie.raentc nc:?;cre l '.'.'.porio. Ecco il (~iscorso. r1:il:l .la negaziop.e ùell' aporià non è seconJo il ~~iscorso, è seconlo 1' r::.poria. ka allol:'.a questc,. non è vercmentE: · ne;~cziunc dcll' :-cporio., cpori.~~ ............ serarnni. <loVrenuao Jell..' . . -. dire è elisione · ' cioè dovrcr.a;ao riuscire o. pvrre nellu ste~. ~1'.. iJ.1 crisi 1 1aporia ).cscianr:òle ·r.i lìlél se stesse... Allora. in •iuesto ·senso noi pot::r-t?~o .cqi~inciere col dire:. (~.un:::i.u€ ·. Lle.::
[email protected]:c signifi~n nece&.&1.tàft .c-•è.. imposizione interne. c.lln c,i_)uri.s., necessità tragicn. Jel porr~ in cr!si. l 1aporia lnscinnJo però 1 'à;,Juri,:: n se steEJ.sa. Ù\lll{1ue lLvrer1D1i<J nell 1apvria, cioè nella r1if:Ucolt~i., nello stesso tcmLJo 11 dente (~ue l; m:m·essurf~,, dicipmo cos~, dell'aporia corrispon- un ·essere. Bo.c'i.ç1te bene, stu, ~-;.icendo il non essere dell 1apuria, <.lun- un determinato senza determinc.zione; senza òeterminazione perchè il non. Mauritius_in_libris 37 essere si3nifica pro:>riu essere scnzfi (1 etonitinazione, però uri. essere sen%a è.€t:enuinazione che è ..letenuirw.to; dum.:ue il non-essere déll 1c1i:mria c01::ris?on. . . ·. . . .. ,.. " 1 ( ente e: ~ essere dell ',".lpori[I. che è l'essere fondruaental'e, dove urt essere . significa che c2i fronte fll r".eten1inE.t0 che precede, il. quale precede perchè determinato e senza rì.etenninaziune, di fronte e. •luesto ·ciò che accade do?u è. l' :tndetcrmim:•to che conS(?3Ue, che però consegue come indeterminato ma. pru~rio .?erchè non è indetcnuinutu _?erchè·è proprio l'essere, anche se è un essere e non ·l 'esaere;. /.J..lore l)otrer111ll0 ?i~ o meno stare fermi a questo tJUnto: · le. necessità dcli' o.pori~. in fondo consiste in· questo, la necessità. di essere essa cporio. il non essere cli se· stesse nei confronti di dell' ni)Oria che è un essere ?erchè è 1 1 essere fonè~Iaentnle. ~-,essere E' un essere cioè è un inòeterrninr.to che· corre verso une èetermitulzione che. è il èiscorso, non l'aporia stess.::i. E:::J. ecco u.llorc le crisi speculative, la crisi veraabbi~o come .corrispettivj. il uicnte radice.le, s;.:>cculatiw1 ,, c:uecto }Unto: rion essere e l'essere in c3ucl modo ",?er cui il non essere e l'essere-non ri::;unrc.::mo nè il non essere nè l'essere, mé. ri:JUnrrfo.no ;_>roprio le difficoltà ::elle. r.:'ifficolt;1, cioè riJU.c..rdcno ::>ro;:>rio l' r:poria. fondeinentale. L'essere fondrmentale de. :;>~rte è.ell 1 2porir:. non ri3Uu.rc:l': l' nporia come tale mh. ri;-IUar~_10. il suo essere fonderi.lcntcle in c.:;u..:."tlto 1' ~poriu è fondo.lllentele in tlUc.nto rizunrda il fonc~.are il èiscorso. Allorn là fondrunent~lità me se l~sciesse l'cporic senza se stéSSQ per un verso, in <lèll 'aporio è coquanto lo fonda- ment<'":l.l:Ì.t~ dell'aporia è lo stesso 'fondare il c~iscorso. Quindi noi potremmo in fon:lo dire cos,_: quand.o Talete :ç;enSE!VC. lo~'tr'lt.X,Etnv , l'elemento corne elemento nello stesso telil?O fondamentele ed ori3innriÒ e qu.'lndo Plcitone p~n sc l' idee, la correzione teoretica dove stc? Perchà potreIIDno dire µunto in questo Llodo: se nssuini8Illo corite•to~xet•w rio. l' i,-.~en -~ Ci. (:;ues~o fondcmentale ed origina- come se f"1.ovessili10 ri?etere con Talete la aporia iniziale; non fon~nnentcle eè origincric, cioè l'nporic che sta el ?unto cli partenza del- lo svilupr>o successivo'Jelle stcsst". aporia. Con l'idea è come se dovessimo ri,Jetere lillporin iniziale e condurl~ e quel {2U~le_ raomento ori.~innrio di sè nel ·l'elemento foncJcmcntale ed ori3inario è l'essere da parte dell'nporic il suo essere il fondare il discorso, esottamente ciò che Talete pensava Mauritius_in_libris 33 }ropri.o. d,e,~lo ~"&91.x,e:tov indivi·:tuc.bile come (,;,ucsi unico cd originario. /J.lorci, che pi::ogreE(.SO . ) del r..1on~nto . e'~ .. t>~rve ~er çh'i!. tento è fo.ndot9 .in ),:u.anto •, - fonc1.ato in .ç:i ' ·;.·: ·.• ' • ~ ,• ' . • -··. _è :.il s-qo .a ori;3incriet~ f:l discorso s1'3nifice, il discorso elle in- il suo s-."l·;>ere l'essere fonclc.to Ji se stesso. , ~e.pere . ~ • . .• ::i easere fordcto rne è il suo sapere l 'cssere se otessv; oc::.rehbe . : . co1;,~ dire c.hc intanto il :1isc.òrso è fonciato 1 1 es sere fon-1Qto del. discorso è identito cl sr~pere 1 'es sere fon- Y,UG.nto ckto ; ::J~tto Non ho . e nell 'm.:ibito c1ellc forykre il (iscorso? e che serve per &onckr_e il ~;e:.P-ai.rii,-.ip cuifondérè~ discoreo nei ~ Platon~ r\.1 Te.le te->. .:, .. ./ (1, .. se, stesso. E p0ssic~10 ;lire, i..o. s9l0 si potrà ?{:rl::ire ,mc.i t'i ,i).entità nl ~>cr ::>rinci~Jio àccennarlo che non è. che _>erchè semmei nl princi?io (e qui si 3nificci. .all'inizio} :_>0tremm ;>ensn.rc· eolo l'identico e. mni 1' iden- tità, clov"? solo l'i:;l.entic.o vuol dire il fE,tt:o ori3inari9 che l. 1 E:ssere fondùto del discorso corris:?ondE: Gl .suo sa;?ere l'essere fon:Jpto ('Ji se stesso. Dove diventc. subi,t0 fon~cmcntcle intemk)re. che ;_:>çr· un verso il discorso as- sume c~i nc.~c.tta.re -,il suo GGsere pc.ssiv:o (?essere fondato) ma :Jer l' .::iltru c.ss\.Dlle ,,.i (1.etermim:i.rc in qu.o,lche i;rn:micrn. l 'es.sere ·fondl!to di se stesso, ... che è, coue esse.re ci~· è discorso, e non in seni;o_ . - ~.. ~Otl(_ìeto, , ~Jer- il S'ipero l'essere fondato, e solo ;:>er questo che ori3intirir.:.Iacnte ,si chinina p~nsare .in senso filosofico /,Ò~t·ico, emozionele etc •• Lq_loro, il filosoff.co cfol pcnsnre consisterebbe neL.fllt;:to. inizi.:;.le: e _pui uri::;inar.io (inizi,cle tnletiarunnente . .· .. . .. . '.. ed ori3inr:.rio. !.JlatQtj,ic;~~qt_e) .. . . so .corris?onde cl ·snpe~e 1 . ; se.condo il C'.Ur:le l'essere fondato ;::lel ::Jiscor. 1 essere r~i fon;l&to se stesso. Questo irlcn.t:l,.co, non. <,:uestD. identit.\, costituirel?be il ;_Jensa.re cume .filRsofi~o e :çlu!l"<ltt.e, ,il f.~o~'?~~i9 .c1el dis~orso non stnr'ebbe nel pensare l '~>ens.:r:re L.leq, nel. -; . ' .~· l 'ncc:uo., .ma. ~onsiste co:rrispon~:1e che è. l 'ess_erc fonècto cl1.e gro;Jrio in questo identico :iniziale nl sapere. ! 'es.sere fonr:\::.to. r)i ·se ates;.. ;~icÒ::.· .è.nl Ii<On~ento ·che pot?sicmo chi~o.r~ iniziale ,~l mumen,S?.• ~~c,o- pe_~c'h,è. . ,, .. .. . . . to che pùssic.rno _chic.ril.:J.re discorso .co~ necessi. . . . . . ori•_;in.:i.rio, la ori1ine del . . . . ' . . •. . . ~ t ì. 1:1 ..disco.rso 0 : . . ·~ filo~ofico, le . . . ' ' grigiqnrictà del mo1nento, rispetto all'inizio .. .:li se •. stesse, che cqs<:::: si,3nific.::\? significn '-lU~'llche cvsa che nel momento •: . . . ·,• .... . in cui viene posta, viene nuche negato., in (_1:Uanto la ori3inarietà c.:cl momen.- . \ ; .. , . .. to corrisponderebbe alla c:ipacità da parte èel roo1nento originario di por.si Mauritius_in_libris 39 ,Jri1ì1c del suo stesso momento inizie:le. Il rnor11ento nel c::uc.le 11 momento ini. ' ~ zie.le divento. ori.~in<?..rio ::it~, · ~;ll.c 66vcxµ1,~ corris?vnde, 0 :::!ovrebbe corrispondere, elle. c;.:;.pn- da parte c"el uomento come originériu di ',Jorsi come ori- gin.::rio rispetto .nl momento inizic.le e di fllr ccpirc a3li uor•d.ni che le~nu no e ;li cn?ire, da parte c..:a:3li U.Umi'Ji1i che pensano che intento c'è una inizio.lit.à :lel momento. in ~.:ucnto queste inizialità Jcl moi!lentu corrispondereb- be c.l suo essere ·detemim:tt:> déi:lla ori3incrietA del momento. Sarebbe coiue ::..!ire. che per potere pense.re tc.letienamente <j.obbiamo crrivare a· (1uel ri101dcnto nel· qut';.le èobbiomo ·,.,~nsere platani.camehte perchè • e soltanto perchè, pen- sore plo.tontcornente dovrebbe poi 'corrispundcré a rifare tutto il camriiino inverso .fino a porsi ?rim€. cìel ?enst.i1re to.letianamente. Ore;. noh cccàde solo ?er virtt\ e -destino (~i storie che Plotone è dopo Talete e che platonica- mente, essendo c.nche noi .::i.o:_Jo Tc.leto perciò Tl'.lete è l'inizio! Direi che t:ccade, per discorso- critico, j?er •1isèorso ·pre-giudizie.le rispetto nllo. stesso t 1.1scorso l'erchè è come quanJo si c1ice che in o~i caso un punto di ,_Jar- tenzc: ci deve essere e da dove che sin o dc chi che sin• non importa, e c1ob- bicmo eccetto.rlo. Gi èice,.ma non si pensa 13erchà nossun filosofo è disposto· c;ei é1CCGttc.re che t: necessario (lensure. un punto di ?Urtenzn come iniziale è.estinu c1el ~10 <~iscorso filos~fico, si :,:>ensa in \.;uesti te~uini c'è ·e se.r,\ sempre lì e dire che anche quan- ·1~ ,~iust;ificazione ,c11 questo stesso. ?·~"' cllorn .se quosto àvero e lo~ solo in senso ano3re.fico 1 storico, a me pare pt). vero un altro discorso, ?erchè cccc~e che noi filosoficomente siamo edu- cci.ti, e pensl'.re in 1.1uel morlo :)er cui t>ènsare' sembro una continua smentitFJ. C:i vivere l'esistenza e perchè noi invece si::mio abitull.t:i n z.ic.lTi•ehte in une. maniere chio:i sembra molto più· logica di quc.nto non risulti invece il ~JiemCJ ~lensnre e viv~re esisten'."" molto più ordimJ.tn secondo se stesso. Perchè tutti sap- esiotenzic.lroonte che se dicinmo origine è chiaro che intendiomo dire con ori3ine ciò de. cui riceviruno il :;>unto c1 i ~artenze e banalmente, in ma- niera nncoro più pensose. di questo discorso così detto esistenziale, se vedic.rno · çorrere un st~zione tr.~no non fnccicrao nessuna fo.ticA a pensc.re che c'è unn di ;?Cri:cnzc. che non è certo l 'ori3ine Jel treno me. l'inizio di çuel I viaggio. che· .vedic'lUlo fcre el treno. Cioè, ad un certo punto, l'esistenza nel Mauritius_in_libris = suo }Unt;o )ii) e.ut;:enticc.rnen·t~ 40 -· esistenziale che perciò non dovrà ·niài ~.ivento re per.. questo esisten.z;itdistico, è pro?ric ln cc.ncella.zione <li quelle. lwe- .. ... ' stioni che l~ filosofia si ciiverte r.. 1aett'ere irinenzi e:, se ste~ssn o innanzi é".ll 1uomo ;'cr cor..pliccre ln vitn n clii _1ensnrè di :-'ens~re queste cose. I l (:is~urso è ver.cmènto più. couvlicato perchè si tratta di un discqr- so che_ pone in c~isi il u10:;.,~cnto · ort:;inE'..rio• L '.apòria che in quanto fondamenté:le ri3\lc.tr:a . .:uef:, suo. essere fohr~e.ri1ciltD..le çhe è esso. stesso,. corno. fondll[açntnle9 ;fond.::tre )1 disco~so, in rec.ltà significa ·seconcio me che, con l'aporia. ~on:..~~11t.nie ii· ~tiscor~o filosofico accette, che C:i sie'.un elemento che sia '1-- nèllo stessu tem;>o · ori1i~2rio e fondtmen't.5.lè che- iu )Gnso Llél cH: · èhe mi fc ;_Jensé~re. quésto elemcnt9 non è çiò é CV> _che-' mi fa pensar~ è 1 'eppria, '3 le. ,;,1ifficoltà. che ir). <iU~mto fonltllnentt:lle è· fondere dic-çv;~:. i i J.Hscor_so. Pa-rciò questl1 nporil"~ è .::poriu. pe~cl~è io non riesco a periso.re? e pare che "' 2ovrcmmo poter dire così { s.nocciolc.nc1o V ti.be clellç, filosofi~. ; Per cui, non è sporetic0 il :Hscorso, m.:} ·è npureticc. le· ~:q_:Jorie e però essendo nporctica ver~::.mepte 1 "eporit::l;~ . c.vrercu.nQ ;:il non· (~ell '.::1~~ori;;.:i. c;f;. · c.llorrl avreri.llltO il ùiscorso. l\llura, 11 f'liscorso nun- è: nporetico; 1 1npori:J. aporetic.b. .lo è rac. non in mr.nierc. tcl~ dc ,~sserc tclmetìtc Ai'oretir-c. ck to3li(?re- se $tessa e l.'.1 concll~ sione è ne,1 fettù' èhe lr '.vér(; di'fficoltò. St[';• in questo iriipiccio ori~ino.rio che hc. bi~oJno '.ii sc:welc~rc; inizio :::li se· stesso. Le se :stesso •':iffic0lt:~\ I nllc sue spalle per conquistc!!re 1 '- ·sta riel fare diven~nre Platone pp.r.!re rli Tc:letc (ec1 cssUr.to Pli:tonc e "I'nlete com:e meta.foro., come simbo.li dei momenti • • ·p~ ,· ori3inari di ,un discorso con.e di~corso filusofico). Allorc. dico: lo f1iffi~ .-. t ; .• colt-9.. starebbe$ parlr1!ic'.d J.Xi~ met:~.forc., nel conùurre Plc.tone o ·fare· ùa Paù:re e. T<':t.lete -~.... certc.mént~ -~g:· i;~se: ~r~ ·.:Tifficoltà .di un èe-rto, ti'.?O. ln difficol- tà se.rebbé, e noti soitcn~. ~er l>rrttut~; trovare n Plàtone tante mor;li -1ucn- . ' te ne sono necoszc,rie Ì'~c. nori è ~1uesto il i'e.J:'~.. ' . - .. fer nç.scerè Tclete e· tutti quel.li ?Un~~-,éome ·~~n: io do~)O Plotone. è certamente l'altro secorido il quale ci si çhie:1e: rnc: -come fD.cctiCJTio stòricmnente o. far fare pnssi indietro nlla s·i:0rie:, se pr.re che le otorir:. cnmrnini scr11:,>re· c.nqc.rt(}o innenzi é:nche. se a. mò c~.i lume.ce.? t!lél, 1 1 n.nd.::,rc inn.:mzi delle, lume.CC. è ?Ur SCID?re più ù meno Un la- sciere treccia mentre l'cndnre innanzi delln storia è çuel non lasciare E Mauritius_in_libris - trecd:ic. cli sè ~>er 41 cui :::d un ccrtù r:1vr<1cnto è come se le. otaria cndando innc,n- zi stesse; in rec.ltà ferm.::- "" ::ucsto non ~~ice 10 dico io rne., co11ie ::ieo la nostr.:-: societ?:i contem:.;>orc.ncc. f;.llorc. t,,J che l '~poric, è ':1.poreticr.~ 1.~ueat,".'. in 1 le~ ~i.')eSE:•.), lo clifficoltà consiste nel fr.,t- mnniern, è nporctica. cioè ·perchè il suo essere q:>oreticc. ri1Ucr('c.. il fondnre il discorso u non seo ·licendo che questo non è f,m1nre '11 discorso e mm penso cos~. perchè non sto critican- do Plc.tone, non sto diceff1 0 èioè che il ·\!scorso llatonico non è filosofico, O,?Urc nort è filocofico cri&1ente pens,'J.ndo, in SCC1 C r~ li7cllo rn<licr..le. Sto rJiccnr~o altro: ~lntoni otoricc.. e critica.; 1 1 C.tJOrie in (_iUesti termini e eporetice perchè'll s~o essere corr:isponr"e cl fondare il discorso quindi il suo essere. fondament.:.le è fondare il (:incorso. E' cor.ie se c1.iccssi in cltri· tennini: lo. fom~c.mentclit~ Jell 'c.~Joric d.ovrebbe essere talIJOrtte intrin- seca. e.11 'epori·c, dc. non uscire fuori jl'lll' c.poric e de fond!',re l 'aporiu.; invece ln fondcr11ente,lit~ dell' a:i.>orin non solo non fonda l'aporia ma 1'.1.òlirit- turc. fon,:le il discorso. In c.ltri tc:-;nntni: non solo non riesco rn:.1 es[>ere pa.dre :li me, m.:: non riesco Gd essere ?!1.dre cei 1'd.ei figli, dove, in tcr1.11ini r::.·:.1ic"'li (e prenc1 emk> le bettutc in senso i;ietllforico), non riésco ntl essere pr:;·:.re di me si3nifice c!1e non riesco c. conquiste.re del i..rl.o eascrc .1cner~to, quell'essere che mi q:>.;>~rtiène ~>erchè io sia ap~unto 1~.dre di per cicscuno di· noi, c_ur~n'.:,o 1,ie. E si t%'.OVC Erl essere n&to e cd essere .0ettnto :in ;.:;uesto ioonJo, 11 <li-scorso è corà; ·. :?er cui appunto scrà uomo qu~ndo stirò ">e.- 1"1re di mc e c_:uindi ?Oi ?EI}re dei i.,1iei f i 3li. Allora r.iico, non solo che 1 it,•.)oric non rieace od essere il :;>o.Jre (1i se· stessa IilC che pretendè <li essere padre di un suo fi ?,lio, rnolto fra3ile, molto '..>rematùro, nc.to :>·~:recchio tenno ;>rima di se stesso e che à il discorso filosoj:ico. Il r'.iscorso è filosoficcrnentc: diffic.ile ?Grchè. corris _>onJe c. questo ruomento ori~inr.rio t.1. di essere, esso co111e che Jovrcbbe riuscire n :fo.re nc.ocere le 1 mo~:iento CO.i.J~ci ori3inc.riù, il ?rinci?io dell 1 inizio «1i se stesso, Jerchè il 1rl0mento nel (;-U.!lle l 'ele1•.ento ori3inc.rto ·e fondo.mentale corrisponc:c E'.11' ~µoric. cou:e fonc:cmentc.le è lo a tesso ruomento nel quale ln Gporie. :Ì.n "iUC.nto fon<lcanentale c!ovrc~bc essere in reult,0_ le OUVClµ.&.C' inizio, cioè la capc.cit>.t di :.)orre 1 1 ori,'.~ine dell '- primo. dell'inizio dell'ori,3ine Mauritius_in_libris -· &2 9tes!::r:. f:_t~.cru:'o - invcce·,.criticr.uente si".'1110 c,bitucti a pensnre ·che .(l.".lto 1 1 ini- _zio, a;l un certo )Ulltq. trover·~ l 1or:l.3ine. E per queato ;,:>e..rlo di disc.orso critico a •.,;uesto ::>unto_ c;erchè .<.iuestv è un (1.iscorso :~re-~iuJ-iziale, cioè che ._,, .. ""'·"" _f'.ntici)n il ~:f,.utlizj-.~;:~n(..:!UJ.entcle·:che l 'ori!jine t>.ccettéJ. che sic stnto cbto dell 1 ori?;ine~ (cie>è (71.......s~ s~essr:.) :)ri::m .~.ell'ori1ine stcso.:::1; perchè l'uvcrc l'orL~ine l 'iniz~~~j.fic.~ pro'.>rio· ·;~uestc. criticit-~ :inizi5l:.c, .. c..,p·oi ori-,.~ . .-:;int;:rie,. çhe. cort'ìs1~ohìe e.l· n.ornento, orL;incrio che· intnnto è ·critico in qunn- to. il S1:JÒ e~_serc critiçQ è un cccettare .:Ll 3iuc~i~io di .se s-tessc su· se stçGari. p.~i1~1n cl'i ...~e stess.r:.. /.11.or.c~, . lt~. 1.niziE~lità dellJori~ine còrri-sp0:n~1e c.lla stess~. cri_~icit:l sofico s~ltc,nto òGll 'o:i;i-:-;ine · e:possicmo ):lrlnre; <li cliscorsò: critico filo;>erchè disco"J:"so ,critico filosoficò vuol dire ln nccettéizio- ne ,-}ell 1 ori3inc,:~>~_.l?L:rtf3 (J.cll''ori.:;in~·, ...lel suo .essere, ipiz_ic.le, o ·ia accettc.ziunc dc ~JLrte c.'!ell 1 ori.;ine, r~ell 1 in.izio dell 1 ori3in:e stesse che -non di- , ~)ende ~lE.J:.l ',origine . stess{~, . tn '~uanto l'inizio: ç2ell' oriJ!ne·. è ciò che deve ;y.rcnt.i:c:e 1 1 ori1ine. Sto ·:J.icendo, e _si._ ;:;rr..~t:a ~:1j._·una ·'.~fferrik'1Zione grcvissinio, che cit?.. :~el storie~ discor:;;o .f.ilosofico corrisporn;.e D.llc r;;;uq, ,·fisiologfic. ,. . c!i~ .::,uc.n•Jo mi s.i c1.icE::. ~he 1E1 criti• ..:;uin- il discorso filosofico intcnt9 .è· :f-ilosofico in . . çus.nto è critico, sccon:lo n•e si t;J;"attc di: q:uc.lche cose che è es.nttamente il çontre.:.r,io 1 ":i ciò -che- s! vuole -~~ire; ,>erchò C.?"f)unt.o ·si sta. '.(licendo che i l rUscorso filosoficoint,::ltj:o è filosofico in ctur-nto è. critico, in qw:,nto, •. . : . . :.J . - -. ~ ~ .· l 'cescre critico-(.;el (~.iscor?o filosofico c.orrispop.de p.lla .sua: nnture stvric:'.• Ci_oè, l)ppc.rt:i~l)q_;1,.g-J.lc nD.turc dcl _~ic•.::or_so, ctorichmepte considernto, il cuo eszerc critic~-eJ..il suo esse,:e critico stc nell'!.-::.c~ett~ré·che ·:~ina r.1-c, un c.ccett:é',rc il :siur:~.:izio ,:i se stessc... su s~ :ste.osc prirna (~i l'ori- se stes- sl'.; percÌ1è 1 1 ini~io ·• ~ell 'or-i3inc è :)ro·:_)rio. tiuesto. A ;:>c..rtirc dnl · t>'liilto in cui couincio, il . 'iscorso :filooofi.co · 6-i·311ificc in·realt:.~ ~L ~)orre l 'ini. zio.,.-s1er}- ~liscoroo_..filosofico come inizic.lit:\ dell 1 ori3inc che. rigum.·cla lo stesso d_iscorpo filosofico, cioè la. s..torit: e bnat.a.. E di •}Jesto i:.:d. è mc-.estro lo stcs.:;o .-::nè.::rc e..:el ~iscorso filooofico (}cl To.lcte n Platone; cioè, <:i.rrivn- re re :Plc,tone oi3nificc. e.spire il discorso filosofi.e-o eone critico, r11u cnpirc cuesto si,3nificc l 'o.ri_;ine ~he è ori3'inc in ~lutlnto è c:ccettc.re le iriizia- Mauritius_in_libris • lit.:t· ~a ·43 - se stesse..· Ed è 1;.ui che lr-i. •,:uestionc · si complice vercl11entc in que.n- to l 'esserc èrltico n <uest-o ,,.oi:-1o in rcc.lt,3: si:rniftchcrf.:bl>e per ·il discoroo filosofico la neccssit3. o le. r>.ossi!Jilit.l\. di non l)rocederc in t}U&nto si trcttèrebbe da :'>tJ.rtc ~ol (,iccorno filosofico <l.i' co1.Drendere ·(.'uell 1ésscre - - critico c1i se stesso e, c;_uestc. mnnier.-:, che '.'.'.o•.rrebbe corris:?ond.ere nl suo tornc,re indietro sullr: inizir:.lit:'l 1:'.ell'ori3inc stessa. In un certo senso, t)cnsc;re l'ic~ec., in-vece, non coni:ro, 11v1 r;l posto, dell 1ecquL dovrebbe in reF-lt?.ì.' si3nifico.re il 6iscoroo filosofico che è riuscito prir.;r.:. dcl mo~1cmto nel ça,~lc porre se stesso h<.J. ;,>ensc.tv quello che è l 'urnidit.>.i o 1 1e.cçu{". en.. E; che 'se, per i>énsare 1 'i(~.8r::, sono c.rrivr..to c.. :?lc.:.tone cioè E:.nche :se, per fn- discorso re CJ.Uesto, ho Jovutc ccccttc:.rc lo svilup?o del 'V"' stesso, coroo :a1scorso fi-·· losofico~ l>'le pensare l' i,fon è un pcns.;.;re l 1iJen in sootituzione (in-vece) cell 1e.equa O dell 1\llili..Jità C tutto ciò Che :~~e c.llorc a !11<.-.t:one Si è c.njf;',tO svfluppcndo?. Pens'1re 1 1Lfot> non ~)UÒ ::;ic:-~nificl".re smentire Tc.letc, IilCJ. può significc.re, dovendo !!iJ)Un'i:o «:>anse.re 1 'ir.iec in çucsto senso ;,>er cui pensa.re 1 1ir1.e.:; si~nificr, pcnsu.rc c1uclcos~ in-vece dello O''t'O LXe:'Lov , che pensare 1 1idea; siz'tlificc. pensc.re in <1uel -1.1odo per: cui ln iniziclità àcll 1origine fim:!ll:Jente pone sé· stcssr: comè origine delle inizie.lità dell 1origine? perchè appunto, pensare l'if1en dovrebbe poter significo.re tre.durre la inizialità deH.' 1 origit?-c nelle originnrietà'dcll'inizio. Me, pritM. questione: l' .. origine intento può emmettere, che l'inizio diventi la inizialità di se stesse, in quento 1 'iriizio è 3ià; mo 1 1 origine, come· .f c. o. pensare di se stessa quell!l originarietà che c1.ovrebbc ·riguardare, l'inizio? perchè ·se io parlo di ori3inrlrietà dell 1inizio·.io dovrei poter parlare .di una originarietà' dell'o.cquc, . intesc come. cr'tOLXe:i:'Ov coue dovrebbe. cornincicre 'cl non fe.n·11i ca.-· pire niente delln affcnnc.zione de'll 1ccquc corle pense.re dello cr'tOLXt:tov SQre .-::.cc:uc~ CJ'tOLXEtov • Se io l)Otessi che è inizio, -la sue. originerietà, pen- la originttrietà si3nificherebbe il porre gravi dubbi sul fatto che l'?Cr idesso inizinlc, storicamente iniziale e cioè "1ovrei spostare' tutto il comipciere il discorso nl discorso!che comincia; il che Gi.31lifice che il '(iscorso ·è, ed essendo perciò ,comincia, t:o, encora, co,!e· fe. il discorso ac1. essere? il problertk"'l. vcrcmente tl!letiano: carne posso Mauritius_in_libris 9ensarc .<:ci un certo T!iouento (:.uclche coca che posso chiemcre. discorso e che non debbo chiru-nc.re tcogonL:: o cos1.io:;onic?. couie posso· convincermi cioè· che l":d un 'certo punto sto pen~E,nc1o non il principio c~elle cose, non st:;o facenlogo:~onia. do l ''°"lenco delle cose: o delle ;3eneruzioni, nm che sto facendo e che non posso fcrln pcrchè chi hc. couincie.to n pensr.re mi ha irllpedito di f<";:rle.? E t::uesto 0 non coninni•.re n cr~ T«~lcte, pens~re cioè· questo è il tra3ico 3rcco: e non posslr..iuo r.llr1 rnani~rc. greca. ~'Jerchè ~Jensl:re c.lle t1i.."'.niera gre- si3nifice questo tipo c:i grecità che in czunlche lilodo mi fet uomo e in qùc.1- che moè.o tni hn crocifisso ?ril:i<1.. Jelli vera croce perchè. qucndo iai pjJ.ft ~~1J..f. 1r/.1F/. </1/cjf/9 pptf-Yi~ ~;..f r/.tr/i<lf.tf.irl<I /:. qr/.</r/tlc/ ffe/rYiWcp/foÀ/"M/ t-11>'-J.tf..f,/,r/J dlllm1icnte in quénto fisso e, cluestc. mc,nicrc. mi hc crocifissof./, iii. )i/; ha -croci- 1 le Vere: croci dcll 'UOlìiO non sono le. croce IJ<::. le croci ché i)rendo per croce cioè le croci elle. maniere. cli Proneteo tenendo presente che non ho .ticuna difficoltà ad cffenncre- cho de. Prometeo non ho niente èa iliiparure in quento lC'. lezione di Pro~':ieteo Prometeo cerve. solo e -\.-stesso e per questo fu o.ppunto inchiock.to. ; li.llorc dico:· il cominciGre del discorso filosofico e queste. mmniera :,:.JOtè eGscrc. teojonico, cos11103onico,. e dovette non essère lògo3onico; ·e si trutto. di. Uh/'. pCrolc che suone I'.illllC iJroprio nel sènso che è Coi"le lo stesso logos a rifiutcre-cli fnr uscire la origine fuOri ~i 'sè. SC fosse Cioè, è COfue Oe lt.: pronunzie del logos contro. Se steGSO fOGSe: nccettO d:Ì.' essere rischicto ·in tutti i fr!:intendb:ienti èi •.1e stesso piuttosto che c:1.ccettare i.li porre l 'origine di rne fuori di ue. Si· ere-, 3iunti pi:~i. o lileno e: un c'.iscorso cli questo tipo: dai punto di victr: dell 'originc.rietà dell 1 inizio non è poss·ib:i.le pnl;'lnre di logogonit.i; _ cioè noi é1b!Jic.mo unh teogonie.; una COSI11ogonic., quindi abbiE'lilO delle teorie :.enctichc .èull<: terre o sul ù.ondo, El.C. non cbbi.:::.rao' teorie genetiche sul lò- ""~os. Ere.· qUestr. une. conclusione che nascondeva. un discorso· 11~olto pi·~1 scrio che è il sesucnte: ll: necessità che il diocorso ! c. pertire dcl suo stesso cornincicre (~ non hr:.)', cioè cinre ,~cl di çoillinciare. se stesso .:.< pcrtiré da un cor,1in- tliscorso stesso che in rcf'.ltà è come se. fos$e un'essere co1uincia- to, (;:uindi inco1~inciare C.el discorso che significa cotuincil!.re Mauritius_in_libris se stes:lo, 45 inizi~rc sé e partire da un·essç~e inizieto; e può.sembrere che il discor- so in questi' termini si~ tc:lment;e bloccc.to dc. non potere essere, fc.rc discor- . so,· i)erchè. se la necessità è un diE>corso co11J''-!lniziere se .~tesso,. che è perè; legato ell' essere inizic..to, ,çioè cl fntto che il discorso è stato inizia• to, i~ modo tele però che 1.'esser.e stç,to inizie,to de pc.;te del discorso non è l 1·in1zic.rc sé dn p<.rte (1cl discorso, è. però; il di~corso, se è qualche coso. inizi~lL1ente, è <..:ue:;;t~ neccssit_à di inizi.e.re sé. Ecco pcrchè, (~.icevo che in re_c.l tà ll,l logogonia non si può fare, cioè . lo 3encsi ècl làgos non. si .può fare,, ilerchè per potere .fare, per potere determim:re la genesi rlel 1Ò3os, noi dovre1,a:10 cttunre o strutturl?..re o deter• . l · rcdnE..re 10. teorie. del lò3os, dove ~eorie. del lògos si3nificc contemplazione del lògos -e ·dove contet&lplazione del lògos significe il lògos che esprime sE:l fuori '•di ·sé coElC stenso 8'ltll:nto ~eiVl ,_ se foss·e in sé. ossia il lògos potrebbe contemplare se misurA· :nella quale ç:onteraplcre se . stesso dovrebbe riu. . i' . scire tl-Si,JOificl:tre porre.sé fuo~i cli se stesso, dunque esprililersi, rna esprimersi in quel modo per cui l'essere espresso non è.u~ esprimersi: l'essere_ espresso del lògos non è· in rec.ltà un espriroore il lò~os, pcrchè snrebbe il lò3os nel lòg-0s. La logogonic, cioè ln genesi de1 lbgos, avrebbe.pur sempTe come principio il lògos e .. avrebbe come fine lo stesso_ lòzos; ellorn moi' dovrermno ~1ire: l& · 103ogonic., per dovere ripetere poi di nuovo la ·pcrola l~, gos non solo cori1e pc.rolc, me ço~!le ·atto. E' chicro che dc ~}uesto ' punto di vista il discorso più coerente .che .si µoss~ fnre è l'eliminazione delle genesi del lòggs e l' isolc.n-tento del lògos; cioè il lògos ritìltme tutto a se stesso, in se" stesso e __ ;>er se st~sso; e.llore il 1,ògos continuo. p.d essere o coiidncia ad essere :e poi continun ad essere secondo questo comincierc cos~., ii lò3os continue nd esaere e comincia cd essere ~oltanto se stesso; ecco perchè ·dicevo che non. ciarilo riusciti perchè non possiemo e non dobliliarno riuscirci,é1 fnrG L:: logo30·11ic., in r<:pport() é.•l probleme secondo il quale lo e.parie. fondEl.inentc.le del (:.iscorso l:)UÒ essere negntc soltanto dD.l fc.tto che il '.aocorso stesso à ilr: nc3nzione dcll 1eporia fondau&ente.le <lel discorso. PossiaL10 negnrc 1 1eporio fonde;1nentc::.lc, nella misure. in cui 1 1llporia fonc~e.r11.cntclc del discorso è fondczione del discorso, ma le fondazione del Mauritius_in_libris discorso è nc:3c,re l 'r\Joric fond&;1ent.:.le. fùlorn 1 1 nportn fond.::u&1entele stc e:. sign~ficr,re l'essere fondaneritclc delln nteson. apori'c, non so.lo,. .. LlC anco- re,. ù.irei peg:;io·, 1 1 aporcticità clell' c~poric,· è addirittura il suo fondl1rc il discorso, cioè· la difficoltà come fonckmentnlc consiste riel fondare il discorso, il fonèc~re il. èiscorbo oL;nificher~bbe o dovrebbe. si30ificcre Iii.O.. il togliere 1 1 c,pori(2, · perch~ fondirc il ,discorso avrebbe eone soggetto at. tivo l 'Cporic S0~35Etto C COEle pC.SSiVO il discorso stesso; dunque C.'V~CfùlùO uri fondere il èiscorao (~ctcn11inc..to c..11 'essere fonc1nto,. un fondare il discor- _pd~:,ct:c~ P'7rtc dcll'c~pori~ che .~esso, cm.ìe fondere ~];.·discorso, dete-nninc.tp fonc~r.:to r.ll'esoerc r1el discorco, rna l'essere fondc.to del fonJe::re. qur.lc è èctcn:1irK:t·o· il l'c~rnere ècten.:1innto che li:) del èiscorso verso il il c:iocorso, e sua volta è ·un ridetenninarc ri1uar.~[l., in ·modo tn.le che l'essere fondato essere il toglij.;!re 1 1 l\pori&, cioè il toglie~e le dif- dovrcb~e ... ficolt3. fondc.mentcle. Ciòè qurindo il discorso lics~erc il problemri. cli StCS$O, è.iscor~o. se ! . (non h::i) il prQbl:cl41a di. se stesso cignifica fonc!runentc.lwente. nvere co'.i1c C','Uestionè l 1ori.1inc di bé· stesso., · oosib. ·del discorso, non aVl!rc co:.,ie ! .: questione il coi•ic.. il. ètscorbo si orfginc. perchè se a.bbiaLlo come questJ.one il =m:~c il d{scorso si b~i3inn è" COfoe se C.VeSSirao COlilC qooStionc le non que- stione, pcrc).i.è il c~rnc· il 'c"'l.iscorso si orisina sarebbe semnmi 3ià dentro il :liscorso tt:lmente ori3inc.to ché può perrilettersi il lusso cli .fare. questioni senzc, fare questio~e, r'.icfcrno ~os~ · 1 • infe.ntilismo del discorso .filoso.fico che non è .cii ·qùcot~ ·~i::;o. (~.i discorso come discorso polemico,. è. proprio di un certo settore cl:i' c;uc~tiorti filosofiche proposte e· questa maniera. Perciò dic(:I 7hc oc c'è problcut~ inizii'J.,b1entè cl<:: pr..rte del discorso (ed è il proble. ' r.i.?~ che ne:.sce dc:.l ripcn'oàr~ ·il ~)enanre platonico l 'idee, il pensc.re cioè dc. I ' - • • • ·yrtè" c,.i Plc.tonc l' icfoc., ::-_:uello chè posslcrao chiç-.r,mre il. pensare 1 1 idee, co.:!. !' • 1;:.c . ~)cnc<'re ?lc..tonico, do~c plt.tonico nòrt vuole significt.re un'nccezi~ne sto- tic:-,, 111<.. nignifice. soitc.nt6,, e 1)er questo soltéJ.nto dis~cziatclilente direi 1 C',CCCZiOn~ Un , , .. ~rfgin;"rin), ;_:Kir CUi perìsc,re l'idea q questa. Itlé:Oi,.crc. .Stél a Si. . . o''e, ~nif~G<::rc. chr;;: iÌ. discorso SC è c..:uest I. O Se è problemc. è qu.cstio~ O è pro: . . blcrnr; ncll·':'.. misure. nelle. (~UC:lO il· SUO CS:Jcre pròblemC.. Si.~nifiCll. intercssc.r.. · st' ~11 1 origine di sé," cioè si·1nif ict1 rion cvcre ·?iù interesse c.1ln cosmo3on,ic, Mauritius_in_libris 47· o ·elle teogonie per un verso., i;u:. ai3nificl'. nnche non p9terc fare ln' logogonir.; quindi lasciare l~ che le. teogonie. sic stata futtc, le.sciare.eh~ corris::>ondcn~eraente cosmogonie. aie, stata . pensc.tc. e non potere pensare elle eenesi (.~el i11ondo o delle cose o :G.e.3li dei; l<'l. logogoni~, ossia le ged~ll 1 iden. nesi doll'idia, la.genèsi del lògos, come lu.ogo ·per· cui ·di-co: 1 1 &~oric. in. qunnto fe>nq.?4"ùentc.le in reeltà sta a si30ifiéf.'\re le.· difficoltà origine.ria del discorso che è ]p 'unico teina .filosofico: è.cl penscrè ·l''idcn:·::d't,1 ·punto di viste plc..tonico; mn clloro., se l~ . difficoltà consiste.in questo e se COL~ difficoltà, l'cporic in qunnto difficoltà ·è per suèoto fondcrnentr.-,le,. ·l *essere· fonòcment~le in rccltà st.::i c. significa.- a. fond~re re che. il· suo essere:fondcmentele. è · è· fondarnent~,le si~ifico, -cd; sol tento perchè il:discorso, cioè l'c.poric è ln difficoltà che ri,:,ucrcla l·a fondazione dcl discorso,. mc ln fondazione del, discorso à le fondazione dcl discorso attrcverso questo gioco di ri1nendo tra il fonde.re e l'essere fondato, cioè tr.:, il. deten11inc.rc e 1 i essere clcterrùinato, per c.~i vero è che nu'ri c.bbicrùo' ll: logogonio., mc è anche .vero che possicmo comincicre a par~c.- rc dì une. sorte di quc:.lro sinottico, nonebbic.mo la genesi c!el lògos, rno forse cominciruno ad e.vere una sorte di çue.dro sinottj.co foridcraentc.U.. , ::elle divisioni fonclcr.1entc.li~ che il loro·rc.pporto o o.nche un · Perchè sto cornincinnc1o d~lle dis3i,unzioni ma divisioni. che implicc.no o.n- . loro implicito rapporto. perle.re di un.:: t:>orto di que.dro sinottico del- E. le clisgiunziorii fonde.i:11enteli ?.. Il c,l!scorso è stc.to già inteso pè7orc; come ne3c.zionc dell·' c.poria fondcmentcle. Un primo inizialr,~nte, ~c.to d.irei cos~ c".iscorso pe;o'r~ si30ifica appenc. t::nch' osso fond.si;1entnle è il se311Cnte: I . e soltr:nto le ne3n2:lone· dell 1 nporia ,fondq.mento.le del discorso stesso, une nci3.:-"zionc dell 1 aporict fonde.mente.le del cliacorso eh~ però co:..iincic c,d esserç; ·1 1 inizio delle di!Ss!unzioni, pcrchè rit;Uarda l 'aporic.. ,sic. in le,sid. co~;1e é:poric.. e .sic i in, c~ucnto ~nn~o tc.- fonàcmentcle. Allorn il .disc9rso inizicl- . LiCnte cot:dnciR cor1ic t'~tto. :_g;t: ne3czione che pone in moto une. sorte. di rnec;:cc.- nismo dis':;'iunt-ivo;· quindi il .discorsç> nego. l'eporia,cioè. ne3n la difficoltà~ c.nzi· ·di.re:1,..:più cl~e nezcre !. un nc~çr~,iii,·ù . . ,• • che negere 1 1 c.poric., ess~ stes I .~ •• ~. so· coriiC di-scorso è un negcrc 1 1 <:'..poriu, o è il ne3nre l' aporin fondementale; Mauritius_in_libris 48 e non è di poco t.:to1~.ento \ui là diversità, perchè se io dipessi in senso conéettuc.lc che il discorso nc::;c.· 1 1r.i.poric: fonèru-aentt~.le del. discorso stesso, .. noi' ff!TemrllO Un à.iocoroo 3ià te.i.mente 1:1e,turo ed evoluto dél ~ssere fuori del- le proprie, stessL e.poric-,; invece, l 1unico ri&odo che il èi·scorso be. di essere iniziahente ·è t}tiesto, c;i essere un ne3nre la difficoltà del· discorso stesso; ~,1c. essere un negc.rc le. difficoltà fonde.mcntcl~ dcl discorso stesso si. 311ifice fon<lc-.mentalraente pone in r,1oto un processo· iniziale di disgiunzione·. !..llorc, direi che il '.)rimo dato fondeiJGntale che il discorso. riservo. a ·. ·- ~ se stesso è il sèJUCnte: il L1odento nel quc.le il discorso. si, interesse a so stesso orl3inc.ri'cr.1éntc è. il i.1oucnto nel quclc 1 1 interesse del discorso e se steàso è.le nécccéità dèllc. dimenticanze del discorso de pnrte del discorso stesso, cioè il i~:OiiìChto hsl quc.le in ori3ine. il discorso pone coua c;:ueotione se otesso ell 'inizio, dove porre corile questione se. stesso c.11 'inizio, significc dimenticc.re Oe Stesso -COi.Je SO stccso. Ec~. è vererrtente bc.nr,le questo modo di pens.::tre,. ' . che è il .discorso inizis\' le clel socre.tismo ?litonicot noi possic.mo penscre le ·çose sante o noi )OGSiCI-.10 conoscere 9J.cli s'inno le ~OSe snnte; re quD.li siano e quali non sinno le tlunque l .•~3lio, possiamo giudice• cose snnte, ml> questo non è penserò lo. sc:"ntità. Discòrco ·non di ce:1fiò contrP-rio, titl discorso di segno disperato, di se3no rc.c.liè~1ci;·cioè discorso che porte, die re.ce in radice le dispera,, zione r.li se: pcnsere l•cc.. se.ntità in rec.ltà è non potere nelllileno conoscere .. i. quc.li sic.no le cose sc;ntc. Quindi, conoscere queli oicno le .cose sante ncn è ncr1IL1icno pensare li: snntità, viceversa, pensare lr: scntità dovrebb_e dermi in ::Jr.rte'nzc:, e orchivic.nc1olc., 1": risoluzione del probleme del conoscere qué,11 sic.no le cose sc.nte. Cc io ho il prol>lcrnc. 'lcllc cooe sente, la verità in fondo è che debbo cercare di conoscere non ~ià le cose sontc, ma que.li siano; mentre se io ho il problcml'. cos~. detto vero, ilk"'-C-3iorc, quello astro.tto, universale, plc.tonico, non.è che ho il ?roblemc di s~perc {}Uélle sin l~ s~ntità. Inf~tti, per pr.rlcrc con le. g'rCTniiic.tice platonica. c. posto, io .debbo dire e. queste raaniern: debbo scpere che cosr: è li: scntità, pcrchè il qUllle ri3uarde ln sc.ntità o per cse111f)io 1.:. ·bontà e cioè niente 1 e cioè il quale ri3Wlrdo. un~ zo- Mauritius_in_libris - 49 n,y-ii rcpporti. frl~ 1 1 idee, penso ~lcosn· q~le non e 1è· hiente da. pensare, perchè i . . . non è che posso pcnscre 1 1 idee dei r.!1.p;?orti trc.:1 1 iden del bene e l 1idec. . •.. · . · - · ·~· ·, o della giustizia. Jel iJello. o tre _l iècr.. celle.. santità e delle pcrfezionc--Vlùlorn se penso le iòcc, · nella ,·, e beota; .se ... . deJ:>bo conoscere le cose sente o non sen- te, il dubbio sulle cose· in. rec.ltà è il dubbio s\,llln t{-Uclità delle cose stes. ' ~ . . se. Per c~i è c<?we se-noi.potessiuo clire, dc questo pq.nto di visto., che conosc~e .è un discorso e livello inferiore, ·certnraente 1 rt.spetto al pensc.re 1 i>er.chè. conoscere s.i~nificc, 3ludict:rc·, mc... giudic!'.re si3ni·fict:l _presupporre - . . • • . I • ' • • che· io sip. un. pensare ( tllnt 'è" vero che' ch;i., hc. teorizzato il conoscere elle. u:ie.nier.n. trcscondentc..li.stice, · hc presupposto il pen~c.re .Alln uian:l.era fidei·st:i~c: Etncnucle Kcnt) • . .. . ··- ... In -Cl\lesti termini, se noi riusciÒ.L.10 t . . . :.-' D. cc.pire ple..tonicrunente il discor- GO, ccpirc pl.::.toniccraen::c il discorso in realtà secondo· u·ie si;Jllifi~r, questo (tenendo presente eh.e il ela.tonicru,iente non serve in senso storico, bensì . ' ~- col'iie dc.to ori3incrio): cioè non nolo pre_supp~rre. eh~ ~ di::;corsi sicno, tento ercno che i ò.iscorsi crctno i diocorsi dei diclpehi. platonici, rn.2 si311:1fl.... cG prcsuppoqc ..che il discorso. è, non solo che i disc;ors.i. sic.no çuello ché sono, I.Il'. che,.. sic ~~COSO, cioè il. èiscorso; :.:ia l,. 1 esserc del discorso Gi- Se 81lifiCC ~110f0 da questo puntò c"~i ·.;istti. ori3in,arJ,.o, il potei;-o. fa~re questione del 'suo iniz;lp .•. Cioè, e.e io voglie» penoarc e.11~:. sc.n.tità e non mi beste .. ' ~ · : ,. ' conoscere.. le CO$C..... s::nte ' C come Ge io dicc•séi: desidero pensare l 1ori.~ine l~i ciò che po~s~ cox:i~scere come discorso sulle ,CQse, e. quindLl.tori1inc di ciò che mi cssi~urc. che il tilio è un conoscere; perch_è. tu,tt:n lu qµestione sc,rebbc CI;Uì: che cosa dctenai,nn li zone di universc.lità òel conoscere? Non c:f.ò che conosco (riOi)Ostc :'latonicc.), perchè ciò che conosco. può essere e non essere ( o6~a posso c..ffcrmc,rc ) , cioè V:.· cosr. ch8 è sente og3i non è_ sente. <lor.umi, le. cor:~ cc.ntc: oggi; IHU non domo.ni nè ieri, ~ cos~- yic, •. l1a. c.llorn., delle c?se che conoccc;> cosc r.1i intereson? Le 3ernnzia di universalità e cioè . il pcns.'.:'..re. come interesse alla sue ori3~ne. ' dellri questiol:le: il rè€iltà n cli::,,ien~icc.rc ~xmccrc Mn ecco il punto intereasc.to c,lle sue ori3ine è interesscto in sé, ip ,_;uc.rito il ~..:lu~1cnticare sé significa noceaanrio- Iaente mettere in moto il processo dcllà dic3iunzioni sinottiche. Mauritius_in_libris 50 Le pri1a.a. dis3iunzione siaottic.s, quell<! vercr;1entc fondcmentt:le, riBUnr- . da. l'~pori~: il dlscorso è un ne~nre 1 1 c.porie !.!fr(si-,,e•sive, ecco ln dis3iun· zibne) COI.te tele, ·sic. co1.ic fonc.~r.nente.le; il discorso è· un ne3are iniziale 1 1 cporic. fonclc.ment::;le del discorso, in <-;_uesto s·ensb' disgiuntivo dell. e.pori.~ stcaG:::, che è il ne:?;oc,rc l'r.:;ioric sic cor1ie aporie -c:.-sia;coLte fondonientc.lc; e clico in quet:to senao disgiuntivo· fondcmcntale, perchè ld disgiunzione, 12' r:"..ivisionc ~ o trtéglio . lè. disgiunzione fontlcmentc.1c .cémsistc nel fctto che i· due· ten11ini <livisi sono. divtsi perchè otnnno· c.ssieme ('l'aporia sia come .'.".pòri't: e:: sic éémie·.fonda~entcle) • .tJ.lorc' i1 discòrso innnnzitutto e fondeL1et1· tclri.ente à-~ ·tirt rteg·ti.ro 1 i.E",porie~ sia i· corno tele oir.r cori.e fondtmentale mc. è an- - bhc un costituir.o ciò che tiene cssieme il sive"•. i 61.ve, cioè è' un tenere ::-,ssieme l 1Éi.poric.- eone cporill. e l''cporit( COlilC fondcmcintrile .t perchè è solo - quento teneré cssierae 1·1 C:poric. ché consente al èiccorso di essere ·un negare ·1 1 q'>orit, ··mc è pro'._Jrio·- questo~·nè-'Jooè~ l' e.poric. che èonsente· c.l discorso di essere fondcto~ ll;o_ è çucll'ezcere fi:>ndcto ò queste? essere fondàto che in rec.ltà · si3nifice. che il diocorso non pUò interessc:rsi elle sun origine. Il fondc.re·11 discorso coiile <letèrrnln:.:i.t6 nll1eriscre·;fòndcto; per cui 1 1• ess·ère fondato ridetennina cJUE;cto dei:erminc.to·9 l 1csi;ere fondnto del discorso rideterm1;nt.:. · 1 •ecscre determine.tò che rigw!rda il fondnre. In rec.ltà questo·inizio di discorao è·un inizio di discorso tormenthto dc.iln difficol• tà di cootruire queste sinossi inizinli'· e progressive che· non sorio:· poi si- noc~i 1;i.:.'1 'sono modi sin~ttici d.i 'essere; une oorts~ di situé2zionc 'sinotticc, .un' inizio situc.zioncrtlc e s:i.nottic.J. LéJ prh.u: sltuèzione sinotticc originari6. è !Jr6prio il dis~or'so che n quèsto punto è un negaré '1 1cporia che lo rigucrde, è un fc:re ncscere le ~:Jri:i:ie dis3iunzion:l sinott:i'che che ri31J:nrc!c.no 1 1c.porin; dunque r:.bb:lr.ùo 1 1cporic ainotticcr.iente intesa i'n que.ste mc.nierc.: sin corne e.porir.. sin come fondd11entr:le; il che· si.3f1ificc che il discor- le difficoltà 'ao per I)Òtere intendere dc. !1:' ·c0111e èire- che il diccorso per potei::c essere, deve ne·cesseriamente essere un ncenre le; origine; f>O SUC: se stèsso·devé ne3v..re G che lo rizuar- ~llore. dovremmo' dire: tielle>. SteSGO tem- il dioèorso è. un··1;rnsere le'3c.to nll 'ori3ine ·ec.~ un' easere diviso de.Il 1 ori- 3ine~ E f;e noi èiccssirao· che lè 'ques'tionc si ·può- lmp:ì.c.ntare così. e cos~. re- Mauritius_in_libris 51 ,.··;: ..... ·--· J ! ~- ' '•··· . -.. . ;'_: '. .·. ·,. ·; pid;::.iriéntè, · è :'ç,1,trettr.nté ra.pi40.··uente cos~ iHp-icntctà. ,. '·,•' r ..:·· poi -la- ~i '.ri&olyet ·~i::._ rllentiremmo· teq~cticruacnte, e. . in ·;rec..ltà il. plàtoni::;r~o in- sertso ..s~oi;-iço e cri~ . .. · . '·'· . . . . ;~ .. . tico è qùcstc_ racmzognr.1 teoreticc necèssc.rio.. -. ' Lc. r.icnzoen~:. consi:3te cioè ~ll'in3entio chi.; il discorso, 1ioca _ç: se st:es'.'" CO 'e cloè ~hc nqllo ~te~CO temp~ nel t~uile C,CCCtta l~' -SUt:l ori3inc ;'.0, 4unque quel~: né:l i110r,tento- nel ii suo e~~ere . i.niz:Ì.c.l~ ... . .. . '· ~ . ·". . ) : . -è_, il :. suo . _al~ ,·P"'.' essere l(;HJflt9 .' . ~'essere lezi::'to c.11 'origin--e è 1-.ess~re_ ~,.J~".9 ,. so dcll~-o_rt,gine; .-rJc.quest9 può essere-sòl~ sè iò penao il·tçrJpo-.di,:tut.tò ·.. .riginc·, in c:uello s.teGoo tcr.1p<;> . '· . ~ ~. ~ ' questo~· L',an~~gg-ic .pi.·,) fç:.c~lc _e_ sÙ~g~~ti~C. pcrchè fil~ 111~:st~rè>- ctél nost:ro essere_ ge11ercti è che· noµ .po·S.~i,q::ino renderci rc3i~ne d~ll-ci n'ò's.trc. ori.glnc, r1i quelle :che,_;i;3Uarc:.c c_ir-J~-c~o:i;:li ri~;l.~, ~~r il- fQ~~o ~he no-ri' t'>òs-s_:i..~ò 1::-erldere :rnc;ione. del fnt..-. to ..esi_~te~~inl~ ~?e ~cl l•:1~piento- ,n~l qtial~{ sic.mo i~gati c11•origi~ che ci .,.,... ·cl.le -e sugge~t~;vn p~rchè. 'i:l.~rdc. ri3Uardc ·:nc;>i,-.:,ùw._ meno . . .• ' •: ~. • il 1· , .... . . rigùcrd:$t nello o tesso .mo:.-~1Cnto s1.3mo- divls1-- da . - . . • '· I ._ .. questa dri3ine:. perchà nesce~ _ re à -~teto--;J.}e$to. pel'." noi (nr._scére -in éenso fisiologico). Chi di- nç>i può · - ... · · · · - - · -- - ·- .- . --- ciò f~re ·ques·t.f.Q_ne, fi>robl-cI:.i.::,4p~lc. sue origine?· Nessuno-. l~n perchè._no_p.,_çi ~en·, . ;· èicr:'lo cont_o,_ c_sC:.!=tcL1entc del tempo. Può essere conteinpornneo, .può st;..,'lre l'..:3.,._ .·sieme ciò . che è-.. .Gi'l.TiSOCOi.,lC. ~iÒ -che .è. diviso il se stesso CO.'ìle. ciò .cheè uni:_ . . ;. . .. tO. Non posso .pensn~c- nello. s~sso · t~mpo dhe' -1.ì'essere:_ s'it!. e nel:l.o ~tesso . ~. . . . .· . ~ terapo che: 1 'es sere sin _i 1 non, es ~ere-, non posso pensare -1 'es.scr~ -ed , i_l -no~ c-ascre_~ :Non ho C disposi~io~~ un _tempo che. tengc. as&ieme ... 1',cssQ+c ll.SS_if!!me _ ter.:il'.>o risolve.rei. il pl;'obler11c; 1a.n e l 1es~erc diviso, e se tr~vèsai·... _ç~e,sto . . . . . ~- _ques_tò vr.:.le per noi coistenz_L-:.ll;iet1te. Il pcrisere o il .discorso· yt~ne, rica. .. . . . . . . -veto per -cs~~ç,zionc fondl1!11èmtnle da qucstn difficoltà;· allorn: po_ssi_~ao pc.r' lcr0 -:~in 9.' ore: di un :punto noCa.le e temn.tico -che· à il -seguente:· ~~i1prc che- il discorso, nbbic biso'gno iniziclraerite -di' cOrisumc,re, un',llstrnztpp.~,, che rigunrde le~ cuc. ori3ine; mc l' c.atr.:::zionc che _il discorso consumc. inizì.nlmcnte è une ;rosoc cnç.lo3ic. -e::;ictenzinle; ecco perchè il pensiero si inncstn sulla vite. clcll 'uo::io, mc a-olo :Jèrchè non sirnnp filosofi quonèo pensiomo cost; queo~o riguarc:fo. il pensare al livello esictenzielc che non è filosofie nè di- ventc-. f ilosofic; non è filosofin pcrch~_ non mi. fu filosofo nè in çucnto io col buon senso dcll 'esistenze._ non ho bisoeno di stare a penonrc per cnp_ire Mauritius_in_libris 52 ... .. subito quc:J,.lo che so già ·perchò vivo coi•i.e ·uomo e che ·è questo: in renltà io, :.Jer cercare di rendenni rn~ione dell'inizio di tutti i 111iei rn3ionamen- ti,_ ho bisogno di e.strc.rre all'inizio d.?..'quç:lche cosa ed è chiaro che. l'n"" r~rc.~ionc· CO)ile: ;>i·) comoda e pE1 r;utenticc che ho c. disposizion~>S:òno-,io stesso esistenzE'. di me; tu.e sono io come; qùéll 'csistenzc .riclottri dil limite Ji . $6, non come quell 'e~ictcnz~. che hc anèh 'esse dimenticato se stessn, · perchè pénDcndo se stesso. in fondo vive le stie.· memorir.. ontologico.;. ciC>à lo. suri ori'.'" gine, me, come çuell 'csistenzc.. che~ . scnvd.lccndo.ln sue stess.o/~moria onto' lo~icn, r~èerco ·•··. .. . le sue. originè. · Ricerce il tempo -nel qunle possono stare c.ssieme· 1. 'essere come css.ere c.a:viso e l 1esscrc come essere unito. Il problem~ cos:t detto filosofico del tempo potrebbe essere appena e soltnnto çuesto e potrebbe rirnnnere problema per sempre con buonn p&ce di .tu,tti i f~loso_fi e con mi3liore buonE. pece di ~«e come esistente, perchè mal3rc.do non risòi.ve questo problema filosòficrunctite', io il uiio tempo i'lte lo vivo, me lo godo~ TI:e fc.cci.o quello che voglio ri-?~tetutte le filosofie ~enighe .o mcli;jle sul: tempo. Le c.:1lorn se noi, plc.tonicllillente conùc.nnati a.deaserc fctti come coloro che nnscono plctonicemente,per cui muoiono pL'ltoniccr.10nte, ~ queste. rnanierG impionticmo originerier.1ente il discorso e 1' i1upicnto origine.rio del discorso in réaltà sta n sigriificare che ho biso3110 di _un" c..strnzione ori3innric per il discorso stèsso. Astraggo originaria- mente ci.alle mi.:::. stesse" eaiatenza e do.11 'esistenzc n.l limite estremo .di sé. Dc, ques_to punto di viste. se il discorso è tiuestn questione origincrin, c~uest.:-. questione, origine.rie. _ci risolve ilm1edic.tranente per il discorso steo- so, mec.~iante il consur110 di uno. ç.strazione fondé'.111entc.le che rigur.rdc, esnttn- rnent:e l'eoistenzu dell*u.Omo. Esistenzinbiente il discorso comincia, in quanto il suo comincinrc è il consumo di un' c.s trczione che ri3lJnrdc. proprio 1.' - . eqistenzn dell'uomo. E' t;.ui il trc.gico delle rJucstione; ln '-luestione diventc. trc.3icr-. o è trc.3ice per questo t;1otivo: il discorso legeto ella SUc1. stes• se. c1.ifficoltà inizic:le che non è la. difficoltà rndicnle del discoroo, non è :)er niente la difficoltà rc.Ji.cnle dcl discorso, è .?.ppenc. lt1 sue. difficoltà originnrin i)l quel senso storico che sto cercando di chir.rire in modo· dc. non confondere il senso otorico dnll.?~ storicità èel· senso di Platone o Mauritius_in_libris - 53 .... di nltri. ic, difficoltà ori.zinc~ri~. clel discorso è difficoltà proprio perchè con- sùn1iS· inizic..lrnente una r:.strczione che viene fornito .c.1 discorsò dc.ll'uoroo cor,1e eaistenzc. òriginc:.riri.; in c.ltri termini:.~ corna fcccie.mo c.. fornire. il di- . ccoroo r-bl punto é!i vist.t di ~sti problemi originnri, rii· ciò ·di cui ha aiaogno;· t;c non rubendo cll!~sistenza? .E',· rubendo cll'esi.ste.nzn, vuol di- re proprio:, ccrcc.nda··.cioè· surrettiziCL1ente di prendere;. di cssluue.re dell'èsisten:l;t. ciò"-Che 1 1 e:sist~nzo. c!e11 1 uomo hn.~ coi.:ie .·suo problamo...'ntlscosto; cioè, ehi cU:.,··noi riuscirà rae:.i-~'c. pensll.re;·çucl ·nodo cli.· ·es.SQre. del tempo nel :quc.lc il-' dreiàmC'. (non' <:uellìo t:eostinin.no) ~ 1iln quello .•WUOriO"OSistenzieie, sia te.le ·al livello dct1.h~sistenzc urnanllt:pèrò f'. quel livello r.1iniui0 che corri- 3pondo .±11 1 cotr~o limite· 6611 1 èsistenzn urann.r..e. ·.Non riesco ·s·: pensare. la i.lii!: ori3inè solo perchè non riesco [' po:SsQdei:'c il"·ternp·o- nel que.le 1 'esseTe ùni- to· ·e·- 1 1 e sserc diviso s ti è.no- ns siér.1e, •~perchè,. posto· ne.11* esi,stenza: 1·.·il tein·;>o' che io vivo e-Ome ·t:emr>o: tem;;>oralc dellc. uic.· asistenzç: è· il eontr:e.rio, ·sempre· il contr~rio; è" sempte Plr..tòne, cioè è 'oemp:re· 1 1 ·etaCcp\l.T)~· è • Ci può . etrnere· un' tempo ché. sir: lo stcsoo del'viv·ere e del' r.iòrite, ci può essere un tempo· che sic'. ·10 st!asso ·del ·noscere e tonc .c~cl ·moriré?. E.:· se· c '<}, eppunto, Plc.- ce'"l'è cc.ve.te ·bene ·qocndo·h1! detto etl hc scritto. 'tÒ lmèi:cmo n; trndurlo~ · c.ndin.110 a pen·sorei t;iul serio "t)ossicmo pcnccre, 1 1 , E~aCq>vT)S É~G»CcpvtK. kia Cq>vT)s · , • e non lo per. sè 9 in c;ucnto oecondo aé risulterebbe · vercr11en:to it.1pens c,bi le; Plc.tone·, t.vevt. le. fortunci · cli -essere ; greco e quindi ·ca èisporre e.li une. lin}Uc. che è filosoficc. sènzrr:· bisogno- di conc~tto, e noi non siC'LlO -3reci né sit.'Llo. tedeschit ·quindi non sir.i.lo possessori di: une. lin8U<-'1 che ·?uò esseré ·filosofie~ <.vendo i concetti dentro·''ed ·'ll.lol;"c dobbiamo trn'.~urre, ·r.ic. in effetti, che cose· trc~ducicmo, se non. le noliltTe. f.!$istenza? Trc.ducic.mo l'originc•-c~~ll'esistenzn, ç~ue.llc. che ri.JUC.rdc n1e? Ci rifiuteren1, i~ro tutti in pcrtenzc:, lilf". 0,llorr:: eone .fc.ccietl10. e tl'Rdurla? Tre.durre 1,n mie czictenze s1'>,nificn çuéllo che.. io sono fino a çuesto i;1omento 9 ·fino· n riiOi.i;ento cr~ in là, oltre c~1Jesto . . mm.tento:; e.-. può LÌCk.'lCnto ci' Gic. oroorio .1Jultir.10 ·so ·si ir.ipiànte inizi~ltilente t'ilG'i.~·Kmto rm~be r~ueGto dcrsi che olt.re questo oltre. il .qucle ho chiuso.: Il discor- perchè · sottTlle qtmlche; co:so all 'esistenze.,. Mauritius_in_libris i. 54 - IV. - ASTRAZIONE E DISCORSO. · J...• iupLaito ori1inc.rio. dcl discorso, secondo co1.ie si viene svolgendo, conmJr.ia une. prime,' nstrl',zione che noi possic.mo chiamare fondruuentcle: Jovremdire cons\.Ulla une c.str::::zione che sta al pri1uo posto di tutte le estrazio- 1••0 ni". successi ve; 1 1 c.strc.zione che consumn il discorso è unn ,"Jstrazione obbli- è )C.tori['. e· obbligc.nte: obblignnte in qucmto suppone che tutto il successi- vo svol.~iu1ento Sii..!. uno svol~imento di astrc.zione e di. discor.~o filosofico c:uietamente detenninoto secondo un processo pro3rcssivemente nstrct.tivo, E; obbli3etor.io. perchè non se ne può fnre e. 111eno; cioè il discorso non può rendere ra3ione di s'e st'esso nll 1 ori3ine e in origine •se;. non consumn unn. pri1un estrazione dcl ·cui punto di visto. il discorso pr:eswne di potf~r esse1 re. discorso~ L'astrc.zione delle. qunle stiru;-10 bene o r1ill.le perlanct,o è astrazione rispetto nl livelloc.esistenzialc. Questo deve essere un P,Unto,scrnpre tenùto fcnao, quindi -noi potre11nilo dire cost: de un pup.to di visto orL~ina- in quento' filosofico i : rio; ii discorso • • è una sort<~ di sclto rispeq:o nll 'e- sistenzn perchè è un consumo delle. astrazione che l'esistenza consent~ el ; discorso, in· quanto '1 1 esistenzc. forni·scc <Jl discorso il materiale di questo estrczione. E quindi si potrebbe dire, che il discorso in quc'.ll)to. filosofi' ,. CO . . èunn e.no.login nei confronti dello stesso livello esistenziale del discor- so, ?er cui è co1.ie ·se dovessi1i10 ceree.re di capire che :cose. stc. a discrimincre trn il discorso in c;uc.nto ·esistenzinle e il discorso in qunnto filosofico; si potrebbe dire: 1) discorso in <1uanto esistenzinlc, cioè. il discor• so che non ha b:Lso1110 dell 'c.str~zione; 2) discorso in quç.nto filosofico che hé'. bisogno dcll'E'.strc.zionc. Per o.ltro verso di esistcnzinlc~ il discorso in què.nto q~stioni .si potr.ebbe dire: discorso positivo; il discorso in qu<m- t:o filosofico, discor·so negr.tivo; discorso positivo in quant0 non h0 biso•• :~o ) • # dell 'estr.-:zione, discorso negetivo in quanto discorso che hn bisogno Jcll 1 nstr;:i.zione. EJ. è evidente a questo punto ché l'intreccio degli elementi orie;inari che ri3ue.rdc.. il discorso, è un intrec.cio atì1bi;~o, perchè pone insiefoe 'per un ·1.rerso contrnrio 311 stessi ..eletaenti, in c,;ucn~o il discorso i .. in çuc::nto esf.stenziiile rill1enc positivo perchè non be bis9-gno,, e in quc.nto Mauritius_in_libris 5.~ -. filosofico ribume nc3ctivo perchè hr• bisogno;. e perciò dispone degli stes, ~ '. . .\ ·:! - ·-. si elewenti nella misure in. C'Ui sono 3lL.stessi elementi, ma per segno con. . .. ~ ."'. : . . . • . . - '.l. trario, opposto: per cui il d.isco_rso esistenziale è positivo percbè !!2!!' . 1· • il· discorso· filosofico è ne~t.t.~vo perchè hn. S~ poi non tenessimo presente : queste: ·situeziorie origine:.ri~~ cio~ lJU(;Stn implica~ione ol:'f'.JintJ.rid,' non cc~ sy~V~il~lento p:liem1llO niente del successivo .. I di__ tutte le questioni filosofiche . ··-~ secolldo qtiesto it.ipionto originari9, pe!chè risc}:iiere11IDJ0 di perdere il cri• . terio del dipon~~si delle negazio~i e delle. l1f,fenM.:doni, perchè non si può ·corlii)rend~re fhctl1iie~t~ come . sin P,ossibile e i)e.nsabile che il discorso in _,-:quinto filosòf~co ne~ctivo sia '. proprio perchè ha J~isogno1 -cioà proprio per- ·._ .. -'çhè' ~ffenr1~· ·una necessità; per C~i llfferrnore Ulll.l, necessità corrisponde ini• · -:z'irih1ertte e punt~a1L1e~te. al. negctivo _del discorso,_ olln stess.'l maniern come . . ' .~ _ì i . . : . '· ··· esistenziclLiente il contrnrio è contrnrio, perchè. esi,stenzial11ientè il discorso è.· positivo perchè ne.:1c., perchè A}.lorc ~~f~?;tnnr.è.. uno. ne. . -non. .h,<J: .bisosno. . . .. . .. . . .... ccssità··si:~n{ficc itf ·re~ltà ·:p;::rtire ne~ativ.emiente, _pnrtir~.... ~~ ~.w.oL dire ~ .. .. proprio, C<>mi-~ciarG;· : tiffcrrÙcr~ ; . ' . . ~ ·; . un~ n~c~ssità è. ~~r1tl'Q.~~~~e ne'.JS~i;Y.alllente. .. . . . :;. . . .. ·In· .~ltri termini, lé necessità. del doto è il, SC:~O: ~_3llt_!VO. del discor- ~.:so. .pot;:~ebbe in .quanto filosofie(); riliorn si . • I • I~· •· • ' • ' <lire, ·-:il ·-d.~~:~or~g -~' .. tri·.quanto - • •• •• ·' .•. .,... ··-· • • -·· . •• - • • . ·.: f.ilosof~icd; in. q\ianto il ··su.0 ess~re in.·.. quanto .filqsqf.ic.o •. ~. :$i;l..c...1JQ.. ~sa.e.re . . .,.'. . . ·.'·· .... ··.····i":'·.-··.. .·!. . .·· : i •. que:sto n~gotiv~ inizinle che è .ln cfferr-110.z:l,one tlella necess~tà cot~r ·neces- • I :. sità.: del :dat6; ecco ·perchè è ne3ntivo il discorso. in qual;lto fi,losofico~ Che .. • ·.. dl di'.sco-rso··i:h qunnto-~filosofico. . I .. • .· .. ····· -··- . \ sifl- ~1Ctivo inizinlmç;nt€ è... 'l:lntJ. Q.UeStlone .. ......... . ..- . ....., _inizic~l1uent~, è cou1Ef se .. it discorso in quanto . filoso~iCC?.- ~:_negc.tivò ·se· noi do~es~ii:ao:-.~o~i~c~~~c a-~~~sare che.: rign·.pllò. es- sere ptù-offenne.tivo .è colne se non veré.mente '. pesç.nte, f)érChè- t~ sé6uito;. se--~ neg~t-i~~. i~i~i~1. ie~~~-: pòte·ssimo renderci cont~ del raodo nttrc.verso il quaie è _possibile poi, pen1 • se.re affenuetivcmente. Il discorso inizinlr.iente è negat;Lvo nella misura ·in cui il suo essere negv.tivo non è un ne,~~re, è un essere -che ri·lU~rda· il' di- scorso come negativo in qucnto il negc.re che il discorso- è, ~ .. il ne3ere 1 '- r.pori'e:.. In ·qucnto negttivo il discorso. è 1-'~ffermnzione di .una· neces:sità che. corrisponde poi àlln struttura uporeticc. dello so filòsofico; :Tll~ .stes~o iniziò del ca·scor- la strutturc1 aporetica del.lo s.tcsso inizio del discorso Mauritius_in_libris 55 filosofico è le. struttura che il' discorso filosofico rifiutc., anzi direi è ciò che ture. f~·esserc '.;~poreticn il discorso filosofico in qunnto ne1are le stesse strut- che lo e le· strutture, aporetic.o. che lo r15uerdn è ... ri~uo.rdn quellcchè cbbié'.f110 comincinto ll escinincre: il discorso . è.necessità di ne1a- re l'aporic. nel senso doppio della dis3iunzione sinottico. che ri~arda VC;porie sir.. irt quo.nto aporie sil:: in quanto fondruuentnle. Allora .è come se · potessimo coì1&pren1Jcre iniziu.h.ente che tutto :ciò che ri3Ul!rde il de.to ori• ginario del discorso è un contesto c'f:( rUs ~iunzioni, ?er cuf 1 1 ordinemento del discorso ori3inarirunente corrisponrle nl porre in ordine le dis3iunzio~ ni; dunque nòi non potremmo ·mci frtre lè. logogortia, r1lll l'elenco delle dis,Jiun• zioni; direi cost, è necesse.rio che il di:scorso nel suo impianto originnrio è un mettere ordine tra le dis;iunzioni inizH\li dove L". prima dis3iunzione fondmnentale, inizic.le è quell['.'Chè è stata indicctn in questi,. termini: l't.poria del discorso fondmentclmente consiste nel-fatto che il discorso per un verso 'è le~ato allo. S\J.ll. orir~inc 2 per l 'cltro verso è diviso dfl ciò nei cui confronti è · le:1ato; gercpè e, guesto punto· il dtscorso è di astreiione;• E jl • astrc~it::me è in necessit-~ necessità di non ivere come· luogo dell *- unità e delle.. d1Vi$ione frn -c.f.ò che unisce e clhò che divide lo stesso luoRO chg; Iùll h11.) 'e§i@tQrtzq, Il' discorso còrnincia dl'l una astrczione che è ln pri• nstrezione ò nstrczione fonde.mente.le del disèorso s·tcs:so:. qui c.strazio- ne ·significn le necessità che il discorso è di non accette.re nei confronti dell 'esisténzc. cioè nei cònfronti del suo livello esi.stenzi&le, ciò che. e livello esistenzinle fe de luogo nel quale l'unità e ln divisione trovc.no la loro consistenze e il loro rcaporto; e questo luogo è il teI11po. Infatti, de un ?Urito di vistr, esistenziale, l 'ori3ine nei cui confronti l'esistenzc~ è~ è l'orii~ine nella 'h1isurc. i.n cui l'esistcnze trova nel tem- po un tempo 1nèdicnte il quele è possibile che l'esistenza sio., appunto nello stesso tempo unito c. ciò dn cui è divisa. Quando noi pensiéllilo a livello esistenzi~le, pensare e. livello esistenziale l'origine si3nifica pensare del tempo un tempo nel ~le l'csistenzc. ·sic. unita nei confronti"di ciò da cui è divisa, nello stesso tempo divisa é unite· rispetto cll 1 ori jine, loiEt nello ste·sso tempo del tèmpo che riguàrdn questo tenere essierne identicnrnen- Mauritius_in_libris si· te ii mo1.iento nel c;unle sono ÙnitÒ e il mo1àento nel qué.1e sono diviso; per . ·~ui i1\1oment~ qur:.le r>ono divi.so non può essere lo stesso òomento nel quc.le sono' unltò: - cibè io posso cavanaèlc. plo.tònièmùent:è.~ proprio perchè non s~h~- 'g~cc.o', ·'proprio p~rchè non iJOSSiamo scit.wlot·tcre Platòilé- ripetendo -,;6 Él;<x'Cq>vT)ç ·, Sr'.:!?Cndo <li' non ''potere trndut'ie -t'è É~aC<p\lT)ç e' dovendo ..limitc.rci1. r:. rf.petè~c_· so1thnt6,. hon 'i?le:tone,: che ci tmrà 1'nq>1Jcr1.ç ~'t'.011:0,: ···secondo q\Jl.l,nt~ riel."-P~ime·fi:fdc' ~i: è l.èt·to, per in'.bindere' ché: ci sarà unh' ntopil'. del .tem•: -~o ncil~ quale; lt.\ nè.tu~h h{ tiuesto é:~ctCwvn·ç risulti· tallilente straordinarie __ .dr. _f:ss~~e· 'addiritttirc-. -fuo~i posto; mn· ·tcnciido:·J?resente.~ che· ~ò .l~aCcp.-vT)ç ·•si~ -~ii:Lcr: i:~· renltà '11 mfstero di:· sè;' 'ilòn''·solC)' perchà non· possiamo tradurlo,: in :re[:ita/ ..perchè ·no~ p·òs~irn1.o 'pensarlo·, cioè non· pos·sicino- ~n-sere il- mo1.iennel to nel quelc sorto diViso proprio rispetto [t ciò nei cui· confronti sorto uni• .t~; no'fi· lo posso pensr:rè vuo·i dire proj)x'io che per poterlo pensa.re devo- pQÌlsare pr:lùè quell.o che sic e poi ;encorn- ciuellò ·che ;sitr; ..'rion p.o.sso ?enscre qui ~ol dire éhe ·scino costrettò Ei. pensare èha prinin-:di· :e·.ssereidi:v-is:~_:èevo essere unito ·e sono cost.rètto li pénsnre che quando: sono idiviso :s.ono diviso perèhè non ··sono ·:più -unito ~è-:ncin.':potrò ..'tilai, ~p_en8.c.re_.C.ne:.. f.;l,_:J14o::~e~~~er:~ --~-~vis-a è ùri essere 'unito; non 16'·posso "pensare pé-rchè per r>ensarc':_g":J.~~;_~::~?.~~~---; potere n<;>n penscre nè Ì'uno nè l'citro·à allorc dovréi-'P'?.t.~:t'::J~~l'l~~:W::~-:llll: .. 1:~L1po r1ìlsterioso nel qut~lc ·1 1 uh6 per c.ltro: :·:ic pen~c.ti per 1 e 1 'Cl-1-tro non''pehsnti per: sè, sono. pensati - r.ltro in quél modo· per cut ·essere pensnti.-per cl- tro r: GUe~té'.. kniéra signifièa. non poter ''peast.re ilérinch~· ciò che_· chi~liCliiO per ~itro, in que.nto i:Ì- per 'nltr6 mi -seriifebbe per. po·terc 1Jensare. l'uno. j ,.·· ... ' . . a e l 1nltro cricorc./ E perci?> dicd. questd'pun-to:· non· pensiano9 · perchè·::. que'sto punto il ro che 'fwné pense~rc è- semplicci:.Kmtc Tè. fti~a ·del pensi~rcr;; cio~ il pensie- ?er una ti.ri.1entc che Si potrebbe·:·dire misteriosa perc_hè è. c_ome se il-pensiero dovcs'sc énde:rc{lnse·~do ciò' nel qunle stanno· insie111e gl:lo clc'menti c'fie vengono pcns~ti UnO per voltn, . Tfové' pansnre uno: pe.r volta.:s.:i- ;~nif:Ì..cc: pens~:re l'uno 'pe'r v~ftc indipendenterilente da quell' lH.tro -chè per-ò vien~ ·cnch 'e-sso 'pensnto, hltritlenti l'uno per voltà .'non si giustifica, _e l'uno 'pe~ volte si-3niffc«•1' pur sempre péhs~re ri-S?etto e quello' che non. '{iene pcnsr;to, · r.;n quello che non 'viene pensato sarebbe pense~to per s,?,. se 1 'uno per voltn riuscisse· t. diventl'.rè l' C.Ìtro.--~11 livello Mauritius_in_libris es:f::stenzi:~le del·· 58 :!iscorso vuol dire riH.uto :fal pensiero; Kicrke,~nard, r.:ente filosofo, non <:1.vrebbe scritto unn rigu., perchè sc.re [', questo liv~dlo se fosse steto verc.c.~ebbe c1:ipito che pen- csistenzi.::.le si311ifica proprio vivere, cioè esercite.- re le impossibilità del ?ensc:re. Non st.o dicendp nffatto. che questo significa non-pensure, sto dicendo che tutto ciò che 'noi sim.ao come. pensiero n livello esistenziale è quello esercitare l'ilupossibilità.del pensnre che ci selva delle filosofie.. Tutta le. bontà dci pensieri dell'uomo esercitati come vita quotijiann in che cose consiste se non nella ce.pccità di custodire il suo bene interno in ten11ini tali Jc non farlo diventare mcli5no; u.entre li: i..10.lignità del bene interno proprio 110 sulle terra, ~ ~llc grczic. d.ei f>ensier;l. dell 'uo- la filosofie.. Così come l'esistenza è il sentirsi nello stesso tcrapo unitE: mc. .::.nche divisn dc ciò che lo. fa essere, il discorso nel lirnite estrcr.10 di s~ è unito e diviso da. ciò che lo fa essere, hlC. non nel- lo stess<> tempo; nllorn l'astrnzione nD.sce, si determina csnttc<Jmente in- questo !!2!! nello. stesso tempo, cioè l'astrazione è il fuoriuscire dcl tempo· ònll'esistcnze e.il morire del tempo in questo fuoriuscire; in altri termini, 1 1 c.strazi,.onç cons.iste nella stessa espressione del tempo 1 l'astrazione è tempo es2resso ed uso il tcn.1inc esprimere secondo il s~nso che hn: por- re sè fuori di sè. Nelle. espressione del tempo, questo primo momento è essenzic.le p~rc.hè decide l'nstrazionc, r•,i dà l'astrnzione e mi <là l'nstrnzio- nc cfilosoficoriteilte. Dunsue il discorso è que~tè. ccpncità nnturcle Ji l!strn- zione, perchè il discorso è condurre il tempo ella espressione di sè. Qui simo sul punto cruciole: sto prendendo una posizione pcsc.ntissirnn per due motivi; il discorso nel suo il;..pianto originnrio è uno. <"'.strnzione che è l 'eistrazione prir1inria, e sta dicendo che queste astrnzione per il rnoJo secondo il qucle viene adesGo concepita, è unn nstrczione che ili1pe3na il discorso e un livello che non è il livello filosofico del discorso in quanto il discorso divcmtB, filoschfico proprio perchè è cc.pecità p;-e:3iudiziale; cioè il discorso cominci<.. in ~unnto hn ~ià getto l' .::lstrazione e continua in quc.n- to, avendo ~ià fntto l' nstrr:zione, perciò ?Oi continun' condannato 2lle nstrczioni; e debbo subito ~nticitJcre che dc questo punto :U vistlì dcl discorso, il continue.re come condannato nlle astrazioni è,il discorso condann<!to a consUllinrc le astrnttezz~ delle astr~zioni, per cui tutto il processo stori- Mauritius_in_libris CO è'oi"11e procÈ;sso :di m;tr,~zioni succe.ssivc: à--'il- pro~CSSÒ che saabrn condnnnÒrc ii pe't\s:iero ~llà ·non concretezza ·di sè~ Sto ass~erido una posizione . ris~hl~si'ssl1lJo. che· è le. S-è;~entc:: "tr.i-.JUTrc: ·il À.6yos- è fnre"-il di~scors.o, cioè À.6yo:~ · è. :coi~ se fossò {\~termine.re il di'sèorso, dove· .!la .intra·,-;_;ilicÙ>ilità d~l À6yus- ;· ifi ·rcnltà,: =-str.. ·a ··si.-gaificare che ori-ginar.tauaente., . .._, 'Ìç ~;Jterr~iiriniiotié dei discorso è senza de~ermlnozi-0ne; i l discorso -certte 4.Til""' pianto ''ot·:fgìrt~rid ;:i{' se 'stesso -'è teiipo ·è1si)'rcsso, perchè è I:a ·=·stessa astr~'l t-iac±u.ffi ii· ..ztotle~ d61;iè è'lpt·C:rsslone -de·l tempo. ~b~r:pinsnt .. to.:-cfò .con ~ti. S;fés~"c ,. :è ~qué"st'.:. ·Ail'orn f'l d'is·corso· prima ,di 'pensare tut- ce?a6ità delle aserazioné pritiJarla>cbe ·CO:tntidc è~pr'é·è'si:oné ciél tempo,· ~he cOinéide a SUO volta ~COn la' lllOrte ·- 'db1';'fei.1f)d;'"il tEim1:fo esprcs'sh· rirìlane sènzn se stesso, fl t!cmpo·-·nal rnomento "tn &f:·'·è cispre·&so; proprio''perchè è espresso, per questo ri1!1one scnzo. se s't~'s;§of '~ù:i' è ·'proprio' 11 ·rir.ierie.re :dét, tempo ·senzà 'se stesso che fa del discor- s~ '.(iU~ll'cgsere~itif~i~lr~nte vuoto che 'pere 'debbà dare al discorso· il· pro- bf~~iÌè.- dt :Cl1.pi-te' cc>rne"(tti~sed vuoto débbc essere tdentificc.to invece ·couie l ':l.d~h.ttc6; '"pefthè il. disdfrso COinincio ·sapendo che il' SUo determi~rire 1 1 astra- • ·. f ·: ·· .. ~- ..... . ·.• -1 r . , ; .. .. : :- . . ~.. tempo senza se stesso, :cioè1 che ltiscie ziorie :è -il. èeten11irinrè ehe l.nscic. il . . .. t.· [ ··. ,.. quèlP'unicn,,Ùlentitlt ;di cui potevo ..dist)brrc·"inizinlmente e nbba:stnnze corno. . ::·~·r,._.).:~~!-r~.:... ~ .r .. ~r ·~. J; :·;- , ·. ;. . · ,). .. . . .. . . Je:mente senze. ·il·· suo sJ:èss6 èsscre itlenticò; dove· 'è ,Jté:vc non --t~mpor ~lii'- sénzri .sé'· stc~sd:t .. •. ·. ; ··. : .. .... " 'tue ·- . ·~ià che il è 5r'nVé éh~ · Pessere' st:nza se ·ste'.Sso del tem.. . ; . ·-. . po inaucil 11 'd.isèòrso · ct· dovére intendere -.cor11è ·sic ·po-Ssibile 1 1 identico· scn- ~e ;i':ì.deitt'i:tà; ~i.o'è·coni.e s1a·peQ8abile èhe·-ti.n.'l·'U.ientit~ pòs.sc essere pensa- .i:~~ t·alrréhte ··aa ·èséere · peris:at·.i' senza ·11 suo ·,ie'ssòrc idéntico. ··E· l 'es.scre pen.·. se.t°C senza' il. suo e~sère. idcnt'ico· ·sigrtifieè:·"ésserc pen5até"Setr.i:a se stessa, .la cui si ,p··.u~/ intcndbre che ~,;: .p. Et'rtire dh ·'cn:ie&'to~ la- identità- deve essere so1~ priitcipiÒ. A'qùe.~to punto Aristotelé; 1.ihlgre:do' sè·, risulta. pletonico;, · ÌYiJe~tità a paftirc da <.1uesto nèè-èssnr;idf.knte' deve' essere: princiJ.)io; ina 1 : . -- l 'csserc· principio dell' t~lèntità a'.pertire di: 'que-st-o, · ,silid.fice essere da ;>erte det'lll identità scriza l'identico,, :per~:cui r'·i<ltntit'.\i co111e principio è tÌnc. V€:rsione sublihl8ta dell'idèe, à :i'l sùbli.rne dell 'i.dea. perchè è la ~ cessità che~ l'identità è, . es-sendo. rimasta 'senza 'sC' stesS.:"'., senza il suo es,sere identico, le ncdes'sità 'de~li 'identità è ·di essère .soltcinto principio. Mauritius_in_libris E non ··sto dicendo .princi;>io so.lt;:anto iJercbè co.s'. l.' identità ri1.mne vuota, · rililt.ne .serr~e I .: ·, I , · se stesse, tento è ycro c:tie il. p'J:'.ipcipio di ideptit.\ può esse- re· detto in ;tutti i n1oc~i ~uesti che noi. vo.3liomo;:e. tutti sir,i<iO Ji'ré qucsto.l?rinaipio di.iq~ntità p,1;,1Ò morli nei quali pos_.. e ridot~o essere .quell'~co rnoclo·. scnz;e.' senso èh~ si311if;t.ca.·<~uapd9 ·si dice ~.(>... che ,è ·la .fonij\lla del l>fin. cii?iò di 'idéntit1.~; · quell,e: ·f.Ori.11,µl,a. contro .la" quale .. p~n~ò J~~:le~.. runlm11ente ..?e~~ ! ' ~ • .. • . •" . c.hè non si trettà di pensare pr9pri.o; afff'.,tto çontro ~s~l» fQnnule; ecco .. . . : ,· .. . .. ' ' . ' perchè· 'Hcgel ·Si affennò' a pensare; contro l'~dantità in 'rac.n:l.e.rri dic:~ pe. \,, . . ' ;.,:·.· : . .... ; . .• " ·, ·- . ~- ~ re3rinDi, perchè· non'-ers•:proprio il; ce:so,:: :non,~..un CJlso ~pec~lativo, i mE.i il patologico del, '..li scorso,, pe~hè ~L ·. è ' ·Ì.: ' ·.~- a.em·· · JJscorso che in quento f i};os.Q•. . . -, ;·"" fico ha-bisogno nec:esse.rd.. CL1ente delle af}trazi<,:>.tie e èi que]jle astrazione che'. • I . COinci~e' C0fl l'espressione ~~.el: t.empo. :o -· \} •• ' . : : '· - • • .. • .. • . ol-.. quest9, punto di. V-iStQ. la posizio' -. ~ ' ' h~ 'che :sto prendendo è, ]rnvissin1a, pe.rhhè stq ne1ando tut;te ;la conce..zione . . . • . i . classici:'. e: non delle astrr.zionc~ ·Si s.~ in scriso.,p~as~ico che cose.: sin 1 1 c.strc.zione, e che c0sr-, si~.debbn ::intendore p~r ns~re,.zione, e si sa e.nche ·che COOC. ckbbc. inténdersi per estrazionè in .$Gn:;lO ~~mtrnrio, ciò Ché ,...• . ... :· ·. S,CCOndo ';. .;_. l'cstrezioné non .deve es.sere: seçondo gli c'.l$trettis1.1i metafisici"; ebbene io . . . · /, i . sto... l.)ensc.nde nG>n ·contro . ·l~,astrt::z.ione.,in .. 'r· .. .. .. . ~--: . se.nso, classico o.. sçcondo . ; ; . .' :• ' ~ i··~stra~;Lo. i· né in senso ~cnomenistic'O,- mn ·sto i.>e.nscndo tndi.fferentemen_te nei, cqnfronti ; • . . • ; • •.. >':. . . :falle. concezione 3lobnle d.el,le ast!rnzi<;>ne, .qualunque. es.sa si.'l, perchè que~ lunc~ue ess~· sia 'si3l'li.fica fonrlamentE1lmente pe.J!: nff~_nanrln p negarla,, che . I ' • ' ' è 11 concetto di c.strnzione che s;L.puQ,~'J;'idui:r,~\.9- q~sto pro~l.eriia.: in re~l- coniplesso gl~.•.di un . bale c\i contenùti i qullli · epp,unto perc,iò. sonq, .~s.~rn~ti da ciò mel.· quale so..; tà ·l' r.i.strazioric supponà une operazione di svuo~llmento . ' ~ . . • .. no"•'c~.etcnui<t'lcti; che poi~ il déte;l'.'minnto di cui ~i pa.r~a sia _le. re~ alla rua-· niere di:''TOliimasò o tSiG''.invece . l'',uor110 ella maniera di. . Carlo . l'tlrx, non è che : ' ·, . ; ~ ~· .. . . '. c..:'.Llbi~ -mélto·'.: il discol.".so:. il -proble11i.e~rimane.: -lo stesso. Co11•battere apptinto ·. . .. -· -:. ' . alltvr1m~ierc 1 'e..strazionè di -b:::.rx,. si~ifice .. scery_elb;.t;si pcf, persucdcre · r. non pensére e.lit~ m~iere. R,'Strnttc., dove le. I SE tu pen~i .. · ..· . lllcni~ra ast;:ra,~ta - l'uomo, per pensar-e l'uomo dcvi- ncceq:are _1µnc, . s.ignificc che ' '!, - ~it~zione para- èoosale'.c in çues ti termini: stni pensan~o 1 'u91~0 n:· pa~to ~i pensp.re Ìe: il.)~-' . sist~n:fr. dci:Vuorno, ·in f;:uc.nto per pcnsnl.".~ L'uomo n.ella sua, esscnzél non de.. ·., vi pensc.re tutti gli uor,dni :1essi in file, ma di tutti gli uornini messi c:s- Mauritius_in_libris 51 sic111e c~evi ?ensarG l 'es,scnza_ È classi~amente si potrebbe dire che non i.)UOi pensare se non in que$tc.. m.::niera., pérchè se l'uomo è quello che sia, aninc1le ra1ionevole o animale sociale, quando dici qùesto lo dici perchè.hai usato l'c.strc.zione; COnE Un )rOCeSSO l:'.CClmente astrattivo secondo il quale devi é!liru.ctt~r.e le tua ste~!D~ inesistenza, .le inesist~nza di· te che sta pensando qunnd.o. picf 'ai penscre .1 1 '1.iOrna. ,Quc~to discorso è la letture delle pol~- 111icc. che Ccrlo t·iarx ~e contro il. processo nstrctti~o ·secondo la quale .iJolemicn sembrel:'.'ebbè. diqostr,-::to. in ninnierc bene.le che none passiru110 pènsare ?er. . .:· ...:~ . .I j~: ' cstrc.zi9ne~ perchè.'pe~sc~re per ~strazione. si':;nifica che qunndo tu pensi e .... .. pensi l 1uorno, penscndo I ·· . . l'·uotno dcvi c.àil!."lcttere anche tù di _-essere tu stesso inesid~cqt~ perchè· solo e.. questn ~ondizione _puoi estrcrre da te che sei un uo11io, -dcqli cltri. e cos~. viti.,; e doven:.lo estrarre d.: tutti gli uomini· in que- . I sto:.-1,;o:Jo, D.Ìln fin{3 l'uomo· che stai pensenèo chi è? 'stni pensando sulln bo.;. se ~.ellt! t~c inesistenze.; delln iru;sistenzc: c~e rigur.trdc. proprio chi sta . • ,· ; .' t. ' . ' : . pensc:nèo, .l 'uo1ao. Dc.rei .'.:'.nche ,.)er buono questo .sfqrzo · di_ discorso e :1~ ripro. . pòrrei ·ip._cltri terrùi~i c. cioè,, .se invece di l!irè che io penso l'uomo, o , -:- che . il problema è d.i ..1~énsare Vuoli10, io dicessi che il: problema è invece di t'.f.ferr11crc' ·di· 3li economi~·ti • ; ~~: ; · ••• ,: . comin~inre dn un fctto ecQnor.1ico, · contro i tèologi e contro · ~ontro 1· s.è~f.l.c:i. dell'eco~omla ce.pitelisti~h classici, c:Ì.oè • f ·0 con~ro:: i~~teo1e>gi, ·fatti" f3:l,à ~a Unrl'o :t-18.r_x compagni de.i céipitalist~ di, _sto... to,: e contro i teologi "che rc.:~iopap0· ·come. :3~i céonomisti'. della scuola clas. ··. ,·, sicc. contro . costoro dn un fritto econ01aico .. .Di afferrnare cioè 1i · coiainciarc . . . . . ~ ·o spiritu~l~, che· è ·lo stes·so; o fetto ec,onomic6 alla mEtnier'a spirituale . . ; I . ~-1 Agostino COi1&e un dnre e un, avere: fra me ·~ Dio o fn.tto spirituale nllc. riu:riierc economice di Cnrlo ... . ! ~.Lrx tà; <:&c. anche <"...Jillìletténdo questo, cpme un J~re ii discorso e U1l ave~e. tra me e l.n socie- che si era fatto con1;:rQ l' àstrc,- '.< zione çuo.ndo l 'nstr{!zio.ne ere, di porlc.~e dcll 'uomo, non si può rifare contro il fntto econor.iico ore;. che i' astrazione è 'il parlll.re del fatto economi- co o del fc.tto spirituaiè? T:utta ln culturn contemporonc~ è tre.nqu~lln su "~ueste questioni, p·cr cui farle può sei.lbrare anche se·JnO e der.ieqza. spiri- i ccsi non ·S tiarno e;ffntto pc.rlc.ndo con~ro l' es tr!1.. ziunc, pcrchè SE'tnr11e.1 c·ontro 1 1.rrntrezione cercò di pensc.re. Re3el. l•!ll tormm- tue.le, llie' in tutte (~uc di Mauritius_in_libris :)2 ·~~o. do ·:'.l punto che;: ci interesse, c;unnc'4.o ste. ~::.-0sizioni, questo ;,>unto è.i vist·a io c.ssumo que- il· .~.iscorso diventa pesé'.ntissilt.o perchè io sto cercando di inc.~iff~renteuente ::>ensc,rc.: l'nstrr.:zione stesa.::.~ ipr~ipendente1~énte ' .' eh~ Ò".l fc.tto • ••• . • dc. ci_ò che 1'1:1st;razione ;,>ensn di _se !. l •nsti::czione mi servn .pèr pensnrc .·.: .• • ;: ' •• , l 'uo1uo o l '_r.~-;e_lo, il fct;to socie.le o 'il buon._<1~r~vo~o. E _perciò d~co che Guest~ ii discorso è. in termini che.. sono t;e.nnin.i estremi, perchè significn .. :. . '' .. . ., ;, j .. que~to procedere brucianqo le, terr<'. su cui si. cc..1mni.nn* perchè . • ' • ' " ~enscre, . si clebbn fc.re dovendo : ~ ! •. per ' ·.i " (." . :-' ---~ . j ( . :, .. ·~·: .. · .. . . . riteniru·.10 che ·.. ~ .:: ' l • ; ' L'.1~..ipian!=o i')e.ccssi.tà del discorso. · .. ·r .. · - t;~ ori- .· ·. 3inc't'io del discorso è tnle scconJ.o il·" -discorso, non. secondo il .di~corso., .. . . . : ·. :' ' . . ,. . . .. fac~ndo .. ~ . . ~ il di~CC?l:'SO çhe è· po~sibil~ rµd,~cp~~-·~nt~, . . .. , . ' . . .. . .· ' ·' . mr~. r;econèo ln datità ('el ..... dj.Scorso,... sccòn(lo. queste .è..r..tità c~e rrqionanèo in ·-. .'. , . '. che sto ..: ~e:co.~è.o ·io, non : ' ~ ~ .:··... ?ot:r~r,11;io ten;1ini bp.nnli, neces~nrio turrl : c;~~to, ·~ . c.d~iritturc. . ' ; ., dtre che è to c.1. disc·orso.;; 1';u1lgrc;:!o . '. ~ ~ inferior.~ r. liv,ello rispe!=- . ..:·,-.· è· po~sibilc e:ssULiere., e.nzl direi è nd<lirit- nssuri1ere posizioni estreme: di questo. t;i!Jo, secondo le qua-_ ~_, • .. . j • ' .: l • 1 I ; •' li l' ns trazi~ne fonèru~1~-~t,é:bl1c?te e ini~i~lmen!tc .è c~ò. C.~e co11scmt~ c,l ~U~corso ,a c.ominciur~ ..in qucnto :filo.sofico, solo perchè l . - . . . . ' ·_;; . '.nstr~ziòno ponsistc . . .· . . nell 'espre,ssione del tempo, solo cioè perchè 1 'astrGzione è espressio~c del ~' t(m1~0, -~ • • .: •,.. '. • ,I( ' .. ,' ;. • :~ . ._ !' : ·: _· ;· ; .,, .. I '· ~~ ' ; •. '. cep.itc. vu9l dj_re_ in,. ·~;~,to. . a~trnzione '·· •. .' re cw1e . . . • : ~l è il suu concepire . . . •: · , . .. • ' . -~- :• . ~ ' :· . \ ; . _' . . · ... ' il . suo .esse. . ·.; ~ilosofico, .:.discorso in qµnnto ... ''( dove così con- con~·~p,itc. e~sll· as~~l'.zio~i,~,~~nto ·. .· .. ...... .· •'·.·. ~ ' cos~. ~oncepi~a, CCJEmtc essa il discorso che le. concep:Lsce '· è • ' t_cmpo. espresso, e ~olo perchè l' c:strnzionc così ~onccpitc;, p~rè::hè .con- . I . • cioè ' ·. ciò 'che la coric13,;;>iscc, ii suo concepire nel senso ln~iyo pi~ proprio-. Allo•• • ' . l, . l'_ì?5-~rczione rr; . ' ~ ; ·.; ~ .• ~ .. \ c~n~o;.;i~~::.d~l d~,sc~-rso, rispondé el suo essere, r" ~uo è ,.te.le sol tento in qunnto il ': • ~. / • ' concepire il discorso cor- pe:rchè . è' ii' disc~~so .eh~,· .. ~. , .~ ·conccpçn<lo l.' .'.lstrczi._onc, consente. all '-,c.st-r:nzio~~ di concepire ciò __ che la C:on~e~J~scc, to in c.tuc.nto il rUscorso scnz.:: l 1.:,· i l. r!iscorso 1 sen~.n t_8Iiì.~JO e~pre.sso .• que~to . ' •. . .l,. '· tc..11to per non pensc.:re niente; e pc..r- .. .. . dobbi41;10 dire tripto,. perchè . le. fctice di pensnre . - .' •:. ,. . ; • . : ·. . . • . ' :.~ lirn;;0 te.nto, e per ' . ,nop ;,>uò essere in qù.Bn- non pµt) essere. E non .si sta dicendo stc.,.dic~nd9 i?ropri9 niente, o mc3lio si . .. . , . 'nstrazion~ ·i . ' ~ ~ non è solo di pensc.re çucl~osc, : ir.\ ,è fatic~ c.nc_h~· <li pensn~e niente o il . ' : .-. • ..-.- '". "} • ~. ~. ~. ~ •. ' • :• . ' • ' .. • ' . I . • _?ensc.re niente è fr·J~ice. perchè dobbia:11q ab.it:UP'l'.~i· c. p~nsnre che il ?Cnsc.re . . :· ~-~ '• .: -· "').· . ,' :· ~._:. .·.:.. ..~ . ·. . . ·.· ·,• non· è unr.: sorte di b_r:.rcttolo $Cmprc . pieno: 'pµò cnche darsi che il bD.rc!l.ttolo . . . ; ..5. .~ ... Mauritius_in_libris - .:>3 - Sil'. wo't;i ci. che' il suo; essere pieno· sir. c:uesto V\l'?tO~ iniz.i~la. A noi è <l~f ficile ce.pire questo pe·rchè non potre1ii0 nni pF1 rivivere l •esperienzc che l 1uomo hc. vissuto qulmdo he cò:nincit'l.to V"'3rPiaentè e pensr:..re, non qunndo elci. br.Libini co..tipcVu:.no .o. ,Pensnre, que,ndo 10. r~:~ione cOtilincic r:, bc.lbctte..rc, non in qUE:lsto· senso, nel senso .di. .'-jU..~ndo 3li uopini comi~ciaro~o a pensare iuc. secondo ciò ·che fu cllim;,!1.tc poi. bene :p LUl~e fi~osofia. Nqi non po·treuK> ~aai pi:J C<'J.p·ire -che cose significò pen::wr~ per Talete. Tc.1at~. por <lire il nome . . _.. .. . ·, ' ... .ambler.1c,t1,co 'eh~ ci è rihléJ.Sto,. e sarà st~.to forse. q~lcuno prilne di lui che .I < ' '• • • : l, :.norto con se stesso e. çuelle.. Ii)C..nier<.=: in cui non morl Tnlete. Lc'l letture ·- dci filosofi è vcrrunente-unl!. ,letture _llnica, pe~chè è 1.:-~ lettura che tutti ' noi siciio tentò.ti di fc..re: nel ~aoè.·::>: pcqgiore, ed è l'unico, il f ilqsofo, che hn ·questa sorte; roontre. invece per tutti gli· nltri ln lattura è diversa: se' rioi le 1gti:la.c un. tlOetl"l., ·un, rome..nzicre, \ln. cron?:chlstc,. la facilità di cn-. trr:.rc r1ent"o l:. c:10· che leggir..rao è tnlmente (çonnaturc.ta a ciò che le3giEll.lio che non c 1è biso300 di ·stare E; perS'l,lt',d~rci COiile Si debbt\ fere_~per_ ~ntrnre dentro c. ciò che le33iei. rno• I l nostro le 1:nere un filos9fo invece spesso è r..tnrc renai Glln supe-:rff:c'ie delle pe.role -~he .~~i33ir.J,10 e b~sto., e non inten"r~.cre dentro lijllellc perole, pei;: cui è c,o::,~ :Se noi.le,.filcsofie o i filosofi li identificcssit.10 con i fossili (lclln stpriu; per cui hn ragione .. .. ., . qu~.lche E-utore· contemporc.nco, proprio perchè pop capisce filosofia, qucn:do perla (bllè e.i;cheolo3ie.. (!el sr•.pere, o quclche ,~lt'l".o quando. pnrll\ èi filosofia fa• cendo le storie, dei r::l{".nicot:1i; hc rt-lgione, :pc.rchè alt.ieno confess.r:; di non pot€-:re ·Cé~pire ~:O queste manier.s. .filosofin,. perc11~ il _non CqlU'2. filosofie: si- 3nificn il'· non· .ca.pire che significn _leggere _'l,l.Ilc . sole parole di . filosofia. , I'crci'.J ·;>ossiarao riuscire o cnpire cho. cos.::i significò per TcLlate co::iinciare .-:. [;c;msnrc;, non· in- senso psicvlog~co • . UiB.; i.11 senso mete.fisico• cioè che cose . si.:r,nif.icr:. in senso metafisico il morie~to inizio dclln storia; non quell 1 i,nizio . tu ciò eh~ Str!· prhK: di. ·~:uesto. inizio, gnific~. .del~c. .. Ulél. , l - in cui i.l pens'-?-re comincia; l l-.... storia _che . ···" ~.i3nificc. . ne3c.re tuti- 1.' in,izio di questa storia Che Si,;. il co11iprenclere t,utto ciò che è nrrivc.to fino a questo inizio. Per cui un solo U01110 che r.ic cce: a pensarç_ '$ul se!io non è che . to ciò che è r;rr;l•,rc.to sino e.. lui,. &..ia è cdtarittu~a Mauritius_in_libris v~le pi•ìl cli tut- ;Prilnn di tutto clò che 54 , è c.rrivnto sino e lui. L'nstreziòne pririU,rié'.. impe3nc il discorso in qucnto filosofico me. in c::uc:nto filosofico rele.tivc.mente al stenzicle cd è co1::ie se C.ovessitao sforzarci di ~uo stesso lb1ello esi- ri~ominciarc il comincicre .:lcl ,iiscorso;· çuesto dc pcrte nostre. significa uno sforzo, non solo per questione cm2greficn, cioè non perchè sinmo coloro che couincillJllo a pensl'l.re, 1àc. i)erchè dovrornu10 riuscire c. cm.ipren.-l.ere che cosa verC1J;1ente può significe.- re su un pieno costruttivo, non descrittivo, .3enetico, che cose si3ni,f,i.cò por coloro che comincie.rono il discorso éomincinre il discorso. In questi· tcnr.ini, il discorso vele in c;.ucnto filo·sofico solo in quc.nto il discorso intende di ri?roporrc r. se stesso lo sforzo e.attraverso il .;unle il discorso è o è stc.to il sue> stesso col,:d.nciorc. Si trottn di intendere un~. sorta ci scc:rto temporale tre~ rno:..1cnti che non sono tel'nporali. SicJ1io fe:nni c,ll'c.strczione prime.rie che.è l'espressione dcl tempo, cioè il tempo condotto fuori di sè, per cui il tempo noti è, e non essendo è astrazione e, 1 1 r'.strc.zione essendo, per questo il discorso sarebbe in quanto fi• losofico; do. questo ?Unto èi viste l'espressione dcl t-cmpo stc. a significc.re 1.:, necessità rlel discorso che, in qucnto filosofico, significa dcl nostro .,.>unto di vistt'. il r.10mento nel qua1e ·il eo1ilinciore del discorso è un ricomincic.rc del discorso; è come se il nostro pensl1.re questo r..ouento fondtmientnle del discorso fosse da pi.t"te nost:rn un condurre 11 disc-orso· n quelle. ripetizione cli se, che non è ttmtolo~ic., dal ";>unto di viste. dello stessa estrazio- ne prime.ria che consente al discorso ::li essere. Da questo puntO di viste. è co1.ie se per noi ll dfscorso in qunnto le;'V!to allt1 necessità di cominciare in questi tcnnini dovesse essere. condotto c.d essere, e quindi come se non fosse 3ià; se.rebbe cofoe ,.1irc: Platone non è9 ma sarà: Plc.tone si:~n:i.ficn il ,ao1.ie.nto. inizia.le del discorso assunto secondo le dnt:i.t~ ori1innri~ del discorso stesso. DE: questo punto di viste è co111e se 1' astrazione prime.rie conS\lt&K•SSt=: unr. sortll. di lTICCCCriismo di scerti Che ·useno lé tcmyorclità GCnzc: essere te111porc.li, perchè il. co1i1incinre dcl discorso, che è 3ià comincinto, sr1.rà; perchè dovrebbe essere pensc.to tale d.-1 essere dopo, Iilfò. da essere dopo solo perchè noi siruuo dopo, perchè l'essere contemporaneo n qoolunque · r110111ento dcl_; disco~so filosofico che 03ni cultur:'.i consun1a non s:t"inificé:. l11ai il Mauritius_in_libris ·- presente ài oè ti- )5 sè, .mè. s11nigicc 'il 'dovere· e.ssérc dopo di sè, perchè in • tc"nto ilUÒ.ezs0re picsente n sè, se riesc0 <'"".d· 1 ~sscre ' ' ; • • prii.uc ,11 sè, cioè se non è méli conter.1porc.neo, cieco f)erchè clo:·ùn puntò 1i viste. apecul~tivo l.r, filosofie non. è mni conteìùpor~er:., e' non lo p\lò essere in_ r.'.'.l~i_one delV:: stes•; . s,n necessità. è..cl d-iscòrso filòsoffco, cioè il discorso, in qu11nto filosofico, ·è come se.doves<se·ne3are lc·tcmporclltà ncllri quale si esiJrir.ìC; per.chè . . il ~uo ne3c.re tèle tc1~1porclità' significc~·· che intanto possiraJo renderci con.to dentro l' l":S.trb~ione :i;>rimr.ric· :df' quello ché: c.écaJe ~:r:i 'questa e C~t:l questD., in quc:.nto dobbiù110 '~ondurre ciò che è d ciò. che sar.~, i11~resa_.pi.ù diffici. le cli quelle di. condurre il pensiero· n pensnre. Se Plé!tone ha ;_;ià seri tto , non··µQssi&.o riscrivere ·ciò che è. :scritto·;· come facèinmo è. intendere cose I debbç.. significare. sul ·piani;) s:;>eculctivo ·il' coillincillre del discorso, cioè . . .quello che ~ttr!'l.verso il òdr.lènto plntonico deve essere, dunque pon: è anco- r~, .il colilincinre dcl discorso? -Ecco perchè t:ttrcvers6 1-t'.~:~trezione prir.it1ric. è· come s.e si scatent.sse ..Wla sorte.: df processo ·di astrazioni secondo.rie secondo. ie quel.i .ripcnscndo il 'pensare pletonfco dòbbfamo r·icondurre P,lctonc cd essere ciò che surà, essendo tutto ciò che ess.ò è sec~ndo se stesso. In ?lt+t. terr-nini 1 1 c::strnziooo primari[>. significa un discorso 3ravc: nt~ro vers9 1 *p-s'.~~E-Zi.one · ?rid~.'ril:. l'identit?i divcntc principio tahiente che l 1i:1entit3.-. co1.1er princit>~O" signifitc tutte -le fbrt.11.lle the:;· 1,osso pensare attra- . , . v01::-S,o ~-'essere ;>rincipiò':déll11 j identità·; pércib l" identit.\; :Uve11t11 principio, perch.è l'espressione del tempo sigrtific11 ltiscinre l'identità ser>.Za l'essere içlenticq.di· se stesso., e p~oprio solo per questo ·1 1 identità·è-prin- cipio. C,i9,è_,, l'identità divento. principio! perchè tutto ci'ò ché' può essere . iè.,mticq~;·~it;l. 'ide_!lt:'.~9-_-tJtt_rc.verso 't'essere 'identico· ·d~~lli identità senzc. l 'esserc ~dentico di sè. e 'è t'.nt'.logia trn l 'csistenté che' riel lo stesso tem- po_' nel G.\le.le è lOJc.to: c:.1.b: su(I. origine· nello stèsso ter'4:>o si ve.(-ie diviso <le: ciò e, .cu.i ~· un.ito, .. e~ ·il discorso in tjuo.nto filosofico, dal puntò <li vistn della .è.ctità ..ur.igiru:rtn, cioè· il ?rincipio del discorso in qw:mto filo' sofico _è stcitp riclrvc-:.to' per estrazione de. une:. cnntogia esistenziele. C'è l.1-Ilé» rc. -:;~ono f ilosof~_cc f>GJ!' _ln q~le il buon senso intende c:i.ò che dn un pun- to di vist;c. di filosofia teorcti.cç noi definir6r.BiùO un. frointendi1oonto; - non Mauritius_in_libris Jobbi~r.ìo :-~.)erò fnre torto n~'~ cl buon senso nè alle filosofie che hanno ccrccto di ·e:·".::i.v~l;'ci d' L;ipcccio.; c'è nelln filosoficità fi$iolo3ica di queste questioni origincrie une: r·&gionc pi1ì profonde delle stessn fisiologin. D.;i . . . questo i_)Unto di viste quando il buon senso intende q~1i~ che è poi un frc..in-·' ' ·, tendi1;.ent6 fondauentcle è come· se èi, fo:sse :una filosofin :di tale frcintencJirocnto' che· è il fetta che i •essere esistenti. . setnbrn il·. punto di p-l',!tenzE1 OVviO' che il penSieÌ'Ò l:lbbia per COllliilciere-; pi"'l Lill non nelle 11leniero, secon• ic. ç~·ù~ si pµb pbnsc.re che il discorso sit:r·.co1aj.nci.;i.to nnalo~icmaente ·a.ii•c~istèrt~o. ... &:!' il tliscoroo plati..mico come dialogo tre. ideh. e .idee. verreb..;. dò oo Dd essere lri filosoÌio. che hc sublimato i-1 suo stesso punto di-partenze. Tutti i dinlogh( platonici possono intendersi. corne. un· discorso dialogico delle idee frn>'lor6, ni qùcle discorso gli uqmini prestano la propria ù1asc,he• re,,·· ::11c~ 111c.ni.erc· dclll'.~ uc.schera trn3ica grecu, ·la. propria persona, pe_'I'chè t:uC:ndo le ~~in~110 nomi di uorii:l.ni nei dieloghf ·plat_onici in renltà__non le~gill. . che i nomi <lei personaggi di une. tra:gcdic, che non si svolee trn uorninid, Mo ' I - ~ • tento è vero "'che, alle ·fine :di o~i dialogo. sono tutti. soddisfatti sic. .co'ioro che perdono Sic coloro che'.'vinCODO, anzi spesso non re sic. c~iuf che. perde; li foss~ro.'. èonsripevÒlt le r'.. cl S·i sa $C C ··.· .·, Vince• per~hè è come se tutti" questi interlocutori v:J.sib:l.- '<:lt essere· i prestanoi~ie di: unn iinteT.locutio 'nelln. qua- es$erc in proble1~a è. l'tJ.'dignità del pensiero, Cioè ,l 'esscre·. del pen- sie"r~ cor.~- principio è.i. sublhir.zione delle. .Ugnità· dell'uo11io;' per cui è be---~~ ~he Soc~1-:te ~oia·, ~nzi, Socrate. non è morto quando 3li hanno .:lato. ln. civutc, ;in"quc.rito lc.~ v8ra cicute se l'è ·ctetn da. sè qucndo dialoga a quelle. iW:'.nicrn •.. Il senso di queste questioni -è peglltlO e. tra~iCO in: q\,lanto precursore di qtie'1ic. interlocutio_ di. cui parÌavo-9 , interlocutio · tc.lwentc 3rc.vida d.i si3nificati da ·e·s·sere· il sensò t'.>agan6 nnticiphtorc cli sensi che non sono po.3ani e furono cristicni. te dcf:Ltiizione di :filosofie: co1ne' rnc.Jitc.tio mortis. è. cristianè,, rat1. il .s'Uo vero seriso è pogano, ciQè. ·il vere senso è ll to3Ìiiaerito del senso cr:istitmo che è. stato tolto prima 91 essere posto in essere. Quf;mdo un:· filosofo pensa dL essere filosofo e. di. essere c.ris.t.ie:.nò, (:uc. rido pensn che· lr. filosofie è rooditu.tio mortis·:. quest:L è un persçma3;: . ~io' c.s.ncellnto delln s~ç>rie. s'in filosofic'a, sia crcistinna~ perchè è stnto Mauritius_in_libris n.nticipeto, e percio tolto, 'cla.1 vero :senso di questo discorso che è pagano, cioè tra~ico; che· è. 11:, interiocutio -rfolle idee -c.11n c;unle 3li uomini sono dc:nric:ti come person~:ni., 'Sostcn~o che ·questo· è un modo ·trc.'Jico ~perchè .neces·- sc.rio cll 'tnizio del discorso filosofico.·. Il discorso.-· filosofico è cotninci~ to cos:f.. ·non perchè Ple.tone ha cost comincieto; ma' perèhè no.n poteva che cominéin.re e ques-tc rnr.:niere, cioè perchè non potevn non coraincinre · trngic~en tc, in c;uel mòdo per cui l'essere pa3nno dcl discorso filosòfico è l 'c.nticipnzlone di ogni senso ·Gùècessivo cristicno che toglie nl discorso filoso• ficÒ la necessità di essere cristic.no. E per cc.pire che filosofia cristiana speculè.tivr..mente non significc. niente, nel senso secondo il quale se· h~g- 10 Plntone non ho bisogno di le31erc S.Agostino, b~sta questo.·~ fil~sofih che poi ~arà cristinn.-:: fd~). i .suoi éonti con Ple.tone e con /iristotcle, cioè ~ fC'.r?J. i suoi conti con chi· 1 1ho r.mticipota; secondo quelle. anticipazione che . è pé.3{',nt: proiJrio perchè è neccssc1rin. Quindi lo nnalògic secondo la quale· il discorso in quanto filosofico è quest,":l necessità del suo stesso co~Jincill.... re è t;ucsto cominci«:re che si fonda su una ttstrazione primaria. L' cstrozione prii-i1D.ric. è l 1astrr'.zione rispetto nlll'l. sua stessn antllogie: il 'tempo come ciò nel qunle l'esistenza soddisfe. il suo problemc e colile ciò dal CJUnle il òiscorso riceve l'essere· soddisfc.tto del problem.c: in quc.'lnto tale. L'nstra--· zioile è ciò nttre.verso cui l'esistenza per mezzo del ter11po risolve il suo problema eè. è ctunçue senzc problemc. ed è ciò .. per mezzo della quale.il discorso 1~cccttC\. l'essere risolto clel :;>roblema;· non del problemc. del discorso, mc del·problernc cor:ic tc?.le. Il fatto che l'esistenza si trovi soddisfatta· ad e.vere cm,"le temµo del tempo quel ternpo nel quale nd un tempo 1 1esistènzc può essere unitn. e di·visr, cfo. ciò che la fa essere, per l'esistenza si.3nificc esacre inizialroonte eenzG probleran, perchè il suo problema sarebbe quelle.· s~'or:,:;enz[~ dell.::\ esistenze: che però dovrebbe essere nello ·stesso tempo l'essere unitn. e l'eszere-'divisn. da ciò che ln fe essere; l'esistenze per esistere hn. bisogno di non essère questo problemn1 o l'•ie3lio ha biso:~no di '}sser<:; queste. sporgenz ...:. tutte. dentro se stessa da. non doverle vedere per (1overe esistere, perchè se l 1csistenzc rilnane fernm nella sporgenza del tem~)o nel qucle conter11porancrunente ·è unita e divisfi rispetto e ciò che lo fn Mauritius_in_libris , essore, !'.esistenze, non esis:t:c• '. L' _É;v - con cu_i ;cominciei le. CZPX.Il ~~bl;>ill . scmbrn un cornincié'.rc che è poi un noti potere coi.•_!i~~i:lre, perchè quell' lv - , aPXtl si3nifiçc t,uttL, i ,.p:roble,rili:,,., tutt;-i: _riso_lti, per~hè ac non si, inten- ~.e .l' É;v apxl\- . '~Co~.ae- L::. r:f:soluziono.,cinizi-al.c, non ,~s.i potr,ebbc continuar~ . dire: ò -&e6ç; ;~/-Q\Jcsto pe,r_; i;ntendore.·.che :sk,dev~ coptinùarc in 1110 .. ;- (.1. do cssolut;o; in q'Ul!n~o noi lc'!3-i.l'lf1lQ - il Genesi no~ in _quc.nto U,Olilini di fede,. tue pe:r il motivò sedmdo_ ~l 1-.~uc.le un libro di. care~tcre assoluto c011dncin: e''.ci inse.~ne c. pensttre che. -per dovere .continunrq_, Jl Jovere con.,._ ' ' :;:t, I . I tinut;re si3fti, f icn f ~r se.1 tr-',~Q in cri:.:: 1, f e;v: apx •. 1 _; il- pr;ob ler;Ja d_ e 11' e:v ~Pxn rirtk.1n~ r:J.~olto dentrq 1 1Év apx~ st~S.SQ,_pcrchè GUbitò do;_:>o è le necessità É;v. apx~ •' <lell 1.A -&€-6ç; _; pronlJ,ncit:to 1 1 É:v &pxij , 1 •• , _le. necessità chq: viene dopo è ln necessit;~ èelh continue.re.' E se inv~çc ,di dire Év. apxti ~ -&e;~ç I ap.xl\ I - ~ ~py_<$ç, - -- .nel senso -. - . - -,- fil'C>,~·of.ico, lhl fatt;o stesso.. che il À~ypç stes~o, . cJ.ò ·che - _lc~c. il ì-.ny6ç dicilllilo -E~ll' . É;.v i a:pxn è -intrc.d~ibilc·, .perchè i~ &:px~ ' è 11 lbgos ' ·-.- -' ,- è dcl ì-.6yoç '. e se noi fossir110..... rimesti 3rcci dc. qùesto _punto .·J_i viste -. ·. .. . . ' . non cvrellllW bisògno _.di-. fnre .,.f ilÒsof i,.c:~ Il -fntto unttlogico _ènl cui . punto di . vist_c il òis~.oroo ·:in l:jUnnto. filosofico ,co1i1i.néL::., .stn p. sigliific<:.}:'o :un avvio .;,. del discorso che~ in çuànto fi_losofico, conoumn · çucstn c~s.trn~ione c._he _lascia. il -discorso 1.nizialmetlté senzci problc1ac., in qugnto è proprio l 'esistenz,r, che ht:. fovorito il .pensLlrc lnsciandolo senza p"I;obi:ema; .cioè, mentre esisten... zi~h.entc int;e;nd~:v;ç I èi non dovere i~~endor.ç il perchè intendere il terili_JO si,gnificc non ~sist;c:reÌI· tGntq -è vero che se noi posso t~mpo ;~enza se stesso,._ !lOnesi;ilìlO. questa. ql.iesti0nc dc, _p.:~rte clell 1.Assoluto, non potrabbe 11ui.i. ess,erc le. r;_uestione di. intendere il tempo; -se invece il cnso stor_ico è quello che t à S.te.to, Cioè_ dovcrt · :penSélrC l 1uorao (conosci te -stesso), questo C&SO stori- co r.1i deve ' in~~-~ncrc che non pocso pensr.re il tempo, perchè di _c.;ue,sto non .·\;· .pcnsere il tempo, it ter.1po che pcl'l~O è ciò nel quale n~llo. stesso tempo sten, . .. . no o..ssieÌne 13. mfe. 9ri3ine e ciò che rai divicle dr.:11.::. mie. ori~ine. Perchè s~ , ,.., ( .che li.li fn csserç, pon esit:?to, io esistente non sono il l~scinre n sè ciò .. -. . . ! ' :\ ~ ,: .'• e µerè :lcvq ésser8 t(-19 dc.. "?oterc· essere unito r, ciò che L-:scio ~.\~·. -~ . . .:.. é". sè, cioè é.:llu. hiin originci, quelle~ ori3ine ;>cr le t}~nle esicto. Ge io pps.so inten~crc ~~- ~ _:, ;"·; :. . ' ,, .. i,, ~ :, ' .. ln contem~ù'r'c.ncità dcl Etio essere unito -elle. origine e <lcl -.:ii.o essere diviso Mauritius_in_libris 59 dE~ ciò nei cui confronti rili trovo unito~ io non e'sisto, ril.lwngo fen.10 a que- sta contemporaneità che non mi fe esistere; viceversn il mio esistere è il rcn~1crc questo senzc. probler.m• Coue fnccio c.d intendere che ci sin un 111ouien- to nel que.le il tempo non è perchè è ii principio del ·tellli.~' ,se· è. la sue ~e ori3inc nqn è ancora il tempo; uc. il tempo è da quell~ origine, il 111oraen- to nel qunle penso l.'origine dei' teLlpo ·è temÌ)o anch'esso; ed il· povero . ' s. !.,so~tino che s.i int~n:dcvé di. tante. cose i;lr.bID delln sue benedetta conversio- ne che do"{et~~' r~conosccre .che cl:i.. questo non potevél intendersi: "n0n chiedetemi ·~o~n ~ il tempo·~\ perchè se lo chiedete non· posso dirlo" •. Non mi chie- Lle ::1.cte nulln 401 tampo.corne questione sigÌlificc riconoscere la necessità pnp.;c.m:. e_ trng,ic:c di dovere intendere èhe non devo lrttendcrc 'il te111po e questo di~corso può essere filosofico; COl'i'~ 16. subli1:<1l'IZiblle C~ellc IIillS-chere 'Cl.i quéi.i. ' • .., • . . - ··; --~ ··: .. • ! . . le, interlocutio di :cui cUccvcrao. ·. ··.: Mauritius_in_libris 70 V. - 1... ' .ùSTRAZIOUE' PR.IML'J.'...IA. e• è 1·::-?. necessità di .j.over intendere l 'esistenze del punto di vistn esistenziclc. Dal punto i.:-:.i vistr;:. esistcnzicle si deve intendere di non dovere intendere il terni)o ed è dc. c1uesto punto di partenza che il discorso diventt. SC Dtesso; il fntto che il r1iscorso <~iventi se Stesso stc a significn.re che il discorso è e non è, non nel eenso hegcliano dell 1{inheit dell'essère I e del nulle., 1.i~ nel senso fisiologico del discorso che de, csistenzie.le di- verttr: filosofico, secondo il c~uc,le senso fisiologico è cor!'le se n un certo r.•01.icnto l 1uom6 si fosse· ·trovnto tra te del discorso~ A u!C c::uesto preme l.e mnni · il diventare se stesso dc. por- m~lto per un r11otivo semplice, che è il se ~ente: · dobbiemo ccrcélrc di cor:iprenderc che cose. si3nifichi il ricohiprendcrsi del è:iscorso, è.ove, cercare di comprendere, significa che dobbiru:110 ceree.re di non rhic<:merc ècl tutto css~nti, non potenèo però essere presen- ti nel couprcndcre, d2to che il comprendere sembrerebbe destina.to e destinllnte il so[netto cor;:ie pienezze. delle sue identità, perchè il coraprenderc è il ten11ine che filosofica;1ente scmbrc. tc.lmente ovvio e scontato che non i~tte conto di pensarci sopra. E c.llort1, se diciaruo comprendere e se, dicen- do comprendere, stic~o dicendo lo sforzo che dobbiamo fnre, sforzo inizia- le che si3nifica ricondurre tutto il pensiero filosofico o rifare lo sforzo inizi~le (inizinlc nel senso che stc tutto nel fatto che bisogne comprendere' il rico'·1prendersi èel cl.iscorso), e questo sta e. significerc che l 'espressione 'bisogne, comprendere' significt2 che il sog3etto non può nè essere del tutto essente, rnc, nemtilcno essere piencmcntc presente nel comprendere che lo st~ rieucrd~, perchè il conpren<lcrc, so viene ossunto in senso pieno, forte, e significare une opernzione totcle secondo la quale quando 11 sogget- to couprende hc: risolto, o meglio ancore dovrebbe essere il principio di risoluzione interno alla i)Ossibilità s.tcsse. del comprendere coJe atto, perch~ il conprcndcre come e.tto sta a significare che il soggetto non può ave- re il ?robler.m di <..né'.lizzc.rc ln letteré'.li tà (\el cor:iprendere, se comprendere significa cum cc,pio, prendere nssieme, cioè fc:re stere assie1i;.e, assumere . con, con chi? col sog3etto? o invece serabrerebbe che.::)(. debbe cssuraerc l'- Mauritius_in_libris .. 71 oggetto secondo il suo mo~.c di esocrc presonte e.l so:;3ctto, secondo quella sucé relr-,zione cl sozgetto,· Vi çu~le rele.zione é'.l so~r~etto si31\ificc. le ricòluzi_one del ~Jrobleml·. metefi.sico dcl Coiap~enderc secondo la quc.le ::.llorn 1 1033etto c.sstinto secondo. la _suu risoluz.ione e 1.:::. stiél relnziorte pienn al suo modo di essct'c presente all'oJ3etto ~\l.pponè che il sog$etfo non al>bin il probler11c, _di èctcrmin,<i.re le minazionc · teot-etice del suo r.npporto . . ... . : . cor.':p~cnder9, mo la necessità di lt. legittitdtà, Lo:i forzh, ln deter• liceit~, 11 . queste relc.zio'nee. ~ndo noi dicin"'." .. ~ non cUciorao. due ·- pr.rol~: è come se nvessiux:> - ~~ri~to, senzn c.vcrlo scritto, un. trattato di gnoseologie, perchè quc..ndo . noi dici.CiilO che COL1J?rendirn10 1 1oggetto in questo ':OOqo o in quest'altro i.oodo intenrJ.ic.rùo pensare scric111ente che le re.inzione tra• 1 1 03getto e .il uodo ot_trc.vei;-so il çu~lc dcten&1ine.to _è~l li:~. l 1og38tto hL'. rclc,zione. .con sé. ·stesso. è un modo . . che viene . aog3ctto nei ·~ui confronti questa relozione hn ~omprendicrao_, rcc.ltà di ciò che pensiar::o coue ciò che u.n senso; ,non è une realtà che può essere decise .in senso realistico o nntiret::.listico e· partire dall '. - essere reale delle. cose . '(cosp ';in sonso heg~linno, cioè_ ciò: .che ~ sta di . . . . -~ . ~ ... . . ' ' . ' ~7onte, <?h~ sto pcn$<:>..ndo. in rapporto, . o.. ciò ' . . che ne sto pensane}()_), llerchè il proble1;m, direi così, c1i çrisi dell 'P'.~gctto ri3ll!lrda. 1 'og1etto, in_ qu.--i~to · l 1 og3etto pri1:1D., e ~e criiva ,cl sozgétto, è. CO!lle -Se .. fosse stato condotto e risolvere., so ce l 'h0, il i.:lroblcmt1 del suo r:epportò .. n se stesso_. In .cltri '. '~ ~ i • ' che non è tanto sè1;1.Jlice o semplicistica· 1.:! relt:.zio• dice~do t0n.iini io st<? . . ne 3noseologice secom1o. lr>. qun.le J.">er .pensc.re e per ·.; . conoscer~· basta che si riesc0 c. metter.e e.ssicrp.e ordinntmnente il so3~etto e 1'0~3ctto, per cui se c'è un Copernico che fe. fcr~ dc trottolt:i. nl mondo conoscitivo, Bme.nuele Ké'.lnt, che tutto sia raesoo finlih.lente ·ho soddis~atto :l.n .ro3ioJC.re . ..· . 'r:: :Josto perchè .·. . .· .. . ne cutenticc del . rnppprtò. fra ·- . noggetto e ò3getto, se il i:.apporto tra il sog- '" ' . · ' ~ ~ getto e del 0'~3ctt() . ~ coràp~endere ' deve co:"!'linçiere e.dd;trittura delle supposizione. risolutive. . ' ~ , r<-~pp01;to tre: oggetto.(~ puro, dcl so,, può e.nche , . oggètto, nel sénso eler.ientç..re del discorso del .. . co<.:Jprenè~re conte.rai~r~rc crrsere un modo di capire ~· '· ancora intatto ris,?etto n ciò che, cor,11;>re- ciò che lo co~cie '., .::o~.lprende: cornprenderc ln. s toric. può e quc.ndo il coraprendere dn puro -che òeve es- s•.:re, per ciò stesso deve ;.:>oi c.ttrcversnte tutte. le impurità delln suo. pu- Mauritius_in_libris rczzc,, per tornçre poi c. une c.s.stit,\ stori~. S?etto c.lla s~. ~)c,re i~ dit;Jcorso è--fenao a questo punto di avvio fon• l' u.vvio fonc~24.!lent::.le dèl discors_o stesso sta a. significar-e che cou?rend.ero il che fuori ricor::tRrenò.~roi c~ueot~onc, del discorso ;ione in questione ;;>roprio ciò in 1::1ucnto pone in questione proprio il posto, il ;9e1 sog?,etto:. dove sta il 't61toç riopctto a se stesso, non ri- Questo non soltr:.rito por inciso ma in maniera direi co• ori::;inc.ric., . se per noi deJaentel~,. ~ssolutn som~etto _di questo co1.;prcndere il ricorn- ~rcndersi del discorso? dove stc vuol dire: nel comprendere, .ciò che che il compr.~nc1ere _sin te.le, cioè. il lcgc:Jne tra· il cum e il cc.pio il compr,endere acc,;uistc clignit.1 fi)losofica, ·per cui qu~sto pe~ fc sì -cui leillllle fetto be- ne in un -certo· modo . è ,cor,-ie .ae nvesse dentro di ·se un ·operaio specializzato; un metallurgico sublime, un ope;nio vcrrn11ente ingegnoso che sta dentro il co~~1prenderc; in modo te.le che il co.-.1p:rendcre non si cccor3e di questa prcsen• za intcrnn, porch~ çueste.pre~enza interne nl couprendere è proprio il fr.t• . . ~ tp che il, comprende;re è il comprendere, è ?roprio'il fatto che.il.cornpren,• dere, nel momento in cui comprende, nel mo1.iento in èui svolge se stesso, n.ddiritturc. è ln necessi1;à di dimenticu.re du. pnrte del co:;_nprendere e dcl suo svolgimento, ciò:che lo fe essere quello che è, e che cosn: e in cbe moc·,o e perchè e . o pc.r~ire cio~ di: dirrenticare chi da èI:ie, cosn il comprendere sic. comprendere., cioè l'assuracre sie. un assumere cHe è'tale in compagnia . . . di quc. lchE:: cose,, ller. cul ç3uesto essere in conpP..gnia non è scambinrsi le chi.::.cchicre? E çuesto e.ccc.de: perchè sicmo tc,lmente iJresuntuosi noi di capire il cor.lprcnderc, cioè sie.mo tr:.lrnente presun~si noi di impossessnrci, di padro- neggic.re ...il. .:cornprém;lere, da non dovere , pi1) e.vere .il problemu di noi . stessi . cor•ie quellç:. s.ortn d~ le3a·Je it:lterno nl co,,1pren<lere stesso per cui cornpren- dere s:Ì.gnifice. couiprenclere. ; Il comprcndGre in quc"l.nto segna 1 1 avvio del di. .• .. ~ . SCOrSO filosofico sta untico, perch~ · O. Si~ificare è. come se il quep.tO punto vereritentc tr!i.3ico, non drnra- sog~tto jjoss~ ~hic..mc,.to 0d essere -1n ?arte pre- sente e .in p.nrte assente: l•Jt: è quello. parte delln- presenza e dell 1assenzn .dcl so31ctto che fa il cori1)rcnè..ere-. L'.J.lorc, se il problema. per ::.desso è queoto comprendere il ricolùprendersi dcl discorso in quanto filosofico, il cowf.)rendere il rico:,:1pren::lersi del c.liscorso in c~uanto filosofico- in fondo sta ['; si3nificc,re che il discorso in.izialI<ienta in quanto filosofico è il dive •• Mauritius_in_libris 73 s~esso:. te.re, se .... .!.~ .. ·' questn è unn tosi e l[, deduzione di questn tesi è uno. dedu- t .. ·- ··. ' • ..: ~· .•~ ..... -. ,.. . . . . . : : • .~ ... .' •.• - . .~· _:· zione internr. e çuesta tesi stesse; è unè tcsj. che sçgl)r:l, ln .deduzione ori• • ~: .. .. • J' • ·:; · ·,; · ··. "· itl.. _quento esso . • ....' ·• • , ..- ·,_. -;·,_: .....!;._. ~·· ; · _. .' ; ~- ': " ,'.,• ! Ì .·.· . • ~ •·. " ~ · ·.·_.: . :.·. ~· ' :- ~:. : · • ":, ..:. _· ·_ .. ~. " ... : ,: • • ~- ·.• ,· •. .. : ~-. · ·" · . • • i. j..' _, . :. - : · • ·.: .. · ..:. , ·: ,; ; ~ i • -~. : :' • ; : • -:.. : ' . .. ·· ·{... ~· ~ ·r::..:· '.. ·~' ·, ._ __ . ·: _· s~o <li~,rentcre .... ,·,_...:.::r~·· .:.,_!, ·-. l .. .. •. , ' ·. .. · · .• · ._. . ·:.i·. : . l . ·.-.... .• ., f;losof~ço in~zic.liuante è il dii: . :'.~. ,;' : •• ·\.• ,' ·. : '.• :·: : . • ...... . i .: f ' .· ;• , I , ,~ stesso; è vuol dire coincidé ··c·on quel suo essere clctcn11innto determin.o.rc il . '·-'· .: _, •.• ori;~incr.ié'. deduzione pri1•"-"- tesi _.è ,queste.: il discorso in q\J.é1.ntò ventcr(~ :SC .,_· che, il c!iscorso è, cd _~_ -:-~~ ·._-·r ... _ --~;_. _;_" · . ·:.: _ in questi ten.iini, è it .divcnt.r:.re. se s_te~so; unr. ~ilqsofico ; r·••• :1 ·: f __ • • ;1c. le~ 3inr.rié. non del discorso, -j .. · -·; . . . · ;.'· r.fu~sti se stesso. In :~· ._.. · ·.·...:·_;:;-~· -· · ···: · .... , · •:. · .· ::. .~ ·, .. f"7 _. :·· ~ ·, t,enaini il .discorso, in -· .. · .. -. J~ ..... ~_.,· ,- ~··· .-1···.~·-., . l qucnto es.Sufe .j.l .diventc.re .se stesso è une deduzione or.iJineria delle qun"'.' ~ . . . . . ; ~. . '" . .1 . , ... .:. ·. . : l . . .' . . . ;_ ,1 ... . . . 1·. .. . . '· : ' • ; :".... • • . • . J. • ' •.• • ·' ( le il. discorso non può avere nessùnt:. respom~abilità, in _qucnto la dc'duzi()..: ... .-·. ~.-· ' ..:.-, ·...''.'.f. .. ·.·.:.~:)·.~.,· ; .~ . . ·· né"· originarie. .i.nt.eressc, il discorso in •• : .. .r. ·. ;.t\.1.~: ..... ~ ... -~.. :·, __-· • .:.:. .' _. ..; t;:. ;_i, . . .. . .- . . , ': . . . :. ' ucsti due terr.1ini che non sono ciò i1 f.. ,: · ... _.. .•..'. '., . ,. . ·- ~ • . :·; :·:. riel queld il 4iscorso procede, t-lél. sono il discorso stesso; ·'.:!llora è cmae ~ · .,. - .! . . '"i~~' : . . , •.-:- ~.; f. .. ; ..· .: se .il ·discors9, .. ' ~ : .... . ·" .l ~: ~ _- ~.· -· · :'7- . .~. • . -• . ;. • . ~- ·. • · •..: . .· . . .• •- . ~: ·.. lI .. . ". • in - çu.esti teni.lini che· sono· il suo stesso .essere dovesse ri'-:.•: . _;· ,-... :.. ~_;.· l • • . •. . conoscere· di cono.sccre se stcri~ò soltnnto ne·11a 1~1isuro neil!l qoole il coro~ scer~ ~~, st:~s.~o. ~i~~~ficn l·~, ~str~~ione primo~ia, -~ se~~ d~l1ri'. a~t~azione: .. ....' . ,. .· :: .·.· -~ ., . ·i·~ U\ !;_!_ .:: . . :.< :: . ·.. Ì .(·:~ ··.l -... • . I •• '. .: .- .~~e-.,.. ·~:. ·~ priiu~rin,, _peJ:' ·'·~~i. conosc9~c scr f?tes~cì dc. ?~rte del 'disc~~so costituisce il prl~.p ;>e3n~ del. discor~o-, .. i.J.•. . J.'., ;'_ .) .. .! .... ·· --~·.1. ••·. . . . :• ."· qu~sto discorsq, .in quni;ito ~egno del. dtscor~o. è proprio il·' qùestb prifoo luc .....~. '. _; . ~ ." J. ··~ ..:. ò~l pril.10 Sègt10 •• · . : .. ·: ; J -· . .".:. ~, ;~ discorso d!;tllç. c..s 1trazione prir11a• r~0 d§y~ 9ct~~1i~n:t."c _·l, ~i:;se.~e .ii c!iventcf~ ~e, E;tcs~o Ja p.:!f,~~ d~l dÌsco~sò· • ., •. -· .' .i '·· . • . •. \ . , , : : ; • , • .: · • r ·. · · ·· · · 1 ' ~ , : • ·~. t • •• Allore :Ll discorso è origi~crini~nte i~ mmrtto filosofico, i l diventare sé " :'.ti ..... . ·' .:. ·-' ··"·' .• • . ... . . . '; , '-.:.. ."· .·.;. . : .'.. :~ . . . ·. ;... '• ~ .....: .-.. . ~ '."~ . :''~.: ..• stesso, sullc,bç.se delle.estrazione primnria, sullo bnsc.di quelle r.strazion~-~lt~ :·st~ ~.si;~nificc,1"e,.ch~ 'iì.' ~~s~ors~ no~ pub.eeae .. i•.esi.~t~~~~·rd~~~~e·;· ... I.' .. ~ ..... ."_';""":;~ .. ·~ ".: . . ···!·; .-':,~: . . : ·•. . ••· .• : ':· ·~,_:° ~· -.:;,, ~ . . .,inten<:}ere: di_ non dovere intendere' il ter.ipo' perchè; proprio. del punto di vi:sta ~~,isten~~cilc il tCI11iJO S~nz.~ . .. ' . . ;. ; SC do~e_re !nte~dere il di· ~on dover:<:'. 0 1.nt~~dcrc: if t~1~1po ~ascia f!3~C:SSO; ·~'!\lesto lé:!.3Cil-'.r~ il .tE~T1lpO senz<:. ,,: .. ~ > ! ,· .. . . .. ~.- . : ·,. - - .. . .' 1 • . .: •. . Se . StCSSO si3ilifi~ ~·· .. ' • •. · e~·. çre· ~l. ?:Ls~9_;r~~ ~ ~nizi,~l~_,1entc, i~ ..:1u:cn_to · f ilosof i~o ?~n-· JUÒ U:s_orc ii terapo per.' Ul} rapporto orig~nnrio che lo ri:~~rdn. in proprio: l 'estre.z.io~e · pri.;, _r117ri~. è ~l no~ ·p~-~c~e -~~~~e. iì' t~~~?_o; c. s~ pot~cbbe ,}mch~ .~ii~~'. d; alt~n i)e.~ te, ~d è. lo stess,o,. c?~ _l 'c.strazio_~e prL.1F~ric. è lo stesso che in neèesid.tà .. . . ., de_l temi?p,_ perch~ le :r:ie~ es_sità d_el,. tcr,1po rigucrda .proprio l 'esistenzn, in ' 1 ·qua~ç> è l 'esistcnzr. che lc.sciEl ~l- tc.m;>0 senza se stesso.,- Questo essere .i . .. ., .· ·. . , : . . ... .. . .. . • .. ·. ~ ~ sciato ~~nzc, se, s~esso del tempo per un ver~o se~e cllc::i, .e.sistcnza e per ln- l'r:,ltr~.,.~er~~. a.l~ ~ll.~f~i;s~:,. esistenzil:~l;1en:t~. ip j~bbo r~~~?:rni :~~nt~· de~ ·fr~t to che sono nello stesso tmi.iJO unito ·e diviso c. ciò dt'l. cui è detenniilc'lto Mauritius_in_libris 74 _.,- ...·' nece,spariamente il mio esistere, e per intendere questo debbÒ'tintendere che l'unità e ln divisione rispetto nll'origine stanno assieme, debbo intendere che lo stf!re r:ssieme delle unità e delle divisione nel tempo non possono stcre assieme, pur dovEmdo stare nssiece e stnrc.nssieme proprio nel tempo; perchè tutto ciò 'che costituisce il probler.1.:i délln ori3ine in senso esistenziule, è proprio nel fatto esistenzinle·chc debbo intendere.di non dovere intendere . ":·: . il tempo, pèrchè necessnricrm:mte ·nel ·r.1or.iento nel ·quale mi trovo unito e ciò che mi fc essere; nèllo stesso tempo ·mi trovo diviso dc c;iò che mi fa essere. Questo essere unito ed essere diviso esistenzinlrnente·debbono .'.:Ve]'."c e non ~.vere ternpo, per cui nllorc csiotcnzic.lu.ente debbo intendere di non dovere intenckfre il teri.1po coltcrito iJerchè solo a questa mcnierc J;lOn pos~o ave- re il problcmc. del tcràpo; :sol'tnnto n çuesto modo esistere significa. non potersi cggrappdrc nlln spor_1onzc originl:.ria del ternpo, perchè se esistere si3riificn h.~·srC?1Jcrsi elle. sporgenze origine.rio. del tempo, io non esistere~, e non per 'virt~) d(:l discorso o vizio dclln. f:l,losofia., ma pcrchè. non debbo .. essere unitonllr: sporgcnzr: ori3innrin. che mi rigw:irdc in origine, proprio perchè çuesta ri.1unrde: il •nio essere 'Uri esistente che. è te.le p~r virtù e ;>cr pe~cnto dell"esistenzn. Esistcnzie.lmcntc il non potere nvere le. proprie sporgenze.. ori~inarie è tt.~le: per· vlrt;) e per peccato dell~ ste~sa esistenze, per cui ori3inaiI'V.mie.nte · 03ni esistcnzn è c.onie se; fosse .drmnraaticnmente le3c.tc. alle. inèertezzc.. dcl rt.pporto trl'. virtù e peccato, p.r,oprio perchè noi sic1110 esistenzic.hiente un tele 1'dscu3lio di elementi, che-. è bene. ii mio avere il pcèceto come disponibile· nelle. stessa maniera in cut .. è raele il iJio aver~ 1.2 virt.) come disponibile. Il diclettico esistenziale non consiste nel'ruodo cttravcrso il·q,uiile posso cercnre le potenza ne.lle mie ~rnpotenz~, non. è il lùagnificc.re le. potenzn dèlle mie impotenze, pc~ cui io r:.sce.ndo o rni perfeziono se.sono ·una sortn èi pollicino alle rovescin, il lasciare distro tutti-;i grossi sP.ssi, :?erchè esistenziah1ente ~arlando de questo punto -~-i vista è mc.le 'l.n dis:>orii'bilità èelle virti.ì in rapporto el J;ntto che è bene le disponibilità· del pecc:.:1to, ?Cr cui l'F..vventura csistenzicle dell'uomo ~ corne se fosse (!Ues tl'.i ]rosse fctica, è questn grossa fatiç_a ruetafisice. d.i. uiGtt~rò c. posto il rr,~jporto d'ordine in çuesti elementi; Mauritius_in_libris div~nto uomo qw:indo 75. gioco queste. pc.rtitc. clccettrmdo di gioccrmelc, ·1: questé. rnnniera, · t:. questr. me.nlcra vuol dire: l:li ritrovo deietteto in me .stesso .. Il Jtscorso in qucnt:o filosofico t:rova se stefrso a. ·dovere dcterulinare la i>ropria ~nttco, pro- prio perchè pat;'e che ci~ dn cui ru:sc.é hc. consumnto per tutti' i; secoli, per tuttr: l'e,ternità ogni str:. esistenziale è ~c.ticc. COl"ilC .. SC: _iuputc.bile 0.ll 1uol:io: · prQprio dal pt#\lto di vi- l~'csistenzn DVCSSO r:l,succhieto per. sè tutta la fc.ticn di cui l'.uomo può essere cr.pnce, per lascie.re in or~ginl?- il discorso serizn' f<:.1ticc, · perchè tutta le· fc.tica che passio.mo il1ipui:c~e G];l 'uomo è la feticc., che possiP.iùò Laputar3li :conche nbbcstnnza cornprensibilt•cnte. pcrchè non è. unè. f1;,tica dn pocq dovere mettere un pò d'ordine nel fnt.to che è bene nvere ln dis;>onibilità., del ·peccé!.to e che è mele la t~ì: disponibilit~ della vir- ci vuole fetic.::i. 3rossr.:., cioè ci ·vuole quella futj.ce che mi fa nascere vercraente colHe uomo per r.1ettere ortl~ne· in questo specie di qundrat:o rnngico·,. .· dove tutta la fatico. di vivere e.sistcnzic..lmente s~a p~oprio mal mettere o.r- dinc in questoche,inizialrnente si ì">rcsenze n· c;_ue~tc. mcniel;'a, che è bene .:Nere è.ispo~ibilc il ~Jeccnto e che è male r·.vere disponibile le virtù. Mn qucs·to significc, che l 'esiste11-zc. or~3inc~ril'.wente1 metnfisicemente, non solo hc. risucchiato., in sè ·le: fctica, mn. il conc;e.t:to di lavòròt di lavoro in sen- · ., ., . ~ so propri~ (i.L senso· iiu?roprio dcl lcvoro è tutte iè riltcre.z~oni che il .lavoro· subisce quando viene assunto dc.lle cose che fa), è. co1.le zc, $e 1 'esistcn"" è;vessc impicntato contro il rH.scorso questo _satanismo dcl pl:'J..ncipio che consiste nel ft::tto.sécondoil qucle tutto ciò ' c~e è fatica, tu~to ciò che è 'lavoro ·appart:l:enc o.11 'esistente i_n qunnto tc:le ;·-e ~tto -ciò cbe è ripo·so e ·tutto ciò che è quiete nppE:rtiene E•l ~Jp,. discorso~· Se noi leg3imno. Ccrte~io, :.1uesto punto di Viste. novreri10 dire che Ua.rtesio è il notaio storico di qUGsto · so.;;anismq eaistenzillle.: In \.tuesti termini il dbrente.re .se. stesso da parte del d:i.~cqrso è lo stesso che il discorso in qucnto,.filosofico; ellorél· potremmo dire: questn è unti. tesi c.he. consume lr, sua deduzione è 1 1 c,strc.zione priranrio~. ln sua deduzione-, pcrchè (:uestc. tesi in tanto è in quanto ne.se.e dnl. suo essere dedott?. per mezzo dell'astrczione g'riint!ria, ma l'astrazione primllric. è il lesci?J.re che il tempo. rimanga s~nza se .s,tesso,_~ per cui il discorso in ·quanto filosofico non lo -iJUOi usare per se s·tesso. J;t; può sem- Mauritius_in_libris 75 brnrvi questa une. tesi ~)ere:3rinc., ebbirtllO tutti pensc:to é,' ·~ueste '"'e non sono io che ?enso .::t CI\lCSto li1aniern, mt.nierc quando tutti ebbiru-,10 appreso e tran- quillc:i.Lente c.bbic..mo ri.ccettcto che per ~Jutcn 1 debba fare discorso fi:lo·ooftco nella ·misurn fnre -discorso filosofico si ·e nei limiti ·nei qWlli e secon- <lo i qu~11- si può pensero 1 1 universclc·; se si.ruoo coD:vinti che pensare· SiJtli• ficr.. pen~ù1re l 'uniYersclè_,. diversamente· non :è pensere, · si3flifica in realtà che l 'univorsale che .ddvo :_pensé\re è ciò che riosso pense.re nelle misura in cui lnscio il tempq e. se stesso. In tcnnini lrnroodiati; noi pensicino quulche. cosi· ver!lmcri.tc qur"ndo .ciò che pensim.10 vnle incUpendenter.ientc _dnl tempo nel. quc1le viene pensato: 11 concetto plc»tonico d~ idea sarebbe concetto perchè è str...to sottratto &lld ternpor.·Hità dentro ln ·qu.nle quel conc'etto bene o rJa- Te è 'stato ;,>ensc.to~ -11ientre invece le cose che pensit1uo noi, perchè non diventç:no digni·tose .o.11::. stcss<": maniera dell 'idec. platonicc? L'astrazione prinicrie.' in realtà consiste fonde.mentalmente nel fctto che il discorso ·è in .. ; 'Cft,i.fmto filosofi.c::o t:>Crchè ·non za fi'."'., tenendo. . . • • :preS~pte .t :Può uscre il tem:i,:>o cost coue invece l 'esisten- . . , ·che· in questi termini esistenza significa· sc.tnnismo - . --.. . _. r del prindipld9 ci.~è l'es:i~t6nza si prospettc. orlginnri.:nnente come il si.ste111a stesso della q.Vvd.~s.t;dnè el. discorso, non perchè l'esistenza sia contro 11 discorso, iUE, .perchè·;~iii: -~sistenzc significa lo couiprensiorte esaustive. delln fatic.11~ il coriiprendere couie comprendere esaustivo delle fn.tica perchè pare che orlginari.Aurentc l *esistenzn non possa non procedere e. questa manie• rh, , civè 3e non r:lo~fendo ·rivendicare n se stessn tutte. ln fatica di tutti i tcm?i per cui non c'è nltrc. fc.ticc se non quello di esistere. Il buon senso certe vo.ltc è filosofo sen~i filosòfie quando dice che il f:l,.losofo è per• ditempo, e certo perchè il ftloaofo il tempo lo perde· perchè l 'h.'.l perso sin del principio e questo .vuol dire che ii:) non riconosco cl problema del tempo dignitA filosofica. L'esistenza è vertmiente queste posizione. di satoni, . smo nei c·onfronti dcl discorso c.. rn3ione, perchè l 'esis tenzn è cib che deve riuscire a chiru.:iare se stessn ~i coraggio di mettere ordine tra ciò che è bene come disponibilità dcl pecce.to e ciò che è male com{ disponibilità dellè virt?\ 1 per cui qun.n<lo io rimetto· e posto esistenzialmente il rapporto tre. beric e ?eccr.to 6 COiilC ·se poi dovessi r~iettere a posto il rapporto tra virt1ì e pecccto, perchè n.ccade che posso mettere equilibrio tre il rap?orto' Mauritius_in_libris 77 bene o mnle 'e 111i trov~rò 'St:rnprc séJuilibr~.to nel· rnp:Jorto tra peccnto e vil;·- ·.. t-!1; S['.;_)erc il bene è f<:~cilé, è \~sscre ·scnzc fc.ticri~ fGre fc.tica,. lr: sin'}~'.s.i fn.fd· i1. bené :'invece è trC:3icn: (lell 'ù~ri•o. è questn: ··è riiale proprid la dispo< ,, ' ' •• r , ,·. ;· ~.,- ! ,. . - nibilità delL"l virt''i; pcrchè plirc che io per iac·ttcre ordine in questo .rap. . f>:JrtQ .dcbb-~ salù liie'.ttérc ordine nei prhii due elérucnti9 bene e male, lascian- e pecce.to, do .r.l loro. po.s'to virtù e pcècnto; 'il rc.~')porto· tr:'1 vi'rt-à' ri.ttravér- :. so .ae ·coht;:in11r:i '~d ~és~sc.re)un rr<Jporto che ne3n .il ·µ,rii.io rnpporto. Ecco. r>er'chè le: f.ilo·sofi't: clé:· qtlBSto ·putito di~ Vi~t'1: ~ !ri.3orosd 1 la filosof~~i proprio «'~cl.le· nece~sità comincinndo, cor.iinci-r. di intendere: il discorso, perchè·. è solò ..:ltil punto di visth r-lcl discorso che è il divèntnre sb st;~·sao·~ che~ :io . . JUc,rdo · in che cose. consistç, vcr<"'me'ntc la· fé'.tica di viverE:; c01uè ubti<O anche 3e il pe-so n[~sce i?r<'Y{irio. perchè . i 'esfstcnzc r;1i si. i>ros;~~tti:. irtizinlioonte . . ' l ~ ~.. .. ~ . . . .... . . . cot:1e sntanisr.10. dcl prinèi,:>io, cm;;e. se T'csistenzc: avesse, in sè non solo la fc_ticéit un .-i.nchè. lr!: ft.ticn di tetiere sempre in sè" anche il prinèitlio', per-· _.-. chè non' sic. problerar., cJ il· cUscorso ap?untò perciò possn coi.1ihclai"e ìn san- ·.... tissiuu o 1i.Ulledcttissimò. p0ce .Simao . fermi nl ln ns tr ri2ione · pri1narill ! per·· 'cere are - di-~ coinpre~dcre . li{· ra- ~i:ono per . ln quélle il discorso deve div(mtare se stesso in quanto filo's6fico; :1'<:'. str&ziortc,- dn qti:e"stopunto di vista dcl discòrs'? che hÉl rapportò 111 livcllo:'esfstenztclè, cònsistc 'nel fntto cbe il discorso non può ·usore di ciò ehe li esistenze ncccssnricménte usa •. Qµindi il co;:i.llnciare del· discorso ·, ..coincide ébn l'essere il ,disi::orso un diventerc se ~tt"·Sso dE:tenainnto d.nll'nstrc.zione priml"rir. che è lo s'tf'sso· discorso o. compicire·; quindi è il discor-so che coru.pie· 1 'n.strazionc prL:u:riu·, però il determinate 1 •c.strnzic:me pì:'irnc.rin d.n;par.tc del discorso, signific& il :.liscorso in quento filosofico; ri.llorr: 'a~bbiaao ~ià ini~-ic.Ìrnente quella che sin dnll.'1 in:l.zio di questo corso . è stcta. chiru.1l',tc,. l' e~oriu fondamentale del discorso stesso. LD difficoltà . fondrn.1entnle non consisto nel fntto che' non scppiraao d& che coso e cvr.ie il <!isco~so corainci, r.1cL le. Jifficoltà originarie. del discorso consiste nel fat- to f·ondc.11ientalc e 0ri~~innrio secundo 11 - buinle identicruoonte il 'discorso Je.a. ; termina l'cstrc-.zionc .:>riI..1....,,ria; 1.m l'c.str.~zi':>ne primatin· detenninn il- dfscor. so. Quindi V'~strr:zionc in ~unnto prilanriél -à co111e se fosse it principio del cm:.incinre <lel discorso, cioè il cominciare del discorso h.<1 un principio Mauritius_in_libris 78 . J.i se otesso che, conte ;_)rincipio, è queste:: operczione 3lobale che possiru110 chie.iùi:i.re astrç,zione priù.r:ric, cioè l 'espressionc del tcm?o, dove ne del ternpo significr-. il fc1tto che ilr. discorso riceve' ,espr(~ssio dell'astrazione :;>ri1unric. 1 'identità SE:;:nzc:, 1 'essere identico d~lla stessa. identit~. Quindi l'espressione del tei.1po è d<:. po.rtc dcl discorso il ricevere l'i,dentità.senzc quel suo essere identico per cui l'identità è n su<~ volta soltanto· il . . .. ..... l:)rii:icipio di se stesse. •.E quindi simuo Jià cd uno. situc.zionç llJ!lPlgua perchè si1:1.mo di fronte .o due principi: 1) il principio del cominciare del. discorso e 2) il principio delle identità che è identità pro?rio perchè è sen2a l 1essere identico di se ste:ssc.; per coi cbbinmo un ?rincipio di sè che ri.sullrdl'. l'identità che sta. n significare che iniziclmente qucnto princip~o di se stc~so o~ni principio in , è senza l'essere identico della sua stessa identità cioè è l 1cssGrE: iè.entità .do. pc.rtc dell'identità senzn il suo esse• re identico.: Quinè.i pe~. un verso il ;>rinci?io del coininciere significa il discorso che in tt:nto comincia. in. qunnto vj.ene posto in atto della ast;rnzione l)rimc,rin, Iùediante le. c.:uu.lc 1 *cspressiorle del tempo pone in atto il principio delln iJentitài che corris >onde irt qu....".nto .Principio e.. quelln identità che in tanto è principio in quanto è senza ii sùo stesso essere identico. Allorc. OJni priqcipio in qut'. nto se stesso ~. se111pre senzo il suo essere identico, cioè il discorso puichè in qunhto fiiosofieo inizie~nente non trova • ' • I il principio, me trova se stesso, in quonto i.l co1aprcndère se stesso sigrti- fic.c... il prundere sè,. il ccpire ~è .(nel se,iso del eapio lntino) con il. principio di sè; ll discorso è questo trovcrsi che corrispdnde un cepirc sè con il prii:ici@io, che corrisponde c.d nl suo essere un prendere se stesso con il ?rincipio .Ji se stesso, mçi il- pri11Cipio di se stesso è tnle in C{Uélnto . è il principio del co11dnc~re ~he riguGrdn il discorso, per cui 1 'essere del discorso come discorso è un prendere che è pre;so, cioè è un capire che è ccpito <lnl principio, me. non d!l.l principio in <.JUèlnto tele, ian dcl principio in quanto per un verso so in qu~nto qu.~mto princip~o. <~el cominèiare che riguardo il discor- filosofico, e per l 'pltro verso principio della identità in ln identità. in questp, casq;si l'.'itrovn senza il suo essere identico; per cui il principio come idf~ntità senzn .i,l suo essere identi.co Mauritius_in_libris può rigue.r~. 79 d;-1.re il ·discorso, p~rcbè se invece ..~l .principio identità in . quanto . delle. . . identità foss6 il principio della :Ldentità con. l 1esser.e: se. . stesso· dcl ptln- ·. · . . .._: . . . ' . . ~ cipiu coine id~ntità, il èiscoJ:'.90_ nVreb.})e ~l probleii14 di vedere come il se stesso dèÙ.~ idend.t-à che ltn rigunrdc. çoriic ?.rincipio ~i-~rda anche' :i.1 di• scorso e non soltanto 1:11denti'tà •. dt.ciamo che il prinéipio del di~:dorso se ~. . ·'· . :. . ,. .. ' : .:· .. dello. fiìosofici è' ~1 'egO cogito, ·'Sti~no c~rc,anJo di non penèe~e "quello 'é:ll.e ,' I .. . sto dicendo," perciiè;··{luando diciamo che il princ;.ipio della filosofie. è il mio essere ·:~n:s !cogit,..:ms, ·?e·r cui i la .sostcnza pensante che io sOno. cÒ1rie per-..i' : '·· p~iric~;>io' seme còsti.tuiscè 'il della fi~osofia; quc~do. ~i~~ qu~~to. sto"'dlcen- , : • • . ' , •• • l_ ·J • . ~ •. ,·, do che il prJrtcipio-dellé.\' identità çome·principio, essendo l'identit~·come ; ~ principio Ché rigùàrdi;i·:l'essere senza me' iJrinc:1p10-, ·quèsto riguc;rdtl come . . . '; stesso dn pEcrta·dellri identità 'co- Se pri~~ipio il~-·.p~~sere .. che lo ioottc in r110-·' to. Inizièln,ente ·1a diffi:coltà del. dlsc.orso fil.osofico consi.stc p.er ·un verso in urui"'~itU:azione scmpl:i'ce' 'perchè è. çp~ .se _il discorso si trovl:ssc già ' ·~ ~ di frontè 'elle 'formula ·. . : . VUOt.:':' ' . . so, trovandosi di fronté 1 ~)(~nst1.rc • 2al ' delle· identità: A= A _J·,. .ed è con.e se il discor- · ~ ,. vùoto d0ll4 ' ~dcritità . • . . .' • :· dell€: i(k'nt;i~ ficczionè èi'-questo vlioto; :t'er cui> ciò èhc, possit11110 e.vere d.al ~. .. stn . . j • punto. di : : . filo'sofico .iniziale,· gennit:J:Cle· pi:) ovyicraent_(;, n portata,, non· ,f teste., mc :: .... dico . !j'('· ·r· I ,. Vi"" ... fanno, cfoè bel senso di une .sorte.. di sesto senso dcl perisntc é:l:i. ; '.' .. sè il~ sti6 fj:Y.olgersi, l.;i. sun. storie., cor •.& la stor:Ì.n . . dl . ,. come principio, potesse 4 •• :~_· ~,.·.' ,. • ••• :" •• ); ·-· •• ··-· ~. ..: : _:,"_;' f ,~, :. . cui il pensere d~v~· essere pttdrone, fil{l non ped~one cpndot'to ne{ '·s~ strinn~nto, mo. padrone di' une sorte .d'i:· .suo .servo. Hiist.èrioso che ·s~rebbe >·a_t>punt~· qu~s:t..:> ~ ., · · ' sesto s:ens6' ;tfrnvèrso il quafé noi. c:oroiprendiruiio c~e· in tr;,nto 'io come pen~ Che ,non "i:)uò ~-~sòrc ~l pènsa.re C-Ofoe tc~le,_ 1,~n :uno specie èi strumento 'di , sere l)ù.sso pcnsnre tutta lé', :stbric del l)en_so.rc stes~o in qÙnnt~ 'le.· storia·· ·. di ·11.e come pctiscre, in fondo •.si~ificc le st;:oric. di un' processo di ,'idénti- ficc.zio~e ·. delli. identità, il che sup;_one che le. identitì nl . . ': .... . . ~~incip:l~ sin scnzc. l 'cssert> identico ni ·:se. stessa, e·, nllorn tutto lo svolgiruento del pen, .. ,. sere corue penserc 'che è de.11~, idciltit_.q ori~innri~, o dal prinèi.pio <?he è· ,. l' idcntit~, · corrispohclc· r.d uno svolgililento che è lò svolgirnento di c;.uesta . • .... in identità 'come deduzione di ·tuttp. ciò che può di volta VO:Ìte. iqentifiCE~r~ l'ictcntit~ solo pcrchè nll'inizio .1 1Llent1.tà è ·vuòtti. Questo pèr stcSS.'''• Mauritius_in_libris •. 80 .. un verso costituisce un.e, dL11ensionc ovvie. ùel pensare in. quanto filosofico, tl'.lmente che .çueste din.ensi_one. trc.dfsce .anche il livello s~'eculntivo .del peqsicro. Se ripensicmo.Hegel .che r..ll 1inizio d~llc Logica, cioè al princi- .pio dcl. ?rincipio, .secondo il .suo.. senso spqculativo, \.1uando parlo. dell'Esserc ne .perle in: qunnto 3li serve come ques:to vuo·to, cioè· l'identità come quell '.esserc, se~2!Et l 'esserc. identico di sè che è .cou;e se fosse il n1odo mi- s,tcrioso il pcnsnre può metter.si in m0.to, perchè se inve. secondò ... .. . quale' il . ' trovn~s€r. . e.e i.l .pensare _,si_ con l 1identità che è l' ident.ità lege.ta: al suo es- sere l 1essel;'e identi_co di se stes.sn, il pens.are ..:ivrebbe il c~111pito di inven- t_are la ,perte dclln sua r~citn nello spettncqlo dello. t.ntqr!çf:_'l:\_~i_q delle idee;,. perchè nvremn~ pieni Ji sè, I&•C. tenti enti idenli. dove. es.sere idecli si311ifica essere s.i~nific~erebbe ?ieni .di sè tità di sè, viceversél i l pGnsare in se fos~c. lege.to all~ ~.iUllnto pieni èel loro esspre ln iden• filosofico ·inizialmente è come necessità di _intendere eh~ 1 1 identità. necessariru11ente ... ~.senza l'essere identico di se stesse, in quento l'essere scnze l'identico di sè conscn;te che 1.elo ~ ~ossa sic principio; però princi*'io che èpnral- quel principio che è principip del cominciare. Il comincierc dcl di• sco~so I l'it:len~ità in.~uanto in çuanto filosofico reclmac che il discorso 9e1 cominciare ce.i:Jire l'inizio, cioè ~l principio, 111a filosofico questo capire del ~omincinre . il princi?io non pub essere esso stesso l'inizio del co11dn~ierc in c;~1nto cominciç.re, JiiB è l'inizio del cominciare -del discorso filo- c,llprr.. C].Uesto inizio ;è . cofoe se fosse, parellelCLJente n se stesso, so~co; l 'identit-1. che . è . senzn 1 'essere identico, c.ioè tempo espres. ., . come principio . . . so, cioè. il tempo senzn se stesso c·he n. livello esistenzinle si~nif.icr. una . ·' • ~ ., ~l sorta di .tei.1ipo. del tempo, che c. noi non mente i~vecc signifi.~c. ~nte. ressn pi/1, e, che speculativa- il lasciare il. discorso,. in quanto filosofico, scnzc ?roblem~,. , ~e_nzct t1.lcunc S?orgcnzc. Se ~oi rifl~ttiruno dcl. discorsq ,f.i.losofico è co<\lC se c~.obbic.mo fQ.ss~ l~- n~c0.ss;J.t~ zr. origin.:i.ric, perchè senzn -sc.rçi il pen,s~re dire che l'inizio e che cose. è 1' inizio d~l discorso filosofico · di fr,re ne,scerc il problemc., ,ci_.oè la sporgenu~a spor~cnzc originaria. non riusciru110 a sp,ie9!' stc.sso- in una situa.zionc po;ci.dossale con un discorso filo- soficu che è e non che npn è, che in. CJUc."".llto f.tlosofico è :stato,. è e ancora Mauritius_in_libris 81 scrà, cioè in une. situ~zione par.e.dossale secondo ln quale il discorso ha ln sul: storia, dunq.ue cvrebbe 3::1.à trovato non solo se s~~sso,. Iilll lo svolgi- ll:cnto delle identificezioni rispetto ella idcintità come fonnula ori3inaricL, ?er· cui se po.tessi:·10 caiJire in un senso profondo lél. formula dellll identità A = A, è co11ie se dov:essiLio intendere che il pensare consiste nel negare gli elerucnti di questn f1JniiUlc, me nel ne3arli non speculando su,1li elementi délle formuls,, cioè spconèo Hègel: A = A hegelinnamente significo. A non è non A·::>er togliere un !!Q!l <li troppo e dire con Hegel·A è non A;: cost come nristotelicmnente snremr110 stcti nbitucti e dire nori è'vero, perchè A è A; e· stie.mo dicendo lei <Stes~c.. cose, dcl punto di viste del livello originnrio del Jiscorso, perchè A,~A OkJpure A è non A, cioè sin A è A, sir- A è non A sono 311 elementi che il discorso usa per identificare A e il suo non A, u.llore non interessll chE:: questo serve. per identificare, ma se questo serve iJCr identificare, dovremmo dire: ma c '.è il cnso che il discorso filosofico in Guanto ori:;inarior.1ente condizi~nato n questa sitUD.zi<;me aporetica di se ~tesso, nvcndo. trovato se ~tesso· in (j~anto doppil'..mente le3ato al principio, perciò nltrettc.nto doppinmen~e pensa il principio? Per cui, per un verso rcnso A è A, 1an per. l 'cltro verso penso .A è non A, perchè per un verso sono stato originato dal principio del cominc'tlire, che non interesse in quant·o cornincic.re, 1.1in in quanto corniriciare del discorso filosofico, ma per· l 'nltro verso, che ·è poi lo stesso verso, sfn per il principio come tnle, e dunque, s-io come i,l principio dello identità, il pensare s.in dalla origine è stc.to predetermine.to . ed essere determ:i.nnto a pensare sia .c.he A è A, sie che A è non A; dove ciò che intere~se non è .ciò che sto pensando, Ii1U. che ori3ine,riamente sto pensnndo .solo se corn1Jrendo che pensare originr.rio significc. convinccn11i che dungue nll 'origine il pensare stesso è dct~noinato n pensnre sin il principio. del coinincicrc, ·sia il principio della identit~ . - . I oenzc. l 'cssere identico .delle. stesse. identit.\. Se He~el ci stesse nscoltcn- .(~.o np~)rovcrcbbe solo' le ;fwcondn. parte·, cioè il principio della Llentità che è' telle senza l 'csscre identico dcllti. irlentità, dove il principio delle. iden-. .tità, scnzc l'essere identico della idcntit~, inizialrnente Si6nificn che il f8.tto che·A possn esst;rc A è rlcstinato o.11•cltro fatto· che per questo Mauritius_in_libris 82. - ì)Ossa essere non A; perèhè se devo pensare in -questi tennihi devo renderr11i conto della necessità sie che rispetto ad A s.ia A, sfa che rispetto àd A sic non A, dove il sive .... sive riguarda~do sempre A e A edA e non.A, abbipmo sem1Jrc A e A; nllorn .lit. penscre sp,çculr-,-tivo consistcr'ebbe nel fatto . '. che ck.:vo convincermi che 'di A. devo pensfirç;: ·non t\,., dò:v,;; penscre. :noti A di A ,: . ~. , ~ . . '. :. ~ : . . ..·.. ,· ·: , r·. · significa ,pensare dell:r'- identità·· il suo es.sere idèntlco. dfig.ia"lriClLlente lw. cUf~ic~ltà -non consi~t:e nellp. scegliere A contFO non,.~~; ma nelle c!isgtuntivitR di .À e A; ne:tl 'es.sere d:Ì.s~iuntivo di. A e 4 1. cioè A è una dis~iurtzlo~-. ' ne originaria e.be v.;le rispetto .e -~e s·tessc., ;i?e~ cui· è dà questa disgiunzio.' -- ne_ prigineria ·che h·può diventC:re sic. A e ·_si.a non A e dovreraioo dire: qutm• do .e se .,... c!iventn A, è del dtventcrè A da parte di A, che A p4ò riccvare il<suo essere co:..1e A, non la.; per cui solo se riuscinmo c. condurre ·A·a divenir~ .A, solo per questo dovrcmi:;iC?:··_riU:scire e conttuistare il. divenire dn. par- te di A co;~1e non A. Se dicicmo. A è· A scn1brc semplice avere pensato, e non pensnrc1 perchè quando ho detto che A ò ·A, à il discorsd tauto·logico, perchè <.luando hò. detto !., cggiungere che A è A, cort:ispohdc al porre presente e se atesso il ·pensnre·A che dunque .è un avore pensato; ellora se dico che A .è A. ~cr.1bra semplice tq semplicfo dovere E'.Ve~e ~ensc.re. pensato; Sé dico che A è non A setabrn c.ltrcttan- MD in tutti e due i casi non pensiamo, perchè per un verso_.pGnsiomo el p~ssr-:.to 1 e per l'altro al futuro; e,; se dovessimo ridurci nell~- strettoie di~letticistica d:L questa nttu~lità fon<k"1Illentale, dòYl='emmo riconoscere che il verbo pensare 1n filo_sofia non deve essere coniugato; del t>ensnrc in filoso~i~ la.coniugazione dcl presente non·esiste perchè o esiste il passt:.to; ho pensc.to e sono saputo da3li cltri, o esiste il. futuro, penserò non dcv~li nltri, 100 da ·un altro che son~ io, ma se pcn• serò, nennche in CjUcsto caso penso, c~oè.tjOn'ci. può essere più l'identit;:à., ~erchè. chi pOEJ.ser~ sl1rà l 1l~ltro di we stesso e cioè ncc~sscriéllnente non l'- cltro al posto .mio, perchè io non ·ho posto, i:ie addirittura penserà r,lfi, e questo vuol dire penser3 ..le. non identitià di tutto e di tutti •. Questo discorno non è CGtnstrofico, t~nto non lo è che Se riusciamo a f~rlo internamen- to ,::, se stesso ?Ossinrùo riprenderlo dc qucndo ha è.ominciato c. 'fc:.rc. i primi VC.jiti e tutto stc r. cercnre di lasciare che l 1.infante SiO.: te.le, Cioè. non :Jnrli, perchè se 1 1inf[~nto cor!1incin e, p!"'.rlnre scruJlbiere11uno i suoi vo.3iti Mauritius_in_libris - 83 per 3rossi discorsi filosofici di::. Plntone ni giorni nostri. Ora questo non può c.ccc.derc ?er il fatto che il discorso in quanto filosofico necessariamente per un verso consuma l'nstrezionc che lo fc essere, quindi l'astrnzione in quémto pr-irnaria fn il discorso, m,s, il di~corso fatto dall 'astrnzionc fn l' c.strnzione. Ecco le. f:litueziçme aporeticn iniziale èiel discorso filosofico ridotta al.le. co111tJrcnsione di sè; il discorso hc. 18. necessità sie. di essere fetto, sil1 di·fnre ciò.che lo fn, il discorso è qciesta necessità origine.rin sia di fe.re .ciò che lo fP.; sil'. di essere .fetto de ciò che esso fn. t•~:strizione intento, è astrt:zione primr.ric; che riguarda il discorso origincrio, in çuanto è l'estrazione ché è il discorso stesso e co:;ipiere, però il compiere l lastrr:.zione· è l 'essurc ni, le gre.111natica inizir~le co~,ii:Jiuto del Jiscorso; in cltri tcnni- clel. perlore filosofico è un!: grarmnntice. che non si può scrivere perchè in nessunn 3rai.mieticc. troviamo che l 'cttivo sia il pessivo e cbe· si' coniuge.no.-! nomi e si ·declinano i vel;'bi; nlloro se noi ci trov~crilo in Lluesto cèso Qrigin.nrio secondo il quele il discorso è questo diventnre se stesso, sic hcl caso in cui ho penscto, sia nel caso in cui .. . . penserò, è cotoo se il discorso originnrit".mente dovesse riconoscere di non potere çoniugare il verbv pensare nl pi:esente, è c91u.e se il discorso doves- se· riconoséeré di· ridursi n declinare la sup. presenze., dove ·declinare la sue i_)re~enz~ si30ificc ridurre. se stGsso ll riqunzinr,e alle, coniugazione di " sà, perchè si30ifico. rinunzinre r,i verbo di se i;;tç~$o, cioè alla dctcJ;"mine- zttine di ··que11 • ~gire che l~ i;iguc"lrda cou.e disc:orsq in quanto t~le e doves- se per questo ridurs.i e. dec~inare quelle pre~cnza. di sè che si~ presenze c.ssoluta. E siclùo nel mo;.aento originario e mnlarCtcnte fondruuentale delb~ fi. . tosofil'!., quando la filosofir: rit.ienc di ·dovox:si impi4'.'.ntare, perchè il suo " . iiflpicntarsi significa trovcrc qualche COSO di assoluto> .une, .sostanZe llSSO. luta; cioè ll". decliriflzione: dell.::-.. presen~a. del discorso corrisponde ri.lln ri- cerca di qunl~~sa che sia un: noroo ).1ssoluto, che sin qu[,l.lche cosa che posse.. èéserc cèvnto ·dt:illa c.strczione prL1c.rir.• L'c~strnzionc ,prir1ierin per sè è un."1 ·funzione del discorso, cioè inizinlaL.1ente serve fil discor'so; ·è il enne.le attrc~erso'il q~ie il discorso.fa quel suo detenninere la necessità di ri.d\itte sè alln declinazione delle. presenzl~ n~:&olute. di se stesso. Questa. è Mauritius_in_libris .- µcsiziono criticé'. scnzc. sis_teran, 84 ~mzi ln criticità çli çues~c.. posizione cor- rit:J1:.mr1.c <:l discorso co.'.lC .-:.vvertenze. delle necessità di non f.:ire <li questo 11 sistèmc:; cucsto è il socrotismo delle filosofia, perciò in questo· senso il socrc.tismo della filosofia non è che non è sistematico, perchè Platone quen6o erl'. ·3iòwme ere poetc. 1 e qUc'lndo, non ph) giovc~a,. fc"rc dimenticò di essere J?Oetc, per cui il diuenticarc cpminciò e filoso- ~i essere poeta si- . ·3nificò pur1 se111pretpensc.re per irnme.gini'. perchè Platone in que~èo filoso~ riconoscevc. fis:iologic~.mènte di non potere non essere in qunlche, IilOdo rncledettc.mèntc -poetr. pensnndo, pcrchè in fondo questo significo. nccet_tar~ che il pensa.re· debb::i. decline"re la prescnzn nssoluta di sè, dr-.to che diversar.1ente. o hn pens~to o penserà., e non è che èun nut aut, in qtiento; sie. in quc.n• to c..-..n.mdo pensnto, sin in guc..nto essendo.. condotto a. dover ~Jensc.re 03ni ct:so il è solo la fu.~n .J~ è sonzn se stesso •. lv.la ~r.~ i.J~psnre dopo, in n9,scitc. del discorso allora questei peurél, di essere senza s~ stesso, le fuga dalla pcu- ro. senzFi yr.:urn, cioè. le µcure che non è corc~1io9 proprio perchè_. scnze pf.urc:; il discorso,· se. non riesce nd e.vere· paura della sue" ste;»sa pnu~o. metp- fisic.:: perciò è dete;ni•inc.to a. questa estrazione prinulria secondo la qunle il tcmpo.es~resso in realtà si~nifica rispetto nl discorso la Jis3iunzione del' principio. Allor.<'. lcè espressione del tempo in ~nto è cib che è costrui- ta della stesse c..strazione prLaaria è la disgiunzione originnria del princi. e v; o@.· è il princ i p i o c h. e è .~ :i nre, s i a . il pr i n·:;>io, . s i n il pr i ncip i o d e 1 coi&i.&.nc ·cipio ~elkì identità, .è il principio che è sin il comincia:ro· 'in \'..s'Uantq prin- Cii:Jio, sir. l 'idcntità .in çuc,nto principio. L'l. disgiunzione. del pi;inc.ipio in c.uc.nto origi.nnric~, s.tn a si311ifi.cnre che il discorse? ipizielme_nt:e non hl'. ln _?ossibilità di cletenr1innre le ne3nzionc tra il principio ,e il princi·pio, nnzi il discorso è corue se fossa turbato Jo. queste di.sgiunzione, cioè è COI.le SC ['. questo punto penso.re originn.rinIQellte riuscisse e.d essere soltan- to ciò che· il penscrc riesce c. l.nnciare dal principio delle ..identità fino al co1.ìincic.re in t!unnto pri.ncipio,, in rnod.o tale che lanciore se stesso .dal principio del cominciare cl principio d~llc. identità, Vmcinre e.ncore. .. se, stc:ssd dnllc- identità in quc.nto principio al couinciare in 1.iwmto .,principio· sir~ questo stesso pensare, cioè sia qu~sto s:tess9 detE?nninarc ,se stesso_, Mauritius_in_libris - 85 dt~l . principio,. non ex se, nep_pur9 .ex princiiJiO,. sic non d;;i. sè, sia: :non : mn nllore. per ·dovere ch!cde,re d,n, che c9.sn1 Se d~nque non d!!l discorso, se non dal pr:Lncipic ·:lei discorso,, . .. . cosr.?·" .l11c. . .qllQl"C. cos_a? .E questo "4llor.'1 da che .. . .... ...dc c.he . ·. ·. ' . ~ s·ignifiçherd~bc CQ~ .~l qisco~so . ter-.esser.e ~dn . _in. ' (~U.'9.~çhe .. . ' . ; modo è prirun del non po' ' .· ~· .. · . ' sè :e dc.l' t>i::incipio... di oè.•.. E ' se il discorsq fosse prinic. del . . ... ' non potere .essere J\a . . sè ·.e dcl· prinçi?io ,.cU !3è,_ stiraao dicendo che se anche ,... riusciomo c. f~re ··.>" . • qucsté". domendn, sic.mo rL;insti nelln trappole del non pote- · re essere nè da sè nè do.l principio di sà; il "dunque da che cose?" si3nific.:: il non potere essere nè dci sè nè dal principio di sè, che 3arebbe l'essere, ?rinw. del non ?Oterc essere dA sè e l'essere prime d~l non potere escere dal principio di sè. Dunque il ternpo è vermaentc es?resso, cioè' il t(:11.po è vercSI!1ente senzc. se stesso i perchè solo 1 •essere del discorso colite discorso mi può intrnpµolarc in qucstc... 111é3in metnfisicc~, vuol jire soltanto ncturnlrucntc senza tcm?o, cioè essere dove mete.fisica ~cnzs. ciò nel que- le le cose sono, cioè essere semm il tempo nel quele conosco le cose,. per cui nessuno potrà convincermi che è rn~ion necess~rio scrivere la "Criticn dello. pura" per cnpirc che il conoscere le cose nel tempo non è metafisi- ca. Chi hc. 111ci pensnto che l'intuizione sensibile sin principio del è.iscorso metcfisico ••• perchè quando S. Toiiil.Jnso f& il discorso dell'astrazione progressivn, non è il èiscorso che fa nlia maniera secondo la quale Knnt pensEt che sia stato fatto, ru[", il discorso Ji n. Tor'.IIlnso è il discorso secon• do il quale si tratta :.li r:!ovc;re c.cccttnre che, non riuscendo ll pensnrc di- versamente dal pens&re, dev(; r:.lumo conoscere il suo minimo, c,nchc S€ il .,:inirno del penserc corrisponde al rnessi1..o delle cose che conosco. Nn dnl ?Unto di vista originario ~cl discorso in qucnto filosofico, possicrno dire che r. questo punto sieJ&10 nel tempo come tf.'mpo esprE:sso, nel senso che il· ternpo non esiste; il tem?o non esiste perchè se esiste fuori di sè. e in quento fuqri <li sè, l 'esscr~: fuori di se stesso, cioè l'essere esprE:!sso, è il cominci.e.re del discorso, non è l'c.ndc.re ::-.vnnti del tempo, cicre ~.cl discorso secondo il quale scr..tte le. trl'.ppole. so non può essere sir:. jl'). 111n 11.1et~fisicn: il co1;.inil discor- sè, sic dal principio di se stesso,. e cllorc dn questo punto di viste e proprio per questo il discorso è come se fosse ten- Mauritius_in_libris t.s.to e chiedersi "e nllora cfo. che cose.?"; quando il discorso si cl'tie,d~, e "allorc. r,-lri che cosl1.?", i)ensnre sign.lfica capire di nori dovere risponqcrc.,. ., [JCrchè, .. '~uc..lunquc Si<: le ri.spostn, lE'1. Verit.~ inizic:le· è_ ché in q'®~té1 ,~\1p+~:--, • I • • ' rr: ~rÒ')rio ques ~e domnndn riconfermn che· tl discorso non può: es.sere_ n~ .. d~ sè nè èn.l. principi? cU sè~ in qUll.nto nel caso snrebbe · pTirna del non poter essere dc!'. sè e prir.~'1 del non 1Jotere essere dal -principio di sè. Mauritius_in_libris ' ·~ •• 87 '· VI.. - LA DISGIUNZIONE OitIGINilRIA DÈL PRINCIPIO. L'nstrc,ziope._ priml'.~i~, o tempo espre·sso è la dis/µunzione fri;J.ina~ia del i)rincipip, quind1- _sic. il. princii)lo del CQiidncinre,· sie iJ,, p.rirtcipio de.1,la. identità; è,cssen~ie,le tènere presente che qUnndo'idice principio dclln ijentità-lo dico in . rife-rime~to .alia ·identità dellè 1·quele si :è plJ.rlatoj per! . . . chè l'identità è. ,corne se fosse diventntn principio di se stesse i,n virt~ì '· del 1..1c.ncc.rE:?: e se. stesse, ;. ·~ ' '.:..: : çucf r.mncare a' se stesst! che fa del principio e .· . . . delln identità i-l. principio dell'identità. Il princ:ipio d~ll'idcntità si.~ni...:.. ficc J.:>er que~to, :( :~- . v:erso. di, questioni che l'identità è o at:riva ad essere prin-' cia>io <li sè ?er mezzo dcl mc.ncl:re n se· stesse; è i:l ~Jancare dell'identità , stess~. r-,11.n identità che fa dell'identità il principio di -se pri.~cipio Il delle identità, dc. questo punto di viste., corrisponde allo stesso uu::nc'1re :.--~ , che l'identità è nei confronti di sè, e solo per qUcsto .l'identità è print~lc,' 1un cipio, e non principio in çunnto prinbipio di sè; il_ nancnre di sè e sè costituisce il principio di ci6 che è il mL1ncnrc di sè a sè. Se do-· vessimo pensare per oru e nel limite di queste questioni l'identità, dovrem1uo dire che p~nsnre l'identità nel limite òriginarie> della .st~ss~ disgiun- zione del princ-ipio signifi,cc. _d~vere r-icono·scerc che 1-'ideQti~ è yrincipio in ~ut>.nto il suo essere principio· è quel rnot'lcrire di sè. o sè attr:averso il quc,.le l!t identi.t:à perciò è principio cli sè; sia 11 pr~nc:ipio del co,mincic- re, sic il;principio qellc identit\ còEie contenuto·.della d.:is3iunzione stcs. , . se stc.nno e si-JOificnre dc._ un punto di vista speculativo cha, in ~~fi)ti te~ mini non posso-uso.re spcculctiva!nente·i 1 identit~,-non solo pcrchè: l'uso ·spè. culn.tivo clovr~bbe risolvere le. dis3iurizione di sè dal cor:iincinre, mc. !Jerchè , q~sto c.ddiritturc. l'identit:à da punto di vistn è lege.ta .o ~l cominciore che lr. esclude dnl cominci~rc del co111inèierc nel principio del cominciare • . .\ ·: - ·' . .. , .' . ~ . L'identità .che è pr~ncipio di sè in qUrinto è Iilllncarè di sè n ..~e stesso, è ' . •' quel cot.1incic.re . di s~ in. s·e stc.ssc:i. che la esclude da quello eh~ invece il cominciare cori:ie te.le dovrebbe riuscire: nd essere come'' cornincinr_e e secondo il princ1?1o Jcl cowincic.rc, èioè 'secondo il no1:iento iniziale ~el _co11dncinrc e non dell'identità. Vicevcrsn il principio del co1uinciarc. è l'clawento Mauritius_in_libris -· 88 cUs.1iunto del principio dell'identità termine altrettnnto ecl:t.il:.c:~~ncipio dc;t~~ 1 iq~~t~;-è il ck:l principio dcl co111incierc; è come se noi dis~iunto dovessiIHo 'dire:· dunque ·il discorso non è,· tanto il discorso .non è, che storiCC:Iilentc l 'iirlico. pòssibilità . . di fnré essere il.· dtséorso è~11 chiedersi che senso ebble dire: ~-;i'dunçuc <le. che cosc'l?:n; se il·principio originarirunento è cor11e S(; tnon potesse intendere ln s\Ul 'stesso con~iunzione; iL non int~nde- _. re il suo essere con3iunto di sè<a sè è il suoess~re dis1iunto, se il prin~ { .. ~. . ~. cipio nel suò stÉ:sso · teri11inc .. ori~inerio è tnltiente dis3iunzione da non po- tere neppure "essere pénsntò èÒme-''diviso de. sè ·e. da non potere essere, qµnl- cose:· ao~in Gwi1e si i.Jùè-.pensnre L~·'divlsione tlcl' princi);)io. ·S~ traçta. di unn congiul{zione_: parellcia elln divisione, cioè ·si .-tratte di una divisione o •"'/ ·;' • • • ~ V ': "• O : .. ' •' ~ ' ; del principio ché rende pcra.lleli l termini. nelle ·divisione, ·siç. il pri,nci- dell~ td~ntità.~ia·t1 pio pr:Ì.nciipio del cominci.:ire; per cui.la Jivisione è come se suppo~e·~-~e urie cori~il.lnzione-·nei cui confront·t rl termini ~o~~ tet'- disgi~ti. che son~dis1iunti solo perchè stenno sullo stesso pinno~ mini La di_s-_~iunz,ione ori~i.m::r:i!l ;dcl principio è come se fosse_ ln. ·supposizione rnctefisicc .:lella :~ongiunii'orlè originarie -del prirlcipio, t~nendo presente che l~, :J:i.sg:Ì.unzione ,,, . ·. j, .. : - . rispetto· ntl.n dongiunziQne dcl "P°til'.lcipio :non. sigt)ificr. .. ~- ', ~ i: . ..J:..- ' . . ·~ . . .. lo divisione me· signlfiCL1 che 'dt.lln: ctm3iunzione ancorn:,più otiginor.f.n _del1 'originc.ri~ e~-sere dis.~i\Jnto dol p'tincipio •· br·: corigiunzio~e non può 'essere spcccat~ <le~tro se stesse, cnzi essa: costituisce,11 pieno sul qua.le sta.nno. . - ·•. in modo parnllelo i termini che 'nvrcbbero dovuto fare . lo. con:~iunzione. Il principio cfoil' identità è lo' ·stesso che il cominciare del discorso filosofico, _cioè un (ft~corso filo.sofico per essere tcl~ ha COlile pr_incipio l' id_entità. S~ pvtcsslmo ptirter~ del prlncipio delle. identità ~OliJC. qualCOSll. che . fosse lo stesso principio d"Ù .co1.-iirlcinre, in qualche mnnier;,::i ripeterellll!10 111 l~gicè. cla~sicn dello • 'stés-So principio· di identibà; invece io sosten~o •. I che per potere· ce.pir~ çuestli éventuclc · 1inea· di. discorso. çlc.ssico, .. biso~na rendCJ='Si con.to dél fo.tto che dl'.1- punto di Vista della disgiunzione i 9:r,i3ina• ri~, le. disgiunzi6ri~ 'è une supposizione 14letafisica, dove l 'effermazionc è ' pesnntè là, P~:rchè il:ine't~f:i.sico'<li questc. SU?posizion~ none~ ci.ò -~he st.::t di è ciò· ~hé dovr~bbe . 'riuscire dd essere condotto di' qµe., f::n qucnto questn Mauritius_in_libris in supposizione sono C!\JC.nto mete.fisico. signific·a il dovere sl:lpporre che se ci t'erù1ini dis3iunti, e non divisi,. cioè _t)l!rclleli, questo significr:: che il· loro 9i3sère ·c.ssicMe, il loro ,~:vc_rc rciJ_.)orto è il tenere supp-ostn la con~iunzionè·; è~llara in;. c:1uesti ten.1ini pensare il princi;>io d1 livello· ori~i~ nò~io :clella ·.sun stcsst: dis3iunzione è necessità di supposizionè metafisica, cioè ln necessità. <li un..'l. ?Os-izione .che stc. sotto ciò che' suppone: non sto ..) . . ~. ' . . dicendc>&)resup?one,<-perchè. non potremo Ul.ai pE1 dire presuppone .. Dal punto di viste dell 'cstrczione pri~1c.ric., non .so.rà più possibile ai;a&ieti::ere o non er.imettere· i presupposti, perchè il tempo espresso: signiflce proi)riò· il to.. . . . . 3limento Jclln pr1:fsupposizione. del tempo .che sareb~e prima dcl su.o essere posto dopo; cioè rlel tempu che s~rebbc il principio. del 'suo essere qualcosa che s·té'. posto dopo, cioè del _suo essere fondmento in qualche mnniere. perchè non potremo dire fondcmento_, perchè viceversa del fondcmento dovrcI•tO dite. qualcose di cui biso_gnerebbe penscre quc..lcosc. Dc. questo punto Ji 'TiStC. è proprio· -io d:Ì.S 5iUnzione orig:l.nnrin dcl principio Che mi dà la SUp- po.stzibne itr qullnto mete.fisica; questtf è lo stesso che: ln congiunzione dcl ?rincipio e questa significa. l 'csser_e il principio conie necessità del suo stesso essere con3iunto. l~. questo. lo posso pensare solo n condizione del . . . porre sotto questo stesso, sotto ciò che è ln dis3iunzione dcl princi?io. Dunque il'pi.::i.no ncl·quc.le lrl.dis~iunzione originarin ctcl principio funzio- ne, è il ·pieno sotto il q~.le- la stessE. _dis~iunzione originnrin r,d dà quella &>rima metafisica. ori3inc"ria che è le sica èivcrsc" da c;ucs,to ti~lo st~ssa impossibilità di una metqfi- ..di rnetef.isico. originaria; in quanto se n questo· punto metef:i.sice Si61lifiCD. rnetafisicn delle. dis<~iùnzione. ori;~inaric della supposizione, ùetefisicn c:;ui non potrà i,Ji~i ~ignificnre ,.se non un discorso ; che attinge a' principi eh~ non hanno b_iso~o della provn dell 'cspcrienza: que~tc. è le met.?.fisicn fc.cile sic. per_ chi l 'nffenac,' sic ·?er chi la ne1a, cioè un di~corso il cui -?r-incipio sia indi;,Jendcnte dc.ll 'cspcr'ienze e da tutto ciò chel'esperienzc. .s~msibile .è. Vic~versn, dn questo punto-di v.ista è come se dovessirno·:dirc: i,l c!iscorso nel mo1"'.lent6 originerio di se stesso corris·:>onde oll<: stessr;. ir•.possibilit-1 delle lilcto.fisicn nei termini nei que.li 1:~.bbiòao chie.rito dt: .questo. punto di. vistl'- che non sc.rà più possibile per- Mauritius_in_libris - lnre o non parie.re èi- presupposto; stessv, in SU€into _:P'?S~9,_ invecc_~·J.el· 90 ~ffermnre .. o nc.~ore 1 1 cfrcrm~zione del.presù~~osto il presu?posto è lo è,eS?licitamente il prcsup- negc.zione dcl presup?osto è it.iplicitamente il presupposto; ·-tµtto sta a_ vedere se il presupposto è implicito o: esp1,icito 1 se ...rtegq ..ilpresl.l;>?osto· (He3el e Rosru.ini), e.ffermere questo· è vero nclln·misure in cui, questo stesso è·~ 1 'unico presupposto che non potrò mui 'Pi'ì togltere, :rnc~ ril'- lo. stesso modo affcrtnare ··questo come 1 ~unico présupposto· che rion: potrò mc.i pH':1 togliere, significe. che· il presupposto è ~rivàto n quei· 11mite estrc- -mo · èi sè··:di lè dt!.l qUE'.lc non sono più ·possibili del -presuiJposto altre versioni, cioè il disc0rso clnssico fino al discorso tr~scenèenttilistié·o, cioè ·il discorso. c.ristotelico totiìli!Bsir,no fino nl discorso hc3eliano ros1niniano ~·un :discorso' èi Lineo di sviluppo coerente, p~rchè dalle rJm:ilissione del prd;upposto P-llc ne3c.zione del presupposto, il· discorso è il discorso s-econdo il, (!uale, essendo pc.rtito il di-scorso s'.tesso co11•é' t1m."Jissione dcl presupi>OSto,. perciò la fine è.cl discorso· è il presupposto come ·linii'te ·ael discorso, se· ·-il presupposto<significr-: il presupporre in quento t.~.le~ · Il principio che è ne3nre il presupposto, co111e sostengono Hegel e R.osrnini 1 cioè che lu filosofin .non deve ;prendere r.a nlt:ro il suo oggetto come oggetto fondamente:la (inf<~tti He~~d :sostiene co11-e principio che appunto .il .presupposto non è .e Roslltini ti.ggiunge che·· liJ: f.ilosofié1 non deve accettctoe dl1-tÙti'o .1 'og~et~ · · to fondl'.mento.ie), csignifica poter riconoscere che principio è lo stés~o presUpl,)orre in '-iuento te.le,. tJerchè è co1ne se dovessiri.i<>" dire che mentre 1)riMe' non scpevcri:1o"che presupposto signif:l,.ca· le coniugazione di se stesso; ora sc.ppicmo: ·che·ne3arc .. il presupposto significa' coniugord il verbo presupporre, cioè la filosofin inizialménte sarebbe ,questa coniugazione <lel presupposto che npìlunto elimincndo il pre'supposto mi lascia. il presupporre; cioè nfferma dcl presupposto che lt.:!.' "Stessc!l neJ&zionc i.l.el presupposto è essa il .;,irincipio, ' ii::..:1. se è 7 ln stessn ,ne:~ezione del· presupposto il princ-ipio,· signi- ficc che questo è il presupporre in "iunnto· tale. In bese n che cos·e ne;3hin.mu il iJrcsupposto se non r->.mr.lettcndo che rte'3are. il presupposto è 1 'unico ?rc- supporre· di cui .ln ftlosè>fic. possa Gsserc dègna, o se non ammettendo che il presupporre. ·in ·quanto tale è 1 'unico principio de.3flo del discorso filo- Mauritius_in_libris 91 sofico cor•ie discorso · spcculc.tivo? e questo è Hcgel e perciò in He3e·1 tr~1i crn.iente l 'esscre non può non essere se non indctcnàinato 'secondo lo. indeterlldnc.tezzc che hn biso~no dcll1.~ ~àetenninatezza, perchè alle apnlle di questo ci stc: l'Anfnn1, non il Grund-, i l cominciaraento, cioè il sistema orgc.nic~ dcl cot.1inciàrc chei ·è l 'ldentità, l 'E·ssere, · questo vuoto. E dunque è l' AnfE.n} è,ell1.1 filos'ofié,, e questo t.nfan:"t che cose sijnifica se non che in qUllnto l'Essere è vuoto è principio del comincie.re, fùe in qu.anto l'Essere. ·è e·sserc· è ?rincipio della idcntità.t e allorc. l 'esserc quésto vuoto è il ·sisteliic. or3c.nicò ·delle di·sgiunzionc del principio, dove lo speculativo consistereb- be nei' fr:.tto che è necesse.rio speculr1tivPrnente ·che il· discorso cominci cosL Allora non solo noti sc.rà p.iù legittimo prirlare o non pe.rlare di presupposto, ll'. filosofin nel rno11ento ori3innrio <li se stessa non può ~.vere, co1uc probleiun c~el suo inizio, le. decisione tra il presupposto e il non presupposto, in quc.nto te.le decisione ·è sisteracticn e non originaria; lo stesso termine "presùp;>osizione" è un sistema, pcrchè significa ln supposizione che viene inteSéL co1ae prirnn, cioè ;>ense.te. secondo ls. temporalità. Ricordate la 9iestionc nristotelica. secondo· ln <iunle dc.. Aristotele in poi pc~re che si sia sem- pre costretti e dire: c'è un essere di tutto ciò che penso e· che conosco che vale in confronto e se stesso, nn c'è ci.nche l'essere di questo in confronto e sè che vulc in confronto ~ noi; sic in confronto nll'essenzn, cioè c,ll'nssolutczzn di se stesso, dove il te111po non esiste, sie in con,fronto ,"'. u1e, _èioè alla soggettività che necessarimaentc mette fuori il· temi.Jo. Dcl iJrirno j;>ùrito di vistn 1 1 essere èell 'ei:;senzt> in confronto· a sè è rimasto platonico, perchè- senzc. tempo, ma se questo v~le e vnlc ·in rapporto a 1ae, so~ gctto conoscente, e dnto che io sono tele nel limite· csistcnziele delln iuic. determinczionc ontologica, dun(}uc del tempo, nllora, se·?osso<pensare l'univeracle, lo posso pens[<rc solo seconno l' indbridua.le, cioè secondo un vin-· colo ed il vincolo, se. è. 10 ori:~inl'rio, è il vincolo nttraverso il qu::ile dovrem. . non riuscire cd. a.v<;:re il principio co111e disgiunto, il vincolo sarebbe la congiunzione del princil_)io in c:;uanto te.le che è esse stess<i ltessere·del principio, il' principio congiunto a sè è- esso perciò principio. Qunndo sie.mo stati ,".l.bituD.ti ['. le~3erc nelle vcrie filosofie che i principi sono diver- Mauritius_in_libris 92 si, çuesto non eliri1inc. :tJerò che c:uesti siano princ:f,pit l'idert di Plntonc non è l'ide.!:. è.ell 1 essere di Rosrnini, per~ s.ic l'uno che l'.:~ltrc sono prin- ci;,)i e principio vuol dirç;; che per dovere pensc.re un discorso filosofico, è.evo individuc,rne il p~to di pc.rtenzc.. Quc,ndo es.istenzialrncnte parliamo di un principio, supponiru110 è.i e.vere chic.ro tutto il sistcmn orge.nico delle :ç-elc.zioni nei cui confronti. quel dcten.1inato principio è princi?io: e .. ,_ .. ~ questo v~le in lin~a elemcntnrc. Intento possiruno penscre il principio co-. me inizio in quanto dobbiar~9 .-. stare attenti che quando d~cil\Iilo principio di;- cicmo inizio fondor.icnto ·, vincolo. di ·tutte le relazioni, e cz:edV:-1110 invece di cl4lre la cose più. semplice nppunto perchè s te all *inizio, ;;>crchè dipcnè~~n sè.. Invece ven. ~o e scopril::c che,. quc.ndo i 1 pens,'J.re è nonor-pensare sen- z~)lque sto !!2!! ven3n, fuori, per cui non fnccio filosofia, e sucsto punto non c'è.problcnu::. per se.pere che, qunhdo. dico principio, questo è il diventnre quello che è in rapporto e tutte le re~Dzioni che esso costruisce e dn cui esso dipende, n1c, c;uesto lo esercito e. non lo penso. Lél disgiunzione ori3incrie. del. principio è essn ·stessri. questa supposi- zione metnfisicn, dove ciò che è import<'J.ntc è che non serà pi-) possibile pe_nsc.re o non ?ensurc il presupposto; il presupposto è un mettere ossierne le. G.is1iunzion~ origina.rie. con ln supposizione metàfisicn, cioè un tenere cssieme ln disgiunzione originaria con il suo essere sotto, essa stessa, sotto se stessa come c011giunzione, ed il dovere intendere che allora lei disgiunzione, originat'ic. 1 co1:te tenere legnte. se stesso. c.lla con_si1:1nzione che sta so.tto se stesse,, stn u singificcrc che ciò_ che r83gc il discorso è il principio, in t1uanto 1 ~es se:r,e principio s.ignif ice l 'c,s sere con3iunto Ji sè (). sè; tiw. le disgiunzione ori3innrin invece mi fn pensare nellé'\ r11isure, nel.• ,. r 1.::. quale pensare significc. che la dis;;iunzione origino.rie per questo è dis~iun~ione ori:~innrie. in qunnto è colite se fncessc nascere dn sè c1uellr:. rne'.'9 t«:fis'ica che non può ?Ft nnscerc: òopo le cUs5iunzione del principio. E queste. mE:tafisicn è l'essere metafisico delln dis3iunzione ori3inc.Tia eone sup- ·. .. posizione, cioè c..or.ie principio che è .l 'ess_ere di sè con.5iunto con sè, per cui l".ppunto l'esser~ c1.ellc dis3iunzione ori3ineria il principio dis3iunto è come se fosse retto dc une. mctofisicn che, per essere ciò che sostiene Mauritius_in_libris ":' .'93 il principi.o dis3iunto, non snr,\ .pi1'1 :~)rinci?i:o questo, punto. il ulth1D. ncqL'.zi~nc in çuanto .... olt~e 'il principio dtsgiunto, cioè a ·dis~iuntò è, .es.so ed -essere Ln. prbll!',· ed. f..clle metcfisicn, perchè tt.ltta la. me.~~fisict.! che è, se è, è il reg3crè il prinèipio'; cioè i il de.r~li modo di esscr0 dis3iunto:,. per cui dr. c;uesto punto Ji ori3in~.ric. zionc del vi~t,r.,_ metafisica si:=;nificn. fondaxi1ento principfo~ dell~ di's3iun- un fonde.mento che cse.urisce se. ste.sso ,. pe:r cui il ?rincipio può essere. p,:-incipio e per ..cui clc.l principio J..I\ avanti, prim?ipio significa ililpossibilità e non. necessità di fondm11cnto •. L'Unica metcfizic.::i: pos.sibile e. lr'.. ?rime e l 'ulti in è te.le:; pc:rchè è ciò· che re3ge.:·, I il :;;>rlnc1pio in (~unnto clia3iunto, e quin'li •~1~.tr..fisicc do. questo punto .di vistL significn fonç.m.<ento della dis~iunzionc ori3incricr del princi;>io, dove ·fondc,mcn:to _vuol dire il principio couie esse.re ciò che è .l'essere con;JiUJ;lto d:i. sè con sè, e <lo. ques.to i)Unto di· viste. 03ni filosofia ha i·l suo prin- cipio, cioè ogni filosofie. lln le sun megnifica metafisicc sotterrane.:.• L'.1 liietc,fisicn è il fondra.iento dcllt:L disgiunzione or.igintl.ril'. èel principio. E' u~ lÌlètr.fisiccC'. stcsst! ' é.l. sosténere di essere questb, cioè il fond?f&lento del. li. dis~iun.zionc originarie. del principio.: Si StEl pc:rlt:mdo non già. delln . rae. tc,fisicc. scc:oll'.'lo se stesse, nort già ckllr.. 1oetc.fisicc. in que.nto tele,; :mn si s,tc. soetcnendo che la mete.fisica è in qut!nto Jcterminatn ecLcssere. in re.l.nzionc r.~.1:-r- q:l.s3iU:n?!is>J?-~, pr.igiJ:,ln~.L~ dc~_· ~)r.~_nc~pio, ~h~ a.,.~~a_ yoltn è la espressione .dcllt: espressione dcl tç!1~ipo; è le esprcssion~ del_ ~etnpo espresso. c.t.oè . à il contenuto esplicito delln ...~:str.nzio.ne IJri1.icric. E ~e .~llora è nell..'ruabito nel limite. di quello, che io per orr; sto intendendo. come astrczione primr1- ric che 1(: mete;fi..sicc è questo, cioè· 1 1 essere il fondr-Jnento dell!'. disgiun- · zione originaria del princi?iò. In termini di L;lplicC'...zione cfol· discorso, le-. '}-\èstiorie. è pi:•ì 3rc:.ve: chiosa.re ln mètt-.. fisict» in '-iuc.sti termini significr. ricord~rc e riconfonir:•:rc che ciuesto ch,e_ la. weti!.fisicc. è nc.sce dall 'csserc rnetnfisico che il pr·incipio è in CIU<:into l 1esserc con~iunto di sè con sè; è couè se .. stessi1uo dicendo:· noi non possie. mo pehscre la metn.fisi·cn se non nel lh:dte, cioè. nel termine nel quale .il principio è· C.:U9ll 1~ssere congiunto di' sè ,::on sè, il; cui essere è in un certo ;·nodo da cui nnsce .quello che io sto ·èiicBml.o 'questo elle In metafisicr; è. J..c implicnzione deve cssQre fet- Mauritius_in_libris d~ve te,, essc.t'.C res~. esplicite. dentro se stessa; il rendere esplicite. le \ I ir;iplicr~zionc, < \.. cfol discorso si;3Ylificn dovere intendere che ~sto " che sto di- cendo coue rnetc'.'.fisica, dunque il fondra.-iento ·delle. dis:3iunzione ori3innrir.: ·:lcl ?rincipio, è ciò che è ::'ieten·11inl'ito ei.d e~scre da -iuel ,ten11ine ~el <:'Uc..le, ciò che lo fC". essere, è il LLOdo di essere dello stesso ?rincipio. Ecco le · difficoltà l'!ncestrnle di ugni Lictnfisicr:. consnpevole b incons.-:povole dentro un cUscorso consapevole o inconsqJevolc di essere tu.le, e che n;:>f?crticne · c. ogni fntic_c cli pensiero a 91c.lunquc livello; per cui e 1è unn fraternità intellettunle che. s·ignificf\ là assolut,-:i lil.r~idezzr.: delle posizioni per cui ci passicmo fre.ternnraente... scontr~re: ;:>erchà essere r.m1ici si311i·ficn. volersi bene n ;livello dell~ sere ènpélci di contcnck~rsi rélgionc, mc. yolersi bene r:. quel livello significa esil bene che ci tiene c6siemc. E cllora dico dc. questo punto di viota che lr. implic~zione che debbo csplicitnre necessnrin- 1ncmte nei confronti dello stesso discorso, (enzi lo· stesso discorso che, essend.o interessl'.to r.ille ql,leStioni originDri~ di se stesso, è <1ucstn neces- · sità·di sà), .-:onsiste nell'etto ci.i prE:.nrlcre necesserict.1ente consnpevolezz.'2 critica di se stesso che consiste cioè in questi termini spietati dcdlc stessn situazione origine.rio.· J.cl èiscorso che è le se~nte: ·. guesto che la me- tcfisicc. è 1 questo è dc.teri.ttinr..to c,cl essere (~r~l rllOdo di essere del principio, ciunquc è lE toodc,lità èel p7incipio che ,dctgnaiM. la metafisicc, per cui lé; metcfisicél. coi::te questo chi= essa è, fondcilaento ùellfi dia3iunzione originarie del princi?io, è çuesto perchè è èeten:.ipr:tn, le. metcfisicc., nd essere questo, :Jalll'.. i.1odclità del principio, c1.c..l fetto che il principio è un modo d'"."' es.a~+~ che è rnetc?.fisico riG1.>etto nllc sue diagiunzione origitl[.lria., in quan- to il 1uc··Io cl 'essere mete.fisico dE::l principio rispetto l'.lle, sue disgiunzio. ne origincq:·ir.-. è s~re le~ necessit\ dell 1essere con1iunto di sè con sè: questo cs- del principio in cuosto tenainc; ori3incrio di sè lo costituisce come un essere mctnfisic.o il qUL'1le es·scrc uctcfisico tenuto e;ssim~ie costituisce il modo, lr\ i.;1odc.lità del princi?iO che dctcrmim1 In che senso l 'c~serc sico c!el principio in metcfisico dcl ì_)rincipio?: in ~:ucc·i;:o t~ùc.nto l~ e se stesso nete.fisicn. l'essere mete:fi- scns<;> orit;in:'.'.rio che riguerda il discorso fi- losofico in quanto si è òf1to co:::ic tl'.lc (non ;>erchè tele), cioè Mauritius_in_libris ci~ che noi pensir.ino co'he storie, c1el pensiero;. cioè· il cUscorso, lilterc'sstttò àlle sue tllJestioni originnrie, ritrova nel fondo di questo suò intcrèsse sè, in [i çucsto ·interesse e c;ueste µrofondità di sè, il i>rincipio cor.lC essere r;1et·~. fisico in çue.nto 1 1essere r.1ctcfisico dèl ?riilcipio: corrisponde :-•,t suo essé:... re con;:;iunto c}i sè con sè che nnsce nel rt:l.pporto con· lrt dis::;iunzione origine.rii-. di se stesso •. Il principio hc. un suo cssC;rC mete.fisico ·che è un esse- re con:Jiunfa:> dL sè con sè cha è tale in rnpi>orto ella dis·~iunzione 'ori:TÌ.naria: l~esseré 'Iiìetefisico rigu._'trda il principio, la ·met1'.lfisicc ri·iuerd.'.": il .::- ..... '\.·. fondcment9; l 'cssere mete.fisico. è l 1cssere metafisico che rigunrdc. :i.1 pr'incipio in qucnto è le rnoèclit.à del· principio çh~ 9Gt;~::ru.:d:n.<:::. ;_ouesto. che è le.· 1.1etafisie.n come fondamento delle. diS'5iunzione ·originr.ria dcl. 1 principio; in origine l 1essere r.10tafisico come princi?io, ç sc11;prc in origine, le. J1lQ~f:lf:I:.!' sica come fond8lllento di clllò che il i>rincipio non··è qucndo è come essere mt~~ tafisico.· Ltessere mete.fisico è <;uall 1esserc· con~iunto del principio di sè · con sè che è il c~.cterr.1inc.rc le 11ictnfisicc.· cou1e fondm.1ento della Jis 1iunzio• ne originaria dello stesso principio. L'essere.. metafisico del principio significa. soltn.nto quell 'esserc dcl principio in un modo che diwmtt, f6nJl1.filento; 18 modc'.llità del principio rlcte·n·i1inc questo 'Che è le ruetnfisicn cioè detcrminc. il questo, cllorr, ckten.:1inr il che s~pzn lr. cose del che; queste è ·1 1implicr:zionc enorrne di questo discorso,. cioè originariamente non mi trovo il che cosn, run mi trovu il guosto che è le. !rnetn;fisicc.., 1 'essere r.ieté•fisica cfr, pc.rtc del questo non significl1 che il çuesto si trova ih un~ posi- zione che è rnetafisicc. perchè di ·1à dn, mc. 1 'essere mctnfisicn da pnrte del c::uesto, questo che lr:: rcietnfisica è; il fonde.mento delle. dis1iunzione ori'~i ne..rln del prtncfpio, il t'Uèst·o che lr. metc:fisicu è in questi tennini: il ~ senzc ln ~ di sè; infetti' a c;uesto ?Unto non posso dire- che· coso è, le;. metafisicE;., ma sto Jic~ndo. che questo :che le rnetcfisic~ è co1ae fondmi1en- to dcllcl dis1iunzione origine.rie <lel principio, è q\lesto; èioè metafisica ;.~rchè detcrn1inetr.t nel essere tnle dàllr.. -raodelità Jel principio che è 1 'es- sere mete.fisico del principio, dove l'essere roetr:fisico dcl principio 'stcs .. zo sir;nifico. che <~uando il i.)rincipio ·è essere mete.fisico, cioè le raocl.:.tlità di se stesso, le Li.odc.lità tli se stesso si~nifica Mauritius_in_libris deten11ini?.re il fondarnentò e determinare questo che le. metL:fisicB. è. t 1a nllora l 1essere 111.etnfisico co1 rne essere metc:fisiCO Che ncceSSE.rirn,1erlte è dcl i;)rincipio 9 non p\JÒ non essere se non del principio non solo è le modalità di sè, tà Ji sè che dctenninr. il ;>rinci:t>io al fondamento è quella. Itloclnli- lìiC. ~-,.ttrD.versu principio si ritrovc diviso, diviso nel senso delle . ; <lis~iunzionc. del principio è intercsscto e, costruire i.l fondcmiento, nelL1 quale costruirt.: il fonr~aJento si3nifict:i. ne,3c:re il il qun.le il L~cssere ~aisurn ~:>rincipiqs. nelL:-~ nelln stessa Llisurn nelle quc.le il fonèc111ento de_terminnto significa detc-ç11i,nc.re ulteriorfi&~ntc -· il fondéllllento e Ls.$cL::rlo tutto nel che, che non hn lo. cose di sè, cioè nel questo che le metcfisic~ è co11ie fondc.rnento della disgiunzione ori- ginor.ia del principio.• L'essere metll.fisico del ?rincipio ,non p9ssiar.io dire che cosa è, per necessità di .Jiscors0 coerente con se stesso, perchè sono. in origine senza le cos.s. proprio del questo, essenfo in o.i;igine con 'hna metafisica secondo la qurtle Iiietcfisic.'.::. è, questo, cletenninctc. dnl1 1essere mete.fisico del principio, nessuno può dirmi che cose si['. l'essere metafisico del principio nel senso secondo il qunle non solo è chi~ro che per questo t:i.nche. l 1esser4": metafisico del .t>rincipio è ln stessn I1Kìç1alità del principio, mr: è un senso ancorn pH1 profond~i1cnte corruttore nel senso che la fc.tico del pensare è dcstinnto. ad essere l.'.', fntice. delle sun corruzione; riuscire. ~-pensare origim:riamente in questi tcnnini signi~icn riµscire c. corrompe- re- l'ori3ine nel senso che l'origine genere il tn.rlo di Se stesso, riuscendo c. costruire nnchc. il leJno dt1 corroi~ipere. E' cd1&1.e so i.Jensare se essere votnti 11lla corru:.è:ione dell 1ori~ine, dove corromtJerc l si~ni.ficns 'orL~inc siJilifica sc..pe}:"e il princi:t>iO co1,10 ..quel:lri ·n1odP..lità. di se s.tcsso che è vero . h_,. .... . ...... , che deterr.1inc ln rnetnfisicc, J11C è cltrettnnto vero che determinc. un rJodo di sè, l'essere met.:.fisico, che corro111pe, cioè corror.tpe l'ori?ine che rc. il suo disfarsi, perciò rnetc.fisico que::;to essere; questo le corruzione èell 'origine, _per cui rnetefisico do c'ell'essere metafisico del le.. mete.fisico (~opo ~rincipio, t", ::~(me: ~enerazione questo modo, che è il del!"110- è nccessoricinente tutto ci0 che non è, (ctopo cioè cl .Ji là Ji questo. necessità. èi genni- nerc l'origine), perchè_ dopo, ciò che le. metefisic<:. è, è neccssnric.r.1entc l'essere di là dalln _cosa; ~.>.erchè ho vinto la ?flurc di pensare: perchè le Mauritius_in_libris - cose del ri·1~n~9.esis~9~0,,.perchè 97 ·- il_&ùonclo esiste, perchè lr, cosa CI'l;'clc;:uno cor,ie be.ne fattore dellè ~aur.:i. ::lel. pensnrc l'hc d~tn, ~el che, e.; questo qunl- cµn9 è i~. :Jio indegno,<.~1·~· essere dio, .:i,n quanto- è queLq\,lalcuno. il quc.le, ~ ;. , ' c..ver1d9 · c;:ompns siòne cH. i:ne éÌ.'le , non· ric.s'co c.· i)ansare." peréhà,. otri5innto . . siero d.s. {~u~sto nei çui confronti ln cose. del qu~sto al .pen- non è,· io .. ho paura di nvven,tul;'artµi nei ;Jerindri Ji questo mencc.re delle.. cose rispetto ol ~sto, ctf infilc.re lF.i. ~orruziono ~el cw.nele dcll 'ox-igine, tanto pi•ì se credo che. :l.nfiicrc tnle canale signifiç~. mo:I"ire ;:>rima .11 .tutte· le cicute di .questo ' monç~.o ~. • •' I pi;-ir.ta e.li tutte_ le ' • -u~rti che le vite. storica mi può dc.re, e noi di- cimoo: n1ci.. è. il .raio tè1iipoJ1.i morire., qu,1nc~o inv~ce ;_:>er · le; ·lìt0rte. è ~e~pre .: il suo. tc':'1?0 c.i vivei;-c 1 ~-uo~to, r~c nevole, mi rio~ xtili~ttc ·e{ p~·rciò 0 per. questo il mio tempo cli mo':ire,, c. per (~.i çùesto punto di vistn non penso, ho bisogn·.J ho bisogno ~,e·l ~he :-lio cret:,, perch~ un dio. compassio- c~ca il dio. che crct:,.. quc.ndo nel posto ::1elln po.urc che e.levo cercnre di r.:1c.nçcncre in :.,Jiedi; il Jio che fc..hbrtcn (e sto·n.lludcndo cl dio ùi cui pensc.re plctoni~o)' .q :.~tq.rc .poteva.~ssere cr.pcce il trç:, è stare sospeso scnzn essere costret~o e. infilcrc questi.. c_nncli originnri <lellt\. mo1'..tc primn ,di ~e. stessa. Il cUo che fQbbrice. e: "l.1uest~ ra1:1.niern è il <Ho im~.e1no di se. stesso,, i;>erciò è i~ dio .. pr:.gtmo~ pc.gena non· significc. il d.io c1.i Platone, mn il dio di t';ltte le ·pau- rE~ \.li pensare che .hntino CVUtO sempr~ ''~li UOLiini ·è,a. qÙnnclo, hc.nno CÒrainciato o. pensé'.re; dn c;uondo gli uomit!i hanno cor;:iinciato e pensa.re, hnnno _nvuto bisogno 'di·' queste cornpnssione . (~el .• dio c:i cui stu parlando, che è tele dn. es- :· sere indegno <li_ ·se stesso_, perchè ì.)UÒ ef:lserc qu~lt..nque cose eh~. sic. ~ale çla fnbbrienrai la cpsff_ chc,.·.ini serve, pcrchè il ehe. non sic senza le cos'1 ni se stesso, no~ s'ia ciò che essr. è coue fondru-11ento clclln çHs3iunzione. ori·~i nnric ·ael principio, r:Ui _sic ciò che e~s.e non è risr>etto che esse è storice.mente. sunndo storice.mentc metafisicd, e,_çue~to ~~ e si,e pi~ Plntone in ?Oi, significc scmplic,emente il sr:.pere che. si occupa delle cose che sono oggetto dcll{l. tidn cspcrio~zé.: particol~.re. piccr:. le, paure c~i pensc.r~, l•P. tcolo3ici, mt"'i. ho biso~no E nllorn a questo punto non è che cc- le. infedeltà ·:11 dio; non è che creo fantf!smii èellc. infedeltà ~a dio, cioè ho biso1110 di qunlcu- na che si chini co111pAssL:mevole e rni dii.': le cose, Mauritius_in_libris e<~ io sono proprio ln co- 98 sn dcl questo che lr.i Id.etc.fii?ico. è (uso la parola co.sa nel senso latino di ru:>. ho bisogno dhe ciò che è guesto, le raeta.fisica, non si[:', di là Ùll sè; ,Jerchè a questo punto se. 1 'essere della r;1etnfisica ~1 fondr-uuento .lella di~ s3iunzicone ori.:Sincria del propritO> riusc::ire _c.~. essere di ln J.:::.1 su.o essere, çucsto snrebbe il fondcritento Ji là c1cl :1)rincipio dis:5iunto che non sarebbe stl".to n:c3c.to dc.llo. stesso princi~Jio, to di viste. l'essere rnetc:fisico d~l ·c:u0ndo noi sc.ppicJ110 che ç1.c. questo ?uniJrincipio è proprio qucll '~ss.~re con3iun- to dcl ·?rincip.io che i.Jerciò.è l'essere rnetnfisico di questo essere del pri~ cipio· stesso, dovEi · c.llorc. l 'esscre. netafisico signific.;i le u,odnli.tà del principio che deteni1ina il principio ;.'.let~fisico, pet."chè l •esscre del principi.o ni.etafisico è il suo essere congiunto,. è il non .ç..,,ere lo. necessit\ di nivi·.fore il che dnllc. cos~, à 1::: inpossibilità c1el questo, perchè ,il principi.o non è moi çues to princik)io, 1.1e è il principio sin che sic'1 l'idea «:tlln 1;1einie- rc. plc.tonicc, o 1 *id.cr. clell 1 essere nlle rn.c'lniere. rosminiann o che sin l 'essere hc3eliòno, non è mc.i questo principio, perchè seiìr.lC.i. iè. il principio di c1uesta filosofia; l'esocre dcl principio è quell 1 €.:sserc con:~iunto òel ;?rincipio·con sè che perciò· lo rende essere .metnfisico, con3iunto di sè sè e non uno9· cioè ;>o anche c~iverso .l~esscrc c~n <1el i_)r.incipio il cominciare e nello stesso tera- dnl cominci:c.re, per cui il principio non è. principio per- chè pcrto <la. questo, çuindi l'essere hc3eliano non è :Principio perchè è l'!mfr:n;J come cdminciarilcnto, d.ove cominciamento vuol ·dire 1 'nvere e fondc.ruento il suo non essere soltc:.:.nto comincira11ento, cioè il suo non essere soltcnto il punto dn cui cor,1incic che è le.. naoessità di cornincinre ,~a quel. tJUnto. ?l;t'> çuesto si,:;nificn che il princiµio è 1~ieteftsico, propri.o percl;l:è è ,queste con3iunzioné yc.~rte in c~.i sè con sè, (love, per questo motivo., essere i,aetnfisico dn del principio <.~ucnto signific~ in origine la inversione di tutti i ra~porti, il principio è mctefisico in ori3ine, in que.nto. il suo essere mc- tnfi,sico non suppone c~i eGsE:re r1.i là G.c qualche cosa, qualunque cosa sia; "1'esserC: metafisico del prtncitJiO significE". queste. congiunzione del principio con sè, seconc!o le; c;.uale in rcnl tà tale con~iunzione in origine è ln inversione di tutti i rc.p?.orti possibili, per cui è come se a questo 7;1odo ;>rincipio fosse lo stesso· che invcrsiune ca tutti i re.pporti possibili, cioè Mauritius_in_libris è come se .fosse non-.:L~pl:lcé,ziCJne .di:.rl:l:Jport:i, .rrl6.. ·ri·succhi.o-: di. 'tutti i rap.:. ?Orti, per cui tutti i rC.i->i)Orti potranno ess(;;re se non sono stati, me se tutti' i repporti potrr.nno essere se non sono stati in originc·1 · il· rap;,)Orto non è, nun perchè sar1'., Ili<':• µerch8 il suo poté'l"e essere è 1 1 bvV:Ì.o e questo· owio ·è il futuro, rnD se questo ovvio è futuro, il suo presente è 11.1 cencelle.ziune Jcl J:>CS:JG",to, 1 1111'.'. Dllorn per pensr,re non posso ?ensnre OWilliilente, cioè sono conclc.nnt"',to per pensare a non potere i"ensare ·owi.:miente; in ori;~i ne il r>rincipio· è Liuellc.· inversione di- tutti i rapporti possibili pt;r la quale il risuc.chio di tutti i rapporti · fl'. sere :tJCrciò non sono st~-:ti, s~_ che· se i rl'l!>PO'rti µotrtinno, es- il che si:;nificn che il rnpporto non è, cioè il rnpporto sé è·non può essere· quel ?resente che è la cnnccll'cziJne del p.:.ssnto é:he rende. ;_"Jòssibil(; il futuro, j.l !_)rc.sente è quel ceà;scire. il pnssato ché·rencle·possibilc il futuro. In çuesti termini il n0stropensnro snrebbe essere ..Sémpré sospesi C:l ·futuro è noi sareullilÒ sempre futuri; sul piano c:ellc owièt~ siamo c~cstineti nl futuro, siruito conc~.annélti ·a danzare un saèba che nòrl ·è pi:'1 inferncle. Mauritius_in_libris 100 VII .... LA r·j}!:TAFISICA cm.fil FONDt~1iENTO DELU~ DISGIUNZIONE ORIGINMIA•. _.;·. Le corruzione dell'origine vele in rapporto alla disJiunzione n~ri~ rlel principio che ~ ; . ~ su2 volte suppone che il rapporto non è, a questo significc che il potere intendere ~iò che è liletnf isico e c-iò che è ln. rneta- ·f isice, (Jipenc1e evL:kntcr.icntc dclln fondnzione <lcl rapporto, e.nche se sir.i.rno è,ir(i c. çuesto punto chè è rnctèfisico ori~i eh~ nel 1L1i~e iJOS- di questo tipo di iiscorso,· ciò ciò che è la iuete.fisicn snrebbero in GW:•lche modo defi- 0 niti, perchè avrer.liìlo il principio _come quell'essere raetcfisico che. è l 'csscrè · con1iunto ·Ji sè ·S~ con sè, e le. rnetnfis_iCé1. come il che S(mze la ~ Ji che è il fobdll!"&lento dello. '...liS~iunzione ori~ineric.. del principiò. Tre. ciò, cioè ."trt". il i:>rincipio e il fonèlJffiento, è come se :l.l rç.pporto· fosse stoto dnto: il principio coac l'essere c1i s~ metnfi~ico nel senso dell'essere con~iunto -con sè, lr: ti!ete:.fisicc come questo. che .la IJetnfisica è :l,n qunnto fon- dmuento dclln disgiunzi1..me oriJinnrin dcl princi;,>io Dvrebbero rapporto nelle misura in cui il r~?porto dovrebbe essere il rnpporto tre il princi?io e il fon.Jc,mento. Il principio è qui inteso come quel raodo di sè, come l 'esscre modo in C!Uc.nto tllle, che determina V1 mctnfisicn delle; Jis3iunzione ori,:;inc~rin ~rl ·essere fondmaento del a>rincipiot fondamento tiella iu.isura in cui l'essere fondcmento do. pnrte :lelln metc.fisic2 origina l*essete mctn.fisico co11JB principio che non è, in <~Uc'1nto l 'esscre mete.fisico corile principio che non è, è l'essere str.to principio di un determinnre la metafisica ad essere quGl fonde:rnento che è 12 dis1iunzione to vi~tc, ori3inc~rit> .Jcl principio, dnl cui pun- l'essere 1.ietnfisico come essere metnfisico non è perchè è 1..'1 rne- tr.fisic.'.!, in <1u.:~nto le. rnetc,fisicn è s.uesto, cioè il fondm11cnto dell~ disgiun- zione originnric. del ?rincipio. f'J.lore in questi tennini è come se il rnpporto fosse stnto dnto tCTlrnente Je non essere, il rnpporto non è e per <.JUCoto snrà; e questo è un discorso ovvio e l'ovvietà del cUscorso sta nel futuro, cioè stn nel fl:.tto che pare che sil1 possibile b.medic.tcmento che se il rcipporto non è, per questo snrà., ln ovvietà del discorso sorebbe nel futuro ùel discorso stEsso, :...ìC~ t.!::lc ovvietà nei confronti Ji ciò che le fr:.. nnsccre, cioè il rapporto che non è, è come se si trovnsse in crisi, cioè Mauritius_in_libris 101 -- cr:mccllnr~ r'ì.ivisc. t>erchè è scnzc presente; il· present.:; è quel il _t>ess·cto che rende possibile il futuro, dr::l punto ~:a vista di ci'> che è possibile ).)Cose.re <.1cl IJensnre in prc, però, lé1. d~tità penstlrc in queati ·-~uei termini ori5inari che stanno c. significnre s'er.i- ori::3inc.ria del principio stesso, nel lililite nel çucle t~nnini si3nificr: panse.re ln re st.:-sso, cioè non l 1essere èt:to ckl dr:,tit.~ ~enscre, we oriJine>.rin. del pensr.- il cfa.t_o ori~inario ,hl cui punto èi viste vele che si ?Ossa penscrc il principio in rnpporto el fon<lm:aento senzc rappòrto,, per cui l'essere 1fol principio in realtà Jal punto è.i vista del fonde.mento è un esser~ in rnpporto senzc., il rapporto· stcs,so~ Se potessimo pensc.re il rA.ppurto dcl principio l'.l fon::fomento, hll1Cdio... te.mente dovremi""JO poter pensere che frc il principio e il fondruuento il rapporto sin te.le dn potcr~i clc.re corno ciò che ~ub essere pens~to indipenrlen• tcr.-icmte dc.l principio e Gc.l fon.Jnrnento; nientrc invece il rcpporto · che iJOS- sic.lIIlo .:)ensnre tre. il ;_Jrinci.pio e· il fondmilento è il rnpporto che possiruno )ense.re nel limite nel quc~le pensL:.'lllO i termini nel tempo nel qunle: sono ci?> che stc: in rl'.l.?J?Orto, nello stesso tempo sono ciò che vo.nno dr!.l relpporto n se ste·ssi. Per cui, se dovessimo f?ensare il principio in rnpporto nl fond<:i.rnento secom1o il rr.:.pporto coiac tnle, noi òovremr.ìO pens!:'.re il rapporto indipendentemente ;-\s. ciò che sono i tennini del rapporto, cioà da cib che il i;>rincipio è in qur~nto ,-,1inctl'.', ln metc.fi·sicc. in essere mete.fisico nttrcverso il C}Uale viene detcr< •• unnto fondcr.iento delll:~ dis3iunzione ori~inarin del princil'io. Quélncio dico che l'essflre in re.pporto·è.el princii)io e del fondarnento è scnzc re.p;>orto, è come se stessimo dicendo. che de questo punto di viste 1 1essere dell.s. rHGtr.fisic.::1 come fondeinento è neccssariél.Jìlente un ne3crc ciò che lr~ fn essert::., i_)erchè l 'esserc le ruutafisicn come fondCI11ento Jello. dis3iunzionc ori,~incrL-:-. ·lel princii:)io è determinare il. principio ad. esse- re non pH1 in quel modo, ~erchè il modo c1el principio ~i è quell 1nssoluto modo se stesso che è l 'esserc corae princik)io, è un determinc.re l 1esserc del princiiJiO che non è un essere del princi1Jio in ~luel wodo, non è quell'esse~ re dcl principio risolto ne:l fonèrnaento: l'essere r.el principio risolto nel fondranento è la mete.fisicc, l•lC è la. mctnfisicn in quanto 11.etnfisicn si3ni- ficn fonde.mento delle, dis3iunzione origino.rio. dcl principio, il principio Mauritius_in_libris 102 risolto, in \.1uc.nto ln risolu~ione del principio rui servG }>er porre .in cri- ci il principio stesso in r.'}pJ,Jorto c.11 'cS:sere r.ietafisico ò.cl princ.ip·io, dol'~:Jsere ve: l 1essere metafisico del µrincipio siJUi·ficc di sè con3iunto con sè che non è uno, o· che non si ~ifica essere uno, che è non-:uno, per cui l'essere rc1et:1fisico del princii)io è lo stesso che essci::e nqn uno cor.ie ..tale, eJ è come se stessiiitO diccnr.~o: dunque le metafisico non può cominciare ·.lal punto ·:li vistn di un discorso origine.rio, se;:condo il quale l 'ori~innrietà del discorso consistcrcbbc· nell.:.: ;>0ssibilità .Ji pensc.re il prinèipio·co!ae ess~rc uno, ,Jerchè pro?rio l 'csserc (fol µrincipio cm.ie metafisico è di non uno. Se noi pcnsicnio che ori3in::iric.ruente il principio in .ti:nto sic essere rnetr..fisico in qu.'!nto è l 'esnere: congiunto di sè ·con sè che è non uno, ct.s 1P questo punto di vint[:. è co;.,.~; se. stessiWensanò.o che il ripensare i,l 1.>ensc.rc ple.toniéo che si3nificc il ~xms2rc lr. datit~ ori·~innrin, se è un ri~ens.'J.rE: rc.dicciizzc..to nello orizinc ck..:llo stesso pensare plutonico, t.:d· obbligc. n non potere i>ense.re il ~Jrinci~)io eone uno, proprio .in ro.pporto a c:i.ò che ln rnet.s.fisico. è in c;ur.nto fonc~.mriento delle. essen~inle, ?io. E le chiosa a questo punto è fonck,rnento co1•ic .i.aetcfinic,~. è di.s.~i'lmzione rc.c~.iCL'.lmente ori1inc.ric. del princi- perchè in questi tennini il non necessario, in q~nto il prin- cipiu·, in ort ;~ine, in qunnto congiunto con sè è non uno e proprio pcrchè non uno Ùll questo punt0 J.i viste. non e,vrebbe bisogno di diventare metnfisi- c<:., in qunnto il diw·ntnre; metcfisicc. do parte del principio, non è solo il dctérmint.re il fonc~f'.la.:;nto che è il fon;Jaacnto della dis3iunzione ori ~i nF.rin ::lel principio, nllorr, ln 11.etn.fisica non è necessarie. in quanto è rendere esplicito che il i-Jrinci~:>io -:ìnllc ri.etcfisicn cono. fonc~rnncnto. .tanto è non uno dn essere addirittura retto Jclla c,lis1iunzione originaria (lel... ~~.incir>io. In questi ter•••ini · 1•1etr.fisiel' diventu per un verso un p0rre in crisi tutto il· rn;n,orto cl princi)iO e per lo stesso verso di questioni un porre in crisi questo stesso, perchè pvrru .in crisi. tutto il suo rapporto nl principio significn che lE• metcfisicr.. è co1.ie se fosse una imprcsn non necessaria, ln. cui ··non necessità signifiéC: che cfovrei riuscire vi, lc,cci.'.lto e.I ·suo esr,erc non uno, . ·p~r ~- pensare che il i.Jrincipio cui tutta la metc.fisice. chc-~ovrci . 1-iOtE.re i?énsc.re è.ovrebbe r.isol':ersi ncll 'essere Iiletcfisico che si pensa, in Mauritius_in_libris 103 ... 1 1essere mete.fisico, che pensn se stesso è il pens!'. rsi eone quel non c~ucnto uno che non deve subire ln necessità rli essere condotto n c,;uel pensare sè ~ensc.rsi che è il si::;nific.~. perch~ sive, l c1c.nni il ?rincip:lo 'uni~c. rc.:~ione pcrchè il i.Jrinci~)io, (°!is 1iunzione ori.3inaric del <:~ovre:bbe çuosto ~)er r~is.;iungere, dis3iunto cou~ pen~c.rsi Jis3iunto nella liiisurn in. cui tutto principio delle dis3iunzioni succes- por le. çuc.lc i.1etnfisicc. è fnre cta. fonil~uento nlln. dis3iuna;ione. originc.rir:c Jcl princil)io dovrebbe i;>otcrc essere il riuscir1.:: ::. dete:rrn:l;nare c:~e. ,1u;::.sto e ?~r questo il principio delle c~isjiun~ioni che vnlgono perchè consecutive e. lln · dis3iunzione ori Jincrie. Allora 1 •uno e i i~olti c~i per. c;uesto .posson0 essere tcni1ini U:n. discorso mete.fisico che inve- ce scmbrçrcbbe tnlo per c~i:~nità dcl teme.; e l'uno e i molti soltanto -se ri.uacir-:;nno .Gd essere le dis1iunzioni che conscJUono w.lln dis3iunzionc orisinr,~fol ric principio, cioè solo se il fondcrncnto delle. dis3iunzione ori-~inerin .Jel ;>rincip.io riesce r: Ù(;tenaino.rc il principio,\ cioè dn questo il principio -..lolle Jis~~iunzivni çut\l~ è possibile che ci sir~ lo. ccp.a.cit.~ razionale e metEtfisicn di pensare consecutivo .:::llh àis;iunz:i.one origine.rie, mediante le, l 1uno e .i iu0lti, sçcondc la ~1uc.lc ~xmsc.re 1 'urto e i molti si311ifichercbbc non potere ;>cnsc.rc, p~rchò .non ?Osso pensnrc sic l'uno sin i ruolti·. a éllloro.. è come so-.._dcvç:osil'ao_ è~ire: e vicçversn p9sso pensare il principio con3iunto con sè come esscrG non uno? Nçm posso pcnserlo a tnl punto che poi ?Cr ?ens::;.rlo ;fotermino le. foCtE;fisicc., in quanto c~ctcrminare le; 1.1ete..fisicn signifi- cr, .il fondt»1ud1to delle. Jifqiunzione ori ~inc.ric del principio,, cioè èetcrrain~,rq il .princi?io delle di~·~iunzioni consccutivu elle dis1iunzi~nc ori ~in.'1- rir.: :nrr invece ci sic:rao convinti che il probler.1a dE;:ll 1uno e dc.i m9lti, sic. ;iroble1nn_ rndicl'dc, o. CO" .1incir-re dc Pcnnenidc ).;r finire bellruiiente con Pln- tono! In questi tenaini il discorso à 3re.vc perchè dobbi;milu fc.rc la fcticn cl.i ponsc.re in çuc .... i 1;..:; ten11ini ori:~i_ncri -.Ji. discorso c.ttrc,vcrso i qur:li è co- se dovcssino scn.varc nelJ-n. profon.lità c~r.tit,?i. si è c~cllfL origin~ dcl discorso, co.ac ori3innrin delle: ;-_'.uc.le non possie:foo fP.re a meno, ,pcrchè il discors0 r~f:to sc::condo .certi t1<.:rinini, e non secondo tcnaini dc.ti; perchè :se noi r.~cce;ttc.ssil.•u 3incri in ;c_:ucnto dc.ti S>i)no. ori_:~innri in quanto tele.' discorso, è chicro che i tenaini ori- tenti dc,_ tJutcrc ~sscre Mauritius_in_libris scelti, flc.te la iiilpositi- 104 vità del principio da tale punto di vistn, e rimnrrcbbc il. fntto che sicmo· ·:ostrctti in questo senso c. non penscre, cioè a scegliere il princip·io ·per-· e~vventurinmo chè non ci nella zonn che stc, nllc spalle di ciò· che . . ~· pure ln c~ct:i.tà originaria e che però per questo non im?licc · L'9: irnpositivit.\ di S(~ coue principio; rna lér possi.bili tà e· le ~ecess.:f.~à -.dl 'un discorso che cer- c~'.1. ca r?Jicnrsi déi:ttro le. dc.tità o~igine..r:ì..a. Da questo punto di vista, µer non ridursi zione del !'. quès~e µrinci'p~o sceltf-, dobbic.mo int€!nderé coi.JC, rfspetto ella congiun;_ con,. s~ stesso,.;":i.1 principio in· quanto essere non uno-r è ciò t·.ttrcverso i.l. ~le• dovrei :potcr pensare che la mete,fis·ica non· è pi~ì 1 possibile ulterionaento·, pcrchè la 111etefisién è quel· fondamento delle disgiun. . zione ori3inaria del principio tale che serabrere~be negnrc il principio; se il pr.incipid· è non uno, il ridurlo allé'. di~3i~zion~ ori~inarin. di sè è fare·mald4ettamente metnfisicc, perchè che'mètafie;ica è quella che è .tale per spcccc.r~ ~1 principio? Nn nllorc~ non è solo i'eternità dei pensieri. c,,ssoluti che ci stc alle spnlle, ma nnche lc;perennità dei pensieri relativi, il. che. significa. intençlere che ail~ spalle dél problemn che s~mbravn il problerue pri111C:rio, l 1uno e l. rnolti, stc tuttn ùnn probleril<"lticn di tipo originr.::rio' c.ttra.vcrso ln qucle · ~os~o cé,pire. che non devo fnre problerl1n déll'uno e èei . . col.ti; e il discorso diventa complicato, in qwlnto l'unico fùe- tnf:Ì.sicn che potremo dovére pens~re possibile è lo'stesso pensnrsi del prit').cipio, ·in c;:ucnto solo il pe~snrsi del principio potrebbe essere il tenersi con3itinto çon sè, . cçime congiunto e co:ne non uno; è solo il pensllrsi del principiu c011.e tnlc che potrebbe. tenere cssieme l'essere congiunto di sè con sè ed il ~ensC-re S4-0 essere non uno. Ma stiamo cerénndo d~ pensnre rru:iicelmente quel nssoluto che potrebbe nnche essere il no~trp pensore in colui che si i)ensl'.., perchè colui che si penso è coioo se -:Potesse essere non trinità . . iJer rJotivi tcolbgici, ma trinit\ per irripossibiU.tà di pensiero; sie.mo cost:retti n l_)ensare., per pen·sare rndicGlri&erite, dunque per un pensare assolutamente !'nico e libero,· che· sio.rno costretti e c\iventare il ·nostro pensare, che è pensnre ~qlo perchè qup.léuno si pensn e c:he necessariamente viene pensn..; to· dc, n9i c~rne ncccssitE'.to c. penscrsi. diviso in tre, unito in uno, e. cioè unito in tre e diviso in uno; dove ciè> che non p6ssiamo pensare non Mauritius_in_libris ~ que- sto, è 'la necessità è.i pepsnre Cl'lfGSto IilC necessit1. che pc.rte dtJ.l mio COl;lC c~overé pensa.re )Cr pensnrc. Non-· ~to cercr:ncb n.i conccttUé:iizzc.rc lo. Trini- .. t.~.,. IllC: O to ccrcr,ndo cli '.:i.ire chG '· çk, un pu~to di Vis te (Ji un discòrso. filv-' ' sofico· che prospèttc. le, S.UF.; ' ~oqdcziono rc.~Hcc,le,. dc questo. punto ji vista, _1,q .nec?saità .cli,~ 1 è c0fr.c 'se si;:;nifice.sse L"'.llG sue s:;>ç.1_le l?ensc.nSJo il prin-·: :: cipio in ten,1ini ori~im:.r·i cp;ae: ciò çhs )-~9. ~nteres-sc. .Per .. quel <li.scorso di , . cne 'il fonc~t:ZiìJne, 'questo si;-jnifica dovere. c.ccettc.rc èhe è necc.Gsè.rio . . . '"· . . - ·- - ~ . .. . .~- .~ .• ~ ..: .j. iJén- •· .. - s:-;rci '.·d~l · ~J~:i'.#~!r:?id ,si~ .ç:®stò pensnrsi, secondo il qunle 11· ?ririclpio 'è 1 1 çsscrè· co~3::Liitj.;0 di ~è· ·e~~ s~, c'1i,': suo. css~rc .unito ~o; non d6ve ·ciò che Ò ·ponst:t; ~ò que~to · pensnrsi.; Il n.Jstro: µense.re, il princi~)io P."l.iyello ori~ . . . gim\ric signifièn che il nost}:'o. . .{~- . -~ .: '. .. ._, . . . ... : .casolutrnnentc il dnre ·necessità . pcns~:ré, è 1t;' di~~mdo· filosofi-Cru11entc d:t~.: ftlosofi·ci e riità :ir., ',.··:· ' p 1:1n .cvncetto Trinit~ . .. nec~ssnrLJ per motivi ' no:n téolog·ici·,..e· mm per.chè .sto cercrmdo. di fere nescer(: l.::i. Tti"." .concetto di· Trinità.; Non ~o il ,c0n~~t.to .:::U pi::inc:lpio d.d4 e neanche il:· concetto <!t conèctto, sto solo ·;c9~c4nd6. d~ .pensnro che spingere~· rn~licolmc'n..: te 'il ~)iins6rC' V~. 0.dtità ·orijÙ1c.riD. s~~~ficn ,i;-:ld~rt'e i; ;e~s'crc noù:io ud ,. essèrE: il p~nsarè nei. pens~rsi che il prineli,)io ò in .ciicst:L term:Ùii. E' 'éo .. .. ,. .; '·' . , . .;- . . i1i~·- se sol.0- do. questo.·:punto di 'Vi$tw fos~e p~ssibilé ccpir~, .~he · qunrido 8 se . . . .... :· . ;.. . _. ... . ~ . ) .... . : , 1 1 essere trinitnrio n:ti pnrln o ·~ui, hc. pnrk~.tç>,· perçiò 1'0n hci nvuto biso-.-µio . ., . . ': '•.: ._· .. , ,. di concetti, n~ ha-· cyutu biso;~no j1, ,~rovnrrai con i. concetti; 'non dnl punto -~fr ·vistn dell 'esserE' trinit.;:ri0 .ma ~.n.l. ;p~nto ,di, vi.st;: dc,~i,;. · pros~e-ttazione -~Ii.' un discor~o· cli cçre:ttc.rc· ~c;clic'2le che ~cl-.~tmdo ull~·· s~:>riiie 'cfui1d datità . t. • . • -. . . . .· vri'ginnriti'~- per 'rendersi conto de,l nqn .unq ~he l 'e~scr~· con3iunto. è, 'si ·trovii r:. doversi . mittr.ettere come pE:nso.rc n~l iJen~d.r~i . çh~ ~·. :Ì.1 t;~er~i. collì~lun. ,, . . . . to Jel princi;>io come ·l'essere· d~viso iri uno .E.Kl unito in tre, pc:fctiò l'cs- .. .. . 1 sere div1t.'SQ in· unÒl è '~Cessari(U;1eI).tC. l'essere nÒn uno d~ll 'esse~C con,~iUÌ'l;,. - • ,,, . 'f ' . J , - '. _: ~;; . ! .. , ' tu, l'essere unito in tre è l'essere con3iunto di ·sò con sè con3iunto nl suo essere come non uno, dove corne non uno qu[:nto, per un ... v~rso s_i;~nificc. esser~ 1.:1etcfisico, Jn prospetta.to nlln. mete.fisico. che è fundomento ùella dl- · . . . origincrin del princir>io,. ·tllc cu1.-:1~ ess~r~ ~'~~t(,~isico dove il me. ' s ~iunzione tafisico di que.sto essere è tutto .l'essere che non ò e pe'Ì' questo· Mauritius_in_libris in filo- ... 105 sofin non possu pcrtire nè dnll'essere n0 da Dio ed à ovvio che non d~vo necnche potere dire che nun ~osso partir~ dnll'uvmo, in quanto, l•esserc dell 'uou•o dli.l punto di viste, Ji questw discorso, 1' es~ere dell'uomo è l 'esscrc: che s&rà, in qucm'to l'essere secondo 1' c=sistE·re significa presente, mc l'esistere in quc.nto essere siJllificn sempre futuro. Quando dico io suno, signific.'1 che sono riuscito c.. C<:tturnre l'esistere che r.ii riguarda e per questo sono e non scrà, Ida questo vuol dire il ;;>r~sente dcll 'esserc; ~osso c6niu~a.re l'essere che liii rigunrd'-1. solo ol ·tE'mpo presente, dQvG coniupns~ato .;nre l'esistere che suno solo e sempre nl futuro; e il passnto? Il vuol dire:ùn che cosc'nasce tutto questo? mn non posso neanche fare questa &mumdn; perchè se i.;etnfisién ·è çuc.lche cose, mete.fisico ò il che, il fon- mi dr..:U~nto ù~llc disgiunzionè originarie nttraversu il qunle trovo senza il cosa del che, i1 che senzll la CùSll di sè in termini origincri, nllora rtorl posso ne".·:mche chierleri11i dn che cose, pcrchè dovrei riuscire a non pen• sere le cose, e dobbiruno toglierci dt1llu.tèsta èhe rilosofare significc. pen- .. sé.re le cosè;· c;uesto signifiça, un pensc.re legn_to al limité della sua st:es. . . Ùtl :t)uDtO di ViStG critico del discorso filosof:Ì.cv sq origfne; equestÒ dn ciò~-. dll -Un _·punto di vi~tn ~be ,'.è ;.pÌ'dgiudizin~c' cioè .che anticipa tutti i - ' g_iurJizi che le. . .. . f~los9fill . . fc .•·· . ; . . cotti~ .~iu1·iz1o fo11dtunentri~e ~' . ·. "' :.. ' . ~ .' . - sµ. se :Stessn1 · e cl• :;:; ..' . . lorc. .do uq punto di vista critico filosoficu, stiamo ccrcendo di capire-...c.he : ,._ . . ,- ~. i :. . ' • ) .• . . ..; . ·'., . non dobbiemo pènsnre le cose, perchè originarinmènte mi· trpvo senza cose nelle misure ncll~ qunle .~riginoric.uiente, mn prima che originar:i.moonte::, uri_gint,rlrariente, m,.~·· d.0po che Òriginartilnente, tutto il ioondo che pensicmw ò tut·to ciò che -non pensu, in quanto suno tutte le cose che sono ·state, sono e se.ranno e_quest:i.. significa esse::rsi lo.scinti catturcre qalle cose e è.al ~enscre con.e pensnre le cose. Servirsi del discorso in questi termini si311i, . ; ficn trovarsi di.fronte c. situazioni di cssolutezzo; il tentativo ò di cerccre di fc.re int~ndere cm.--ie un discorso interessato alla iJroblemliti~a metcfisicn, sin pur sempre i èiscorsi. c.ttrc.verso i q\lnli riùscicmo pur sempre e~ trovarci· di contro c,11 '.!issblutczzn; ques.to è essenzinle nnche per un nl- tro inotivd: l' assulute'zzti. che ci stc. di fronte è l'assolutezza che' sto. tutta elle'nostre spalle b~ dobbiamo dire che interessare il di~corso al prin- Mauritius_in_libris 107 ci~Jiu in çucnto ori:;in~rio è come se fvssc un mo(lo, c.ttru.vf~rs0 il discorso, cJi ritrov!'~rèi: çli front(: .-ln stc·SSél. rc.:;iwn Jelltessere trinitcriù;· interes~a"'." re il è~iscorso u queste. r.1c,niarl: l<;,ici'.~., cssolutanente, per c'i.li non hc · biso1no di essere lcicistic&, significo..chc.11 discorso è iriteressato talmente è'.:ll 1 origin~ di se ' " :i,. stc s so, cioè. sl prtncil)io 6ri3innriù solo in quontw da tu, che il discorse si è trovcto c. c!ove.re fr:;'.mto5gic. rc l'cssolutezzt., in.quan-:· tu, c.ttrc.vcr·so lo. stesso princit>:i.o il jiscorso si trova· di front:~· cd una r:.ss0lutczzc: che è costituite cJE,l fatt0 che il i.lrincipJ_o, nel senso je:l suo - esscrÈ: ori?,"inerle.mente d.r.to, in çunnto è le. originari,..età de.tn rlcl princ.i:pio, il .;>rlnci?io' in questo .senso, è metE,fisico,. nelle. misur~, nelln qunl(' l '.es- se:rc metC:fisico significt~. quell 'Qssere non urio unito cll 1 ess~:re del princ~i ;?io con.3iuri't0 con se stesso e quim~i _questo ?rinciµio che è non µno nelle:. misure. nelle, çùalc in tDnto è tn.h::., in 'lun.ntu, cume non uno è unit0 nl suo essere congiunto con te> 11 s~ uò è cotrae se yotesse f.r:rci qualcunù riviso .in uno fJ unj.to· i~ (~i~e tr"'• unito. in che stiamo di fron- ~r~ e diviso in uno, cioè di fronte·n quelcos& dnl cui ?Untq .Ji.vistn è come se non riuscissir.kJ c. )E:mscre, per cui, sµin'~E·re il -discorso dr-. ·çUE;.sto punto. di. vist<} si3nifi.;. ca s~ing.ere ~l ?ens<J.re tc.lroonte· che, questo 1.10do Ji intcnf1er~ ·il principio è tc,le pèr impòssibilità. c1.i i_)ensiero; questo moJJ di spin3erc il ,discorso èé',l principio fino c. fr.:rlo ~.:Uvent.::re i_l- discorso che frontc~ia ciò che .stc c.llo sue spa.lle, sµingere il discorso in ~questi teru~ni,.. si.gnifice ·che è co• . lite se il ·discarsu duvess~ crarnetterc che il dis,corso . ~ ~tnle _per . impossibili.. tà (1i perisieru, tr:lu è il, pcnS;_cre secunf-lo questf'.. prospettiva di fronte'.~gi.'lu1ento r.cll 'indietro; allorr'. in questi tenrrini~ il principio è quel pensarsi nel quc.le è il ·ruio pensnre per_ ilui;>ossibilità di, pensiero •. Questq sèrvc non· certo per• 3iustificarE.; filoslrfic.'.llacnt~ il concetto t.eulo,;l,co di Trini.tà, serve perchè d!! qùesto- punto di viste Ji tènnini originnri ·~~e non sono an- ·. corr i ttrmini origi'nc.ri in scn.so radicele, in quest.i tc·-çnini _non ancorr.i decisivi dcl disc0rso 1 .c.nche in c,;ues_ti termini, di là i'.1&1 ~rincipio il pen- snre non potr,~ troverc . ti.t.tto ciò che è :stn.to 'questo ess~.~e quest.s nssulutcz~ zo. fronfr:~.~L:-:tn· dnl _t>rincipi0 c. questa mc,niern; il eh~ si,!~_ifica che ln fi""'.' · losofia è talmente il pensnre nud,o di tutt:I,. gli. ~strumenti possipi.li .che è . Mauritius_in_libris 108 .. ti:le in ?rig.ine (ciuè, '~ucsto essere del pensàre senza le condizioni 1ooditmtE; le quali in· quc..lche 1~1oèo può essere aiutato cd E:ssere) _il p~nsnre non cJUÒ ;ì.o t-sser~~ essere, e:dlutGlto ad .non è ::mcor.:.: radicnlr;;;, IHr, Ja nulle, proprio perchè il pensé..re lmche quan- tentc cli CtJ.iJire ·sè nellt.:. ori5in~: di sè· è 4Uél- lo che ·è, il, )ensnrc si trovn .'.:.'lle spalle euttc le assolutezze possibili :?ri~ionmero nelle çuc.li 1 1 nssoluto si tr0vc. J.i ~iutnre. ?~:.usare, il clell& sun stes.sa irnpossibilità perchè ?ro1)rio il ?ensc.re per forzn. trinigenin di se stesso, solo per ln forze:. che esso ha di essere forzo. di corruzione al"'" ;:>rQpri~ l'origine, ·perchè il pensare in çuesti ten11ini, so di qua da sò, riesce c..d esser-:e l~ :~erm'inazione ~1clla spin~endo se stes- corruzi0ne dcll 'ori-- gine; in questa gen,1innzione il pcnsnrc si ritrova nei confronti dcl prinCif>io, che in qur..lchc m~çiu lo fn cssert::, in mo(~O tale per cui il principio si yros~>ettn r. (jUestc. mr.mierl".: 1 1 Pssér0 ccm:~iunto di sè con sè unito !11 suo c::ssere non uno che è l'essere metrc.fisico, <lc.l cui punto di viste. è come se il i.Jcnsnre tJUtcsse c.pprenderC< in ten.aini c.ssolutemente laici l& necess:ità .ji i11.ycrc.rc assoluto C. èOV(.rE ll:scic.rc tuttu ciò che Concerne la trinità in SCflSO reli3i0so c.ppunto c.l suo· essere c.ssoluto e religioso. Non c'è € ne;>pure lt: sperc.nz~ che r\:ipu questo il ?ensare non potrà pensai::e Dto, ?er- chè il senso dcl princitJio n questo. rni>:niern triadica è tnlmente red.icnle che. liqU:i.dr. tuttB l' assolutezze: dell i essere che µuò essere unv e trino in r14t:'.niern tnlmente essolutt", ?CX' cui non mi rimone nec:i.nche le SiJe.ronza consolc.toriu. che dunc-~ue, de.tu ~stu, .'.:.ltiieno putrò consolarmi che dopu non potrò pensa.re Dio e çuesto perchè Dio l'ho 3ià talLtente pensato che in verit-\ l•nvere pensnto Dio è tutto ciò che sonu st,:ito pensc.to quando penscvo Dio; l~ s~rcbbe speranze di non ?enscre Dio un modo di conso~are questa rndicn- le. difficoltà del iJensnre, i)erchè la coerenze. iu111e<lintn verrebbe questo rliscorso: è chic.ro che c.vcnck.> liqui(fato Dio come ç>rigioniero <lcl suo essere tricdico, p~rò prigioniero di un essere trindico che in quolche modo è ~er uline.lmente vicino nllo stesso essere triodico del. principio, per cui il princi~io in qué~nt0 tricdico c~entro se 'stesso mi occlu.Je la, presenza dell 'nssv- luto· in quanto 100 lo fe. vE:derc coroo lo stesso essere che i.l principio è, noi. potremmo p~nsare che ..ç.llo:re per questo la filosofi.!l non avrà Dio a di- Mauritius_in_libris "". 109·· - s~x1sii:iùn,e; ebbene non··;;ros-sil'.VllO peuumaÌlo vel'\Snre que$to, non· possiat1iiJ colti. . ,_ ' .·· 'var~ 'queste speranzn consoll:t()'I'•i?-1 non solo perchè non éossierao p~nsarc necn-. cho ~~··~opo~ in_·qµanto lo,:>forzo dkquesto discorso si fn nell'intende~e è.~l che tutti i tennini disc0rso cmne rlisèOrso. filosofico· hnnno quest0 sen- sG: t~uvere riuscire e. libere.re dnl · tc.:;mpo espresso .e dUn. ;:· ... :' .. . .. ln·.. . sua ·~.sk)ressione . e;ue µei qucstÒ ~Q~ p~sso, nennchlf. 0J~-~,do;>0. ~ ;. è: ·: .· .'.: ;' i t: . •. •.. - :. ·!. .li '~ ,. ' • • • · ·-r1 front~3gi.ementq. tri.,còicg Jlel · priru:;ipiv. e di ,colui che è il pens~r- ·5i' ttie~.ico ·l~'scl,n :~.• ~ssol~t~ ~' .... ; :; , ~·;.. _· ;; , . •;:· . . • '1icm..ente. • ~ •.• •• : . • .•. . •. ~ . . .. . ""·:. ~:·· .,: • ' \ • _·. a._.se. st;~sso .' er-l. :Ll iJrincipio, in quanto;, trin:- - ,.. . • • ., - . sto ess9r~ 't;:fiC.diço d~l ~;incip,i9 è ,detenaincto à .·:;,i' ·rL::~· .·· .. ~·· I . ·'.· .. . a ..~e. stesso ,Lq; quella' ·rna~iere, "secondo la qUc."llc quo- stru~tur.:n-~_q_, .- '! __ .'.:. . ~.. . . ~ . ' - . . . . . . .·~.-.- . . • •• aetérmlhnrc ~lii ,· •• meto.fisi~ . . ·.· -~--- · cf. come fònc'lamento della disgiunzione. originerin- tlel. ·.prlnci;.?iù·. stE:!?Sv, nl:.:.:. '• . ,.,.. •. ~- •.:.'.' ' •.t ., • · ~. • :' , • ,_ • I ' ~ • •. ' • ' ·, .,,, ;r• lori. in qu9st~ tcnaini ~on pos~i<Jl~t0 neppure pensnre-'.-'di nvn\;>otere usar~ D~ CJ, 1 · in ~iuç.ntv, pon l',bl?icr;io I).eanctiq" \.l.Il ,dopo, d0vo . collo~nrc 9vcnt:Uillrhèntc, ques tn .,_. •• : .. , -~ • -· ; .' • •• • • • ~unto consoldzione. Da,,questo J :• • di .y,ista la-·ftlosof.id· ' e ··seriza •• • ; : : ~ • ' ~:· c'onsoiezione conv~o~nte ~ dunq~ .ò· co~e. sci sbarrnssç ct11e :sue ·sp'btre :tutto ciò che ~~i)uò fnyorirne l:o ~vilu;>?µ .. ~i .j~x:i-que Jn questi termini" il cli$cor~0 'turn;;; ~d ~s·$'cre .cqr.ie l '·c~or.ie f~~er11entala~ de<l _discorso; il Jiscorso è'. f'onc:l~f~ nel~ . . . . ... . . n?/Siièi. '. ·_. ... . . ' ' : lr:· stesso, ruiStl~p. n~l~?-__ Q:J:~':= _L~~SS_§r~. fvndeto _è.~l discorso s'fgniflçt~,-~_l 'es~. ser~~~ f~nè«;,r~~nt.:ile ~lln: S~ -·· ' < I ' -;'. •·,'• ;. fai)O:Cin _'fin<J e 4uestu puntu .,.. •. ) •• ' ' nel CJUc'lle.''11 I .·p~iric'i•,· - ' ' ?i'? è .in qu~n~7 es~ere "1~~~fisico e çuesto si;~nifica. qti,est<.> princi;)~o che è non um.:> e che essendo non unv :e~ essendo .ciò çJal cui ~punto d:i 'visth.' fron~ .... .1 • ;;.., ·• •• : ... )' I .-. : ..:,;~~··:, .·· .' ·.. _.., '<' • •. ' . • t~'izi.n :L 'esser,Ei!. t.ri.;!dico !Ghe J. :1,1 S\lO 's.tE:sso :.pensbrsi, ~e~clò- non 1>uò ·fare; J..n, iqa,ta~~siçn .~ie ...t:utto. cmue ?rinci;io, che d.ì~to._ ci6 ~e ~o~s~ ~ensé).~'e yelà' rip~: d~~ ;i.~ri~c.ipio_ ~he d~t;:en.1in~ .-r~, qi,uq;i,~:~ 14: ciò che è ·(Jo?o il :;>rtilcl}io; pr6t)rio ·per :necessità ori.:;fnà- rr.et;~:fisica n dete-nninnrd il fond~~nto, c~ti.i.e fànd.ru;iento deJ,l.a 4~s3iunziqne ;0rigitv1r1n·'dello stt>ssò 1)ri.nciµio,. dis:~~un cJ~l . ·p~in~it'iO. f: . . zionci" . ... , in -qµe,pto:, 1) ~!. • . • , . p~i·ncipio de·1 ·cornincf{lre: 'del discors0. e· .. • • ~ • . i) µrincipiJ delle ide~tità ,senza. l 'essere:· . .iclcntico.,.di se stcss·r.:;· se il princi~i~- riceve dalle ruet[!.fls~c<\ il fon~~i~'ento di questa dis'giuri~ione eh~ è '. ori3ir:inr:LC\, se' ~l princiP'.~ù "in· tanto ,l.>l.lÒ essere 1,1 prineipio.· che· ne.s~e se•. I ~ • . • ., .•.; \ •• . , -' ' ..., . . ç:ont~ ln r11etll.fis~ço., in qua~F? non. è l '~ssere,. met~fisico eh~ es.so ·è, 'clL.Jr.n là. metèfisica è negat~ .._dallo stos~o .essere<-, in· quànto metafisico ed esso . ;· ; r'" . ~J . ~ ·. ·: ..· l-. .. - ·• ,· -· • .. Mauritius_in_libris 110 ........ : ,·I es-sere in quento Ir.etc.fisi.co significa il i)rincipio Cùme essere non unv con;siuntu alln _stessn dis~iunziùne del princiµio e~ ·sS)lo per q~sto poss·o pensl',re·. che le_- fil0sòfie abbiano un pr:Lnqipio,· delle filosodfie il .,Jrincipi0 second0 una detenninnta filosofia;_n,on ò prinçipio in qtianto è ciò de cui 'ma è principio per un mo•~ princi;to_indipend~ntcme~tc·d~ quelloch~ il princi?io è comincia il pensiero di un detenninato filosofo, du di essere del nellc-singoln·fil~sofic.; .çhe è un modo ettraverso il quaie:è ;:>ossib:Ì.le che . ~ . i l)rinci?i .delle filo_~ofie; si_a.no e sieno in quel i,iùdo seri.Ze essere il PtJ.n:ci?io e per questo 1-1 .f>rincipio continua ad essere proprio ~iò che esso fa .;._.... . essere mediante il su.Jnon essere. Possil).UiO pen~arc·che il prineipio di una filosofie. sia i_l princiiJiO della filosofia'qucnJo obbi'nmo ;>ehsnto in tenninLoriginari:_, .cioè que.nJ.o s'iru.:to sto.ti pensati dè. Platòne o 'quando, come stian10 f.;;,ccndo • ript':nsiç;rno il pcnsiqro platonico; ripensnre che è t.m pcnsnre origina~io senzè. I' origine 11 _per~hè · tclu1ente è stet~ de:ta 1 i origine dn non es sere. Se 1 1 origine del ;>ensc.re _in quc.nto fi_losofico fosse ancora, il pcnsnre _in quento filosofico nçm snrebbe, invecç l'origine ò stc.ta e dnl ?Unto di;vistn di questp d~scorso deve tornnre Cd_ essere. L'essere metafisico e le metcfisicc rc.ppqrto ~h:e è. stanno in un rc.?porto che non è Ulilbiguo,. nie stanno in un. la ~t_essu. m~tnfi,sic~ nd essere corne rie3a~ione dell 1esserc metafisico~- :Posso fe.re_ 111etnfisicc nelle stessa misure. neiin quole l'essere metcfisico non .è.; .perchè possu fare metafisica significa che -posso determinare il:fpndamento di quelle qùento :originerill fa non dis~iunzioile ~~sere origine.ria del principio che in proprio il principio, che significa, fn non essere ciò dn cui il fgndon;ento .è iniziato~ :f 1 r(l,?pòrt.:> essere metefisico;· 8tefisica ò un rcpportc che no!1 ;>otrà più essere inteso, perchè la met[!.fisica, quale,chE:: sic., non ;:>otrà ?iù essere' la.sistemazione urganica dell'~ essere metnfisicu'; questo perchè è proprio :ves.sere. ~et~fisicu éhe, in q\.lcnto origlnario,.<là inizio, per9iò principio, a. quel fondamento che lo divi(1c èa sè, cioè lo di~giunge e'. fa del prind.'i>io; sin 11 principio del comin- cill.re, sie. il principL.> :lclle identi,tà senza ~'essere identico di se stesse. Mll quando ebbiaru0 il ?rincipio come disgiunto;. la n~etefisica che è il fondamento di questa disgiunzione origineria del principio, questo che la Mauritius_in_libris 111 · rnetcfisiéc. 'è, cioè guel che senzl:. le, .cosa del· che, è l~: nnticl?c..zione sen- zc. tempo. di tutte" le· filosofie' che so~o stcte e chè sàrc.nno •. Tutte 1t fil0- sofie ?ossono essere, in un bilancio <!él' penscre, messe, ?Ci.rte dentro il ' ~Jrinc~?io c~me ;>rincipio del comincic.re dell'identità scnzél i' essere è tJnrte messe dentro il principio fdentic~ di se stess·a. Bisogne intenJere che Si.'.1 lè.: tesi che nasce dcl pr,incip.io del .COtùincÙ:ire, sin ln :tesi che nasce dt:'ilc (i.(:l yrinciplo identità scnzn il sti'o essere ide:riticò, hanno· une. vo.li- :lità s:;>eculctivc:,· cioè il' fatto che àobbie.mo continunre pensare qualcosa é1 non s_tc::. in ciò che' le tesf h:f~erinano, mc: stn in ciò che le' ·fa nascere E;' nel:.. l.'l rcii~ura in cui ciò che le f~ nascere è indipendente dn ciò che fe ·nnsce-·· re. E.' ~ii.:lla -~isgiùnzione 'origin:arin cl~l prfncipio che cU~Jcndon:o sin le, ?rima che L~ secvndc. tesf. Possiamo pensarò il prirtcipio in termini speculntivi che riguardano '10 s~eculrire ·del· principio m.Hle filosofie che ha·· f.::.tto · · ! nc.sccre; e t'.llorc questo .-Uscorso rigue.rdc quell<.l filosbfiu dcl princiµio . . . . che dovi;-e1ui•10 ·recuperare intc.ttn secori:'.lo se stessn in tutte lè filusofie che J0. ·'J.UestC. filùsofin sono nc,tc, senzn però qucstil filosofi~; in terinini te.- li ;;er cu~ elle fine non é,bbie:.rno più bisogno tk.dln filosofia del principio ... ' . . ' e quincli x:ion d.obbi.:m10 fnrlc più; nvn ci-~uò essere discorso rodicele. in senSC) filosofiCù senza quest.3. filosofin tondottc al lindtC di sè. Questa filo- --~ofic1dc1 principi~ nG ncsce dalle filos~fie nè è filosofia., proprio perchè il princi;>io secondo ·1e disgil.inzione originària di se stesso,·· fondata dal. . ;. lél metc.fisicn, è qu~-s~o essere non uno ne~hto dal suo essere i)rincipio e ;ier çuestJ l 'cssere metnfisico non si concede àlla metllfisica, 'é ln rnetnfisicc non è penseré l'essere coÌ1ie metafisico; proprio perchè. 1 'essere come mete.fisico è ciò dal quale le. raetafisica· è9 ~ro~rio ?erch~ ciò òa cui è, cioè il princi?iu, in qucnto lu metafisica nega il principio significa il 1!11..1i.il,mtu nel quale la mete.fisica cctturn la sul'\ origine, e questo catturare lr: suo urigine significa diventare fondernentu. Il conce;tto di metafisica o è rulicnle o non è; la metnfislce .Ji cui sto pc.rlando è questo che le. me'tl"~fisicn. è nelle. i1dsurc nella quale questo che essa è, è questo negnre ciò che la fe ess.ere, cioè il principio, in termini estremi, 1>erchè (; il discorso secondo il quale il principio, in quanto è non uno, proprio perchè non Mauritius_in_libris 112 .:-,:. uno perciò è ;:>rinci?io; e.11 •origine ?rincipib significn essere non uno co.. me l'uno non essere, in çuanto è ess·cre non ·uno che ·s·ignifica essere' con3iunto con sè e dunque per questo non signif~ce l 'unu· che è, o che non è9 Utél l'un0 come tc.lt: non essere, l'unò al qu<ile mtmca sià l'essere sia.il nùn .- .. ('Ssere, l'uno che come princi~io è lo stesso c~e il innncnre dell'essere e c1.el non essere, non il ruenccre_ dell 1 essere e del-' rìOri e·sserè t>,ll '·uno, mc: il mance.re dell'essere all'essere e dcl non essere al non essèrc. Origin<:iria.mente il principio è non uny curne l 'unu non essere, Jrnrm.-aaticnhiente è dif- f i.ci le µ0terlo pensélre, uic. n0n. èobbi:::.1uo riordinarlo ~ré.li11t11atice.lmente: il princi9io come ciò che è non uno e :.;>erciò è l 'un0 non e'ssere, mc. a questo punto l'iJentità del princ:L?io chi è? Ilpri.ncipio che è non 'uno se è, una iJentità è queste identità che è l'uno non ess'ere, cioè se è: identità· è quel11 idenfità secondo le. q~nle. identità si:~J;lificn tenere il n~n- talmente den- è•; mo per questo nvn è. nò l '. . essex:e, nè il non essere, pro;>rio perchè il !!2!!' tenuto prigi'oniero·, tien~ tro ! 'essere che non per questo, il. i:ion, non prigioniero sia l'essere, sin il nun essere; non posso perisaré nè f 1 essere nè il non essere perciò posso cire 'sono nel lliomento ori3inariù nel qu~le ?osso pensnre il ?rinci_:>io: son0· in '-fuClmomento ori~in<'J.rio ·che dipende ds quest.'.1 forze p:1rP,d~ss.~le che il ?riricipio è di sé stesso di essere sen~c se stesso, .talmente senze se stesso da essere la forze di tenere dentro di sè ii non ~ttrave'rso il GUllle ne .l'EO:sscre nè il noti essere ·non è. Ed il pensiero hn valore in qucrito l 'c~se~e dcl_ pertsicro, secondo la sue st0rin è secondo l~ ·r~~ioni che non dipèndono dn ciò che il pensiero è sec9ndo la sue. _storia, verchè se così. fosse; da stur:iosi, 'doV'renlifio avere,'. conie unico dovere, di non pen·s-.:1re ui tcriormènte. Mauritius_in_libris 113 - - VIII. - -IL LIMYTE DIVISIONE DEJ.. PRINr-tPIO. ... .. onrr.INARIO .............. . - - E. .LA ._.......,_ .. -----. . ,.,,. ~.-.~ ~~.:::.---- ._, - --- Quindi: l'~sse~~'?n , ..... ~ come-1 1 1~'.?.~,"Q.n.~_11i~_::-. è il J?~to qal cui punto di vi.sta-' si cai)iscc cne sere del ~o~; 1·1 fl_c:>n riuuine yrig~ont.~ro dell 'e:~sere e l 'es• in questi termini, quando io so.stengo che; il princ~plo come essere metafisico corrispondf.: al. suo E!~..~~;. -~!1- ttnq che è l '~~"°~:t è coine·· se s-tessi -eerca.ndo di dire che ·in· ques.to, momento originario del prin- cipio 1 · riuscire a pensare.·. è come se· dovesse .significare addirittura le parole' attraverso le qooli èsprimere il pensare stesso, in cr~are ~l\tQ-.-nei senso 'Originerio~ del principio come essere meta;eisico, _SCCOnP~ 11 quale -sen• so originàriò· ~abbiamo il prtnci~io come es$ere ncm uno coliie 'i •uno non esse• r€, il E-9.ri è ct~i eh~ 'mantiene fermo .l'essere de,ntro l'essere, è cib che nel 1ua1\ténere fermo l 'essc~e dentro' 1 1 ess~re~ fermo qentro se stesso -. . mrin.~iene . . ~ come·-!!,..òn; cib.cha.sen'é'.·:sol;q per mantenere l'essere dentro l'essere,. per cui è.· CO iestO ?ùnto di vista. potreìnmo :dire: se riusciruno a pensare, l mo<lo di pensare qualcosa, so.rebbe di ÒOVe.t;e,pensar~ '.~i-_:: in questi, termini; nè l'essere nè il nori'essere, ovvero, nè l'essere è,_nè il non esscr~_no~ se è, . pcrchè-;è collie ii -principio• originariruoontc· trovasse un modo ,di. eser- citare se stesso· ( t:enertdo presente che il principio finorn è un mpdo di s~ -~ stesso)-~he non à ciò che·11 prinèipio è come ciò che determlna la metaf~- sice, a de"termirio.re dcl princi?iO le dis~iunzione origiqaria, mo è. cib che òete:rminn in cturilche modo il principio come il pr1n~ipio dal quale pen~o, in quel ruodò per 'cui questo essere -11 pr:i.nciplo q:µesta- necessità. dalla. quale- il pensare è~: si'. esprime_ so~tanto perchè il suo espri1~rsi è costringer.- nìi a iJens'are che riè l'essere è, nè il non' essere ni..>n è; che. n<>rn ·snre in temint. teÌniJo e:so~stivi po_ss~ pen'."' dEl pensare stesso;· èhe sono però, ne_llo stesso: ·nél q\ltlle -,sono i termini esaustivi ctel ,>ensnre, i tenu~ni attrav~ra:> i quclt i'eaaustione.dèl pensare significa appunto che penso quolcoso., e quindi se potessinio intendere a ~uestc.. mnnierél: pensare significa p~_nsare l fessere, noi invece. dovrettac.o. ·riuscire n comprendere che ic)ensnrc come pe~ snre l'€ssere1 mi sta facèndo t>ensnrc l'essere coujC,questa esaustione d~l pensare stesso, per cui appunto l'essere può essere' pensato• Questo origi~ Mauritius_in_libris - . 114 .1.; . ,· '· l .< .~ _·'. ' nc.rinménte n1..m è pcnsc.bilc,. originnriemente non riesco a. penf~re. l',essere, nbn. ~ià ~erchè. clèbbo nvc'.rE: il tJroble~a di· irivent~re il.. .nç>do;migliore di p~µ snre 1 1 è·ss(;re·i •·!un rerchè originarie.menta il, pehsare ~ costretto. dnl_. princi7 ?ib che·' io '.rtgunrCÌa; è. pe.nsaré in· questo; modo; 'seç.qndo- questo . . . esercitarsi .. . . . . c!èl modo nssolutd che il _k)'tincipio è verso la rue<ta.fisicfl,.: allora. il ~>ens~- · " ~. re' o.l prfnci~io ·~ costretto· n: vensnr~ in ·questo modo,.· pe.r cui;. pensare i~ • . .. - i. ... questo mbdo è ncèessariamentc dovere pensare eh.e .nè l'essere .è-,.nè Jl.,nox:i essere non è, cioè è .neeesscriemente dovere p~~sare che_[ il -non ~pn .µuò ~se:_~~ 're da cib che' esso conie non tierl.e- ferino e se stessoÌ tutto ciò che riesco ......._ • ··•4 .•. • .. ·'a .perisnre al ?rincip:l:b d.:tl ~rintipio ~ questa nece:~~tà rl_i ·te~ere· i~ n9n. .. fermo a ciò che il '!!Q!!. è conlP-, e.sso .norl; !tenere feriÌio 1 1 essere e. S€. stesso. . . . Per questo il 'principio come és·set't! metafid.co ~ e$sere non .uno come l'uno. non essere, ed è come sC';.st~s&i cor~le dicendo: essere ·non 'lino .. ciò nel quo.l~ iÈ ·tc-rriiinc di se stesso, non uno,· viene tenuto fenno. tc.lraente da €sscrc il·. ricomincinre <li sè cfo sò, t1Cr. cùi e·:ssere non "Qno. come l'uno rion esserf.i, che ;?circiò torne n se stesso ri~Jr€'nc!endo ·tutto ciò eh~ to ciò' che lo riguarda è G??Unto css(:re non uno, e sto essere non Uno, nel rnorcaento te ciò che dal ?rincipio di sè ne~ originn:riamentE: ;'ll,le- ?e~ò qunle da sè torna a sè, è evidentf:,Iilenessere al termina di sè come non ullù., èoràe clloru nel momento n<::.1 quale questo principio, nel 1ll0rnentò · s~ stf'.sso tornn dai princi;>iu di· sè, esset:''~' ···cui non COfìie iJUÒ; re non .uno~' essere. come esserè, ftiél· t~t lo .:riguarda, percbè è origin~r,io. di el termine di. sè, non uno, per rion uno, è essere in ~uanto GSSe- Allotoe essere in \.iUCnto essere llQn uno signific4: che 01;'iginw.rin- ment(' 1)er questo- motivo il ?rincipto1 nel princip~o di,...se ste~so, nel dove. . ' .... re fare di SP stesso Ll.principio dentr.o se stesso ca~·e.ssere non uno, ~~ vendo iniziare d.2 sè, il· suo iiliz·inre. dn sè è .esse~~· verso il. non uno, mn. i.f.uesto iniziare è questo inizinre :che costituisce dfi.l; suo· 'termine che è i 1 non uno,· per cui questo t~n11ine in~ziarc· ~uel .c.he è ;J. l non uno come suo t~r raine dell 'ésserc, ma d(:ll 'esscrc c·o1ne ·essere non .uno, divent_a ciò da cui ·11 iJrincipio stc,sso ricomincin ds s.e s~o-sso, · per.chè ·,cib dc ~cu,i i~ principio ricomincia ctn se stesso è, dcl suo terminare in sè, il suo essere uno col !!2!l yientato dentro il suo e~sere uno, pcrchè è essere non uno. Il. princi- Mauritius_in_libris - 115 _t>io originerirunent(;; nel suo essere neccsseriamente questa necessità di dovere es:serè nnch' ~sso ?rincipio dentro se stesso, in queste necesslt.à è oo1itè ,·se riuscisse o veck:rsi !!n2 solo pc.rchè ricotidnciando ·.da ciò nel quale esso stesso· ·tc.rminé'.., ric:.:m1incia dalle fine di sè, ma la fine di sè è proprio ~' qucs~o e quindi rlcoll&inci.:indo dalla fine di sè perciò ricominci.are dal- la fine ritor:nti ad ·essere il principio, r11e è quel ricominçinre rlé';lla fine, è 4uel riccmdnciare dal terminare in sè,· è questo principiare c!el. te.rminn-, re . '. in sè attraverso il quele il· principio necessarilin;lente è av:cre il non nel suo essere -uno, in moniet"a tale. che. avere.ti non nel suo essere uno,. significa _t>et" il principio, I1iEl non solo per il princi1,)i09 dal pr,incipio fa- re del s'uo essere uno, ·che è avere il !!2!!.nel suo essere un,o, ;l',unu non es~ sere, cioè fare del suo terminare in se stesso, il principi.o :t>ropriocontro l'essere~ ?er cui essere non·uno come l'uno non essere è come se significas- se questa necessità nésoluto.che il principio è di se stt;;sso in se stess0 ç non già che il principio è c~i. se stesso ;>er la neccssit~· che io ho, se sono filosofia, cU cverè .. un principio• Ln necessità d~l pr~ncipio. rion è ne. cessità ·che :·ncscc ·de tutto ciò che nasce dnl princj;.plp, ·i.Jer_ cui noi non possiruuo ;_:>en'serc . il . pénsare filosÒficè'lillente solo per..chè pensnre f ilosoficament~ ·. significa ridursi n ;_Jensare che une. filoso.fia un prinçipio.. deve pur aver- lo; ques·tn'necessità ·del principio che noi ~ossi'.!Wo assumere nel suo riflesso esterno; -·è ciò èhe il principio non è ..più, cioè; tutte;> ciò che nasce dal principio. La·necè.ssità dclprincii:)iÒ riguarda in-se stesso proprio il principio, non Ciò che .·_t)OSSO- capire come nècessltà che. vedo ?Oi del principio solo iJerchè ·i:t-' principio hn · fnttv nascere tutto. ciò. che n4sce dal pri.ncipio; lnneeessità'dcl principio eh~ ·riguarùc. il princip.io in 4uanto dato ori5i'.'" nario, cjùesta ·nec~ssità· è intrinsc>ca al principio, ma ciò che _po~ è_ :1?1 nc- ·cessità della implicazione, è le foridnzione delle intrinsecità, dcl ;>rinc.i.i.Jio secondo il principio; le. implicazione s~p?one le fondazione dcl p.;-incipio 'secondo la necessità dcl principio; la .implicazione dcl principio supµone che il ?rincipio sic. léi capacità di fondare lo intrinsecit\ di sè a sè. Da questo ?unto di vis·ta e secondo queste capacità che il r>rinci)io ve ·essere; ò~ solo da :questo si può comprendere la f.orza dell ''ili\}lic~z.ione del Mauritius_in_libris 11) . ' prinèiµio: deve CSSE:rc, CiO~ il princiiJio dal qunle pb.rlo è il 'pritlC.~ii)iO secondo .l'oss8rP ènto ·origine:rio; è nbi cÒrifrbnti dell'essere dat0 originario dcl tJr:iJJ.ci~io èhe lCT. nece.Ssl.tà' Ville· COÌiie ne'Cessità che il prlncipiO .è 0i esscrf: fondc.zionc dcl ·suo. esst:;re, esso c'ontia prirtci?io intrinseco a se st~sso, cbl cui punto rl.i vista. può. en~he ess~re che il ·i)rinci?io co11~ datt> ., prigirii-i'rio ·si rftrovi 'e.cl essere 'intrinseco e' sè solo peTchà ...-ci,~.stato. ctnto ori.3:in.-irirunente, non lS.ercbè' ·in: sè sle come pr~nCi?io le fondazione dcll 1 "1tÌ~ stes-so~:~ ·Può·~sser'e· che;i.lJ~rinc.(1)10 può essere p·erisetò trinsùco di sè e se corue deto origine.rio proprio perchè ~kt '~u:O essere intrinsccd,· la ·fondaz:lo-' ., 1.. , ne celle>' intrinseco non è ~JroblemQ., non è .quella spor5eriz'll' del prinç:ip,io ': c.Ù.é'. <-iuale il princi?io i,)otrebb~ ~ggr~;;>parsi~ ~eréhè semm~i è 'qUella spor9 JCOZll. ckl·principto m.d .cui d~nfronti .. il ~)r:lncipio rap;resen6l. la t:JllUra rae-.· te.fisica dcl .1ensare, cioè· il pensare ;coruc peuro. di oitrepassrire l i.ii:lli.t;i stesso. che non sono ùaventi, :rle sono i:fn.iruente cstrémi di qua dal µens'are ?cr, cui il pen.s.ar.c è;-~Ori<e sf "frc.nndsc' il. suo , ·• atldélre veri;o' j:l ?rinci~lo, per- chè il pense.re' che riuscisse '.3d 'andere esso ·stes~o verso ·11 )rinct-~iò: sercbbe il ;iensare vota·to elle morte ci'i ,· c'f;'' sè, all' éf-rt~·l.p(')V , ndl, ·solò perchè il ~cn- sare cotile ~aura metafisice signiri~e 'il pensare come dato or'fginario..' dove. l '~sserc intrinseco dcl ~rincipio e sè; è un.1 neccs:sità che il ì.ll'inci:l,)io deve svolgere, divcrsmn~ntc qutilunql.ie ?riilciç>io non -'s~~Ùbbc jrincià>io. Nel senso d~ questo. f.•ss(2-r{;; originario che è il princii)iO.,,drig~narfo, il princ'f.... · Come essere non uno significa ·questn forzà di ·stittomento ·di S€ St€;S9J )i.O che. si efferrn.,nll 'ulti,~. di se stesso, a ciò ·che è· il s:ÙO Ef"fXa'tOV , a ciò c.he è 1 'ultili1u .c!i s:q, che è il suo cs~€r~·'uno quasi a volerlo dèfinire cçmiC !!!!.Q. .uno, quasi e volere conquis;t.are 'cli ess~re couie !:!!E !!!!Q.11 quasi a \~\ 1~· . . ·: .. volere forzàre scta~iccmente · tuttr. le finitezza . . ·.. I " .. . '·-.; . . ,: ' .. . ,:. ckii 'uomo, : . tJèr ;fare òi : '. ; quc- , .. sto !:!!!2 che è t:i.3ga.ncinto cl non, <li questo non uno chè è ·tenuto fcnno .all'essere, di farne quc.lcosr: ;::>cr cui si i.)Ossc, f>ensnrc che invece il µrincipio è te.le per quest?. forza è.i tenere l'uno a se stesso, da potere dire: il mio .:iensarc è il ;;>ense.r\:: dnl ?rincipio, ma colue ?rincipio che è to ~ ~' Jerchè il ~Jrinciyi<J vere questa sorte satanice d~ .rlossn essere E'? k}erchè il ~ ~ensc.re .!:!!!2.' soltanpossa vi- forzatura ontologica; yerchè si tratta di inft Mauritius_in_libris 117 del~OLErv ventare nel senso e •Jer~ ~roprio lJer t.1~sto ' 1 'uno con.e uno ----' sapendo che non è pos.sibile tentando di farlo in '1uesto u.odo per cui, dall 1- esoer€, il· princitJio .::1uest'essere non uno, l'essere il ~)rincipio questa ne- cessità di ril..unere ultlli10 per semi_)re telmentc da togliere il suo essere ultimo come uno dalla fenlCzza dello v.ggc.ncio al suo essere !!nQ. rispetto al !!2,!! che è mm ~uindi, rispetto all'essere e appunto· rlcl principio co111e essere uno attraverso l'uno il ?rincipio rico1,iinci~ dsl suo stesso ~axa-&ov ,mc &px~ co141e &pxn cor.•e ~axcx'tov nel suo neutro ~ EO'Xa:-&ov , cioè 1 '- ultimo delle. ultil:iità; l 1uno senza l'essere e senze. il ·!!2!! che ;>erò nel 110- mento nel qual" il suo essere l'uno si ritrova a dovere accettere di esse- re ci,:i nel suale s·i ribaltD., si ritrovt:i. lc3&to era. legato ~">rillla, pe1~io di prime a ciò e. cui per cui proprio dal princi:r>io come essere uno andiéUll.o a (;ucsto essere uno co1ae 1 'uno non essere o allorc. 1 'essere uno del t>rincipio diventr. solo il territorio rnetafisico, senza necessit\ di limite, rna essen·io lf1. éiossibilità di tutti i linLiti, diventa. il territorio nel Llualc il ron le3r.,to &11 'essere, ribe.lte.ndo se stesso, per quest:o con.:1,uistll. invece di essere non solo il !!2!! l83ato &11 'csscre co11.e l 'esscre che sta pri1ua, i.1a co:i;.e il !!2!! legato all'essere come l'essere che, finaltuentc, sta dopo il rum e :;er questo dico: l'uno non essere è allora proprio il .?rincipio che, da (:uesto punto di visto.a dovrebbe riuscire .!1.d essere il principio, iHediante il .:~·xde i:Jenoc.re riI,1ane .St>fleìla e solt.::nto il principio llJedi.cnte il l!Ua.le 1 'essere corutuista il suo .!!2!h pcrchè è attraverso l'uno che il !!2!!• che ere, le~c.to all'essere, è cooì.e ,se riuscisse B. ri1nettere a posto il suo vero µosto rispetto all'essere e dicesse: se devo essere non di qualche cosa, devo essere non dell'essere e non rime.nere il !!2!! dell'uno. Ma questo fice. che 8. t,luesto mo<lo il principio non è, perchè il verso il liUale il !!2!! con,_.uiste. un essere, posto chE1 ?iO ~ cou,~ ~r~ . .. . '' 3UO. . princi~io si~ni è ciò attra- posto autentico. oqi confrontj. del:.1 '-' · ·~. · . . invertito a"ttr.sver.so il .i:Jrincipio stc.sso. IJ-'princi-· ;· >; ·~~sc'r~ ·.r~e,te,fisiè:o cigriifica. 1r· pi-in~ipi.o·' COtiìe essere ~on' ~o c~~ie l'uno non essere:, grmm1.aticE.lt..;ente in senso ele;.•lentare, cioè nel senso secondo il ·~uale ii.anierE, dello noi stic-lno pensando gli elementi del discorso, ?ro?rio alla O''t 1.xctov , non aristotelico, ma soltanto e a?pena t&letiano, cioè ori3ina.rio, (jUe.ndo noi diciSiiJO il principio cowe essere non uno ci in- Mauritius_in_libris ~.< · 11e tendi.:a~o ~'òtere subito, i.x~ dobbio1ilo ca.pire se· intendiaiao çuello che diciruoo. Il s~">eculativo l;)Cnse.rc se quello che sto dicendo ha un aù.o senso rir.·.sce dall' ?Vere .scontcto che be: ·Wl senso 3ramii18.tice,le, Ii.ie. o non, quando. noi dicia- rùo: il ::>rinci;iio conie essere non uno che è l'uno ii.on essere, .:.1ui sembra che 1 'uno non .essere non :)ossa· essere e solo ?erchè non posso neppure:;, :)ensarlo, perchè per 1~ensc..rlo sor3erebbe subito il .i>robleme. grar.m1aticale ed infatti dc. un i:Junto di vis:t.:_.: ?rigincrio di rUscorslb filosoficcb il ·:.Jroblema è cosl rischioso che ci ca met~e di fronte anche e. \iueata difficoltà cli e:spressione ciò che pensa; è com<;;. se il pensare, obòlige.to alle. sua orieinarietà, dove ssc confe sse.rc di non :'er ~.:;i~tere d_isporrc dello. ,gri.iiìlt&ie.ticc:. che tut:ti dimao · sconta.to di sapere, cd. è cor,ie se il. pensare :f.ossc obbligato ll. riconosce- re che il problema non è solo di pentìc.re qualcòsfi,· ma è di trovare per il pensare le p~role vello ori3i.nr:.rio: attrE.verso le ....tue.li il pcnsé'.re è vera.111entc ?ensare. a li- 11 J.no le3ato r.~ ciò da ctii ne.sce è ::iur SGu&,?re l'uno le3a- to 'a se stes·so, l'uno che •~eve avere il ?rol>le1ila di capirsi cotile sog3etto - di se stc.sao 1 .in l{Uesti t0;n::.ini l'uno è il .,1roblema di capire sè da sè, per cui cou.i:nciare a pens&re significa µensare 5.nche é. costo di inventare un veleno ed essere lo_·stesso veleno della ,>ropria esistenze. Cto cercc.ndo di .SE:1'U.irc;:: l'llno nel suo ciò che è essere non uno, lo dt~sso slittm.~nto verso l'essere, dv. e.s.Jere nc:>n uno coioo l ':uno non essere, in origine, nel. liI&iite nel çue:lc il princii)io non· cè; l'uno. è ciò che consen- te el ;>rinci,)io co1..e princi?io 1 rli non essere in q\lanto il princ·ipio non è; erl il r'ri.ncipio non ò -- significa che il ;.>rincipio è nel. liI!lite nel quale il suo esscrr. è un essere de.to originario, attraverso ci·~ che è essere uro, cou;.e l'uno non essere; in re,:~ltà è come se t:uesto ;~tf:SSE significare una sorta di iLi:,>ossibilità :follo stc·sso discorso all'origine,·: tc.nto. che la impossibilità dcl rliscorso ;?.ll 1origine st~ e:. significare il f&tto che il prin- cipio è essn!:e dato; tutto il discorso che è iiu:Jossibile el1' origine è tutto lo· stesso f:· ss.ere dato de 1 L>rincipio .dc 1 discorso stesso 9. del ì:1rincit>iO non in ·.j,uantci ttde, i.~ Q.el princi;io riferito .el diacorso; da questo punto di vist(i, l'essere de,.to origin&rio 1 coL..è' ;>:rincipi.0 1 . corrisp~mde u.l fatto originP.rio che il è-iscorso non può ,>arle.re di cib che lo fa essere, 11 discorso può ~arlarc di tutto tranne· che d0l suo stesso Mauritius_in_libris princi~io, il discor- sp pu:~ essf:re un pensare qu:ilun-.~ue cose, tranne che il suo principio, non solo perchè . il discors·o ~>er pariarc del l.>rinciµio d.1 sè, · dovreQbe essere pr'ifoa del suo ·principio, non. te.rito per questo, quarito pèrchè orig:l.n.iriariìentc il discorso nasce ?erch~. il princi;>io viene concepito collie E::ssere dato; è ~uediant:e il ~Jrincip1o co<ie ~sser~ ·dato che il discorso è 'comincieto. L'- essere èoi.1iric·is.to dèl discorso ·si31ilfic<:1 che il co1.,inciare ·del discorso non .;;uò avere il princi)io del suo essere co11iinciato,· wa lo· stesso essere-· cowinciato dél discorso, a sue: voltà,· non può riconoscere un coù,inciarc di sè che sia un· ~Jrincipio che valga per . St:l . stEsso, in qunnto il colliinciare dèl dlsèorso deve ì_)Ur. sempi::e. riconosc~re un pr~nci.,;>10 dc:•l discorso stesso che vàiga per 11 dlsco~'so e dun':i~ che sia un princi~io relàtivo, relazionale a ci& chè fe nascere; all'uno ·non èsserc, qu~ndo arriva all'uno ·non es~iPrf': all'i11.possibilità di _.,y; ..::, procedere di qua da questo stòsso, · 1 1 uno non ess€:re è come·. se fosse il li11:,ite di qua dal quale non possia•10 spingere ulterion11cmte il discorso e 3ià . .. . "in C'.iuesto stesso il discorso' è senza parola perchè- è senza la sue. graurrJati. .· .... ca. Riu6cire a ;>cnsare il r,10do ori~ine.rio significa :_.>orre in crisi la grc.'lin• ./ r11atica storicc., ma 9orlc. in crisi usandola, infatti essere non uno è un discorso che si capisce subito senza bisogno di concetti, o l~eglio, senza bisogno' del suo essere èonce:1ito, perchè eGsere non unè> sarebbe \.1uel suo essere concepito che è già concetto, dove ehc è già concetto significa il rostro cr..;;.>ire iuil.i.edieto che è it..i1nanente allo stesso essere non uno. Pensare il i:)rincipio dalla ultb1ità del suo s'tesso essore ultimo che tennina in ioodo te.le che esse're non uno, è neC('SSll.riali<ente 1 tuno non CSSE::ré, cioè f~~j~l tem1in;-1re in sè, il sè del propri.o rico1.1incierc, è COfoC Sf; fosse una iden- ,tità senza idc..ntità, perchè. serebbC una ta.utologià s~Jrecata in quanto fareb-. be della fine il •.'.lrinci?io, allora sn considcriaDio il principio dalla ultiu1ità che rigu2.rda il suo ·essere 1.lltilno a ·'lue·ste ~.ianiera e in çuesto tuodo, che è èssere in ·questo il principio stesso, se~irlo :indi;>endent~rnente dal sè del rico11<inciéire, significa un ca;;>ire i1Li1,tediato che significa essere 1Iu:1e~i&.teruentc Cayiti, significa· un COluprenc1.ere, significa un catturat:e da i:'art(; dEl pensare che è ii11r1ediato, ci~è che espri1.e sè rela.t:l.vame'nte a sè, Mauritius_in_libris .120 .. ~ i.,e.. in uiodo tele de, fare divcntere quosto .il Iii.Odo, ;;>erchè .questo capire im- 11&edic.to che è inanediata.ìentc signific.: essere ca;::>ito, se noi princi~Jio in 1..~uesto se~uiaipo versante della ultimità dcl suo essere ulti;;10 1 dobbia- . rùo ca?ire che il comprendere bm1i.edie.to, essendo l'i1,;rnediat@llente ,. - . .. .- , )resi, sta in r0altà É pire· è stato ridotto e ·~inP,ri.:: il . esser~ \. . com- significare che il concépire non è, perchè il conce'-,i~ll 'esscre concei".>ito che ha perduto ln forza. ori- dcl suo stesso essere ed è riliìe.sto concepito e chiede di essùrc soesser~; stllntivo, infatti noi diciarno; non uno e, dicendo essere non uno j_)re- sumiaL10 di cai)ire quello che stimilo ?ensendo e quello che stiamo :.:>ensnndo lo stiC1110 pensando in ,;uP.nto ~Jensi.rnlO lfUl11COS8. che è concetto e concetto in ;:J.uanto essere non uno; 11.a ~unndo pen~>io.mo noi questo terminare perchè deve ricominciare da se stesso, dobbierao riconoscere che .il principio in è steto concepito, '~uento tnnto può essere conce;:>ito, in 3tl'.to concepito, cioè il suo essere ;_->osto in essere è 11i.a il suo essere tuJIJ, l'essere che ha nascosto in sè tutto l'css€re de cui e )Cr cui è l'essere che è; nella .. ...;./' Ii.isurl\ nelle. -.1uule con.pr~ndierilo che l'essere non uno è in se ctesso l1uesto concetto di sè, che ?erciò noi co111prendiamo e d:1l quale sicr1.to compresi, ,;,uan1o diciamo {;uesto, dicie,rn.o che alle i:r.;>nlle dPl principio il concetto co111c c.ttività del concf'pire n<?n esiste; in eltri tcrri1ini 1 posso conc<?.:;>ire il principiç> con.e conc€tto n~lle 1dsura ncll.:.. ._.uale è inconcepibile co&ue concepire~ ;>erchè il suo essere concetto è quell 1 ;::;.ttivo di ciò che lo fé!. come con• ce.~tto, nel yuale ciò che fa.: il concetto; concetto, spariscl.; questo riguar-, I . ' - • cln il vcrscntc delle~ ultimitA 'kll 'ulti11.0 dello stesso !Jrincipio che corri- . ·• s:;:,ondG è, y_uell9 che potrcliL."10 chL.-:ijs.rE:.? la f.r:,cilità storice. dcl concetto che i corrisponde · t",ll 'uso delÙ. ~rcimas.tics..; siaii10 sicuri di pensere tJerchà non ébbir.uuo dubbi Dul fatto che ciò che ?ensiaL&o sia concetto cd il non ~vere dubbi su ~1uesto è cr~usc.to dc.ll 'essere senza dubbio il pensare coiue 'Jrai111.li8.tic€. nel SUO ordim.: interno: essere non UrlO significe tiUalunque COSa 1 infet-' ti sto dicendo essere non uno ;_:>er dire t~tti i princi_t>i che possono essere pens~ti colile essere non uno, .:.~uindi dei princi)i ~.elle filosofie quel loro esBer(; principio pro;:,rio 11.cdi.::nte il loro essere non uno P. ~1uesto 111odo i)er cui es3~rc non uno, perciò ;rincipio, vuol dire ?rinci?io nella misur& nel- Mauritius_in_libris '... la r.tWJ.le elirdne. di, <N~<_,.Qa se: 121 st~s;;o lç; i>v'ssibilità di continuare e. pensa., .'; re il che vuol dirè l,!1.;pOSGibilità è.i .. t.ì.U& da se stesso di coruinciélre il pensare ed in ~ucsti -ten,;ini il co1.1inciare. a pensr.,re comincerebbe col non far-. mi pencére il· pririci)io c0111c e$se.rc nop· uno; se noi 1.,ensiaao il. prinCiiJiO in 'iuesto versantf,, che lo rigu2,rdc. intl!'insecemente·~ della ultii:uità del suo essere ulti~;:;o; i)énsarlo in C.1uesto vérsé.nte·<~ignificll. pensare una necessità .sssolutr. delr;>rincipib stesso che è·la identica'neccssità.del, c:onc~tto; attraverso il ?r':inci~io·· neooose.rio è_ co~..c se stessirao t>ensando la necessità dE,l concE:tto; filo.sofia in senso ... originario significa questa obbligazione ' ,1 ' t:.l concetto, per cui d& ~1:uesto _punto di vista noti: è che sicao e~ici gli irl, . tellettualismi;.. ~ic. sono··intellcttuc.listiche ·'1e etiche ·dcl pen~dero a queste. maniere, il tcJni·, d~llt. obblig.f,zione non· è_ un teiim di carcttere .f;pccif ico in sedE .1itC>rale è· un teme: di cara~tere specifico in sede' pseudo teoretica, in '4uanto dc:\;uesto pun4o di vis~p., l •obbli~e,zione di up tema ustt'.~tto,· ·in., tellc·t·tu~le rmrohè è' h~. necessità di riconoscere che ln filosofia ~'C dove.;; ~ origin~riaraente COlliinci~ro, d~VE cetto 1 ;)Gr CUi. non C riconosèers_i cor.:ie obbligata .sl con- tè filosofi.12 senz,r, CCrhcctti; :f concetti ·nascono da \..l~ S.til obblige.zìone" originariE che la. filosofia è rispetto a. se stessa, per cui 1 coue ctè··unr: neccssit~ di dovcrt:' etico dcl pensare che corrisi>Onde e ~1ucste. necessità. di riconoscersi, {;)bbligato &i 'concetto; dovrebbe essere ori- ·~·- .:;i ne.ri amen té eltrettanto obbli~Etorio un e.ltro dovere: libernrci da i.iuesta · obbligazione, cioè dobbieruo o.vcrf.: il dovere di riconoscerci .liberi da i.jue;;. I , . • . . . _. , sta _obbliga,zione, <lobbie.mo riconoscere che il -concetto non può ne..scere per mezzo di \iuesta obblig~zione, in ..;uesti tenaini, a;,"Jpunto, il temn d_elle ob.;. bligatorietà è socrr.tico 1 cioè è ur.1ano. Nelle i11isura in cui co1;ie uomo mi sentO ·obbligato alla verità, . in çuesta. stesso. misura, cor.ie· fi;I.osofo rui sento obbliguto e. libera:nili dc. quest.q Gtcosa ob!Ji:i.gazione. Ge seJUiaiilO il verso.nte dcl principio· COi.•te essere non uno, si può COluprendere che da ~iuesto vc.rsa.ntc è come se ì.JOtcsG.L:i10 riconoscere che tanto <lbbi&mo bisogno rle.l con- · cetto da. non r::vere il concetto stesso di questo bisogno fondeinentnle; se noi rimancssi1i10 le:3eti G. \lU~sto bisogno fond~aentcle, rimarrerar:..o una sorte di bai.ibino storico, i_)crchè sare1.:mio rimasti ;:. .~uel livello nel quale il no.. stro riconoscere il concetto corrisponderebl>e a questo bisogno fondan1entale Mauritius_in_libris 122. che è il concetto stesso che mi impedirebbe di capire <:be in '-iu&lche modo dovrei potere avere. !1.lmeno il concetto di Guesto bisogno, cotue fondamentale. Se ò.ovessiu10 rimanere al non potere aver',?. il concetto di çuesto bisogno foncla:i1entr.:.le che è. lo ste_sso. concetto, che significB cP> attraverso il qua.. le il )i"inci;?io .è s;_~sto cssE:re ulti1iiO che ~o essPrç non uno le3ato a ~-i.leste ulti111ità del suo inchiode cl concetto, se rili1anessiui.o fermi a punto, rirnerrern:iao fermi al~a po.ssibili'I;~ di ?ensare ;?erchè éibbiauÒ storico delle nostre idee, 1;,~entrc -.~uesto i 'uso è propriò de questo, che è una sorta di condc:nnc, dcl ;_:>rincip1.o c,1 concetto che, ncsce invece in liueE:;to stesso le ce.pEcit.à q ., le. ?Osstbilità di .. ro1:qere quest~:. cot).d&nn<:l e di le.scio.re il prin• cipiodiviso dcl concetto, pro;,>rio attrr.:.vcrso_ciò che rai>i>rcsenterebbe il conce:tt·o conde;nnato el principio,. coiCte princi;,Jio cond<mnllto al concetto eh€.! è l'?no, l'uno uno, che; è cib che fa. da contrafforte.·ultimo all'essere e al !!Q.!!t c01.1e essere e cot.J.:; !!Q!! le viti fra· loro del loro essere ciò che finisce ncll. 11,lllo,cdallo stcr.rno ~Junto ::!i viste che l'uno coi.e uno è, in che tiene fermo w:rso. se stesso, anche contro se 11iél. stesso~ quant~ il non e l è ciò '~ ..9.f!.§., ~er cui tenere fen••O essere e ~ verso l'uno e dall'uno, dovrebbe ?Otcr si?,nificcre di non dovere ;;nènre oltre, ?erchè dovrebbe ~oter siJilific.::::re çucllo,. che storicemcntc significn "1 ucsto discorso_, çuando storicarJente c;_uesto discorso sign~fic<0: to se non :.>enao il princiJiQ che non l)Osso j;>ensare il principio co1.ue concet• co1~e uno; storice.rdCnte se il principio in qual- ch"' modo è st;:-,to pensato de.l punto Ji visto. concettuale, cioè del suo essere conceµito, l 'easere concepito. del il princi?iO è ~ttre.verso h1C uno~ princi~Jio corrispande al _fatto che o il principio non è; per cui l'essere uno del principio, il suo essere t;.::l~ in (1u.:mto concepito e .quindi il principio co'·r - csscre 1 ~on, uno, che significli. il non legeto r.11 'essere, corilC se l 'esacre potesse cppropri.s.rsi dE\~ 1 principio con.e uno, perchè il non legato all'~ !§. ?erci., significa lE. ,ca.p.acità del principio di essere dopo di ~uesta ap- }rq::?rie.zione del non che l'essere dovrebbe essere risµctto fll !!!ID• l)crciò il _>rincipi~: 1~;entc. uno, ·se dE; ~.iuesto ?Unto Ji ·1iotc. ci convincim110 che storica- i.,l hmuio f.c"tt9 .:;_)e~sarc che in tento :Josso pensare il principio coiue conce'tto, ip. quanto :I).e :::iqnuo il suo essere l'uno, dove pcnserlo coi..e l 'um Mauritius_in_libris 123 ... sign:f.ficc.: l'uno uno, t:,;uesto signific_:a cit'.> a.ttrc.verso il quale ?ensare -.1uesto z:;i condti.ce, invece, f.:.lla necessità di non continuare: ti ~)(msare questo i.X:rchè dc,11 'essere non uno, il principio è l'uno non essere, il ?rinci;_Jio è ciò i...edi~.ntE; ·11 quale riesco o. co1:1;.>rGnd,:re che non posao rila1llnere conc1<.1n- nato c.:.l concetto coi..e princi;_)io e: al princi:?io ·come concetto 1Jer. virt11 delle stessa condanne dcl princii:lio o.l concetto, cioè :>cr lilezzo del f;:itto ori~inario che il principio è co1~ie essere non uno, il principio p&ssa ncll 'uno non essere che divide il ?rincipio d.:l concetto, c~oè di\rtde il pi;-incipio dr:. ciò che il concetto dcl ~lrinci:>io, cio~ de'\Ì concetto coi.•f~ l 'esserc concq)ito dçl ,Jrincii.Jio stesso, nel 1 1uuh~ l'essere concej_Jito del principio co1i.e ciò che, diciei.to concr·tto ai:3nifice. che non ~Josso conce?ire il concipere stesso, in ~iuestC tenaini il principio cor;.e · {·s:::erc non uno quélndo e se attreverso questo arrivr, c.11 'uno non essc~re: è coi.ic se il principio stèsGo si detcnninasse - alla division~ ris?etto. 1::1 concd:tò di se stesGo, ?er cui si cc~iJisce che non posso co1i.inciare il discorso mete.fisico in nessun<'! mrmicra, se cou1inciare un discorso 1~iet11fisico ·non aignifiéa .la disgiunzione originaria dc:..l s.Jrincik)iO :::tesso;. lr.: vera E'<l unica disgiunzione ci~io che è, appunto çuesto essere il princi?io origi~1élrill a.~uesto dcl ~?rin punto diviso, .per- chè l'essere diviso si;rnificu l'esser''· diviso del ;.Jr~ncipio rist>etto e;l oon;..; ... - J.- • cetto del princit>io stPsso _. l'essere diviso del princiX>iO rispetto al con- cetto del µr:ì.ncifJio, significa il ..>rinci~>io coi.1e C3?acità di r11antenerE in pisdi urta divisione corne òisgiunzione originari& che lo rigut:r.da. in proprio, ~'lerchè è Ìc disgiunzione ori3inaril'l. tkl ::>rincipio, per cui ':iuesta disgiunzione 'ori3inaria che do;>o di sè non può essere divisione, 111r. è il principio del rendere 9c.rnllele le divisioni, e dunque di non dividere mé:i w;raraente e di .:'.ffenanrc: sPmprc e condannarsi F. solt~mto nella u~isurc. in cui uffe.rv;iarc signific·c dovere affenuarc che A è A, i:.c~ anche: che A è .non A (è ?roprio la èisgiunzionc originc,ri.r~ del princi:lio L .._~1.J.est,".! racnicrn. che ha ~lreck sti- m:.to .b.ristot(de ~d essere il co1i1pr:..1110 ·:.li cord.etn di He;~el) perchè in s_uesti tenuini,la. c.ffenrmzione d~l :)rincipio di identità è una disgiunzione 79nse- cutivet rispetto ~ ·c;uelV:. originsri& (iler cui da .:.;ues~n disgiunzione conee- - cutiva,A. co11ie A, :L')er cui è rirnesto Hegel consecutivo nd. i'aX'istotcle, e l 'es- Mauritius_in_libris t 124 tii~nific.:. re consecutivo dc. clO.rte ::li Hogcl consecutivo ris?ettò alla ~apa- -· cità di fe.rc discorsi ~h~_rigunrdnno il princi:>io), e, quindi, dobbiamo pen- s.r.rc elf' originè in moifo ~Jle.tonico ~-:>erchè pensare a.11 'origine in modo pla: l . tonico 'd. gnificn L:1 i,.igliore ruort.e. che (_;ucsto pcnse.re può a.vere di o~ st~s so, in '-iur.:.nto l['. rilQrtc (:he {~uesto ;,-:>ensr.i.rf: può avere significa liber_ers~ dal suo t4-odo, ·cioè. r.:.ndL1re a ciò·.· che sono le disgiunzioni consecutive rispet;:to .. -. . . . clh~ J{sgiumdone originc.rir.; rnr. le-,, dis~iunzioni consecutive, rispetto u.l,· le disziunziono origine.rie. non . ~ h~nnò · ~otut6 · còiiprfnd.e~é il· principio dcl dcstine,tc~, concetto, perchè si sono trovate: prcndEre il conC('.tto del ~Jrincip~o, come anticipete9 c.. dovere cou&- per cui ..Jroprio 1 1 e.vere dovuto iwpian"!' tare il discorso dal punto di Yistn del co~cetto de_l iJrincipio, è come se . ' fosse storicB1::entc steto il destino drmilluatico sia di Aristotele, si.a di He3e.l rispetto. r~lla. disgiunzione originnric, i-:>crchè da questo punto di vist-:·. è. coi.1e se· /tris tote le i::d Hc'~cl fossero atati nntici?e'.ti dalla disgiunz,ionc ori13im:.ric del ?rincipio che è il princi;>io delle disgiunzioni consecutive, ~.>èr cui posso pensr:rf-: ~n~rnllclmiJent''• . A co1.ie l\, A cotile non A, per cui ' posso pensnre disgiunti·'ri'.'-u1.ente 1 1 essere e il non essere; dovere pensare èl.isgiunti7Pl.iCnt:e essere· e non essere si3nificc. intendere che: il. piano del rap;:>orto, nel. qualia è st5ta fondate lo. unità del rapporto stesso, per cui posso 2e'ns1-~re l 'esserc accanto cl non essere, è . U1,'l piano di cui non devo ren- ' <lcrc COI\to, l~erchè se rc.,ndo conto di "fuesto piano di. 'I'.ap?orto j?er cui IJOSsv pens<:rc dlisgiuntivc1aeritc. l 'esserE: e il non essere, 1..i sc.rc il piw.no di unità, .. chf; tiene assieme se stc~so .;>erò, io ?Cnso di ,'lcnsarc cssien1e eSi:JC'rc e non . non ciò che invece eh~ non si v.:::dEc:rc, ed è il pie.no nel 1...:u'.·1le penso assieme l 'esserc:: e 1:1 non ess.~r0. m:sconde il f['tto d.i er,scre cib che si tiene f-~- in quel modo per cui, es~ere, ussie~i.e fenno. i~vece n.. pcn- talmente t<:.lri.ente per cui ;_Joss'o dire sir:. l'uno, sie. l'altro; se U&i fermo il ?iano l}el c~uc.le ':il.lesto ,Ji~:no è che lo tiene ~ssieme u sè, <.1uesto 11 !)Cnsarc tenere nascosto dentro di ~è ciò ~llor~ è~ll'csserc non uno~ come l'uno non esse• re, non lJC?Ssiamo pr;sscrc &lL:~ disgiunzione originoria del prinCi?iO i.>erchè . dovr~na''° ccrct.1re di pic.ntc.rc il 1-:>rinci;?io nel_l 'uno non essere, dovrcm1mo cer- ' ee.re ·di_ . . pensare l'{,;sserc non uno, co1;ie tc,le, d(-:ntro 1'~ non esser~; ua Mauritius_in_libris 125 se ?OnsimllO 1 1 esserc non uno, dc;ntro 1 'uno non essere, non abl>irui10 il passeggio attraverso 1 'uno; dall 'esscrc=: non .::1 non essere. Le -:1uestione che ~ra ;er ci intcress& è ...J.uèsto ~'J~:ss;::.~~io che è la capacità .... dall 'csscre nop, cioè del! 'essere di tcnern- fermo e sà ecco r.>erchè (1) è essere non uno, -dove uno si3nificr; l:'. necessità di tenere tull.iiente il B2!! ~J(;rchè dentro l'esoere che perciò l'uno è uno, (.;.ssf:ra il !!Q!! tenuto f:n.o ll 1 cc::;r.rc, non _?erchè l'essere ha l'ambizione ,Ji t•:::.n~J7C't iL.n:;-n.:ttnùo a Ge stesso, ~.;, :.:i.. t:nere. iL_!!22--:aentro ,:~i:ll 'esserc -.:-, ~ pcrchè l'essere è questa ruabizione Ii.e. sè per 1 'uno uno, ;.>cr cui, da çucato ,Junto ris_;:>~tto non uno, all'uno non essere, 1 '!!!!2 i:;::. .il mezzo. per cui il 1 1 essere & coi..&e uno è fotto tale dall'- !!2!! cere;.:: di di tene-r.e. fenrio il !!Q.!! é; ri-x~tf'rc ta vi- nl ll2!! di-ven- l'essere co;....:; -;uella forzE> che sè, ulll<. stesse. ucniera come, dn t.iUCGto ?unto di viste.. do.11 'esscrc non uno «:,11 'uno non essere è co1ue se dov~cssiuo , o potessililO e.rrivare cl· !!Q.!! cow.e ca.JL:.cità di tenere esso dentuo di se 1 'esscrc ed è solo dc çuesto che.: ì.Jotrcun••o c1:pirE: il discol:'so tre. 1 1 essere e l 'coscrc bilancie.to o sbilélncit.to dr..l !!Q!!, I.iD. i.ler questo anche dovrcrnrno ·ca;>i- i-e che ··i.::uesto passeggio dé:ll 'esscre non uno nll 'uno non essere, il passaggio significn la crisi ori3inaria del ·~ipio µrinci~io, per cui, cffenuare il ?rin- in termini origincri significn doversi rendere conto dcl fatto che., e.nche .:: · :>ensarlo in ~,;.ucsti teru1ini penserlo in ..~uesti tenuini significo?, por- re in crisi il principio corne ~>rinci~do dl-;lle sua stee:sa divisione nei con- fronti dcl concetto. Se il princi?io deve r.ssere _t:>ensato ori~inc.ricr:1ente ili1plica la neces- sità della sue. stese& crisi; il ~Jenzt·rc ori~innrio coi1ie ~:>cnsare il ?rinci- ?iO è ~>orrf in c~·is:l. l:J e e'. :co ,,rinci~Jio in 'tuanto è porre il principio del- V·. :~.i· 'iGionc otesse. del principio nei confronti del concetto a partire de.1 ';,;:.:.s:::~.. ".:gio . ._:1. . ....- . dc.l.]. 1 essere non uno all'uno non essere e c:uinc1.i il discorso n.Jn ~ J\liluppa" ed il discorso che non si ::o che tiene •e stesso fenuo un :riensere f.1 ?rinci;>io, i.;s ~vilu··)·lc. c.orris~)ondc nellr~___ m~ccssità ::~f;l penso.re )Cnsr:rc orL~iné1rim.ientc.; _porre in cri.si il )rinci?iOi Questo è il p~nto e_ ,~ucsto di~cor- origin~rio che sie. il principio si8nificu e.1 4ue.le si può dire che i l pc.ssa3gio dell 'csscre non uno come nell'uno non essere è il ~:>Unto al c~uale (1) il<'C\Qf\_ ~l~{'l\'l"f\Cte._,ebbe e.ssere, come "o.''• altre~a ç.p~cità come l'essere, di ~~~~ t\ ~·'p'~i Mauritius_in_libris 125 questo ;.x~ssaggio conducf~, dall'essere non uno couie l 'uno·:non 'essere, lo che do,.rrebbe essere un pe.:ssa.ggio grJ~nic:o, ~uel '- finisce· µer essere'·: Un passa3- :;io sçuilibreito. non i)_erchè non possiar.10 1,xmsnrc l'uno non esser.e e çùesto non· poterlo t1ensnre si3nific<.! e.vere pcmso.to l'essere non uno couie l'uno ron ?2SS&~gi<;> ucaerc: il è squilibrato non ilerchè da •.1uesto ;>unto _di· vistci.. p.o~ sie.mo pensare _una p~rte del raiJ?Orto e non possimno pensare la s.cconde ~js.r te dçlJ,.o. stc·sso l;'flPt>Qrto e ;;:u.indi non è Gquilibrnto pcrchè rion J.)OSsiaitO ri. ~ "': durre a intcl;'o questo chz dovrE.:bbc costituire il lo stesso UQ. ?r:l,ncip_io~ invece il pas~2gg:lo ~actcricle originnrio· del... è squilibrc.to pro?riò ·~>erclJ\ stan- assieme l'css0re non uno e 1'·'1no non essE-re, in 'i~n.t;o .. i:l . .loro· èt.<:,rc 1':s~ . . siem~ ·è costituito d~ ... ciò che l'uno costituisce di sè, coi.le necessità del !!2!! nl'.ili co.nfronti dell' esGerc .e come necessità ècll 'cssere-- nei,, .:.:-··confronti · del,· .!!2!!•. per cui se potcssiu..o pensare l'un~ .<>e.r se stesso è co1jje se: noi fos..; silii.0. s·tati c.bilite.ti r, penoerc il non le3e.to re lc~eto _verL'~.men_tc il !!2!! è un 1uodo :::i~ifica la •.rcrau1~mt€ c:-oll'cssere o· l'esse- lll .!!2.!!• r"""ntre &ttr<;;.verso l'uno dobbiamo pensare che· ,: attré~verso nec_es~i~l ~t~ il quale ci giocc.. una partite. li.teta.fisica :che .. .t(;nc.re fen.10 l'essere nei confronti del ·!!2!! e· il·: conf~onti dcll'~:csere, vist.:.~ .-;_ llucsto. De 'iucsto µunto di iX~ss·c.g !!Q!! nei il ~io si sproporzione. perchè i due tcn11.ini stanno assieme. ot.traverso ciò che è l 'ooo coi.1c l'uno non essere; il fatto che l'uno stia e fA.re da lJrincipio-tenìline s·ignific.": le. gE:rr:.nzia che c'è un ;:>asso..ggio ~ (iuesto vuol dire che )er (1uesto possic.mo pass&rc dnl pensa.re l'(;:sscrc non uno al ix!nsare non -(~ssere e invece ·at:tro.verso l '.!:!!!2 ~ e non r>ossiarno pensare l'uno non essere; l'uno~···· posziru.10 pensare l'essere· non uro r.ttra~.rerso l'uno non solo non pos- ·3ie:-.i110 ,;;ens_e.t'e l.'uno, rne, idcnticm'.:1.ente non ;;)enso il principio come :c;;sscre'· · nor1 uno è. ~Jensere ed è -Juel ?Cn:Jt:r~~ che e.ttravcrso l'uno coi.i.e uno non esse...:. ... ·• re è. non pensare.; il i.xmscrc che scw.b.r<>: 3cre.ntit9- e 3.:irantc 1 'è : il ·pé1'Snre eh~ puè n5.sc.~rc cì.O?O le. ,.,etc.fisicr:., i •.:: il pensare che è sicuro dallar1i.Jeta- f i sica è sicuro ~x~rchè scnzc il che cosa ìJmisarc;, proprio ;,:>erchè un pens6.- re 3.s.re;ntito dalle. Ili(. tD.fi;;icc: come disgiunzione originariu det .,principio. Se devo ridun11i c. pensc.re che, •.:uando e se 11 pensare, è sicuro, de do}o ci·~ qu~sto e.cctì.- che è stc'.:Lto detto i;.etcfisica, .i,.n, '-1uanto ciò che 1iletefisica è· ;. L. . : . ·•·· ....,. .. Mauritius_in_libris .. ." •• .a... 127 'e\ questo livello è l 'essore senze. il ~ del suo che, per cui, se seconcb -:ucsto discorso ·9.J.esto .è vero, j>Cr CUi di là dalle. metDfisice. 0 1 SViluppm- d.o il discorso come discorso metafisico, :;->ensare si:~nifict:. penscre che non è }enaare perchè è ".>CnSélrc .yualche ·coso.; <..i_unndo il ~'cnsç;rc in atto ~Jens&re sembra che sio è senza ciò che r!o·rrcbbc f<:.rlo pensare, se il pensare è te- le. di là dall!:. 1netàfisicn, il pcns:::rc r.\i t_:ua dnlla metafisica, cioè il pen~ . •·. ~ :J"-re ncll 'cssere metefisicq blerùr.-. di cJtrsi S~OZf:~ O ct1<~ . .. rigu&rd2. il principio non hE1 neanche !on le r.onc 1 !,;-:;. ,JC~nsurc::, perchè è il--~)rò- se il pensare coo1e C;Veasc:. co1 ••u unico ~.::roiJl~1~1a tj,uello di dirsi con o senza se stesso. La ridu.:. zion;:: del problemn nei suoi tenuini radic..:li si3nifice. che '1utmdo il ?Cns2r·~, è aicuro dt· sè non è sicuro delle cose che :)ensl°'., DO rieuarda. il pénsare Spinto al lh,itr..; di • se t"l1~ctu • il <.icc.::;r- stesso, . .)crchè e:. 'lucsto li'1i- tc il ;Jensare è coulè se non sapesse di doversi dire con s~: stesso~ ·)crc~'iè A !..C ·stesso o senza in '-luanto il pénsare per un verso è il ;_Jensare secondo 1 1 essere non \lllo e per l'altro verso non è perchè è il ?Cnscrc secondo l'uno non essere che è il ?ensare che non ?ensu l'uno non esser€, perchè l'uno non essere se è è perchè non può essere pensnto c.lla stessa m.:mii.;;ra cm.te l'essere non unò se è pensr.to è pcnsc.to ;?erchè è, perchè è come il suo essere ron, che: deve condurre il suo essere non e. non essere attraverso l'uno~ Tra l '- essere non e il non essere la. diffc·renze. sta nel posto che hc. il !!Q!!, questa non è differenz~( perchè GUesto è lo stc-sso dcll 'c:ssf·rc non co1.ie 1.1e :mm essere, è lo stesso pcrchè è l'uno con1c uno, le. differenza che tiene· usoieme i.due, non è diffcrcnz.:: perchè è ciò che tiene assieu.e i due colii.c ciò ·' che è lo -stesso sE-:nz.n. (:Sserc nessuno dei due, sr.:rE': tric.dico per necessità cleumtr:.rc è C04:.0 se trc·;c:·.rci fisiologice1i:~;:.c:c co::.titui~ d~l (;uest~ è come se fosse: un es- pensiero, in llUtmto il pensiem :'.:esse condemu.. to o beato del fatto che deve ri- tiuesto essere triadico che il i;>ensare non pub coraprcn- .:5 •. ~:·~. )erchè &ffennere çuesto essere tric.dico del principio è n';llo :..,tt<:SO ·-~l:;:io fLre nascere il pensare, perchè ls. na.scitn dc: 1 ,Jcn3arc de. t:ucsto ,?un- to di viste. corrisponde al com;>rcnrlerc che ls. differenze. fr~ l'essere non e il ·non essere è lo stesso eh.e l'uno è co1.;.c uno frc. essere non e non esse~; ?er cui il pensare è cou.e se fosse tutto corupreso Mauritius_in_libris d~ll'uno uno che ste 12B I~··"- fra l 'csserc. non e il non essere, coi.e cllort). a livello origin<lrio è se il :.Jonsarf.'. fosse il cor.o;,JrcnderE: co111C l 'esscre com:>reso, ed è· come se il ~Jcn sé'.re fosse conJc.nn;1to òe:l ;;>unto di 'Tis.ta cli qocstLl situazione che rigua.rde il princi~>io che identic&mcnte fn essere il ~Jcnsarc,, rne ideriticar&tentc! non lo fa essC'rc (in c..unnto il i)enserc non COi.ù?rendc, dove non co1.iprende significc. è co1•0:.Jreao, tanto è co1a:~JrFso ché' per s_ucsto no·n h.::: determinato il con- cetto, non be. concepito il concE·tto, rua ha dovuto accettare che concepire il concetto significasse css(::rc concc·pito dal c·òncetto non concepito, i:)Crchè i,l p~nsare ~Jer coi.,inçic.re non co1.1prende il concetto, cioè storicm.-lEinte sign:l,fico. <:.sacre atr.to concepito dt:. ciò che non è stato concepito, bisognerebbe riconoscere che all'originE: il concetto non c'è' rnc ~Jroµrio sto \'.'>Oi c'è le:. necessità dPi concetti, :>er cui non peaso se non per llue- ~ensò per concetti) irta necE ssità ck.'l concetto vuol dire solo no.sconderc quelln ai1111iisorigin~ria; sione gineriuaerite µenso costruire. E S€ ed il concetto diw nta ~Jer concetti t>~~rchè n~cessità il concetto t:rc.3ic ... solo cò~ i_~Ìe ~Jerchè ndn lp ori- po~so noi '.?~msirnuo ;:>er conei=~tti ?erchè pensirnnd ~:>er nF..turc. allo- r:.: E.vrebbe ra3ione Voltr-'..ire quc.ndo dice di non .::vere nessuna Oi)inione del- le r,:osL che pens<:., cioè il non poter€ o~inere ·. su ci~ che si pensa. Il discorso orfglnc.rio significc. necessità- rli. cJ14n1ettere che.. '-ati 'ori~i11n il Concetto noti è. ata.to COnCCi_Jito; c.llora bisO~ll<:~ ·J:'E-"ndcrsi conto· dei liO- '. t_ivi ~>er i quali .if p\'.:nsc.r(" in senso originario ;;>er dov~re co1,dncÙ.are·"hE dovuto subire le necescità di non concetJirc il concetto non potendolo concepir'~ e, o rc.3ioniF.:uo in ·~uesti termini o divE:rsemc:nte. il s<.mso finale è le. cc.te,strofe ill\.J[11inisticll, che non è '.juella di Voltaire, Ii1a è· (1uella che stiE.mo vivE'-ndo noi nel nostro ri:Ondo contefii;>orenco. Qullndo dico essere nòn in rapporto ~.l non essere ;::-,ttraw~rso l'uno è co11e se stessi diècndo "tutto ciò di cui il lJ"msare ,lu0 <lisporr~: all'origine cd anche -:ttutto ciò d~ cui il p<:~nsnre pu?l usarf:, ·dopo; 'c,;;.uest.:-~ dispon.ibilità che il :Jensare è dellEI. su.:. disponibi-lità origincric., cioè, il f)Cnsn:rc,; che dispone di un disparre ori3in~-:r1,.ç:> ,tJerchè è co1Jc se il ;>ens2,re fosse determinnto ud l:cccttare questt'.l nituezione d~l.~:>rinc.ipio, non è il .pensi:re che hr:, costruito 'i termini eier..ento.ri e quc~·ta. · rnanieré-~. è il pensf!.r" che si trovc o~i3tn--:tto del cowprcn- Mauritius_in_libris 129 ~uesta ·ck,re i terwini origin!lri e maniere, Iii.El il pensare dctert7.i.innto da .,ue- sto è .:..nche il pensare che e, sua volta detc,nnine il srmso di questo, ;,lerchè se 11 r>ensere non pensa. in_ l.tuesti termini ~,_unlunque termine rhtanc senza se:nco percl;lè sono ten1ini senza connessione concettuale; tlcr un ·v_crso il pansnre è di,sporre; di çuestr: disponibilità originarie, tùa per altro verso il ?Cnsare è condannnto e ~uesta disponibilità, in qucnto il pens~rc non ,r>cnsc. l'uno non essere, cioè non posso dr:.rE: il concetto dell 1uno non essere, non posso deten11inarc" il concetto nelle" sue origine, fJerchè l 1uno non esae' re è 1 1urigine c. 4uel limite es soluto di se stess~, di. -;Wi dal quale non 1 à )Os:ibilP D.nd:;.re oltre nc;>:tJurc ?er l'origine stessa, perchè andare oltre si1nificr, <.ir(· c.ltro rispetto all'uno non essere, tenendo distinti l'uno il non e 1 1essere, è co11ie se potesshJO pensare l1 tutto l 'univcréo fil·.)cv.'.::J ... C.J 1 :?C:rchè tutto ciò che ogni filosofia è, è un htodo -ii Ii•·.; tt("·rc n.ssL.~i.ic l' - uno con l'essere e col non essere. Se noi pensié:..r.10 questi tr."n.:iini distinti è COliìC se potessimo pensare tutte h~ filosofie, ru;:;; ln condizione per pote- re ;_:>ensarc tutte le filosofie come il sister.ia <lcll 'uno non esser€' è condizione _Ofi.:~ine.rio. '-,;u12st•~ secondo la ljUale il pensare originnric!lnente non .JUÒ dc.re j.l concetto dell'uno ·non essere, ;?erchè l'uno non essere è le~arc s.1- 1' ossere non uno cotue l'uno non essere ad è cor.:1e se il pensare pervenisse e. se stesso in quel 1110ruento nel quale pervenire e:. se stesso significa com~Jrcnder(> ciò çhe pens&: l'essere non uno, in •1uesto 11i0n'K.!nto il pensare .~Jo trE:bi:>e pens::re il concc.:tto, pcrchè pense.re il concetto significa cot.ìprFndcre l'essere non uno, per èetennine.re che 1 1 css~re è e perci~ il non essere non è; sr il penscre potesse sare :;>0tessc rog~iungcre se fena~rsi stesso cll'esstre non uno è ~)erchè fcn;1c.rsi a \~ue.sto co~e se il pen- significhereb- be il penscre .come ce;>é!.cità di dctenninare il concetto, ?Crch~ '-lui deten11i- nllrc il concetto c1i:~nif1r; ;>oi:orc ;'cns:::r-:._ ..,_i..)LlcLu· ):,;;:-eh<': :.><i!RS~.-.P~: -. _.:,;.;ns<:rc.· che 1 1 essere è e il non essere non è, •,.:;os~ in senso e in sede originaria: l•esserc non uro, detenciinarc una sua id€ntità non perchè ·s.i trovi 1 1urnc- . :·\\~~)V~>~~~~>··. re.:: ~oLc G~~~,~~:;:il 'tQl;l essere come non essere ma perchè ii )t::ns.~.r., Jo-;:rci.ix: ~\: ::.::rmi~~~~st~ \dent.ità proprio di sè nella 1ilisura in cui può porre or-:-1inc tre.' i•eèsere non uno, fino al :>unto di potere- pensnrc a 1 1essere co- Mauritius_in_libris "~. "J li!C ;-:·· ~~-..~·~ essere:, o il non essere co1.ie non essere o l'essere COlùC non .. ~soer(=: e il non esfKre corue essf.·re. e ;_:>ense,rc sarebbe capire (1uesto; cioè _:>ensure con Pnn~1cnid<=: o crcckrc Ji ;;>ensc.rc con r-::bbG ct:::..)ire l'~;.ffcnr1c.2ion(. l']or1i~, dove il !)ensare non significhe- dell'essere e dcl non essere. Pen.ss.re nel id:ai- tc dcl ?ri1;io vcrsc.nte dcll 'essere metafisico del re solo le. con...1uistn d0llc: sue: ic:kntità, in coi.ic ?ens&rc, pcrchè _sc.rebbe lll.& ~Jrincipio, ·-iUr~nto potrebbe esse- sarebbe un r~~giungcrsi porre ordine intrinseco al pensare tra es- sere non uno, cioè so.rcbbc lc33erf) corrcttruncntc il ~>rincii_)io COlilC cssern non uno; questa lettur.n cocr... nte costituirebbe il pensnre indipendentemente d1:~1 che~ fll.tto chf: il risult<),;to di ..,;ucsta letture mi fn dire che l'essere è invece ò il non essere ad essere. Se vo.~lil'.r.i.O CQi_)irc il filosofico Ji Pc.'.n;cnide o di Gor:ji~:-.,il filosofico conoistc nel f .... tto cho if pe·n-sr~re si costituisce cou1e t~h~, · liil: il costituirsi del ?E:m3c:re cow:! tv.lc e. 'iuesto ?unto è oè dc parte dcl panse.re che poi significa pensare e ,;.~uel rc~,Jiungcrc che 1 1 essero:..; è e che il non essere non è; per cui posso ;.~ire . IJ8.nr1E:nideo dc:ll tessere e il co~c~to .. il concetto gor:~iano de:l non essfrre,· s- t>et't'ir( del fe.tto che~ in 1.~ue,lche 1.:toi.'?.o ,?; ·~~ucsto. cootituirsi come i..:;uesto conq,uistare la i!'.:~0.ntità di sè, Jovc identità. del ','.)ensere significc. d~te;nrlnti.zione del con- cetto (; dove dctcn1innzionc del concetto significo. ordine tre, i- termini clem<-:ntc.ri dcl discorso stesso; per cui oc rii.:m.ncssinio fermi a :...uesto 11io1i;ento ifal )rincipio che corrisponde ci-._)io, potrcr;d.•O etiche i)enr:><~.rc <'.. ~~u..-;st1: ultimità dell 'esscre ultimo. dcl prin- di e.v<.::rc concepito il concc,tto, itl 1-jttnnto ;.x:>- trenm.o pcnsl:rc di n.vcre costituito il pensc.rc co1.ie questa identit.\ di se stesso nttr:.w:rso ·1a st.--. di se, Iii..."l ~,uclc la idcntit.\ del pensare è per un verso la con.&ui- .?.nchc il concntto di ess0rc e di non essere. Invece .il pensu- re r:.;niunge questa idt:'ntit~ pE:~ lo ::itesso Ìilotivo i:>er cui non le raggiunge, cioè il pcna.::trc è .... uesto costituirsi rispetto nll'ordine da dc.re ;;:.i tenuini ori3inari dcl discorso che sfum~e e: sè ;)erchè attré.verso 1 •uno, lo st(;s- ao uno fa: alitterc l 'urncrc· non verso il non essere e le.nei.a l'uno ociA. se stesso coue un:> in ·;'UCl ~ ~· ln- . lùodo .')Cr cui è ocnilettcrc costantemente lo slittnàcnto dcll 'esscrf"; non sm,1pre verso il non essere e dunque lnscier(;: il .J~nsnrc sénz.s. l'ori2in(.; dcl concetto, )Grchè secondo questo discorso i l Mauritius_in_libris 131 non lo posso conc~tto ... ~ _x.n3crc 1033cndo l '- ~ uno non esscrc 1 non posco )Cnsar~ :. non posso .;:icnsc.rc U detenf1inere· U. e : ne fra l'uno ~l lì.On e l'essere 1 Hno r:..)n .. -v Y.:.:rcl·.~ cs.3~rc; e le33endolo non posso inettere ordi- non 1;o::;so concc?ire il concetto, l·.llorE.. e sl :U. ;Jcnc.::rc è é1uel costituirsi di nc.ll-::1 cui ori.1inc il panse.re è coi.;tituir- :L ~i se stesso nelle 1ldsurc in cui a ~uestH condizione il cor.cc:tto non :::l::- x; ~:ituirlo, ;>erchè c.. ::..;:"!3;~(..re c .. ..:~uest& condizL:..::' , .~u. "'":ruir(~ .~rmini eler.!entari del di· ::.ur_.)• Il ;)rO~'.r:;:;2t~o icl )C:n~;icro .JI'.· ·' .M '•·.f • ~ :f .L.cntc ;; .. ,~u1,;;s:to ~Junto, -:orndste.. rll.dic se dovcssiu10 re~ionnre nei s_:;ccul&tivo, re ;;b~ nel ferc tornare 11 pensiero alla c.utcnticità in 1uento solo Tc.lc.:te mi consentirebbe di pcnsr...!c ~ienifica st:0 ~unto i l eone::: :.:to Gi::;ntfi- ricever€ ordinçitruilcnte 3li tl'f.6LX•:'a pensare si~ifica le~1cre .~1cl discorso tale tic.no, chL:ioau:~ntc "t ~xa'tr » ~)cr coc:ccnzc di l:}Jesta letture. significn idE~ntificarc lo ·-r 1.J. .'":' v coh:8 unico e solo, e in -~uc.nto idcntificuzionc dello "'t '~XEt' p~nsc.rc ?~rchè d.C;ll'csf:H:!rc, ordin;:t.s.rncntc lo che a ~uc cui le. cor..e ~· I :w , perciò oon.. cotto; perciò non pi·) ?Ocsic, riif:. ?er C}lCsto filooofia: uia :r:>erchè filaasofill? ~x.r solo perchè finc.lrncntc, Se accetti&ao ci~, -~ speculctivo è paradoz.:..: · 1.2, •.ucs·::c,, concetto. . ··.:.·c1ù0 ......-. .- i r che il ·:'.-:-:.;'...:.::;~ere: 0 .. .. .:... _._ I ~· . · .. ; · ~ ,.- ~ • -· ~ - - '-'.. :. . . • ., · ~>ro:3rrsso \- ... ,. a. i.!. ?Ci.l:... i.._ro dc:l )cnsicm ·.... i t.:mi:o è élnde.to 1 e.vanti di ·;·:ue.nto ha dovuto logore_,:·· .,.. .'.. . tro. Ecco ?Jerchè .lico ncllr. rnisurn. -iU<..lc il ;,)ensc.re J:iesce a non es- sere legato c.ll''csoere non uno, che ."'.é;rt;bbc le )Ossibi}.ità del concetto, .:;_U:~nto in . .,.. ;:.'.:..r\:! identità che 11 :_xmsare costruisce :li sè 1 nello& riesce s. non essere ~asss.ndo .:;rciò il pensare, ... '!., .... •.. .i. cl"!·_. le.~ato al suo essere non uno 1 c~::con::a potrr·c-~c 1.1.cnte costruire il concetto significa. c;.;:t>enc. È: Si3!lific:-. l·~L\:0 i·. con:i:.:.i0nc cu::;i.:ruirc i:!. conce:tto, con- cepire il concetto, è la. condizione origincri::-. secondo le. ;~li \.~ucato • la yucle in questa condizione tali1 ricevere in cui il dc. 4ucsu: ·.11 'uno nou '.Gccre:, non coctrui- concet'ti perchè non può costruire L. ·. ..:..r.i:ctt0, in .! mieur~ L<~~>re: ~li ".ia.l~ ori 1inc.rJ.G.~ cleiucnti fondomcn- elementi dcl discorso. Questo storico.lùCmte è vero e non vero: storicmnente è vero che il pensare è st.:.to un ricevere ,5li elemen- ti originttri dcl tlisoorso 9 me, in un certo i:...odo ?Cr cui questo stesso ha oo- Mauritius_in_libris 132 struito c.ttre.v€:rsy l'uno lo ,.:;litt;::racnto verso l _'uno non c13qer.c·. P.'f~r cui -il . :~r.::ns,c=:re .. • t'. hè:: dovuto riconoscer.e di non iJOtere co:3truirc il concetto, propri.o (- ~· c..ttrr~verso ··1~ • ; . • - . . . ·. : ·:' : . une il;lizi.::lc it:lpntità ~ - • • . • '· - ·cu . • .. - .JJI ~"" •. • .:;: •. .• • se stesso che è ricevere :3li elementi • ·- . origin::;ri del df:scorso s_:l:cos9. ~· idu: si;gnifica · ~Jrot>;~? questo: il non po- tcrt: c~?truirE: 11 concetto, m;;; attrave. .}i r~c;y~l:i, e1~~;4;.ori~~na?" ri. . deldis~orso. ;" '·~ ~- . Mauritius_in_libris 133 IX. - IL CONCE'ITO DEL PRINCIPIO CObE TPJ..SCEHDENZ.A E LA. DEFINIZIONE STR:'.ZIOHE. DELL'A- Porre in crisi il principio si311ificanon solo la Jivisione del princi~Jio nel principio stesso, esso stesso, SÈ't l~ 1.1a soprattutto è come se .il 9rincipio diventas- necessità µcr.' il pensare di essere originltriamente sen. .zc. concetto.' In çucsti tenliini (_)otrcr.t·J.o dire: principio al lldmite originario delx discorso è le necessità çhc il pensare ha ed è di essere senza a:>n~ctto., nelle. 111isurc llf:lle qur:-..le esi>ere sE::nza concetto significa il non do- vere e il non ~loterc 1~33ere ortiinntarJCnte l'uno non essere. Il pensare o~i zirie.rie.mente è le3eto al ~>rincipio in quel modo e secondo quèlls. divisiane che il principio è di se ste:sso net confronti del concetto, j?ercui abbiur.10 si.2 il ;>cnsnrc le }'."".to cl principio, sie. il principio di•Jiso ds.l concct.;;. to. Q.uesto punto :mò essere rw:licc.le in rapporto a ciò che il principio è cor..c osscrc dc.to in senso origine.rio; questo pQ.nto è radicale pcrchè il suo ess8rc rridièa.le signific;:: EJic. il penso.re: legnto al principio, sia il l>rinci1.Jio diviso dr:i.'i concettq e se; dovessii.&o i:>ensttrc a (!UCSto punto, dovremmo pence.re che il pens.rlrc a .;_uesto rnodo è lc3ato e.. ciò che è diviso dal concetto. nun. .~ue i)Otrcrarno '18finire il principio come ciò che può le3are il :;,JGnsa- re essendo esso ciò che·· 1c_3c lo. di~risionc di. sè dal c<:>ncet"i:o; ma in realtà non possiciii.O èkfinire eri. in recltà il princii:>io sta definendo se stesso, scnzD definirsi, cioè sta determinando se stesso...senza deten.1inarsi, in quanto il ~Jrinci?io si stc \~.ctP.n:<inc.ndo ncll6. r.iisu]:'e. in. c.ui:>.i.l sua dctenaine.r- ::1i è di essere diviso de.l' concetto, perchè è proprio le div!sionc dal concetto che dovrcbùe lc.ccir:re il principio e. sé e ~erciò dovrcobe fc.re de_l )rincipio .:-1ualche coc.?. che il ;?rinci?io stesso non pu~ superare; allorc il .?rincit)io in 1."tic:~sto I;10I1iento, in '.1ucnto però è l~uesto determinare sè corne (U8c·i;;:. divisione :k.l concc:tto, ir.1.1u.nentcmcntc e.lla t~uc.lG il principio è, il .;Jrincipio è un df·fmnirE:! sè nel irnnso secondo il quale è esso stesso, ;_>rinci_)io, limite ;:5.i sè IJ8r sè, j;.>Or cui il suo essere le divisione dal to è neccss~riuuente concet~ uno spost.s.rF il concetto di là de..l principio, per cui il principio può rir..lD. nerc · &Jrinci?io, perchè l'essere. di là da, dal -concetto, Mauritius_in_libris 134 nei confronti dcl principio è cor.10 se ,foten.1inesse e,sso, l'essere diviso, ciò che lascia liualcose. o t;.ualcuno a r:c otesso, tc.lli;ente · ~)er cui, perciò que S:t,o può ri&~iencre , princi:;>io, ?Cr . cui il concc,tt.o ,. cow.c: . ciò .. che è di là dc d,cl principio, non conc(~tto tere csncrt? essere il conc~tto del princi~">io, ·p~rchè per po- )U) del princi?io, il concetto dovrebbe potere riuscire c. su~)crc..rc il ~JrinciI>io r;Ìle spalle ckl principio stesso. DE. ~.;uesto ,punto trc.scc~1dcnz2 di ?istc. le. non è trc..scen:knzc. nel oens.o o,:nettivo, nteeao coµcetto; trasc.:md(·nza in narillwente si3nific~ ... '~ucsto ~>Unto &ui.1 è lo rc..Jic.:::le del Jiscorso, origi- concetto cd è co·1B se significasse, in rapporto al 4:>rin- ci,t>io·, proprio l'caserc dcl concetto che non è; l'esscrG del concetto che non ~ signific~ che l'essere dcl concetto è il suo essere di là dsl ;io dn cui è diviso, dal· :>rincipio, iue ~er ~rinci cui il concetto sia nasce, dal suo essere diviso &nchc non ne.se~, cioè, sic non nesce, in quanto lo stes- so essere <l~l ?rincipio non lo fa nascere perchè lascia il principio a se stesso; per cui il princi?io in "-.i.uesto detcnalinare sè co•.ile principio spin.:~u!!si :3c di là de. sè 11 concetto, sere nel principio tutte, r.~uellF. do è concetto di \:u(:lcoce. 1 co1.1e se essere principio non potesse es- operazione contratte. che il concetto è quan- çut~lun\;ue cose sic, in quanto se il concetto del )rincipio fosse concE.;tto, nc:llv, necessità del concetto di csscrP. queste~ o~Jo r::i.zione contratta, è colile se . il i.Jrincipio. originnrimuente lascic:::.ssc. a tutto ciò che il ~enst:~re rensc. la pocsibilità Jel concetto_, t>0rchè è fosse, esso princi1>io, la_sciE.to r. se steoso ln. Bar~nzic co~~'le se di 1aantencrc il li1 nc-.mis1110 dcl concetto contrntto in r.1odo tale che ._Jossie.mo pensara; perchè s~ noi fossil&io destin,-:-,ti n inse'.~uirc i cetto c.rri~r.<.i orocessi c-.ttravf,;rso i qw:.li il con- alle sua. contrr:,zione, cioè erriv.'.2 ci;>crc: e.l concetto, non r.-,•Temr.io 1w.i il ti nel. Clìl11fiiino r-,ttr,:wcrso il non lo cc:nlicrew.o ,·.1.;.i 1.~uclc nel suo ::.r.~ conc(~tto, essere concetto, dal E2,!!rimr:.Dl!crrano sempre i:::ipigli.s- C!.ndrcmrno perdendo il concetto,· perchè c:?ss~re contre:.tto, esser.~..: contratto che. non interesSE• come ess8re contratto in t.:ue.nto concetto, ma. co1uc concetto che, in 'iUL.nto ,coritrc:tto, i.·.i pen1:ctte di pensare, per cui, se riesco a i_:>enscrc ,_.uc:..lchc cosé:, 1 fino C:.l punto à& conoscere ciò che penso, :..}.iesto signific•:. essere riuscito e, non farsi L1?rigionarc dn tutti i ca-Jmini che devono es- Mauritius_in_libris 135 sere ;;)ercor:li per 2l:tivc.rc el concetto. Questo è il concetto co1f~ ~Jrincipio, csercitf.1.to dal principio, da. (iueGto punto di vistn il essere in quanto è ciò dw.l '-2u,2le il concetto si divide, il i>rincipio viene lo.sciato a se stesso, in ()UCsto senso il ;,)rinci:;:>io è eiò che deten:iina se stesso, nella misure. in cui il suo determin.'.::rc scf è uno s?ip3erc il concetto di là da nei oonfronti dèl ?rinci?io; in •.:ueeto seriso determinarsi a livello originario estrctìiO •}UC:l lir:1itc che il .~1 si:3nific2 le.scie.re il lim:J.tc.: .Jrinc~pio ~. lir,1ite, .cioè ~-.irinci?io, il _E;uo ooscro, coLtC rischie di ril.~r;ncrc l~sciare il principio in . il. li14te di slè e c;uindi ·- '""··· -· .... . ..... soltanto lirnite e lit.dte ris;?.ctto a ciò che gli st;.:. di fronte c01.ie concetto, di fronte alle tre.sccndcnzc che è il co~cctto co1.ic d.:-:1 stesso che è tl;."~.scendenza, tre..scondcnz<:: significE'. la _I:..11--ito nella 1.1isur::; nelle. 1..,:uale il.. concetto ncces~i~\ dc:llG fondc.zione del concetto, che, d{ ;viete. del )rinclpio, non è possibile det:errail.1.::re; in quanto cièi che lJosso doten.1inLre •.kl punto· di vista del i)rincipio è ,~uesto spinge• re in .s.v..mti il concetto :1crchè il princi?io sic. Il concetto rai?r>rescnte. l'infinito dr;l prin_cipiQ,. il concetto rappresentr:;. ciò che $ta e. fc.r~ del Jrinci:Jio un and.erc cli là dn s":: stesso il concetto r;:~xmrcscnta. un raodo di .. .. . rendere il princi~)io non finito, e ~x::rciò • ·• .;i,... •• infinito, che significa togliere il .princir>io- ènl princi:.)io, nl,lorr: 1 1 infi:,nito :rischia. di. ri1i~nere ciò '.)er litczzo ckl •:u,cle t:olgo il :;>rincipio d~l. principio ed è enche ·ciò per mezzo . del <uc.-i_lc ·110n ca~irèi :1i~'j, 1-1 t:ii:iit.o, perchè l 'UJ:lico finito chf! potevo caiJi- rc era il :c>rinci1Jio. e. l '-unico ..infinito di cui posso disporre è il concetto con:.c tr.'lsç.enç1.·:mza riG?ctt~ &l i_Jrinci.;_Jio, in questi •termini ~uesto potrebbe ~~sscro 11 principio cofoc J.e:tr~nr.inr.~re Gè ci;_Jio, sia <:nche il non dcterminr::re sè i~ \:uanto divisione di sè dal prin- d~ i;~'!rtc dcl principio in 1:':1e.nto è il· ?rincipio che lc3c. il. :?ensa.rç; ellorc ncllt: stessa. ,111.isurc nelle. il prinCi?JiO deten,1inu, nelle:: st~ssa l~tisur& pio è si.:. il detcpdn&:l;'E; in rc.p?orto LlL: ;>rinci9io, sir.:. il non detaruinerc in sare e a::. suo lc:1e,rE.~ (~ua~c _non ck:tcorrminc., cioè il ;_)rinci- r;~ivisionG r.-~p}orto il ;xmsarc cl :>rincipio, di sè nei confronti dcl c.l suo ess.erc legatoee:.l pen~>erchè cpj_)uritO il ?enoarc sic.. :J.lora dL 'iucsto i:Junto di 7ist;ci l<--: .disgim,izione Ot;"igine.rie. ri;_~chic di esse- re prir;ic, ancora. Jel prir.cipio, per uezzo della crisi del principio. La cri- Mauritius_in_libris si. s.el :=>rincipio è ciò che ncscc do.l fctto che il :Jrinci?io coiiie esserG ii18.J tc~fioico che è 1 'uno non essere perviene e c1uests. crisi rii sè, che è crisi ncll': r.-•inurr:. :Ln cui criai signific.t, porre in crisi il d~~1L.:. .:::i.Jio princi~)io, come prin- · di·.risionc di sè -::lal concetto, cllorc l.z. aporie o difficoltà ori- ;3ine,rL::. stc, pl:r essere <letoniiinc.tc nei confronti del :?rincipiÒ e encho dcl. princi)io in çueGti tsru.:f.nis 1' epori.c; originaria, nei confronti dcl pensar•· 1 conr.dste nel f.:.tto che ciò che fc. do. tcn11ine è anche identiccioontc ciò che f<.": r:~e. 2rinci?io; .:~lli:, rannicrr~ stc;os;:. cot1ie essere non uno come 1 'uno ron es.s2re si;::;nificc::. porre in crisi il ?rincipio e porre in crisi il princi;>io si :;nificc; dctermin[i.re il )r:t.:1cipio e <livcnt.-;-~re r.>033ctto (:.~;lle, divisione del ?rinci?io dal concetto, ;'.x:r cui i:ie è !:JOssibilc i)Orre in crisi il principio è cm,,.G se :Zosoc possii:;ile venti .:Jo33ctto, :)Gr cui ~,orrc in crioi ciò che so.T3etto non è, perchè di-. r~i7ent.::rc so[:;1ctto significa essere st1..1to posto in crisi, non solo in senso ;:i;rc.nn.;;«".ticale, im. e.nche in senso concettuale, chè nella 1..J.surr:. in cui ')OBoo ·,)ossedcrc il .&. .& princi'~io, .a,; .. ~)er oossedcrlo vuol dire A fc.rl'.o diventare sog:3etto, s.llora il. so33ctto diventa. tale in ~iunnto è stato posto in crisi. Con il ten,.1inc che in greco possiarao usare so:;p~etto ileroli;. cc-.f>iruuo che con 11 termine: ~reco corris~ondcnt:cmcritf: è corne se avessi ,10 a.1111 111 chia- ve risolutive, dcl fC'.tto eh€, il soggetto è c01.ie principio della divisione :.U sè d~'l concetto; il greco inff:tti indica con .lo. stesao tcnaine due ficati opposti: ~1tOKe:(µe:Vil\V , soggetto cor.ic discorso che. rig<..iarda la so- stenze, il costitutivo, ma anche ciò che stu sotto; se è quLlchc cose. è cui sostanza è, ~ucllo (~uindi, so dEl1•61toxe:!µe:vov si~ni- E· allora. il soggetto che è pt-rchè è .stato un sog3ic.cere, da cui e per ciò che rc·~ge tutto ciò che· sta sotto. Questo discor- ;~rt:,co rieur,.rda origin!'.rie.i..•entc 11 Jivent:;.re so·1gct- to rl.s. parte dcd principio 1'lroprio o. qut:stl'. 1.11rmicra, cioè il tJrinc·ipio è V'-?- rm.ientc i:~ ~1tOKe: Cµe:v"'v f?~rchè è ciò che può divcnt~re so:~3etto, perchè à ci·) eh(: è stato condotto '-'· visiom.~ sos.~incerc, <li sè dcl concetto, in rc sè, coi.te uri lc,scié.::.re sè ~\ r>cr cui può divcntcrc "~uanto so~·~ctto della di- nasce <le.l fatto chu il suo dctf·n.ainn.- sè, significa 1-:uesto limite nel lildite, che significL che il SO'Jgetto è stato un giacr're sotto ciò che poi no.sce dc Mauritius_in_libris i.1ue• 137 sto r;iE.ccre scemdPnzc. ::;o~to e che è le trascendenza del concetto, e quindi: ogni trn- SUf>~'>one origincrif)mente la necessità del principio, }>Crchè 0,3lli .:.iunlun(~ue trt::.sccndenz:: 1 viso dnl principio, t>io come ~uesto ri1c siL, è il concr.tto che in tento è 1 in c;uanto è di~;,\10.sto sienificr~ ll!· necessità di sup?orrf'; il princi- essere· so:;Retto originllrio :nei confronti d~l concetto, r.lil questo essere soggetto originario, md confronti· dél· conc€.tto si30ificc le. disgiunzione che ?Oi <lbmntr.i., essa originari<.:. perchè è nel princi,_Jio queste. ~is~iunzione già ontologie~, pio è co1iiè ciò che pu·~ pcrchè è la disgiunzione di ciò che il princi- f;::re da fonèa1r.:.::nto e COl<ie ciò che può essere ridot- to .s fondunento e co1;1e ciò che poi puo e:sserE condotto fon~~uacnto. Se è possibilE' ::)ensc.re l'o~getto sog~;-tto fron.teggiarG il in filosofié 9 è possibile so- lo rispetto nllà cr.?~cità dello &v"tLKE(µ&vl'\V per cui 4à cott.e se fr.s. e: nei confronti ùcll"llnoxe:(µEyf"V e soge(:tto si consumasse il drararua della ne• F:zione dello stesso soggFtto, da cui nasct:~rebbe 1 1 03g(;tto e dun"lue non è ciò che è il duto rice-vuto dr..l soggetto. che pense 1 perchè il ;;.:uanto C<:U t ssc-rc dl2.to ori~ina.rio 1 è solo e ~1ucsta· ~'lrincir,>io, in condizione, il che siP,nifi- nel lirnitc critico di qi..ieste stesse qiicstioni 1 da. ·<i\iesto i.JUnto di viste, non _potrcr;.r.;o 11.ni ~i·ì ?ensnre l'oggetto secondo se stesso, diversSUlente non potre11aùo cc.pir<:: cq1u.e 1 sia ciel soggetto sie dell'oggetto dobbiruoo avere lo stesso concQtto: nvcrF il concetto ciel so3;:r,etto cd avere il concEtto dfdl '03;':ctto significr. rPndere divFrso il concetto? Il concetto ri1..ane S('mprc lo zt" sso 1 ci0è sono nE-;ccssitàto in ogni caso, nei confronti del soggetto e nei confronti <loll '0·~3etto c. _?ensare e n t>ensarc per, e secondo concetti; in ogni cp,so ciò 1i cui ho conc€'tto non influisCEè sul concetto cò1ue te.le, ,Jcr cui, di: ~,ucrto ;>unto di viste il rc,pporto tra il concetto c".:;)isc(· è un rnpi:_)ort9 _scr1Zl~ dr~l conc~:tto si~ to, cnche sr il concetto dFl so3g~tto _t>ro<.,rio i.JLr çucsto si::: il concetto dEl sn ci<'.> che con- r...-1i.;porto, cioè sie. il soggetto, sia l'ol3ctto sono lo stesso nei confronti to1 P del soggetto che dcll 'oggct- non è il concetto so~~getto 1 del1'o.~g€tto 1 si& il concetto d~ll '03get- -:i.u&11t:o concetto, sono lo stesso, sia nei confronti dcl soggetto che dcll 1oggetto 1 ?erò. ident.ic..-.:.mente i l concetto, nello stesso IiìOJOaento nel L~ 111a f1Uc'1- rende. se:nzc differcnzl', se stesso, pone differenza. fra ciò che ?ensa; è Mauritius_in_libris .. ~.;uesto 138 essere senza diffcrcnzn che si trova. :i.d essE~re, per potE:rc il~nsare, pror:>ri~ une: ?Osizione di differenze, ed il concetto è senza differenza ?er- chè è. diviso nel confronti del principio, il che significc, che anche orit.;ine.ricmente l.:i differenza se è,. è in ciò che differenza non è, t>erò ori3incri.~;;<1ientc z~:. il concetto in te.nto è, in ...iuc.nto è --1ucsto Gsscrc s0nza diffcrcn- che ;_:>erciò si trovc, Etd css6rE-) le. :_Josizione dE.!lle diffa·renze, e quindi, dc. \.~uesto 'punto di vistH il pense.rc è un esercitare la posizione dell~ diffrrenzE:, perchè origin.:~rinraentc. l'essere concetto significo. essere diviso, ed e SS(;..rc diviso d1.:1l principio, che significa anche il le.sciare il princit>io e se stesso; laocinre il princi~>io n. se stesso si3nificn sia l)t:msélre il ·-concetto èo1.lf! esser{; diviso, corr.c ql,lesto essere scn~e. diffE·r<'nzli di sè esser~' che è uri trovcrsi nd le ?Osizione delle differenze sia questo, Ml sic cnche il le.sciv.rt: il ;>rincipio e se stesso, me cllorn la difficoltà fonde.u1entelE dcl ~>ensErc ori~3ine.ricmentc n~l ·~uale nel 11'or1iento consiste nel fatto che il princi.~io detcn.iinn se stesso è \.iuel dE:·tcn11inare sè co1iJC ?rin- cit'io che non dE:termine. sè cotue principio, perchè il determinarsi co&.e prin;.. , cipio è çuell 'essere le.scic.to 9-cl ?rinci_pio e• se che è il concetto diviso dal :>rincipio, i>er cui .K:r un verso il pri,ncipio st12 a fare da lil.!ite tra il conc€tto co1uc essere diviso dal )rinci!JiO e per altro verso sta c. fc.re dc ~rinci?io di unità ris?etto cl penscre, p~r cui il ?ensarc è perchè è cm.i.e se fosse senza principio, perchè neccssari1:1.mente prirne. dcl ~rincipio c'è il perisrre e c'è il pcnscire s€~nze. tcrilpo, i:Jerchè tutto questo nasce dcl ft,tto che iniziclmcnte lé! nac.ric. che significa te1~">0 b.~se di questo discorso è quella estrc.ziòne pri- espresso e teuqo espresso significa che in tento il pense.rc è senza princi?io, pcrchè il principio è il suo liraìitc, in •:uan.;. to l 'csserc ·senza principio da ?arte del pensare è l'essere senza teuapo i>ro~>rio, in un ; invee~, mo~.:iento nel ~1\U:lc il pensf.lre è tutta la nccessit~ di essere, . tutt~ lu ?roprictà dcl tempo di cui ha biso3no, )crchè in questo ti10iiiC:nto è coli.I(; se il pensare dovesse eosE:re la. n~cessità di coniugnre: sè .. con sè, che non è possibile pe~chè si trova coniug~to nl principio eh~ Jli fc de. lii.1itc rlinnenzi, e e.llorfl è come se per questo il 'pensare r'.SS8ndu qUcsto necessità di coniugt:rc se stPsso, smentita dal suo essere '3ià coniuga- Mauritius_in_libris 139 to, è co11x:. S(· il ;>ensc.re assur..tesse la necessità di rimanere invece soltan- to qucst;,: soste.ntività di se stesso cui stie.mo µensnndo il pensare, c.0- i'C'T 114.e se stessi11;0 penscndo un sostantivo, une entit.~ su~ ;_:>iene e vuotn delle. sostanze che.; per essere le, identità dcl peàsarc dovrcbbo o.vere, sé-:: ha Wla sost;:;nzc., co1.10 sost.'.:nz<:, esctto1ii.cnte ciò (,ii non esacrc 1-iuello che è, n '"tuesto punto, cioè, l'E·sscrc sostnnza )rinclpio di ~zionc ' (~ non verbo, e non verbo vuol dire non , , .. . e di ·ll.ttività di se; du se ·e per se ·e invece che essere tutto ciò che il suo 7crbo è st:n. to in IiiOdo tal~ che tutto ciò che il pcnsesostcnz~ re è stc.to, à ·soltanto (:uestE. ~x~r piena e; vuota dellu st~ssa sost.'.:',nzé; cui il livello :origin.n.rio dcl pcnsè.re sta 1: significare· questa perdite., {J<1rte del pcnsr,rc; di tutto ciò che esso- put} essere coriìé il suo coniuga- re sè con sè; ·in quanto, ~JrO'~rio per questo si trove.. Hd. essere coniugato col principio e quindi è cor11e se il_ ~lensarc si trovtissé necessitato da .,.ue- st:1 su..'.2 interne. nccesrdt\ <.:. dovere at>;;>ropriarsi di ciò che esso non è nei confronti dcl ?rinci:_)io, per cui allore,, pensare il ?rincipio è co1.ie se dov8s::.>c c-sserc;; trP...sferire sul princi?io tutto ciò che il pensare non à ;.)ens:r-.r~, çchl.~ cioè, tutto il verbo coti~ il l)ensare è stato, tutto il verbo che il ;,_'>onsDre non è, tutto il verbo che il ;_Jensare so. rl, solo perchè tutto ciò che il suo "crbo sr.i..rà è il suo rendere dinc1ai,co il principio. Siamo tornati ni termini iniziali di tutto il discorso, ;>erchè questo discorso è une. sorte. di peri.'lo r.ictr"fisico .'.::ttorno a se stesso e attorno <-•i teni1ini che lo stesso discorso v-::. :fw.ccndo ricscere, nella i.usura in cui fnre n..'lscerc i termini eh(;) il Jiscorao usLi. è c.nche fare nascere .il discorso. Da questo è tutte la ·difficoltà ori3in.::~rio. di pensare, nelle tuisura in cui il i>ensere è eone r1uesto trov:-:.rsi coniugato al suo stesso princi?io e come quel coniugato .21 suo s~esso principio nttrnv8rso il quale il suo essf:re coniugato :.'.l principio è -uno sci,ricc.rE: sul princik>io ciò che il pE:nsare per sè non ;?U:; ~~saC:rc~ e c;uin~i. à cot•.f.: S<:' il pcn:ae:::r~ 1aet~·. fisiccmente corris.;>ondcsse cd une sorte. di co1;iplesso di inferiorità nei confronti di se stesso, .k)erchè i 1 Jcnsnrc ae e iò che non può -es sere c01uc ,Jenoere, e se qucst~, per~ è ·co100 se ~iocas pnrtita sa.tcnict01. .:;.ddirittur-l. nei - confronti del principio e non , ck:lle cose, cioè nei confronti di ciò che è 11 priwo e l 'ulti100 di tutt,e ' ' Mauritius_in_libris le cose che 30c., ·,~uo s te. . pe.rtita, è stc~so pcns~D:r.:i0. Il pcnsr:.rc i:;crde ;.~ià nel mo1uento stesso in cui ia.~>e- ,;,>erti t!'., .e però nE: llo s ti: ssq rno: tento, 11e 1 ';;uc.le irn;?e.Jlln queste. Slli?(~rc ci.i essere çuestD.. t>erdito. tcr11;:>0 è volere 111~_tefisicc c. . ssoluta, m,~ nello i>ense.re solo· in -1uesti ten.:1ini, e giocando questa 0 _pL.rtita nllorc il ?.ensare 1JE;:rciò giocn una partita setenica, perchè non rolo è :.;ordite;!. gi.à in· principio, so?rettutto pcrchè la sua perdita si co- 1.1r.. struisce nelle r<ìisur1J. in cui il _?cnsare, ~iocando la p~rtite. dcl suo non ;otcrt' essere lù(.mt~.; cui v~r.bo in sè e ~ioccndolc. nel :Jrinciµio, ln gioca nec~sscria .contro il_ :Jrincipio, e le, giocc contro il principio nelle misure. in ori~in~.ri.!:'r.1cnte Cillorc _pens&rc per un verso e f>rincipio iJer l' oltro si~ gn!.fic;:.. uno. pc.rtita estrcr11ri per cui. il _pcnsnr_e noi confronti .dcl principio ed il principio nei confronti del ?ensc:r;e non hanno nessuna alternativs, _ f!crchè 1 1,ll.lternctiva. che ha~o sono i concetti, cioè la trascend€nza, soro tutti:.' le cose che Denso a corainciare da Dio e e, finire- in Dio,. in t00do tn& . - . . le per cui questa tre.scendt.nza assoluta,: che è tutto ciò che penso, tnnto st~tn t>i:J. è magnifica quanto pFi non è r.iagniflcc nll'inizio, pcrchè è la. i.Jnrti te. estr(-::rne. tr,.,"1 il .;>ensE;re o il pi;inCi?iO a questo 11.odo ?er cui è COll.e se il penscrc fosse dcstinc.to c..è. <'S::>e:re contro il ?rinci.lio in qunnto lo deve necesse.ricJnentc.: subire cornc ci.ò che il, )rincipio è in :..iuanto tenere le v'.to il pensare nl .[>rinci~>io stesso, c.ssunto ques.to te.nere sr:rc c,l principio, rle pe..rtc dcl ?rinci,()io questo essere il l~g.:3.to ;.irinci~)io il penlimi- to nel l~mitc solo per;·tcnerc il pensare fermo e.l ?rincipio e duntiue essendo .?cr questo .11 principio lirili?::c solo per che sr.tr>.niçemente E n~1enturr-, ~iocare il pensare. Il µcnscrc il suo non :.JOtcrc ess€ire verbo dE:l principio il "Jrincif.)io ch9 beetificouontc. risponde c..l pensarf) come se stesse dicen- do: io ~'Jrincipio mi sto costringendo solo perchè s()IJ):> limite nel li1itite, ;ìer consentirf· 1":G & te pens&re, di eso~;re ~..,riruc di me, ma.lgrc.do 1 1 essere tJri- ck:l .pensl:.re. md confronti dcl princi?io sisnifichi pur sem;_.>rc il :Jrinci- i)io che ai costringe; è come se il ho colilinciD.to n i)Cnsnre, dove ho futuro che ho, per cui sono srm_z~ :t>ri~ci.Jio coL1incir:~.to potesse dire: dunque perciò e l_JCn~i::.re. sigtlifica tutto il presente;; e noi f.'3.cendo questo discorso è c..:r.i.e se fossi.mo n nostre voltn senz.-:1 noi stc~ssi, Mauritius_in_libris iJerchè µotrern1uo dire di noi che non sim••O nè n._;l co1.1inciare::.: dcl ,1ens.s.re, ;>crchè cppunto il ?ense.re q~sto è co1uincicto, nentichc nel prcs€.'.nte, perchè s.~.r8 comincin, 8 nbn· si3nifice. che il tl€n- allorE. ne.~mcbe nel futuro, )Crchè _il futuro eh~ da "IUCSto :.>unto di viste. c;...rubbo ciò che non ?osso .tJens&re in rapporto alle. cep,'.lcità \,.~i. \Jt:H:-Sa~Jio, r:ueato <li c:uesta prei-stqri& che il. )ensare è di sé:, stesso co- 1.;e slittcr,;,;;nto dc 111: preistorir.:. ella storia, il futuro· .è un togliere nlla . storic:t tutto il suo ~sscrc: stc.to cccondo i ..i>rinci)i .che l 'lu.nno f,~tto nnsccr!::;~ lJ.lor:: il futuro coi...c c,;,u~ot>: otoriG chr,~ è il toglierf;; 1~ preistorie. signific.<:. c~ssc-;r'~' condnnn&.to D. riL.1L11ere tre. il ~1nssc.to, tutto ciò che il prin- ci;>i:o è atato c:lella storie., e la storia co1He il. futuro che è tutto ciò che li Gtori.~. è in çué.nto· è ne:ccssariefaente togliere il principio o i principi dnlln storL::. In cìuesto senso il pem:i<1re si ritrovn Ad essere senza le t~i:.qo sihilità di avere un ,t>OS- che si<. un tempo proprio del )ense.re: e questo · n.·;c.ce clc; cià che alln base di questo discorso nbbie.n10 chhì.f.:i.:.to l 'o.strazio- nc priiuc..rie.• 1\. <;uesto plinto l' c.strc.zione iJrimaria co11ie tem;;>o espresso signi- fice. l'inizio dcl ?enet•.re, G(~conrlo il çuc.le il pensare per questo si ritm- " . nd essere scnzn tcr.11:>ò iJroprio sniLY~rE; zc. t:.::rn;>o ;?roprio, ::,>er t~mpo, suo u.ll'ori~ine, e dun..:1ue. e dovere essere scn- cioè il pensare non potrà e.vere 1ilSi pitt un in ·c,;urmto in çuesti ten.iini il pensare è. le:v1to a quel teml_)o del tbr.:ilO che è il ~)t:!ssr..to rispetto c..l futuro e il futuro rispetto .s.l passato. E çuincl.i· un pc.ssato ris~Jett:o e.l futuro e un futuro rispetto al ;:Jasscto che significe. continuementc ;:i eterni to:~licrc il .fJrf;scnte, ed e.ssere :filosofi e ?ensai- cori.e fi~osofi nel I<lOlùcnto. del ~?cn~e.rc si~ifica· esst're eterni in L;uri.nto scnz.:. presente e cioè sbiVmciati tra _->cssato e futuro. · · Siè.mo tornati t:ill '~·:r;trè.zionc prhiD.ria, perchè la :.iuestione è ·tornata. ùlV~ origine: il pense.r.::; md cònfronti de 1 princi!lio e ·il fronti ckl ;JCnscre sono senzlì. L~lternc.ti·la, ~lcrchè ~Jrincipio ·nei con- ·1 •unica e..lterno.tive che h::.nno è il concetto,. il concetto coLJC ciò che è l'essere diviso dal princi,Jio, e t:llorr:. ck •.,;.ucsto z1:~ ta1~)0 cd è sicnzll ~)unto ~Jrinci~)io; ~a il vistt.: il pensl!.re si ritrova c.d essere scn~>ensc.re è scnzn tempo e cenzc .principio, ~)Crchè necc•ssnrinÒentG è co'.1e se· il pènS,?.1:'<3 dovesse CS3eTc, esso ;?ensare, ;iril.. "1 del ,Yrinci~Jio; l 'eosr:irc senza tcr.tpo dr-,1 pensarE: è il z:isulteto inuti- Mauritius_in_libris 142 le d(~lle; .:.ctrc.zione prime.rie.; il i)ense.rc cowe essere sunzc. dt:lle. stesse c.strazione pri111arin ne:ll<!. prila<~.rL'1 •;>o, !'."estrazione -~uele tci:.:t~Jo risultc. il panse.re .è essere senza tan• cowe tempo espresso e çu.indi cor..ie quclln necessità ori3in.-:-;ri.S. cttrnvcrso ln ·,iualc è possibile che il discorso co1&1inci, &llorè.: lr,. n(~cessit,~ originnric che riguarda il t~IU;;>o E:S~"Jresso .zione )ril;ierit'. dun(1UC cor.ie LC c01.d.ncio.r(;.~ del discorso, co:·te n.strc.- è ciò nel c;ucle il ?enaare è co- se soecificcsoo il .cor;U.ncinre del r!iscorso; il discorso cosi cominciato è ·discorso filosofico ~"Jurchè il pensr:;rc nel coudnciare del discorso si tm-. ve c..d essere il risult.;ito della astrczione )rimari::·,; all' c.strnzi~.me pritr•.::ri.e come· osprcsso corr.i.sponde il pensa.re coriie esscr8 scnzc tctùpO tn11~Jo, il ;Jens:::rc, per çuesto I•.otivo sr»rà sempre scnzn tcr11po e sc.r:ì. sempre sunza ta.1'JO nell.::. misura in cui è senza principio, um. ·in •fl.l.!tnto senzE. principio si~nificc: in qulmto si trovi; coniugato con il principio, dc. questo punt0 di viste esoerE: ~)ensGrc s~nze, teti1po sio;nifica tutto il tempo di una coniueczione dcl · che il ;:>cnsare non possiede. Questa è civilt3 di pensiero, t>Crchè l'essere senza tempo, co~;ie c~ues.to essere, da parte dcl pensare, coniuec:to .:::cl principio, per cui l'esser(:;: coniugato al princi:?iO significl: che il ·~un. al.ire non possiede il teii1po ck~lln coniuga.zione di se s1;esso, quindi il pens.::r~ nè è ote.to nè è nè _s.!l.r~, in 'luanto essere senza tempo non. si3nifica sol0 potersi pensare co:ui.c ciò che è stato, che è o che sar:l, per cu:i. il pcnsar2 co111.C essere senze. trn:.190 corrisponde dra.-imaticc:I11ente e.d una civiltà. di ;:xmsicro, r:lla culture. storicc., nei lllillc 1.1odi in cui può esseJ'e. dctt:w. contcLi)orc.nco., \)erchè è come se il pensare concedesse n chiunque di easerc i l ;)onscc·oorc del tempo t::.ttrcverso i.l quale i\:.11i)Orre nl pensare (~uellr_ coniu:~a :::ione dcl pensare di cui :l:l pensare: non è che non è co.pc.cc, iue si ritrovn. tem~o c.d essere capece di unn !incapo.cità che si3nifica il non ?Osscr!ere il ·follt; pro_t>ric. COniU~Cziortc; 1P.zione è une. incc.pc.cità, Gssere, pro:~rio il non :_>QSSedere' il tempo del!::: Iii& coniu[~c.rlo, incq,acit~ che consente al Coni'li- :~ensare di <:ttrcverso c:uestEi., incr.pacità, .il pensare è i:>Ur seu1pr8 con- tro il suo essere stesso èorile bQ è unn ~lrO.t>riG incn1>ecit~ di ~Josscder€ il panse.re, rne.l3rado '}uesto è pur · .ucstn cr_)e.cità di Wle. il tempo che dovreb- sem~):ç'C il pensare, . è già sue, incapacità foncament::?.le 1 ti:e il 1>cnsarc: Mauritius_in_libris nell~. uli- 143 cure in cui riesce: 2d c;sscrc contro se stcszo è ~ler l 'uo1~.o, il pensare è . t.:.lm..::nt\; Ulae.no. dn d:-'.rC i11odo i:;&li uotdni di qsserc essi, contro il pens11rc, ,Jcrchè ~li. uomini che ;iensim.10, siC.hlO tutti i i.101.10ntl storici in cui credic.uio di :Josscdcrc il ·tempo d~l coniugare il ~Jensc.rc e di coniuge.re il pensa.- re che è st-ato nei nostri temp,· :">rosenti; quando l 1uoi~to ~>rcsurac di css<~re )er il i.>ensElrG: perch~ c..s.su••e di possedere il tempo clell~ '".:.e·nsare, l'uo1110 ?resuue di (;:szerc ?Cr il pense.rc.,. r.ua in ~anse.re·, ess~re ·. coniugc'.lzionc dcl r~;cltà è contro il : i>crchè P.SSUl11e il pensare secondo ciò· che il ;?ensnre è, che è di. contro se stesso, perçhè ce.pc.cc delle propria inca~lc.Cit,?i, cape.cc cioè Ji non avere il ternpo delle pro1:">ria coniu3c.zione e perciò l 'uo1.10 !)ensando ,..!i riuscire a. coniuge.re il pcnav.rc,. chied~ndo • <.li suoi ii.omcnC' storici il tci;.;po da. usare iJer · coniuge.re il pcnscrc e chiedere il tcnti)O significa chie:- , f~ dcr'':. il principio .:tttrcverso il ·-tue.le cootrin:1er('. il ?Cnsare a vedersi n.:s.lr.Kmte: coniugcto dc. c,ltro, m.n ...~ucsto in Sl~re ;_:>erche significe pensarlo sc;condo se . o tasso, tro s6 stesso, 1110 vcrit~ ll significc servire il penSE' è 3ià il. pensare con- queste r;1nniera è evidente che tutto ciò che contro il p€:nse..rc, .:.1 ~li s~e.- uoI:&ini pcrtirc c!c.l pcnsc..rc a favore::, per noi uomini dipen- d0 Ja ciò che il :x)nsc.re è s~condo se stesso, non secondo ciò che io penoo òGlla ràctc.fisicc., dove.: mct;;-,fisicl'. si.gnifice.. solo il fetto che noi uomini si:JI110 obblic;e:.ti a .~ioccr.: ;_;ucstn pertitc. in ~ cmn;?o dove 1 1c..yversnrio i;i,~m ca, pcrchè mc.nca il sè in i-.1odo cos~. ~xmc:'1;rc, difficile dr. 1;..socrc contt'o se èi c:u.3llc inc;::).n:cit\, iuc:' <le; ~)ercv~ essendo -1_Ue.ndo il pens.cre 3iocD. li pc.rtitc tra sè ~>cr ~.i.uesto, stf~frno, per '-iUClle cnpacitì perciò essendo c. favorc. de;;li uo111ini, l;.: storie:: che poi è la storir.: c.ttrc.verso la 'luale ruo :fr.r.:! le storL·. dci 1••illc di -)lcst.:. situszionc cho corrisjondc cl to e sto ò h tutti, il tcr;1po dc. :Jotcrt-; usar_e per i111~Jortc.ntz 1>erchè possia~ i.&odi in cui gli uOL1ini ì.JOSGono illudersi di sc.rc contro il pensc:rc, secondo le. frcudolenze uetflfisice cho· sta ~)io spie~,;.:. fl'.t~o ~;oterc ~hc s~mso t:. ~s l'rinci- che l 1uofao chiedo, n tutconiu3are il penso.re. per un verso l' a,1gc.ncio de.1 rir', mfl ?er l'altro vereo s9i,q.::. in ~ ~ansare (.l\)e- elle. sto- _l' &ggr.~ncio del iJ€nS!-.1re alle. storiL do3li UOl•tini sia· '-iUCsto cig3ancio per clfli il ,?nnsarc è tnl1uente verso e per 1li ua.rl.ni, è& conaentire eh~ ~li uomini Mauritius_in_libris us~ndo di questo siano 144 contro il pensare ed escere contro il·?ensc.re significa riuscire a s<::;;>ere us~rc il ?ensere/secondo se oteaoo; ?Cr cui non è per virb~ e ~er rnclizi~ {!èll 'uoiuo che l 'uo11iO ricsc0. Ed essere contro il iJensurc, ma è per virt•) o ijer m&lizic dcl r)ense,rc stesso che ~li uof.rini riescono·· ad cssero contro il pensE.~rG, ne3erc il pensare dc.~ pa.rte dE,)li uor1dni è pur sempre ci•} che il pénoc.rc consénte Eqli ùo111ini di penso.re contro il pensurc; questo per ccµ ire che il tessuto mete.fisico dcl ?enacrE: è tc.11.1ente forte da. essere il tessuto di;;lla storia c.ttrc.verso 10. gere Ciuesto tessuto; 1•1<."'.I. '-iUE~lc 3li uomini vorrebbero r>roprio infran- ;?Otrcrnmo ~>cnsere che stiamo ;?Gnsando del pens~rc cori.e di un <;U!llcoce. diotinto dc.i nostri pensieri, c.llorc: st[..:.renuuo facendo uÌl'c~strazione, volendo' dire con <iuesto che stare1m;10 consUific.ndo unu c,str[l.ziò- ne 'dlunitile, tren1mo dire i..1& astrc.zionc secondo un senso orieinc..rio secondo il ~strQzionc le. suo. stescE, pri1:1.:.ric. che le.1c. il :_Jcnse.re a inc~.pccit,:1, '·~ucstet ~'UR..le po- capacità del- dovE, attraverso l' c,struzionc pri1...-:ric vero è che è':.rri.,rimr..o nl pem:.3rc come s1'ecifice.zionc della stcosa. estrazione !Jrinaaria, rnt~ vero è che tornimilo elle. stesse .:o.str:.tzione qur:.:.si code necesait?t di intE.:n- dcre, finak.-iente, e ·non una ?olt;1 per tut~c te dal fetto che esse.. è astrazione prirnarir.: l'estrazione, indipendenteLìenCOI•K! ter.1po cs_;;--,r(-.:lsso; c. ·,.uesto punto, cc è vero che il ;;'cn::H:re dn "-lucsto punto e-li specifica il corqinciB.rc dcl discorso, diGcorso che è il t.~ pens~~re, co1.-e c~uestc. fondcaentale, deve necess.::-.rir.aiKmto è teL1;.>o es~resso, deve intenckrla come viot<.~ l~ spccificaziom·~ è un risulte.to che dcl cornincié'.re dcl capacità dclls. sur:. stessa ince.i)aciintender~ 1 1 .:::.str~zione .~2strazione che sic~ priuu:ria. che estrazione come te.le indioendcnte dc.l suo essere tem.a.JO esDrcsso: siarno a ;..;uesta fese di ri.. ... 0 ~ torno. del pens.::re -.21 co..d.ncir:rc dcl discorso e il. pensare sta torru:ndo sul comincinre del discorso iJerchè ilr µcnsare è lo· s~:iccificf.lrsi del cond.nciare :].cl diacorso e quindi il ;:>enso.rE ht. ln necessit-l di intendere le astrazione anche primari~, mo. indipendente dal suo essere tempo espresso, diverso.- 1..icnte lo. estrazione, in çuc.nto i;lriunrin, in un Lttih.o sarebbe il ?rinci;;io e le. .fine di tutte le t:.stre..zioni, si tratte. ..-:.llore di definire l' élstrnzione, il pensnrc nel stio torne.re alla estrazione prime.ria è co1;1e se non dovesse elu.<:lere lc.. neces_sit:\ J.i definire l'estrazione, non solo di trovc.rsele. Mauritius_in_libris 145 ck.:f:i.nitc.,inf!'.tti la ~s-tro:;.zivne prh1t1ria con1e tern.po es?resso è l'essere l'aatr,s.,zione ·dC;finita" i:ic. ·il pcnsa):'c t~ ...iucsto punto, nel suo torno.re al corain- cierc del discorso, è cohle se fo;;se richiestn <li astrarre lt: stp.ssa astrn• zionc, non di trovarsi l'~s~razione '.lo espresso signi-fiç:1i il co:a~nciare collie ·ciò ì.>ermezzo della '1\Ulle il temdcl diocorso chp può fare a menQ di ciò di cui l' esistenzw. non può fe.re a meno e: quindi è. c.Oti&e se il pcnsarp chiedesse per se stesi;;o di esser(; .t.slumte contro se stesoo Ò3. essere c.nche J?er• ciò contro ciò c?ic 311·-st:i: .i.ille S~Jallc; e ciò che 1li st.'.1 c.lle spalle lo interesse co;·1t;c: astrF".zi'onC"cp--rirnttic., cioè couc l.' è~stri:zione in quanto tetil(>O .. , cs!ire:sso, cioè in quc..nto }Ossibilit.'1 use. In ~~ucsto senso il ~xmsarc ~-i \ non ·u3are ciò di cui l 'csistenz;::: nel. 11tomento nel r;_uu.le, s~ecific~ndo il co- 1ùincierc àcl discorso ritornE e.11' nstrc.zion~ primariél significa nece:ssità ·1i render€ ZL t~m_po/ astrt.tt~ cd essere; la. .sstr.:.zione :pritl•t.ria, ì.'ro:?rio perchà il pensare è sen~enz::. temilo vuoi <lire, essendo ciò che è ~Jerchè 1 1 astre.- zione J?riIJlerir.;. è, dato c.h..:.; l' c.strD,zione pri&.iaria è di ess(::re tempo espresso il suo torn'lrc elle. F;atrr:.zione priru.."'1.ria, cioè il suo tornure c..l cor.dnciarc del discorso ncccssr:.riai1ente richiede di. c·sse-rc capacità di estrcrrc le. e:strozione, di rendere: l.n 'c.stra.zione · ;?J:'iml'..rir. scnzu. il suo essere cmdc tan~o espresso, dato ·che, 1 1 c:sserc co1•.c tm.1po es?rcsso d& pE<.rte ne ?rime.ria ha condotto il è cOLie ~)ensnre dell~ ;1strazio- e.J oss€.ro se.nza. tewpo e scnzc princi?io, se il ?enscrc non ,dovecsc :;,.)i:ì cov.:~re lfl pc,ura. met.afisica di si il tempo per c.cr.c.a.rc: .. di CQ.?irlo e i.)Cr dover.:: ~)Oi ritrovnr~ invece riconoscere di non potere crqirio (ricordate le ciucstio~i clr:~ssichc sul teiui,JO, autcnticcmentc critiche, c:uendo sono .!2ppunto senze inibizioni c:.llc, mc.nier!:. nc., perchè tutto__ci.Q __ çqe: ~ a3ostini~ f;losofico nel discorso .::3ostinit:;.no è l.<: i.umcan- z[, ;i.i inibizioni,• sdnze twero · sco'~10dato Freu<l, la confessione 1"..JOStinin.no .•·.• . . -:~~·-<-' 1. è i11 dire che f ilosof icG.ment:e non ca?isco niente de 1, teL1po e dirlo all.::. in.::.nicrn cofoe lo dice S.1.\:3ostino, si3nificc. ,dirlo scmzc:: inibizione, cioè senzi:-: essere inibito). Cc orieinariemcnte: il pensare, s~mzc, tei,.po e senzc. lJrincipio, tormm- do sulle. astr.:~.zione i-'riri1a.ria riesce: ad essere (;uesto specificarsi ris?ctto c.l còfiiincie.r(~ del discorso che lo, ha fatto co1.:dnciare, ris:;>ctto allr. astra- Mauritius_in_libris 14> . - lr~ zione deve· riuscire tv:-1. escùre il ,_x~.nsc:rE: c.str.::.zione ori(!.in?.ri~.racnte lc:r~.to cmi.e dl"~lle. stcss6. astrazione, cioè e.11.:. necessità di rendere la D.strc.- zionc ;_Jrilul'..rie senzç, il suo essere ter.:r,.)0 espresso, e dopo 9uesto il pc;?nsare non ~JU~ nvcrc pi·ì il :,Jroblemè. <li dovere cc.;.>ire che coso. è il ter.1po; di 1/ dr: 1lucsto discon~o, o?,ni filosofie ~oszibilo do. ..:.iuesto ~lunto di vista (': cri tic,-:-; so· coi:a;?rende che il· tet11po non è un problema èi cui la ·filosofie. .lcbb::. occupcrsi, non ·esiot:-o ·il problcml'?. filosofico dcl tei;:i;)o, i.te questo dal- lo stesso fl:tto ori-r,ina.rio dcl ,;cna:::rc che he origin.?,to le filosofie che criticè.~uentc ci sono occu;ir-.te del tcu;.o quando hémllo ca._?ito di non ccpire, lbnutiluente ~ 1u.~n':~O h.~:mno creduto 'li CC.)ire il tcr.lpo. Il pensn.re che torna sulle t:.otrezione ?ri1.1r.:.ric~ è il pensere chiamato dc si:: stesso l'.:1stn~zionc r.strc.zione, dove definire la rnisurc, in cui è ~>ocaibile li:scié.rc ~1ue.nto definire l definire l •- sis'Ilifica ·definire l'aatrn.zionc nellr:~ c,.straziono iJriLlcria senza il suo esoer:: tcrna::>o espresso, intr;nto posso definire tc del ?Cnsare, in e~ l'e.str~zionc '·astrcziom~ ;>rwnria da. J?a.r- da parte. del pensare signi- fici::, li1&.itarlu. c. sè, o ren.lerl::. 1:1.ztratte., · l.nscie..ndo c. se stesso anche il tcri::::o cspr6sso, r!.llorc. 1 1 astrazione senza tc1apo ne ~Jer ..:! il tcr11po senza astrezio- cui le: definizione dellu estrazione :i?rii..c.rit::. significc:. 1 1 .s.r.trazionc s·::mz.:. tem;;>o e il tcr.1:)0 scnze. r.:strc.zione p:::r cui, per questo è vero che il tcuqo noll" è cho è concreto, ix~r "1'irt:·1 trcoccnèentc.l~ h;r:_ <lel tempo ciò che è concreto sono io, e non di pcnsru1Kmto estetico, ma per peéceto tuondlmo di virt'Ì esistenzié:i.lc, e 1'0o:K;rc io il concreto dcl tempo ,:leve essere la resistenze di ogni uo1.io c.. f1:ro. une. filosofi.ci di ci intere sin~, Lln '.,ucllo che intercssE~ ·~uesto à l'astrazione ed è :..:u.ello che non senz~ tempo, riuscire cioè a definire 1 1 e..stro.zionc in 1.iodo tè'\le Jc. tJOtC\rln definire vuote di sè, r1.'..l.n.~uc il pcnac.rc:: tlcvc riu:;circ disperctc1aent0 n dk:finire l'astrazione pro- ·,Jrio oerchè il ·:)enscrù .... ... & ~ ,.=uesto riuscire c. svuotc.re l' nstrazione di se stcs... st: ,., c. renderli:: tElucnt:c Lsi:r.r..zione dr, iJO'tcrle. definire astrattn e tL de. E:!i..'. stess~., non ;::stratte. da. ciò cl:e è il suo essere co1-..c. tem;>o cspre- zo, cd il tcr:.po cspresuo senza cn., i11c:-; è cv, di cui sono 11J.J.ril:.. in a.str~t -.~ucati pi~no c..strazioru:~ io coue non è ciò di cui l'astrazione i11an- esistent~ •. lùlora l' astre.zione pri- tcnaini, dalle. p€,rte dcl µense..re à il pensa.re dcstinc.to a Mauritius_in_libris 147 ~Jensll.ro :xmsc..rc 1 1 'c~strnzione i.in co;J~ ~)rbmria, ci~ cioè co1.ue che cowe ciò che è prir:u: .del pensare, riceve <lé:l.l .ftlt.to che il i'K;rt.Jr:re è ciò noi cui confronti esse è prima, un suo essere. che non solo è priue. dc;;l prir~lC. 1 si~ificeto diverso del perciò priiaaric. ·e non prifiia, estrazione che è prh1a del )CmVirc alla. con.;}i3ione ;.Jer~ che il auo csscrr~ ~)riI11a dcl penae:re di~>endt! ·L-:-.1 pensare, l'essere cowc :JrU.1c.rin non è dnll!i. E.strc.zione, mc. è dG.l ponserc i;crcb.è sia dnll' ast:re.zionc: dire r:.strc.zionc priraeric, si mifice. nvHre iul;)e~ncto il pensare, perci,) c:~stre.zionc priincria vuol prim.s che non corrioponJ~.; c.ll'eos~re !:iriina COli.C dir~ un modo di essere t~lc. L'astrazione allora è ;_:>rimD. in <-tUanto di:)endente d02 ciò che è dopo che è il. pensz!re che all' estrczione ritornn p\.:r renderla astrc,ttn, ?Cr rcnderlr.. cioè senza ci~ che essa è, tempo espresso. t.. questa punto dovremmo riconoscere che il pcnse.rc non :?uò essere esso stesso o. definire l'astr..::zione, :Jerchè il pensare è oome se fosse il IìlOdo .:.•ttr:werso il •iUD.lc rendiamo astre.ttn le: stessa ustrazione, è conie se. foss:kìo condizion~·.d. c. rensc.re che il pensare è un raodo c~.ttivo i~1odo di c.ppropriorsi del principio, ?Òrchè è fa.Te diventère se stesso nttr.:;,verso il. ,~uclc por un verso il ~Jensare è corae se fosse, in 'iuan- to i.iotlo, ç:sentato dal deten11inure l' c.strc.zione, ~)crchè è fure diventar'~ se ct:eoso ?ensare·,. 1.10do e.ttrc.verso il {~uele per. un verso il pensc.re è corr.c se fosse esentc.to dai deten;;incrc l 'estra.zione, 1.1.C. ~1er e.ltro verso è coruc se il ?ensnr€'inchi.odassc l'astrc.zione a p.::.ssarc nttraverso se stesso sere 1" o.strc.zione astrctt:e; cioè n.ctra.zion~ ~'cr es- senza terrqo espresso. E questo )otre.bbc sig·aificcre fare un<:< dor.umda di ~iuesto genere: "Qunl' è dci nostri ~ensi che possc distin?,Uere :;li istanti e i r.io1=icnti, figliolo.nza insinsibi- le delle:. D.strr.:.zione umanr.. e; nomi senza sog1et.to dellr-: indiviaibilità ideele?11; in rc)nltà ato ccrcc.ndo di dire questo: il pensare pervenendo a 'iuel1 'cstrc&ii.O li sn stesso che è il ritorno sulle. ~strc. zionc µri1ucric. che lo h:.: fr..tto nc.scere si ritrov.s. det . ~n:1inato r. dovere subire qUC;stn donanda che è o che può sembrr.re un conf!Jmsnto di i.i.eta.fisica, ci sono tutti gli ingre..Jienti •:>er une magnificL iù(:to.fioica e si trD.ttc di sr.,l)ere non solo distin• gu.C?re cori i nostri senGi 3li isto.:nti de.i ir.or;:.enti, ma istt:.nti e Lio11ienti dal ~ tcm;;>o, tJerch.è. istanti e momenti sc.rèbbE!rO figliolanze. insef1aib::Ì..le della Mauritius_in_libris K 140 cntrc.zionc Ul:l&nC. C nord,. scnz::: SOgJetto, CiQè concetti tolr1iente pieni .Ji mn- dc.E1ento da essere senzn fonch:iroonto, noLd senze. so3~etto divider<:~ tà ideale cioè di tutto ciò cho non possL-.mo delle. indivisibili- dc se stesso cowe ci0 che è '-lOOStc. cssolutczze delle cose che vosso pensare )er raczzo dei nomi senza sogietto; e si :;>otre'bbe.dire: e non potrelìlIJO fElre filosofia. in .;uesti eh~ tenJin1, O?pure tutte le filosofie di cosere:: une risposte; <1:_ fn.ccir.Mo non hc.nno asGunto il rischio -~~u~stG d01Ùmda? per.chè si ca.pisce che dei nostri sensi nessùno distinzue · istc.nti e i•101;:enti, a.11,orc C:uni:uc le. ra.:Ji_one, il )ensi::-.re>; b<.:stcrebl>e riuscire. e risi;ond(;rc 0rdinatmnent:c a. 'iueotG. potere fç.re: filosofia., _b.~:,3terebbc do100.nd~ ?:Jer intendere il senso inao,rno delle. dor&ll"cnda per potere dir-.; se 11 pensc.re ;:Juò vcrmi1entc definire .1 1 astrczione co·:1c e.str.:-.- . zione, l'ostrczionc in .;,_:uc.nto Ul.1c.rn: pcrchè produttrice di figliolanzo. insensibile9 potreni.l.10 dire riro,luttrice di idee e rR~ione.trice di concetti; se il- ?~mc.r.rc nel rno1i.ento éstr8rao di sè nel sunle torna alla astrazione primarV.~. ci ritrovc cond&nnG',to G. dovere essere une.. risposta e <-:uesta dor;is.ndf',, io sost~ngo eh~ il dovere che il pensar~ à n ~uesto punto. non è di dnre ris~Jostc. cioè lu c.. :,;uestn don1E,nd:o., r.:ié'!. di chiedersi l& ragione di ::ueste dom1.mdf~. '_)aternit~, non solo in senso biografico; il pense.rc che tornf!tldo c.l princiijio di- se stesso è controllato d;: t1ueste do111nndtl è come se fosse il pensr..rc cl ·::ul?.le si dicesse che: tutto ciò ~.ttraverso il GUD.lc si pensa- no i concetti, si pensa .il tm,1t>o aei tu pm'l3c,rc, perchè non sei nessuno dei i~•1portc.ntc, senni; r.u: dicicrao di chi è ln d01.1D.ndo. ed è · pcrchè dire di chi è lé'. don.andr._ si3nific.:: chicrire il discorno e· non doverlo fare tii~) con l 'c.vvertenzc. che questn è urie donumde. cattiva, perchè è une: do1uunda se.duttrice di filosofie., in .:luc,nto ficato filosofico de. ;>ot2rc ?UÒ sernbrr.rc ess~ro. une~ do1i1andP. tc.h11ente densa di signi- cons·ider<::t<: l'archetipo t..ictodico e con- CE:.ttu≤ di ogni filosofie, '.)utret..u.:to fn.rc r.:iolte storie di nolto filosofie c,s3urnendole com.e risnoota r.. 'uestc. do•fìll.ndn: le do1oonda è è.i Lorenzo Belli~ • # ni, scienziuto. dcl ')00 (Discorsi. di C:.nc,t0L&ic), e· non è poco se uno scicnzinto è riuscito r. )C:nsorc ~s3ere st.:duttricG ~li un,~ doL1;..nè~1 così cc.rica. di concetti de. potere filocofic.; '-:uesto è _im:)ortente pcrchè oc uno acienzie- to che scrive di cna..toudc~ è Céi)a.cc lii une do~:u:mdt: di çuesto .tipo è corne se Mauritius_in_libris 149 . lr. filosofin si ritrovcJ::cc c.nticipatn nelle. sue inutilità storica. dal fat• . ' tO che noi cot•~ ~Otretnli~ f~re f ilosof in solo dando le riS?OSta cd una dorw.:inda queste. 1i cui è ca'Jfice uno scienzir:to. che scrive discorsi di c.ne.tou:dc.1; c;.uello ·eh\! è Jrc~''c <:. che ..-1,::~ iucsto ?\.U'ltO è.i viste. noi iJOtrrn,nL:tp illuderci ... di i)enscrc nella t.iizurc~ in cui pensere potrebbe corrispondere solo nllc ri- sposto di CUi si&.10 capaci nei confronti di unt-. domcndc COi.il.C quest_a di cui è stato ct~pc..ce uno scicnziL~to, nel aenso che r.,;_ui scienzic.to significa s..ttrn.- verso Lorenzç Dellini ci.::&sctino di noi che è Cè:?ace di ~a fisiologia ·:Ìel ~~GnGiero C che!'. iritcmclE:nè,o le, fisiologie .dcl :pensiero :~UÒ illudersi pèr· 400- sto e sol.o per :~uesb::> Ji ess\?.re; filosofo, tuttn la parte .di pensiero. ~reco .· che <~ • dott<. dci nàturclisti, puè casere intese-. cot:iO fisi&logic:: del ?ensief ~61J in 'scrrno greco significo. n.~turc:.; fino ro, dove ... é2 Socrate ~l pensie- l,·, ro 3recÒ è cos1:aologico, 8<l io vorrei rile::.merc Talete, che. è proprio . z~o i 'ini- · . ·:131 discorso; ::>'cr cr.)irc che ni e:ignificd non ·fare filosofi~,, ris~Jon:lcre c.lla do1uandc di Lorenzo Belli- ncll::. _raisura in cui però Lorenzo Bellini si3nificfl- «:UD.lcuno. 'Che è st.;.to <.lbilitnto da tutta la storia del ?c-,msicro 'a ,~otbrG · ft~rc une.· dolHt:nè.:,: in questi tennini per cui potrebbe essere c.ssun- te d.[·;l ;>wito di vista ,~.l' ti.n discorso cppunto per questo. iJCt.:lfisico. U: citc.zionc <lcl ncllini cerve ncll~·misurn in cui riuscie.mo ~pensare indii?endentcm.ente cielh. ··::: q~sto ?Unto è:._ ris~:ioste che sono strotc. de.te e.. .:luestc. doiuandc, ed coruG se il :x~nncrc focsc soltGnto un pensare in modo tale che ix.nsnre significhi . ris;:>onèerc e. unD. domande. conccttlosa, ris:Jonderc in "~uònto il rispondere riceverebbe dignit~ filosofie.'! dc.lla c<:mccttosità del- lo. io'.:1c.u<le.; ecco perchè ci.t0.rc il pnsqo di uno scritto iptotol.::to "Discor"". si di a.nc.tomin" signif ice dovere co.pire clm, se uno .scenziu.to può J?~rr~~tter si di ftJ.rt; doi.u::nde concettose, è coi;:e se lo ocenziato .trovasse disponibili i concetti. In fondo il pensc-,rc in un certo <110do è ste.to ~toricçJI&latìtc la 1iuatificnzionc accondo ls.. ,~unle :i.x:nscrc ·'r.'. questo ,1uodo significa a:,:>pròprie..r- sl di concetti) cioè ren<lcre concettose le <lonnndc, .. co::te filosofe.re si;jrii0 fict:. sf~i:;er(;. · fcrc ·c·ert8 ,~lm1..~·mdc fondcmcnta.li pcrchè yienc della disponibilità dci concetti~ il che· )resu~µonc che i concetti siano, e sicno tG4...ente do. potere essere disi>onibili ,_>er chi se ne appropria e ~Jer ~.hi Mauritius_in_libris ha· co..11c me- 150 stierc Ji ~>cnacrc: nei termini nei ':uuli pensare: si'.1Ylificc una appropriazio- nG in-~kl>it~ di concetti, o quindi une. oort.::: di ladrocinio storico. Invece d~·.l :.;unto :li vista dcl discorso orip,inerio, secondo il t:u~le il pensnrc è ne:cccsitQto e:. torrutr€: sulle. e~str.r.zionc ~riI..ir:riE, dc, <..~uesto punto di vista quelle d01.mnc1.:: sta ::, cisnificc.rc che potre1.to fl'..rc il ,µroccsso storico del ;;cnsr.,re, avendo l~ ce..utell.'.'. cri tic e però di c-.:~;irc che rif nrlo coi;c risposte ::: -luella do:-.snde s.ignific.··, c,sscrc atati r.-.nticipr.:ti dl1. ::iuclla. domanda, ?Or cui <u.;;;llc <lrn•• ~;.nd.:: è co ~rcce;i:!c: ·to ·ciò che le: 1c oc fosse. cC.i_)C.Cc t:-C..rG.dossal '.lente di c.nticipHre tut- -IJerchè ~:uc~t.s. do1~andn, se hc:. un senso, hc il scmao ::1cll'c.nticipo critico noi confronti di ciò che la precede, ,)er cui non è 1 necesse.rio ci-J che è st.<:"~to, l.~le. è nccesGllrio cllò che, essendo stcto, viene r:ntici~)c.to~ in ~:uc.nto 1..c.nd::., Queste; do1<ìE".ndu diviene r.1ett1fisict: perchè riì.:.c.nu senza c.nticipc.. tutto ciò che è stato in rnodo da in :~uel cotuc do- r;on esficndo in ciò che è st.:::to, mclgr&do sic. css.:=-. stesse capa.ce di :.::.nticipl"~rlo. ;>.::..ci c. ~iustificarlc. c.ne..~ufe, Allorc. l 'unicc. coa«! ncccsac.ric n. ~.;uesto ·-~ucsto 1aoùo e di non pensare in \;ucl i:i1odo ~cr punto è di essere ce.cui, e.vendo pensato i,1odo, sio. possibile une. do1;1t:mdc. :!i i..iuesto [jenerc: ceco ~'>crchè ~~ue- stc. domcnclc. è un modo r:,ett:forico, banale, c.ttrc.vcrso il quclc · D-ssumismo i l senso di un ?ens1:~rc che:: è solo c·rcre rjcnsnto schia.cciélto dalla douu:nd.:. che lo hv. Lntici:)a.to. In 9iest:i ten;iini, ton1cre ci.a parte: dcl r>ensare r.11 1 estrazione pri1..aric si311ificu. tornar~ in ciò che 1 1 llstre.zione è co:-:ic ciò da cui il pensare lxnse., tornLrc n ciò che il ::>ensarc 3, quelle spccificaziom:! <lcl CO::linciare del discorso che ;;icr un verso s:)ecific2. 1 1 eotrc.zion.e primc..ri11 e per 1 1e.ltro verso dà L•odo c.l ;,xms<..lrc di coriiinciare; 11 c..strc.zione c.ctr<:.:~iQUe. ~>r~l.dl'.ril: ~hc ~d il tornere del pensare cl- L:.scin 1 1 cst:rc:zione scnzu tem~Jo e il teiJpo senza Cic.fao c:ll 1 c.strc.zione <istrz.tt:n dn parte del l.Jensere, nu c.strc.ttc.. dc. ix. .rtc :::tior.2, foC. c~el IiJa .:.strazio- :)cnserc che t>UÒ pe:n11ettc;rsi cli essere posta in \1ue- è Lorenzo Bellini, iJCr dovere· subire l& necessità di non ;otcrc ~ co:.:iurE; poat;::;. in ':}mstione ed è 1 1 :--.strazione primaria, il :>enGc.re che origin".'.rio:..icntc nelle. s.strazionc r..:riuiaria riducé 1 1 e.strazione c. se stessa, )Crchè L-_ le.scie. & Gc~ stese;c. scnz"" ciò che essa è co1ae tempo espresso. Il Mauritius_in_libris ~>Ct'l"'" 151 sere:: in :Eettr:., ~~ucsto s~;_Jendo lìlC oir~nifica senso che lr; cot~i€ dcll 'o.strr;zionc (~uestione c~.nchc elcr;1;·:nt!';re che si può il non ?Oter0 fare L:i questione che à stata è st&t.c. fette, cioè essendo il· se.?crc i_Jeno&re che non è posoibile sost~mcrc il peso .'.lctrr:.ttc, per cui rime.ne necessario etio l' nstrnzionc sic. uuc.nc., '.?Grchò ori;;inc: ::a· tµtto ciò che è "fi3liolc.nzc inscnsibilc 11 • Il ~cnsarc, r.lisur;.:~ n~lL:: nella çunlc riesce e: torncre nell'origine che è astr!l- zionc priiul:.ric., cioè :1d esocrc iu:u:mcnte c.11 'r~strr:.zionc prirneric., in c.luestn misure. il .Jensnre è {}er un verso no, in ,.ft.J.r.mto si 1JUÒ sr~pero che si ;>UÒ sfuT~ire e:. ...1uesto ritor- intendere l' astrnzione co;..!C ciò che; è derivate dn una oper.:.zione della ...:1Ul11':, il so~netto ncscosto, i;•c cvidevte, è l cou.i prot2.3onistr. clcllc liberazione dc.i sensi, per cui 'uo11io st1;sso ~strc.zione um.::;n~. co- me -or1 0 inc dcllll. "fl3li0Lrmzc. insem;ibile", dove tutto l 'ess'crc filosofico z:>ossibile sC:.rE;;ì:>bc costituito <lc.l poterè essere lc.nzc, cioè non le3ctc ~i sensi: però il inscnsi~ile ~ensarc si ?UÒ cli '-lUCSt~. ridurre a f13lio- ~ucsto discorso nelle r.1iour.':'. in cui non riduce l' .::.strc.zione. Il pcms:~:rc origin~rio~•cnto si ritrovc. al bivio di una c,lternativa che è li-, se 1\lCntn: o riduce l '.:.;strr:zionc al ouo essere zionc ll se stessa, e Clillnetl:e di r~.ovcre lE.sciat~ zione, perchè hi astrc,zionu Ulil<:>ns., o riduce l 'c.stre.- rinunziare nll 1 identità clell 'astrll- e se otessa significa senza cic) che la fL. essere quello che è, cioè tG1apo cs)rcoso, o ridutta in r.todo tale dc lr.:scir..rlc senzo. 00~_3ctto, e ec non ~jusso lascie.re 1 •astrazione scnzE: so3~et to, devo ridurmi cll 'um,:o, nel senso s1:::condo il 'luele filosofia significa ripetere tutto ciò chç~ !';. un trovc.re continuo, e in questo trovare continw, trovo c.,nche 1 •uomo cotii.C I1ìodulo di tutti i trovaz.1enti possibili, perciò nr:. UL1a- l'cstrélzione. Il tornc.rE: dcl pcnserc c.llc: estrazione primaria significa ~""nche l,iuesto bivio, oo C&.i)ir0 che ''k:ndo e ~ ~x~rchè 9ossibile pcn::o.re <.mcho in. <:;uesti termini; pens.s.re ris?on- ~1uclla :~.OI.JC:ndc. strazione· si111ificn che è dc. (;ucsto punto di vista che l'Jos- ~JriL.C.ri<.:, è une. ~Jros_;cttiv.:: che è nel pens,~rc cape.cc delle a- cioè il pensa.re; che rinuncia. all'origine storie::~ e cri- tica di se st1asso, è il !_)Cnsl:rc che risponde, lita il f>ens.::rc risr>onde pcrchà lE; ris?oste sono ser..ipre une. pros1Jetti'i_rc. del .t_Jensarc, che si trova nei confronti dell'astra.zione a un bivio, tr;:i. l'astrélzione lasciatlì. a sè e l'astra- Mauritius_in_libris 152 zi,onc dcdicc,tc. e.ll 'uor•.o; è come sc. il pcnsnrc si trovc.sse le3c.to originari.:.fondet~.ontc..\lc r.1entc e. un aut-eut chq potrcbùc essere 0 ' c.llorc in ..;iucsto scneo il ritorno del ~:xms[.:.re .ò l 'coclusione dclln sceltr., in qucpto, se la e fonclcuentale non sull' e,.ntrcziane scc~ta. ~' ?ri1~;rie. è posoibile, si;30ifi- ce tutte le rispoctc che ·posso dare co~;~ une sorta di docu.1ent11zionc critiC€: delL-: scelte ori3irn:ria, . in 1:ti.c~nto :•·t neri;:;. ò.ell 1 ~·:-tstrazionc re 1 1 astrazione· nei l~.1scic~:c confrC?nt:~ é.: se <nesto n&scc dalla. prospettivn origi.;. ste~sc.. . Il. pensare; non oce1lic di astrar- . delle,.. oceltc. delle dedicnzion' Q.ll 1uo1;&0, nel 1'10l11ento in CUi ritornc Ò.11 1 C~sf::r.::2fon~ .pri1,ie:..riL, . Si troV.C. nel ÒfViO che viene scelto contro l 1:cetrc.zionc E;strotte: perchà è il bivio che il pensnr•; non tJUÒ •• scc 3liere ç che le.scia .:.-: tutt~ le scolte, _perchè il bhrio iascic.- to e tutte le scelte significr,. il ;?rinci:.>io cli tutt_e le scelte che ?Osso ft:.rc, conouJr..ndo l 'nstr1.'.:::ione unanc., tenendo presente eh<=! cce3licndo çuelcosr::, sono stuto scelto d.:·. tutte h.: scelte eh.e faccio. In .questi tcrr~ini il ~1cnscre che torncnqo c.11' .s-.str.s.~iono priEi<::rin, ;:>er <:jUesto è il pensar;,; i,1edic.ntè il ·~~uc.le 1' ~;s~r:."zione w:~ c.strr~ttci cln 9ù stese>L, _cè COL~ se si;~ifi~ cc.sse il i:>cnsnr~ dctcr.ainc.to cd esf.>erG contro 1..,;uc~lcosc che, in origine, lo ri~l.r,~.a in protJrio, ;ierchè è il pensare che viene detcrmincto ad. essere contro tiUC..lche cosa c.hc in orieine lo ri0U<J.rda in µro)rio, ~x~rchè ~ il pcn;Jl'.".ro che ,viene dcten.~1incto r:>.d Dsscrc contro, verso une. cstrcziono che è l'u.i=tr·:·.zionc pri1J.eria, dove .:rntrczionc co1,.c :)ril.ie.ria si30ifica l' astr.:.ziom:l ,~.strr.t:ta. c~uc,nto e nstrc.zionc ,a,z_trétta di"Tisc nel suo s.tesso essere ;.;rhJ.Crio, in il suo :;sscrc r.strczionc co1,J.C i)ri.iuc.ri.:;., ci30ifica re ~rili•C. L;Q dire 1 1 astr;.~ziope in ·~,uel modo di esse- rkll' c.streziònc che nol'l; è l'essere prir.1c. cm.-.a tc;lc 1 o sarebbe co'"" i)rinci:pio, nit: S(;l.1Z.2 'luc~eo ;_lri1,:nri<:: verr0bbe essere tempo, cioè {Jrinc.ipio )erchè oi.~ nel~o. stesso temlx:> · un r110H1ento d::-.1 SU;~le il susoeguirsi clei 1J"o4...:mti consi.;wa S{~ st(:sGo .nei confronti di ciò che sta ·,•ril~a. Du LiUCSto ~unto '.'a viste. 8 .coi;.ie so ~l ,Jrocesso del pem;.:.:ru fosse iJro- cod.e:re e in•YietreJ.3ié:rG; nel i1101.1:mto nul 1:.ucle: dobbil"sI1iO cercare cli intendere il ~Jensc.re:. origincri2..r.i.E:n-::e, . nello stesso teLl?O la astrazione eone j_)rima- rin intende che il ouo essere se:uzt:.: tc1:&i'.)o, perchà per un 1}ri1~iuric. ~,rcrso significa essere un princi;>io, ur: il princi?io doVTebbe essere tale Mauritius_in_libris ris~-,et- f to c. S8 stccrno, raa p•:}r 153. - '!Xil ·~ltro verso dovrebbe essere coinvolto in ciò che n,:-.scc do.l princi_;io. L' .~1strczionc è!ovreùòG riuscir(;: ad essere identicru,Jcntc 1~obile e' iI.a:.iobilc, in '··.:ur.nto, dovrebbe essere iltu&iobilc )Gr ;,otcrc esse.- re il punto dc. cui r..;uclcooe si svolge, mn anche raobile pcrehè ciò che si :::vol·~·r:; aie '-iUlllcoan che coin•1olga in sè ciò che lo rigu.:rd.:1 come 11 suo )rin- ci~Jio; è corne so 1 1 nstrl'.";:Z:ione cor.ìe pri1.i2ric. dovesse css~:re questo !..iOdo di (;SS€-rc pri· :.c. che nòn è l 'esacr.-) pri;-ne. c01;ie tnlc; ecco perchè 1 'estrazione in ,·~uanto nstr.:,1tt.::;, è l<':.sci.:: ~c.. G cè, 1110. in ~iuc::a.nto ?riL..c;ric. 7ienc divisa. e viGnc divise. s.ttrc.verso ciò che esso è: nstrazionc astratta. quindi in to il suo casere vità t.::-~lmente ~strcrL:to, cioè il divcnt~re ~:uan dcll'c.:strazione una sostc.nti- origine.ria, è to.lc d.a essere lL stessa sostantivit.\ di se stcssD.; 1 'nstr.:.zione che in .1u.:.~nto prilile,ric è essere e.stretto è questo essere cstrntto che· in cno~ in ciò che -~uanto priranria· è ò.ivisn in ci.J che Ess.s è, non è in çuwnto essere astrQtto, ma in ciò che l'essere astrat- to co1ùe aat:r:1zione è coiuc: ·c1rilii&ric, l'essere iJriì:.1aria .:{ell' e.strc.zione come l'essere lascinto n sè otr: c. signific~ro che l'essere ?ri1.ilBria è l'essere divisi di tutta la plurclità che nascP dal fntto che coLJ.G priil>O.rin 1' astrazione è divisa, in ~ur:.nto l'essere divisa dcll'cstrnzione·è l'astrczione condotte t:'.ll 1essere e.stretto COl.ie tele. La ·1'.JCStione st.:'. tutto. in <jucsto'9J:>do crucie.le: .devo ~strt.1zione intender(~ che l'- inn1cc dn ciò che esse 2rcsuo:)one ncccssarim11cntc, in 1i1odo tale che il ·;Jresupporre eh(~ 1' cstre.zionc è . fa f!SS<::re l' è.otrnzione, wa idcntica- mcnté l' 1:,_strf"'zionG che à fr-,tta essere da ciò che essa ,>rcS11pponc è anche ciò che Stf.'. :'JrLm. <li ciò che le fa CSS(;re. La èifficolt~ sta nello sbc.nca- mento che hc: contro sP stesse tutta le ctrctificezionc erudite delle questioni filosof icha, ?Cr cui c:uc.ndo dicicrao <lstrazioni sc.;_'lpir:>lilO che e' è ~uclchc cosl•. da cui e e 'è il so3getto che è.'.Str.::::.C?.. Inve::cc io sosten10 che. (:uest:o stesso '.:1odo d'intcnèf'rc che è l'intende.re storico non corrisponde a se stesso, xrchè 1 ~uc.sto intendere corrisponde <\.d un ?Cmsure origin.,,rio che 58 ricstz:e e. torne.re sull 'cstro.zionc primaria, riesce n tornnrc in -iuesto r11odo per cui l'essere pril!tarin .dell 'é::stra.zionc si:~ific~\ l'estrazione co1iie inizio di tut- to ciò che· possono caser0 ·~li esseri divisi attr.'.1vcrso l 'e.ssere diviso dèl• Mauritius_in_libris 154 la stesse c.str~zionc, in •.,_wmto è l'(:sserc da parte dcll'cstrnzione db.risa in r.ri.:,?porto . .:.11 'csscre e.stretto che vorrebbe essere tutto l'er sè soltan- E: to 1' u.strcz:l.one e non l'essere estratto che cowe nstrazione essendo priw.c.rir.:.. :i)erciò ilt19one n.11"' c.strr.zionc. di rimcnerc 0.1'.ris~ cornc origine di tutti gli esseri divisi, solo perchè tutti gli esseri divisi nell'e.sserc diviso dell'e.strczione VOli1e priI.iE,ria, si· riconùucono nll 1css<o!re a.str~tto delle. ~ strc.zione che intendendo di rilùv.ncre unito cll 1cstrnzione co1ue ci~ che è lo.scie::to e se stesso intenderebbe di non essere ò.cten1im:.to esso, esst:re estrc.tto e (~uel modo di essere fùn<lru~ntc.lc dcll' estrazione che ,è il ::iodo • di essere :1riL;,cri2., nel <;ucle 1 1 cssc~rc divisa dell' L:strazione è ~li chiJ t;>ossono essere esseri di.,_;-isi; è coi..c se avessi1uo t~tto ciò \.U'lc. .~stra.zione tal- lii.:.mte <'!strattr: in se stcf'.JCC dr. potere isolnre l'essere .astrotto mci per sè, 1r1u. solo •">er 1 1nstrazione, -::)er cui 1 1.<:.strczione 11otendo essere isolata. in ..:;Uèstc.; iàanieri:., ririif.me l' cssGrc l'l.stra.tto che rirucne il -neutro origine.rio :a tutti gli e$scri che ,:>ossLuilO conoscere, i...:uasi co111c se l' ~.strazione ori• gincric. riuscisse 1_! fc.rc n['.scc;;re in <..iUCGti ten11ini il. p2dre di tutti gli enti dcterr;ìinc,ti, in cui 1 1 .:::ssere de;ten41ino.to significa il trovnrsi vicini e di fronte <.!il 'essere divisr. che non sa dire chi sia il pcdrc, pronta e disponibile per tutti i l1•Ltri1uùni, · cioè per tuttE. le coniug~zioni ed in que- sti tenJini gli esseri divisi risd1ill.no di rin.nncre i figli naturali d.e~li é.~dultsri ncci;:ss.s:.ri, ?~x:ch~. è . 1 1.csscrc divis~ de;ll'c.sttezlon~ n~'11a -iUt1lc ......... l'essere .D..str.::..tto <lc:~l'c._p_tl;'<.:'zione .. non -~Jtib css~rè. iiui.aedL.i.tci~cnt~· il princi~ '·.!· ~ ' pio,. ~erchè. l ''°'spcr~..12stn:tto. dc.11 1 Estr•::zi-one ·è il·· principiq viiicolnntc l 'é':strezione a se stcSSF.';; 1 1essere. ,-;.strf'.tto Jcdl"' r:strt:zione- è <iuel ·,,{ncolo . , . , ' dell'astrazione c. oc stcsac che s'1 ribc.lt:...: in se contro se e lesccrebbe 1 1 .s.strczionc r" se stessé.'.. in '"iuesti tcnnini, lnscio.re 1 1nstrnzione o. sé sif3tlificr. fc,rln divcnt.r.r0 cssore e.strc. tto, c.r:; essere a.straziooc, r.u~:. i.iii'. div~ntc.rc essere astrat~o signifi- c.llor.:·. l' r.:.strazionc, in >J:UC.nto originGrie non be contenuto, non _>crchè hc. vuotcto sè dci contc:nuti, 111~1 pro!)rio perchè s•..mzc.. contenuti; pùrciò l'inizio di tutti i contunuti che servono ngli esseri divisi coii.c lllltcri&le orynico delle cstro.2iorrl che invece sono astrazioni plc,usibili perchè sono le 09erazioni che mettono a :;>osto il rnpporto tre. fonCtr i:: contenuto,, in 1riGnicrc. proporzionnlo dove la evidenza di çucst<:J. pm- Mauritius_in_libris 155 porzione sta c. si3nific.~rc c0ntcnuto non :Jo dove: .~.cll'uno '-- S(: ·che d.:-.:.1 contenuto nllD. fon..ia e dc..lln fonnc: al 01;~bedoo .<:J,>bi.:::.no inizlo se non nel rildando. continuo ~.rcrsione ncdl'D.ltr2, per cui .:;u.:.ndo le stesse, hc, dovuto co.-ifc:~se,re truscendentc..le è c..rrivate molto rnelècstrcmentc che non si può· ·viccve~se E.~ rc la fonm:. se non in rD.,J 1)orto f1.l contenuto a iJCns~ sn;_.>µiauo. tslmen- tt: lfi diL.icnsione k[!.nticnr: di .. ,ucsto discorso, che dovrcr.a,ao ridurre •:1ucsto discoroo c. non dovere µi·\ conc'!c.nnnru le. filooofit;. c..d es:Jcre ciò che tutti sc:,)~iru·oo. "'Ecco perchè:. (:uc.sto d'isca.rso uon ~~olq essere discorso ~i riscon- tro )OlC1'UCO nei Confronti di (.;.ltri ·discorsi, l;LC. vuole ricondurre: yuesti ;_:·,ltri dif?corsi nelle, origine, secondo ls. c1u.:::.lc 1' es.trazione in 1.jU11nto _.>ri1d2rin come eesQrc c;strc.tto è c01.•~ ac provocc.s'sc il suo essere neutro all'..;}Gsc.+E": divisa ·kll' astr.:~zionc e:! c:uinè.i è co1;.c se iJrovoc<~sse il su.O essere m:utro nllc. .,>osoibilità e_~i un vincolo fuuri di· sè 1 ed è coi~ se i'rovocc.ssc 1' <:;ooe;ro astrc.tto :)rhie. di sè, n0, 1..r. ;:>rii..::~ i ••c, .!:. ,:;otcrc copire che fim:lluentc l •cssc.re 11strc.tto non h.?. è come cii) riel çue_le r.nche; l ' ~sserG astretto è 1' astr~~zio di sè clun'iuc ciò nel 'i_uc.le _1' o.strr.i.zionc non è t.:·.llOOntc è:· ~>o tcrc lnsèié',rc che ci sit'. L~uc. lcose. èa potere dedurre l' essE.rc fistrctto o non in+:.irre l'cs3crc ~strr,_'i:to Gd un vincolo é\SSoluto con l'astrc.zione, per cui non )Osso pc.rlo. rc:: di usserc ~:str.'.::.tto, se non intendo sf:mpr(! e. soltc.nto l '- t:.str:~.zionc, ci.oè non l'csa<:;r~:: l'..str!J.tto coi.e tale, nè astrazione cOLie t<.:lc, 1.ove: nè essere :>.stretto c01~:c tc:lc • nà 1' c.str.:::zionc eone 1:L1lc significr.. non posso au.Jcr.:::rc n.lle s;:n·:lle di 1...._ue;s~o-, ,~uesta O?erczione di blocco co delle~. ori3ine ciel ~unse.r•.: _)er potere re;cuperc.rt:' di ;:v. ChE; )OSSC 0SSOre non ;1u~ du t~ucsto quslco- cib da Cl.ii e.stra:no, perchè Ci(J de. CUi c.strt•.'~:JO è 1 1 e.- strc..ziOn(.; o se .ciò dc. cui ~;i::ocrc 1..1ue. Ii.iet<..fisi~ e.streS~o è 1 1 E<.stra.zionG dcll' essere estratto, 1 1 - essere in nessun modo 1 1essere;~ ciò da. cui l'essere astratto è, )...::rchù l 'essC;:Ì"t.;; est:rci:to ò c:iò che è il vincolo cl.i s~ all'estrazione e ~x~r .ucsto vincolo è c01 ..e se 1 'essere astrc.tto !focidesoc che 1' essere evon- .. tuLh..cntu è do,)o, c':u·,,·e il fr.:,tto che l'essere <.:hc <.:'uclcosc deve cond.uniii nell'ori.~ine po~sa essore c1opo significn dcl tei.:1?0, cfato che il do·,Jo è toiX>- 3rc.fico e non ternport'.le cioè h::, un posto che è un i.:;osto c!18 non è il poGto dell'astrazione coue css..:!rc c.stré:tto, e se ;,>cn_so che e, ..1uesto spc.zio dcbl>e. corrispondr.:rc un tc1.i.po, le. •1(:ritl è che desidero c;.ue.lcosE; che rni dia sia Mauritius_in_libris 15>" .. lo s1J&Zio Si·'.31 il ter'lf>O, cioè '.iUL'.lcuno che UP?Urito, dopo di Llei ere.::. lo s~c zio e il tcll1po ·nel quale io vado sc,orinando le cosiddette r..strazioni cosiddette filoaofiche, I.i.8. aolo ?Cr dovcnili ro ·l?cre la tcstD. sulla difficolt?i. di dovere dire che: cose i::ignifich.i in ;?rinci)io, lv &:pKlf ., la ;riiaa :.:;a.rola di un libro che è c"ssoluto, solo perchè la rclc.zionc che tili dc.. è nl.- ' trcttanto c.ssolute; le verità che;;. rtscont:ricmo in ;..:uesta e.ffenanzionc è s:1 l-. ta.nto il nostro· c~overo essere r.<.ssolutc~1entè in rclflzione e.d un assoluto co- .. Lre ç~llp che è . .~ucstr. espressione :~v &rx-0 l7to C'T)<1e·v d &e6s è intreducibile, è noi non c:)_picI,10 niente,. c·ioè non· ;:;irn,10 cioè ·nerauieno pro si noi, lv.:&px~. .ji noi. E:. dicbolic::-i-acnt<.::. e. non si~-:iuo cr~{liti. noi, non non si0[lifico. niente iJér nessuno ~c~tl:nicru1Kmtc c~U(:Gto è un modo di cnlunnia- re 1' nssoluto, indurre in tente.ziono 1 1assoluto e perciò non tente:.rlo sul scrio. E' unn cE:lunnie. cmd::: le storia· dcl ?ensiero che ·:,hcs0, cioè :,.:;uè non ril..c.nt;:rc t.l.la so .1•r.ctre.~zionc prii."-~rL'.'.o. u~ ;ui~ non essere bor- bor~hesie. di se:. stesse, porchè ottrnver- coi:,;e ciò che vincole~ ~ sè. l'cssere e.stretto, è co .. se fc.re ·filosofie. si3f1ifice.cse dctcri.lin&re 1 1essere! od essere dopo 1 1o.- otrc:zionc, nttrr.wcrso il ••ibdo che l' a.str.:-,zionc è di se stes:r:;c., cioè <1ttravcrEo il f.stto che 1 1netrhziono d.ive:nte ..;.w:.lcosc come esser~ astrctto, si-. :1nificli.· essere· nstrr:.zionc, o ciò. che '?UÒ esse.re di là da ...:;.'iU:sto è solo 1 1esscre pri1"":irif: ckll' ;;,strC'.zione, · nr:.· l'c,sserC: J)riliif',ria dc.:11 1nstr&zione si~~ni-· ficc, 1 1csscrf~ ·. ~ià 1 1inizio in uovi1;,cmto ·di tutti gli esseri divisi che .>os- , cono nr,scE:rc; se voglio pcnsc..rc l'esse.re sul aciiio,. devo. acce ttr:rc che 1 1cssE;rc che penso sul .;:u.;:~sto o' dr:, ~uesto st~rio è uno de ~li· cnscri ,livisi e non l 'cssere, e ,_J0r il dubbio è.ull 'esocrG, dubbio che significo.. la certezzi::. d(:3li esseri, che è l 12ltro ii1ibor~hcairiicnto dcl ;,>ensicro, cioè il pensiero che f~ le rivoluzioni'.· Vi bor 3hosin dcl )Cnsiero nr:isce. de.l f;J.tto che 1 1astrr.:~~ zionG non accetti~. d.i ess~rc vincoL:t.-:-. c.11 'essere estratto Q non .:lCCC·tto cii cGlurinie.re 1àetc.fisicc:l1Kmtc l 1cso""rc, LJC-:!rchè per 1 1r.stra.zione è iaolto piì c·.J~.:iodo che l'cssE::rc aie, zione, dove cssez:r:, t0 Ul1 DriL-~c. dcll'<:'.str,~zionc, cs.scre·r.~o·i:r.~.zione.significe che ciò dr: cui sono un astrc.rrc ·l'- l-"entrc in .:.,;.uesto r•.Òdo l 'es~mre, se è, è dopo; allort. s.~r:l vcr3l.1en- Gnonne problClìì.E:·, )rOprio· so è co:·.yicc dcll 1e,strc.~ion~~ eh~ per cui l'l".strazionc è <lstro.- ·~erchè Col,~::, è la stessa densit.\ del ?~mss:re che, prilù<.;ric., deve essc;;.re cl:.:)o;.ce di intendere:: l'essere viene dopo le: stcssr.:. ustrczione. Mauritius_in_libris 157 X. - DISGIUHZIONE P11ll1J~ n: DIGGIUNZIONE PRihloRIA. Il discorso stc conclurlcndosi pcrc!:1è non he. c.ncora i)Cnsato l'idea e ;;:.oi :x:rchè è riuocito r. ?enn.r.rc di non potuTe pensa.re l'essere;- lG conclusione dcl discorso è -~.;Jvr.\ e.ncor<'.'. -ssscr~; ·c.ffi~kt<:~ ~il esplicitc,tc. non è st:::t.n encor.-;. pensata Iill'clgrado f:f:,nor.::. il discorso sin sto.to pm1snto in r:ll 'idee; per :~ltro fatto che 1 'idea èome sinossi teticèl che rc.1;')~>orto w:,rso- ::inno riusciti c.11' idee corile sinossi tetica, e e~ pensare di non dovere pcns~re. l 'esoere; cttrcvérso lo ::.cr-.vo d2llL": 1.~r.tr.J.zione primaria dovrc.1'11.110 c•re~e _c<.1pito che l 1 f~sscre è rJopo, e l'ess.::re coruc·i:.::;.lc rispetto E-ll'cstra;tRERi§l'ri- ma.ric. è utopico, ?Crchè 1'1::sscrc è fuori ::1.e.l suo steGso ~>osto coue 13&·9i-e · ;?riLierio, perchè il posto prili!eria· è .:::'.ffidc.to all ';,:stre.ziono priliaric, come :.,:>rilnnri.:::; l 'csserc è non colo ùtopico, mc. anche ato?ico, cioè è priri:i<~rie. .ris:Jetto elle. o.strc.zionc l'esse.re· è un _,, at 'Wl ' rf:?hov, è un essùre sen- zc.. posto, dove l 1 l:ss2rc senzc i.JOGto co1ue esse.re, è coi.e se dovesse condann.nrc l'essere od essere ocnzc. se stesao; 1.::: stessa pronunzia forrnfile dell 'esserc-; seubrerebbe ;Jo~,,-erc r10tcn.1iiv:.r0 il pensc.re n j;>ensarc ·che L~:ipunto l 'css, _ '.re ~, cd €lsscndo, è· il suo suo posto. lì.:nchc se il sare originariai.cnte il 1;.;ssc.re . discorso filosofico è ~~..'.lt ·.o, st('?SCO come· t<file <:\d CSiH~r0 tutto il le3c.to E:llc. 'nec,.;:saità di pen- dove ;Kmsc.re originari:'I11ente il de.to signi- fico. l'essere dcto co1•.e cL:to ori3incriò, c.nchc se il discorso filosofico è le }:::.to elle. necessità di .:;xmsarc · il d:::.to, riel quele è cotJ.tr~tto il dt-:rsi o il dire., essere lc3cto e. ;_luesto non ei3nificr: intendere che il dato ori3irÌ<:.rio air.. l 'esscrc9 0.nzi il dcto ori0inr..rio· è }roprio ciò ettr:J.verso il <.:ur:.le non )OS.so ~Jense:.r~: l '\::SSf::re, è C~Sere dc.to, im~liCo'.'.l ~.entro &<::: ;>erchè il 1'.ato c01ue dcto originc;rio, se stcs:.;o il d,'..:rsi COliiE:: dt:.re e il d.:i.rc COIIJC 1 css€rc d~to, il dF,rei, nc.::i c1u<'.le il pens:-.rc non può e:::cere il pensare .nell - .. . ....,,,, ...,,,,., ..,.,. do.r(; ècll';<"So~ire dl"..tv o il d.r:rsi òc:~ll'ccsere dato; se il ,i>Onsc.re pO.l~!M~ "" ~--.. ess€:rc, nell'essere deto, il dcre l'cscere dato e il dnrsi , dcll'~sserc . da- to, 'il ?CnGE'.rc sl'?.rebbe con tutti i problern.i risolti in senso originario, cioè il :._>è.nsc.rc non ~x:rò nvreblx~ nessunc possibilità di ?robleranticu originc.riPi., c:ucsto non significr:. che sir:.mo di· front€. Mauritius_in_libris F.li problc1ai oi;igineri i:Jerchè 158 ori3inarie.Lient~ il pensare, in. .-1µesti terrninis è le;~nto 4,1 dcto ori. .. ·. .... . ... . 3incrio e non <lato che in ~u~nto originario significa originario che in yunn- perchè . ' to d!èto ·~r.iplics ' ~ l'essere dt:.to, e i.:lplicc.ndo l. 1 esserc dùto hiplicé.. l'essere del <lnrsi dcll 1.cssere dcto o del dare l'essere dato; in qu.E:l primo senso esser<:~ se il panse.re potesse il ponscre 1 1 essere come 1)rincipio dell 1esse- re dato, il, penserc sc.rebbe _il i·.iodo as~oluto di essere inizialr..cntc senza problemi, ma '-luesto non 7uol dire: che il ;_>ensgre viceversa e.. .queste altre. r,1o.nier<: è ?robleme.ticc.r11cnte tale, tJerchè c. queste. c.ltr.$. L1c.nicr1: il pensnr;:;: è il 1.10do di svuotare il dato ori3innrio dell'essere e quindi 11.lÙntrc nel pri:·~:.:o caso sial•iO scnz~: )roble1i1ll acriticcnentc, nel s(;;condo cc.so siClì2o s"':m- zc problemo cri tic e.mente, in •iuanto 1 'es sere scnz<". significc. -il S)IO co11iprend~>re in che mo<lo probler11a cri tifm.1cntc e :;>crchè il ?ensare svuotc. il dato del e o sere coi.ic e est.re dato, in L1odo tele dc lasci.::.T(:; che 1 1essere dato co- me dc.re o come dursi. s:f:n'.originariruoonte il dato prililc,ric nella 4ucle il :.xmsc.rc riton1P. fino è, in ,~uanto 1dni è coi.~ c~d COii.C te.le. L' nstrazione intcndE,rc che l' astr<::~zione _::>rirneric.s essere diviso verso gli esseri divisi, Iilll in quanto estro.zione, 1_ 1esscre &stretto vincolélto ell 1l'l.strazione stesse in 'iue3ti terse il pensa.re nvecsc strutturato il sistcr.ie. critico dello sV\Dtamento dell 1csçerc COJiìe dato origip?rio dell'essere stesso it.A•lB.nente .r..l dc.to origina.rio •. E' cotuG se stcssiwo strutturcndo il sisteraE critico dello svuotemento che 11 _;>cnse.re stesoo è del suo. stesso dato originar.io, e quindi il pensal;'e c.. questo )unto è t·o stesso or~llnisr110 originnrio che svuote, il dc.to O't'iginerio dell 'ess(fre che lo rig'..iard1.:. 1 in 111odo tc:l,.e do lasci.:i.re l 1esserc coroo essere,, e :)erciò lo.scie.to l 'esscrc:; c01.1e essere, è cotile se fosse' ck:tcnaino..to di là dal ri.rnientc e criticaìlente ~mnce.rc, SQ_ per·cui l'essere e -iuesto punto, nacessa- è, risulto. ç: se risultè: corite '.'"-sacre, perciò non à, e· per questo è dooo. Dal punto <li viste della nstrnzione r,>rirunrio. e secondo il processo di ritorno del pcnse.re sull' c.::.struzio.ne 1Jrimnr:f..a, cioè su ciò ne 1 quo.le il pcnsprG m.scu, 1 1 essere risul te di là da ciò che il :.Jensé.:.rc ;:>otrcbbc essere COli.Je disper&ilte perchè 1.1 IJens.':l.re l'essere, e (1Uindi siruuo in unu pen~o.rc situ~zione si ritrovo. ad essere 1. •organis1;,o di uno svuo- tr,mento origim:.rio dal cui punto di viste ci~ Mauritius_in_libris çhc è, è solo l 'ori3ine cou.te 159 tc:l.a, Ciò che l)Otre1Ji,10 ~)C:Il.S.'."':rc ~1ensnr~, ·2 clc il origine in \1U:.::.nto tele CO'ile r;,uesto ri8\J<.r·lr.ro il ;>cns~irc che p~rciò ri.J\lC~r du pc-.rte dGl:l'ori3ine rende il ':">cna.~re s;.x~culntivo, ?Or cui non è che il ~lensare sia s~x~cub:tivo )erchè ,.len"';~ -(~\lesto e ~~UQllo, rnc. s1)ecuL:tivo ~Jerchè viene reso tc:lc, )erchè c'è . c:riielcho cos.:.;. couc l 'ori~inc che p'i'..rchè · ,,Jensr.tc. in quo.nto te.le rende questo suo e:ssere ._:Jensc..to in ·11 pens~re in que.nto easerc tr:.lc spcculr.:tivo. sp<."'cule.tivo in c1ucsto priiat..rL~, -~strc.tto, ~~uc,nt0 lii.~iito cons\llill". uri.e:, e.straziane che, significr-. 11 vincolo <lt::ll'estre.zione ,;,11 1 0.sscre cot..ie (i.un<uc ori ;incrir.:1.1ent:c in ·t.:uesto S8nso il ~>cnsc..rc non è , nè penb::rc l•esccrc nè ~xmccrò il non .cssò'rc, perchè sin l'essere sin il non essere se sono, sono ci-~; clK" l'cs;:;crc risultn di là ::la, ?erchè l'esse- re lo i)OSso µenr.'.:rc nell2 rl!isùrt1 in con](;: essere in GW:nto t:.".lc~, c~.li r'Otrò }lensnrlo co.·te concetto, non r;;e. c01.•c essere che è in t~ucnto te.le, ;crchè.· il suo essere in t:ucnto tr.1e, è ii suo essere }Cnsato; · sitmJ.o di fronte n.d una· .:>ituazionÙ fondemontule nc'llE ~UCle il ;_)Cniwre COiile Sisteruc. critico dcollo svU.otr.:1ìiento dcl d.:.to ori 3inc.ri0 fisse il dc.to cl suo esser~~ il Jcto, dC)3i•lati~::e il dc.to, c:uim~i. il ;>CO:lG[,rc finisce~ ~)er CSGerç t~ueStù. do~-.:c.tizzazionc èel dc.to che stc, c. . si;p.:.ific[~rc ch12 il p~nsc.rc è l'unico rr!oao di l1Vere r::twl- ln es,:>erienzn dei c'kitO che coinciG.c con l '~saerc abile noi confronti dcl . .:. kJ:o, perciò do·1fit:.~.tizzc;zione d'.'l c'lnto; c~uindi net" 1;:101ncnto stcono nel '-J'.Ué~le il ?ènsare reridc il d:~to cor;c q\lalcost:· eh(; sin il auo 1.>tGsso Jecreto, tue.· il ::leto è çuosto dccr'.'";to ::ler o_)err~. (a quell 'o;.1crc. io metafisico che è l'uni- co ed avere lé:1 ct:pr,cità di rendere il dc.to d~;creto, per cui il ~>ensc,r~ è quella esperiènzc seconi.~.o le; -~ur..lc: l'ccscre, in raIJ~>orto col dc..to, si311ificn l' E~SOf!re e.bile }lei confronti dcl c35Òndo il doto, :>orchè deto~ ··Il 003m~:tizzr:.to dr.~l ;:>cinse.re do~tizz.:;; ciò che, lc ~ciarc 1 ;,iensr-.rc; dovre:bbe il pen- 3nre senzc tltthrit'Ì, dè.:to chn tutti~ 1 t c.ttivit~ del pcnscrc è coLtC se fosse ·-}uestn contr.s.zionc ori::,int.rir. dell' attiVità dcl pcnsr.:cre che si risolve tut- te rcr 1.ìe:::zo dcl f)(.!USc.rc~ cd. fini ÒC'l ?enso.re, 11tr. contro i l penscre; perchè . . 11 >Cnsc.rc che ,,iene ù~ten~•ineto u t:ucst~:, wD.nierc è 11 :>ènsare che deve es. ocre il ricono~ciuto di~xmc~.ente .Jensc.r~ dc.; e: sti.'."lL'.lo· dicendo il sisteni:;. critico che è Ilei COrifronti èol SUO. SèGSSO dato, C ?Ur questo il penst:rt. è. Mauritius_in_libris 130 - questo vilu:,:Jpo c.ttrnverso il çual~ il pensare d:Ì..pende dc.. ciò che è autorità, non perchè autorit\ di sè e por :;è, Lu: è .nutorità da altro e per altro, cioè un ess9rc c.utorc che non è un essere c.utor0 come te.le, viene. rE:so autore, cioè dinc:rdco, tc c.ssorbe in 1~uest.:: ~1cr IJD. ~nscre il fc.tto che il ,à ciò che originoriciuen- a.tt:lvità tutt& 1<1 sun stesse l".ttività. 1 per cui o. par- tire ;Jc tiuesto il· ~)enscrc è tutta ln c.ttivit~ conoscenzn, cioè come sistemczionc or5c.nico tfoi :le conoscere, esscnèo st,:~to, il pensu.re identificct.~ COLlC che viene rc.~:Jorti ince.~>ll.cit~ con gli osnetti di conoscenza di se: stes- so, che cvrebbe dovuto essere conoscenza dcl iJrinci-~Jio del rfo.to ori~ino.rio. In (iuesti tcnnini è cobc se il i>ensare deten.1innssc une sorte. di nlibi per sè mod.i:::mtc il qucle è cor.~ se il pensc.rs e..ssuùessc lc.. posizione di une s:>r~Jensc.re tc. di dimissione volonte.ric d.':1.l conCf>ito metafisico di il suo stes- so conoscere: dun-iue dGto il :.)ens.::-.re, c..llora per :..:uesto il pensare è, e se il pensc:re è, è iler q_uesto conoscere, 4e:. conoscere signific~ dimenticnre che il pensc.re è secondo (::uesto suo essere dcto, che in1plica che il iJensc.re nçm può essere coliiC te.le il' suo stesso conoscere e implica. r.nchc che per se st0sso il ;>ensc.rc può 1..HrnerE, solo il conoscere di <.~ualun1:iue cose:., tr~m nc che di se stesso, cioè trc.nnc di çuellu. i<fontità che dovremwo pensare d~llo st€&So i>enspre; dun.,ue si tratte. di pcnsnrc il pensare se è vero che ;,JOSSil"JJO pensare il conoscere, ed c:rncndo vcaro che possiCJ..o noscere., tanto vero sc.rebbe (~uesto lùC il co- ?er sè, d.c potere perle.re di 3noscolo3i.s.; 1.:: teoria del conoscere si311ifica ·solo lo. conoscere, ~)ansare cr,~c.cit,~ or~c.nice, di pensare il ;>ena,:re il conoscùre sc::condo ciò che il conoscere è .o non è, nei confronti di ciò chC'. il conoscere conosce e non secondo.ciò chca il pens~.rc . è e non è.1 nei confronti di ciò che il penscre è coLie ~ . . conosc~rc dentro . ::w stczso. N:_0~questo r..~do 1 1 e.a trazione ;>rilncrin finisce :x~r esser~ ciò dal ..:;~uale il panse.re ricou,incic.. il processo; tutto çuesto discorso serve ·per intendere co•.J.e il pens2re ritorn~ndo c.llc; astrazione priliic.ri .... e ritorn.:-.;ndo nll 1 r.strc.zione .:irimc..rit: in quel r~10do t-;er cui prima.ria in c.1uc.nto divise:'. e: per c.;.ucsto de:tenn.ine:.nte il pcnsr:re:: ed essere. in c_~ucsti termini,. per cui il i?Cnsc.re è . il ;.iensnrc 1 1 es sere: dopo l' e-; ssere e dunque il detcrrnincrc che 1' ssser8 sie èqpo il su6 stc$SO essere, per cui ?ensare non ai3fdfica nè pen- Mauritius_in_libris 151 s.;;~re l'essere nè. il non essere, &lloro. in i'.1.!'.ndo nllt.:i. sc.r~ e; ~strczione c~uasti tenìini 1 se il i'Jensc:re tor- è deterninc.to in '-lUQSti tenaini, e~ sue volta il pen- è.cterrnina il suo riprendere il processo che è intendere l'astrazione; {~U~sto :)unto il pense.r;:: che rico,..dnciq. dc.11 1 e.strl:!.zione priii1e,ria à ~l pen- ~r;rc che pensc 1 1.c.strè,z.ione e le. pens<J. non iJLÌ co1ie Vincolo all 'cssere lrntrat- ·to e eone 1-Jril..;c.ric., ";?er cui c.stre.zione dicds.:., mn estrci.zionc che, vincolate~ all'r-:ssere astratto e nello stesso tcr.r,Jo divisa perchè c,strc~zionc per il :;,>cnsr.rc ~:iri.1"8.ria, riuane cor:1c &stre.zione che finisco i)or diventare; l' ini- zio. delle disgiunzion;f.; il ?ensc.re che er;:: ;Jertito dalle. dis3iunzione ori3im::.ri.!.;, dcl princi:)io, ri:=iercorrendo ;.:.:ur;sto suo processo, lcscinto il principio in mo.d9 dF~ l'rinci~Jio essere delle disgiunzioni consccutbre, mc élnche il ,Jrincipio eh€; rimette in moto il ?ensc.rE: verso l.'origine, il pensc::.re che è otr:;to 11esso in moto c'.c.l princi)io, in c_iuento il )rincipio è nella disgiuazione ori3inc.ria di sè ·11erso 1 1 orieine per cui è un ussere posto contro l'origine, ~Jcrciò il pencL~re: tornendo sull' c.strD.zione prir.l(:.rin riesce ed es- sere il pcanf:·Lrc. l' élstrazione co1ue l'inizio delle dis,3iunzioni consecutive, -:_;uin<li dis3iunzione origina.rie: che lascic il principio in bilico tra le di~uindi s3iunzioni conaecutivc e lt.: oteasa dis3iuuzione ori·3inerill. 1 e cipio che stc: i:qiunzioni tr1:=~ le disgiunzione oricinnrit:::. che lo con~ccutive ench~ che.~oi fc~cendo ciò che le stcssv. e tutte le di- che lo è.Laenticc.no; perchè le dis3iunzione ori3inc.e~ rié: è fier un verso essa stesse. so rigu2r~.:1t.::. il prin- conoider<:re il ?rinci:->io, rnc. Cfo{;r3cre il principio, fc. che il dis~iunzionc yUc~ndo divent~ i:)erciò diventc.ndo f!c::. ori3innrie consecutiva, ~er princi~.>ia un essere di là dal ~x~r D.ltro versic. ciò princi~io, t"!UCsto è il dL;1enticrlr.c il principio, perchè è le -1isgiunzionc che dfarcntc. le dis3iunzioni consecut1're, che hanno zi~.mc :Jrinci~)io dc.11 'ess0re il )rinci;;>io in bilico trt:. l.:i. dis1iun- origin.s.ric.: e le dis3iunzioni consc:cuti,1e; il ;_Jens:J.rc che è dn.1 )rincipio in ciucsto i.;odo-, .)(~r ~Jor ~;nrtito cui essendo in c:ucsto modo il principio un verso 3\lU.rdc. .:·;lle s::;alle e i.J€:r l' e.ltro è il prihci,:Jio che volge cl futuro, essendo il princi;)io. in ~ucsti tcnc~~ni un lnscic.rc, il penaare ver- so l'orieine, ;cr cui ?Onc il ?Cnscrc contro l'origine, ?Crchè se il ?cnserc 'i;UÒ eascrc vincolnto c.1 ?rincipio dovrebiìc essere vincolato al Mauritius_in_libris princi~Jio 152 in ,_iuèl ·::.10dd" unico per cui nel princi~)io che lo vincole. dovroùbe essere la princi~Jio, clcten11.inc.zione delle ia1illic.nenzo. lcll 1 OJ:"i3ine cl dov-roJioo non po- tere pensare l 'orizino divi sé, d8.l ;irincipio e dovremruo dire: in censo teoretico il ~Jrincipio è .:~e 1 penscrc solo se significa. il. :.;>cnso.rc cor.10 vinco- lo lcllc iLlliillnenz.s. dell'origine nel ~Jrincipio e non- il perisarc cor:ic stret- toia 1,1etc,fisica c::.ttrc.vcrso lt. · ·~uc.le il :princi)io sfug~e verso il futuro del- le conoscenze filosofich:.;; che sono C.Jpunto il <liMmticare il principio per un verso e i)er 1 1 0ltro et-;:rc.verso lr::. ctrcttoi1; li.tetafisicc. il :Jrinci~'>io L:n- il pcns.~rè contro· t 'origine e contro ?erchè è l'origine disgiunta clr.l ~i't·. principio, ,1er cui solo ~crchè ;.~u.'l.ndo il :Jcnsert: torne; all'origine, torna all 'orip;inc deve rifr:.rs il vinrr_jio verso il principio, do.11 1 ori3inc .s.l prin- ci;:>io e dc.l princiiJiO •.;:11 1 orizinc è un "Finggio rneto.fisico e rncta.fisico perch~à inutile ~ non perchè non ci<'- utile,. k-..r.:. pcrchè è difficile pensare che ci sis. di tutto ~u.:;sto uno. rc.3ione che sir; une ra3ione intrinseca, la re.3io- ne intrinseco. oc.rebbc in7cce l'origine strutturr.ta cohe le. stessa del iJrinci?io c. s8 ir.i~1anen- stesso che dovrc::bbe deteni1innre poi dcl principio il suo essere .Principio dcl ~J·:::msnro; vicòvèrs~:: de questo punto di vista E~bbia1;:0 il pc~snre che per non essere il penso.re sè i>erciè è 11 pensare couc ?rin- cipio del conoscern tutto ciò che conosco, per ('jUGsto il pensare è destinuto c.d essere le. test:bnonic.nzn rnetnfisica del ;rincipio c. dcll 'origine. Il i)ensc.re che torna. all 'ori3ine e torne, nll 1 orir;;inc.~· qtk'Lsi con la. tentc.zionc ~.1ete.fisicc. di 11 ·.?rincipio, ii:-~entificnre trov,~. l'origine nel princir>io, ·trova 1 1 inizio e non 1 1 ~:otrti.zione prit.~c.rie. e &lloro. si ct:.;_.•isce c. ·.;uesto punto il ziorie ori3in~ric. t;ic~:no, chE: lo rieue.rda e (;uindi è e.l bivio tro. lE: cor·lC inizio delle dis 3iunzioni princi~)io è al bivio tra la v~ <lis~iunzioni dis~iun consecutive che le dimen- dis 3iu11zionc e le dis ·~iunzione, in r>todo t.::le dc. non potere ecscr.: ecso princir;io il princi~io stesso della disgiun- zione corn:e tr.le, pcrchè s-c viceversc. pu1) eoscre ;>rincipio ò.ella dis.3iunzione lo è solo perchè (,le .. _;.uellr.:. ori~inc.ria. ?er 1;1ezzo dcl principi·o, le to l<: ,:~,i1.ìenticc.nzn Jis~iunzioni che rinut!Tda. il principio c.bbiam, consecuti;1e ch2 conscquono solt~.n dcl )rincipio, in qun.nto st-oricCLlentc detcl.&linare une. filosofie significa seppellire in ciò che ~Jcnso Mauritius_in_libris ciò che ho pensato del prin- - 1;3 .. .1 ~[ cipio, e questo è il bt~.ttesilno l.!:ico del ~)cnslero con le. differenza che nel be.ttesii.io· non laico il bettcsii•i0 significa essere seppelliti in Cristo, q,ucn- jo il bc.ttesii.10 ·diventa lc.ico è un seppellire pro1)rio quello che potrebbe sc:.lv~rc colui che Sefiì.)Cllisce, cioè è· un GGfJpellira il principio e non un 1 far\~ dè-1 :,:>rincipio ci~ nel quc.lc seppelliti, potrelll1UO essere salvati, cioè potrenillO riuscire n pensare mediante il ?rincipio. In tuttQ ciò che. conoscia• li.O il· uostro conoscere è lo stratificare il sepiJellimento del principio e allore. sic.. il princiIJiO che è in bilico verso le G.isJiunzioni consocutivo che sono il Jiticnticcrc il principio, w..1 anche che è te.le nei confronti delle'.". dis:~iunziono origin.::ric~ . s3iunzione sempre che non è la diogiunzione couc tale,· me è l.:l di- ò~l princi~)iO per cui il lorc.. abbiciao in quccto senso che il princi~-:>io princi~)i? rimnne in bilico e cl.• rime.ne in bilico tra le die s:3iunzionc e lll dis3iunzionc in riiodo ;;cr cui non può csscra esso principio uci in bilico tre. le diGgiunzione in quanto tale e la dis3iunzionç. ~n i.JUéll't- to tele, pcrchà è in bilico trE la disgitmzionc originarie del principio 8 dis~iunzivne ori0in~ri~ le del principio che secutive per tiiczzo del princiJ.:>io 1 [fl? ~)roprio divent~ le disgiunzioni con- attrc.verso questo è co.cie se il pensc.re fose_e <lctcruiinato dc.ll'esscrc in bilico del principio a. r.10do c. torne.re .all 's.strc.zione ;;riceric.. per 3in.:~ria e delle disgiunzioni consecutive trovar~ ui~ ~oterc delle. c~uesto disgiunz~one ori- essere del ?rinci?io :Il ?rinci.pio delle disgiunzioni, che è l 9unico uiodo di essere SStinc1i>io che cc~crc è di inizio; l 'cstrt:.zione come t&lc è l' ini:::io delle disgiunzioni che 11ono determinate alle disgiunzione origino.rie del princi!)iO e quindi dcl ~Jrinci?~O elle dis3iunzioni conse4utive che non ci intcresscno lì.lle filosofie èi cui do~cmLIO pi~~. cioè riuscire c.d csGerc-; incapaci, !)Crchè in real• tà il µrincii,>io delle rlis31unzioni conseucutive se h.:: urm senso speculativo hi: ni ~->ro?rio il senso :li fc:i:'c in uanicra che le consecutio, le dis3iunzio- conaecuti·x€~, cic in senso verauentc tc.Llì:>ore.le in (!uanto riguarda il µas- seto o il µrrJscntc 8 dfNO lescinrc il tc1.:r1Jo senza futuro, dc.to che il teta• po è.i 'luosti\ consecutio sono le filosofie scm;rc inutilmentf! contem!:>Or:::nee, t:Gnto inutil111entc che •JtU:mdo hanno il dubbio di se stesse, perciò teort.zzaa- no il futuro, <.1uando hr:ru.'\O il dubbio delle.. loro validità di pensiero percib teorizznno il fu~o. Mauritius_in_libris - . Il ~)anse.re cofoc ciò c.hc .134 d~:tenJina l'inizio delle disgiunzioni è il pe- scx~ che Bi ritrova c:d esser"" di nuovo lc;3.:.to cl principio ed il principio diviao dal concetto.• Abl;;ira110 coiii9 · primo risulte.to il fatto e.be. il r,>rineipio csscntlo in bilico trp. le. dis3iupzione ori:5in.:irin ~· le .:Usgiunzioni consecu- tive, l)crcP1 è il princi)io che l:cnci·a. i l pensare vers~ e contro l'origine~ i.ic: .il pe:nsere cf..e è ls.nci,i:::tc;> VE:;rso. ·e contro 1 1 origine 1 riesce ne llc o.strr1zionc co1,.c. tci.l(;; n pic~rchè cletermi~Klre l'astrazione coL1c. inizio dello disgiunzioni-, tre. le. disgiunzipnc origino:irie -e lè dis.3iunzioni cons8Cutiv8 è il ;?ri9ci-;>io ··~.he mi <là le. c.:Usj:iunzione .co1;1e ~e.le, un verso è çonsidcr'2.to dr:,lL':'. disgiunzione, ma le 1:~is3iunzioni taa è il :.x~r ~)rincipio che per l'altro è considerante ed in çueeto ultili10 verso è consickr&nte ciò che lo dil.lOn- tic;_,_, pcrçhè la. consecutio ..;folle c!is1iunzioni è solo que:sté:!.: . ,;uel t<;;1;ri>o se-. condo. i.i ,:uc.le pcns&.rc significu. se.~'pe~lir(~ i~ p'i:'incipio e quinJi fa.re fi- losofie n ~se).. mnniere, . per qucs.to, quando il principio è tre la dis;}iunziònc e~ le dissiunzioni, è il :princiì.Jio che ,è conie se· fosse:: dctenil~nnto .c,1 .trovc.r(; il princi;>io s'!:esso della diogiunzione, che non è il :?rinci:;;>io d<:llc dis0iunzioni cons(;cutive, in c;uc.nto lei consecutio delle disgiùnzioni è. :,Jro;?riò dir.icnticarc il ;.Jrincipio, cioè è il ne3ure che. il princi;_)io posoc; essere d~llc i.~ -~1rinci?io ,,dellr.. disgiunzione: allora ciò che può essere principio di.s,3iunziorn; è sol tento l'inizio d(;:lle di.s3iunzioni 1 il princii,Jio del- le. disGiut_lz4..:mc co1ue inizio. delle dis3iunzioni :è. l' astre.zione .ed è l' as.trc-· zione.priru.;~rie, ;>cr cui é'. iJGrti.re clc. ~.u~sto, ci9~ dnll'inizio delle dis3iun- zioni, è.obbimùo nCC(':Sséirironente nttendbre ·1a. disgiun~ione ;>rirac:. ·nt.11' l;.stri2zione come iniziò. de;lle qi'seiunzioni · c.bbicIDo la dis3iunzione '?rime.rin; le. dis3iunzicme ;.Jrifoc che è ;?r:kic.. ris~)etto r.11' estrazione· prime,,;. rin. còl.'.LLC iniziò delle (1is3:Ì..unzioni. La disgiunzione :>riH1c non è ineditD., in -:ul'.,nto. è costi;tu_itc.:.' do.l ~J~nsc:rc le:~uto .s.l principio e del. principio di- viso -dcl concetto, ed è dis:;iunzione Jri1,;;.1 perchè siE-.. il .pansc;re le1Jato cl ?rincipio sic: il ?rincipio rliviso d~l concetto, cioè il .?erisare le?,nto nl princ.ipio e . .in vece· il ?rincipio di"Jiso rfol concetto; .'l~st~ è ic disg1'.mzione ·prime che stP. c. rido.sso dcll '.nstrazione pri1,JE,ric., delle stesso. c-i.str<~ ·zionc c011ic inizio .delle :.:liagiunzioni perchè à c,:i.ò che nnsce · da.11' inizio ·kl- Mauritius_in_libris - 1° dis~iunzioni. 155 · L'e..stre,zione come inizio delle disgiunzioni è· coir~ oc fos- se il }rincipio delle disgiunzioni e coiiJO inizio delle rlia3iunzioni è il :,,Jrinci?io dellf: disgiunzione pril:an che è il panse.re legcto al princi?iO e il ?rincipio diviso d,J.l concetto. Tutte 1..:ucsta è disgiunzione priuz.a non r..ncor[. fon:.icri1cntele, rerchè è le. disgiunzione della quale si ~uò deten.1inr.~ro tutto ciò che poi è la consecutio delle disgiunzioni; cioè ogni dis3iunz1one successiva riµre.nde queste. dicz3iunzione priI01e.. nttro.verso Wl'nltre:. disgiunzione che ore. vedié,mo, perchè 001\i disgiunzione consccuti\rr.;. s~rc le3~to ~ons.~que. il pcn- cl ?rinci;do e il ?rincipio diviso dal concetto c. se.rebbe coi..c dire: tutte le filosofie auccr,ssive c.1 03fli filosofia sono il sistern.L delle disgiunzioni che m".scono delle disgiunzione ?rime., cioè sono il siste1•1a cfolle disgiunzioni che 1••1,) s~ecificano il fatto inizicle secondo il ~1Wlle c.bbil"'.- si.<J. il i>ensc.re le3c.to .:i.l ;.JrinCif>iO sia il princi?'io diviso dnl concetto, fil~oofie ed in ;.;;uesto senso le sono uno. sorto. di sistemc. dt:lle disgiunzio- ne di se ctesse dc 03fli filosofia, ogni filosofi& •.i.Uc:le che sia, cioè 0:111i filosofie che ;>Uò esse;re nel wi1'1ite nel come filosofin rio. c.~ ·~ucle l~Ulll('~ il n.:.1scere di. una filosofiG che sia. è Wl essere specificato dcll' nstrazione prii.u:t- mi dà co1;ie fo.tto iniziale le. dis 3iunzione ~)rilau: il :;,:>ensare le:-~eto c.l f>rincipio ed il ?rincil)io diviso dcl concetto. All9rc.. L:. plurc.lità ·:.lel1& filosofie.. è· C<>Lle G~ ctcssc 1 in S(; fosse il rendere singol.'!re le qu..~nto re~dere singolari le filosofie filosofi~, signific~ IilClgrc.do ricondurre l:: filosofie e: ogni filosofi.'! qunlc che sie, cioè nlln ?Oss·ibilità che ogni filosofie (1ucle che sia, sic pur sempre ciò che è specificato dcl fatto inizir.le che à identicl'.Iaentc il ?cnsere lc3~to el principio e idcnticr..Llente il '?rincipia diviso del concetto. Tutt(;; le filosofie sono sistemo., non quel sistem:: che i)Ossono essere in sè, -perchè nono sist01M1 ris~ctto \: i.t.S 4ucl sistema che esse non sono in sà c. ciò cho esse sono in ......:uento dctenuin.:?to de . ogni filosufiE. "-iUC.le che si.'! 1 •.:fo. ciò che rq>?rcsentn la loro unicc. possibilità te;ore:ticn., cd ogni filosofia, quele che.sia, è il sistema. di.quelle Jis3iunzioni attre.verso le GUcli è co1.-ie se le filosofie determinassero la clio~iunzione di sè dc'. ogni filosofia; in r.:.ltri ten11ini quel siste1;m della i.)ltJ.r:.::lità Jelle filosofie che rende singole.re le filosofie l')erchè le ricg- Mauritius_in_libris 155 gancic:. c. ciò che e·sse sono nelln 'disiiunzionc ~Jrir.ia; cioè ci6· che è rispetto c.lle filosofie è le disgi\J.nziori.e prh1c, 8 · ris~Jetto ai f.',ltto iniziulc è lE:. dis;iurl.zioÌle ,"Jri11u-:; le filosofie Gptcif:Ì,;che non sono, coo Iill'.i i)OS30T,10 \;;SSe- r('. cd b1 ~ucllo che sono "il loro. vero essere è v~.- poasibilità di c_;uello che sono·; .cioè le possibilità ri.:;lGtiva o11a disjiun~ione 1...ril;in è_ le P?S3ibilità che ncocc dc,l fatto inlzic.le dc.I' quo.le n<?•.sec Sia il ·pensare ll.:3c.to r:l 'i! · ·;;r·incipio e sin il ,>rinèi)io. diviso ènl concetto. . .. . .s.1.s1(1'1\.A. . non secondo se stesse, · Dri. çueato punto di viste. le· filosofie:\ltl· solo le. S?eCificaziOn.J che cfa:'tern1inc. in che modo. il' tietlSC.rc !)UÒ GOlll.> rir.lancre les_icto cl_ princi,:->io e in che· r.1odo il :Jrinci?io ril..ume diviso dnl concetto.; ci·::>è in che r.iodo il ?ensc.rc h.::. od è ~mr set.'l.i:ire un suo principio e in che., , . ' mo0.o il princi;?io dcl t')ensc.re ·ri1.mne i:iur seiaprc "il µrinci)_io diviso d:1l concetto, ·-~uilh. che sir.,. Dobb:Ì..rnno cepir"" che il" piinci.:Jio del discorso filooo ..;· fico· d:i.. .:iualunc:ue tipo che sir;nifica lu decisione . d{ tutto :l:l sistt,;!mc. sue- , . CE.:GSiVO ed è nnchc te.lo dc. ess~rd Ciò che è deciso da ciò eh~ CSSO ft~ nl:l.EJCCrc.!9 il ?rinci?io dcl discorso è il suo Jovcre essere pre:~iudic.n.to l.iiedinnte nltro è umi tr.ediante se stesso, ?i;:r cui ci gi~dizio che o;~i i'riqciiJio è di sè corrisponde il ;,:>re1iudiziO; il principi~ di un8.. filosofie. è ln neccaità di essere ..:~oosto i;rf:nci·:?io pr{;;Jiudiccto i.:~.i dc~ sn stesso, cl giudizio che OJ11i ~rinCi)iO è, dl sè ;_')Cr Sè é in se .corriSpùnde il pre;3iud:f..z:io che dc tjucsto 8itidizio nasce in 111odo tc.;lc che ii giudizio stesso non sio. ,JrC' :;iudizio di· sè in sè e per sè, il che si~ific.é:. che il >rincipiò non ::.)u?> stl'.rc priuu·, d(;l ~c.to :>rinci?iO~ Nel dire che la disgiunzione pri111e. è il pcnsnrc lc- n.1 princi:1io e il principio diviso cfo.1 concf~tto, ho nel secondo tonai- nci i l )Tinci~')iO diviso dnl conC:(jtto~ il ei'IJ.r!izio, ho il ~Jrincipio COliiG ;~iu rJizio· di sè e in -sà O.ssoluto; nel ~Jrirno te't'lùinc ho il )re3iudiziot di t!bbiaI1!0 nella disgiun:done. prfom €; per e çuin- delle: disgiunzion~ prirua, IJCZZO · 1c. nGcèssit~ delle inversione fondc111cntr.le, perchè dA.1 punto di vistG del ~)rinci~Jio ?r~cccJe ì.ilél il giudizio, lìlD. dc..l. vunto di viste. d~511e. disgiunzione ?ri- ~;rcr..edc: il· _prc3iudizio, d&.to il 3iud.izio sce.ttQ il t>re;~iudizio, dnto i l . ?rincii_)io col.le :siurlizio di sè su oè che non è il ocnaarc come conoscere sè, . il 3iudiziò è pr~L"~c~ dcl pre;_;iuclizio in \~uimto è il giuéizic;; che non .Juò di. Mauritius_in_libris - v~ntarc I<ie. - esso stesoo giudizio priI.u:-:. di se stcsso 1 e però fa essere il 1.>re3iu- clizio ;:>erchè zio. 157 ~)er· doverè intendere il 1>rincipio pensurE:;. il princi~;io 'ti;o -=1erso do?o lo sterrno dev~ conosc~re il pregiudi- è per un verso prime il pregiudizio e per· ~Jre:.;iudizio. al~ Le dis3iurizione µrima blocc.6: questa )Ocsibile indctèn.1inlìt8zza :ii posto dci termini in ~uesto senso: ln disgiun'"'.' zione -~Jrifac. si.gnificc ed è sia il penoare in 1.lua.nto legato cl principio, si<: il princi~>io divico dcl concetto, dove l'esseré il princi?io ln sede dello slitt:.r.:icnto del princi~io ctesso, ste. a significare che a questo i:UO- <lo · poasillIJo tranquillrntentc :;_)rocedert; in '-luanto, in çuesti termini ;>rocedere significc. cvcrc coac ;;>ossibilità positivn il giudizio e coi;.e possibilità 2ltrctt.:.nto positive !l pre·3iudizio, perchè il ?Cnso.re le3cto al princi.:. Jio cè il ~rinci?io diviso dcl concetto, in reeltà dovrebbero darmi una si- stcmc.zionc or:_}2nicc dEd posti che dovrebbero avere sic il giudizio sia. il ~)rc·,,iuclizio, ru.c. (~uestn sistemazione originoric11iente non la .p.osso averf~ pcr- chè lo svol3imcnto di r;ucsto fctto inizic.le è lo svolgiLtento di un andare del giudizio verso il preisiudizio, cioè di un essere: da dctcrdinato ~.l >rc~iudizio. ~.,arte del 8i:.udizio Quando noi pensiru;.10 une.· filosofin nel si.lo. prirt... ci;;:>io, c1ue.sto significc. conoscerla prc;3iudicatc non dc. c!uello eh~. è il giuJizio interno dcl princi;,>io delle stesse. filosofié.l che stiamo pensnndo; ls cc.~:»;::•.cità di ;,)ensc.rc il prinélpio s1uentiscc se stessn., :)erchè nella lilisura ncll<.1. 4ualc ~Josso ~)cnsnrc devo tJEmscre che per il ;>rinci;;>io, devo E.ccettc.rc il ~oterc intcndc.;re il ~)rincipio pre~iudizio, cioè devo c.ccctté:.re che il ;irincipio deve essere inteso dr: ciò che dopo il. ~rincipio è in ..iuanto giuJic2rc il princiµio, un 3iudicnre ~Jril.E. il' ?'I"incij)io •. Devo ?ensare che ciò che stc. dopo il princi?io è ciò che o. sue. volt.~ 3iudicn pri1ua il prirtci)io, devo sta.re dopo siP,nificE. c,sscrc dctcnninato e r;iudiee.re prir.ia si30ificu dotcnainarc• Questa è la criticità ori1innril:!" di ogni filosofia che non ha biso3110 di alcun criticis100, ?<?rchè il critiCiST•10 è le rae.nicra di non Cé.1.pi• re:: c;,ucsto, ?Crchè il criti.cisr,10 è il sistemo del giudizio dcl giudizio stesso attri:.verso il \.~ue..le biso3ncrebbc intendere che il giudizio faccia la com- . Iì1edie. con se stesso, che è --~uello che significc. il discorso kantiano • . ~"''. Mauritius_in_libris Pc~l,'cstr2zionc, e:ot:10 ·ini~i'? delle diseiurizioni abbiamo la d'isgiunzionc ;;rifot., che--~, il pcns4re lcj[:to nl princi?iO ed il ·prinèi?'io diviso d&.l con• c~tto, ~~ste. dis3iunzione in' ~.;u!mto ~>rL.1.n consc~e all' G§trczione che in. ' . c,;ucnto i)rir,v.:rin, r,i1,ic.nendo. astrezio1'K~ ~')E':n;:ciò· 'diventc l' in;lzio i:Ielle clisgi\lll:..: :.:.io_ni .a ui dà l,c ~,is3iunziono ì_>r~~.u che , ' à ci·~- nel quc:le è coiue s;,; :l.l li1~i.i- te cli, ~gni l'en;;orc. conquiatr'.sae il Sl,JO· ·p:tesso conoscere, I>Grchè ln d~s3iun.. :;Jrirnr, cbl>icx&10 sp,lo l'inizi{) delle dl~giunzioni e 1 • cstro.zione ?.rililllria; r..~ strc.zJ~ne 4 _prirùé',ri-'l e inizio delle di'sgiunzionf è cotite - .. se fossero ·in • '·:• ~.:::rr.1' ' le~~ n_ costituire ,il .ter~no <lolla gcn~ìim:i.zione· dt:ll' iniz~o delle d~s 3i'lin- :-doni e quindi (~ella disgiunzione, pri1;1c.; cd il ·suo css{;irc J:)riniri non signi- fict~ il suo essere dipcnòmtc è.e:.11' inizio ·dellé dis~:i.unzioni, ~nci1e ee esac idcnti.ccnlCnte _no.se-.;, cohld ~Jrh1r", dl'.11' _inizio delle ('fis,3iimzioni, ~)erchè 1.1 inizio dello disgiunzioni; ciuè 1 1 astrazione primarie. .è ciò ~ttrhvcrso . il 1~uc.le f>OG~ip.mo_cr:~)ir.:; .che: l'astrazione, ·ri1.u:.nendo tale:;, ~sscndo stata· pr~lUC.ri:~:t è, ~orue se- fo::>se ctctn lL' fonte delle dis3itinzione ;>r;lLia 1 p:riuK:. in :,~~~2nto ..5!ila~.ri.c~ ris)ctto; a.llc. disgiunzione prime~, le dis3iunz~onc i)ru..a non :t!i)Ctide de!;lV ini:Zio dollo disgiunzioni cnche si;;. .. nesce dr.i.11' inizio delle ,fizg~unzioni;. in. qu<,:1""ìto 1 1 c.st.razionc come ?riwaria, do'Jrebbe e'ss'c~rc. ~s_sa c.d cs~ere direttnilente: ln.. fonte delle clis3iunzioni;. ~)er cui il·~ SuO , essere ?rimr-~rit:; clcYvrcb~e ecscre c. partire ècJ,lt~ctrnzione ço;~~ :.irim.:?.ria che' _si :~o":rre:b1Jcro r.~,rerc lè .di.s,:,iunzioni e quindi' la clis 3iurizionè ~JriL'l['..., , in 2.ltri . . ' t"::rmini: F:.strc..zione pril:.iCri:.::.•dis·3iunzionc · ~)rirr.e., :1;n~.rcce c.strnzionc 4.;ri.r:..:.ric.-c.stri::zion,e-inizio delle ' ' dis,~iunziorti--di·sgiunzionc ' ·primt:, (fuestq sf·;1Uito di ;,:iassn3r;i. eh~ interno c.11 'c~str~zionc fino , &11;~ disgiunzione i~t'irne è ci~ c,-;:tr:::v~rso-· il . i:~le: _ 1?!.,z.9,en.;.;,9f•~ir~ c.bc_ . L'..l'.struzi.onc se' rL1nncs'sc··prlr~rin, c&rc;:bbe· qµé!nto cor,~:, tl'.le: lG. 'i)ropri[;; .dis~iunzim:1c, n~ntr(~ inVc:cc i -'a.strc.ziÒne; in }~ili:.e.ril'.f_ che è stc,tl:- prii..r~.rir. 'rispetto ·,".1 sè e che )er questo rhLU- nc -astrazione e; per ~:u9$1:o divcnte inizio ··folle di3giunzioni e per suo d.i- vc,ntarc iniz,io. 5,lcll,e ..Ji_sgiunzioni dà l~ dis1iunzione iJrir:1a, scnzL :che 1.::. di. . . ' ··u -"i pE;n(.G , " e.e. • e i'o .1- n, cu . ' i viene . ~· .:t s,3iunZJ.Ol}C;;l_ :)rJ.l.lia aa e;, pcrchè il pènst.:re lc,;e- Mauritius_in_libris 139 ir" -....LC-..~·ri· . .'~__ .. J . .L1 ~"' bile, >JCr cui l'eosc~e- l'essere ;riliiC, c:i OJtli cnsc:;rc ~)riw.c:. ·;;_)os,sihi-le dn purte :foll' ~strazione l)ri1.,r'.rie. rcn<l-6 .originario il. cd il princi?io di?ioo dc:l concetto, ~1ensérc <li~1~rsaaente non le3!:to c..l ;rinci;:>io i~:v:rertu.,.o il ~>ense.re .Jri3innrio, ecco. ;_.>arcl1è cH-. dhe d1ì lr~ dis jiunzione pr:Ì.i,m è·; cnchc ciò. t.lr.; cui-_ ~Jri1 ..r± l.r: dis3iunztofre -non di)cndd', )erchè .1.}.iello che le dia3,iunzione. pr41& è, il }ens;-:.rc .lo.3c.to .::1 princi~)io di::K:mlono dc. ciò dr:. cui sono o i l princi;?io. cli:viao ·dal .. concPtto, non· 1k~ti, ·)erch~ sono dc.ti dell 1 t!strozione priltla- ri:c, sic:; il 1)et&serç; le 3,s-.to él ,1rinci;,:>io sic. il ~1rinci)io diviso. dcl concet- to.•. Si dovr€'.bbe èc.pire d :_~uesto punto .che i '.essc::rc deto delle dis_11uiu:ione ;;riL!<:". C il Si.10 non di~)enderc d..c~ll 1inizf:o delle di~3funzipni pi~i-ficn le... :.. posr:ibilità e;i1.ult2.ncg <li ~uttc:; lè dis?,iunzioni nll 'origine, infetti si.n il pensc.rc lc3nto él ?rinci~Jio, ohì. il ~Jrinci:)io diyiso d&l concetto (clovE: (1Uestù essere. dis3iunti\ro) sifi-si.:.. è interno c.l :)rincipio, cioè è legt.:tu sic c.ll'csscrc fine.le, ci~ c.ll'cssere iniziale ùcl- r2 disgiuntivo è c!isr.jiuntlvo in <.JU<:nto è lc:~cto fine.lo dcl t»J.tto L ~rinciµio; SUll questo csoc- volte. sin all 1essere ~::>rinci~Jio, (~uesto si.'. nll 1essere inizir.lc dello stess.o, _lrincipi~, tJ•: si3nificc. d1c.:; 1 1cc cere dis3iuntivo del princi~io è dis:;iunti~ vo non solo riG)ctto ..-: ss; r.la EJ.nche rispetto e ciò eh~· lo· dài perchà. dall'~ i.ai.zio j(:'.llc d'--c1:Lunziuni e.1bic.r.10 sin l'essere. 1eto di questo essere. dis3iunto ori(;inc.rio che è il )rinci~Jio, sir.' il_ suo no.1) essere _rlipc,11?e1ltc: dçt ?iò, ::le. cui è do.to. P0r ç;.ucs.to "'°ti·io il ~)enscrc: è <le.tenaincto co11ic originario, dovi.' csst~re ori3inr.ri~ significr.; le ori'3inc.rictà .del penac;.re che sta r. si:jllifict~r(~ ··1a sii.1ultc.ncit\ cti l.:utte le ;Jisgiunzioni. t1~c se è chiarJ qucs-=o C>bqic.mo ~ià dedotto lr: dis-;iunzionc ;,:iri1••nriE:. <lòvc le dis3iunzionc pr.il1i.'1rir~. ci3ni:'.:ic!l il )<.:~c.n~gio ,~clh~ dis3iunzione )riiì.,.. · ~lla. dis-3~:1.u-izione priliic.~ rié"',, :lun~lUC 1 1elenco ~ il GC: ;uente: cctrr:.ziotie i:)rir.u:ric:-e.strc.zionc-inizio :..~.clL~ c:is3iunzioni-èis~iunziono ~;riJ.1~-clis3iunzione - le dis:;iunzionw l.;rir.:r.:. stie. ·o. le (1ic~iunzion::, C<.:k..C . t.'.'1.lC, che -r~ -U st«. dc f: sigriific.:~rc ci~nif ica.rc fonckr~1ento ..-~i- prinu;ric.• . ·ti fetto che -il terreno gerràinetbro di tutte cho c'è un GS$e're disgiunto che è CS!!O, DUO essere essere dia,3iunto, la dis:-;iun-: zionq iJrh:è.ric è 1 1 essere~ un essere dts3i'unto che fc. ·de. fondéJi-.1ento nl Mauritius_in_libris SUQ. 170 esscrG un essere dis3iunto, e l'essere dis~iunto re legcto cl principio e il principio diviso dcl fine _del LJensc.re, oia il principio colae .~0L;11.~ è il pr.iqcipio: il µensc.c~:mcetto, ~>rinci;_Jio sic il iniziv d8lle sua divisi011e dc41 concetto; questo sie.-oiu. che rigu&l:'dn il i-1rincipio è lo otesso essc;.rG dis .:>'~iunto tlcl princi;>i~, che .significa. c.he l 1csacre dia2iunto riguo.rr.k.ndo il- ;_Jrincipio è esso stesso disiliunzione n sua volta., in llUCn.to il principio è t!'~lc siL~ r~spetto ~Jens.::rc, e ciò per cui si ·trovn le30.to, il sia. -~iSi)et- to e c.iò p_cr cui si trave" .c:iviso, il concotto; 1.n tutti e due -i cc.si se:.11.ipre principio; questo essere l_tcsscrc dissiunto che· è il contenuto dello <ìis3iunzione. prirun divcnte il contcm1to delle. disgiunzi~nc prii-i~ria, sia il prin- ci:.1io si.s. 11 :'rincipio:·o il )rincipio o il .;)rincipio. lùlorn la n~ :_:;ril.1tnric., che nl'.sco do.l fc.tto ·che e 'è un ossore co.::c essere che ~)UÒ mc. e.ddirittur.:-. h•c.ria significc. eh(; ~i8ll8 di~:3iunto ;f .re dc fondr.:mcnto c.l 3UO ~ssere: dis.1iunto, si.Jllific.:J. che ciò che deve fa:re dei fondmucnto c.l IL!.2, c'.is·~iunzio co~:1c Guo pri1••c che diyanto. c~k~ll 1 cstrc~zionc dis3iunzioni ;:-;llr.. èis~iunzione essere dL:33iunto è ::li~3iunzionc t'riI~;.nric., c1ove il divcntarf.:: pri- <'~stre.zione, prili.&rie alle. .non solo :)ridall'inizio ?ririJc, fino alle jis3iunzione pririla.ri.2 il 8ioco delle dis3iunzioni finisce, !lnzi le dis3iunzioni sono ciò che sono 1)rO;.">rio p~rchè la disgiunzionG. è solte.nto iJrime e :t)rim&ric-., nè sa_rà .secon- de o terze. J...::. rl.ia:3iunzionc . ~:iriraE,riè.: che è sia il ?rinci;;>io sia il tJrinci- ·,.,io1 sip,nificrt o 11. orinci·ir?io op?ure il princi;Jio, le si :,Ju(, cepirc che se ~uclla ci;io di co 19 qu~1·1c rile:g~il"atto m1e; ne~ ·~ua- senso secondo il filosofie. nel suo )rincipio 1 il ~)rin filosofie in che senso puà cssern inteso come ?rinci?iO cic;>è che esso ò, o .,v·icc".rersu il µrincipio )UÒ essere ?rincipio r.k:.1- lc. dis3iunzion0 :)rirneric che;: si3nificc.. si;;' il j_)rincipio sin il. l:>rincipio, l'essere~ :1ic3iunto ri:~ue,rd1-: il princi~)io ~n c,:ucl suo essE:ro trD. il )enoc.re e il concetto eh.o ò cori.lo. m:: fosse do. )arte del . -.Jrinci;Jio un essere seconro •. un tempo cd di (jues~o ficc.. il .x~r esser~~ .a; scconfo un i:iodo che stesao cssorc:, ;:>cr cui ~.,cnsé,re le~~c.to SfJ ... • . corrispom~.c~ ~'.nchc ppanso cd un C<-;!rto tempo ori~inaril'.riientG c.l principio, 11".:.. se e.vendo -pensato ' ho pcnsnl:o si~ni ori~~inaricucntE:, cui ho pensc.to e• questo udo &7cre vcnsato intende essere un conoscere, io penserò, cioè lascerò il principio ·tcl.iìlcnte Mauritius_in_libris lc~ato n.l ~-,ensc.rc dc. essere · 171. diviso_ dal concetto, pcrci1ò il concct.to è il futuro de~lò :;tcss_o penanre;, il -concc,.tto significa coniu3;.:rz::e il· pcnsc.rG . solo cl tempo_ f-uturo, iJCr cui . ' io conosco sigIÌif ice io ,Jenserò t>erchè ho ~;èna1:to, ,da.to cho òri3inc.riL::rnen. . . ' -~ t(~ ~xma.::::.re .r3 c.v::;ru· ' ' . pç:nsr.:.to e <li:.ta ch9. conoscère significc dovere pcnsc.rf; di là dall' r.vcr(.: ~iensr:.IO,_ :.<:ioè. foµdnrc çonccçt,i tilc'.1 ·sempre .sulla btì.se dcll '~,:verc i.x~r..s.:-:.to, cioè dcl r;;io c.::sscre st1Ù:o lcac.to nl prinè:i;_)io; questo dctcr- Iid.n.s.rc~ concetti, essendo ciè• èhc nnsce da.1' penscrn che ie~t: n sè:. ii ?rinci- i)io e ciò eh.e e auo. voltL lc:~e:. il- pcmsnrc :::. ciò _che è diviso d~l principio, il concetto, rentlo il ;ienoc.z:e futuro c-ioè rcnk il pensare questo futur0 fonclnncntc.le che è il cuo presente conocciti«.ro e rischici.io di essere GCDrt nelle miourr.. in cui non punai.~ao, .cono~ ciùè nolla. misura nelle,. qutlle il nostro ;ensQ.re non pu0 es ocre, mc.i inchiodcto o. e.:ucll 'é.ltro di sè che è i.l suo :)recente• ~)erchè ~Jcr coniugnrlo lo .J.cvo int~;ndere co1.J.C futuro, i ..c. non secondo se stesso, )Qrchè .il presente cii questo futuro non è il penonrc e, :)er pensc.rlo, devo do il suo ~">cscc.t0, coniu:1r~rlo secondo il suo ;.x.sseto, devo coniugarlo scoon- cioè S;jCGndo ciò che il· ..x~ssr.~to è. cot;Ie princi~Jio tenuto fern.10 c.l penne.re c..ttravcrso il c.,;,uc.lc ::: dal \:uc..le· -il ?Cnaa.re prospct:t:u. scm- :)rc e solo il ouo futuro. In çuesti terraini le tcai filosofiche dcllt'. ridu_zioné del conoscc~12, risultalo )F! filosofiche c'!ollo tesi che Cc.:rc'èrio tcr;qor;::.nco il conooc~~r::; e il ~)ens<:r(;:; l.s. co~iddctt~ - p~1'.sere dt. rendere rcl con- litet&fisicu n(;l suo sm. . e.o· atorièo è la. conse.i?ENolezza criticc. di •::ucsto pro'blemr~ od' è 1 1 c.ffoss~1mn- to. dc. c:.ucstv ;>roblemr: ~K~rchè è il' tentativo di rendere COOtCr&li_)Orenei il pcnsr::rC, '°' il conoscere, ncd cui confronti le. . . efilòsofi.n ri3chià di c·sserc fi. losoficc. ~x::rchè in ;_:>ert2nzL1 rinuncil:. c"es\lli.10 che il principio Cié.ì. ~:ucl r~l pm1snre,. 1;erchè nel v-. in cui princi;pio che posso iqdividu..-;rc attrc.vcr- so il conozccrc ei.1pricc:c:.:.ent1;; d?vc coritcntc.rud colle:3crc le idee seu)lici. liJO;_lf:nto r~e:l conoscere che o;i.!1nificc grossa r.ictc.fisica. ·che hc. c1Jcrato (entro tal\.~ oriniriarno non b.:. fc..tto Lltro che in~r.::nèirc .il ~crs.s.3lio, che non do~Jrcbbe ne;:;::;mrc css8rc col:iJito. I.;. C.is3iunzione ~;rilJarie.. è .. sia' il ?i:"incipio sie,, il ';:;Jrii.1Cii'io e: dobbirnno int:cndcrc che. ettr.:-.:.ye.rso l:ucoto, il conos_cere che le fj_losofic hcnno re:co sistem.::tico è· (1Uell 1 etto di· Se. &tesse a.l,le cui spr.:.lle Mauritius_in_libris - 17.2 , ·~~ il )8nea.rc co~.JC pccsGto, coue ùsserc l~<~nto c..l ~)rinci:_Jio9 cd 11 princi- ;,)io diviso d.i;.l concetto eh.o ,·)erci,', rapp1.·òsonta 11 futuro dello stesso s1:..~r~:, ~)(;!n c:d in c._ucsl:i tèruini c'è solo d[~ fl~re ln filosofia del non pensere, cioè 16. filosofia 1~ìedie.ntc; lo. ··).ue.le il )Qnsc,re:, cooì deten.Ìinato è esso stcs- co )rinci~;io (a filosofie, cioè l.:: · filosufic:; .:~ttraverso la C:U€•lc dovretiu.10· riconoscere· ·(li non ;:.::-otere fare filo$ofiu. Mauritius_in_libris 173 XI. - L'ASINTOTO FOHJJJJ,mlTLù..E E L'«IDEl.. cm.:E 8IHOSSI TETrcA. ~-- r..r. di::qiurizioriG )rii.P. ril> è SL".'.. i l )rinci:/iO' sic: il l'Tincip_io i. ,çe) . in. (~Ucct:) séiisq J.·~ dJ"'l:~ziòni cono l'omforc ò;;llc.. dis-_,,iunzionq c~:~tc _pr4uf?.. . e coi~:c ~)ri1;i.~:~i~_~-:-;!'t>:~:~>lurr.l:ltà ,··.cllP. dis:3iunzionc: coincide. con .il .s~o usoc!".............~~... __, .. :· . . . . r,:~ )ril.L e 4:;r1;,..:.r1c~, ·)J;C;3to ·3sscrc sic, ~;ri1"L sin :'>ririu:rirf •. •. d~~llr.. .. .• dis..,iunzio. LJ . .· . nelle c:iop;iunziune Jritun in bilicv ncceso1::.riru.J.Cntc è co·~e se ~-o.•1csi:w il :)robler.ar~ rli intcnck,re Ls di.visione. e .. lr;. dif fc,rcn.u~ tra ~1r'i1ì:.P. ~; · "...rihu.:rt::., ai ~)UÒ ;>cnsc:rc che: lt.. disgiunzione si:~ G.isg_iuntivo, int~ll1Sl?.Ct'.Iacnt·8 è .~)ossibile E' bisogncrèboo ris;_Jon<lcrc che non pcnst:re 1:::-... :.is.~iùnzionò · co..x;! dis:jiunti':rt:: pcrchè la Jis.1iunzio- nc in 1.~wmt~~ ;:fri111a .. . .·: ' c. s1./:qi:cs8.:".? . ... in <;: ~·" t:ur.nto {}rh;c,rir;. ·è dic,1iuntiv.n; l 'es cero dic;~iunti-. . . vi: -;;lellç, gis,3iunzionc c:orrid)ondc · nll''ccG(;rc le; Jis;~iunzionc ~;rirua e· }ri1"ù<.-:-: rié~~. in. un . 1.1odo .' . che è c.ssoluto 5 :)Cr.ch(! .,. -~~: : . '.)rL..e e pri111r:-.ric. che le y. c. _se ~ ~: . .. ! - . . . tutt•~ ~ l 1ess.:::rc · rklL:; le dis1iunzioni, - s:ti-..i_nzioni non '.:JOGsonç> (;n~crc sci )Or ~ CUi tuttç ~le, rJi- .. • 'ti • ., ~ton ·fu ;~u1:mto ln di~r;iunzionc è .d:i.s3iu."'lti- ·' elfo le :1is;1 iunziono~ ... -~.is,-~iunti:iw in •.:uesti tcrr.1irti è ... ~1ifqiunziohc COl:iG ~ un modo 'origina.rio i::.t- tre.verso .ii' (;_ur,.lc -~ cor"G se ~l ~1J?iri.ci?io dovesse pcns.:.:re 'se stc:rno; l 'c;ss~:_... .............. --. . ~ -~, re :?rinllc-. dE·li'n .41$~;(,,ù.JtzJone cd il sub' esuf..Orc ?riruerin ste. e: significare il ' rnodo c.ttrave~'so "11:"'~"-le ?Oeairu110 .)cn"scre ·il princi_?io co1.ie co1.1incic'.lliiento · e il principio co1.1e t>rinci.Jio, eio~ ·il ~>rinèi;:>io zio 0d il so .str;.rc ~ . a• Mb principfo::cò1;;.e 4 .:.ciò _che ste i1ll' ini.. ciò che: stll.rid9 cll' inizio fz fontlcrnento i;l suo stes- .nll~~tiç; .:~uesto : Ci.F1c _t>otct.c .;enc;fJ.re .il ........ ~-~~-... :a:.!•. ~rinci.)io . in qoosti ten..11- ni siznificn spost•n::c· il ;:>enscre pri1..c ctcl princillio; i,n ·(~tiesto senso pi;rò lo 3i;~stc.r4cnto ~!o~cbbe ni;:;nific.:"r~: il ~)robler.m. del. ·principio'. e _;_:>roble1~11: ·' ~ .f ':.. ~ '. dcl 1?rinc:t'>io chi<;; c:E.l '.mnto di '· ~. ..::· ,_;oss!bile in : .·~~ ~.uo.nto ·.·. viGt~;- . delle dis3iunzione <tli:;giuntiva ·non è ' il ,)rinci,?io ·è nGlla . . dis~iurizione i.Jrilui:· lejato• al r>8n- CGrc e divis,o de,l concetto 6 ne11S .dis~iunzio~e i)rirae:rin è ci<Y eh~ .è siail. ~:>fin~i)t~ s{~ il .>rincipio, il ?rinci,;>io -~. inv(~ce !f Mauritius_in_libris del: ;>-tinci~>io nncora i l 174 µrincipio, che è co11.e se significasse lo slittor.tento dell'essere prima della disgiunzione, verso 1 'esserP pri11iaric dcll' essere prima della disgiunzione; uno slittm,;ento che impegnc. la disgiunzione coIJe prima verso la disghm.inchiod~to zione come prini.nria, in quanto il yrincipio rimane sità di doversi intendere sia in sce C. ~uanto nlla neces- inizio, sia in qucnto ciò che rie- fli.re da fond.:.r,1ento u questo félre dl-! inizio le pcnsnre il principio bisogna ;ensarlo in se st~,$,pq._,J~,ii...~~,. lJOSSibi- C. ~uesti tennini: ciò che in quan- ·- to inizio è iniz:i.o di sè, ciò che in quanto cor.dncimucnto è il comincimacnto di sè, corrisponde cll'essere scnzn inizio di ciò che può essere principio in questi tenaini, ciò che come princi~io può essere 1' inizio che riguardo se stesso, cioè il cor.-1incicre che riguardc. il cominciare, id1;;riticmnente in questi stessi tcnnini è princi~io ?rO?rio per questo, perchè con~ cou:d.n- ciare ·che riguarda il cotitincic.re è senzn inizio, ed è come se l 1ilnizio fosSE) tutto. identificD.to nl princiIJio, ed è cori:ic se il principio identificato in questi termini, identificc.sse e sufl volte l'inizio c.he arrivo. al principio in q~sti termini. Questo è essenziale perchè il rcpporto tra disgiun• I zione !)rime e disgiunzione primario è fondafaentalc per lo copsecutio delle disgiunzioni, cioè il discorso storico delle filosofie coud,nciélte dalla ~ secutio delle disgiunzioni, nel senso per cui le disp,iunzioni non aggiuna;>no nie11te ella disgiunzione prirnn e prifllllria e non fanno diventare la di· sgiunzione prime. e primaria un SE:.'guito di pll,lÌ:-alizzazioni, 6 uri plurale, ~>erchè il plurale della. disgiunzione maria. A questo punto si è lhdtnto al suo essere prima e pri- µuò chiarire in che senso il pt'inci?io può essere ?enscto secondo le disgiunzione disgiuntivo, tenendo presente che· il principio pensato secondo ln disgiunzione è il che sta tra il penscre ~ssE:3re ~il ~rincipio che per un verso è ciò concetto, da questo.ricava il suo essere come trn sè e sè, mn per l'nltro verso è il principio che è arrivcto a. questo suo essere: trn il pensare e il concetto dal suo essere stoto posto in .crisi attruverso 1 'E:!.ssere non uno e l'uno non essere; da questo punto di vista nbbiruuo un discorso necessnrio di corrispondenz'li. non iimnediut-2: che il principio sic le:~ato nl :.;>ensare cd in 4unnto legato al pensare diviso dal concetto corrisponde sic al ?rincipio sia Mauritius_in_libris ~l principio; che la di-· ... 175 sgiunzione in quento prima siu prfo,nriu corrisponde couiC t.<.ile sie al principio sia al principio; quest·a. disgiunzione prime :;>er questo è primaria, il che significc c1uestn. disgiunzione prinn riguardc. solo il princi?io 1 la disgiunzione in ·-iuanto prirna indice il ;>rincipio legato al pensare e d~l èiviso ~)ri11Ul.ric, concetto, perciò è . cioè dunquè per . q~sto la· disgiun- zione iJrima irtdict1 le corrisponècnzn _della disgiunzione prirn.n .alla disgiunzione primaria., ovvero del principio in •1uanto legato nl ?"msare e divi- so dal concetto del ~rincipio corris?ondcntc a sè, cioè originàri!ll'oonte l 'e.ssere disgiunto riguci;:dc. il principio secondo ciò che il principio è nel In disgiunzione. non secondo ciò che· il principio è in •(.juanto tale, In questi termini le proporzione. trn il principio e il principio è deci• sa dello. disgiunzione e viccvcrsc le. disgiunzione è le. strutturo de,lla proporzione del principio, dove prqporzione del ;>rincipio significa pro.. .I porzione del t>rinci?io e se stesso. Questo ecco.de dopo che il principio è stnto post;tf in crisi attraverso ltcsscr<? non uno e l'uno non essere e . , se questo accade ettrnverso le crisi ori3.inaria del principio questo Ji- ' scorso è senzn detenilinr.izionc, Cioè le~ disgiunzione origlnarf.n. che riguardn il principio stn é'. indiccre che le disgiunzione indice, indica signi- fica he un rapporto itill:tedic.to el ;;>riti.cir>io in 4ue.nto legeto al -pensare ,· e diviso dal ~ co~cétto, . e in qtiànto.proporzionll.to n sè; in.questi ter,mini lo. determinazione non è che sic probleran, 1~ è' una possibilità che dal punto di vista· del principio secqnéJ.c.> ls disgiunzione, non può esser.€ pre-_ sa_ in consideraziom.:, perchè il i:)rinci?io nrriva alle. disgiunzione prima e p.-riluaria ettrtvc~so l'es$~re non uno e l'uno non essere. Questo signi- ficà che le proporzione 'del princi?io col princi~io nòn è equivalente al.. le proporzione dell'uno cun l'uno; nl principio in questi termini siamo . . . arrivcti perchè c·•è stctc le crisi originaria del principio: ':t.1 passaggio ;' dall'essere· non uno verso l'uno non essere, il principio posto in crisi, ,! ' I: che in_ •1unnto posto in crisi è c0111e se fo~se determinato, ma senza lo de• tenninc.zion,e 1 verso la disgiunzione ;_Jrima ;fi!lO alla disgiunzione_ prinl!!.ria, ',· cioè verso sé stesso e fino a se stesso attraverso l'essérc non uno che :?essa ncll 1uno non essere·; non tenendo pr0sente ciò da cui il '?rincipio Mauritius_in_libris 176 è détenninato verso·se stesso fino n se stesso, rne senza la de:terminaziO-:ne, l.<:. proi)orzione è immediata: il ;?rinci~io legnto el ·penserc ·e diviso dàl concietto è talzuente ~)ro~orzionnto a se· stesso che le. dlsg:i.unzione ;>rimn diveritn ~rLncri.o:., ?er cui l 'csser<; stesso del ?rincipio in ~uento le• gato al f>t:nsarE~ ~ <livlsò del c.oncEo.'tto, signifi,ç.n ~ic. il principio sia il e principio, il pensere legato nl l:Jrinc:Lpid il principio diviso dal con- cetto~ Se non si intende de che cosu 11 principio sia determinato verso ·se stesso mente e fino n se stesso senzt. ltì. d€tenairic.zione, la pr01)orzione è tal-'. ~diate da essere lò stesso µrincipio 1 nel senso che l'essere del- la. proporzione come ir•ìti.cdieto corrisponde al principio, in quanto il 11rincipio è tutto proporzionato a se stesso, rn.a in 4uestn maniera secondo la· quel~_ il "principio tutto proporzionato a se stesso è il principio che è st~to determinato verso sf.: stesso e fino D. se stesso senza la detenaina.- zione, il ché significc. il non disporre delln detenainazione e semmci il disporre di se stesso con~ il suo esserB detenninato versò se stesso fino e se stesso senza la detenainnzione. Ogni.principio infatti in sede storica.. viepe identificnto come indeterminato, perchè l' indeteniiino.to come tJrincipio nèsce.dnl fatto che il ;;>rinèi?io è determinato verso se stesso e fino c. se stesso senza la detenninezionc; e dunque disponendo d~lt'es sere determinato come ciò cha· corrisponde all'essere scnzl\ la determina• zione, in questi tcnnini· il principio <li là <ln sè, non Ji:'.t come principio neilc.. disgiunzionè prLK1rin, ma come principio che dalla disgiunzidrte · t)ri• rnnrie. S€,3UC la consecutio delle dis3iunzioni e che per potere fondar(,( la ·' detenninezione priv6 se stesso del suo stesso'essere deterrninato, e concepisce questo co~~ il suo essere l'indctenuinato fondamentale a partirci del. quele nc.sce lo dete.nainllzioné di ogni determinato successivo, non $)• lo de~li enti che penso iri quento detenilineti, me anche dei concetti che ~)enso in quanto determimmti, non solo di ciò che nasconde in sè il dinn~ i mis~o ·attivo del proprio essere, e che IJér questo ven;3ono condotti a ne-' 3r.rE= Se. stessi diriàmici C~me eriti perchè COnK; enti 'perciò detenainati, e non solo penso gli enti determinati, ma µenso anche i concetti in quan- Mauritius_in_libris 177 to det€rminanti, che-è il contrerio; eè ecco che la proporzione si spmoporziona, do;:>o il principiu; pcrchè appunto zione si sproporzione., perchè il dopo il principio la,,·i*'QPQJ::'!!' . . principio·conce~ito cou~ . ~ : l'e:ssere deter.. ...... ~ '•;. ruinato verso se stesso. e· fino a se stesso ._senza .la dèterminazione, percib· ~to~icaraentç, ;,>er poter~ fondare la dete~inazione ?riva .se 'St;&Do""~-· · . ' . .· del s_uo essere detenaineto, si concepisce colilc indeterminato e da~··aucr.·· .. ,tJOi .. . concepirsi com.e indetermincto, propri.a le filosofia è liiettere c,ssieti1e il participio presente sato, gli enti dctenainnti e i concetti deterri1inanti, il pasdov~re concepi- re che t•cnte dÒvrcbbc riuscire n significare tutto il dinomisnìo.operati~· .. vo dell'essere dentro se stesso, e invece ?ensare questo dopo il principio e del ~rinci?io. significc. ùetenainnrc questo al suo essere dete~inn to. Non possiamo non.penar.re gli enti se non in quanto determinati, cioè in quento in realtà n0n sono ciò che sono come enti, perchè come enti non dovrebbero essere detenuinati, ma talmente detenainanti dentro se stessi da nòn dovere ctire ente determinato. . Il .. ~rincipio ginariamen~e è verso sè . ~·. ';./-:i''·. origincrie.raente, ?ro?rio perchè è il principio che ori- iiuestn µro;:>orzione che è l'essere come essere determinato e fino n se stE.:sso senza la detenninezione, per cui quana,p..J.e.. , ··(':.. filosofie pensano e •,• ~ensano a partire de un principio, questo paWllli•-· . . ......... -...... un principio è lo stesso rendersi del principio, dopo se stesso, indetermin~to, quindi il principio che riguarda le filosofie, è il principio che . .;~ ... bJNll è costre.tto c. conce?irc le sproporzione tra attività e i:)assivit~;..~~-'.'::':~ :· la s~roporzione attrcvcrso ln quale necessariamente l'indetermiriMli.~-:-:_ . : '• ~ ···f··-- ·-.---- - cepisce la s,;,:.>roporzione" che gli enti siano de.tenninatf e i concet.ti de~erminanti, concetto nel senso di ciò che è'concepito e quindi ciò eh~ è con- ce;;ito è lo stesso di ciò che cietenaina, .ella stessa maniera con~ ente, che, significa l'atto di sè, in '-luanto determinato, è ciò che nor(~ 1' lltto di sé;··. é qi.J,esto per le necessità 'di dovere pensnre che gli enti sono Mauritius_in_libris 178 ij...:··· sem.,Jre finiti e i concetti sempre infiniti, dove i concetti significano in llUanto infiniti che per un verso sono innumerabili,e ;ier l'eltro con• eludono il finito. Dc. questo .Junto di vistn le filosofie stt1nno e _signi"!" ficcre chè pensano il principio coM: indctenninato, indicano il problema della detenninazione, perchè il principio concepito in questa maniera arriva .dalla dia-giunzione 1-1rime e quelle primaria E"~d o se stesso, in quan- to .·arr.ive ad ess?re, essere detenaineto senza la determinazione, perciò è la stes,sa. 'proporzione di sè con sè ed il principio di ogni dete.nnina.zio, . ' ne;~tia dopo il. princiì.-,io; ed il principio di ogni detenninezione dovreb- be iJOtere significare le.. detennine.zione del ?rincif)io e non di ogni ?rfncipio; -~'è una struttur,J. ·de.l i.Jrincipio che indica la proporzione, 1119: dato. che la proµorzionc è il risultnto di uno. S,?royorzione·, -per 9uesto dalle sproporzi9~e.che il µrinci~io nnsconde alle pro?orzione che il ?~inci i,Jio è, di· là dol princiµio ciò che si propone è la sproporzione nascosta, ì:>er cui la spro~orzione snlto del princi?io pio come ·proporz~one nasc,osta, le crisi, è come se fosse une sorta. di con~ proporzione, per·cui questo snltnre del princi- diventa. E;sso st~sso il principio di ogni filosofia: ogni .filosofie.dipende d.élla,crisi originaria dcl principio; e quindi ogni filosofia riconfenna non 3i~ 111 sun crisi, mn.le crisi che è stata deter- minate dalla crisi originarie dcl pensiero. Da questo punto di viste l'essere il_prin~ipio detenai~ato verso se stesso e fino n se.stesso senza le. determine~~one, è un.di~c9rso fondcoentcle, perchè significc questa proporzione ·che il l)rinciçiio è, mc evcnte elle spnlle una sproporzione· ·' - . rappresentc.tll <lolle stessn cris.i origineria del principio secondo 1 'essere non uno e ,l'uno non esse;r.c. Dcl 1)unto di viste dell'uno la proporzione ,.ç,!à: l 'cssere non uno e l 'un9 non essere tenuto in ~)arallelo con il ;_:>ensare le3ato al princi;>io e il ?rinci;Jio diviso dal concetto; l'uno da qucsto·pu~to di vista è il mc.ntenere in proporzione il ;;>rincipio con sè, quindi l'essere non uno fino cll'uno non essere sono i termini attraverso i quali il principio è la sue tJro;>orz!one, anzi à iJroprio il prinCi?iO della disgiunzione in quento priroo e primarie, è le; stessa crisi del princi?io che fa da principio n quella disgiunzione che Mauritius_in_libris riguard~ il principio. 179 le~ Il princitJio coii:e sue stesse. ;;>rol?orzione è lo stesso che pensare il principio, 1 1 essere del _?rinciiJio pensnto è il l)Ossedcrlo nel suo essere l~ proporziune di sè con sè. Mc queste proporzione è fondata da une spro- porzione_ ;atonte: le. sl)roporzione è nello stesso p\lllto originario del princi2io cor,;e _crisi; vero è che dcll 'uno e.bbi&no la proporzione del princi' ... piq .,.-con. .se stesso, e se l'unosignificn qualcosa significa il mantenere .. •.. 11 ' ?~i~ipi(.) n_~l . .' princi;;iio e dunque il d~terminare la proporzione, ma a ' . ~ ~ -. - petto di· e.vere. nelln ')rOi.)Orziune eh.e riguarda l'uno, il non tenuto . dentro .• .. ~ .· p~r se stesso dnll 'essore e dcll 'uno, ·.. . ·.. ' cui mentre possiElJDo fare le. prOi)Or- .. -~ ····-~-- zione tra il pr~nci;;io e il ._)rinci)io, e dal ~unto di vista dell'uno che. · è proporzionato a se stesso l'essere non.uno come l'uno non essere, non potreIIllllO ~ere lo s~esso.se volessimo fare la proporzione tra l'essere, il !!QB e il 2rinci;)io; possicr.10 fnre allora solo ln proporzione tra ,il principio e il principio, e questo è l'uno, ma l'uno dcl. cui punto di vista possic.rno fcre le. zione l'essere e sere non uno e to che il .~ i~ ;,-;ro~)orzionu ettr1'.'.VGrso il non potere mette in propor- !!Q!! e il !El! e l'essere, perchè abbicmo nµpunto l'es- .l'~no non ef;serc, dove ln s~roporzione latente sta nel fnt~ si tie!le fnrmo e.11' csse,rc sia quendlo gli sto davanti, sin quando, _per dovere, stere fenno u.-ll'esscre, 3li stl1 da tergo, sia come l'~ssere non·.uno,. nllorD il !!2!! che necessariamente per tcn~rsi fermo all'- essere accetta di c.sserc d.::;.vanti e.11 'essere, me per doversi tenere sempre e ancorn,fermo ell'usscre nttra.vcrso l'uno che è proporzionato a sè, il !!2!! ccrabiando d~ ?Osto gli slitta da tergo~ per cui,. non capilllìlO: essere !!E!!'e non essere; se dovcssirao pr()nunzia.re essere non per un essere per l'altro, non CC.i)ircnuao più ~ niente~ perchè . v~o-e~1!2!! ~ essere~ non es- significano le lntenz.:. di.une. sµro;>orzione tre l'essere e l'essere che è detenainete. da ciò che il !!2!! è nei confronti dell •essere-e--dall 'uno e,nci confronti dell'uno e dell'essere; questo stare del !!Q!!....tra l'essere e l'uno µrititél c_ trn l'uno e !!2!! rimllnga sempre. a~lo l'~sscre dogo, pe:r cui sembra che il .stesso posto, nw. invece ce.mbia posto, :è questo ccrabiere posto del non è la stessa latenza dello. -sproporz.iotÌe - tre 1 'essere e l'esscrc 1 di:;. cui. le 11:.tenza ori;i~arie dcl _principio della. .quale i l ?rinci.ì,)io :determinn le sue stessa spropor_zione. Mauritius_in_libris -· 100 A questo ?unto è chiaro in che ~enso J?-UÒ essere pei:i~ato il p.rincipio, possisno dire che cose è pénsnrc il principio, se pensare.il principio significa pensarlo in questi termini· t»ttraverso i quali dobbiamo riconoscere la ln.tenza di une crisi origine.rie~ dcl princi?io che in verità è le latenza della sprop11111zioti.c dcll 'essere. con 1 1 essere ten\,lta f~naa dnl !E!!s ?er.·cui il !!2!! identicainento sproporzione l'essere, ma l'e;~sere custod:Ì.ece cltr~ttanto identicamente tc.lmcnte·· il ,!!2!!, de. con(ient;:ir,3ii per questo di sproporzione.re l'essere: il !!2!! non può uscire ftiori dall::' essere e dalltuno, l1lll per questo il !!2!! spro?orziona l'essere e l'essere, e per què.sto: da çuestn crisi il principiò è determinato come proporzi0ne, pcrchè il nciscere come princl;>i~, cioè il nasècre come nc.scere originarlo. del principio, è 1' essere del :Jrinclpio cor11e proporzione, mnlgrado la latenza delln sproporzione che tocca nddirittura l'essere. Si stn .Pensando coso. significn ?ensnre il principio in un momento che è crucléilc anche se conclusivo, dal punto di vista della disgi\mz_ione ;>rirns.ric. secondo la quelc abbiruno sic il ,Jrincipio sia il i"Jrincipio,, il principio. oppure il ?rincipio in rop;>orto e ciò che lo stesso ?rincip:f.pori3inarfr.iìoonte ·e come quell'essere detennineto senza determinazione, verso se stesso e fino ct·-se stesso che è: él1:)punto le disgiunzione primaria; ma questo momento della crisi originaria del principio è quell'essere non uno finv all'uno non essore::.attrcverso il que.le.. è chiaro che l'uno. e l'uno implicano unél. .. sorta di corris~Jondenze.. del principio éol principio µer cui !lellc. propos'tz:ion~ seéondo 10: quelc abbic.mo 1 1 essere non uno e l 'urv , non essere:, 1 1 unb ~orrispondè ·all'uno nella stessll. maniera come nella proposizione, il pensare le3nto·~1 principio e il principio diviso dal concetto, il. /rincipio corrisponde ' ; . . aL princ.ipio, per cui qua11do il principio. . I è. nella disgiunzionlj;! ·primnric., il principio è la proporzione di sè con sè, mn il principio'· è nella proporzione di sè con sè nella disgiunzione prime.ria, ·alloro sti6mo pensando il ·principio come una corrispondenza in.-. trinsecc e se stesse. lé. cui ·est'I'irisét:nzione ·non è di essere· corrispondcn~_ zi, ~erchè è appunto disgiunzione, perchè il µrincipio coroo proporzione di sè con sè è il ?:t;incipio corne proporzione è nella disgiunzione Mauritius_in_libris primc.1.~ 181 -rie, l'essere intrinseco dello. corrispondenza è solo l'essere intrinseco delle corrispondenza stesso. ed il cui essere estrinseco è il principio Come rottÙra di questo intrinseco; per cui in questi termini quando attraverso' la corri!lpondenza dell'uno con l'uno in reoltà aveve.mo la crisi del .. -· .... .. .-. • .' ·r·:o principio e quc.rido nella crisi originc,rié. del principio· questa crisi si3nificn.v.'.: che originari&nentc il non è mantenuto fe~o dall~eS;sere o ;>erciò s~~oporzione l'~ssere e lo conduce contro l'essere, si capisco µerchè '·l'uno mnntenutò corrispondentemente a se stesso è ideriticélmente cj.ò _riei . . . , .. cui.confronti il non· non è mc.ntenuto corris:t)ondenteraente c. se stesso ;>èr- chè s.~r1.>l)orziona l'essere, perchè a questo modo il !!2!! che sp-roporzionc. l' ess~re è. come se fosse l' a~ticiyo del principio che· cotile proporzione di sè. con sè, risulta invece tale nell!i dis3iunzione primaria che lo ri~ gu6.rdc: -'corJ.:e tale. Cioè il l)ririci?iO intanto è proporzione di sè con .sè, 'in.quanto è'tcle in ciò· che nbn.è ciò che esso colìle principio è, cioè la disgiunzione prime.ria, e .Guindi, in· tanto le di°sgiunzione primaria mi dà lo proporzi:onè, in c.1ur..nto esse. non è iJrotJorzione; in questi termini pensare il 9rincip~o significn il doverlo ~)ensnre secondo queste corrisponc, denze. di sè con sè il cui i11-trinseco è la corrispondenze. come tale che hc; ~rinci?io nel princi;_Jio, che perciò è corrispondenze di sè cori sè, ma che j_:kr_' q\Jesto stesso è nelle non eorrispondcmza della SUc'l struttura, per- chè l.'.1.-;stia-' strutture è la disgiunzione prime.rie .che è proprio cib che do-vrebbe dete·rmi:nare il ~)rincipio, )Cr un,verSO COfue il principio 0 lJer Un nltro verso con.le il ;irincipio; quando dicevamo che il principio è un mo·ÒO èi essere dctenainato ·senza de1;erminazione cd è quel1' essere che è de- terminato ver_so se' stesso e fino e se:· stes.so,. proprio termillll.zione, l'essere s~nz~ deter.minazion~ per~hè è senza de - dell'essere determinato che il princi;,Jio è verso se stesso e fino a sé stesso, sta a significare che .riel principio eone t~lc e che co1ae tele non posso pensare, questo essere ... ' proporzione del principio può esserp solo se il·princ:f,.pio è quella.pror>orzione che hn come t:ennine sE:: stesso, solo se questa. propRzione nella.pro.. · ,t)Orziòrte -che il ?rincipio è, il tennine della prop.,rzionc è lo. stesso prin- 'cipicf corue, tale• ·Ecco ·?'irchè §.!Q il princ_ipio sin il ..principio, Mauritius_in_libris Illc'l allo- 182 .. ra clò che le proporzione è non è nè il princi)io nè il iJrincipio, ;;>erchè le. corrispondenza conia tele dovrebbe essere l'essere intrinseco della corrispohdcnza"'a- sC stesse, dentro le quele il principio dovrebbe essere solo ir iJrincipio e non sic il principio sia il i.Jrincipio, rua se il principio fosse solo k)rinci.;Jio· nelle corrispondenze intrinseca a se stessf,·la corris?ondenza~ slirebb~ senza se stessn. E' come se ne-cessariomente il µrin• cipio fosse questo mudo assoluto di decidere 1' int"ttinseco_ di ciò che lo riguarda assolutamente-in quel modo. per cui poi il principio decide 1 1 in-trinseco di ciò che lo ri~~rda nssolutomente,- ma identicamente contrad- dice'ndo se stesso" pcrchè dedide lAintrinseco di ·ciò che lo riguarda, cioè le prO?vrzione, in quella m..~nierc in cui l'intrinseco ri.mElne dentro le corrispondcnzn stessa, per cui dovrem:no potere pensare la corrispondenza senza dovere cose, e ?ens~re qualch~ che abbiamo penseto ciò che corrisponde a qualche cose. che è pro;_:>orzionata e. qualche cosa, e non µosso neµ- 11ure dire qunlche altra Cosa, perchè il principio corrisponde telmente ti se stesso èa essere le, stesso. proporzione, e fino a tel punto che l 'cs- sere dcl principio nelle dis~iunzi0ne prime,~io perciò· determina 1 1 intrin- seco delle proporzione, ma un intrinseco it cui-éatrinseco è il-yrincipio che è sin il 1Jrinci~:iio sia·- il f)rinciµio in modo tele che il l)rincipio è lo stesso che decidé l'intrinseco della proporzione alla stessn proporzione. In 1..1\lcsto senso il ;>rincipio non può essere termine di se stesso, per-' chè in questo senso :i.lprincipio non può diventare e.ltro da quello che esso è come principio, e quello che esso è come principio è di essere.l'intrinseco della proporzione, pcr·cui-qwisto essere come principio trinseco delle pr'o?orzione, decide poi l'i~ nei confronti de.l principio-lo necessità di essere il principiò e il l)rincipio, e dunque decide il f.ab· to c.ssoluto che il principio non può essere· altro da quello che il principio è come prinfipio, dovendo in qunlche modo essere un' modo di terminare in sè", cioè dovendo· compiere il togliere il suo es-se.re determinato, dovendo essere un· mudo di dc-detenninars:I., npn di togliersi come detenn_in~to, nlll di condurre il determineto ad una sua elisione che sin iniziale, ;?er cui come iniziale è le elisione del principio, il Mauritius_in_libris ~ del detèrminnto, 182 - re ciò che le proporzione è non è nè il principio nè il principio, perchè le corrispondenza conie tele dovrebbe essere l'essere intrinseco della cor.rispohdcnz.~{'rt- se stesse, dentro le. quele il principio dovrebbe essere s:>- lo il' ;?rincipio e non sia. il principio sia il µrincipio, rua se il principio fosse sulo k)rinci;?io· nella corrispondenze intrinseca a se stess9,·la corristJondcnza'. snrebbe senza se- stesse. E' come se nc-cessariomente il µrin;. cipio fosse questo mudo assoluto di d.ecider·e l'intrinseco. di ciò che lo riguarda assolutamente--in quel modo. per cui poi il. principio decide l'in-. trinseco ·di ciò che l:o ri~~rda nssolutaraente ,. ma identicamente contreddicendo se stesso, pcrchè deditle 1Aintrinseco di ·ciò che lo riguarda, cioè l~ prO?urzione, in quella·mnnierc in cui l'intrinseco rimane dentro ln corrispondenzn stessa, per cui dovremmo potere pensare le corrispondenza senza dovere pens~re che abbiamo penseto ciò che corrisponde a qualche cosci, e qualche: cose. che è pro;_Jorzioneto e, qunlche cosa, e non posso neppure dire qunlche cltra Coso, perchè il principio corrisponde telmente e, so stesso èa ess·ere L2 stessa proporzione, e fino a tel punto che l 'cssere del princi?io nelle dis3iunzi0ne seco delle proporzione, priine..~in perciò determina 1' intrin- ma un intrinseco il cui.tatrinseco è il. principio che è sit. il princii:>io sia . il cprinciµio in modo tele che il principio è lo stesso che decide l'intrinseco della proporzione alla stessa proporzione. In 1..1ucsto senso il ?rincipio non :;;>uò essere termine di se stesso, per-' chè in questo senso :i.lprinciµio nonpuò diventare e.ltro da quello che esso è come principio, e quello che esso è come principio è di essere.l'~ intrinseco della proporzione, per cui-questo essere coma principio l'iritrinseco delle pro?orzione, decide i)Oi nei confronti del principio· lo necessitàdi.essc'rc il principio e il principio, e dunque.decide il fatto assoluto che ilprinCif>iO non pUÒ essere· altro de quello COO il prinCi?iO è cor..:ie prin2ipio, dovendo in qUéllche raodo essere un.modo di terminare in sè', cioè dovendo· compiere il togliere il suo es-se.re determinnto, dovendo essere uri''mudo di dc-dctenninars-i, ngn di togliersi corno dcterm.in~to, mn di condurre il.detenaineto ad una sua elisione che sia iniziale, ?er cui come iniziale è le elisione del principio, il Mauritius_in_libris ~ del detèrminnto, '183 ... ~cr cui questo -elidere del princi~Jio il suo essere e.l ;>rincipio, dovre:b- pc condurre· il ?rincipio c.d essere, essendo un cletenninato senza determitermin~to nazione, un termincto, noCJ.· un sgiùnzione ~riltltl.riD.: s·ic, il princi?io, Si:;::m;_:>rl: come principio. Per cui di- ili il r.r.incipio; a -questo punto sie; ,~l ?rinci·2io è se }no dell 1essere corna· dctemipato 1 sia il principio è-s(!0no dell'essère come tcn,1inc.to, cllora il secondo ten.ain~" il modo h~trnvcrs? -il. q~ìe il pr:i.nci_?io è nei confronti di se stessq, è sempre dL essere principio, mn <li rir.u:tnerc princ.i;?iO in quc.nto elisione ,dèl Sto princiµio int.rinseco che è nel suo essere detennincto il toglin1en~o del de; ,pér cui sie il principio e poi sia il princi;::iio dove il pòi signifi- ·. cc. il determinato senza de, cioè l'essere de-determinato che ri~ne principio, µerchè cpµunt9 corrisponde cll '(;issare Quando ''11:!:!!2 uno corrisponde S. S8 stesso C d~tennine.to ché' è ?rincij.)io. qucndo il 2ri.nCii)i~ .prinCi?i~ Curris;_Jond.~ C:· se stesso, .lf'-. corriSi)Ondenzc. Co~·'le .l'intrinseco delle corri- Si:,ondcnz,~f ·eh~ il prirt<fipio è~ è Un sei)Gre che riell 1uno che èori'.~fsporide ull 'uno 1·'1 corris~)onderize.. stcs'sa non è ancora l' intrin~eco della corrispontk:nzt:, che ·è il princi;_:iio, p~rchè nell'uno che corrisponde all'uno, l~ trinseco, _della .,corrispondenza è detcnninatç? al principio, eerchè sia l 'in1 - trinses:0~-dolia:-'C:otris~9ndenze. to 's·tesso principio, proprio perchè nell 'uno che cori-ispondc c.11 'uno -il non è 'luel suo cèmbie:re di posto che svxo)Orziona 'in corrispondenze d~ll 1 uno e quj.nd:i il.princi;>iO che è lo stesintrinseco delle corrispÒndcnzc è un sapere che dc tergo al ?rincipiD 50 st.e~ . l ~intrinseco delle corris~)ondenzél. cl quele corrisponde :unn S?roporzi&e- . .ne· fonçtc.nlei:l:ta.ie. che rigW:<rda l'essere e l 'e~serc ,. µerchè è il !!Qn eh~ carwbiq di pos.to -rispet;:to c.ll'essero e. che in renltà non cc:.mbia di posto, perchè essere non e non essere è un rimnnere da ~)c.rte de:L nòn tra 1' ~ssE:re e L'essere, mc. questo rime:riere <lel nun tra l'es~ere e l'essere io.scia l'essere in quel modo ?Cr cui nè l'essere è, nè il non essere.non e. Proprio secoricfo la' corrispo~dcn~c. dell 'u.no cor;;.c" l '.intrinseco delle. corri-spondenZè'I. qetenairiàto ·:- àl priri.ci~"f.Ò, 1 1 .iritrinse~o . ' - a ques=to .. ~)urifo .. è ..ci'ò- enti ~ i'deri• ticcllilentc' if:frònte~3il:rrii·1a non" corrispondei-fari del riori; .. in qilanto.il nòn no~ corrisponde n se stesso, me lascin che l'essere:CO'J:'.rispondendo all'- Mauritius_in_libris 184 - essere ettravérso il !!.2.!h perciò ne:nnnc'no 1 'c·ssere cmfris?_onde all'essere, ~)rO;,Jric.rp~rchè l 'essero L:::scieto corrisi)ondentlé all'essere attraveZ'.SO i l !!Q.!!1· 'per -questo ·1 '-ess·Drc· non corris1)oride cll'_"esscre; c6ri(ispotldendo ·~11 •.;:. · esc;ere, infntti nò 1 1 ess~rc è, nè il non es's~r(i non'~·-é' q:Uiriai"::.tn "questò' senso dnl punto di vistè1 deL ;?rin~ipio non y~s_so pensare nè l'essere nè il rion essere, r1k'l dal punto di vistè del principio pos·so IJ'imsare che co- sn signi:ficc. pensare il ?rincipio, in quc_sto stesso pensare che cosa si. . gnifièa pcnsérc il ~)rinci;_Jio, si.3ri:lfiéè: i:)ensti.re il principio' cori.e 1 1 esse-·· re il proprio nsintotò fondcmentc.le, çuindi il discorso- s\ll prlriClt>i6 è un ctefinire il principio in •-{uesto senso, è una definizione del princiilio secondo ln quele; c.uc..ndo il ;Jrinci;Jio si definisce come 1 'essere il proprio c.slntoto fondmentale, il principio si sta definendo com l'essere ciò che ha sem?re une dist~nze con 3e st~sso, l'essere il proprio asinto- to f'Ondament,~le, per cui pc»ssimno dire questa distanza che il principio questo punto è Ciò C~e f>?SSiamo dein· questi tenn:tnf:: il principio è la sttssll privazione'*dr se. stèsso~ è ne{cònfronti di se, il principio fi~ire. C. Quando nelle dis0iunzioné prirnnrih à.bbiemo sin q. principiò ·sia il p~inci?io principio e quando sie il principio, sia il significa l'intrin- seco delle propòrzione t::ttrll.vcrso ln quale nbbic.mo le non proporzione, in qucnto sic il sia il princil,)io -;:K;ssi nssieme non . me· l'uno ~ : s~no il principio, . . l'altro re.essi essieme sono le distenza che continuamente fan, . no nascere tre sè e sè, nulla distanza che il principio è tra il principio e il principio, ciò che potrebbe essere principio, se ~ l'intrinseco <lelln proporzione come ciò che ia ?roporzione è in·quanto intrinséca a se stessa, se è ~uesto, . . fondementa·le, :cioè ·è ' . . allora princi?io è l'essere il yroprio asintoto . . 1 '·c·ssere la privazione di se stesso; do~e essere la privazione di se stesso, signific~ il dovere necessariamente andare dal o e e d$terminato al tenainato·e tornare del tenninato al determineto 1 per cui non è che il principio è . ~ ' co1ne·~rinci?io ~ essere come principio asintoto . fondamentale, il princiç>io è il ?roprio asintoto. fondamentale, cioè l'c.sintoto fondrunentnle di sè, e <loµo questo non c'è altro asintoto alia stesse maniera come do?o le disgiunzione prililélria le disgiunzioni sono solo Mauritius_in_libris . 185 co~secutive; dopo i'esintoto che è l'essere conle )ro:r>rio asintoto 1 .cioè d~:Jo 1' asirttoto che ri3Wlrda ùn es·sere dcl :vrinci~io che è la ;?roi)rfa~tà di sè, dopo questa proprietà del princi~io come l'essere l~ µrivazione Ji se stesso, non abbiamo nltrc privazioni 1 oltre tutto ?archè.tutto que~ sto serve perchè le filosofie siano 1 cioè che sono sta.te, perchè il lom ussere st~.i.te . sià qualche ç:osc che dobbit.rno ~xmsnrc e ·non solo che dobbi<:!- rno registrare:. e ciò che le filosofie sono in '-fUanto sono ciò che ne ;,)cnsicra.o 1 ciò che. ne pensicrno è ciò ·che nc,scc d.s.11 1 e sscrc de 1 principio come esintoto; per cui ciò che pensiamo dèlle filosofie è ciò che è determinato dal i"' 0Ssere il princi~)io come ·principio çucll 'E::ss~rc proprio del• l'asintoto fonda.mente.le del quclc non è ché le filosofie sono 1 mn dal ~lU!- . \ lè è ciò che ne pensiamo, u1e. ciò 'che ne pensinmo è ciò che le filosofie sqno rispetto all'asintoto, cioè dn ciò ché-il principio come rrincipio è ·la privazione di sé1 tc.ltoonte quella ~)rivnzionc di sé dn ?Otcre, essere il p'r.incipio cori.-ie princi1)io, principio di ogni f ilosofin che abbin il suo principio·, quindi il principio che si ripete. coruc princi~:Jio fino a tornn- re ancora come princi?io per tornare c?.d essere il principio. Ed è se ave(?simo il ?rinci2io principio, µrincipio il il principio come principio è l '~' sscrc principio~ :~011.e nel sznso che il proprio c..sintoto fondan.entale da cui l~ filosofie sono in qunnto sono ciò che noi ne pensiamo 1 r.i.e. ì)er. , che esse sono da ciò che esse sono ste.t8 detenninate de.i principio come . principi9 1 ·per cui determinate <lal iJrincipio corno ~Jrincipio· le filosof~e., rovesciarido questo, nc..scono da principio fino .:J.l principio che è il loro principiò, ?Gr cui il prirtcipio conte princi:)io è l'essere il pròt-Jrio asintoto. fondamentaleJ. le filosofie nascono secondo un loro principio perchè ri;,)eeono l 'asintotò fondamentale rovesciandolo c.110 interno, in quo.nto ciò che nell'asintoto fonde.mente è principio tcnninele e tcnninato 9 nelle filosofie è principio iniziale,· in .-~.uanto le f ilosofic sono ci6 che sono perchè nascono de principio in suel ?rincieio 1 dapprima, per noi è :il ~oro rr~do per cui il loro nascere dc.· nascere secondo il· ,princ1ì2i-O per- èhà è il l'oro principio, ml! per questo l'essere dcl principio il proprio ' asintoto fondamentale significa. le p'rivazione di sè dc p.'.'!rto del princi- Mauritius_in_libris 18'; ;,:>io, in quanto le privazione di :sè da ?erte del principia, che µuò essere te.le:· solo nel principio, ~erciò .rende possibile le filosofie che à lo stes- so che dire che le filosofia çuendo si determinano, si determinano ·perchè rendono.indeterminato· l'essere determinato del principio verso se stesso e fino. a se -stesso. Allorc. l' indetennin<lto come princ~1::>io di una 4ualun-. que filosofie è l 1indetenninnto che r<appresentc. la formule. .concettùl!le· dell 1esscre del principio' COii.te principio la stessa privezionc di sè 1 ciò ~elle per•~ filosofie il principio può essere l'indetermineto, perchè esse..; re indetettninato significa servire il ;;,rincii:Jio; çio~ l'essere delle fi~ losofic, melgrado il loro non essere determinato secondo il principio, 1 1esseTe delle filosofie dnl ?rincipio, in quanto 1 1 indete~inoto che il principio è ·di ogni filosofiC. è telo non perchè_ sinno le filosofie e .ridurre il ;irincipio <,d indeterminc.to, tilc'1 perchè è il principio stesso che nccessit&-di essere ridotto a se stesso talmente che le riduzione del prin• cipie nl \)rincipiq è ciò che consentf?.__?~>: m~nicrc pri:~C:i?io di. ?C$sare. :in quella pi<)1'." cui noi nelle filosofie pensiamo il princiµio, melgrado nel 9rincipio non possiar1io pensll.re il principio, · pe:t":chè pensare il principio nel ~rincipio si3nificc la disgiunzione' primaria nella ·quale sia il. principio sie il princii)io sono l'intrinseco della ?roporzione, rae questo in-·. trinseco della proporzione nella disgiunzione primaria è necessitante se stesso a :,;H1ssure ·in modo te.le da avere cib che possiamo pensare nelle f.:1,-,:. losofie del principio; nla e questo ;?unto dell'asintoto cqme prcbpeio &'es"!" sere fondlltDentnle che rigunrdo. il pr:incif>iO cqme principio abbiamo que~ta ridùzionc del princiç;io al principio che riproduce nella seconda. porte la disgiunzione ?rhie.ria, . perchè la riduzione del principio al princf,pio significa: al princi?io, sin c.l principio pio· in qunnto se ~tosso, ci.oè si~ificc. i~ 9~tQ. prime. 11 sia al pi;inci- - sia ll", riduzione. de:l princ~pio al suo.iniziale, nl suo essere inizio di sè; sia al.suo essere inizio di sè-il suo stesso essere inizio, cioè il principio.; e ~Jer potere detenni- nc.rc una filosofia, dobbia.too pensc.re nellll filosofia il principio a que• Gto u10do, che significo non pensare il principio, ma pensere un modo fondsmentale del t>rinciqio che determina le filosofie, cioè significa pensa- Mauritius_in_libris .- 187 re il principio in un modo per cui lo stesso pensare del pr!ncipiù, lo stesso essere transitivo del principio in quel moddj;>er cui posso pensa.. re il princi?io nelle filosofie perchè le filosofie siano, questo significa che dal princi?io, secondo la dis3iunzione primaria, il passere dello stesso principio ste cndcndo verso quelche cosa che· prima di essere penscta secondo se s·tessa; ha bisogno di essere i>ensata secondo ciò che . -< il. :)rincipio stesso diventa contro se stesso. '11 princ·ipio nella ·di-&giunz:iòrie. primaria costituisce questo suo pà$sare che è appunto di ·-esse-re- ~1a riduzione del' ·principio· al ·µrinctpio; l 1e·ssere transitivo· del ·-1>r4.n0lpio ··· è il ?assare del principio nl principio secondo la disgiunzione primarie, e questo posso.re che è le riduzione del principio al principio, necessita sa di essere questo pt:i.ssare, ma necessite anche di essere questo pc.ssare un pcssar~ verso qualche cosa che non può essere il principio e che è qualche cosa che prima di essere pensata secondo se stcss·n ha bisogno che ciò ?er mezzo d~l volta pensato, perchè quele viene pensata secondo se stessa, ~cnsato ~ia a sua contro j_llt princ.i?ib. ])al f,)rincipio il pas• sere del principio n questo modo costituisce l'unico modo di pensare dal· principio il concetto, perchè il principio è principio diviso dal concetto, perchè la riduzione del princ:J-pio a principio 'è l'unico modo ché il k>rincipio è di essere pensato, ma allora questo costituisce l'unico 100c:b che ho di determinare il concc:;tto dal principio perchè è il concetto' con' tro il principio, dove concetto significa lo stesso 'c:hri 'riduzione del prin- cipio al principio, perchè concetto significa questo essere pensato de.l-principio contro se stesso, perchè concetto si~ifica questo essere pen- sato del principio contro se strsso, per.chè il concetto se è ·secondo il concetto è la trascendenza rispetto al principio, tanto da ess~re il prin- cipio legcto al ?ensarc proprio pcrchè diviso del concetto, e perb per ~sto . stesso, tento da dovere e'Ssere il ?rincipio qùe&~o passare, eque- sto pà$sare: significa il non essere del principio9 · perchè-'ie --fllosof-ie che nascono sono questo· non essçre dcl principi.o. Ogni filosofia è il pc.sserc del ;>rincipio fuori di sè, che poi è. ·tutto il suo essere, in çitesto senso i~ tanto possi&no dire che questo è un Mauritius_in_libris 108 modo che il principio _è_ di essere ;>~maeto, in quanto questo e-s~cre penS.a- to. C:el principio· è l 1essere pensato del pri_ncipio cot:ltro se chè il ~assere s~esso, del princiyio sia verso quc.lche cosa che non sia lo so ?rincipio, in se il µcS.sere del ~uento e quel punto nel qual"." è crm1e se q. prin~i~io ~Jrincipio perst~s non transitasse fino_ venisse abolito, le filos:J- fie non serebbero rnei no.t• .• Il Dense.re in questo modo il vrinci2io è il principio stesso ,-che _è. quésto modo di essere ;Jcnsnto che costituisce il concetto, ilconcetto come le. riduzione del principio al principio, appun.. to percbè.il principio è.l'esser.a il Droprio asintoto fondamentale, ma - ' ellora questo passare del princiç>io che .costituisce il.concf;tto è un passare che perciò deve c.nclcire non più nel principio, pcrchè il principio è la stesso privazione di se stesso; ecco visione che gli sta cll~ l'~sscre . lfmo custodito da un& di- sç>c,lle e: che però gli si prospetta davanti come qualche cosa che devo conte1oplarc ;;.>erchè è finalmente a questo punto lo stesso essere diviso come te.le dal ?rinci~)io, ciò che è in quanto è esse• ro diviso dal principio,ed è_JJuell*esscre diviso dal principio che per mezzo del concetto, per mezzo dunque della riduzione del principio al principio determino che il principio passi in_ ciò che costituisce lo stesso essere diviso dal princi)io:. la ap2roorietio privetionis 1 d\ingue l'idea, ciò cnc contempla templo ed ~ con~ l'essere diviso dal principio, ma come ciò che con- ciò che deyo conoscer~ la lingua 3reca:&v~Lxe!µevcv coh-ie 083etto ed og3etto nel senso delçioè come ciò che pur essendo ciò che 13iece, è ciò che mi si.prospetta di fronte, perchè è ciò che è opposto, e percio og3etto ma ciò che mi stc. di fronte è lo stesso ?rincipio che slit.ta ettra.verso il suo esoere trt:.nsitivo, non più fino a se s_tesso, LIS fino a\ suo stesso essere diviso da. sà tc.lmcntG che questo ess_cre diviso da. sè costituisce il dctenninl'!.rsi dell'idea come appro?riazione della priva..; zione, per cui quando e se>~l principio è questo definire sè come priva- zione dj sè 1 l'essere diviso.da se stesso sil)Oifica l'appropriarsi assoluto- odi guesta.priva:zione. L'id.ec. non è se non. guesto: appro2riatio pri' ' vationis; l'idea è talmente l'essere diviso.del principio dal principio che questo.. essere diviso d'fl princi:)io dal i)rinciµio è la proprietà Mauritius_in_libris ~sso- 189 lute della ~rivazione co1ne tele; ?er que;sto penso solo se ~ènso idee, ?er cui µenso solo 0[;3etti, secondo ciò che conosco del ;>cnse.re l 1 og3etto, lliC CiÒ che Conosco del ~JCmsar~ 1 1 033ctto è prO;,)rio il conoscere 1 1 O[met- to come l'essere d.iviso dcl principio del principio, per t~9-1?.'I".~Ya_t:!<;>nis, cuL.L:'~l:l.P:2~92J;_i4~ ·-perchè ·è solo cos~- che si spie3a che dssendo 1 1 ideu ~~ i;_:rl;'9pr_ie.t~.Q__pr~'!..~~-i9_ni.s~ per questo possiamo avere idee di qualunq~~ C?SB. 1 ;:ierchè 1 1 idea è talmente eppro;>ric.zione della privazione dc. essere per.> questo la proprietà di tutto ciò che non sia privazione dopola privazione stessa.· Allora posso concepire le essenze solo perchè il principio è riuscito ad essere quell'essere transitivo di sè che costituisce lo stes- so concetto, ma in quanto significa l'essere diviso dcl principio dal principio dn esscrè perciò il principio dell 1 idea, cioè il ?rincipio di ciò che posso pensare come idea, cioè com.e &.2l?.E?Pri~t1:9~J21:.~_!at~.9..t:i!~. L'idea come proprietà assoluta della privazione arriva ad essere tale dal principio :'er mezzo del ·concetto, però dal ?rlncipi:o per mezzo del concetto significa dal principio attraverso l'essere come essere diviso dal principio, che è l'unico roodo che il concetto ha di essere tra il prin• cipio e l'idea e questo modo unico è lo stesso essere del concetto come tred1aslona imnedittta del principio come tdea; quindi in questo aeuo 1 1 • idea come proprietà cssoluta della privazione è lo 'stesso essere finito dGl princi?io, o il principio in quanto ,essere lo stesso finito, del principio, in quc.nto essere ciò che del principio arriva ad essere di se stes• so corna la conclusione di sè e dunque come il finire del ;.:>rincipio· nel ~)rincipio. Allora la proprietà assoluta della privazione è lo· stess·o fini- re del princi;_)io ·nel principio, cioè è il ;;>rincipio condotto ds.l principio oltre il principio stesso 'nel ;?rincipio, perchè è lo stesso finire del ~)rinci:>io nel ?rincipio che corrts~onde alla propriet.~ della privazione, in tento l'idea è in qucnto è e2oro2rietio privationis in quanto·è il finire dcl principlo che dal :)rinci?ib e.rriva a questo essere finito che è lo. stesso finito dcl ·princi;>io; in questi tenilini pensare l'idea à necess~rianento pensare il finito, ?erchè in questi termini ciò che dall'idea è l)ossibile pe.n..aere è l 'csse1;e finito come lo stesso finito, cioè è l 'es- Mauritius_in_libris - 190 sere come ciò che è lo stesso co11ic finito e che come tale possiamo ricon. " durre sempre al princiQio, ma non .::1 9rinc.ipio come. tale, ma al principio che ·aa. se stesso arrive. a quell'essere finito cli .sè che è l'idea come !!2.- pror.>riatio privationis. In questi tennini. se 1:Jensare è . P,Cnsare l'idea·, pensare 1 1 idea. . significa necessariamente pcnsc.re il finito, anzi in tanto ··~ . . posso pensere solo in q~nto·pensarc 1 1 idea significa ;,:iensn.rc il-finito, . , ·pensare l'idea è.conoscere il finito~ nello stesso senso secondo il quale si ;>ub dire_ c;he pensare 1 1 idee. mi serve non ;_Jer pensare 1 1 idea, ma appunto per conoscere il finito, non perchè il finito è finito, ma pcrchè il finito è lo stesso che 1 1 e sacre cmuc e~sere fi?ito, lo stesso nel senso .. e.ssoluto della sostantività di un CSSE\re.fi.nito che. riguarda solo tl prin• cipio, r~ che riguarda. il prin~i?io che crriva c.ll'ido~ e dunque il prin- Ci?iO che arrivando all'idea ?Crciò è il princi?io che per mezzo dcl suo, stE:isso concetto, cioè ?Cr mezzo dell'essere. trensitivo dcl principio stesso, ~ il pr:f.ncipio che.,, nell' idc~a come pro1Jrietà assoluta della. :LJrivaz:lo- ne, è come se dovesse essere le ,necessità di.un principio diverso da qucstQ corne inizio della conoscenze, perchè da y_uesto?unto di vista se l'idea è ~pp_~C?..2!!~~~-<?~_l??;i~~-ç~_C?l]:~~ e sq. dovess:l,Ii!O rend9rci conto dcl modo ~· • • • • • • J •• •• ~ '. attraverso il quale l' ideQ,. divepta l:.Jrincipio della conoscenza. degli enti detenninati è come se 1 1 idea. fosse questa necessità di diventare un ;.,>rincipio diverso da quellq che esza è, re,lativament.:~ al principio che la f& essere in maniera che la .diversità. del p.rinci;>io relativa al i_)rinciµio che fa essere l'idea.fosse un~ sorta.qi inizio della conoscenza tutto le- gat.o ·al conoscere e dunque Wtto. diviso. qill ?Cnso.rc. Se, i°'idca è queste proprietà assoluta dcll!:. privazione, il problema del col)Oscerc si può' dire chg sia teorie., ~ teor:f.a in senso radicale : ,!~_ ori3inario; per virb) de:ll' idea ·.: ... . c01.ie ~, a il conoscere a questo ;runtn- .&Ewe6Q" . dowebbe riuscire ad essere teoria. in. rap?orto al fa,tto .che è l.'idca stes. sa come tale a.d essere essa stessa -&&Wp6ç ·: , se l'idea• è p:rok)rietà asso- luta della ?rivs.zionet in questi termini è ciò che risulta del J_Jrincipiot il conoscere q_uelunque cosa par.e che sia problema,· in quanto. il problema dcl conoscere è il problema non dcl che cosa conosco' ma.· dcl principio Mauritius_in_libris ~~; 191 ... dal quale è :possibile· eh.e· ci s.ic. un conoscere, dato ché il principio che - ~-. risulta, .cioè l'idea, in tanto-risulta, in quo.nto è questo residuo metàfisico del princi?io che è la pro_prietà assoluta. della privazio~, cioè. ~ l'id~a è la privezione nel.la sua stesse proprietà assolute., se divo idéa . inte~o eoncet~lment~ dire chG è lo · ste.sso :che di.ré · proprietà· essoluta delle. i,'Ti"Vaz:i:one·, non ;_Jcrchè dire idea . significa dire tutto ciò che posso conoscere ~- nulìè- diz··Ciò -che ~)osso pensare; se conoscere- da· questo punto di vista è problerrrfJ.; è· ·probl'6ma. in. qus.nto· ·11.", S'uo essere· problem~ è quel~ lo di ess.erc uria t86ri.a~· sole{ pèrChè '1 1 idea è c~uento do il quale l '-idea in ·· , -ne 1 senso · sécon- · proprietà assoluta della privazione ·-è come se fosse _invie.t.s de se stGssa. ~rcsso un oracolo, che sarebbe il principio, da èonsultàrc per cònoscere l'ori3ine. L'idea cori~ tale è una sorte di spcttatricé che fa il viaggio dentro se stessa e attorno a se stessa per identifica.re il punto di origine del SUO esGere.come principio, proprio 1:;erchè-&e~4i; deriva da dere, e cllora coroo-&e:-4s .... ' ~ due· perole .&€aµa in quanto - spettacolo e •pdw .:::ve- api)_!_op;~ati_g___xr!YE!:~'?.n~s, :e_~ci~ ?_.li!:.!!.<?.§~~- ~~~1.~a, è la. sinossi tetica di se stessa., in quento è l'essere questo. sgµcrdo con-9lessivo su- se ste.sse. che perciò tiene assieme 11 suo essere per un verso spett.s.colo, ma per l'altro anche solo ciò che vede questo spettaèolo, l'idea in qUllnto sinossi tetica. è lo s;>ettacolo che come s1)ettacolo è lo $tosso essere S?Cttatore e in quanto, essere Spettatore .è essere S?cttc.colo; l'ideo. è ~intellegibile la cui intelligenza è di ri- manere intclltgibile e dunque l'idea è -noumeno, cioè pense.bile, ma pensabile in quanto sinossi tetica, c0100 questo S'3\lardo cornplcssivo su se stessa -cttravcrs6 il quc.le l'idea afferma il vincolo tra lo S?ettacolo e lo spctte.tore, tra l'intuire e l'i.ntuìto, l'idea. è questo andare:ad un ore.. t colo che nòn è esterno all'idea,·ma è l.:2 stessa idea che ya pré~so se·stcssa i:)er· chiedere l'origino, cioè è lo stesso principio che viaggi.a' attorno a se stesSQ'per chiedere del suo esocre principio 1 1 origine e per questo teoria, cioè il chiedere o il contemplare il ?rincipio o i principi e non nel senso tccnica.ncnte ple.tonico. Sappiaino che il termi~.&~~t'\I è pla• . . tonico, rna·è platonica perchè il pla.tonismci.di qUesto.significato corri• Mauritius_in_libris .192 spondà nlla conccttu&lizzazionù dell'ideo coL-ie%Ewp6ç , significF.:.. contemplo in quanto contenr1)lo 8 in qµanto pensare si3nifica pensere 1 1 idea, tualizzazi,on~ sto inm.Manentc al termino %Ewp6ç 0ersona:~nio stcss~ ~cioè intendere signi~ica corrispond~-:; ad pense.re una che deve fare i conti che è 1 1 ideo come %Ewp6ç concetc~n que- , non come teoi:-ia, _tno. esse cor,'le essere questo vi!'!.g1ictore dentro se stessa, in <j"Uall.to per guc• sto.· sinossi tetica, cioè questo s.o;unrclo couplcssivo di sè su se stessa, perciò sinossi che affenaa il vincolo tra èl priricipio e il suo essere finito, p~rciò ·. tetica, :Jerchè afferma il vincolo che è la tcsi 2 quindi s;{UCrdo- cor.r;:>lessivo di sè ou se stessa, disci?lina or~anice. delle sue re- lezioni costitutive, che affenna la tesi del \rincolo tra il principio e 1 1essarc ~inito, ?Gr-cui questa tesi ~e costituito storicamente l~ giustificazione teoretica del conoscere come filosofico, perchè il filosofico dcl conoscere colo dcl G filosofico pr~ncl?io Jcrchè il_ suo princi~io è-questa tesi.dei vin- e del suo essere finito, per cui conoscere u~~sscre cor!ic finito è un conoscere come filosofico_ :Jerchè al.wrincipio il principio è la t:esi dcl vincolo tra il ;:irincipio co1:-1e %Éwp6~ e ·il suo stesso essere finito, cioè il suo andare viaggiando dertt~o se stesso e per se stesso, ed allora questo tipo di discorso dimostrerebbe contro se stesso solo le filosofie del finito e non le filosofie deli'inffirilto. Ma questo non è, ?erchè non ci sono storicai110nte filosofie dell 1 inffimto se non nel.1~ misura nelle qual:e· ~ste sono una filosofia che rende in qualche modo finito il s:uo essere filosofia dell'infinito, finito nel senso di c01~iu to cioè ehe ha tcnaine in sè; qualunque tesi positiva sulla conoscenza dell 1essere coroo infinito inçlica che l'.essero finito ven3a spostato dal.1 'cnte e.l discorso, e c;_uindi conoscicmo il finito non perchè :!,,l ~inito è finito, ma perchè pensic->Jno la tesi èel vincolo dell 1esserc finito al princi?io; conosciamo filosoficamente perchè il filosofico-del conoscere snrebbc fondato dal :xmsare l'idea, mo. del pensare 1 1 idea ctt, cioè dal pensare 1 1 idee cor:ie .&Ewp6ç f::Oii1G sinossi tcti- , cioà eone principio delln t.-;o- ria• Il conos~re:.- storicamente ?arla.ndo, ~ pi~) astrat-to .in quanto non risulti il pensare originariarnente parlando, perd1è il conoscere ·è il Mauritius_in_libris te~- .193 tativo di concéttual1zzez:e il è il tentE!tivo di· iXmsc::.re il -&Ewp6~ dove conccttuelizzare r;ignifica: -&ewp6~ , cioè di pensc.re 1' idea come -&e:wp6~ che ~:ior questo dive11ta teor:l.a, i>er cui, i,)Or questo avremmo una teorie del conoscere, e non ~'>er· cc.so le ·teorie del conoscere nascono in coincidenza.. con .il problem5; q.clla genesi delle idee, con il momento delie .. cr:i.si ~el pensiero, se è possibilo ve.rlcre di crisi del pensiero in questo senso, cioè con iù gnoseologistno, la crisi corrisponde alle. ripercussione inane, cioè scpza effetto,. d:L un 3rosso anacronismo, :,x;rchè è ancc;:ronistico, ?O Platone, ~ensere oo- _ il conoscere secondo il cosidck:tto ?roblema gnoseol.o- 3ico ·della filosofin moderne. fuori dni tennini nel quali originariaraente questo problema è· problemc; nella lnisura in cui il sùo essere probler.lc".'. è di fere diventare teorie il -&e:wp6otare 1 . in quan.to -&e:wp6s , cioè di condurre l'idea a diven- non solo il vi&3i3io_ intorno a sè, ma un viaggio che averido identificato l'origine, per cui 1 1 01:.::i.colo ha parlato e per cui il parlare di questo orac.olo ha avuto il suo persOnc;1gio storico, ~'"Socrate. Da quento punto di vista ~on sarebh--r stato :;.)ossibile il i)roblema gnoseolo- eico in termini diversi dr.. cmoo 1 1 orccolo parla quando il i:>a.rlare dell 'oracolo è il· socrcitismo platonico, cioè è il dire l' id~..:a secondo la crisi \ della sinossi teti_ce, in·quento è 1 1 iclec. posta in dialogo, cioè è il dire 1.1 idea condotte. ;fuori dalle necessità di rimanere ~.Q!opriatio p}"_iy_~~!-9, qis e dalla necessità di diventare og3etto~&v~1.KE:~µe:vev necessità di costruire 1 1 &vi;t.xe: Cµe:\l•v ,cioè pcar l& cioè di costruire il dinai1ismo di quéll'esserc che giace in quel modo'per cui giacendo può frontcg&iare ciò ~ei cui confronti risulta un essere :che glrice, 1' &vi;i.xe:Cµe:vovgino al pm- to. da .na ~otere. cssere.l'avvorscrio del·discorso • questo punto di vista, l'idea condotta fuori del suo essere appm,- p)'.'~~E.~~~a~io!l!:.S è 1 '·idea condotta_clla necessità di fare nascere 1 '- 033otto, cioè è_l':J.dea ridotta &tlln ed ,è evidente, pcrchè ~imnrrebbe -&ewp" SG nec~ssità ·l'idea fosse riu1asta di fare nascere l'og3ctto, app?;.QQriat~9~.P..!~~at!on!s senza teo~i.~; l'intento di qu,csto discorso è quello di ricondurre talmente ll'l teoria cl-&e:~ç da r>tere intendere che a questo punto non c'è bisogno di una teorie .diversa dalla teoria che il -&e:wp6s Mauritius_in_libris è .... 194 di se stQsso; tenendo.il dc.to origin&rio-dell'idea come to>.!!:llc. toor_itl e quind~ riS:i?Ctto al. fetto :che. t I .&e:wp~~ · rispet- 0%,'~Colo parlò. e parlò in un_ senso tclucnte assoluto per cui: questo ritru:me;/uh parlare ed è il socratisrno p.làtonico cor1ie fioiologic. èlcmntare del discorso filosofico; l'oracolo parlò :)cr cui noi e.scol:tirn-.10, cioè le3gi~ Pletoné~ in .4uest~ terndnl e ri;>roposto in questa maniera si311ifica. solo che dq\rremmo riuscire n ca;_)irè che l'uni~o modo di cai.":ìire. l 1ldèc)~ di condurre la teoria al e non di lnsciàrc che la teoria '.:Sia- ciò che lascia il .&e:wp6~ di. .. viso, cos~; ~- conie il problema· raoderno della. filosofia ha dovuto intendere quando hc.. inteso che 1 1 idea C{)~)artièn~:~ Ei. se stessa, ma ciò che penso Si)• pu.rticne al dirumiismo chr; f ace io nascere ·. per. il conosce:: re' quindi 1 1 idea appartiene c. se stessa, che è l' innatilililo• 'rii& "q:ucsto ap;_:>ertenere ·dell'idea a sè,·mi serve perchè da questo nasca la produzione giustifico.t.s del conoscGrc tutto ciò cho conosco, me questo significa non capire pià l 1 idea ççmic .&ewp6~ mc,· da questo dovere intGndcre che sia s.t:ata data la teoria, ?er cui i~- conoscere che io ho è filosofico e non è un conoscere divc-rs:>9 questo discorso è grossole.nemonte anàcrOnistico', perchè è cor,~ se 1 1 imborghesi;mento dcl penscre corris9ondess~ ella. paura dèl i.Jotcre .conoscere come conoscono gli uomini .co11runi 9 che., screbbc il conoscere smentito dalle sue opinioni, invece: che giustificato -dai suoi cc;mcett::i• Da questo punto dJ. .vi:ota. tutto il discorso che si fa dopo il soc'rati- smo pl.stoi{ico .è il diséorso secondo il *1uulc: 'nqn ·si capisce lu idea co1ne sinossi tetica, cioè· l' id(!8. come questo. sguardo coraplessivo di sè SU SG stess-.:. che è la tesi dr.il vincolo del principio ·el suo stcoso essere fini• .. to m.'! se 1 1 idea è le. tosi del vincolo dcl principi<;> al. suo stesso easere finito, è chiaro che potremmo filosofare solo nella misura in cui dò'VrG!ll• mo riuscire a s·tare dentro a questo vincolo; pensare a q~sto punto dovre~ be é"ssere- non pensare 1 1 idca 1 ma cònoscere l'orga.ni.smo delle reltizioni costitut;iva dcll 1idee, dove ;)(~rò il risultato è pur sempre che ciò che ho è sem:i're 1 1idea e cioè un essere senza nessuna altra relazione se non le relazione scn~ rclazi~ne~ in qw:in~o(l)_idea del .mondo, ·id~a dell'esse- re, id6~ dell 1uomo; c9sa determina il conoscere in quanto filosofico, ciò (1) l'ideR pub essere semmai la relazione di tutto cib che posso attribuire alla ••• Mauritius_in_libris 195 che l 'idC;!B. è Céli_)CC8 di S(3' stesse nei cQnfroriti di ciò cho può essere de- terminato nei confront~ cklla. id1;1e._,o viceversa 1 1 i<lea come tale? ·se' è _l'i.doa èoLle. tnlè ;)osso fc:rò fi-losofio. non solo dell 'idèa di DiO• 1no. enchc: dcll' idea di ·çue:.lu·'k}UG .. cos6. o·- invece storicamm:~te pos:so fare filosofia so10 nel primo cnso, perchè di ciò çhe . l'id~-<?- è principio det~rrain'dntc nèi 'confrbnti ripparc dc,300 ..~~ll'ide1_-:; dunçlli./dc questo punto di vis·te l'idea . . . . sua. 'stessò è l~ tòsi dci vincolo' d.cl )rinéi;,)fp e.I' essere finito, perchè de. questo :)unto di vista qw::.ndo -iJc~so qualunque èosa in rc.tJporto all'idea~ et r;.uesto pensc.rc è non :,'Jonscre non per'quello che penso:, iua perchè· Iiidea è ,idea; 1.m se c.:;ucsto )8nsare ~ ~xmsardj)erchè 1 1idea è idea, oi'ig:Ì:ns.ria'• .furietc ullorà il pensa.re non è, percnè ciò che è in c,tuesti tcrllii.Ìli è solo· ~ft'fde~~ diversamente/ dÒ-VTei dire che quc.lunque cos·a posso pensare dall 1 - . . . idee., il pcnsdrc rirn.::.nc ;:x.:nsc.rc·;· dal 1:10rù'i;?nto nél' quale· abbiamo pensato''· COO COOOSCCre filOsoficdmente si3nifice assicura.re .1,-idCS: alle' C'OSe deCJlC dcll 1idea, da quc~ndo Ccrtcsio Gra.~hiaro do che è il ha portc.to il discorso· in questi términi cartcsi&nc.mentc che il discorso correva già vérso 11 suo appro- ·suo contrerio: non· solo Dio, raa ~nche tutte le cose che pos- so an::1arc raccontt:nclo e anche, cttraverso questo, il 'fàtto che final.niente ho cepito che fc.rc " 'filosofia si.c;nificc. finnlmentc non potere pi>). pensa• re; e qùeSto ;>crchè criticéi.xaerlte' non si è inteso che l 1idea Como sinossi tetica, cioè 1' idea finito· do~1cve c:or.r~ la t8si dcl vincolo dcl principio el ·suo essere e a sere condotte tllls. teoria: di ' . so stes1ja., cioè doveva esse-. dovremmo cominciare:a :;?ire che l'idei-_ è ' CSSP" ~a,.. Stossn; 'in que.n'i:o tttle,· dentro se--stessa, ·qoosto vincolo b:m~diatò che corri~;?c'.mdc' &llo. sun stessa tesi, secondo la t,.'llUl.le esse. pqr un verso co:.1c idc'c«~ nÒn soio' C:iò-~he vedc 1 :-ma anéhe ciò èhe è e dnt~ questo, 'la' difficolt.~ del pcnoare in· sc~so t~orct:Lcb ·tadicaconsiste nellc:,difficoltÀ. di. riuacir~ c. cOniugarc sul serio 'il verbo visto· le -&€(1.)f'ltù dato che qucndo storicé'.!li1orite invece dcl verbo ho due sostantivi fon:::lancnta.li di- cui uno è il concreto, 1 1 i.dea c01~1c ~6~ e l'altro ò 1 1astrc.tto che è il suo viaggio intorno ~ se .stessa,· cioè l& teoria, origineriatncnte è·. co~ se io fosai. 'tililesto bloc·cato in que~to v.iaggio Mauritius_in_libris irt mo-i, 195 ... " do da dovere ..ca~ire che l',unic~. f,ilosofie. che pot.~vo~fere era di inter'J.t)3are, ,~'oracolo• che si3nificç+ Platone, e l 1uni,co mod'o qi ~xmsare non à c~sua.lc cli parlare, ma' di cscoltarc. le.risposte e non è,·. . .~ ,- . so~iç pl_~.t:onica s~a. ~- .. '.-' che tutta.la filo. statll soc.raticamente ricondotta ad una lettura formula dcl c~nosci .te ·~ ..... :.:, ...... -. . .. stess~ ~ ca~.o che. non ~· - · ... ".-. . . · - dcll~ è:lina formula sacra; è come J.:'7· . \ . :·~· ~ se Socrate ll.Vrasse capito di css~re demonico, :.~on nel senso del 6al11~·· . ~ .,. . ~ __ ._,,. -~-; .. c'è un_essere divino di Socrate, divino in itinso pagano e, :;?er questo, ._.eh~ çor):"lspond~ demonico, ..,, ·'· . - -'.". • - - ;- . ! .·,. u.l ,fetto che ~. - - , • ~oç/~t:e • ' è come so potessimo capir- __: : ; ; 1 lo come . 1 ~ncernazione esistenziale dç~~.Jwp6s . - -. . ' ~ : • ; . ; • Socrate è veramente ~ l'ess.crc ,,~~o~. ~ e vcrmcnte vieggie.,re _dentro se stesso e intorno a se ~ ' stesso, quasi .A d,arci la visione assowta, ·concreta dell. 1 idea quale essa .. . : ·: . .·' ' . : ~· ; ere, e per qucçto stor1ce;Llent;:c Soçrq.t:c è ri:Jnesto idea.,· tme sorto. Ji esse:.. ~ .· ~ r':! domonico ·che Socretc deve .. ! • ~ , . ~' esser~:· stato, . "ii: • ~ • cioè questo modo di essere mi- • • stcr!floso, per çui il pcnav.rc noi:i /r_::>,. il 7ensc.rc di Socràto, ma ere lo stes" ;/' - . so ~)émsaro .corea. quel Socr.Ei:t~. c,~~ · q.ndcva ~Ol'.1;.>c.mdo la testa a.. tutti colom ' che lo evvi,cinavano,. in ,.quanto4 , :l.n • • •••• , • • < ~ cinc.vano r9t•1PCV? la test<l e. . l'id~ ' r~5llt;,~ ',,;_ ,,~.' ' .. stesso, cio~ era q~sta incar:nazione del" ·. .~c~-sro ~e che faceva il vinggi9 nttraverso coloro cho lo avvi- •• stessa e attorno e: se stesso ~ cre- dev.a di. E?fà~cr~ .l' oreçolo et,~ se st~ssc. e di .i)Otcr rispondere• perchè si potcvc.in~~rrog~rc,_pGrc~.p~tcy<l ve. lett9 ,<:le~'tro; p~r cru~ndo fie• .(.. i di Ja il conoacLtc. @tesso è ·•·· pcrchè lo o.ve.- cu:L de que_sto_ punto di vista non. si è fatta filoso- c~eduto si è st~sso dirq, conosci te . coµc~~tti&lizzaro .intcrio:ç-~;zazionc ...... .. ..:. . ·questo discorso dicendo che .dcl so33ctto __che è _un concet- .: ' . to che .ne~suno. è m~i. :r.;iu~~~to ~ .~i~st't"c.re cou1:, talq, perchè inc~~to, in ci~ che SocratG era e per.questo è stato facile e ovvio il pc.ra.3ono. • • • • - •• tra Socr.atc e.bolo d(:!; ~6yo,( ·' •••• < , •••• •• ilJ~~isto, •• : non •• • il..~ria,~o -;_ • .... rçli3ioso 1 _ma il Cristo '. '· i~ce.rnato,.. ~non :.,?erchè tu"t:ti , • ~-01~ sila- ~ due sono morti, ma perohè SocrE',te è questo essere· demonico ,della idee, dove ·3SSC~B demonico dn par. t~ - ' . ~ ~. -' .1 • ' . del.l':f,.dcn significn essere demonico colìlC principio di inibizione dellp filosofiP..; cioè il cS~.~y.r so~rctiço. é qui1:1'1i l'idea carne essere demonico, in r~alt?. ,;c.. e s~gnificare Cl\JCSta inib:l,,ziçme origin.sric dalla filoso.fia 1 per.,~ui di. là do. questo esser~ Jcmonico la. filosofia. ha dovuto esorcizza- Mauritius_in_libris 197 - re il suo stesso. cr.c.le ll px-incip~ •. ha ql:esto suo i?rinci?:f.o dovuto chiedere una· sorta. di cos~-· laico, coM. péèanoj 'cioè ~3arà.nzia. cos~. .tro se. stesso• L'oçorciz;::e.~de parte dell~: .filosofia questò: d~monièo che.. cottis1xmd& C:t sa.• sa.ero- den- suo essere suo stesso. essere .r)rincipio ·~ s·tato 1 1 avere ~~stematicainento coniugato tl ~p6ç .' cioè l t avc+e pèris.ato che la teoria 0 dèl .&e:wp~ç .i:>ot9Vc essere· il Pl:'irlcipiio di un .&&wp6ç · V'-=>Tamente concettua- ie, éioè il I\()n avere cepi.to che l'e·ssere ·demonico dell',idca era il blocco d~llè filosqfia stesse: in quanto;è la necessità che filosofia a questo .Punto significhi uM . ~olo il·vie~gio d~ll'idee intorno' a ·se ,&tessà:. e non c'è filosofia. platonica· che riesca cd':cssere una filosofia per mezzo del. non la quale si .sia. costretti a inseguire·l'idea per mezzo delle· idee, cio~ una \ idee.; e filosofia-che·.n,on s.is. tGoria:dal.l'essere~eWpdç. ·da perte· dell'-··· .. qut il problema della relazione. trà · 1e idee non è ~t:i'Uello platoni- co dcl rapJ?orto uno-iaalti, ma è 11 problema dello stesso essere· dell 1 idea coi~ ·questa tesi secondo le. çucle ·1 1 idea è la tesi dèi vincolo del prin- cipio .al suo essere finito e quindi ;?rinc;i.pio di blocco della ftlileofia, G(;!Condo i.l. suo essere demonico, k'cr cui il pensare è filosofi& nella misura in cui· è. l'essere tc;ri[l dcl .&E:wp~~ dentro 1 1 idea, non esternamente nll'idèa, e.nché. se cstcrné.mentc e.11:1idee signific& che da q\Jesto pun- to di. viste. posso èonpsccro ·il :loondo,: perch,è conòscère significa in qualche. modo la re lezione <:-.1 ~xm::.rn.re l' idea e quindi non ha più importanza che ci sia un conoscere il mondo che come .r11ondo non è più 1 1 idea, in quanto ·clò che ·conosco in çucsti termini è pur setllpre ciò che· conosco per r.tezzo .dcll~ relazione c.11 1 ide_c.. In questi termini l'idea come sinossi tetica rap~rescnts il princi- pio dc.11.n inibizione delle. fil6s.ofin· a se stessa, e quindi per potere pen. se.:re speculc.tivainentc I c~obbi&i10 intendere talmente 1 1 idea co~ sinossi te- t.t·ca da han doverla: pensare oltre e. divcrsruaente da qùesto, e quindi teoreticemente. parlando 1 1 ic.lee nQn è possibile ·e non è possibile mediante se_stcs~e, .cioè perchè l'affermazione dell'idea <?orrisponde alla_ sua stes- se nage#one; in ql,J.anto è" sinossi tetica; cioè i)enscre 1 t idea secondo Mauritius_in_libris .198 se stesa.a significa pc.nse,re le tesi. del vincolo. d'7l ·principio all 'essér..finit(), la tesi del: vincolo del principio al co1fi?i::10nta, all.1 apodissi; ..:: dunque ai;J.ni!ica. pGns~e. le teoria del -&ewp6'ç.'" , e quindi 'Ron dew dt::~r, '• uinc.rc le. filosof;La couic ·una concettualizzuzione della teoria dol -&Ewp6ç :)~rchè de questo pllnto di visto. 1 'unica· concettualizzazione val:(.da. della tcori$ ~fol-&ewp6ç -, è l 1-e$sere demonico dell;:!idea che ha avuto la sua ori- 3ioo in Socrntc e. cbe nello stesso Socrate ha avuto la· sua. fine, e Socra..;· to vivo, enche oggi significc questo essère daimonicodell 1 idca-attravGr- so il (~\l<-~lc si .comprende che. se devo 'fdi:'c filosofia o. questa ami.era 1 1 - uniço 1•t0do .c!i fare filosòfia. a quGsta.:meniera è tornare e vivere colile crctc è_ morto e in questo scns.o si ~atta 3:)- di nO-n retorizznre l'esistenza, ljer intendere che r.iuocite ..a vivere come Socrate à morto, ha un suo si91i,.. fico.te ,n.on .esawito, de.lla stessél .$orte di -Socra"te • • ., · ----=-oooOooo----:..· . Mauritius_in_libris - 199 - ---·--- INPICE ~------I Origine e memoria originaria dell'idea••••••••••••••••••••••••••••••••••P•l II Discorso secondo l'origine e dato originario del discorso•••••••••••••••P•lO III• L'aporia fondamentale originaria••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••P•l8 IV• Astraz~•ne e discorso••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••~••P•54 U •L'astrazione -uI primaria••••••••••••!••••••••••••••••••••••••••••••••••••••P•70 La disgiunzione originaria ~el principio •••••••••••••••••••••••••••••••• p.87 VII • La metafisica come fondamento della disgiunzione o~iginaria•••••••••••••P•lOO tflII • Il limite originario e la diviaione del principio•••••••••••••••••••••••P•ll3 IX • Il concetto del principio· come trascendenza e la mefinizinne dell'astrazione •••••••••••••• ~ •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• ~.133 X. Ois~iunzione prima e disgiunzione primaria••••••••••••••••••••••••••••••P•l57 XI• L'asintoto fondamentale e l'idea come sinossi tetica••••••••••••••••••••P•l73 DODDDDDDoDDDDDoooDDDDDO DOOOODDOOODDDDOOOOODO 0000000000000000000 00000000000000000 000000000000000 ooooo~noooooo 000000~0000 000000000 0000000 00000 ODO o Mauritius_in_libris