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Metrica classicaPDF generato attraverso il toolkit opensource ''mwlib''. Per maggiori informazioni, vedi [[http://code.pediapress.com/ http://code.pediapress.com/]]. PDF generated at: Thu, 10 Oct 2013 08:49:39 UTC Indice Voci Introduzione Metrica classica Piede (poesia) Mora (fonologia) 1 1 7 11 12 12 16 16 21 24 25 27 29 29 31 38 39 41 41 41 43 44 44 45 46 47 47 49 50 50 53 piedi Dattilo (metrica) Spondeo Trocheo Giambo Baccheo Cretico Ionico (piede) Anfibraco Cesura Coriambo Docmio Gliconeo Molosso (piede) Proceleusmatico Pentametro dattilico Pentametro giambico Peone (piede) Pirrichio Saffico Tribraco versi Saturnio Endecasillabo falecio Adonio Anapesto Senario Settenario trocaico Tetrametro trocaico Trimetro giambico 54 54 56 60 60 61 61 62 strofe Distico elegiaco Strofe alcaica Strofe saffica Metrica eolica Note Fonti e autori delle voci Fonti, licenze e autori delle immagini 63 64 Licenze della voce Licenza 65 che grazie al suo prestigio le serv‚ da modello. con il venir meno di questa relazione. € sopravvissuto il suo …†‡ˆ‰Š‹Œ‰•Ž •ˆŠ• ‘’“Š”Ž (Encheiridion per€ m•tron. il senario giambico deriva dal trimetro giambico. e si incontrano eruditi. . soprattutto per la prosa metrica. Fu grazie a questi eruditi greci che la conoscenza metrica sopravvisse nel corso del Medioevo e. Il trattato De musica di S. A sostegno di una divisione delle due materie. dopo la caduta di Costantinopoli. si era appannata. come quelle della lirica corale. altre fonti. rese necessario. Filosseno. e sulla sua scorta si considerano i metri che le due letterature condividono. che rimane il testo base per ogni studio sulla metrica antica. anche se la conoscenza delle forme pi„ complesse. che ebbe Pericle come allievo. maggiori notizie invece si dispongono degli studiosi di et• imperiale. sono riferite dai numerosi testi dei grammatici latini. La metrica come scienza: una breve storia La maggior parte dei metri greci. per lo pi„ poco originali. per i metri invece propri al latino. Le vestigia del lavoro del primo sono stati conservati negli scoli metrici di Aristofane. in parte conseguenza dello stretto rapporto che nell'epoca pi„ antica esisteva tra poesia e musica. discepolo di Aristotele. Si prende quindi qui come punto di riferimento la metrica greca. di sillabe lunghe e brevi (metrica quantitativa). che studiƒ soprattutto la ritmica. autore di voluminosi trattati. e. Agostino e in generale i frammenti degli antichi studiosi di musica contengono anch'essi informazioni preziose. In epoca bizantina. manuale sui metri). secondo schemi prefissati. Altre notizie. la metrica latina e la metrica greca sono trattate ora assieme. basata sul principio dell'alternanza. ma non € esattamente la stessa forma metrica). i modelli greci furono adattati con grande libert• dagli autori latini (per fare un esempio. riassumere e rielaborare i testi scolastici degli autori pi„ antichi. ora in opere separate: tale scelta deriva dal modo in cui sono concepiti i rapporti tra la metrica latina e quella greca. L'ampiezza e la variet• delle forme usate. sono contenuti nei trattati di retorica.1 Introduzione Metrica classica Metrica classica € la definizione di quel particolare insieme di regole ritmiche operanti nella versificazione e nella cosiddetta prosa ritmica della letteratura greca e latina dell'et• antica. si puƒ osservare che le convenzioni prosodiche del latino non coincidono interamente con quelle del greco. in epoca ellenistica. Il primo metricologo di cui si ha notizia fu Damone. erano gi• noti ed usati in et• arcaica. e soprattutto in et• arcaica. a sostegno di una trattazione d'insieme. come Demetrio Triclinio (prima met• del XIV secolo) con una conoscenza metrica sorprendente. si puƒ osservare che la tendenza. a partire da quelli di Cicerone e Quintiliano. i grammatici continuarono a copiare. in particolare Eliodoro ed Efestione. tanto che moltissimi metri greci hanno il loro esatto corrispondente in latino e le due metriche vengono in buona parte a coincidere. mentre del secondo. le fonti antiche ricordano anche Aristosseno di Taranto. Di questi pi„ antichi studiosi si sa poco o nulla. da parte dei poeti latini pi„ tardi (di et• tardo repubblicana. la nascita della metrica intesa come studio delle forme metriche. si veda invece metrica latina. augustea e imperiale) fu quella di riprendere i modelli greci in maniera fedele. quando il processo di acculturazione da parte dei romani della pi„ sofisticata cultura greca era in pieno svolgimento. Metrica greca e metrica latina Nei manuali dedicati all'argomento. se non tutti. furono loro a portare queste conoscenze in Italia e da l‚ si diffusero nel resto d'Europa. (simboleggiato con €) unit• di movimento corrispondente a una sillaba breve. š“‹‡•˜. – sillaba breve: in generale. Die Antike Kunstprosa. che si occupa della quantit• delle sillabe – Metrica vera e propria. (simboleggiato normalmente con il simbolo musicale della corona . una sillaba breve vale una mora. Richard Bentley e Richard Porson studiarono soprattutto i versi del dialogo drammatico. unit• di movimento corrispondente a una sillaba o lunga o breve. – sillaba lunga: o – per natura: contiene una vocale lunga o un dittongo – per posizione (o meglio per convenzione): contiene una vocale breve seguita da due o pi„ consonanti. si chiama sizigia (gr. – Elementum (it.Metrica classica Nei secoli successivi. pes): unit• metrico-ritmica di base. ad esclusione dell'esametro e del pentametro dattilico). partendo dalle dottrine degli antichi. che coincide con il piede (nel caso di piedi della durata superiore alla quattro more) o a due piedi (per quelli di durata uguale o inferiore alle quattro more. lat. (simboleggiato con €€) unit• di movimento corrispondente a sillaba lunga sostituibile all'occorrenza con due brevi. – metro (gr. composta da due a quattro sillabe. Si definiscono quattro elementa alla base della metrica classica: – Elementum breve. di durata in genere non superiore alle 18 more. che si occupa delle combinazioni di versi in gruppi strutturati Metrica: glossario di base Si riportano qui di seguito le definizioni delle entit• metriche. la metrica non fu trattata che incidentalmente dai filologi. Schr•der. ‘’“Š•Ž. con € o con €). š›œ›†‹•) o meno chiaramente dipodia. 2 La metrica: strutture generali Secondo la tradizione antica lo studio della metrica si divide in tre branche: – Prosodia. elemento): € l'unit• di misura dei tempi ritmici di cui € composto un piede. (La prosa d'arte antica). metrum): l'unit• di misura del verso. Si veda prosodia. – mora (gr. ••™˜. ricercando un ipotetico "verso primordiale" (Urvers) da cui sarebbero derivati tutti gli altri. da parte di Ulrich von Wilamowitz-M•llendorf e di O. una sillaba € breve quando € aperta e contiene una vocale breve. lat. pl. dalla pi„ semplice alla pi„ complessa: i collegamenti rimandano a una trattazione pi„ approfondita dei singoli concetti. anche gli studi sulla prosa ritmica hanno conosciuto un momento di grande sviluppo: si ricorda. una sillaba lunga due more. Secondo le convenzioni in uso gi• tra gli antichi. Nei primi decenni del XX secolo. – Elementum anceps. e lunga da due a pi„ more. žŸ •) o membro: formato da alcuni piedi o sizigie secondo uno schema metrico preciso che perƒ non ha carattere indipendente. o ancipite. mentre la conoscenza dei metri lirici restava lacunosa. – Elementum longum. e aprendo la strada a tutti gli studi successivi: pionieristici in particolare furono i suoi studi sui metri della lirica corale. La fine del XIX secolo e l'inizio del XX vide invece l'applicazione del metodo storicistico alla metrica. Fu il tedesco Johann Gottfried Hermann. all'inizio del XIX secolo. – piede (gr. il classico di Eduard Norden. – verso (gr. Nel secondo caso. versus): entit• formata da pi„ piedi o sizigie. – Strofica. a porre le basi della metrica moderna. lat. realizzabile dunque con una sillaba breve. 1909. žŸ •Ž. ‡Š—Ž•˜): € l'unit• di misura nella prosodia classica. dotato di una autonomia ritmica che lo differenzia dal colon. (simboleggiato con X) unit• di movimento in cui puƒ comparire tanto un longum quanto un breve. una sillaba lunga o due sillabe brevi – Elementum indifferens. fra tutti. Puƒ contare fino a quattro sizigie (tetrametro) trenta more. sebbene con risultati poco incoraggianti. – colon plurale cola (gr. che si occupa della combinazione delle quantit• sillabiche nella versificazione. che si concentrarono soprattutto sull'origine dei versi conosciuti. Oltre tale limite € definito . per anaclasi. lat. ossia puƒ essere indifferentemente lunga o breve.Metrica classica ipermetro (gr. – catalettico (gr. se non a fine di verso (o periodo. – periodo (gr. separati da una dieresi. š™š“¤‘•): entit• metrica composta di una successione di cola dalla struttura regolare (per lo pi„ dimetri) di uno stesso metro di una estensione considerevole. Œ‰•‹Šˆš‰˜. epitrito quarto Piedi di otto morae: docmio . – dieresi (gr. ž•“• ¤ž“‰ž—˜): privo della sillaba finale. peone secondo. š“Š•¥¦. epitrito terzo. peone terzo. – strofe (gr. zeugma): punto del verso in cui una parola non puƒ terminare. – sistema (gr. se le sillabe mancanti sono due. antibacch€o Piedi di sei morae: ionico a maiore. di essere unite in sinalefe. peone quarto. hypermeter). lat. bacch€o. divenire un coriambo • € € •). cretico. termina con una pausa 2. Due cola catalettici combinati assieme formano un verso dicataletto – ipercataletto: allungato alla conclusione di una sillaba. stropha): entit• metrica formata da due o pi„ versi o periodi. In metri trisillabi. ionico a minore. ammette iato con la sillaba iniziale del verso successivo 3. Si definisce allora: – acefalo: privo della sillaba iniziale – procefalo: allungato di una sillaba al suo inizio. formato da due cola di metro differente. ž••¦. Un verso (e cos‚ un periodo o una strofa o un sistema) € un'unit• indipendente in quanto presenta le seguenti caratteristiche: 1. Tale fenomeno € noto anche come anacrusi. ¡•’Š‘ˆ“Š•˜. Altri fenomeni importanti: – iato (lat. – – – – – – – Piedi di due morae: pirrichio Piedi di tre morae: tribraco. caesura): incisione ritmica all'interno di un verso che divide in due parti un piede. si definisce catalettico in syllabam. appartenenti a due parole diverse. la sua sillaba conclusiva € sempre elementum indifferens. che consente a una parola di essere spezzata tra la fine di un colon e l'inizio dell'altro. proceleusmatico Piedi di cinque morae: peone primo. come il dattilo. lat. diaeresis): incisione ritmica all'interno di un verso che cade tra due piedi. – asinarteto (gr. giambo Piedi di quattro morae: spondeo. se la sillaba mancante € una. viene detto catalettico in duas syllabas. lat. ¢Ž£ž •š‰˜): fenomeno in cui una sillaba breve e una lunga all'interno di un piede o di una sizigia o tra due sizigie contigue invertono la loro posizione (per esempio. trocheo. anapesto. lat. o strofa). hiatus) successione di due vocali non fuse in un dittongo e dunque appartenenti a sillabe diverse. š›Ž£¥ˆ‰•) fenomeno di continuit• ritmica tra due cola. ¢š›Ž£Š“¤“•˜): € un particolare tipo di verso. divisi per durata. dattilo. le lingue classiche evitano sempre lo iato. •ˆŠ‹•Œ•˜. – sinafia: (gr. lat. 3 Tipi di piede Ecco un elenco dei piedi usati nella poesia latina e greca. anfibraco. œˆ§†‘•. epitrito secondo. – anaclasi (gr. di ampiezza uguale o maggiore a quella del verso. Talvolta cola e versi possono essere allungati o abbreviati rispetto al loro schema di base. periodus/ambitus): un insieme indipendente di due o pi„ cola. molosso Piedi di sette morae: epitrito primo. un metro giambico € • € • puƒ. – cesura (gr. Normalmente. o nel caso di due vocali contigue. coriambo. invece. ma senza carattere fisso. – zeugma o ponte (gr. tuttavia. del piede o del dito). equivaleva a indicare non l'esistenza di un accento intensivo. per fare un esempio. che il latino medioevale. quando si innalza la voce. il battere del piede o del dito). Non bisogna quindi equivocare il significato di ictus metrico. ictus Il greco. La classificazione secondo lo schema metrico € la seguente. Tale sistema puƒ essere utile per far percepire la diversit• di lettura della poesia da quello della prosa nella letteratura antica. alla pratica di scandire la lettura del testo con il piede o con un dito: il tempo forte si chiamava tesi (¨’š‰˜ significa appunto poggiamento. e tempi deboli. sono possibili due schemi di classificazione dei versi: uno secondo lo schema metrico. Troiaƒ qui pr„mus ab ‚ris" . un altro secondo il genere letterario in uso. che cadeva sul tempo forte del piede. mentre il tempo debole si chiamava arsi. l'incipit dell'Eneide. Tr…iae qui pr†mus ab …ris" diviene "€rma vir•mque can‚.Metrica classica 4 La recitazione di testi poetici: arsi. di tempi forti. ma semplicemente che il tempo forte era il "tempo del battere". nel tentativo di restituire almeno una vaga impressione dell'antico ritmo. proprio come i nostri "battere" e "levare". il cui ritmo era pi„ percepito tramite un accento intensivo. La terminologia usata per nominare il tempo forte e il tempo debole si riferisce. si elaborƒ in ambito scolastico un sistema di lettura dei metri antichi. in battere. che letto normalmente sarebbe "‚rma virƒmque c„no. e tesi il tempo debole. usato dai grammatici romani: parlare di ictus. tesi. non intensivo. Quando. – Versi ž•“« ‘’“Š•Ž (kat‡ m•tron). purchª si tenga ben presente che mai gli antichi greci o latini lessero la loro poesia in questo modo. la comprensione dei principi della metrica classica divenne sempre pi„ difficile e sia il greco bizantino. perciƒ la recitazione o il canto di testi poetici si fondava su principi diversi da quelli attuali: non c'era propriamente il ritmo com'€ inteso oggi. oltre che di sillabe brevi e lunghe. La classificazione dei versi In genere. Cos‚. I grammatici romani. quando la voce si abbassa: € questa la terminologia invalsa con il tempo. anche quando contrario alla pronuncia corretta della parola. non possedeva un accento metrico nel senso moderno della parola. basati su un solo tipo di piede: – – – – – – – – Metri giambici Metri trocaici Metri dattilici Metri anapestici Metri ionici Metri coriambici Metri cretici Metri bacchiaci – Metri docmiaci – Versi misti (composti da piedi differenti): . sulle posizioni degli accenti (che erano divenuti intensivi) e sulla rima. lingua dall'accento melodico. La percezione del sottile contrappunto che lega il decorso tonale del testo poetico e la successione ritmica delle durate sillabiche € per noi irrimediabilmente perduta. svilupparono una nuova metrica. ancora insegnato nelle scuole. ma la performance si basava sull'alternanza. basata sull'isosillabismo. sia il greco che il latino persero la distinzione fonologica tra vocali lunghe e brevi. in et• tardo antica. ribattezzarono arsi il tempo forte. assieme alle lingue romanze. in levare. (©Šš‰˜ significa innalzamento. Sempre a causa di questi mutamenti linguistici. ossia caratterizzati dalla successione ininterrotta del medesimo verso. Nella lirica corale tali strofe possono essere create secondo schemi molto complessi. ma sono possibili altre combinazioni. la metrica eolica puƒ essere divisa tra i dattili e i coriambi o essere trattata con i versi misti. mentre maggiore uniformit• si incontra nella lirica monodica. si ha un epodo. che si incontrano nella lirica corale e nei cori della tragedia. tra cui: – il giambico – l'archilocheo primo – l'archilocheo secondo – l'archilocheo terzo – il pitiambo primo – il pitiambo secondo – le strofe o versi ž•“« š“Š•¥¦Ž(kat‡ strophˆn): possono essere composte sempre dal medesimo verso oppure da combinazioni di versi diversi. Sono possibili varie forme epodiche. ¬ la struttura dell'esametro eroico o didascalico. Di questa tipologia. Classificazione per genere: – Versi recitati: – esametro dattilico – trimetri giambici (trimetro giambico. con la stessa base metrica. spesso usata anche per il trimetro giambico o per il tetrametro trocaico. accanto a strofe ottenute accostando due distici epodici (come avviene nelle Odi di Orazio) sono possibili varie combinazioni. si ha un distico. trimetro giambico catalettico) – tetrametro trocaico ed altri versi trocaici – Versi cantati (lirica monodica): – metri eolici – altri metri lirici (gli asinarteti archilochei. in cui. sono accoppiati a due a due. – se versi di basi metriche diverse (ad esempio un verso dattilico e un verso giambico) sono accoppiati a due a due. scazonte. 5 Le forme del componimento poetico I componimenti poetici greci potevano essere strutturati in varia maniera: – componimenti stichici ž•“« š“‹‡•Ž (kat‡ st†chon). alcuni metri ionici) – metri diversi utilizzati nelle parti cantate della tragedia – Versi cantati (lirica corale): le complesse forme metriche. – se i versi. per lo pi„ sotto forma di triade epodica.Metrica classica – Dattili e anapesti logaedici – Dattilo-epitriti – Asinarteti In tale classificazione. il distico elegiaco € il pi„ diffuso. Gli schemi pi„ importanti sono: – – – – – – la strofe saffica la strofe saffica maggiore la strofe alcaica l'asclepiadeo primo l'asclepiadeo secondo l'asclepiadeo terzo – l'asclepiadeo quarto – l'asclepiadeo quinto . – Sandro Boldrini. secondo lo schema A A B. 6 La prosa ritmica e il cursus Sebbene normalmente non vincolata agli schemi metrici anche la prosa. Palermo. facendole assumere un particolare ritmo. Metrica Greca. Nougaret. D'Anna. Principato. Bologna 1997. Metrica e ritmica: storia delle forme poetiche nella Grecia antica. e le parti corali della tragedia. Gli strumenti del poeta: elementi di metrica greca. Scandicci (FI). In tale categoria rientrano i sistemi. Elementa doctrinae metricae. La prosodia e la metrica dei romani. Cappelli. Trait• de m•trique grecque. A' A' B'. Leida. Griechische Metrik. La lirica corale. a seconda del loro ordine interno. Milano 2003. Paris. – Bruno Gentili. per motivi enfatici. West. in posizione variabile. Edizioni dell'Ateneo.it. Lipsia 1816 . 1982 A. la clausola finale. Griechische Metrik. Eine Einfuehrung. Gottinga. Klincksieck. – Bruno Gentili. Principato. puƒ piegarsi ai suoi schemi. Liana Lomiento. Roma 1992. Paris. 1990) Opere pi„ antiche – G. I componimenti strofici. 1957 (Trad. sono poi ulteriormente divisi in: – componimenti monostrofici quando la stessa strofe si ripete identica per tutto il poema. Tale abitudine sopravvisse alla fine della metrica quantitativa e nel corso del Medioevo rimase prassi comune. – Maria Chiara Martinelli. Trait• de m•trique latine classique. e pi„ tardi nella poesia ellenistica e in quella latina. privi di un qualsiasi schema fisso. La Nuova Italia. chiudere i periodi con clausole (o cadenze) metriche. – Massimo Lenchantin de Gubernatis Manuale di prosodia e metrica greca ad uso delle scuole. Koster.J. Crusius-H. ecc. 1967W. Hermann. 1965 D. In particolare nella teorizzazione e nella pratica retorica divenne uso comune. 1948 M. R‰mische Metrik. quando ad una strofe e ad un'antistrofe dalla stessa struttura metrica segue un epodo di struttura differente. – i componimenti astrofici. Rubenbauer. ma sugli accenti. Darmstadt. Milano-Messina 1948 (e successive ristampe).W. Carocci. l'epodo € sempre ripetuto. Clarendon Press. non pi„ basate sulla quantit•.. secondo diversi tipi standardizzati di cursus (sostanzialmente tre: cursus planus. La metrica dei Greci. L'Epos. Dain. in determinati casi. 1998) B. 1989. Oxford. Milano-Messina 1934 (e successive ristampe). Snell. Nella lirica corale. Trait• de m•trique grecque suivi d'un pr•cis de m•trique latine. nella prosa latina (ma anche in quella volgare del Due-Trecento).L. i ditirambi e i nomoi della lirica corale. Korzeniewski. i k…mmoi del dramma (canti divisi tra il coro e gli attori). Monaco. Metrica classica e critica stilistica. 1936 (19664) L. – componimenti epodici. cursus tardus. Mondadori universit•.it. 1982) – Luigi Enrico Rossi. Il termine "ciclico" e l'agogh• ritmica. o triade epodica.(Trad. Roma 1963.Metrica classica Questi sistemi strofici sono in uso nella lirica monodica. Greek Metre. Messina-Firenze 1958 (rist. cursus velox). Klincksieck. le monodie del dramma. Bibliografia In italiano – Massimo Lenchantin de Gubernatis Manuale di prosodia e metrica latina ad uso delle scuole. dare particolar rilievo al punto pi„ importante e sensibile del periodo. usano invece strofe dalla struttura molto pi„ complessa e che variano molto da un esempio all'altro. tanto nel mondo greco che nel mondo romano. nella tragedia invece l'epodo compare di solito una volta sola. Metrica Greca. In lingua straniera – – – – – – – F. Metrik der Griechen und R‰mer. Nella metrica italiana moderna vengono chiamati piedi quei gruppi di versi che formano le strofe della canzone o la stanza di una ballata o anche le prime due quartine del sonetto. codificata dalla dottrina metrica antica. uno forte chiamato arsi e segnato dall'ictus. Per quanto riguarda il ritmo. Portale Antica Grecia Portale Letteratura Portale Antica Roma Portale Lingua latina Piede (poesia) Nella metrica classica il piede (in gr. ••§˜. il senario. ant. 1984) Altro – Antoine Meillet. Unendo pi„ piedi veniva a formarsi il verso come l'esametro. Nel piede vi sono due elementi distinti. Christ. cos‚ chiamato perchª il ritmo si batteva con il piede. 1975. lo spond€o. il giambo. lat. Un piede € composto da almeno due sillabe e da almeno tre morae. alla base della versificazione basata sulla quantit• sillabica greca e latina. si deve far distinzione tra il piede ascendente che inizia dalla tesi e diventa pi„ forte verso l'arsi. (Comparazione dei metri greci con altri metri di lingue quantitative. Les origines indo-europ•ennes des mˆtres grecs. uno pi„ debole chiamato tesi dove la voce si abbassa. il pentametro. La metrica del Novecento esalta la funzione del piede per la sua autonomia di contro all'isosillabo e quindi al verso libero. I piedi principali erano il troch€o. l'anapesto e l'anfibr•chio. e il piede discendente che comincia dall'arsi per decrescere verso la tesi. Il piede € pertanto l'unit• ritmica. pes). Griechische Verskunst. . Wilamowitz-Moellendorf. Parigi 1923. l'adonio e altri. Darmstadt 1958.Metrica classica – W. era formato da un gruppo di due o pi„ sillabe brevi e lunghe che costituivano la misura del verso. Lipsia 1879 – U. v. Berlino 1921 (rist. come il sanscrito). 7 Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Metrica classica – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. il d•ttilo. vedi Peone (piede).Piede (poesia) 8 Classificazione dei piedi Piedi di due morae – pirrichio: € € Piedi di tre morae – giambo: € ‚ – trocheo: ‚ € – tribraco: € € € Piedi di quattro morae – – – – – dattilo: ‚ € € anapesto: € € ‚ spondeo: ‚ ‚ anfibraco: € ‚ € proceleusmatico: € € € € Piedi di cinque morae Per approfondire. – – – – – – – peone primo: ‚ € € € peone secondo: € ‚ € € peone terzo: € € ‚ € peone quarto: € € € ‚ baccheo: € ‚ ‚ palinbaccheo o baccheo rovesciato: ‚ ‚ € cretico ‚ € ‚ Piedi di sei morae – – – – – – – digiambo: € ‚ € ‚ ditrocheo: ‚ € ‚ € ionico a minore: € € ‚ ‚ ionico a maiore: ‚ ‚ € € coriambo: ‚ € € ‚ antispasto: € ‚ ‚ € molosso: ‚ ‚ ‚ . alcuni piedi sono solo ipotetici o si incontrano eccezionalmente. 5. come il tribraco. I dieci che restano sono detti prototipi (o anche archigona sott. in latino). il coriambo. l'antispasto. il ritmo del piede € ascendente. e il tempo debole. l'anapesto. appoggiare). il peone terzo.B. cio€ almeno due more). il pirrichio o il peone secondo. il proceleusmatico. Su tale scorta nella trattatistica metrica moderna i due termini vengono spessissimo invertiti e tesi va indicare il tempo debole e l'arsi il tempo forte. il trocheo. 7. in quanto sono i metri base per la formazione di tutti i tipi di cola e versi possibili. quando invece la tesi precede l'arsi. (costituito da sillabe brevi o da una lunga). il pirrichio non ha esistenza propria ma costituisce parte o sostituzione di altri piedi. il dattilo. portatore dell'accento metrico. sollevare) e il tempo forte tesi (dal verbo t†th‹mi. come l'anfibraco. ma esistono solo come risoluzione di una sillaba lunga in due sillabe brevi nei piedi pi„ corti. il ditrocheo. 3. lo ionico (a minore e a maiore) 10. il palinbaccheo. dall'abbassare e alzare del piede o del dito. Tale inversione € stata mutuata completamente nella dottrina musicale moderna. altri non hanno esistenza propria. e thesis da un originario positio pedis (battuta. I termini arsi e tesi hanno subito nella trattatistica medievale un processo di inversione semantica a seguito del passaggio dalla metrica quantitativa a quella accentuativa: il termine arsis da un originario sublatio pedis (sollevamento del piede o del dito) fu erroneamente reinterpretato sublatio vocis (cio€ accento della voce. secondo la testimonianza degli antichi. 2.Piede (poesia) 9 Piedi di sette morae – – – – epitrito primo: € ‚ ‚ ‚ epitrito secondo: ‚ € ‚ ‚ epitrito terzo: ‚ ‚ € ‚ epitrito quarto: ‚ ‚ ‚ € Piedi di otto morae – docmio (forma base): € ‚ ‚ € ‚ – ipodocmio: ‚ € ‚ € ‚ – dispondeo: ‚ ‚ ‚ ‚ Di questo ampio repertorio. tempo forte). il cretico. 8. il dispondeo. l'epitrito primo e quarto. il giambo. N. colpo del piede o del dito) fu reinterpretato come positio vocis (riposo o abbassamento della voce). il docmio (che € considerato perƒ un piede composto) Il ritmo dei piedi Ogni piede era. lo spondeo. il baccheo. il tempo debole viene definito dagli autori antichi arsi (dal verbo a†rŠ. il peone primo e quarto. Essi sono 1. metra. come il digiambo. 9. Quando l'arsi precede la tesi. l'epitrito terzo e secondo. Per tale consuetudine. . alcuni piedi quadrisillabici si possono ridurre a sizigie di piedi bisillabi. diviso in due parti: il tempo forte (di norma una o due sillabe lunghe. le quali venivano scandite. 4. ritmicamente parlando. il ritmo € discendente. 6. che non ha una durata di due morae. a proporzione 1:1. il trocheo. Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura . la prima lunga di un metro giambico). Tale lunga.Piede (poesia) 10 Il genere dei piedi Inoltre. il dattilo e il coriambo il genos diplasion a proporzione 1:2. in quanto la sua presenza turba i rapporti proporzionali del verso (se la proporzione del giambo € 1:2 e dello spondeo 1:1. gli antichi dividevano i piedi in quattro generi: – – – – il genos ison. il genos h‹mi…lion. a seconda dei rapporti numerici esistenti tra arsi e tesi. che vale sempre tre morae) – in alcuni contesti. come il giambo. ipercatalettico) – possono subire anaclasi – possono essere rimpiazzati da un piede secondario dallo stesso valore metrico (ad esempio un giambo €‚ puƒ essere sostituito da un tribraco €€€. varie trasformazioni: – possono perdere o acquisire una sillaba all'inizio a alla fine (piede acefalo. come lo spondeo. non esprimibile tramite numeri naturali). a proporzione 2:3. l'anapesto. viene detta lunga irrazionale. lo ionico a minore e lo ionico a maiore. come il cretico e il baccheo il genos ep†trition. una sillaba breve puƒ essere sostituita da una sillaba lunga (ad esempio. procefalo. nel contesto di un verso. la lunga irrazionale assume un valore intermedio. ma ha un valore intermedio fra una e due morae. Trasformazioni dei piedi prototipici I piedi prototipici possono subire. Voci correlate – Metrica classica Altri progetti – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. a proporzione 3:4. catalettico. a cui appartengono gli epitriti se considerati come piedi indipendenti. l'esatta definizione € discussa. Il giapponese € una lingua famosa per le sue quantit• moraiche. ma piuttosto quello 5 more/7 more/5 more. Portale Linguistica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di linguistica . mentre la parola • ‚ (che significa "oggi") viene letta kyŠ (o kyou). come il latino. Voci correlate – Metrica classica Altri progetti – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. le more si computano come segue: 1. Come molti termini linguistici. Nella metrica classica era l'unit• di misura della durata delle sillabe e valeva un "tempo" ovvero una sillaba breve (U). che a sua volta . che determina la quantit• di una sillaba. 4. Il termine. La maggior parte delle sue variet•. Caratteristiche In generale. Il nucleo sillabico rappresenta una mora nel caso di una vocale corta. "indugio". in altre. L'attacco consonantico di una sillaba non rappresenta alcuna mora. 2. due more nel caso di una vocale lunga o dittongo. le bimoraiche sillabe lunghe. una sillaba con una vocale lunga o dittongo nel nucleo e una o pi„ consonanti nella coda € considerata trimoraica. Per esempio. e le trimoraiche sillabe extralunghe.determina l'accento. la coda consonantica di una sillaba rappresenta una mora. ed € invece una sillaba bimoraica. le sillabe monomoraiche sono definite sillabe brevi. In generale. come l'irlandese. La prosodia oggigiorno la utilizza con la stessa accezione. 3. inclusa la lingua standard. che significa "residenza" € letto kyo. che significa "ritardo". Nel caso di lingue in cui alcune consonanti possono servire da nucleo sillabico (consonante vocalica). come comunemente creduto. rappresentano una mora se brevi e due more se lunghe. In alcune lingue. € tratto dal latino. Si ritiene che nessuna lingua usi sillabe che contengono quattro o pi„ more. € un'unit• di suono usata in fonologia. usano le more alla base del sistema fonetico piuttosto che le sillabe. Una sillaba contenente una mora € detta monomoraica. Esempi – Il kanji giapponese €. l'haiku in giapponese moderno non segue lo schema 5 sillabe/7 sillabe/5 sillabe. mentre la sillaba lunga (‚) ne equivaleva a due. In alcune lingue. una con due more € detta bimoraica.Mora (fonologia) 11 Mora (fonologia) Una mora (plurale more o morae). no. ed € una sillaba monomoraica.in alcune lingue . Nuvole. a causa della somiglianza dello schema • € € alla forma del dito). 2. in quanto usato nei canti delle processioni nuziali (imenei). Es. Questo € lo schema puro: quando compare in questa forma. nella poesia lirica. ed esclusivamente nei versi destinati alla poesia lirica. Caratteristiche Si compone di un'arsi di una sillaba lunga e di una tesi di due sillabe brevi. sono sostituiti al dattilo solo molto raramente. Cola e versi dattilici puri I metri dattilici puri hanno due principali usi nella poesia greca: 1. il monometro dattilico € anche detto metrum hymenaicum (metro imeneo). ma di ritmo ascendente. ma costruiti secondo le regole della metrica eolica. Costituiscono il gruppo di gran lunga pi„ grande e di maggior uso. ®ˆŽŒŠ•ž—‘•›˜ ¯Ž• (Aristofane. di quattro more senza ritmo definito. che non sono combinati in sizigie. Monometro dattilico Il suo schema base €: • € € : • € €. la sostituzione con lo spondeo € meno frequente o eccezionale (nel caso dei dattilo-epitriti) e l'ultimo piede puƒ essere anche non catalettico. al contrario. didascalica ed elegiaca. l'anapesto ( € € •). le sostituzioni con lo spondeo sono frequenti e l'ultimo piede € sempre catalettico. In questo tipo di versi € anche possibile una forma con anacrusi. nella poesia epica. – versi dattilo eolici: sono versi dal ritmo dattilico. contato di preferenza per metri. € un piede della poesia greca e latina. e il proceleusmatico (€ € € €). Forme Si distinguono due gruppi di versi dattilici: – versi dattilici puri: sono quei versi costruiti secondo le normali regole della metrica classica. . il cui uso € per lo pi„ limitato alla poesia lirica monodica. La sostituzione con lo spondeo € possibile in uno o in entrambi i piedi. si tratta di un verso imenaico) Del monometro dattilico esiste anche una forma catalettica. dallo schema • € € . e in certe forme della poesia religiosa (inni e oracoli): in questo genere di poesia. (X sta per sillaba anceps) che si incontra nelle strofe di dattilo epitriti. X. i versi impiegati (esametro e pentametro) contano cinque o sei piedi. daktylos. 280. del tipo: • : • € € : • ¬ bene osservare che queste forme (ad eccezione dell'hymenaicum) tendono a confondersi con altri schemi metrici e solo il contesto metrico complessivo consente di identificarli come dattili. piede sempre di quattro more. Œ£ž“› •˜. di conseguenza appartiene al Œ•Ž•• ‘’•Ž e il suo ritmo € discendente. puƒ essere in genere liberamente sostituito dallo spondeo (• •) la cui durata € uguale e il cui ritmo puƒ essere discendente o ascendente a piacere. La sua durata € di quattro morae. "dito". i versi contano un numero di piedi variabile.12 piedi Dattilo (metrica) Il dattilo (dal gr. In questo caso. la tripodia dattilica diviene indistinguibile dal ferecrateo. il secondo come forma acefala e catalettica. •°±Ž ¢•‰Œ’. (Si veda esametro e pentametro per maggiori notizie) Es. secondo gli schemi: X:•€€:•€€:••:X Es. 45 B) Quando il dimetro dattilico compare con l'ultimo piede spondaico e gli altri dattilici. € : • € € : • € € : X] (Pindaro. processione rituale in cui l'uso di questo verso era frequente). non € distinguibile dal paremiaco (dimetro anapestico catalettico) con primo piede spondaico: solo il contesto indica se ci si trova di fronte a un ritmo dattilico o anapestico. sono anche possibili forme ipercatalettiche del prosodiaco piano e del prosodiaco acefalo. In sistemi prosodiaci. Il suo schema base €: •€€:•€€|•€€:•€€ Es. si incontra anche nelle strofe dattiliche e negli asinarteti. in tal caso. Tanto il prosodiaco che l'hemiepes sono stati impiegati gi• da Archiloco nei suoi asinarteti ed epodi. tanto la tripodia dattilica che l'hemiepes possono comparire. ºŸš' »†ˆ. ammettendo come soluzione tanto lo spondeo che il trocheo (• €). entrambi i versi si incontrano poi nella lirica corale. che le viene attribuito perchª € identica alla prima parte dell'esametro diviso dalla cesura pentemimera. Elena. quando l'anacrusi si presenta lunga.Dattilo (metrica) 13 Tripodia dattilica Si incontra come žŸ •Ž isolato o ripetuto pi„ volte. fr.: • € € : • € € | • € € : • X. Tripodia dattilica catalettica o hemiepes La tripodia dattilica puƒ apparire anche nella forma catalettica in syllabam: • € € : • € € X. 1 B) Prosodiaco Una tripodia dattilica catalettica in syllabam con anacrusi. ½•‰Ž—‘ˆŽ•Ž ž•ž¾Ž •¿ž•Œ' À†ˆš¨•‰ [schema • € € : • € € | • € € : • • ] (Archiloco. Elena. Fr. 2) Nel prosodiaco. 862) •€€:•€€:••:X Es. fr. 456) Talvolta l'ultimo piede si presenta catalettico in duas syllabas. 13) Il prosodiaco. Œˆ‹‘•“• • € € : • € € : • € € (Euripide. perchª Archiloco se ne € servito nei suoi epodi. ‘’ •˜ (Alcmane. 98 B. Pitica I. € noto come metrum archilocheum. Il suo schema € questo: X : • € € : • € € : X. ² “³˜ ¨ˆ•§ ´Ž µ•‘£¨ˆ‰• [sch. i dattili sono sostituiti solo eccezionalmente da spondei. il primo come forma acefala del prosodiaco.) Il dimetro dattilico puƒ anche comparire nella forma catalettica in duas syllabas. . “•‰£Œˆ š¦‘•“•. ¼• ‰—••. ¨™†•“ˆŠ ®‰—˜ (Alcmane. (che corrisponde alla seconda met• del verso esametrico tagliato dalla cesura pentemimere. Es. Dimetro dattilico ¬ il žŸ •Ž pi„ comune nei sistemi dattilici. Tale struttura metrica € pi„ nota con il nome di hemiepes o penthemimeres. supponendo il terzo piede spondaico) € nota invece con il nome di prosodiaco (da •Š—š•Œ•˜. Es. ¶‰ž· š“ˆ¥•Ž•¥•Š‹•Ž žŠˆ‹šš” (Euripide. V Nemea. Il suo schema €: •€€:•€€:•€€ Ad es. ‘±Ž ¸£š‰˜ ¢† •¹• ¢Š‡£ (Pindaro. Es. ed € normalmente designato come metrum alcmanium o alcmanio. fr. – parte dattilica: l'ultimo dattilo € catalettico in duas syllabas – un giambo finale. Il dimetro dattilico catalettico in syllabam € pi„ frequente. 543) Ne esiste anche una forma con anacrusi. un giambo. il verso non ha cesura. che rispondono alle caratteristiche principali della metrica eolica: isosillabismo (il dattilo non ammette la sostituzione con lo spondeo) e base eolica iniziale. . Catalettico in syllabam con anacrusi: X: • € € : • € € : • € € : • € € : X Trimetro dattilico Il suo schema €: •€€:•€€|•€€:•€€|•€€•€€ Quando compare nella sua forma pura. nelle forme catalettiche non resta che una sillaba indifferens. Lo schema €: •€€:•€€|•€€:X Es. 14 Pentapodia dattilica Lo schema €: •€€:•€€:•€€:•€€:•€€: Questo metro si incontra talvolta nelle strofe dattiliche. ©Ž•Ã. Ä“•Šˆ œ•“’•˜ ‘£ž•Š Ÿ•˜ (Simia. 6 D. Questi gli schemi: 1. Nella sua forma normale. Alcmane nei suoi parteni. di cui. Solitamente si considerano trimetri dattilici quelli che compaiono in contesti lirici. che in periodi di dattilo-epitriti o di dattili puri. diviene perƒ molto difficile distinguere questo metro dall'esametro. 1132-33) Se l'ultimo dattilo € risolto in uno spondeo. Dattili eolici Sotto questo nome vengono inclusi alcuni metri. si puƒ incontrare tanto in periodi eterogenei di versi misti. Catalettico in syllabam: • € € : • € € : • € € : • € € : X Es. e spesso non distinguibile dal dimetro dattilico normale. Es. mentre in epoca alessandrina diventano pi„ rari. “ŸŽ ‘ˆ†£ ”Ž ®•Ž•ŸŽ Æ•• ž Çœ•‘’Ž•Ž (Sofocle. Le forme pi„ frequenti sono quella trocaica e spondaica. Lo schema di base di questi metri € comune ed € cos‚ composto: – base eolica (X X): puƒ essere resa con un trocheo. Saffo nei suoi epitalami.Dattilo (metrica) ma si tratta di un metro raro. Aiace. ma € estremamente rara. 224) 2. •• « ¸Š•“ŸŽ Œ‰•‘ˆ‰¸•‘’Ž• (Eschilo. il trimetro € chiamato metrum ibyceum (dal poeta Ibico). Ȩ ‰•Ž ÉŒ’ š•‰ •Êžˆ“‰ ‡Š¤š—‘ˆŽ•Ž “¾ ‘ˆ¨™š“ˆŠ•Ž (Sofocle. Supplici. Negli esempi pi„ antichi le sostituzioni con lo spondeo non sono infrequenti. prese il nome di metrum simieum dal poeta alessandrino Simia di Rodi. ma esistono casi accertati in cui anche i poeti lirici si sono serviti dell'esametro eroico: cos‚ fecero Terpandro nei suoi nomoi. un pirrichio o uno spondeo. che scrisse un poemetto con questi versi. Filottete. Á•ÂŠˆ. di forma dattilica.) •€€:•€€:•€€:•€€:•• La forma catalettica in syllabam e la forma catalettica in syllabam con anacrusi sono possibili. ma rare. È“¨‰ •£ •‰ •—“• (Saffo. fr. …Š£‘•Ž ‘±Ž Ë†Ì š’¨ˆŽ. questo metro di quattordici sillabi € il pi„ utilizzato tra i metri eolici: tutto il secondo libro di Saffo era scritto in questo metro.Dattilo (metrica) 15 Eptapodia eolica catalettica Schema: ( X X |• € € • € € • € € • € € • | X) Si tratta del verso pi„ esteso tra i dattili eolici. fr. Es. di undici sillabe. . Î ‘ˆ ωšŒ•‘’Ž• ž•“ˆ ‹‘••Žˆ (Saffo. ÍŠ•˜ »††ˆ •˜ °‘ˆŠ—¥•Ž“•˜ ¢¦Œ”Ž (Saffo. 99 D. Es. fr. Efestione cita questo esempio: ž’ •‘•‹ “‰Ž• “¾Ž ‡•Š‰’Ž“• º’Ž”Ž• ž£ ˆšš•‰ (Alceo. 40 D) Di questo metro esiste anche la forma catalettica ( Schema: X X| • € € • € € • € € • | X). anche se € pi„ rara. 121 D) Pentapodia eolica Schema: X X |• € € • € € • € € •| € X Questo metro. usato come verso stichico. 3 D) Voci correlate – – – – metrica classica esametro pentametro metrica eolica Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Dattilo – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. 96. L'idillio XXIX di Teocrito € scritto in tale metro. Es. € stato impiegato abbastanza di frequente da Saffo. in questo caso la base € un pirrichio) Esapodia eolica Schema: X X| • € € • € € • € € • | € X Chiamato anche š••¥‰ž¾Ž “ˆšš•Š•ž•‰Œˆž•š™ •¸•Ž. fr. in relazione alle caratteristiche ritmiche del metro. Voci correlate – Metrica classica Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Spondeo – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. la sillaba lunga che sostituisce la sillaba breve dei metri originali € definita lunga irrazionale. appartenente al †’Ž•˜ ¿š•Ž (g•nos †son). Origini Gli antichi designavano il trocheo tanto con il nome “Š•‡•Â•˜ troch“ios (dal verbo “Š’‡ˆ‰Ž. esso non ha un ritmo proprio definito. danza). come il dattilo o l'anapesto. in base alla codificazione della metrica classica. e sebbene sia considerato dagli studiosi moderni nel novero dei piedi prototipici (ossia. Tuttavia. Trocheo Il trocheo (chiamato dagli antichi anche coreo o corio) € un piede usato nella poesia greca e latina. che si presta tanto al movimento rapido che alla danza. Formato dalla successione di due sillabe lunghe (• •) € classificato come un piede quadrimoraico. tr•chein. in quanto il rapporto tra arsi e tesi € nella proporzione 1 a 1. bisillabo. che di quelli invece annoverati nel g•nos dipl„sion (rapporto 1:2). ch…ros. I primi versi trocaici a noi noti compaiono in Archiloco. dal momento che tanto la prima quanto la seconda sillaba possono fungere da tempo forte a seconda dei contesti. (da ‡•Š—˜. di ritmo discendente. correre) che ‡•ŠˆÂ•˜ chor”ios. come il trocheo (• €) e il giambo (€ •): in questo caso.Spondeo 16 Spondeo Lo spondeo € un piede in uso nella metrica classica. quei particolari piedi che stanno alla base di tutta la versificazione antica) non esistono metri basati sullo spondeo. e appartenente al †’Ž•˜ Œ‰• £š‰•Ž. Si compone di un elementum longum e di un elementum anceps (schematicamente €€X) che nella sua forma pura si realizza ed € conosciuto come • € di conseguenza. Esso perƒ € ampiamente usato e svolge un ruolo importante nelle sostituzioni tanto degli altri metri appartenenti al g•nos †son. si tratta di un piede di tre morae. in quanto la proporzione tra arsi e tesi € 2:1. (per la spiegazione di questo fenomeno si veda metrica classica). . Quando questi piedi compaiono in sostituzione del trocheo. e nelle parti liriche della tragedia. frequente: nelle sizigie € di solito ammessa solo nel secondo piede. • • = • [€] • € [€] – per anaclasi 1. dando origine alle seguenti variazioni: – per sincope: 1. formando uno schema • € • •) – l'anapesto (€ € •) – il dattilo (• €€) eccezionalmente. • € € • = • € • ƒ € 2. il loro tempo forte cade sempre sulla prima sillaba. come le strofe eolocoriambiche. Puƒ ammettere varie forme di risoluzione in uno o entrambi i piedi e talvolta appare come clausola alla fine di un periodo. . che lo soppianta in epoca classica. sia dai giambografi. che nelle parti recitate della commedia e della tragedia: anzi. secondo la testimonianza di Aristotele. Versi trocaici Monometro trocaico •€•€ Il monometro trocaico compare principalmente in periodi eterogenei. prevalentemente dello stesso metro. • € • = • € • [€] 3.Trocheo 17 Uso Come il giambo anche il trocheo € normalmente contato in metri o sizigie. sono usati nella poesia recitata. € • • € = • ƒ € • € I versi trocaici pi„ lunghi. € soggetto a sincope o ad anaclasi in alcuni schemi metrici complessi. Inoltre il trocheo. La soluzione degli elementa di arsi e tesi rende possibile la sostituzione del trocheo con – il tribraco (€ € €) – lo spondeo. È‘‘ˆ •—“‘•˜ (Pindaro. I žŸ • trocaici sono usati inoltre anche nella poesia lirica corale. Il monometro trocaico catalettico €. Nemea. VI 6b) Quando appare nella forma • € • • (equivalente all'epitrito secondo) € uno dei costituenti base dei versi dattilo epitriti. questo uso del tetrametro trocaico sarebbe pi„ antico rispetto al trimetro giambico. come il giambo. Es. e soprattutto in clausola. • • € = • [€] • € 2. metro di ritmo discendente. in particolare il tetrametro trocaico. nella sua forma • € • equivalente a un cretico: lo si incontra a fianco di altri žŸ • pi„ estesi. puƒ essere usato come verso indipendente o strettamente associato al colon successivo. che lo usƒ in un asinarteto. con o senza protrazione. v. comunque. Talvolta. e si trova spesso in associazione con i metri docmiaci. 18 . Ammette in genere un ampio numero di sostituzioni. 1327) Questo verso si incontra spesso tanto nella commedia che nella tragedia. la formula ¤ž™¨‰•Ž ¢•Ò ˆšˆŽ (perse il vasetto). sono rari. II. Puƒ apparire in serie di cola trocaici. in unione con versi eolo-coriambici. con un dimetro che inizia cos‚ con un giambo • € • € diviene € • • € ¬ un metro di uso antico. 560 segg. per il famoso passaggio delle Rane di Aristofane.). si possono invece verificare casi di anaclasi. I casi di sincope. In generale. Olimpica I. Es. dopo la cesura. o nei dattilo epitriti. con o senza protrazione. Questo perƒ non € il suo unico uso: lo si puƒ incontrare anche ripetuto ž•“« š“‹‡•Ž come verso indipendente. preceduto da un dimetro giambico. Troiane. Dimetro trocaico catalettico o lekythios •€•X|•€€ Il dimetro trocaico catalettico € un verso di ampio uso. solo o in unione con il dimetro trocaico catalettico. appunto. che si trova gi• in Alcmane. (v. formula che €. solo in Sofocle € raro.. Ippolito. ž •™šˆ“•‹ “‰˜ “ŸŽ Ñ•‰š¨ˆŽ (Aristofane. rari i casi di sincope. Questo žŸ •Ž si incontra gi• in Archiloco. а Œ± Œ¦ “‰Ž' »ŽŒŠ• (Pindaro. mentre Orazio imita pi„ da vicino l'uso greco usandolo nel cosiddetto "sistema ipponatteo" in coppia con il trimetro giambico catalettico in Carm. un dimetro trocaico catalettico. ••Š¥™Šˆ• ¥£Šˆ• (Euripide. il piede iniziale puƒ subire anaclasi (cos‚ in Eur. 126) Dimetro trocaico Il dimetro trocaico nella sua forma acataletta € il žŸ •Ž di cui ordinariamente sono composti i periodi e sistemi trocaici. Il žŸ •Ž € utilizzato da Plauto come tetrapodia piuttosto che come dimetro. 1200 e seguenti) in cui il poeta ridicolizza il trimetro giambico euripideo aggiungendo dappertutto. al contrario € molto pi„ frequente. non ammette molte soluzioni. o in connessione con versi eolo-coriambici. Vespe. tale metro € chiamato ipodocmio. sia nella forma standard che con varie sostituzioni: •€•€• A causa della sua somiglianza con il docmio. e nella poesia drammatica. ¬ anche detto lecizio o euripideum. 54) La forma catalettica. Es. Dimetro trocaico acataletto •€•X|•€•€ Es.Trocheo 18 Tripodia trocaica •€•€•€ La tripodia trocaica € rara: tutti i žŸ • trocaici che sembrano averne l'aspetto sono in realt• degli itifallici (vedi sotto). € presente in Alcmane e nella lirica corale. sia in sistemi con il dimetro trocaico acataletto che in sistemi misti. Es.Trocheo Dimetro trocaico brachicatalettico o itifallico •€•€•• Nel dimetro trocaico brachicatalettico. Es. le sostituzioni in genere non sono molte. 7) . 84 B) La sua forma potrebbe far pensare a una tripodia. in quanto utilizzato nei canti delle processioni per il dio della fertilit•. ma € usato occasionalmente nei periodi trocaici.. fr. Es. Es. Tale verso ammette soluzioni nel primo metro e il qualche caso anaclasi (anche se in tal caso si confonde con un dimetro bacchiaco). 634) Appena un po' pi„ frequente € la sua versione catalettica •€•X•€•€• entrambi appaiono solo nei periodi e sistemi lirici. ma poichª lo si incontra anche in responsione con dimetrici trocaici acataletti. Ó‘’ŠÔ ‡Š‹š•š' »¥›ž“•Ž •°š“—Ž (Eur. Questo schema € definito dagli scolii metrum stesichorium (dal poeta arcaico Stesicoro). Œˆ§Š• Œ¤§“ˆ º•Âš•‰ (Saffo. Medea. anche se spesso in tali contesti viene considerato un monometro + un dimetro. Tesmoforiazuse. XVII. si deve pensare a una sincope del penultimo piede. I suoi usi sono molteplici: esso compare come secondo elemento di molti asinarteti o come clausula alla fine di sistemi di žŸ • trocaici e non. 55) Trimetro trocaico •€•X|•€•X|•€•€ Anche il trimetro trocaico acataletto non € un verso di uso molto comune. ŒˆÂ Œ± “•™“¤˜ “Õ˜ ƸŠˆ”˜ Ö‘ÂŽ “¾Ž »ŽŒŠ• (Aristofane. 465) Nella sua forma epitritica •€••|•€••|•€•€ si incontra nei dattilo epitriti. Questo žŸ •Ž € tradizionalmente noto con il nome di itifallico. Ž§Ž •Š—•ˆ‘•' ¢•' •ÊŠ•Ž•§ ¨—•Ž (Bacchilide. Non compare mai come verso stichico. anche il penultimo piede perde la sua arsi. Es. ¢¥¨—Ž”Ž ¢š“ŸŽ ËŽ °‘ˆŠ“•Â˜ ¢•‰Œ•Â˜ (Pindaro. 19 Pentapodia trocaica •€•X•€•X•€ La pentapodia trocaica € un metro che appare piuttosto raramente. Olimpica VI. Menecmi. Frag. ammettendo sostituzioni in tutte le sedi. 99 B) 20 Tetrametro trocaico Per approfondire. Es. La sua prima attestazione € in Archiloco. Pentametro trocaico • € • X | • € • X |• € • X | • € • X | • € € Callimaco sperimenta in un suo epigramma questo tipo di verso Es. vedi Tetrametro trocaico. lo schema metrico € il seguente: • X | • X | • X | • X || • X | • X | • € x Es. vedi Settenario trocaico. Saepe tritam saepe fixam saepe excussam malleo (Plauto. . La forma pi„ documentata € quella catalettica. • € • X | • € • X || • € • X | • € € ¬ il verso principale delle parti dialogate dei drammi sia greci che latini. Nel dramma latino il verso € chiamato settenario trocaico. che deriva da una forma acataletta di origine lirica. ׈§ •£“ˆŠ †£‘•Ž ‘±Ž •Êž ËŒ•‰š£‘¤Ž (Archiloco. 403) Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Trocheo – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. 400 Pfeiffer) Settenario trocaico Per approfondire. Fu un verso tipico del teatro arcaico latino. fr.Trocheo Trimetro catalettico •€•X|•€•€|•€• si incontra pi„ di frequente. appare in seguito insieme ad altri žŸ • trocaici in sistemi lirici. . ØŠ‡ˆ“•‰ •• Ù˜ ‘±Ž Ú°†•Â•Ž Œ‰•“‘¦Ã•˜ ¢•' •°Ž¤ŠÕ˜ Á‹•› (Callimaco. Soli o in unione con altri metri epodici. e la cui etimologia € di origine anellenica. Il tempo forte. . il trimetro giambico divenne il metro abituale delle parti parlate della tragedia e della commedia. una vecchia serva del re di Eleusi. prendere in giro". ma nelle sizigie si incontra solo nel primo giambo di ogni metro. Origini L'etimologia del nome giambo resta ignota. "colpire". Esso € formato da un'arsi di una sillaba breve e di una tesi di una sillaba lunga. anche se con forti variazioni a seconda del genere d'uso e del tipo di verso. nell'et• classica. i metri giambici furono largamente adoperati nella poesia giambica e nella metrica corale e continuarono ad essere usati sia nella poesia alessandrina che in quella latina. paragonando quindi il gesto del lanciatore al ritmo del giambo. poteva essere sincopata. come testimoniano i temi della poesia giambica. oppure lo si faceva derivare dal verbo °•‘¸‹œ” (iambizÜ). e non per piedi. o da °£•“ˆ‰Ž. come altre fonti sui misteri eleusini e sugli scherzi rituali ad essi collegati sembrano indicare. Celeo. tra i metri greci pi„ antichi. dopo l'esametro. In ogni caso il giambo € associato.Giambo 21 Giambo Il giambo (¿•‘¸•˜) € un tipo di piede adoperato nella metrica classica. allo scherzo. che con le sue battute e scherzi avrebbe indotto a ridere la dea Demetra. sin dalla sua presunta origine mitica. si conta per metri. la soluzione spondaica (• •) in cui la prima sillaba lunga € detta irrazionale (si veda metrica classica). non € chiaro perƒ se la sillaba cadesse semplicemente o se e quando ci fosse protrazione sulla sillaba successiva. Gli antichi accostavano la parola al nome di Û£‘¸¤ (Iambe). Uso I versi giambici sono. inoltre. Particolarit• Di norma. Tali etimologie sono rifiutate dai moderni. abile lanciatore di giavellotto. caratterizzato da una sillaba breve e una lunga. che ritengono invece che sia il nome proprio sia il verbo derivino dalla terminazione in -•‘¸•˜. che accostano a parole come thriambos e ditirambo. L'arsi. dallo schema € •. Si pensa anche che possa derivare dal nome Ý•‘¸•˜. il figlio di Ares. non € rara. inconsolabile a causa della scomparsa della figlia. alla battuta. dal momento che il rapporto tra arsi e tesi € 1:2. sono possibili anche soluzioni dattiliche (• € €) o anapestiche (€ € •). conta tre morae e appartiene al genos diplasion (Œ•Ž•• •–—˜™’–•Ž). in ogni caso. nomi di canti che si riferiscono al culto di Dioniso. rimane nella seconda parte del piede. talvolta. che significa "scherzare. e il modello da cui i romani trassero il senario giambico. L'equivalenza del giambo con l'anfibraco (€ € €) mantenendo la misura di tre more. quando il giambo compare in un numero pari di unit•. non crea difficolt•. Il giambo ammette molteplici sostituzioni. cosa che non accade quando i giambi sono dispari. ovvero "scagliare". La connessione del giambo a Demetra e ai culti della fertilit• perƒ non sembra casuale. al motteggio. la forma ipercatalettica: € • € • X. €•€•|. Eracle. a seconda dei casi. ma pi„ rare. questo tipo di verso perƒ puƒ ammettere. 3. il dimetro € il colon pi„ frequente nei periodi o nei sistemi. Dimetro giambico Fra i metri giambici. la forma catalettica: € • X „ (in cui „ sta per la sillaba mancante). con lunga irrazionale nel primo giambo: • • : € • : € • con un anapesto nel primo giambo: € € • : € • : € • con un tribraco iniziale: € € € : € • : € • con un dattilo iniziale • € € : € •: € • € • Altre sostituzioni sono possibili. ad esempio. ad esempio. Es. prestandosi soprattutto ad esclamazioni. sono possibili varie sostituzioni: 1. La sua forma pura €: €•€•€• e cos‚ compare. ma pi„ spesso viene invece associato ad un docmio. ma puƒ comparire anche in unione con un docmiaco o tra i dattilo epitriti. ver. Il suo schema puro €: €•€•|€•€• La lunga irrazionale € normalmente ammessa solo nel primo piede di ogni metro. dattilo. identica in apparenza a un baccheo (€ • •) Tripodia giambica Non € un colon molto frequente. ne unisce due a formare un tetrametro dicatalettico. Il dimetro giambico appare anche in forma catalettica (hemiambus): €•€•|€•€„ Qualora anche il primo piede dell'ultimo metro subisca sincope. La tripodia dattilica puƒ comparire in forma isolata. ÛŒ•Ù °Œ•™ (Euripide. 4. non di rado € inserito anche tra i trimetri del dialogo. 2. secondo lo schema € • € • | € • X || € • € • | € • X Serie di dimetri giambici catalettici kat‡ st€chon compaiono in alcune odi di Anacreonte e sono uno dei metri preferiti degli autori di Anacreontea Il dimetro giambico possiede anche una forma ipercatalettica: € • € • | € • € •| X . ma non € raro nella poesia drammatica e nella lirica corale.•:•„ Il dimetro giambico catalettico € stato variamente usato nella poesia lirica (non corale): Saffo. o presentarsi variamente sincopata. 904) Del monometro.Giambo 22 Metri giambici Monometro giambico Questo colon ha schema € • € • ammette la sostituzione della prima breve con lunga irrazionale e di solito fa parte di periodi o di strofe di metro giambico o misto. una grande variet• di soluzioni (tribraco. anapesto). che si trova in qualche colon isolato o nei dattilo epitriti. 2. si definisce brachicatalettico. in un verso di Bacchilide (XVII 48) “£¥•Ž Œ± Ž•›¸£“•‰ Da questo schema base. sono possibili anche: 1. secondo lo schema: € • € • | € • € • ||€ • € • | € • € • Questo tipo di verso si incontra gi• in Alcmane e in Alceo. ¬ inoltre da notare che entrambi i tipi di tetrametro.Giambo Questa forma € particolarmente nota. in Sofocle ed Euripide. in particolare lunghe irrazionali e tribraco. Tale verso € molto libero nelle sostituzioni: negli esempi noti. ma si incontra anche nei versi eolo-coriambici e nei dattilo epitriti. mentre tutti gli altri possono assumere forma spondaica. in quanto composti da due cola. . in questo caso) a met• verso. dove finisce un colon e inizia il secondo. in quanto appare come terzo verso della strofe alcaica. Questo verso € anche presente in storie di Canterbury di Geoffrey Chaucer Trimetro giambico Si veda trimetro giambico. 23 Pentapodia giambica La pentapodia giambica non € un verso comune. Un dimetro giambico seguito da un dimetro giambico catalettico forma un tetrametro giambico catalettico: € • € • | € • € • ||€ • € • | € • € „ Lo si incontra gi• tra i giambografi (Ipponatte) e di frequente nella Commedia antica. hanno normalmente la pausa (una dieresi. Voci correlate – Metrica classica – Metrica latina Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Giambo – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. solo il settimo piede € sempre giambico. Lo si incontra nella lirica corale (Pindaro). Pentametro giambico Si veda Pentametro giambico. dattilica o anapestica. Tetrametro giambico Il tetrametro giambico € l'unione di due dimetri giambici. Ottometro giambico catalettico Verso utilizzato solo dal poeta ellenistico Boisco di Cizico. non sono rare. La sua forma base €: €•€•€•€•€• ma le sostituzioni. Ad esempio si puƒ citare un verso delle Rane di Aristofane (v. Un esempio. Portale Antica Grecia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Antica Grecia Note [1] http:/ / thes. L'utilizzo dell'antibaccheo come piede indipendente € rarissimo e si incontra solo in epoca ellenistica o pi„ tarda. á “•§Š•˜ Œ' ╉žˆŽ ž›Š‹Ãˆ‰Ž “‰Ž' •Š‡£Ž. come in un inno di Mesomede. Questo verso si incontra tanto nei lirici che negli scrittori drammatici. si puƒ citare Euripide. php?id=29046 [2] http:/ / thes. sbn. firenze. à Ý•ž‡ˆ. marzo 2013. e utilizzato nei canti in suo onore. l'ultimo piede di un verso € indifferens. Su altri suoi utilizzi. it/ Baccheo Il bacch‚o € uno dei piedi della metrica greca e latina. I principali metri bacchiaci sono: – Il dimetro bacchico (€ • • | € • •). – Il trimetro bacchico (€ • • | € • • | € • •) € un verso rarissimo. secondo la regola usuale. Ad esempio. . bncf.Giambo 24 Collegamenti esterni – Giambo [1] in ÞTesauro del Nuovo Soggettario [2]ß. 23 N. Il termine "baccheo" deriva da Bacco: questo ritmo era legato al culto di Dioniso. dal momento che con questo termine i metricologi antichi indicavano anche il coriambo e l'antispasto. Il baccheo ammette talvolta risoluzione di una delle sillabe lunghe. il palimbaccheo o antibacch‚o o baccheo rovesciato (• • €) di ritmo discendente. soprattutto in Eschilo. BNCF. Spesso sizigie trocaiche o giambiche sincopate assumono la forma di un baccheo: i bacchei veri e propri sono invece rari. fr. Si compone di una sillaba breve seguita da due sillabe lunghe (€ • •): € di conseguenza un piede di 5 more. mentre. e si incontrano nella lirica corale e di tanto in tanto nella poesia drammatica. 994: ¥•Žˆ™•›š• •‰‘ŸŽ Œ‰•‘•£Ã – Il tetrametro bacchico (€ • • | € • • | € • • | € • •) € il verso meno raro tra i metri bacchiaci. firenze. che perƒ non € praticamente mai usato come piede indipendente. bncf. Questo piede possiede anche un "gemello". appartenente al g•nos hemi…lion. di ritmo ascendente. non si puƒ avere molta certezza. da Eschilo. it/ termine. 316) Ý•ž‡'. € anche possibile la sostituzione della sillaba breve con una lunga irrazionale. in quanto il rapporto tra tesi ed arsi € di 2:3. Baccanti. sbn. Altri progetti – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. l'inno religioso cantato in onore di Apollo. dando origine a un molosso (• • •) Origini ed uso L'etimologia riconnette il nome cretico all'isola di Creta: tale ritmo. Metri cretici Monometro cretico Il monometro cretico si incontra. a servirsene per primo. Il cretico era una sequenza particolarmente raccomandata nelle clausule della prosa a partire da Trasimaco tanto nell'oratoria greca che. lo utilizza di frequente. la sillaba breve puƒ essere sostituita da una lunga irrazionale. non € possibile definirne il ritmo come ascendente o discendente. Raro invece € il suo uso nella tragedia. successivamente. una sillaba breve e una sillaba lunga (• € •) ed € di conseguenza un piede di cinque more. gli iporchemi. Si compone di una sequenza di una sillaba lunga. deriva da peana. dal momento che in epoca arcaica la distinzione tra peana ed iporchema era molto labile. Il nome peonio. Nei tragici invece compare invece a volte formato di due peoni quarti. secondo le testimonianze degli antichi. il cretico € un verso strettamente collegato alla lirica corale: il primo esempio di cretico conosciuto € contenuto in un frammento di Alcmane. i primi tre dimetri sono uniti tra loro da sinafia. non di rado associato a metri trocaici. invece. in questi versi tratti dai Cavalieri di Aristofane. € anche possibile risolvere entrambe le sillabe lunghe. Tale preferenza era poi favorita dal fatto che. in quella romana (anche Cicerone lo utilizza spesso). talvolta all'inizio di qualche colon o verso eolo-coriambico. che consentiva all'oratore di utilizzarlo per dare ritmo alle sue frasi senza dare per questo l'impressione di recitare in versi. Il suo utilizzo sarebbe stato principalmente riservato ai canti che accompagnano la danza. originati dalla risoluzione di una delle sillabe lunghe del cretico. secondo la trattatistica antica. Questo era dovuto al suo raro uso nella poesia. in quanto il rapporto tra arsi e tesi € di 2:3. sarebbe stato in uso nelle musiche di quella regione ed sarebbe stato inoltre un cretese. o in qualche altra costruzione metrica particolarmente rara. 222 segg. 䊕 ŒÕ“' •Êž ¢•' ¢Š‡Õ˜ Œ¦ •›˜ ¢Ž•‹Œˆ‰•Ž 啈Š ‘—Ž¤ . il poeta e musicista Taleta. che dai grammatici antichi € definita orthios o arãthmos). composto di preferenza in questo metro: tale diversit• di utilizzo dei metri cretici € pi„ apparente che reale. Le due sostituzioni naturali del cretico sono il peone primo ( • € € €) e il peone quarto (€ € € •). questo tipo di verso era particolarmente vigoroso e robusto. se non inesistente. formando la sequenza € € € € €. dal momento che l'arsi € incastonata in mezzo alla tesi. appartenente al g•nos hemi…lion. Dimetro cretico Il dimetro cretico (• € •| • € •) si incontra come elemento costitutivo di sistemi di estensione variabile: presenta spesso il fenomeno della sinafia. Sin dalle sue origini. Soprattutto quando associato con i docmiaci. Ad esempio. soprattutto nelle sue prime commedie. vv. mentre Aristofane. mentre Bacchilide compose interi composizioni in soli metri cretici.Cretico 25 Cretico Il cretico € un piede della metrica greca. e il cretico puƒ essere sostituito con un peonio in tutti i piedi. 26 Trimetro cretico Il trimetro cretico ( • € •| • € •| • € •) si incontra talvolta come colon o verso isolato. KŠ¤š‹•‰˜ ËŽ 曨‘•Â˜ ••ÂŒ• ‘’ Ï”‘ˆŽ. tranne l'ultimo. 49) Pentametro cretico Il pentametro cretico acataletto (• € •| • € •|| • € •| • € •|• € •) chiamato anche teopompeo. fr. Es. Es. normalmente con il primo piede risolto in un peone. o in unione con cola docmiaci. ‘£Š†•˜ Œ' ØŠ”˜ •Â• ••Â˜ ••‹šŒˆ‰ (Alcmane. Supplici. 36 D) Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Cretico – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. dal poeta comico Teopompo € anch'esso assai raro. fr. Esametro cretico catalettico Questo raro metro (• € •| • € •| • € •||• € •| • € •| • € •|) € stato adoperato da Alcmane. 祊•Œ‹“• •Êž âš“‰. ma non € sempre rispettata. che ammette lo iato e la sillaba indifferens alla fine. 418. ¥Š—Ž“‰š•Ž ž•• †ˆŽ•§ ••ŽŒ‹ž”˜ (Eschilo. Es. Portale Antica Grecia Portale Letteratura . Es.Cretico •Š•š“•“ˆÂ 椓—Š”Ž In Aristofane inoltre si incontra anche la forma catalettica (estremamente rara) del dimetro ( • € •| • X „). (Lyrica adespota (PMG). •ÊŒ± “Ÿ ¼ŽÒž£ ” •ÊŒ± “Ÿ ¶›Šš™ • (Alcmane.) Tetrametro cretico catalettico Il tetrametro cretico catalettico (• € •| • € •| • € •| • X „) € un verso raro.61 D. il suo utilizzo prevalente € perƒ nei periodi cretici. cretici puri) Tetrametro cretico Il tetrametro cretico ( • € •| • € •||• € •| • € •) per la sua estensione puƒ essere impiegato come verso stichico. La dieresi centrale € usuale. fr. Il nome del metro deriva dalle popolazioni ioniche dell'Asia Minore. Es. •• ‰•• ‘±Ž é‘•Ž ꌈ (Anacreonte. Lo ionico a minore non subisce frequentemente sostituzioni: nel caso le due sillabe brevi siano sostituite con una lunga. Fenomeno invece caratteristico dei piedi ionici € l'anaclasi: 1. ed € quasi certo che iniziarono la loro esistenza come metro autonomo solo in et• ellenistica. 123. Ionici a minore Monometro ionico a minore Questo colon. € probabile che fosse la prima ad essere specialmente marcata. invece l'anaclasi avviene all'interno del piede. Benchª le due sillabe lunghe formino nel loro insieme il tempo forte. che era quindi stata reinterpretata come un metro giambico con anapesto iniziale e come tale era trattata. fr. composto da un solo piede ionico. Dimetro ionico a minore I dimetro acataletto di forma pura (€ € • • |€ € • •) o con anaclasi (€ € • € • € • •) € il colon ionico pi„ frequente. 44 D.Ionico (piede) 27 Ionico (piede) Con il termine piede ionico si intendono due piedi in uso nella poesia greca e latina. negli ionici a minore. Entrambi questi piedi contano sei more. gli ionici a maiore appaiono invece pi„ tardi. negli ionici a maiore. il ritmo € ascendente per lo ionico a minore e discendente per lo ionico a maiore. lo ionico a minore (€ € • •) e lo ionico a maiore(• • € €). I metri sincopati invece non sono infrequenti nei sistemi strofici o nei periodi della lirica corale e della poesia drammatica. nei numerosi autori di Anacreontea. presso le quali si incontrano le pi„ antiche testimonianze dell'uso di questo metro (in particolare con Anacreonte). forma con anaclasi) I primi esempi di dimetro si incontrano gi• in Alcmane e in Alceo. Timocreonte la utilizzƒ in una serie di versi stichici: Es. l'ultima sillaba lunga di un piede si scambia con la prima sillaba breve del piede successivo. utilizzando le sostituzioni permesse nel giambo. 4 D) . e appartengono al g•nos dipl„sion. Per lo ionico a maiore queste sostituzioni sono invece pi„ frequenti. nel caso invece una delle sillabe lunghe sia risolta con due brevi. creando la sequenza € € • € • € • • 2. si incontra come elemento isolato sono nei dattilo-epitriti e composizioni simili. in quanto il rapporto tra arsi e tesi € di 1:2. In tali autori la percezione della natura ionica di questo verso (spesso chiamato semplicemente anacreonteo) si era perduta a causa dell'assoluto predominare della forma anaclastica. fr. Del dimetro esiste anche una forma catalettica (€ € • • |€ € • „). spesso raddoppiato a formare un tetrametro. si hanno gli schemi € € € € • e € € • € €. che diviene un ditrocheo ( • • € € > • € • €) Rarissimi sono i metri ionici acefali: i tragici ne offrono qualche esempio. ( • • •). 葈 Œˆ‹ •Ž 葈 ••‹š•Ž (Alceo.1 D) Es. ma € grazie alle graziose canzoni di Anacreonte che deve la sua ininterrotta popolarit• sino all'et• tardoantica. Gli ionici a minore sono di uso pi„ antico e si incontrano gi• nella lirica monodica arcaica. € probabile che tale metro fosse associato nei culti estatici di Dioniso e di Cibele. š‰žˆ ¾˜ ž•‘Ͼ˜ ¢Ž¦Š (Timocreonte. si ha un molosso. Ëž•“¾Ž ‘’Ž. 48. chiamato anche cleomacheo. il secondo con anaclasi tra il primo e secondo piede. Es. Le forme che questo metro puƒ assumere oscillano moltissimo: l'anaclasi. gi• i poeti lirici ne avevano fatto uso. il terzo con anaclasi tra il secondo e il terzo: ¢†•ŽŸ˜ •ë£ “ˆ Žˆ¸Š¾Ž Žˆ•¨¤ ’• †• •¨¤Ž—˜. fu in seguito impiegato da Luciano di Samosata e. ma € molto raro. si giunge alla forma dell'epitrito terzo o quarto. fr. ®‰¾˜ ›ì—Ž. i sacerdoti evirati della dea). che trasforma lo ionico in ditrocheo € frequente. í• •• ‘¤“Š¾˜ ‹¤˜ ¥‰ —¨›Šš•‰ ŒŠ•‘£Œˆ˜ (frammento adespota. in forma pura (€ € • • | € € • • | € € • •) o con anaclasi. ®‰•Ž™š•› š•§ •‰ ¸•šš•Š‹Œˆ˜ (Anacreonte. “£Œˆ ºŸš•‰ žŠ•ž—•ˆ• •‰ (Alcmane. sebbene meno frequente del dimetro. o lo ionico a minore sostituisce quello a maiore. Un frammento di Anacreonte (39 D). I poeti alessandrini. alex. 9 D) Metri ionici a maiore Tetrametro brachicatalettico a maiore o sotadeo Questo metro (• • € € • • € € || • • € € • •) deve il suo nome al poeta alessandrino Sotade. Es. le risoluzioni della lunga in due brevi o delle due brevi in una lunga (formando un molosso) sono numerose. non sempre c'€ dieresi mediana. fr. con o senza anaclasi. Es. Il tetrametro catalettico (€ € • • |€ € • • || € € • • |€ € X) o galliambo. Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Ionico Portale Antica Grecia Portale Letteratura . in un tour de force metrico particolarmente difficile in lingua latina. 7 D. ´˜ “'ËŽ Æ Ç žˆŠ•’šš¤˜ •• ˆ‰¥¨ˆ•˜ ¢•¾ ‘¤“Š¾˜ Ë•“•¦¨¤ Del trimetro esiste anche una forma calalettica (€ € • • | € € • • | € € • „). 34 D) L'anaclasi € frequente. tramite lunga irrazionale. con dieresi mediana. si incontra talvolta nella poesia alessandrina. il secondo piede € un molosso) Tetrametro ionico a minore La forma acataletta di questo metro € normalmente formata dalla giustapposizione di due dimetri.Ionico (piede) 28 Trimetro ionico a minore Questo verso si incontra in particolare nelle parti liriche del dramma. fr. tra cui Callimaco. ÅŠ¤Ž ••“’ ¥•š‰Ž ®‹• “¾Ž “ˆŠ•‰ž’Š•›Ž•Ž (Sotade. dal poeta alessandrino Cleomaco. che Catullo riprende nel famoso carme 63. da Ennio. sono stati i primi a coltivare questo verso. secondo lo schema € € • • |€ € • • || € € • • |€ € • • Es. presenta un primo verso puro. talvolta dal ditrocheo. tra i latini. verso puro) Dimetro a maiore Nella sua forma acataletta (• • € € • • € €) questo verso. era usato spesso come verso stichico nelle canzoni dedicate al culto della Grande Madre (il nome infatti gli viene dai galli. secondo lo schema € • €. In italiano il termine generico che indica la qualunque demarcazione interna a un verso € incisione. Etimologia La parola deriva dal sostantivo latino caesura. 1-2) I due endecasillabi citati esemplificano un caso di verso con cesura: tra le possibili interruzioni della catena sillabica che forma il verso. Nella poesia inglese l'anfibraco € la base del limerick. Definizione ƒïNel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscuraï„ (Dante. a sua volta deverbativo di “’‘Ž”.Anfibraco 29 Anfibraco L'anfibraco (in greco: •‘¥‹¸Š•‡›˜. Note [1] Enciclopedia italiana e Dizionario della Conversazione (http:/ / books. con cui si accompagnava la recitazione. Divina Commedia. in questo caso si compone di una sillaba accentata fra due sillabe atone. Si compone di quattro morae: una sillaba lunga tra due sillabe brevi. "breve ai due lati") € un piede utilizzato nella metrica greca e latina. l'endecasillabo predilige quella dopo l'accento di sesta posizione (primo verso) o di quarta (secondo verso): nel-mªz-zo-dªl-cam-mãn || di-nð-stra-vã-ta mi-ri-tro-vñi || pe-r_u-na sªl-va_o-scò-ra Questo esempio evidenzia un'altra caratteristica: la cesura € un luogo ritmico. "taglio". la parola "cesura" indica invece le incisioni che la tradizione poetica ha reso statisticamente costanti. Tale termine € traduzione del corrispondente greco “•‘¦. deverbativo da caedo. di cui delimita gli emistichi. p. 181 Portale Antica Grecia Portale Letteratura Cesura La cesura € la denominazione che in metrica definisce ogni demarcazione ritmica statisticamente significativa all'interno di un verso sufficientemente lungo. e tra "una" e "selva". If. corrispondente a una fine di parola che normalmente ma non obbligatoriamente corrisponde a un qualche tipo di pausa sintattica: nel caso dei versi di esempio per quanto vi sia una finale di parola tra "del" e "cammin". L'anfibraco € usato anche nella poesia russa. ma accentuativa). it/ books?id=6GVBAAAAcAAJ& pg=PA181& lpg=PA181). Venezia 1838. .[1] Questo piede € stato utilizzato anche nella metrica moderna (non pi„ quantitativa. la lettura ad alta voce del verso rende conto della natura proclitica di preposizione e articolo togliendo ogni dubbio sulla posizione effettiva delle cesure. Lo stesso piede in latino era chiamato anche scolius dal nome di un tipo di arpa. I. o meglio canoniche. google. "taglio". amph†brachys. formato da due hemiepes sempre separati da cesura: Odi et amo./s‹d-fš-œ/r• || s‹n-tš-o_œt/‹x-crž-cš/or (pentametro) Nella versificazione italiana hanno cesura fissa i versi doppi. La metrica classica ha poi codificato in dottrina quanto la pratica aveva elaborato e nel corso dei secoli. doppi settenari. ed € documentato dal Contrasto di Cielo d'Alcamo. o accoppiati. Con la seconda met• del XIII secolo smise perƒ di essere usato in favore dell'endecasillabo. perdendosi gradatamente la produzione orale della poesia. cristallizzƒ in leggi sempre pi„ rigide la disposizione delle parole e delle cesure. All'infuori del doppio settenario tali versi ebbero fortuna principalmente nel XIX secolo. Ricompare nel Settecento come Martelliano (dal nome del poeta Pier Iacopo Martelli che lo adoperƒ nelle sue tragedie riscuotendo un effimero successo in campo teatrale. la distinzione tonale dell'accento e la distinzione quantitativa delle vocali e delle sillabe. dividendo il verso in due emistichi la cui struttura € fissa: € il caso del pentametro dattilico. . Versi a cesura fissa SI tratta di quei versi la cui incisione € posta sempre nella stessa posizione ritmica. Se il padre della poesia occidentale € Omero i poemi a lui attribuiti non sono certo sua invenzione originale.Cesura 30 Origine La cesura deriva certamente dalla pratica orale e formulare della recitazione poetica: essa permette infatti di suddividere versi lunghi in grado di contenere pensieri compiuti in emistichi facilmente riempibili con forme ricorrenti e funzionali alla recitazione. secondo elemento del distico elegiaco. Il settenario doppio era invece noto nel medioevo come Alessandrino. ma frutto versatile e funzionale di una secolare esperienza di elaborazione di cui il cantore cieco non € che il vertice. Classificazione dei versi in base alla cesura I versi possono suddividersi in tre gruppi sulla base del comportamento delle loro incisioni: Versi senza cesura Si tratta di quei versi brevi o semplici che non necessitano di incisioni rilevanti demandando la funzione di cesura al confine tra verso e verso. doppi ottonari e doppi novenari. Il gran numero di versi tramandatici dall'antichit• ha comunque permesso di seguire statisticamente tale processo. La produzione poetica in lingua italiana documenta doppi quinari. doppi senari. Quare id faciam fortasse requiris (esametro dattilico=) n‹s-cš-›. e quattro invece sono libere. Quanto al ritmo di questo piede. Il suo ritmo € in questo caso ascendente. possono fungere in modo intercambiabile da arsi e da tesi. considerando "accentate" le due sillabe lunghe] Il coriambo mantiene quasi sempre la sua forma primitiva. acefalia. Tale interpretazione € suffragata dalla notazione musicale conservata nell'Epitaphium Sicili – come metro semplice. solo occasionalmente una delle sue sillabe lunghe € risolta in due brevi. I dimetri coriambici I e II si incontrano solo eccezionalmente nei poeti eolici. il verso o colon eolo-coriambo ridotto alla sua forma pi„ primitiva consiste in otto sillabe. e il cui ritmo puƒ essere. Versi eolo-coriambici Tali versi. che si sono mossi sulle orme delle osservazioni di Wilamowitz.B. [N. nell'insegnamento. che seguono (di norma) le regole della metrica eolica e che sono il gruppo pi„ numeroso e pi„ antico. si ha: – • € € • | X X X X dimetro coriambico I – X X X X | • € € • dimetro coriambico II – X X | • € € • | X X gliconeo Da questo schema fondamentale. Il suo genere di appartenenza € di conseguenza il dipl„sion. si deve perƒ tener presente che la libert• di questo schema non € cos‚ ampia come puƒ apparire: le quattro sillabe libere non sono mai tutte brevi. . a seconda dei contesti. che portano l'ictus. l'ultimo piede del gliconeo € di solito un giambo. due sillabe brevi e una sillaba lunga (• € € •): si tratta perciƒ di un piede di sei morae. leggermente pi„ tardi. – i metri coriambici puri. due. nel tentativo di inquadrare i molteplici metri di questa classe in uno schema coerente. appartenente al g•nos †son. attraverso i fenomeni consueti di catalessi. ma in cui le due parti del verso. rendendo il suo ritmo nª ascendente nª discendente. Di norma. e appartiene al g•nos †son. ipercatalessi. alla fine. a seconda che il coriambo si trovi all'inizio. e l'arsi € formata dalle due sillabe brevi. all'inizio del verso) la cui quantit• puƒ essere indifferentemente lunga o breve. ovvero una sequenza di sillabe (nella sua accezione pi„ stretta. e anche nella base eolica vera e propria alcune combinazioni sono preferite ad altre. I metri coriambici sono divisi in due gruppi: – i metri eolo-coriambici. Si compone di una sillaba lunga. si contraddistinguono dai metri ordinari perchª possiedono le caratteristiche tipiche della metrica eolica: l'isosillabismo (non sempre perƒ rispettato. – come metro semplice. in quanto il rapporto tra tempo debole e tempo forte viene a essere di 1:2. La sostituzione delle due brevi con una lunga invece non € ammessa o quasi dai poeti greci. ascendente o discendente. o nel mezzo del dimetro. ¬ l'interpretazione che seguivano gli studiosi di ritmo antichi. mentre sono tra i metri pi„ usuali della poesia lirica corale e delle parti liriche del dramma. procefalia e di inserzione di uno o pi„ coriambi € possibile far derivare tutte le forme metriche eoliche note. la cui Arsi-tesi Arsi] € • € e la tesi € •. soprattutto nella poesia drammatica) e la presenza della base eolica. Cos‚ considerato. Secondo le ricostruzioni dei metricologi moderni. di cui quattro formano un coriambo. Sono state avanzate tre possibili interpretazioni del verso: – come metro composto (trocheo + giambo).Coriambo 31 Coriambo Il coriambo € un piede della metrica greca e latina. la sua classificazione non € univoca. e di uso pi„ limitato. come lettura metrica (si veda metrica classica) si adotta il primo genere di scansione. come i dattili eolici. che invece seguono i normali schemi della metrica greca. mentre i latini hanno ammesso questa licenza. la tesi del coriambo coincide con le due sillabe lunghe. senza gi• pi„ tener conto della regola dell'isosillabia. 2) 12. € • € • Ë•ˆ• Œ' â••›š' ˆ° ••‹Ž•˜ (Euripide. 3. il ditrocheo. fr. Ifigenia in Aulide 209) Nel caso di risoluzione di una delle sillabe lunghe.96. il colon diviene indistinguibile dalla forma non acefala: solo la responsione strofica indica allora di quale forma di dimetro si tratta. Elena. 839) 7. rari invece sono i casi in cui sia una delle sillabe lunghe del coriambo del secondo piede siano risolte. Indebolitasi la regola dell'isosillabia. Elena. per la risoluzione di una o due sillabe lunghe. • € € € Ë ’¥•Ž“‰ ¥•‹Œ‰‘•Ž à-[‘•Ž (Pindaro. Elena. Olimpica I. fr 19 D) 2. 74 D) 6. 496) 10. Elena. Corinna scrisse dei carmi in questo metro. Pitica VII 21) 5. 5. 5. . Elena. 1341) € • • ¢ •š“ˆ‹ô ¸‰—“•› (Euripide. • • € • ¨£ •‰š•Ž ˆÊŒ•‰‘•Ž‹•Ž (Pindaro. 59 D) 4. 4. 523) • • € “•Ù˜ ‘±Ž ‘’š•›˜ œ›†‹•›˜ (Euripide. 27) Di queste forme. Le combinazioni ammesse per il primo piede del metro sono: 1. 1339) • € • ¸³“ˆ šˆ‘Ž•• Á£Š‰“ˆ˜ (Eupiride. • € • € •ÕŒ• ÷¾Ž ¨’ ”š• ¥‹ ¤˜ (Corinna. Ione. 6.Coriambo 32 Dimetro coriambico II Schema: X X X X | • € € • Questo verso. Oreste. • € € € ¢ ' Ⓣ ž•“' •ëŒ‘' © ‰•Ž (Euripide. 5. 1338) 9. 3. • € € • ö ‘’ ˆ•˜. Alcuni esempi: ø“ˆ “¾Ž “™Š•ŽŽ•Ž ž“•Ž’“¤Ž (Scoli 10 D. Ifigenia in Aulide. € • € € ¨ˆ•§ ž™Ž• ••Ž“•Œ••—Ž (Pindaro. 2. • • • € “¾Ž Œ' ˘ †³˜ ¸• ÌŽ õ¡Š‰ˆ™˜ (Corinna. • € • • ËŽ Œ—‘”˜ ¸£Ž“•˜ žŠ•›¥£Œ•Ž (Corinna. € anche possibile che il metro iniziale diventi di cinque o sei sillabe. fr 8 D) 8. 520) 11. € • • € ç† •™Š•› ž—Š•‰ “Š‹†•Ž•‰ (Euripide. le sequenze con tre sillabe brevi sono invece piuttosto rare. 546) 3. fr. • • • • žó •ˆŽ“ˆ‹ž•Ž“' •¡Ï‰¸‹•˜ (Corinna. il digiambo o l'epitrito sono le pi„ frequenti. in questo caso la prima sillaba € risolta in due brevi) Dimetro coriambico II acefalo Schema: X X X | • € € • In questo caso le combinazioni ammesse per il primo metro sono: 1. si confonde con un dimetro ionico catalettico) € • € “¾Ž ù ú’“‰˜ “’žˆ ž•‹ (Euripide. ‘•“Š¾˜ ´“ˆ (Euripide. Ifigenia in Aulide 221) € € • (combinazione molto rara. sono frequenti nella poesia corale e nel dramma. che si incontra solo eccezionalmente nei poeti eolici (Saffo ne presenta uno in responsione con un gliconeo). € invece ben noto nella poesia posteriore. € • • • †• •Ž£‰ô ‡Š¤š£‘ˆŽ•‰ (Euripide. • • • ׈§˜ ‘ˆ‰ ‹šš”Ž š“›†‹•›˜ (Euripide. ˆûž•Š••Žü ‘¦ ‘•‰ ‘’†•˜ ÄŠ••Ž (Pindaro. 10 K) In questo caso. ma si incontra anche come colon individuale. Le quattro sillabe non sono mai tutte e quattro brevi. Ifigenia in Aulide. 551) Questo colon € pi„ raro del dimetro coriambico II e presenta in larga misura le stesse modifiche. che si incontra saltuariamente nella lirica corale e nel dramma. salvo rare eccezioni evitate. fr. 26) Si tratta di una forma rara. X X | • € € • 2. Dodrans Con questo termine moderno si indicano i cola ottenuti privando i dimetri coriambici I e II di due sillabe della base libera. 33 Dimetro coriambico I Schema: • € € • | X X X X Es. ý—šˆ‰Œ•Ž þ (Aristofane. Aristofane ne ha fatto uso di frequente. di norma con il piede libero in forma di giambo. perchª utilizzata come ritornello rituale nelle lamentazioni in onore di Adone. Si incontra spesso come clausola: il suo uso pi„ noto € quello di colon finale della strofe saffica. molto pi„ rara € invece la forma cretica (• € •). Dodrans I Schema: • € € • | X X Questo colon corrisponde ad una delle forme del docmio. ottenendo cos‚ le sequenze: 1.Coriambo Dimetro coriambico II ipercatalettico Schema: X X X X | • € € •| X Es. • € € • | X X La forma assunta dalla base eolica pi„ di frequente € un giambo. mentre lo ionico a minore non € mai usato. . la risoluzione di una sillaba lunga € meno frequente che nel dimetro coriambico II. Cavalieri. il pirrichio € di solito. il secondo metro assume di norma la forma di un baccheo (€ • •). Dimetro coriambico I catalettico Schema: • € € • | X X X Es. 761) Si tratta di una forma estremamente rara. •Êž Ë“—˜. La sua forma catalettica (• € € •| X) € normalmente chiamata adonio. Peana II. come per il suo corrispondente del dimetro coriambico II. la risoluzione di una delle lunghe del coriambo € attestata. e cos‚ questo colon € chiamato aristophaneum. ‘•Ž“—š›Ž•‰ •Žˆ™š”š' ¢Ž£†ž•‰ (Euripide. dal momento che la sequenze viene a coincidere con un dimetro anapestico o dattilico. il dispondeo ( • • • •) appare di rado. Le forme pi„ comuni che le quattro sillabe libere assumono sono quelle di un digiambo (€ • € •) e di un epitrito III (• • € •). Dimetro coriambico I ipercatalettico Schema: • € € •| X X X X | X Es. à †›Ž•Âžˆ˜ (Aristofane. ma rara. ¿••‰' ©Ž•Ã. € anche la forma catalettica del falecio (X X | • € € • | € • | € •). sono: 1. prende il suo nome dal poeta alessandrino Faleco. 3. I. tanto nella poesia latina con Marziale che in quella greca con Simia di Rodi lo spondeo diviene l'unica forma ammessa. ma il suo uso € molto pi„ antico e risale all'epoca arcaica. mentre la forma trisillabica € estremamente rara. vedi Gliconeo. In questo esempio il primo falecio inizia con uno spondeo. La resa del verso non differisce molto da quella del gliconeo: la base eolica € prevalentemente spondaica o trocaica. chiamata in alcune fonti antiche metro nicarcheo: la si incontra. v. 34 Gliconeo Per approfondire. 4. Trimetri coriambici Sotto questa definizione si radunano una serie di versi derivati da un gliconeo tramite l'inserzione di un altro metro (coriambico o no). Il suo schema base € formato da un gliconeo seguito da un monometro giambico catalettico. . il secondo € trocaico. l'endecasillabo falecio l'endecasillabo saffico l'endecasillabo alcaico l'asclepiadeo minore e maggiore (da questo derivato) Endecasillabo falecio Schema: X X | • € € • | € • | € • X Questo verso. ma si puƒ incontrare anche la forma spondaica. 1-2. assumendo la forma di un molosso.Coriambo Dodrans II Schema: X X | • € € • La forma pi„ usuale della base eolica € quella trocaica (ma puƒ anche presentarsi in forma spondaica o giambica). Rara. Alcuni esempi: Cui dono lepidum novum libellum /arida modo pumice expolitum? (Catullo. in alcune strofe di Bacchilide. Simonide lo usa preceduto da una sizigia giambica. la sizigia giambica puƒ ammettere la lunga irrazionale. ad esempio.) Del falecio esiste anche una forma acefala (X | • € € • | € • | € • X). le due sillabe libere dopo il coriambo del gliconeo sono rese di norma con un giambo. di larghissimo uso sia nella poesia greca che in quella latina. che si incontra con una certa regolarit• nella poesia greca arcaica e classica: l'esempio pi„ antico si incontra in un frammento di Saffo. usati come versi autonomi (nelle strofe coriambiche sono possibili anche altre pi„ estemporanee combinazioni). che ne fece frequente impiego come verso stichico. I pi„ importanti. 2. che assume la forma di un cretico. e in et• imperiale. ma nota. questo colon si incontra di tanto in tanto nei sistemi eolo-coriambici. Con l'inserzione di un secondo coriambo nello schema dell'asclepiadeo minore si ottiene un asclepiadeo maggiore. ipercatalettica. una combinazione dell'endecasillabo saffico e di quello alcaico. le sue varianti sono quelle del gliconeo. ed ampio fu il suo utilizzo in epoca alessandrina. in Alceo. era in questo metro). e nella tragedia. il III. in quella corale (Stesicoro). anch'essa presente nei frammenti di Saffo. acefala e ipercatalettica dell'asclepiadeo minore. Metricamente. sebbene in misura pi„ ristretta. Sporadicamente attestate sono anche la forma acefala. di uso meno frequente: – un endecasillabo formato da un cretico e da un gliconeo ( • € • | X X | • € € • | € •) si incontra in una strofe composta da Saffo. sia nella lirica monodica (Saffo. Alceo). il monometro giambico. Odi. acefala e catalettica. ammette la lunga irrazionale per il primo piede. utilizzata gi• da Saffo. – un monometro giambico seguito da un gliconeo ( X • € • || X X | • € € • | € X ) Gli asclepiadei Schema X X | • € € • | • € € • | € • L'asclepiadeo minore si ottiene da un gliconeo con l'inserzione di un coriambo: esso presenta le stesse variazioni del gliconeo. v. sebbene in numero pi„ limitato. I. come usuale per le sizigie giambiche. al saffico e all'alcaico nella lirica monodica sono attestate altre combinazioni. ma il verso era in uso gi• da molti secoli. Schema X X | • € € • | • € € • | • € € • | € • Il suo uso € antico quanto quello dell'asclepiadeo minore: lo si incontra in Saffo (un intero libro della sua edizione alessandrina. perchª utilizzata dal poeta alessandrino Simia. mentre la sillabe ipercatalettica € indifferens. vedi Saffico. si incontra in alcuni frammenti di Alceo. Alcuni esempi: Vides ut alta stet nive candidum Soracte (Orazio. in Stesicoro. sono anche la forma catalettica. e quella ipercatalettica acefala.Coriambo Endecasillabo saffico Per approfondire. .1) Altre combinazioni Accanto all'endecasillabo falecio. che si incontra in Anacreonte e che prese il nome di metrum simiacum. Il nome gli viene dal poeta alessandrino Asclepiade. usato nella poesia lirica. questo metro fu introdotto a Roma da Orazio. ¬ composto da un monometro giambico ipercatalettico e da un dodrans I. Di uso gi• in et• arcaica. che ne fece ampio uso come elemento costitutivo della strofe alcaica. – un dodecasillabo formato da un dimetro giambico ipercatalettico e da un dimetro coriambico II ( X • € • | X || • € € • | € • X ). 9. 35 Endecasillabo alcaico Schema X • € • | X || • € € • | € • L'endecasillabo alcaico deve il suo nome ad Alceo. come per l'asclepiadeo minore. anche se pi„ limitato. che in tale metro celebrƒ Priapo. che ne fece uso frequente. in cui i ferecratei e gliconei possono essere sostituiti da dei dimetri coriambici. L'eupolideo Schema: X X X X | • € € • || X X X X | • € • „ Questo asinarteto € composto da due dimetri coriambici II. Il priapeo ammette anche delle forme libere. Si riportano qui i pi„ noti e frequenti. Il nome di questo verso gli viene dal poeta alessandrino Eufronio. alternato con un asinarteto formato da un monometro giambico + itifallico – Due gliconei + monometro giambico ( X X | • € € • | X X || X X | • € € • | X X || X • € •). le sillabe libere assumono le forma ammesse per i due cola di cui € formato. in generale. •) – Dodrans II acefalo + itifallico: ( X | • € € • || • € • € •. – Dimetro coriambico I catalettico + dimetro coriambico I catalettico: si incontra in Saffo. Il priapeo Schema: X X |• € € • | X X || X X | • € € • | X Questo asinarteto € formato da un gliconeo e da un ferecrateo: nell'uso. Il cratiniano Schema: • € € • | X X X X || X X X X | • € • „ ¬ formato dalla un dimetro coriambico I e da un dimetro coriambico II catalettico. considerandolo una forma particolare di ionico. il nome gli deriva da Cratino. Deve il suo nome al poeta comico Eupoli. di cui il secondo catalettico. si incontra con una certa frequenza nella Commedia Antica. . di cui il primo catalettico. Altri asinarteti Nella lirica monodica si incontrano anche altri asinarteti. compreso Aristofane. Si incontra in Alceo e Simonide. il dio della fertilit•. di importanze minore: – Dimetro coriambico I + itifallico ( • € € • | X X X X || • € • € •.Coriambo 36 Asinarteti coriambici I cola coriambici possono essere combinati tra loro o con altri metri per formare una serie di asinarteti: tale uso € particolarmente frequente nella Commedia Antica. Il "…†‡ˆ…‰Š ‹Œˆ•Šˆ…ŽŠ" Schema: X X X | • € € • || X X X X | • € € • Questo verso deve il suo nome da un lato dal suo impiego quasi esclusivo nella Commedia (ž”‘‰ž¾Ž) e dall'altro dall'errata interpretazione che i grammatici antichi ne facevano. anch'esso poeta comico. ¬ formato da due dimetri coriambici II. • ) questo asinarteto si incontra in un frammento di Anacreonte. con frequenti anaclasi. 57 D) Tetrametro coriambico Il tetrametro coriambico acataletto (• € € • | • € € • |• € € • | • € € •) puƒ essere spesso diviso in due dimetri. ma € abbastanza raro. Persiani. fr. Es. Supplici 57) Pi„ frequente invece la sua forma catalettica (• € € | • • € € • | € • •). ˆ° Œ± ž›ŠˆÂ “‰˜ •’ •˜ •°”Ž••— ”Ž (Eschilo. Puƒ apparire nella sua forma pura. E proprio tramite l'anaclasi. Come struttura generale. Ëž' ••“•‘•§ '••Ž’Š‡•‘•‰ •£Ž“• ¥ˆŠ•™š• •‘•Š£ (Anacreonte. quasi inesistenti: pi„ frequenti. Es. Il secondo piede ha anaclasi) . Dimetro coriambico Il dimetro coriambico acataletto ( • € € • | • € € •) si incontra nei periodi coriambici. ed alcuni metricologi avanzano l'ipotesi che essi non siano che una derivazione particolare dei metri eolo-coriambici. Œ•žŠ›—ˆšš£Ž “' Ë¥‰ ¤šˆŽ •°‡‘¦Ž (Anacreonte. secondo le normali regole di versificazione greca. “¾Ž Ëž ¨Ö‘ˆ“’Š•› †›‘Ž•š‹•› ’†ˆ‰Ž “‰ ŒˆÂ ž•‰Ž—Ž. senza le variazioni imposte dalla metrica eolica. Trimetro coriambico Anche il trimetro coriambico acataletto (• € € | • • € € • | • € € •) si incontra nei periodi coriambici. 526-28) In questo caso. la sua forma catalettica (• € € • | € • •) si usa anch'essa nei periodi coriambici.Coriambo 37 Metri coriambici puri Per metri coriambici puri si intendono quei metri formati solo da coriambi. tramite cui il coriambo assume la forma di una sizigia giambica. fr. i casi di anaclasi. abbiamo di seguito un dimetro puro. ø•”˜ ¥•Ž¦šˆ‰ (Aristofane. ma Anacreonte lo impiega anche come verso indipendente. che si incontra gi• in Saffo. quello pi„ frequente.73 D. specialmente come clausola. Vespe. tra i versi coriambici. Ad esempio: Ž§Ž š’. oppure subire anaclasi. Í æ' ¢‹ˆ‰ ‘•› ‘•ž•Š‹“•˜ °š•Œ•‹‘”Ž ¸•š‰ ˆ™˜ (Eschilo. Tali metri sono di uso pi„ ristretto e pi„ raro. questi metri si presentano molto regolari e le sostituzioni sono rare. ma sempre limitati. 633) Il tetrametro catalettico (• € € • | • € € • |• € € • | € • •) €. un dimetro con anaclasi al secondo piede e un dimetro catalettico. rispetto ai metri eolo-coriambici. si spiega la forma assunta dal coriambo catalettico: • € € • > € • € •> € • € > € • X (di solito reso € • •). attestata gi• in Anacreonte. lo si incontra per lo pi„ nei periodi coriambici. Es. la loro introduzione nell'uso poetico € pi„ tarda. Es. con schema: • € • € • molto simile alla tripodia trocaica. Varianti Compaiono raramente anche forme come l'ipodocmio. e dunque ritengono non spiegabile l'origine del metro stesso.Coriambo 38 Pentametro coriambico Il pentametro coriambico catalettico (• € € • | • € € • | • € € • | • € € •|€ • •) puƒ essere usato come verso autonomo: Mario Vittorino riferisce che Cratino se n'€ servito di frequente. ž•‰Ž•†Š£¥•› š›Ž¨’šˆ”˜ “Õ˜ ½‰ ‹ž•›. 1968. nei monologhi tragici cantati dalle eroine stesse. ÞInnografia religiosaß. secondo altri questa non € una spiegazione plausibile o dimostrabile. In: la letteratura greca dell'et‡ ellenistica e imperiale. dal greco Œ—‡‘‰•˜. Acarnesi 1150) Esametro coriambico L'esametro coriambico catalettico ( • € € • | • € € • | • € € • | • € € • | • € € •|€ • •) € una creazione della poesia alessandrina. in particolare dei poeti Simmia di Rodi o di Filico. tortuoso. Es. “•§“• ‘±Ž •Ê“ÿ ž•ž¾Ž ÄŽ. Viene utilizzato anche nel Fragmentum Grenfellianum. per tale ragione questo verso € talvolta denominato philicius versus dai grammatici antichi[1]. žᾆ¨' Ä“ˆŠ•Ž Ž›ž“ˆŠ‰Ž¾Ž †’Ž•‰“• (Aristofane. fr. Voci correlate – – – – Eschilo Euripide Metrica classica Fragmentum Grenfellianum Portale Antica Grecia Portale Letteratura . Es. †Š•‘‘•“‰ž•‹. ŒŸŠ• ¥’Š” •Š¾˜ ¡‘³˜ (Filicio. 2 D) Note [1] Raffaele Cantarella. che per primo scrisse componimenti interi in tale metro. formato da cinque sillabe e utilizzato soprattutto nelle tragedie di Eschilo ed Euripide. l'origine del docmio € discussa: da un lato alcuni studiosi lo ritengono invenzione di Eschilo. Firenze : Sansoni/Accademia. p. e i frammenti di lui noti ce lo mostrano sia in forma pura che con anaclasi. Lo schema metrico € € • • | € • Origine A tutt'oggi. 134 Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Coriambo Docmio Il docmio. € un metro della poesia greca. La struttura del ferecrateo € analoga a quella del gliconeo. apparentemente ferecratei. La forma tipica Il suo schema € XX|•€€•|€X ¬ forse il pi„ importante dei versi coriambici della metrica eolica. anche se il dattilo e l'anapesto sono estremamente rari. anche se pi„ regolare: l'ultima sillaba. dalla pi„ usuale alla pi„ rara. dall'uso vastissimo: lo si incontra nella lirica monodica. che la considera l'unica forma regolare. La sua forma presenta significative oscillazioni a seconda dell'ambito in cui € usato: i lirici monodici osservano rigorosamente l'isosillabia. € indifferens. che probabilmente lo utilizzƒ come verso stichico. le sue soluzioni sono. in quanto finale. Ferecrateo Schema: X X | • € € • | X La forma catalettica del gliconeo.Gliconeo 39 Gliconeo Il Gliconeo € un verso della metrica classica greca e latina. in cui una sillaba della base eolica o del coriambo possono essere risolte in due brevi. 4. ma che di fatto una tetrapodia anapestica. assieme a versi ad esso imparentati. che viene invece meno nella poesia corale e drammatica. e i poeti latini rendono (quasi) obbligatorio lo spondeo iniziale Le due sillabe libere finali formano di norma un giambo. tribraco (di norma) 2. ma non mancano i casi in cui si incontri in altre posizioni. La base eolica iniziale invece oscilla tra un maggior numero di forme. il ferecrateo € il pi„ delle volte utilizzato come colon finale di una strofa o di un periodo. in Alcmane. questa diviene pi„ tardi la norma a Roma. 3. la base eolica assume le stesse forme di quella del gliconeo. e in quella latina. ma il suo uso € ben pi„ antico e lo si incontra gi•. 2. il ferecrateo. . In quanto colon catalettico. nella tragedia e nella commedia. la risoluzione di una delle sillabe del coriambo € sempre evitata. soprattutto con Orazio. Queste libert• vengono progressivamente ridotte in epoca ellenistica prima e romana poi: gli alessandrini ritornano ad un'isosillabia rigorosa. dattilo (raro) 3. mentre la risoluzione della sillaba lunga finale € rarissima. in tutti i generi in cui il gliconeo € utilizzato. spondeo (usuale) trocheo (usuale) giambo (meno frequente) pirrichio (raro) Le forme con sostituzione sono invece: 1. deriva il suo nome dal poeta comico Ferecrate a causa di una errata interpretazione di alcuni sui versi ambigui. Quando l'isosillabia € rispettata. nella lirica corale. pi„ raramente si incontra uno spondeo. il nome deriverebbe da un supposto poeta ellenistico Glicone. Secondo la tradizione. anapesto (eccezionale) Gi• Anacreonte predilige nettamente la base spondaica. di cui perƒ non si hanno ulteriori notizie. nella poesia ellenistica. sono: 1. € utilizzato da Saffo (fr. € utilizzato nella lirica monodica ed € impiegato di frequente come clausula nella lirica corale e nelle parti corali della poesia teatrale. come nella poesia del teatro romano arcaico. come per il gliconeo. Le sue caratteristiche sono analoghe a quelle di tutti gli altri versi della famiglia del gliconeo: la prima sillaba libera puƒ essere risolta in due brevi. da Telesilla. che per primo lo individuƒ nei versi plautini. le due sillabe libere successive assumono di norma la forma di un giambo o pi„ raramente di uno spondeo. che scrisse alcuni componimenti in questo metro. dal poeta arcaico Ipponatte. poetessa di tardo VI secolo a. Quando alle due sillabe finali. oppure ammettere soluzione e formare un tribraco (l'anapesto € eccezionale). ma non mancano gli esempi di forma spondaica. mentre l'ultima € indifferens. anche una lunga del coriambo puƒ talvolta essere sostituita da due brevi.Gliconeo 40 Telesilleo Schema: X | • € € • | X X Il gliconeo acefalo prende il nome di telesilleo. il giambo € la forma dominante per le due sillabe libere dopo il coriambo. Voci correlate – Metrica classica – Trimetro coriambico Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Gliconeo Portale Antica Grecia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Antica Grecia . Il suo uso perƒ € pi„ antico del poeta in questione. questo colon € frequente nella lirica corale e nella poesia drammatica. la forma pi„ comune €..C. Questo colon si incontra gi• in Alcmane. Koster) si intende un gliconeo contemporaneamente acefalo e ipercatalettico. ritrovandosi gi• in Alcmane. filologo tedesco del XVIII secolo. 94 D) e nella poesia corale successiva. un giambo. che resta la scelta pi„ comune. un trocheo o un giambo. Ipponatteo Schema X X | • € € • | X X | X La forma ipercatalettica del gliconeo prende il nome di ipponatteo. Reiziano Schema: X | • € € • | X Il ferecrateo acefalo deriva il suo nome da Reiz. La sillaba iniziale libera puƒ essere talvolta risolta in un pirrichio. talvolta nella poesia corale una lunga del coriambo puƒ essere risolta in due brevi. Strutturalmente la sua resa non differisce da quella del gliconeo: la base eolica iniziale puƒ essere resa con uno spondeo. Paragliconeo Schema X | • € € • | X X | X Per "paragliconeo" (definizione di W. Viene formato dalla successione di quattro sillabe brevi (€ € € €). Tale dieresi non permette lo iato. fr. v. Alcuni esempi di pentametro: – ž•• º•›š’†Ž ËŠ•“¾Ž ŒŸŠ•Ž Ë•ˆš“£‘ˆŽŽ˜ (Archiloco. . permessa solo nel primo hemiepes.2). il pentametro conta sei tesi o tempi forti. essendo formato da due hemiepes. 3. Questo verso non ha la dieresi centrale. la successione € € • • diventa: • • •). poichª perƒ € un metro dattilico. ma restano rare. Proceleusmatico Il proceleusmatico € un piede in uso nella metrica classica. Il nome Þpentametroß gli deriva dal fatto di essere la somma di due unit• da 2 piedi e mezzo. Eccezioni a tale regola sono possibili. Il suo schema € • • • € € • || • € € • €€X – 숊£ Ž§Ž Œ± ®‰•šž•›Š‹Œˆ” †ˆŽˆ¦ (Callimaco. o tripodie dattiliche catalettiche. fr. la dieresi tra il primo e il secondo membro sono la norma. 1.Molosso (piede) 41 Molosso (piede) Il molosso € un piede in uso nella metrica classica. la sostituzione del dattilo con lo spondeo €. Pentametro dattilico Il pentametro dattilico o semplicemente pentametro. il cui schema base puƒ essere cos‚ rappresentato: • € € • € € • || • € € • € € X Di fatto il pentametro € un metro composto. Viene formato dalla successione di tre sillabe lunghe (• • •). ma non impedisce il fenomeno dell'elisione. 384a Pf. mentre quella del secondo hemiepes € indifferens 2. l'ultima sillaba del primo hemiepes € sempre lunga. € una forma metrica della poesia greca e latina.-). Caratteristiche Le principali caratteristiche del pentametro sono: 1. Puƒ derivare dalla sostituzione delle due sillabe brevi del piede ionico a minore con una sillaba lunga (cio€. di norma. di ritmo discendente. strettamente legati tra loro che godettero di ininterrotta vitalit• nel corso dell'epoca antica: l'elegia e l'epigramma. Storia Le pi„ antiche elegie note risalgono al VII secolo a. o talvolta € stato impiegato in versi stichici.: se in origine questo genere era legato al lamento funebre. La variet• di argomenti discorsivi si deve al fatto che il distico appare meno solenne dell'esametro e meno impetuoso. sin dall'epoca di Ennio. dalla poesia erotica (da Mimnermo fino ai poeti latini. disposizione delle vocali. oppure: dattilo + spondeo + sillaba accentata. da quella di esortazione guerresca (Tirteo). nel corso del suo sviluppo si adattƒ a molteplici argomenti. Da questo punto di vista. oppure spondeo + dattilo + sillaba accentata. godendo di un'ininterrotta vitalit• sino all'et• tardoantica. delle strofe liriche. la commistione di esametro e pentametro consentiva infatti ai poeti di smorzare il ritmo notoriamente solenne dell'esametro grazie alla cadenza tipica del pentametro. ritmicamente parlando. Portale Antica Grecia Portale Letteratura Portale Lingua latina . collocate perfettamente al centro e alla fine del verso. a quella politico sapienziale (Solone). L'uso del distico elegiaco € legato soprattutto a due generi letterari. come Properzio e Tibullo). Inoltre due delle cinque sillabe accentate del pentametro. ma naturale per lui. I poeti latini accentuarono l'elemento soggettivo dell'elegia e usarono il distico anche nell'epigramma. dove compare come secondo verso a seguito di un esametro. il cui secondo emistichio (= mezzo verso) era fisso (= dattilo + dattilo + sillaba finale accentata) e successivo a una cesura forte a conclusione del primo emistichio (= dattilo + dattilo + sillaba accentata. a quella di argomento mitologico ed erudito (gli Aitia di Callimaco). consentivano al poeta di caratterizzare il contenuto con la sapiente.C. oppure: spondeo + spondeo + sillaba accentata).Pentametro dattilico 42 Usi del pentametro Il pentametro compare a volte nella poesia drammatica. ma il suo utilizzo pi„ importante rimane nel distico elegiaco. il suo nome indica che € formato da cinque piedi giambici. Pentametro giambico ed endecasillabo L'endecasillabo italiano. un re: Nella pratica della recitazione le sillabe iniziali del verso sono pi„ alte e marcate. alto dietro e con le zampe corte davanti". John Donne.Pentametro giambico 43 Pentametro giambico (EN) (IT) ƒïO wild West Wind. tra sillaba atona e sillaba accentata..Un uomo. Christopher Marlowe. William Shakespeare. finisce prevalentemente con una parola tronca. 1819) Il pentametro giambico di cui sopra € riportato un esempio d'autore.sillaba lunga. vale a dire ciascuno composto da una sequenza sillaba breve . Forma Nella sua forma base il verso si compone di dieci sillabe con accenti forti sulle sillabe pari. per poi sdrucciolare nel finale. come il decasillabo francese. come il blank verse. "Il pentametro giambico € come un formichiere. thou breath of Autumn's being. assai raramente sdrucciola.. La denominazione € mutuata dalla metrica classica. come afferma Frederic Kimball. ma il pentametro giambico. talvolta piana. ha l…ultimo accento forte sulla decima sillaba e gli accenti principali quasi sempre sulle sedi pari. il blank verse di Henry Howard. Voci correlate – Blank verse – Endecasillabo Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura . tu respiro dell'anima d'Autunno. € il verso classico della poesia inglese.ï„ (Percy Bysshe Shelley. ed € figlio dall…endecasillabo di Dante Alighieri e Francesco Petrarca. nel film-documentario Riccardo III . Ode to the West Wind.ï„ ƒïO vento feroce di ponente. Nella metrica accentativa tale sequenza diviene. per analogia. Manuale di prosodia e metrica latina.Peone (piede) 44 Peone (piede) Il peone in metrica classica era un piede formato da quattro sillabe di cui tre brevi ed una lunga. Lenchantin de Gubernatis. Portale Antica Grecia Portale Letteratura . Fonti – M. Pirrichio Il pirrichio (•›ŠŠ‹‡‰•˜ in greco. Il suo nome deriva da •›ŠŠ‹‡¤. una danza cretese per i soldati. il pirrichio non € un vero e proprio piede (Aristosseno di Taranto. Rapido e molto breve. ma puƒ essere considerato tale. non lo inser‚ nemmeno fra di essi). pyrrichius in latino) € un piede della metrica greco-latina composto da due sillabe brevi. antico metricista greco. Milano 1965. a seconda dove quest'ultima veniva a trovarsi dava origine alle quattro varianti di questo piede: – – – – peone primo (quantit• lunga sulla prima sillaba) peone secondo (quantit• lunga sulla seconda sillaba) peone terzo (quantit• lunga sulla terza sillaba) peone quarto (quantit• lunga sulla quarta sillaba) Esso veniva adoperato in componimenti religiosi in onore di Apollo e di Artemide chiamati peana e che da essi deriva il nome. Principato. 12) Tre endecasillabi saffici minori ed un adonio di cinque sillabe formano la strofe saffica che fu una forma metrica poi ripresa da Catullo. Schema • € • X | • || € € • || • € € • |€ • X Es. 8. Odi. Odi. Secondo la tradizione. € una formazione analoga al falecio. 1-2): Quem virum aut heroa lyra vel acri tibia sumis celebrare. altre combinazioni delle sillabe libere iniziali si incontrano sporadicamente nella poesia drammatica. Clio? Sempre ad Orazio si deve la prima forma nota. comunque affezionata alle sue allieve.Saffico 45 Saffico Saffico deriva da Saffo poetessa greca dell'isola di Lesbo. dove erano accudite e felici. Nella poesia latina. da cui deriva tramite l'inserzione di un coriambo. anche sessuale. v. noto soprattutto per il suo impiego nella strofe saffica. fra l'insegnante e le fanciulle nascevano rapporti di grande familiarit•. Ad esempio (Orazio. di ampio impiego nella lirica tanto greca che latina. del saffico maggiore. Endecasillabo saffico Schema: • € • X | • € € • | € • X L'endecasillabo saffico. struggenti canti d'amore per le sue allieve destinate a nozze e questo ha lasciato supporre un innamoramento anche con componenti sessuali. Il ditrocheo ammette la lunga irrazionale al secondo piede. li abbia scritti poichª le vedeva destinate ad un triste destino: lasciavano infatti l'isola dove si trovavano. che sta al saffico come l'asclepiadeo maggiore sta all'asclepiadeo minore. in cui anche l'endecasillabo saffico si incontra sporadicamente. Saepe trans finem iaculo nobilis expedito (Orazio. Orazio regolarizza ulteriormente l'endecasillabo. sorta di collegio in cui fanciulle di famiglia nobile venivano educate. Probabilmente il fatto va inquadrato secondo il costume dell'epoca. e da un monometro giambico catalettico. rendendo obbligatoria la forma epitritica per il ditrocheo (• € • •) e fissando la cesura del verso dopo la prima lunga del coriambo. come voleva la tradizione greca. I 12 v. come di norma per le sizigie trocaiche. . In realt• € presumibile che Saffo. Esso € composto infatti da un dimetro coriambico II. per andare nella casa dei loro mariti senza uscirne quasi mai. forse da lui stesso inventata. I. le cui sillabe libere assumono di norma la forma del ditrocheo. In particolare si chiama endecasillabo saffico il tipo di verso eolico usato da Saffo in tali componimenti e che ben rende il senso di un inappagato desiderio. cio€ una fase di iniziazione per la futura vita matrimoniale. che non per nulla chiama Lesbia la propria donna amata e pi„ recentemente nei metri barbari da Giosu€ Carducci e da Giovanni Pascoli. l‚ sarebbero state in pratica rinchiuse a vita. Il tiaso Saffo era la direttrice e insegnante di un tiaso.[1] Saffo compose degli epitalami. come forma prodromica di un amore eterosessuale. uno dei pi„ riusciti esempi di ricostruzione nella metrica italiana. ad esempio. Quantitativamente equivalente al giambo e al trocheo (entrambi trimoraici). Note [1] Nella Grecia classica questo costume rimase costante nell'educazione dei giovinetti e nel diverso approccio del mondo greco nel confronto della pederastia rispetto alla sensibilit• moderna. Saffico nel linguaggio corrente Nel linguaggio corrente moderno saffico sta anche per lesbico. reso con un primo emistichio con un quinario che corrisponde nella struttura greca. Questa rigorosa determinazione formale costituisce per Pascoli nello stesso tempo un'occasione per sperimentare una forma poetica rara (se ne trovano altri esempi in Giuseppe Parini e Giosu€ Carducci) e per circoscrivere nei limiti di un modello severo e contenuto l'espressione di sentimenti altrimenti inafferrabili e oscuri. ¬ invece probabile che nei confronti delle ragazze sia stato proprio solo dell'isola di Lesbo. un poeta particolarmente sensibile ad aspetti reconditi dell'animo umano. e ¸Š•‡™˜ brachƒs. tr†brachus.dopo la quinta sillaba. "tre". "breve". ossia: "tre brevi") € un piede in uso nella metrica classica. dei criteri della metrica classica che era invece basata sulla quantit• delle sillabe.Saffico 46 Endecasillabo saffico in italiano Secondo il critico Francesco D'Ovidio l'endecasillabo italiano presenta Þaffinit• con il dªcasyllabe. una derivazione dall'endecasillabo saffico attraverso la poesia mediolatina con la mediazione del trimetro giambicoß. si deve a Giovanni Pascoli. per esempio. Viene formato dalla successione di tre sillabe brevi (€ € €).o pausa . Oltre a questa lontana origine. sostituito a un giambo nel senario giambico). . ne puƒ costituire la soluzione di arsi e tesi in sillabe brevi (€ possibile trovarlo. s'intende un bacio tra due donne. Tribraco Il tribraco (dal greco “Š‹¸Š•‡›˜. Per l'endecasillabo saffico il Pascoli € partito dalla seguente successione di vocali lunghe e brevi: _ ~ _ _ _ / ~~ _ ~ _~. forse per una componente di influenza anatolica in un'isola cos‚ vicina all'Asia e cos‚ aperta ai traffici. per bacio saffico. la cesura . Si € visto in questo modo reso il clima poetico di Saffo. che € di tipo accentuativo. composto da “ŠˆÂ˜ tr”is. Il grammatico Cesio Basso. Gi• dopo questi due autori. di origine greca. detta dieresi. che l'avrebbe inventato.47 versi Saturnio Il saturnio (o faunio) € un verso della poesia latina arcaica. ossia i primi due poemi nella storia letteraria di Roma antica. rispettivamente. Struttura Il saturnio € suddiviso in due unit• ritmiche contrapposte. soprattutto per la scelta del poeta Ennio di comporre le sue opere utilizzando il pi„ raffinato esametro. Nel I secolo a. o ai Fauni. i due cola sono. invece.C. Il nome "faunio" veniva fatto ricondurre al nume Fauno. Lo stesso Ennio[1] affermƒ inoltre che i poeti a lui precedenti si erano espressi nella lingua dei Fauni e dei vati. detronizzato dal figlio Giove. paragonandolo invece ai pi„ raffinati metri utilizzati alla sua epoca e derivanti dalla metrica greca. si rifugiƒ nel Lazio. Etimologia Il nome del verso saturnio € riconducibile al nome Saturnia tellus (terra di Saturno) dato al Lazio: il dio Saturno.. furono composte l'Odusia di Livio Andronico e il Bellum Poenicum di Gneo Nevio. il cui schema metrico € il seguente: €•€•€•X|•€•€•€ Fortuna Fu il verso con cui vide la luce la letteratura latina: in questo metro. Ancora oggi gli studiosi discutono sulla natura del saturnio: rimane infatti incerto se si trattasse di un verso di natura accentuativa o di natura quantitativa. nel secondo caso. individuƒ come esempio di verso saturnio perfetto il seguente: ƒïmalum dabunt Metelli Naevio poetaeï„ ossia il celebre verso che la potente famiglia romana dei Metelli avrebbe indirizzato al poeta Nevio per rispondere alle accuse contenute nelle sue opere. la cui struttura si sviluppƒ forse nello stesso Latium. dove fondƒ un regno e diede inizio all'et• dell'oro. dette cola. perƒ. Orazio[2] parlƒ del verso saturnio come di un metro particolarmente rozzo. il saturnio cadde in disuso. Il primo emistichio € normalmente un dimetro giambico catalettico. Il verso saturnio € pertanto il verso utilizzato dagli abitanti primitivi del Lazio. significherebbe che gi• alle sue origini anche la metrica latina era di natura quantitativa. Il secondo puƒ essere un reiziano o un itifallico e presenta una notevole variet• di ritmi e soluzioni. divinit• simili ai satiri della mitologia greca. separate da un'accentuata pausa centrale. infatti. il che conferma che il saturnio fosse un verso antichissimo e tipico del linguaggio sacerdotale. Nel primo caso non ci sarebbe differenza tra il saturnio e i metri della poesia italiana. in epoca precedente all'adozione dei metri greci. un dimetro giambico catalettico e una tripodia trocaica acatalettica. . Nel caso di questo verso. -Gens di Claudio Marcelli.C. Gneo Nevio sembrƒ non gradire l'accaduto e ben presto. 157-158 [3] "malum" in latino. aspiravano alla conquista di territori in Grecia. di forti tendenze oligarchiche. indirizzƒ contro i Metelli il celebre saturnio: "Fato Metelli Romae fiunt consules" giocando sull'ambigiut• della vox media fatum.filoellenici. Fabio Massimo. II. sia per l'accusativo di "frutto" che di "male" si pronuncia con la stessa quantit•. oppure "I Metelli sono eletti consoli per la rovina di Roma". VII.Saturnio Tra i primi versi saturni a noi pervenuti. poteva essere interpretato o "I Metelli sono eletti consoli a Roma per il volere del destino". La famiglia aristocratica rispose "Malum dabunt Metelli Nevio poetae" ( "I metelli faranno del male al poeta Nevio" oppure " I Metelli daranno un frutto (=una mela) al poeta Nevio").[3] 48 Note [1] Annales. conservatori. appoggiato dal dittatore del tempo. Quinto Cecilio Metello era diventato console senza aver frequentato il Cursus Honorum. si ricordino quelli proposti nella celebre contrapposizione tra il poeta Gneo Nevio e la famiglia aristocratica dei Metelli. Nella Roma dell'epoca di distinguevano due fazioni: -Metelli e Scipioni . Voci correlate – Metrica italiana – Metrica classica – Metrica latina Collegamenti esterni Portale Antica Roma Portale Lingua latina . Catone . rivalutavano antiche tradizioni e valori tipici del periodo arcaico latino. Nel 206 a.favorevoli alle alleanze con popolazioni italiche. di fama crescente. 213 [2] Epistulae. ma il suo uso € molto pi„ antico e risale all'epoca arcaica. la sizigia giambica puƒ ammettere la lunga irrazionale. Prende il suo nome dal poeta alessandrino Faleco. € anche la forma catalettica del falecio (X X | • € € • | € • | € •). ma nota.) Del falecio esiste anche una forma acefala (X | • € € • | € • | € • X). il secondo € trocaico.Endecasillabo falecio 49 Endecasillabo falecio L'endecasillabo falecio € un verso di larghissimo uso sia nella poesia greca che in quella latina. ma si puƒ incontrare anche la forma spondaica. La resa del verso non differisce molto da quella del gliconeo: la base eolica € prevalentemente spondaica o trocaica. in alcune strofe di Bacchilide. chiamata in alcune fonti antiche metro nicarcheo: la si incontra. Schema: X X | • € € • | € • | € • X Il suo schema base € formato da un gliconeo seguito da un monometro giambico catalettico. che s'incontra con una certa regolarit• nella poesia greca arcaica e classica: l'esempio pi„ antico s'incontra in un frammento di Saffo. 1-2. ad esempio. Esempi e varianti Alcuni esempi: – Cui dono lepidum novum libellum / arida modo pumice expolitum? (Catullo. In questo esempio il primo falecio s'inizia con uno spondeo. e in et• imperiale • tanto nella poesia latina con Marziale che in quella greca con Simia di Rodi • lo spondeo diviene l'unica forma ammessa. v. I. assumendo la forma di un molosso. Le due sillabe libere dopo il coriambo del gliconeo sono rese di norma con un giambo. Rara. mentre la forma trisillabica € estremamente rara. il quale ne fece frequente impiego come verso stichico. Voci correlate – Endecasillabo – Metrica classica – Trimetro coriambico Portale Antica Grecia Portale Letteratura . che assume la forma di un cretico. Particolarit• Gli anapesti si scandiscono normalmente per sizigia. che ne € la tesi. che formano l'arsi del piede. la commedia dorica di Sicilia ne faceva ampio uso. la sequenza dattilo-anapesto inoltre € generalmente evitata. e limitata quasi esclusivamente alla poesia drammatica. ma € meno frequente che nei cola e versi dattilici. secondo lo schema € € •. L'origine di questo tipo di versi € da cercare fra i Dori. Compare anche nella metrica italiana dell'Ottocento dei metri barbari di Giosu€ Carducci e di Giovanni Pascoli reso con il quinario. . Molto usato nella strofa saffica in cui costituiva il quinario di chiusura dopo tre endecasillabi saffici minori. fu introdotto anche nella poesia teatrale attica. come gli Ë‘¸•“¦Š‰• degli Spartiati. ma la sua interpretazione non € sicura: probabilmente € da intendere nel senso di piede opposto rispetto al dattilo. e di una sillaba lunga. a partire da Alcmane. per lo pi„ di carattere lamentoso. Era una cadenza veloce composta da solo cinque sillabe. mentre era in ampio uso nell'area dorica. dove conservƒ il suo originale carattere di ritmo di marcia: € di norma usato quindi nella parodos e nell'exodos della tragedia. secondo la codificazione della metrica classica. l'anapesto si incontra pi„ facilmente nei generi letterari pi„ influenzati dalla loro cultura. Nel caso uno di questi piedi sostituisca l'anapesto. la sostituzione con un dattilo non € frequente. nella seconda parte del piede. e nella parabasi della commedia. dal verbo ¢Ž•••‹”. Anapesto L'anapesto € un piede utilizzato nella poesia greca e latina. il fenomeno dell'abbreviamento di una vocale lunga davanti a un'altra vocale (si veda prosodia) esiste. Uso Metro legato alla tradizione dorica. Secondo la tradizione era usato come sorta di ritornello con l'invocazione ad Adone in alcuni componimenti dal ritmo vivace. composto di un dattilo e di uno spondeo. Nel V secolo. gli antichi poeti ionici. e gli elegiaci lo ignorano. talvolta intervallati con versi di altro metro. i giambografi. di un piede quadrimoraico. L'anapesto puƒ essere sostituito da uno spondeo o pi„ raramente da un proceleusmatico. di ritmo ascendente. il tempo forte cade sempre. Origine L'etimologia del nome € chiara. Lo si incontra quindi nella lirica corale. se il numero di piedi € pari. anche se tale metro non compare solo in questo contesto. piano e anche tronco. in ogni caso. e puƒ anche essere usato in contesti lirici. dove in origine aveva il carattere di metro per i canti di marcia. Si tratta dunque. Si compone di due sillabe brevi.Adonio 50 Adonio L'adonio € un verso della metrica classica greca e latina. in quanto la proporzione tra arsi e tesi € di 1:1. Secondo un'altra definizione € una dipodia dattilica catalettica in disyllabam in quanto la sillaba finale € anceps e l'ultimo piede puƒ esse inteso come un dattilo catalettico. appartenente al g•nos †son. Anapesto 51 Metri anapestici Monometro anapestico Come i suoi analoghi di altri metri, il monometro (schema: € €• € €•) si incontra saltuariamente nei sistemi anapestici, in particolare come penultimo colon, o in associazione con i docmiaci o con i versi eolico-coriambici. Le sostituzioni spondaiche sono molto frequenti. Poichª il dimetro anapestico possiede una forte dieresi centrale, l'identificazione di un monometro nei sistemi lirici € spesso controversa, e muta da un editore all'altro. Es. di monometro anapestico puro: Ξ’Ž•˜ ËÕ›Ž™š•‰ (Sofocle, Edipo a Colono, 1562) Es. di monometro anapestico olospondaico: ž¢•‰šžÒ•“”Ž In et• romana, alcuni poeti, come Mesomede e Sinesio, hanno composto interi componimenti in monometri anapestici. Il monometro anapestico ipercatalettico (schema € : € • € €•| •) si confonde con il ferecrateo, o, se il primo piede € spondaico, con un reizianum: normalmente si tratta di questi ultimi versi, ma nel contesto di un sistema spondaico, queste sequenze vanno interpretate come anapesti. Il monometro catalettico € raro (€ €• : • „) e coincide formalmente con uno ionico a minore: anche qui, solo il contesto metrico puƒ indicare di che piede si tratta. Tripodia anapestica Questo schema metrico ( € : € • € : € • € : € •) non € molto frequente e non si incontra mai negli anapesti di marcia. Le sostituzioni in genere sono frequenti; nei poeti corali, questo metro puƒ essere congiunto con altri metri eterogenei. Es. ¶›‡‹•Ž • £ž• žˆŠš£‘ˆŽ•˜ (Eschilo, Persiani, 952) Quando compare nella forma (• • € : € • • •) questo metro non € distinguibile dal ferecrateo e si presta quindi a giochi di metaritmia (inversione di ritmo). Dimetro anapestico Il dimetro € il colon anapestico dall'uso pi„ diffuso, e uno tra i pi„ antichi cola lirici noti (si incontra gi• in Alcmane): i sistemi, in genere, non contengono che dimetri alternati a qualche monometro. Lo schema € € €• € €• | € €• € €• ; di norma, alla fine del primo metro corrisponde anche fine di parola, che non esclude lo iato, anche se non si tratta di una vera e propria dieresi; casi in cui la fine del metro non corrisponde alla fine della parola sono attestati, ma sono rari. Es. …‘’, Λ•“•¹Œ•, “’• Œ' ¢Š‡’‡•Š•Ž (Alcmane, fr. 17 B) Nei sistemi anapestici di marcia, il proceleusmatico non compare o quasi, mentre il dattilo appare di preferenza compare nei piedi dispari. Le sostituzioni usate perƒ sono numerose, e un dimetro composto solo di anapesti € piuttosto raro. La sequenza anapesto + dattilo non € comune, ma € attestata negli anapesti di marcia, in particolar modo in Eschilo. Anapesto Il dimetro anapestico catalettico o paremiaco Il dimetro anapestico catalettico (schema € €• € €• € €• • „) € pi„ noto con il nome di paremiaco (probabilmente da ••Š•‰‘‹•, proverbio, in quanto forma metrica spesso adottata dai proverbi). Es. ý—“ˆ ÈŠ“ˆ‘‰˜ •Êž ˇ—Šˆ›šˆ (proverbio) Sull'esatta natura di questo verso (anche se si tratti di un vero anapesto o invece di una forma procefala di dattilo) non c'€ accordo tra gli studiosi. In generale, il paremiaco assume le stesse forme del dimetro anapestico acataletto; l'ultima sillaba non ammette soluzione, ma puƒ essere breve; la sostituzione con il proceleusmatico non si verifica che negli anapesti "lirici"; il dattilo € limitato ovunque al primo piede; rispetto al dimetro acataletto, nel paremiaco la "pausa" tra primo e secondo metro spesso non € rispettata. Nei sistemi, il paremiaco riveste la funzione di clausola; puƒ anche essere adoperato kat‡ st†chon negli Ë‘¸•“¦Š‰•. Dimetro anapestico ipercatalettico Questo metro (schema € € • € € •| € € • € € • |•) € rarissimo. Compare in alcuni casi nella poesia drammatica. 52 Pentapodia anapestica Tale forma metrica ( € € • € € • € € • € € • € € •) € anch'essa estremamente rara. Gli esempi pi„ noti di questo metro si trovano in Aristofane. Es. Σ± ‘±Ž •ὖŽ ž•“• ˆ™š•‘ˆŽ, É ‘‰•Š« žˆ¥• ¦ (Aristofane, Acarnesi, 285) Trimetro anapestico La maggior parte dei versi dall'aspetto di trimetri anapestici ( € € • € € •| € € • € € •| € € • € € •) sono scissi dai metricisti moderni in un dimetro + monometro. I casi in cui ci si trova di fronte sicuramente a un trimetro anapestico sono rari. La forma catalettica del trimetro ( € € • € € •| € € • € € •| € € • •) € stata impiegata kat• stichon dal poeta alessandrino Simia di Rodi. Tetrametro anapestico catalettico Un dimetro anapestico acataletto e un dimetro catalettico formano un tetrametro catalettico: € € • € € •| € € • € € •|| € € • € € •| € € • | X Questo verso si incontra per la prima volta nella commedia dorica di Sicilia: Epicarmo aveva scritto due opere intere in questo verso. In seguito, fu adoperato spesso dai poeti della commedia attica: per tale motivo, € spesso chiamato metrum aristophanium. Nel caso invece che il tetrametro si presentasse con l'ultimo piede intero spondaico, era chiamato invece metrum laconicum, perchª era impiegato negli Ë‘¸•“¦Š‰•. Es. Ȇˆ“' à Σ•£Š“•˜ ⎕• •‰ ž•§Š•‰, ••“• “«Ž ÈŠˆ•˜ ž‹Ž•š‰Ž (Tirteo, fr. 16 B) In genere, il tetrametro ammette le stesse sostituzioni dei due metri di cui € composto: solo il proceleusmatico € escluso. I versi di soli anapesti sono evitati, mentre i versi con un unico anapesto si incontrano abbastanza di frequente. In Aristofane, il settimo piede € sempre anapestico; la sostituzione dattilica non € molto frequente. La dieresi mediana € di regola nel tetrametro anapestico; nel caso essa manchi, € rimpiazzata da una cesura dopo la prima sillaba del quinto piede; rarissima invece la cesura dopo la prima sillaba del quarto piede. Anapesto 53 Altri progetti – Wikiversit• contiene informazioni su Anapesto Senario Il senario (dal latino senarius "di sei elementi") € il verso che generalmente conta sei sillabe. Nella metrica italiana moderna, € un verso nel quale l'accento tonico si colloca sulla quinta sillaba metrica. Di conseguenza, se l'ultima parola € piana il verso comprende sei sillabe, mentre se € tronca o sdrucciola ne comprende rispettivamente cinque oppure sette. Le due tipologie pi„ frequenti sono quelle del senario anfibrachico, con gli accenti sulle sedi seconda e quinta (di fatto un doppio trisillabo): _ ' _ _ ' _ e del senario trocaico con gli accenti sulle sedi dispari: ' _ ' _ ' _ Esempi di versi senari Due esempi di senari anfibrachici: – l'inno nazionale italiano (Goffredo Mameli) Fratelli d'Italia, l'Italia s'€ desta, dell'elmo di Scipio s'€ cinta la testa [...] – la canzone Sapore di sale (Gino Paoli) Sapore di sale, sapore di mare che hai sulla pelle che hai sulle labbra [...] Metrica latina Nella metrica latina il senario giambico € un verso costituito da sei piedi giambici (€ •), caratteristico delle parti dialogate della commedia antica (i deverbia). Corrisponde al trimetro giambico greco e viene rappresentato come di seguito: €•|€•|€•|€•|€•|€• La struttura non € rigida, infatti l'unico piede che deve essere necessariamente un piede puro € l'ultimo. Gli altri, ammettendo sostituzioni, posso divenire uno spondeo, un tribraco, un dattilo, un anapesto o un proceleusmatico. La cesura puƒ essere posta: – dopo il quinto mezzo piede, e si ha una pentem€mera. – dopo il settimo mezzo piede, e si ha un'eftem€mera. dall'ampio utilizzo. Roma. 88 D) Tetrametro trocaico catalettico Il tetrametro trocaico catalettico € il terzo pi„ usato fra i versi stichici: esso veniva sempre recitato in parakatalog•. una parte della parabasi le era dedicata. Non mancano perƒ i casi in cui € utilizzato. Lo schema del tetrametro catalettico €: . una acataletta. a fianco del trimetro giambico. cio€ una sola sillaba indifferentemente lunga o breve Bibliografia – L. che in quella attica: nella Commedia Antica. € di uso frequente in ogni epoca. Il penultimo piede € di norma puro. I primi ad usarlo sono Archiloco e gli altri giambografi. ¬ sottoposto a tutte le sostituzioni possibili nei versi trocaici. talora usando come pausa non la dieresi centrale. ovvero un elemento che puƒ essere. Es. Dante Alighieri [1998]. Lo schema metrico € il seguente:[1] • x | • x | • x | • x || • x | • x | • € € Note [1] x indica un elemento anceps. breve o longum. Portale Antica Roma Portale Lingua latina Tetrametro trocaico Il tetrametro trocaico € un verso della metrica classica. Nella commedia. Tetrametro trocaico acataletto Il tetrametro trocaico acataletto (• € • € | • € • € || • €• € | • € • €) € meno frequente della forma catalettica e non viene mai utilizzato come verso stichico: tendenzialmente. € indica l'ultimo elemento indifferens. e una catalettica. ma una dieresi al terzo piede. Ceccarelli. Era il verso parlato della tragedia nella sua fase pi„ antica. Sofocle non lo usa quasi. i due dimetri di cui € composto vengono considerati cola indipendenti. dove veniva inserito in cantiche e in parti recitate. fr. ýŸ ˆ úŠÇž‹ˆ “‹ Œ’ ‘ˆ •Ã¾Ž Ñ‘‘•š‰Ž ¸ ’••›š• (Anacreonte. seguiti dai poeti lirici. ciascuno formato a sua volta da un piede trocaico. a discrezione del poeta. • indica l'elemento longum. € indica l'elemento breve. Euripide se ne serve soprattutto nelle sue tragedie pi„ tarde. come attesta Senofonte. piuttosto che un unico verso. ed € usato come verso di dialogo. 2005. e da un metron trocaico catalettico. pi„ rara.Settenario trocaico 54 Settenario trocaico Il settenario trocaico € un verso della poesia latina formato da sei metra trocaici. Solitamente presenta la cesura dopo l…ottavo elemento. prima di essere rimpiazzato dal meno emotivo e pi„ razionale trimetro giambico: in Eschilo € ancora abbastanza presente. Per la sua presenza nella poesia teatrale e per la sua struttura si puƒ considerare l'adattamento del Tetrametro trocaico greco alle peculiarit• della versificazione latina. sia nella commedia siciliana (Epicarmo). Prosodia e metrica latina classica. Di questo tipo di verso esistono due varianti. formato da quattro sizigie trocaiche con dieresi mediana. Fu utilizzato in et• arcaica per le opere teatrali. Es. mentre non € vincolante per la commedia. sostituendo al trocheo uno spondeo nel penultimo piede: tale metro vuole. “¾Ž Ž’•Ž Œ± “ÿ Ž’Ô (Aristofane. “¾Ž †’Š•Ž“• “Ÿ †’Š•Ž“‰. sono pi„ numerosi. il verso. La dieresi mediana € sempre rispettata dai giambografi e trascurata solo di rado dai tragici. ç‘¥‰Œ’É•˜ †£Š ˆ°‘‰ ž•Êž ¢‘•Š“£Ž” ž—•“”Ž (Ipponatte. Il limite massimo delle risoluzioni € tre per verso: versi di questo tipo si incontrano nei comici ed in Euripide. ma sono rari. Ipponatte creƒ anche un tetrametro scazonte sul modello del trimetro giambico. un trocheo puro. 70 D) 55 Altri progetti – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica.Tetrametro trocaico • € • € | • € • € || • €• € | • € X „ La forma pura del tetrametro € piuttosto rara: la si incontra pi„ di frequente tra i giambografi che tra gli scrittori drammatici. Portale Antica Grecia Portale Letteratura Portale Lingua latina . e si riscontrano in maggior misura nella commedia e nella tragedia che non nei poeti giambici e nei tragici pi„ antichi. Es. mentre tra i comici i versi privi di tale dieresi. di solito. rimpiazzata da un'altra cesura. La divisione del verso tra vari attori € possibile. Acarnesi. fr. 718) La lunga irrazionale € frequente nei piedi pari. Lo zeugma di Porson (si veda trimetro giambico) € rigorosamente rispettato da Archiloco e nella tragedia. mentre le soluzioni delle sillabe lunghe non sono cos‚ frequenti che per il trimetro. ma mentre nei tragici pi„ antichi e in Aristofane tale divisione avviene in concomitanza con la dieresi centrale. cercando di ottenere cos‚ un effetto di maggior immediatezza. in Euripide e poi ancora di pi„ in Menandro. € spezzato senza tener conto delle pause metriche. nel sesto piede. п¨' ὤ¥ˆ ' 犆•˜ ‘ó Œ‰••“£š¨•‰ šž£¥•˜ (Euripide. ýˆœÿ ••Š•††ˆ‹ •˜ »¥•Š š“Š•“ˆ™‘•“‰ Il trimetro giambico possiede anche uno zeugma. che mira ad una maggiore aderenza del verso alla lingua parlata. nella sua forma pura. il giambo presenta in genere (ma non sempre). 3. Medea. presenta la forma di un cretico (• € •) la sillaba precedente (la quart'ultima) non puƒ essere lunga a meno che non si tratti di una parola monosillabica. o altrimenti formulato. lo zeugma di Porson € spesso trascurato. sebbene rara. 1) – eftemimera. si presenta con lo schema: € • € • |€ • € • |€ • € • Tale forma perƒ € rara e nel trimetro il piede giambico puƒ essere sostituito con uno spondeo (lunga irrazionale). € il principale metro parlato della tragedia. tranne nell'ultimo piede. mantengono il ritmo ascendente del giambo): la quantit• e il tipo di sostituzioni ammesse varia in maniera significativa a seconda del genere a cui il giambo appartiene. nella commedia si incontra anche la sostituzione con il proceleusmatico. o coliambo (ipponatteo). (il dattilo € escluso anche dal secondo e quarto piede). Es. v. L'applicazione di questa legge € variabile a seconda del genere letterario in cui il trimetro € impiegato. Nel primo. 6. Tale ponte prevede che se l'ultima parola del verso o l'ultimo gruppo di parole. 5. cosa che avviene invece nel poeta pi„ antico.1) – dieresi dopo il terzo piede (non frequentissima): € • € • | € • || € • | € • € • Es. in genere evitati. una cesura. Di tale verso esistono tre varianti metriche principali: il trimetro giambico acataletto (o forma normale). Sue caratteristiche principali sono: 1. 4. ma compare anche come verso cantato nelle parti liriche del dramma e nella lirica corale.Trimetro giambico 56 Trimetro giambico Il trimetro giambico € un verso della poesia greca e latina formato da tre metri. dopo il settimo mezzo piede: € • € • | € • € || • | € • € • Es. o un dattilo (questi piedi. e caso unico tra tutti i generi che usano il trimetro giambico. Verso di una certa estensione. 2. Caratteristica del trimetro € la sua versatilit•: verso eponimo della poesia giambica. Antigone. € ancora pi„ libero nell'uso delle pause. Menandro li ammette pi„ raramente. il cosiddetto "ponte di Porson" (dal nome del filologo che lo scopr‚). le sostituzioni con un dattilo o un anapesto sono ammesse in tutte le posizioni. questa non si deve trovare a fine di parola. o spezzati (anapesti cio€ le cui due brevi iniziali appartengono a due parole diverse). mentre il secondo. gli anapesti strappati. il verso puƒ essere diviso in varie battute praticamente senza restrizione. dopo il quinto mezzo piede: € • € • | € || • € • | € • € • (€ la pi„ comune). o semiquinaria. se l'ultima sizigia inizia con una sillaba lunga. il trimetro giambico catalettico e il trimetro giambico "zoppo" o scazonte. e spesso non fa coincidere la struttura del periodo con la struttura metrica. un anapesto. utilizzato nell'epigramma. Trimetro giambico acataletto Caratteristiche generali Il trimetro giambico. si incontrano non di rado in Aristofane. un tribraco. della commedia e del dramma satiresco. . non c'€ limitazione al numero di sostituzioni del giambo con un dattilo o un tribraco nel verso. o semisettenaria. gli anapesti sono pi„ frequenti. i versi senza pausa interna non sono infrequenti. ö ž•‰Ž¾Ž •Ê“£Œˆ ¥•Ž Ûš‘¦Ž¦˜ ž£Š• (Sofocle. o sizigie ciascuno formato a sua volta da due piedi giambici. Esistono poi scarti d'uso tra Aristofane e Menandro. Le pause pi„ frequenti sono: – pentemimera. perƒ. Il trimetro della commedia Il trimetro della commedia si distingue per la libert• di trattamento. 4. le poche eccezioni per lo pi„ sono solo apparenti 2. In generale. pi„ tardi. Il trimetro della tragedia Un maggiore rigore € la caratteristica dei trimetri della tragedia.C. si colloca l'Alessandra di Licofrone. e l'anapesto "strappato" non € sempre evitato. Al contrario. in un dattilo o in tribraco. Il trimetro dei giambografi In questa categoria si incontrano i trimetri pi„ antichi che si conoscano. si pone in posizione intermedia tra quello della commedia e della tragedia: pi„ libero di quest'ultima. In particolare. I versi privi di cesura o dieresi sono rarissimi. Il ponte di Porson € osservato rigorosamente. la cui struttura € quella di una lunghissima "rhesis angelikª" (o discorso del messaggero). Le infrazioni al ponte di Porson sono pi„ frequenti che nella tragedia. le due sillabe brevi nate dalla soluzione di una sillaba lunga devono appartenere alla stessa parola. il trimetro degli autori tardoantichi € pi„ rigoroso di quello degli autori del V secolo a. come il genere a cui appartiene. a meno che la prima sillaba breve non sia rappresentata da un monosillabo. anche se esistono scarti significativi tra un autore tragico e l'altro.o polisillabica. ma pi„ regolato rispetto alla prima. coincide sempre con una parola tri.C. 7. la sostituzione del giambo con uno spondeo € molto frequente (sono rari i versi in cui ciƒ non avviene almeno una volta).Trimetro giambico 57 Il trimetro del dramma satiresco Il trimetro del dramma satiresco. non ci sono che una ventina di soluzioni. 3. La risoluzione delle sillabe lunghe in due brevi € meno usuale. i trimetri puri sono pi„ frequenti che nei tragici. il tribraco vi € raro. Eschilo evita la distribuzione di un verso in pi„ battute (o ¢Ž“‰ •¸•‹). 2. l'anapesto € impiegato solo per i nomi propri. L'anapesto. quando impiegato. 5. . l'anapesto "strappato" € sempre evitato. 4. Di norma. ma la ripartizione delle battute di norma coincide con la pausa metrica 6. Si nota in particolare (tenendo conto dello stato frammentario in cui questi autori ci sono noti) che: 1. In casi eccezionali (per lo pi„ nomi propri che non si adattano allo schema giambico) un metro puƒ subire anaclasi (da monometro giambico € • € • si passa a un coriambo • € € • A parte rispetto ai tragici del V secolo a. le risoluzioni sono ammesse solo per parole di una certa lunghezza che contengono un accumulo di sillabe brevi la cesura o la dieresi sono sempre presenti Gli autori di epigrammi seguono da vicino il modo dei giambografi: in generale. in cui il virtuosismo dell'autore si dichiara anche nella metrica: su 1474 trimetri. la sillaba lunga del piede € risolta in due brevi pi„ facilmente. il ponte di Porson € sempre rispettato. 5. le ¢Ž“‰ •¸•‹ si incontrano pi„ volte in Sofocle ed Euripide. non € invece mai ammesso nell'ultimo piede. con l'eccezione del primo piede. il verso € spezzato pi„ spesso tra attori diversi. Euripide ammette un maggior numero di soluzioni rispetto a Sofocle e a Eschilo. si puƒ osservare: 1. 3. la risoluzione delle sillabe lunghe € rara e mai pi„ di una volta per verso. e la loro forma in genere € la pi„ pura. Il dattilo non si incontra mai nel quinto piede. eolo-coriambii. desinas ineptire) che il trimetro giambico acataletto. il famoso Miser Catulle. come per gli altri metri lirici. provocando una brusca inversione metrica che fa "zoppicare" il verso. cos‚ composta: € • € • |€ • € • |€ • • € Nell'ultimo piede il giambo € sostituito con un trocheo. 103 B) Trimetro giambico scazonte Il trimetro giambico scazonte ("zoppo") o coliambo o ipponatteo. hospites). per le sue nugae. Dopo di lui. quem videtis. fr. ý• óŽ ž•“' ¢‡ ÙŽ î‘‘£“”Ž ⇈›ˆŽ (Archiloco. rimonta anch'esso. L'introduzione di questo verso € attribuita dalla tradizione antica ad Ipponatte. che per alcuni aspetti si discosta dal modello greco. o dattilo epitriti. Orazio utilizzƒ questi metri nei suoi epodi. dopo di lui. il suo equivalente € il senario giambico. deve il suo nome alla sua particolare struttura metrica. Nella commedia di et• arcaica. In generale. sebbene verso prevalentemente recitato. Alcmane lo impiegƒ kat‡ st†chon. le soluzioni dello scazonte sono pi„ numerose che nel trimetro giambico acataletto degli scrittori di giambi. – Il trimetro giambico. e il trimetro € anche adottato da Seneca per le sue tragedie. Il trimetro giambico nella poesia latina Verso tra i pi„ importanti e prestigiosi della poesia greca. compare anch'esso nei metri lirici. il trimetro giambico fu presto introdotto a Roma. Es. il carme n. il metro € impiegato anche nell'epigramma ellenistico. e lo si incontra sia nei giambografi che nei lirici. 13 B. . e per questo viene anche chiamato "ipponatteo". che utilizzƒ a pi„ riprese. Archiloco lo usa come secondo verso in un epodo. "Phaselus ille. l'effetto di rottura ritmica € ancora pi„ forte e il trimetro viene definito ischiorrogico (ossia "dalle anche spezzate"): l'introduzione di questo tipo di verso € attribuito ad Ananio. çž•™š•¨' Ó••ÒŽ•ž“•˜ü •Ê †«Š ¢ ' åž” (Ipponatte. ma si trova gi• nei frammenti di Ipponatte. non disdegnando anche tour de force metrici di gusto molto alessandrino (ad es. Es. 4. all'et• arcaica. Il modello dei giambografi arcaici e degli scrittori ellenistici fu ripreso invece da Catullo. secondo una struttura molto pi„ regolare rispetto a quella del senario giambico arcaico. In tal caso. come uso.) Quando il quinto piede € spondaico.Trimetro giambico 58 Trimetro giambico catalettico Il trimetro giambico catalettico (schema € • € • |€ • € • |€ • € „). Osservazioni – Del trimetro giambico esiste anche una forma ipercatalettica (€ • € • |€ • € • |€ • € •| •): esso saltuariamente compare nelle strofe o nei sistemi lirici. fu usato da molti poeti. soprattutto in et• ellenistica (Eronda e Callimaco tra gli altri). le forme sincopate non sono infrequenti. tanto il coliambo (ad es. giambici. fr. soprattutto nei dattilo-epitriti. pi„ tardi si incontra in periodi o strofe giambiche o eolo-coriambiche. e Marziale negli epigrammi. Letteratura e antropologia di Roma antica Altri progetti – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica.Trimetro giambico 59 Fonti Maurizio Bettini. Limina. Portale Antica Grecia Portale Letteratura Portale Lingua latina . ad esempio da Callimaco nella sua opera pi„ celebre. Esso € tipico della poesia elegiaca. prevalentemente un settenario piano con un novenario piano e. ad esempio Archiloco. tranne le Metamorfosi e il poemetto Halieutica. Tuttavia non bisogna dimenticare che il metro elegiaco fu utilizzato anche da autori dell'invettiva giambica. Letteratura classica Nella poesia greca fu introdotto a partire dalla lirica arcaica nel genere dell'elegia. Altri progetti – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. e in particolare nella metrica greca e latina. dall'elegia guerresca di Callino e Tirteo.e š“‹‡•˜ stichos . parlando di poesie. della particella Œ‰š dis.60 strofe Distico elegiaco Nella metrica classica. verso) composto da un esametro e un pentametro. per l'esametro.. schiera e. da cui il nome. dal gr. il distico fu utilizzato largamente nella letteratura ellenistica. per il pentametro. Letteratura moderna Giosu€ Carducci lo trasfer‚ nella metrica italiana combinando. come anche nel diffuso genere dell'epigramma. la quale comprendeva tematiche assai varie. per distico elegiaco si intende un distico (insieme di due versi.fila. a quella politica di Solone fino ad arrivare alle tematiche esistenziali di Mimnermo e Teognide. Œ‰š“‰‡•Ž distichon comp. Quest'ultimo fu un maestro del distico elegiaco e propose frequenti rime interne nel pentametro. .). Successivamente Ovidio scrisse in distici elegiaci pressochª tutte le sue opere. gli Aitia.. Inizialmente era caratteristico di brevi testi scritti su oggetti di vita quotidiana (vasellame. poi divenne una vera e propria forma poetica. mentre Marziale utilizzƒ i distici elegiaci nei suoi epigrammi. In seguito. un settenario o un quinario piano con un settenario piano.due volte . Nella poesia latina fu adoperato tra gli altri da Catullo e da Tibullo. . Collegamenti esterni – Strofe alcaica [1] in ÞTesauro del Nuovo Soggettario [2]ß. si fas est. Saffo. e in particolare della metrica eolica greca e latina. in particolare da Giosu€ Carducci[1] e Giovanni Pascoli. in particolare da Giosu€ Carducci. ¬ attribuita alla celebre poetessa di Lesbo. che sedendoti davanti allo stesso tempo guarda e ascolta. php?id=30005 Strofe saffica Nella metrica classica. in particolare da Catullo. Alceo. qui sedens adversus identidem te spectat et audit.[2] . e in particolare della metrica eolica greca e latina. un enneasillabo alcaico e un decasillabo alcaico. La strofe alcaica € anche uno dei metri classici pi„ ripresi nell'Ottocento italiano dalla metrica barbara. marzo 2013. ¬ attribuita al celebre poeta di Lesbo. (LA) ƒïIlle mi par esse deo videtur.ï„ (Carme LI) (IT) ƒïEgli mi sembra essere simile ad un Dio. BNCF. firenze. superare divos. per strofa alcaica si intende una strofa composta da due endecasillabi alcaici.ï„ La strofe saffica € anche uno dei metri classici pi„ ripresi nell'Ottocento italiano dalla Metrica barbara. it/ termine. per strofa saffica si intende una strofa composta da tre endecasillabi saffici e da un adonio. bncf. egli. sbn. se € possibile mi sembra superare gli Dei. ille.Strofe alcaica 61 Strofe alcaica Nella metrica classica. il primo dei nove libri composti da Saffo e custoditi nella biblioteca di Alessandria era interamente scritto in strofe saffiche per un totale di 1320 versi. Altri progetti – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. La "saffica" fu ampiamente ripresa anche nel mondo latino. Secondo la tradizione. in particolare da Orazio nelle sue Odi. Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura Note [1] http:/ / thes. La strofe alcaica fu in seguito ampiamente ripresa anche nel mondo latino. . e del prunalbo l'odorino amaro senti nel cuore. tanto nella Grecia dell'et• ellenistica che nella poesia latina. ma sono possibili combinazioni miste. o versi eolici si intendono un insieme di versi in uso nella versificazione antica. anche se puƒ ammettere (talvolta). anche se alcune forme sono preferite ad altre. Gli antichi attribuivano loro anche l'invenzione di questo tipo di metri. – la parte ritmicamente marcata dei versi € di solito dattilica o coriambica. la lunga irrazionale cio€ che sostituisce una breve. un giambo. per alcune loro caratteristiche. – la presenza. all'inizio di questi versi. come Terpandro. Altri progetti – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica. la cui quantit• € completamente indifferente: tale base puƒ essere realizzata con un trocheo. Tale gruppo di versi ha ricevuto la denominazione di metri eolici perchª sono stati introdotti nell'uso letterario. si differenziano dalla prassi metrica usuale. tali metri rimasero ampiamente in uso e godettero di grande fortuna. Le caratteristiche peculiari di questo tipo di versificazione sono: – l'isosillabismo: la metrica eolica non ammette la soluzione di una lunga ‚ con due brevi € €. il sole cos‚ chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore. i quali. mentre i moderni per lo pi„ ritengono che essi si limitarono a conferire dignit• letteraria panellenica a metri e ritmi in uso tra le popolazioni eoliche. normalmente definito base eolica. da poeti lirici che si servirono del dialetto eolico. [2] Novembre Gemmea l'aria. di un piede bisillabico.. Voci correlate – Metrica classica – Strofe saffica – Strofe alcaica Altri progetti – Questa voce € inclusa nel libro di Wikipedia Metrica classica.. dopo i grandi esempi dei poeti di Lesbo.Strofe saffica 62 Note [1] Dinanzi alle terme di Caracalla: Corron tra …l Celio fosche e l…Aventino Le nubi: il vento dal pian tristo move Umido: in fondo stanno i monti albani Bianchi di neve. uno spondeo o un pirrichio. Alceo e Saffo. cos‚ come veniva intesa e praticata nella letteratura greca e latina. Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura Metrica eolica Per metrica eolica. wikipedia.wikipedia. Filos96.wikipedia. Franco3450. Monopoli91. Torredibabele. Demart81. Cesalpino. Alec.php?oldid=41891335 ïAutori:: Cotton. Antsalv. Jollyroger. 8 Modifiche anonime Coriambo ïFonte: http://it. 6 Modifiche anonime Adonio ïFonte: http://it.org/w/index.wikipedia. Pedro Felipe.wikipedia. Eumolpo. Borgil. Tobia09. OrbiliusMagister. Phantomas. Elenwe. Elenwe. Senpai. Mizardellorsa.org/w/index. Oks. Square87.org/w/index.org/w/index.org/w/index.org/w/index. Square87.wikipedia. Borgil. No2. Mizardellorsa. Austro. Piero. Archeologo. No2. Gigiomarchese. Mizardellorsa. Demart81. Elenwe. Torredibabele. Archeologo. Elenwe. Ares. Phantomas.wikipedia. Demart81.org/w/index. õ‘•Š‰•˜. Mizardellorsa. ΆŠ“ˆ‘‰˜.org/w/index. Retaggio.org/w/index. Mizardellorsa.php?oldid=57095859 ïAutori:: Alec. Annuale. Clematis. Ep‚dosis. Borgil.. Pirrica. No2. OrbiliusMagister. Borgil.org/w/index.wikipedia. Ma patros.org/w/index. Glauco92. Mizardellorsa. OrbiliusMagister. Phantomas. Sannita. Ribbeck. Glauco92.php?oldid=61702304 ïAutori:: Al Pereira. Felisopus.php?oldid=59410027 ïAutori:: Alessandro Gelsumini. Numbo3. Valerio79. F. 2 Modifiche anonime Trocheo ïFonte: http://it. Demart81. Demart81.org/w/index.org/w/index. Mizardellorsa. Mau986. Formica rufa. K92.wikipedia. Taotor. Antsalv. No2. 7 Modifiche anonime Endecasillabo falecio ïFonte: http://it. Square87.org/w/index. OrbiliusMagister. Archeologo.php?oldid=56157548 ïAutori:: Alec.wikipedia. H2o. Oks.wikipedia. Mizardellorsa. Filos96. Pietrodn. Marcol-it.mau.php?oldid=61698024 ïAutori:: Al Pereira. Tia solzago.php?oldid=61712878 ïAutori:: Al Pereira. Ep‚dosis.org/w/index. Cesalpino.wikipedia. F. Elenwe. Basilero. Mizardellorsa. Demart81. Eumolpo. AnjaManix. Rago. Square87. Borgil. Dans.org/w/index.php?oldid=55458559 ïAutori:: Al Pereira.wikipedia. AttoRenato. Elenwe. Pequod76. Elenwe. MM. LoStrangolatore. Mizardellorsa.wikipedia. Elenwe. Trikke.wikipedia.php?oldid=57095255 ïAutori:: Alessandro Gelsumini. Pracchia-78.php?oldid=60001038 ïAutori:: . Alessandro Gelsumini. Pequod76. Cruccone. Borgil. Giuliano56. Fantasma.org/w/index. Demart81. Shadd. 8 Modifiche anonime Senario ïFonte: http://it. Demart81. Numbo3. Mizardellorsa.org/w/index. Sanremofilo Proceleusmatico ïFonte: http://it. Vermondo. Chitarrista. Panairjdde.php?oldid=60000995 ïAutori:: Alec. Alec. õ‘•Š‰•˜. Oks. Filos96.wikipedia. 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OrbiliusMagister.wikipedia.org/w/index. 4 Modifiche anonime Metrica eolica ïFonte: http://it. Sanremofilo. Elenwe. Sailko. No2. Patafisik. Valerio79. Mizardellorsa. 11 Modifiche anonime Distico elegiaco ïFonte: http://it.Fonti e autori delle voci 63 Fonti e autori delle voci Metrica classica ïFonte: http://it.wikipedia. Lussin. Mr buick. Filos96. No2. Alessandro Gelsumini. Fabio Matteo. Phantomas. Alec. OrbiliusMagister. Alec. Elenwe. Ariel. Ep‚dosis.chiodo.wikipedia.php?oldid=58970170 ïAutori:: Al Pereira. Avemundi. Kill off. Marcol-it.org/w/index. Moloch981. Mizardellorsa.wikipedia.php?oldid=60000997 ïAutori:: Amicuseius. 3 Modifiche anonime Peone (piede) ïFonte: http://it. Balabiot. 5 Modifiche anonime Tribraco ïFonte: http://it. Llayumri.org/w/index.php?oldid=59024461 ïAutori:: Alessandro Gelsumini. LaPizia. Piero.php?oldid=56167005 ïAutori:: Avemundi.chiodo. 30 Modifiche anonime Piede (poesia) ïFonte: http://it. Pequod76. 7 Modifiche anonime Strofe alcaica ïFonte: http://it. Ciacchi. Simocame. Bozzo. Aristarcodisamo. Ripepette. Oks.wikipedia.php?oldid=56875399 ïAutori:: Alec.mau. No2. Kamina. Borgil. Alec. õ‘•Š‰•˜ Ionico (piede) ïFonte: http://it. õ‘•Š‰•˜ Pirrichio ïFonte: http://it.wikipedia. Borgil. OrbiliusMagister Tetrametro trocaico ïFonte: http://it. 1 Modifiche anonime Trimetro giambico ïFonte: http://it. Marcol-it. Mizardellorsa. AnjaManix.org/w/index. Jonathan Groß. No2.php?oldid=57475847 ïAutori:: Alessandro Gelsumini. Mizardellorsa. 1 Modifiche anonime Cesura ïFonte: http://it. No2. F. Lucio Di Madaura. Marcol-it. EdoM. Demart81. Tan. Kamina.chiodo. Mizardellorsa. 5 Modifiche anonime Giambo ïFonte: http://it. Jotar.wikipedia.wikipedia.wikipedia. Demart81. O--o.org/w/index. 2 Modifiche anonime Settenario trocaico ïFonte: http://it. Demart81.wikipedia.php?oldid=57095275 ïAutori:: Al Pereira.wikipedia. Guidomac.org/w/index. Oks. F. Rago Pentametro dattilico ïFonte: http://it. No2. Kamina.wikipedia. Elenwe. Al Pereira. Margherita. Boltzmann1.php?oldid=53792195 ïAutori:: Monopoli91 Gliconeo ïFonte: http://it. Fredericks. Oks. 2 Modifiche anonime Cretico ïFonte: http://it. Marek.php?oldid=57627600 ïAutori:: Archeologo. Seedy. Cotton. Rook. AnjaManix. Rosa nero. Archeologo.wikipedia.org/w/index. OrbiliusMagister. Eva4. Margherita. 12 Modifiche anonime Baccheo ïFonte: http://it. OrbiliusMagister. OrbiliusMagister.wikipedia.org/w/index. Cesalpino. No2. 2 Modifiche anonime Anfibraco ïFonte: http://it. Dario DC. Mizardellorsa. OrbiliusMagister. 2 Modifiche anonime Saffico ïFonte: http://it. AKappa. 2 Modifiche anonime Spondeo ïFonte: http://it. Kamina.php?oldid=45545516 ïAutori:: Antsalv. Ketamino.vedo. Cristiano64. Numbo3.php?oldid=57106088 ïAutori:: Alec. 6 Modifiche anonime Dattilo (metrica) ïFonte: http://it. SolePensoso. AnjaManix. Mizardellorsa Anapesto ïFonte: http://it.php?oldid=32127568 ïAutori:: Alexmar983. Darkillo. Mizardellorsa . Buggia. G. 1 Modifiche anonime Molosso (piede) ïFonte: http://it. Padanda.php?oldid=43149236 ïAutori:: . Borgil. Osk.wikipedia. Civv‚.wikipedia. Cruccone. Elenwe.wikipedia. Mizardellorsa. LoStrangolatore. Niccolƒ.org/w/index. Semolo75. Eumolpa. Piero. Elenwe. MaEr. Marco Plassio.org/w/index. Matafione. OrbiliusMagister.org/w/index. Snow Blizzard.php?oldid=61004531 ïAutori:: Alessandro Gelsumini. 1 Modifiche anonime Mora (fonologia) ïFonte: http://it. Borgil. Elenwe. M-manca. Borgil.php?oldid=26164070 ïAutori:: Frasca88. Kibira.php?oldid=41163097 ïAutori:: Demart81.php?oldid=57105957 ïAutori:: Archeologo. licenze e autori delle immagini 64 Fonti.svg ïFonte: http://it.svg ïFonte: http://it. DieBuche.org/w/index.org/w/index.php?title=File:Nuvola_apps_kmessedwords.wikipedia. Flamarande. 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G.svg ïLicenza: Public Domain ïAutori:: Piotr Michał Jaworski (PioM ENïDEïPL) Immagine:Exquisite-kfind.dallorto.wikipedia.svg ïLicenza: Public Domain ïAutori:: nae File:LupaCapitolina.png ïFonte: http://it.png ïFonte: http://it. org/licenses/by-sa/3.0/ .Licenza 65 Licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 //creativecommons.
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