L'Ombra Dei Rasna - Il Mistero Degli Etruschi

March 29, 2018 | Author: msdfli | Category: Etruscan Civilization, Rome, Ancient Rome, Religion And Belief


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L'OMBRA DEI RASNA - Il mistero degli EtruschiUna gloriosa migrazione venuta da lontano approda sui lidi italici e da sempre sfugge alle ricerche più approfondite. Dov’era la loro patria? Perché scomparvero senza lasciar traccia? Un’analisi degli aspetti misterici e controversi degli Etruschi. L’articolo non avrebbe la sua forma attuale senza il contributo prezioso e determinante di Romano Manganelli, da sempre appassionato cultore della civiltà etrusca, che con profonda umiltà mi ha permesso di comprendere i miei sbagli e rafforzare la validità delle mie ricerche. (n.d.A) L’ombra dei Rasna Gli Etruschi sono il popolo più enigmatico ed affascinante che appartiene all’Italia, territorio principe della loro influenza. Secondo il ricercatore Mario Gattoni Celli, le notizie storiche su di loro non coprono più di cinque o sei pagine di libro. Nulla di più esatto. I testi scolastici sorvolano rapidamente sulla potente monarchia etrusca sviluppatasi per molte generazioni, formata da sette re che gli alunni ripetono in successione come una filastrocca, dopo i quali si giunge immediatamente alla nascita della repubblica romana. I saggi degli studiosi, dal canto loro, aggiungono soltanto che gli Etruschi erano autoctoni della nostra penisola che parlavano una lingua indecifrabile e raggiunsero livelli eccelsi nelle arti, nella politica e nell’architettura, evitando di sottolineare le conquiste umane e spirituali donate all’impero romano. Negli ultimi anni, dopo attente riflessioni, si è fatto in strada in chi scrive il sospetto, divenuto pian piano certezza, che un fitto velo di silenzio sia calato sulla stirpe etrusca, per nascondere segreti di vitale importanza. Gli Etruschi non sono mai morti e ci hanno donato un tesoro inestimabile che narra una storia, la nostra, iniziata molto tempo fa. Discesero dai Giganti I ricercatori più audaci pongono l’origine degli Etruschi in Lydia, a oriente di Smirne, citando Erodoto che scrive ne Le Storie, I, 94: "Raccontano i Lidi che sotto il re Atys, figlio di Manes, vi fu in Lydia una grande carestia; per un po’ la popolazione vi tenne fronte, ma poi, visto che non cessava, … il re divise il popolo in due parti… A capo dei designati a rimanere pose se stesso; degli altri designati a partire, il proprio figlio Tirreno. Gli esuli scesero a Smirne, costruirono delle navi…e salparono alla ricerca di una nuova terra…, finché dopo aver costeggiato molti paesi, giunsero presso gli Umbri dove fondarono città che tuttora abitano…" Manes, analogo al primo faraone egizio Menes, è il leggendario monarca Manu, nome collettivo che incarna la guida delle sette razze–madri con le corrispettive sottorazze. Il Manu aveva condotto moltissime migrazioni in epoche antidiluviane dalla primordiale Isola Bianca nel Mar del Gobi, la mitica Thule, territorio tropicale lussureggiante che estendeva i suoi confini al Polo Nord, sino alla formazione dei sorge sul Tevere che incarna la Via Lattea e ha sette colli come gli astri dell'Orsa Maggiore. propria degli Etruschi. dato che gli scolari romani andavano a studiare l’etrusco nella prestigiosa Caere. Tula in Messico. Il rosso. durante le cerimonie rituali. scrisse i Tirrenika in venti volumi. Il gene tolteco si ritrova intatto nella sesta sottorazza akkadiana. disseminata di necropoli e santuari alla vergine nera Cibele. a Grosseto.C. re–sacerdote di Mu. analoga al Ramu.. quattordici metri. Parlavano sanscrito Ma chi erano in verità gli Etruschi? La lingua ne penetra il mistero? L'imperatore Claudio. come gli Etruschi conservano sepolcri a forma di tumulo e venerano i simboli dell’uovo e del serpente. e il cui eco ritroviamo nel toponimo Caput–tolium. gli abitanti della Lydia dimorarono nell’isola di Lemno con capitale Efestìa. Le fanciulle raticavano la sacra teogamia in collegi particolari. Il testo più completo è inciso sulle bende di una mummia scoperta in Egitto due secoli fa. a Tarquinia. infine. strade lastricate e ponti. e nella Tomba dei Rilievi di Caere. svela un’antica discendenza dal primo idioma del pianeta: il sanscrito. si tingevano di rosso con il minio. cuore vitale del Cosmo. quando un cataclisma si abbattè su Atlantide e i Toltechi si spinsero nelle Americhe. Di colore rosso–bruno. Stessa sorte subirono gli Annuali Etruschi custoditi nel Tabularium Capitolinum. nella Tomba dei Leopardi e in quella delle Leonesse. Strano. Antenati degli Etruschi sono i Toltechi. come apprendiamo dall’opera di Arthur Powell. vicina alla stella polare citata nel RgVeda indù. incarnato dalla Sfinge leonina interamente rossa. che narravano la vera origine dei Romani. mentre i suoi eredi edificarono nel IX sec d. a Giza. effigiate rispettivamente sui muri di Sovana. La lingua dei Rasna. altri discendenti dei Toltechi. Roma. affascinato dal loro mondo. Un colore regale Gli affreschi nella Tomba del Triclinio. fondando la civiltà incaica. segno della creazione eterna. Un altro ancora tiene fra le mani un uovo. Crearono un impero splendente durato diversi millenni. ora al Museo di Zagabria. Il Sistema solare. e rosso sarà il colore preferito dall’imperatore Nerone. Gli Etruschi chiamavano se stessi Rasna. ha carattere sacro. che presentano legami inestricabili anche con gli Egizi. personificazione dell'energia solare. i Maya e gli Indiani del Nordamerica. Il felino sacro ricompare di nuovo a Tarquinia.continenti di Mu e Atlantide. asse del cielo che pulsa a Thule. Le vie commerciali degli Etruschi erano le Tule che giungevano sino in Himalaya. Le strisce di tela. terza sottorazza principe della stirpe atlantidea. I re etruschi.C. ritraggono uomini rossi. Simboli la svastica ed il globo alato delle tavolette di Mu. con i loro enormi "atlanti". Simboleggia gli ancestrali predecessori e rimanda al culto del pianeta Marte. Rama in India e al Ra egizio. spariti nel nulla. avevano un’altezza prodigiosa e primeggiavano nell’arte edilizia con templi ciclopici. I pellerossa del Nordamerica. nel Mar Egeo. compongono il "Libro della Mummia". infatti. capo delle Tule. senza spiegarne però il motivo. Adepti della Grande Madre Intorno al 1. conservandosi soltanto qualche frammento negli autori latini. aggiungendosi alle oltre dodicimila iscrizioni rinvenute. mentre la Tomba degli Auguri presenta personaggi di rango elevato del medesimo colore che si stagliano sopra individui comuni. invocata come madre dell’Indo. ammettono gli studiosi. dalla radice ra. e dal giaguaro della piramide di Chichén Itzà. afferma il filologo Bernardini Marzolla. che ricordano quelli .000 a. i Libri Etruschi e i Tusci libelli. in realtà giaguari. il Campidoglio. C. un santuario ad Apollo. i geomanti etruschi tracciavano due linee ad angolo retto in direzione nord–sud. in quechua aclla. scoperta nel 1836 a Caere. capitale del Gran Chimù peruviano. è stata rinvenuta anche una statuina con barba posticcia di un "antenato". territorio di povere palafitte. mentre i Romani costruirono sul Monte Soracte. Uno dei più antichi insediamenti è Vetulonia. Un presagio sacro. dove than è l’aspetto femminile del dio Tin e akhvil è ancella. A Poggio Murlo. Le invisibili arterie di Porsenna . Nell’erezione di un sito. Sulla ciclopica Cosa. Roma. pesanti centinaia di tonnellate. suggerendo che la donna appartenesse ad un antico culto lunare. poi. vicino Orbetello. a. l’omofonia di Chianciano (probabilmente consolidatosi da un etrusco Clanikiane) e Chan Chan. il quale ha risposto affermativamente circa la nostra intuizione di un simile legame con la lontana America. dato che quilla significa luna. Arezzo. Infine abbiamo Veio. ritrovata spesso intatta dai moderni mezzi di rilevamento. Vulci e Populonia. patria dell’artista Velca. il cardo maximus. le quali conservano anche identiche urne funerarie antropomorfe risalenti al VII sec. e il decumanus maximus con andamento est–ovest. insieme ad Hatria. Prova ne è la tomba Regolini–Galassi. divinità la cui l’effige sul Palatino sarà alta 15 metri. Colpisce. la storia di Lucumone. il Tempio di Vesta e il Circo Massimo. con indosso un fibula intessuta di minuscole sfere granulate. con una necropoli che copre 360 ettari. Le sue pietre megalitiche un tempo si stagliavano sulla collina–tumulo. un aquila afferra il cappello di Lucumone per poi restituirglielo. e diverrà re nel 607 a.delle Mamacones inca e delle Vestali romane. e da innumerevoli altri sulla costa Tirrenica. Fiesole. luogo di culto. mentre un numero analogo di metropoli interessò la Campania. Tarquinia. dopo la morte di re Anco Marzio (strana assonanza con il termine egizio Ank–hor). Alle porte di Roma. Rivelatrice. e Sacsayhuaman. Signore dei fulmini. Lucio Tarquinio Prisco. poi. cantato da Orazio nelle sue Odi. entrerà a far parte delle dodici città sacre che coprivano l’intera Etruria. sul Monte Soracte in Bolivia. Le profonde affinità degli Etruschi con gli Inca trovano autorevole conferma in Zecharia Sitchin. che abitarono l’antic Ameria (Amelia) con il nome di Amr. Sarà lui a drenare l’acqua che alimenterà il Tevere dai colli attorno a Roma. In etrusco. Siena. lo stesso nome è Thanakhvil. Tanaquilla è un nome incaico. che insieme alla moglie Tanaquilla giunge a Roma da Tarquinia nel VII sec. Suo è anche il magnifico tempio di Tinia–Giove sul Campidoglio.C. poi. che scolpì la magnifica statua di Apollo. ugualmente a Ollantaytambo sulle Ande. munita di uno strano sombrero simile al copricapo del Guerriero di Capestrano. che superava Atene con oltre centomila abitanti. figlio di un nobile corinzio. Indistinguibili. dove un condor avrebbe incoronato il suo fondatore. da noi interpellato. un ordine sacro. e alla fondazione della metropoli di Cajamarquilla in Perù. vigila una Sfinge di pietra e il contiguo monte di Ansedonia è scolpito con animali mitologici analoghi a Marcahuasi.C. la cinta muraria di Volterra lunga 8 km e quella di Pisaq in Perù. che ospitava la principessa Larthia. Gli avamposti megalitici Lucumone entrerà a Roma mutando il suo nome in Tarchunies Rumach. ponendo nel punto d’intersezione la pietra omphalos. Il monumentale complesso urbano di Caere. Le metropoli etrusche annoverano Cortona. sovrastante Cuzco. indicante cioè "le ancelle degli dèi". era anticamente il porto più potente del Mediterraneo. come Atlantide. a creare il Foro Boario. La società etrusca era di tipo matriarcale. adoravano Apu Illu. come pure i blocchi poligonali di Alatri e Amelia. La stirpe degli Amhara o Aymarà. a. con le donne che presenziavano ai sacri culti e godevano di un peso influente nelle decisioni più importanti. simile al mito azteco. si ergono vertiginose nelle vicinanze di necropoli. Per amore di chiarezza. poi totalmente stravolte. e i Romani si limitarono ad adottare le loro elevatissime concezioni. i boschi. Il linguaggio della Natura Le rivelazioni uraniche si ritrovano nei Libri acherontici. infatti. è un’opera di ingegneria idraulica. informazione che ci ricollega al regno sotterraneo di Agarthi. istoriate da glifi cosmici. rinvenuto anche a Cuzco e sulla piana di Nazca. l’uomo al centro delle forze luminose ed oscure. Avevano una visione animista. Da qui l’amore per la Terra. Una scienza definita dai Romani "etrusca disciplina".Valentino e altri a Pitigliano. Costituiva il centro oracolare madre in Italia. cuore cerimoniale connesso con le dodici città–stato e le metropoli gemelle al di là dell’oceano. Il tufo. a Vetulonia. e spesso vicine le une alle altre. erano parte di questo disegno. richiamano alla mente il musico greco Anfione. La Madreterra donò agli Etruschi la geometria sacra e il suono primordiale. costretto ad impugnare le armi soltanto a causa delle vessazioni di Roma. che emetteva particolari frequenze. spuntato da una zolla di terra. Queste enormi strade nel tufo. per gli Etruschi un piccolo cosmo in movimento. rappresentano allineamenti astronomici o tellurici di rilevante importanza. ritenevano. in appendice alla sua opera La religione romana arcaica (Rizzoli. Anche le catacombe sotto San Pietro. Sotto il vicino Poggio Gaiella si diparte una fitta rete di gallerie sotterranee inesplorate che formano il labirinto di Porsenna. luoghi sacri. I suoi pinnacoli antenne rivolte al cielo per incanalare l’energia cosmica. Sorte al ritmo del flauto. un’area archeologica di notevole interesse. trovato sulla stele del guerriero Avele Feluske. in Asia Minore. templi. che nel corpo umano esprime la sua sacralità attraverso le funzioni sessuali. Heliopolis e Metsamor. sinfonia sublime dell’Energia Prima. I volumi provenivano dal sapiente fanciullo Tages. Similmente agli gnostici. in cui l’Universo tutto pulsa di vita e ogni organismo è connesso. il quale edifica Tebe "alla musica delle sua lira". facciamo notare che gli Etruschi sono l’elemento indoeuropeo. sulle dimensioni nascoste. Guardiani della vita L’illustre linguista Georges Dumézil. infatti è un materiale radioattivo. come quello lunghissimo ed inquietante di S. che "l’apporto etrusco" modificò lievemente. Sorano e Sovana. presumibile scienza sonica antidiluviana. una volta templi etruschi. costellata delle famose "tagliate". Se l’enorme traforo sotto Castel Gandolfo. Gli Etruschi erano un popolo pacifico. le montagne e il cielo. di matrice indiana. in grado di stabilire da solo quale via intraprendere per tornare in alto. esprimenti i molteplici aspetti di una lontana dottrina esoterica. Notevole l’incisione del mandala esoterico "fiore della vita" a sei petali. come in precedenza i Greci. Tebe. con cui gli Etruschi scandivano ogni attività. con il quale ammaliavano gli animali. fatales. Una contraddizione in termini. Il loro pantheon è formato da numerosi personaggi ed esseri ausiliari.L’opera più imponente è il Mausoleo di re Porsenna a Chiusi. dichiara in toni concisi che i Romani mutuarono da un "passato indoeuropeo" un solido sostrato rituale. invisibile ai profani. lo scopo delle "tagliate" non è ancora chiaro. più di 1 km. 2001). o esame del fegato. le fonti. tratteggiato da Varrone e Plinio nei loro libri. e i Libri haruspicini riguardanti l’epatoscopia. Alla luce delle attuali cognizioni. La disposizione reticolare dei massi negli edifici replica la struttura . rituales. legato con quelli di Delfi. La struttura sembra un tempio buddhista con ben quindici piramidi di altezza indescrivibile e una sfera di bronzo al centro. Dodona. che paiono scavate con il laser. Funzione iniziatica avevano i cunicoli ad U. che estendeva i suoi confini sino a Tarquinia. che abitava una sorgente nel bosco sacro vicino al fiume Almene. lo scettro ricurvo sormontato da un’aquila. che nascondono nel nome l’energia fiammeggiante della kundalini. In mano il lituo. I lucumoni erano medici–sciamani che viaggiavano nei mondi astrali acquisendo prodigiose conoscenze utili alla guida della comunità.C.biologica della cellula. Qui. che veniva immediatamente recintato per precauzione e dichiarato sacro. era in contatto con la ninfa Egeria. provvisti di cera nelle orecchie. la rigenerazione. ancor oggi apprezzata nei centri termali di Saturnia e Petriolo. quello dei Flamines Dialis. Lo studio dei tuoni e dei fulmini era codificato nei Libri fulgurales. Fra gli Inca assumevano il nome di astronomi Tarpuntaes. Il bagliore di Zeus Numa compose dodici libri di "scienze naturali" che nascose in un’arca nel suo sepolcro. invocando una folgore celeste. disposti a lanciare folgori sui Goti di Alarico nel 410 d. per la presenza nel terreno di ferro meteorico dei bolidi stellari. dormivano in grotte sacre sopra un piccolo pertugio nel terreno. Sempre a Numa dobbiamo la creazione di un altro enigmatico collegio. e i suoi templi possedevano parafulmini all’entrata. dominare e guidare le folgori. L'acqua sorgiva magnetizza i raggi cosmici. come avviene nella culture siberiane ed uralo–altaiche. come gli infrarossi. Gli iniziati sonici Numa istituì il collegio dei lucumoni.C. sacerdote del Sol Invictus. santuario etrusco. Il suo successore. in cui possiamo ravvisare i famosi Libri Sibillini. Costretti da severissime norme. alla base della spina dorsale. I fulguratores. formando un luogo sacro al confine tra cielo e Terra. portati all’imperatore Augusto da una donna misteriosa e distrutti dai cristiani nel 400 d. mentre i partecipanti ricevevano una melagrana. I . formato da 60 sommi sacerdoti abbigliati con la veste di porpora. il tutulo conico sul capo che funge da ricettore celeste. trovato poi vuoto.. in cui si spezzava il pane e si beveva il vino. Riti complessi seguivano alla caduta di un fulmine in un determinato luogo. che emetteva onde sonore. con le istruzioni per evocare. vitale agli Etruschi.a. un’antica metropoli guarda da una scalinata il Monte Becco. la catena d’oro. custodi del soffio terrestre. particolarmente attive presso i corsi d’acqua. l'elettricità. dove ancor oggi avvengono strani fenomeni magnetici. morì invece incenerito dalle scosse fulminanti. i lucumoni delle dodici città sacre si riunivano ogni anno per eleggere un nuovo sacerdote e celebrare la cerimonia misterica della Paska. allontanavano le vibrazioni residue modulando una parola sacra. consultava segretamente gli aruspici etruschi. e sconfisse con una scarica elettrica un essere feroce dal nome profetico: Volt. Alle Sorgenti della Nova. Anche Costantino. nel sacro Tempio. vestimento che nell’insieme lascia intravedere perdute operazioni geotecniche di vulcanologia. rigenerando la terra e le forme di vita. La stirpe del silenzio Centro iniziatico e cuore della vita etrusca è il Fanum Voltumnae. Il segreto di Numa passò a Porsenna. Il loro abbigliamento consisteva in una "camicia" dalle ignote funzioni e una sorta di stetoscopio con un filo di lana che captava l’afflato tellurico. che nel VI sec. Nell'uomo potenzia la memoria ancestrale e inonda l'ipotalamo di energia planetaria. che le tradizioni descrivono come monarca pacifico e illuminato. L’elemento liquido aveva una funzione purificatrice. nella fitta selva del Lamone intorno al Lago di Bolsena.C. polverizzò Bolsena. dono della ninfa Vecu al tempio di Apollo. I fulgurales erano una parte dei Libri Vegoici. sotto papa Innocenzo. Tullo Ostilio. Padroneggiava il "fuoco di Zeus". facendo sì che l’intera costruzione prenda vita e "comunichi" determinate frequenze. Numa Pompilio. e introdusse il calendario solare di 365 giorni e ¼. nemmeno il più potente dei lucumoni. e nulla. Dieci "saecula" durava la civiltà gloriosa che avevano creato.Rasna erano a conoscenza che il loro compito sulla Terra volgeva al termine. . come gli Incas che lessero nelle stelle uguale ammonimento. era in grado di opporsi. stirpe coraggiosa che in silenzio aveva plasmato il tempo. Scomparvero all’alba di un nuovo Sole.
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