13.02.2014 INTRODUZIONE ALLA LITURGIA Oggi manca comprendere cosa sia una teologia liturgica, lo si capisce dal modo in cui celebriamo, la liturgia è stata sorpassata da tutte le tradizioni che abbiamo, dal pietismo. Che cosa è liturgia? Il medioevo barbaro sta a fondamento della attuale crisi liturgica. All’inizio del nuovo millennio si trovano due cause di problemi: Allegorismo -> tiene come primo iniziatore il monaco Macario. Il sacerdote che si avvicina all’altare è come quando cristo pregò nella passione, quando sale sull’ambone è come quando Gesù è nel pretorio, ecc., questo è l’allegorismo. Quale è la differenza tra sacro e santo? Andare a cercarla!!!!! Il sacro entra con il barbaro, è legato al mondo pagano, per il cristiano non c’è differenza tra sacro e pagano che si differenzierà soltanto nel 8 secolo; profano = di fronte al tempio. La risurrezione della carne, la trasfigurazione, la trinità, il credo, tutti questi concetti oggi non vengono più spiegati. Anticamente le persone, quando ancora la messa era in latino, i rito di Pio V, non capiva nulla di ciò che il prete diceva e tante volte manco il prete stesso capiva bene quello che stava dicendo, cosa facevano quelle persone? Inventavano tutte le forme di pietà che magari adesso conosciamo, ma era colpa loro? No, assolutamente no, facevano tutto quello che stava nelle sue possibilità. Una lingua che non si comprende, dei gesti che non si comprendono fanno che la liturgia diventi qualcosa di meramente clericale. La messa è del prete e grava sulle sue spalle e unicamente sulle sue spalle, ma il problema è che in questi tempi molti dei preti appunto non capiscono più il latino. Un paio di monaci all’inizio del secondo millennio sono andati dal Papa Giulio II per chiedere che i giorni santi ci si potesse leggere la liturgia sia in latino che in lingua volgare, ma la risposta fu negativa e non c’è stato verso di avere tale possibilità; appena alcuni anni successe quello che successe, è venuta la riforma, ma ancora una volta la Chiesa non si è preoccupata di capire quale era stata la causa di questa separazione ma hanno condannato coloro che la hanno fatta e si sono radicalizzati nella sua postura di chiusura. Poi in questi tempi nascono anche le confraternite che hanno le loro devozioni particolari, la loro chiesa particolare, il loro prete particolari ecc., e sarà nello sviluppo dei queste confraternite verso il 1300 che si cominciano a sviluppare anche gli uffici della Madonna e del culto ai morti; la commemorazione dei morti è stata istituita verso il 1100 e anche la festa di tutti i santi per sostituire in qualche modo la festa pagana del 30 ottobre che era la festa dei morti, ma appunto in modo pagano, quello che oggi conosciamo come Halloween. La liturgia del secondo millennio era una liturgia franco-germanica, altro che liturgia romana; Pipino manda suo fratello, che era un monaco, a Roma per venire a prendere i libri liturgici e riformarla. È qui che comincia la barbarizzazione della liturgia. Arduino che era un monaco orientale mi pare, accusa apertamente a Adriano VI di essere un eretico, perché aveva tradotto il termine prosopon e physis dando a tutti e due lo stesso significato (sostanza e natura). Le confraternite oltre che a quello che adesso abbiamo visto si interessano anche alle opere di carità e si sviluppa parallelo al mondo clericale, al canto gregoriano, il canto chiamato il laudes che esprimono il mondo dei laici e quello che loro desiderano, l’offerta della propria emotività la quale causa la loro salvezza. Poi in questi tempi nasceranno anche tutti gli ordini terziari. Se è l’offerta fatta con il cuore ciò che mi offre la salvezza allora è necessario aumentare le preghiere, e questo porta al terribile sviluppo del pensamento secondo il quale è la imitazioni dei santi che ci dona la salvezza; le persone lasciano da parte quel imitare Cristo per imitare degli uomini. Si perde il misero della trasfigurazione e anche il senso dei due sacramenti della iniziazione cristiana: battessimo e cresima che mi christificano. L’Eucaristia perde il suo significato, non è più quel Sacramento che mangiandolo mi christifica o mi trasforma in Cristo. Ma per cosa è famoso il santo o i santi? Per i miracoli, più miracoli fanno più famosi diventano. La liturgia, che poi è la messa, è un obbligo, non tocca il quotidiano, la devozione invece è qualcosa di volontario. Ecco cosa è quel andare a sentire messa o la messa; questa parola viene pressa dal ite missa est, che non vuol dire la messa è finita (andate l’offerta è stata mandata; andate la missione è stata mandata). Tutto questo processo che denota la morte della liturgia denota anche come le devozioni sono qualcosa di consistente e porterà al rifiuto di ogni forma di culto esterno, e il desiderio è arrivare a una riforma che porti a un’interiorizzazione religiosa. Questa rottura non serve, è un gioco di preti, è l’interiorizzazione che salva, e questo sta alla base di ciò che oggi conosciamo come spiritualismo moderno. Bisogna ritornare a una profonda vita interiore e qui si pone soprattutto dalla imitazione di Cristo che era alimentata dalla meditazione e della preghiera personale, e quando si parla di meditazione non si parla di meditatio. La meditazione è diversa della meditatio, il cuore della meditazione è riflettere su queste o quel altro libro o vita di santi che con il vangelo non ha nulla a che vedere, dunque è una preghiera personale, un individualismo religioso, in questo contesto che cosa è la ecclesia? La struttura di pietra in cui io vado a pregare (il kaal come viene chiamata in ebraico la ecclesia non è quel cumulo di pietre ma il raduno; lo stille gotico esprime lo spiritualismo del medioevo, cioè la persona che si eleva verso l’alto, ma lui personalmente). Il cuore della meditatio è la riflessione sulla sacra scrittura. Il centro è la risurrezione e questo è il cuore della liturgia, anche della liturgia delle ore, soprattutto quella del ufficio delle letture che si concludeva con il canto delle lodi che appunto portava a questo fine, celebrare la risurrezione del Signore. Alla ortodossa: non abolisce la liturgia ma sa che la liturgia non salva, sa che solo la meditazione può portare alla salvezza (Ignazio di Loyola). La Eterodossa: è una spiritualità sensibile perché la liturgia non porta da nessuna parte, il centro è la parola di Dio (Martin Lutero). Ancora una volta la storia ci dice che una riforma liturgica non può accadere senza una teologia del culto, perché se non resta ancora una volta un gioco del prete, una questione clericale. Lo psicologismo ortodosso arriverà a strutturare una liturgia barocca, vuota, sentimentalista. Lo psicologismo eterodosso arriverà all’annientamento della liturgia; dunque lo psicologismo abolisce totalmente la liturgia. Lutero parte dei fondamenti della vita della chiesa del suo tempo, il commento alla lettera ai Romani fa vedere una partenza che non era male, non era sbagliata, livera dall’allegorismo: in questa lettera libera di un forte disaggio ma degenera nel soggettivismo psicologico che porta ad avere poca necessità dei sacramenti per cui la liturgia non serve e allora viene buttata via. (Andare a leggere le omelie di Roberto Bell’Armino, vescovo di Montepulciano, seconda metà del 1500, specialmente una della domenica di pentecoste). Se non ho l’unica parola, che è quella parola di Cristo, non ho né l’unico corpo e né l’unico calice, se mi manca la coscienza del mistero rivelato mi manca l’ ic e nunc della liturgia, che non significa come abbiamo tradotto in latino o come diciamo in italiano: in quel tempo, ma oggi. Cosa mi da il legame al mistero? La parola proclamata, la parola proclamata fa di me il mistero di Cristo, perché il mio corpo è lo stesso corpo e lo stesso sangue di Cristo e il corpo di tutti coloro che stano attorno a me è lo stesso corpo e sangue di Cristo. Dunque il culmine della distorsione lo teniamo nel sacramento della Eucaristia. Che cosa l’eucaristia? Il convito, il luogo dove mi nutro del corpo e del sangue di Cristo, messa e eucaristia non sono due cose separate come dice Trento, sono la stessa cosa (non basta la comunione spirituale che in tanti difendono). In tabernacolo ci devono essere ostie consacrate solo per gli ammalati, il tabernacolo non è un frigorifero o surgelatore, perché qual è il padre che dice ai suoi figli: il pranzo preparato oggi me lo mangio io e la roba avanzata ieri la mangiate voi? È quello che fa il prete quando ha un tabernacolo pieno di ostie e poi lui si mangia il pane appena consacrato. La adorazione dell’eucaristia allontana sempre di più alle persone della messa. La comunione non è più partecipazione al mistero della salvezza ma il premio che si meritano quelli vicini a Gesù, il quale diventa lo sposso ma solo per un colloquio orientativo, e questo mistero che si è venuto formando rimanda a una comunione o colloquio amministrativo che diventa la messa. Secondo Lutero l’unico motivo di culto è la predicazione (sbagliato). *Qui ci ha raccontato come facevano i preti prima del Vaticano secondo quando prendevano più di una intenzione per la messa, si potevano prendere massimo cinque intenzioni]. Lutero con questa cosa del sermone fecce un grande sbaglio, non da possibilità a una teologia liturgica. Pietismo e illuminismo fecero cadere gli ultimi pezzi della liturgia. 20-02-14 Pietismo: Flavio. È un movimento che si sviluppa nel protestantesimo della Germania. La prima volta che si ha questo termine è in….. nell’Asia. Il clero è un clero pigro e il popolo un popolo vizioso che si accontenta con un colto dominicale; si diceva che era un fenomeno tedesco ma che poi si spanderà anche alla Francia. Con il pietismo si cerca un rinnovamento della Chiesa ma si arriva al opposto. Questa storia può essere divisa in tre: Prima di Philipp Jacob Spener, durante la vita di Spener e dopo Spener. Dove si trova la radice del pietismo? Nella letteratura, nel misticismo di metà del 1600. (Lamberto parla che in realtà il modo in cui nasce o meglio dire ciò che il pietismo diceva non era sbagliato, il problema in realtà sarebbe il fatto che i tedeschi luterano pensano di conoscere la Scrittura ma in realtà la conoscono in modo molto superficiale e questo porta ho ha portato a sbocciare nel pietismo di cui si sta parlando). Jean de Labadie: fondatore del pietismo in Francia -> il rigenerato è colui che può pregare bene e che apre la porta della chiesa, e questo porta. A Eucaristia transforma aquele que a recebe em JC e não a Eucaristia que se transnforma naquele que a recebe. Celebrando a eucaristia é o mistério no qual transforma aquele que celebra no prórpio JC. Jean Labadier: é um reformador calvinista que contemporaneamente a Spener, funda as reuniões de piede em Genebra. Tais reuniões são momentos de encontro onde leem a biblia e praticam uma ação de piedade contra a massa cristã. Spener retoma o conceito de uma vida interior, utilizando uma palavra Regeneração (que re-ge(ne)ra é só o Espírito de Deus), mas aqui nasce a idéia de re-criação, onde o regenerado é aquele que pode orar bem, e pode ler a S.E. Rm 13,21 é a verdadeira regeneração do cristão Nel 1670 fonda delle riunioni dominicali che li chiama “collegia dominicalis”, aggiungono a queste letio divine i comenti dei mistici del 600 che arrivano praticamente a superare l’autorità stessa del testo che si sta meditando. Da qui parte la preghiera spontanea. Inizia una specie di setta perché si crea un circolo nel quale solo coloro che stano dentro sono bravi e tutto il resto sono una serie di peccatori. Jean viene accusato di pietismo cattolico che le creerà non pochi problemi. Accuse contro Spener: disprezzo dei ministri e dei sacramenti, tendenze millenariste e al misticismo, non servono più i maestri della liturgia, tendenza al perfezionismo e apertura al illuminismo, ammettere soltanto la chiesa degli illuminati (quindi settarismo). Questo movimento va di pari passi con l’illuminismo perché questa era la risposta alla mente o della mente, e il pietismo la risposta a lo spirito. Comunque si nega la chiesa perché non c’è bisogno di avere un sacerdote o pastore perché sei te stesso che ti dici, tramite il pietismo e la riflessione personale, ciò che si deve fare o ciò che te devi fare. Kant faceva parte di uno di questi movimenti pietisti. In questo movimento la fede si fa sentire e non capire, ecco che il moto sarebbe “io sento” e non più “io credo”. (Così siamo proprio alla frutta). Una delle cose alle quali si da molta importanza è al canto, alla preghiera personale la quale scandisce il ritmo della stessa preghiera. Il grande musicista di costoro è Bach, e il giorno più importante è il venerdì santo, le feste di Cristo diventano feste dell’umanità. La celebrazione della santa cena diventa solo una appendice dell’unica cosa che è importante: la predicazione. Illuminismo: Bernardo. Cerca di esaltare la ragione al di sopra di ogni cosa. Nasce nella Francia e poi si espande a tutta l’Europa. Tra i suoi autori: Pier Ballè: scrisse il dizionario storico-critico -> nulla si può dire di razionale su Dio e sull’immortalità dell’anima. Tolleranza: imballaggio dell’umanità. Con l’enciclopedismo si arriva al culmine del materialismo. Voltaire: divulgatore del pensiero illuminista, non è un filosofo, intendeva sostituire i dogmi della Chiesa con l’illuminismo. Rouseau: è il ponte tra l’illuminismo e materialismo (lo stato di natura). Religio Naturalae -> Nel pensiero dell’illuminismo la liturgia è un modo acuto con il quale l’uomo nasconde il suo accecamento. L’incarnazione del logos non è altro che una favola inventata dagli ebrei. L’illuminismo cattolico -> Prospero Guéranger -> Mauro e Placidus Wolter -> Qui comincia a parlare nuovamente Lamberto. Trento tratta la riforma in direttamente quando si parla o si fa la riforma dei sacramenti. Sé il battesimo ricopre solo il peccato allora ci si può rimanere anche come si era prima, era importante per tanto ridimensionare la visione del sacramento del battessimo e anche degli altri sacramenti. Trento interviene perché ai padre conciliari erano arrivate delle accuse contro alcuni posti in cui ci si facevano degli grandissimi abusi liturgici. Principalmente nel sacramento dell’Eucaristia ci si facevano un sacco di abusi, ma anche dopo che Trento ha messo mano a questa questione ci saranno delle forme che riprenderanno le cose che fino a quel momento si facevano per un motivo molto semplice: dava denaro ai preti. Per quello che riguarda il messale e il breviario fu rimandato tutto all’autorità del Sommo Pontefice. Si rimanda appunto la revisione del messale al Papa Pio V. Nella celebrazione dell’Eucaristia, per la prima volta si trova scritto, che è una realtà del celebrante che presiede la celebrazione e solo di lui. Ma da Trento non scaturisce una teologia del culto, e se noi non abbiamo una teologia del colto non possiamo capire la realtà liturgica. D. Boduan – abade de Marredsu – é quem conhece a dimensão sacerdotal do povo, onde dar-se-á a teologia do culto. Ambone era il posto dove si proclamava la parola di Dio: in questo periodo scompare, rimane soltanto il pulpito che era il luogo da dove si faceva la predica. Dopo Trento spesso o quasi sempre la messa viene messa in tutte le feste come parte dello stesso spettacolo, per esempio durante la festa dell’uva ci si doveva celebrare anche la messa per dare più importanza. La liturgia resta allora una cornice che scandisce il tempo nella quale si inseriscono le devozioni, le persone continuano a praticare il loro modo di pregare, cioè con il famoso pietismo del tempo. Aumenta la frequentazione della comunione ma fuori della messa, non partecipando alla messa. Naturalmente in questa visione eucaristica c’è la distinzione tra il sacramento = sacrificio e …., in questo tempo nascono anche per esempio la pratica dell’adorazione che Filippo Neri porta alla nascita delle 48 ore di adorazione. Bernardo di Chiaravalle e Francesco D’Assisi -> con loro nascono tutte quelle tradizioni che oggi conosciamo riguardo al natale o alla nascita del Signore, che non centrano niente con la liturgia perché prima si pregava il salmo secondo per il giorno del natale e adesso è andato a finire alla tu scendi dalle stelle. Si condanna con scomunica latae sententie fare conoscere la sacra Scrittura al popolo perché la Sacra Scrittura è solo del clero. La Scrittura non sarà nemmeno insegnata nei seminari, anche nei seminari viene proibito il suo studio. Sarà il Seminario di Luca e poi Firenze e dopo Siena che inizieranno nuovamente a studiarla, ma non so quando. Con questo comando inizia quella già conosciuta storierà del nascondimento dei grandi segreti. Nel 1726 l’abate di …. Pubblica un libro con il titolo… la liturgia appartiene al popolo di Dio e non al sacerdote, perché tutti con Cristo formiamo un solo sacrificio, finalmente si ridice in questo tempo questa grande verità. La conferenza di Crema parla del carattere sacerdotale del popolo. L’abate Ludovico Antonio Muratori combatte il segreto clericale, e inizia una lotta in nome della sacerdotalità del popolo di Dio. Insiste sulla urgenza di unire gli elementi eucaristia e sacrificio, sacramento e sacrificio, l’abate dice questi sono la medesima cosa, non sono diversi per niente. Prima si diceva che la messa era quella cosa che serviva per consacrare quella grande ostia che il prete aveva, e anche adesso non è che la cosa sia molto diversa. La lingua: il latino è il responsabile di tutto questo desmadre (disastro), perché ormai da un millennio il popolo di Dio non capiva il latino; alla liturgia, al concilio interessava soltanto che il prete celebrasse devotamente. La scoperta prospetta questa nuova visione della liturgia, e a nella seconda metà del 700 si comincerà a prospettare un ritorno al medioevo e questo prepara la strada al movimento liturgico. Inizia questa riforma con Dom Prospero Gueranger, non sono io che faccio la liturgia ma la liturgia che fa me. Quello che non funzione è che la liturgia è sempre una preghiera, ma lui non riesce a capire che il cuore della liturgia è lo Spirito Santo, ma per lui era solo una preghiera, la più importante ma sempre solo una preghiera come tutte le altre. Lui dice che è preghiera perché Gesù è mezzo e oggetto della liturgia, quindi va a finire nello psicologismo; lui si basa sul piano della spiritualità ma non si ha un rapporto teologico. Purtroppo da questo suo amore per la liturgia nascerà un tradizionalismo sentimentale e nostalgico nei confronti del medioevo e questa cosa nascerà soprattutto nel monastero di Gueranger, ecco perché Solesmes è ancora Tridentino. Beauto la liturgia è non più la preghiera ma il colto della chiesa. Tutti gli atti che la Chiesa instituisce come colto sono liturgia perché hanno le stessi…. La chiesa è continuatrice dell’opera di Cristo ed è santificante per la azione ministeriale. L’unico soggetto della liturgia è Cristo Signore Risorte che siede alla destra del Padre, cioè Cristo Sommo ed Unico sacerdote, e questa azione liturgica di Cristo è l’attuazione dell’opera della salvezza, vera realtà soprannaturale sempre presente. Il colto non termina nel colto stesso, se questo colto è storia di salvezza allora: mediante il mistero liturgico cristo mi costituisce comunità e corpo suo per fare quello che ha fatto lui (ecco perché non è un gioco di pentoline = Stefanino). Cristo esercita la sua azione cultuale mediante il sacerdote, un sacerdozio comune necessita da coloro che sono resi da Cristo ministri, è Cristo che sta celebrando l’eucaristia per il suo popolo nella persona del sacerdote. Cristo unisce a se tutta l’umanità redenta esercitando una azione di carità a vantaggio di tutta la comunità (questa è la natura sacerdotale della liturgia). Cristo è liturgo ma la resa visibile del culto è data dai ministri ordinari. Il culto è l’esercizio del sacerdozio di Cristo qui per noi. Dunque quando si studia liturgia non dobbiamo pensare che studiamo una serie di rubriche o norme o qualcosa di simile ma dobbiamo sapere di entrare nel cuore del mistero di Cristo, non solo di studiarlo ma di viverlo. 27-02-14. La controversia di Crema. (Alessandro Tita) Per capire cosa o perché accade questa controversia è bene fare uno sguardo al contesto storico del momento. Siamo dopo la riforma del Concilio di Trento: i motivi principali di questa controversia è la questione allegorica della celebrazione della Santa Messa (non che prima non ci fossero ma con Trento c’è la volontà esplicita che il popolo non capisse quello che accadeva durante la messa) ma la partecipazione della messa non veniva considerata come la partecipazione di un sacramento, la messa era qualcosa che apparteneva unicamente al sacerdote, si parla di polo e non di assemblea, è culto e non preghiera, la comunione del popolo è vista come una eventualità. Dunque la liturgia perde un po’ il senso del sacramento, il sacramento (questo è un intervento di Lamberto: definizione catechetica del sacramento dell’Eucaristia: sacramento che sotto la specie del pane e del vino contiene corpo, sangue, anima e divinità per nutrimento delle anime. La messa: memoria incruenta del sacrificio cruento della croce. La celebrazione dell’eucaristia è una realtà nella quale io non partecipo più, il prete fa tutto, il prete è colui che mangia il corpo di Cristo e il popolo fa solo la comunione spirituale [Gv 6, fondamento dell’Eucaristia: la mensa della parola e quella dell’Eucaristia sono la medesima messa, al popolo non può essere tolto il pane che non è altro che la Parola, il sacrificio deve essere consumato da coloro che celebrano il sacrificio, e chi è che celebra questo sacrificio? Il popolo sacerdotale che sono tutti i cristiani, e il sacerdozio ministeriale ha soltanto importanza sé considerato da questo punto di vista, se no il sacerdozio diventa una dinastia; anticamente si diceva nella preghiera eucaristica: accetta questo sacrificio che noi ti presentiamo e questo noi parlava del popolo sacerdotale che era presente che presentava i doni davanti al Signore, adesso si dice: ricordati Signore del tuo popolo per il quale ti offriamo]). Il fedele doveva adorare o avvicinarsi ai sacramenti soltanto con in modo sentimentale, ecco perché quasi tutte le persone se facevano i cavoli suoi, o pregavano il rosario o chiacchieravano o facevano le loro devozioni preferite. Liturgia e messa resta tutto esterno, vengono rimpiazzati con questioni sensiste, cioè cominciano ad aggiungersi pezzi di musica ma si perde il significato di Banchetto sacrificale. L’eucaristia non è offerta della chiesa, ma del sacerdote per la chiesa. Il canonico di Crema incoraggiava a ricevere il sacramento dell’eucaristia durante la messa e non fuori la messa come era consuetudine. Questo provoca l’ira degli altri canonici che dovevano aspettare e perdevano tempo e elemosine, questi canonici si incazzano e vanno a denunciare questo canonico davanti al vescovo. Poi questo canonico parlava pure della questione sacerdotale di tutto il popolo: 1) I fedeli hanno il diritto di essere comunicarsi. 2) Se nella messa si dice: prendete e mangiate tutti di lui e spezzato il pane lo diede, perché non lo si fa? 3) I fedeli possono parteciparne e comunicarsi alla mensa dell’eucaristia come fanno i sacerdoti. A liturgia, culto pubblico da Igreja: Odo Casel A liturgia é a obra da salvação e a realidade sobreIN que é sempre presente na liturgia é o opus salvificum. L’anno liturgico sono 52 domeniche, tutte legate insieme dalla linea dei vangeli, non dai diversi tempi liturgici, dunque è il vangelo che le unisce. Il battessimo cosa richiama? La missione, la dimensione escatologica della Chiesa nasce della missione. Quando è il grande giorno di festa della Chiesa? Il primo novembre, che è la festa di tutti i santi. Da domenica a domenica c’è tutta una serie di letture che unisce i vangeli di ogni domenica. Sarete salati col fuoco -> ma se il sale non ha più il sapore come li daremmo nuovamente il sapore? Ma il sale per la terra è nocivo, quando si distruggeva una città li si buttava il sale per renderla sterile. Allora cosa vuol dire questa frase? Il sale serviva per il sacrificio, le vittime del sacrificio venivano salate. Vouduan arriva all’intuizione di tutto questo grazie alla meditazione della parola di Dio ma chi li sta intorno prende isolatamente solo la parola “pubblico”. Odo Otone Casel, del monastero di Marialac -> dice: la liturgia è il culto della Chiesa, ma quello che lui vede è l’interesse tipico particolare per quello che riguarda il culto regolato dalla Chiesa, si chiede: qual è la natura del culto cristiano? Come si realizza nella chiesa il culto? Casel ha un peccato: è un filologo classico, quindi ci l’ha con tutto e con tutti, e in quanto tale si rende conto leggendo i testi, che nelle fonti la acter liturgica è definita come Misterium o Mistirium, o Sacramentum, e allora capisce che per spiegare che cosa è il culto cristiano, che cosa è il misterium sacramentum, bisogna andare a cercare il significato di questa parola all’interno in cui si è covata, dell’ambiente che l’ha prodotta e come si realizza lì: che cosa è il mistero nell’antichità? È non un enigma ma è una forma cultuale determinata che è quella della religione del mistero (la liturgia come misero); Misterium è la dottrina del misterio, è quel evento di salvezza che nelle religioni misteriche si realizza oggi attraverso il rito. Ma da dove deriva questo? Dove affonda le sue radice la religione del misterio? Lui si rende conto che affonda le sue radici nel ciclo cosmico-vegetativo, nel mito della Dèmetra (Dea delle biade e della fertilità dei campi, Dèmetra, che i Romani chiamarono Cèrere, è, tra gli dèi della Grecia, la divinità madre per eccellenza. La sua origine è antichissima: sembra infatti che sia una divinità indoeuropea portata in Grecia dalle prime migrazioni achee. Come sappiamo, era figlia di Crono e Rea, al pari di Zeus. Secondo un mito antico andò sposa a un mortale, Issìone, dal quale avrebbe avuto il dio Pluto, protettore della ricchezza e, in particolare, della ricchezza dei campi; ma queste nozze hanno scarsa importanza. Molto più importanti furono invece quelle con Zeus, di cui Dèmetra fu una delle prime mogli e al quale diede una figlia famosa, Persèfone, chiamata Prosèrpina dai Romani. Tutta la personalità di Dèmetra si compendia infatti nei suoi rapporti con questa fanciulla e nel profondo e doloroso amore che la legò a lei. Perchè Dèmetra doveva essere anzitutto la dea della maternità, degli affetti e in particolare delle pene di tutte le madri. Intorno a lei vi fu sempre un'aura di rispettosa e commossa compassione; i riti a lei dedicati furono i più segreti, riserbati solo agli iniziati. Celebri in tutta l'antichità furono quelli che si celebravano a Eleusi, i cosiddetti "misteri eleusini", che avvenivano ogni 5 anni e duravano nove giorni, con la partecipazione di pellegrini che giungevano da tutte le città greche per onorare il mistero della maternità). Come nasce questo mito? …………………………………………………… Il mito di Iside: il sole che tramonta e che risorge, la sorella di Iside ogni volta lo prende e lo trasforma perché possa rinascere ed illuminare il mondo. Il mito è un evento primordiale de cui scaturiscono una serie di conseguenza che sono conseguenza salvifiche, ma solo se l’uomo si pone in relazione al e si impegna in questa relazione. Il sacrificio: è il modo con il quale l’uomo cerca Dio (ma nel cristianesimo e nel ebraismo non è l’uomo che cerca Dio ma Dio che cerca l’uomo e lo rende partecipe della sua stessa vita e allora è in questo senso che bisogna leggere la liturgia cristiana: in quando mistero, in quanto culto degli iniziati: ma qual è l’avvenimento fondante della liturgia cristiana? La morte e la risurrezione di Cristo, ed è questo mito primordiale che il rito deve rendere presente; tutti lo aspetti della liturgia cristiana sono legati a questo rito primordiale. L’uomo di ogni tempo nel rito attua la sua particolare e universale storia di salvezza; ne risulta che il culto cristiano non ha niente della religione naturale ma è il momento della azione salvifica di Dio sull’uomo. L’azione rituale dell’opera salvifica di Cristo è la liturgia mediante il cìvelo dei simboli mediante i quali la liturgia realizza la salvezza dell’uomo. La liturgia è qui, oggi, per noi = il testo salmodico che applica alla comunità la parola, che porta a capire l’esperienza della vita cristiana grazie al simbolum. Fare del Miutxos originario il modo unico della nostra salvezza; questo porta a cambiare la nostra concezione riguardo la liturgia. Quello che mangio non è un Gesù astratto, ma è quella Parola, quel mistero che mi aiuta a comprendere il mistero primordiale. Cosa mi farà capire il mistero primordiale prossima domenica 02 marzo 2014? La mistagogia del capitolo 6 di Matteo. La liturgia è solo e unicamente PAROLA DI DIO che diventa carne nei SEGNI che devono diventare cibo per me oggi, ma un cibo particolare che mi trasforma in Lui, trasforma me in Lui (noi saremmo simile a Lui o meglio noi saremmo come Lui perché lo vedremmo tale qual è). Odo Casel Monge de Maria Laach e encontra-se diante da afirmação que a liturgia é o culto da igreja, mas o que ele vê é o interesse típico e particular em relação ao culto, regulamentado pela Igreja e pergunta-se: qual é a IN do culto cristão? Como se realiza, na igreja, o culto? Casel é um filólogo clássico e enquanto tal toma consciência através dos textos e vê que nas fontes a actio liturgica é continuamente definida como mysterium em grego e sacramentum em latim. Casel compreende muito bem que para explicar qual é o mysterio cristão necessita a escavação do significado desta palavra no ambiente no qual nascera e ver como é realizada esta definição. O mysterium na antiguidade é um termo técno que indica, não o mistério que compreendemos como enígma, mas é uma forma cultual determinada que é aquela da religião dos mistérios. O que nós chamamos mistério é a doutrina do mistério, isto é, o evento de salvação que se realiza no hoje através do rito. Mas de onde deriva tudo isso? A religião dos mistérios encontra a sua raíz no ciclo cósmico vegetativo da terra. O mito de Demétra caracteriza bem esta realidade (semeadura, crescimento e fruto). Tal mito relata que Demétria foi capturada pelo deus da terra Ade que a leva para baixo da terra onde permanece; a mãe desta personagem consegue obter de tal divindade a graça de que a filha fique 6 meses em cima e 6 meses em baixo da terra. Initum = mysterium No ciclo do mistério de dea Mitra é um mistério da zona persiana difundido entre os soldados romanos. Este mito vem do mundo franco-germano. Mitra é aquele que matou o touro primordial e o efieto deste assassinado é o banho de sangue que faz assumindo em si toda a força do touro primordial, mas uma força benéfica e salutar. Mito de Íside – ciclo cósmico altral – o sol que se põe e renasce. O irmão de Íside é morto por Raa (trevas) e ela o recompõe todas as manhãs para a noite ser morto de novo. O mito não é uma lenda, mas é um evento primordial do qual nascer uma série de consequências, mas consequências salvíficas. Existe um mito original, o qual terá consequência salvífica só se o homem coloca-se em relação a este mito para receber a salvação do herói inicial. Cada mito tem um sacrifício e o sacrifício é o instrumento com o qual o homem busca a Deus. Casel sabe que no monotelísmo hebraico é Deus quem busca o homem não vice-versa, e é Ele quem me torna partícipe da sua própria vida. É neste sentid que devemos ler a liturgia cristã. Liturgia enquanto mistério e enquanto culto dos iniciados pois aqui tem um acontecimento primordial que é paixão, morte, ressurreição e glorificação de JC. É este mito primordial que o mito deve tornar presente e todos os aspéctos da liturgia cristã estão ligados à este mito primordial da morte e ressurreição de JC. O homem, de todos os tempos, atua a sua história da salvação mediante o rito, onde tal ação me doa a própria histórida da salvação. O culto cristão não tem nada do fato IN, mas é o momento da ação salvífica de Deus sobre o homem porque o cristianismo é uma religião revelada. A ação ritual da obra salvífica de JC é a liturgia, mediante o véu dos símbolos e através destes símbolos a liturgia realiza a salvação do homem. Sýmbolo = sim – ballo= na dimensão sacramental são uma realidade que unida a outra constitui o sacramento simillitudo corporis/simillitudo sanguinis. A unidade de duas realidades que conexas entre sí oferece ao homem a salvação aqui para nós. Celebrar o mistério é celebrar o mito originário e tornar o mito originário (morte e ressurreição de JC) o único lugar da nossa salvação. Com esta prospectiva modifica a nossa participação na liturgia porque é o encontro do homem com um Deus que salva e esta experiência acontece por meio dos símbolos da água, do óleo, do vinho, etc. Como participo do mistério? Através da angulatura que a palavra me apresenta para aquela celebração onde participo do mistério da salvação mediante os símbolos que se encarnam. Aquilo que como,não é um JC abstrato, mas aquela Palavra, é aquele mistério que me ajuda a compreender o mistério primordial. Casal afirma que a liturgia não é feita de coléta e de prefácio, mas é a P.D que torna-se carne nos símbolos, onde tal carne torna-se alimento, mas uma alimento particular, porque me transformo naquele do qual eu me alimento. 06-03-14. Pio XII si trova davanti a dei grandi problemi anche dal punto di vista della liturgia, tra questi si trova quello della lingua che non rende più la possibilità di capire alle persone. Due monaci Camaldolesi scrivono al Papa perché mette la lettura delle sacre letture in lingua volgare, questo su la esperienza che ormai da un po’ di tempo si faceva, cioè il giovedì della settimana santa si leggeva in lingua volgare, quindi diciamo che non era una novità del tutto. Pio XII fa delle riforme, per esempio nei giorni delle consacrazioni delle chiese tolse al vescovo consacrante l’obbligo di fare dopo il pontificale, per cui un vescovo era colui che consacrava la chiesa e un altro colui che celebrava il pontificale (ricordiamo che c’era il digiuno di 24 ore per il vescovo consacrante, e quindi tra il digiuno delle 24 ore, e poi la consacrazione e il pontificale il vescovo stava in digiuno quasi 36 ore perché tra la consacrazione e il pontificale la cosa andava a durare da 6 a 8 ore). Questo togliere di Pio XII fu un grande sollievo soprattutto per i vescovi, ma rappresenta un grande passo in avanti. Pio XII si trova in un grande dibattito perché si trova davanti a se problemi che vengono e vanno avanti fin dal medioevo. Dopo la morte del Monaco Tedesco Odo Casel Pio XII scrive la Mediator Dei 1948. Da una parte riconosce il valore della liturgia, ma cerca una mediazione, perché è difficile accettare il concetto di mito come mistero, perché a questo punto la prasi del pietismo perdeva tutto il suo valore e il suo fascino. Pio XII cercando di mediare tra le diverse interpretazioni o posture dice: lingua volgare no, in una chiesa dove c’erano 21 altari e 120 monaci come quella dell’abbazia di Maria Laach tutti i preti dovevano celebrare messa e non dovevano darsi noia l’un l’altro. Nelle messe privati e in quelle non private non si doveva distribuire le comunione perché non c’entra niente con i sacrificio della messa perché la comunione deve essere fatta fuori la messa (tutto questo nella Mediator Dei). Pio XII cerca di dare impulso alla liturgia ma dall’altra parte non toglie tutti le forme devozionali che erano nate per dare valenza alla liturgia o meglio ancora per soppiantarla. Presentazione di Guglielmo: teologia di Cipriano Vagaggini. Padre Vagaggini nacque a Piancastagnaio, nei pressi di Siena il 3 ottobre 1909. Il 5 ottobre 1928 fece la professione monastica nel monastero di Sant'Andrea a Bruges in Belgio e il 30 giugno 1934 venne ordinato sacerdote. Proseguì la sua formazione teologica e filosofica presso il Pontificio Ateneo Sant'Anselmo del quale in futuro diverrà anche Decano. Nel 1931 conseguì il dottorato in filosofia e nel 1938 in teologia presso l'Università di Lovanio. Nel 1940 presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma conseguì il dottorato in Scienze ecclesiastiche orientali. Dal 1938 al 1942 fu vicerettore del Pontificio Collegio Greco a Roma. [1] Fu professore di liturgia presso l'Istituto Regina Mundi e fu uno tra i fondatori della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Partecipò al Concilio Ecumenico Vaticano II e fondamentale fu il suo contributo per la stesura della Costituzione Conciliare sulla liturgia Sacrosanctum Concilium. Dopo il Concilio continuò il suo impegno per l'applicazione delle riforme conciliari e nella teologia dogmatica. Nel 1977 entrò a far parte della Congregazione Camaldolese dell'Ordine di S. Benedetto e nel 1978 si ritirò presso l'Eremo di Camaldoli. Tra le sue opere principali si segnalano "Il senso teologico della liturgia" (1957). Monaco benedettino camaldolese, muore a Camaldoli. Pio XII crea una commissione per la riforma della liturgia ma si permette fare alcune personalmente, queste riforme per esempio in America Latina li ammette ma non si daranno mai. Nell’apertura della Mediator Dei troviamo troviamo questo desiderio di Pio XII di riforma ma anche questo gioco di forze contrapposte. Possiamo dire che la Mediator Dei ha fatto di base alla Sacrosanctum Concillium. La liturgia non ha senso fuori della Storia Sacra, la rivelazione rende la storia sacra = interventi di Dio nella storia che attrae gli uomini a Dio e instaura il suo regno, aspetta dall’uomo però una risposta, dunque tutta la storia della rivelazione è una grande liturgia. Liturgia: è l’opera salvifica del padre mediante cristo nello spirito santo(questa è la definizione data da Lamberto). Liturgia è giustamente ritenuta l’esercizio del sacerdote di Cristo per mezzo dei segni sensibili è significata e causata la santificazione dell’uomo e viene esercitato dal capo del corpo mistico di Cristo il o nel culto pubblico. Vagaggini critica questa definizione e propone la sua definizione: il padre per mezzo di Cristo, nella presenza dello Spirito santifica la chiesa e la chiesa nella presenza dello Spirito Santo unendosi a Cristo e per mezzo di lui come corpo rende al Padre il culto. Dove si compie tutta questa cosa? Da sempre e per sempre, cioè nell’eternità, fin dal AT fino all’eternità. Abbiamo detto che liturgia è un complesso di segni sensibili, ma che cosa è un segno? E qui lui è andato a prendere la definizione di Agostino, che dice che io so che è passato un elefante da questa strada o cammino perché vedo le sue impronte, forse anche noi dobbiamo vedere il passo del Signore perché vediamo le sue impronte. Dio ha la libertà di scegliere determinati segni che possano servire all’uomo a capire il capibile. Dunque la liturgia è un complesso di segni sensibili, efficaci, ma che cosa si intende con efficaci? Da dove deriva l’efficacia? Ex opera operato = Dio sceglie dei segni per mezzo dei quali Dio garantisce che avvenga quello che deve avvenire, cosa che da la efficacia del sacramento ma che non sempre è fruttuoso. L’ex opere operande ecclesie è quello che la chiesa decide di operare e questo ha efficacia perché la chiesa lo ha deciso e l’ha presso per rendere grazie o dare u offrire il culto a Dio e ha efficacia perché è quello il modo che la chiesa ha deciso o scelto, che non è uguale al opus operandum che sarebbero quelle devozioni personali come per esempio il rosario. Quindi segni sensibili efficaci per la santificazione dell’uomo. Il corpo mistico sceglie che quando fa qualcosa lo fa per rendere culto allo sposo. Dunque diciamo che lo sposo sceglie il suo modo e la sposa il suo per comunicare l’uno la sua grazia, l’altra per dare grazie o rendere culto. La seconda parte: Dal Padre, per Cristo allo o nello Spirito Santo -> per Paolo e per Giovanni questo è uno dei concetti più usati e viene ripreso da Clemente Romano, Ireneo, Atanasio, Gregorio di Nisa che danno origine alla doxologia. Dunque lo schema totale della salvezza è un uscire dal Padre per mezzo di Cristo/Spirito Santo per tornare al Padre, questa è l’economia perfetta della salvezza. La liturgia è alla base della teologia e non la teologia alla base della liturgia = noi siamo quello che celebriamo = noi siamo Cristo perché è Cristo che noi celebriamo. Sul monte durante la trasfigurazione è il Padre che conferma il battessimo (Lamberto dice che durante la mensa è una sola, non ci sono due mense, non esiste la mensa della parola e quella dell’eucaristia ma: la mensa è una sola, la parola è mensa della parola pane che diventa cibo). La anamnesi è stabilita da Cristo stesso e si fa come ripetizione durante la messa, è la domanda di essere riempiti dallo Spirito Santo, questo ci fa vedere che il grande mediatore e unico mediatore è Cristo Gesù (questo è di Lamberto, cosa è il Cadosh? = essere misericordiosi). Ma chi è che cosa è essere sacerdote? È colui che offre il sacrificio = atto eterno di mettere a disposizione una cosa o sé stesso anche fino alla distruzione. La sacrosanctum Concillium dice dei fedeli: insieme con lui (sacerdote) imparino a offrire con lui e ogni giorno siano perfezionati.., ma questo concetto è qualcosa di nuovo? No, già anticamente nel canone romano, nei primi secoli, già dal IV secolo si diceva: “ricordati Signore dei tuoi fedeli i quali TI OFFRONO”, non si dice come adesso abbiamo tradotto per i quali noi ti offriamo, ma che sono loro che offrono il sacrificio, solo cosi si capisce il sacerdozio cattolico, riconoscendo il sacerdozio di tutto il popolo, e se noi non riconosciamo che il popolo è davvero un popolo sacerdotale non capiremo mai il sacerdozio sacerdotale instituito ordinato. Liturgia e bibbia: 20-03-14. Se l’Eucaristia non è il culmine e la fonte della carità i cristiani vivono come dei janis = pagani. Nei sacramenti è molto importante l’opera operatur ma se questo non basta, cioè se il centro non è la carità allora possiamo assistere o partecipare a una marea di messe ma questo non basta perché non basta dire tempio del Signore, tempio del Signore è questo. La parola proclamata dentro dell’eucaristia è una parola incarnata; sono 4 le dimensioni di profondità della parola: comprensione del AT, la dimensione cristica della parola, comprensione del NT e dimensione escatologia. Questa parola incarnata diventa sacramento per ciò che significa, e questo ci fa capire che questa è una parola diversa e ci fa capire pure tanti aspetti nuovi sulla figura di Cristo. Liturgia, fede e teologia: A liturgia é didascalia da Igreja; nós cremos porque celebramos em um certo modo. Lex orandi, lex credendi é tomada de São Prospero de Aquitânia. NA liturgia temos em modo as três munera – regendi, santificandi e orandi – e a resposta do fiel a tudo é a dinâmica trinitária, in-da-per-il-a. E torna-se o lugar particular onde se celebra, e vê-se o que é liturgia para compreender aquilo que se crê. No legame com a teologia, cita Melquior Camer que dizia que a liturgia é um logus teologicus contida no interior do magistério da Igreja. Interessante è il legame con la teologia. La liturgia è proba storica della vita della chiesa, è nella vita che il teologo può davvero operare. Il cristianesimo è una relazione e se non vivo la relazione non riesco a fare teologia e nemmeno liturgia perché questa pure è relazione che determina tutto l’essere del credente, noi ci salviamo perché crediamo nell’unico Padre, nell’unico Figlio e nell’unico SS e questo solo la liturgia ci lo può dimostrare. Questa è una relazione orizzontale, ognuno si salva nella misura che l’uomo vive in comunione con tutti gli altri fratelli, ognuno nella propria vocazione alla quale è stato chiamato, dunque se sei chiamato ad essere prete o marito o eremita, ecc., è lì in comunione con tutti i fratelli e con tutta la chiesa che ti salvi. Dunque ti salvi nel vivere la dimensione ecclesiale di ciò e in ciò che fai. Liturgia e vita: Vita spirituale e legame tra vita e pastorale: la spiritualità è intesa come quella spiritualità che è un mezzo per ogni cristiano il quale deve trovare un mezzo nella liturgia e nella preghiera che va fatto in funzione della liturgia. Ma cosa è la vita spirituale? La vita in Cristo e nella Chiesa, che lo Spirito dona a ogni persona. Quale è il principio della vita spirituale? La trasfigurazione perché vita spirituale significa lasciarsi avvolgere dalla nube che comincia nel cristiano nella confermazione. O Dio vieni a salvarci, Signore vieni presto in nostro aiuto = a Cristo e tutte le membra chiedono o pregano al Padre, cioè tutte le persone insieme a Cristo che è chi prega chiedono al Padre di venire presto nel suo ausilio, perché la Chiesa è universale e la universalità si vede nella dimensione della comunione. PASTORALE: CHE COSA È LA PASTORALE? È L’ARTE DI PORTARE DIO IN CRISTO A L’UOMO E L’UOMO IN CRISTO AL PADRE. Ao VTII chegou uma visão patristica de Igreja. A Mediator Dei serviu para impulsar alguns pensamentos teológicos e a frear alguns pensamentos inovadores, mas a Mediator Dei, no seu conteúdo abriu a igreja a uma realidade bem maior. Temos um decênio de documentos pontíficios que abre a estrada para a reforma. Em fevereiro de 1951 a primeira realidade que Pio XII toca é aquela da vigília da ressurreição, que fora reconduzida à noite e não durante o dia. Poi viene la questione del digiuno. Nel marzo del 1955 comincia il percorso della semplificazione delle rubriche sia in ciò che concerne l’eucaristia che la liturgia. Poi nello stesso anno si ritorna al mistero della passione di Cristo cioè delle celebrazioni dalla domenica delle palme a quella della pasqua. Nel 58 un nuovo intervento a proposito della musica nella liturgia e qui siamo poco prima della morte di Pio XII, intervento sapiente e intelligente dove si rende conto che il canto nella liturgia è quanto esprime la partecipazione piena e attiva del popolo di Dio alla celebrazione del mistero di Cristo e non un coro bello e straordinario. Nel 60 sotto il pontificato di Giovanni XXIII escono le rubriche dove prevale la semplificazione delle rubriche, si fa una scelta molto intelligente cercando di trovare delle strutture rituali. Ma si nota una cosa un po’ strana, dal luglio del 60 a aprile 61 il nuovo codice delle rubriche è già stampato ed è stata fatta la revisione del calendario liturgico, ma questa fretta o corda contro il tempo è stata vista in modo negativo da molti ma perché? La motivazione è perché il concilio era stato indetto e si sapeva che la liturgia avrebbe avuto un posto principale nel concilio per cui questo motum proprio di Giovanni XXIII sconcerta tutti conoscendo come era Roncalli, il tentativo di questo Matus che viene dalla congregazione voleva una riforma solo sul piano rubricale e rifiutava la riforma che già Pio XII aveva programmato basato sul Mistero di Cristo. Allora c’è una volontà in partenza di vanificare i contenuti che dovevano essere i contenuti conciliari ma non solo, quando si trattò dello schema de Ecclesiae anche lì hanno tentato di vanificare il percorso fatto, lo schema è stato stravolto dal consiglio conciliare dopo che si sono scannati (in questo si vede quanto lo Spirito lavora anche contro la volontà dell’uomo, di fatto non c’è un solo schema che sia rimasto come lo avevano programmato). La congregazione voleva ratificare il fatto di un centralismo, perché non è passata la riforma della settimana santa? Qual è l’altro aspetto? Non solo il centralismo per combattere le novità liturgiche ma portare le rubriche come determinanti all’interno della liturgia e questo anche contro la Mediator Dei, anche contro ciò che aveva enunciato Pio XII che parte dalla centralità del Mistero della Morte e Risurrezione che poi sarà il filo del CVII. Il cristianesimo è un mistero ecclesiale, ma noi l’abbiamo ridotto a un evento personale (basta vedere quando diciamo: “devo salvare la mia anima”, non devo salvare la mia anima ma doviamo salvare la nostra anima, insieme cin tutti i confratelli, con tutti i cristiani. La chiesa è composta di Tre ordos diceva San Gregorio Magno: ordos episcopalis, ordo manacalis, ordo laicalis. Le sue caratteristiche sono quelle di avere due occhi: quello contemplativo e un altro attivo. Il CVII procede con una rilettura della liturgia ma non come una serie di rubriche o di giochetti di pentolini, ma come Teologia del Culto che deve portare a un ripensamento in chiame pastorale; quando io leggo la Sacrosanctum Concilium non è che devo pensare di trovare qualcosa di strano o diverso. La liturgia come fatto…., e liturgia come valore rubricale. O Vaticano II procede com uma releitura da liturgia mas não como uma série de rubricas mas como teologia do culto que evidentemente deve reconduzir a uma reestruturação de pensamento em chave pastoral. Lendo a SC não devo pensar de encontrar algo diferente daquilo que é a teologia da celebração liturgica e isto que torna a liturgia a celebração autêntica e isso “destrui” a liturgia como fato “tradicional” (sempre fizemos assim) e a liturgia como ato rubrical. Il vaticano II si oppone alle tradizioni e mette in confronto la Tradizione, se nel 500 o 600 la polifonia rispondevano a un gusto liturgico, rispondevano anche al tempo ma adesso non aiutano a vivere il mistero, il rito che deve portare a vivere quello che si celebra. Se a liturgia é mistagogia em ato, tudo aquilo que fazemos é o mistério em ato. A celebração não é um espetáculo sagrado, mas é uma participação à liturgia do céu e por isso é uma realidade dinâmico-teológica, é a ação de Deus no Espírito Santo. La celebrazione non è uno spettacolo sacro bensì una partecipazione alla liturgia del cielo, ecco perché è una realtà dinamico-teologica, ecco perché la liturgia è l’azione di Cristo nello SS. Il fatto che la liturgia è storia della salvezza in atto acquista un valore esistenziale.., Diante de tudo isso, o magistério continua sendo o garantidor de tudo isso, mas fica em 2º plano porque existe uma história da salvação em ato onde a liturgia conquista um valor existencial perene porque é aqui que se atua a obra da salvação e é daqui que posso levar à plenitude o que falta ao sofrimento de JC. Il sacro concilio si propone di far crescere anche quelle istituzioni che sono soggette a mutamento, perché non è il rito che è sottomesso a mutamento ma la ritualità. Nella liturgia si attua tutta l’opera della nostra salvezza. I fedeli che celebrano il mistero di cristo lo celebrano, o lo devono celebrare, non perché se non fanno peccato, ma per viverlo e testimoniare; celebrare il mistero di Cristo = Viverlo. La Parola si mangia in due modi: 1-. Con le orecchie, 2-. Con la bocca. Ecco perché chi arriva dopo le letture si priva di metà dello stesso banchetto. 27.03.2014. Sacrosanctum Concilium: Cristo non toglie il peccato del mondo ma lo porta su di sé, Cristo è arnos? Dunque è sbagliato quando si dice che Cristo è l’agnello che toglie il peccato del mondo ma Cristo è l’Agnello che prende su di sé, che porta su di sé il peccato del mondo. Il fatto che Gesù sia il sommo sacerdote dice che ha portato la salvezza a compimento nello stesso modo, questo mistero si attua nelle culture, si adattano le culture in ciò che noi chiamiamo riti = determinato modo in cui una cultura a letto il misterium salutis e lo ha tradotto nella celebrazione. La Chiesa è una realtà scatologica che tende e si apre al mistero di Cristo. L’anno copto inizia il 6 gennaio in cui celebrano il battessimo del Signore e finisce con un’altra festa dell’acqua perché è ovvio, l’Egitto ha sempre basato tutta la sua vita nel Nilo che è quello che li da le acque che producono la vita nelle sue diverse realtà. L’inculturazione deve essere adattata alla situazione del tempo presente. Le venute del Signore sono tre: quella in cui viene nella nostra carne mortale, ogni giorno nel mistero e alla fine dei tempi. Come portare l’uomo a Dio e Dio all’uomo oggi? Questo è l’inculturazione. La liturgia della celebrazione liturgica deve ritornare a centrare il mistrium salutis con la parola di Dio senza la quale non centra. Il CVII si rende conto che le tradizioni hanno offuscato la Tradizione a tal punto da non riconoscerla più, a tal punto da non poter riconoscerla più. Ma come vuole riportare la Tradizione? Riportando l’antica tradizione patristica, riportando la traduzione di Gregorio Magno del Hodie, perché il misterium salutis è qui, oggi, e sempre. Se la liturgia è storia della salvezza in atto allora acquisisce un valore esistenziale perché si attua nel qui e nel ora perenni. Il °5 del 1° capitolo della Sacrosanctum Concilium ci dice cosa è il colto rifondando tutto sulla storia della salvezza, e prende tutto dai Padri della Chiesa: Ireneo dice: Cristo è il caro cardo salutis = la carne è il cardine della salvezza. L’uomo è il naòs greco = cellula della divinità. Il battessimo e la confermazione sono due sacramenti intimamente uniti, il secondo cristifica il cristiano, lo rende Cristo. L’inizio dei sacramenti danno all’uomo il soffio divino. Dio assume la natura innocente di Adamo e per farlo ha bisogno della natura innocente di Eva. Dio non ricrea Eva ma la le ha applicato quello che si applica a noi durante il sacramento dell’unzione, dunque quello che a noi viene applicato alla fine a lei viene applicato all’inizio. Se Eva è la nostra sorella perché creata da Adamo ma anche nostra madre perché madre dei figli di Adamo. Gesù alla fine della sua vita si trova davanti alla stessa tentazione con la quale si sono ritrovati nel giardino dell’Eden Adamo ed Eva. Giovanni non mette la tentazione di scendere dalla croce durante la passione di Gesù perché a lui interessa risaltare la risposta di Gesù a quella voce o domande che le erano state rivolte durante il battessimo: “la risposta è quella del : Padre nelle tue mani affido il mio spirito”. È l’abbandono pieno di Gesù nella volontà del Padre. È anche da ricordare che il salmo 21 va pregato tutto per capire ciò che Gesù fa su la croce: non solo quel Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato. Tu sei il mio figlio, l’amato, l’eletto, in Lui sono compiaciuto. Il fatto di compiacersi in Lui è per il fatto di essere obbediente. Gesù è il cadosh, colui in cui il Padre trova piacere, ma non per la sua croce bensì per la sua obbedienza. Così come fu disobbediente Adamo, Gesù è obbediente. Il mistero della croce: da una parte è il mistero della redenzione, della suprema obbedienza ma anche il mistero della sublime gloria di Dio: Padre Glorificami con quella gloria che era prima che il mondo fosse” Let Ebr 4. Questo mistero genera il mirabile sacramento che è la Chiesa. La gloria di Dio risplende nella Chiesa. Ma chi è la Gloria di Dio? Lo Spirito Santo Doxa tu Deù = Spirito Santo. Che cosa è la liturgia? È il culmine del magnalia Dei (grandi opere di Dio), At 2, Lc 1 -> la mia vita canta le opere di salvezza del Signore. Le opere di Dio attendono la grande opera che è quella del ritorno glorioso del Signore Gesù Cristo che è l’Agnello di Dio che ha presso su di sé il peccato del mondo. Distruggere la morte e far tornare la vita comporta l’ammirabile sacramento, questo è in stretta unità con la nascita della Chiesa. Quello che è detto in linea generale da questo numero della SC viene sminuito dai numeri che seguono, per esempio °6. Non è giusto che l’uomo sia solo, facciamole un aiuto (non l’avessi mai fatto, dice Lamberto non io, io dico peccato che ne ha fatto solo una). O que é a liturgia? É o culme do Magnalia Dei (grandes obras de Deus) encontrado em Atos 2 – e que encontramos em Lc 1. Os Magnalia Dei são os momentos da salvação que vai da criação à parusia; nós chegamos ao Alfa – com A maiúscula – e esperamos o retorno magnifico de Cristo com a Cruz gloriosa, não para ser crucificado novamente, mas para ser aquele verdadeiro Cordeiro que morrendo destruiu a morte e ressuscitando nos re-doou a vida. A destruição da morte e o retornar à vida, comporta o admirável sacramente, por isso (infati) este mistério coincide com o nascimento da Igreja. Aquilo que é proclamada em linha geral da SC 5 é desmembrado nos outros números seguintes. SC 6 – quem é a Igreja? São todos os homens, porque Cristo morreu por todos para fazer com que todos os homens constituam a sua Igreja. O mandato que Deus dá ao homem é aquele de ir e anunciar o Evangelho, primeira realidade dos batizadas, apoiando-se sobre os sacramentos porque só assim torna-se Mysterium salutis em ato. Attento perché ha detto che a tutti ci chiederà cosa è pastorale? Liturgia e pastoral – pastoral é a arte de conduzir o homem a Deus, em Cristo e Deus ao homem em Cristo – participação plenária ativa,individual e coletiva das pessoas – para todos. Tommaso Federici -> Cristo Signore risorto, amato e celebrato Vol 1 e 2. Quando si parla di battesimo si parla di sacramenti dell’iniziazione. San Paolo quando parla che noi siamo figli di Dio parla di figliolanza e non di figli adottivi perché nel mondo ebraico non esiste tale termine, è il mondo greco e romano che parleranno di adozione ma non esiste proprio, noi siamo figli di Dio e non figli adottivi, questo è il grande problema degli adozionisti perché se Dio adotta noi allora adotta anche Cristo che è nostro fratello. La adorazione del Padre va per mezzo di Cristo (che è la verità) nello Spirito Santo (che è la Gloria di Dio). Qual è la sintesi della vita cristiana? Lodando Dio e dando gloria a Lui sempre. Cosa comporta questo? Una presenza permanente nella liturgia di Cristo, nella Parola (questo dice che Cristo è presente nella sua parola e questo è un numero che ha fatto soffrire a molti primo tra tutti lo stesso Paolo VI perché prima si diceva che Cristo era presente solo nell’Eucaristia ma il Concilio dice che Cristo è presente sempre, nella Parola). Popolo santo cosa vuol dire? Popolo di sacerdoti. È lì che sta Cristo, è l’assemblea il primo luogo in cui abita Cristo; la presenza di Cristo è nella sua parola ma anche e prima nella sua assemblea. Cosa si porta per primo nella processione della Santa Messa? Il Evangeliario, e va portato in mezzo alla luce. Durante la quaresima si porta mostrando la croce, ma durante tutti gli altri tempi lo si porta facendo vedere il Cristo risorto. La presenza della parola è la presenza peculiare. Un sacramento si amministra mediante la Parola e l’imposizione delle mani. Il evangeliario è il primo tabernacolo della presenza di Dio, ecco perché per gli ebrei hanno (i rotoli) un’importanza straordinaria ed è per questo che lo coprono perché in lui c’è la presenza di Dio. Logico è pure che la presenza di Cristo in pienezza la si trova nell’Eucaristia: dunque Evangeliario e Tabernacolo sono importanti uguali. È vero che nelle nostre liturgie noi abbiamo bisogno di segni ma non dobbiamo dimenticare che il primo segno di presenza di Dio è l’uomo salvato, cristificato, divinizzato. La liturgia è la funzione dell’ufficio sacerdotale di Cristo. SC 7 -> a liturgia é o exercício sacerdotal de JC, significada através dos sinais sensíveis que me comunica o E.Sto, mas cada um na sua condição porque os membros não são iguais. Nella liturgia terrena noi partecipiamo per anticipazione alla liturgia celeste, e insieme a tutte le schiere angeliche, alle edilizie che non sono eserciti ma semaoth divise in due: terrestre = quella parte del popolo che sale ogni volta con i sacerdoti al tempio per la preghiera, poi c’è quella celeste = sono gli angeli che danno lode a Dio in ogni momento. La liturgia celeste è figura della liturgia terrestre (nel rito alessandrino hanno la convinzione che l’altare celeste e quello terrestre sono uno solo, loro pensano e dicono che il celo si apre sulla terra e la celebrazione è solo una. Per Roma l’altare celeste resta l’altare celeste e quello terrestre quello terrestre e quindi l’offerta deve essere portata dall’altare terrestre a quello celeste). Nei primi tempi, per esempio nei tempi di Gregorio Magno si diceva: similitudo corporis e similitudo sanguinis. Nella forma romana e nella forma bizantina, quello che adesso conosciamo come epiclesi si dice che l’assemblea e l’offerta sono la stessa cosa, l’assemblea è l’offerta e chi offre allo stesso tempo. °9 e 10: questi due vanno letti insieme. La liturgia non esaurisce il culto della Chiesa ma ne costituisce il culmine e la fonte = la vita del popolo santo è una vita liturgica perché vive la conversine = attenzione costante nell’incontro. La vita liturgica del popolo santo è centrata nella carità, ascoltare la Parola, spezzare il Pane dell’Eucaristia, infrangere il pane della carità; questo è capitale nell’esperienza della vita di Chiesa, ed è lo Spirito che mi ci dona l’energia per realizzare tutto questo. Se non faccio comunione con il Signore non la posso fare con il fratello e se non faccio comunione con il fratello non posso farla con il Signore. Liturgia e preghiera personale °12: il cristiano è sempre chiamato a pregare di modo personale nell’intimità della sua stanza, cioè la preghiera personale, se io non sono capace di pregare da solo non sono ne anche capace di pregare con i fratelli (PERCHè TI ALZI PRESTO? PERCHè SE NON FACCIO LA LETIO DIVINA PRIMA DI CELEBRARE LA MESSA ALLORA CHE CAVOLO VADO A FARE A CELEBRARE IL SANTO SACRIFICIO?). °13 -> I pii esercizi: si vede con un filo di tristezza come la sacrosanctum concilium pian piano decade e in questo numero non si parla più di teologia ma soltanto di cose da fare o non fare. (Adesso si dice che quando un prete celebra la messa e non è comunione con il vescovo la sua messa è valida ma non lecita; anticamente, nei primi secoli si diceva che se un sacerdote celebrava la messa e non era in comunione con il suo vescovo non era né valida né lecita perché il celebrare la messa non è fonte di un potere che il prete ha, la messa è comunione). 03.04.2014. È un punto sostanziale quello che lega la liturgia alla Scrittura perché senza la Scrittura non si può fare liturgia, se non conosco la Scrittura non posso capire la liturgia. Che cosa significa che la liturgia è un mistero in atto, mistero di salvezza se non che il verbo continua a farsi carne ogni giorno? Nel vangelo di oggi i giudei accusano Gesù, domenica scorsa i giudei avevano accusato i cieco nato e accusano Gesù di essere peccatore, ma la risposta del cieco è sconcertante: se lui sia peccatore o no io no lo so, io solo so che ero cieco e adesso vedo: 1-. Nel vangelo di oggi Gesù dice ai giudei: voi non credete perché cercate la gloria degli uomini, io non cerco la gloria degli uomini ma sono i segni che io compio che mi danno testimonianza, ma non solo i segni da soli perché potrebbero essere una questione magica. Gesù dice di aver avuto la testimonianza di Giovanni ma di quella non se ne fa niente è il Padre che gli da testimonianza. 2-. Voi vi appellate a Mosè ma non credete a lui perché lui parla di me e voi non mi credete. Dunque i segni e le parole vanno insieme. I segni sono percepibili attraverso al parola perché se non si rimane nella pura magia. Se noi domandiamo ai fedeli che cosa è un sacramento, nel caso migliore non lo capiscono o non sono interessati perché vedono dei gesti che non capiscono, perché il sacramento come lo si amministra oggi è staccato della parola, non sono compressi dentro della parola; noi possiamo comprendere il sacramento solo nell’unità testamentaria. Io posso capire l’unitarietà dei testamenti se parto dal punto di arrivo della parola che è il cristo, del mistero della risurrezione perché la risurrezione è quella che da senso. La notte della risurrezione leggiamo tutto l’antico testamento, anche se adesso abbiamo ridotto le letture del AT da 15 che erano a 7 e a volte anche a 3: noi vegliamo il momento della risurrezione perché il Padre vegli insieme al Figlio per noi (dice Sant’Agostino). L’AT è tipo del NT e il NT è la realizzazione del AT, per cui se mirabile fu l’opera della creazione antica, tanto più mirabile è l’opera della risurrezione, e quella creazione trova il suo senso, diventa tipo davanti all’anti-tipo che è Adamo. Nella prima lettera di Pietro si dice che sia una catechesi battesimale, ma non è questo bensì una mistagogia, cioè sta spiegando il sacramento. A chi non ha ancora avuto i sacramenti li si fa catechesi ma a chi li ha già ricevuto i sacramenti li si fa mistagogia. I Padri della Chiesa facevano pastorale perché avevano capito che bisognava andare ad annunciare il vangelo = fare discepoli, dopo ci sarà il sacramento ma prima c’è l’annuncio della parola, per la parola chi crederà, chi porrà la sua fede sulla parola allora può ricevere i sacramenti. Quale sacramento possiamo fare se prima non conosciamo la parola? Nessuno, ma come possiamo fare conoscere agli altri la parola se noi stessi non la conosciamo? Il tipo di battessimo è a tipo dell’arca di Noè, la liturgia, mistero da salvezza in atto, è questo antitipo che mi permette di vivere questa parola. O battessimo è o antitipo da arca de Noè. Ricordiamo quello che si legge durante la celebrazione del giovedì santo mattina perché regno di sacerdoti è il popolo di Dio. L’olio che ha servito per ungere Aronne e così via è la stessa di quelli dei sacramenti. La confermazione costituisce spossa, come dice il salmo: tu sei il più bello tra i figli dell’uomo nelle tue labbra è diffusa la grazia. Il confermato deve essere la spossa capace di dare la vita fino al martirio per il suo Signore. Quando noi celebriamo l’Eucaristia dobbiamo chiederci ché cosa rende così speciale questo pane? Ricordiamo il pane della circoncisione che stava davanti all’altare; l’ Eucaristia diventa l’antetipo di questi pani che erano perennemente davanti al Signore, anche l’Eucaristia è il pane che sta davanti al Signore sempre, anzi è lo stesso Signore; ma chi è che poteva mangiare quei pani che stavano davanti al Signore? Solo i sacerdoti, e chi è che mangia l’Eucaristia? Solo i sacerdoti che siamo tutti i battezzati. Noi viviamo la dimensione dell’azione liturgica del venerdì santo senza percepirne il senso: prima c’erano solo due parti e non tre. Cosa significa che se è digiuno non si può partecipare alla mensa? Significa che manca lo sposso, non possiamo consumare le nozze perché manca lo sposso e la spossa allora vive il tempo del digiuno in attesa del ritorno glorioso dello sposso, vive il digiuno attendendo la sua risurrezione e quando interromperà il digiuno lo farà perché è sicura della sua risurrezione. Cosa vuol dire che il prete quel giorno si prostra per terra e perché prima si leggeva Esodo 12 e Is 52-53 (il servo)? Qual è l’antetipo di Is? Gv 19, la centralità di tutta la passione del cristo, e nella passione di Gv che ruolo ha la croce? Trono della gloria. Allora la rilettura di questi testo cambia. Perché dopo tutte queste cose noi adoriamo la croce? Non ci può essere adorazione a uno strumento di tortura, la croce si riscopre solo quando ho ascoltato Gv 19 e Is 52-53 che è una croce gloriosa, quella croce che prima era gemmata, dunque dopo aver contemplato la totalità del misterium sallutis lo vedo completo contemplando la croce che dovrebbe essere una croce senza crocefisso, gemmata appunto perché gloriosa. Ma che cosa è questa croce gloriosa? È la risurrezione. Dunque croce gloriosa = risurrezione, e dunque adoriamo il risorto = croce gloriosa. Nei evangeliari troviamo davanti un’immagine di Gesù risorto con 4 profeti, e dietro Gesù crocefisso con i 4 evangelisti per indicare che le due realtà non possono essere scindibili ma sono strettamente unite. Ecco perché la il Evangeliario è il tabernacolo della Parola così come lo è il tabernacolo del Corpo di Cristo. Ed ecco perché con al parola si dà la benedizione come lo si fa con l’ostensorio quando facciamo l’adorazione eucaristica. La risurrezione spiega tutta la Parola. È la Scrittura che mi dice che cosa è la liturgia. Che cosa celebriamo noi ogni giorno nella liturgia delle ore e nella eucaristia: Cristo risorto, ma sé celebriamo Cristo risorto perché non usiamo le stesse letture e le stesse preghiere. Quem celebramos cada dia na liturgia das horas e na Eucaristia? Celebramos JC, Senhor ressuscitado. Mas se sempre celebro a ressurreição poderia ler sempre as mesmas leituras. Mas porque existe esta diversidade de leituras na celebração? Lemos uma parte da S.E diferente para cada dia porque é o mistério da salvação lida em um aspécto diverso do mesmo mistério. C’è un legame tra quello che abbiamo celebrato ieri e quello che celebriamo oggi e la domenica anche dal punto di vista delle letture? Certo, c’è una unità che lega la messa ma lo stesso vale per la liturgia delle ore. Tra quello che celebro nella liturgia delle ore oggi e l’Eucaristia del oggi c’è una grande unità celebrativa che è data dalla Parola, è la Parola che da unità a tutta la liturgia, sia della messa che del ufficio delle ore. Qual é a ligação entre a Palavra celebrada no Domingo e com aquela de cada Dia porque existe uma unidade concreta onde cada domingo está ligado ao domingo e ligados ao único Domingo central ao qual tudo converge e do qual tudo procede. È importante ricordare quel famoso “Il Signore sia con voi” che è sbagliato perché se noi andiamo al greco e al latino stesso troviamo che dice: “Il Signore è con voi”, dunque non è un augurio ma è una verità di fede, il Signore è con Noi ogni giorno, senza eccezioni. Ricordiamo quello che dice il Signore quando appare ai discepoli dopo la risurrezione: la pace è con voi. Ma che cosa è questa pace? È una persona, ma chi è questa persona? Lo Spirito Santo. Per 52 due domeniche si ripete la stessa cosa, celebriamo la fede, come quando Gesù dice a coloro che hanno portato in una barella il paralitico e hanno scoperchiato il tetto della casa di Pietro: la fede loro ti ha salvato, guarito. È questo che ogni domenica si rinnova. Che cosa è la trasfigurazione? È quel dire: chi vuol venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua, perché questo è ciò che a lui è stato detto in quel giorno e questo è ciò che viene detto anche a noi, e questo si celebra tutti i giorni. Noi abbiamo un evento e su questo evento si struttura tutta la grazia del Signore, ogni domenica celebriamo la risurrezione e il vangelo è una accentuazione del mistero della risurrezione, una selezione del mistero nella dimensione della risurrezione di ognuno di noi, prima del Signore e poi la nostra, ansi la nostra risurrezione vista alla luce della risurrezione del Signore. C’è il rapporto di continuità tra domenica e domenica e nella totalità dell’anno liturgico dove l’ultima domenica apre alla prima domenica dell’anno. Ma allora hanno senso i tempi liturgici? La risposta è si, i tempi si incrociano tra di loro in modo impressionante per dare forza ciò che si celebra. Così come il Padre ha confermato per mezzo della croce il battessimo di Gesù conferma anche noi per mezzo della tentazione…….. Se é verdade que existe relação entre Domingo e Domingo, e esta continuidade é dada pela Palavra, isto é verdadeiro por durante 52 domingos e isso dimostra que o mistério da salvação é celebrado domingo por domingo onde celebramos a fé. Devemos nos lembrar que cada domingo celebramos a ressurreição e o evangelho é uma acentuação do mistério da ressurreição na minha ressurreição. E isso comporta que de Domingo a Domingo existe um percurso mistagógio e o ano liturgico é demonstrado pela figura geométrica aspiral. Este contato contínuo entre os domingos e com a totalidade do ano, onde o último domingo abre a 1ª domingo celebrando a parusia. Os tempos litúrgicos tem sentido somento no interno deste contexto da Palavra. Sintagma = grupo de semanas – começada no batismo de JC, espera o batismo/iniciação da Igreja – Pentecostes. A 1ª parte do sintagma termina com a transfiguração. A segunda parte do sintagma me conferma que eu também... La chiesa è missione, ma perché vivo la missione? Per giungere alla risurrezione. Cosa comporta questo? Che la chiesa continuamente si converta, si rinnovi. 10.04.2014. Che cosa è per una persona del NT la liturgia? Prima di tutto la liturgia cattolica è trinitaria, il Padre che è il sacerdote investe il figlio del coliturgo, lo Spirito Santo è il coadempiente che consacra il coliturgo. Cristo è diaconos (servo) del popolo e dulos (schiavo) del Padre. Il battesimo nel Giordano: nel giordano, il Padre con lo SS, consacra Cristo per la liturgia, cioè all’annuncio del Vangelo con lo SS; il Padre consacra Cristo a compiere le opere regali perché lo SS è carità e terna; il Padre consacra Cristo al culto terreno perché lo SS è santità immacolata. Tutto questo è liturgia ed è una azione permanente per la salvezza del popolo ------------------ Tutti gli uomini sono redenti e devono diventare chiesa redenta. Questa liturgia prosegue sulla tempra per la mediazione di uomini fedeli. Se al battessimo il Padre ha consacrato il Figlio mediante lo SS per la liturgia, nella pentecoste il Padre consacra i santi apostoli abilitandoli all’annuncio della parola, operare l’opera della regalità del regno e offrire il culto. Ma si deve fare in questo progresso e non come si fa tante volte, che si amministrano i sacramenti senza che le persone capiscano ciò che ricevono, prima dunque si deve annunciare il vangelo che è stato il mandato di Cristo. Per gli apostoli dunque resta lo stesso programma che è stato dato al Figlio (la liturgia che celebriamo è culmine della risurrezione di Cristo, ed è anche la fonte). La sacra liturgia non esaurisce la azione della Chiesa, prima che gli uomini possano accostarci al culto devono… La liturgia è il culmine verso il cui tende la azione della chiesa e allo stesso tempo la fonte di cui promana tutta la sua energia che è lo SS. Il lavoro apostolico è ordinato a che tuti si riuniscano in assemblea e a Dio rendano gloria, a vivere, ecc. °10 I padri della Chiesa insegnano che la liturgia come culto è la forma di conoscenza culmine della chiesa perché solo celebrando si conosce e solo conoscendo si ama, e questo è tanto vero che il rito bizantino canta “vedemmo la vera luce, ricevemmo la vera fede adorando..,” questi concetti li troviamo sulle offerte e prefazio di pentecoste nel rito latino, nel post-comunio della 16 del tempo ordinario. Celebrare è conoscere, conoscere amare e vedere. I riti sono la cultura evangelizzata non il vangelo inculturalizzato. Questo ci apre al problema della evangelizzazione: l’evangelizzazione mi dice che il vangelo fa reagire le culture e le fa esprimersi nel vangelo stesso. 08.05.2014. Il concetto di mistero. Tre punti che ci aiutano a dire che noi stiamo dicendo liturgia? Il battessimo, la Trasfigurazione e il Golgota. Si ha visto che per Cristo realizzare la liturgia è annunciare le opere del regno y portare questa offerta al culmine al Padre con l’offerta del suo corpo. Quindi la liturgia è la adesione de Gesù Cristo al progetto del Padre e è la mia adesione al progetto del Padre che mi porta a fare la liturgia. La liturgia (Eucaristia) è la fonte e il culmine della vita di Cristo. L’eucaristia è la fonte di cui promanano tutti i sacramenti e a cui tendono tutti i sacramenti. Il culto al Padre si fonda nella presenza di Cristo nell’assemblea, nella parola, ecc., e allora la liturgia è il culmine della vita liturgica che ci porta a quel fate questo in memoria di me. L’eucaristia è il culmine della carità (e qui ha fatto l’esempio del monaco che lascia di assistere all’unica messa che si celebra la domenica in monastero va a curare un suo confratello monaco). Ma la carità che cosa è? La carità in quanto tale è la natura stessa di Dio che è comunicata all’uomo nel cuore Rm 5, 5. La speranza è il segno che abbiamo della carità e la carità è il mistero di Dio, ciò che esta nella vita Trinitaria e che con la creazione si riverbera esternamente. È evidente che tutti conosciamo il mistero ma ognuno ha una esperienza diversa di quella che ha l’altro. Tutti e due conosciamo ma il modo di leggere il mistero è diverso, e per questo prima devo conoscere il rito per capire che cosa significa o cosa vuol significare questo rito che appunto ci porta al mistero. Che cosa è il mistero? È chiaro che il cristianesimo ha attinto a una realtà preesistente (mito, mistero e simbolo sono la stessa cosa), sono concetti profani che sono stati esorcizzati per significare le realtà divine e umane che costituiscono la salvezza dell’uomo. Tutte queste questioni che vengono dalle religioni orientali o realtà orientali sono stati presse per significare le realtà divine e umane che costituiscono la salvezza. Comprendere che cosa significa il verbo che sta alla base del termino mistero: myeò = insegnare una dottrina, formare a una dottrina; e questa dottrina tocca il genere della realtà sacra e allora questo myeò vuol dire istruire nelle realtà sacre = iniziare. Cioè non solo introdurre alla dottrina ma alla pratica delle realtà sacre = al culto. Questo verbo i padre lo hanno utilizzato per introdurre i catecumeni alla lettura e alla conoscenza della Scrittura. (Chi sono i cani che scacciavano i suddiaconi? Quelli che non erano iniziati ancora nella dottrina, cioè i catecumeni che ancora non ricevevano i sacramenti, e dopo la breve parte del della celebrazione nella quale potevano partecipare il suddiacono li cacciava fuori extra canes). Paolo usa questo verbo myleò in Fil 4, 12 nel quele dice di essere iniziato in Cristo e allora ha la Dinamis = potenza di Dio = Spirito Santo. Da questo verbo viene il sostantivo sovrano che usa il NT. Telion = indica lo strumento o il luogo con cui avviene oppure dove avviene un certo fatto (Paolo dice non che è apparsa la salvezza ma lo Strumento di salvezza, cioè Cristo è lo strumento del quale il Padre si serve per comunicare la salvezza agli uomini, Cristo è il Sotirion del Padre). È molto importante che il mistero è una cosa rivelata e non come dice il latino l’arcano inteso come cosa nascosta, ecco perché per i latini i sacramento sono un mistero. Il mistero è una realtà sacre che ha in se degli elementi arcani ma non è qualcosa di nascosto perché una volta era qualcosa di arcano ma adesso è qualcosa di rivelato perché Cristo è venuto a rivelarlo. Dunque questo arcano anche se è qualcosa di nascosto non è non rivelato, il mistero adesso e mistagogico perché in lui si entra a passi corti ma sicuri grazie al fatto che è rivelato. Il cristianesimo è un culto misterico nel quale devo far entrare pian pianino il popolo di Dio. Il tesaurus continua vedendo la parola mistirion nel uso cristiano e dice che la parola sacramentum no rende del tutto l’essenza di mistirium = luogo dellasalvezza, invece sacramentum è la promessa che io faccio e quindi non è esauriente casi che il mistirium si. Paolo prende il termine mistirium e gli da per la prima volta un significato nuovo Ef 1, 9; mistirium è realtà rivelata, la rivelazione a noi del mistero della volontà divina, quello che era il consiglio sapienziale del Padre in Cristo e nello SS trova il pieno complimento e questo applicato a noi è la divinizzazione dell’uomo, il vivere la vita divina. Da qui la Chiesa greca utilizzerà il termine Taristia dove si rivela il Padre e dove noi attingiamo al mistero della carità. Andare a vedere e meditare Giovanni Cap 6 per comprendere che cosa sia la mistagogia. Il cristiano è un attivo di natura ma perché è passivo, e questo devono diventare tutti i cristiani: il cristiano è capace di amare perché è stato amato da Cristo, è capace di fare la carità perché Cristo l’ha fatta prima a lui, può iniziare allo studio delle sacre scritture perché prima è stato iniziato dalla rivelazione della Parola, ecc. Tutti i sacramenti sono partecipazione a Cristo e questa partecipazione fa si che l’uomo sia passivo ma questa passività porta l’uomo ad essere attivo; questo è il mistero, questa partecipazione a Cristo nei sacramenti, in tutti i sacramenti. Mistirium è la partecipazione alla morte di Cristo, alla sua risurrezione, al sepolcro vuoto, ecc. Andare a rileggere il processo di conversione di Paolo nel quale si vede il cammino del catecumeno. Paolo parla che la pienezza del cristianesimo la da il battesimo, ma il battesimo confermato. Paolo dopo essere battezzato prende cibo. Ogni iniziato è mistis = mistico, e questo ci deve far comprendere come allora l’urgenza è quella di entrare sempre di più all’interno del mistero, ma questo come si fa? Il cristiano che è iniziato al mistero è istruito con il dono dello SS perché questo li permette di conoscere il Mistero. MANCA UNA LEZIONE…….. 29.05.2014 Dal inizio del III – IV secolo abbiamo un tempo che viene chiamato “creatività liturgica”. Poi abbiamo la grande teologia del IV secolo con il grande teologo Ireneo. Questo tempo è di grandi vescovi liturghi e mistagoghi. In questo periodo si vede il consolidarsi di riti locali, la creatività, il tempo di passaggio tra creatività e riti. Il Concilio di Cartagine prende un intervento di Agostino che dice: “non è proibito improvvisare preghiere eucaristiche, però se si è preparati, se non si è preparati allora si scrivano e poi li presentino a chi è capace e preparato per non dire delle eresie”; ma la cosa importante è quel: non è proibito. È anche vero che all’epoca c’erano molti preti impreparati e anche vescovi. La caratteristica di questo promo momento è quella che le persone si trovano nella domus, finita la preghiera dei fedeli (che non si chiama così perché detta dai fedeli ma perché detta dal vescovo con il diacono, perché la preghiera dei fedeli è diaconale) due diaconi portino lo sgabello basso con il pane e il vino (non esisteva né l’altare né la croce, né i cingoli, né le trine). Lentamente si comincia a regredire: si arriva all’altare al centro della chiesa, si re introduce l’incenso (che era un rito pagano bruciato sulle brace, ma per distinguerlo si inventa il turibolo). Ma perché si torna? Perché si perde che la liturgia è quella di Gesù per il popolo. Un’altra cosa perché molti pensano che l’eucaristia è una cosa del prete. In quale periodo siamo: in quello barbaro. Si cominciano a usare gli orpelli (sulla testa che sembravano due orecchi di asino), si cominciano a distinguere le vesti per la celebrazione da quelle per l’uso quotidiano. La casula è un abito comune ma in questo tempo ci si stacca e mentre le vesti profani cambiano le vesti liturgiche restano stabili, poi cambieranno pure secondo l’epoca ma rimarranno sempre più o meno nello stesso modo. Certo si comincia a cambiare il taglio, il modellino, la quantità dell’oro (il vescovo per tutto il primo millennio non faceva nulla, si alzava solo al per cristo con cristo e in cristo). In quaresima non ci si cambiava di avito perché la quaresima è un rito particolare, la pianeta la portavano tutti i vescovi o preti. Il colore era quello nero. Ma i diaconi e suddiaconi non restano con la pianeta, quando il suddiacono va a cantare la epistola la depone con tutti quanti i suddiaconi. Il diacono cantore del Vangelo dà la sua casula ai suddiaconi che la piegano in forma di stola di modo che finito il vangelo gliela buttavano sulla spalla sinistra e questo porterà alla trasformazione per cui il diacono comincerà a usare la stola essendo che prima non la usavano. Ecco che in questo modo, con tutti i suoi cambiamenti, si arriva a Trento e anche a tutti i suoi cambiamenti. Si passa di un modo di comprendere la liturgia: quella del popolo di Dio a un altro modo: qualcosa del prete. Perché all’inizio non abbiamo le chiese, i crocifissi, l’altare, ecc.? Perché lungamente si perde il senso di cosa significa la liturgia e soprattutto di chi realizza la liturgia, chi la celebra. Il tempio non è il ponto principale, Cristo è la vittima offerente è vero ma se tutta la comunità è corpo di Cristo allora tutta la comunità è offerente e con la comunità il prete che fa parte della comunità ed è offerente perché parte della comunità. Tutti coloro che sono intorno all’altare offrono, tutta quanta la comunità è sacerdotale perché è il corpo del Sacerdote, è il corpo di Cristo. L’altare del cristiano è il proprio corpo e il suo corpo è l’unico sacrificio che Cristo accetta. Questo fino a quando sono arrivati i barbari che hanno fatto delle barbarità. I primi due capitoli di Giovanni sono importantissimi e anche molto importanti per vedere come comincia Cristo ad attuare la liturgia (cosa è la liturgia per Gesù? Compiere la volontà del Padre.., tutta quanta la liturgia si conclude con la Anastasis). Ma tutto questo come si realizza, tutto il portato della Chiesa Cattolica che si esprime nella località della chiesa, viene da quale chiesa? Dalla chiesa madre, cioè Gerusalemme = chiesa sofferente, che offre un contenuto liturgico: erano assidui all’insegnamento degli apostoli, alla preghiera comune, alla frazione del pane; allora qual è la liturgia? La carità. Che cosa ci offre la Chiesa di Gerusalemme? La struttura gerarchica, ma anche una comunità deliberante (è la comunità di Gerusalemme a scegliere i primi sette diaconi, e poi inseguito anche a scegliere i vescovi), la povertà (la chiesa di Gerusalemme è sempre stata povera, le altre chiese fanno raccolte per sostenere la chiesa madre di Gerusalemme, quindi le altre chiese nella sua povertà sostengono la chiesa più povera che è la chiesa madre di Gerusalemme). Come si sono mossi i discepoli? Si sono mossi nel quadro geografico circostante. Il primo movimento degli apostoli è quello del diacono Filippo che va in Samaria (vai subito in Samaria), poi dopo si va verso la Siria, Antiochia e l’Asia. Ma quale era un altro posto verso dove potevano andare? L’Egitto (con il quale Israele ha dei rapporti molto forti) e poi in Etiopia. Questi sono le terre che hanno le eresie più forti, Roma non ha mai prodotto niente. I grandi eretici si collocano in queste terre ma lo Spirito Santo purifica tutto. Ogni ambiente ha determinato la divisione dell’anno liturgico, per esempio in Egitto l’anno liturgico comincia con l’epifania (ricorda il battesimo) perché in questo tempo comincia la fertilità che dona il Nilo. Eucaristia, parola, carità --> si mettono nei diversi ambienti e assumono determinate caratteristiche che porteranno nel giro di tre secoli la chiesa caldea a esprimersi in un determinato modo mentre celebra lo stesso mistero che è Cristo. La stessa cosa succede in Antiochia. Com estes movimentos entramos em um mundo completamente diferentes e temos batidas de frentes com o cristianismo. Todo o ambiente determinará o calendário liturgico. No Egito o ano liturgico começa com a festa da epifania de JC (ícone é o batismo no Jordão) pela ligação com as águas do Nilo. Toda esta ação evangelizadora conquista característas onde no curso de 3 séculos levará a Igreja caldeia a expressar-se em um certo modo enquanto celebra o mistério de JC. Analogamente vemos o mesmo em Antioquia (Síria Ocidental) onde é relido em um certo modo a mensagem no interior daquela realidade que caracterizara Antioquia como cidade comercial e de cultura. Ao interno da cidade temos uma parte que não aceita Antioquia deste modo e queria destacar-se do basileus. Esta parte destacando-se regeita o condicionamento siríaco e mantém-se fiél ao imperador (melek=rei) e estes beberão à forma imperial e à lingua oficial do império (grego e siríaco) e no interno da igreja siríaco temos uma parte que se expressa em grego e outra em síriaco. Queste due chiese (caldea e siriaca) si impiantano sul modello del vecchio impero babilonese, ma la realtà della Chiesa si scontra con questo modello e i cristiani saranno massacrati. Più al sud c’è una cristianizzazione anche in Asia, in India Madacar e Malacar. Perché si parla di queste chiese? Perché sono chiese che da sempre sono state chiese perseguitate e forse lo saranno sempre; queste chiese digiunano anche di domenica. Ogni chiesa fa capo a un patriarca che ha sotto di se dei metropoliti e delle semplici diocesi. Come si stabilisce il patriarcato, le metropolie e le diocesi? Dipende dell’importanza delle città: la città più importanti sono i patriarcati, poi ci sono i capo luoghi dove ci si trovano i metropoliti e poi le città diciamo comuni dove ci sono i vescovi (cioè si prende una struttura amministrativa che usava l’impero romano). Le chiese più famose sono quelle ortodosse: queste fanno capo al patriarca (che stava a Bisanzio), poi ci sono i metropoliti come per esempio quello di Atene. Sono le chiese di rito bizantino, di lingua greca-slava e melchita (i melchiti celebrano in Greco e arabo). Tutte queste famiglie ortodosse così diverse e con delle realtà diverse hanno creato diverse preghiere eucaristiche, la prima è quella Alessandrina (della quale noi di rito latino abbiamo presso le nostre preghiere eucaristiche), poi c’è la famiglia Antiochena, la famiglia Siro-Orientale. La caratteristica fondamentale delle preghiere eucaristiche di tutte queste famiglie è divisa in tre momenti: Teologhia, Christologhia e Neumatologhia. I litici li troviamo in due momenti nel canone romano: il primo è tra la Teologhia e la Christologhia ricordati Signore dei tuoi fedeli per i quali ti offriamo e anche loro ti ogffrono; il secondo è dopo subito la Neumatologhia il ricordo dei morti. Molti dei sacramentali (come il matrimonio) sono strutturati su gli antichi schemi ebraici. Molti crocifissi antiche sono la lettura che Gesù da al famoso passaggio del serpente innalzato da Mosè nel deserto, perché così come gli occhi di tutti venivano rivolti verso quel serpente che dava salvezza, gli occhi di tutti devono guardare verso il Cristo sulla croce che è la Salvezza: tutti questi simboli sono molto importanti nella Chiesa Siro Orientale (è questa la chiesa che è rimasta più attaccata alla antica liturgia e simbologia del popolo ebraico). Il rito si è formato lentamente, è variante, non è statico perché è una realtà dinamica. Liturgia sempre riformata come la Chiesa è sempre riformata.