Inceneritori No Al Cementificio Allarme Del Comitato Della Salute

March 22, 2018 | Author: Pino Ciampolillo | Category: Incineration, Air Pollution, Pollution, Waste, Wellness


Comments



Description

“No all’incenerimento nel cementificio” Il comitatoSalva Salute lancia l’allarme cronachemaceratesi.it /2014/10/28/no-allincenerimento-nel-cementificio-il-comitato-salva-salutelancia-lallarme/587298/ di Monia Orazi «Nel piano regionale di gestione rifiuti è prevista la produzione di Css, (combustibile solido secondario) derivante da rifiuti, che da Tolentino sarà bruciato direttamente a Castelraimondo, nel nuovo impianto del cementificio». E’ la denuncia del Comitato Salva Salute, durante l’incontro “Cemento e rifiuti”, svoltosi nel Un momento dell’incontro al cinema Italia di San Severino cinema Italia di San Severino, gremito di persone domenica pomeriggio. I componenti hanno chiesto ai cittadini di diffondere informazioni ed alle amministrazioni di pronunciarsi, ciascuno con una delibera di consiglio comunale, per dire no all’incenerimento dei rifiuti nel cementificio, in cui il nuovo impianto avrà una portata di inquinamento dieci volte maggiore, del vecchio inceneritore del Cosmari appena spento. «Il nostro obiettivo non è la chiusura del cementificio Sacci di Castelraimondo, ma la richiesta di ammodernamento senza dover bruciare rifiuti» ha detto Oliviero Carducci, che ha moderato l’incontro. Stefano Bonfili, portavoce del comitato, ha commentato: «Quale sarà l’impatto sul valore delle abitazioni, sull’agricoltura di pregio, su chi ha investito nel turismo? L’Europa dice di ridurre entro il 2020 gli impianti di incenerimento, perchè la regione Marche va controcorrente e prevede di voler bruciare i rifiuti delle Marche a Castelraimondo?». Daniele Antonozzi ha ricostruito la cronistoria dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale), ottenuta dalla Sacci il 4 gennaio 2013, dopo l’iter percorso in regione Marche. Lo scorso 24 luglio è iniziato il monitoraggio ambientale, Antonozzi ha spiegato che a San Severino è stata installata la centralina rilocabile più completa, che rileva numerosi parametri, tra cui ossidi di azoto, ossido di carbonio, ozono, benzene, toluene, xilene e le polveri sottili Pm10 e Pm 2.5. Vicino alla scuola materna ed elementare di Selvalagli di Gagliole è stata messa una centralina più semplice, che ha alcuni guasti, per cui sono in corso le riparazioni di alcuni analizzatori, tra cui gli ossidi di azoto, il più importante. Antonozzi ha poi presentato la situazione analoga del comune di Tavernola in provincia di Bergamo, in cui la Sacci vorrebbe bruciare rifiuti: «Tutti i comuni della zona hanno fatto una delibera per dire no al cementificio che mangia rifiuti. Qui sono stati traditi i cittadini e gli amministratori informati di queste cose». L’ingegner Sandro Bisonni ha illustrato le prospettive del Cosmari, a seguito del nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, presentato dalla regione Marche nel luglio scorso: «Le Marche sono la prima regione in Italia a non avere più un inceneritore e ora si pensa di farne un altro, la provincia di Macerata è la più virtuosa con il suo 65% di raccolta differenziata, ora perchè si ritroveranno ad avere un cementificio che brucia rifiuti?». L’ingegnere ha detto che il Cosmari ha realizzato una linea per produrre ecoballe, saranno realizzati due impianti a biogas alimentati dalla frazione umida e dalla frazione indifferenziata dei rifiuti, per una potenza totale di 3.275 kwt, inoltre è prevista la realizzazione di un impianto per la produzione di Css, combustibile solido secondario da rifiuti, che saranno bruciati nel cementificio di Castelraimondo. Nel decreto Sblocca Italia gli impianti di recupero rifiuti ed incenerimento sono indicati come “insediamenti strategici di preminente interesse nazionale”, in cui utilizzare rifiuti provenienti da tutto il territorio nazionale. L’avvocato Alberto Piloni ha illustrato nel dettaglio i due ricorsi al Tar vinti, che hanno permesso di annullare l’Aia data alla Sacci. Riguardo al ricorso presentato dal comune di San Severino, che è stato bocciato, Piloni ha rilevato che «occorre coinvolgere tutti i comuni limitrofi, perchè si tratta di un impianto enorme. Non risolveremo questa questione grazie ai giudici. E’ una questione politica, le scelte le fanno gli amministratori, noi li votiamo e ci fanno questi regali. Come comitato chiederemo a chi si candiderà alle regionali in queste zone, cosa si vuole fare del cementificio e capiremo se la questione è politica o meno». Bisonni e Sandro Giammaria del Comitato Mogliano 2013 hanno presentato il coordinamento Marche rifiuti Zero, che sarà presentato in un incontro all’Abbadia di Fiastra il prossimo 22 marzo. L’assessore all’ambiente del comune di San Severino, Simona Gregori, ha annunciato che l’ente presenterà ricorso al consiglio di Stato, contro la decisione del Tar che ha ritenuto legittima l’esclusione del comune di San Severino, dal procedimento di concessione dell’Aia alla Sacci: «Si sta facendo l’indagine ambientale, anche per merito del sindaco che ha sollecitato in tal senso l’Arpam, forse anche per questo la centralina più funzionante è stata posta a San Severino. Su consiglio del nostro avvocato, abbiamo presentato ricorso al Tar su questioni di legittimità, serve dare fastidio, il ricorso al consiglio di Stato non sono soldi sprecati, occorre lanciare un messaggio. Era più pericoloso dare ragione a San Severino, e riconvocare una conferenza dei servizi in sede di riesame, un’amministrazione che si sa già è sostanzialmente contraria, più facile emendare alcuni aspetti dei ricorsi presentati dai comitati, in sede di riesame”. «Il sindaco ha tradito la città – ha tuonato il consigliere provinciale Luigi Zura Puntaroni – è buono per stare ai comandi del suo partito. Basta con tutte queste belle parole, ci vogliono cinquanta pullman per andare in regione». «Sono quarant’anni che abbiamo un coccodrillo in casa che mangia le persone – ha detto l’ex assessore comunale Cadia Carloni – un impianto che inquina dieci volte più del Cosmari, ed è in deroga alle normative Ue più restrittive. In base ai dati dell’Istituto superiore di sanità, tra il 2007 ed il 2012 sono morte 400 persone di tumore in più, nella zona tra Castelraimondo, Gagliole e San Severino rispetto alla media regionale. Cosa aspettiamo? Ogni anno sono sessanta persone che moriranno. Non dimentichiamoci che anche adesso il cementificio sta inquinando». Luigi Zura Puntaroni, consigliere provinciale della Lega Nord
Copyright © 2024 DOKUMEN.SITE Inc.