Il Segno Di Arpocrate

March 19, 2018 | Author: ANY1NEXT | Category: Horus, Freemasonry, Thought, Religion And Belief, Philosophical Science


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3a Tornata Nazionale dei Maestri SegretiIntervento del Grande Oratore – Gran Ministro di Stato IL SEGNO DI ARPOCRATE "In mezzo al silenzio mi fu detta una parola segreta. Dov'è il silenzio e dov'è il luogo in cui questa parola è pronunciata? Come ho già detto: nella parte più pura che l'anima può offrire, nella sua parte più nobile, NEL SUO FONDO", cioè nella sua essenza. Là è il profondo silenzio, poiché là non è mai penetrata né creatura, né immagine alcuna; là non arriva all'anima né azione né conoscenza; là essa non sa più nulla di immagine alcuna, né di se stessa, né di altra creatura." "il Natale dell'anima" di Maestro Eckhart La Libera Muratoria, in quanto emanazione della Tradizione, fonda i suoi insegnamenti, o meglio, il divenire dei fratelli, su Simboli e Riti, che a loro volta devono essere correttamente vissuti per poter esercitare la loro azione trasmutatrice. In questa prospettiva e per meglio descrivere un possibile modello d’azione, può essere di un certo interesse esaminare il simbolismo connesso ai cosiddetti “Segni d’Ordine”. Cominciamo a porre l'attenzione sul fatto che il “Segno” è compiuto in assoluto silenzio, quindi ha valore di comunicazione simbolica ed attesta la qualificazione di chi lo compie; in quest’ambito assume valore di “marchio” ed è agevolmente assimilabile al cosiddetto “marchio dei cottimisti” tipico della Massoneria Operativa, che serviva, tra l’altro, a garantire al committente la validità del prodotto finito. In altri termini il Massone che compie il Segno d’Ordine attesta di essere, simbolicamente, “Giusto e Perfetto”. Quest’ultima asserzione può agevolmente essere intesa considerando che il gesto è detto: “D’Ordine”, ossia è rapportabile ad una condizione interiore ben precisa. Il Segno, in definitiva, assume valore di Mudra, in altre parole movimento rituale e diviene, per chi lo attua consapevolmente, un mezzo per focalizzare l’attenzione della mente sul nuovo stato di consapevolezza che si appresta a realizzare. Quest’ultimo per sua natura non è facilmente definibile, ma possiamo aiutarci facendo nuovamente riferimento alla Massoneria Operativa. In quest’ottica, si può ipotizzare che la Pietra non solo è stata lavorata, ma possiede le prerogative necessarie per poter essere inserita nel contesto dell’Opera. In conclusione, possiamo affermare che il Gesto d’Ordine appartiene alla categoria dei Simboli, e che come tale, manifesta corrispondenza tra la manifestazione formale e quell’informale che ne costituisce il principio ed il fondamento. Il Segno d’Ordine dei Maestri Segreti si compie ponendo l’indice ed il medio della mano destra appoggiati verticalmente sulle labbra, questo è il segno del silenzio o di Arpocrate. Questi era Horus fanciullo, figlio di Osiride ed Iside. Cominciamo con il dire che con conseguente valorizzazione.Horus è la forma latina del nome egizio generalmente reso con Heru. dove giunse a rappresentare il dio del silenzio. come è avvenuto per altre divinità. Questa affermazione non deve stupire. l’inno omerico a Demetra (VII°-VI° secolo a. la cui finalità consisteva in un rapporto del tutto particolare. a sua volta. ancora oggi. mentre l’interpretazione più sensibile ai canoni iniziatici propende ad indicare il silenzio. solo per ricordare i principali. Generalmente. con la divinità. con il significato di “misterioso”. perse in combattimento contro Seth. la ritualità.). C. a sua volta ellenizzato appunto in Arpocrate.).C. A partire dal cosiddetto Terzo periodo intermedio egiziano. il suo culto cominciò a diffondersi. Eleusini e Mitraici. ma quanto concerne gli aspetti esoterici è andato perduto pressoché integralmente. un certo insegnamento. vendicatore del padre. Già Platone.) ed all’opera di Zosimo di Panopoli (III°-IV°d. la prima interpretazione che possiamo dare al silenzio è quella di assoluta riservatezza. addirittura era prevista la pena di morte sia per gli iniziati che rivelavano. con ogni probabilità. dio del silenzio. in quanto assolutamente legato all’esperienza personale. il termine “mistico” è accostato a quello di “religioso”. ma della scoperta. una di queste porta il nome egizio Horpa Khred. termine. ed in particolare Plotino ( 204-270 d. avevano volgarizzato. fare silenzio.C) e gli scritti di Apuleio da Madaura (125-170 d. sia pur rimanendo nei confini del dovuto riserbo. di un elemento mistico. A questo proposito è probabilmente sufficiente accennare agli oracoli caldaici di Giuliano il Teurgo (fine del II° d. i suoi occhi simboleggiano il sole e la luna. Tra queste mi limito a ricordare gli inni orfici (la cui stesura si può collocare fra il IV° secolo a. mentre porta un dito alle labbra.C. a sua volta derivato dal greco “mystikos”. ossia tacere.C. Di Horus esistono numerose forme sincretiche. e prima di lui i presocratici. quest’ultima è la sostituzione magica dell’altro occhio solare che Horus. sia per i profani che avessero osato spiare i riti. Quindi. Vincenzo Cartari scriveva: “Arpocrate. atteggiamento che dal punto di vista essoterico altro non è se non la richiesta di essere allattato. Ancora.C. tale evento era di natura tale da perdurare anche dopo la morte terrena dell’iniziato. Anche in letteratura sono numerose le opere nelle quali appare manifestamente l’impronta misterica. legato a “myein”. divinità del cielo. si riflette l’antica sapienza. La penuria di materiale esoterico originale non deve stupire. ma se noi proviamo ad analizzarlo troviamo che è etimologicamente connesso al latino “mysticus”. L’importanza dei Misteri fu enorme ed è probabile che. infatti i misteri eleusini erano rigidamente protetti dalla divulgazione. anche solo in parte. e il II° secolo d.). chiudere. intendendo con questo termine quei culti. Arpocrate entrò a far parte della religiosità greca e romana. veniva rappresentato con la mano destra posata in . infatti. vedi il caso di Mitra. espressione cui in definitiva sono connessi i “misteri”. generalmente raffigurato in braccio ad Iside. successivamente i neoplatonici. d’altronde Horus è rappresentato frequentemente sotto forma di falco e come tale detto anche “il lontano”. infatti la quasi totalità delle nostre conoscenze in merito proviene da elementi culturali nei quali. in epoca più recente. Orfici. la loro portata non sia del tutto compresa. Con ogni probabilità questa non è una semplice congettura.C.) ed i filosofi gnostici ripresero e rielaborarono le antiche dottrine. A questo proposito è importante rimarcare che non si tratta semplicemente dell’assimilazione di una divinità straniera in una sorta di sincretismo ellenico. E’ un epoca difficile. a significare che molte cose possono esser viste ed udite. per assistere ad un tentativo di recupero dell’antica sapienza.prossimità del cuore. si indica quel particolare tipo di conoscenza intuitiva che nasce nel silenzio interiore. bensì viene tenuto nascosto nel silenzio. (Le vere e nove immagini de gli dei degli antichi.Discorso segreto sulla montagna. con ogni evidenza. ma ben poco bisogna dire”. nella teologia cristiana assume valore essoterico ed è utilizzato per indicare quel tipo di verità rivelate che l’uomo può conoscere in forma ma non in essenza e che deve accettare per fede. ma in ogni modo razionale. bensì interiore. è difficile dire se tali eventi cancellarono completamente i culti misterici da un’Europa ormai cristianizzata. ciò che non può essere comunicato. può essere utilizzata con tre differenti significati. Con ogni probabilità qualche cosa rimase. gli Iniziati sono costretti a coniugare divulgazione e segreto. minimamente spiegabile. che tradusse il Corpus Hermeticum nel 1463. 1615) D’altronde i misteri non possono essere correttamente intesi se si esula dalla loro sacralità iniziatica. in quanto indissolubilmente connesso ad un’esperienza interiore la cui natura sfugge alla comprensione mentale. che abbiamo realizzato essere strettamente connessa al silenzio. infatti comunemente è utilizzata per indicare un fatto inspiegabile o segreto. coperto (con un mantello) da (in) pelle. Questo può avvenire con una sorta di linguaggio simbolico e segreto. infine. In conclusione la parola mistero. magari ammantandola di cristianesimo in modo da farla apparire innocua. A questo proposito. in una dimensione in cui coesistono l’aporreton. sta ad indicare che un certo lavoro va compiuto in silenzio. dal punto di vista iniziatico. “Perciò questo inno non può essere insegnato. che introdusse a Firenze gli insegnamenti neoplatonici e Marsilio Ficino (1433-1499). pertanto. ma che questo non va inteso in senso esteriore. a Giorgio Gemisto Pletone (1355-1452). ricordo la spiga di grano mietuta in silenzio dallo Ierofante durante l’iniziazione eleusina. anche se in forma assolutamente clandestina. pieno d’occhi ed orecchie. s’asconde strani” . I misteri eleusini furono messi al bando dall’imperatore Teodosio nel 381 ed il tempio fu distrutto dai visigoti di Alarico nel 395.” Ermete Trismegisto . ossia ciò che non deve essere comunicato perché attinente al piano della riservatezza. in altre parole. relativo ai misteri. concetto che riprenderemo più avanti. in merito Dante afferma: “O mirate sotto voi la ‘l ch’avete dottrina velame de li li ‘ntelletti che versi sani. Queste considerazioni collocano il silenzio. in tale prospettiva. A questo punto è probabilmente opportuno chiederci se il segno di Arpocrate non celi altri significati e. è bene ricordare che questo tipo d’esperienza è solo in piccola parte razionale e. Sostanzialmente dobbiamo giungere ai Fedeli d’Amore. a questo proposito. azione che. e l’arreton. ricordo che Plutarco affermava che: "L'anima al momento della morte prova la stessa impressione di coloro che si avvicinano ai grandi misteri". pertanto mi limito a brevi cenni per rimarcare. ci riporta anche a Mercurio quale messaggero degli dei. 124-126) Non v'accorgete voi che noi siam verminati a formar l'angelica farfalla. ma questo è un elemento simbolico tutt’altro che isolato. Ricordiamo altresì che l’arcobaleno è il mitico ponte che collega il Cielo con la Terra. che molti interpretano come la Virtù. che consiste nel considerarlo quale assenza di suono. Di sfuggita. il primo è connesso all’obbligo morale di non rivelare ed il secondo a quello dell’impossibilità della comunicazione. Canto nono. La veste rossa suggerisce la dignità sacerdotale dell’artista che dipinge farfalle. cioè colui in cui l’atto è uguale alla potenza. il quadro rappresenta un inconsueto Zeus con i fulmini deposti ai suoi piedi che suggeriscono che egli non è più un dio. un angolo nero è suggestivo della Nigredo. perennemente uguale a se stesso ( per il silenzio si può parlare solo di durata. una terza interpretazione del silenzio. in tal modo. simbolismo che oltre a consentirci di vedere il divino pittore quale “uomo di mezzo”. ma solo un uomo. Giunti a questo punto del discorso. che come abbiamo già visto. il cui nome sta ad indicare la fusione della conoscenza razionale con quella ermetica. Mercurio fa il segno del silenzio rivolto ad una figura femminile. come il silenzio sia sempre considerato una componente essenziale nello sviluppo dell’Iniziato. consentitemi. ma che a noi sembra più corretto interpretare come la Terrestrità che irrompe nella scena minacciando di rompere il silenzio entro il quale Giove opera.che vola a la giustizia senza schermi? Dietro la tela. 1488 – Bologna. notoriamente dio dell’eloquenza. e come tale infatti è considerato un elemento essenziale nella musica. inoltre constatiamo che il silenzio ed il suono si escludono vicendevolmente. rappresentano la divinità ormai ad un passo dall’iniziato. 6 novembre 1562) raffigurante Hermes che porta un candeliere a sette braccia mentre fa il gesto d’Arpocrate.Inferno. a questo fine. ancora una volta. abbiamo esaminato due aspetti del silenzio. ricordo un’opera del pittore italiano Giovanni Luteri (1486?-1543). da cui sorge un arcobaleno interamente d’oro. suggerendo come il silenzio possa configurarsi quale elemento essenziale nell’opera trasmutatoria. Ad esempio. 61-64 Oppure ci si affida al linguaggio dell’arte. Cominciamo con il notare che il silenzio appartiene senz’altro al mondo dei suoni. tuttavia. (Bologna. ambito nel quale il silenzio può essere considerato un non suono. carissimi Fratelli. un tipico simbolo di metamorfosi come ricorda Dante nel Purgatorio (Canto X. Può stupire vedere Mercurio. Esiste. più comunemente conosciuto con lo pseudonimo di Dosso Dossi: un suo olio su tela (1523-1524) intitolato: “Giove pittore di farfalle”. o se preferite. Quest’ultima considerazione ci consente di accostare il Silenzio all’Uno. classica allusione alla riuscita della Grande Opera. che è un . fare il segno del silenzio. non possiamo esimerci da una breve ricapitolazione. Alle spalle di Zeus. palesando. di essere elementi costitutivi di uno stesso binario. qui il discorso sarebbe troppo lungo per essere esaurientemente trattato in una Tavola. è intuitiva. di sottoporre alla vostra attenzione l’emblema dell’umanista Achille Bocchi. ricordo che il Bocchi fu il fondatore dell’Accademia Hermathena. non basta eliminare gli stimoli esterni. in altri termini so che il gusto è quello della menta perché il suo sapore già mi era noto e quindi posso identificarlo. Si può inoltre verificare un terzo caso. nel tentativo di aiutarmi mi avrebbe fornito elementi analitici (è dolce) e di somiglianza (probabilmente è d’origine vegetale). Se io mangio una caramella alla menta cosa avviene? L’aroma. è sufficiente il sonno profondo. Quest’affermazione ci consente di giungere alla quarta. anche se è opportuno ricordare che il suono nasce e muore nel Silenzio. secondo l’ora del giorno. la mia mente. la nostra terza decifrazione del Silenzio ci conduce ad interpretare quest’ultimo come una sorta di matrice all’interno della quale qualche cosa si può manifestare. Quindi. se preferite. non si arresta lì. chiaramente. Ovviamente possiamo sbagliare. o un’anestesia) ma è indispensabile un atto di cosciente volontà finalizzato al percepimento. Arvo Part. che non ho consapevolezza del gusto. o. ha i petali chiusi o aperti. Processi simili avvengono nello stato di coscienza che si manifesta quando si realizza il silenzio interiore. non percepisce nulla. Quello che appare non facilmente comprensibile è a cosa conduce tale esperienza e. Tale condizione riveste una importanza notevole e merita una profonda riflessione. Einaudi. di fronte a certi accadimenti noi siamo nella condizione di chi pur masticando la mentina. vol. ossia io conosco il gusto della menta. ed ultima. dopo avere eseguito una sorta di “scansione” della memoria. A questo proposito desidero ricordare le parole di un musicista contemporaneo. Le persone non ascoltano ciò che si trova nel silenzio che ci circonda. diciamo che è un po’ come il risveglio da un sonno profondo nel quale lì per lì non si ha la coscienza di chi si è e di cosa si deve . (da Enciclopedia della musica. in realtà in qualche regione della mia mente scatta il processo di riconoscimento. ossia il Silenzio Interiore. Nessuno. specialmente. vi invito ad una banalissima riflessione. essendo assorto in altro. Bisogna soltanto imparare ad ascoltarlo. I). Non arriviamo neanche ad immaginare quante cose ci sono nell’aria. sensoriali (d’altronde. ovvero quella particolare condizione in cui si arresta totalmente il nostro pensiero. ossia il gusto. Quindi. interpretazione del concetto di Silenzio. Consideriamo una possibile obiezione: “A cosa devo stare attento? Non ho idea di cosa cerco! ” Nel tentativo di chiarire il nostro pensiero. ordinariamente. l’essenza della menta. in ogni modo la nostra idea è questa: personalmente non crediamo alla cosiddetta “Creatio ex nihilo”. preferiamo ipotizzare che determinati eventi esistano in potenza o in atto. le vede. per questo. o se preferite. ma il processo. ognuno di loro per manifestarsi ha chiaramente necessità dell’altro. Se non avessi mai assaggiato quell’aroma.elemento quantitativo e non qualitativo) ed il Suono al Molteplice. normalmente. perché coloro che l’hanno realizzata sono così restii a parlarne? Nel tentativo di fornire alcune possibili risposte. e in questo ci rifacciamo un poco al simbolo orientale del fiore di loto che. Questa premessa nel nostro pensiero sta ad indicare che. ma mentre mastico la caramella sono talmente assorto da quello che sta accadendo attorno a me. che afferma: Il silenzio è sempre più perfetto della musica. che peraltro hanno valore puramente personale. anzi questa è l’eventualità più probabile. è percepita da un senso grossolano e fisico. o quasi. Torino 2001. con ogni probabilità. inizialmente ci si troverà nella condizione di chi non conosce l’aroma della menta e che. e. che. di cui si avvale per compiere le proprie funzioni. Tale Porta reca una scritta che ci rende edotti sulla maniera di aprirla e oltrepassarla. per così dire. questo avviene sotto forma di simbolo. ma non solo. il livello di coscienza aumenta… A questo punto. Per questo il Simbolo si può manifestare come un’immagine. Lo studio del Simbolo è lungo e difficile. E’ importante rilevare che non ci troviamo semplicemente di fronte ad una statica linea di demarcazione. ma.fare. l’evento è vissuto nella “forma intelligibile” che meglio si rapporta al proprio vissuto. non trovandosi in tali condizioni. hanno delle ripercussioni su piani sottili delle quali ordinariamente si è incoscienti. Proveremo a spiegarci meglio. che mediante un processo facilmente intuibile lo traduce. poiché questa non può che essere graduale. è poco conosciuta. pur essendo molto semplice. Intanto. dalla mente. se preferite. poi. chi persegue l’Arte sposta gradualmente la propria coscienza dai piani più grossolani a quelli soprasensibili. udito. si può ipotizzare che il nostro tentativo d’ascesi provochi. l’invio di un “messaggio”. come abbiamo in precedenza detto. particolarmente evoluto in senso spirituale. parimenti andremo incontro ad una serie di decifrazioni successive. adagio adagio. tenta un’impossibile traduzione di ciò che percepisce in modo confuso ed approssimato. appare evidente che il Simbolo possiede altre funzioni. Viceversa. oppure come un odore. il tipo di “lavoro” che si è proposto. e. La percezione di tale evento è. mediata dalla nostra coscienza corporea. anche se inizia a manifestarsi. ritengo che si possa abbandonare la nostra allegorica mentina ed esaminiamo a quali conclusioni ci ha condotto. ma a qualche cosa di molto dinamico. In definitiva. ma indica contemporaneamente l’esistenza di qualche cosa d’altro che si trova al di là. poi la “regione” in cui è penetrato. anche se è bene sottolineare che questa è la nostra personale interpretazione. chiaramente non potranno mai essere in contraddizione l’una con l’altra. quale reazione. condotte a livello fisico-animico. Indipendentemente da ciò. nel nostro linguaggio sensibile. Chiaramente la tipologia della manifestazione simbolica è in funzione di diversi parametri: intanto la natura del soggetto. una sorta di riverbero dovuto a un irraggiamento dall’alto attraverso una nube. sia in grado di contemplare direttamente il Mondo delle Cause. ma molto più raramente. In altri termini. per esempio. con tutti i limiti che questo comporta. può penetrare solo fino ad un certo punto in tale regione. si comporta come un “Marcatore di Passaggio”. questo non vuol significare che le porte del Silenzio Interiore si schiudano sulla Gnosi. il Simbolo appare nella zona d’interazione tra la coscienza sensibile in atto e quella soprasensibile che è ancora in potenza. la quasi totalità degli uomini. conseguentemente. anche perché non si rivolge alla nostra razionalità ma all’intuitività. ed altri ancora. poiché la sua comprensione è indissolubilmente legata alla nostra trasformazione. un ostacolo. Frequentemente. ovvero viene vissuta in maniera apparentemente sensoriale (specialmente: vista. In breve. un quid appartenente al non sensibile è vissuto in maniera apparentemente sensoriale. ma è vergata nella Lingua degli Dei. odore) un’esperienza che al momento non si è in grado di realizzare pienamente. con una sua peculiare energia. Il limite raggiunto costituisce chiaramente una frontiera che è estremamente soggettiva e che è evidenziata appunto dal Simbolo. Lo svolgimento del processo relativo non è facilmente comprensibile. questo potrà essere possibile solamente molto più avanti. come un suono. ma . Una porta chiusa costituisce. indubbiamente. che. è probabile che un Essere. come un gusto od una sensazione tattile. determinate esperienze. in ogni caso. l’esperienza del Silenzio conduce l’iniziato alla consapevolezza dell’Uno (per utilizzare una terminologia massonica: alla Luce) che. Cosa v'è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa non perderebbe il suo profumo se avesse un altro nome”. A questo proposito. che scompare di fronte all’Assoluto. è necessario un grosso sforzo mentale volto a superare un radicato modo di relazionarsi. in ogni modo. poiché con il manifestato (e la parola umana è tale) non si può rendere intelligibile il non manifestato. La conclusione è a questo punto evidente: ogni forma è vacuità. è bene rimarcarlo. Il concetto di vacuità è indubbiamente difficile. costituisce unicamente il riverbero dell’essenza di quest’ultimo sul piano della manifestazione. e viceversa. per noi uomini ipertecnologici del Kali Yuga. assolutamente indifferenziata. chiaramente conserviamo in noi la conoscenza di quel vissuto. purtroppo. ma vogliamo precisare che questa particolare Gnosi non è traducibile in pensiero e meno che mai in parole neppure per chi ha vissuto tale stato. simbolicamente. vivere quest’esperienza significa esistere in un particolare stato di coscienza. ossia riflette impassibile e silenziosa. Anche perché. è ”cecità spirituale”. in ulteriore contrapposizione alla Tradizione che ci insegna l’unicità del tutto (en to pan). Prendi un altro nome. assolutamente duale e legato al sensibile. E dopo…? Qui. sia al sé. non è il volto nè qualsiasi altra parte d'un corpo umano. in quanto non metafisicamente esistente. è tratta e alla quale. infatti. da cui ogni cosa. e che. In tale prospettiva. il problema è questo: il Silenzio Interiore. priva di dicotomia tra soggetto contemplante ed oggetto contemplato.armoniosamente propedeutiche. Quando usciamo da tale condizione. in realtà. dopo un tempo più o meno lungo. non è un concetto traducibile a parole. voglio ricordare una bellissima frase di Shakespeare che bene rende l’idea: Che cos'è Montecchi? Non è la mano. e dall’altro appartenendo al mondo del cambiamento e della trasformazione. potrebbe essere utile rapportarci al punto di vista della Tradizione. in definitiva. riteniamo corretto affermare che l’aspetto sensibile di un oggetto. fanno supporre l’esistenza di una materia prima. mentre per altre culture indicano il Tutto. In definitiva. ciò che percepiamo con i sensi ci appare multiplo e distinto. non è il piede. sia da spiegare sia da comprendere. è vero. nel quale la nostra consapevolezza si comporta come uno specchio. cosmogonie solo apparentemente differenti. Infatti. non è il braccio. fisica o mentale. ma la nostra. il Vuoto Mentale. Ricordo che la nostra scienza non riesce a spingersi oltre “un attimo dopo” il Big Bang e la religione oltre a quel misterioso principio che vide la genesi del cielo e della terra. possiamo interpretarla come l’argilla rossa con la quale il GADU plasmò l’Adam Kadmon. Può altresì essere utile tenere presente che ciò che percepiamo non è apparso dal nulla. tale “riflesso sensibile” da un lato possiede valore simbolico in quanto rimanda alla natura dell’oggetto. non è che apparenza. sostanzialmente. Inoltre. per contemplare la quale è necessario spogliare la nostra mente di tutte le nostre concezioni sull’oggetto che stiamo studiando. non possiamo dire molto. la quale afferma che tutto ciò che noi percepiamo come manifestato proviene dall’immanifestato. sinonimo di niente. bensì rappresenta l’attualità di un qualche cosa che viene da molto lontano. solo . ad esempio. Conseguentemente. ritorna. molto differente rispetto a quello ordinario. sia all’apparentemente diverso da sé. il Grande Nulla sono. noi ci illudiamo di “vedere”. riportandosi in quella condizione potrà riviverlo. in altre parole: il primo rapportabile ad un’esperienza individuale interiore. Qui riusciamo a comprendere il vero e più intimo significato dei termini “Esoterismo” e “Segreto”. . ed il secondo ad un vissuto non trasmissibile verbalmente.
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