Freud e la psicanalisi del gioco d'azzardo

March 20, 2018 | Author: Giuseppe Esclick | Category: Sigmund Freud, Psychoanalysis, Fyodor Dostoyevsky, Dopamine, Psychology & Cognitive Science


Comments



Description

PSICOPATOLOGIA DEL GIOCO D'AZZARDO: FREUDLa psicoanalisi e il gioco d'azzardo Gli psicoanalisti furono i primi ad interessarsi alla psicologia del giocatore, proponendo un legame fra la tensione generata e scaricata attraverso il gioco d’azzardo e la sessualità. Hans Von Hattingberg (1914) teorizzò che nella struttura personologica del giocatore compulsivo la tensione e la paura prodotte dalla dinamica di gioco fossero state erotizzate (Rosenthal, 1984); questo provare piacere dalla paura rifletterebbe tendenze masochistiche di origine pregenitale. Il masochismo, la masturbazione e l’onnipotenza narcisistica saranno i tre temi chiave attraverso i quali la psicoanalisi tenterà di dare un significato alla perdita di controllo sul gioco. Freud, che del gioco si occupa approfonditamente nel saggio Al di là del principio di piacere del 1920 (al quale ho dedicato un capitolo), attribuendogli una valenza profondamente positiva nella formazione della personalità infantile, nel suo lavoro “Dostoevskij e il Parricidio” del 1928 si sofferma invece sul fenomeno inquietante della perdita di controllo sul gioco in età adulta, analizzando la figura dello scrittore russo e la sua parabola di giocatore compulsivo. A tale proposito egli formula alcune importanti osservazioni: 1) il giocatore nevrotico non gioca per vincere denaro, ma per il gioco in se stesso (“il gioco per il gioco”, come scrive autobiograficamente Dostoevskij ne “Il giocatore”); 2) il giocatore continua a giocare a causa di un senso di colpa che deve essere espiato tramite la perdita. Il giocatore, quindi, non solo non aspirerebbe alla vincita, ma necessiterebbe della sconfitta, la quale assume un carattere autopunitivo; 3) il comportamento primario al quale tutte le dipendenze si rifanno è, per Freud, la masturbazione. Anche Otto Fenichel (1945), più tardi, sosterrà questa tesi, affermando che “come i nevrotici inventano varie specie di oracoli per ottenere da Dio il permesso di masturbarsi e per liberarsi dal senso di colpa (tentativo che di regola fallisce), anche il giocatore cerca di capire se il fato è favorevole al suo giocare (masturbarsi) o se è contrario (castrare)”. Per Freud il senso di colpa origina dalle dinamiche del complesso edipico e in particolare dall’ambivalenza relazionale nei confronti del padre, da un lato idealizzato e dall’altro odiato. Il desiderio di eliminarlo per assumerne il posto davanti alla madre, genera in risposta l’angoscia di castrazione e il senso di colpa. La personalità masochistica, sotto la minaccia della castrazione, cerca allora di sostituirsi alla madre, nel tentativo di recuperare l’amore paterno. Ciò, tuttavia, provoca nuovamente una sorta di autocastrazione. Altri autori (Simmel. 1957). che genera un acceso odio nei confronti dei genitori e un inevitabile senso di colpa. per aver tentato la Fortuna (la madre). la punizione è ridotta ad un assurdo”. il Super-Io. con il generarsi di due istanze psichiche: l’una. “è il prezzo che paga per la sua aggressione e allo stesso momento è ciò che gli consente di continuare a giocare”. dunque. Nella dinamica di gioco l’avversario (il videopoker. con una regressione verso l’onnipotenza infantile in cui “tutti i desideri sono automaticamente soddisfatti” (Bergler. come ad un oracolo. 1960. nella . l’autore che più enfatizzò il ruolo del masochismo nella dinamica psichica del giocatore patologico. che consenta di “produrre piacere dal dispiacere”. Per Bolen e Boyd (1968).Questa particolare relazione con le figure parentali viene successivamente internalizzata. un meccanismo di difesa che riporta il giocatore ad una riunione con la madre buona. una risposta sul valore della propria vita. che necessita di espiazione. Ciò tuttavia riattiva nell’inconscio una “latente ribellione”. da quella con la madre come oggetto dell’amore paterno. Nel suo testo The Psychology of Gambling del 1957 ci presenta inoltre un'ampia trattazione di casi clinici. In tal modo gli affetti e il comportamento diretti originariamente verso i genitori. considerandolo ad esempio. Da essi non si può che attendere un rifiuto e “l’inconscio desiderio di perdere” assicura questo risultato. “Consciamente il giocatore è assolutamente convinto che egli dovrà vincere. Greenson. L’Io del giocatore compulsivo. “quando la punizione diventa piacere. nel tentativo ultimo di non abbandonare il principio di piacere. i dadi) sono inconsciamente identificati con la madre (o con il padre) rifiutante.” Edmund Bergler fu. ma inconsciamente egli crede che la madre o il padre crudele lo faranno perdere” (Ibid. 1920. Bergler sostiene che la ribellione del giocatore rappresenta solamente un “livello superficiale” della sua nevrosi. una sorta cioè di estrema difesa contro le frustrazioni. 1999). 1982) hanno diversamente interpretato il sentimento di onnipotenza del giocatore patologico. Lindner. nella quale da un lato si “abbandona alla sottomissione. sarebbe essenziale per l’equilibrio psichico del giocatore. Perdere. sono trasferiti nell’arena del gioco d’azzardo. nella quale dipendenza e sentimenti d’inferiorità siano negati (Simmel. presenta ciò che egli definisce un masochismo psichico. Valleur e Bucher (1999) sostengono che il giocatore continuerebbe a domandare al Fato. al verdetto del destino e dall’altro alla illusione di riprendere il controllo sulla propria vita” (Valleur e Bucher. 1947. 1920). Si instaura così un circolo vizioso. Secondo Bergler il giocatore nevrotico si sta ribellando contro le figure parentali. che originariamente hanno imposto le regole e le restrizioni al principio di piacere. a difesa da sentimenti depressivi. da un lato proverebbe soddisfazione nel porsi come sfidante del Fato (identificato con il padre punitivo). come in una sorta di “condotta ordalica”. Il circolo vizioso si genererebbe in funzione della necessità di “riprodurre rispettivamente il rifiuto e la sofferenza masochistica. è più utile descrivere il gioco patologico come un sintomo presente in diversi quadri psicopatologici.un altro modo di ritualizzare la domanda: 'Mio padre mi ama?'. l’Io. Entrambi i metodi sono insoddisfacenti. a livelli più profondi. infine.). in una sorta di autarchia psichica. la roulette.per Rosenthal (1984) . ma nello stesso tempo ne otterrebbe un’espiazione punitiva. “In altre parole sarebbe . Il gioco compulsivo sarebbe perciò la messa in atto di un tentativo illusorio di eliminare la frustrazione legata al principio di realtà. allora. dopo Freud. prodotto dalla identificazione con il padre. laddove. Galdston. l’altra. 1950. poiché rinfocolano il senso di colpa che a turno deve essere alleviato. di pazienti da lui stesso trattati con il metodo analitico. Bergeret. che i cosiddetti giocatori sociali. 1984): 1) Ricerca del brivido.o sotto-stimare il rischio. benché questa fosse del tutto inutile nel fornire previsioni sul risultato del lancio successivo”. In particolare. nei quali si è verificato che: 1) nel caso di giochi di fortuna nei quali è assente la componente di abilità (giochi di Alea secondo Callois). se l’esito “deve” essere un numero basso (Henslin. della sfida come avviene negli sport pericolosi. In uno studio di Ladouceur e Walker (1996) riportato da Croce (2001) si è evidenziato come “i partecipanti a un gioco di lancio di monete in cui erano invitati a prevedere se il risultato sarebbe stato testa o croce. 1991). che induce le persone alla ricerca del loro ottimale livello di attivazione (arousal). attraverso una serie di fattori (riportati in Dickerson. scelsero di pagare per ottenere tale informazione. . 1967). 4) Suscettibilità causata dalla noia. sia i giocatori patologici. il rifiuto relazionale da parte dei genitori durante l’infanzia” (cit. dell’avventura. o crede di aver esperito. Un esempio di tale distorsione cognitiva è la cosiddetta Fallacia del giocatore o Fallacia di Montecarlo (Cohen. che li fa sovra. è stata dimostrata con diversi esperimenti. 2) i giocatori patologici hanno spesso una concezione distorta della logica matematica. mentre con minore forza. la logica matematica del giocatore è del tutto alterata. 2) Ricerca di esperienze nuove (sul piano cognitivo o emozionale). che si verifica quando il giocatore pensa di avere una maggiore possibilità di successo dopo una lunga serie di perdite. le quali inducono una sottostima del rischio a causa della convinzione della possibilità di influenzare il risultato del gioco. avendo la possibilità dietro pagamento di osservare la sequenza dei lanci precedenti. E’ stato altresì osservato come i giocatori di dadi tendano a tirare con maggiore energia se desiderano un numero elevato.quale il giocatore tenta di provocare il rifiuto da parte del Fato (padre) e della Fortuna (madre). 1972). Zuckerman (1971) ha elaborato una scala che misura la ricerca del sensazionale (Sensation Seeking Scale). La psicologia cognitiva e il gioco d'azzardo I teorici cognitivi si sono soffermati in particolare sulle distorsioni cognitive presenti nel giocatore patologico. Secondo altri autori l’attitudine ad assumersi rischi è regolata da un tratto del carattere. L’illusione di controllo. definita da Langer (1975) come una “aspettativa di successo personale erroneamente alta rispetto a quanto l’obiettivo possa garantire”. 3) Disinibizione o bisogno di agire liberamente nella sfera sociale. in Gherardi. tendono maggiormente ad attribuire a sé un controllo sull’esito del gioco laddove abbiano partecipato attivamente ad esso (ad esempio se hanno tirato essi stessi i dadi). nello stesso modo in cui ha esperito. il meccanismo fisiologico della memoria e della motivazione che ci spinge ad agire e a ripetere i comportamenti risultati utili. 2001). Tali sistemi hanno prevalentemente sede nell’area ventrale segmentale. dove prendono origine neuroni dopaminergici.assuefazione (il giocatore deve giocare sempre di più). . il comportamento si reiteri all’infinito. Gaba). . dopamina. La causa della dipendenza patologica è quindi la risultante di una serie di fattori predisponenti biopsicosociali che.craving (bisogno compulsivo di giocare). senza potersi mai appagare e fino a trasformarsi in un loop inarrestabile. sia che esse provengano da stimoli chimici (droghe o sostanze psicoattive in genere). E’.perdita di controllo (il giocatore non può evitare di giocare e fermarsi quando inizia). L’alterazione di questo elaborato meccanismo. Vale a dire che sostanze chimiche o comportamenti in grado di stimolare risposte gratificanti vengono premiati attraverso un rinforzo che darà a quei circuiti neuronali maggiore forza e precedenza su altre. Si è notato infatti che uno solo dei fattori predisponenti non è in grado di precipitarla. è mediato da complessi sistemi neuronali e neurotrasmettitoriali. . aspetti genetici (alterazione di geni che concorrono a codificare recettori della dopamina) e altri fattori psicologici. Varvieri. Una spiegazione biologica del fenomeno Attualmente sappiamo che la percezione ed elaborazione delle sensazioni di piacere. Quando la malattia compare si manifesta con le caratteristiche tipiche di tutte le dipendenze: . infatti. In particolare l’area denominata conchiglia del nucleo accumbens è deputata a mediare le funzioni di ricompensa del cervello. sociali e relazionali.sindrome di astinenza (il giocatore sta male fisicamente e/o psichicamente se non gioca). sia da stimoli comportamentali (come appunto il gioco d’azzardo). arrestandola. come il nucleo accumbens e la corteccia prefrontale mediale. Solo la concomitanza di questi fattori può spiegare l’insorgenza della malattia. danno origine alla patologia compulsiva conclamata. in presenza di uno stimolo scatenante. pertanto. Lo Re. . a livello mesencefalico. appare responsabile del fenomeno dell’addiction. che coinvolge complessi disturbi neurotrasmettitoriali (serotonina. In alcune persone si ipotizza che il blocco della ripetizione non funzioni adeguatamente e che.Zuckerman (1983) afferma che per quanto riguarda il gioco d’azzardo “agli individui piace il rischio di perdere denaro per il rinforzo positivo prodotto dagli stati di alto arousal che si verificano sia durante la suspence per l’attesa del risultato. che hanno come bersaglio altri neuroni situati in alcune specifiche regioni cerebrali. La ripetizione dura fino a quando un meccanismo inibitorio (comunemente detto sazietà o appagamento) non frena la ripetizione. sia in seguito alle stimolazioni per la vincita” (Lavanco. noradrenalina. di Dostoevskij il perno della nevrosi.527). Questo significa che Dostoevskij si identificava con una persona che desiderava morta. la dimensione ludica crolla e ci lascia di fronte a una situazione molto diversa. prosegue il suo ragionamento prendendo in considerazione il fatto che “fin dagli anni giovanili Fedor aveva l’abitudine. Freud ipotizza questa predisposizione nel caso di Dostoevskij considerando l’importanza delle amicizie maschili nella sua vita e la dolcezza del suo comportamento verso i rivali in amore.In presenza di queste manifestazioni il gioco non esiste più. vengono a mancare le premesse indispensabili perché quell’attività sia un gioco: manca la libertà del soggetto. Freud considera psicoanaliticamente questo evento il trauma più intenso. Le caratteristiche fondamentali che delineano un delinquente (persona senza moralità) sono l’egoismo illimitato e la forte tendenza distruttiva. Freud prosegue il saggio argomentando come Dostoevskij fosse affetto da nevrosi e che i suoi attacchi epilettici fossero di natura affettiva (non organica). che avrebbe potuto farne facilmente un criminale.528). e pregava perciò di lasciar passare cinque giorni prima di seppellirlo”[2]. Il parricidio è. E’ la situazione di una terribile malattia in grado di devastare la vita del soggetto. Sigmund Freud nel saggio Dostoevskij e il parricidio scritto nel 1927. ma “la contraddizione si risolve rendendosi conto che la fortissima pulsione distruttiva di Dostoevskij. esprimendosi perciò sottoforma di masochismo e di senso di colpa” (ibidem. secondo una nota concezione. e questa persona viene considerata dalla psicoanalisi il padre e “l’attacco – definito isterico .è perciò un’autopunizione per il desiderio di morte nei confronti del padre odiato. quella dei suoi cari e quella di tante altre persone che gli ruotano attorno nell’ambito sociale. “Morale è chi già reagisce alla tentazione avvertita interiormente. di lasciare dei biglietti sui quali era scritto che egli temeva di cader preda durante la notte di questo sonno simile alla morte.522). ormai schiavo della compulsione. che si siano manifestati dapprima mediante sintomi meno accentuati. 1927. ponendosi nella posizione della madre e assumendo il suo ruolo di oggetto d’amore agli occhi del padre. Come abbiamo visto. .525). venera per lo zar ma anche il Dio cristiano. uniti dalla mancanza d’amore. e ad essa non cede”[1]. mancano le regole di spazio e tempo prestabilite. che attraverso le sue opere riuscì a dar sfogo alla sua travagliata vita psichica. Oltre al parricidio vi è un’altra fonte che contribuisce ad alimentare il senso di colpa: la bisessualità. infatti “egli finisce con l’approdare a una posizione retrograda: si sottomette sia all’autorità temporale sia a quella spirituale. moralista e peccatore. rappresentata dall’evirazione. a questo riguardo inoltre afferma che “l’ipotesi più probabile è che gli accessi risalgano all’infanzia di Dostoevskij. il delitto principale e primordiale sia dell’umanità che dell’individuo” (Freud. Per Freud.521). pag. e che abbiano assunto la forma epilettica soltanto dopo la terribile esperienza che egli fece a diciotto anni: quando morì suo padre assassinato” (ibidem. coltivando in più un getto di nazionalismo” (ibidem. pag. Dostoevskij è sia scrittore che nevrotico. Questa disposizione subentra nel momento in cui il bambino reagisce alla minaccia della sua virilità. senza le regole di un setting definito. si potrebbe supporre che l’aspetto più ‘aggredibile’ è quello etico in quanto manca l’elemento essenziale della moralità: la rinuncia. analizza la personalità di Fedor Michàjlovič Dostoevskij. “Una disposizione accentuatamente bisessuale diventa così un elemento che rende possibile e rafforza la nevrosi” (pag. Questa descrizione entra in contrasto con ciò che era lo scrittore russo. prima di addormentarsi. si dirige nella vita principalmente contro la sua stessa persona (si rivolge cioè all’interno anziché all’esterno). pag. manca la possibilità di uscire dal gioco quando lo si desidera. pag. Fedor conservò negli anni il suo odio verso il padre. 81 e segg.L’identificazione con il padre si inserisce all’interno dell’ Io. 1927. Freud conclude questo saggio prendendo in considerazione la novella “Ventiquattro ore dalla vita di una donna” di Stefan Zweig che tratta il tema della coazione a ripetere del gioco. Se questi desideri rimossi si avverano. ossia in fondo femminilmente passivo” (pag. per questo motivo anche il suo atteggiamento verso l’autorità statale e verso la fede in Dio.3) . come mantenne il suo desiderio di morte verso questo genitore cattivo. Il gioco era per lui un modo per punirsi. sarebbero stati espressione). come terribile è stata la morte spaventosa del padre”(pag. Nello stesso (Op. era soltanto un pretesto. con le sue lotte vane e ingloriose per perdere il vizio e con occasioni che offre per l’autopunizione. 1925). 1978) rappresenta notoriamente il contributo più esplicito dato da S. ma bisogna essergliene grati. Miller.530). eccitabilità. “restava sempre al tavolo da gioco finché non aveva perduto tutto. che lo scrittore russo non riuscì ad elaborare nel corso della sua vita. “Super-io è diventato sadico. perché altrimenti avremmo dovuto uccidere noi stessi” (pag. p. Il contributi di Sigmund FreudIl saggio su Dostoevskij e il parricidio pubblicato nel 1927 (trad. Freud al tema del gioco d’azzardo. fenomeni di intolleranza per le persone amate tipiche di una personalità a forte tendenza delinquenziale (comprovata dall’interesse letterario al limite del morboso per delinquenti omicidi) connotata da egoismo illimitato (coesistente con altrettanta estrema generosità) e forte tendenze distruttive. 522 e segg) vengono espressi in modo magistrale e pregnante alcuni concetti chiave che rappresenteranno le idee-guida a successive elaborazioni sul tema e che. finché non rimaneva completamente annientato. “A questo punto gli accessi di Dostoevskij assumono carattere epilettico. 2001 a. fu influenzato.537)..529). it. L’intenzione parricida costituì un vero e proprio peso di coscienza. “Uccidere non è più necessario dopo che egli ha già compiuto il delitto.2) tale forma di nevrosi si accompagnava anche a tratti di “carattere pulsionale” con tratti sadici. perché aveva capito che la situazione di miseria era una condizione ottimale per la produzione letteraria di Dostoevskij. le jeu par le jeu” (pag. Freud conclude la prima parte del saggio constatando come per Dostoevskij il criminale è un uomo che ha avuto il grande pregio di prendere su di sé la colpa di un delitto così atroce.) si possono così riassumere:1) la coazione al gioco d’azzardo. Solo quando la sciagura si era compiuta interamente il demone abbandonava la sua anima e lasciava posto al genio creativo” (Eckstein. che nel tempo peggiorava caratterialmente anziché migliorare. Freud esamina la passione per il gioco dello scrittore russo. inevitabilmente la fantasia diventa realtà e di conseguenza tutte le misure difensive vengono potenziate.534). il fatto che volesse servirsi di questo rischioso metodo di guadagno per poter accumulare quantità di denaro più che sufficienti per poter vivere. Amleto di Shakespeare e Fratelli Karamazov di Dostoevskij). l’Io diventa masochistico. come scriveva in una delle sue lettere. La moglie lo seguiva in questi cicli di povertà e maggiore tranquillità economica. cit. di cui lo scrittore soffrì in sotto una forma assai grave in particolare nel periodo in cui si trovava in esilio in Germania. p. significano ancora l’identificazione punitiva col padre ma sono diventati terribili. “Se la passione del gioco. una volta che aveva perduto tutto poteva disprezzarsi e farsi umiliare. non ci stupiremo che tale passione si sia conquistata un posto così importante nella vita di Dostoevskij” (Freud. ripete la coazione onanistica. viene interpretata come espressione di un grave forma di nevrosi isterica (di cui anche i fenomeni istero-epilettici di cui notoriamente Dostoevskij soffriva.529).534). pag. infatti “egli sapeva che l’essenziale era il gioco in sé e per sé. due sfere nelle quali il confronto del padre è determinante. In questa prospettiva gli “accessi simili alla morte” costituiscono un’identificazione dell’Io con il padre che viene “consentita a titolo punitivo dal Superio” (pag. richiamando un mio precedente contributo sul tema (Zerbetto. delitto che altrimenti sarebbe messo in atto inevitabilmente da altri. Dopo aver confrontato le differenti dinamiche di parricidio nei tre capolavori della letteratura di tutti i tempi (Edipo re di Sofocle. Nella seconda e ultima parte del saggio. vecchio peccatore e. Zweig (nel suo Unbekannte Dostoevskij riportato dallo stesso Freud nel saggio in oggetto) lo scrittore “non si arresta davanti al limite della morale borghese (il sospetto si riferisce in particolare ad un episodio di possibile abuso sessuale di una fanciulla) e nessuno è in grado di dire con precisione fino a che punto egli abbia trasgredito nella sua vita i confini giuridici. unitamente all’Edipo sofocleo e all’Amleto shakesperiano. in tal caso. venne in effetti assassinato allorché Dostevskij aveva diciotto anni. come risulta dal diario postumo della moglie stessa. viene collegato alla “rivalità sessuale per il possesso della donna” intendendo la madre verso cui si indirizzano gli investimenti libidici originari. riportato allusivamente da biografi senza precisazioni sulla natura dell’evento stesso. il padre. Si svilupperebbero. Tale comportamento evidenziava sia una forte componente narcisistica con “mancanza di amore. coerentemente alla concezione sul complesso edipico.11) vani risultavano i tentativi di controllare l’impulso a giocare le cui conseguenze estreme mettevano a serio repentaglio la relazione affettiva con la moglie e addirittura la sopravvivenza della piccola figlia cui mancavano persino gli alimenti e la legna per il riscaldamento. e riguardante in particolare la figura paterna. recriminare che ella avesse sposato lui. quanta parte dei suoi istinti criminosi dei suoi eroi sia diventata realtà in lui medesimo”.4) nell’interpretazione freudiana. intimarle di disprezzarlo. ricominciare da capo il giorno successivo”. il nucleo centrale del conflitto va ricondotto. in questo caso e sotto una forma quanto mai . tenderebbe a riprodursi traslativamente su successive investimenti libidici. si ripropone il tema del parricidio come espressione di un passaggio evolutivo considerato universale. atteggiamenti passivomasochistici improntati a scarsa incisività ed affermazione sul mondo esterno. Per il biografo S.9) la “febbre del gioco” si manifestò in modo esplicito durante l’esilio in Germania dello scrittore.6) il senso di colpa collegato all’incesto e al parricidio fantasmatizzato comporterebbe il delirio di castrazione da parte del padre con conseguente scatenamento della rabbia rivolta all’esterno (sotto forma di impulsività aggressiva e sadismo) o all’interno (sotto forma di autopunizione e masochismo).7) nel tentativo di esorcizzare il fantasma punitivo (Superegoico) e di propiziarsi il favore paterno il soggetto può propendere per una femminilizzazione con conseguente sviluppo di tratti omosessuali o bisessuali che lo mettano al riparo dalla competizione per la conquista della donna-madre.10) “Egli non trovava pace finchè non aveva perduto tutto”. umiliarsi. lo scrittore si identifica proiettivamente con l’omicida sviluppando un tormentoso senso di colpa come “autopunizione per il desiderio di morte nei confronti del padre odiato”.8) il complesso edipico. il senso di colpa si era creato un sostituto palpabile in un carico di debiti. che una forte ambivalenza e sadomasochismo: “Poteva coprirsi di ingiurie al suo cospetto. di temperamento violento ed autoritario. Prova ne sarebbero la sensazione di euforia-eccitazione (totemica) provati nella fase dell’aura che precedevano le crisi epilettiche e lo stato di prostrazione-morte che a queste seguivano.tali aspetti patologici sarebbero da mettere in relazione ad un grave evento traumatico (“qualcosa di tremendo. assenza di apprezzamento affettivo degli oggetti (umani)”. laddove non risolto. L’aspetto autodistruttivo collegato al gioco compulsivo (che si manifestava nello scrittore nel modo più drammatico) esprimerebbe quindi un pretesto di copertura per sensi di colpa di altra origine e ben più intollerabili per la coscienza morale del soggetto. e Dostoevskij poteva addurre come pretesto che le vincite al gioco gli avrebbero consentito di tornare in Russia senza venire imprigionato su richiesta dei suoi creditori”. almeno a livello simbolico. dopo così essersi sgravato la coscienza. a seguito di tali episodi “autopunitivi” lo scrittore si liberava dalla inibizione intellettuale e “la produzione letteraria non procedeva mai così bene come quando aveva perduto tutto e ipotecato anche gli ultimi averi” (motivo questo che induceva nella moglie una relativa tolleranza nei confronti dei comportamenti problematici dello scrittore).5) il parricidio. l’espiazione supinamente accettata dal Piccolo Padre (lo zar) che pur immeritatamente lo condannò per motivi politici nonché “La simpatia senza limiti per il criminale” parricida confessata nei Fratelli Karamazov dove.Coerentemente alla impostazione freudiana classica. “Come accade non di rado nei nevrotici. indimenticabile e straziante”) che lo scrittore ebbe a subire nella giovinezza. Un’interpretazione che può risultare discutibile per alcune posizioni estreme. proprie della metapsicologia freudiana classica (vedi la conclusione dell’opera citata nella quale si afferma (p. in relazione al complesso edipico.paradigmatica. . 538) perentoriamente come “Non conosciamo un solo caso di nevrosi grave in cui non abbia avuto la sua parte il soddisfacimento autoerotico in età precoce e nella pubertà. alla tematica edipica. e le relazioni tra gli sforzi di reprimerlo e la paura del padre”) ma che mantiene la sua pregnanza di significato. ben al di là del citato collegamento – fatto generalmente in maniera quanto mai riduttiva – con la tematica dell’onanismo e della colpa collegata al parricidio.Ho ritenuto utile riportare alcuni passaggi chiave del saggio perché mi pare esprimano in sintesi lo schema base dell’interpretazione analitica. come anche di seguito vedremo. cui si ispira.
Copyright © 2024 DOKUMEN.SITE Inc.