Ducato nr. 9 / 2006

March 20, 2018 | Author: Scuola di giornalismo di Urbino | Category: Photovoltaic System, Margarine, Pasta, Sun, Nature


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il DucatoD i s t r i b u z i o n e g r a t u i t a S p e d i z i o n e i n a . p . 4 5 % a r t . 2 c o m m a 2 0 / b l e g g e 6 6 2 / 9 6 - F i l i a l e d i U r b i n o Un medico del pronto soccorso dell’ospedale di Urbino parla di due problemi: pochi dottori nel reparto e mancanza di radiologi, chirurghi e “trasfusionali” di notte e nel fine-settimana. Per le urgenze arrivano entro 40 minu- ti, ma secondo alcuni è un tem- po troppo lungo. Il nuovo diret- tore di zona, Argentieri, è pronto a discutere interventi condivisi. a pagina 4 La denuncia: “Pochi medici per le urgenze” Pronto soc c orso Una notte ricca di iniziative quella di giovedì 25. Dai musei aperti si- no a tardi alle tradizione popolari in piazza, dalla musica dal vivo ai giochi per coinvolgere anche i più giovani. La notte bianca urbinate è stata organizzata dal comunenel- l’ambito del Meeting sulle politi- che giovanili. In agosto i negozian- ti replicheranno. a pagina 5 Nessun dorma: è il 25 maggio La rivincita di Montebello Notte Bianc a Un milione di euro all'anno. Tanto paga l'università per l'affitto di aule, laboratori e uffi- ci. Sono venti gli immobili dati in locazione da privati e istituti religiosi, a un costo che dai pri- mi anni novanta a oggi è più che raddoppiato. Solo l'Arcidiocesi ricava dai locali dell'ex semina- rio, in piazza Rinascimento, più di 500mila euro. alle pagine 12 e 13 Vende i Collegi ma paga affitti milionari Università Nell’antico convento sulle colli- ne delle Cesane si coltivano ce- reali d’altri tempi e si produce la pasta con tecniche biologiche. Il marchio Alce Nero è definiti- vamente passato di mano, ma il fondatore della cooperativa ha progetti per il futuro ed è con- vinto che i consumatori e i dis- tributori di sempre gli rimarran- no fedeli. a pagina 7 Cibo biologic o S abato 13 un centinaio di ex allievi della Scuola di giorna- lismo si sono incontrati in città per il tradizionale raduno annuale; è un appuntamento che da solo dà un'immagine della nostra Scuola. Tanti giorna- listi che da tutta Italia vengono qui, spesso affrontando viaggi lunghi e faticosi e comunque a loro spese, danno l'idea di un attaccamento alla città oltre che alla Scuola, di cui non conoscia- mo altri esempi. E' un incontro che chiude l'8° corso biennale, durante il quale per la prima volta la Scuola di giornalismo si è trovata di fronte a volontà politiche ostili che hanno rischiato di mettere in discussione la sua sopravviven- za. Ci si dice che l'incidente sarà superato, ma quello che ci preme qui, nel momento in cui ci pre- pariamo a emanare un nuovo bando per il 9° Corso, non è una richiesta di sostegno; è, invece, un tentativo di spiegare perché una Scuola di giornalismo come la nostra ha sempre voluto garantire la migliore formazione possibile a un costo compatibile con le risorse di qualunque fami- glia. Sono motivi semplici: il primo e il più importan- te è che conside- riamo la forma- zione di giornali- sti uno dei più importanti tra i servizi pubblici, tale da non poter essere riservato solo a chi dispone di redditi rile- vanti. Questa convinzione è alla base anche della nostra organizzazio- ne e del nostro programma. L'idea guida è che la democrazia dovrebbe coltivare al meglio il suo simbolo centrale: l'egua- glianza dei punti di partenza, il rispetto di tutti e di tutte le idee, il che significa met- tere tutti alla pari. Non è un pro- gramma total- mente applicabi- le, ma non può non essere una a s p i r a z i o n e c o s t a n t e . Soprattutto nell'esercizio del diritto costituzionale all'infor- mazione, che ai giornalisti è affi- dato. E se queste sono le basi della democrazia, non è difficile capire perché sia doveroso aprire le strade della professione gior- nalistica a chiunque ne abbia la vocazione. Come ogni anno, con il mese di maggio l'Ifg chiude i battenti, nella speranza di riaprirli a novembre senza aver dovuto rinunciare alla sua vocazione di scuola per tutti. Se sarà così, lo dovremo anche alla solidarietà che la città e il territorio di Urbino ci hanno dimostrato. Vogliamo però ricordare che, comunque vadano le cose, i tempi stanno cambiando. Se si vorrà garantire ancora la presenza qui di una scuola di giornalismo rispettosa dei criteri appena sopra riassunti, bisognerà attrezzarsi perché la risorse si trovino in parte più rile- vante all'interno di questa comu- nità. E non crediamo che debba essere troppo difficile. Speriamo che sia una buona estate per tutti, per la Scuola, per gli allievi che partono per gli stage, e per la città che così affet- tuosamente ci ospita. Servono risorse per garantire la corretta formazione dei giornalisti L’EDITORIALE Un’ est at e per decidere che Scuola sarà L'energia solare esplode, ma Urbino rimane al palo. In tutta Italia sono state presentate oltre 10 mila richieste di incentivi statali per il solare fotovoltaico, 166 nella nostra provincia e solo 4 a Urbino, superata da Urbania (10), Fermignano (14) e Sant'Agata Feltria (15). Eppure a Urbino il fotovoltaico è una realtà: sono attualmente attivi 9 impianti che garantiscono risparmi consistenti sulle bollette. Dal luglio 2005 l'incentivo è proporzionale all'energia pro- dotta: un nuovo sistema che garantisce un beneficio di 2 mila euro l'anno per un impianto medio e permette di rientrare dall'investimento iniziale (20 mila euro) in 10-12 anni. Pioggia e nebbia non ostacolano la produzione di energia fotovoltaica: il rendi- mento di un impianto a Urbino è in linea con quello registrato nella provincia. Tutti soddisfatti gli urbinati che hanno un impianto foto- voltaico, a casa o in azienda. Con un impianto da 3 kW, infatti, una famiglia arriva a coprire tutti i consumi di elet- tricità. Ma per costruire l'im- pianto bisogna faticare un po': oltre ai vincoli paesaggistici (difficile toccare il centro stori- co di Urbino), la burocrazia del Comune rallenta i tempi di realizzazione. Giardini nasc osti, un tesoro dentro le Mura V iaggio nel centro storico alla scoperta dei giardini segreti della città antica. Da Porta Valbona a Porta Santa Lucia, lungo le traverse di via Saffi, un inedito itinerario tra piante rare, albe- ri secolari e palazzi nobiliari. alle pagine 8 e 9 alle pagine 2 e 3 Quindicinale - 20 maggio 2006 - Anno 16 - Numero 11 Internet: “Ducato on line” - www.uniurb.it/giornalismo Ener gia, il sole diment icat o Costi iniziali ammortizzati in 10 anni. I risparmi sulla bolletta elettrica In città sono poche le richieste di incentivo per impianti fotovoltaici il Ducato 2 3 PRIMO PIANO Il sole regala energia, ma pochi la usano Solo 4 richieste di incentivi statali per il fotovoltaico, contro le 166 della provincia. Si possono risparmiare fino a 2 mila euro l’anno Necessario un forte investimento iniziale: circa 20 mila euro Difficoltà per chi vive in centro ALESSIO SGHERZA C on il sole, a Urbino, ci si abbronza sola- mente. . Eppure la nostra stella po- trebbe essere sfrut- tata per produrre energia elettrica, grazie ai pan- nelli fotovoltaici, a prezzi van- taggiosi, ottenendo un forte ri- sparmio sulla bolletta dell'E- nel e un incentivo sulla produ- zione effettiva di elettricità. Di che numeri stiamo parlando? Una cifra che può arrivare a 2 mila euro all’anno. A Urbino, sono in pochi ad aver presentato domanda per otte- nere gli incentivi statali offerti da un decreto ministeriale del luglio 2005. Ur- bino ha presen- tato solo 4 ri- chieste, contro il boom che è stato registrato a livel- lo nazionale, re- gionale e provin- ciale: oltre 10 mi- la domande pre- sentate in tutta Italia, quasi 700 nelle Marche e 166 nella provin- cia. Non tutte le domande sono state accettate (riceverà l'in- centivo solo il 30%; la gradua- toria veniva stilata in base alla data di presentazione della ri- chiesta) ma fare il confronto su quelle presentate è sufficiente a dare l'idea: nel Montefeltro, la parte del leone la fa Sant'Agata Feltria (15 impianti ammessi), ma anche Urbania (con 10 do- mande, 4 ammesse) e Fermi- gnano (14 domande, tutte re- spinte) si sono dimostrate più "solari" della città ducale. Questo scarso interesse per il fotovoltaico è strano anche perché a Urbino non è una tec- nologia sconosciuta: sono già in funzione 9 impianti e altri 5 sono in attesa di approvazione del comune; tutti impianti progettati dal 2001 al 2005, quando l'iniziativa del mini- stero dell'ambiente "10.000 tetti fotovoltaici" garantiva, a fondo perduto, fino al 75% del costo dell'impianto. Ora il sistema è cambiato: con il "Conto energia" (si veda la scheda) l'incentivo non è per la costruzione dell'impianto, ma in base all'energia prodot- ta effettivamente. Un metodo che permette di ammortizzare il costo iniziale dei pannelli so- lari in minor tempo rispetto al cont r i but o a fondo perduto, anche se co- stringe a un for- te investimento iniziale. "Con questo sistema - spiega France- sco Grianti, pro- fessore di fisica sperimentale al- la "Carlo Bo" e di ret t ore del Centro sistemi audiovisivi acu- stici ed elettro- magnetici (Csaae) della Soge- sta - l'investimento si ammor- tizza in massimo 12 anni. Con- siderando che ogni pannello ha una vita di 30 anni, si gua- dagna a costo zero nei 18 anni successivi". Facciamo due conti. Un im- pianto da un chilowatt (kW) produce, a Urbino, 1200 chilo- wattora (kWh) ogni anno. Questo significa che, per ogni kW installato, si ottiene un in- centivo di circa 530 euro l'an- no e non si paga all'Enel la cor- rente autoprodotta, con un ri- sparmio sulla bolletta di 216 euro. I costi, certo, sono alti. Ogni kW di impianto costa cir- ca 7 mila euro e l'investimento iniziale può essere oneroso: una famiglia media avrebbe bisogno di impianti da 3-4 kW, con una spesa iniziale tra i 20 e i 30 mila euro e un risparmio complessivo annuale di 2100- 2900 euro. Bisogna inoltre sgombrare il campo da equivoci: nebbia, pioggia e cielo coperto non so- no un problema per l'energia solare fotovoltaica. Le rileva- zioni del Csaae alla Sogesta (dove c'è installato un impian- to da 18 kW) indicano una pro- duzione in linea con i dati me- di della provincia: ci sono quindi poche differenze fra le marittime Pesaro e Fano, an- cor meno con comuni quali Urbania e Fossombrone. "Per l'irradiazione solare - dice Gi- no Fi orucci , del l a Sol ar Systems di Cantiano - quello che fa la differenza è la longi- tudine: Milano è diversa da Roma, ma fra Pesaro e Urbino non ci sono grosse differenze: le condizioni meteo incidono minimamente". Quello che può creare proble- mi in città sono i vincoli am- bientali e paesaggistici. "È dif- ficile - spiega l'ingegner Co- stantino Bernardini, dell'uffi- cio edilizia del Comune - che venga approvato un progetto nel centro storico. Fuori le mu- ra, problemi non ce ne dovreb- bero essere, a esclusione di zo- ne agricole tutelate come il parco delle Cesane". Inutile correre però a fare domanda adesso: gli incentivi a disposi- zione per il 2006 sono stati già superati: o arriva un rifinan- ziamento dal nuovo governo oppure si dovrà aspettare. Euro Il costo di un impianto fotovoltaico da 3 kWdi potenza, la dimensione adatta a una famiglia media 20mi l a Euro Il beneficio medio annuo che si ottiene con un impianto da 3 kW. E’ la somma di risparmio e incentivo statale 2mi l a Anni Il tempo di ammortamento per un impianto di piccole dimensioni, sotto i 20 kW. La stima è del Csaae 10- 12 Anni E’ la vita media dei pannelli fotovoltaici certificati. Alla fine dell’ammortamento c’è un guadagno netto 30 Sopra, l’impianto fotovoltaico alla Sogesta A fianco, lo schema di funzionamento del “Conto energia” (fonte: Enea) Sotto, una cella fotovoltaica Più si consuma, più si guadagna ORIENTARSI NELL’UNIVERSO DELL’ENERGIA SOLARE Bollette ridotte ai minimi termini A Ranc itella il primo impianto è del 1991 FRANCESCA PIATANESI Q uando il sole ti dà una mano… a stracciare la bollet- ta della luce. I pochi che a Urbino hanno sperimentato l'e- nergia solare possono davvero dire di avere trovato un amico, ma soprattutto un risparmio assicurato. La signora Laura Damiani, sul tetto della sua casa, a Canavac- cio, ha pannelli fotovoltaici per un totale di 2 kW. Lo scorso an- no, in dieci mesi, da gennaio a ottobre, ha pagato all'Enel sol- tanto 100 euro. Il resto dell'e- nergia elettrica consumata l'- ha prodotta da sola. "Ho l'im- pianto - ha detto - dal 2003. In generale pago la bolletta all'E- nel solo tre volte all'anno". Fi- no allo scorso luglio, quando è stato introdotto il nuovo mec- canismo del conto energia, il ministero dell'Ambiente co- priva il 75% delle spese iniziali, quindi un im- pianto di circa 15000 euro, alla signora è costato solo 4500 euro. Per l'installazio- ne si è affidata alla ditta Lauri di città di Castello. "Per fortuna si sono occupati di tutto loro - ha continuato - al- trimenti non so se sarei andata avanti. Il comu- ne all'inizio mi ha ostacolato molto. Ad esempio ho dovuto spendere 500 euro in più per ri- fare il disegno del tetto, che sembrava poco chiaro". Di una cosa si lamenta in particolare Laura Damiani, ovvero dei 30 euro annui che deve all'Enel per l'installazione, la manu- tenzione e il servizio di lettura del contatore aggiuntivo, quel- lo che contabilizza l'energia elettrica prodotta e scambiata con la rete e la corrispondente riduzione degli importi in bol- letta. Sostenitore convinto del foto- voltaico è Stefano Scoglio, tito- lare dell'azienda di medicine naturali Nutratec, in via Sasso a Urbino. Per lui il fotovoltaico è fondamentale sia a casa sia al lavoro. "La mia è una famiglia che consuma molto e l'ultimo periodo per me è stato parti- colare quanto a consumi ener- getici. Facendo un po' di at- tenzione però credo di riusci- re a risparmiare anche il 100% della bolletta. Bisogna solo ri- cordarsi di spegnere la luce un po’ più spesso”. In azienda, do- ve possiede un impianto di 12 kW finora riesce a produrre da solo il 60% dell'energia di cui ha bisogno, ma la posizione dei pannelli non è ancora otti- male. Per settembre spera di riuscire ad alzarli fino a 10 me- tri, così da poter sfruttare al meglio la luce del sole. Parlando di energia fotovol- taica non ci si può dimentica- re di Urs Abderhalden. Svizze- ro, arrivato a Urbino nel '78, Urs abita con la sua famiglia vicino a Ranci- tella, dove pro- duce formaggio. Il primo pannel- lo fotovoltaico lo ha installato quindici anni fa, dopo aver vissu- to per parecchio tempo con la so- l a l uce del l e candele. Oggi ne possiede due, uno da 3,3 kW e uno da 700 watt. "Sono del tutto autosufficiente, non devo pa- gare la bolletta, ma di certo non ho interesse a risparmia- re l'energia che produco. Per- ché dovrei regalarla all'Enel? Per me è un azienda privata, fosse statale lo farei più volen- tieri". Parla del mondo Urs, di Cher- nobyl e della fiducia che molti governi hanno nell'energia nucleare. Da deciso sostenito- re del solare come fonte di energia alternativa dice: "E' importante parlare del nu- cleare. C'è ancora troppa gen- te che lo considera un modo per produrre energia senza provocare danni. Non è così”. Soddisfano i pannelli fotovoltaici “Arriviamo a coprire tutti i consumi” Nonostante pioggia e nebbia il rendimento ottenuto è in linea con Pesaro e Fano Conto energia. Èil sistema utilizzato per incentivarel'u- tilizzo di impianti fotovoltaici. Gli impianti vengono divisi intreclassi, inbasealla potenza: meno di 20 kW, fra i 20 kWei 50 kW, oltrei 50 kW. L'incentivo erogabileè, rispettivamente, 0.445, 0.46 e0.49 euro per ogni kWh prodotto. Aquesta cifra va aggiunto il risparmio della correnteautoconsumata (0.18 euro per kWh). C'èperò una limitazioneper gli impianti sotto i 20 kW: nonsi ottienealcunbeneficio sesi producepiùdi quanto si consuma. Esempio: seinunanno si producono 3600 kWhma seneconsumano 3000, la bolletta sarà pari a zero ma i 600 kWhcheavanzano saranno 'regalati' all'Enel. Il consiglio èquindi di dimensionareil proprio impianto sulla basedel consumo effettivo. Per gli impianti oltrei 20 kWhinvece, si ottieneuncontributo anchesulla quota nonconsumata. Fotovoltaico. Èil sistemautilizzatoper produrreenergia elettricadirettamentedallaradiazionesolare, per mezzo dell'effettofotovoltaico. Fattodi silicio, unpannelloda1 kWcostacirca7 milaeuro. Diversi sonoi pannelli solari, cheaccumulanoenergiainunfluido: normalmenteforni- sconoacquacaldaeriscaldamento, mapossonoprodur- reenergiaseabbinati aunaturbinatermoelettrica. Prospettive. La produzionedi energia elettrica fotovoltai- ca èuna frazioneminima (0,0009%) dell'elettricità pro- dotta inItalia. InEuropa, siamo al 4° posto per il fotovol- taico, quasi al livello di Spagna ePaesi Bassi, ma a un decimo dalla produzionedella Germania. Unlivello anco- ra largamenteinsufficiente: "Basterebbetrasformarein energia - spiega il professor Francesco Grianti - lo 0,01% della radiazionesolarechela Terra rifletteogni giorno per coprireil fabbisogno energetico mondiale". il Ducato 4 Senza medici dalle 20 alle 8 Radiologi, chirurghi e “trasfusionali” sono necessari in ospedale 24 ore su 24? La denuncia di un dottore del pronto soccorso: “Nel fine settimana aspettiamo fino a 40 minuti per una tac” È notte quando un ra- gazzo cade con il mo- torino. Un passante vede la scena e chia- ma l'ambulanza. Le condizioni sono gra- vi. Il giovane viene portato al- l'ospedale più vicino, il Santa Maria della Misericordia. Ma il pronto soccorso di Urbino è abbastanza efficiente per dare le cure necessarie in tempi bre- vi? No, sostiene chi lavora pro- prio in quel reparto. Sì, sosten- gono altri dottori. Secondo quanto riferito da un medico del primo intervento, che chiede l'anonimato perché teme il licenziamento, ci sono due grossi problemi: organico sottodimensionato al pronto soccorso e mancanza di dotto- ri in alcuni reparti nel week- end e di notte. La prima questione. Il perso- nale del reparto, sei medici più il primario, deve garantire il servizio tutti i giorni 24 ore su 24 per il pronto soccorso e l’os- servazione breve intensiva, dove un paziente va seguito passo-passo. "Dovremmo es- sere almeno in due al mattino e al pomeriggio - spiega il dottore - ma di giorno c'è un medi co e mezzo". I turni del mattino van- no dalle 8 alle 14 per un dottore, dalle 9 alle 13 per un altro. Que- st'ultimo, a volte resta pure dalle 15 alle 18, men- tre un altro lavo- ra dalle 14 alle 20. Il servizio di notte va dalle 20 alle 8. I conti sono presto fatti: al pronto soc- corso c'è solo un medico dalle 8 alle 9, dalle 13 alle 15 e dalle 18 alle 8 del giorno seguente. "In caso di malattia o di ferie - pro- segue il medico - ci sono grossi problemi. Ci capita di fare due turni consecutivi, due notti di seguito o tre notti in una setti- mana". In queste condizioni saranno efficienti? Il secondo problema è più de- licato e ci sono opinioni con- trastanti. Negli orari in cui al- cuni reparti sono sguarniti è prevista la reperibilità e in ca- so di urgenze il medico ha l'ob- bligo di arrivare entro 40 mi- nuti. Troppi? Il medi co del pronto soccorso pensa di sì. "Di notte e dal saba- to pomeriggio al lunedì mattina - per esempio - mancano i ra- diologi, addetti a fare ecografie, tac e radiografie. Questo è inac- cettabile per un ospedale di rete come il nostro". Qualche esempio: "Arrivano anziani con sospetto ictus emorragico (rottura di un vaso sanguigno) o ischemico (oc- clusione di un vaso). Il tratta- mento è diverso per i due tipi di ictus, ma per capire di cosa si tratta serve una tac. Oppure, un paziente in coma non può aspettare per la tac". Conclu- sione: "Sono tanti 40 minuti di diologo reperibile". E ancora: "La prima cosa da fare quando arriva un paziente è stabilizza- re i parametri vitali. Nel frat- tempo si ha tutto il tempo di decidere cosa fare. Un radiolo- go in servizio servirebbe se ci fossero tre traumi importanti a notte, ma ne ab- biamo uno a set- timana". Sulla stessa li- nea del medico del pronto soc- corso un altro dottore dell'o- spedale di Urbi- no. Anche lui chiede l'anoni- mat o. "Se al pronto soccorso dicono che 40 mi nut i sono troppi, ci voglio- no altri medici in servizio di notte. Se si vuole crescere co- me ospedale di rete, allora c'è bisogno di più personale, re- cuperando risorse dagli ospe- dali di polo, magari chiudendo quelli di Cagli e Sassocorvaro". Secondo il coordinatore delle attività cliniche della zona ter- ritoriale 2 di Urbino, Lucio Lu- chetta, "la prima priorità è la attesa". Anche perché la prima ora è la più importante. Il Ducato ha verificato per tut- ti i reparti citati la presenza in servizio e la reperibilità. I ra- diologi sono in ospedale dalle 8 alle 23 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 14 il sabato. I tecni- ci di radiologia ci sono dalle 8 alle 23 in settimana e dalle 8 al- le 20 il sabato e la domenica. I dottori del trasfusionale, indi- spensabili per avere del san- gue in caso di emergenza, so- no solo reperibili dalle 19.30 alle 7.30 dal lunedì al sabato e la domenica. I chirurghi, infi- ne, sono presenti dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20. Arrivano su chiamata di notte e la do- menica. Ci sono sempre, inve- ce, figure come anestesisti, gi- necologi e cardiologi. Il medi- co del pronto soccorso fa una proposta: "Perché non togliere la reperibilità ai radiologi di Cagli e Sassocorvaro e utilizza- re quei soldi per un radiologo a Urbino 24 ore su 24?". Non è d'accordo Ettore Janno- ne, responsabile dell'unità operativa di radiologia: "Ci so- no persone ricoverate a Cagli e Sassocorvaro e se stanno male di notte ci deve essere un ra- stabilizzazione dei valori vitali e i tempi della reperibilità sono più che sufficienti per un ospe- dale come questo". Il direttore della zona 2 dell'A- sur, Cosimo Argentieri, in cari- ca solo dal 15 maggio, è pronto a discutere: "Per ora sto facendo una ricognizione della situazione per verificare la risposta del no- stro servizio al bisogno dell'u- tenza e prendo atto della funzio- nalità buona di questo ospeda- le". Il suo ap- proccio è quello dell'"audit clini- co": verifica del problema e ag- giustamenti ne- cessari. "Non sono alieno - con- clude il neodirettore - da inter- venti condivisi con istituzioni e popolazione. Per aprire o chiu- dere strutture esistenti, co- munque, bisogna prima di tut- to pensare a evitare danni". Ar- gentieri è disponibile ad aprire un tavolo tecnico. Al pronto soccorso sperano che cambi qualcosa. MARCO RATTI La proposta “Recuperare fondi dagli ospedali di polo: Sassocorvaro e Cagli” Il nuovo direttore di zona “Disponibile a discutere interventi condivisi” Il neodirettore della zona territoriale 2 dell’Asur, Cosimo Argentieri 5 CITTÀ Commercianti: “Il 19 agosto si replica l’iniziativa” PIER LUIGI CARA L a vera notte bianca di Urbi no non sarà quella di giovedì prossimo, ma quella di sabato 19 agosto. È la posizione dei com- mercianti che, pur aderendo all'iniziativa del Comune, pre- parano un evento analogo per l'estate. "Siamo già molto avanti nel- l'organizzazione, - spiega Clau- dio Boni, un negoziante del centro - la faremo coincidere con le celebrazioni per la festa del Duca. Sarà di sabato, così potremo tirare sino a tardi sen- za il problema di dover tenere aperti i locali il giorno dopo". I commercianti preferiscono la data estiva per coinvolgere i tu- risti, sperando di trattenere per tutto il fine settimana quelli che arrivano in città per la ri- evocazione storica. Uno degli organizzatori, Filippo Pretelli, auspica che "si cambi nome al- l'iniziativa del 25 maggio, così il termine notte bianca rimarrà disponibile per il 19 agosto". Non manca una nota polemica: "Siamo stati avvisati con grande ritardo, ancora non conoscia- mo il programma - dice Boni - e questo ci ha impedito di orga- nizzarci per contattare gruppi che si esibiscano all'aperto". L'adesione alla manifestazione di maggio ha trovato comun- que l'accordo dei rappresen- tanti dei negozianti, anche se alcuni erano contrari. "Alcuni avevano paura che si creassero problemi di sicurezza, il giove- dì per strada girano molte per- sone ubriache", spiega il gioiel- liere Paolo Foglietta. Per questo motivo i commercianti hanno chiesto al comune di chiudere le strade alle macchine e so- prattutto di garantire la presen- za di carabinieri e polizia. C'è anche chi si lamenta del- l'organizzazione: "E' un'ini- ziativa strutturata male - dice Alekos Prete - non si capisce perché alcuni negozi dovreb- bero rimanere aperti il giovedì notte. È una fatica poco reddi- tizia: non venderemo molto di più e il giorno dopo sarà davve- ro pesante lavorare". Nessun dorma, è la Not t e bianca Si comincia alle 21, tra musei, concerti e cinema all’aperto Santini: “Abbiamo messo insieme i temi tipici di una città d’arte con eventi pensati per i giovani” I l centro storico di Urbino protagonista di una not- te di maggio, con musei e negozi aperti, musica e cinema sotto le stelle. La prima edizione della notte bianca di Urbino, in pro- gramma per giovedì 25, punta su una miscela di cultura e spettacolo per coinvolgere persone di tutte le età. La manifestazione, nata come costola del "meeting sulle poli- tiche giovanili", che appunto mira a promuovere leggi per i ragazzi, ha un carattere locale, infatti gli organizzatori sono tutti urbinati. "Abbiamo cerca- to di coniugare i temi tipici di una città d'arte con eventi che possano coinvolgere i giova- ni", ha dichiarato l'assessore Antonio Santini. Si comincia alle 20, con il cine- forum "on the road", durante il quale si proietteranno film sul- la strada, da Easy Rider di Den- nis Hopper, a Fandango di Ke- vin Reynolds. Alle 21 gli artigia- ni mostreranno le loro creazio- ni in piazza delle Erbe, alle 21 e 30 ci saranno le visite guidate agli oratori. Per gli amanti del- l'arte e della storia sarà possi- bile visitare il palazzo ducale, in particolare i sotterranei e la biblioteca, dove guide vestite con abiti da popolani rico- struiranno la vita quotidiana nel rinascimento, dall'orga- nizzazione del palazzo a quella dei banchetti. Nel piano nobile del palazzo, nell'ambito del iniziativa "il pubblico della poesia, la poe- sia in pubblico", ci saranno re- cital dedicati a "Poesia, sei sta- ta fatta tante volte /eppure non sei mai stata imparata" di Pao- lo Volponi e al "Canto magna- nimo" di Umberto Piersanti. A seguire, nei sotterranei, una rappresentazione basata su "Patmos" di Pierpaolo Pasoli- ni, nel trentennale della sua morte. Largo anche ai giovani poeti, che leggeranno i loro versi nell'esedra del teatro in- framezzati da brani musicali. Per chi di musica e musei ne avesse abbastanza, l'associa- zione Iddu ha organizzato gio- chi di ruolo fantasy e una cac- cia al tesoro per le vie della cit- tà. Sarà presente anche il fol- klore marchigiano: dalle 22 nella piazza delle Erbe ci sa- ranno danze popolari con mu- sica dal vivo, mentre un grup- po folk si muoverà per le vie del centro. Chi volesse fare una pausa tra una visita alla casa di Raffaello e una puntata al torneo di scacchi, potrà fermarsi nei pub e nei locali del centro che hanno ottenuto per l'occasio- ne il permesso a fare musica dal vivo. Anche l'Africa troverà spazio, con la proiezione di foto, fil- mati e documentari. Saranno inoltre letti poesie e proverbi con il sottofondo di musica africana. Al collegio Raffaello sarà pre- sentato il romanzo "Luna tra- versa" del giornalista Rai Giancarlo Trapanese, incen- trato su una crisi di coppia e i difficili rapporti con i figli. Ad accompagnare la lettura di al- cuni passi, la musica dell'ac- cademia del Fado. "I costi dell'evento sono limi- tati - spiega Santini - non ab- biamo fatto la scelta di chia- mare grandi nomi, abbiamo preferito la sobrietà. Anche la provincia ha promesso che darà un suo contributo". I commercianti si sono lamen- tati del ritardo nella comuni- cazione del programma che non gli ha consentito di orga- nizzare musica dal vivo. "Ci hanno informato del mee- ting da tempo - spiega Santini - abbiamo accettato un mese e mezzo fa, ma ci son stati ritar- di dovuti a tempi tecnici e ve- rifiche. L'obiettivo era orga- nizzare una prima notte bian- ca. Di eventuali errori si farà tesoro per la realizzazione del- l'edizione dell'anno prossi- mo". Intanto i negozianti prepara- no una notte bianca per il me- se di agosto, con lo scopo di at- tirare i turisti. "Il target che ab- biamo voluto raggiungere sta- volta sono i ragazzi”, dice l'as- sessore. “In agosto, quando sarà organizzata una manife- stazione simile, l'obiettivo sa- ranno le famiglie e noi ci fare- mo carico anche di quell'ini- ziativa". L'assessore rassicura anche chi temeva che durante la not- te bianca potessero verificarsi violenze o atti di vandalismo. "Chiediamo un impegno straordinario alle forze del- l'ordine per tenere la situazio- ne sotto controllo. È comun- que più sicura una città piena di persone piuttosto che una vuota". (p.l.c.) C ome tutti gli italiani, anche gli urbinati non ri- escono a rinunciare all'acqua minerale. Ma la maggior parte delle bottiglie vendute arriva da fuori, magari trasportate con grandi costi dall’estero. Forse perché le acque del Montefeltro sono di cattiva qualità? "In realtà le acque della nostra zona hanno pochi rivali in Italia sia un punto di vista qualitativo che quantitativo", spiega l'idrogeologo Paolo Busdra- ghi, direttore dello studio geologico ambientale di Ur- bino. "Sono ottime per l'alimentazione umana, per- ché poco dure e anche pure da un punto di vista bat- teriologico, perché l'inquinamento è dovuto perlo- più a cause naturali". Eppure in città c'è chi si lamen- ta per il cattivo odore dell'acqua che esce dal rubinet- to : "Questo - spiega Busdraghi - è un problema che si può verificare d'estate quando si usa più cloro per la potabilizzazione, ma non è pericoloso per l'uomo". Al contrario, secondo l'idrogeologo, la qualità delle ac- que locali è talmente alta che si dovrebbe pensare ad una commercializzazione più competitiva. "Mentre la quantità generale delle acque italiane sta dimi- nuendo, qui abbiamo delle acque con pochi uguali che potrebbero essere commercializzate con succes- so”. "I costi iniziali sarebbero certo alti, ma le ricadu- te potrebbero essere importanti. Penso alla Rocchet- ta, che pur essendo prodotta in una zona decentrata come il Montefeltro (Gualdo Tadino) si è imposta sul mercato nazionale". Nonostante la prudenza che il business delle acque minerali impone, un investi- mento sulle acque potrebbe quindi essere fruttuoso per Urbino. La città d'altronde è stata fondata in epo- ca romana proprio grazie alle falde acquifere sotto le sue fondamenta, che permisero la costruzione dei pozzi che ancora oggi popolano il centro storico. Acque del Montefeltro, buone da vendere L’idrogeologo Paolo Busdraghi: “Valide come quelle minerali” A piazza della Repubblica sarà attivo un centro informazioni sulle iniziative Un ruscello della vallata sotto Rancitella CI NEFORUM Proiezione ininterrotta di film sul tema “on the road” dalle 20 alle 5 al Torrione di via Matteotti MUSI CA Concerto all’accademia di Raffaello per la pre- sentazione di “Luna traversa” di Giancarlo Trapanese alle 21.15 RECI TAL Lettura di poesie di Volponi, Piersanti e Pasolini dalle 22 alle 2 a palazzo Ducale e di nuovi poeti all’Esedra MUSEI Visite notturne a palazzo Ducale, ai suoi sotterranei e alla casa di Raffaello dalle 23 all’1.30 GIANLUIGI TORCHIANI il Ducato 6 Cassint egrat i, avant i t ut t a Per la Cgil di Pesaro nei primi 3 mesi dell’anno +1,5% di ore lontano dal lavoro Impennata vertiginosa per il tessile (+302%): dal maggio scorso infatti possono chiederla anche gli artigiani E nel Montefeltro la ottengono in 11 FRANCESCO MAGNANI L a nuova ondata di cassa integrazione non ha fatto sconti nemmeno nel Montefeltro. Secondo i dati dell'Inps, da gennaio a maggio 11 imprese hanno ottenuto la cassa integra- zione ordinaria. Nel dettaglio si tratta di 3 aziende metalmecca- niche (una a Urbino, una a Fermignano e una a Pergola), 3 mobilifici (uno a Sant'Angelo in Vado e 2 a Sassocorvaro) e 5 tes- sili (una a Frontone, una a Sassocorvaro, una a Aqualagna, una a Urbania e una a Pergola). In tutto sono stati coinvolti 249 lavoratori. Ma una precisazione è immediatamente d'obbligo: le imprese chiedono la cigo setti- mana per settimana e quindi può capitare che nel conteggio complessivo, se un dipendente è stato sospeso in momenti diffe- renti, sia calcolato più volte. In media - e questo dato è fuori da ogni equivoco - l'assenza dal lavoro è stata di 48 ore: più di una settimana lavorativa. Tuttavia i responsabili sindacali di settore non vogliono dram- matizzare questi dati. "I primi mesi dell'anno sono sempre i più critici per le imprese che lavorano il legno, poi si riprende il lavoro", sostiene Alessandro Sguazza, responsabile della Fillea-Cgil per Urbino. "Nel nostro territorio - prosegue - si è fa sentire di meno perché la pro- duzione non è significativa rispetto ai distretti di Pesaro e Fano. E poi ci sono alcune realtà produttive, come la Imab che sono state in grado di trasfor- marsi, investendo nella forma- zione e nella qualità dei prodot- ti. Quelle che invece hanno pun- tato solo sulla riduzione dei costi sono destinate al declino, perché non sapranno resistere alla con- correnza dei mercati internazio- nali". Più disilluso ma non meno spe- ranzoso è il segretario provincia- le della Filtea, Massimo Arsuini. "Nel territorio di Urbino e Fermignano il settore del tessile è ai minimi termini. Negli ultimi anni - osserva - la mano d'opera è stata dimezzata, quindi adesso la produzione non può che ripartire, grazie anche all'aper- tura dei mercati". I primi anni duemila hanno rappresentato il periodo nero per l'industria del- l'abbigliamento. Ora le imprese sembrano corse ai ripari. "Il set- tore - conclude Arsuini - ha subi- to una grande trasformazione. Oramai non si produce più in serie. Si realizzano prototipi e se ne fa un numero ridotto di esemplari. Solo in questo modo si può sconfiggere la concorren- za di India e Cina, almeno finché non saranno in grado di pene- trare anche nelle nicchie di mer- cato con capi di alta gamma". (f.m.) H anno iniziato il nuovo anno a casa, con un quinto dello sti- pendio in meno. Altro che anno nuovo, vita nuova: il 2005 era cominciato meglio per i lavora- tori delle industrie della nostra provincia. Secondo un'analisi dell'ufficio studi della Cgil, infatti, il numero delle ore di cassa integrazione concesse da gennaio a marzo del 2006 è cre- sciuto dell'1,5%. Un dato che inquieta il maggiore sindacato italiano soprattutto per quello che nasconde. "Stiamo lasciando alle spalle il periodo più difficile per la nostra industria - commenta Daniela Barbaresi, responsabile dell'ufficio studi - ma da un paio d'anni assistiamo a un aumento della cassa integrazio- ne straordinaria, segno di una difficoltà strutturale che ancora permane nel nostro sistema produttivo". La cigs (cassa integrazione gua- dagni straordinaria) è concessa infatti alle imprese in grave crisi, mentre quella ordinaria (cigo) è per le crisi passeggere, dovute alle fluttuazioni dei mer- cati. Questa discrepanza tra i due tipi di sostegno ai lavoratori si fa più eclatante per le industrie metal- meccaniche che, per i primi tre mesi del 2006, hanno chiesto il 25,6% di ore di cassa integrazio- ne ordinaria in meno, ma al contempo ne hanno ottenute quasi 17mila di straordinaria. Nei primi tre mesi del 2005 erano zero. Nel settore del legno la Cigl registra una contrazione tanto dell'ordinaria (-47%) quanto della straordinaria (- 9,8%); nelle produzioni tessili e dell'abbigliamento i numeri parlano invece di una crisi nera: +302% nelle ore autorizzate di casse integrazione. Se è innegabile che questi dati offrano il quadro esatto del dramma di tanti lavoratori sospesi dal proprio impiego, resta da capire se da soli riesca- no a riflettere lo stato di salute delle produzioni industriali. La prima osservazione da fare è sulla cigo. "Spesso le imprese - spiega Alessandro Sguazza, della Fillea-Cgil - chiedono l'or- dinaria come rete di protezione preventiva. Davanti a un crollo degli ordinativi chiedono un aiuto all'Inps, ma se improvvi- samente arriva una commessa, nessun lavoratore va in cassa". In secondo luogo, nel caso spe- cifico della moda, Governo, Regione Marche, imprese e sin- dacati hanno stretto un anno fa un accordo che consente anche alle imprese artigiane di ricorre- re alla cassa integrazione straor- dinaria, in alternativa alla sospensione dal lavoro e al sus- sidio di disoccupazione. Alla luce di questa intesa, l'impen- nata del 302% di ore di casse integrazione per i lavoratori del tessile appare 'drogata'. "Significa soltanto - commenta Massimo Arsuini, segretario della Filtea - che quest'anno le imprese hanno chiesto la cassa integrazione, mentre l'anno scorso utilizzavano il vecchio sistema". Come suggerisce la Barbaresi, un termometro veri- tiero delle produzioni, si ha combinando i dati della cig con quelli dell'export, elaborati di recente dal suo ufficio studi. Le industrie meccaniche pesaresi hanno goduto l’anno scorso di una crescita delle esportazioni del 4%. Al contrario negli ultimi cinque anni le imprese del mobile hanno perso il 25% di quota di mercato estero. Il settore moda, infine, ha segnato nel 2005 un +13,9% nelle esportazioni. "Una crescita - conclude Barbaresi - che compensa in parte le quote perse nell'ultimo quinquennio". Sul numero de "Il Ducato" del 7 aprile scorso, l'articolo dal tito- lo "Prestito d'onore agli studenti" faceva riferi- mento ad un tasso di interesse del 2,35 per cento. Come ci segnala la Banca delle Marche, il dato corretto risulta, invece, del 5,301 per cento. PRESTITO D’ONORE 7 ECONOMIA Cooperat iva Alce Nero: il biologico rinuncia alla grande dist ribuzione Dopo un lungo contenzioso legale con gli ex soci, la proprietà del marchio locale è passata alla Lega Coop. Il fondatore di Alce Nero, Girolomoni, correrà col nome di “Montebello” U n convento diroc- cato su una colli- na, due giovani sposi con il loro bambino di 5 mesi e un'idea in testa: "fare le cose invece di dire agli altri come farle". Non voleva abbandonare la sua terra, un tempo generosa, Gino Girolomoni, al tempo giovanissi- mo sindaco di Isola del Piano. Nasce così all'inizio degli anni ‘70 un progetto che nel tempo è diventato realtà. Oggi la Cooperativa Alcenero è il mag- giore produttore di cereali e pasta biologica delle Marche e si appresta ad affrontare una nuova importante sfida. Il marchio Alcenero, il più noto e conosciu- to marchio di alimenti biologici d'Italia, nato sulle colline delle Cesane a pochi chilometri dai torricini, da settembre non avrà più niente a che fare con il con- vento di Montebello, il cuore del progetto di Gino Girolomoni, l'i- deatore della cooperativa Alcenero. Il famoso marchio con il cavalli- no è infatti passato sotto il con- trollo della lega delle cooperative di Bologna e da settembre nem- meno un chicco del grano Graziella Ra, coltivato sulla colli- na di Montebello, verrà lavorato per produrre la pasta confezio- nata sotto quel marchio, Alce Nero appunto. Il divorzio, esito sofferto di una vicenda legale mirata, secondo il fondatore della cooperativa, ad ottenere il controllo del marchio da parte del socio emiliano con cui Alce Nero era cresciuta, sarà effettivo proprio da settembre e, da quel momento, di questa pasta non ci sarà più traccia nei supermercati, ma solo nei picco- li negozi specializzati nel biologi- co. Una scommessa difficile, consi- derato che la sopravvivenza della azienda è dovuta proprio alla scelta opposta del '95. "Due negozianti su dieci - racconta Girolomoni - ancora mi biasima- no perché 11 anni fa ho ceduto alle richieste della grande distri- buzione che voleva vendere la mia pasta nei supermercati". Molti piccoli negozianti non riuscirono a far fronte alla con- correnza. "Ma se non avessi fatto così, questo, seppur piccolo, pastificio non esisterebbe più". I sequestri Sì, perché di problemi, la coope- rativa con il nome dello storico pellerossa che alla fine dell'800 ha raccontato la devastazione coloniale agli europei, ne ha avuti per 15 anni. Prima per una legge del '67 che vietava di pro- durre pasta integrale. "Vincevamo sempre perché noi non la chiamavamo pasta, ma Integrale di Grano duro e non ci potevano dire niente". Ma tribu- nali, cause e avvo- cati costano e per anni la cooperati- va è stata in perdi- ta. “Abbiamo ripreso a fare utili nella seconda metà degli anni '90. Quella legge che si appoggiava sul presunto peri- colo per la salute di fare pasta con la fibra integra- le è rimasta in vigore fino al 1997 e spesso abbiamo lavorato anche per solo una settimana al mese, rischiando continuamen- te di chiudere”. Poi c'era la storia del biologico. Il capo d'accusa era violazione della norma contro la pubblicità ingannevole. Non si poteva dire ai consumatori che la pasta era biologica. Ma come fare a defini- re il biologico quando né in Italia né a livello comunitario esisteva una definizione? "La legge è arri- vata nel '92 - continua Girolomoni - ma secondo me l'hanno fatta perché pensavano che noi del biolo- gico non sarem- mo stati in grado di sopravvivere. Altrimenti per- ché approvare contemporanea- mente la presen- za di OGM sul m e r c a t o ? " Comunque, alla fine la C o o p e r a t i v a Alcenero è anco- ra lì e ora va anche bene. L'azienda Sulla collina il pastificio usa solo acqua purissima, perché "più in alto non c'è nessuno a sporcar- la". Vicino al pastificio e al depo- sito il convento di Montebello. Qui Girolomoni ha il suo studio- lo, il "sancta sanctorum" dell'in- tero microcosmo della Cooperativa. Qui studia, riflette e raccoglie la documentazione che testimonia anni di incontri con intellettuali come Volponi, e Bo. Poi una locanda per gli ospi- ti: tavoli per mangiare biologico "dall'antipasto al caffè" e stanze, le antiche celle dei frati, dove alloggiare. Oggi la cooperativa dà lavoro a circa 40 persone, tra operai, impiegati e commessi nei negozi. Il nero c'è solo nel nome perché qui non esiste lavoro esentasse. Il 50% degli utili è diviso tra soci e lavora- tori in parti ugua- li. Il resto viene reinvestito nel- l ' a t t i v i t à . Insomma coeren- za fino all'ultimo granello. L'80% del fatturato viene venduto però all'estero: Stati Uniti, Giappone, paesi europei. Perché risparmia- re energia, riciclare, dare vita nuova alla campagna e poi spre- care così tante risorse e denaro per trasportare all'estero? Il biologico in Italia "Perché in Italia non c'è ancora una vera cultura del biologico. Qui non si riesce a vendere abbastanza. Se non esportassi, il pastificio chiuderebbe". Qui comprare un pacco di pasta Montebello costa dal 20 al 30% in più rispetto alle marche di pasta non biologica come Barilla e De Cecco. Negli Stati Uniti i prezzi sono addirittura u g u a l i . Girolomoni pun- terebbe sulle mense e su un modo innovativo di avvicinare il pubblico al pro- duttore. Gruppi di acquisto soli- dale, bene, com- mercio equo, pure. "Ma ci vuole più organizzazione e un intervento delle amministrazio- ni più deciso. "Le mense pubbli- che per esempio dovrebbero sce- gliere non secondo la logica del minor prezzo, ma secondo quella di prodotti e processi migliori, privilegiando quelli italiani". A Cart ocet o l’olio si spalma sul pane T utto liscio come l'olio, si diceva una volta. Ora invece l'olio si taglia come un panetto di burro. Si perché oggi l'extraver- gine si potrà comprare e consu- mare anche in panetti, più o meno della stessa consistenza e dello stesso aspetto di quello del burro. Paolo Barzelli, pro- duttore d'olio di Cartoceto, attraverso un procedimento che in parte tiene gelosamente segreto, è riuscito a far solidifi- care il frutto delle olive senza intaccarne gusto, sapore e qua- lità organolettiche. Ed è nato Solivoil, l'olio di oliva solido. Sì, ma quali sarebbero i vantaggi di consumare l'olio tagliato col coltello anziché versato dalla tradizionale bot- tiglia? "Ci guadagna la salute - dice orgogliosamente Barzelli - soprattutto se l'olio solido viene usato al posto di burro e margarine per cucinare e pre- parare pizze e dolci. Infatti questi gras- si di origine animale e vegetale, con- tengono grassi saturi, potenzialmente nocivi per la salute, l'olio di oliva no". Dentro dolci e ciambelle, come anche nell'impasto della tradizionale piadi- na, potrebbe essere usato allora l'olio di oliva, che solidificato, assicura lo stesso risultato di grassi animali e margarine. Per adesso ci ha pro- vato un solo chef, che addirittu- ra a Londra, propone con suc- cesso la piada romagnola in ver- sione dietetica al posto dei panini che a detta di Barzelli "riescono a digerire solo i fachi- ri". L'unico problema da risol- vere è la distribuzione del nuovo prodotto, che influenza moltis- simo il prezzo al dettaglio. Infatti Barzelli per ora riesce a distribuire solo grandi quantita- tivi di prodotti, che non riesco- no a raggiungere la vendita al dettaglio: "Paradossalmente mi costa di meno spedire un bancale di olio solido a Londra, che distribuirlo a Urbino." Soliviol infatti deve essere trasportato a -18 gradi, come i surgela- ti, e il costo per ora rimane proibitivo. Con un procedimento segreto l’extravergine d’oliva diventa solido come il burro FRANCESCO BARDARO GRELLA L’olio extravergine di oliva, allo stato solido, spalmabile sul pane. Nella pagina di sinistra operai a lavoro in un cantiere LORENZO LUZI L’80 per cento del fatturato arriva dall’estero: Stati Uniti, Giappone, Europa La metà dei profitti viene reinvestita, il resto diviso tra soci e dipendenti il Ducato 8 9 CULTURA I giardini segret i della cit t à ant ica Viaggio nel centro storico alla scoperta di piccoli e antichi Eden. Da Porta Valbona a Porta Santa Lucia, lungo via Saffi: ecco tutti quelli più belli Tra piante rare e palazzi nobiliari, a caccia del paradiso del Duca I n primavera a Urbino si sente un alone di mistero. Il profumo di fiori si span- de ovunque: nelle stradi- ne, nelle ripide piole, tra le case che si reggono l'u- na sull'altra. Nascosti, segreti agli occhi indiscreti, piccole porzioni di Eden vengono colti- vate con amore da secoli. Per scovarli bastano pochi indizi: un ramo di rosa rampicante che si affaccia sulla strada, l'ombra delle palme o di alberi secolari. Sono giardini privati, soprav- vissuti al passare del tempo. Entrando da porta Valbona, si affacciano dalle mura pini, ci- pressi e una quercia secolare: è la casa dei Bardovagni, nella piccola piazza san Giovanni. Le viti, un noce e una quercia, ab- battuta per far posto ai lavori di consolidamento delle mura, hanno lasciato il posto a meli, peri, un albero di fico e un gelso. Cespugli di rose e peonie for- mano chiazze di colore nel pra- to verde. E poi c'è un orto con pi- selli, fave e pomodori. Durante la guerra le sorelle Perugia, due maestre ebree, furono nascoste nella cantina e salvate dai Bar- dovagni. Scendendo si vedono alcuni archi murati. "C'è un passaggio sotterraneo riempito di terra - racconta la signora Va- lentina - che portava all'ester- no". Da qui si possono ammira- re da una parte il palazzo duca- le e il campanile del Duomo, dall'altra la Fortezza. Tornando su via Mazzini, nel collegio femminile "Maria Im- macolata" il piccolo giardino pensile, dove i roseti e gli alberi da frutto circondano una vasca per i pesci e un piccolo pozzo, è anche un rifugio per le studen- tesse. Entrando in città da por- ta santa Lucia, si calpesta senza saperlo il monte dove una volta si estendeva il giardino delle Delizie del duca Federico, oggi diviso in varie parti: da santa Lucia a porta Lavagine, passan- do per i cortili della scuola ele- mentare Pascoli. In via Braman- te, Anna Maria Luminati apre il portone del palazzo storico do- ve viveva il giardiniere e cugino del Duca, Francesco Armellino. Mentre gatti, cani e tartarughe passeggiano in tranquillità tra le piante e un pozzo del '500, un cespuglio di Ceanothus, una pianta color turchese, e un glici- ne secolare emanano un profu- mo inebriante. Da via del Fosso si raggiunge via sant'Andrea: nell'antico palaz- zo Rossi-De Pretis i giardini del- le famiglie Bajardi, Santucci e dell'Istituto di filologia classica conservano una parte del Giar- dino delle Delizie. Alessandro Santucci, presidente dell'Acca- demia Raffaello e proprietario del palazzo, racconta: "Il giardi- no del Duca arrivava fino alle scalette di Sant'Andrea". Ma via Bramante continua a nascon- dere dei segreti: chi direbbe che dietro case e negozi ci sono dei giardini? Eppure è possibile ve- derli dal Belvedere di Piero del- la Francesca. Nel giardino della signora Carloni, tra fragoline, fiori d'arancio, rose e begonie, c'è anche una lapide che segna la data 1739. Un'altra parte storica di Urbino conserva dei giardini meravi- gliosi. Via santa Chiara sembra essere fatta solo di mattoni, ma se si imbocca via san Girolamo è possibile scorgere il verde die- tro quelle case. C'è il giardino cinquecentesco della famiglia Ubaldini, discendenti del Duca. "Qui cresce un avellano, una pianta secolare molto rara, ma è la veduta che è importante". Luisa Ubaldini indica gli Ap- pennini marchigiani, "le gobbe del Catria, il tavolato del Petra- no e il monte Nerone". Dopo c'è la casa dove visse Carlo Bo. Oggi è possibile visitarne il giardino attraverso l'emeroteca univer- sitaria. Proseguendo per via Saffi, questa volta sulla destra, la piccola Stretta del Tasso na- sconde un altro giardino. Una volta era un capannone di cam- pagna, adesso è abitato da oltre un secolo dalla famiglia Tarchi- ni-Szwancar. Tra antiche anfore e una gabbia per uccelli, si mi- metizza un moderno conteni- tore per il compostaggio. Rose, oleandri, ciliegio, magnolia, al- loro, palme e rampicante sovra- stano sedie e tavolini da giardi- no. E questi non sono gli unici giardini, basta guardarsi in giro e se ne scoprirà uno prima mai visto. "Nel verde di Urbino": è uno degli Itinerari Extravaganti organizzati per il 20 maggio dall'as- sociazione Il grande Albero. Le tappe del tour sono: il giardino pensile di S.Chiara, l'orto bota- nico, la casa del giardi- niere del Duca e il largo Piero della Francesca. IL GRANDE ALBERO “Nel verde di Urbino”: un itinerario da scoprire U n programma per mostrarelacittà-e i suoi appunta- menti culturali -ai turisti (e alla citta- dinanza). Urbino cittàideale, il sitoInternet dell'as- sessoratoalla cultura (www.urbi- noculturaturismo.it) presenta il calendariodelleiniziativeUrbino 06:teatro,concerti,rassegnecine- matografiche, incontri “enoga- stronomici”, artistici e a tema le- gati al Montefeltro e al suocapo- luogo. Mostre.Continuanofinoal1otto- bre 2006 i corsi di ceramica orga- nizzati da Kaus, il centrointerna- zionaleperl'incisione,neilabora- tori dell'Istituto superiore per le industrieartistiche(Isia). I corsi si tengono nei giardini dell'ex mo- nastero rinascimentale di Santa Chiara. Termina, invece, il 28 maggiolamostradelleoperegra- fichedei lirici spagnoli, inaugura- tail10maggioscorsonellesaledel Castellare di palazzo ducale. Afi- ne estate (settembre-ottobre), nellepiazzedel centrostoricosa- ràorganizzatalamostra-mercato dei prodotti tipici agroalimentari “Urbino, terràdi biodiversità-vo- glied'autunno”. Dal 16settembre al 18 ottobre, intanto, il Comune organizza “Ars libraria”, percorsi traarteededitoria. Musica. Va avanti la stagione di concerti 2006“I colori dellamusi- ca”.Ilprossimoappuntamentoèa palazzo ducale per il 27 maggio, conil recital del sopranoAnnTai- ganides. E' per sabato8luglio, in- vece, l'opera petite di Gaetano Donizetti, Rita. Il15luglio, Federi- co Mondelci e il suo quintetto d'archi. Agiugno, intanto, si inau- gura l'estate delle etichette indi- pendenti.ASant'AngeloinVado,il 16giugnosiassegnailpremioMe- tauro: il vincitore parteciperà al festival dell'etichetta di Urbino, Territorio musicale, che si terrà il 22 giugno alla fortezza Albornoz. Suoneranno anche Franklin De- lano, Viclarsen e Quintorigo. Il 7 luglio, aUrbania, secondofestival dellamusicaalternativaconMar- ta sui tubi, Ginger Leigh, Patrice Pike. Dal18al27luglio,nelcentrostori- codellacittà,sisvolgeràil38esimo festival internazionale “Urbino musica antica”. Dal 4 al 6 agosto, infine, Frequenze disturbate: de- cimo festival rock internazionale d'autore. Incontri.Il 9e10giugno, inomag- gioalcantanteIvanGraziani,sias- segnailpremioPigro. Il24giugno, cacciaal tesorofragli ambienti di GiancarloDeCarloperl'iniziativa “Scopri DeCarloesvelaUrbino”. Dal5giugnoal3luglio, unmesedi pranzieceneconpiattitipicirina- scimentali preparati dai maestri chef del Montefeltro. E' dell'11lu- glio, invece, il primo dei cinque appuntamenti alla scoperta dei tesori delleconfraternite, cheter- mineranno il 19 agosto. Il 19 e 20 agosto, inoltre, si terrà la festa del duca ed è per il 2-3 settembre la cinquantunesima edizione della festadell'aquilone. Lastagionedi rassegneeincontrie siconcludeil 30 settembre con la mostra dei banchetti degli artisti e artigiani locali.L'appuntamentosichiama “Laboratori inpiazza”. LUCA DOMENICHINI CONCITA MINUTOLA Da sinistra in senso orario: il giardino della famiglia Carloni; il parco di Palazzo Rossi De Pretis; il roseto del collegio Maria Immacolata; l’area verde della famiglia Tarchini- Szwarcar; il viale dell’orto della famiglia Bardovagni; la vista da Palazzo Ubaldini. In basso a sini- stra le terracot- te della colle- zione Mauri Poggi. In basso un partecipan- te al palio dei trampoli di Schieti. In most ra a Urbania le t erracot t e di Mauri Poggi S caldaletti, scolapasta, un catino con orlo estroflesso, oggetti che ri- portano all'epoca passata, al vec- chio mondo contadino. Oggetti ora in mostra in un evento che premia la mae- stranza degli artigiani ceramisti. Urba- nia, città fulcro per la lavorazione delle maioliche, ospita all'interno delle sale del Palazzo ducale, la collezione Nadia Mauri Poggi: 800 terracotte del secolo scorso, provenienti da tutta Italia. La rassegna dal titolo "Ceramiche popola- ri" è il risultato di più di cinque anni di studi e restauri che hanno impegnato una nutrita équipe di studiosi. E se ora la collezione è visibile fino a ottobre, l'intento del Museo è quello di far di- ventare questo prezioso lascito, un de- posito permanente e consultabile in grado di arricchire il patrimonio sto- rico e la tradizione della città. Al progetto, costato quasi 30 mila eu- ro, hanno partecipato Giancarlo Boiani, Elena Longo, Massimiliano Cecconi oltre al direttore del Museo Civico di Urbania, Feliciano Paoli. La col- lezione nasce grazie alla passione di Nadia Maurri Poggi, commerciante fiorentina che durante i suoi viaggi per l'Italia acquista questi gioielli dell'artigianato nelle fiere o sul mer- cato antiquariale. La raccolta sa raccontare il panorama ceramico popolare di molte aree dal nord al sud della penisola. Importanti per numero e qualità sono i reperti pro- venienti da: Marche, Umbria, Toscana, Romagna e Lazio. La produzione mar- chigiana, ancora oggi attiva in vari luo- ghi della regione, da Ascoli Piceno a Pe- saro, da Fratterosa a Urbania, ha parti- colare rilievo in questa collezione. E' possibile stupirsi di fronte all'origi- nalità dei boccali trilobati con anse a nastro, delle pigne con anse cuspidate, dei vasi e degli scaldini con manico a paniere. Così queste terracotte sono un documento importante per ricostruire usi, costumi e abitudini di vita della so- cietà preindustriale, una testimonian- za che riporta al tempo in cui nelle ca- se mancavano acqua corrente, gas ed elettricità. (Fino al 30 ottobre) (a.ser.) A Schiet i il nono Palio dei t rampoli N ona edizione del "Palio dei sampp" a Schieti. Il dieci e l'undici giugno i cinque rioni del paese si contende- ranno il titolo di vincitore nella tradiziona- le corsa che attraversa il centro storico. Organizzata, come ogni anno, dal centro culturale Italo Mancini, la gara rispolvera l'antica festa dei trampoli. Negli anni '50- '60 i trampoli venivano usati dai minatori per attraversare il fiume Foglia e in estate diventavano strumenti di gioco per i ra- gazzi. Nacque così il "Palio dei sampp", una corsa fino al castello medievale. Oggi Lago, Castello, Villa, Calcioppo, Cà Matteo, i cinque rioni organizzano l'evento e si sfi- dano come una volta. Al vincitore va un trofeo, a tutti i partecipanti una forma di cacio, il vecchio premio che spettava al pri- mo classificato. Il percorso si snoda anco- ra nella parte storica, tutto in salita, a mez- zo metro d'altezza, su semplici arnesi di le- gno.Sabato 11 ci saranno le prove e le qua- lificazioni, le botteghe artigiane ripropor- ranno gli antichi mestieri e attraverso il paese sfileranno moto Harley Davidson. Domenica 11 si aprirà la gara preceduta da un convegno sulle miniere e la civiltà con- tadina. Poi i rioni sfileranno assieme al- l'Ars, l'associazione rievocazioni storiche di Urbino Ducale. Animazioni e concerti, spettacolo con animali durante la giorna- ta ma anche degustazione di piatti tipici come le tagliatelle al cinghiale. Nei labora- tori gli artigiani lavoreranno ceramica Ra- ku, f er r o bat t ut o e rame. (l.d.i.) Il calendario per l’estate Urbino 06 il Ducato 10 11 SPETTACOLI Calandria, si replica dopo 500 anni Ronconi riporta la commedia a Palazzo ducale Il 6 febbraio 1513 la prima rappresentazione nella sala del Trono D opo quasi cin- quecento anni l a Cal andr i a torna a Urbino grazie a un pro- getto di Luca Ronconi. E il direttore artistico del Teatro Piccolo di Milano ri- appare dopo 40 anni sul luogo del suo debutto. La Calandria, commedia in cinque atti di Bernardo Dovizi da Bibbiena, diplomatico al servizio dei Medici, poi cardi- nale, fu scritta nel 1513 e rap- presentata per la prima volta il 6 febbraio dello stesso anno nella sala del Trono di palazzo ducale, durante i festeggia- menti per il Carnevale, sette anni dopo la fondazione del- l'università. Ora una delle prime comme- die rinascimentali, scritta in volgare, sarà rappresentata nel cortile d'onore di palazzo ducale, in occasione dei fe- steggiamenti per i 500 anni dell'ateneo. Tre le date, 29 e 30 giugno e primo luglio. La regia è di Marco Rampoldi, assisten- te di Ronconi. “La produzione nasce dalla collaborazione tra l'università degli Studi di Urbi- no e il Piccolo teatro di Milano e in particolare la scuola di tea- tro dello stabile fondato da Giorgio Strehler, diretta da Ronconi”, spiega Gilberto San- tini, docente di storia del tea- tro e dello spettacolo alla Fa- coltà di Lingue e Letterature straniere. Un progetto che co- involge l'Amat, l'associazione marchigiana attività teatrali l'Ersu, la Soprintendenza per i beni culturali di Urbino. “L'Accademia delle Belle Arti collaborerà alla preparazione delle scene. La scuola di moda ai costumi, l'Isia alle foto di scena”, dice Santini. Potranno godersi lo spettacolo, che ini- zierà intorno alle otto di sera per sfruttare le ultime ore del tramonto, solo 200 spettatori. Urbino è il luogo del debutto non solo della Calandria ma dello stesso Ronconi. Nel 1966 il regista, a 33 anni, vi allestì la sua quarta regia, “I Lunatici” di Middleton e Rowley, un punto di svolta nella sua car- riera. I critici lo riconobbero come uno degli esponenti di punta dell'avanguardia tea- trale italiana. Quaranta anni dopo, Ronconi riceverà la lau- rea ad honorem dalla Carlo Bo. Commedia degli equivoci, la Calandria è la storia dei due gemelli, Lidio e Santilla, sepa- rati da piccoli che arrivano a Roma ognuno con un servo. Lidio ama Fulvia, moglie dello sciocco Calandro. Santilla vive travestita da uomo in casa del mercante Perillo che le ha de- stinato in sposa la figlia. La tra- ma si complica quando Calan- dro, si innamora di Lidio che ha visto entrare nella propria casa travestito da donna. Lo spettacolo è ancora in fase di preparazione e il regista Marco Rampoldi, che con Ronconi ha curato la cerimo- nia di apertura delle Olimpia- di invernali di Torino, ha ini- ziato a incontrare gli attori, tutti diplomati alla scuola di teatro di Ronconi. "Visto che si terrà in occasione delle celebrazioni per il V cen- tenario e la laurea ad honorem a Ronconi - dice Rampoldi - la Calandria deve recuperare la sua funzione, quella di evento nato per una festa". La compagnia è formata da giovani attori ma con molte esperienze alle spalle. "Alcuni non hanno l'età dei personag- gi che interpretano quindi de- vono scavare nelle loro carat- teristiche. Ci sarà una grande attenzione al linguaggio, all'i- taliano antico. Sarà uno spet- tacolo rigoroso ma al tempo stesso divertente". Nel cortile non ci sarà una vi- sione puramente frontale del- la messinscena. "La disposi- zione del pubblico - aggiunge Rampoldi - sarà vicina a quel- la rinascimentale, su due lati, per una fruizione che abbrac- cia la scena. Ci sarà un im- pianto con pedane a diverse altezze. Ci facciamo condurre dall'architettura del palazzo, che però non è solo una corni- ce. Ci sarà interazione con il luogo ". Il 27 maggio a Milano inizieranno le prime prove, poi, un paio di settimane pri- ma dello spettacolo, la com- pagnia si sposterà a Urbino. LUISIDA DE IESO U n excursus nel- la storia della musi ca con overture e me- lodie di Bach, B e e t h o v e n , Strauss, fino ai più contrem- poranei Gershwin e Morrico- ne. E’ il programma offerto dal Gruppo Musicale d'Ateneo che giovedì 25 maggio propo- ne al teatro Sanzio di Urbino, un concerto dal titolo "Prima e dopo il 1506". E' suddivisa in tre momenti la serata a cui par- tecipa anche il Gruppo Insie- me, un'associazione parauni- versitaria conosciuta per la qualità delle voci che arricchi- scono il coro. Si parte dalle ori- gini della musica: l'Epitaffio di Sìcilo composto da Sìcilo figlio di Euterpe, risalente al I-II se- colo D.C. e accompagnato dal salterio ad arco di Daniela Bat- tisti, diplomata in canto al Conservatorio Rossini di Pesa- ro. Particolarmente suggesti- va la canzona tragica "Como la rosa en la guerra", lirica che appartiene al Cancionero Se- fardì del 1500.Poi si esibiscono i 24 elementi del gruppo Musi- cale d'ateneo, guidato dalla bacchetta di Giovanni Moroni, presidente dell'associazione culturale. Fra le melodie pre- sentate: la Romanza per violi- no e pianoforte, opera 50 scrit- ta da Beethoven nel 1802 e Summertime di Gorge Gersh- win. Naturalmente non può mancare un omaggio a Wolf- gan Amadeus Mozart in ricor- do dei 250 anni dalla nascita del compositore di Salisburgo. In programma allora il Concer- to per pianoforte e orchestra K467. L'ultima parte della serata uni- sce i due gruppi in un ensemble di musica e voci. Sul palcosce- nico del Sanzio, più di cin- quanta elementi si esibiscono in canzoni contemporanee ac- cattivanti: in omaggio a Um- berto Garinei, il compositore scomparso nella sua casa ro- mana la scorsa settimana, la fa- mosa "Aggiungi un posto a ta- vola". Poi "One", tratta dal mu- sical "A chorus line" di Hamlish Kirkwood Dante, "Superstar", dell'opera rock Jesus Christ Su- perstar e "Il paese dei Baloc- chi" dal musical italiano "Pi- nocchio" dei Pooh.Quella del gruppo musicale d'Ateneo è una tradizione nata nel 1998 e istituzionalizzata solo nel 2002. Quest'anno sono impe- gnati 24 studenti dell'Universi- tà di Urbino che provano con impegno settimanale come una qualsiasi orchestra da ca- mera. Il "Gruppo Insieme", ospite della serata, nasce uffi- cialmente nel '96. Trenta ele- menti lavorano come cantanti, ballerini e attori in numerosi- spettacoli in giro per l'Italia. La compagnia devolve in benefi- cienza gli introiti di tutte le rap- presentazioni. ANNALISA SERPILLI “ Noi, marinai in cerca di libert à e speranza” S ono marinai anche loro. Lontani dalla terra ferma, approdati su un'isola, hanno cambiato vita e ora inseguono un sogno, il più grande che possano avere: tornare alla realtà di sempre, ri- trovare la libertà. L'allegoria de "Il Marinaio", l'opera che Fernando Pessoa scrisse in una sola notte nel 1913, calza a pennello per lo spettacolo che il 15 giugno andrà in scena nella Casa di reclusione di Fossombrone. Protagonisti 7 detenuti, fra i 28 e i 50 anni, che da anni sono rinchiusi nel carcere di massima sicu- rezza. Vivono proprio come marinai: per alcuni la speranza è quella di ritornare liberi, per altri, con- dannati all'ergastolo, il desiderio è ritrovare una di- mensione. Tempo e sogno, temi che ricorrono frequentemen- te nello scritto di Pessoa e che meglio non potrebbe adattarsi a quest'iniziativa (promossa dalla facoltà di scienze motorie in collaborazione con la casa cir- condariale di Fossombrone) che per la prima volta viene proposta nel carcere. "Volevamo parlare della situazione in cui vivono i detenuti, ma senza cadere nel patetismo e nei soli- ti luoghi comuni -afferma Cristian della Chiara che con Ciro Limone ha curato il laboratorio teatrale - e perciò abbiamo scelto un testo come questo in cui si parla di speranza e di libertà ". Da qui le linee guida del testo teatrale, un testo mol- to difficile, soprattutto per persone che all'inizio avevano difficoltà a leggere e scrivere: il tempo in- teso come durata, speranza, prospettiva, il sogno considerato invece come evasione mentale. Una scelta condivisa anche dagli stessi detenuti che, oltre a recitar,e sono diventati anche autori: "Lo spettacolo è stato riadattato, per questo abbia- mo inserito alcuni monologhi scritti proprio da lo- ro “ spiega Limone . Pensieri scritti con la lealtà di chi è consapevole del- la situazione in cui vive. "Molti sognano di parlare con la loro anima, di confidare paure e incertezze. Tutti sono spaventati dal tempo che non passa mai" aggiunge della Chiara Il laboratorio teatrale, nato come diversivo dallo stare in cella, in un secondo tempo è diventato per i detenuti un momento molto importante, di condi- visione e aggregazione. "All'inizio eravamo un po' titubanti, avevamo pau- ra che il progetto non sarebbe andato in porto - in- terviene Elisa Delsignore, la responsabile organiz- zativa - mentre ora c'è grande sintonia fra di noi tanto che speriamo di continuare a lavorare insie- me anche il prossimo anno". "Il Marinaio" è comunque qualcosa di più di un semplice spettacolo e qui sta la novità: si tratta di uno studio scientifico che mira a valutare quanto l'attività teatrale possa essere efficace nel ridurre il disagio psichico dei detenuti. Il laboratorio come farmaco e terapia quindi. "E' la prima volta - dice il professor Marco Rocchi, docente di statistica medica alla facoltà di Scienze motorie - che portiamo avanti un esperimento di questo tipo. Vogliamo analizzare le patologie che si sviluppano all'interno del carcere e capire se atra- verso il teatro vi possa essere un miglioramento. Al- l'inizio del laboratorio avevamo distribuito dei test, ora ne rifaremo altri e analizzeremo i risultati per arrivare a una conclusione." Per adesso però l'appuntamento è un altro. Quello sul palco, il 15 giugno. Loro, i marinai, sono emo- zionatissimi, anzi terrorizzati, dicono gli insegnan- ti: "Sono molto bravi e preparati, nonostante que- sto si sentono molto insicuri perchè non vogliono fare brutta figura - conclude Limone - e poi li co- nosciamo e sappiamo che sono agitatissimi, anche se non lo confesseranno mai". A sinistra il regista Luca Ronconi. A centro pagina “Il mese della ven- demmia” (1953), un dipinto di René Maigritte. A destra, il gruppo musicale d’ateneo car te llo ne Notte bianc a 25 MAGGIO In tutto il centro storico di Urbino In occasione del Meeting internazionale delle politi- che giovanili, saranno orga- nizzate visite notturne ai luoghi e musei della città, con concer ti, rassegna cine- matografica e giochi. Il programma: dalle 20, al Torrione di via Matteotti, cineforumon the road. Dalle 21, al teatro Sanzio, concerto del gruppo musi- cale d’ateneo. Dalle 21, piazza delle Erbe, mestieri della tradizione dell’arte. Dalle 21,15, al collegio Raffaello, concerto dell’accademia del Fado per la presentazione di “Luna Traversa” di G. Trapanese. Dalle 21,30, visita guidata agli oratori. Dalle 22, concerto itineran- te dei gruppi musicali folk. Dalle 22, danze popolari e musica dal vivo (piazzetta delle Erbe). Dalle 22, reci- tal “Poesia in pubblico e pubblico della poesia” a palazzo Ducale. Dalle 23, proiezione di foto, filmati e documentari in via Valerio. Dalle 23, visite a palazzo Ducale e alla Casa di Raffaello. Dalle 24, concer- to, in piazza Rinascimento, dei “Per presa visione”. Dalle 24, giochi di ruolo iti- neranti. Dalle 2, lettura poesie e laboratorio di scrittura poetica nell’ese- dra del teatro Sanzio. Mostre ETIOPIA Urbino, sala del Maniscalco Fino al 21 maggio Sguardo sul Corno d’Africa attraverso l’obiettivo di viaggiatori e fotografi africa- ni. Una rassegnata organiz- zata dall’associazione di orfani di Debre Markos per raccogliere fondi a favore di Berush Tesfa. TRADUZIONI Urbino, sala del Consigliare Fino al 28 maggio Raccolta di incisioni e opere grafiche con frammenti lirici di poeti spagnoli tra- dotti da Carlo Bo in occasio- ne dei 500 anni dell’univer- sità. Spettac oli IL BRUTTO ANATROCCOLO Urbino, teatro Sanzio 20 maggio (ore 21) L’Istituto comprensivo Giovanni Pascoli presenta la favola di Hans Christian Andersen: la storia del signor Hans, un uomo che aspetta la primavera per poter vedere la sua vera immagine. TEATRO OLTRE Urbino, teatro Sanzio 23 maggio (ore 21) “Under”, il balletto di Sasha Waltz &Guelts, spettacolo in due parti - la prima enigmati- ca e la seconda apparente- mente più ironica - sulle forme possibili dei rapporti tra individui. Cinema ANCHE LIBEROVA BENE Urbino, Nuova Luce dal 19 al 24 maggio Feriali: ore 21 Festivi: ore 18-21 Spaccato di vita tra le mura di casa, ispirato al neorealismo. Un film che intrec- cia i temi del- l’infanzia, delle problematiche di essere figli e della differen- za di sguardo tra generazioni. La storia ruota intorno alle figure di una madre assente e di un padre ossessivo. A farne le spese il giovanissimo figlio, Tommy. Opera prima di Kim Rossi Stuar t alla regia. Italia, 2005 Genere drammatico, di Kim Rossi Stuart con Barbora Bobulova e K.R. Stuart. VOLVER Urbino, cinema Ducale dal 19 maggio al 2 giugno Feriali: ore 20,30-22,30 Festivi: ore 16,30-18,30 20,30-22,30 Raimunda è una giovane madre costretta a svolgere più di un lavoro per sbarcare il lunario. La sorella Sole, abbandonata dal marito, gesti- sce un negozio di parrucchieri. Le due donne vengono a sapere della mor te della madre, ma soltanto Sole potrà andare al funerale... Al ritorno, si troverà di fronte un fantasma di sua conoscen- za che vorrà regolare le que- stioni con le due donne. Spagna, 2005 Genere drammatico, di Pedro Almodovar con Penelope Cruz e Carmen Maura. TI VA DI BALLARE? Urbino, cinema Ducale dal 19 al 26 maggio Feriali: ore 20,30-22,30 Festivi: ore 16,30-18,30 20,30-22,30 Ispirato a una sto- ria vera, un mae- stro di ballo inse- gna i passi a gio- vani ex carcerati. Usa, 2006 Genere musical, di Liz Friedlander, con Antonio Banderas e Rob Brown. Gruppo d’Ateneo in concerto Al Sanzio music he di Bac h e Mozart ILARIA IACOVIELLO il Ducato 12 13 UNIVERSITÀ N on è solo il prin- cipale grattacapo degli studenti. Anche l'universi- tà deve preoccu- parsi di pagare l'affitto. Più di un milione di euro all'anno, è il peso di que- sta voce nel bilancio della "Carlo Bo". Decine di palazzi di proprietà non bastano all'ate- neo per far funzionare la sua grande macchina. Col costante moltiplicarsi dei corsi di laurea ma non degli iscritti le aule, i laboratori e gli uffici scarseggia- no. Questo non è un problema nuovo. Solo che adesso il peso economico degli immobili che l'u- niversità è costretta a pren- dere in affitto comincia a farsi gravoso. In 10 anni questa spesa è raddoppiata, passando dai 613 milioni di lire dei primi anni '90 a più di un milione di euro. Tra le università di fascia media solo Siena spende di più in affitti, ben 2 milioni e settecen- tomila euro. Altre, come Lecce, Verona e Venezia pagano in media 200mila euro all'anno. Le università di Macerata e Perugia, come Urbino, toccano quota un milione di euro. Tanti soldi, soprattutto per un ente che sta faticosamente cercando di rimettere i conti a posto. Affidandosi, per fare cassa, a un rigoroso piano di risanamento che prevede tra le misure più urgenti la vendita dei collegi e dei terreni inutilizzati. Eppure intere facoltà sono in affitto. Solo per Farmacia, Lingue e Scienze Politiche l'università paga ogni anno più di cinque- centomila euro che finiscono nelle casse dell'Arcidiocesi. Questi corsi di laurea da decen- ni sono ospitati nei locali del- l'ex seminario di Piazza Rinascimento. "Si tratta di un introito rilevante per il bilancio della Curia" dice Giorgio Giampieri che segue da vicino la gestione patrimoniale della diocesi. Quanto importante Giampieri, però, non lo dice. L'università, poi, versa altri 82mila euro per l'Istituto di Scienze Filosofiche di via Bramante n° 16 e per l'Istituto di lingue in via Oddi 21. Il primo è di proprietà dell'Ordine dei frati minori, il secondo delle suore maestre pie Venerine. Dunque ogni anno i religiosi guadagnano circa seicentomila euro affit- tando immobili all'università. Immobili che, secondo le dis- posizioni dell'ultima Finanziaria, beneficiano dell'e- senzione dal pagamento dell'Ici, l'imposta comunale sugli immobili. Ma i locali degli enti religiosi da soli non bastano a soddisfare la necessità di spazi dell'ateneo, che per l'attività didattica e l'amministrazione ha bisogno di venti immobili, sparsi in tutto il territorio comunale. L'Istituto di ricerca sull'attività motoria e quello di Chimica organica sfruttano i locali costruiti alcuni anni fa dall'im- prenditore Loris Rusciadelli al Sasso. All'università costano più di centomila euro all'anno. Oltre a questi, tra i dieci immo- bili per i quali l'ateneo paga di più ci sono anche quelli dell'Istituto di moda e costume (costo: 46mila euro), di pro- prietà della famiglia Testa, e quelli della presidenza di Scienze motorie, al primo piano di un condominio di via Oddi (costo: 41milaeuro). Anche l'ufficio Erasmus è in affitto: si trova in una bella villa in via Pellipario, al costo di 1500 euro al mese. La famiglia Bernardini, proprietaria dello stabile, abita al piano di sopra e preferisce ospitare gli uffici universitari piuttosto che i molesti studenti. Ci sarebbero alternative all'uti- lizzo di questi locali, risparmian- do così una cifra consistente? Al momento no, perché quasi ogni metro quadro degli immobili intestati all'università nei regi- stri del Catasto è sfruttato per l'attività didattica: da Palazzo Albani alla Sogesta. Eppure, secondo i vertici della Carlo Bo, questa situazione potrebbe migliorare presto. "Dalla vendita dei collegi e dei terreni - dice Giancarlo Ferrero, preside di Economia e Prorettore con delega al bilancio - pensia- mo di ripianare il mutuo di 32 milioni di euro, impiegato per garantire liquidità all'ateneo in questi anni di conti in rosso. Solo così - continua Ferrero - potremmo chiedere in prestito altri soldi per realizzare i nostri due grandi progetti: l'amplia- mento della Sogesta e la siste- mazione dell'ex carcere". Operazioni che dovrebbero per- mettere all'Ateneo di risparmia- re sugli affitti. Un mensile online sull’Ateneo Spazio Zero “S pazio Zero", il primo g i o r n a l e o n l i n e dell'Ateneo, sarà pubbli- cizzato sulla rete dalla prossi- ma settimana. La testata, all'in- dirizzo www.uniurb.it/nume- rozero, è stata realizzata da una quindicina di studenti del corso di laurea specialistica "Editoria, media e giornali- smo", all'interno di un labora- torio organizzato da Gianni Lucarini, giornalista di Radio Rai, e Massimo Russo, vice direttore del portale Kataweb. L'esperimento è partito alla fine del 2004 e finora sono stati pubblicati quattro numeri monografici sulla statalizzazio- ne, sui finanziamenti per la ricerca, sulle nuove lauree triennali e sull'e-learning, la formazione a distanza. Ogni numero è corredato di intervi- ste audio e video a personaggi significativi per l'ateneo e la città. I ragazzi hanno realizzato da soli le pagine web e il mon- taggio delle interviste, utiliz- zando software disponibili su internet. "La pubblicizzazione sul web di Spazio Zero - afferma Lucarini - sarà il primo banco di prova di questo progetto, che potrebbe diventare un importante momento di confronto con le altre università italiane". Il giornale online di Urbino era già in rete sul sito all'università, ma come working project del corso di laurea specialistica della facoltà di Sociologia. Da lunedì affronterà il giudizio degli internauti con l'obiettivo di diventare un punto di riferi- mento per studenti e addetti ai lavori. "Spazio Zero - afferma Lucarini - sarà un aiuto in più per i giornalisti per compren- dere il mondo dell'università e le sue problematiche". Il giornale online è un labora- torio in crescita, che segue l'e- sperienza di delle prime radio universitarie e della tv di ate- neo (ancora in fase di speri- mentazione). "Per migliorare l'interattività e collaborare con altri atenei - annuncia Lucarini - aggiungeremo spazi di discus- sione e rubriche". Il prossimo passo è affrontare temi di attualità con una pub- blicazione mensile e creare una rete di collaborazione tra i più importanti atenei nazionali e internazionali. DESY D’ADDARIO Sono venti gli immobili che privati e istituti religiosi danno in locazione La polit ica t ra mass media e sondaggi Al via la II edizione del corso sugli effetti della comunicazione L’At eneo vende, ma paga più di un milione di affit t i Farmacia, Scienze politiche e Lingue nei locali che prima ospitavano il seminario. L’università versa solo all’Arcidiocesi più di 500mila euro all’anno Dalla cessione dei collegi i soldi per realizzare nuove aule alla Sogesta e all’ex carcere C osa sono i sondaggi e quali i loro effetti, perché i leader dei partiti usano i media, quanto incide la comunicazione nella politica. Temi dibat- tuti dagli esperti ma che possono diventare anche materia di insegnamento. Quella appunto del corso "Media, sondaggi e democrazia" organizzato da LaPolis, la scuola di formazione in Comunicazione politica e opinio- ne pubblica dell'istituto di Sociologia dell'università di Urbino. Un corso unico in Italia, quest'anno alla seconda edizione, rivolto a tutti coloro che, studenti, professionisti od operatori del set- tore, volessero avere le idee più chiare sull'argomento. "Le ragioni di questa iniziativa - spiega il prof. Ilvo Diamanti, diret- tore del laboratorio - sono legate all'importanza che i media e i son- daggi hanno assunto per la comu- nicazione. Sono due aspetti che fanno parte di un settore rilevante che è quello del marketing politi- co". La politica si intreccia dunque con i mezzi di comunicazione e li utilizza per attuare le proprie strategie di marketing. "Da una parte - continua Diamanti - ci sono i politi- ci che scelgono i media come l'arena in cui presentarsi per ottenere consensi e dall'al- tra i media stessi fanno politica perché hanno il potere di influenzare il proprio elettorato di riferimento". Senza dimenticare che i sondaggi sono diventati sempre più importanti e sono usati sempre più di continuo. "I sondaggi sono una stima su cosa sta avvenendo - chiarisce il professore - però servono a chi fa politica come strumento per condiziona- re". Le lezioni inizieranno il prossimo 26 maggio e continueranno poi nel mese di giugno mentre si terrà a settembre la ses- sione conclusiva. Si partecipa dietro iscri- zione ma il ciclo di incontri è preceduto da tre seminari introduttivi aperti al pubblico. Nei primi due, già avvenuti, si è discusso dei sondaggi sbagliati del dopo-elezioni e di che cos'è un giornale, prendendo spunto dai trent'anni di Repubblica. Nel terzo, in programma il prossimo 25 maggio si discuterà di televisione e politi- ca in tempi di campagna elettorale permanente. Rispetto all'edizione dello scorso anno il corso è più strutturato e si sta configurando come una vera scuola di formazione. "Gli incontri della prima edizione sono stati riflessioni più aperte e libere - sot- tolinea Diamanti - quest'anno si tratta di un vero corso, che almeno finché ci sarò io continuerà anche in futuro". Sempre di livello nazionale invece i docenti chiamati a tenere le lezioni. Docenti che arrivano a Urbino perché questa è una città con caratteristiche uniche, "un'Assisi laica dove si ci si può fermare e discutere". "Se non fossi io a chiamarli - conclude Diamanti - certo non si sposterebbero. Chi viene lo fa comunque con piacere, anche se per poche ore, perché questo è un luogo in cui si è immersi nel tempo ma che permette di fermare il tempo". Ilvo Diamanti durante il primo seminario introduttivo del corso, organizzato lo scorso 4 maggio all’università di Urbino Nell’infografica, la cartina di Urbino con i sei edifici più costosi affittati dall’università. Eccone altri dalla lista del Bilancio di previsione 2006: - Presidenza di Scienze motorie, via Oddi. Costo: 40mila euro all’anno - Aula lezioni, via Budassi 13. Costo: 40mila euro - Scienze morfologiche, via Oddi 21. Costo: 29mila euro - Istologia e psicologia, via Oddi. Costo: 25mila euro - Depositi e uffici vari, loc. Sasso. Costo: 23mila euro - Istituto di filosofia, via Saffi 9. Costo: 23mila euro - Ufficio economato, via S. Andrea. Costo: 20mila euro - Ufficio erasmus, via Pellipario 9. Costo: 17mila euro - Laboratorio di Scienze chimiche, via della Stazione. Costo: 15mila euro I PIÙ CARI LUCA DELLO IACOVO PAOLO RUSSO STEFANIA LA MALFA Istituto di ricerca sull’Attività motoria località Sasso Istituto di Scienze filosofiche via Bramante Facoltà di Scienze e Farmacia piazza Rinascimento Istituto e presidenza di Lingue e Semiotica piazza Rinascimento 110. 355 eur o 110. 355 eur o 46.555 eur o 46.555 eur o 52. 593 eur o 52.593 eur o 88. 575 eur o 88. 575 eur o 69.190 eur o 69.190 eur o 384. 770 eur o 384. 770 eur o Facoltà di Scienze Politiche piazza Gherardi Scuola “Moda e Costume” via Bramante il Ducato 14 Tredici at enei in sella alle due ruot e S econdo il Coni “l’Italia è una grande palestra a cielo aperto”. Parchi, giardini, spiaggia e montagna: ogni ambiente vale per dare sfogo alla voglia di sport. All’Isef di Urbino da molti anni si organizzano seminari di approfondimento sull’attività motoria in ambiente naturale, un nuovo modo di vivere il ter- ritorio e imparare anche a rispettarlo. Trekking, escursionismo, golf, aerobica: in due parole fitness outdoor, ginnastica all’aria aperta che permette di vivere in modo diverso la natura e risco- prirla. “Ci sono parecchie attività sportive - spiega il professor Ario Federici, docente presso la facoltà di Scienze motorie di Urbino - che possono essere articolate in ambienti naturali diversi, specie in un paese fra- stagliato come l’Italia e in una regione così completa come le Marche fatta di montagne, col- line e mare”. E proprio nelle Marche, sulle montagne del Montefeltro ai confini con la Toscana, nel parco del Sasso Simone e Simoncello e nell’omonima riserva naturale, Federici ha intenzione di realizzare i primi seminari “all’aperto” dedicati - per ora - agli studenti del corso di laurea in Scienze motorie. “Senza escludere che in futuro potremmo creare escursioni e giornate di sport aperte a tutti”. Intanto, dal 27 al 29 luglio si svolgerà a Sestino - piccolo centro in provincia di Arezzo ai confini con le Marche - il festi- val di documentari “Città del Sole”, tre giorni di attività ed eventi dedicati al cinema docu- mentaristico, in uno scenario affascinante tra natura e cultu- ra. Un primo modo per venire a contatto col territorio e svilup- pare il discorso dello sport all’a- perto. “Due giornate - spiega Federici - incentrate sulla rassegna cine- matografica, con la presenza di film premiati da altri festival, e opere selezionate dalla trasmis- sione Geo & Geo della Rai”. In attesa di scoprire la natura del luogo dal vivo, attraverso escur- sioni e attività motorie. (l . m. ) Al via la prossima settimana il cicloraduno dei dipendenti universitari L a cyclette si sposta all’aria aperta Fitness S i sfideranno tra salite e discese, sulle due ruote, a colpi di peda- li. Non sono atleti, non sono i professio- nisti del Giro d’Italia, ma hanno nel sangue l’amore per la bicicletta e da 21 anni si ritrovano tutti insieme per una due giorni che mescola agoni- smo e amore per la natura. Smessi i panni da tecnici e docenti, i dipen- denti di tredici università italia- ne indossano tute elasticizzate e caschetti, salgono in sella e danno vita ad un raduno cicloturistico che ogni anno si sposta in diverse città italiane. Quest’anno, in occasione dei festeggiamenti per il cinque- centenario dell’università loca- le, sarà proprio Urbino a ospi- tare la ventunesima edizione, sabato 27 e domenica 28. Firenze, Padova, Trieste, Milano, Venezia “Ca’ Foscari” e Venezia “Iuav”, Bologna, Pisa, Camerino, Chieti, Catania Reggio Calabria e, ovviamente, Urbino. Tredici atenei, tredici squadre per una due giorni in sella sulle colline del Montefeltro. Si comincia il 27 con il raduno in piazza della Repubblica e la prima prova, quella a crono- metro. Una gara individuale per l ’ assegnazi one della medaglia d’oro su un cir- cuito cittadino di 4 km: dalla piazza fino a porta S. Lucia, poi l’ospedale, la cir- convallazione, via Matteotti e infine il traguardo in piazza Rinascimento. Sulla carta sono favorite le squadre numerose: più atleti in pista, più possibili- tà di vincere. La squadra della “Carlo Bo”, con i suoi otto ele- menti, non ha i favori dei pro- nostici: “Ma abbiamo l’asso nella manica”, rivela Francesco Palazzi, tecnico dell’Istituto di chimica farmaceutica e uno degli organizzatori del raduno di quest’anno. “Si tratta di un dottorando in Scienze motorie, ma di più non diciamo per non rovinare la sor- presa!”. Domenica 27 la gara lascia il posto alla peda- lata turistica: un’ escur si one na t u r a l i s t i c a lungo il territo- rio. I ciclisti s c e n d e r a n n o fino a Calmazzo e da qui prose- guiranno verso la Gola del Furlo. Quindi Acqualagna e le lunghe strade verso Urbania prima di tornare a Urbino. Una vera arrampicata sulle discese più impegnative, ma anche un’affascinante per- corso alla scoperta di un terri- torio che non si finisce mai di conoscere. In questa seconda “gara” a vin- cere non sarà il migliore, ma il gruppo più numeroso. Sempre domenica premiazioni e pran- zo di gala all’hotel Fontespino. “Per noi si tratta soprattutto di un bel week end di divertimen- to - continua Palazzi - un modo per ritrovarci con i colleghi e dare sfogo alla nostra passione per le due ruote”. “E non ci sono solo maschietti - pre- cisa Palazzi - per- ché anche le donne amano pedalare e ai nostri raduni non mancano mai”. Il raduno è orga- nizzato dal C.r.d.u., il circolo ricreativo dipendenti universitari, e dall’A.s.d Cicloducale, l’asso- ciazione sportiva dilettanti che organizza anche la gran fondo Straducale, della quale il pros- simo 30 luglio si svolgerà l’edi- zione 2006. La corsa torna a Urbino il 27 e 28 maggio per celebrare i 500 anni della Carlo Bo Una gara a cronometro individuale e un giro turistico sulle colline feltresche A sinistra, un’immagine dell’edizione di Firenze 2004 In alto, la squadra di Urbino LUCA MORICONI 15 SPORT GIANVITO LO VECCHIO “A desso non metterei la mano sul fuoco nem- meno per il campi onato Pulcini”. Risponde con una bat- tuta il direttore sportivo dell’Urbino, Dodo Stefani, ma esprime bene lo stato d’animo del mondo calcistico sullo scan- dalo intercettazioni. “Non ho mai creduto ai complotti sugli arbitri: pensavo che al massimo ci fosse sudditanza psicologica verso i grandi club, in tutte le categorie. Ma la gravità della vicenda sta cambiando rapida- mente il modo di vedere l’intero sistema, anche per gli addetti ai lavori”. E, in effetti, le conse- guenze della rivoluzione in atto cominciano a vedersi anche nelle serie minori. “Alcuni sponsor cominciano a tirarsi indietro”, dice Massimo Baffioni, direttore sportivo della Fermignanese. “Il calcio era già in crisi di credibilità, ma questo è un colpo durissimo. Non solo per gli appassionati: i piccoli imprenditori che sostengono i club dei dilettanti si stanno allontanando da un mondo per- cepit sempre più corrotto”. Una questione seria per un sistema con interessi economici meno forti, ma in cui sono riprodotti in scala ridotta gli stessi proble- mi del professionismo. Dagli arbitri “condizionabili” ai pro- curatori invadenti. “Nelle categorie inferiori il livel- lo dei fischietti non è eccellente - spiega Baffioni - e in alcuni casi è evidente la sudditanza psicologica verso le squadre più forti”. Poca cosa rispetto al sistema Moggi-Pairetto, ma nel- l’ultimo campionato di Eccellenza c’è stato un piccolo “caso Fossombronese”. Dopo alcune partite con un arbitrag- gio troppo favorevole alla squa- dra di Bikkembergs, alcuni club hanno fatto un esposto alla Figc. Ma in poco tempo la vicenda si è esaurita. Sudditanza psicologica a parte, ci sono pressioni particolari? Arbitri chiusi nello spogliatoio da dirigenti infuriati? “Be’ - dice Stefani - tante volte ho visto le giacchette nere assediate da tifosi inferociti a fine partita, è un classico. Però ultimamente le cose vanno meglio”. L’alt ra faccia del pallone I Giovanissimi dell’Urbino sfidano il Fermignano I ragazzini sono ancora al luna park accanto al campo, quando arriva “il mister”. Basta un colpo di clacson per richiamarli: tutti prendono i borsoni e via nello spogliatoio. Poi inizia l'allenamen- to. “Giocare, esercitarsi e giocare ancora: ecco la mia ricetta”: spiega Carmelo Chillemi, alle- natore dei giovanissimi dell’Urbino Calcio, classe ’92 e ’93. La sua squadra ha appena ini- ziato un torneo a livello regionale. La prima partita l’ha vinta la set- timana scorsa: 4 a 1 con l’Urbania. Domani l'aspettano i ragazzi della Fermignanese, reduci da un pareggio con l’altra squadra del girone, il Valcesano. Chi arri- verà primo andrà a disputare le finali a Ancona, con le vincitrici delle altre province. “Questo è il calcio puro, come dovrebbe essere - dice Chillemi - senza nessun interesse, soltan- to per il divertimento”. La cosa più importante, per il “mister”, ma in genere per la società, è l’aspetto educativo: rispetto delle regole, dell’arbitro, dell’av- versario. “I miei ragazzi non si lamentano mai con l’arbitro - spiega l’allenatore - non simula- no scorrettezze degli avversari e non esiste la cultura del fallo tattico”. Nell’ultimo torneo le ammonizioni subite sono state soltanto due: un record. E poi spirito di sacrificio, senso di appartenenza al gruppo, altruismo, coraggio e fantasia. Luca, difensore centrale, è il capitano della squadra: “La maggior parte di noi - racconta - abbia- mo cominciato a gioca- re insieme fin da picco- lissimi”. Molti sono compagni di scuola, amici anche fuori dal campo. E per cementa- re la squadra non man- cano le uscite tutti insieme in pizzeria, magari per festeggiare una vittoria. Un gruppo unito, insomma, e ospitale, tanto che chi scrive ha finito per essere invitato a giocare in un’a- michevole tra la squadra dei più piccoli e la “prima squadra”. Mario, il centravanti titolare, è un osso duro da marcare. I difensori della Fermignanese sono avvisati. SALVATORE LUSSU Ma il sistema Moggi non è solo sorteggi pilotati. C’è anche la società di procuratori guidata dal figlio, che gestisce una larga fetta di calciomercato. E come in serie A, anche in provincia i procuratori sono una realtà influente. “Il fenomeno è cre- sciuto a dismisura negli ultimi anni - spiega Stefani - Prima i rapporti tra le società erano diretti. Ora se chiamo un gioca- tore, quasi sempre mi rimanda al procuratore”. Alcuni hanno il patentino, altri lo fanno in maniera più artigianale, e ci sono anche piccole società di consulenza. Nelle Marche sono 3 o 4 e influiscono sulle scelte di molti calciatori, professioni- sti e dilettanti. In alcuni casi, gestiscono il mercato di intere squadre. “Spesso sono d’aiuto ai club - ammette Baffioni - ma dobbia- mo stare attenti agli ‘avvoltoi’ che si avvicinano ai ragazzini”. Promettono una grande carrie- ra nelle serie maggiori e solleti- cano le ambizioni dei genitori. Fino ai quattordici anni, i pic- coli giocatori sono liberi di tra- sferirsi da una squadra all’altra, anche se in genere giocano nel club cittadino. A 14 anni, però, la società diventa titolare del cartellino e c’è quindi una gara per assicurarsi i giovani più promettenti. “Cerchiamo sem- pre di tutelare i ragazzi, per evi- tare che si brucino - dice il ds della Fermignanese - Ma è una lotta difficile”. Soldi e ambizioni all’origine di tutti i mali? “Se gli interessi economici si ingigantiscono - conclude Stefani - ci si può aspettare di tutto. Per fortuna ai nostri livelli, alle soglie del professionismo, la componen- te sportiva è ancora abbastanza forte”. Arbit ri “ impaurit i” e falchi procurat ori Anche gli sponsor cominciano a tirarsi indietro Calcio, tra i dilettanti gli stessi problemi dei professionisti Nella foto, i Giovanissimi dell’Urbino Calcio durante un allenamento il Ducato 16 MASS MEDIA ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: GIOVANNI BOGLIOLO, Rettore dell'Università di Urbino "Carlo Bo". Vice: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l' Università: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU- SEPPE PAIONI; per l' Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: PAOLA DE CRESCENTINI, SAURO BRANDONI; per la Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICO MASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore: GIOVANNI MANTOVANI Coordinatori: VITTORIO ROIDI, GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI I L DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 www.uniurb.it/ giornalismo; e-mail: reda- [email protected] Diret t ore responsabile: GIOVANNI MANTOVANI St ampa: Arti Grafiche STIBU - Urbania (PU) - 0722319431 Registrazione Tribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991 D opo anni di monopolio della televisione, il nano mediatico ha lanciato la sfida e fa concor- renza ai giganti dell'informazio- ne. In Italia, 37 milioni e mezzo al giorno di persone ascoltano abitualmente la radio. Un feno- meno attestato in Italia dalle ultime rilevazioni dell'Audiradio. Il segreto? Secondo giornalisti ed esperti americani, il punto di forza della radio, delle stazioni pubbliche in particolare, è la credibilità. Oltreoceano, 26 milioni di ame- ricani si sintonizzano ogni setti- mana sulle oltre 800 stazioni indipendenti della radio pubbli- ca americana, la National Public Radio. Diane Rehm, icona della radio pubblica americana, conduce da oltre venti anni il Diane Rehm Show, nel suo discorso in occasione dell'Urbino Press Award, si è detta convinta che "Ciò che distingue la radio pub- blica dagli altri network è il rap- porto di fiducia con gli ascolta- tori. Il nostro dovere è fare infor- mazione in modo equilibrato, dando spazio a tutte le posizio- ni. Che si tratti delle intercetta- zioni telefoniche non autorizza- te o della guerra in Iraq e delle bugie che sono state raccontate per convincere l'opinione pub- blica, alla Npr ci sforziamo di mostrare le vicende nazionali da più punti di vista per dare un'i- dea il più completa possibile degli eventi. Oggi si assiste a una moltiplicazione dei canali infor- mativi, il valore aggiunto della radio è il filo diretto con gli ascoltatori. La crescita della radio pubblica dipende però dalle sottoscrizioni di privati e ascoltatori. Più fondi sarà in grado di attirare, più la radio pubblica farà concorrenza alle radio satellitari e commerciali, ai blog e al broadcasting, attraendo ascoltatori. Il futuro è un'incognita. Comunque non c'è dubbio che ci sia stata una crescita degli ascolti per la radio pubblica nel nostro Paese. Il mio programma è cresciuto del 12 per cento solo nell'ultimo anno". Secondo Dan Kennedy, profes- sore alla Northeastern University School of Journalism, la National Public Radio ha le caratteristiche giuste per la sua epoca: "Un'epoca in cui le per- sone chiedono notizie facili da reperire, semplici da seguire e integrabili in una cultura a lavo- ro intensivo". Negli Usa, come nella maggior parte dei paesi industrializzati, ogni giorno milioni di persone si spostano per lavoro e la radio li accompa- gna con un flusso continuo di intrattenimento e informazione. Per Felice Lioy, presidente di Audiradio: "Il successo della radio è dovuto alla sua portabili- tà. L'11 settembre ha accelerato il fenomeno. In un mondo che vive sempre più situazioni di emergenza, le persone vogliono essere aggiornate continuamen- te, in modo rapido e semplice. La Rai ha fatto uno sforzo note- vole per risollevarsi dopo un periodo non proprio brillante. Ha investito nell'informazione e nei programmi d'intrattenimen- to che fungono da traino e da elementi di fidelizzazione degli ascoltatori. Ma sono soprattutto le radio private a far registrare la crescita più forte. Dopo anni di ribasso di popolarità, c'è stato un incremento progressivo negli ascolti, fino al picco del primo semestre del 2006, con 37 milio- ni e mezzo al giorno di ascolta- tori radiofonici. Ma Enrico Menduni, professore di teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo, mette in guar- dia: "A fronte di un contenuto aumento degli ascolti radiofoni- ci, soprattutto grazie alle 14 sta- zioni nazionali private, la Rai è in perdita. Il comparto radio della Rai rappresenta il 20 per cento, contro il 45 per cento del- l'ascolto televisivo. Dagli anni Ottanta a oggi, la radio ha perso il 40 per cento degli ascoltatori, una caduta verticale. I dati dell'Audiradio sono viziati per- ché la Rai ne controlla il 33 per cento delle azioni". Secondo Menduni, il problema principa- le della nostra radio pubblica è un modello superato della pro- grammazione. "La radio è un mezzo di flusso e l'organizzazio- ne in palinsesto rigido non fun- ziona. A fronte di programmi d'intrattenimento di successo come quello di Fiorello, il resto della giornata non è competiti- vo". Anche sul mercato america- no, Menduni è chiaro: "La quota di mercato della radio pubblica è inferiore al 2 per cento, un setto- re di nicchia, dunque". Radio Usa: inizia la rimont a Esperti americani: canale pubblico campione di credibilità ma rimane di nicchia Menduni: in Italia dati mistificati, crescita degli ascolti e Rai in caduta libera. “Sbagliata la programmazione” I segreti del successo restano immediatezza e portabilità Pochi fondi per i canali pubblici ALESSIA GIZZI Tra network privati e reti pubbliche Negli Stati Uniti, l'informazione televisiva è monopolizzata dai grandi network: Abc, Cbs, Nbc, Fox, Cnn e Msnbc. Tutti controllati dai principali gruppi di interesse del Paese, che coincidono con gli inserzionisti, loro fonte primaria di entrate. Accanto al settore privato, esistono un canale pubblico televisivo, la Pbs, e uno radiofonico, la National Public Radio, nata nel 1970, in piena era reaganiana, come radio non-profit che si sostiene grazie alle fondazioni private e ai contributi degli ascoltatori. LA RADIO E LA TV DEGLI AMERICANI Gli ascoltatori vogliono essere aggiornati di continuo, con notizie facili da reperire e semplici da seguire, integrabili in una cultura a lavoro intensivo ’’ ’ ’
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