Cechov-Racconti Umoristici TESTO

March 23, 2018 | Author: Livio Liotta | Category: Anton Chekhov, Beauty


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il Narratore audiolibriAnton P. Čechov – Racconti umoristici IL NARRATORE AUDIOLIBRI PRESENTA Racconti umoristici di Anton P. Čechov 01 - Un cognome cavallino Al maggior generale a riposo Buldeiev avevan preso a dolere i denti. Egli sciacquava la bocca con acquavite, con cognac, applicava al dente malato della gruma di tabacco, dell'oppio, della canfora, del petrolio, spalmava la guancia con iodio, negli orecchi aveva dell'ovatta imbevuta di spirito, ma tutto ciò o non giovava, o gli provocava la nausea. Alla proposta di estirpare il dente malato il generale aveva risposto con un rifiuto. Tutti i familiari - la moglie, i bambini, la servitù, perfino lo sguattero Pet'ka - proponevano ciascuno un suo rimedio. Tra l'altro, anche l'intendente di Buldeiev, Ivan Jevseic', venne da lui e gli consigliò di curarsi con gli scongiuri. «Qui, nel nostro distretto, eccellenza» disse, «un dieci anni fa era in servizio l'impiegato del dazio Jakov Vassilic'. Nello scongiurare il mal di denti era di prima qualità. Soleva voltarsi verso la finestra, mormorare qualcosa, sputare, ed era fatto! Una tal forza gli era stata data... ». «E dov'è adesso?». «Dopo che l'hanno licenziato dal dazio, abita a Saratov dalla suocera. Ora non vive che sui denti. Se a qualcuno un dente si mette a far male, si va da lui, e giova... Quelli del posto, di Saratov, li cura a casa propria, e quelli che sono di altre città, per telegrafo. Mandategli, eccellenza, un telegramma, dicendo ch'è così e così... al servo di Dio Aleksèi dolgono i denti, prego guarire. E il denaro per la cura lo manderete per posta». «Insulsaggini! Ciarlataneria!». 1 il Narratore audiolibri Anton P. Čechov – Racconti umoristici «Ma voi provate, eccellenza. È molto amante della vodka, non vive con la moglie, ma con una tedesca, bestemmia, ma, si può dire, è un signore miracoloso! ». «Mandalo, Alioscia» supplicò la generalessa. «Tu, ecco, non credi negli scongiuri, ma io ho provato su me stessa. Anche se non credi, perché non mandare? Non ti seccheranno mica le braccia per questo». «Be', d'accordo» acconsentì Buldeiev. «Qui non solo all'impiegato del dazio, ma anche al diavolo manderesti un telegramma... Oh! Non ne posso più! Be', dove abita il tuo impiegato del dazio? Come scrivergli? ». Il generale sedette davanti alla tavola e prese in mano la penna. «A Saratov ogni cane lo conosce» disse l'intendente. «Vogliate scrivere, eccellenza: città di Saratov, dunque... A sua nobiltà il signor Jakov Vassilic'... Vassilic'...». «Be'?». «Vassilic'... Jakov Vassilic'... e di cognome... Ecco che il cognome l'ho dimenticato!... Vassilic'... Diavolo... Com'è dunque il suo cognome? Poc'anzi, quando venivo in qua, me ne ricordavo... Permettete... ». Ivàn Jevseic' levò gli occhi al soffitto e mosse le labbra. Buldeiev e la generalessa aspettavano impazienti. «Ebbene? Pensa più svelto!». «Subito... Vassilic'... A Jakov Vassilic'... Ho dimenticato! È anche un cognome così semplice... cavallino; si direbbe... Giumentin1? No, non Giumentin. Un momento... Stallonov forse? No, nemmeno Stallonov. Ricordo ch'è un cognome cavallino; ma quale, m'è uscito di capo...». « Puledrov? » . «Proprio no. Un momento... Giumèntizin... Giumèntikov... Kobeliòv...». «Questo è già canino2, e non cavallino. Stallòncikov? ». «No, nemmeno Stallòncikov... Cavallinin... Cavalkòv... Puledrin... È sempre un'altra cosa!». «Be', allora come potrò scrivergli? Pensaci!». «Subito. Cavalkin... Giumentkin...Timonièr3...» Questo nome, e a tutti i successivi, per mantenere il sapore della novella, viene data la corrispondente forma italiana, salvo le terminazioni russe, che si conservano. 2 Viene infatti da kobèl, cane (maschio). 3 Timoniere, o cavallo delle stanghe. 2 1 il Narratore audiolibri Anton P. Čechov – Racconti umoristici «Timonierkov?» domandò la generalessa. «Proprio no. Bilancinkin4... No, non è questo! Ho dimenticato! ». «Allora perché mai, che il diavolo ti porti, ti fai avanti coi tuoi consigli, se hai dimenticato? andò in collera il generale. «Vattene fuori di qui!». Ivàn Jevseic' uscì lentamente, e il generale si afferrò la guancia e prese a girare per le stanze. «Oh, padri miei!» si lamentava. «Oh, mamma mia! Oh, vedo le stelle!». L'intendente uscì in giardino e, levati gli occhi al cielo, cercò di rammentare il cognome dell'impiegato daziario: «Stallòncikov... Stallonkovski... Stallònenko... No, non è questo! Cavallinski... Cavallevic'... Stallònovic... Giumentianski...». Dopo un po' di attesa lo chiamarono dai signori. «Te ne sei ricordato?» domandò il generale. «Proprio no, eccellenza». «Forse Corsierski? Cavalnikov? No?». E nella casa si misero tutti a gara a inventar dei cognomi. Passarono in rassegna tutte le età, i sessi e le razze dei cavalli, ricordarono la criniera, gli zoccoli, i finimenti... In casa, in giardino, nella stanza dei servi e in cucina le persone andavano da un angolo all'altro e, grattandosi la fronte, cercavano il cognome... L'intendente veniva di continuo chiamato in casa. « Mandriòv?» gli domandavano. «Zoccolìn? Staillonovski?». «Proprio no» rispondeva Ivàn Jevseic' e, levati in alto gli occhi, continuava a pensare ad alta voce: «Destrièrenko... Destrièrcenko... Stallonieiev... Giumentieiev...». «Babbo!» si gridava dalla stanza dei bambini. «Troikin! Briglietkin!». Tutta la casa di campagna fu sottosopra. Il generale impaziente, sfinito, promise di dare cinque rubli a chi avesse ricordato il vero cognome, e a cercare Ivàn Jevseic' cominciarono a venire a intere frotte... «Baiov!» gli dicevano. «Trottatorski! Cavallitski! ». Ma giunse la sera e il cognome non era ancora stato trovato. E così andarono a dormire, senza aver mandato il telegramma. Il generale non dormì tutta notte e andò sempre da un angolo all'altro, gemendo... Dopo le due del mattino usci di casa e bussò alla finestra dell'intendente. 4 Da bilancino o trapelo (il cavallo di rinforzo). 3 . Al mattino il generale mandò nuovamente per il dottore. Questa voce non produsse sugli abitanti alcuna 4 .. Cavalski. colombello.... non è Castronov. Per me adesso quel cognome è più caro. «No. eccellenza» rispose Ivàn Jevseic' e sospirò come un colpevole. eccellenza! Mandate un telegramma ad Avenov! ». «Ho trovato... è cavallino.». Questo anzi lo ricordo benissimo».. con voce alterata. «Ivàn Jevseic! » gli si rivolse il dottore. ma qualche altro!».. A giudicar dalle rughe che gli solcavano la fronte e dall'espressione degli occhi. Correggionov... fece un certo qual bizzarro sorriso e.. che Dio conservi in salute il dottore! Avenov! Avenov è il cognome dell'impiegato daziario! Avenov. il dottore salì sul suo calesse e andò a casa. «Soggolin.. Ivàn Jevseic' guardò ottusamente il dottore. «Ma forse non è un cognome cavallino. senza dir nemmeno una parola in risposta.. Arriva il dottore ed estrasse il dente malato. e il generale tornò tranquillo. Fatta l'opera sua e ricevuto quel che spettava per il lavoro. battendo le mani. «Parola d'onore. eccellenza! si mise a gridare gioiosamente. «Non ho più bisogno del tuo cognome cavallino! To'!». i suoi pensieri eran tesi. piombando nello studio del generale.. Sono sfinito!». eccellenza. ». Fuor del portone in un campo incontra Ivàn Jevseic'. corse verso la casa padronale con tanta rapidità come se lo avesse inseguito un cane arrabbiato. mio caro. ma è cattiva assai. «Isabellov. pensava a qualcosa. «Ho trovato. «Non ho più la forza di sopportare. tormentosi.. mi sembra. «To'! » disse il generale con disprezzo e gli fece le corna sotto il viso. d'ogni cosa al mondo. Čechov – Racconti umoristici «Non è Castronov?» domandò con voce di pianto. «Non potrei.Il Leone e il Sole In una delle città situate da questa parte della catena degli Urali si diffuse la voce che giorni prima era giunto in città e si era fermato all'albergo Giappone il dignitario persiano Rachat-Chelam.» mormorava. «Come sei smemorato. Il dolore si calmò immediatamente. «Lo estragga!» si risolse. comprar da voi un cinque stai d'avena? I nostri contadini mi vendono l'avena.». L'intendente stava sul ciglio della strada e.. guardandosi riconcentrato sotto i piedi. 02 ..il Narratore audiolibri Anton P. che risonò come il batter di una gamba di legno contro un'asse. più se n'ha voglia. era seduto sul pavimento e rovistava nella valigia. lo desiderava appassionatamente. La sorte lo favorì. fosse venuto il momento propizio per fare del suo appassionato. più si han decorazioni e medaglie. Gli pareva che il destino stesso gli avesse inviato quel Rachat-Chelam e che. sorridendo.. gli occhi a fior di testa. l'insegna della Croce Rossa e l'insegna della «Società di Salvataggio sulle Acque». «Prego scusare il disturbo» cominciò Kutsin. Rachat-Chelam. e questa volta ormai meditò fin proprio a sera.il Narratore audiolibri Anton P. Stimo dover mio onorare sotto l'aspetto della vostra persona. e questo ciondolo. Il solo sindaco della città. Egli sapeva a meraviglia che per ricevere quest'ordine non necessitava né battersi. Il giorno dopo. 5 . L'arrivo dell'illustre persiano lo aveva fortemente incuriosito. che si incrociavano). pazzamente. «A Parigi. e in fez. per così dire. somigliava da lontano a qualcosa di speciale e passava benissimo per un segno di onorificenza. Il fatto è che Kutsin aveva due medaglie. il sindaco tornò a farsi pensoso. Venuto dalla Giunta a casa sua. Il persiano si volse e borbottò qualcosa in pessima lingua francese. il rappresentante d'una potenza a noi amica e vicina. «Uhm!. Čechov – Racconti umoristici impressione: era arrivato un persiano. ma ci voleva solo un'occasione propizia. e fosse pure. Stepàn Ivànovic' Kutsin. né fare un'elargizione a un asilo. la Stanislao di terza classe. E ora gli pareva che quest'occasione fosse venuta. un asiatico colossale dal lungo naso di beccaccia. o a Londra». infilato all'occhiello della divisa. finalmente. appreso dal segretario della Giunta l'arrivo dell'orientale. intimo sogno una realtà. Quand'egli entrò nella camera dell'illustre persiano. «Ho l'onore di presentarmi: cittadino emerito ereditario e cavalier Stepàn Ivànovic' Kutsin. Dunque un pezzo grosso?». È poi risaputo che.. sindaco del luogo. e pranzato. e si recò al Giappone. quest'ultimo era solo e non faceva nulla. e il sindaco della città da un pezzo già desiderava ricevere l'ordine del «Leone e Sole». a mezzodì. si fece pensoso e domandò: «Dove si reca?». e inoltre si era fatto ancora un ciondolo (fucile e chitarra d'oro. sembra. la catenella. egli mise tutti i suoi distintivi. «Ma il diavolo lo conosce». E Kutsin prese a richiamarsi in mente delle parole straniere. «si toccano strettamente con le frontiere della nostra vasta patria... L'illustre persiano si alzò e tornò a borbottare alcunché in una lingua legnosa. non si può parlare davanti a testimoni.». e diceva: «Comprené? Vuì? Come lord-mer e munizipale. a esprimervi solidarietà». come farò a discorrer con lui?» pensò. Così nel testo. 6 . e per ciò le mutue simpatie mi spingono. musié. ora una spalla.» mormorò.. 7 Storpiatura di: Oui? Coniprenez? Sì? Capite? 8 Per prontenade. Kutsin puntò un dito su Venezia e con due dita raffigurò delle gambe in cammino. accosto all'uscio che metteva nel ristorante Giappone. Quindi i due indossarono il cappotto e usciron dalla camera. disse: 5 6 Cioè lord-nzaire. beene.. ma sorrise e disse: «Biene. nome dato al capo dell'amministrazione municipale di Londra. Gli venne in aiuto un quadro con una grossa scritta «La città di Venezia». passeggiata.. a quanto pareva. Egli voleva esprimere a parole o in mimica la sua posizione sociale e non sapeva come farlo. Čechov – Racconti umoristici «I confini della Persia» continuò Kutsin il saluto anticipatamente mandato a memoria. «Be'. a suo avviso. Il persiano non capì nulla. senza levar gli occhi dalle sue medaglie e indovinando. per così dire. scosse la testa in segno che non capiva.il Narratore audiolibri Anton P. poi alla propria testa. capì la parola promenàz e scoprì i denti cortesemente. Egli accennò col dito alla città.. vi propongo di fare un piccolo promenàz8 Cornprené? Un promenàz. «lo sono il sindaco della città. si ottenne la frase: «Io sono il sindaco della città». Kutsin. L'interprete lo strombazzerebbe poi per tutta la città». quali le conosceva dai giornali. che non conosceva le lingue. «Sarebbe bene ora mandar per un interprete... appeso al muro. Si fermò e..». Vuì? Comprené7?.. e in tal modo.. «Cioè il lord-mer5. munizipale6.. Kutsin pensò che non sarebbe stato male fare un trattamento al persiano. ch'era il personaggio più importante della città. Mezz'ora dopo il sindaco andava battendo al persiano ora un ginocchio.. Giù. Rachat-Chelam. ma è una faccenda delicata. indicandogli le tavole.. allegro. Comprené?». a Sua Eccellenza in camera due dorsi di storione. Di Russia. le reciproche. simpatie.. accennò a sé in petto. sciarnpagn9. ambasciator preclaro. E in vostr'onore. Il giorno dopo. il progresso. dopo breve attesa. evidentemente. Gli abitanti videro come il loro Stepàn Ivànovic'. per così dir. 9 Cioè purée. Poi il sindaco della città e il dignitario persiano andarono a visitare il giardino zoologico. Il sindaco dissigillò e vi scorse una caricatura. mostrandogli le cose singolari della città. diceva: Tra due reami d'amistade in segno. i due sedevano nella miglior saletta del ristorante. dico. per così dire. e. Vi era disegnato Rachat-Chelam. come in segno di assenso. «Beviamo alla prosperità della Persia!» diceva Kutsin. Egli piantò la forchetta in un filetto di storione e. bevevano sciampagna e mangiavano. entrecôte. qualcosa già sapevano e indovinavano.. che sian dei migliori!». scotendo entusiasticamente la testa. passata. sorridendo beffardo: «I persiani hanno tale uso: se da voi viene un ospite illustre. rosso dallo sciampagna.. disse: «Lukà. benissimo». guidava il persiano per le vie principali e per il bazar. L'illustre persiano mangiava e beveva con grande appetito. «Bien? Ecco.. antrecot.. e d'Iran la nazione. 7 . recapitarono un plico.. tendendogli le braccia. Saremo di fede differente.. dovete di propria mano sgozzar per lui un montone». costata. sorridendo.. sciampagna. piurè. disse: «Biene! Bien!». di mattina. A sera i due sedevano all'albergo Londra e ascoltavano le arpiste. non guasterebbe. «Vi piace?» si rallegrò il sindaco. poi. e davanti a lui stava ginocchioni lo stesso sindaco della città che. molto soddisfatto. Fra l'altro. i mercati asiatici..». il sindaco era in Giunta. e il persiano prese a scuotere il capo.il Narratore audiolibri Anton P. poiché il segretario gli si accostò e disse... caro. rivolto al cameriere. ma i comuni interessi. non si sa... poi di nuovo il leone e il sole. «Noi russi amiamo i persiani. e dove furon la notte. E dopo breve attesa. L'insigne ospite capì e. ricevuto per posta.. il sole.. Čechov – Racconti umoristici «Secondo l'uso russo. E.... mise in mostra i suoi denti bianchi. in alto. champagne. e lo conduceva anche in torre di vedetta. gl'impiegati. eccetera. gli abitanti videro com'egli si fermò presso il cancello di pietra con leoni e additò al persiano dapprima un leone. fa' mandare. le conquiste pacifiche. e dopo cena il persiano partì. Ne aveva una voglia appassionata. fine signora sulla quarantina. dentro un bruciore. evidentemente desiderando offrire all'ospite uno spettacolo raro. tutt'e due rossi. un po' turbato. simile a risucchio alla bocca dello stomaco. Si sentiva l'anima oppressa. Accompagnandolo. ma serio. con la pelliccia aperta. ed era stizzito che nessuno s'imbattesse in lui e vedesse sul suo petto il «Leone e Sole». positivo e austero. un trentacinque gradi sotto zero. fumando un sigaro. coi sigari tra i denti. mostrandogli le cose notevoli della città. tormentosa. e spirava un vento tagliente. Scusatemi però: sono un somaro. che voi potete aiutarmi in una faccenda delicata. A mezzogiorno era già di nuovo dall'illustre persiano. giacché i pompieri in quel momento erano al bagno. e versò perfino qualche lacrima. e il cuore gli batteva inquieto: aveva voglia ora di ricevere l'ordine serbo del «Takovo». e di molti altri affari dei quali è uso parlare solo a bassa voce. Čechov – Racconti umoristici Me stesso scannerei come un montone. 03 . sedeva Liubòv Grigòrievna. con la pelliccia aperta sul petto. intirizzì ben bene. che passeggiava di sotto: «Suona l'allarme!». in uno dei suoi giorni di franchigia. che si occupava di matrimoni. beati. e il sindaco. e diceva: «Lietissimo di far conoscenza. Stepàn Ivànovic' camminava per la via. senza potere in alcun modo prender sonno.Lieto fine Dal capotreno Stic'kin.il Narratore audiolibri Anton P. gridò: «Salutate per noi la Persia. ma non per lungo tempo. Camminò così fino a sera. Stepàn Ivànovic' scambiò tre baci con lui. E quando il treno si mosse. di nuovo lo conduceva al cancello di pietra e di nuovo accennava ora il leone. importantissima. Ditele che noi l'amiamo!». all'uso russo. posata. Vi era un forte gelo. e la notte si girò sempre da un fianco sull'altro. risalirono in torre. Ma allarme non ne seguì. Passarono un anno e quattro mesi. Il sindaco provò un senso spiacevole. Stic'kin. camminava per la stanza. Cenarono al Londra. di nuovo gli faceva gli onori e. 8 . ora il proprio petto. dopo pranzo.. Pranzarono al Giappone. gridò dall'alto alla sentinella. Semiòn Ivànovic' vi ha raccomandata sotto quest'aspetto.. ora il sole. «Questo si può» ripeté. «Vedete. Sebbene non abbia un gran patrimonio. vi garberebbe?». E perciò vivissimamente pregovi. eccetera. Io. cosa del destino. ho altresì denari in banca. da luogo a luogo. l'apparenza ha una 10 Invece d'Imeneo. Io sono un uomo della classe istruita. facendo così derivare la parola da igumeno.» disse Stic'kin. «Bevete. e senza nessuno con cui consigliarmi. ammalandomi. Liubòv Grigòrievna. Liubòv Grigòrievna. se per me tutti sono sconosciuti? Ecco perché Semiòn Ivànovic' mi consigliò di rivolgermi a una persona che è specialista in questo ramo. positivo e sobrio.. con denari.. 9 . chi sono io? Un senzafamiglia. posso mantenere presso di me la creatura amata e i figli. Voi in città conoscete tutte le ragazze da marito e vi è facile sistemarmi». tal quale come un qualsiasi prete cattolico. e in questa città non conosco nessuno.il Narratore audiolibri Anton P.. ho ormai cinquantadue anni. che ho risparmiato in conseguenza del mio tenor di vita. «Questo si può. fra di noi.». Ho un impiego solido. Con gesto abituale la mediatrice portò il bicchierino alla bocca e lo vuotò. certo. meno una vita giudiziosa e conforme. e. ma a guardarmi da un certo punto di vista. in generale. Liubòv Grigòrievna. io. il superiore del monastero ortodosso.. cioè contrarre legittimo matrimonio con qualche degna persona». Per me la bellezza e. senza soddisfazione alcuna. «È una buona cosa!» sospirò la mediatrice.». oltre lo stipendio. un altro le bionde». «E quale ragazza. l'ammogliato ha sempre più peso nella società che uno scapolo. Liubòv Grigòrievna. Sono un uomo. sospirando con gravità. io. prego umilissimamente. «È questa. Čechov – Racconti umoristici riguardante la felicità della mia vita. E perciò desidererei moltissimo unirmi coi vincoli d'Igumenèo10. e conduco la mia esistenza come un qualsiasi ungherese nomade.. «Io sono un uomo positivo e di carattere. Ma una sola cosa mi manca: un mio proprio focolare domestico. ma ognuno ha pure i suoi gusti. non ho chi mi dia nemmeno un po' d'acqua. di dare con la vostra assistenza assetto al mio destino. Dove andrò e a chi mi rivolgerò. che. Nikòlài Nikolaic'. Una ama le brune. «A me? Quella che il destino manderà». «Sono un uomo solitario. talché posso pormi d'esempio a molti. Vi dirò. e nel trattare della felicità della gente ci ha la sua professione. cioè un'età in cui moltissimi hanno già figli grandi. senza fare una smorfia.. Inoltre. la compagna della vita. mettiamo. ora. E per la dote separatamente. Darete un biglietto da venticinque e la stoffa per un vestito. È certo quanto mai piacevole se la moglie sarà pienotta della persona.. e da una moglie bella si hanno moltissimi fastidi. circa il sostantivo11. Ricca non mi occorre. Fa piacere se la moglie parla francese e tedesco. La mediatrice sospirò. come scapolo. lo non mi permetterò la bassezza di sposare il denaro. A me occorre una ragazza piuttosto semplice. e canta diverse arie. nella donna non ci vuol neppure l'intelligenza. la bellezza non si beve. poiché a causa dell'intelligenza ella avrà un gran concetto di sé e vagheggerà svariati ideali. ora tutto è rincarato e ci saranno dei figli». Propriamente parlando. lo sapete voi stessa. e così. Una francese. come usa. Bevete. Vedendo da parte vostra così buona disposizione. guardò in tralice il capotreno e domandò: «Be'. Di molto valore».. non ti ci vuol nulla? C'è della buona merce. Anche se sono un uomo agiato. bàtiuska. posso dire. fa molto piacere. ma questo per la reciproca fortuna non è cosa essenziale. ma che costrutto se n'ha. prego umilissimamente.. e che lo senta. vi prego umilissimamente. Čechov – Racconti umoristici parte secondaria. lo sapete voi stessa. col principe Kanitelin. Più importante di tutto poi è che lei mi rispetti e senta ch'io l'ho resa felice». non posso però prendere una povera. ma lei il mio. Tacquero per un cinque minuti. «La si può trovare anche con dote» disse la mediatrice. 11 Il capotreno vuol dire: il sostanziale. «Bevete.. 10 . vi ringrazio.il Narratore audiolibri Anton P. ma quel che si trova dentro. sono tal quale come ora con voi. anche se mi sposo non per interesse. «Non mi occorre molto. ma vi è istruzione e istruzione. quest'è un altro conto». l'importante è l'intelligenza. e ve ne sarà un'altra greca.. Io suppongo che in una donna l'importante non sia il di fuori.. perché. ma per amore.». e grazie. un bottone? Io sono della classe istruita. ma ho un carattere semplice. Desidero che non sia io a mangiare il pane della moglie. «Be'. Senza istruzione oggidì non si può. permettete ora di domandare: quanto prenderete per le vostre premure circa la fidanzata?». Il capotreno pensò un poco e disse: «No.. Ma non mi occorre nemmeno una povera. «È cosa nota».. cioè che abbia un'anima e tutte le qualità. questo è certo. se non sa attaccarti. perché. Con simili dividendi. 11 .. e un viso pienotto. «E non è punto caro. bàtiuska. La mediatrice restò confusa. «A me?» rise la mediatrice. non vi sarà difficile trovare a voi stessa un buon partito». Stic'kin pure si confuse e sedette accanto a lei. serio. sospirò e disse: «È caro. Nikolài Nikolaic'?». ma al tempo d'oggi. sia ringraziato Iddio.. «Che cosa? Io nulla».». Stic'kin la sbirciò da capo a piedi e disse: «Cinquanta rubli. prego umilissimamente. Seguì un silenzio. sapete.il Narratore audiolibri Anton P. Sono dunque seicento rubli all'anno. si soleva prendere anche meno. E allora. abbiamo il reddito delle steariche e delle lepri». quando nozze ce n'eran molte. son poca cosa! Nei tempi andati accadeva che più di cento ne guadagnassimo».». e la mediatrice si fece tutta rossa e. «Voi potete ancora piacere moltissimo» disse. Bevete. domandò: «E voi quanto ricevete. «Certo. «Se vi capiterà un marito positivo.. Io non mi aspettavo punto che con simili affari si potesse guadagnare una tal somma. gratificazioni a parte. e tutto il resto». «Io son vecchia».»... prego umilissimamente. Čechov – Racconti umoristici Stic'kin incrociò le braccia sul petto e si mise a pensare in silenzio. Nikolài Nikolaic'! Prima. «Vi occupate di caccia?».. Stic'kin guardò dubbioso la mediatrice e alzò le spalle. economo. Dopo aver pensato.. «Nient'affatto.». E ci avete anche una tal complessione.. bianco. Nikolài Nikolaic'.. quali sono i nostri guadagni? Se in un mese grasso buscherai due biglietti da venticinque. Inoltre. guardandolo vergognosa. «Uhm!.. «Uhm! Ma forse che due biglietti da venticinque son poca cosa?» domandò... «Dio sa ciò che andate dicendo. Liubòv Grigòrievna. La mediatrice bevve e non fece una smorfia.... Cinquanta rubli! Non ogni uomo riceve tanto! Bevete. col suo stipendio e col vostro guadagno potrete perfino piacergli assai e vivrete a cuore a cuore.. «Io? Settantacinque rubli. Stic'kin cominciò a soffiarsi il naso rumorosamente. non è sulle nozze che ci arricchiamo». Nel cielo stanno immobili delle nubi piumose. Vicino al bagno in costruzione. posato.. in segno di consenso.. Nell'aria c'è silenzio. perché ormai da più d'un'ora stanno nell'acqua. sono in camicia e mutande. Čechov – Racconti umoristici «No. Io sono un uomo positivo. «Be'» disse il felice capotreno.La lota Mattino estivo.. si dibatte nell'acqua il carpentiere Gherassim. e. Io sono un uomo austero. sobrio..» ridacchiò la mediatrice. Egli sbuffa. simili a neve sparpagliata.. Egli sedette e. da cinese. un contadino alto. sta il carpentiere Liubìm. Stic'kin si alzò e in agitazione prese a camminare per la stanza. intendo tutto nobilmente. «Che c'è qui da pensare a lungo? Voi mi andate a genio e mi convenite con le vostre qualità.. coprendosi col fazzoletto il viso porporino.. Gherassim come Liubìm. seria e posata. A una tesa da Gherassim.. e d'una complessione del vostro genere». La sua faccia è coperta di sudore.. nell'acqua fino alla gola. d'un genere come sarebbe il vostro. dato un profondo sospiro. Entrambi. 04 . «ora permettete di spiegarvi quale condotta e modo di vivere io desidero da voi. «Io sono un uomo maturo e mi ci vuole una che sia. se vi piaccio. strizzando fortemente gli occhi. Sono illividiti dal freddo. scarno. prese ad esporre alla promessa sposa le sue vedute sulla vita di famiglia e sui doveri della moglie. 12 . toccò il bicchiere con Stic'kin.. «A me non occorre una consorte giovane» disse. solo una cavalletta stride ogni tanto sulla riva e in qualche posto timidamente brontola un aquilotto.. allora..il Narratore audiolibri Anton P. positivo. si sforza di tirar fuori qualcosa di sotto le radici del salcio. Dio sa ciò che state dicendo... Trascorse ancora un minuto in silenzio. dalla testa rossa ricciuta e il viso irto di peli. che c'è di meglio? Permettete di farvi la proposta!». rise e.. lepri da noi vengono chiamati i viaggiatori senza biglietto». un giovane contadino gobbo dal viso triangolare e gli occhietti stretti. riprende fiato e. e desidero che mia moglie sia del pari austera e capisca che per lei io sono un benefattore e il primo degli uomini. sotto le verdi fronde di un salcio.. La mediatrice versò qualche lacrima. «Ih. si può stare in piedi sotto la riva? Lì è profondo!».. tremando come nella febbre. Il gobbo tasta col tallone una radice e. l'ho acchiappata per qualche cosa.. cercando di non ingerire acqua. «Non scapperà. questa diavola!». Perché stai lì?».. sorda di basso. Infine la sua mano trova a tastoni il braccio di Gherassim e.. «Che comandante s'è trovato!. «Ci mancavi ancora tu qui. «Non si vedon le branchie. Per il labbro l'ho acchiappata. Morde. «È viscida. aggrappatosi saldamente ad alcuni rami ad un tempo. Dovresti venire e acchiapparla tu stesso. scivolando sul musco che riveste le radici. «Lo dicevo ch'è profondo!» egli dice.. ci sale sopra... se no scapperà. arriva a qualcosa di lubrico.il Narratore audiolibri Anton P.». per le branchie acchiappala! Di nuovo s'è messo a tastar con la mano! Ma che contadino senza cervello. «Non fa nulla che sia profondo.. dico!». calando giù lungo quello.... eh?».. se fosse stato possibile.. comincia con la mano destra a frugare tra le radici. Dove dovrebbe scappare? S'è cacciata sotto le radici. come una scala. diavolo!» dice Liubìm e con rabbia scaglia il gambero sulla riva. Il gobbo agita le braccia.. nuota verso Gherassim e si aggrappa ai rami. Di radici ce n'è molte. tienla... «Testa di cavolo che sei! Tu tienla. Imbrogliandosi nelle erbe acquatiche. Ma al primo tentativo di mettersi in piedi. «Monto sul collo a te.. Regina dei Cieli! Chiappala!».» dice Gherassim con voce arrochita. Aspetta. Tu a nuoto. rotando con ira il bianco degli occhi.... per le branchie!». di freddo. perdonami. la sua mano incontra le chele pungenti d'un gambero. si curva e.».. questa diavola. diavolo gobbo. va con la testa sott'acqua e manda fuori delle bolle d'aria. «Tu chiappala per le branchie. con la mia bassa corporatura. «E tu sali sopra una radice. 13 . la maledetta! Tienla. ma dal profondo del ventre... «Io l'avrei acchiappata. non tirarla: la lascerai andare! Per le branchie acchiappala. e non si sa per che cosa acchiapparla». Equilibratosi bene e consolidatosi nella nuova posizione. Čechov – Racconti umoristici «Ma tu perché tasti sempre con la mano?» grida il gobbo Liubìm. O che. «Non tirarla per il labbro. «Chiappala» lo contraffà Gherassim.. che viene non dalla laringe. Allarga un po' le dita. E il sole brucia. Le ombre si fanno più brevi e rientrano in se stesse.. come le corna della lumaca. brucia. corron via dalla riva dei cerchi ondeggianti e nel punto della caduta vengon su delle bolle. sei sordo. subito. sbuffando. la diavola. Non si può arrivare alla testa. non urtarmi col gomito. S'è cacciata di fianco.. dia-vo-lo. toccherà rispondere per te! . si afferra al rami. io subito. La voce rauca di basso e quella tenorile infreddolita.. non c'è nemmeno dove aggrapparsi. «Spingila un poco dal basso!» egli ode la voce di Liubìm. Per la riva in pendio si trascina pigramente all'abbeveratoio un armento. capitombola nell'acqua! Come spaventati. per le branchie. trattenuto il respiro. lascia solo che l'afferri. Il gobbo viene a galla a nuoto e. cammina a capo chino e si guarda sotto i piedi. Jefìm per un minuto strizza il suo occhio sui pescatori... su.. cacciato avanti dal pastore Jefìm. «Affogherai ancora. ed egli. perduto l'equilibrio. Ben presto è mezzogiorno.. «Ma chi è... ma a questo punto i rami a cui si abbranca la sua mano sinistra si spezzano. stridula.... poi si 14 .. e vattene alla malora! Io stesso la tirerò via!».il Narratore audiolibri Anton P. L'erba alta... comincia a emanare un odore denso. grinta! Vieni di fianco! Da sinistra vieni. ché a destra c'è una buca'! Servirai di cena al lupo mannaro! Tira per il labbro! ». dopo di esse i cavalli.. fratelli?» grida Jefìm. da sinistra. Si sente lo schioccar d'una frusta. rompono senza posa il silenzio della giornata estiva. Si tocca soltanto la pancia.... tirala! Aspetta.. «Tirala per le branchie. «Esci fuori. un vecchio decrepito con un occhio solo e la bocca storta. già insinua le dita «sotto le branchie».. tirarla fuori! Sotto una radice s'è cacciata! Vieni di fianco! Vieni. lascia solo che l'afferri. ma Gherassim e Liubìm tuttora si dibattono sotto il salcio. diavolo... Čechov – Racconti umoristici «E-eccola. Cominciano gl'improperi. «È gro-ossa. a quanto pare. Aspetta. o che? Poh! » . «Ficcaci un dito! Ma.. scaldata dal sole.. questa diavola. S'è cacciata lontano sotto la radice. Il pastore.. stucchevolmente dolciastro.... gonfiate le guance. io la spingerò fuori! Ma dove ficchi il tuo pugnaccio? Tu fa' col dito e non col pugno. vieni! ».. subito. spingila. «Una lota! Non c'è verso di... spingila! punzecchiala col dito!».. dopo i cavalli le vacche.» dice rauco Gherassim. Per prime s'avvicinano all'acqua le pecore. sgrana gli occhi e... Ammazzami sul collo una zanzara: mi punge! Io subito la. Il gobbo..» sorride Liubìm. io subito la. ..... e lui: un pesce!. Vale.. farai ancora in tempo. «Allora tiratela fuori alla svelta!».. sbuffando e imprecando. «Aspettate. Bisogna saper fare! .. Di dietro il cancello del giardino padronale si mostra il padrone Andréi Andreic' in veste da casa di seta persiana e con un giornale in mano. Egli guarda interrogativamente dalla parte delle grida che giungono dal fiume. non brancicarla. e tutt'e tre... Una lota enorme.. brav'uomo. segnatosi. signoria. che la tua mercantessa.. sarà finito..... per le fatiche.. il vecchio brigante? Si odono voci maschili.» balbetta Jefìm... diavolo! Non agitate le gambe!». «Che c'è qui? Chi bercia?» domanda severamente.».. Ti serviremo da amici se. Non brancicarla. un mezzo rublo.il Narratore audiolibri Anton P. «Jefi-ìm! Pastore! Dove sei? L'armento è entrato in giardino! Caccialo.. 12 Calzature fatte con corteccia di betulla. un pesce acchiappiamo... ragazzi! » grida. come ti chiami? All'insù. caccialo dal giardino! Caccialo! Ma dov'è dunque. Jefìm si unisce ai carpentieri. e dov'è il vostro lavoro?».. 15 . «Te lo darò io il pesce! L'armento è entrato in giardino. e poi trotterella rapido verso il bagno. Ma quando sarà finito il bagno. scure.. «Perché vi affannate qui?»... In nessun modo qui possiamo venir a capo d'una lota. «Sa.... «Aspettate! Non tiratela fuori a casaccio. Di togliersi le mutande non ha pazienza.. entra in mutande nell'acqua. Brrr. convulsa.» gracchia Gherassim.. «Dov'è il pastore?» si sente un grido dalla riva. «L'estate è lunga... getta giù dalle spalle un sacchetto e si leva la camicia. diavoli? Son due giorni che lavorate. ». Liubìm. Čechov – Racconti umoristici toglie i lapti12.. «Una lota?» domanda il padrone e i suoi occhi si fanno lustri. «Un pe. avendo scorto attraverso i rami del salcio le tre teste bagnate dei pescatori. bilanciando le braccia magre. urtandosi l'un l'altro coi gomiti e coi ginocchi. ma poi si butta a nuoto. si pigiano nello stesso punto. se no la farai morire! Spingi dal basso! Tira un po' la radice all'insù.. la lascerete scappare... a lavarti.. senz'alzare il capo... S'è cacciata sotto una radice ed è come in una tana: non va né su né giù. Per una cinquantina di passi procede sul fondo melmoso. e non all'ingiù.. «Poi ci darai un mezzo rubletto. Il gobbo Liubìm inghiotte acqua e l'aria echeggia di una tosse aspra. signoria. poi una femminile. non hai da mischiarti negli affari altrui! Che lota c'è qui? Io subito. io tirerò fuori la lota. «aiutali a tirar fuori la lota.. Jefìm! Qui vecchio. «Non la tirerete fuori. Čechov – Racconti umoristici Passano cinque minuti. Ci sei cascata. Voi non... Il padrone non ne può più dall'impazienza. la sto tirando!». «Gherassim. Non posson tirar fuori una lota!». voltandosi verso la casa padronale.. «Siete in quattro imbecilli. «Tu scherzi.il Narratore audiolibri Anton P... Ma anche il suo intervento non approda a nulla.. quando si odono i colpi sott'acqua della scure contro la radice. fratelli! Troppo destramente s'è ficcata lì!». il corpo nero. «E perché: lasciate andare le mani? Lo sappiamo anche noi: lasciate andar le mani! E tu tirala fuori! ». «Bisogna tagliar la radice!» conclude infine Liubìm. io subito. non ingiuriare. e Andréi Andreic'. «Ma è forse così che la tirerai fuori? Bisogna prenderla per la testa!». «E la testa è sotto la radice! È cosa nota.. Non ce la fai.. fratelli! Non affollatevi. «In presenza del signor padrone e simili parole. «La sto tirando... » dice il padrone e comincia frettoloso a svestirsi. «Io subito. La sforzano un poco. con gran piacere sente che le sue dita penetrano sotto le branchie della lota.. La lota rigira pesantemente la coda e cerca di sfuggire... vattene di qua! Aspettate.» borbotta. La radice è stata tagliata dal disotto.. stupido!». dieci. «Aspettate un momento...». va' a prender la scure! Date qui una scure!». «Be'. Accorre il cocchiere Vassili. Sta masticando qualcosa e respira pesantemente.. «Non tagliatevi le dita!» dice il padrone. «Vaska! Chiamatemi Vassili!».. Ah-ah!». 16 . e non potete tirar fuori la lota! ».. state fermi.. «Scendi in acqua» gli ordina il padrone.. Svestitosi.. Vassili si spoglia rapidamente e scende in acqua. se no ne vola una! Marmaglia!». Andréi Andreic' si lascia freddare un poco ed entra in acqua. cara. Alla superficie compare la grossa testa della lota e. «Vassili» grida.. dopo di essa. Faremo questo in un batter d'occhio! E tu dovresti andartene.» balbetta Jefim. «Dov'è la lota? Io subito. «Jefim. lungo un arscìn. Eccola! Lasciate andar le mani!». arcigni. e che romanzo! Guarda. soffiò una folata e smosse la carta giacente a mucchi negli angoli.. Alla mia tosse rispondeva un'eco. «E già.» consente il padrone. appeso in un angolo accanto al ritratto della mia bisavola. penso. Čechov – Racconti umoristici Su tutte le facce si effonde un sorriso di miele.. chi l'ha vista l'ha vista. «Il fegato le palpita addirittura. Vi odorava muffa e d'umidità. Alle pareti inverdite dal tempo pendevano ritratti di antenati.. antenati. sospirando significativamente.il Narratore audiolibri Anton P. Come spinto dal didentro. Lo aveva pagato una somma enorme e non se ne separò fin proprio alla 17 . Gli antenati guardavano altezzosi. Quando chiudemmo l'uscio dietro di noi. «Sarà. La luce cadde su questa carta e noi scorgemmo caratteri antichi e figurazioni medioevali. 05 . quando noi rischiarammo i muri che non avevan visto la luce durante tutt'un secolo. Ché ciascuno di questi vegliardi fu giovane un dì. «Oh. E il vento urlava e gemeva. Milioni di ratti e di sorci si precipitarono da tutte le parti. una decina di libbre. mia bisavola. ebbe un romanzo. Nella canna del camino qualcuno piangeva. antenati!» diss'io. o ciascuna. e in questo pianto si sentiva la disperazione. I nostri passi risonavano per tutta la casa. ah!». E additai a mia moglie un grande specchio in bronzea guarnitura nera.. questa vecchina. grattandosi sotto le clavicole. «Se fossi scrittore. mirando i loro ritratti scriverei un lungo romanzo. La lota a un tratto inaspettatamente fa con la coda un brusco movimento all'insù e i pescatori sentono un forte tonfo. come se volessero dire: «Frustarti si dovrebbe. fratellino!».... «Una lota coi fiocchi!» balbetta Jefim.. la stessa eco che un tempo aveva risposto ai miei antenati. «vedi tu lo specchio che pende là nell'angolo?». e ciascuno. per esempio. «Questo specchio possiede proprietà magiche: esso causò la rovina della mia bisavola. e il loro picchiare dava angoscia.Lo specchio curvo (Racconto di Natale) Io e mia moglie entrammo in salotto.. ma è troppo tardi: la lota.. Vedi» domandai a mia moglie.. A.».. Tutti allargano le mani. Grosse gocce di pioggia picchiavano sulle scure finestre opache. Un minuto trascorre in silenziosa contemplazione. ma è indubbio che lo specchio in guarnitura di bronzo possiede una forza misteriosa». «Strano gusto quello della mia bisavola!» dissi. Nel vano della finestra si mostrò la luna. Ella impallidì. io. Ma non aveva forse altri specchi? Perché amò talmente proprio questo specchio.il Narratore audiolibri Anton P. Nel coricarsi. senza posa. lì. ogni volta lo metteva con sé in letto e. Ella rinvenne solo la sera del giorno dopo. «Era civetta?» domandò mia moglie. e non un altro qualsiasi? E forse non aveva specchi migliori? No. la cinsi e la portai fuori dalla dimora degli avi. I miei capelli si rizzarono e si mossero. vi guardai e diedi in una risata. Il candeliere le cadde di mano. non dormì. rotolò sul pavimento e la candela si spense. Non soddisfecero il suo desiderio solo perché lo specchio non capiva nel feretro». nelle carte frusciarono i sorci. La tradizione dice che nello specchio risiede il diavolo e che la bisavola aveva un debole per i diavoli. vincendo il mio terrore. quando il dottore ebbe dichiarato ch'ella poteva morire di esaurimento e che il suo stato era in sommo grado pericoloso. ella rise forte dalla felicità. lo baciò e vi fissò gli occhi. Lo specchio era curvo e contorceva la mia fisionomia da tutte le parti: il naso venne a trovarsi sulla guancia sinistra. e subito accadde qualcosa di terribile. Non può essere altrimenti. si agitava. e pregava di continuo che le portassero lo specchio. Čechov – Racconti umoristici morte. e infine. tremò in tutte le membra è mandò un grido. quando da una finestra si staccò l'imposta e volò da basso. pregò di deporlo con lei nella bara. riavendosi.. non mangiò. vi si guardava perfin quando beveva e mangiava. si strappava i capelli in capo. Vi si guardava i giorni e le notti. Singhiozzava. Subito dopo intesi la caduta sull'impiantito d'alcunché di pesante: mia moglie si era abbattuta priva di sensi. morendo. poi lo afferrò. è un'assurdità. La moglie si accostò irresoluta allo specchio. Al mio riso rispose sordamente l'eco. 18 . Certo. si cela un qualche tremendo mistero. «Supponiamo.. Il vento prese a gemere ancor più lamentosamente. «Lo specchio! Datemi lo specchio!» disse. ridiscesi giù e recai di là lo specchio della bisavola. cara mia. e il mento si sdoppiò e si cacciò da un lato. Tutt'una settimana dipoi ella non bevve. Io scossi dallo specchio la polvere. vi guardò dentro ella pure. Io afferrai mia moglie. Vedendolo. «Dov'è lo specchio?». presero a correre i ratti. Ci avvolsero le tenebre. Semiòn!» prese a gridare. infermiccio. Nello specchio scorsi una donna di accecante bellezza. senza staccarcene un sol minuto. e tu mi costringi a uscire scalzo! Perché non mi dai ancora gli stivali? Dove sono?». Un giorno. vi guardiamo dentro: il mio naso monta sulla guancia sinistra. mentisce il marito! Oh. e per tale spostamento dei suoi tratti esso era diventato casualmente bellissimo. uscì dalla sua stanza nel corridoio e con voce tintinnante gridò: «Semiòn! Cameriere!». E guardando la sua faccia spaventata. un uomo dal viso giallo. guardai inavvertitamente nello specchio. se avessi saputo quale sono realmente. e lei tuttora si guarda nello specchio e non se ne stacca un solo istante. Ma di che si trattava? Che cos'era accaduto? Perché mia moglie. e sul suo viso. in modo appena percettibile: «Come son bella!». si accende un'espressione di beatitudine e d'estasi. insieme col rossore. stiamo davanti allo specchio e. il naso tabaccoso e l'ovatta negli orecchi. e una passione furiosa. io e mia moglie.». «Che è ciò? Io sono un uomo reumatico. stando dietro a mia moglie. il mento s'è sdoppiato e spostato da una parte. fuorché questo specchio! Mentiscono gli uomini. se mi fossi vista prima.. più nobili!. di eleganza e d'amore. Čechov – Racconti umoristici Ed ecco. nello specchio pareva così bella? Perché? Ma perché lo specchio curvo aveva storto il brutto viso di mia moglie in tutti i sensi. E mia moglie bisbiglia. son io! Tutto mentisce.. ma il volto di mia moglie è incantevole.il Narratore audiolibri Anton P. «Di grazia. scorgendo il cameriere che accorreva da lui. E ora noi due. un'armonia di beltà. Meno per meno dava più. son trascorsi ormai più di dieci anni. insensata s'impadronisce di me. o che in camera sua avesse visto allora allora uno spettro. Era un prodigio della natura. sgraziata. e scoprii il terribile segreto. «Possibile che questa sia io?» bisbiglia. «Ah-ah-ah!» sghignazzo io selvaggiamente. quale mai ho incontrato nella vita. 06 . non avrei sposato quest'uomo! Egli non è degno di me! Ai miei piedi devon giacere i cavalieri più belli. brutta.Gli stivali L'accordatore di pianoforti Murkin. 19 . si poteva pensare che gli fosse cascato addosso l'intonaco. «Sì. A me. «È strano.. calzando uno stivale. signora. un salto dal letto e un ciabattare. in un'altra camera! Stivali ce n'è molti... ma riguardo agli stivali! Quell'ignorante di Semiòn ha pulito i miei stivali e per sbaglio li ha messi nella vostra stanza. Si udì un fruscio.. dall'attrice. signora. i maledetti?» disse Semiòn.. li pulii e li misi qui. Non posso mica andarci scalzo». «Dove potrebbero essere. Murkin si accostò all'uscio della camera attigua e bussò cautamente.. Afanassi Jegoric'. Devo averli messi dalla signora che alloggia qui accanto. guardò nel posto dov'egli aveva l'abitudine di porre gli stivali ripuliti. Siate così gentile. «Questi son gli stivali di Pavel Aleksandric'.» mormorò. «Scusate il disturbo. È proprio così. 20 . «In serata.». tanto più che ora devo andar ad accordare un pianoforte dalla generalessa Scevelitsin. «Sono io!» cominciò con voce querula Murkin. senza tiranti!». «Che Pavel Aleksandric'?». signora.. confesso.. e si grattò la nuca: gli stivali non c'erano. È da supporre che li abbia messi in un'altra camera. reumatico. «Ma voi che volete? Che pianoforte?».. «E ora per causa tua ho da andar dalla signora a disturbare! Eccomi per un'inezia a dover svegliare una brava donna! ». ma io sono un uomo malaticcio. li rigirò più volte davanti ai propri occhi e corrugò la fronte. in cimberli. Semiòn sollevò gli stivali.. Semiòn.. datemi i miei stivali!».. signora. li distinguerà il diavolo. Ma qui ci son due stivali di sinistra! Son tutt'e due sinistri! Ascolta. e questi son certi cosi rotti. avevo bevuto un po'..» borbottò. Čechov – Racconti umoristici Semiòn entrò nella camera di Murkin. guardando di sbieco. mi sembra. Sospirando e tossendo.. e. ma questi non sono i miei stivali! I miei stivali sono con tiranti rossi e senza toppe. Egli era strabico dall'occhio sinistro. Ieri. se tu non hai la testa a segno. Uhm!. L'accordatore ringraziò e si diresse in camera sua. «Non un pianoforte. dopo di che l'uscio si aprì un poco.. «Chi è?» si sentì di lì a un minuto una voce femminile. mettendosi nella positura d'un cavaliere che parla con una signora del gran mondo. e una paffuta manina di donna gettò ai piedi di Murkin un paio di stivali.. «Si direbbe che non è lo stivale destro. i dottori hanno ordinato di tenere i piedi al caldo.il Narratore audiolibri Anton P. . Se a teatro non volete andare. pernotta. «Ma perché mai ci son qui due stivali sinistri?» domandò l'accordatore.. Per povertà. si avviò dalla generalessa Scevelitsin. Gemendo e facendo smorfie senza fine.. «Ma dove abita?». o una qualche autorità.. quel che hai combinato! Ebbene. lo lasciarono passare dietro le quinte. Davano Barbablù13 Solo prima dell'ultimo atto.. e via in prigione!». 21 13 . Dove potrebbe prenderli. E dove ho da prenderlo adesso? È ormai un'ora ch'è uscito.. porco. così li porta. «Allora va' e cambiali! ». e l'intera giornata gli parve che tutto il mondo guardasse i suoi piedi e ci vedesse su degli stivali con le toppe e i tacchi storti! Oltre alle torture morali. ma dove abiti. vi trovò tutto il personale maschile. noi non si sa. in una parola. Dunque è lui che. Gente bizzarra! Artista.. "Ma gli stivali che avete" dico. l'attore?. toccherà aspettare quell'altro martedì. viene qua ogni martedì. accordò pianoforti. invece dei suoi. «Cambiar di stivali non è cosa lunga. prenderei tutti questi attori. «Va' e cambiali. Čechov – Racconti umoristici «Un attore.. Un bell'impiccio!». Là domandate dell'attore Blistanov. E lui dice: "Taci" dice. vedi. Murkin calzò a forza sulle proprie gambe i due stivali sinistri e. Solo i martedì viene qua. zoppicando.». Va' a cercare il vento nei campi! ».. S'io fossi governatore..». «Ecco. maledetto che sei! I piedi mi si sono intirizziti!». e anche ciò grazie alla protezione d'un conoscente flautista. «Salute!» sorrise Semiòn. Calzate questi stivali. camminateci fino a sera... «E chi lo sa? Viene qua ogni martedì. e stasera a teatro..il Narratore audiolibri Anton P.. Viene.. Gli uni Opera buffa di Offenbach.. che devo fare adesso? È ora ch'io vada dalla generalessa Scevelitsin.. "e impallidisci! In questi stessi stivali" dice. gli toccò sperimentare anche quelle fisiche: si buscò un callo. Vuol dire che in camera da lei ho messo le due paia: i suoi e i vostri. e aspettalo fino a un altro martedì.. «Come Dio li mandò.. L'intera giornata andò per la città.. "ho fatto le parti di conti e principi!". A sera era in teatro. "Pavel Aleksandric'! È pura vergogna!". Entrato nel camerino degli uomini.. rappresentata la prima volta in Francia nel 1866.. prendendo con schifiltà gli stivali. su tema tratto dalla celebre fiaba di Perrault. ha calzato i vostri. ... propriamente parlando. È carica!».. credete. altri si truccavano. «Attenzione.. lasciando.. mi ha consegnato personalmente gli stivali del signore.. reumatico. dò una voce.. al cameriere. «Son proprio io!» si girò verso di lui Barbablù. al numero 64?. la consorte del signore. i terzi fumavano. «Via. I dottori mi hanno ordinato di tenere i piedi caldi. «Scusate. «Lei proprio.. i vostri stivali li ho messi al numero attiguo!". «e voi.. che desiderate?». e il cameriere dice: "Ma io. che ciance sono?» sogghignò re Bobêche. signore. «Ma voi. e si accigliò.. «Al numero 64 ci abita mia moglie». «Quando?».». «E voi mi ci avete visto?». «ma. ecco. al numero 64?».». il disturbo» cominciò l'accordatore con voce implorante. ebbene te la lascerò per sei..» Murkin sorrise.. «Ma voi che cosa andate dicendo?» proferì Blistanov.... «Questa notte».. Un tiro notevole!».. aveva messo al numero 64 i miei stivali e i vostri» si girò Murkin verso Blistanov. Quando lui» l'accordatore indicò Blistanov. «Che cosa desiderate?». Per sbaglio. signore. «O che siete venuto qui a far pettegolezzi?». la vostra consorte. Barbablù stava con re Bobêche14 e gli mostrava una rivoltella. Čechov – Racconti umoristici si travestivano. ch'era entrato. essendo in stato di ubriachezza. «L'acquistai io stesso a Kursk d'occasione per otto. «Moglie? Molto piacere.. «Potrei vedere il signor Blistanov?» domandò l'accordatore.. dopo essere stato un guitto realmente vissuto a Parigi sotto l'Impero e la Restaurazione e divenuto celebre.... rivolgendosi a Barbablù. 22 14 . io sono un uomo malaticcio.. «Vedete.. sapete.» continuò l'accordatore. «Già. non è vero. questa notte voi siete stato nelle camere mobiliate del mercante Buchteiev. io mi accorsi dei miei stivali.».. «Nient'affatto! Dio mi guardi! Non mi avete capito.il Narratore audiolibri Anton P. «Comprala!» diceva Barbablù... «fu uscito dalla stanza di lei. il cui vero nome era Antoine Mardelard (o Mandelard). Personaggio comico del teatro francese. Di che sto parlando io? Degli stivali! Avete pernottato. avete calzato i miei. Quel che accadde ulteriormente. un vecchio alto dalla fronte stretta. Ciò invece dei miei».. poco promettente. 23 .. per che cosa l'avete insultato?». torto. non vi ho visto» rispose Murkin. ». Voi avete insultato il mio cliente Dereviaskin. d'un tratto s'imporporò e a tutta forza picchiò un pugno sulla tavola. reumatico». Lo rincorreva un individuo vestito da Barbablù e con una rivoltella in mano. non ti lascian più vivere». prese ad aggiungere ancora: «Sono un uomo ferito. Dietro le quinte si levò un tremendo baccano. con una medaglietta di bronzo all'occhiello. ma. nessuno vide. soltanto! Agl'imbecilli bisogna insegnare! Se agl'imbecilli non s'insegna. Be'. per due settimane giacque malato e alle parole: «Io sono un uomo malaticcio. «Io non vi ho visto. il marito offeso.Dalla padella nella brace15 Dal maestro di cappella della chiesa cattedrale Griàdussov era seduto l'avvocato Kaliakin e. siete in colpa. diceva: «Qualunque cosa diciate. e le sopracciglia folte. «Ma chi diavolo l'ha insultato?» si scaldava Griàdussov.. «E tu credi?» gli gridava Barbablù «Tu credi a questo mascalzone? Oh! Lo ammazzo come un cane. ma con tutto ciò debbo con rammarico farvi osservare che avete torto. Čechov – Racconti umoristici «No.. la consorte di lui m'ha gettato fuori i vostri stivali. di affermare simili cose? Non parlo già di me. ecco. rigirando fra le mani un avviso del conciliatore intestato a Griàdussov. «Ma che diritto avete.. apprezzo la vostra buona disposizione.il Narratore audiolibri Anton P. 15 In russo: dal fuoco nella fiamma. egregio signore. sedendo e cavandosi rapidamente gli stivali. Re Bobêche. Si sa soltanto che Murkin dipoi. ma voi offendete una donna. Dossiféi Petrovic'. talché nel camerino attiguo due attrici si sentirono male. in preda a vivo turbamento. dopo aver fatto conoscenza con Blistanov. lo vi stimo. E tutti coloro che passeggiavan quella sera nel giardino comunale presso il teatro estivo narrano ora d'aver visto come prima del quart'atto si precipitò dal teatro per il viale principale un uomo scalzo dal viso giallo e gli occhi pieni di sgomento. «Gli ho soltanto fatto una predica morale.. 07 . vuoi? Lo vuoi? Ne farò una bistecca! Lo frantumerò! ». Sissignore. e per di più in presenza di suo marito! ». Un porco. se volete saperlo... "Dovresti" dico.. gli avete dato dell'asino. del farabutto e simile.. Farò l'esame» dice. e avanti a raccontar loro come i nostri han fatto saltare con la dinamite la corazzata turca LiuftiDzelil. grado (il quattordicesimo dall'alto). ma se tu sei un imbecille.il Narratore audiolibri Anton P. A te. Andate a raccontarlo a qualcun altro. "da registratore di collegio16. fa piacere che nostri abbian vinto. Se si arrabbia perché l'ho scacciato dal coro. Io sono il suo benefattore. non potete figurarvelo! Qui bisogna cantare. Filosofeggiare può solo una persona istruita. prendiamo anche solo questo caso: perché mi ha querelato 16 Il registratore di collegio era il primo. «Dunque voi lo insultavate anche prima?». Io l'ho scacciato per via della filosofia. della vecchia gerarchia burocratica russa. e una volta avete perfino alzato la mano. com'egli dichiara nella sua istanza. sei un imbecille" dico. sarebbe meglio che pensare ai gradi. spiava soltanto il destro di metter fuori qualcosa del genere. dieci anni ha servito nel mio coro. «Io non ho diritto? Be'. «Prima lui nemmeno s'offendeva. la canaglia. Sentiva ch'io facevo ciò per il suo stesso bene. "sciorinare un po' meno filosofia e soffiarti un po' più spesso il naso. Taci e ascolta come parlano le persone intelligenti. ma la povertà».. questo poi. ma non infinocchiate me. di grazia.. dopo che dal coro vescovile lo invitarono a spintoni ad andarsene. come se voleste recargli offesa con atti». e lui a parlare di Bismarck e di non so quali Gladstone. Lui da me. se lo merita? Non capisco! ». "Be'. scusate. o infimo. be'. o si dice una messa.. se sei di poca intelligenza. 24 . l'avete pubblicamente segnato a dito. Anche dopo la messa puoi discorrere. faceva venire! E quante volte l'ho picchiato sui denti a motivo della guerra russo-turca. lui stesso ne ha colpa.. lui invece. ma da ciò non segue che non si debba cantare. ma quando andò nella polizia come scrivano. un giornale. stattene in un cantuccio e taci... O che questo è ordine? Certo. Non vuol neppure ascoltare! Ma ecco. Qui c'è prova di canto. montò in superbia.. tanghero. lo capiva!. e lui s'è chinato verso i tenori. Lo credete.. che ha terminato i corsi. non i gradi s'addicono. in una parola». ma un funzionario. Dossiféi Petrovic'. Čechov – Racconti umoristici «Ma. là fu finita. Voi. "non sono più un cantore adesso. Sapeva che i più anziani e i benefattori è peccato contraddirli. «Ma come non picchiarlo. smise di capire "Io" dice. voi non gli avete fatto un predicozzo. «Ma capite dunque che non avete alcun diritto di far ciò! ». sapete. discussioni. Voi siete un uomo di famiglia.che al nostro tempo... per disgrazia. Voi verrete oggi con me alla trattoria di Samopliuiev alle sei.. M'avvicino a lui e dico delicatamente: "Ascolta. il becero.. quando si riuniscon là scrivani. "chiacchiera. è meglio che taccia e non discuta. la macchina si mise a sonare.. "sono un figlio della mia patria e uno slavofilo del mio paese! Espongo il mio unico petto! Venite fuori. parlo per il suo bene. e vi scuserete con lui. ma quando Kaliakin gli ebbe dipinto a vive tinte la "sfumatura" ch'era stata attribuita alle sue parole. agita le mani. l'avete infamato. non si può far così. «Sì» sospirò Kaliakin.. sto zitto.il Narratore audiolibri Anton P. e soprattutto avete gettato un sospetto sui suoi lodevoli sentimenti e avete perfino. Avete una via d'uscita. non va. a tu per tu! Chi non è d'accordo con me. lui dieci a me. non un sol posto libero. tracanna birra coi suoi scrivani. «Chiacchiera» penso.... ma tu calmati.. 25 . È necessario metter termine a questa faccenda. Voi avete insultato Dereviaskin.. chiacchiere.. «Male.... Guardo.. Lui s'intenerì. Tendo l'orecchio: parla del colera. Ossip. insomma.. non è razza di beceri? Son seduto nella trattoria di Samopliuiev e sto bevendo il tè col nostro fabbriciere. Dossiféi Petrovic'. A un tratto.. Alle vostre parole è stata attribuita una tale sfumatura . con lui che ci volete fare? Filosofeggia! Io.. Al nostro tempo. Vi parlo come ad amico. non capisci nulla. e lui per stupidità.".. nemici... ha alzato il muso... Griàdussov si prese paura e acconsentì. Si offese. La lingua non ha osso. Di pubblico un buscherio.. Io. E via e via. Griàdussov crollò il capo. Allora egli ritirerà la sua istanza... Una persona istruita può filosofare. e le conseguenze che da quella sfumatura potevan derivare. e ora questo processo. Dossiféi Petrovic'. profanato quei sentimenti.. paziento. sapete. Io una parola a lui. sei cenere". e lui è seduto pure lì. stimato. bercia. Se tu. naturalmente. Avete capito? Suppongo che acconsentirete. E come picchia il pugno sulla tavola! Qui non ressi più... Be'.. Ora son le sei meno un quarto. "alla prosperità! Io" dice. Bisogna essere un po' più cauti.. s'alzò e disse ai suoi amici: "Beviamo" dice. Vi fa comodo venir con me?».. ed ecco che reclamò al conciliatore». alla quale consente anche Dereviaskin. la detenzione. Per qualche bazzecola il diavolo sa quel ch'è successo.... Tu sei un verme..come dirvi? . È così elegante.. attori e l'altro pubblico davanti a cui l'avete insultato.. porco. Čechov – Racconti umoristici davanti al conciliatore? Be'. desidero vederlo!".... Vuoi che ti stimi una persona intelligente.. e cantava da basso. «Ma voi. veniva voglia di pulirsi gli stivali. Griàdussov e Kaliakin vi trovarono tutt'un'accolta di gente.. Vuoi che ti dia del "voi". Non ho mai fatto cause... evidentemente preavvisata che ci sarebbe stata pubblica ammenda. dando del "voi". fratello. «Come? debbo ancora scusarmi? Io mi scuso! Soltanto ecco. «Mi scuso» continuò Griàdussov..».. e a te non consiglio. Non mi piacciono i dissapori. non ne farò... è stato per dimenticanza. Fra gli scrivani era seduto lo stesso Dereviaskin. "Scusate. «Davanti a tutta la compagnia ritiro le mie parole».» borbottò.. sbarbato... aguzzò gli orecchi. e non ingiuriate. permettete! Scusatevi. Io non ho tempo di bighellonare per i tribunali. scrivani della polizia: in genere. e sia. entrando.. ma non tanto da non considerarsi una persona molto intelligente. Non devo già mettermi in ginocchio. senza guardarlo e ficcando in tasca il fazzoletto. attori. Il signor Griàdussov è d'accordo!» disse Kaliakin. Čechov – Racconti umoristici «Voi. Veduto il maestro di cappella che entrava. e ringrazio perfino Dio che hai avuto abbastanza senno per troncare questa faccenda. si poteva riconoscer tutto: ch'era un ubriacone. Lì eran seduti mercanti.». «Certo! Non volete bere alla pace di Santo Stefano17?». arrossì e s'accostò a Dereviaskin. Ci sputo su. con grandi occhi che non battevan ciglio. a guardarli.. a voi cioè. naso schiacciato e capelli così ispidi che.. in piena regola» gl'insegnava l'avvocato cammin facendo verso la trattoria. badate dunque. scusatevi come fa d'uopo. «Avvicinatevi a lui. e sia. sedette. Io.. «Vi scuso!» disse con voce di basso Dereviaskin e. «Io sono soddisfatto! Signor avvocato. invece!».. Giunti in trattoria. lo farò. ed era sciocco.. un giovane d'età indefinita. L'assemblea. si soffiò il naso rumorosamente.... pubblici impiegati.. «Scusate.. egli si sollevò e mosse i baffi come un gatto.. Mi scuso.. tutta la "schiuma" che aveva costume di riunirsi nella trattoria la sera a bere il tè e la birra. ritiro le mie parole e altrettali cose».il Narratore audiolibri Anton P... 17 La pace che mise fine alla guerra russo-turca del 1877 26 .. Il maestro di cappella salutò qualcuno.. vi prego di chiudere la faccenda!». se non vi ho dato del "voi". una volta datagli un'occhiata. «Ecco. Il suo viso era così felicemente conformato che. «Scusate. Che il diavolo t'assista.. gettato uno sguardo vittorioso a tutto il pubblico.... non serbo rancore. nell'indignazione. fratello! Ricordi come ti buttavi ai miei piedi.. siate testimoni! Signor delegato. tu sporgi una stupida querela e mandi da me vari diavoli di avvocati».. perché state lì a guardare? M'insultano. e cominciò una storia. ma così. Ossip. e voi guardate? Pigliate uno stipendio.. e invece di far la morale a questo tacchino. in carcere lo farei marcire! E poi perché vi arrabbiate? Mi sono pure scusato! Che dunque v'occorre ancora da me? Non capisco! Signori avventori.. allora non è affar vostro? Eh? Credete che anche per voi non ci sian giudici?». «E tu hai osato? Prenditi questo!.. presenterò anche querela contro di te al conciliatore! Ti insegnerò io a insultare! Signori.. non penso a ingiuriare. A Griàdussov s'avvicinò il delegato. perché durante dieci anni t'ha nutrito e t'ha insegnato la musica. all'avvocato e al delegato di sezione. dato un ceffone. Mi fa meraviglia soltanto che voi abbiate terminato i corsi. ricevuto un'istruzione. Ma io... quando dal coro vescovile ti cacciarono a spintoni? Eh? E tu osi sporger querela contro il tuo benefat…? Una grinta sei tu. si batté il petto. ma ci son stato io!. una grinta! E non hai vergogna? Signori avventori.. «Permettete.. non ha vergogna?». ti faccio la morale. Dossiféi Petrovic'» s'offese Kaliakin.». «Io un imbecille? Io? E tu puoi dirmi questo? .. sei un porco. lupo mannaro.... siate testimoni. Sarò io ad aver rapporti con te. farabutto. vi prego!». siate il benvenuto. Invece di pregar Dio in eterno per il tuo benefattore. al vostro posto. «Non dei diavoli sono stati da voi... «Siete voi un imbecille!» chiocciò Ossip e. Di lì a una settimana Griàdussov stava davanti al giudice conciliatore ed era processato per ingiurie a Dereviaskin. un porco sei. «Permettete! Queste son di nuovo ingiurie!». e quando s'ha da badare all'ordine. per esempio.. Čechov – Racconti umoristici «Anche bere si può.il Narratore audiolibri Anton P. «Ma che io parlo di voi? Venite magari ogni giorno. Un porco. io mi sono scusato. Solo che tu. fratello.. Non già che io t'insulti.. Ho fatto pace e lo dico per l'ultima volta. a 27 . dopo che hai sporto querela contro il tuo benefattore? Ma vattene al diavolo! Non desidero nemmeno parlare con te! E se or ora impensatamente t'ho dato del porco. «Che ingiurie? Io ti parlo soltanto. E oltre all'averti adesso. gli tenete la mano. Griàdussov s'imporporò e fu preso dal tremito... Un po' più cauto.. ma di scusarmi un'altra volta con un imbecille qualunque non ho intenzione!». ma avrebbero perfin messo in carcere Ossip.. un altro li assolve. che Dio le accordi il regno dei cieli.... i furfanti... E quando il collegio confermò la sentenza del conciliatore. riservato.il Narratore audiolibri Anton P.. senza speciale significato. senza dir parole superflue. signor giudice conciliatore. «Nulla. a scopo elusivo. giudicar secondo la legge. Scoprirò gli altarini!».. e la faccenda in qualche modo fu soffocata. perché portate una catena d'oro.. E non si può far colpa. sorrise con amarezza e borbottò: «M'hanno insultato. «Per forza. strizzò gli occhi. si offese e disse: «Forse che nelle leggi è scritto che il maestro di cappella debba sedere a fianco del suo cantore?». Oggidì col solo stipendio non si vive» proferì Griàdussov e ammiccò significativamente. 19 Magistratura collegiale che giudicava in grado dì appello le sentenze dei singoli conciliatori. o. Portando la sua causa davanti al collegio dei conciliatori19. Voi credete. e prego di non discutere! Potete andare!». quando il presidente lo invitò a sedere. 28 18 . e son io che debbo anche star dentro. e non sofisticando. Così pensava anche durante la stessa discussione della causa. Griàdussov era convinto che non solo lo avrebbero assolto... per non dare una risposta diretta.. La vostra mammina buon'anima. quelli come Ossip ordinava di fustigarli.. se si vuol mangiare.. quando il conciliatore lo condannò "cumulativamente" a due mesi di detenzione. «Certo. frase usata in modo burlesco. come qui. egli tenne un contegno pacifico. che per voi non ci sian giudici? Non datevi pensiero. a proposito di chapen zi ghevesen18. Fa meraviglia...... Varvara Serghéievna. ma poi.. si schiaffa l'innocente in gattabuia....». Si avviò un processo "per oltraggio al giudice". Čechov – Racconti umoristici quest'ultimo nell'esercizio delle sue funzioni. Che mai ne verrà? Voi li assolvete. «Che cosa?!». Una volta soltanto. Sforzata trascrizione fonetica russa del tedesco haben Sie gewesen? (è stato lei?). ma intervenne l'arciprete della cattedrale... È così. Dicevo così. Stando in piedi davanti ai giudici. Dove andare in tal caso a reclamare?».. Sul principio non capiva se fosse querelante o imputato. «Dalla sentenza si può appellare nel termine di due settimane. e voi li proteggete. Bisogna.. sorridendo mestamente. non scoraggiatevi! Voi sarete vincitrice! Sì! ». studia. così screziata. Ella è agitata. mostruosa. quando i conoscenti cercano di spiegargli che è colpevole. col solo stipendio non si può vivere. Ma soprattutto. tutta la sua psicologia. la spilla in petto ora sale.. «Il collegio ha confermato la sentenza del giudice conciliatore. la guarda fisso. un giovane scrittore principiante. il pincenez di continuo cade dal suo bel nasino.. «Come volete che l'intenda? Voi a che proposito? . agitando sfiduciato la mano. Vi ringraziamo sentitamente. Egli la guarda in viso. la penetra. Voldemàr!» dice la damina. «Descrivetemi. così varia. enigmatica natura. L'anima di lei.Una natura enigmatica Uno scompartimento di prima classe. cerca un'uscita dal labirinto. Certo. egli l'ha come sul palmo della mano.. io vi comprendo!» dice il funzionario con incarichi speciali.»... novelle di vita mondana... la comprende. «La vostra anima delicata. questo lo capisco benissimo.. «Sissignore... ora scende. Non starò a riferire tutto ciò che Griàdussov spiattellò al collegio. 08 . potete ricorrere in cassazione».. io sono infelice! Sono una 29 .... Čechov – Racconti umoristici «Come? Che cosa?» domandò. troveremo anche un tribunale incorruttibile». sensibile. come una navicella fra le onde. Un costoso ventaglio a frangia crepita nella sua mano convulsamente serrata. Sul divano. coperto di velluto cremisi.. «Oh.. ma. afferra quella bizzarra.. eccellenza. Se non siete soddisfatto. con aria d'intenditore.. «Non capisce!». «La vita mia è così piena. baciandole la mano presso il braccialetto. È convinto della sua innocenza e ha fede che presto o tardi gli diranno grazie per gli abusi da lui scoperti! «Con quest'imbecille non ci puoi far nulla!» dice il priore della cattedrale. è semisdraiata una graziosa signora. Presentemente è sotto processo per "oltraggio al collegio" e non vuol ascoltare.. ma scusate. Di fronte a lei sul divanetto siede un funzionario di governatorato addetto agl'incarichi speciali.il Narratore audiolibri Anton P. Osserva. che pubblica nella gazzetta provinciale piccoli racconti o.. per il pronto e giusto giudizio. Sì! È una lotta terribile. com'egli stesso le chiama. la lettura di sciocchi romanzi.... 30 . Capitemi. in sé?...il Narratore audiolibri Anton P. Voi capirete. un brav'uomo... Voldemàr! Mi occorreva la fama. come ad ogni (perché atteggiarsi a modesta?) natura non dozzinale...... Purtroppo. giocava a carte... a far del bene. lo splendore.. ma l'umana sofferenza! Ricordate Raskòlnikov20? Egli baciava così». poi. a suo tempo avesse valorosamente combattuto! Vi furono momenti. bassamente triviali furono per me gli amplessi di quel generale.. di non femminile! Ed ecco. Ma che dire! Il bisogno... E quanto soffersi... Voldemàr! Era il sacrificio di sé. Mostrate al mondo la mia anima. 20 Il protagonista di Delitto e castigo di Dostoievski. E io ce l'ho un tal uomo.. la consapevolezza della nullità. ma. La damina agita più intensamente il ventaglio. parlate!».. Egli beveva.. «Ascoltate. intelligente. La mamma.. lo spirito del tempo e dell'ambiente.. tutta. tutta!». errori di gioventù. capite! Io non potevo agire altrimenti. Feci ricca la famiglia.. Ah! Voi siete uno scrittore e ci conoscete.. Aspettavo la felicità. presi a viaggiare. Mio padre. non costringetemi a rammentare! Dovetti io stessa aprirmi una via. «Non voi bacio. sebbene. sarei stata felice. bisogna rendergli giustizia. noi donne. «Parlate! Vi scongiuro. Nacqui in una povera famiglia d'impiegati... io non accuso il mio povero padre. prendeva sbruffi.. Ed ecco. mi sarei abbandonata all'uomo amato. e voi m'avete bell'e capita. mirabile creatura. la rinuncia a se stessa. E la lotta con l'ambiente? Una cosa tremenda! E i dubbi? E i tormenti della incipiente mancanza di fede nella vita.. Voldemàr.. e quale! Bramavo essere una persona umana! Sì! Essere una persona umana: in ciò scorgevo la mia felicità!». Io anelavo a qualcosa di non comune. la lotta per il pezzo di pane. Čechov – Racconti umoristici martire stile Dostoievski. Il suo viso assume un'espressione di pianto. vous comprenez... baciando la mano presso il braccialetto. capitò sul mio cammino un vecchio generale ricco. Non è trascorsa un'ora dacché sediamo nello scompartimento a discorrere. che avrei preso a vivere come volevo. io fui dotata d'un carattere aperto. mostrate questa povera anima! Voi siete uno psicologo.. momenti terribili! Ma mi rafforzava il pensiero che il vecchio dall'oggi al domani sarebbe morto. il rumore. La mostruosa educazione di collegio. Voldemàr! Dio vede.. come intollerabili. «Oh. «Meravigliosa!» balbetta lo scrittore.. primo timido amore. ce l'ho!».. Ah. . Ha preso a tossire e beve latte con cognac. Voldemàr! Io sono infelice.. Voldemàr? La felicità batte alla mia finestra.. io sono libera come un uccello. ma debole. Ho preso un decotto contro il catarro di stomaco. riposare. «Ma che è? Che cosa s'è messo sul vostro cammino? Vi supplico. a quel che pare. Lo scrittore puntella col pugno la sua testa gravida di pensiero. il vecchio è morto. ascoltate. nauseante e sciocco a questo mondo! Come tutto è ignobile. I dottori.. il delirium tremens non sempre è mortale! Kles'ciòv ha strappato via ad un armeno una cambiale e l'ha stracciata.. il posto resterà a me..il Narratore audiolibri Anton P.. assicurano che domani sarà morto. no! Voldemàr. La locomotiva fischia e ansima. si fa meditabondo.. sospira e. Non c'è che da lasciarla entrare. «Un altro vecchio ricco. Nutro una speranza. Il segretario Kles'ciòv andrà sotto giudizio per percosse inferte a un postulante che l'aveva chiamato burocrate. quanti tormenti. Se morirà. con aria d'intenditore psicologo. con la sicumera loro propria. la banditrice dei suoi ideali... La cosa andrà magari a finire in tribunale. lontana! Ah. si arrossano dal sole al tramonto le tendine dei finestrini. infelice. infelice! Sul mio cammino di nuovo si trova un ostacolo! Di nuovo sento che la felicità mia è lontana.. Il ventaglio spezzato ricopre il bel visetto. ». Non è vero. poiché. ma. Čechov – Racconti umoristici «Ma ecco. A quanto sembra. se sapeste! Quanti tormenti!».Dal diario d'un aiuto contabile 11 maggio 1863. Ma come tutto è volgare. Egli mi ha lasciato qualcosa. è cosa decisa. 3 agosto 1865. Adesso potrei anche viver felice.. E così sarò finalmente contabile! Questo posto mi è stato promesso ormai da un pezzo. 31 . 09 . esser felice. Il nostro sessantenne contabile Glotkin ha bevuto latte con cognac a cagion della tosse e si è ammalato in quest'occasione di delirium tremens. Il contabile Glotkin si è nuovamente ammalato di petto. vi scongiuro! Adesso potrei anche abbandonarmi all'uomo amato. parlate! Ebbene?».. diventare l'amica.. l'aiuto. a un vecchio così. Be'. Che cosa prendere contro il catarro? Non dovrei prendere della santonina? 2 gennaio 1870. Ieri Kles'ciòv è stato scacciato dal circolo per aver narrato ad alta voce un aneddoto indecente e aver riso del patriottismo di un membro della Deputazione Commerciale. difficilmente l'acquavite al pepe gioverà. scrivono. scrivono. E magari prenderò moglie. Sono stato da lui e in lacrime ho domandato perdono d'aver atteso con impazienza la sua morte. La gente cade a mucchi. Dicono che cura bene. c'è la peste. Può esser benissimo! 30 giugno 1867. dr. A Vetlianka. Se verrà la peste. 2 dramme. Glotkin beve in quest'occasione acquavite al pepe. Čechov – Racconti umoristici Una vecchietta (la Gùrievna) diceva ieri ch'io non ho il catarro. In Arabia.. E. 32 . diventato contabile.ciò non si confà ai miei anni . secondo me. e io e lei fino alle due di notte abbiamo parlato di come. É ben vitale costui! Vivere così a lungo. ma un'emorroide interna. come si sente dire. Voglio. scrivono. nonostante tutto ciò. 1/2. 4 giugno 1883. 4 giugno 1878. Nella corte di Glotkin tutta la notte ha ululato un cane. dr.. per il catarro. E Kles'ciòv di nuovo per poco non è capitato sotto giudizio: aveva impegnato da un ebreo un pianoforte preso a nolo. È sorprendente ciò che si fa in questo mondo! Zenzero. Glotkin è moribondo. e io avrò il posto di contabile.il Narratore audiolibri Anton P. e allora si faranno molti posti vacanti. sporgerà querela. è perfin riprovevole. Ha perdonato fra le lacrime generosamente e mi ha consigliato di far uso contro il catarro del caffè di ghiande. andare dal dottore Botkin. mi comprerò la pelliccia di procione e la veste da camera. Certo non una ragazza . Forse il vecchio Glotkin morirà.ma una vedova. galanga. vodka forte. sarò contabile di sicuro. mischiato il tutto. fare un infuso in una bottiglietta di vodka e prendere contro il catarro un bicchierino a digiuno. sangue dei sette frati. dr. Quest'ultimo. 1. c'è il colera. Poniuchòv. 5. La mia cuoca Pelagheia dice che questo è un segno sicuro. ha già la croce di Stanislao e il grado di Assessore di Collegio. Può darsi che venga in Russia. è un passo serio. strizza gli occhi civettuolo e non fa altro che parlare d'illuminazione elettrica. una volta che mi dài la luce. ardono così vivamente che uno degli ospiti seduti a tavola. ma qualcosa di sostanziale. bezzicano col naso e si lagnano di sentirsi "disturbati". io sarò contabile. v'è cena di nozze. lampade e un lampadario zoppo. Se lo farà. Čechov – Racconti umoristici Lo stesso anno. Son perdute tutte le mie speranze! 10 giugno 1886. si può vivere e magari non si è più lontani dalla pelliccia di procione. Perché non sposarsi. Forse dal dispiacere attenterà ai suoi giorni. 33 . Kles'ciòv ha scambiato le soprascarpe col Consigliere Segreto Lirmans. A quest'illuminazione e in generale all'elettricità egli predice un brillante avvenire.il Narratore audiolibri Anton P. sita nel vicolo Piatisobaci. sventura a me. In quanto poi al matrimonio. maledetto. dammi non un carboncino. Già se ne parla. la luce elettrica non è che una birbonata. «Ma. ma un giovanotto che ha la protezione di una zia generalessa. 7 giugno. ma Ciàlikov. non ne sono alieno. a mio modo di vedere. A cenare son ventitré. un telegrafista. Si accora.. guardando ottusamente nel suo piatto. fratello. «L'elettricità. ma nondimeno i commensali lo ascoltano con un certo disdegno. Ficcano là un carboncino e credono di sviare gli occhi! No. Uno scandalo! Il guardaportone Paissi ha consigliato contro il catarro di usare il sublimato.Matrimonio di calcolo (Romanzo in due parti) Parte prima In casa della vedova Mimrin. Proverò. Ieri hanno seppellito Glotkin. un qualcosa da accendere.. per dritto e per traverso. Ahimè! Non m'ha giovato la morte di questo vegliardo! Mi appare in sogno le notti in clamide bianca e mi fa segno col dito. 10 . oh sventura. Dunque la speranza non è ancora perduta. di cui otto non mangiano nulla. il poveretto. preso a nolo alla trattoria. Candele. E.» borbotta il padrino di nozze. A Ciàlikov è scappata la moglie. Non io ho avuto questo posto. il contabile non sono io. se si presenta una buona occasione? Bisogna solo consigliarsi con qualcuno. .. del fuoco. «Con voi.. sospirando e rivolgendosi al telegrafista. Gabbano la gente semplice. Egli non si aspettava punto che la conversazione sulla elettricità avrebbe preso una così strana piega. a cui son scritte in viso tutte le virtù. facciam figura d'ignoranti.» .. «Se vedeste una batteria elettrica di che è composta» dice il telegrafista dandosi delle arie. «Né manco voglio vederla.. La sposa Dàscenka. ed ecco che. ho sempre stimato la vostra famiglia» dice. ma per queste cose vi son altri momenti! Tu di che avviso sei. Tatiana Petrovna. Spremono l'ultimo succo. «e se ho parlato della luce elettrica.. un giovane dal collo lungo e dai capelli ispidi. grazie a Dio. sposiamo la terza figliuola a un brav'uomo» disse dall'altro capo della tavola la madre di Dàscenka.. Li conosciamo. «E se noi. gli sembra sintomo d'uno scontento generale. si fa di fuoco e risponde: «Voglion mostrare la loro istruzione e parlan sempre di cose incomprensibili». Ai nostri tempi. «ragionereste altrimenti». Ecco. «Lodando Dio. mascèr21?» si rivolge lo sposo alla sposina che gli siede accanto. E voi. Segue un silenzio. io son pienamente d'accordo» dice con voce rauca di tenore lo sposo Aplombov. capisci?. fareste meglio a bere e a versarne agli altri». invece di parteggiare per una birberia. Ho sempre con ogni sentimento augurato a Daria Ivànovna un buon partito. signor giovanotto (non ho l'onore di sapere il vostro patronimico). Tatiana Petrovna. «A che pro attaccar discorsi sapienti? Non rifuggo io stesso dal parlare di ogni possibile scoperta in senso scientifico. babbo. per il denaro. perché venite da noi? Dovreste andarvene dalle vostre persone istruite». ch'è naturale e non astratto». è difficile sposare un brav'uomo. Čechov – Racconti umoristici che ci sia da appigliarcisi! Dammi del fuoco. posso perfino bere. Il telegrafista è confuso. a parer vostro. abbiam vissuto la nostra vita senza istruzione. ciò non vuole ancora dire che l'abbia fatto per superbia. ed egli stima necessario giustificarsi.. tranne una: la facoltà di pensare. Il silenzio sopraggiunto ha un carattere ostile. costoro. 34 . Una birbonata. 21 Ma chère (mia cara). «Io. «Questa è un'allusione!» dice lo sposo. Oggi ognuno spia l'occasione di contrarre un matrimonio d'interesse... facendosi di porpora e sbattendo gli occhi.il Narratore audiolibri Anton P. diamo tre mantelli. ma io dico nel senso che. signor Blìncikov» si rivolge al telegrafista. forse.. levandosi da tavola e tirandosi nervosamente gli ispidi capelli. me n'andrò. Sono effettivamente dei mobili... favorite uscirvene! »... «Favorite uscirvene! Vi auguro di essere anche voi un galantuomo come me! In una parola... «No. «Ma smettila! Basta! » gli amici dello sposo lo fanno sedere. alquanto intimorito. non da nulla!» si risente la madre di Dàscenka. «Noi vi usiamo riguardo per i vostri genitori e vi abbiamo invitato alle nozze. l'ho allattata e allevata. nulla. levandosi da tavola.. «Io non parlo dei presenti. desidero mostrare ch'egli non ha alcun diritto! Io per amore ho contratto legittimo matrimonio. battendo lacrimosa gli occhi. soltanto. la figlietta mia.. «Tu parla. già. ma non divagare! Oltre che mille rubli..» balbetta lo sbalordito telegrafista.. L'ho detto così. tutta questa mobilia! Vammi a trovare in un altro posto una dote così!». fai peccato!» si rivolge d'un tratto la madre della sposina allo sposo. «Vi ringrazio umilissimamente! Mersì22 di tale opinione! E voi. Io.. ecco. bàtiuska. voi prima pagate il debito».... Vuoterò. perché prima siete stato zitto? Avreste dovuto venire a dirlo da parente: è così e così... «E voi avete prestato fede a una calunnia?» chiede Aplombov.. ecco. s'è strusciato per interesse. «No. e voi dite e questo e quello. il letto. e tu. «Be'... tu per interesse. Perché mai restiate a sedere non capisco! Favorite uscir fuori!».. Una dote da nulla. 35 . «E voi non fate allusioni» dice la madre della sposa....».». Va bene. in generale.. «Come sarebbe a dire?».... me ne andrò.il Narratore audiolibri Anton P. Solo restituitemi prima i tre rubli che mi chiedeste in prestito per il panciotto di piccato. l'ho custodita più di un diamante smeraldino. ne mette conto? Siedi! Smettila!».». si offendono come se avessi alluso... E tu. Per carità!.. ancora il bicchiere e.. E se sapevate che Jegòr Fiòdoric' si sposava per interesse. 22 Merci (grazie). signor mio. Tutti sanno che voi è per amore. «Non capisco nemmeno. «Io.. non vi permetterò di combinare simili infamie in casa altrui! Favorite uscirvene!».. «Io. Čechov – Racconti umoristici «Non c'è alcun'allusione» afferma il telegrafista. «sebbene mi siate conoscente. «Io nulla. ed ecco. . quanto piumino! Come neve!». Quelli gli danno tre rubli in spiccioli. L'autore ben educato mette alla propria fantasia una solida briglia e getta sugli avvenimenti in corso il cupo velo del mistero.il Narratore audiolibri Anton P. hanno ingannato lo sposo nei conti. dopo lunghe ricerche del suo berretto di servizio. che ieri ci furon le nozze. e lui che ha fatto?». egli li getta con indignazione al telegrafista. Dietro a loro cammina Aplombov in cappotto di tricot e 36 . gesticola con le braccia.. neppur ti ci raccapezzi che sia» si odono voci.. «Lo conducono! Lo conducono! » si senton delle voci. al portone fan ressa cuoche intirizzite con un'espressione di estrema perplessità sui visi.. mento a mento.. Neanche son le otto e al vicolo Piatisobaci v'è un movimento insolito. «Uno screzio» risponde lui... saluta e se ne va. occhieggiano teste di donne. Così a volte può finire un'innocente conversazione sull'elettricità! Ma ecco. i tetti.. Ve'. Čechov – Racconti umoristici Lo sposo bisbiglia a lungo coi suoi amici... caro?» gli domandano le lavandaie dalla finestra. Invece di mille. «Che è successo?» domandano le lavandaie ai portinai che corrono. Per i marciapiedi corrono agitati guardie e portinai. «Non è neve.. dice. «Lo conducono!».. Nell'aria da terra fino ai tetti volteggia un che di bianco. «Che è successo. premendosi tempia a tempia. dice. un portiere e. Dinanzi vengono due guardie con facce impensierite. Ma ecco. Il selciato è bianco. «In casa della Mimrin. le panchine dei portieri presso i portoni. e quest'ultimo. Ha scucito nella collera il materasso di piume e ha buttato il piumino dalla finestra. glien'han dati novecento». «È andato in furia. ma ecco che giunge il grigio mattino e fornisce all'autore ricca materia per la Parte seconda e ultima Una grigia mattina d'autunno. i lampioni della via. Viene la notte... Io. Evidentemente è stato sul luogo dell'accaduto e sa tutto. tutto è bianco.. Essi stessi non sanno di che si tratti. Da tutte le finestre guardano gli abitanti. le spalle e i berretti dei passanti. Dalla finestra aperta della lavanderia. già. Dalla casa della vedova Mimrin avanza un corteo. L'Aurora dalle rosee dita trova ancora Imeneo al vicolo Piatisobaci. termina la cena. «Be'. giunge infine lentamente. molto simile a neve. discorrendo tra sé. Quelli in risposta agitano le mani e corrono oltre.. non è. il suo petto si era colmato d'un senso di vuoto. La processione è chiusa dal portiere con un libro e da una torma di ragazzini.. in guisa però assai poetica. dove. Sul suo dorso posava un enorme contrabbasso in custodia di pelle. nuotato un centinaio di passi da un lato. poi.il Narratore audiolibri Anton P.. Il piumino svolazza fino a sera. «Per che cosa viviamo? La vita è un mito. il sonatore di fagotto Sobakin). 11 . un sogno. «Rincresce dello strapunto!» risponde per lei la madre. non una pennuccia! Dio ci ha castigati sul declinar degli anni!». In viso gli sta scritto: «Sono un galantuomo. rotolante le sue fredde acque.. 37 . in occasione d'un fidanzamento. Il corteo svolta dietro l'angolo. colombelle! E il piumino. Dio.. e lui che pensava di non esser più in grado d'amare! Dopo che aveva perduto la fede nell'umanità (sua moglie. più di una volta s'era fatta la domanda. «Di che piangi.Il romanzo del contrabbasso Il musicante Smic'kòv si recava dalla città alla villa del principe Bibulov. Senza riflettere a lungo. amore che si destava. Era una serata splendida. nostalgia del passato. voltandosi di continuo. quando. Čechov – Racconti umoristici cilindro.. Egli trattenne il fiato e si sentì mancare per un fiotto di sentimenti di varia natura: ricordi dell'infanzia. scorse una bella fanciulla seduta sull'erta ripida a pescar con la lenza. egli si svestì e immerse il corpo nei freschi flutti. La poetica anima di Smic'kòv prese ad accordarsi in conformità dell'armonia di ciò ch'era intorno. Lo seguono piangenti Tatiana Petrovna e Dàscenka. Ma qual dolce sentimento gli avvolse l'anima. che era! Peluria schietta. ardentemente amata. «Tre pudì23. «Non converrebbe far un bagno?» pensò. 23 Il pud equivale a poco più di sedici chili. un ventriloquio. «aveva luogo» una serata con musica e danze. ma non permetto che mi si gabbi! ». era fuggita con un amico di lui.. Andava Smic'kòv per la riva del fiume. ed egli s'era fatto misantropo.». anche se non maestosamente. «Che è la vita?». e il vicolo Piatisobaci si placa. «Ora la giustizia vi farà vedere che uomo son io! » borbotta. sposina?» si rivolgono le lavandaie a Dàscenka. le leggi di natura e la condizione sociale del mio eroe esigono che il romanzo finisca in questo punto. Egli pensò a lungo. Čechov – Racconti umoristici Ma stando davanti alla bella addormentata (non era difficile osservare ch'ella dormiva).. A lungo ristette dinanzi a lei. quando nella sua testa balenò un'idea. Mentre si farà scuro. La saggezza. 38 . egli d'un tratto.. «Vi saran delle dame! E per di più i ladri han rubato coi calzoni anche la colofonia che vi si trovava dentro! ». il povero e oscuro sonatore di contrabbasso doveva rappresentare nella vita d'una illustre e ricca beltà una parte importante. progenie di arpie! Non tanto mi conturba la perdita del vestito (ché un vestito è perituro). al buio. Egli sedette sulla custodia del contrabbasso e si diede a cercare una via d'uscita dalla sua orribile situazione. lo attaccò all'amo.. fino ad averne dolor di tempie. Sarà una sorpresa da parte d'un ignoto». e a sera. «Bisogna che le lasci un mio ricordo!» pensò...il Narratore audiolibri Anton P. sentì in petto alcunché di simile all'amore.. «Ma basta. avevan portato via tutto. quanto il pensiero che mi toccherà andarmene tutto nudo e con ciò mancare contro la pubblica moralità».. contro la sua volontà. «Ah!» si rammentò infine. dato ancora uno sguardo alla bella.» pensò.ahimè! -. Ignoti malfattori. Giunto a nuoto alla riva. miracolosa visione! È ormai l'ora per me d'andare al ballo di sua eccellenza. «Addio.. stava già per nuotare indietro.. raggiungerò la prima isba.». il romanzo non finì col mazzo di fiori. divorandola con gli occhi. «Maledetti!» esclamò Smic'kòv. legatolo con uno stelo di atrepice. potrò starmene sotto quel ponticello. «Le aggancerò qualcosa all'amo. Smic'kòv fu sbalordito: egli non scorse i suoi panni. «Non posso mica andar nudo dal principe Bibulov! » pensava. «Oh. mandando un profondo sospiro.. Smic'kòv nuotò piano verso la sponda. E. ma . il fato di un autore è inesorabile: per circostanze indipendenti dall'autore. ». Il mazzo andò a fondo e si tirò dietro il grazioso galleggiante. «Non lungi dalla riva fra i cespugli v'è un ponticello. A dispetto del buon senso e della natura delle cose.. tormentosamente. mentr'egli contemplava la bella.. colse un grosso mazzo di fiori di campo e acquatici e. tranne il contrabbasso e il cilindro. Li avevan rubati. gonfiandosi. venuta a sedurmi?» pensò. E intanto andrò a nascondermi sotto il ponticello».. arriverò da zia Agafia e la manderò a casa a prendere una veste. avevano trafugato anche le sue vesti. si affrettò a tirare la lenza.. egli rammentava qualche mitico semidio dell'antichità. non lasciandole se non il barattolo coi vermi. mandò un grido e perdette i sensi. «Forse andare in tal guisa? No. si era ammollito nell'acqua. I malviventi che avevano rubato il vestito di Smic'kòv. Di lì a circa un quarto d'ora la bella. «oppure s'è impigliato l'amo». 39 . «Che peccato!» pensò. La mia eroina. come spiegare questa strana metamorfosi? Perché è qui. scegliendo i tratti dove l'erba era più alta e chinandosi. Dopo aver tirato ancora un po' la lenza. E senza pensarci a lungo. Adesso. tenendo in mano l'uncino. Nudo. lasciamolo per qualche tempo e volgiamoci alla fanciulla in atto di pescare. raggiante e felice. Ma la sorte maligna la guatava. «O s'è acchiappato un grosso pesce» pensò la fanciulla. scorse là un uomo nudo con una criniera da musicista e il petto villoso. Čechov – Racconti umoristici Fermatosi a questo pensiero. Che n'è di lei? La bella. allora. «Se poi non è una sirena. Il mazzo di Smic'kòv. lettore. «Non sarà una sirena fluviale. Nell'infilarsi sotto il ponte. ma l'uncino e il galleggiante non apparvero fuori dell'acqua. ma pazienza e fatica ebbero il sopravvento. con lo strumento musicale sul dorso. «Che posso fare?» si mise a piangere. Smic'kòv mise il cilindro. e s'era appesantito. la fanciulla concluse che l'uncino s'era impigliato. Smic'kòv pure s'era spaventato. usciva dall'acque. Dapprima scambiò la fanciulla per una naiade. è evidente. la bizzarra fanciulla gettò da sé le eteree vesti e immerse il bellissimo corpo nei flutti fino alle marmoree spalle. giacché aveva sempre avuto un alto concetto del suo esteriore. nel quale si era aggrovigliata la lenza. ma un essere umano. sotto il ponte? E che ha?».il Narratore audiolibri Anton P. corse verso il ponticello. mentre il mio eroe se ne sta sotto il ponte e si abbandona al suo cruccio. al buio. «La sera abboccano così bene! Che fare?». si gettò sul dorso il contrabbasso e si trascinò fino ai cespugli. Non fu facile liberare l'uncino dal mazzo. mai! Meglio la morte! Aspetterò che imbrunisca. La lenza si tese. svegliatasi e non avendo scorto sull'acqua il galleggiante. e questa supposizione lo lusingò. ». «Vi turba. «Di grazia. Vi scongiuro! Vi si darà molto denaro! Or ora stavo sganciando nell'acqua l'uncino.. non fate complimenti e disponete della mia custodia come se foste in casa vostra! ». Il suo piano era questo: da principio avrebbe raggiunto la prima isba e si sarebbe rifornito di vestiario. Smic'kòv invece era una piacevole eccezione. A prendere il contrabbasso posso venirci anche dopo». «Ora. voi non mi vedete» disse. Quando farà buio. Ma.. e dei ladri mi hanno rubato il mio vestito nuovo. Tutti coloro che suonano contrabbassi e tromboni per lo più son di poca inventiva. vi porterò a casa dei vostri genitori. avvolte nell'oscurità. ma l'esitazione fu di breve durata. la bella tornava in sé. «Signorina. Per un minuto gli parve. convenitene. «Riposate qui e state tranquilla. dopo aver atteso un poco. Smic'kòv cavò fuori dall'astuccio il contrabbasso. D'un tratto al galante Smic'kòv parve che davanti a lui.il Narratore audiolibri Anton P. il mio aspetto. Inoltre coi calzoni hanno portato via anche la colofonia che v'era dentro! ». state comoda?» domandava poi col tono del cavalier galant che invita a una quadriglia. Čechov – Racconti umoristici Mentr'egli risolveva questi quesiti. a me non è possibile uscir di qui per le stesse ragioni che a voi.. «Non v'è male senza bene» pensava.. cedendo la custodia. di profanar la sacra arte. Al sopraggiungere dell'oscurità Smic'kòv si caricò sulle spalle la custodia con la bella e si trascinò verso la villa di Bibulov. «Del caloroso interesse che io ho preso alla sorte della principessina.. Bibulov mi compenserà certo generosamente». «Non uccidetemi!» mormorò. signorina. gli stivaletti e tutto!». Ciò detto. «Anche a me han del pari rubato il mio vestito. e lui strinse le cinghie e prese ad allietarsi che la natura lo avesse dotato di tanto ingegno. Scrutando più attentamente. Ecco che cosa ho ideato: non vi andrebbe di adagiarvi nella custodia del mio contrabbasso e coprirvi col coperchio? Ciò mi nasconderà alla vostra vista. «Signorina!» diss'egli. «Signorina!» rispose Smic'kòv con voce supplice. 40 . «Sono la principessina Bibulov. camminassero due figure d'uomo. si convinse che non era un'illusione ottica: le figure effettivamente camminavano. sollevando la polvere coi piedi nudi e chinandosi sotto il carico. poi avrebbe proseguito. anzi recavano in mano certi fagotti. La bella si adagiò nella custodia e si acciambellò. lo vedo.. il Narratore audiolibri Anton P. Čechov – Racconti umoristici «Non saranno i ladri?» gli balenò in testa. «Portano qualche cosa! Sono probabilmente i nostri vestiti! ». Smic'kòv posò la custodia al margine della strada e rincorse le figure. «Alto là! » gridò. «Alt! Fermi! ». Le figure si volsero e, accortesi dell'inseguimento, se la diedero a gambe... La principessina ancora a lungo intese rapidi passi e grida di «alto là!». Infine tutto tacque. Smic'kòv si era lasciato trascinare dall'inseguimento e, probabilmente, alla bella sarebbe toccato giacere ancora a lungo nel campo accosto alla strada, se non era un fortunato gioco del caso. Accadde che in quel mentre percorressero la stessa strada per la villa di Bibulov i colleghi di Smic'kòv, il flautista Zuc'kòv e il clarinetto Razmachaikin. Inciampati nella custodia, i due si guardarono meravigliati e spalancarono le braccia. «Il contrabbasso!» disse Zuc'kòv. «Ah, ma questo è il contrabbasso del nostro Smic'kòv! Ma com'è capitato qui?». «Probabilmente, qualcosa è accaduto a Smic'kòv» concluse Razmachaikin. «O ha preso la sbornia, oppure l'hanno derubato... In ogni caso, lasciar qui il contrabbasso non va. Prendiamolo con noi». Zuc'kòv si gettò sul dorso la custodia, e i musicanti proseguirono. «Lo sa il diavolo, che peso è!» brontolò per tutta la strada il flautista. «Per nulla al mondo acconsentirei a sonare una tal cariatide... Uff!». Giunti alla villa del conte Bibulov, i sonatori deposero la custodia nel posto riservato all'orchestra e si diressero al ristoro. In quel mentre nella villa già accendevano i lampadari e i bracci. Il fidanzato, consigliere di Corte Lakeic' funzionario bello e simpatico del dicastero delle vie di comunicazione, stava in mezzo alla sala e, con le mani in tasca, discorreva col conte Skàlikov. Parlavano di musica. «Io, conte» diceva Lakeic', «a Napoli conoscevo di persona un violinista che operava letteralmente prodigi. Voi non crederete! Sul contrabbasso... su un comune contrabbasso egli cavava trilli così indiavolati da far paura, semplicemente! Sonava i valzer di Strauss!». «Finitela, codesto non è possibile...» mise in dubbio il conte. 41 il Narratore audiolibri Anton P. Čechov – Racconti umoristici «Vi assicuro! Perfin la rapsodia di Liszt eseguiva! Io abitavo con lui nella stessa camera, anzi, non avendo da fare, appresi da lui a sonare sul contrabbasso la rapsodia di Liszt». «La rapsodia di Liszt... Uhm!... voi scherzate...». «Non credete?» fece Lakeic'. «Allora ve lo proverò subito! Andiamo in orchestra!». Il fidanzato e il conte si diressero all'orchestra. Accostatisi al contrabbasso, presero lesti a scioglier le cinghie... e - oh, spavento! Ma a questo punto, mentre il lettore, dando libero corso alla sua immaginazione, delinea l'esito della disputa musicale, torniamo a Smic'kòv... Il povero sonatore, non avendo raggiunto i ladri ed essendo tornato al luogo dove aveva lasciato la custodia, più non vide il prezioso carico. Perdendosi in congetture, egli fece più volte la strada su e giù e, non avendo trovato l'astuccio, concluse che egli non aveva imbroccato la strada giusta... «È orribile!» pensava, afferrandosi per i capelli e rabbrividendo. «Lei soffocherà nell'astuccio! Sono un assassino! ». Fino a mezzanotte in punto Smic'kòv vagò per le strade e cercò l'astuccio, ma alla fine, stremato di forze, se n'andò sotto il ponticello. «Cercherò all'alba» stabilì. Le ricerche all'alba diedero lo stesso risultato, e Smic'kòv risolse di aspettar sotto il ponte la notte... «La troverò! » mormorava, togliendosi il cilindro e afferrandosi i capelli. «Dovessi cercare un anno, la troverò! ». E tuttora i contadini che abitano i luoghi descritti narrano che le notti presso il ponticello si può vedere un uomo nudo, coperto dai capelli e in cilindro. Ogni tanto da sotto il ponticello si sente il rantolo d'un contrabbasso. 12 - L'oratore Un bel mattino seppellivano l'assessore di collegio Kirill Ivànovic' Vavilonov, morto per due malanni tanto diffusi nella nostra patria: una cattiva moglie e l'alcolismo. Quando il corteo funebre si mosse dalla chiesa verso il cimitero, un collega del defunto, certo Poplavski, salì in una carrozzella e galoppò dal suo amico Grigori Petrovic' Zapoikin, uomo giovane, ma già abbastanza popolare. Zapoikin, com'è noto 42 il Narratore audiolibri Anton P. Čechov – Racconti umoristici a molti lettori, possiede la rara capacità d'improvvisare discorsi matrimoniali, di giubileo e funebri. Egli può parlare quando gli garba: tra veglia e sonno, a digiuno, ubriaco fradicio, con la febbre ardente: il suo discorso scorre liscio, eguale, come acqua da gronda, e copioso; parole di rimpianto nel suo dizionario oratorio ve n'è assai più che di scarafaggi in qualsivoglia trattoria. Parla sempre con eloquenza e a lungo, cosicché a volte, specie a nozze di mercanti, per fermarlo tocca ricorrere all'aiuto della polizia. «E io, fratellino, son venuto da te! » cominciò Poplavski, avendolo trovato in casa. «Vèstiti sull'istante, e andiamo. È morto uno dei nostri, lo spediamo subito all'altro mondo, così bisogna, fratellino, dire a commiato qualche frottola... In te ogni speranza. Se fosse morto qualcuno dei piccoli, non staremmo a disturbarti, ma sai, è un segretario... una colonna della cancelleria, in certo qual modo. Non sta bene un tal pezzo grosso seppellirlo senza discorso». «Ah il segretario!» sbadigliò Zapoikin. «È quell'ubriacone?». «Sì, l'ubriacone. Ci saranno i blinì24, gli antipasti... riceverai i soldi della carrozzella. Andiamo, anima mia! Metti fuori là, sulla tomba, una qualche concione più ciceroniana che puoi, e che grazie riceverai! ». Zapoikin acconsentì volentieri. Egli si scarruffò i capelli, atteggiò il volto a malinconia e uscì con Poplavski sulla strada. «Conosco il vostro segretario» disse, salendo in carrozzella. «Scroccone e birba, si abbia il regno dei cieli, come ce n'è pochi». «Via, non sta bene, Griscia, insultare i morti». «Quest'è certo, aut mortuis nihil bene25, ma tuttavia era un mariuolo». Gli amici raggiunsero il corteo funebre e vi si unirono. Il defunto lo portavan lentamente, talché fino al cimitero ebbero tempo di dare un tre capatine in trattoria e di mandar giù per il riposo dell'anima un bicchierino ogni volta. Al cimitero fu detto il requiem. Suocera, moglie e cognata, lige alla consuetudine, piansero molto. Quando calarono la bara nella fossa, la moglie gridò: «Lasciatemi andar da lui!», ma nella fossa dietro al marito non andò, probabilmente essendosi rammentata della pensione. Dopo aver atteso che tutto si fosse calmato, Zapoikin si fece avanti, girò gli occhi su tutti e cominciò: 24 Sorta di frittelle tonde e sottili, fatte con pasta semiliquida di frumento, o altri cereali, che si mangiavano in varie occasioni, specialmente nozze e funerali. 25 Storpiatura del latino: nihil de mortuis nisi bene, nulla (dicasi) dei morti, se non in bene. 43 nonostante la sua avanzata età. aveva una folta barba rossiccia. egli non conobbe gioie nella vita e si negò perfino la felicità dell'esistenza familiare. ancor non è molto. Prokofi Osipyc'! Riposa. persin deforme. quello stesso è ora volto in cenere. a somiglianza d'infaticabile ape. Il discorso piacque a tutti. e voi stessi avete udito or ora i lamenti delle vedove e degli orfani che vivevano delle sue donazioni. era ancor pieno di forze in sboccio e di radiose speranze. Incolmabile perdita! Chi ce lo sostituirà? Di buoni funzionari ne abbiam molti. e la vista non c'inganna! Colui che. e gli ascoltatori presero a bisbigliarsi a vicenda. nobile lavoratore!». non risparmiava forze. teneramente amichevole. 44 . Zapoikin continuò. spremé alquante lacrime. recava il suo miele alla comune arnia del buon ordine statale. a noi rivolto con un buon sorriso. noi vedevamo così baldo. come fosse ora. terzo. e quindi non poteva dirsi scapolo. vi è noto che fino al termine dei giorni suoi egli fu celibe! E chi ce lo sostituirà come camerata? Come fosse ora.. guardando ispirato nella fossa: «Il tuo viso era brutto. che. che con gli allettevoli beni della vita tentavano di farlo venir meno al suo dovere! Sì. intenerito. colui che. sotto i nostri occhi. era disinteressato. ma noi tutti sapevamo che sotto codesto apparente involucro batteva un cuore onesto. Čechov – Racconti umoristici «Si ha da credere agli occhi e agli orecchi? Non sono un sogno pauroso questa bara. Come disprezzava coloro che cercavano. mentr'egli. ancor non è molto. in material parvenza. onesto. Egli sino in fondo all'anima era dedito al suo onesto dovere. tu eri arcigno e rude. ma Prokofi Osipyc' era unico. incorruttibile. vedo il suo volto raso. questi visi di pianto.. «Prokofi Osipyc'!» continuò l'oratore. Gli uditori erano perplessi.. si scambiavano occhiate e alzavan le spalle. non è un sogno. amico!». Dedito al dovere d'ufficio e alle buone opere. era a tutti noto che il defunto tutta la vita aveva guerreggiato con la sua legittima moglie. gemiti e lamenti? Ahimè. dalla nascita non si era sbarbato. ma molto in esso parve strano. mentre si chiamava Kirill Ivànovic'. sotto i nostri occhi Prokofi Osipyc' distribuiva il suo modesto stipendio ai colleghi più poveri. di corromperlo. Pace alle ceneri tue. La morte inesorabile ha posto su di lui la mano irrigidita. In primo luogo rimase incomprensibile perché l'oratore chiamasse il defunto Prokofi Osipyc'..il Narratore audiolibri Anton P. sento la sua voce dolce. così giovanilmente fresco e puro. non dormiva le notti. e perciò riusciva incomprensibile per qual ragione l'oratore avesse detto raso il suo volto. a danno dei comuni interessi. Secondariamente. signor mio.La sirena Dopo una seduta del collegio dei giudici conciliatori26 di N. ma è vivo!» disse. incorruttibile. ma due anni fa lo passarono capufficio al secondo reparto». per togliersi le divise. «Perché ti sei fermato? Continua. ché si è a disagio». ma riguardo a un vivo. un gran bell'uomo dalle fedine lanuginose. quando con Zapoikin tornavano dalle esequie. 26 Autorità giudiziaria collegiale (istituita con le riforme amministrative di Alessandro 11 nel 1864) che giudicava in sede di appello dalle sentenze dei singoli conciliatori. è esatto. «Lui non era mica morto! È morto Kirìll Ivànovic'! ». Čechov – Racconti umoristici Ben presto gli ascoltatori presero ad osservare un che di strano anche nell'oratore medesimo. riposarsi un momentino e recarsi a casa a pranzare. «E KirìlI Ivànovic' era il segretario. sia pure.. E nessuno vi ha pregato. Zapoikin si voltò verso la fossa e con la primitiva eloquenza riprese il discorso interrotto. Egli guardava l'oratore e si accigliava. «Ah. stravagante. «E come t'è saltato in capo?» ridevano i funzionari. «Il vostro discorso va forse per un morto. 45 . D'un tratto ammutolì. di diffondervi sul mio viso. «Ma Prokofi Osipyc'! Eccolo in piedi accanto al monumento!». Brutto. giovanotto!» brontolava Prokofi Osipyc'. «Senti un po'. spalancò stupito la bocca e si girò verso Poplavski. Il presidente del collegio. «Chi è vivo? ».il Narratore audiolibri Anton P. era prima segretario da noi. «Hai sotterrato un vivo». Presso un monumento stava effettivamente Prokofi Osipyc'. 13 . ma perché mettere in piazza la mia fisionomia? È offensivo! ». Egli fissò gli occhi in un punto. Tu. iroso. non prende sbruffi! Ma d'un vivo codesto si può dire solo per canzonatura. «Male. «Ma se tu stesso mi hai detto che vi era mancato il segretario!». guardando con sgomento. deforme. hai fatto confusione! Prokofi Osipyc'. i giudici si riunirono in camera di consiglio. vi capisce il diavolo!». si mosse inquieto e prese egli stesso a stringersi nelle spalle. un vecchio funzionario dalla faccia sbarbata. è una canzonatura sola! Per carità. che avete detto? Disinteressato. di «opinione particolare». quando entrate in casa. le cose intellettuali e dotte scacciano sempre l'appetito. un giovane dal languido viso malinconico. la tavola 27 La versta corrisponde a poco più di un chilometro. 46 . e il sostituto procuratore. Grigori Savvic'. chiusi gli occhi e m'immaginai un porcellino col rafano. Be'. Molto pure vuol dire l'immaginazione. «Non parlate. La vera fame. l'anatra o la beccaccia possono dare dieci punti all'oca. quando. La fragranza più inebriante è quella della cipollina giovane. stava seduto davanti alla tavola e si affrettava ad annotare la sua opinione. «Le oche arrosto son maestre in odori» disse il conciliatore onorario. e quando entrate nel cortile di casa vostra. anima mia. Se. tornate a casa dalla caccia e desiderate pranzare con appetito. ma questo. la fame da lupo. insoddisfatto dell'ambiente. Un altro mandamentale e uno degli onorari se n'eran già andati. o quando ti fai con cavalli presi a nolo da privati un centinaio di verste27 senza riprender fiato. mettiamo. per tutta la casa. sfrigola. stava a una finestra e guardava tristemente nel cortile. capite. che passava per un filosofo. la canaglia. che andasse cercando lo scopo della vita. Čechov – Racconti umoristici rimasto. Sorridendo mellifluo e guardando il grassone.. anima mia. si ha solo dopo il moto fisico. scusate. Lo saprete voi stesso. Il giudice onorario rimasto. comincia a rosolare e. sapete. un giovane tedesco dal viso catarrale. mi venne una crisi di nervi. dall'appetito. non è vero appetito. Io una volta. un ometto piccino dalle fedine attorno agli orecchi e con un'espressione di dolcezza in viso.. sapete. respirando a fatica. filosofi e dotti in fatto di mangiare son gli ultimi degli uomini.il Narratore audiolibri Anton P.». Grigori Savvic'. un grassone floscio che respirava con stento. per esempio dopo una caccia coi cani da corsa. bisogna sforzarsi a che la testa pensi solo al caraffino e allo spuntino. Davanti a loro stava il segretario del collegio Zilin. Be'. Nel profumo dell'oca non c'è soavità e delicatezza. per andarsene insieme a pranzare. in una delle cause dianzi esaminate. non mangiano nemmeno i porci. egli diceva sottovoce: «Noi tutti ora vogliamo mangiare. bisogna che intanto la cucina odori di un certo che. strada facendo. non bisogna mai pensare a cose intellettuali. perché ci siamo stancati e son le tre passate. Il conciliatore mandamentale Milkin. Rincasando. quando sembra che ti mangeresti il tuo proprio padre. tanto che. sedevano su un divanetto e aspettavano che il presidente finisse di scrivere. e peggio di loro. . subito bisogna far lo spuntino». sì. «Ivàn Guric'!» disse con voce di pianto il presidente. col limoncino. Il segretario espresse sul suo dolce viso la beatitudine. se volete saperlo. darete un'occhiata indifferente al soffitto. e ne vien fuori un vapore.. mentre ancora sentite nel ventre le scintille. appena dalla cucina han portato il pasticcio di pesce..» convenne il conciliatore onorario. «Per antipasto son buoni parimente. socchiudendo gli occhi. strizzando gli occhi. non vi siano altri interessi nella vita?». la vodkuccia dico.. fuori dei funghi e del pasticcio di pesce. e bevete non tutto d'un fiato. Ma lei. sapete. subito in voi. ma meglio di tutto. Scoperchi la casseruola... non pensa che al mangiare!» borbottò il filosofo Milkin. «Per causa vostra ho sciupato il terzo foglio».». oppure. capite.. benefattore mio.. «Possibile che. subito il tovagliolo al collo. poi semplici ravanelli con sale. 47 . o in uno panciutello così. con la cipolla. Čechov – Racconti umoristici già deve essere apparecchiata. senza indugio. là per là. senz'affrettarvi. «Faville. la versate non in un bicchierino. benefattore mio. quelli. ma prima farete un sospiro.. con la scritta: "Lo bevon pure i monaci". «M. alle labbra e. così. un odor di funghi. sono un poema!». «Lo sa il diavolo. sì .. ma in qualche antidiluviano boccalino di argento del nonno. Occorre sapere che cosa mangiare. con una foglia di lauro e ogni sorta di spezie. se volete. » ripeté. Quando ne avete mangiato un pezzetto con cipollina e mostarda.. «Sentite» disse il presidente alzando gli occhi sul segretario.. «Ah. se sminuzzati. Piotr Nikolaic'! Parlerò piano» disse il segretario e continuò in un bisbiglio. e senza fretta stendete la mano al caraffino della vodka. i funghi bianchi marinati». come il caviale. «Già. una ghiottoneria! Ma i fegatini di lasca. s'ha da bere il secondo».. e quando vi mettete a sedere. poi di nuovo aringa. agarici salati. e lo spuntino. faville.. perfino una lacrima ci scappa. è l'aringa. anima mia. con cipolla e olio d'oliva.il Narratore audiolibri Anton P. «parlate più piano! È il secondo foglio che sciupo per causa vostra». domando scusa. mangiate del caviale a solo. Grigori Savvic'. Il miglior antipasto. sì.. «Sì. facendo una smorfia sprezzante.. qualche volta! Ebbene. e. dallo stomaco per tutto il corpo. vi stropiccerete le mani. bisogna pure saperlo fare. la piccola nutrice nostra. la porterete. poi. subito. «Appena bevuto. ma subito si riprese e gemé: «Abbiate timor di Dio! In tal modo prima di sera non avrò scritto l'opinione particolare! È il quarto foglio che sciupo!». perché sia una tentazione. 31 Si dice in russo: «muto come un pesce senza favella»..» sospirò il presidente. come lacrime. soltanto. un bel borsc'29 di barbabietole alla maniera dei ciuffi30. Entrambe sono piatti nazionali russi. Ci strizzerai su un occhio. asparagi. Magnifica parimente la minestra di cetrioli salati.il Narratore audiolibri Anton P. magra o grassa. «Il pasticcio di pesce dev'essere appetitoso. figurandosi probabilmente il pasticcio di pesce. «Appena avrete finito col pasticcio di pesce.. in modo inatteso per tutti. tranne la propria voce.. Minestra simile alla precedente. mosse le dita. là per là. Čechov – Racconti umoristici «Già. egli era ormai così trascinato che. Dei pesci mutoli31 il migliore è il coracino arrosto in panna acida. bisogna tenerlo vivo nel latte ventiquattr'ore sane». ne taglierai un pezzettone così.. o ucraini. ecco. succulento. 48 .». e proseguì in un bisbiglio: «Appena avrete mangiato il borsc' o la zuppa. Le s'ci devono esser calde. In aggiunta si servono panna acida e prezzemolino fresco con finocchio. subito fate servire il pesce. Il conciliatore onorario fece un raschio e. benefattore mio. staccando gli occhi dalla carta. benefattore mio. è una cosa magnifica. e il terzo l'hai serbato per le s'ci28» continuò il segretario con ispirazione.. bere prima del pasticcio di pesce» continuò il segretario piano piano. e ci moverai sopra le dita. balzò via dal posto. in tutta la sua nudità. ma con aggiunta di pomodori e panna acida. fece un viso 28 29 Minestra. fate portare le s'ci. scostandosi verso un'altra finestra. oppure fatta con barbabietole e carne. per non spezzare l'appetito. il ripieno grosso. 30 Così i russi del nord chiamavano i piccoli-russi. Il segretario stralunò gli occhi e storse la bocca fin proprio all'orecchio. cavolfiore e ogni consimile giurisprudenza».» brontolò il conciliatore mandamentale. ma subito dopo. non lo farò! Ho torto! » si scusò il segretario. «Non lo farò più. bollenti. «Sì. non udiva nulla. trippa e rognoni teneri.. Ti metterai a mangiarlo. con cipolla. con frattaglie. «Lo sa il diavolo quel ch'è. ma se vi piace la zuppa. «Buono pure lo storioncino acciambellato» disse il conciliatore onorario chiudendo gli occhi. e ne colerà burro. come l'usignolo che canta. a questo modo. per la piena dei sentimenti. dal ciuffo che portavano in capo. lo svergognato. con uova.. «Due bocconi li hai mangiati. delle zuppe la meglio è quella di radici e verdura: carotine. Ma meglio di tutto. con prosciutto e salsicce. perché non sappia di limo e abbia finezza.. di cavoli tritati e inaciditi. qualcosa come una ninfa.. Il segretario sospirò e. e il corpo si sente bene. e la si arrostisce in una leccarda con patate. sorridendo tristemente. che giusto giusto al primi geli abbia beccato un po' di ghiaccio. probabilmente è una cosa saporita» ammise il procuratore. o avete nausea. ma d'un tratto schioccò le labbra. mettiamo. «Lasciatemi finire!».. Voi non badateci. e l'anima s'intenerisce. Se. parola d'onore di galantuomo. mangerei magari anche dell'anatra» sospirò il sostituto procuratore. Stepan Frantsic'. così sugoso. continuò a bassa voce: «Buona anche la lucioperca o la carpa con sugo di pomodori e funghetti.il Narratore audiolibri Anton P. senza salutare. e l'anatra? Se si piglia un'anatra giovane. signore! Il catarro di stomaco l'hanno inventato i dottori! Questa malattia proviene soprattutto dal libero pensiero e dall'orgoglio. e che. Čechov – Racconti umoristici feroce e ruggì dalla parte del presidente: «Piotr Nikolaic'. sapete. Il presidente si alzò. «Dopo l'arrosto l'uomo è sazio e cade in un dolce offuscamento» continuò il segretario. e. E il tacchino arrosto? Bianco.. allora dimenticherete qualsiasi catarro. Il grassone agitò la mano. o una coppia di quagliette grassottelle. magari. probabilmente raffigurandosi l'anatra arrosto. ma l'arrosto. poniamo. «Il tacchino. «Be'.. e abbian preso colore. lo mangerei». corse fuori della stanza. Non avete voglia di mangiare. «Sì. via. ma che le patate sian tagliate fino. 49 . non le salse. afferrò il cappello e. Voi che volatile amate maggiormente? ». «In questo mentre. senza dir neanche una parola. finirete presto? Non posso aspettare oltre! Non posso! ». «Via. e che si siano imbevute del grasso d'anatra. serviranno coll'arrosto un palo di beccaccini. afferrò il cappello e corse via. Il filosofo Milkin fece un viso feroce e parve voler dire qualcosa. fece alcuni passi e tornò a sedere. Ma col pesce non ci si sazia.». Il sostituto procuratore fece un viso agro e disse con un sospiro: «Purtroppo non posso simpatizzare con voi: ho il catarro di stomaco». e voi non fateci caso e mangiate lo stesso. grasso. «Sì. Per addolcimento potete bere un tre bicchierini di acquavite aromatica». l'importante in un pranzo non è il pesce. non è un mangiare sostanziale. chinatosi all'orecchio del sostituto procuratore. «Signore Iddio. e se vi si aggiungerà un perniciotto. allora me ne vado io! Che il diavolo vi porti!». attratto da una forza ignota.». . con la pancetta in su. Il sostituto procuratore. e che questa beltà nuoti tutto il giorno davanti alle vostre finestre in una di quelle vasche coi pesciolini dorati. Stepàn Frantsic'» continuò con un sussurro appena percettibile.. «Piotr Nikolaic'! » gemette il sostituto procuratore. vieni a darmi un bacio!"». e via verso il lettuccio! E così vi mettete a giacere sul dorso. come di essere generalissimo. scomparve col presidente. «Andiamo!» gridò. «Sissignore» proseguì il segretario. raccogliete le falde della veste da camera. Čechov – Racconti umoristici Il presidente raschiò in gola e cancellò con un sol tratto il foglio. là il papa di Roma è corso ai ripari: leggi. balzò su egli pure. l'Austria ha fatto un passo falso. «Piotr Nikolaic. guardò loro dietro con aria di riprovazione e si mise a ordinare le carte. benefattore!» bisbigliò il segretario. movendo impaziente un piede. ma andiamocene. Il segretario sospirò. laggiù la Francia non è andata a genio a qualcuno. ma da qualche parte in Australia. e voi a lei: "Cuoricino. e prendete il giornaluccio in mano. Quando gli occhi si chiudono e tutto il corpo è pieno di sopore. «Sissignore» continuò il segretario. sbatté la penna da una parte e con tutt'e due le mani agguantò il cappello. «Al momento dell'acquavite aromatica è buona cosa fumare un sigaruccio e mandare in aria dei cerchietti. «È mancanza di coscienza. questa!». afferrata la sua busta. «Non lo farò più! Parlerò piano. «Dopo aver fumato. e vi sembra di essere non già in poltrona a casa vostra. su qualche morbidissimo struzzo. scordato il suo catarro e struggendosi d'impazienza. Il presidente si alzò di scatto.' e l'opinione particolare?» si sgomentò il segretario. «Scrivete.». o sposato con la primissima beltà del mondo. «Ah. Il sostituto procuratore agitò la mano anche lui e. Già dopo il primo bicchierino l'olfatto si prende tutta l'anima vostra. Ve lo dico in coscienza. «È il sesto foglio che sciupo» esclamò stizzito. Piotr Nikolaic'! » disse il procuratore. e fa piacere». «l'acquavite aromatica fatta in casa è meglio di ogni sciampagna. Ella nuota. «Quando poi. è un miraggio siffatto. e nel frattempo vi vengono in testa certi pensieri fantastici. la scriverete? Alle sei dovete pur recarvi in città!». benefattore. Il presidente scosse la mano e si precipitò alla porta. fa piacere legger di politica: là. guardi. 50 . scrivete.il Narratore audiolibri Anton P. fa' vedere lo storione!». Achineiev guardò lo storione e fece un «ah!». in un piatto enorme. Dopo un po' di sosta. In un'altra stanza l'insegnante di letteratura Dodonski spiegava agli ospiti i casi in cui la sentinella ha il diritto di sparare su chi passa. Čechov – Racconti umoristici 14 . «Fammi un po' vedere lo storione. come vedete. Marfa s'avvicinò a un panchetto e cautamente sollevò un foglio di giornale unto. olive e carotine. affrettandosi e interrompendosi a vicenda. correvano avanti e indietro i domestici presi a nolo al circolo. Su due tavole eran distribuiti e disposti in artistico disordine gli attributi del servizio d'antipasti e aperitivi. gli occhi si strabuzzarono. screziato di capperi.il Narratore audiolibri Anton P. per la loro condizione sociale. L'insegnante di matematica Taràntulov. in marsine nere e cravatte bianche sudice. non avevano il diritto di entrar dentro. si danzava. raccontavano agli ospiti dei casi di seppellimento di vivi ed esprimevano la loro opinione sullo spiritismo.Una calunnia L'insegnante di calligrafia Serghéi Kapitonic Achineiev dava in sposa la sua figliuola Natalia all'insegnante di storia e geografia Ivàn Petrovic' Losciadinich. Per le stanze. Il trattenimento nuziale filava liscio come un olio. come invasati. paurose. si sonava. A mezzanotte in punto il padron di casa Achineiev andò in cucina a vedere se tutto fosse pronto per la cena. Dal cortile curiosavano alle finestre delle persone. màtuska!» disse Achineiev. C'era chiasso e vocìo. Sotto questo foglio. «Ma che odore. ma ammettevano che in questo mondo ci son molte cose che la mente umana non penetrerà mai. una donna rossa con doppio ventre serrato alla cintola. che. fregandosi le mani e leccandosi le labbra. Tutti e tre non credevano nello spiritismo. il francese Padekuà e il più giovane revisore della corte dei conti Jegòr Venediktic Mzda. Egli si chinò ed emise con le labbra il suono d'una ruota non lubrificata. d'anatra e numerosi altri. Le conversazioni erano. 51 . ma assai piacevoli. schioccò le dita dal piacere e fece un altro schiocco con le labbra. che zaffata! Mi mangerei addirittura tutta la cucina! Su dunque. seduti in fila sul divano. In sala si cantava. Il viso gli raggiò. Intorno alle tavole si affaccendava la cuoca Marfa. In cucina dal pavimento al soffitto era sospeso un fumo costituito dagli effluvi d'oca. riposava un grosso storione in gelatina. . ho schioccato le labbra riguardo. l'animale. «Con chi facevi questo? A-a-ah. molto piacere! Con Serghéi Kapitonic'! Bel nonno.. e lui. Parlerò con tutti loro e gli farò far la figura dell'imbecille pettegolo».il Narratore audiolibri Anton P... il mascalzone. Bisogna fare in modo che non gli credano. lo sciocco! Quella donna non né ha grazia né garbo.. si avvicinò a Padekuà. e sull'uscio comparve la testa rapata dell'aiuto dei sorveglianti di classe... ahahah!.. «Dianzi ero in cucina e davo disposizioni riguardo alla cena» diss'egli al francese. Guardo lo storione e dal piacere.. M'infamerà per tutta la città. «Chi stravagante?» domandò Taràntulov che s'era avvicinato.. lo so...... «Di me sta parlando!» pensò Achineiev.. bàtenka. Con Marfa. da uomo o da donna. 52 . somiglia a ogni sorta d'animali. non c'è che dire! Un téte-à-téte con una «polacca32» da donna!»... Čechov – Racconti umoristici «Oibò! Il suono di un ardente bacio. con colletto rigido e alamari. In cucina poco fa. molto vistosa e marziale... La faccia di Vankin fece un largo sorriso e scomparve dietro l'uscio. con quello storione. Alla vista del pesce. ci crede! Ride! O Dio mio! No. senza cessar di confondersi. stupido? Son io che. piegatosi con bravura..». già me ne dimenticavo.. a far pettegolezzi. Achineiev entrò timidamente in sala e guardò in tralice da un lato: dov'era Vankin? Vankin era accanto al pianoforte e.. Sì. vi baciate qui?".».. e io ci ho. bisbigliava qualcosa alla cognata dell'ispettore che rideva. un certo storione! Lungo due arscini! Eh-eh-eh!.. Achineiev arrossì.. «chi te l'ha detto.... «A voi. un vero aneddoto! Entro poco fa in cucina e voglio osservar le vivande. così non si può lasciar la cosa. baciarla! Stravagante!». Achineiev si grattò e. a proposito del piacere. Vankin... Con chi ti stai baciando.. e dice: "O-o-oh. «Di me.. «Raccontalo ad altri! ».. «Il diavolo sa quel che è!» pensò. «Ora andrà. piace il pesce...... per l'odore piccante faccio uno schiocco con le labbra! Ma in quel momento entra a un tratto quest'imbecille di Vankin e dice.. che possa scoppiare! E quella ci crede.. a proposito.. «Io non ho baciato nessuno» si confuse Achineiev. 32 Sopraveste alla polacca. no. Marfuscia?» s'udì una voce dalla stanza attigua. con la cuoca! Che cosa è andato a pensare. avvicinatosi ad Achineiev. e il giorno dopo più non ricordava la faccenda dello storione. sapete. E così via. "vi baciate?".. E raccontò di Vankin. 53 . La mala lingua aveva fatto la mala opera sua. mi vede al fianco di Marfa.il Narratore audiolibri Anton P. e avanti a immaginare varie facezie.. soltanto. Ubriaco com'è... «M'ha fatto ridere lo stravagante! Ma secondo me è più piacevole baciare un can barbone che Marfa» soggiunse Achineiev. ahimè! L'uomo propone e Dio dispone. dico. E Achineiev si tranquillizzò al punto che. ». con la cuoca.. ma tuttavia devo farvi capire.. gli era parso. Non è affar mio.. Vivete con lei. A casa lo attendeva un nuovo guaio. di dir scempiaggini! Sappiamo già tutto!"».. Ma.. e precisamente il mercoledì dopo la terza lezione. gli si avvicinò il direttore e lo chiamò in disparte. "Che cosa?" dice. bacerò piuttosto un tacchino che Marfa. fate quel che volete.. Accompagnati dopo cena i giovani sposi nella loro camera. «Adesso glielo racconti pure!» pensava Achineiev. Čechov – Racconti umoristici «Ma eccolo lì. Di lì a forse mezz'ora tutti gli ospiti già sapevano della storia di Vankin e dello storione. «Chi vi ha fatto ridere?» domandò il prete insegnante di religione. E io. «Racconti pure! Lui comincerà a raccontare. andò a casa. imbecille. Me ne sto. come un bimbo di nulla colpevole. per favore. ma. fregandosi le mani.. dalla gioia.. È mio dovere... Non è affar mio. che si voltò a guardare e vide dietro a sé Mzda.. «Stiamo parlando di Vankin» gli disse.. corrono voci che voi vivete con quella. vuotò quattro bicchierini di troppo. dico. Vedete.. Serghéi Kapitonic'» disse il direttore. M'ha fatto ridere! ». in cucina e guardo lo storione. «Uno strambo! Entra in cucina. Vankin! Entro in cucina. «Vankin. Achineiev si sentì gelare e restò di stucco. e nulla giovò ad Achineiev la sua astuzia! Dopo una settimana giusta. come se fosse spalmato di catrame. egli si ritirò e s'addormentò. baciatevela. E poi ho anche moglie.». non così. «Scusate. Andava a casa e gli pareva che l'intera città lo guardasse. imbecille che sei... «Ecco che c'è. Come punto da tutto uno sciame d'api ad un tempo e come annaffiato con acqua bollente. pubblicamente! Vi prego! Non dimenticate che siete un educatore!». e io subito: "Smettila.. mentre Achineiev stava in mezzo alla sala degli insegnanti e parlava delle viziose tendenze dell'allievo Vissekin. «Spicciati. La sincerità di Vankin era fuori di dubbio. non era stato lui a spettegolare. Čechov – Racconti umoristici «Come va che non ingozzi niente?» gli domandò a pranzo la moglie.. «Ma chi è dunque? Chi?» si diede a pensare Achineiev. bbbarbaro!». senza berretto né pastrano. Vankin prese a batter gli occhi e ad ammiccare con tutte le fibre del suo viso frusto.. se ho detto anche solo una parola di voi! Che io non abbia più né letto né tetto! Sarebbe poco il colera!. Lo trovò in casa. «Chi dunque?» domanderemo anche noi al lettore. brigante?». passando in rassegna nella sua memoria tutti i propri conoscenti e battendosi in petto. Il fatto è ch'egli era appena tornato da una serata dov'erano state dette molte cose sgradevoli ed offensive per lui... si trascinò dà Vankin. Dapprima s'eran messi a parlare dei vantaggi dell'istruzione in genere.. demonio!» ruggì con ira contro la moglie.. maometto33! Della brava gente mi ha aperto gli occhi! U-u-uh. E giù un ceffone sulla sua guancia!.Il punto esclamativo (Racconto di Natale) La notte prima di Natale Jefim Fomìc' Perekladin. appellativo popolare ingiurioso. 15 . mi dirai? Non sei tu. allorché questa domandò perché fosse così accigliato. senza sentirsi la terra sotto i piedi. 54 . si coricò impermalito e persino offeso. nella forma machamèt. «Per che cosa m'hai infangato davanti a tutto il mondo? Per che cosa m'hai lanciato una calunnia?».. «Che calunnia? Che andate a inventare?». Egli s'alzò da tavola e. segretario di collegio. Evidentemente. poi inavvertitamente eran passati al grado culturale dei 33 Il nome di Maometto è divenuto in Russia. «E chi ha spettegolato dicendo che ho baciato Marfa? Non sei tu. alzò gli occhi all'immagine e proferì: «Che Dio mi castighi! Che i miei occhi possano scoppiare e io restare stecchito.». «Sei un farabutto tu!» si rivolse Achineiev a Vankin.. «Chi dunque?».il Narratore audiolibri Anton P. «A che cosa ti sei messo a pensare? Pensi agli amoretti? Senti la mancanza di Marfuska? Tutto mi è noto. «Voi occupate un posto decoroso. Negli occhi chiusi di Perekladin che si stava addormentando. Perekladin aveva taciuto e perfin sorriso mansuetamente (il giovinetto era figlio d'un consigliere di Stato e aveva diritto lui stesso al grado della decima classe34). ma adesso. e solo poi giudicare i vecchi. Non basta che i segni d'interpunzione li poniate correttamente. al qual proposito erano state formulate molte lamentele. «Io so. «e nessuno mai mi ha dato dell'imbecille. È produzione meccanica e nulla più». «Non metterò i due punti là dove ci vuole la virgola.. coricandosi..».» pensava... capisco. Jefim Fomìc'» si era rivolto a Perekladin un giovinetto...il Narratore audiolibri Anton P. attraverso una massa di scure nuvole sorridenti.. «E i segni d'interpunzione?». Certo sul principio era difficile. facevo degli sbagli.. 34 Quello cioè.. In modo riflesso! Produzione meccanica. ma poi mi abituai. di carattere riflesso non val nemmeno un centesimo. E qui... ed ecco tutto.» si confuse il giovinetto... «Uhm.. Sì.. «Anche per i segni d'interpunzione non c'è male. per esempio... Né da noi si esige istruzione» aveva risposto con dolcezza Perekladin. Dopo avere mentalmente riversato sul critico tutte le contumelie a lui note ed essersi scaldato sotto la coperta. rimproveri e perfin derisioni circa il suo basso livello.. «Nessuna. far servizio un poco. In quarant'anni di servizio ci si può far la mano. addormentandosi. «Ma l'abitudine è tutt'altra cosa dall'istruzione. egli s'era fatto tutto sdegno e rabbia..». come usa in tutte le brigate russe. che il diavolo ti porti! Ma io forse ci capisco anche più di te. per quanto non sia stato nelle tue università!». Perekladin cominciò a calmarsi. non fosse che voi. Proprio così. dagli argomenti generali eran passati ai casi personali. «Prendiamo.».. ma che istruzione avete ricevuto?».. «Scrivi correttamente.... Li colloco correttamente».. passò a volo come una meteora una virgola infocata. di segretario di collegio.. contando dall'alto.. «Mi ci abituai.. sissignore! E questa vostra ortografia incosciente. non basta! Bisogna porli consapevolmente! Voi mettete una virgola e dovete aver coscienza del perché la mettete. capisco. Čechov – Racconti umoristici signori impiegati... giovanotto. dunque son consapevole. 55 .. e non c'è male... e lì guarda un po' che critici si son trovati! Incoscientemente!.. «Ho servito per quarant'anni» pensava. Prima bisogna vivere un poco. Ah.. «Ma dove mai imparaste a scrivere correttamente?».. ».» pensava Perekladin.. una terza.... I punti interrogativi si allungarono anche più e si fermarono in attesa. Si collocan sempre quando c'è da fare una richiesta o. Se nella carta si devono enumerare degli impiegati... Čechov – Racconti umoristici Dopo di essa un'altra. e anche dove non occorre. e consapevolmente.. si allungarono in punti esclamativi.. Si mettono davanti a "il quale" e davanti al "che". là pure ci vuole il punto. Esaminami.. I punti interrogativi presero ad accennare in segno di approvazione coi loro uncini e istantaneamente. Quanto più imbrogliata riesce la carta. Questi balzarono fuori dalle nuvole e si misero a ballare il cancan. illimitato. Dove è necessario fare una grande pausa e gettare un'occhiata all'ascoltatore. là ci vuole il punto e virgola..... sentendo le sue membra dolcemente intorpidirsi a causa del sonno sopravveniente. Ma nelle carte. oppure: "Eccellenza. oppure: "Non riterrebbe possibile la direzione di polizia che la detta Ivànova eccetera?".. e.». dove occorre. Tornano a piombar le virgole.. e vedrai. In nessun altro posto si mette il punto. tante più virgole ci vogliono.. padre e benefattore! ». «Conosco anche questi. "abbiamo deciso" . Lo so!». e Perekladin vede tutta una schiera di punti e virgole e di due punti. Al posto loro giunsero a volo dei punti infocati. informarsi di un documento.. se vuoi..... "Mio egregio signore!". Per ciascuna posso trovare il posto. e ben presto tutto lo sfondo buio.il Narratore audiolibri Anton P. I punti e virgola e i due punti si spensero. "Dove è stato riportato il residuo delle somme per il tale anno?". turbinano. Davanti al "ma" e al "conseguentemente" metto sempre il punto e virgola... e non a casaccio.. non resti senza saliva... affinché il segretario. 56 .. poniamo.. «Dove la virgola non basta e il punto è troppo. Ebbene. «Io le capisco benissimo... «E il punto si colloca alla fine della carta... Si mescolano coi punti. «Che rarità: il punto interrogativo! Ma fossero anche mille per tutti troverei il posto.. come a un comando. «Uhm!.... quando leggerà... ciascuno di essi va separato con virgola. Venne la volta dei punti interrogativi. che si stendeva davanti alla sua immaginazione si coprì di fitte schiere di virgole volanti..» egli pensa... Questo segno d'interpunzione nelle lettere si colloca spesso. Le virgole dorate presero a girare e fuggirono in disparte... Le virgole si mettono in vari posti.». quando?».. «Prendiamo magari queste virgole. e i due punti? I due punti si mettono dopo le parole: "abbiamo stabilito"... collera e altri sentimenti. non trovò nel suo passato nemmeno un punto esclamativo... non ne ho mai messi. questo. Perekladin scosse il capo e aprì gli occhi. ma subito li riaprì. sdegno o qualcosa del genere. cioè... sul fondo scuro stava tuttora il grosso punto esclamativo. Perekladin si fece il segno di croce e chiuse gli occhi... che sul fondo scuro comparvero nuovamente i punti esclamativi... ma per quanto pensasse. sdegno. ne aveva scritto delle migliaia. anima mia. Ma quando dunque si colloca. e a me non esce di capo questa diavoleria. di sdegno.... ma non ricordava nemmeno un rigo che esprimesse entusiasmo. quando mai si mettono nelle carte? Un momento. «Ah. So a memoria tutta la grammatica... ».. Di dietro la fila degl'infocati punti esclamativi si mostrò il grugno perfidamente ridente del giovane critico.il Narratore audiolibri Anton P. Marfuscia! » si rivolse a sua moglie. Perekladin apri gli occhi e si girò sull'altro fianco.. quando mai si mette? Eccoti l'abitudine! Ecco come ti sei fatto la mano! In quarant'anni nemmeno un punto esclamativo! Eh?». Uhm!»... «Non sai tu.. «Che disdetta! Ho scritto per quarant'anni e neppure una volta ho collocato un punto esclamativo. Quando mai bisogna metterli?» pensò. Questo segno si colloca nelle apostrofi.. nelle esclamazioni e nelle espressioni di entusiasmo. Ma non fece in tempo a richiuder gli occhi.. 57 . Perekladin prese a rammentarsi il contenuto di tutte le carte ch'egli aveva scritto durante i quarant'anni del suo servizio. come sarebbe? Uhm!. «Il diavolo sa quel che è. «Domani.. Per quarant'anni aveva scritto carte. Uhm!. quel diavolo lungo?». «Entusiasmo. di collera e di altri sentimenti».. bisogna alzarsi per il mattutino. gioia. decine di migliaia.. In realtà... «Possibile che l'abbia dimenticato? O l'ho dimenticato. di gioia. «Poh! A questo modo non ti addormenterai in tutta la notte. Il segretario di collegio si fece pensoso.... Gli stessi punti sorrisero e si fusero in un solo grande punto esclamativo. cercando di scacciare dalla sua immaginazione i non richiesti ospiti.». Dio.» pensò. «Il diavolo li porti.» pensò Perekladin. per quanto corrugasse la fronte.... che spesso si vantava con lui d'aver terminato i corsi in collegio. oppure. così. Poh! Ma... quando. quando si colloca nelle carte il punto esclamativo? «E come non saperlo! Non per nulla studiai sette anni in collegio. Čechov – Racconti umoristici «Nelle carte si mettono. fammi ricordare.. . di sdegno...». L'impiegato si coprì con la coperta. da ogni cosa addirittura spirava calore e presenza d'una mano femminile. invece dello svizzero vide quello stesso segno. premendo sul pennino.. «È vero che non ci fu mai alcun sentimento. gli parve che. Perekladin lo prese.. Quando Perekladin uscì in strada e chiamò una vettura..il Narratore audiolibri Anton P. nella croce di Stanislao. gioia e ribolliva di collera. sulla fronte gli era spuntato un sudore freddo. in luogo della vettura.. «To' questo! To' questo! » mormorava. il lumino dell'icona... gli rotolasse incontro il punto esclamativo. egli ammiccava beffardamente. collocando questi tre segni. a casaccio. carezzevole... indignazione. Macchina da far gli auguri. Il segno infocato fu pago e scomparve... «Pezzo di legno insensibile!». Il portapenne col pennino aveva pure l'aspetto di un punto esclamativo. Egli lo vedeva dappertutto: negli stivali che infilava.» pensava. Perekladin si sollevò a sedere sul letto.. soffiando sull'impiegato un freddo secco. ma davanti a lui.. sconforto. «E altri sentimenti. Tutta la notte si tormentò il povero Perekladin. e anche di dietro quella spalla spuntava la stessa cosa. egli provava entusiasmo.. Il grugno del giovane critico tornò ad affacciarsi di dietro al punto infocato e sorrise perfidamente...» pensava. i mobili avevano una aria festiva... 58 . appoggiò il viso alla spalla della moglie.. di collera. «Macchina scrivente! Macchina!» sussurrava il fantasma. Ora andrò dai superiori a metter la firma. ma anche sotto la coperta vide il fantasma. ma anche di giorno il fantasma non lo lasciò. nel piattino del tè. E tutto ciò gli parlava di entusiasmo. Giunto nell'anticamera del superiore. intinse il pennino nell'inchiostro e firmò: «Segretario di collegio Jefim Perekladin! ! ! ». La testa gli doleva. presso la specchiera della moglie.. Čechov – Racconti umoristici «E altri sentimenti.. linda. nella camera. In un canto ardeva tenue.». ma il povero impiegatuccio sentiva freddo... Il punto esclamativo non si drizzava più nei suoi occhi chiusi. «Ma forse che nelle carte son necessari i sentimenti? Può scriverle anche una persona insensibile. come se si fosse ammalato di tifo. forse che ciò si fa con sentimento? Così. E.. Chi ha gridato?». «E così tu mordi. In quest'uomo Ociumielov riconosce l'orefice Chriukin. Gli corre dietro e. All'ingiro silenzio. che è che non è. Nei suoi occhi lacrimosi è un'espressione d'angoscia e di sgomento. pare. come spuntata di sotterra.. Il mio è un lavoro minuto. perché io con questo dito forse 59 . Ociumielov fa un mezzo giro a sinistra e va verso l'assembramento. corre via un cane. sporgendosi col corpo in avanti. e non tocco nessuno. signoria. è accovacciato al suolo l'autore dello scandalo in persona: un cucciolo bianco di levriero dal muso aguzzo e con una macchia gialla sul dorso. Čechov – Racconti umoristici 16 . Ociumielov guarda da un lato e vede che dal deposito di legna del mercante Piciughin.. Voi mi scuserete. levando in alto la mano destra.. Lo rincorre un uomo in camicia di percalle inamidata e panciotto sbottonato. non. Sulla sua faccia semiebbra par che sia scritto: «Ora ti stronco furfante!» e anche il dito stesso ha l'aspetto d'un segno di vittoria...» dice la guardia. «Io vado.. saltando su tre zampe e voltandosi indietro. «Ragazzi. «Che cosa succede qui?» domanda Ociumielov. e tutt'a un tratto questo vigliacco.il Narratore audiolibri Anton P. Si sente uno strillo canino.. io sono un uomo che lavora. Bisogna che mi indennizzino. maledetto! » ode a un tratto Ociumielov.. Dalle botteghe si affacciano fisionomie assonnate e ben presto vicino al deposito di legna. con le zampe anteriori divaricate e tremante in tutto il corpo.. Le porte aperte delle botteghe e delle bettole guardano tristemente il mondo creato.Il camaleonte Attraverso la piazza del mercato va il commissario rionale di polizia Ociumielov in cappotto nuovo e con un fagottino in mano. Proprio vicino al portone del deposito vede che sta l'uomo sopra descritto e.. mi morde il dito. fendendo la folla. ah! ». come fauci affamate. Dietro a lui cammina una guardia dai capelli rossicci con un setaccio colmo fino all'orlo di uva spina sequestrata..» comincia Chriukin. si raduna una folla. lasciatelo scappare! Oggidì è proibito mordere! Tienlo! A.. «Qualche disordine.. mostra alla folla un dito insanguinato. accanto ad esse non ci sono neppur mendicanti. «Perché questo? Perché mostri il dito?. Al centro della folla. Sulla piazza non un'anima. cade a terra e afferra il cane per le zampe posteriori. Si sente un secondo guaito e il grido: «Non lasciarlo andare!».. «sto parlando della legna con Mitri Mitric'.. tossendo nella mano. signoria!.. nient'altro... signoria. una cosa ignobile.. Čechov – Racconti umoristici per una settimana non farò un movimento. Io stesso ho un fratello nei gendarmi. guercio! Non hai visto.». come davanti a Dio. Senza indugio! Di sicuro è arrabbiato. che gente siete si sa! Vi conosco.. e questo lo sa il diavolo che cos'è! Né pelo né figura..... Il generale ha dei cani di prezzo.».. «Non discutete!». se volete sapere. Un attaccabrighe. e poi t'è venuta in testa l'idea di spillar quattrini.. zaff... Oggidì tutti sono uguali.» osserva significativamente la guardia. Bene. al mascalzone. e lui.. «Forse che può arrivarti al dito? È piccolo.».. E tenere un simile cane?!. «A quanto pare è del generale Zigalov! » dice qualcuno della folla.» dice Ociumielov severamente. non è del generale.. Ma dove ce l'avete l'intelligenza? Se s'incontrasse un cane simile a Pietroburgo o a Mosca... «Lui. e tu guarda li che uomo grande e grosso sei! Tu probabilmente ti sei graffiato il dito con un chiodino. gli ha premuto il sigaro sul naso per divertirsi.. sarà meglio neppur vivere al mondo.. V'insegnerò a lasciar liberi i cani! È ora di rivolger l'attenzione a simili signori che non vogliono sottostare alle disposizioni! Quando gli daranno una multa. Anche nella legge. già.. «No. imparerà da me che cosa voglion dire i cani e le altre bestie randagie! Gli farò veder io!... Lui ha soprattutto dei cani da fermo.. sapete che avverrebbe? Là non guarderebbero nella legge. Di chi è il cane. non sta scritto che da una bestia si debba tollerare. diavoli! ».. «cerca di sapere di chi è il cane e stendi il verbale! E il cane va soppresso. Fa un caldo terribile! S'ha da supporre che stia per piovere... non essendo stupido... «Di sicuro. Una sola cosa non capisco: come ha potuto morderti?» si rivolge Ociumielov a Chriukin.. Eldirin. E se io mentisco. Da lui. «Uhm!. signoria. signoria. Di chi è il cane? Io non la lascerò così.. «Lo sai di sicuro?».. di razza.il Narratore audiolibri Anton P. nella legge è detto.. «Lo so anch'io. signoria!». tossendo e movendo i sopraccigli...... ne giudichi il conciliatore. domando?».. toglimi un po' il cappotto. Eldirin» si rivolge il commissario alla guardia.. Se ognuno potrà mordere... «Del generale Zigalov? Uhm!. Tu.. e quindi perché mentire? Sua signoria è un signore intelligente e capisce chi dice bugia e chi parla in coscienza. «Il generale di così non ne ha... «Mentisci. 60 .».... «Bene. Su via. Forse è di prezzo..... dare una lezione! È ora.....». il cappotto. Suo fratello ci ha passione. così».... vuol dire ch'è randagio. chiudendosi nel cappotto. Sentiva la mancanza del fratello. «Si sa.il Narratore audiolibri Anton P... È così vispo.. Chriukin. Rr. ci vorrà molto a rovinarlo? Il cane è una bestia delicata.. «Ma che è arrivato suo fratello? Vladimir Ivanic'? » domanda Ociumielov.. «Che idea! Di simili da noi non ce ne sono stati mai».. Dirai che l'ho trovato e mandato io. tanghero. «È un cane randagio! Non c'è da far lunghi discorsi.... «Sul muso non ce l'ha scritto... abbassa la mano! Non hai da mettere in mostra il tuo stupido dito! Tu stesso ci hai colpa!. continua il suo cammino per la piazza del mercato.. caro! Da' un'occhiata al cane. hai patito un danno e non lasciar questa faccenda così. Mettimi addosso.. Ehi.. e tutta la sua faccia s'inonda d'un sorriso d'intenerimento. ecco tutto»... Si arrabbia il briccone. «Uhm!.. La folla ride forte di Chriukin. è del generale!» dice una voce dalla folla. «E qui non c'è da far tante domande» dice Ociumielov.. Ha dato un morso a costui nel dito! Ah-ah-ah!.. Il cagnuzzo non è male... «Ma fors'anche è del generale. «Guarda un po'. «Arriverò ancora fino a te!» lo minaccia Ociumielov e. È di' che non lo lascino andar sulla strada. Čechov – Racconti umoristici ma sul momento: muori! Tu.... Se ho detto ch'è randagio.. Giorni fa nel suo cortile ne vidi uno. 61 .. E io nemmeno lo sapevo! Così questo è il suo cagnolino? Molto piacere. È necessario. È vostro?».». Prochor! Vieni un po' qua... gli domanderemo. Signore! E io che non lo sapevo! È venuto in visita per un po' di tempo?».. Tira un po' di vento... E tu. Il nostro non è amante dei levrieri.... » pensa ad alta voce la guardia. «È del fratello del generale...». ch'è arrivato l'altro giorno.. «Viene il cuoco del generale.. è un tal cagnetto.. Prendilo. Signore!.... Sopprimerlo. «Non è nostro» continua Prochor. Tu lo porterai dal generale e là domanderai.. «Guarda un po'.. caro Eldirin.». «In visita. Prochor chiama il cane e s'allontana con esso dal deposito di legna.». e se ogni porco gli premerà il sigaro sul naso...... perché tremi? Rrr. Ho dei brividi. sottinteso: «non la nasconderai». almeno da questo lato m'hanno capito» pensò Possudin. «È così.. «Ma perché ridi?»... Non sono ancora due anni che lo mandarono qua. 62 35 . Traduzione libera del titolo russo: «La lesina nel sacco».. a lagnarsi.. si udrà: "Si faccia venir qui Tiapkin-Liapkin!".. Era un briccone. si immaginano d'aver fatto sparire ogni traccia. «Ciò è bene». «Che bizzarria! Conosco fin l'ultimo scrivano. nascondendo il suo viso nel bavero. «Un signore istruito.il Narratore audiolibri Anton P. magari mille. innanzi tutto gli domandò di sé: «E Possudin lo conosci?».. osservando il più rigoroso incognito. «Han fatto un mucchio d'infamie. «Non c'è male. dove lo chiamava una lettera anonima da lui ricevuta. Sì che succederà uno scompiglio! Ah-ah!.. e non dovrei conoscere Possudin! Appunto è stato messo qui perché tutti lo conoscano». ma lui non si prenderà un peccato sulla coscienza. Dopo aver fantasticato a sazietà. fratello. «Molto di bene ha fatto. «E che ha fatto di tanto speciale?». che Dio lo conservi in salute. «Come non conoscerlo!» fece un sorrisetto il guidatore. gli sporcaccioni.. Ecco. È questo un proverbio che corrisponde al nostro. Ah-ah!..... sul più bello del trionfo.. Piotr Pàvlovic' Possudin s'affrettava verso la cittaduzza distrettuale di N. sedete".Non c'è fuoco senza fumo35 Con una troica privata. secondo te? Bravo?». fratello! Possudin. ma arrivò Possudin. «Lo conosciamo!».» sbadigliò il guidatore. Da uomo bramoso di popolarità.. e trionfano. Immagino il loro sgomento e la loro meraviglia quando. No-o!». «Un bravo signore. scommetto. tutti quelli di prima gli tenevan mano.»... Ebbene? Com'è. uno scroccone. nel nostro distretto ha mandato via Chochriukòv. Čechov – Racconti umoristici 17 . «Sia lode a Dio. I nostri andarono da lui. La ferrovia ci ha procurato... Come tegola sul capo» pensava egli.... con cui l'abbiamo pertanto sostituito nel titolo. come se mai ci fosse stato.. non lo comprerai. per strade vicinali. e già ha fatto un mucchio di cose». esultando.. no-o! Dagliene magari cento... sa il fatto suo. e Chochriukòv se n'andò al diavolo. li trattò come i signori: la mano a tutti: "Voi. Possudin entrò in discorso col suo guidatore.. Così impetuoso. Non c'eran limiti per questo Chochriukòv.. «Sorprenderli. «non superbo.» continuò il guidatore.. . «Certo. Possudin invece... E dimmi di grazia: beve. e basta! Ne ha una decina di quelle.. Quanto meglio del precedente! Certo.. In quel cassetto c'è sempre della vodka... ch'è un beone?»..il Narratore audiolibri Anton P.. lo si poteva sentire da dieci verste lontano.. l'altra. che lui: "I cavalli!". quella Nastassia Ivànovna. con una cannuccia. non beve mai. Perché la gente non se n'accorgesse. ma sempre: uff! uff! Che ti vada al passo. quello di adesso quanto è più abile! Quello di adesso di cervello in testa ne ha cento volte di più.. È in tutto un brav'uomo... ma la gente lo diceva. a mo' di scritturale. E non hanno tanta paura di lui come di lei. nessuno gridava più sonoramente di lui in tutta la provincia. nemmeno una copeca prese. non starò a mentire.... perfin questo è noto! Che schifezza. «E anche per quanto riguarda il sesso femminile. Quando veniva..».. In carrozza pure.. Anche la gente ubriaco non l'ha visto.. se si tratta di rapporti esteriori. Quando si metteva a bere il nostro Chochriukòv. nella borsa delle carte. Grandi poteri le furon dati. ma. o dove va in visita. lui lo fa sempre.. Ah-ah!. E così tracanna tutto il giorno. è da lui come a dire in luogo di amministratrice. come si chiama.. In pubblico... signoria. «che io... al ballo o in società. succhia un poco. Due gli abitano in casa. ecco. ma tira a far tutto di corsa. ma perfino i cani urlavano.. Si china sulla cannuccia. A casa alza il gomito. Una parola sensata non te la dirà.. e difilato qua... non soltanto gli uomini. ma sul conto suo corre tale voce. grave... Di così bella apparenza. si frega gli occhi e per prima cosa: della vodka! Il cameriere gliene porta un bicchiere. anche il precedente era bravo....». Più importante di tutte è Nastassia. o di faccende interne. non c'è verso.. diavolo?... o altrimenti.. Ciò che questa vuole. Lo fa girare come la volpe la coda. Arrivò e regolò tutto. ed è ubriaco. Uno scandalo! ».. 63 . «Uno sconcio. io personalmente non l'ho mai visto ubriaco. ma c'è una disgrazia: è beone! ». Un briccone!» il guidatore si mise a ridere e crollò il capo. «Eccoti il contentino! » pensò Possudin. Čechov – Racconti umoristici pronto. Si leva al mattino.. e non un occhio lo vede! Dunque sa dominarsi. almeno gli si arrossasse il naso! Si chiude nel suo studio e lappa. E una terza girandola abita in via Kaciàlnaia.. s'è fatto adattare nella scrivania un certo cassetto. tutto di corsa! I nostri non fecero in tempo a dirgli una parola.. «Come lo sanno?» si sbigottì Possudin.... Una.. Liudmila Semiònovna.. Dio mio. e lui ne chiede già un altro. Un sol guaio. girandole... «Dio mio. «Come sai» domandò. «Ma come fanno a riconoscerlo?». e avanti a sbraitare per le cose di servizio. quando viaggiava alla chetichella il nostro Chochriukòv. è come sputare una volta!. Quello di prima. faceva una buona dormita. dietro a lui si galoppava.. Così alle stazioni lo sanno: se qualcuno d'inverno chiede pollastrini e frutta. come un vecchio cane. Viaggia il babbeo e crede che sia impossibile riconoscerlo. o qualcosa di meglio. ma Possudin non è fatto per osservare la semplicità. C'è semplicemente da strapparsi le budella dal ridere.. a una stazione di posta.. come una donna. e comincia!. e si soffoca. quando la gente racconta.... Che infamia.. «È semplice assai.. quello è Possudin... in maniera che gl'impiegati non lo vedano. lo faceva sapere un mese avanti. Se qualcuno dice al mastro di posta: 64 .. è una schifezza. ma un contadino cerca di noleggiare... pestava un po' i piedi. Se il passeggero ti picchia sui denti.. Sbraitava un poco. Quello di adesso invece. «La gente lo diceva.. perché non riconoscano la sua voce..il Narratore audiolibri Anton P. ce ne preservi il Creatore! Davanti a lui si galoppava. Prima. Io stesso non ho visto.. faceva un'altra dormita e con lo stesso sistema tornava indietro. noi lo riconoscevamo dalle sue mani pesanti.. e frutta. per uno che se n'intende.. perché nessuno veda né sappia. e non già dei cavalli di posta. tanto di quel chiasso.. e quando viaggiava. fracasso e scampanio.. ha preso anche il vezzo questo Possudin di andare in ispezione alla chetichella. Giunto sul posto.. cerca di partire di soppiatto... «Ma tu come sai tutto questo?» domandò con voce irritata. ai fianchi si galoppava. che non è neanche mai stato in città!.... E riconoscerlo. poh!. Agli occhi della gente non ci si nasconde. in fretta. ed è freddo. Ma che è difficile saperlo? A un cameriere o a un cocchiere non taglierai la lingua. come sente dire qualcosa. Arriva. Ma Possudin lo si può scoprir subito. E poi. la stessa Nastassia se ne va per tutti i chiassuoli e si vanta della sua fortuna di donna. ma ho sentito dalla gente.. e per tutta la strada borbotta rauco. Un semplice passeggero si comporta anche semplicemente. S'avviluppa tutto. arrossendo. A lui servi pure pollastrini. quando voleva andare in qualche posto.. e conserve d'ogni sorta. mettiamo. mangiava e beveva a sazietà. penso... Ecco. e via in treno. un vetturale. Čechov – Racconti umoristici «Perfin di nome le conosce» pensò Possudin. È uno spa-as-so! Esce inosservato di casa. vuol dire che quello è Chochriukòv.». Per lui c'è puzzo.. «E chi poi le conosce? Un contadino. Arriva alla stazione che gli occorre... una trivialità!». .. eccellenza. Sta coricato e legge delle carte. comunque ti nasconda. e i ragazzi se n'infischiano. Per telegrafo tutto è noto.. ragazzi!". Forse già è in viaggio e pensa che nessuno sa ch'egli viene.. si può giurare ch'è Possudin. sei arrivato alla chetichella. stringe le mani a tutti. Lui si rigira. son pronti e vino. Qui poi non solo il mastro di posta. dicono. E il guidatore meravigliato voltò indietro. dimmi di grazia.. Possudin non è ancora uscito di casa sua. poi se ne va come è venuto. "Dove. «Torna indietro.. Venga. chiede scusa per il disturbo.» pensò Possudin. e antipasti svariati.. Si stende alla stazione su un divano. Eh? Lui viaggia e pensa: "Va male per voi. «E come mai prima non lo sapevo?». «È vero. qui tutti già sanno che vieni.. pure! Da un pezzo ormai hanno nascosto tutto!» «Indietro!» gridò rauco Possudin. Anche se tu. eh? Possudin forse si prepara ancor soltanto a partire. bbbestione! ». Là oggi aspettano Possudin". Aspettano. E non manda l'odore dell'altra gente.. e son loro a farsi beffe di lui. signoria! La gente qui è furba. intorno a sé spruzza profumi e ordina di porre accanto al guanciale tre candele. guarda pure: da noi tutto è pulito!. Čechov – Racconti umoristici "Carissimo". e fa correr la gente per varie bazzecole. Fa piacere veder che razza di diavoli! Sì.... tutto è pronto! Lui arriva per coglierli sul fatto. mandarli sotto processo. si rigira. prendiamo anche solo il caso odierno. Me ne vado stamane senza carico.. ma anche un gatto raccapezzerà che uomo è quello». è vero. "vossignoria giudaica?". e salmone. e qui ormai: favorisci.. e dalla stazione mi vola incontro un giudeo. e già per lui.. E li loda anche. il credenziere. E lui dice: "Porto vino e antipasti nella città di N. 65 . e si corica alla sua maniera. o s'avviluppa la faccia perché non lo riconoscano. Ecco com'è! E tu che cosa credevi? Oh-oh... o sostituire qualcuno.il Narratore audiolibri Anton P... e formaggio.. ecco. va" domando.. Comunque t'imbacucchi il grugno.. uno più furbo dell'altro!. «Ma quello a cui occorre lo riconoscerà anche senza frutta e senza pollastrini. Furbi. Čechov firma «scenette».La maschera del riso di Caterina Graziadei Di che ridete? Di voi stessi ridete! Gogol': Il Revisore Il travestimento letterario vanta in Russia una propria genealogia che dal celebre Koz'ma Prutkov . Apprezzati dagli assidui lettori dei supplementi letterari. La «briciola». contro le cinque fino ad allora percepite. Più spesso compare l'anagramma Antoša Čechonte. racconti brevi. i racconti di Antoša Čechonte cominciarono ad apparire anche ai critici della letteratura alta come un'opera dotata di coerenza interna. Allo pseudonimo è applicata la prima legge del comico verbale: l'abbassamento di grado. che pagherà il giovane collaboratore otto copeche a riga. il racconto umoristico. e soprattutto dei fogli umoristici che negli anni Ottanta si erano guadagnati un ampio pubblico. «Un giovane vegliardo». ottenuto con la storpiatura fonetica. direttore del prestigioso periodico di Pietroburgo «Schegge». Le riviste umoristiche.giunge vitale al binomio satirico di Il'f e Petrov nel periodo della Nep. comicità. pubblica su «La libellula».il Narratore audiolibri Anton P. «L'uomo senza milza». bizzarri e allusivi che rinnoveranno ancora negli anni Venti di questo secolo la tradizione letteraria del comico. Così Anton Čechov. a volte didascalie per vignette con «Il fratello di mio fratello». agli esordi. leggerezza. lasciando tuttavia inalterate le regole del «genere»: brevità. «Ulisse». di stile. «La sveglia». Čechov – Racconti umoristici 18 . il romanzofeuilleton e il vaudeville . esibivano nomi sonanti. la scenetta. l'accento caricaturale.scudo sonoro che dava protezione a ben tre autori di brillanti aforismi nella seconda metà dell'Ottocento . nessuna allusione politica. appena una variazione sul vero nome del medico di Taganrog che comincia ad affermarsi a Mosca. costruita seguendo precise e riconoscibili leggi. «Il grillo». il racconto lirico. lo slittamento semantico. come già all'epoca di Caterina II i giornali satirici.ovvero il variegato spettro della bul'varnaja literatura 66 . fino all'incontro con Nikolaj Lejkin. Cifrando la propria identità di studente di medicina e poi di medico sotto altrettante maschere verbali o sciarade in forma di bisticci logici. B..«non ricordo d'aver lavorato più di una giornata a nessun racconto.. il suo nucleo paradossale. ne chiedeva agli amici. «ogni sciocchezza». quasi inconsciamente. con la complicazione dell'intreccio e lo sviluppo dell'analisi psicologica. e quanto al Cacciatore.. l'intento comico. aneddoto rappresentano quasi un'analogia prosastica dell'epigramma. percepì in lui l'innovatore di cui ormai aveva bisogno. la condensazione del tempo. che si farà un vanto di averlo scoperto. «Briciola». aforisma. dal Conte Nulin alla Tesoreria di Tambov. Come i cronisti scrivono i loro trafiletti sugli incendi. senza darmi pensiero né del lettore. così io buttavo giù i miei racconti: macchinalmente. Altri cinque o sei anni. E i racconti di questo primo periodo conservano evidente il sigillo originario dell'aneddoto. l'aneddoto vi rimarrà incluso come una «scheggia». Del resto l'aneddoto è tuttora una delle forme più diffuse di folclore urbano e ad esso si rifanno i soggetti di molti classici della letteratura russa. Čechov sembrava dare poca importanza alle storie da scrivere. era sempre alla ricerca di materiale grezzo. Antoša Čechonte venne presto riconosciuto come uno fra i più promettenti e il pubblico. Ah! come mi occorrono! Ho detto tutto quel che avevo da dire e sono a secco. e non sarò più in grado di produrre nemmeno un racconto all'anno» dichiarava all'idolo dei feuilletonistes russi Viktor Bilibin (lettera del 28 febbraio 1886). facezia. così spesso tacciato di aver gusti volgari. Čechov – Racconti umoristici dell'epoca . scenette. 79. dalle Anime morte alle Dodici sedie. ma l'intreccio deve essere nuovo». racconti comici. Parimenti manifesta noncuranza verso il proprio lavoro letterario e confessa a Dmitrij Grigorovič. Quando dagli anni Novanta prenderà forma il racconto lungo. De Donato 1966. E la ricerca dei «soggetti» narrativi.offrono materiale a Cechov che «tranne il romanzo.il Narratore audiolibri Anton P. p. se non addirittura il loro furto letterario. Čechov scriveva al fratello Aleksandr l'11 aprile 1889: «Si può anche fare a meno della fabula. . Tra i numerosi autori di bozzetti. ŠkIovskij. Una teoria della prosa. l'ho scritto in una cabina di bagni. la poesia e la denuncia» dichiarava di aver «sperimentato tutto». né di me stesso.. 36 V. 67 . dialogo breve. costituisce un capitolo esilarante e curioso della letteratura russa. ai letterati: «Merci per i soggetti. lo scambio di spunti. » (lettera del 28 marzo 1886). Con sicuro intuito delle leggi della composizione e una rara capacità di sviluppare l'intreccio (sjužet)36. che vi è piaciuto. che Čehov chiamava «denuncia del costume». Accanto alla caricatura. Einaudi 1988. distanziarlo fino a renderlo inattivo. pp. Letteratura ai margini. Prestando fede all'affermazione di Viktor Šklovskij che la letteratura prolifichi non in linea retta. grazia»37. Si direbbe che un autore riesca a liberarsi da un tema. 8099. Tynjanov. banalità letteraria. la via più spiccia del riso elementare. mentre i giornali umoristici del tempo esibivano una notevole gamma di volgarità. Čechov – Racconti umoristici Poiché Čechov insegna la distanza. pp. interdizioni. p. 38 37 68 . trasmettendo l'eredità genetica in diagonale. Dedalo 1968. Essa dirige soprattutto verso la produzione della letteratura bassa. fa la sua comparsa la parodia letteraria. Per una teoria della parodia. all'autocrate Pietro. in Poetica e poesia. con una mimica che scomparirà dopo gli anni Novanta39. vecchio re da burla40. 382. A. idoli. l'umorismo significa invece controllo dei mezzi espressivi. ostenta il tono della modestia del narratore. in questo caso il lettore. esso si vale della complicità di un terzo. la parodia diviene allora un genere statutario di superamento. miniaturizzata nel Galletto d'oro. controllo. Propp. un pigro.S. Possedeva con le parole di Mirskij «il nobile dono del paradosso che avvicina l'uomo agli dei». in Avanguardia e tradizione. 40 Cfr. Mirskij. quale consapevole forma di analisi stilistica che organizza la materia di molti racconti. Intrecciata all'umorismo. percepiti come infrazione di una norma. Storia della letteratura russa. 23-31. Comicità e riso. o spirituale o fisica38. 135-171. V. servendosi dello spostamento parodistico. Čudakov. eppure dotata anche essa di proprie regole. i clichés della letteratura contemporanea. Dostoevskij e Gogol'. Einaudi 1985. in lui c'erano «spirito. Come avviene per il Witz. Poetika Čechova. ovvero «da zio a nipote». pp. ma «di sghembo». Moskva 1971. lascivo. pp. cattivo gusto. 41 Cfr. avidamente consumata dal vasto pubblico delle riviste umoristiche e dei feuilletons. Così Puškin degrada la statua terrifica del Cavaliere di bronzo. a cui di frequente Čechov si rivolge. voluto denudamento del ridicolo che smaschera i difetti.il Narratore audiolibri Anton P. 167-168. J. Altrettanto (Čechov utilizza il materiale. distruggendo stereotipi e consuetudini di gusto attraverso un D. La statua niella simbologia di Puškin. il gusto letterario. a superarlo. e Dostoevskij si sbarazza dell'ingombrante eredità del riso gogoliano che riappare alterato nella sua opera41. Jakobson. sostituendo al sovrano-taumaturgo. Garzanti 1965. R. ospitando il più delle volte una produzione di infimo livello. 39 Cfr. Cfr. soprattutto quelle indirizzate ai famigliari. in Čechov spesso di ascendenza gogoliana. «un individuo con le fedine e una testa che pare un ramolaccio con la coda in su» oppure «quello spermatozoo. quel bacherozzolo poliziesco di Anisin Vasilevič». un'inequivocabile Prospettiva della Neva: «A sinistra passeggiano gli aristocratici. per il dettaglio dell'abbigliamento: «A.muovere da un nucleo minimale. greche. ottenuta con i minimi pesi dello speziale. il principio della doppia azione. a destra i democratici.. e costellarlo di altrettante situazioni dinamizza il racconto breve. che vive come la parodia una doppia vita: dietro il piano dell'opera s'intravede sempre il piano stilizzato. lo stile di queste lettere. gli ultimi pettegolezzi. quasi un germe comico. personaggi. come nella veduta di Via Bol’šaja. Scorrendo le lettere degli anni Ottanta-Novanta. diviene fondaco inesauribile di vignette esilaranti. porta certe brachettine di calicò e un padellino a guisa di berretto». Djakontov continua a essere sottile come una viperetta. musetti scuri. i tic.F. con un effetto inusuale di compressione: la sorpresa.. Un profluvio di signorine: capelli color stoppa. sembra talora di essere capitati tra le sue migliori righe umoristiche: soprattutto la provincia. Talora si cimenta nella stilizzazione. Nella strategia dell'umorismo da lui impiegata possono convergere in uno stesso racconto più procedimenti. a volte verso la satira. sono materiale proprio della scrittura čechoviana. sospingendolo a volte verso la farsa. russe. Colpisce il carattere gogoliano di certi ceffi come quel tal Pochlebin. con la camicetta» (lettera del 7-19 aprile 1887 alla sorella Maša). le loro consuetudini. polverosa Taganrog dell'infanzia. A Gogol' rinvia l'attenzione per la moda. come per i deliri ossessivi dei piccoli impiegati nel Diario di un aiuto contabile. Čechov – Racconti umoristici calcolato impiego della parodia. le liste dei cibi offerti nei vari pranzi. il contrasto. polacche (. 69 . A volte diventa un esercizio di stilizzazione. La perizia di Čechov. nel complicare il tema aneddotico . Molti dei temi e alcuni ritratti. ovvero l'universo della duplicità che è all'origine del comico. Tema costante dell'epistolario l'ironico motivo corporale del rendiconto sul «catarro intestinale» o «le emorroidi» che sovente intercala la narrazione sugli abitanti della provincia. deserta come una Pompei.) Sono di moda gli abiti color oliva. con le digressioni liriche del paesaggio e la beffarda ironia.il Narratore audiolibri Anton P. Il punto esclamativo o nel Leone e il Sole. l'accostamento inatteso di fenomeni dissimili. notazioni aneddotiche. l'odiata. portatori di un grado o di una professione. il calembour. poiché la loro individualità emerge solo nella situazione42. assumendo la maschera del «serio». un punto di vista insolito sulla realtà. O literatumom geroe. con riferimento al carattere o alla funzione dei personaggi. «briciole» di riso che si compongono in una macrostruttura. e ancora una serie di sottogruppi. Come ad esempio i «nomi parlanti». usufruiscono di una forma di anonimato. ad esempio: lo sposo Epaminond Maksimovič Aplombov. la parodia letteraria. p. La parola del comico mostra allora la propria duplicità: essa significa altro. un motto. così il titolo si trova sovente in posizione di contrasto con il contenuto del racconto. quasi un prontuario di situazioni e procedimenti. secondo una doppia prospettiva. la gag clownesca. se non il contrario. l'alogismo. i primi personaggi čechoviani difficilmente si distinguono. Altrettanto conflittuale risulta lo svolgersi dell'intreccio. il bettoliere 42 L. Ginzburg. alla lettura rivelano invece un'ambivalenza. Anche quando la contrapposizione non è marcata. al di là dei margini della narrazione. che hanno sempre avuto largo impiego nelle commedie e nelle opere comiche. e più tardi rinvierà a un oltre temporale. Essi vivono ancora dei retaggi letterari della provincia russa o dell'usad'ba (la proprietà di campagna) oppure s'inseriscono nell'indistinto brulichio della grande città. segnalare per sintesi il focus. sono più tipi che personaggi.il Narratore audiolibri Anton P. il titolo conserva tuttavia un lieve slittamento semantico. Čechov – Racconti umoristici E i titoli dei primi racconti. Prenderà forma una specie di emboîtement del comico. 72. accentua «l'attesa delusa» che prepara il riso. Allo stesso modo la conclusione riserva uno scioglimento a sorpresa. Ed ecco l'equivoco. la «maschera verbale» e la «maschera cosale». che si apre al lettore come il corpo ambiguo del Sileno di Alcibiade. In Čechov i nomi sono connessi alle caratteristiche o alla posizione sociale di chi li porta. denominando una professione o un oggetto. da quel che annunciava. Leningrad 1979. guardare. la burla. che poggiano su una forte consapevolezza stilistica. una concatenazione assai ritmata di unità minime. tecniche ausiliarie del riso. sicché l'esordio lirico o drammatico risolve in comico improvviso o viceversa il riso si va complicando di sfumature psicologiche. A ben. con un adagio. Dai racconti degli anni Ottanta si potrebbe con agio trarre un catalogo. quando sembrano anticipare l'azione narrativa o la caratteristica dell'eroe. lo scandalo. 70 . il Narratore audiolibri Anton P. l'aiuto contabile Glotkin (Ingolla) e così per un lungo catalogo parlante che suscita complicità immediata nel lettore russo. «un giovane contadino gobbo dal viso triangolare e gli occhietti stretti da cinese». che muove al riso per la maldestrezza con cui il sempliciotto cerca di complicare il proprio linguaggio. Čechov – Racconti umoristici Samopljuev (Sispùta. quasi un'eco delle «grida» nella piazza medievale43. 43 Cfr. il suonatore di contrabbasso Smic'kòv (Archetti). dopo i cavalli le vacche». ranghi. per poi di colpo volatilizzarsi secondo il modello del «molto rumore per nulla». Il cognome cavallino designa così sin dal titolo l'ambito del riso: il nome parlante. il protagonista del Camaleonte Ociumielov (Appestato). scarno. 71 . infiorettandolo di locuzioni o singole parole preziose. «vecchio decrepito con un occhio solo e la bocca storta». l'ospite straniero Padekuà. uno stemma lessicale fiorito attorno alla parola cavallo. pp. seguito dalle «pecore. si accumulano le persone attorno a qualcosa che perde di senso e d'importanza: un capriccioso incantesimo . principio diffuso nelle fiabe di magia. Si forma un corteo. dalla testa rossa. Il crescendo dei rimedi. dove più sonoro echeggia il riso del folclore con lo sdoppiamento fisico dei due personaggi iniziali: il carpentiere Gherassim. imponendo a tutti una simbolica nudità. ricorda l'affannarsi attorno al Malato immaginario. o per l’enfasi. altrettanto risibile. l'ispettore Possudin (Inquisito. Altrettanto evidente risulta la gamma della screziatura linguistica. La fulminea risoluzione lega questo schema al racconto della Lota. la «maschera verbale» accompagna il dilagare della trovata comica che procede per cumulazione. 202-204. del burocrate che si gonfia le gote di espressioni curiali e citazioni. ricciuta e il viso irto di peli» e il basso carpentiere Ljubim. «un contadino alto. M.il pesce ha sempre una connotazione magica nelle fiabe russe . solitamente storpiate e adoprate a sproposito. un neologismo composto dal prefisso sotto e dal sostantivo giudizio). che qui s'ingegna nell'inesauribile onomastica.annulla distanze sociali. Presto raggiunti da una teoria variegata di «buffi». dalla radice di sé e sputo). anch’esse in contrasto comico con la situazione. Einaudi 1979. parade clownesca cui ultimo tiene dietro il pastore Efim. L'opera di Rabelais e la cultura popolare. dopo di esse i cavalli. Bachtin. il naso tabaccoso. scompigliando le regole di vita del Vicolo Piatisobaci (Cinquebotoli) nel Matrimonio di calcolo. quando lo scioglimento contraddice l'inizio e la narrazione. il babbeo con il «viso giallo. 72 . Smechovoj mir drevnei Rusi. che tanta parte avrà nell'opera di Čechov. la voce tintinnante». Al motivo dell'equivoco. D. Molti racconti potrebbero ancora raggrupparsi entro l'ampia genealogia del cacciatore cacciato o del burlatore burlato. mettendo a soqquadro la «norma» dei ruoli sociali con un comportamento alogico44. Chi deve scusarsi offende e nell'offesa trascina l'intera gerarchia giudiziaria: dallo scrivano della polizia all'avvocato.il Narratore audiolibri Anton P. dove il viaggio dell'ispettore Possudin non ha luogo nella realtà. valendosi della ripetizione e di un assommarsi di coinvolgimenti lungo una «scala comica» in crescendo. Čechov – Racconti umoristici Il racconto Gli stivali dà riprova di quanto tenace sia la tradizione dello «stolto» del folclore russo. palesa l'ingiustizia. del pedante Manfùrio beffato nel Candelaio di Bruno.«non v'è sciocchezza maggiore del senno intempestivo e così non v'è imprudenza maggiore della prudenza intesa a rovescio». Così la sensale di matrimoni nel Lieto fine si troverà soppesata e «sposata» con un effetto parodistico sulle regole del buon governo della casa e sulla norma del buon senso comune. 150-152. procede simmetricamente a ritroso. Lichačëv-A. Pavel Egorovič Čechov) nel racconto del 1884 Dalla padella nella brace. 44 Cfr. dello scambio d'abito si intreccia qui il motivo della finzione teatrale. Nella categoria degli inopportuni. sicché il racconto di Čechov potrebbe quasi illustrare la massima di Erasmo . dal delegato di sezione al giudice conciliatore. colui che inconsapevolmente svela l'inganno. della maschera. nell'ambiente del teatro di provincia. appare una variante russificata dell'ostinato. Oppure Non c'è fuoco senza fumo. invertendo l'intenzione dell'esordio. l’accordatore di pianoforte. si dovrà annoverare anche l'ignaro invitato alle nozze. violenta ostinazione del maestro di cappella (forse un riferimento autobiografico allo stolido autoritarismo del padre. La canonica lite per contumelie. il telegrafista Blincikov (Frittellini) che parla a sproposito. giunge all'esito estremo della «esclusione dal gruppo». Pančenko. Murkin. quasi dalla sua metà. «per dritto e per traverso». condotto per assurdo sino ai toni della pochade. Leningrad 1976. Analogo effetto di comicità è prodotto dall'ottusa. pp. suscitatori di scandali inattesi. in altri si fa più intenzionale la direzione satirica. la piaggeria gerarchica fa mutar d'avviso l'impiegato di fronte al superiore. L'elenco si allunga con il principio dell'abbassamento irriverente. Se in molti testi è ridicolizzato il discorso incoerente o inappropriato. così come esige immotivatamente. del filosofare a buon mercato: «che è la vita? per che viviamo? La vita è un mito. anzi la riempie di significati opposti. il «persecutore». egli si infila o sfila 73 ... sapete. nella pièce All'uscita del teatro. inseparabili complici del comico. se la donna viene spesso paragonata a cibi saporosi . che si potrebbe annoverare tra i casi di «perversa prudentia nihil imprudentius». qui capovolto in Tiapkin-Liapkin. La particolare coloritura gogoliana poggia non solo sulla situazione. in Cechov lo stesso schema si prolunga con effetto intensificato. grasso. giungono in alcuni perfetti racconti alla soglia del grottesco. oppure tra quelli del «chi la fa l'aspetti». dove le ragioni del ventre. qualcosa come una ninfa. così sugoso. nella tradizione del riso carnascialesco. Gogoliana è inoltre l'amplificazione involontaria della Calunnia. come il nome del vanesio giudice Liapkin-Tiapkin (Ciaccola-ciarla) del Revisore. Čechov colpisce e smaschera la parola falsa. un sogno. Čechov – Racconti umoristici bensì unicamente nella narrazione «rovesciata» del vetturale. il Rossiccio e il Bianco. Incastrando l'uno nell'altro una pluralità di effetti. che realizzano il modello della sopraffazione burlesca: nel circo a suon di busse la «vittima» cambia di continuo enunciato. E ancora.. generatore di equivoci e involontarie incongruità. Mentre in Gogol.. sono contrapposte ai ranghi sociali dei ghiottoni e alla loro funzione di pubblici ufficiali.» nella Sirena.come motteggiando scrive lo stesso Cechov alla sorella Masa da Taganrog . ma anche su espliciti riferimenti. con l'attribuzione di termini alti a contenuti bassi nella costante parodia dei luoghi comuni.il Narratore audiolibri Anton P. Nel Camaleonte si mima quasi il numero canonico dei due clown circensi. la svuota di contenuto. Il mutamento d'opinione è scandito dal mutamento di «pelle».all'inverso un tacchino arrosto è «bianco. Iperbole e caricatura. A sua volta il commissario rionale di polizia Ociumielov riproduce il modello del servilismo di fronte a una presunta autorità. ne mostra l'ambivalenza paradossale come nel discorso del Camaleonte e dell'Oratore. Il camaleonte esercita il proprio potere su una vittima doppiamente indifesa. perché priva di parola: un cane. un ventriloquio» (Romanzo del contrabbasso). ambivalente parola contraddetta. Il comico si carica qui della smorfia del grottesco. l'osteria. il significato del titolo. E non solo alle nozze. inatteso. cui si aggiungono la celebre carrozza e il vagone ferroviario. 74 . mira alla satira. altresì smascherata nella sua nocività retorica. «è difficile riuscire ad acchiappare per la coda l'umorismo» . la proprietà di campagna. là ove convengono «mercanti. scrivani della polizia: in genere tutta la "schiuma" che aveva costume di riunirsi nella trattoria la sera» (Dalla padella nella brace). poiché il riso ci deve cogliere di sorpresa. anche se imposta da regole contrattuali o da esigenze di «genere». Una straordinaria parodia del discorso d'occasione che «scorre liscio». Le situazioni estreme che accompagnano il riso rituale sollecitano anche una parola rituale. la laconicità dei primi testi čechoviani diviene nel tempo segnacolo d'uno stile. un ascetismo di mezzi espressivi che contrasta l'effusione romantica e collima con un'estetica del pudore. Čechov – Racconti umoristici la giacca. il Cicerone di provincia «può parlare quando gli garba: tra veglia e sonno. ubriaco fradicio. con un gesto metaforico. Così avviene nelle nozze. e pretesto canonico nella letteratura russa. l'albergo. pubblici impiegati. denunciando il sopruso commesso in nome della giustizia. nell'inopinato scambio delle parti. autoreferente. attori. con la fèbbre ardente» e indifferentemente «a matrimoni. funerali».ha scritto Čechov e con Jean Paul potrebbe ripetere «la brevità è l'anima e il corpo dell'arguzia. giubilei. anzi si identifica con essa». condotto là ove si danno raduno morti e vivi. Sottinteso e negato ne risulta il monito . i luoghi classici del teatro e del riso buffonesco: alla più tradizionale piazza si sostituiscono come luoghi chiusi il tribunale. come recita l'encomio dell'Oratore. All'aperto incontriamo il lago o lo stagno. raddoppiando. dalla ferrovia. a digiuno. mentre la parola si impadronisce della scena negando l'azione. dall'Aneddoto scabroso di Dostoevskij fino alla travolgente scena di trivialità nella Cimice di Majakovskij. quasi un dialogo dei morti rovesciato.il Narratore audiolibri Anton P. Tra i luoghi prescelti è accordata una preferenza a quelli che determinano un incontro simultaneo di più personaggi. il ponte. situazione costante in Čechov. Eppure. del riserbo. Il riso è un demone veloce e inafferrabile. il teatro. ancora nel teatro fino all'ultima pièce.«la giustizia è uguale per tutti». presto accompagnati dalla strada. si scatena con la forza di «acqua da gronda e copioso». Profilo biografico. sulle lesioni microscopiche dell'anima». l'incoerenza dei «buoni propositi» e la loro stasi ineffettuale. assume in questa scrittura un valore ontologico. Non è così?» (lettera del marzo 1886). un trattatello sulle passioni che schiva il sussiego del moralista. all'eccesso romantico. il sapiente che per primo ride di sé. mescolandosi agli attori del 45 46 D. Vita attraverso le lettere. «Sei un semplice mortale e tutti noi mortali siamo enigmatici solamente quando siamo sciocchi. piuttosto un melanconico contemporaneo. Saggio fu allora. annota Mirskij. Sviluppando l'ordine contraddittorio del discorso. p. nelle intenzioni dell'autore «un'allegra commedia. Čechov appare una singolare figura di moralista. il riso nasceva insieme a un brivido freddo. E i suoi personaggi. Mirskij. il paradosso conservano ancora in lui la qualità di antidoto alle passioni violente. 75 . che agisce come molla compressa del riso. per questo tragico controvoglia. Il fraintendimento della parola. non sermoneggia. che a sua volta genera malinteso. indossare la maschera dello sciocco socratico. disgregatrice che nei racconti umoristici era riservata alla chiusa inattesa. il primo fiasco del Gabbiano. attenua anche nel lessico il registro alto della retorica predicatoria. le pause dei suoi dialoghi teatrali assolvono la funzione disgiuntiva.» scrive al fratello. Einaudi 1989. e siamo ridicoli quarantotto settimane all'anno. p.. in Anton Čechov. L'ironia.il Narratore audiolibri Anton P. XIX. sono tutti simili. non s'impanca a giudice. dissolventi»45. nei racconti comici. 386. opposta direzione. anche nei racconti non più comici la commozione e il dolore nascevano in un'aria aspra.. fredda al respiro come un'aria di neve»46. una noesi del tragico.. N. Čechov esalta il nonsense del quotidiano. ribaltamento di senso. Il suo universo è traversato dal comico in una duplice. quasi un vaudeville». «Si ride soltanto di ciò che è ridicolo o di ciò che non si comprende. involontarie. Fissando la sua attenzione «sull'infinitesimale. frainteso come pièce comica. tutti dello stesso materiale. capace di studiare i «differenziali della mente. Sono note le peripezie dei testi teatrali di Anton Pavlovič. le sue forze minori inconsce. Ginzburg. «Se. distruttive. Preferisce porre la «buona educazione» a norma del vivere sociale. della «stoffa comune dell'umanità». cit... e viceversa l'interpretazione di tragico esasperato che Stanislavskij imporrà al Giardino dei ciliegi. Čechov – Racconti umoristici Possiamo leggere la lettera al fratello Nikolaj (il pittore alcolista che morrà di tifò) come un compendio di etica. Storia della letteratura russa. «fra due o trecento anni la vita su questa terra sarà meravigliosa. fantastica». febbraio 1991 76 . con la speranza che forse un giorno. Čechov – Racconti umoristici teatro del mondo. Caterina Graziadei Roma.il Narratore audiolibri Anton P. ormai divenuta un classico – abbiamo scelto di lasciare invariati sia la translitterazione che gli eventuali termini arcaici.Dalla padella nella brace 08 .Il camaleonte 17 .Lo specchio curvo (racconto di Natale) 06 .La lota 05 .Gli stivali 07 .Il Leone e il Sole 03 .Il punto esclamativo (racconto di Natale) 16 .Una natura enigmatica 09 .La maschera del riso di Caterina Graziadei Traduzione dal russo di Alfredo Polledro Postfazione di Caterina Graziadei Edizioni e/o Avvertenza: Nel decidere di usare la traduzione di Alfredo Polledro .Dal diario di un aiuto contabile 10 .Una calunnia 15 .Matrimonio di calcolo (romanzo in due parti) 11 . © Copyright 1991 by Edizioni e/o .il Narratore audiolibri Anton P.La sirena 14 . 1 .Non c'è fuoco senza fumo 18 .00195 Roma pagina 1 4 8 12 17 19 23 29 31 33 37 42 45 51 54 59 62 66 77 .Lieto fine 04 .Un cognome cavallino 02 .L'oratore 13 .Via Camozzi. Čechov – Racconti umoristici Indice Traccia – racconto 01 .Il romanzo del contrabbasso 12 .
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