Battaglia Di Lepanto

March 29, 2018 | Author: Emiliano Fiore | Category: Galley, Ottoman Empire, Pope, Unrest, Religion And Belief


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Indiceautori vari Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. 2 6 9 16 25 38 46 Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. 1 BATTAGLIA DI LEPANTO Data: 7 OTTOBRE 1571 Luogo: IMBOCCATURA DEL GOLFO DI CORINTO Eserciti contro: LEGA SANTA-TURCO Contesto: Cristiano-Ottoman Protagonisti: DON GIOVANNI DAUSTRIA (Comandante supremo della flotta cristiana) SEBASTIANO VENIER (Comandante della flotta di Venezia) MARCANTONIO COLONNA (Ammiraglio romano) PIETRO GIUSTINIANI (Priore dellOrdine di malta) ALESSANDRO FARNESE (Duca di Parma) ANDREA PROVANA DI LEINI (Comandante della flotta del Duca di Savoia) GIAN ANDREA DORIA (Comandante della flotta spagnola in Italia) AGOSTINO BARBARIGO (Ammiraglio della flotta di Venezia) ALI MUEDHDHIN ZADEH PASCIA (Comandante supremo della flotta turca) ULUGH ALI (Pascià di Algeri) MEHMET SHORAQ (Pascià di Alessandria) AMURAT DRAGUT PASCIA (Comandante della flotta di riserva turca) KHARA KHODJA (Capitano della flotta turca) la battaglia La Lega Santa, voluta da Papa Pio V, è l'estremo tentativo di difesa del mondo cristiano contro il dominio turco. Dopo aver preso Belgrado, conquistato l'Ungheria e la Mesopotamia e aver messo sotto assedio Vienna, la potenza navale ottomana, dai tempi della conquista di Costantinopoli nel 1453, è andata sempre crescendo. La bandiera turca della mezzaluna sventola sulle coste dell'Egitto e dellAsia Minore; le isole del Tirreno sono in balìa delle scorrerie dei pirati musulmani. Venezia, per continuare i suoi traffici commerciali nell'Adriatico e nell'Egeo è costretta da anni a pagare ingenti pedaggi all'impero ottomano. Il fatto che porterà alla battaglia navale di Lepanto è la rottura di questa specie di tregua con Venezia da parte dei turchi, i quali scendono in guerra e attaccano l'isola di Cipro nel 1569. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. 2 Cipro è una base importantissima per la Serenissima, ed è lultimo baluardo della Cristianità nel Mediterraneo. Venezia, a questo punto, non può più abbassare la testa, e non possono cedere più neppure le altre potenze marinare europee. Il 25 maggio 1571 Papa Pio V sancisce la costituzione della Lega Santa: viene sottoscritta dalla Spagna di Filippo II, dalla Santa Sede, da Venezia, dal duca di Savoia, dal duca di Parma, dal duca di Urbino, dalle repubbliche di Genova e Lucca, dal granduca di Toscana Cosimo de Medici, dagli Estensi di Ferrara, dall'Ordine di Malta, dai Gonzaga di Mantova. Non è stata una cosa facile per Papa Pio V mettere d'accordo le secolari rivali Venezia e Genova, e convincere la Spagna a partecipare all'impresa, dato che la maggior parte dei suoi interessi erano rivolti, oramai, al di là dellOceano Atlantico. Anzi, sarà proprio la Spagna a fornire il maggior numero di navi e ad accollarsi il finanziamento della spedizione. La flotta della Lega Santa sarà composta da duecentonove galere, trenta navi da carico, sei "galeazze", 13 mila marinai, 40 mila rematori e 28 mila soldati. Le sei galeazze sono veneziane e sono una novità della guerra sul mare. Si tratta di vere e proprie corazzate, dell'epoca s'intende, con la prua fornita di un potente sperone in ferro, mentre i fianchi e la poppa sono rinforzati da corazze d'acciaio. Alla fine di agosto la flotta cristiana è ancorata a Messina e dall'isola di Cipro arrivano notizie drammatiche. I turchi, nel giugno del 1571, hanno preso Nicosia, e Famagosta, difesa strenuamente dal governatore di Cipro, Marcantonio Bragadin, sta per cedere. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. 3 Immediatamente la flotta della Lega Santa, con a capo il comandante supremo Don Giovanni d'Austria, seguito dai due comandanti in capo, Sebastiano Venier e Marcantonio Colonna, si mette in movimento. Il 26 settembre fanno scalo a Corfù e scoprono che l'isola è stata saccheggiata e devastata, di recente, dal feroce corsaro turco Ulugh Alì. Sempre a Corfù vengono a sapere che Cipro è caduta in mano al nemico e che tutti i difensori di Famagosta, compreso Bragadin, dopo la promessa di aver salva la vita, sono stati tutti massacrati. Il 7 ottobre 1571 la flotta della Lega Santa e quella turca sono l'una di fronte all'altra, davanti all'imboccatura del golfo di Corinto. Lo schieramento turco, disposto dal comandante Al Pascià, vede al centro lui stesso con l'ammiraglia affiancata da novantaquattro galere; all'ala destra Mehemet Shoraq con cinquanta galere; all'ala sinistra Ulugh Alì con sessantacinque galere; infine, alla retroguardia, la riserva formata da dieci galere e sessanta piccole navi al comando di Amurat Dragut. Di contro, don Giovanni d'Austria ha alla sua sinistra Sebastiano Venier, alla sua destra Marcantonio Colonna e ai suoi fianchi Gian Andrea Doria e Agostino Barbarigo. Verso mezzogiorno, quando le due flotte giungono a tiro, la battaglia ha inizio. L'ammiraglia turca di Alì Pascià punta direttamente contro la "Reale" di don Giovanni per assaltarla e catturare il comandante in capo cristiano. L'inizio della battaglia, però, vede un parziale successo della Lega Santa. Le galeazze veneziane, poste davanti alla flotta, piombano contro le prime file dello schieramento musulmano e fanno il vuoto, travolgendo ogni ostacolo. Nel frattempo Mehemet Shoraq attacca l'ala sinistra di Agostino Barbarigo. L'ammiraglia di quest'ultimo, viene conquistata due volte e per altrettante volte viene liberata, nonostante Barbarigo venga ferito mortalmente, finchè non arrivano in aiuto le altre galere veneziane. Agostino Barbarigo'è il primo degli ammiragli alleati a dare la vita a Lepanto. Intanto Alì Pascià ha raggiunto l'ammiraglia di don Giovanni d'Austria, mentre le galere turche al suo fianco attaccano quelle di Venier e Colonna. I turchi vanno all'arrembaggio della "Reale" e si combatte, corpo a corpo, con una ferocia incredibile. In soccorso di don Giovanni accorrono sia Sebastiano Venier che Marcantonio Colonna, che precedentemente erano riusciti a sbaragliare le navi nemiche mandate loro contro. A questo punto, il comandante musulmano Alì Pascià si vede perduto. Ferito alla testa da un colpo di archibugio, si toglie la vita con una pugnalata per non cadere in mano nemica. La lotta resta però aperta tra il miglior marinaio della flotta turca, Ulugh Alì, e il peggiore di quella cristiana, Gian Andrea Doria. In questo frangente il corsaro turco si dimostra un abile maestro nel combattimento sul mare. Dopo essersi aperto un varco nella flotta alleata, vi si infila e prende alle spalle l'ala destra della Lega Santa, catturando cinque navi e abbordando la capitana dell'Ordine di Malta, uccidendo il priore Pietro Giustiniani. Ora le sorti della battaglia tornano in bilico. Se Ulugh Al riesce a sconfiggere l'ala destra e poi rivolgersi al centro, può accadere di tutto. Ma sul pascià di Algeri piombano le galere spagnole e dopo più di un'ora di furioso combattimento, il comandante turco capisce di aver perso la partita e riesce a prendere il largo e a riparare a Costantinopoli. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. 4 che per altezza dominava il gruppo dei legni nemici avventati all'assalto. Ecco l'inizio della battaglia di Lepanto attraverso il racconto di un marinaio della nave cristiana "San Teodoro". frammenti di chiglia. è stata un'ecatombe: circa duecentomila morti tra marinai e soldati. Per quella mossa si aprì una specie di varco sulla parte destra del nostro schieramento e le due galeazze che dovevano andare a proteggere il corno dei genovesi si trovarono un po' sperdute nel mezzo del mare. Da parte cristiana si contano circa ottomila morti ed altrettanti feriti. Sui turchi che avanzavano a tutta voga.. Uomini con i turbanti in capo si buttarono a nuoto dagli spalti divelti. Un secondo colpo frantumò la spalla d'una galera vicina. comandato dall'argarsi verso il pieno del golfo. Se non che costui. senza più vele ai trinchetti per la caduta del vento. tutti i comandanti morti. ottanta galere bruciate o affondate e centodiciassette catturate. tranne Ulugh Alì. che si mise ad imbarcare acqua a fiotti sprofondando nel mare come in una sabbia. per i turchi. due per il centro di don Giovanni. Il solo movimento ordinato da don Giovanni riguardò le galeazze. Quel tratto di mare è completamente coperto di rottami di navi. due per l'ala di Barbarigo. Le galeazze erano sei. La Cristianità è salva. piovvero i colpi ed il fuoco in una terribile tempesta d'improvviso infuriante sul mare tranquillo. narrato da Gianni Granzotto nel libro: "La battaglia di Lepanto": ".. un terzo mandò in pezzi il fasciame di un'altra. In tutto la battaglia è durata più di cinque ore. come isole avanzate. Vidi le palle lanciate dal Duodo sfracassare il fanale più grande della Reale dei Turchi. tronconi d'alberi dimezzati che cadevano da altre galere colpite travolgendo soldati e rematori. quindici galere perdute e quasi tutte le altre gravemente danneggiate. La vittoria di Lepanto da parte della Lega Santa infrange l'antico sogno del dominio turco. tra remi spezzati.L'armata cristiana stava ferma sulla sua linea.E' quasi il tramonto quando giunge la fine dei combattimenti. ottomila prigionieri. 5 . immobili in mezzo al mare sotto quel peso come enormi tartarughe galleggianti. cadaveri e feriti che invocano aiuto con grida strazianti. girò fin troppo il bordo allontanandosi al largo più di quanto si credeva opportuno. Lepanto. diecimila feriti. mentre il fuoco prendeva a divampare su questo e quel bordo illuminando le acque di inverosimili bagliori Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. che si andarono a schierare un miglio davanti a noi. due per l'ala del Doria. Davanti al nostro corpo di navi sparavano le galeazze di Francesco Duodo e di Andrea da Pesaro. e dovevano mettersi a due per due all'innanzi di ciascuno dei nostri corpi. Ma le altre furono pronte a scatenare tutto l'inferno dei cannoni di cui erano strapiene. mille soldati e seicento marinai. la Padrona. con venti cannoni.BATTAGLIA DI LEPANTO Cinqùe giorni dopo la presa di Famagosta. i Grimaldi. la quale aveva dato centosettantotto galee. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. In totale vi erano duecentonove galee. quali Ascanio della Cornia. milleduecentosettanta cannoni. la Margarita e la Duchessa). due di Niccolò Doria. Andrea Provana conte di Leini. dieci galee di Gian Andrea Doria. tre di Malta. giungeva a capo delle galee della Murcia e della Catalogna. quattro dei Negroni. da don Francesco di Savoia e da parecchi valenti capitani. milleottocentocinque cannoni. a Messina. da Ottavio e Sigismondo Gonzaga. diciannove galee napoletane con novantacinque cannoni. Pirro Malvezzi. la Sicilia. secondo le cifre su riferite. due dei De Mari. Di tutte queste forze la maggior parte era stata fornita dall 'Italia (Stati indipendenti e Stati soggetti). due dei Grimaldi. due degli Imperiali. i Doria. ottomila soldati e millesettecento marinai. Le forze che venivano a trovarsi sotto il comando di don Giovanni d'Austria erano le seguenti: trentuno galee e venti navi spagnole con cinquecentocinquantacinque cannoni. gli Spinola e don Alvaro di Bazan marchese di Santa Cruz. undicimila e duecento soldati e settemila marinai. tre galee di Genova. duca di Savoia (la Piemontese. infine centocinque galee veneziane con novecentocinque cannoni. dodici galee pontificie noleggiate presso Cosimo de' Medici montate da Cavalieri di Santo Stefano e soldati delle Marche e delle Romagne. 6 . Gil d'Andrate. ventimila soldati. il resto. dal marchese di Carrara. dove aspettavano la flotta veneziana a quella pontificia. quattrocento soldati e duecentoquaranta marinai. quattro dei Nomellini. undicimila e duecentoventi marinai e trentasettemila e trecento rematori. sedici galee siciliane fra le quali la Capitana. dodicimila e novecentoventi marinai e quarantatremila e cinquecento rematori. mille e novecento soldati e mille e cento marinai. tre del. don Giovanni d'Austria seguito da Alessandro Farnese. era della Spagna. gli Imperiali. con cinquanta cannoni. ventottomila soldati. una dei Santi. e la S. Giovanni. da Francesco Maria della Rovere. e lo Sciaurak cadde anche lui. confortati dai frati i quali con il Crocifisso in mano benedicevano i combattenti e davano notizie delle indulgenze promesse dal Pontefice. un impetuoso assalto dato alla nave di Mehemet Sciaurak cambiò la sorti della battaglia. diretta al golfo di Lepanto dov'era la flotta turca comandata da ALI'. e il 4 ottobre andò ad ancorarsi nel porto di Fiscardo. Da Corfù l'armata andò nel golfo di Gomenizza. il suo legno fu colato a picco e la sua squadra anch'essa presa dal panico fu completamente sbaragliata. in aiuto della capitana spagnola accorsero altri navigli cristiani. che avrebbe voluto che la flotta anziché contro i Turchi andasse contro Tunisi. l'ammiraglia turca si lanciò contro la Reale di Spagna. 7 . come Alì. con un accanimento straordinario. sebbene strenuamente difeso da Camillo da Correggio. a un miglio a mezzo circa dalla linea frontale. Con accanimento non minore si combatté all'ala sinistra. forte di duecentoventidue galee. Gian Andrea Doria aveva poca voglia di sferrare battaglia forse per cieca obbedienza agli ordini di Filippo II. il centro destro da Mehemet Sciaurak. isolette poste presso l'imboccatura del golfo di Lepanto. dove in un primo tempo i cristiani furono quasi sopraffatti anche perché il Barbarigo. che si apre nelle coste albanesi. la Capitana di Savoia al comando del Provana. raccolti nuovi soldati sulle coste calabresi. Al centro. il centro sinistro dal bey d'Algeri Ulugh Ali. dopo lunghe discussioni sulla via da prendere. non meno grande era l'ansia di battersi degli alleati. forse anche per certe segrete Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. La mattina del 7 ottobre del 1571 la flotta alleata giunse in vista delle Curzolari. quasi al suo fianco quella Reale di Spagna guidata da don Giovanni d'Austria. la Capitana pontificia comandata da Marcantonio Colonna. trentaquattromila soldati. sessanta galeotte. e subito l'armata ottomana uscì e si schierò in ordine di battaglia di fronte al nemico. tredicimila marinai e quarantamila rematori. aveva riportato una gravissima ferita che il giorno dopo doveva causargli la morte. Grande la determinazione dei Turchi. si affidavano al maggior numero delle loro navi e nella conoscenza del luogo. questa grande flotta. Questo durò a lungo. sotto i colpi di Giovanni Contarini. stavano sei galeazze al comando di Francesco Duodo. fin quando Ali fu colpito gravemente da una palla di cannone e la sua nave con la ciurma nel panico presto venne fatta prigioniera. la Capitana di Venezia con Sebastiano Venier e la Capitana di Genova con Ettore Spinola ed Alessandro Farnese. Diversamente procedettero le cose all'ala destra. alla sinistra altrettante navi veneziane sotto il comando di Agostino Barbarigo. Della flotta ottomana il centro era comandato dall'ammiraglio supremo ALI'. che. all'ala destra stava una squadra di cinquantatré galee capitanata da Gian Andrea Doria. il 27 dello stesso mese giunse a Corfù dove apprendeva la dolorosa notizia della caduta di Famagosta e dello scempio fatto dei suoi difensori.Il 16 settembre. fra cui quello di Sebastiano Venica. da dove poi ripartì il 6 ottobre. Allora la battaglia infuriò contemporaneamente su tutti i punti della fronte e presto prese l'aspetto di una mischia apocalittica. settecentocinquanta cannoni. lasciò le acque di Messina e. di riserva erano trentacinque navi comandate dal marchese di Santa Cruz don Alvaro de Bazan. aprirono un fuoco violentissimo e ruppero l'ordine serrato dello schieramento nemico. La battaglia fu ingaggiata verso mezzogiorno. ma i restanti non tardarono a risollevarsi. desiderosi di vendicare i martiri di Famagosta e. vicerè d'Egitto. imitata da altre navi ottomane. vedendo la flotta ottomana avanzare a semicerchio con lo scopo evidentissimo di avvolgere quella cristiana. il centro era formato da una squadra di sessantuno galee. di avanguardia. pur essendo forniti di minor numero di cannoni. le quali. Lo schieramento dell'armata alleata aveva una lunghezza di circa tre miglia. il quale a capo scoperto combatté valorosamente e contribuì moltissimo all'esito dello scontro. Prime ad entrare in combattimento furono le sei galeazze di Francesco Duodo. in quanto ai danni materiali subiti. questi. Qui fu fatta la divisione delle spoglie e a Venezia toccarono ventisette galee ed altre navi minori. acquistava prestigio e fede in sè stessa: l'uno e l'altra. 8 . i feriti ammontarono a settemilasettecentottantaquattro e tra questi ci fa il CERVANTES. Sopraffatta dal numero dei legni avversari ebbe la peggio. che non poterono più riacquistare la fama d' invincibilità che tanto aveva loro giovato e la fiducia nelle proprie forze. la flotta vittoriosa si rifugiò nel porto di Petala per sfuggire ad una tempesta che stava per scatenarsi. non essendo possibile tentare altre imprese per la stagione inoltrata e per le condizioni delle navi. la quale fu completa. essa crescerà più folta di prima. L'uno e l'altro pertanto dopo una serie di abili evoluzioni presero il largo. erano facilmente riparabili. trovarono la morte parecchi pascià e il comandante dei Giannizzeri. Venezia con Cipro ha perso un braccio e questo non cresce più ». la quale non era quella che dalla strepitosa vittoria di Lepanto si era ripromessa. Centodiciassette galee ottomane e circa venti galeotte furono catturate. avrebbero potuto rialzare le sorti della repubblica. Ma la vittoria fu pagata a caro prezzo: settemila e cinquecento cristiani perirono. A sua volta Ulugh Alì cercava di evitare il combattimento mosso dalle medesime ragioni ed anche perché voleva che le sue forze rimanessero intatte par difendere le coste del suo remo di Algeri che potevano essere assalite dagli Spagnoli. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. lo stesso Gian Andrea Doria. sessantadue cannoni tra grossi e piccoli e milleduecento schiavi. abbandonò il combattimento e le galee che aveva catturate e con venticinque galee e venti galeotte se ne fuggì a Costantinopoli. oltre Ali e Sciaurak. piemontesi e maltesi. Difatti gli Ottomani. cinquantasette colate a picco durante la battaglia. quarantamila turchi tra soldati e marinai furono uccisi. visti i suoi in pericolo. allora Ulugh Alì. date le immense risorse dell'Impero.trattative corse tra la Spagna e Ulugh aventi lo scopo di staccare quest'ultimo da Costantinopoli. una nuova flotta turca di oltre duecento navi al comando di Ulugh Alì veleggiava minacciosa sui mari d'Oriente. Finita la battaglia. poi si recò a Messina. con la sconfitta di Lepanto. ottomila fatti prigionieri e circa diecimila schiavi cristiani furono liberati. il celebre autore del Don Chisciotte. se le gelosia degli altri Stati e la tortuosa politica della Spagna non l'avessero costretta più tardi ad una pace. non subivano perdite territoriali. Dei capitani nemici. dei quali duemila e trecento veneziani fra cui il Barbarigo e ventisei gentiluomini. Due sole cose avevano perduto i Turchi. se aveva perso Cipro. ardendo dal desiderio di combattere. E in verità quell'astuto uomo di Stato non aveva torto. formata di veneziani. il consiglio di guerra stabilì di far vela verso ponente e il 10 ottobre la flotta entrava nel porto di Santa Maura. però il Gran Visir Mehemet Sokolli non rimase scosso dalla disfatta e al legato veneto Barbaro disse: «Lepanto ci ha solamente tagliata la barba. quindici galee andarono perdute. si staccò dal resto della flotta genovese ed assali la navi nemiche. ma in suo soccorso si mossero dal centro don Giovanni d'Austria e Marcantonio Colonna. cinquanta altre che si erano fracassate contro gli scogli furono prima saccheggiate poi incendiate. fu costretto a rivolgersi contro gli Algerini. ma una parte della squadra del Doria. temendo di essere accerchiato. pontifici. Venezia. L'annuncio della sconfitta produsse a Costantinopoli grandissima costernazione e si dice che il sultano Selim rimanesse tre giorni senza prender cibo. Il contegno del Doria fu la sola ombra che offuscò la vittoria cristiana di Lepanto. ed infatti l'anno dopo. la ricchezza e la flotta della Serenissima. impegnato nell’organizzare la flotta veneta. veneziano Capitano Jeneral da Mar. fissando così le premesse per quella che. l’Impero Turco con i suoi sudditi e la Serenissima con gli alleati della Santa Lega. Nel 1570 i Turchi attaccano Cipro. dopo undici mesi di eroica resistenza. Le mura sono massicce e imponenti. Ma caliamoci un po' in quel tempo. cittadina fortificata dell’isola di Cipro assediata dal Turco. ma. viveri e munizioni sono ridotti Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. sarebbe stata la battaglia navale che più contribuì a salvaguardare la civiltà europea e la sua cristianità. nutre ammirazione e invidia per la longevità. di li a poco. uomini. e brama di poterla sfidare direttamente sul mare. Le due ’superpotenze’ al loro apice.LA BATTAGLIA DI LEPANTO (7 ottobre 1571) Nella seconda meta del XVI° secolo. Ad organizzarne la difesa e il Capitano Generale Marcantonio Bragadin. potente e temuto. Sebastiano Venier. Quest’ultimo. Luglio 1571. 9 . e la conquistano definitivamente l’anno dopo (nonostante l’opposizione di una strenua resistenza conclusasi con atroci massacri e col martirio fi Markantoni Bragadin). la potenza. la florida e pacifica Repubblica Veneta si ritrova in un’Europa scossa da forti contrasti tra Francia e Spagna e inquieta per la crescente egemonia dell’Impero Ottomano. La flotta turca n'esce distrutta e non si rifarà più. non riesce a soccorrere Famagosta. comandante veneziano abile e risoluto. si sfidano a Lepanto il 7 ottobre 1571. ordina l’immediata uccisione degli altri capitani. avevano tenuto in scacco per quasi un anno i suoi 250. scegliendosi cosi l’orrenda fine. ma il comandante veneziano subito gli rinfaccia il tradimento della parola data. Lorenzo Tiepolo e Astorre Baglioni. Il 5 agosto. riceve dal capo turco la proposta di farsi musulmano in cambio della vita. riempita di paglia. per arrivare poi a Costantinopoli e. Accusa. mozza gli orecchi al Bragadin. la flotta veneta era arrivata a Messina. acconsente di trattare la resa. Mustafà. Per contro. attesa dalle altre forze della Santa Lega. dove trova finalmente sepoltura. sono più che accettabili e dignitose per i superstiti di Famagosta. in città. quando gli chiede dove siano i viveri e le munizioni della città. solennemente sottoscritte pure dai turchi. sentendosi rispondere che non ne sono rimasti. Spinto dalla popolazione ormai decimata e dai comandanti suoi subordinati. infine. tante sofferenze e lamenti. Bragadin.000 persone. La sua pelle. continuamente rimpiazzate. l’episodio di Famagosta sortì però indubbiamente pure il positivo effetto di indebolire il morale e le capacità offensive dei turchi. violentano le donne dei Ciprioti e le rinchiudono poi insieme ai bambini per farne schiavi. ammazzano i Veneti e gli Italiani. scontro che avrebbe visto contrapposte le forze ottomane alle forze cristiane e che sarebbe passato alla storia come il più sanguinoso evento sul mare di tutti i tempi. sottratta da un veronese.a1 minimo. senza prove. 10 . Mentre Famagosta capitolava e l’eroe veneto subiva il martirio. seppur personalmente avverso ad ogni accordo con i Turchi. legato ad una colonna e scorticato vivo alla presenza del Pascià: senza proferire lamento alcuno e con l’assoluta dignità di veneto soldato. ricucita e rivestita ad umano sembiante. in parte civili e con scarsi viveri e munizioni. Fra tanto orrore. il silenzio della tregua avvolge lo scenario della battaglia. incatenano gli uomini alla voga nelle galee.000 soldati uccidendone circa 80. invita al suo cospetto Bragadin e i suoi subalterni. che ne promettono uno scrupoloso rispetto. le schiere turche. è mostrata in tutta Famagosta e in Asia. Alcuni giorni dopo. 5 Agosto. Intanto. il 1° Agosto 1571. l’eroico Capitano Generale sopporta in silenzio il suo martirio fino all’ultimo respiro. a Venezia anni dopo. dapprima nella Chiesa di San Gregorio e poi nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. adducendo di voler conoscere l’uomo che tanto si era distinto per "rgran valore et previdenzia".!): fa afferrare i veneti. dove giace ancora oggi. già gravemente infetto per il taglio degli orecchi. ma s'incollerisce poco dopo. e. dopo indicibili supplizi. Dopo tanto fragore d'arme. Il Pascià accoglie con cordialità il Capitano veneto e il suo seguito. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. Le sue membra sono disperse fra l’esercito turco. una specie di Crociata promossa da Papa Pio V contro l’Infedele Turco.. che di ogni cosa "si era venuto al fine".000. Bragadin.. i Turchi violano tutti i termini della resa: assaltano le navi in partenza dall’isola. 1° Agosto 1571. Mustafà diventa furibondo (per aver forse solo in quell’istante realizzato che non più di 7. si fanno sempre più aggressive. e dalla lontana Venezia non arriva alcun soccorso. concorrendo così a determinare il favorevole esito dello scontro che avrebbe avuto luogo di li a poco più d’un mese a qualche centinaio di chilometri da Cipro. e quelli che insieme con lui "hanno mostrato tanta bravura". Il 15 Agosto. il Bragadin di aver decapitato gli schiavi turchi nella fortezza. egli viene denudato. Le clausole dell’accordo di resa. 15 Agosto. comandante turco. Malya. da dove. Contava circa 210 galee. per metà venete. riunita nel Golfo di Corinto. In totale circa 280 bastimenti. 7 Ottobre. all’alba del 7. i Turchi da levante. 750 cannoni. La flotta della Lega Santa a Lepanto Galere con comandanti veneziani Galere sottili con equipaggio 38 proveniente da Venezia "libere" Venezia "forzate" Creta Isole Ionie Dalmazia Città di terraferma 16 30 7 8 5 Galere con altri comandanti Galere sottili con equipaggio 36 proveniente da Napoli e Sicilia Genova Stati pontifici e altri Stati italiani Spagna. 22 23 17 Galere grosse con equipaggio 6 proveniente da Venezia "libere" Totale parziale 110 TOTALE 208 Totale parziale 98 Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. quella del Papa. 11 . pure divisa in quattro squadre.Nell’armata cristiana si erano alleate tre flotte: quella veneta. 34. 13. cosi da impedire il sorgere di eventuali gelosie tra le truppe e ottenere un’armata la più compatta possibile. Dopo non poche difficoltà organizzative e finanziarie e numerosi episodi di rivalità tra soldati di diversa parte. ad una ventina di miglia dalla flotta ottomana.000 rematori (in buona parte schiavi cristiani.000 mariani e 41. stava la grand'armata musulmana. I Cristiani si presentavano da ponente.000 soldati. Il Supremo Comandante era Alì Pascià. si convenne di dividere le tre flotte in quattro squadre. In totale circa 280 legni. Nella notte dal 6 al 7 ottobre l’armata cristiana arrivò all’imbocco del Golfo di Corinto. tutte venete. 6 galeazze.000 vogatori (per metà schiavi turchi e criminali comuni). ecc. Contava circa 230 galee e una sessantina di bastimenti minori. 13. Don Giovanni d’Austria era Comandante Supremo dell’armata. sui quali trovavano posto 1800 pezzi d’artiglieria.000 soldati. Dall’altra parte. guidata dal Capitano Generale Sebastiano Venier. distinte da bandiere di diverso colore e composte ognuna da navi provenienti da tutte le nazioni partecipanti. per lo più greci). e oltre 60 fregate. 34. agli ordini di Marcantonio Colonna.000 marinai e 43. diretta dal fratello ventiseienne Don Giovanni d’Austria. vecchio ammiraglio dei gloriosi giorni del sultano Solimano. e quella di Filippo II. ne intravide all’orizzonte le bianche vele. Amurat Dragut SQUADRA DESTRA 60 galee Com. Agostino Barbarigo SQUADRA AZZURRA 61 galee Com. Marchese di Santa Cruz Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. 12 . Don Giovanni (Reale di Spagna) SQUADRA VERDE 53 galee Com. Maometto Scirocco SQUADRA CENTRALE 94 galee Com.SQUADRA DI RISERVA 10 galee e 60 unità minori Com. Luzxali 6 galeazze SQUADRA GIALLA 55 galee Com. Giannandrea Doria 10 galee sottili SQUADRA BIANCA 30 galee di retroguardia Com. Ali Pascia (Reale Turca) VS Francesco Duodo SQUADRA SINISTRA 65 galee Com. Ognuno combatteva con quanto gli capitava in mano. Guerrieri d'altre galee del sultano tentarono di invadere la nave. che. le imbarcazioni turche. saltarono sulle galee della Lega. frecce. valorosamente contrastati dai soldati veneti. accorse in loro aiuto.e certamente non immaginava di star dettando. agli spari degli archibugi. gridando alla libertà. Scirocco fu preso e decapitato. che però fu prontamente soccorsa da altri bastimenti alleati. Le galee della Lega si affiancarono. dalla Reale Turca. all’esplodere delle granate. Oltrepassate le grandi navi venete. Don Giovanni. sui ponti e sulle corsie delle galee. disponendosi quasi a contatto di remi: una formidabile linea di fronte. ordinò all’armata di schierarsi. Soffiava un vento fresco da scirocco. riuscì a respingere ben due assalti dei turchi. forse un po' sorpresa dalla visione di quell’immenso schieramento irto di cannoni che aveva sottostimato. conseguente alle difettose stime acquisite da ognuna delle due armate sull'entità dell’altra: ciascuno dei due contendenti si credeva superiore all’avversario ed era impaziente di misurarsi con lui. L’evento precipitò il morale nella galea veneta. che spingeva le vele turche verso i cristiani. preceduta dalle figure imponenti delle 6 galeazze venete. gli chiese: "Che si combatta?". La battaglia culminò. ordinò lo schieramento di battaglia. D’un tratto non valse più alcuna tattica ne direttiva e fu la confusione più totale. che favorì L’armata cristiana costringendo i turchi a dar di remo. già in parte danneggiate. mettendosi ai remi. appoggiate dalle rispettive capitane e da molte altre galee. al rullare dei tamburi turchi. i quali invece avanzavano a remi. Ali Pascià. all’incrociarsi delle spade e agli urti tra remi generavano un frastuono assordante. Poi le due navi si urtarono e quindi si affiancarono. Molti schiavi cristiani nelle galee turche spezzarono le catene e con armi di fortuna assalirono alle spalle i loro persecutori. facendogli perdere una quindicina di galee. allargate in tre coppie a protezione delle tre squadre principali. spade e pugnali. si fece colpire dalle potenti artiglierie della galeazza del veneziano Francesco Duodo e mostrò qualche disordine.Da entrambe le parti aleggiava un certo ottimismo. mostrava che se per l’arte non era a niun capitano secondo. 13 . sbatterono contro il muro delle galee cristiane. alla storia d’Europa L’inizio di uno dei suoi più importanti capitoli. si lanciarono a vicenda gli arpioni e iniziò l’arrembaggio. Il vento di scirocco mutò in una brezza da ponente. Mancava poco a mezzogiorno quando la linea turca. La galea turca ebbe la peggio e affondò. Il combattimento si fece più acceso fra le navi ammiraglie: la Reale Turca e la Reale di Spagna ingaggiarono un tremendo duello. Intanto. Il Barbarigo. per la prontezza della mano e per l’ardire pareggiava i più animosi soldati". Il giovanissimo comandante supremo della Lega si rivolse a Sebastiano Venier e. con quelle sue parole. Le urla dei combattenti. "sempre tra i primi aggirandosi e dove era più folta la tempesta dei nemici correndo. Il vecchio capitano generale da mar senza esitazione alcuna gli rispose: "E’ necessità et non si può far di manco" . dalla reale di Spagna. e non c’era luogo. unite al suono delle trombe cristiane. cristiane e turche. simultaneamente investita da un inferno di moschetteria eruttato dalle sei galeazze. Molti Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. quindi. come a cercare consiglio nell’esperienza del veneziano. che non fosse penetrato da archibugiate. l’ala sinistra del comandante veneto Agostino Barbarigo si scontrava impetuosamente con l’ala destra turca di Maometto Scirocco. ma al terzo fu mortalmente colpito. devoto e riconoscente. di remi spezzati. o prese.. Ma la battaglia era finita. La vittoria degli alleati fu netta e schiacciante. Quasi tutte le galere inimiche o buttate a fondo. di lamenti. La Battaglia di Lepanto segnò la fine del predominio turco nel Mediterraneo.000 schiavi cristiani fuggiti. e la grand'armata turca distrutta. aprendosi a fatica il passaggio in mezzo alla folla in delirio.. Allora "si levò un grido di tutti in ringraziar Dio. con voce alta et militar disse: Apporto. Alcuni giorni dopo. si riversò nella grande Piazza. anche un trionfo morale.. o spinte in terra. grande scrittore e autore del Don Chisciotte. entrò nella sala del Collegio dove già l’attendeva la Signoria con il Doge Alvise Mocenigo. né si trovò così saldo cuore che in tal caso da tenerezza temperasse le lagrime. La flotta cristiana era padrona del mare. molti dei loro migliori capitani e 10. 14 . Imbarcato in una galea cristiana. si trovava anche uno spadaccino spagnolo. di cadaveri.000 feriti. pochissime salvate. Molto peggio andò per i Turchi: 30. ancora tante galee cristiane e turche affondarono o bruciarono. estasiato. e circa 20. Gli alleati contarono più di 7.altri uomini morirono. tra cui la maggior parte dei loro capitani. Un’euforia generale invase la sala e tutti si baciarono e abbracciarono. innanzi a San Marco cantando inni di grazie.000 uomini fatti prigionieri. in un inferno che sembrava non finire mai. dove si prostrò. per riunirsi poi in chiesa dove fu intonato il Te Deum. un trionfo della cristianità e. fatto schiavo dai Turchi. 15.000 morti. Il suo illustre genio letterario ebbe a definire la Battaglia di Lepanto come Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. "sbarrando a salve con tutta l’artillaria". Il popolo.000 morti (per lo più veneti). Il messaggero di Sebastiano Venier. Sia contento et gloria vostra"". Quest’uomo si chiamava Miguel Cervantes. Arrivarono quasi le quattro del pomeriggio. L’armata turchesca tutta dalla nostra vinta et disfatta. uccisi o annegati. per i Veneti.. che si erano battuti con indubbio eroismo. . Serenissimo Principe. nobilissima e mirabilissima vittoria. entrò nel porto di Venezia portando la gran notizia. e "fatto subito da tutti silenzio. un gentiluomo il cui nome sarebbe stato ricordato molto più a lungo dei nomi di tanti nobili personaggi che parteciparono all’epico scontro. la galea d'Onfrè Zustinian. in gran parte soldati. pareva che le menti e i petti non bastassero per ricever l’allegria". Il mare era ormai una raccapricciante distesa coperta di sangue. di pezzi di alberature e d'innumerevoli altre cose. circa 100 navi bruciate o affondate e 130 catturate. Il bilancio dell’epico scontro fu pesantissimo per tutti. per decisione d’un veneziano novantamila cristiani contro il nemico pagano. Questo canale artificiale. È collegato con il golfo di Patrasso. Spazio. mentre a est il canale di Corinto lo mette in comunicazione con il mar Egeo. Battaglia. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. un mondo d’acqua. 15 . Ha una lunghezza di circa 130 km e una larghezza media di 24 km. completato nel 1893. tante di Serenissima flotta. ho visto vele bianche. a ovest."Il più grande evento che videro i secoli". una nave arrivare albeggiando come il sole a levante è la flotta ottomana ed il suo comandante. il mare tingersi di morte per la fede comune questa è la sorte. e la flotta nemica è andata distrutta!" Lepanto (odierno Golfo di Corinto) Settore del mar Ionio compreso tra il Peloponneso. nel mare perìte. attraverso l'istmo. a nord. e la costa della Grecia meridionale. da uno stretto. un vivace porto situato all'imbocco occidentale del canale. il portavoce a palazzo portare al Doge il messaggio "Abbiamo vinto nel mar la battaglia. Lepanto Dal pennone si scruta verso il mare. La città principale è Corinto. una larghezza di 24 m e una profondità di 8 m. prodezza e coraggio. Lepanto. ha una lunghezza di 6345 m. a sud. immensità d’arme. nell'antichità le navi erano spesso trasportate via terra. cannoni e grida. grandi immense imbarcazioni dai cannoni ferite esplodere in pezzi. tutta. crepitare. una sola rotta e centinaia di navi. aveva inizio. sempre valido anche per i nostri giorni. l'incendio acceso dall'ex monaco Martin Lutero era divampato in tutta Europa. Ma. frutto glorioso degli sforzi della Cristianità controriformistica. all'insegna delle promettenti conquiste di nuove terre in Africa. La Lega Santa tra gli Stati cattolici nella Cristianità della Contro-Riforma. una delle più grandi battaglie navali della storia. Non pare affatto fuori luogo ricordarne l'anniversario. Il secolo si era aperto. in Asia. così da comprenderlo meglio e da poterlo valutare nella sua portata e nel suo significato. La gioia della Cristianità alla notizia della vittoria di Lepanto. Giovanni di Gerusalemme in Malta assediato dai turchi. porto della costa ionica. All'alba del 7 ottobre 1571. esattamente quattrocentodieci anni fa. La Cristianità e il Mediterraneo intorno alla metà del Cinquecento Intorno alla metà del secolo XVI la situazione della Cristianità era delle più difficili. in America (1). nelle acque di Lepanto. L'eroica resistenza dei cavalieri di S. allora rappresentato dalla minaccia turca. che preservò intere nazioni europee dalla dominazione musulmana. cioè riassumendone la storia e inquadrando l'evento nella situazione del Mediterraneo negli anni immediatamente precedenti e seguenti. è vero. approfittando del fertile terreno costituito e preparato da molte tendenze affermatesi nel secolo precedente: dalla diffusione di un Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. san Pio V. situato di fronte al Peloponneso e non distante da Corfù. 16 . di solidarietà internazionale e cristiana di fronte al comune pericolo. già nel secondo decennio. modello di unità del mondo cattolico.Un episodio glorioso nella storia della Cristianità La battaglia di Lepanto Dall'episodio relativo alla battaglia di Lepanto un esempio. raggiunta superando interessi temporali divergenti grazie soprattutto alla decisa mediazione dell'allora regnante Pontefice. e ricordarlo nel modo più serio. manteneva. era possibile. nonché della persistenza. mi pare utile prendere il 1565 come anno di avvio del racconto degli eventi che Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. poi. divergevano. pur avendo conosciuto qualche battuta di arresto . 17 . la costituzione di una flotta congiunta. di tentativi di sforzi comuni e di prevalenze di interessi particolari. dei quali il più importante fu certamente la Compagnia di Gesù. essa si articolò in due grandi spedizioni contro Tunisi e contro Algeri. Così. massacri. al pericolo turco si aggiungevano i divergenti interessi. Come spesso è accaduto nella sua bimillenaria storia. nei vari ceti sociali. quando non anticristiano (2). era tormentata dalle contrapposizioni politiche fra Stati cristiani. Ed è questo un secondo elemento da tenere presente per valutare Lepanto: il senso di liberazione provato non solo e non tanto per la scomparsa di un pericolo . sui mari e lungo le coste. a principati protestanti. delle quali solo una poté considerarsi riuscita (5). di una ricerca del lusso e dei piaceri. talora ad appoggiarsi. alle difficoltà dei Papi rinascimentali di portare a termine una riforma della Chiesa. come vedremo. ancora notevole. mentre Venezia era preoccupata soprattutto delle minacce e degli attacchi che i sultani e le loro forze portavano alle posizioni che essa conservava nello Ionio e nell'Egeo. dalla fine del Trecento. nella sua politica antiasburgica. di piccoli e grandi episodi. non fu il risultato di interessi politici convergenti. la Spagna si preoccupava in particolare della presenza musulmana nel bacino occidentale del Mediterraneo. dalla decadenza delle élite aristocratiche e guerriere alla diffusione. Essi. alla decadenza della scolastica. come l'esilio del papato ad Avignone e il successivo lungo scisma. ma anche per la prova raggiunta che fermare i turchi.del resto tormentata da decennali e sanguinose guerre di religione . L'assedio di Malta nel 1565 Nella impossibilità di rievocare in questa occasione il lungo elenco di vittorie e sconfitte. di salvare l'unità dell'Impero. un continuo stillicidio di incursioni. documentata dal fiorire di santi e di nuovi ordini religiosi. degli altri Stati cristiani. essa trovava al suo interno una straordinaria capacità di reazione. attraverso una serie continua di guerre. Questa. d'altra parte. mentre. cercando di combatterla nelle sue basi nordafricane (4). saccheggi. E' questo un primo elemento da tenere presente: la vittoria di Lepanto e. come si vide negli anni precedenti e seguenti la battaglia stessa. volendo. il terrore nei confronti degli aggressivi infedeli.che fu. prima ancora. catture di schiavi. Così. Mentre Carlo V tentava. a parte qualche intervento pur significativo (3). dello spirito di crociata (6). temporaneo -. anche a livello popolare. attacchi corsari. insieme uno sforzo di rinnovamento e di riaffermazione solenne delle verità dogmatiche minacciate dall'errore protestante. negli intervalli tra le vere e proprie guerre. con prevalenza in campo filosofico di un neoplatonismo paganeggiante e magico-esoterico o di un aristotelismo averroista. l'espansione turca si era fatta sempre più minacciosa e. semmai. nel complesso essa appariva quasi inarrestabile. e giungeva a vedere con qualche sollievo la forza minacciosa dei turchi nel Mediterraneo. anche comprensibili. la Chiesa avviava. Comunque. Quando la generale situazione europea consentì a Carlo V di tentare di assumere una contro-iniziativa nel Mediterraneo. dal ricorrere di gravi crisi nella Chiesa. col grande Concilio di Trento.non esitava. destinata a rappresentare l'arma di punta della riconquista cattolica di una parte dell'Europa.movimento culturale umanistico sostanzialmente acristiano. fondata da sant'Ignazio di Loyola. Essa fu piuttosto il frutto di scelte coraggiose e responsabili di alcuni principi e uomini politici e militari cristiani.sia per vittorie cristiane che per alcune crisi interne -. la Francia . In questo mare. L'importanza di Malta non era legata soltanto alla perdita eventuale di una posizione geograficamente e strategicamente del massimo rilievo. ma ai turchi fu necessario più di un mese per conquistarlo. I difensori del piccolo forte di Sant'Elmo morirono tutti. con tutte le forze turche disponibili. sempre fastidiosa contro-guerriglia navale. non erano stati fatti quei preparativi militari . E' stato scritto che "la vittoria delle armi cristiane . In effetti. sessantanove i serventi d'arme morti e. talora ai limiti dell'incredibile. La flotta turca si mosse con grande velocità e rapidità mentre in Occidente ci si interrogava sui possibili obiettivi che essa avrebbe potuto perseguire. semmai. Jean Parisot de la Vallette. Le sue non numerose galee agivano con decisione sul mare. L'attacco a Malta. cui devono essere aggiunti i soldati Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. diciassette i dispersi. quasi tutta l'isola fu occupata. per vendicare i danni patiti per opera dei Cavalieri di Malta e per dare prova che. 18 . il sovrano turco non era un avventato e si preoccupò di garantirsi la neutralità della Francia e di Venezia (9).culminarono nella giornata di Lepanto. e i suoi cavalieri si difesero meravigliosamente. tra i suoi consiglieri. mentre le sue basi costituivano un punto d'appoggio vitale per tutte le navi cristiane (8).che sarebbero stati dettati dalla consapevolezza di dovere affrontare un così terribile assedio.dimostrate anche durante il lungo assedio turco di Rodi . non aveva perso il suo antico spirito e il senso della sua tradizione.perfezionamento delle opere difensive già esistenti. cinque cappellani caduti. semmai. adattandosi alle nuove circostanze. a Malta. dopo aver esposto come la situazione si presentasse favorevole ai turchi. ad attaccare le posizioni spagnole di Tunisi e di La Goletta. fu deciso in persona dal vecchio Solimano. Comunque. ma anche al fatto che l'isola era la base di quell'ordine militare dei cavalieri di S. Malta ebbe così il necessario respiro. Il loro coraggio salvò tutto" (11). Poterono arrivare i primi rinforzi inviati dal viceré di Napoli. Fernand Braudel. I turchi decisero di rinunciare all'impresa. non esita a scrivere: "Ma il gran maestro. era ancora capace di sferrare offensive in grande stile contro il mondo cristiano. magari con una manovra diversiva contro Otranto. Qui basterà dire che essa fu eroica.e favorevoli. detto il Magnifico. tranne alcune fortificazioni che resistettero a oltranza.vittoria piena e decisiva . racconterò in dettaglio vicende della resistenza dei Cavalieri e dei molti episodi degni di essere conosciuti (10). Ciò soprattutto per l'importanza che ebbe il fallimento del tentativo turco di conquistare Malta. Il forte di San Michele resistette ancora più a lungo anche grazie alle coraggiose sortite del gran maestro e di un pugno di cavalieri che gettavano il panico nelle fila del grande esercito turco e alleggerivano la pressione degli assedianti. ciò benché. abbandonando l'isola il 12 settembre. allorché 18 maggio 1565 la immensa flotta turca si presentò o all'isola. In altra occasione. Giovanni di Gerusalemme il quale. ancorché marcata da quei ritmi lenti e da quelle diffidenze reciproche di cui ho sopra fatto cenno (7). dopo vari anni di regno.aveva richiesto dolorosi sacrifici: duecentodieci i cavalieri caduti. impegnate regolarmente in una spesso vittoriosa. ve ne fossero alcuni contrari. legati alle Crociate e alla Terrasanta. ammasso di viveri e munizioni . nonostante lenti bombardamenti e i ripetuti assalti. timorosi delle grandi capacità militari dei Cavalieri . certo non accusabile di facili entusiasmi o di intenti apologetici. don Garcia de Toledo. Si può ben dire che esso segnò la fine di un periodo di netta prevalenza turca e l'avvio di un'azione cristiana di controffensiva. tentativo che ebbe luogo proprio in quell'anno. Uno storico. della quale. approfittando delle difficoltà di Venezia. improntata a severità e decisione. una rivolta dei musulmani di Granada. di quelle forze che perseguivano lucidamente ed energicamente una strategia di contro-riforma basata sul rinnovamento della Chiesa stessa. intransigente certamente. in seno alla Chiesa cattolica. segnò la definitiva affermazione. per un incendio dì cui non si può escludere l'origine dolosa (16). Lo notò il cardinale Carafa. tra l'altro. era bruciato quasi completamente il famoso Arsenale. Pio IV. dal nuovo giovane sultano. mentre le guerre di religione infuriavano in Francia e nei Paesi Bassi. san Pio V si adoperò in ogni modo per appianare i contrasti tra le potenze cristiane mediterranee e per spingerle a uno sforzo comune. Inoltre. i turchi sbarcavano a Cipro e nel settembre conquistavano la capitale. il quale. ma anche un campanello di allarme. Di lui Fernand Braudel ha giustamente scritto: "Certo. Nicosia. fra i quali. si era distinto per l'austerità della vita e l'impegno nella difesa del cattolicesimo. divenuto questi Papa con il nome di Paolo IV (1555-1559). aggiunge che egli fu "intransigente e visionario" (15). Selim. da quello politico a quello culturale (13). Mentre le forze spagnole erano impegnate in questa difficile guerra. dopo la morte di Solimano. nella misura in cui sembra alludere non soltanto alla sua santità e alla sua tensione spirituale. Fu. E' spesso. si estendeva a gran parte dell'Andalusia. pur favorevoli. il conquistatore di Rodi e di Belgrado. Il nuovo Papa era nato presso Alessandria nel 1504. gli avvenimenti del 1565. ben più irreali e astratte. scoppiata nel 1569. lo fece nominare commissario generale dell'Inquisizione. alle armi cristiane. purtroppo. Meno giustamente. decisiva fu l'azione di san Pio V. una sorpresa. anche se molto più comode. le quali sono. Nel luglio. anche non cattolici. salito al pontificato all'inizio del 1566. nel 1551. grande inquisitore. a parere di quasi tutti gli storici. La vittoriosa resistenza di Malta fu un motivo di incoraggiamento per la riscossa cristiana. l'espansione turca riprendeva minacciosa. salito al trono nel 1566 -. sovente. a tutti i livelli. Ma Solimano il Magnifico. il quale. in effetti. Essa. Intanto.venticinquenne fratellastro del re di Spagna Filippo II -. L'elezione del cardinale Ghislieri all'inizio del 1566 costituì. nominò lo stimato padre Michele prima cardinale e. ma visionario è termine equivoco. 19 . Fedele allo spirito di crociata e perfettamente consapevole della minaccia turca rinnovata. ma anche a una astrattezza che la sua azione non ebbe. con accuse simili che vengono liquidati i progetti la cui magnanimità spaventa. messo da parte dal successivo Papa. non un papa del Rinascimento: un'età ormai finita" (14). La Lega Santa Tuttavia.morti in combattimento dei quali settemila maltesi e duemilacinquecento di altre nazioni " (12). non solo sul mare. Entrato giovane nell'ordine domenicano. Ma altri fattori resero possibile la grande giornata di Lepanto. sulla integrale applicazione delle decisioni di Trento. avevano confermato i pericoli che derivavano dalla disunione politica e militare della Cristianità. seguiva una linea più moderata del suo predecessore. era stato sconfitto e il mito della invincibilità delle sue armate era stato scosso. protraendosi a lungo. nelle loro conclusioni. e si fanno valere le ragioni di una pseudo-prudenza politica. sotto Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. perciò. poi. su un'azione. La resistenza cristiana continuò nella più fortificata Famagosta. di difesa della Cristianità sia sul piano esterno che sul piano interno. mi sembra. se pure ebbe il merito di chiudere il Concilio di Trento e di avviarne l'applicazione. ma anche alle frontiere ungheresi dell'impero. di Buda e di Tabriz. Tunisi cadeva in mano musulmana e i turchi si apprestavano ad attaccare Cipro. dovuta in buona parte alla influenza in conclave san Carlo Borromeo. invece. non senza sospetti di manovre turche. alla fine vinta sotto la guida di don Giovanni d'Austria . inviato personale di Filippo II. nonostante i contrasti tra il granduca di Toscana Cosimo I e il sovrano spagnolo. nonostante le obbiettive difficoltà di radunare e concentrare una forza ingente. e Gian Andrea Doria consigliavano di limitarsi a un atteggiamento difensivo. "Ma don Giovanni prestò ascolto soltanto ai capi veneziani e a quei capitani spagnuoli della sua cerchia che insistevano per l'azione. secondo i più prudenti tra i condottieri cristiani: Requesens. che cercava di dissuadere Venezia. La battaglia di Lepanto La flotta cristiana riuscì a concentrarsi a Messina alla fine di agosto del 1571. si dedicò al compito con l'ardore esclusivo del suo temperamento" (17). San Pio V colse l'occasione dell'attacco a Cipro per superare la politica.la guida dell'eroico Marco Antonio Bragadin. Fu la sua volontà a perseguire lo scontro. se si considera la difficoltà che dovettero superarsi. Fin dall'inizio perseguì la costituzione di una vera e propria lega. arruolando marinai e soldati. in quanto il raccolto del 1570 era stato cattivo nei paesi spagnoli. come previsto dall'accordo e come necessario per la situazione. Alla fine la Sacra Lega fu firmata il 20 maggio 1571. In effetti. a soffocare sul nascere riaffioranti contrasti tra capitani e tra equipaggi. provvedendo ai rifornimenti resi tanto più difficili. nonostante la riluttanza di Filippo Il a impegnarsi nel Mediterraneo orientale. fu la sua energia. 20 . Presto. ormai insufficiente. presa la decisione. nell'anno successivo. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. nonostante gli sforzi della Francia. andando a cercare l'armata nemica. e. costruendo e armando navi. poi destinato a orrendo supplizio quando. la città dovrà cadere. nonostante le promesse e i patti. Ed essa ebbe anche rapida attuazione. bisognava superare interessi divergenti. troppo tardi. rafforzato da una deludente campagna fiaccamente condotta nell'autunno del 1570. dei piccoli e occasionali aiuti. sostenuta dal fascino della sua personalità e dalla naturale attitudine al comando. Le trattative furono lente. nello stesso senso scriveva da Pisa don Garcia de Toledo. nonostante lo scetticismo dei veneziani. percorsero tutto lo schieramento. ebbe un peso rilevante nel gettare un sanguinoso disordine nel cuore dello schieramento nemico. la quale. uomini. il quale.. Il mare si calmò improvvisamente. gli equipaggi lanciavano grida di guerra (21). Marcantonio Colonna. ventidue da Genova. per la scarsezza di uomini. Decisiva fu la superiorità delle fanterie cristiane nella serie dei combattimenti ravvicinati tra singoli gruppi di galee. 21 . imbarcatisi su due piccoli e veloci legni. Agostino Barbarigo. Un contemporaneo ricorda che nelle galee cristiane "tuttavia si toccavano assiduamente gli tamburi e ogni altra sorte di istrumenti". al comando del Doria. A bordo. i cappellani confessavano e i capitani incitavano. gli equipaggi erano stati rinforzati con truppe provenienti dagli Stati spagnoli. e ciò parve miracoloso agli esperti di mare. tre giorni dopo la battaglia. furono feriti tre volte. anche se la superiorità di fuoco delle sei galeazze veneziane. quella turca da duecentotrenta. che recava in campo cremisi il Crocifisso con. Molti furono gli episodi di eroismo: l'equipaggio della galera Fiorenza dell'Ordine di Santo Stefano. gli ordino avuti dal sultano e il suo temperamento personale indussero il comandante in capo della flotta turca. Le artiglierie giocarono un ruolo tutto sommato secondario. pesantemente armate. pur se nell'ambito dei comandanti turchi non poche voci si erano espresse in senso contrario. e il comandante della galera capitana dell'Ordine. offerto da san Pio V. Mentre le flotte si avvicinavano fu inalberato sulla galea del comandante in capo dell'armata cristiana (20) lo stendardo della Lega. le armi del Pontefice. Morì. La superiorità numerica. anche il comandante in seconda veneziano. ricordando la natura divina della causa per cui combattevano e che il Crocifisso era il loro vero comandante. poi. Centodieci galee avevano comandanti veneziani. per imbarcare nuovi equipaggi e nuovi viveri. ai piedi.. era rientrata a Lepanto.] facevano ogni sforzo per procacciare il loro scampo e la vittoria dei nostri" (25). il suo coraggio e il suo valore militare a giocare un ruolo molto importante nella battaglia stessa. Alì. cioè stando molto vicine. anche se. fra' Rinaldo Naro. dell'Ordine di Malta. era costretto ad allargarsi per evitare la manovra di aggiramento tentata dal corno sinistro dello schieramento turco. tutto ucciso salvo il suo comandante Tommaso de' Medici e quindici. comandato da Euldj-Ali (27) la battaglia si decise nel centro. si scoprì il viso mentre "i nemici più fieramente saettavano. Il generale Giustiniani. "gran parte degli schiavi cristiani che si trovavano sopra l'armata nemica [.Furono. a non sottrarsi al combattimento. a capo dell'ala destra dello schieramento cristiano. guidate da capi che "non mancavano di mostrare animo gagliardo e grande" (24). in modo da impedire la penetrazione di gruppi di navi nemiche (22). quattordici dalla Spagna in senso stretto e tre da Malta (19). La flotta cristiana era composta da duecentootto galee. Trentasei provenivano da Napoli e dalla Sicilia. dopo essersi spinta fino a metà Adriatico. in specie per il settore degli archibugieri. rimorchiate in prima fila. di Venezia e della Spagna. la flotta cristiana andò a cercare quella turca. dopo che dalle imbarcazioni ammiraglie erano partiti i primi colpi di artiglieria. Intanto. essendogli detto si Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. La battaglia si accese. Don Giovanni e il comandante pontificio. Così. aggiungendo che esse "vogavano in bellissima ordinanza". Mentre Gian Andrea Doria. quaranta cavalieri di Malta caddero nel combattimento (21). ventitré dagli Stati pontifici e da altri Stati italiani (18). accorgendosi che ì suoi ordini non erano uditi bene. Voltaire.. se ci fosse stata una sconfitta. La conquista e l'esplorazione dei nuovi mondi (XVI secolo). Le proporzioni della sanguinosa battaglia possono essere riassunte in poche cifre. quelli turchi furono 30 mila. cosa sarebbe successo se la vittoria non ci fosse stata o. 71-73. Allora comprenderemo la gioia dei popoli cristiani (32) l'entusiasmo dei veneziani all'arrivo della notizia. Piacenza 1977. gridando Vittoria! Vittoria!. 3a ed. sed Maria Rosarii victores nos fecit". Ma. Non solo tutte le posizioni veneziane nei mari Egeo. NOTE (1) Di tali conquiste non bisogna dimenticare. it. ma. Del resto.è sempre affascinante e ricca di stimoli la lettura di JOHAN Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. sarebbero state alla mercé dei turchi (31). PIERRE CHAUNU. accresciuta. Ionio e Adriatico sarebbero cadute. la vittoria di Lepanto era avvenuta nel giorno in cui le confraternite del Rosario facevano tradizionalmente particolari devozioni (37). più ancora. e primo si potrebbe dire: naturalmente . Del valore di don Giovanni si è detto. forse anche la Spagna. proruppe in lacrime e ripeté le parole della Scrittura: "fuit homo missus a Deo cui nomen erat Johannes" (33). delle altre. le motivazioni di carattere religioso. secondo la bella espressione del senato veneto: "Non virtus. Milano 1977. la vittoria era stata ottenuta grazie a "la intelligentissima prudentia de i nostri generali. mentre molti altri scacchieri impegnavano la Spagna. hanno insistito sul fatto che negli anni successivi la vittoria non fu sfruttata a fondo (29).. il valore de' gentiluomini e soldati nell'essequire". la bravura e destrezza de i capitani in mandare ad effetto. a mio parere. Se i caduti cristiani furono circa 9 mila. coglie l'importanza di questo periodo nell'avvio del processo rivoluzionario. In realtà bisognerebbe domandarsi. quando ricevette dal nunzio veneziano la notizia della vittoria. Cfr. Solo al termine fece leggere il dispaccio e intonare il Te Deum (34). come già ho accennato in qualche osservazione precedente. e fu così ferito mortalmente (27). Una vittoria senza conseguenze? E' la domanda che si pone Fernand Braudel. Segno che si manteneva il senso della esatta gerarchia della storia in una buona prospettiva cattolica. per capire la portata dell'avvenimento. Il re Filippo II stava assistendo ai vespri nella cappella del suo palazzo quando entrò l'ambasciatore veneziano. Certamente. ma la stessa intera Italia. In effetti riemersero antichi contrasti. ricordando che una serie di storici. Per le tendenze . proprio mentre veniva intonato il Magnificat. va anche ricordato il grande apporto di Marcantonio Colonna e del settantacinquenne comandante veneziano Sebastiano Venier. in Rivoluzione e Contro-Rivoluzione. non le armi. Ma il re non volle che si interrompesse la sacra funzione.] rispose che minor offesa egli sentirebbe di essere ferito che di non essere udito". e varie altre migliaia quelli catturati. Nel 1575 Venezia fu fiaccata da una terribile epidemia (30). (3) PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA. Mursia. Cristianità. (2) Non è questa la sede per approfondire il discorso sui limiti e sui caratteri dell'umanesimo cristiano. senza possibilità di caratterizzare nella sostanza il periodo e le tendenze e non senza illusioni ed errori di prospettiva. "non il valore. Ma si tratta di osservazioni storicamente non corrette. it. i festeggiamenti fatti un pò dappertutto. Il Papa. Soltanto trenta navi turche riuscirono a fuggire. non i condottieri ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori" (36). centodiciassette catturate e divise tra gli Stati membri della Lega e le rimanenti andarono distrutte (28). (35). non duces. non arma. peggio. morì improvvisamente. trad. pp. accanto alle altre. Nel 1578 don Giovanni d'Austria.coprisse [. che certamente esistette. 22 .. che era nei Paesi Bassi a combattere contro i protestanti.sulle quali insiste giustamente il pensatore cattolico brasiliano . a ben altre forze. Istituto di Cultura Nova Civitas. Il comportamento del Doria fu molto criticato. anche FILIPE RUIZ MARTIN. 243. 23 . Venezia 1572. The battle of Lepanto and the Mediterranean. in particolare pp. CESARE CIANO.ed è oggetto di gran devozione . (14) F. U. (19) Cfr. trad. op. (6) A proposito di questo argomento si può vedere FRANCO CARDINI. Ricordo anche il congresso tenutosi a Venezia in occasione del quarto centenario. p. Pisa 1980. op. LANE. cit. 1137. Firenze 1974. pp. Il Mulino. 29-30.HUIZINGA. Nella cattedrale della stessa città si conserva . (25) GEROLAMO DIEDO.. CONTARINI. it. MORI UBALDINI. p. it. Ma la storiografia contemporanea tende a riconoscere l'opportunità del suo comportamento.. 1176. Per l'aspetto filosofico RUDOLF STADELMANN. cit. 59-66.e non quelle stefaniane o medicee . p. Milano 1863. Roma 1971.. 1101. Roma 1965. Alle origini del mondo moderno. cit. Una crisi di valori. 1 (1972). (21) Cfr. Daelli. (16) Ibid. Firenze 1966. P. sul piano degli avvenimenti militari. 2a ed. (17) Ibid. Storia dei papi dalla fine del Medio Evo. cit. che si dice fosse a bordo della nave di don Giovanni. cit. (26) Cfr. Olfchki. LUDWIG VON PASTOR. FREDERIC C. La politica nord-africana di Carlo V.. Einaudi. Roma 1971. 166-169. Le crociate tra il mito e la storia. Il mediterraneo nella seconda metà del '500 alla luce di Lepanto. p. trad. DIEDO. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. (11) F. cit. questo testo mi sembra il più interessante per avvicinarsi in modo diretto agli avvenimenti di quei mesi nell'isola. (24) G. Einaudi. op.innalzavano: cfr.. 277. (27) G. trad. f. pp. in The Journal of European Economic History. U. Palombi. ed. GIOVANNI PIETRO CONTARINI. pp. Sansoni. Il declino del Medioevo.un bel Crocifisso in legno. (7) F. Roma 1944. (20) Una ricostruzione della galea reale di don Giovanni d'Austria si può vedere nel Museo Navale di Barcellona. pp. op. Per una visione d'insieme è tuttora fondamentale. La battaglia di Lepanto. Bologna 1978 (l'originale edizione tedesca è del 1929). Diedo era un veneziano abitante a Corfù. 50 v. Padova 1963. 220. Torino 1978. 1. FRANCESCO BALBI DA CORREGGIO. BRAUDEL. p. in scala l/1.proprio per l'orientamento marxista e progressista degli autori . cfr. (9) Cfr. L'autunno del Medioevo. it.. Roma 1897. cit. Interessante anche . (8) Cfr. trad. (10) Cfr. MORI UBALDINI. (15) Ibid. Milano 1967. (18) A causa della tensione tra Cosimo e Filippo II le dodici galee toscane parteciparono come noleggiate dal Papa. sia da alcuni contemporanei che da alcuni storici moderni. cit. (12) U. p.... n. Francesco Ramparetto. Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II. BRAUDEL. (13) Cfr.. 1088. 887-1326.. cit. p. La marina dei sovrano militare ordine di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta. 1100. (22) U. contemporaneo degli avvenimenti.. 292-332. GIANCARLO SORGIA. Diario dell'assedio di Malta.. op. 35. op. op. le cui insegne . op. (5) Cfr. MORI UBALDINI. UBALDINO MORI UBALDINI. p.. Pacini. (23) Si tratta dell'Uccialì o Uccialli delle fonti cristiane. pp. Cedain. Historia delle cose successe dal principio della guerra mossa da Selim ottomano ai Venetiani fino al dì della gran giornata vittoriosa contra i Turchi. (4) Fondamentale è FERNAND BRAUDEL. Regionale Editrice. I primi Medici e il mare. Feltrinelli. it. CAMILLO MANFRONI. Torino 1976. p... it. 274. considera il 1565 l'ultimo anno della supremazia turca. Storia di Venezia. BRAUDEL. Storia della marina italiana dalla caduta di Costantinopoli alla battaglia di Lepanto (14531571).. p. MORI UBALDINI. 428-432. op. foglio 48 r.RUGGERO ROMANO e ALBERTO TENENTI. LANE. Esso fu enorme". Roma 1957. cit. 24 . Pio V a Filippo II.(28) Cfr. è forse ragionevole considerare il significato immediato della vittoria.54 r.. (37) Cfr. si pensasse alla situazione precedente. in Enciclopedia Cattolica. p.] Prima di far dell'ironia su Lepanto. Peraltro. Il pontefice delle grandi battaglie San Pio V. cit. Torino 1931. Milano 1930. P. CONTARINI. da GIOVANNI CANTONI. 166-168. PAOLO PRETO.. (36) Citato. (30) Cfr. (33) ANDREA DRAGONETTI DE TORRES. la fine d'un altrettanto reale supremazia della flotta turca [. CORRÊA DE OLIVEIRA. pp. PIO PASCHINI. 64. seguendo le orme di Voltaire.. (32) Interessante documentazione in GUIDO ANTONIO QUARTI. Il contemporaneo Contarini (op.. 50. card.. la fine di un reale complesso d'inferiorità della Cristianità. 431. Bocca. (29) Cfr. F. p. Op. Neri Pozza. in conclusione del suo saggio introduttivo a P. 34). GIORGIO GRENTE. 62-63. op. Vicenza 1978. (34) Ibid. S. BRAUDEL. Edizioni Paoline. Pio V aveva già ricevuto la notizia per mezzo di una rivelazione divina: cfr.. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. La Lega di Lepanto nel carteggio diplomatico di don Luis de Torres nunzio straordinario di S. p. op. f. scrive che prima di Lepanto "già era da tutte le parti il Christianesimo pieno di terrore".. (31) Così conclude anche F.. p. voce Lepanto. op. BRAUDEL. cit. cit. 1181. cit. op. f. Peste e società a Venezia nel 1576. F. pp. p. (35) G. non a caso. la vittoria apparirebbe come la fine di una miseria. 1182 "anziché badare soltanto a ciò che seguì a Lepanto.. cit. La battaglia di Lepanto nei canti popolari dell'epoca. di solidarietà internazionale e cristiana di fronte al comune pericolo. L'eroica resistenza dei cavalieri di S.LA BATTAGLIA DI LEPANTO Una pagina di storia che ha visto come protagonista Pietro Giustiniani. sempre valido anche per i nostri giorni. miniatura sulla battaglia di Lepanto e una bandiera Pontificia Dall'episodio relativo alla battaglia di Lepanto un esempio. Ammiraglio della flotta dei Cavalieri di Malta e Gran Priore dell’Ordine. modello di unità del mondo cattolico. allora rappresentato dalla minaccia turca. La Lega Santa tra gli Stati cattolici nella Cristianità della Contro-Riforma. 25 . Giovanni di Gerusalemme in Malta assediato dai turchi. raggiunta superando interessi temporali divergenti grazie soprattutto alla decisa mediazione dell'allora regnante Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. tronconi d'alberi dimezzati che cadevano da altre galere colpite travolgendo soldati e rematori. frammenti di chiglia. situato di fronte al Peloponneso e non distante da Corfù. Davanti al nostro corpo di navi sparavano le galeazze di Francesco Duodo e di Andrea da Pesaro. due per l'ala del Doria. piovvero i colpi ed il fuoco in una terribile tempesta d'improvviso infuriante sul mare tranquillo. frutto glorioso degli sforzi della Cristianità controriformistica. cioè riassumendone la storia e inquadrando l'evento nella situazione del Mediterraneo negli anni immediatamente precedenti e seguenti. All'alba del 7 ottobre 1571. Il secolo si era aperto.. Per quella mossa si aprì una specie di varco sulla parte destra del nostro schieramento e le due galeazze che dovevano andare a proteggere il corno dei genovesi si trovarono un po' sperdute nel mezzo del mare. due per il centro di don Giovanni. aveva inizio. Sui turchi che avanzavano a tutta voga. Il solo movimento ordinato da don Giovanni riguardò le galeazze. La gioia della Cristianità alla notizia della vittoria di Lepanto. san Pio V. approfittando del fertile terreno costituito e preparato da molte tendenze affermatesi nel secolo precedente: dalla diffusione di un movimento culturale umanistico sostanzialmente acristiano. un terzo mandò in pezzi il fasciame di un'altra. Ma.Pontefice. Ecco l'inizio della battaglia di Lepanto attraverso il racconto di un marinaio della nave cristiana "San Teodoro". due per l'ala di Barbarigo. narrato da Gianni Granzotto nel libro: "La battaglia di Lepanto": ". già nel secondo decennio. mentre il fuoco prendeva a divampare su questo e quel bordo illuminando le acque di inverosimili bagliori La Cristianità e il Mediterraneo intorno alla metà del Cinquecento Intorno alla metà del secolo XVI la situazione della Cristianità era delle più difficili. Uomini con i turbanti in capo si buttarono a nuoto dagli spalti divelti. una delle più grandi battaglie navali della storia. Se non che costui. Un secondo colpo frantumò la spalla d'una galera vicina. che si mise ad imbarcare acqua a fiotti sprofondando nel mare come in una sabbia. nelle acque di Lepanto. come isole avanzate. in America (1). quando non anticristiano (2). che preservò intere nazioni europee dalla dominazione musulmana. è vero. tra remi spezzati. in Asia. alla decadenza della scolastica. girò fin troppo il bordo allontanandosi al largo più di quanto si credeva opportuno.. che si andarono a schierare un miglio davanti a noi. con prevalenza in campo filosofico di un neoplatonismo Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. Ma le altre furono pronte a scatenare tutto l'inferno dei cannoni di cui erano strapiene. Vidi le palle lanciate dal Duodo sfracassare il fanale più grande della Reale dei Turchi.L'armata cristiana stava ferma sulla sua linea. all'insegna delle promettenti conquiste di nuove terre in Africa. 26 . senza più vele ai trinchetti per la caduta del vento. Le galeazze erano sei. l'incendio acceso dall'ex monaco Martin Lutero era divampato in tutta Europa. immobili in mezzo al mare sotto quel peso come enormi tartarughe galleggianti. che per altezza dominava il gruppo dei legni nemici avventati all'assalto. Non pare affatto fuori luogo ricordarne l'anniversario. e dovevano mettersi a due per due all'innanzi di ciascuno dei nostri corpi. porto della costa ionica. comandato dall'argarsi verso il pieno del golfo. e ricordarlo nel modo più serio. così da comprenderlo meglio e da poterlo valutare nella sua portata e nel suo significato. poi. alle difficoltà dei Papi rinascimentali di portare a termine una riforma della Chiesa. non fu il risultato di interessi politici convergenti. essa si articolò in due grandi spedizioni contro Tunisi e contro Algeri. a parte qualche intervento pur significativo (3). mentre. pur avendo conosciuto qualche battuta di arresto . E' questo un primo elemento da tenere presente: la vittoria di Lepanto e. anche a livello popolare. prima ancora.paganeggiante e magico-esoterico o di un aristotelismo averroista. la Chiesa avviava.non esitava. dello spirito di crociata (6). destinata a rappresentare l'arma di punta della riconquista cattolica di una parte dell'Europa. . . dalla fine del Trecento. sui mari e lungo le coste. Ed è questo un secondo elemento da tenere presente per valutare Lepanto: il senso di liberazione provato non solo e non tanto per la scomparsa di un pericolo . Essa fu piuttosto il frutto di scelte coraggiose e responsabili di alcuni principi e uomini politici e militari cristiani. insieme uno sforzo di rinnovamento e di riaffermazione solenne delle verità dogmatiche minacciate dall'errore protestante.nel 1396 a Nicopoli contro i crociati guidati dal re d'Ungheria. nonché della persistenza.nel 1418 a Girocastro. anche comprensibili. la Francia . come vedremo. ancora notevole. dalla decadenza delle élite aristocratiche e guerriere alla diffusione. d'altra parte. semmai. di salvare l'unità dell'Impero. . . la costituzione di una flotta congiunta. Così. Questa. di una ricerca del lusso e dei piaceri.nel 1463 contro i greci dell'Impero di Trebisonda. la Spagna si preoccupava in particolare della presenza musulmana nel bacino occidentale del Mediterraneo. attraverso una serie continua di guerre.nel 1417 a Valona. Comunque. col grande Concilio di Trento. 27 . catture di schiavi. come l'esilio del papato ad Avignone e il successivo lungo scisma. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. era possibile.nel 1389 nel Kossovo contro i serbi. manteneva.nel 1453 a Costantinopoli mettendo fine all'Impero Bizantino. negli intervalli tra le vere e proprie guerre. degli altri Stati cristiani. nel complesso essa appariva quasi inarrestabile. l'espansione turca si era fatta sempre più minacciosa e. . delle quali solo una poté considerarsi riuscita (5). come si vide negli anni precedenti e seguenti la battaglia stessa. Come spesso è accaduto nella sua bimillenaria storia. e giungeva a vedere con qualche sollievo la forza minacciosa dei turchi nel Mediterraneo. Essi. documentata dal fiorire di santi e di nuovi ordini religiosi. era tormentata dalle contrapposizioni politiche fra Stati cristiani.nel 1414 a Negroponte contro i veneziani. nei vari ceti sociali. cercando di combatterla nelle sue basi nordafricane (4). attacchi corsari. . . nella sua politica antiasburgica. temporaneo -.nel 1462 a Lesbo contro i genovesi. Mentre Carlo V tentava. saccheggi. . divergevano.che fu. fondata da sant'Ignazio di Loyola. essa trovava al suo interno una straordinaria capacità di reazione. dal ricorrere di gravi crisi nella Chiesa. mentre Venezia era preoccupata soprattutto delle minacce e degli attacchi che i sultani e le loro forze portavano alle posizioni che essa conservava nello Ionio e nell'Egeo. dei quali il più importante fu certamente la Compagnia di Gesù. talora ad appoggiarsi. a principati protestanti. Quando la generale situazione europea consentì a Carlo V di tentare di assumere una contro-iniziativa nel Mediterraneo.nel 1430 a Salonicco contro i veneziani. al pericolo turco si aggiungevano i divergenti interessi. I Turchi avevano vinto: .del resto tormentata da decennali e sanguinose guerre di religione . ma anche per la prova raggiunta che fermare i turchi. un continuo stillicidio di incursioni. massacri.sia per vittorie cristiane che per alcune crisi interne -. In questo mare. volendo. il terrore nei confronti degli aggressivi infedeli. Così. nel 1480 a Otranto contro gli italiani. sempre fastidiosa contro-guerriglia navale. era ancora capace di sferrare offensive in grande stile contro il mondo cristiano. Ciò soprattutto per l'importanza che ebbe il fallimento del tentativo turco di conquistare Malta.dimostrate anche durante il lungo assedio turco di Rodi . L'attacco a Malta. il sovrano turco non era un avventato e si preoccupò di garantirsi la neutralità della Francia e di Venezia (9). dopo vari anni di regno. la Serbia. di piccoli e grandi episodi. a Malta. la Transilvania.nel 1527 a Mohacs contro gli ungheresi.perfezionamento delle opere difensive già esistenti. timorosi delle grandi capacità militari dei Cavalieri . . allorché 18 maggio 1565 la immensa flotta turca si presentò o all'isola. tentativo che ebbe luogo proprio in quell'anno. di tentativi di sforzi comuni e di prevalenze di interessi particolari. Giovanni di Gerusalemme il quale. impegnate regolarmente in una spesso vittoriosa. L'importanza di Malta non era legata soltanto alla perdita eventuale di una posizione geograficamente e strategicamente del massimo rilievo. . certo non accusabile di facili entusiasmi o di intenti apologetici. Ancora una volta la spada dell'Islam era stata spezzata dall'Occidente. . detto il Magnifico. magari con una manovra diversiva contro Otranto. ancorché marcata da quei ritmi lenti e da quelle diffidenze reciproche di cui ho sopra fatto cenno (7). nel 1571 vennero fermati i Turchi.nel 1571 a Cipro contro i veneziani.nel 1522 a Rodi contro i Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. ma anche al fatto che l'isola era la base di quell'ordine militare dei cavalieri di S. semmai. non erano stati fatti quei preparativi militari .nel 1463 contro i bosniaci a Jace. In altra occasione. . Si può ben dire che esso segnò la fine di un periodo di netta prevalenza turca e l'avvio di un'azione cristiana di controffensiva. legati alle Crociate e alla Terrasanta.nel 1521 a Belgrado contro gli ungheresi. Qui basterà dire che essa fu eroica. la Bosnia. Nel 1529 avevano assediato gli austriaci a Vienna. la Moldavia e la Valacchia.e favorevoli. mi pare utile prendere il 1565 come anno di avvio del racconto degli eventi che culminarono nella giornata di Lepanto. 28 . La vittoria della Lega Santa a Lepanto fu un evento d'importanza simile alla battaglia di Poitiers. adattandosi alle nuove circostanze. tra i suoi consiglieri. La flotta turca si mosse con grande velocità e rapidità mentre in Occidente ci si interrogava sui possibili obiettivi che essa avrebbe potuto perseguire. Nella seconda metà del secolo XVI i Turchi dominavano la Grecia. Uno storico. . fu deciso in persona dal vecchio Solimano. per vendicare i danni patiti per opera dei Cavalieri di Malta e per dare prova che. talora ai limiti dell'incredibile. Comunque. ve ne fossero alcuni contrari. ciò benché. Le sue non numerose galee agivano con decisione sul mare. ammasso di viveri e munizioni . con tutte le forze turche disponibili. racconterò in dettaglio vicende della resistenza dei Cavalieri e dei molti episodi degni di essere conosciuti (10). l'Albania. L'assedio di Malta nel 1565 Nella impossibilità di rievocare in questa occasione il lungo elenco di vittorie e sconfitte. Fernand Braudel. mentre le sue basi costituivano un punto d'appoggio vitale per tutte le navi cristiane (8). ad attaccare le posizioni spagnole di Tunisi e di La Goletta. l'Ungheria. semmai.che sarebbero stati dettati dalla consapevolezza di dovere affrontare un così terribile assedio. Nel 732 vennero fermati gli Arabi.. dopo aver esposto come la situazione Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. non aveva perso il suo antico spirito e il senso della sua tradizione. con accuse simili che vengono liquidati i progetti la cui magnanimità spaventa. Essa. anche non cattolici. purtroppo. di Buda e di Tabriz. Poterono arrivare i primi rinforzi inviati dal viceré di Napoli. Ma altri fattori resero possibile la grande giornata di Lepanto. pur favorevoli. Il loro coraggio salvò tutto" (11). I difensori del piccolo forte di Sant'Elmo morirono tutti. le quali sono. ma ai turchi fu necessario più di un mese per conquistarlo. E' stato scritto che "la vittoria delle armi cristiane . si era distinto per l'austerità della vita e l'impegno nella difesa del cattolicesimo. lo fece nominare commissario generale dell'Inquisizione. La Lega Santa Tuttavia. intransigente certamente. nella misura in cui sembra alludere non soltanto alla sua santità e alla sua tensione spirituale. fra i quali. poi. decisiva fu l'azione di san Pio V. non esita a scrivere: "Ma il gran maestro. Intanto. su un'azione. dovuta in buona parte alla influenza in conclave san Carlo Borromeo. I turchi decisero di rinunciare all'impresa. Entrato giovane nell'ordine domenicano. perciò. ma visionario è termine equivoco. mentre le guerre di religione Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. cui devono essere aggiunti i soldati morti in combattimento dei quali settemila maltesi e duemilacinquecento di altre nazioni " (12). ma anche a una astrattezza che la sua azione non ebbe. cinque cappellani caduti. invece. salito al trono nel 1566 -. alle armi cristiane. messo da parte dal successivo Papa. Di lui Fernand Braudel ha giustamente scritto: "Certo. ben più irreali e astratte. dopo la morte di Solimano. aggiunge che egli fu "intransigente e visionario" (15). a parere di quasi tutti gli storici. il quale. In effetti. anche se molto più comode. sovente. di difesa della Cristianità sia sul piano esterno che sul piano interno. Il forte di San Michele resistette ancora più a lungo anche grazie alle coraggiose sortite del gran maestro e di un pugno di cavalieri che gettavano il panico nelle fila del grande esercito turco e alleggerivano la pressione degli assedianti. divenuto questi Papa con il nome di Paolo IV (1555-1559). Fedele allo spirito di crociata e perfettamente consapevole della minaccia turca . avevano confermato i pericoli che derivavano dalla disunione politica e militare della Cristianità. se pure ebbe il merito di chiudere il Concilio di Trento e di avviarne l'applicazione. di quelle forze che perseguivano lucidamente ed energicamente una strategia di contro-riforma basata sul rinnovamento della Chiesa stessa. don Garcia de Toledo. Pio IV. Lo notò il cardinale Carafa. salito al pontificato all'inizio del 1566. da quello politico a quello culturale (13). gli avvenimenti del 1565.si presentasse favorevole ai turchi. il conquistatore di Rodi e di Belgrado. improntata a severità e decisione. sulla integrale applicazione delle decisioni di Trento. segnò la definitiva affermazione. grande inquisitore. san Pio V si adoperò in ogni modo per appianare i contrasti tra le potenze cristiane mediterranee e per spingerle a uno sforzo comune. una sorpresa. nonostante lenti bombardamenti e i ripetuti assalti.aveva richiesto dolorosi sacrifici: duecentodieci i cavalieri caduti. L'elezione del cardinale Ghislieri all'inizio del 1566 costituì. nelle loro conclusioni. e si fanno valere le ragioni di una pseudo-prudenza politica. il quale. nominò lo stimato padre Michele prima cardinale e. quasi tutta l'isola fu occupata. Malta ebbe così il necessario respiro. a tutti i livelli. nel 1551. diciassette i dispersi. Fu. E' spesso. Selim. non un papa del Rinascimento: un'età ormai finita" (14). dal nuovo giovane sultano. mi sembra. Meno giustamente. Il nuovo Papa era nato presso Alessandria nel 1504.vittoria piena e decisiva . in seno alla Chiesa cattolica. era stato sconfitto e il mito della invincibilità delle sue armate era stato scosso. tranne alcune fortificazioni che resistettero a oltranza. Jean Parisot de la Vallette. e i suoi cavalieri si difesero meravigliosamente. Ma Solimano il Magnifico. ma anche un campanello di allarme. sessantanove i serventi d'arme morti e. La vittoriosa resistenza di Malta fu un motivo di incoraggiamento per la riscossa cristiana. 29 .rinnovata. abbandonando l'isola il 12 settembre. seguiva una linea più moderata del suo predecessore. si estendeva a gran parte dell'Andalusia.infuriavano in Francia e nei Paesi Bassi. In totale 195 tra galee e galeazze. Mentre le forze spagnole erano impegnate in questa difficile guerra. approfittando delle difficoltà di Venezia. Alla fine la Sacra Lega fu firmata il 20 maggio 1571. una rivolta dei musulmani di Granada. armate ed equipaggiate dai Cavalieri dell'ordine pisano di Santo Stefano . arruolando marinai e soldati.6 galeazze sotto il comando della Repubblica di Venezia. ormai insufficiente. Suoi luogotenenti furono: . si trattava di navi prese a nolo dal finanziere Gian Andrea Doria. La resistenza cristiana continuò nella più fortificata Famagosta. alla fine vinta sotto la guida di don Giovanni d'Austria venticinquenne fratellastro del re di Spagna Filippo II -. sotto la guida dell'eroico Marco Antonio Bragadin. tra l'altro. nonostante lo scetticismo dei veneziani. nell'anno successivo. in effetti. per un incendio dì cui non si può escludere l'origine dolosa (16). Le trattative furono lente.36 galee sotto il comando del re di Spagna con equipaggi di Napoli e Sicilia. Nicosia. bisognava superare interessi divergenti. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. ma anche alle frontiere ungheresi dell'impero. 30 . non senza sospetti di manovre turche. San Pio V colse l'occasione dell'attacco a Cipro per superare la politica. che cercava di dissuadere Venezia. concesse dai veneziani ed armate ed equipaggiate a spese del papa. nonostante i contrasti tra il granduca di Toscana Cosimo I e il sovrano spagnolo.Marcantonio Colonna. Nel luglio. Fin dall'inizio perseguì la costituzione di una vera e propria lega. .22 galee sotto il comando del re di Spagna con equipaggi di Genova. comandante della flotta pontificia. Inoltre. dei piccoli e occasionali aiuti. l'espansione turca riprendeva minacciosa. La flotta era costituita da: . i turchi sbarcavano a Cipro e nel settembre conquistavano la capitale. Si trattava di vere e proprie fortezze galleggianti. 30 da Creta. La flotta cristiana Il comando militare della flotta venne affidato a Giovanni d'Austria. Le galeazze erano munite di 40 o più cannoni. rafforzato da una deludente campagna fiaccamente condotta nell'autunno del 1570. non solo sul mare. . 54 erano con equipaggi provenienti da Venezia. scoppiata nel 1569. come previsto dall'accordo e come necessario per la situazione. . 5 da città di terraferma.12 galee mandate da Cosimo I dei Medici. nonostante le obbiettive difficoltà di radunare e concentrare una forza ingente. figlio naturale di Carlo V e fratellastro del re di Spagna Filippo II.3 galee dei Cavalieri di Malta. nonostante la riluttanza di Filippo Il a impegnarsi nel Mediterraneo orientale. costruendo e armando navi. in grado di sparare palle da 13 chilogrammi in coperta e da 23 chilogrammi da sottocoperta. della quale. provvedendo ai difficili rifornimenti. poi destinato a orrendo supplizio quando. 7 dalle Isole Ionie. era bruciato quasi completamente il famoso Arsenale. nonostante gli sforzi della Francia. nonostante le promesse e i patti. I preparativi si protrassero a lungo e la flotta si poté riunire a Messina solo il 24 agosto.12 galee dello Stato Pontificio.104 galee sottili sotto il comando della Repubblica di Venezia. . protraendosi a lungo. comandante della flotta veneziana. . 8 dalla Dalmazia.Sebastiano Venier. la città dovrà cadere. Ed essa ebbe anche rapida attuazione. . Tunisi cadeva in mano musulmana e i turchi si apprestavano ad attaccare Cipro. Valona (odierna Vlore).000 spahis e 10.000 soldati a spese della Spagna. venne conquistata dai musulmani. Gli equipaggi non avevano grande esperienza. Veleggiarono verso Zante (odierna Zakynthos) e Cefalonia (odierna Kefallenia).2. La truppa era costituita da: . Ma l'ammiraglio veneziano Marcantonio Querini riuscì a respingere l'attacco e i Turchi si dovettero allontanare. Arrivarono i rinforzi da Negroponte (odierna isola Eubea): 2.000 soldati italiani e spagnoli.000 militari al soldo di Venezia. I Turchi si impadronirono di Durazzo (odierna Durres). La flotta turca minaccia l'Italia I Turchi fin da febbraio avevano allestito una flotta di 250 galee e 100 navi da rifornimento e supporto. .000 contadini cretesi furono uccisi. Sulle galee e sulle galeazze vennero imbarcati 1815 cannoni. ordinò che la flotta si fermasse a Lepanto (odierna Naupaktos. era un pescatore calabrese rinnegato. un altro corsaro devastò il golfo di Venezia. che il Sultano ricompensava molto bene. bizantina Epachthos) in una piccola baia tra il golfo di Corinto e quello di Patrasso.3. Kara Hodja. La flotta divenne una minaccia permanente. Le navi esploratrici confermarono che la flotta turca era nei pressi del golfo di Lepanto.5. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. Un'altra parte della flotta si diresse verso Creta.000 soldati pagati dallo Stato Pontificio. 3. . La penuria costrinse a mettere solo 3 uomini per remo. . Complessivamente circa 30. Il rombo del cannone si udiva da piazza S.20. I costruttori delle galee erano abili carpentieri rinnegati. Don Giovanni d'Austria vi fece imbarcare 4. Il comandante della flotta era Mehemet Alì Pascià. Intanto le 80 galee del corsaro Uluj Alì attaccarono Zara e altre città della Dalmazia. ma con pochi soldati. Uluj Alì. Da Lepanto la flotta turca avrebbe potuto attaccare la costa italiana in qualsiasi momento. Anche Corfù. Dulcigno (odierna Ulcinj). Poi le galee turche si diressero verso l'Adriatico. dove catturarono 7.000 giannizzeri. Antivari (odierna Bar). I rematori erano cristiani catturati e ridotti in schiavitù. La flotta cristiana salpò il 16 settembre dirigendosi verso Corfù. Le galee veneziane erano in buono stato. chiamato anche Occhiali.000 cristiani e li misero a remare sulle loro galee.Gli equipaggi erano scarsi e costituiti essenzialmente da cristiani volontari e forzati. Lesina (odierna isola di Hvar).000 uomini. Marco. ad eccezione del castello. 31 .000 volontari provenienti da tutta la Cristianità. Parte della flotta andò a sostenere l'assedio di Famagosta a Cipro. divenuto dey di Algeri. Molti dei capitani delle navi erano anch'essi greci o veneziani rinnegati. A giugno il sultano Selim II. detto "L'ubriacone". attaccarono Curzola (odierna isola di Korcula). Il manichino fu innalzato sulla galea di Mustafà Lala Pascià insieme alle teste di Alvise Martinengo e Gianantonio Querini. Venne costituita una formazione a croce. Venerdì 17 agosto Bragadin venne scorticato vivo di fronte ad una folla di musulmani esultanti. I macrabri trofei furono poi inviati a Costantinopoli. Mustafà Lala Pascià. il comandante turco che aveva perso più di 52. esposti nelle strade della capitale ottomana ed infine portati nella prigione degli schiavi. I soldati della Lega Santa sapevano che la battaglia era decisiva per la Cristianità. I soldati veneziani furono imprigionati e incatenati ai banchi delle galee turche. il senatore veneziano comandante la fortezza. Roma era in pericolo. A fianco si pose l'ammiraglia del comandante veneziano Sebastiano Venier. non lontano dal luogo della battaglia di Azio. La pelle di Bragadin venne riempita di paglia. Il 1° agosto i veneziani si erano arresi con l'assicurazione di poter lasciare l'isola di Cipro. in greco Ammocosthos) e dell'orribile fine inflitta dai musulmani a Marcantonio Bragadin. Al centro si pose Giovanni d'Austria con 64 galee.000 uomini nell'assedio. C'era nebbia e un forte vento. Un brigantino portò la notizia della caduta di Famagosta (in turco Famagusta. L'Islam era pronto a colpire il cuore dell'Occidente.Prima della battaglia Il 5 ottobre la flotta cristiana si fermò nel porto di Viscando. Lo schieramento della flotta cristiana Domenica 7 ottobre Giovanni d'Austria fece schierare le proprie navi in formazione serrata. Non più di 150 metri separavano le galee. una cui nipote Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. In caso di sconfitta le coste di Italia e Spagna sarebbero rimaste esposte agli attacchi dei musulmani. non mantenne la parola. Il comportamento dei musulmani accrebbe la voglia di combattere dei cristiani. Le galee non potevano prendere il mare. La sua nave ammiraglia era la Real. 32 . per la scarsezza di uomini. era rientrata a Lepanto. quella turca da duecentotrenta. su cui sventolava il vessillo verde su cui era stato scritto 28. Una forte riserva. Due galeazze furono poste davanti al centro della flotta. anche se. L'ala sinistra venne affidata principalmente ai veneziani sotto il comando di Agostino Barbarigo. parenti del senatore scorticato vivo. al comando diretto di Mehmet Alì Pascià. più esposto ai tentativi di aggiramento. Sull'ammiraglia pontificia era Marcantonio Colonna. in specie per il settore degli archibugieri. fu la sua energia. nello stesso senso scriveva da Pisa don Garcia de Toledo. Mehmet Alì Pascià era a bordo della Sultana. Uluj Alì. 33 . il suo coraggio e il suo valore militare a giocare un ruolo molto importante nella battaglia stessa. Il centro turco. Due galeazze veneziane furono poste davanti al settore sinistro. Così. e. Sull'ammiraglia di Genova Ettore Spinola. per imbarcare nuovi equipaggi e nuovi viveri. si pose Marcantonio Querini. andando a cercare l'armata nemica. con 56 galee. la flotta cristiana andò a cercare quella turca. si dedicò al compito con l'ardore esclusivo del suo temperamento" (17). se si considera la difficoltà che dovettero superarsi. l'inglese Sir Thomas Stukeley. inviato personale di Filippo II. "Ma don Giovanni prestò ascolto soltanto ai capi veneziani e a quei capitani spagnuoli della sua cerchia che insistevano per l'azione. All'ala destra si schierarono galee e combattenti di diverse nazionalità. In effetti. I musulmani avevano 750 cannoni. La retroguardia venne posta sotto il comando di Santa Cruz con tre galee dei Cavalieri di Malta. a soffocare sul nascere riaffioranti contrasti tra capitani e tra equipaggi.900 volte a caratteri d'oro il nome di Allah. Davanti alle galee veneziane furono inviate due galeazze al comando di Antonio e Ambrogio Bragadin. governatore dell'Egitto. l'esiliato Giacomo IV. e Gian Andrea Doria consigliavano di limitarsi a un atteggiamento difensivo. troppo tardi. Sull'ammiraglia di Savoia il conte Provana di Leynì.era stata ridotta in schiavitù nell'harem di Costantinopoli. poi. di cui 215 galee. sotto il comando del genovese Gian Andrea Doria. era dietro la linea delle galee turche. dopo essersi spinta fino a metà Adriatico. sostenuta dal fascino della sua personalità e dalla naturale attitudine al comando. era di fronte a Gian Andrea Doria. era costituito da 96 galee. che a Tripoli era dovuto fuggire di fronte al corsaro. il rinnegato Occhiali. La battaglia di Lepanto La flotta cristiana riuscì a concentrarsi a Messina alla fine di agosto del 1571. gli equipaggi erano stati rinforzati con truppe provenienti dagli Stati spagnoli. Centodieci galee avevano comandanti veneziani. Erano presenti anche molti volontari tra cui l'italiano Alessandro Farnese. La flotta cristiana era composta da duecentootto galee. Di fronte ai veneziani era Muhammad Saulak. con 63 galee e galeotte. Vennero schierate 274 navi da guerra. Al lato più estremo. Presto. Trentasei provenivano da Napoli e dalla Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. Lo schieramento dei Turchi I Turchi si disposero a mezzaluna. Furono. presa la decisione. Fu la sua volontà a perseguire lo scontro. comandata da Amurat Dragut. il francese Crillon. detto anche Maometto Scirocco. secondo i più prudenti tra i condottieri cristiani: Requesens. la quale. duca di Naxos. flauti. Una croce venne levata su ogni galea e i combattenti ricevettero l'assoluzione secondo l'indulgenza concessa da Pio V per la crociata. cioè stando molto vicine. Con un rumore assordante iniziarono l'avvicinamento suonando timpani. Intanto. Il generale Giustiniani. imbarcatisi su due piccoli e veloci legni. furono feriti tre volte. quattordici dalla Spagna in senso stretto e tre da Malta (19). le armi del Pontefice. A bordo. pur se nell'ambito dei comandanti turchi non poche voci si erano espresse in senso contrario. anche se la superiorità di fuoco delle sei galeazze veneziane. guidate da capi che "non mancavano di mostrare animo gagliardo e grande" (24). essendogli detto si coprisse [. obbedendo all'ordine impartito dal sultano Selim II. dopo che dalle imbarcazioni ammiraglie erano partiti i primi colpi di artiglieria. in modo da impedire la penetrazione di gruppi di navi nemiche (22)... tamburi. uomini. ebbe un peso rilevante nel gettare un sanguinoso disordine nel cuore dello schieramento nemico. La flotta cristiana bloccò l'ingresso del golfo di Lepanto. e fu così ferito mortalmente (27). La superiorità numerica. Mentre le flotte si avvicinavano fu inalberato sulla galea del comandante in capo dell'armata cristiana (20) lo stendardo della Lega.] facevano ogni sforzo per procacciare il loro scampo e la vittoria dei nostri" (25). gli equipaggi lanciavano grida di guerra (21). anche il comandante in seconda veneziano. offerto da san Pio V.. La battaglia si accese. Soltanto trenta navi turche riuscirono a fuggire. Don Giovanni e il comandante pontificio. Agostino Barbarigo.. Del valore di don Giovanni si è detto. tre giorni dopo la battaglia. Il vento era a loro favore. Marcantonio Colonna. Un contemporaneo ricorda che nelle galee cristiane "tuttavia si toccavano assiduamente gli tamburi e ogni altra sorte di istrumenti". tutto ucciso salvo il suo comandante Tommaso de' Medici e quindici. pesantemente armate. Se i caduti cristiani furono circa 9 mila. Decisiva fu la superiorità delle fanterie cristiane nella serie dei combattimenti ravvicinati tra singoli gruppi di galee. Le proporzioni della sanguinosa battaglia possono essere riassunte in poche cifre. dell'Ordine di Malta. I musulmani. 34 . ventidue da Genova. La flotta cristiana era nel più assoluto silenzio. centodiciassette catturate e divise tra gli Stati membri della Lega e le rimanenti andarono distrutte (28). Mentre Gian Andrea Doria.Sicilia. era costretto ad allargarsi per evitare la manovra di aggiramento tentata dal corno sinistro dello schieramento turco. di Venezia e della Spagna. "gran parte degli schiavi cristiani che si trovavano sopra l'armata nemica [. gli ordino avuti dal sultano e il suo temperamento personale indussero il comandante in capo della flotta turca. i cappellani confessavano e i capitani incitavano. a non sottrarsi al combattimento. si scoprì il viso mentre "i nemici più fieramente saettavano. e varie altre migliaia quelli catturati. Alì. va anche ricordato il grande apporto di Marcantonio Colonna e del settantacinquenne comandante veneziano Sebastiano Venier. aggiungendo che esse "vogavano in bellissima ordinanza". al comando del Doria. comandato da Euldj-Ali (27) la battaglia si decise nel centro. rimorchiate in prima fila. a capo dell'ala destra dello schieramento cristiano. ricordando la natura divina della causa per cui combattevano e che il Crocifisso era il loro vero comandante. Quando le flotte giunsero a tiro di cannone i cristiani ammainarono tutte le loro bandiere e Giovanni innalzò lo stendardo con l'immagine del Redentore crocifisso. delle altre. ventitré dagli Stati pontifici e da altri Stati italiani (18). percorsero tutto lo schieramento. e ciò parve miracoloso agli esperti di mare. fra' Rinaldo Naro. Le artiglierie giocarono un ruolo tutto sommato secondario. ai piedi. Morì. quelli turchi furono 30 mila. Il mare si calmò improvvisamente. il quale. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. accettarono la battaglia. accorgendosi che ì suoi ordini non erano uditi bene. Molti furono gli episodi di eroismo: l'equipaggio della galera Fiorenza dell'Ordine di Santo Stefano. che recava in campo cremisi il Crocifisso con.] rispose che minor offesa egli sentirebbe di essere ferito che di non essere udito". e il comandante della galera capitana dell'Ordine. quaranta cavalieri di Malta caddero nel combattimento (21). 000 uomini tra morti e feriti. 117 furono catturate. Giovanni venne ferito ad una gamba. I Turchi persero 30. raggiunse la Capitana. Uluj Alì. comandante della Marquesa. Uluj Alì catturò il vessillo dei Cavalieri di Malta. che era stato ferito sette volte. Mehmet Alì Pascià venne ucciso da un colpo di archibugio. dovette cedere il comando a Federico Nani. Muhammad Saulak venne ucciso. aggredì da dietro la Capitana. Doria spostò le sue galee verso destra per fermare i Turchi. fece prigioniero Giustiniani. Alessandro Farnese con i suoi 200 uomini conquistò una galea turca. Uluj Alì manovrò per aggirare l'ala destra dello schieramento. Cervantes fu ferito due volte. Vennero liberati 15.000 furono fatti prigionieri. Sia il Doria che Uluj Alì. Agostino Barbarigo fu attaccato da otto galee turche contemporaneamente. Alle due del pomeriggio Giovanni poté riprendere il controllo della flotta. ordinò a Miguel Cervantes di aggirare una galea con una scialuppa. al comando della galea Guzmana. al petto e alla mano. Giovanni d'Austria puntò diritto contro la Sultana. L'ammiraglio Santa Cruz intervenne con la retroguardia. Ma improvvisamente i rematori cristiani si sollevarono dai banchi di schiavitù e con le catene si gettarono sulle scimitarre dei loro aguzzini. La Capitana venne circondata da sette galee. Muhammad Saulak stava per prevalere. I veneziani ripresero il sopravvento. Alle 4 del pomeriggio i Turchi erano stati completamente sconfitti. Le perdite dei Turchi 80 galee turche furono affondate.Il vento improvvisamente cambiò direzione. I pochi superstiti si ritirarono verso l'interno del golfo. Diego di Urbino. ferito ad un occhio da una freccia. la Bua. Il reggimento di Sardegna diede l'arrembaggio alla nave turca che divenne il campo di battaglia. si nascose nelle isole dei dintorni. e prese a rimorchio la Capitana.000 cristiani che erano stati ridotti in schiavitù e incatenati ai banchi delle galee. lasciando aperto un varco tra il centro e l'ala destra. Muhammad Saulak era riuscito ad aggirare il fianco sinistro. si impadronì di una lenta galea veneziana. Le vele dei Turchi si afflosciarono e quelle dei cristiani si gonfiarono. con il vento in poppa. prima della battaglia. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. avevano tentato di dissuadere i loro comandanti dal dare battaglia. 27 galeotte furono affondate e 13 catturate. priore dell'Ordine. Sei galee veneziane furono affondate. Con una quindicina di galee e di galeotte fuggì. Il capitano Ojeda. Altri 8. al cui comando era Pietro Giustiniani. l'abbordò e la riconquistò. 35 . All'ala destra Uluj Alì e Gian Andrea Doria manovravano per trovarsi in posizione di vantaggio. e si diresse verso Costantinopoli. I musulmani a poppa e i cristiani a prua. Uluj Alì fu costretto ad abbandonare la preda. la nave ammiraglia dei Cavalieri di Malta. Barbarigo. Al terzo assalto i sardi arrivarono a poppa. Nessuno dei due voleva mettere a rischio le proprie navi. ma Uluj Alì fu veloce a infilarsi nel varco improvvisamente apertosi con le sue galee corsare. Giovanni ordinò al Doria di ricompattare lo schieramento.La Sultana si arrese. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. sarebbero state alla mercé dei turchi (31). Nel 1578 don Giovanni d'Austria. Ma si tratta di osservazioni storicamente non corrette. Certamente. Ma il re non volle che si interrompesse la sacra funzione. a ben altre forze. Non solo tutte le posizioni veneziane nei mari Egeo.780 feriti. e primo si potrebbe dire: naturalmente . Maria delle Vittorie sull'Islam. ricordando che una serie di storici. cosa sarebbe successo se la vittoria non ci fosse stata o. non i condottieri ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori" (36). Una vittoria senza conseguenze? E' la domanda che si pone Fernand Braudel. Allora comprenderemo la gioia dei popoli cristiani (32) l'entusiasmo dei veneziani all'arrivo della notizia. più ancora. ebbero 7. Segno che si manteneva il senso della esatta gerarchia della storia in una buona prospettiva cattolica. Ionio e Adriatico sarebbero cadute. In effetti riemersero antichi contrasti. proruppe in lacrime e ripeté le parole della Scrittura: "fuit homo missus a Deo cui nomen erat Johannes" (33). 36 . Solo al termine fece leggere il dispaccio e intonare il Te Deum (34). Maria delle Vittorie sull'Islam Pio V stabilì che il 7 ottobre fosse un giorno festivo consacrato a S. non arma. il valore de' gentiluomini e soldati nell'essequire". la vittoria di Lepanto era avvenuta nel giorno in cui le confraternite del Rosario facevano tradizionalmente particolari devozioni (37).Le perdite della Lega Santa I cristiani persero 15 galee. per capire la portata dell'avvenimento. Nel 1575 Venezia fu fiaccata da una terribile epidemia (30). In realtà bisognerebbe domandarsi. (35). non le armi. hanno insistito sul fatto che negli anni successivi la vittoria non fu sfruttata a fondo (29). sed Maria Rosarii victores nos fecit". "non il valore. la bravura e destrezza de i capitani in mandare ad effetto.650 morti e 7. ma la stessa intera Italia. forse anche la Spagna. come già ho accennato in qualche osservazione precedente. Il re Filippo II stava assistendo ai vespri nella cappella del suo palazzo quando entrò l'ambasciatore veneziano. i festeggiamenti fatti un pò dappertutto. Il Papa. Gregorio XIII trasferì la festa alla prima domenica del mese di ottobre con il nome di Madonna del Rosario. peggio. se ci fosse stata una sconfitta. mentre molti altri scacchieri impegnavano la Spagna. secondo la bella espressione del senato veneto: "Non virtus. Pio V venne proclamato santo da Clemente XI il 22 maggio del 1712. S.Voltaire. quando ricevette dal nunzio veneziano la notizia della vittoria. gridando Vittoria! Vittoria!. la vittoria era stata ottenuta grazie a "la intelligentissima prudentia de i nostri generali. Del resto. non duces. che era nei Paesi Bassi a combattere contro i protestanti. proprio mentre veniva intonato il Magnificat. morì improvvisamente. Ma. trad. Feltrinelli.. scrive che prima di Lepanto "già era da tutte le parti il Christianesimo pieno di terrore"... 35.ed è oggetto di gran devozione .. LUDWIG VON PASTOR. Pio V aveva già ricevuto la notizia per mezzo di una rivelazione divina: cfr. La battaglia di Lepanto nei canti popolari dell'epoca. coglie l'importanza di questo periodo nell'avvio del processo rivoluzionario. cit. in The Journal of European Economic History. accanto alle altre. Alle origini del mondo moderno. op. Cfr. f. trad. Firenze 1966. p. CORRÊA DE OLIVEIRA. op. cit.è sempre affascinante e ricca di stimoli la lettura di JOHAN HUIZINGA. (37) Cfr. f.proprio per l'orientamento marxista e progressista degli autori . in conclusione del suo saggio introduttivo a P.. p. (25) GEROLAMO DIEDO. p. cfr. la vittoria apparirebbe come la fine di una miseria.. in scala l/1. op. pp. op. Torino 1976. sia da alcuni contemporanei che da alcuni storici moderni. MORI UBALDINI. non a caso. le motivazioni di carattere religioso. 50 v. (18) A causa della tensione tra Cosimo e Filippo II le dodici galee toscane parteciparono come noleggiate dal Papa. 431. 277. (28) Cfr. p. la fine di un reale complesso d'inferiorità della Cristianità.. 8871326.. LANE. PAOLO PRETO. p. Bocca. (35) G. Per l'aspetto filosofico RUDOLF STADELMANN. op. 1. cit. cit. 1181. it. 1101. Daelli. F.. trad. Milano 1863. Pisa 1980. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. Cedain. Istituto di Cultura Nova Civitas. 71-73. (31) Così conclude anche F.] Prima di far dell'ironia su Lepanto.un bel Crocifisso in legno. 62-63. sul piano degli avvenimenti militari. GIANCARLO SORGIA. it. Mursia. op. Milano 1930. CONTARINI. BRAUDEL. (30) Cfr.. La conquista e l'esplorazione dei nuovi mondi (XVI secolo). pp. p. Il Mulino. Palombi. 3a ed. Diario dell'assedio di Malta. 59-66. cit. (34) Ibid. pp. BRAUDEL.. le cui insegne . a mio parere. CONTARINI. (5) Cfr. P. The battle of Lepanto and the Mediterranean. (11) F. Una crisi di valori.NOTE (1) Di tali conquiste non bisogna dimenticare. Francesco Ramparetto.. (19) Cfr. (8) Cfr. p. Vicenza 1978. cit. Bologna 1978 (l'originale edizione tedesca è del 1929). LANE. 166-169. cit. CAMILLO MANFRONI. GIORGIO GRENTE. 292-332. Roma 1944. seguendo le orme di Voltaire. Firenze 1974. senza possibilità di caratterizzare nella sostanza il periodo e le tendenze e non senza illusioni ed errori di prospettiva. Il pontefice delle grandi battaglie San Pio V. cit. Torino 1931. (24) G. (4) Fondamentale è FERNAND BRAUDEL. (17) Ibid. pp. Storia della marina italiana dalla caduta di Costantinopoli alla battaglia di Lepanto (1453-1571). che si dice fosse a bordo della nave di don Giovanni. BRAUDEL. Pacini. MORI UBALDINI. Il mediterraneo nella seconda metà del '500 alla luce di Lepanto. card. 274. considera il 1565 l'ultimo anno della supremazia turca. op.. CESARE CIANO. Le crociate tra il mito e la storia. cit. ed. anche FILIPE RUIZ MARTIN. 428-432.. F.. Storia dei papi dalla fine del Medio Evo. Diedo era un veneziano abitante a Corfù. (13) Cfr. cit. la fine d'un altrettanto reale supremazia della flotta turca [. Roma 1965. 37 . U. Einaudi.. Ricordo anche il congresso tenutosi a Venezia in occasione del quarto centenario. cit. 1176. (10) Cfr.. si pensasse alla situazione precedente. MORI UBALDINI. (9) Cfr. Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II. Il comportamento del Doria fu molto criticato. 1182 "anziché badare soltanto a ciò che seguì a Lepanto. (20) Una ricostruzione della galea reale di don Giovanni d'Austria si può vedere nel Museo Navale di Barcellona. it. Roma 1897. n. Esso fu enorme". 34). 166-168.. 1137. BRAUDEL. op. (29) Cfr. it. in Enciclopedia Cattolica. (36) Citato. trad. Neri Pozza. 64. 1100.. da GIOVANNI CANTONI. Padova 1963. 2a ed. Peraltro. Milano 1967. op. cit. voce Lepanto. che certamente esistette. La politica nord-africana di Carlo V. it. Cristianità. pp. (23) Si tratta dell'Uccialì o Uccialli delle fonti cristiane.. U. Storia di Venezia. 50. (3) PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA. p. P. UBALDINO MORI UBALDINI. op. (21) Cfr. f. (7) F. Per le tendenze sulle quali insiste giustamente il pensatore cattolico brasiliano . (22) U. op. Edizioni Paoline. op. PIERRE CHAUNU. Milano 1977. foglio 48 r. (26) Cfr. PIO PASCHINI. Nella cattedrale della stessa città si conserva . 29-30. Roma 1971... FREDERIC C. (6) A proposito di questo argomento si può vedere FRANCO CARDINI.. GIOVANNI PIETRO CONTARINI. Peste e società a Venezia nel 1576. I primi Medici e il mare. in particolare pp. Il declino del Medioevo. Roma 1971. (15) Ibid. Regionale Editrice. La battaglia di Lepanto. Einaudi. Interessante anche . p. it. La marina dei sovrano militare ordine di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta. Pio V a Filippo II. in Rivoluzione e Contro-Rivoluzione. (2) Non è questa la sede per approfondire il discorso sui limiti e sui caratteri dell'umanesimo cristiano. L'autunno del Medioevo. p.. 243. (33) ANDREA DRAGONETTI DE TORRES. Olfchki. p... accresciuta. Historia delle cose successe dal principio della guerra mossa da Selim ottomano ai Venetiani fino al dì della gran giornata vittoriosa contra i Turchi. FRANCESCO BALBI DA CORREGGIO. Roma 1957. (12) U. cit. cit. 1088. cit.innalzavano: cfr. pp. Venezia 1572. S. p. (14) F. (27) G. it. Torino 1978..54 r. DIEDO. 220. Sansoni. p. pp.RUGGERO ROMANO e ALBERTO TENENTI.e non quelle stefaniane o medicee . p. Per una visione d'insieme è tuttora fondamentale. trad. questo testo mi sembra il più interessante per avvicinarsi in modo diretto agli avvenimenti di quei mesi nell'isola. MORI UBALDINI. pp. Op. (32) Interessante documentazione in GUIDO ANTONIO QUARTI. (16) Ibid. è forse ragionevole considerare il significato immediato della vittoria. 1 (1972). Piacenza 1977. op. contemporaneo degli avvenimenti. Ma la storiografia contemporanea tende a riconoscere l'opportunità del suo comportamento. ma. BRAUDEL. p. Il contemporaneo Contarini (op. La Lega di Lepanto nel carteggio diplomatico di don Luis de Torres nunzio straordinario di S. a partire dalla metà dell’800. Istituto di Studi Militari Marittimi. alias Joan Miches. La guerra di Cipro. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. Tra questi aspetti ricordiamo il ruolo giocato dal marrano Joseph Nasi.LA BATTAGLIA DI LEPANTO Page 1 Marco Morin La battaglia di Lepanto: alcuni aspetti della tecnologia navale Veneziana Versione aggiornata della relazione presentata al convegno Meditando sull’evento di Lepanto (Odierne interpretazioni e memorie. di cui Lepanto fu l’episodio finale. ascoltato consigliere di Selim che lo nominò Duca di Naxos. 8 Novembre 2002). una discreta letteratura e accenni sulla sua attività spionistica a favore del Sultano sono già presenti in opere di contemporanei e in vari manoscritti coevi posseduti da biblioteche italiane. Venezia. presenta ancora alcuni aspetti che potranno essere approfonditi e chiariti soprattutto con lo studio scrupoloso dei documenti ufficiali conservati negli archivi delle nazioni interessate. Su Nasi esiste. 38 . forte della sua lunga esperienza bellica. Di eccezionale importanza appare l’opera dell’ICOHTEC (International Committee for the History of Technology presso l’Università di Bath) che. che le sei galeazze di Francesco Duodo riuscirono tutte a posizionarsi davanti alle tre schiere cristiane e che il fuoco delle loro numerose artiglierie provocò enormi danni alla flotta nemica e ne ruppe la formazione di attacco. ha approfondito notevolmente le ricerche su mezzi militari e relativo armamento.Documenti conservati nell’Archivio di Stato di Venezia potranno permettere di ricostruire con maggiore rigore la vita e le attività di questo affascinante personaggio e di precisare le sue implicazioni nell’evoluzione della politica ottomana fino al 1571. occupate ad incrociare ben lontane dalla mischia) è stata acriticamente accettata da numerosi studiosi. alla loro efficacia. ha costituito una Gunpowder and Explosives Section (sezione per la polvere da sparo e gli esplosivi). Come spiegare allora la grande affermazione Cristiana? Oltre che “ …la divina volontà patrona del tutto …” uno dei principali apporti venne offerto da armi e imbarcazioni. si sarebbe dovuto fare molto di più e in modo più organico. Questa versione ha avuto una certa fortuna e la ricostruzione tattica della battaglia illustrata dall’ammiraglio Carrero Blanco (le due galeazze del corno sinistro del tutto assenti e le restanti quattro. è stato un valoroso ufficiale pilota e. basandoci per ovvie ragioni di opportunità esclusivamente su fonti non veneziane. Fra questi ricordiamo illustre specialista John F. sotto la direzione di Brenda Buchanan. Per quanto riguarda le imbarcazioni veneziane e alle caratteristiche delle artiglierie impiegate rinviamo a un nostro precedente lavoro. che anche in una sua recentissima opera ha riproposto l’assunto e la ricostruzione grafica del Carrero Blanco. Parte degli storici spagnoli e francesi. iniziarono a modificare la verità minimizzando l’apporto Veneziano e trasformando Lepanto in un globale confronto anfibio il cui felice esito sarebbe da attribuirsi quasi esclusivamente al valore dei tercios di Filippo II. Di pari importanza si ritiene quindi opportuno approfondire le nostre conoscenze relative ai mezzi utilizzati nel corso della battaglia e. Changing technology and Mediterranean warfare at sea in the sixteenth century (Cambridge 1974) ha affrontato e esaminato a fondo vari aspetti tecnici relativi alle galee e alle loro prestazioni belliche. Nell’ambito del 22° Simposio Internazionale dell’ICOHTEC si è tenuto un seminario sulla produzione e il commercio della polvere da sparo: gli atti. Senza alcun dubbio coloro che combattevano in nome di Allah erano molto più motivati. Le risposte non sono mancate anche se. a partire dal XVII secolo. riuniti in un volume di oltre 400 pagine forniscono sulla materia preziose informazioni storiche e tecnologiche. Gunpowder and Galleys rappresenta una pietra miliare per la storia militare moderna e. utile anche per ricostruire la parte iniziale dello scontro. un autorevole invito ad investigare scientificamente le tecnologie del passato. Si è infatti dimostrato. contemporaneamente. dopo un breve incontro con le galee turche. 39 . e questo non proprio da un punto di vista strettamente religioso bensì da un punto di vista risarcitivo (è sufficiente considerare il genere di paradiso assicurato a chi moriva per l’Islam) rispetto agli avversari Cristiani e godevano di una superiorità psicologica conseguita grazie alle loro continue vittorie. a nostro parere. Guilmartin. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. docente di storia militare e navale alla Ohio State University. soprattutto. Guilmartin Jr. Nel suo fondamentale lavoro Gunpowder and Galley. Fernand Braudel. Hall. Frederic C. numero 2 colubrine da 14. Philippe Contamine. che secondo noi vuol dire sagri. la voga et i remi. presenta alcuni aspetti accessori non completamente condivisibili. Kelly DeVries. dal XVI secolo fino alla caduta della Repubblica. Williams e pochi altri. Particolare confusione crea la classificazione delle artiglierie con l’uso di nomi quali “mezzo cannone” o “doppia colubrina”. Hale. Frederick Baumgartner. numero 4 cannoni da venti che secondo noi vuol dire quarto cannone. numero 2 colubrine da 15 in 20. La lista è qui appresso. Livorno et l'Elba. in seguito del tutto scomparsi. ché (f. mantennero sempre le denominazioni che ora indicheremo. 68 r. queste sono ordinarie. Il già citato fondamentale libro del Guilmartin.Tra gli studiosi le cui opere hanno maggiormente contribuito all’approfondimento conoscitivo delle antiche tecnologie militari vanno ricordati Bert S. ricordiamo che chi lo ha a fare non dorma. alle quali si è provisto del legname quanto fa de bisogno. quali basilisco e passavolante. Mallett. In precedenza. Claude Gaier. tra coloro che più e meglio hanno analizzato il rapporto fra armamento e svolgimento storico è giusto ricordare Eliahu Ashtor. in data 27 Febbraio 1572. insieme con la spesa loro. numero 6 falconetti da 6. fra la seconda metà del XV secolo e gli inizi del successivo. docente della Ohio State University. numero 10 petreri da 3. numero 2 cannoni da 30 che secondo noi vuol dire mezzi cannoni. John R. numero 8 che in tutto fanno numero 42 et tanti ne bisognerà per ogni galeazza et perché noi non habbiamo havuto la medesima nota delli huomini et di che sorte vanno per armarle. scrive al suo segretario e factotum Bartolomeo Concino a proposito della costruzione di galeazze simili a quelle usate dai Veneziani a Lepanto: Le galeazze come usciranno di fiumara per venire qua a Livorno. Geoffrey Parker e. Detti termini sono corretti quando si riferiscono alla flotta iberica ma non possono essere utilizzati per le altre. et delle artiglierie vi mandiamo una nota come l'habbiamo hauta da Venetia. Alan R. che secondo noi son mezze colubrine. numero 4 colubrine da 30. andremo cercando di provederli. ma de' remi come sopra si dice. ciurme e armi delle flotte mediterranee. numero 2 colubrine da 30. naturalmente. Ricordiamo subito l’esclusivo impiego della terminologia spagnola per descrivere nel complesso imbarcazioni. Michel E. troviamo l’impiego di nomi. oltre alla ricostruzione di Lepanto. ma quello bisognassi di là. ci mancherà del opere morte. Che. Lane. è --. In questo documento il Granduca Cosimo I. Il problema della denominazione emerge chiaramente da un interessante documento segnalatoci recentemente da Geoffrey Parker.) non ce ne Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. in Pisa. acciò possiate vedere il numero et di che sortese bene di qua ne habbiamo buona partita. 40 . nomi che non hanno alcun significato per le bocche da fuoco veneziane. numero 4 petreri da 6.per ogni galeazza: ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ colubrine da cinquanta. considerando la penuria di fonti a stampa. un pezzo da 500 libbre aveva così un calibro di circa 385/400 millimetri e utilizzava proiettili del peso a vuoto di circa 130 libbre. Ricordiamo subito che le artiglierie potevano essere divise in due categorie. limita la gittata utile a poche centinaia di metri. 20. la petriera da braga da 12 libbre con un calibro di 95 mm e una lunghezza di 130 cm circa. la petriera da mascolo e la petriera da braga da 6 libbre con 70 mm di calibro e una lunghezza. mentre nell’uso pratico sparava palle di ferro fuso di uguale diametro che però. Le cose cambiano quando il bersaglio consiste di fasciame ligneo: una palla di ferro del peso di una ventina di chili (60 libbre) e dotata di una velocità residua Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. ♦ il falconetto da 3 libbre. rispetto ai secondi di pari calibro. Napoli.2 g). con un calibro di circa 45 mm e lungo intorno al metro. acciò non si habbia a disputare et la spesa ci pare possa ascendere senza soldati. Naturalmente. 40. ♦ il falcone da 6 libbre. 40.. 90. erano di 1/3 più lunghe e più pesanti in proporzione. pesavano in realtà 9 libbre. 30. ♦ il sacro da 12 libbre. per il differente peso specifico dei due metalli. 100 e 120 libbre e i cannoni da 16.mancheranno. 100 e 120 libbre: le prime. Venezia . il calibro indicava il peso della palla di ferro che teoricamente entrava nella sua canna. molto più leggere. Un cannone o una colubrina da 50 libbre avevano così entrambe un calibro di circa 170 mm e sparavano quindi palle di ferro uguali: il primo aveva però una lunghezza inferiore alla seconda e impiegava una carica di polvere nera di peso inferiore.. ad esempio. Vi erano poi le colubrine da 14. Stato Pontificio. Intanto de là voi vedrete di formare nuove capitulationi che sian chiare. 30. Questa affermazione è certamente valida quando il bersaglio o è di dimensioni limitatissime oppure quando è costituito da una fortificazione. ♦ l’aspide da 12 libbre. quello che vogliano dua galere. la designazione del calibro era data dal peso della palla di piombo che veniva sparata nella prova forzata del pezzo stesso: un sacro. 60. riempite ovviamente di polvere nera e dotate di opportuna spoletta. certamente incompatibile con tempi e mezzi disponibili all’Autore. pur riconoscendo che la portata massima poteva essere anche molto elevata. avrebbe comportato uno sforzo di ricerche archivistiche enorme. di circa 1 metro. 50. 60. Il Guilmartin. In definitiva sarebbe stato utile una breve panoramica sulle artiglierie di tutte le potenze interessate (Genova. veniva assoggettato alla prova con palle di piombo del peso di 12 libbre sottili alla veneziana (1 libbra = 301. la portata del cannone era inferiore rispetto a quella della colubrina pari calibro. 50. La prima era senza dubbio la più importante in quanto comprendeva i pezzi più grandi e potenti. quelle ad avancarica e quelle a retrocarica. Malta. come si vedrà più sotto. codetta esclusa. 90. mortai e trabucchi. Tra i pezzi ad avancarica si avevano: ♦ il moschetto da zuogo da 1 libbra. 20. Tra i pezzi a retrocarica troviamo il moschetto da braga da 1 libbra. Fino ai pezzi da 12 libbre compresi. Altro punto controverso è quello relativo alle prestazioni delle artiglierie e alla balistica interna delle armi a polvere nera. Per le artiglierie di calibro superiore la prova era effettuata con le stesse palle di ferro che venivano usate normalmente e pertanto la designazione indica il peso in libbre di queste ultime. Firenze. a pagamento di ogni galeazza. Per quanto poi riguarda le artiglierie corte destinate al lancio di bombe. Spagna e Impero Ottomano) ma questo. 41 . In realtà sparavano bombe cave. Un’attenta rilettura dei dati forniti dalla letteratura dell’epoca. 42 . con l’elevazione di un punto di squadra. con l’elevazione massima di 6 punti la gittata sale a 1440 passi (2567 metri). Da Girolamo Ruscelli. dati confermati dalle carte di archivio. per una colubrina da 120 è di 450 passi (782 metri). per un cannone da 120 libbre è di 380 passi (660 metri). con l’elevazione di un punto di squadra.738 metri si ha una gittata di oltre 2900 metri. Tenendo presente i dati forniti da Hughes sappiamo che lo spazio orizzontale entro cui colpivano il 100% dei colpi di artiglieria sparati con pezzi ad avancarica con anima liscia era compreso fra il 10 e il 15% della traiettoria. con 6 punti sale a 5400 passi (9628 metri). una galea di prua o di Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. Il moschetto da zuogo. veniamo ad esempio a sapere che la palla sparata da una colubrina da 50 libbre caricata con 40 libbre di polvere e posta in elevazione al primo punto della squadra geometrica era arrivata a una distanza di 1670 passi. Gian Battista Colombina fornisce delle complete tavole di tiro “ante litteram”. ci permette di apprezzare le caratteristiche balistiche delle artiglierie Veneziane. La colubrina da 120 libbre. ha una gittata di 2250 passi (4011 metri). In buona sostanza le palle sparate contro un bersaglio posto a 1000 metri erano destinate a battere uno spazio che poteva variare da 100 a 150 metri. Si trattava evidentemente di una dispersione notevole quando l’obbiettivo era di dimensioni ridotte come. che riporta parzialmente i risultati delle prove di tiro effettuate al Lido nel Settembre 1544. Tenendo presente che il passo veneziano corrisponde a 1.compresa fra i 150 e i 200 metri il secondo è ancora in grado di provocare danni notevolissimi. La gittata utile massima di un grosso pezzo di artiglieria era comunque funzione del bersaglio. comprese le gittate “di punto in bianco” : per il moschetto da zuogo da una libbra quest’ultima gittata è di 120 passi (208 metri). ha una gittata di 600 passi (1070 metri). per un sacro da 12 libbre è di 250 passi (434 metri). ad esempio. In seguito veniva opportunamente granita in modo da fornire le richieste caratteristiche di infiammazione e di deflagrazione. Le polveri antiche subivano invece il processo di incorporamento mediante il metodo dei pestoni e il prodotto ottenuto. Tenendo presente il numero delle artiglierie presenti a bordo appare chiaro come le galee Ottomane. anche da distanze ben superiori a 1000 metri il tiro aveva elevate probabilità di colpire qualcosa. non tutta la polvere riuscisse ad Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. una maggiore portata. Subito dopo si girarono di fianco scaricando le artiglierie laterali: proseguendo la rotazione su se stesse spararono in progressione con i pezzi di poppa e con quelli della fiancata successiva. i suoi ragionamenti sarebbero del tutto condivisibili. L’impeto dell’Islam era stato arrestato e la vittoria finale assicurata. e in questo modo la pressione formatasi agiva per un tempo molto più lungo sulla palla. Restano ancora da esaminare le considerazioni di balistica interna svolte dal Guilmartin nell’appendice 2 del suo Gunpowder and Galleys e ampliate. si potrebbe scrivere ben più di un trattato – e così ci limitiamo a precisare che in genere le velocità di deflagrazione erano alquanto inferiori a quelle della polvere studiata dal Rodman. Innanzitutto la polvere impiegata dall’Ufficiale statunitense era ottenuta col metodo della macina e dello strettoio: la miscela veniva incorporata sotto l’azione di una doppia mola pesantissima (circa 5 tonnellate l’una) per circa 6 ore e in seguito. E che in molti casi. Il già citato Geoffrey Parker. le cui caratteristiche variavano anche secondo le percentuali di salnitro usate. 43 . in uno saggio pubblicato in una autorevole rivista di archeologia navale e in uno studio presentato al congresso sull’armamento navale britannico tenutosi a Londra nel 1987. posizionate a circa un miglio davanti ai tre principali gruppi di galee Cristiane. ovviamente. Le sei galeazze veneziane. cannone e colubrina non potevano avere gittate diverse. a parità di calibro. in data più recente. Ed era proprio questa la situazione che si venne a creare a Lepanto. sottoposta a una forte pressione mediante uno strettoio idraulico. Ma quando l’obbiettivo era rappresentato da un folto schieramento di imbarcazioni affiancate. divennero il bersaglio di almeno un centinaio di pezzi di medio e grosso calibro e di altrettante artiglierie minori. nel giro di pochi minuti. in una sua autorevole opera. per la troppo ridotta lunghezza della canna. Non possiamo certo qui approfondire l’argomento – con il materiale reperibile nell’Archivio di Stato di Venezia. deflagra completamente ben prima che la palla esca dalla canna. E pertanto. ovviamente formata da polvere nera. Velocità maggiore significava. Ma in realtà vi è un particolare che non è stato tenuto in considerazione e cioè che le esperienze del Rodman riguardavano una polvere nera che certamente aveva delle caratteristiche molto diverse da quella impiegata fino allo scorcio del XVIII secolo. ricorda come la flotta Turca ritenne erroneamente che le sei galeazze fossero navi da carico e che pagarono un altissimo prezzo per questo errore: “si dice che non meno che settanta galee vennero affondate da queste nuove navi da guerra” e che fu “una cosa incredibile che solo sei galeazze potessero aver causato una tale enorme distruzione”. a parità di calibro ma con canna più lunga e carica di lancio superiore. materiale da noi parzialmente esaminato. Guilmartin infatti sostiene che. “le confessò aver sido la mayor causa de la victoria sus galeazas “. E questo perché comunque la carica di lancio. la sera del 7 Ottobre 1571 Don Giovanni d’Austria. avevano delle proprietà alquanto diverse.poppa. Per giungere a questa conclusione Guilmartin si è basato soprattutto sulle esperienze svolte fra il 1844 e 1861 dall’allora capitano Thomas Jefferson Rodman e. ricevendo gli omaggi di Francesco Duodo . stando a fonte spagnola. il proiettile usciva dalla volata con una velocità più elevata rispetto a quella ottenibile con una canna più corta. in questa ottica. A questo proposito appare opportuno ricordare che. probabilmente aprirono il fuoco con i pezzi prodieri quando le imbarcazioni nemiche – che avanzavano a voga arrancata e quindi con una velocità di circa 8 nodi (circa 250 metri al minuto) – vennero a trovarsi a circa mille metri di distanza. una modificazione della polvere fra il 1530 circa e il 1563 lo si può dedurre da un interessante incartamento conservato nell’Archivio di Stato. che si usava in quantità corrispondente metà del peso di qualunque Palla adattabile al Calibro del Pezzo. Il Generale Pattison. anche se in un modo necessariamente sintetico.”. e tanto inutile. aveva infatti notato che “… la Carica di Polvere né Pezzi da Terra. Alle prove. e da Mare. si chiese se con l’impiego di polvere a lenta deflagrazione non fosse stato possibile ottenere nelle vecchie colubrine. fra l’altro. Il problema fondamentale per questo genere d’indagini sta nel fatto che mentre sono disponibili innumerevoli pezzi d’artiglieria di tutte le epoche. Si è pertanto costretti a ricostruire le prestazioni sulla base della documentazione esistente. velocità più elevate. allora al servizio della Serenissima. sia nell’uso di povere diversa da quella utilizzata in epoca precedente. grazie alla maggiore lunghezza della canna. Il Consiglio dei Dieci. ad esempio. tre scoppiano all’altezza degli orecchioni e la causa di questo inconveniente venne individuata sia nell’impiego di “stoppacci” troppo solidi e pesanti. Che vi sia stata a Venezia. Come si è visto.infiammarsi è dimostrato da una Terminazione del 1770 con la quale si ridusse la carica di lancio dalla metà a un terzo del peso della palla. la realizzazione di alcuni cannoni “con la campana dentro” (dotati cioè di un restringimento interno a campana a livello della culatta) secondo un modello non più in uso da diversi decenni. la superiorità della tecnologia militare Veneziana è stata senza alcun dubbio determinante per la vittoria della Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. non è affatto disponibile una campionatura delle varie polveri impiegate nel passato. su quattro pezzi prodotti. tramite il Provveditore alle Artiglierie. operazione né facile né particolarmente rigorosa. aveva ordinato ai fonditori della famiglia di Conti. E’ giusto ricordare che parte delle valutazioni balistiche sopra riportate vennero già formulate nel 1983 da Richard Barker che. 44 . sia superflua. che ne uscisse dal Cannone in copia senza esser nemmeno infiammata. …. Elihau Ashtor già della Hebrew University di Gerusalemme. Non dimentichiamo che a Lepanto era presente a bordo delle Galeazze Antonio Surian detto Armeno. noto e apprezzato per le sue numerose invenzioni. E la maggior parte di questi archibugi. dell’armamento dei suoi eserciti e delle sue flotte. Ma. anche altri aspetti attendono un maggiore approfondimento. questo geniale e attento studioso ebbe a sostenere che: Una valutazione dell’industria di armi nella repubblica di Venezia.” In uno studio successivo. provenivano da Gardone Val Trompia. “… avendo trovato in tanto bisogno un novo modo del caricar l’artiglieria et con invenzioni così singolari nelli tiri da offender il nemico disciplinando in quello tutti li Bombardieri. E sempre sulla galeazza di Francesco Duodo era imbarcato Zaccaria Schiavina. e la superiorità militare sugli Stati musulmani che ne derivava era un altro aspetto della relazione fra ascesa tecnologica da una parte e decadenza dall’altra. il prof. © SdV Storia di Venezia . non più vedute. Ashtor. insigne storico dell’economia medioevale.”. La superiorità tecnologica per quanto riguarda l’armamento non si è limitata alle artiglierie ma ha compreso anche le armi da fuoco portatili. La superiorità individuata da Ashtor. superiorità destinata a durare fino alla caduta della Repubblica. fin dalla metà del Trecento. quella che vide lo scontro diretto e ravvicinato delle galee avversarie. il celebre Capo dei Bombardieri di Venezia. benché potenze nemiche avessero grande interesse a bloccare queste relazioni.”. che apportò il mirabil beneficio ch’è stato palese in quel miracoloso conflitto. che da questo notabile ammaestramento le Galere Grosse fecero il danno che si sa all’Armata Nemica il giorno della Gloriosa Vittoria …. Nella seconda fase della battaglia. Zaccaria Schiavina. Grazie alla sua artiglieria navale la Serenissima poteva mantenere il traffico regolare col Levante cristiano e musulmano durante tutto il basso medioevo. il fuoco degli archibugi Cristiani ebbe infatti ragione sulle frecce degli archi Ottomani. approfondendo l’argomento. Secondo una scrittura dei Provveditori alle Artiglierie Antonio Armeno “Nella Giornata felicissima mostrò l’accomodar l’artigliarie delle Galere grosse. Desideriamo concludere queste brevi note ricordando ancora una volta quanto ha scritto un nostro caro amico e maestro scomparso. in un suo saggio affermò che: “Il notevole sviluppo delle armi da fuoco in Italia. se non si prendesse in considerazione la straordinaria efficacia della sue artiglieria navale. ebbe una eccezionale influenza a Lepanto e contribuì così in modo determinante ad arrestare l’espansionismo Islamico. secondo una testimonianza sottoscritta da Paolo Orsini. oltre naturalmente la totalità di quelli impiegati dai Veneziani. 45 . come si è già detto più sopra.Santa Lega. sarebbe inadeguata.2003 Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. 46 . per il contatto delle due flotte e per il tentativo reciproco di penetrare a bordo delle galee avversarie.LA BATTAGLIA DI LEPANTO Lepanto è una città della Grecia centro-occidentale. 6 galeazze e 24 navi da carico. il Papa. con un totale di 12920 marinai. passò alla fine del XVIII secolo ai Turchi cui rimase fino al 1828. La superiorità cristiana in armamento e capacità di manovra si affermò lentamente in tre ore di sanguinosi abbordaggi. La Battaglia Il 23 Settembre 1751 la flotta cristiana prese il mare facendo rotta verso il golfo di Corinto alla ricerca della flotta turca. il combattimento assunse quasi l’aspetto di una battaglia terrestre. riusci a riportare in Turchia 47 delle sue 95 navi più una galea veneziana. 3 erano dei cavalieri di Malta. L'ultima a cedere fu la sinistra di Ulug Alì il quale. venne conquistata dai Romani. Le galeazze attaccarono e ruppero la linea turca alle 10. 12 galeee erano pontifice comandate da Marcantonio Colonna.La flotta turca.C. comandata da Meht Alì Moninzidade. 43500 rematori. Gian Andrea Doria comandava 81 galeee ispano-veneziane. Dopo cinque ore. e i Turchi Ottomani. La prima a sbandarsi fu la destra turca. detto anche Alì Pascià. 34000 soldati e 750 cannoni. e a cui concorsero Venezia. al comando di Don Giovanni D’ Austria. 26000 soldati e 1815 cannoni. Si era tenuta troppo vicina alla costa e su quella andò a sfasciarsi.30 del mattino. perlopiù sciabecchi. combattuta il 7-10-1571 tra le principali potenze navali cattoliche.le forze turche vennero completamente sconfitte. di cui 6 galeazze. Sebastiano Venier e Agostino Barbarigo comandavano 114 galeee. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. ma la loro azione non fu decisiva. Celebre la battaglia navale di Lepanto. 3 di casa Savoia. Il 7 Ottobre le due flotte si incontrato al largo di Lepanto. La flotta della lega. comprendeva 222 galee e altre 60 unità minori. Malta e alcuni altri stati italiani. Nel II secolo A. Le navi cristiane si distesero in linea di fronte suddivise in tre squadre. Venuta in potere dai veneziani nel 1407. la Spagna. di fronte a Patrasso. era composta di 208 galeee. fratello di Filippo II. L’ antica Naupatto. Genova. i Savoia. fu durante la guerra del Peloponneso base navale ateniese.da grande marinaio qual era. sulle coste del golfo di Corinto. mentre la flotta turca si dispose a falce. riunitesi nella sacra lega promossa da Pio V. suoi luogotenenti erano Mohamme Scirocco ed il temibile Ulug Alì. con 13000 marinai. Lo scontro fu durissimo. 41000 rematori. Mappa dello schieramento iniziale della battaglia Non meno di 15000 soldati e 10000 schiavi cristiani al remo persero la vita. La vittoria di Lepanto arrestò per sempre l’ avanzata turca nel Mediterraneo. consolidando la posizione degli stati cristiani. il futuro autore del Don Chisciotte. Fra questi lo scrittore Miguel de Cervantes. Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag. che fu curato a Messina. da parte turca. 47 . mentre i cristiani ebbero 7566 morti e circa 5000 feriti. 48 .Storia di Venezia Battaglia di Lepanto Pag.
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