ATTUALITA SETTEMBRE 2013

March 24, 2018 | Author: Jazmin Sandoval | Category: Benito Mussolini, Italy, European Central Bank, State (Polity), Europe


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GAETANOuna vita per la libertà SALVEMINI E-mail [email protected] QUEL MISTERO SULLA NASCITA DI ANDREOTTI... Il 3 maggio 2005, nell’Auditorium dell’Augustinianum (via Paolo VI, 25, Roma-San Pietro), ho partecipato come relatore alla presentazione del monumentale volume “Maria, Madre di tutta l’umanità” (Editrice Cameli), al quale avevo collaborato come co-autore. La sala era gremita . Numerose le personalità presenti. Al tavolo degli oratori erano seduti, al mio fianco, il sen. Giulio Andreotti, il giornalista Orazio Petrosillo, il giornalista Saverio Gaeta, Padre Stefano De Fiores (docente presso la Pontificia Università Gregoriana) e l’editore del pregevole volume. L’evento venne commentato da alcuni giornali e dalla Radio Vaticana. Al termine della conferenza chiesi ad Andreotti a quali circostanze egli collegava la sua prodigiosa carriera (a vent’anni era presidente nazionale della F.U.C.I., a 27 anni già deputato all’Assemblea costituente e subito dopo Vice del Premier De Gasperi, e poi più volte Ministro e sette volte Premier). Con tono sarcastico e un pò piccato Andreotti mi rispose:”So che da tempo lei sta indagando sull’identità dei miei genitori; forse é già in possesso di qualche documento ma le consiglio di non pubblicarlo mai”. Poi, con un sorriso enigmatico, aggiunse: “Mi piace canticchiare spesso il finale della Turandot: il mio mistero é chiuso in me, il nome mio nessun saprà...Ritengo che Gelli abbia ragione quando dice che un vero uomo i segreti li porta nella tomba”. Per Andreotti il potere non era un mezzo per governare ma il fine essenziale dell’impegno politico. Devo riferire un fatto. Alcuni anni prima della citata conferenza del 2005 il mio caro amico Giovanni Celentano, marchese d’Iconavetere (cofondatore e sostenitore del periodico L’Attualità) mi aveva consegnato un dossier di documenti, sconcertanti ed esplosivi, su Andreotti, dal giorno della sua nascita (1919) in poi. Mi invitò a pubblicarli solo quando avrei avuto l’assoluta certezza di non poter subire ritorsioni. Mantenendo fede alla parola data al marchese Celentano, mi riservo la facoltà di pubblicare i documenti in questione dopo aver acquisito la certezza di non dover subire ritorsioni di alcun genere. Prima o poi, verrà il giorno in cui saranno svelati i mille enigmi che hanno caratterizzato la storia (indecorosa) della Democrazia Cristiana e della Repubblica Italiana dal 1946 ad oggi. Cosmo G. Sallustio Salvemini INVITO A VISITARE IL BLOG Visitando il blog movimentosalvemini.blogspot.it potete documentarvi sulle proposte di riforma istituzionale avanzate dal Movimento Salvemini e potete esprimere le vostre opinioni. Il blog ha registrato finora più di 5.000 visualizzazioni. Il Direttore Salvemini e il Senatore Andreotti È imminente la pubblicazione del libro di Cosmo G. Sallustio Salvemini “Una Repubblica da rifondare” (analisi storica degli ultimi sessant’anni). Gli opinionisti e gli artisti (saggisti, narratori, poeti e pittori) che desiderano sponsorizzare una o più pagine del libro, possono chiedere le modalità tramite e mail ([email protected]) oppure al cell. 347.0333846, entro il 5 ottobre p.v. La presentazione del libro avrà luogo a Roma in marzo 2014, in apposita conferenza-stampa, per celebrare il 23° anniversario del periodico “L’Attualità”. INVITO AI LETTORI QUANDO I MAGISTRATI PARLAVANO SOLO PER SENTENZE Nicola Coco nasce il 2 ottobre 1882 ad Umbriatico, nello stesso anno della morte di Giuseppe Garibaldi. Iniziò la carriera giudiziaria a soli 24 anni e, nel 1906, ottenne la nomina a Pretore di Lagonegro. Quattro anni più tardi divenne Pretore di Moliterno, per assumere successivamente le funzioni di Sostituto Procuratore del Re a Cassino. Nel 1917, fu trasferito a Roma, presso quella Regia Procura, dove vi permarrà sino al 1923, per passare alla Procura Generale presso la Corte d'Appello. Nel 1938 era Presidente di Sezione della Corte Suprema di Cassazione, ad appena 56 anni, ed in questa funzione rimase sino al giorno della Sua morte. Il "cursus honorum" di Nicola Coco non è (segue a pag. 2) Raffaele Vacca Il Marchese Celentano dialoga con il Sen. Andreotti È interessante notare l’evolversi della prassi del G8 negli ultimi anni. Nato come G7 (i sette Paesi più industrializzati del mondo), esteso alla Russia dopo la fine della guerra fredia, era un foro destinato a dibattere sopratutto le grandi questioni economiche. Ma in prosieguo di tempo ogni Stato che a turno ne ha la Presidenza quale paese ospitante ha cercato di presentare al Gruppo una propria iniziativa anche politica, per legaere il suo nome all’esito di quella sessione. Nel 2013 la presidenza è toccata al Regno Unito e il G8 si è riunito a Londra a livello Ministri degli Esteri il 10 e 11 aprile, mentre il vertice vero e proprio è programmato per il 17-18 .giugno a Lough erne (Irlanda del Nord). Da parte britannica è stata presentata un’iniziativa nel campo del diritto internazionale umanitario: quella (segue a pag. 2) Giorgio Bosco IL G8 CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE NEI CONFLITTI ARMATI RAI, NON SE NE PUÒ PIÙ ! Abbiamo un “Garante per le comunicazioni”, una “Commissione di Vigilanza sulla RAI”, c’è un Governo e un Parlamento che comunque dovrebbero sempre intervenire per prevenire e, quando occorra, reprimere senza indugi gli eventuali abusi commessi dai gestori delle varie reti radiofoniche e televisive. E c’è soprattutto la RAI, “mosca cocchiera”, che ci offre “di tutto e di più”. Che vogliamo di più? Parrebbe proprio che Pantalone debba sentirsi soddisfatto, in particolare dalle trasmissioni televisive. E invece non possiamo (segue a pag. 2) Sergio Scalia “DEMOCRAZIA DEGENERATA” È la “politica” l’argomento del 39° appuntamento della 7a edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo a Minori lunedì 8 luglio, Calata Ponte. Protagonisti Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini, nipote dello storico e politico pugliese Gaetano Salvemini, e il giornalista dell’Unità Massimiliano Amato. In “Democrazia degenerata”, edito dal Movimento Salvemini, C. G. S. Salvemini, (Ministro del Dipartimento Relazioni Internazionali del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace), fornisce un’ampia disamina delle ragioni che hanno portato alla degenerazione del sistema politico italiano: corruzione, pressioni delle lobby, sistema elettorale, (segue a pag. 2) Alfonso Bottone A WALTER SITI IL PREMIO STREGA 4 luglio 2013: anche stasera tutto è pronto per la proclamazione del vincitore del Premio Strega nello splendido scenario del Ninfeo di Villa Giulia. Sfilano i soliti noti, quelli che in questa Roma papalina, ruffiana e cafonal, ma sempre magnifica, si incontrano a tutti gli eventi importanti, poi ci sono i soliti ignoti, gli “infiltrati” che farebbero qualunque cosa pur di essere presenti e dire a tutti il giorno dopo: Io c’ero. Perché il Premio Strega è così: al di là dell’importante valenza culturale che rappresenta, finisce con l’essere anche una vetrina di personaggi e toilette eleganti sottratte alla naftalina degli armadi e indossate per l’occasione. Vince alla grande questa 67ma edizione del Premio Walter Siti (segue a pag. 2) Gabriella Di Luzio LA FARINA DEL DIAVOLO DIVENTA CRUSCA Secondo l’eterna legge della Nemesi storica il denaro intascato illecitamente viene speso, prima o poi, infelicemente. Ciononostante, molti “furbetti” continuano a trasgredire deliberatamente il comandamento “Non rubare”. Alcuni si ravvedono in tempo; altri si lasciano accecare dall’arroganza fino a farsi interdire dai pubblici uffici. EQUIVOCI SULLA “LIBERTÀ DI STAMPA” Difendere la libertà di stampa non significa attuare il linciaggio morale della Magistratura (inquirente e giudicante). Va evidenziato il fatto che molti casi di corruzione, in cui sono coinvolti i politici, vengono alla luce grazie alle meticolose indagini delle Procure. Inoltre, le sentenze definitive pronunciate dalla Corte di Cassazione non possono essere commentate in modo tale da apparire “politicizzate”, come purtroppo hanno cercato di fare alcuni giornalisti (o meglio mercenari, pagati per fare propaganda anziché informazione veritiera). “ALL'OMBRA DEL COLOSSEO” Alessandro Di Carlo si presenta all' ombra del "Teatro Flavio". Quale scenario più adatto per il paladino della romanità? L’artista del Quadraro (orgogliosissimo del quartiere in cui è nato), esprime e racconta quella romanità dei nostri giorni attraverso aneddoti che vive quotidianamente senza però mai perdere di vista la grandiosità, a lui e a noi così cara, dei nostri avi! Irresistibile quando con la sua spontaneità coinvolge quello spettatore scelto tra mille, che e proprio quello che tutti noi inconsapevolmente avremmo potuto notare proprio per lo stesso motivo per cui lui lo tira in ballo! Irresistibile quando (segue a pag. 2) Antonio Bartalotta COSÌ L’EUROPA POTRÀ SUPERARE LA CRISI L’Eurozona non è uno Stato, è una somma di Stati che si sono dati alcune regole comuni e una moneta unica. È stato detto che l’euro è una moneta senza Stato e che vi sono Stati europei senza moneta. Tra gli Stati che compongono l’Eurozona ve ne sono alcuni che hanno un’economia sana, detti stati virtuosi, ed altri che hanno un’economia in disordine tra cui l’Italia. La grave crisi ancora in atto potrebbe portare all’abbandono dell’Euro e, quindi, alla rinuncia definitiva agli Stati Uniti d’Europa; evenienza, questa, deleteria e non voluta dalla maggioranza degli Europei. Bisogna, però, risolvere la crisi. Sono state elaborate varie soluzioni in proposito, ma nessuna in grado di (segue a pag. 2) Lorenzo Favilli PER FAVORE, QUALCUNO SA INDICARMI IN CHE NAZIONE MI TROVO ? Dal giornale www.ilradar.com, apprendiamo che a Pescara, l’amministrazione comunale di Sinistra ha disposto che da settembre, nelle mense scolastiche degli asili nido comunali, scuole materne ed elementari, sparirà la carne di maiale. Ciò per adattarsi alle esigenze degli scolari di religione musulmana. Un assessore ha dichiarato “Negli ultimi anni le nostre scuole sono divenute sempre più multietniche, con l’iscrizione di molti bambini di origine straniera (segue a pag. 2) Vetriolo La nostra crisi è prodotta da molteplici crisi, concatenate e intrecciate. C’è una crisi demografica: i paesi poveri sono sovrappopolati e generano, sotto l’impulso della miseria, migrazioni verso i paesi ricchi, a loro volta segnati da una grave riduzione della natalità. C’ è una crisi sociale: il degrado delle antiche solidarietà fa dilagare gli egocentrismi, i malesseri psichici, il senso di solitudine individuale. C’è una crisi dell’economia, c’è una crisi del presente che porta an(segue a pag. 2) Maria Rosa Nicastri OLIGARCHI PAVIDI L’IGNOBILE “MERCATO” RIVOTARE CON OGNI ORA FALLISCE DEGLI OVOCITI E INCOMPETENTI UN’IMPRESA IL PORCELLUM ? In Italia e nel mondo, da molti anni, sta mettendo radici la pseudo-cultura del pan-mercantilismo. Alcuni cattivi maestri hanno propinato l’idea che tutto può divenire oggetto di scambio, tutto si può barattare e mercificare (dai voti elettorali agli organi del corpo umano da trapiantare in altri corpi). Si sta diffondendo una “forma mentis” moralmente dele(segue a pag. 2) Rosanna Sinopoli IL C.N.R. FESTEGGIA 90 ANNI Si è svolta presso la sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche alla presenza del Presidente della Repubblica, la giornata inaugurale delle celebrazioni per il novantennale dell’Ente. Conferito il Premio nazionale per l’innovazione. ‘Sfide. La leva della ricerca, la spinta dell’innovazione’, questo il titolo della giornata inaugurale. La giornata si è aperta con la cerimonia di consegna del Premio nazionale per l’innovazione, ed è proseguita con la relazione del giornalista Gianni Riotta su ‘Ricerca e innovazione oggi’. Nel corso dell’inaugurazione è stato proiettato un breve documentario sul Cnr, realizzato da Rai Scuola diretta da Silvia Calandrelli. “Il Cnr è il più grande (segue a p. 2) Franco Vivona QUESTIONI POVERA ITALIA ! DI ETICA SESSUALE L’unica cosa buona, che Dio ci ha elargito, è stato Papa Francesco. Egli è arrivato come una benedizione del Signore. È invece un momento difficile per la nostra Italia. Troppi Parlamentari che il popolo deve mantenere strozzati dalle tasse. Molte famiglie non hanno più i soldi per mangiare. Il mal governo impera su di noi. I nostri figli non hanno più lavoro. Migliaia di stranieri sbarcano continuamente, senza permessi, fanno il lavoro in nero. Alcuni chiedono elemosine. Una pena dell’anima (segue a pag. 2) Liana Botticelli Così si pronunciava la Congregazione per la Dottrina della Fede: “La persona umana, a giudizio degli scienziati del nostro tempo, è così profondamente influenzata dalla sessualità, che questa deve essere considerata come uno dei fattori che danno alla vita di ciascuno i tratti principali che la distinguono. Dal sesso, infatti, la persona umana deriva le caratteristiche che sul piano biologico, psicologico e spirituale la fanno uomo o donna, condizionando così grandemente l’iter del suo sviluppo verso la maturità e il suo in(segue a pag. 8) Pierluigi Vignola Già quando il popolo italiano votò per il Senato e per la Camera, il 24-25 febbraio di quest’anno, si notò il più alto grado di sfiducia nei confronti della classe politica: solo una media del 75% degli aventi diritto si recò alle urne, stessa stima anche per le regionali in Lombardia, Lazio e Molise. Il risultato di una simile sfiducia? Un Paese diviso in tre, una torta spartita quasi equamente in tre parti tra Bersani, Berlusconi e Grillo (una media del 28% a testa), con una fetta più piccola per Monti (10,5%) e le briciole a Giannino (1,1%) e Ingroia (2,2%). Forse un magistrato ai piani alti era un po’ (segue a p. 4) Emiliano F. Caruso Il periodo nero per commercianti e imprenditori non accenna a dare segni di miglioramento. Sono 5.334 le aziende che nei primi cinque mesi dell’anno sono state costrette a chiudere i battenti, 284 in più (+5,6%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’origine? Naturalmente la crisi. Quella bestia feroce creata dall’incompetenza dei nostri politici di cui il nostro Paese è preda da tanto (troppo) tempo. I consumi scendono a picco e le imprese muoiono. I clienti non pagano e gli imprenditori sono costretti a chiu(segue a pag. 4) F. Sciorilli Borrelli ANCORA SOLDI PUBBLICI AI PARTITI ? Il 31 maggio scorso, quando il governo di Enrico Letta ha varato il disegno di legge che fissa nuove norme sul finanziamento pubblico dei partiti, i parlamentari di tutti i partiti hanno manifestato il (segue a p. 6) Lisa Biasci IL MONDO È GOVERNATO DALLE LOBBY Mi sono reso conto ormai da due tre anni, che noi voliamo troppo alti e la nostre riflessioni per quanto giuste, logiche, lapalissiane appaiono come pura speculazione intellettuale anche da parte di chi ci vuole seguire. C'è tutto un si(segue a pag. 6) Giuseppe Turrisi CROTONE, LA NUOVA MENSA “PADRE PIO” È bello scorgere, ravvisare che la VACANZE DEI POLITICI... A SCROCCO Il venerdì mattina, già da giugno, le strade di Milano, quelle ad altro scorrimento, normalmente piene di auto strombazzanti, sono diventate semideserte, quasi fosse domenica. Scuole chiuse? Tutti in vacanza? Non saprei. Il 2013 è il primo anno in cui l’ente autostrade non ha dato il bollino nero a nessun weekend... Forse perché gli italiani si sono dati tutti alle partenza intelligenti? (segue a pag. 4) Maria Rosa Laria CHE DELUSIONE... La realtà ci ha fortemente delusi! E ora avremmo bisogno di riconquistare nuovamente certi valori anche sognando e di immergerci in quella stessa fantasia di quando eravamo bambini e solo così, possiamo rigenerare i nostri sentimenti (segue a pag. 6) Stefano Di Marino preghiera e dunque l’aggregazione in positivo dell'essere umano approdino e trovino conforto in iniziative filantropiche d’elevata accezione morale nonchè umanitaria proiettata e dispensata in favore di chi ha più bisogno, in un pe(segue a pag. 2) Michele L. Biafora UNA VALANGA DI “SECONDO ME” La frase che sentiamo spesso ripetere inizia con un generico “secondo me”. E questo riguarda il modo con il quale ognuno esprime le proprie idee con le varie implicazioni morale civili che esse com(segue a pag. 7) Raffaele Cecconi L’ATTUALITÀ, pag. 2 (segue da pag. 1) RAI, non se ne può più N. 9. SETTEMBRE 2013 LIBERA UNIVERSITÀ INTERNAZIONALE SALVEMINI DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE non osservare che ci vengono propinati “fiction” e film sempre più scadenti e pur ripetuti a breve distanza di tempo, e soprattutto - ecco il vero “punctum dolens”! - non si può assistere tranquillamente a qualsiasi spettacolo televisivo senza continue, noiosissime ripetitive interruzioni pubblicitarie, che, specialmente la sera, quando finalmente speriamo di potercene stare in poltrona a vederne qualcuno meno stupido, in santa pace, ci inducono a spegnere, con un gesto di rabbia, la TV e ad andarcene a letto molto prima del solito, quasi come le galline. E diciamola tutta, senza tema di smentita: queste continue, odiose, sempre più frequenti e perciò insopportabili interruzioni pubblicitarie sono un vero tormentone per l’indifeso telespettatore. Sembrava che si volesse ripristinare il vecchio “Carosello”, che non era male, anzi, poteva anche riuscire interessante per certe indovinate trovate pubblicitarie, e, invece, è stato reintrodotto, forse temporaneamente, solo l’annuncio, con la famosa musichetta. Insomma, come direbbe romanescamente il Belli: “Cianno fatti contenti e cojonati!” Ma c’è un modo per sfuggire a questa “mala-TV”, fare un secondo abbonamento, pagando un altro canone fisso a SKY, così... le tasse non finiscono mai! Sergio Scalia (segue da pag. 1) Il G8 contro la violenza sessuale nei conflitti armati Scuola di Giornalismo diretta dal Sen. Prof. Cosmo G. SALLUSTIO SALVEMINI (P.M.S.P.) Può essere frequentata anche per corrispondenza. Quote associative annuali: ordinaria euro 60,00; simpatizzante euro 100,00; benemerita euro 180,00; sostenitrice euro 280,00. Per aspiranti pubblicisti: euro 360,00. Versamento su c/c postale n. 56777006, intestato a Movimento Gaetano Salvemini, via Lorenzo il Magnifico 25, 00013. Fonte Nuova (Roma). (segue da pag. 1) “All’ombra del Colosseo” INFORMAZIONE AI SOCI Tel. 06/2148536 - Cell 347.0333846 Il giornalismo non è solo arte; è anche passione vissuta con entusiasmo e con rettitudine morale. Il piombo, più che l’oro, ha modificato la Storia. E più che il piombo dei fucili, quello dei tipografi. sfruttando l'argomento di grande attualità del sindaco appena eletto, si rivolge a Marino, raccomandandosi di trarre buon suggerimento dagli sbagli del suo predecessore "Aledanno". Tantissime le battute e le situazioni raccontate, ...e cosi "come viene, viene", ...come un fiume in piena, ...come neanche lui sa dove va a finire...cosa gli verrà in mente per la battuta successiva. Alessandro ti travolge in una serata indimenticabile, come la più semplice delle serate trascorse con l'amico più matto e simpatico che hai, dove alla fine della serata ti accorgi che hai le guance che ti fanno male per averle avute tutto il tempo in quell'unica espressione ...a bocca aperta...che hai tenuto per tutto il tempo! Ci ha fatto ridere, si, tanto, come è difficile di questi tempi, ma lui sdrammatizzando e ironizzando su quei problemi e pensieri che ci coinvolgono giornalmente, ci ha invitato nello stesso tempo a riflettere su come siamo diventati. Nel corso dello spettacolo e in ogni occasione l’ormai affermato artista romano, non perde mai di vista i valori più importanti quali ad esempio la famiglia che è sempre al centro della sua attenzione. Le sue battute sono spesso riferite alle sue situazioni familiari, soprattutto legate alla sua e alla nostra gioventù, ai rapporti con suo padre, suo nonno...che ci riportano ai nostri dialoghi, hai nostri schiaffi…alle nostre "malefatte"! Insomma lo spettacolo di Alessandro conferma in pieno "Che tajo!" slogan mai più azzeccato per questa nuova edizione 2013 della ormai affermatissima manifestazione “All’Ombra del Colosseo” che accresce ancora di più il fascino e la vivibilità della nostra magnifica città! Antonio Bartalotta (segue da pag. 1) Così l’Europa potrà superare la crisi AVVISO AGLI ASPIRANTI PUBBLICISTI Regolamento: 1) versare la quota associativa annuale. 2) rileggere attentamente gli articoli prima di inviarli alla Direzione entro il 15 di ogni mese. 3) Gli articoli non devono superare le 25 righe dattiloscritte. 4) confrontare il testo originario dei propri articoli con quello poi pubblicato con le necessarie correzioni e abbreviazioni, al fine di non ripetere errori e prolissità negli articoli inviati successivamente. 5) pubblicare almeno 80 articoli in 24 mesi consecutivi. 6) fare tirocinio in Redazione nei turni da concordare con il Direttore. 7) rivolgersi al consulente Patrizio Alessandrini (via Monte Senario 14, Roma. Tel. 06.87195452) per far calcolare le ritenute d’acconto da versare all’Agenzia delle Entrate. 8) Conservare ogni copia del giornale per poter compilare l’elenco degli 80 articoli da consegnare all’Ordine. 9) Presentare all’Ordine la domanda d’iscrizione all’Albo firmata dal Direttore della testata. 10) Sono accettati solo testi dattiloscritti composti in RTF oppure WORD 4/5 e inviati per E-mail: [email protected]. Per avere conferma, chiamare Stefano al tel. 062148536 (ore 11-15). Anche dopo l’iscrizione all’Albo è necessario pubblicare almeno un articolo su ogni numero e rinnovare la quota associativa annuale simpatizzante. di prevenire e reprimera la violenza sessuale nei conflitti armati. La cosa ha avuto successo ed al riguardo è stata approvata una Dichiarazione. A Londra ha prevalso la volontà politica; data l’odiosità del crimine, la tesi britannica è stata accolta al par. 4 della Dichiarazione che così esordisce: “Ministers recalled that rape and other forms of serious sexual violence in armed eonflict are war crìmes and also constitute grave breaches of the Geneva Conventions and their First Protocol”. Terminato il conflitto, iniziano le attività tese aristabilire la pace, e non è raro che gli sforzi di pacificazione includano dei provvdimenti di amnistia. Al par. 10 i Ministri hanno convenuto sulla necessità di escludere da qualsiasi amnistia i crimini di violenza sessuale nei conflitti armati. Giorgio Bosco (Ambasciatore) (segue da pag. 1) Quando i magistrati parlavano solo per sentenze stato caratterizzato soltanto da solidissima dottrina e da rigorosissimo lavoro applicativo, ma anche dalla partecipazione costante all'evoluzione dell'Ordine Giudiziario, e tappa importante in tale attività, fu la Sua nomina a membro del Consiglio Superiore della Magistratura. Dal 1924 fu titolare di Filosofia del Diritto presso la Scuola di Perfezionamento in Diritto Penale dell'Università di Roma "La Sapienza". Altro aspetto rilevante della sua eccezionale figura di giurista, come si rileva da un saggio del nipote dell'alto Magistrato (il Prof Nicola Coco, dell'Università di Roma "La Sapienza"), è costituito dall' elaborazione delle basi del "giuslavorismo", costituendo una novità assoluta nelle scienze giuridiche del tempo. Così, quando si verificheranno, attorno alla fine degli anni '60 e dei primi '70, gravissime crisi socioeconomiche la politica e i sindacati troveranno i loro punti d'incontro nel noto Statuto del Lavoratori (L.20 maggio 1970, n. 300), che sarà una riedizione aggiornata delle linee guida tracciate da Nicola Coco. Altro aspetto qualificante del giurista, è l'aver concorso alla stesura del nuovo Codice Civile, ai cui lavori preparatori Coco curò vari aspetti della nuova normativa. L'ultima parte della sua vita coincide con l'immane conflitto mondiale, con la guerra civile e con la scia di vendette e iniquità che ne conseguirono. Dopo l'8 settembre, la fuga del Re e la costituzione della R. S. I., viene invitato ad assumere la Presidenza della Corte di Cassazione trasferitasi a Brescia e fors'anche la carica di Ministro Guardasigilli, ma egli fermamente rifiutò. Ebbene, nonostante tale ferma presa di posizione nei confronti del regime fascista, sulla base di taluni articoli che aveva scritto su "Il Messaggero" di Pio Perrone (ovviamente di epoca fascista), l'occhiuta Commissione di epurazione, ne scovò qualcuno che "suonava" come apologetico del Fascismo. Nulla di più falso. Era nota a tutti la dirittura morale del Magistrato, del quale va appena ricordato, che la sorella del Duce, Edvige Mussolini, gli fece pervenire sollecitazioni per una causa che la interessava. Ebbene Coco procedette secondo coscienza, quindi non nel modo auspicato dalla sorella del Duce! L'epurazione ingiusta ne minò rapidamente le condizioni di salute. Non volle proporre ricorso contro i provvedimenti che lo avevano colpito e rifiutò una candidatura in Parlamento, per le elezioni del 1948, che i conterranei di Calabria gli avevano offerto. Il 3 maggio spirò serenamente, non mancando nel suo testamento di perdonare cristianamente quanti gli avevano provocato tanto immeritato dolore. Raffaele Vacca (segue da pag. 1) “Democrazia degenerata” NOBILE MESSAGGIO DA VENEZIA Caro Direttore Salvemini, pur avendo 83 anni e una grave invalidità cerco di non cedere al pessimismo. Al contrario, cerco di suggerire la speranza di poter trarre un giorno qualcosa che somigli alla scoperta e al rritovamento di una statua del “Budda d’oro”...Ha osservato il Giusti: “Scrivere un libro é men che niente se il libro fatto non rifà la gente”. Le invio l’articolo “Una valanga di ...Secondo me” che nella parte finale é un chiaro invito alla speranza. Lo dico da uomo provato dagli anni, dalla malattia e dalla sofferenza. Cordialmente. Venezia, 20 agosto 2013. Raffaele Cecconi (segue da pag. 1) Oligarchi pavidi e incompetenti l’incapacità di fornire risposte valide e condivise dai cittadini ma anche gli scandali, le pressioni internazionali, il sistema economico, la distanza dei cittadini dalle Istituzioni. “Non bisogna mai lasciarsi condizionare dai poteri forti,” - dice Salvemini junior - “bisogna attuare la vera democrazia che si è ammalata; un po’ perché si è appannato il senso civico, un po’ perché i poteri dominanti tendono a far credere di aver edificato la democrazia ma non è così, basta vedere il sistema elettorale, il Porcellum e il Super Porcellum imperniato, ancora una volta, sul “metodo Caligola”. Un’altra disamina attenta ce la offre Massimiliano Amato, autore tra l’altro di “De Magistris o della Rivoluzione Napoletana” (fuori/onda, 2012) e coautore di “il Casalese” (Cento Autori, 2011), in “Democrat”, edito da Cento Autori: le contraddizioni e ambiguità di un sogno ambizioso, quello del Partito Democratico, di far convivere all’interno di un unico grande contenitore, radicalismo e moderatismo, riformismo e conservatorismo, ex democristiani ed ex comunisti, ex liberali ed ex socialisti, con il prevedibile epilogo di un cartello elettorale composto da varie anime, che a sei anni dalla sua fondazione si è dimostrato privo di un disegno unitario e di un’identità certa e definita. Anteprima nazionale quella di Minori. Ad intervistare i due autori Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania. Sottolineature musicali di Vinpagliaraband. Altre notizie sono consultabili su www.incostieraamalfitana.it. Alfonso Bottone ([email protected]) (segue da pag. 1)Per favore, qualcuno sa indicarmi in che Nazione mi trovo? goscia e precarietà e una crisi del futuro che ci appare sempre più incerto. Ma se è vero che una crisi è un’occasione di rinnovamento, e che una difficoltà può trasformarsi in opportunità, poniamoci con un atteggiamento di ottimismo verso il futuro. I mesi che ci siamo lasciati alle spalle sono stati difficili per il settore dell’istruzione e della cultura: purtroppo il mondo della scuola è tra i primi a risentire gli effetti dell’ instabilità politica e sociale che stiamo vivendo. Gli esiti del voto hanno prodotto una situazione quanto mai incerta e instabile. È toccato ancora una volta al Presidente Napolitano, grazie alle sue doti indiscusse di prestigio e credibilità, cercare di unire il Paese. Per essere più competitivo e attirare capitali internazionali, l’Italia deve puntare sull’innovazione nelle amministrazioni pubbliche, sulla riqualificazione dell’ambiente e dell’agroalimentare, sull’istruzione e formazione, ricerca e cultura, soprattutto nel Mezzogiorno. Per questo ci vuole una riforma fiscale che combatta l’evasione, aiuti le famiglie e stimoli gli investimenti delle imprese. La scuola può essere una risorsa decisiva per le sorti del Paese. “Pedine fondamentali per la ripresa culturale ed economica dell’Italia”: così la neo ministra dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha definito in una sua intervista l’istruzione e la conoscenza. Il sistema scolastico ha certamente un costo che deve essere considerato un investimento. Per mettere in moto la crescita, occorre che sia non solo una buona scuola, ma efficace, produttiva e di qualità. Maria Rosa Nicastri (segue da pag. 1) Il C.N.R. festeggia 90 anni ma giustamente portando con sé le proprie tradizioni e i propri costumi, anche e soprattutto sotto il profilo alimentare, una condizione che, specie nell’ultimo anno scolastico, ha imposto ai nostri uffici di introdurre modifiche nella dieta proposta agli studenti”. Questo è l’inserimento che viene tanto propugnato dai “nostri” politici? Siamo noi a doverci adattare alle loro abitudini? Lo dicano chiaramente: “per quattro voti, sputiamo in faccia agli italiani che non ci votano, ed anche a quelli che ci hanno votato!” Ormai in questo paesucolo, il razzismo cresce sempre di più… ma nei confronti di coloro che sono nati qui e che debbono dimenticare le loro tradizioni a favore dei quali si spendono i soldi che vengono rapinati quotidianamente agli italiani e per cui non si possono più mantenere i nostri pensionati! Vetriolo (segue da pag. 1) A Walter Siti il Premio Strega con "Resistere non serve a niente" (Rizzoli), con 165 voti. La sfida è stata sul secondo posto, conquistato per un soffio da Alessandro Perissinotto con "Le colpe dei padri" (Piemme), 78 voti, solo un voto in più di Paolo Di Paolo con "Mandami tanta vita" (Feltrinelli), 77 voti. Al quarto posto Romana Petri con "Figli dello stesso padre" (Longanesi), infine Simona Sparaco con "Nessuno sa di noi" (Giunti), 26 voti. Il seggio è stato presieduto da Alessandro Piperno, vincitore della scorsa edizione del premio. Su 460 aventi diritto al voto, si sono espressi in 412, dei quali 168 con il voto elettronico. Tre le schede bianche. Dopo dieci anni, il celebre riconoscimento letterario torna in casa Rizzoli. L’ultimo successo della casa editrice era stato “Vita” di Melania Mazzucco. Il vincitore ha ricevuto un assegno di cinquemila euro e la classica bottiglia formato magnum di Liquore Strega, che ha stappato sul palco per il sorso della vittoria bevuto “alla canna” prima del discorso di ringraziamento: “Non dedico il premio a nessuno in particolare. Ci sono persone a cui tengo e spero il libro sia stato scritto per loro”. E sulla sua opera, che ha come protagonista un giocoliere della finanza, ha aggiunto: “Ho fatto una scommessa. Ho pensato un personaggio che fa cose molte brutte ma ho cercato di renderlo simpatico”. Gabriella Di Luzio ente di ricerca italiano, vi lavorano oltre ottomila persone, con strutture e laboratori sull’intero territorio nazionale e in alcune zone chiave del mondo, dall’Artico all’Antartico, dall’Everest all’Iraq. Tantissime le linee di ricerca e i progetti di cui è ispiratore e attuatore, ma soprattutto, il Cnr ha sostenuto e favorito l’ammodernamento, la creatività, la crescita sociale e culturale, la competitività produttiva del Paese, insieme al dialogo con imprese, istituzioni e comunità scientifiche”, ha esordito il Presidente del Cnr, Luigi Nicolais, evidenziando “i brevetti depositati, i progetti di innovazione e sviluppo e le nuove imprese di cui ha facilitato la nascita, l’impegno comunitario e internazionale, il rapporto con le università e il territorio, l’interdisciplinarietà e l’intrecciarsi di ricerca esplorativa e finalizzata”. “Le tre priorità per il sistema educativo, scientifico e tecnologico introdotte nelle linee programmatiche del Miur” sono state ricordate dal ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza. “Per disegnare una strategia credibile università e centri di ricerca hanno bisogno di risorse: dopo anni di sacrifici serve un’inversione di rotta. Il Miur è un ministero di investimento e non di spesa, questo vuol dire efficienza ed efficacia. La scommessa sul talento si vince con un sistema formativo inclusivo, una programmazione credibile che metta a sistema i talenti nazionali, coinvolga quelli stranieri e crei le condizioni per richiamare i nostri ricercatori all’estero”. Diana Bracco, vice presidente per la Ricerca e l’innovazione di Confindustria ha dichiarato: “È sempre più urgente una chiara strategia per ricreare un contesto favorevole agli investimenti e all’innovazione. Troppe volte gli annunci a favore della ricerca sono rimasti tali, ora è il momento di azioni concrete. Bisogna operare in una logica nuova: gli strumenti di sostegno alla ricerca, quali il credito di imposta e il finanziamento diretto ai grandi progetti strategici, devono diventare credibili nelle modalità e nei tempi di applicazione. È paradossale considerare le risorse dedicate a ricerca e innovazione un costo e non un investimento. L’Italia vanta ricercatori apprezzati in tutto il mondo. È su queste eccellenze che dobbiamo puntare”. Il presidente della Fondazione Crui, Marco Mancini ha espresso i propri auguri al Cnr, evidenziando come “il mondo universitario ha rafforzato i propri rapporti con gli Enti di ricerca in vista delle scadenze europee di Horizon 2020. Mettere assieme le proprie forze, in una fase come quella attuale, è un obbligo morale verso il Paese prima che una necessità strutturale”. Mancini ha proseguito avanzando una riflessione sulla passione dei giovani. “L’Italia soffre di uno spread impressionante quanto a numero di ricercatori. Da noi sono la metà che altrove e questo produce risultati preoccupanti nella competizione europea. In Italia non esiste solamente il problema del brain drain ma anche quello del brain decay, se si passa il neologismo. Il problema, cioè, dell’invecchiamento, per il quale i provvedimenti assunti dal nuovo governo sono un buon inizio ma non sono ancora sufficienti. È necessaria una vera e propria inversione di tendenza che faccia dell’ingresso dei giovani non una priorità ma la priorità”. “È per me un grande onore intervenire, ringrazio il presidente Napolitano per l’attenzione da sempre riservata ai ricercatori e quanti hanno contribuito alla mia formazione intellettuale”, ha concluso la giovane ricercatrice dell’Istituto di neuroscienze del Cnr, Laura Baroncelli ricordando che “la ricerca non è solo promozione della cultura ma impegno in termini di innovazione e sviluppo. Il nostro Paese è sempre stato una delle più grandi fabbriche di cervelli nel mondo, ma da troppo tempo gran parte delle eccellenze formate in Italia cerca altrove spazi e opportunità. Per questa ragione occorre un impegno maggiore da parte di tutti, perché le risorse impiegate per formare i giovani di eccellenza del Paese non debbano trasformarsi in un investimento a vantaggio dei Paesi nostri competitori. Franco Vivona soddisfare gli Stati virtuosi, preoccupati di dover sborsare ingenti capitali una tantum per risanare le economie degli Stati cicala. Per risolvere questa situazione di stallo è stato elaborato il “Trattato di stabilità europea”, detto fiscal compact, sottoscritto da tutti gli Stati aderenti all’Eurozona, in base al quale gli Stati si sono impegnati a ridurre sistematicamente il proprio debito pubblico fino a 60% del PIL, entro 20 anni. L’osservanza di questi vincoli è condizione necessaria, ma non sufficiente per ottenere i finanziamenti occorrenti agli Stati non virtuosi per risanare i propri bilanci. La Grecia, infatti, sull’orlo del fallimento, ha ottenuto finanziamenti europei, ma a condizioni molto più onerose di quelle previste dal fiscal compact ed a severi controlli. Anch’io ho elaborato un sistema che ritengo possa risolvere questa situazione di stallo senza che gli Stati che hanno bisogno di aiuto siano soffocati economicamente. Ecco la mia proposta. Innanzi tutto ogni Stato deve pagare i propri debiti. È questa una condizione assoluta. Ritengo poi che il rapporto debito-PIL debba elevarsi all’80%. Lo Stato in difficoltà dovrebbe esser sottoposto, con il suo consenso, ad un periodo di osservazione della durata di due, o tre anni e, solo eccezionalmente, come per la Grecia, di cinque. Durante questo periodo lo Stato dovrebbe poter ottenere i mutui necessari a far ripartire la sua economia, i project-bond. In particolare, per tutto questo periodo, dovrebbero essere sospese tutte le norme del fiscal compact. Naturalmente questi mutui vanno approvati in via preventiva dall’Autorità Europea, che dovrà anche costantemente monitorare i relativi lavori e controllare la regolarità della contabilità dello Stato, perché i bilanci debbono essere chiari. Questa ristrutturazione dovrebbe avvenire mediante la concessione di un mutuo agevolato a lungo termine concesso dalla BCE, o altro Ente, a favore degli Stati non virtuosi affinché possano risanare le loro economie. Più precisamente l’ente mutuante dovrebbe accollarsi il debito dello Stato in difficoltà eccedente l’80% del PIL il quale ultimo, però, dovrebbe costituire in “gestione speciale”(1), a favore dell’ente mutuante, oro o altre attività, per pari importo, attività che rimangono di proprietà dello Stato mutuatario. Qualora quest’ultimo, a una data scadenza non onorasse, in tutto o in parte, il suo debito, la quota non onorata dovrebbe essere saldata con oro o con beni prelevati dalla sua gestione speciale. A questa mia proposta potrebbe obiettarsi che lo Stato che chiede l’aiuto dell’Unione Europea verrebbe a perdere parte della sua sovranità. L’obiezione è giusta, ma perde tutta la sua validità se l’Unione europea desse vita, in attesa di trasformarsi in Stato federale, all’Unione bancaria europea che si basa sull’attribuzione alla Bce dei poteri di vigilanza sulle banche dell’Eurozona. Di fronte a colossi quali Brasile, Russia, India e Cina, solo una federazione di Stati Europei può reggere la loro concorrenza. Gli Stati europei, isolatamente considerati, Germania compresa, sono vasi di coccio nei loro confronti, ove, al contrario, gli Stati Uniti d’Europa possono costituire una grande potenza. Lorenzo Favilli (1) Il concetto di “gestione speciale” è stato mutuato dall’istituto delle “Obbligazioni convertibili in azioni”; v. mia monografia, stesso titolo, pubblicata dall’Agenzia Nazionale Stampa Associata (ANSA) il 28 giugno 1965, nel “Servizio Economico Finanziario, n. 4837. (segue da pag. 1) Povera Italia! vederli. Che si chiudano queste frontiere, che si rimandino nelle loro Nazioni il 59% dei delinquenti che occupano le nostre carceri. Cosa si aspetta a rimpatriarli e mai più farli rientrare? L’Italia è al collasso. Alcuni Giudici gestiscono processi ventennali. Cosa aspetta il governo a fare una legge contro questi abusi? La magistratura onesta si vergogna del loro operato, cosa deve fare il popolo? Un referendum per arrivare a cambiare le loro procedure. I politicanti dicono: il popolo è sovrano. Il popolo di fronte a loro non è nessuno! Loro fanno il buono e cattivo tempo, con arroganza e presunzione. Liana Botticelli (segue da pag. 1) L’ignobile “mercato” degli ovociti teria e giuridicamente criminogena. Recentemente alcuni individui senza scrupoli morali hanno creato il “mercato” degli ovociti (ovuli uterini che, raggiunti dagli spermatozoi, divengono fertili). Il problema giuridicomorale sorge quando consideriamo che solo una piccolissima parte di ovociti viene prodotta durante il ciclo femminile. Ecco perché alcune donne vengono indotte a sottoporsi a trattamenti ormonali finalizzati a produrre molti ovociti. Lo scopo (ignobile) é quello di incrementare il mercato, senza la minima preoccupazione per la salute delle donne. Queste ultime sono trattate come “oggetti di produzione”. Perché le femministe continuano a tacere su tale immorale sfruttamento? Rosanna Sinopoli (segue da pag. 1) Crotone, la nuova mensa “Padre Pio” riodo nel quale l'economia monetaria, (ci vorrà un po di tempo), starebbe rispolverando maggiore saggezza e dunque riequilibrio sociale per ciò che in seno e in serbo essa possa asservire. La mensa intitolata a "Padre Pio" in rifacimento ed ampliamento nella città di Crotone a ridosso del castello Carlo V va completandosi in questo caso con modalità maggiormente affini e congrue per i fruitori e gli addetti ai lavori. Un vero esempio di ferrea volontà, abnegazione, altruismo, ch'è innato nell'uomo, al fine di poter e meglio corroborare il fabbisogno dei meno abbienti, frattanto s'addivenga a decente condizione economica. Bisogna debellare la disaffezione al sociale e la abulica incredulità d'innanzi alla preoccupante ed inadeguata attenzione posta per le famiglie; la dignità dei genitori, l'onore degli anziani, la purezza dei bambini dalla innocente mestizia. Poichè la Famiglia è il motore centrale della Umanità. Michele L. Biafora N. 9. SETTEMBRE 2013 TEMATICHE INTERNAZIONALI HASTA SIEMPRE, PRESIDENTE VIKTOR BUSÀ Cumplido su ideal vierte en la muerte el necesario descanso de una vida luminosa Identificado con el Parlamento celebran el mismo cumpleanos el 15 de diciembre y por siempre estaran juntos su bardo, su aliento y su existencia No hay recuerdos fugaces ni distancia en el tiempo: Lord Presidente Viktor Busa estarà siempre presente! Teresinka Pereira L’ATTUALITÀ, pag. 3 MONS. BUSÀ É NEL REGNO DEI CIELI Il 22 agosto u.s. Mons. Sen. Viktor Busà, Lord Presidente del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace, é tornato alla Casa del Padre. Un male incurabile lo ha fulmineamente sottratto all’affetto dei suoi parenti e dei componenti del Parlamento. A norma della Convenzione di Vienna del 1961 aveva fondato il Parlamento Mondiale il 15 dicembre 1975 con l’allora arcivescovo ortodosso mons. Makarios, Presidente della Repubblica di Cipro. A questa Organizzazione Intergovernativa, fino ad oggi, hanno aderito circa 150 Stati. I quattro Vice Presidenti del Parlamento Mondiale sono Capi di Stato. Spetta a loro il compito di proseguire il lodevole impegno instancabilmente profuso da Mons. Busà per quasi 38 anni. Tra l’altro è autore di numerose e pregevoli pubblicazioni scientifiche e letterarie. Il Direttore e i redattori di questo Periodico formulano ai suoi nipoti le più sentite condoglianze, nella certezza che anche da lassù continuerà a seguire l’Istituzione da Lui creata per contribuire a salvaguardare la pace nel mondo. Sarebbe auspicabile che il futuro Presidente del Parlamento Mondiale e i titolari di tutte le altre cariche istituzionali fossero designati con il “metodo Pericle”, cioé mediante sorteggio nell’ambito di coloro che vogliono candidarsi e che hanno i requisiti (professionali e morali) stabiliti dallo Statuto. In tal modo verrebbero evitate “a priori” rivalità personalistiche di vario genere tra gli aspiranti alle cariche. MORE RECENT NEWS FROM THE ISPSP I also received the news from diplomats closer to the Lord President Viktor Busa: he left a will, to be opened 15 days after his death, in which he has appointed a new President and assessors for the ISPSP. I am very glad we will be able to follow the will of the creator and president of the ISPSP for 38 years! Senator Teresinka Pereira, Ambassador at Large of the ISPSP. August 24, 2013 .Tambien he recibido la noticia por parte de los diplomaticos que asesoraron al Lord Presidente Viktor Busa: el ha dejado un testamento para ser abierto 15 dias despues de su muerte, en el cual deja nombrado un nuevo presidente y asesores. Es un consuelo saber que podemos asegurar que se cumpla el ultimo deseo del creador y presidente del PMESP por 38 anos! Senadora Teresinka Pereira, Embajadora at Large del PMESP Mi sugerencia es que se haga una reunion de todos los miembros del pmesp que puedan comparecer y participar, para establecer una junta provisoria de gobierno hasta que se pueda establecer un nuevo presidente y un vice-presidente activos. Teresinka Pereira, Senadora vitalicia y embajadora at large del pmesp My suggestion is to call for a meeting of the ispsp members who can participate, in order to appoint a temporary administrative council until a sellection of a parliament new president and a vice president can be made. Teresinka Pereira, Senator and Ambassador At Large of the Ispsp. ATTI DI REGISTRAZIONE Nello scorso mese di novembre il Parlamento Mondiale ha ottenuto la Registrazione presso l’O.N.U. e il Parlamento Europeo. Riportiamo qui di seguito i documenti ufficiali: 1) United Nations Department of Economics and Social Affairs (NGO Branch). Profile: International Parliament for Safety and Peace. Headquarters: viale Teocrito 12 - 90135 Palermo. Email: [email protected]. Info: http:l/esango.un.org/civiìsociety/dislayconsultativestatussearch. 2) Parlamento Europeo. Registro per la Trasparenza. Profilo del soggetto registrato: International Parliament for Safetry and Peace. Numero di identificazione nel Registro:755451 110330-28. Data di iscrizione: 15 dicembre 2012. FIDEL CASTRO 13 DE AGOSTO, 2013 Companero Fidel: eres tan joven como la Revolucion Cubana extendida a toda la America Latina. Seguimos tus pasos y abrazamos la Cuba hermana sin hambre, sin analfabetismo, sin el falso poder del capital. No quedamos ciegos frente al bloqueo imperialista, criminoso, sino echamos al aire ochenta y siete palomas celebrando el cumpleanos de un heroe coronado de gloria y esperanza. !Algun dia no solo Cuba sera' libre, sino todo el Continente Americano, de norte a sur, de mar a mar, de cielo a cielo! !Viva Fidel! !Que viva cien anos mas! Teresinka Pereira PROPOSTA Dl LEGGE “Per abolire i videogiochi violenti" Onorevole Lord Presidente, Onorevoli Colleghi: A norma delle leggi vigenti nella Repubblica italiana i produttori di videogiochi si limitano ad indicare sulle confezioni l'adeguatezza del gioco alla fascia di età. Indicano, poi. con appositi simboli i contenuti del gioco. Ritengono, così, di aver fornito assicurazioni sufficienti e di non essere responsabili dei danni che eventualmente potrebbero derivare. I produttori di videogiochi sanno benissimo che mancano controlli efficaci sulla vendita e sulla distribuzione dei prodotti. E sanno anche che le indicazioni sulle confezioni non vengono lette attentamente, né dai genitori, nè dai minori. Di conseguenza, l'intero sistema di produzione e di vendita dei videogiochi è caratterizzato da evidente ipocrisia. Infatti, il P.E.G.I. (Pan European Game Information) è stato creato dall'I.S.F.E. (ente che cura gli interessi del settore del software interattivo). Non può dare, quindi, alcuna garanzia di imparzialità tra gli interessi dei produttori e quelli dei videogiocatori. Tale carenza determina l'assoluta inadeguatezza del sistema di controllo. Molti minorenni sprecano troppo tempo con i videogiochi ignorando i vari problemi che potrebbero derivarne. Molti genitori, purtroppo, ignorano la pericolosità di alcuni videogiochi, i cui aspetti negativi possono essere sintetizzati in tre punti: 1) esaltazione del violento, 2) umiliazione del soccombente, 3) valorizzazione del ladro, del rapinatore, dello stupratore, del molestatore. Le leggi vigenti sono alquanto carenti e consentono abusi di vario genere. È urgente che le Istituzioni nazionali intervengano per dare una definizione organica al settore in questione. Tutto ciò premesso, mi pregio sottoporre alla Vostra approvazione la seguente proposta di legge: Art. 1 - Il Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace sollecita i Governi nazionali, che ne sono membri, ad elaborare Disegni di legge da sottoporre all'approvazione dei Parlamenti nazionale, al fine di disciplinare l'intero sistema di produzione e di vendita dei videogiochi. Art. 2 - I predetti Disegni di legge dovrebbero vietare tutti i videogiochi che inducono i fruitori, specialmente i minori, a comportamenti caratterizzati da violenze di vario genere. Art. 3 - Considerata la pericolosità sociale dei videogiochi violenti, i Governi e i Parlamenti nazionali dovrebbero emanare nuove norme sul controllo di ogni attività svolta nel settore e irrogare sanzioni severissime, non solo di natura pecuniaria ma anche detentiva, per i trasgressori. Sen. Prof. Cosmo G. Sallustio Salvemini SIVIERO RECUPERÒ MOLTE OPERE D’ARTE TRAFUGATE 350 uomini, tra il ‘43 e il ‘51, prestarono servizio presso la Mfaa (Monuments, Fine Arts, and Archives), un po’ task force investigativa, un po’ nucleo di spie, quasi sempre esperti d’arte. A raccontare tali formidabili gesta è un singolare storico americano, Robert Edsel, in un libro pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer, “Monuments Men”, dal quale George Clooney, in qualità di produttore, trarrà un film. Quegli uomini non solo dovettero scoprire i siti segreti dove i nazisti avevano occultato i capolavori sottratti (castelli inaccessibili sulle Alpi o miniere di sale nel ventre della terra), ma anche evitare che le opere venissero distrutte quando Hitler, dal bunker di Berlino, lanciò l’Operazione Nerone, che prevedeva che tutto venisse distrutto alle sue spalle, arte compresa. Quel che si osserva e dispiace è che in queste interessanti rivisitazioni storiche non venga posta in giusta luce l’opera più che meritoria di Rodolfo Siviero (Guardistallo, 24 dicembre 1911-Firenze,1983), la più rappresentativa figura di quegli anni, di colui che è stato un agente segreto, un apprezzato storico dell’arte, un fine intellettuale oltre che abile Diplomatico italiano, noto per la sua importante opera di recupero delle opere d’arte trafugate dall’Italia nel corso del secondo conflitto mondiale. Nel 1937, transitato nel Servizio Segreto Militare, partì alla volta di Berlino per raccogliere informazioni sul Regime Nazista. Dopo l’8 settembre 1943, Siviero aderì al fronte antifascista e si occupò prevalentemente di monitorare il Kunstschutz, Corpo che sotto le direttive di Hermann Goring si occupò di trafugare dall’Italia verso la Germania il maggior numero di opere d’arte. Grazie ai meriti acquisiti nella Resistenza, nel 1946 il Presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi, lo nominò Ministro Plenipotenziario, affidandogli l’incarico di dirigere una Missione Diplomatica presso il Governo Militare Alleato, con lo scopo di fissare i criteri della restituzione delle opere trafugate. Dopo questa prima fase Siviero, a partire dagli anni cinquanta in poi, con la sua innovata Delegazione per le Restituzioni, incardinata nel Ministero degli Affari Esteri, nel cui ambito oltre a Diplomatici e giuristi, figurava anche quale punta di diamante un Nucleo di esperti sottufficiali dei Carabinieri di cui andava fiero, continuò con fine lavoro diplomatico nella ricerca, per conto del Governo, di tutte le opere d’arte che erano state rubate ed esportate dall’Italia. Questa intensa attività, che gli valse il soprannome di “007 dell’arte”, durò fino alla sua morte, nel 1983. In questo periodo Siviero, persona coraggiosa e per questo in taluni ambiti mal sopportato, spesso denunciò la poca attenzione che le istituzioni governative dedicavano al problema del recupero e della conservazione del Patrimonio Artistico. Negli anni Settanta divenne Presidente della “Accademia delle Arti del Disegno”, fondata dal Granduca Cosimo I de’ Medici, con la sovrintendenza di Giorgio Vasari. Dopo la morte, numerose le manifestazioni culturali in suo onore tra le quali l’istituzione del Museo, in Firenze, denominata “Casa Siviero”, con le donazioni del Diplomatico. Insomma, un grande Italiano da non dimenticare! Raffaele Vacca PADRE "BEPI" BERTON, L'APOSTOLO MISSIONARIO DEI BAMBINI SOLDATO Padre Giuseppe "Bepi" Berton, missionario saveriano, è morto 81enne, il 25 giugno scorso, a Parma. Padre "Bepi", apostolo dei bambini soldato in Sierra Leon, era un infaticabile missionario che sosteneva che "..l’importante è donarsi e avere fiducia nella Provvidenza, in Dio..", paradigma di una vita intessuta di episodi che hanno dell'incredibile, tanto che si potrebbe scrivere che è morto un Santo, come anche un Combattente della Fede, come ancora un Eroe positivo dei nostri drammatici tempi. Il ricordo di Padre "Bepi", nelle parole di Stefano Berton, suo fratello, anch'egli missionario saveriano e già Cappellano Militare a Vicenza: ""Gli ultimi vent’anni li ha dedicati al recupero dei ragazzi-soldato, in Sierra Leone. Ha fondato anche una associazione, "Family Homes Movement", dove accoglieva i ragazzi che recuperava dalla guerriglia. Lo stesso Esercito e la Polizia sapevano che mio fratello dirigeva a Lakka, alla periferia di Freetown, questo centro di recupero e quando catturavano questi ragazzi glieli portavano, e lui se li teneva e dopo li sistemava presso famiglie per aiutarli a ricostruirsi una famiglia e un avvenire". I bambini per lui erano tutto! La sua era una propensione naturale, una missione di vita; aveva un carattere allegro, sapeva scherzare, giocare; amava stare con i ragazzi e dare speranza; aveva sempre detto di voler morire e rimanere là, e invece i superiori lo hanno richiamato perché sarebbe stato impossibile curarlo. Così, continua il fratello di Padre "Bepi", ""qualche giorno fa, con alcuni amici africani, abbiamo rivissuto quei momenti ed ho detto di portare pazienza: noi, come Saveriani, dobbiamo essere seppelliti dove "cadiamo". Quindi, sarà sepolto in Italia; ma non abbiate paura, abbiate pazienza: vedrete, ritornerà in Africa"". Grazie, Padre "Bepi", davvero un Uomo di Dio al servizio degli Ultimi, certamente un Apostolo della carità cristiana vissuta, praticata e sofferta; proprio una persona libera nel suo immenso cuore! Raffaele Vacca EVASORI FISCALI? IN SVEZIA NON CHIAMATELI FURBETTI Tanto ricco, poco furbo. È il caso di John (il nome è puramente di fantasia), uomo svedese sulla quarantina che è stato multato per un’evasione fiscale pari a 600.000 euro. La Skatteverket, l’equivalente svedese della Guardia di Finanza, ha scoperto grazie al social network a carattere lavorativo e professionale Linkedln, che John risultava disoccupato ma nella realtà svolgeva un’occupazione completamente non dichiarata al fisco. Per niente scaltro, l’uomo su Linkedln, aveva tanto di scheda dettagliata con informazioni preziose sul suo lavoro, tra l’altro ben retribuito, per conto di una società con sede nelle Isole Vergini. Gli agenti della Skatteverket hanno così avviato indagini per ottenere maggiori informazioni e verificare i sospetti, scoprendo che era addirittura dal 2004 che l’uomo lavorava per l’azienda di energia ma per lo stato svedese si dichiarava disoccupato. L’evasore in questione è stato ancora più sciocco se si pensa che anche sul suo profilo Facebook e su alcuni siti di incontri “amorosi”decantava le sue ricchezze, forse per far colpo sulle donne. Ma il vero colpo l’ha ricevuto lui quando gli agenti della Skatteverket gli hanno consegnato una multa di oltre 110.000 euro all’anno per gli ultimi cinque anni di tasse non pagate. Erika Carpinella INDIA: L’ENNESIMA VIOLENZA DI BRANCO LA MORTE DI NERUDA: È ANCORA GIALLO È ancora violenza di gruppo sulle donne in India. Dopo la morte della studentessa 23enne violentata su un autobus di New Delhi e i successivi casi di stupro di una turista americana e poi di una svizzera, il branco colpisce ancora. Non si ferma davanti a nulla. Né davanti all’inasprimento delle pene per gli stupratori apportate con il decreto emanato lo scorso febbraio dal presidente Pranab Mukherjee né dinanzi ad una tonaca. Questa volta la vittima è infatti una suora cattolica di 28 anni originaria del distretto di Kandhamal, uno stato federato dell’India orientale. La giovane religiosa, che abita a Chennai (Tamil Nadu), dove sta portando a termine gli studi al college, è stata attirata in trappola grazie alla telefonata di una donna che la informava delle gravi condizioni di salute dell’anziana madre e la esortava a raggiungerla nello stato dell’Orissa. Al villaggio di Minapanka, dove vive la madre, però la suora non ci è mai arrivata. Ad attenderla alla stazione di Bamunigam c’erano infatti i suoi aguzzini che, fingendo di volerla accompagnare alla casa materna, l’hanno condotta in un luogo ancora non identificato nel distretto di Kandhamal e costretta a subire violenze e molestie dal 5 luglio, data del suo arrivo, fino all’11 luglio quando, abbandonata alla stazione ferroviaria di Berhampur, la suora è riuscita a raggiungere il suo villaggio dove ha denunciato l’accaduto alla polizia. Tra gli uomini che hanno abusato a turno del suo corpo c’era anche un suo cugino carnale, Jotindra Sobhasundar, già in carcere con l’accusa di aver venduto la ragazza al branco. In manette anche Tukuna Sobhasundear. Del resto del gruppo di aggressori invece la polizia ha perso completamente le tracce. «Quanto accaduto è una vergogna. I colpevoli devono essere assicurati alla giustizia senza indugi e la legge deve fare il suo corso», ha dichiarato l’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar monsignor John Barwa. Mentre il fratello della vittima sospetta che la violenza di gruppo subita dalla giovane suora debba essere ricollegata all’omicidio di uno zio avvenuto lo scorso anno. Ma la situazione in cui questo stupro si contestualizza rende la questione molto più complessa. L’escalation di violenze sessuali che da mesi sta sconvolgendo l’India senza risparmiare né bambine né ragazze con handicap nasconde infatti una triste verità: l’India non è (e forse mai lo è stato) un Paese per donne. Una prova concreta? L’80% delle donne è stata violentata almeno una volta e degli oltre 653 stupri che nel 2012 sono stati denunciati a Nuova Delphi, la capitale degli stupri, un solo caso si è concluso con condanna. Federica Sciorilli Borrelli Pablo Neruda fu ucciso dal cancro o dai sicari di Augusto Pinochet? Nonostante i referti sugli esami radiologici e istologici effettuati l’8 aprile scorso sulla salma del famoso poeta e Premio Nobel non abbiano mostrato evidenti segni di avvelenamento, c’è chi è ancora convinto che dietro alla morte di Neruda si nasconda lo zampino dell’atroce dittatore e Eduardo Contreras è tra questi. Legale del Partito Comunista, Contreras ha infatti raccolto nuovi e importanti indizi: accanto a Neruda, nelle ore della sua morte, c’era un misterioso dottore che si faceva chiamare “Price” e di cui non si hanno notizie dal 23 settembre 1973, ovvero dal giorno in cui Don Pablo è passato a miglior vita. Si tratta di uomo alto, biondo e con occhi di colore blu. Tutte fattezze fisiche che sembrano ricondurre a Michael Townley, un ex agente doppiogiochista della Cia che ha lavorato nei servizi segreti di Pinochet, entrato poi in un programma di protezione di testimoni gestito dagli Stati Uniti e già condannato per il tentato omicidio di Bernardo Leighton e per l’omicidio di Orlando Letelier. Ma Contreras non è il solo a sostenere questa versione dei fatti. Sono dello stesso avviso anche Mario Carroza, il giudice di Santiago del Cile che da anni si batte per accertare le circostanze che ruotano intorno alle 726 morti sospette di oppositori politici di Pinochet, e l’ex autista e assistente del poeta Manuel Araya Osorio. Ma facciamo un passo indietro. Era il 2011 quando Carozza decide di riaprire il caso. Alla base del suo provvedimento c’è una dichiarazione rilasciata proprio da Osorio in cui l’ex assistente confessa che, il giorno prima di morire, fu proprio Neruda a confidargli che un medico (molto presumibilmente il misterioso dottor “Price”) era entrato nella sua stanza e gli aveva praticato una non ben definita iniezione allo stomaco. Un’accusa per niente improbabile se pensiamo che Don Pablo, da sempre militante del Partito Comunista Cileno, non fu solamente un fermo sostenitore di Salvatore Allende ma venne anche da lui proposto come precandidato per le elezioni presidenziali del 1970. Insediatasi la dittatura Neruda entrò quindi fin da subito nel mirino di Pinochet che, vedendo in lui un potenziale nemico, decise di metterlo per sempre a tacere proprio il giorno prima del suo previsto auto-esilio in Messico da dove il poeta intendeva condurre una strenua opposizione al suo regime. Ma per una conferma bisognerà attendere. L’esito delle analisi tossicologiche sulla salma di Pablo Neruda è ancora in corso presso i laboratori della North Carolina, mentre del presunto killer non c’è nessuna traccia. Federica Sciorilli Borrelli TAILANDIA, IL PAESE DEGLI UOMINI LIBERI Avendo visitato molti paesi mi capita spesso di ricordare alcune cose oppure di scordarne altre. E ogni tanto mi viene in mente la Tailandia,che significa “Il paese degli uomini liberi” dove nella capitale Bangkok, nel Wat Praheo, si custodisce il famoso budda di Smeraldo considerato l’emblema della nazione Tai. Simbolo di pace e di vita contemplativa, oggetto di culto e venerazione, il Budda è in realtà un bottino di guerra modellato nella giada. Però c’è il Budda non meno famoso del Wat Trimit, che venne scoperto per caso dopo l’alluvione in un tempio di campagna e aveva il rozzo aspetto di una statua di gesso. Ma grazie a delle crepe apertesi con le infiltrasioni d’acqua, gli scopritori di quella statua, grattando via il gesso, videro apparire in superficie uno splendido Budda in oro massiccio di ben cinque tonnellate. L’episodio curioso, specie adesso che sono vecchio, ancora mi colpisce e m’induce a riflettere. Perchè probabilmente molte cose della qualità, del pregio e del peso più diverso, giacciono nascoste da uno strato che le sottrae alla nostra vista. Magari sono dei budda preziosi che nessuno immagina e del cui valore nessuno sospetta. Forse si tratta di tesori che possono appartenere a un amico,a un conoscente oppure a degli sconosciuti che incrociamo per la strada. E non mi riferisco soltanto agli uomini. Penso infatti alle molte altre cose che noi non vediamo, non conosciamo, sicchè restano invisibili al nostro sguardo come fossero chiuse in una guaina: diciamo pure una prigione che impedisce di vedere al di là della superficie: per poi accorgerci un giorno, quando meno ce l’aspettiamo, dell’esistenza di autentici tesori che sono in attesa di venire rivelati e scoperti. Ovviamente nell’esperienza di tutti accadono eventi ed imprevisti dovuti al caso che possiamo giudicare più o meno fortunati. In tal senso, che uno sia ottimista oppure no, è sempre preferibile guardare avanti: senza eccessive illusioni e senza aspet-tarci eccezionali ritrovamenti. Anche se la vita dimostra che certe sorprese, sebbene rare, non sono mai impossibili: come ad esempio scoprire che un Budda di gesso può nascondere l’anima di un Budda tutto d’oro. Raffaele Cecconi L’ATTUALITÀ, pag. 4 TEMATICHE ETICO-SOCIALI N. 9. SETTEMBRE 2013 UNA SENTENZA CHE FA DISCUTERE Dopo 7 ore di Camera di Consiglio, il 1° agosto scorso gli “ermellini” del “palazzaccio”, (come i romani chiamano il monumentale edificio costruito nel primo Novecento sulle sponde del Tevere, nel quale siede la Suprema Corte di Cassazione), gli “ermellini”, dicevamo, con indosso la fastosa toga rossa, hanno confermato, “sic et simpliciter”, la pesante sentenza di condanna a 4 anni di reclusione inflitta all’ex premier Silvio Berlusconi dal Tribunale dElla Corte di Appello di Milano, salvo il rinvio per la ri-quantificazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici ad altra Sezione della stessa Corte di Appello, accogliendo “in toto” la richiesta del Procuratore Generale della Cassazione medesima e, quindi, l’impianto accusatorio a suo tempo formulato dalla Procura di Milano, che lo ha rinviato a giudizio per “frode fiscale”, nella gestione degli affari di “Mediaset”, azienda di cui Berlusconi era titolare. Che possiamo dire?... Non conosciamo ancora i motivi con i quali la Corte spiega perché ha rigettato totalmente i 90 e passa motivi di ricorso per cassazione addotti dalla difesa di Berlusconi, che continua a gridare la propria innocenza dichiarando di essere un “perseguitato politico” da parte di una sparuta minoranza della Magistratura fortemente orientata a sinistra. Certo le sentenze “si rispettano”, come in coro si sono affrettati a dire gli uomini della sinistra, a cominciare dal segretario del P.D. Epifani, anzi, qualcuno ha aggiunto che “non si commentano”. E questo è un falso macroscopico, alla luce delle prestigiose riviste giuridiche, fiore all’occhiello della cultura giuridica italiana, tant’è che si suole distinguere dottrina e giurisprudenza. L’art. 104 Cost. recita testualmente: “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”, ma non onnipotente, e giustamente il legislatore, affinché il “principio del libero convincimento del giudice” non trasmodasse nel “principio del libero arbitrio del giudice”, ha voluto introdurre opportuni limiti tra cui, in ordine alla “valutazione della prova”, l’art. 192 Cod. Proc. Pen., il quale al 2° comma stabilisce che “L’esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi (in quanto “probatio minor”) a meno che questi non siano gravi, precisi e concordanti”. Orbene, noi non conosciamo ancora quali saranno i motivi di rigetto che la S.C. addurrà. Come giudice di legittimità e non di merito sappiamo che gli è precluso l’esame extratestuale degli atti e dovrà limitarsi al controllo dell’iter logico-giuridico seguito nelle argomentazioni dei giudici di merito (“cognitio facti ex actis”). Ma possiamo dire fin da ora che non potremo accettare, con tutto il rispetto dovuto alla S.C., teoremi del tipo “non poteva non sapere”. Intanto non possiamo non essere sconcertati dal viluppo mostruoso di processi penali (si parla di oltre 50 processi!) che, soprattutto su impulso della Procura di Milano, stanno letteralmente stritolando questo leader, tre volte premier. Il che ci amareggia profondamente, a prescindere da Berlusconi. Sergio Scalia FASSINA HA RAGIONE In uno scatto, non di orgoglio, come vorrebbe qualche “malpancista” del P.D., per far cadere “il governo delle larghe intese” e riportarci a un “Bersani-bis”, a “pettinare le bambole” con i grillini, che continuano a vomitare insulti sul Parlamento, di cui hanno pur accettato di far parte; non di orgoglio, dicevamo, ma semplicemente di doverosa sincerità, l’on.le Fassina, Viceministro dell’Economia in detto governo, ha riconosciuto, in buona sostanza, coram populo, che, piaccia o dispiaccia alla sinistra, era giusto quanto dichiarato dall’ “impresentabile” Berlusconi tempo fa, e, cioè, che quando la tassazione sale fin oltre il 50%, il reddituario, sia esso un operaio, o un impiegato, o un libero professionista o un commerciante, o ben anche un industriale, sente, senza ombra di dubbio, che tale tassazione è vessatoria e dunque iniqua, e, quindi, studia tutti i modi possibili per sfuggire alle grinfie del troppo esoso fisco. E quando non ci riesce non gli resta che soccombere, come inequivocabilmente dimostrano i numerosi, imperdonabili per noi, suicidi che si sono verificati sotto il Governo Monti, che, se ha salvato l’Italia dal baratro, ha abbandonato all’inesorabile braccio secolare di Equitalia tutti coloro che sono stati strangolati dal Fisco. Dove avvenne l’autodafé, dov’era il quemadero?... Qualcuno, forse, scriverà anche questa “Storia della colonna infame”, di cui a noi non resta che vergognarci. Ma per la verità l’on.le Fassina si è limitato a parlare, se non siamo male informati, di una evasione di sopravvivenza, cioè, chiaramente, di quel “lavoro nero”, o sommerso, che va dal piccolo commerciante che non rilascia lo scontrino fiscale al cliente amico, all’operaio che ti viene in casa per eseguire qualche riparazione, e a tutti coloro, insomma, che fanno un secondo lavoretto “in nero”, per arrotondare il salario o lo stipendio, il che consente loro di arrivare a fine mese. Alcuni compagni, peraltro, hanno criticato l’espressione dell’on.le Fassina, dicendo che “è diseducativa”, nel senso che può ingenerare un pericoloso “imitation effect”, come dicono gli anglosassoni, capace di frustrare le legittime attese del Fisco, diminuendo le entrate tributarie. Può darsi. Ma torniamo al vecchio discorso di Berlusconi e anche, ora, se non abbiamo frainteso, del Governatore della Banca d’Italia, della stessa Corte dei Conti e persino dei Sindacati, con riguardo ai lavoratori e ai pensionati: un Fisco dalla mano troppo pesante può causare effetti disastrosi, alla lunga anche irreversibili, sull’economia, cioè, esattamente il contrario di ciò che certamente un saggio governo si prefigge di ottenere. E quanto alle critiche, secondo noi ingenerose, all’espressione usata dall’on.le Fassina, che, peraltro, coerentemente, pare l’abbia confermata, vogliamo ricordare che l’umbratile compagno Pertini, che volle essere chiamato “Presidente di tutti gli Italiani”, il quale non aveva certo peli sulla lingua, ebbe a dire che “la verità va detta anche quando è contro di noi”. Meditate, compagni, meditate! Sergio Scalia Due ricorrenze famose troviamo in questo dolce mese in cui si chiude l’estate: una più antica e gloriosa, il 20 settembre 1870, la più lieta, possiamo dire, del Risorgimento italiano, che segna (felicemente, con la conquista di Roma da parte delle truppe sabaude di Vittorio Emanuele II, giustamente poi chiamato “il padre della Patria”, entrate dalla “Breccia di Porta Pia”, sotto il comando del gen. Raffaele Cadorna e del piccolo corpo garibaldino comandato da quel terremoto che era Nino Bixio, entrato da Porta San Pancrazio, con l’ordine tassativo di non sparare un colpo di cannone sul colle Vaticano, pur subendone una gragnola da parte dei pontifici del gen. Ermanno Kanzler), segna, dicevamo, la conclusione di quel memorabile ciclo risorgimentale dell’unificazione d’Italia. Roma viene definitivamente sottratta al potere temporale dei Papi, dopo la parentesi gloriosa ma infausta della Repubblica Romana del ’49 e diviene la capitale del regno d’Italia. Pio IX, sconfitto ma non domo, si rinchiuse, dichiarandosi prigioniero, nel suo Vaticano e non accetterà mai la riconciliazione propostagli dai Ministri del regno sabaudo, dopo aver indarno scomunicato “l’usurpatore”, considerando il potere temporale “una cosa sacra”, benché fosse “una grande seccatura”, come aveva detto conversando con il Kanzler. Tuttavia l’aveva ricevuta dai Papi suoi antecessori e intendeva riconsegnarla intatta ai suoi Successori. Ma chi era Pio IX? La letteratura su questo Papa, (che certamente è stato, prima della fuga a Gaeta e della Repubblica Romana, il più amato, nella storia moderna dei Papi, al grido W. Pio IX, e poi il più odiato, dopo il suo reinsediamento sul trono di Pietro grazie all’intervento delle soverchianti truppe del generale francese Nicholas-Charles-Victor Oudinot, inviato da Napoleone III) è sterminata. Del suo carattere dirà il fratello, conte Gabriele Mastai Ferretti: “Tagliatelo a pezzi, ma ricomponendone i pezzi vedrete che non potrà venir fuori altro che sempre il prete”. E infatti, religiosissimo, come la madre Caterina Solazzi, fu aperto a grandi innovazioni e, anche sotto la spinta del ’48, volle anche lui, dopo Ferdinando II nel Regno di Napoli, dare allo Stato Pontificio una moderna Costituzione, composta di 63 articoli, per quanto compatibile con la sua figura di sovrano assoluto, come aveva fatto Carlo Alberto con lo Statuto, appunto, detto Albertino; parve pure incline ad accettare la presidenza di un’Italia federata, come sarebbe piaciuto al Gioberti e al Cattaneo, se il più dinamico e militarmente più organizzato Re di Sardegna non avesse fatto “asso pigliatutto”, dopo l’annessione del regno di Napoli nel ’60, ma fu sempre dichiaratamente ostile alle idee liberali, in particolare propugnate dal Mazzini e dal rampante socialismo, tutte allora incluse nel termine “giacobinismo”. Lui voleva restare sovrano assoluto almeno di un piccolissimo territorio assolutamente indipendente, come sarà lo Stato della Città del Vaticano dopo i Patti Lateranensi del ’29, in modo da poter liberamente esercitare la sua missione di “pastore universale” del mondo cattolico, ciò che non gli veniva pienamente garantito dalla “Legge delle guarentigie.” Tristissima è invece l’altra ricorrenza, che si riferisce a ciò che accadde 73 anni dopo e, cioè, all’8 settembre 1943, in cui l’Italia fascista, duramente sconfitta e già invasa in Sicilia, dopo gli sbarchi degli Angloamericani del 10 luglio, sfiduciato dallo stesso Gran Consiglio del Fascismo e arrestato Mussolini il 25 luglio, per ordine del re Vittorio Emanuele III, a Villa Savoia, il Maresciallo Pietro Badoglio, subentrato al Dittatore (riassumiamo):“Vista l’impossibilità di continuare a combattere,di fronte alla schiacciante superiorità delle forze alleate, nell’intento di risparmiare più gravi sciagure alla Nazione”, chiese e ottenne un armistizio dal gen. Dwight Eisenhower, Comandante supremo delle truppe alleate nello scacchiere del Mediterraneo. Era la “resa incondizionata”, secondo la formula roosveltiana dettata a Casablanca, già sottoscritta a Cassibile il 3 set.’43 dal gen. Castellano, nostro plenipotenziario, adempiendo alle trattative segrete intercorse con gli Alleati a Lisbona, o meglio, al diktat imposto dagli Angloamericani, senza possibilità di trattative. Che panorama affascinante per i ricercatori negli annali sublimi della Storia. Ma noi dobbiamo fermarci qui, perché i nostri spazi limitatissimi sono finiti. Sergio Scalia ACCADDE IN SETTEMBRE UN DEVASTANTE NEOLIBERISMO Nonostante molti miei cari colleghi si ostinano a non voler mischiare la politica nazionale con la loro professione, per una non meglio precisata distinzione tra il lavoro che svolgono e le politiche di governo, io mi muovo "ostinatamente" esattamente nella strada opposta. Se il Paese si trova in questo stato è proprio perché continuiamo a vedere la cose solo per specificità. Le prove di quanto affermo sono da ritrovarsi nella cultura neoliberista imposta all'Europa ed in maniera più stringente all'Italia da un modello americano che è lontano dalla nostra cultura e dalle nostre tradizioni. Mi riferisco al modello Regan-Tacther di liberalizzazioni, di svendite di smatellamento sistematico dello Stato, di profitto per il profitto, di modelli economici a crescita infinita, ecc che stanno dando il risultato della loro inconsistenza e fallimento. Infatti sono modelli che favoriscono una società solo per pochi ricchi mentre tutti gli altri vivono nell'illusione di poter raggiungere quello stato ma di fatto morendo di ignoranza, di mala sanità, di precariato, di lavoro per mantenere quel modello imposto. In Italia dal dopo guerra in poi e più precisamente da metà degli anni ottanta c'è in atto un processo di snellimento e smantellamento dello stato a favore delle multinazionali, delle corporation, con conseguenza diretta che le classi socialmente deboli non sono più tutelate da nessuno. Il cosiddetto welfare è praticamente sparito salvo rare eccezioni. Lo smantellamento di uno Stato comincia nel distruggere la scuola e la formazione, più hai un popolo ignorante più gli potrai far credere qualsiasi cosa, sopratutto quando il ruolo della verità viene delegato completamente ai mezzi di informazione di massa ed in particolare la televisione nel suo completo assetto in mano alle logiche neoliberiste. Ma andiamo all'argomento che ha fatto scattare in me l'ennesima rabbia: il decreto Letta n76/2013 aumenta del 10% le multe per le contravvenzioni in materia di sicurezza. La maggior parte della popolazione penserà subito che è una cosa buona inasprire le sanzioni. Naturalmente è inutile dire che è la cosa più sbagliata al mondo inasprire le pene, ma è difficile far passare questo concetto oltre al fatto che uno Stato che ha a cuore la formazione e la salute si preoccupi solo di curare solo l'aspetto repressivo, e non quello educativo e di prevenzione. Dietro la scelta di quel decreto c'è solo una motivazione di carattere puramente finanziario (neanche economico), ossia continuare a togliere soldi dal mercato per pagare gli interessi ai banchieri centrali al fine di rispettare i parametri (assurdi e fasulli) che ci impone l'Europa del fiscal compact, ma del resto se il popolo nemmeno comprende che i trattati di Maastricht, Lisbona e Mes, (imposti con la forza senza nemmeno consultare il popolo italiano) cosa possiamo pretendere? Ci continueremo a prendere in giro dicendo: "Non mischiamo la politica con la sicurezza". La sicurezza ha necessità di investimenti seri e non tagli e repressione. Continuerò a dire in ogni sede che la sicurezza ha necessità di politiche keynesiane che investano sul territorio "moneta sovrana" per una seria organizzazione della cultura della sicurezza affidata nuovamente al Ministero del lavoro e non ad improvvisati enti bilaterali. Un piano nazionale di comunicazione ed informazione che passi per le scuole di ogni ordine e grado e per le televisioni nazionali con continue ripetizioni. Se si avesse reale interesse per la sicurezza, il martellamento dovrebbe avere la stessa potenza di fuoco che realizzano quando fanno le campagne elettorali. Purtroppo intorno alla "non sicurezza" c'è un florido mercato di interesse anche statale, a cominciare proprio dalle irregolarità delle aziende in "materia di sicurezza". Uno Stato che per obbligo della Troica si deve comportare come una SPA ci guadagna più con le irregolarità delle aziende che non con la loro regolarità. Ormai è risaputo che le multe stradali sono diventate una voce di bilancio solida e irrinunciabile per le casse comunali. Nessuno però riflette sulla equazione che a questo punto diventa regolare l'irregolare. Ossia all'economia serve più quello che commette le infrazioni che non l'automobilista modello. Siamo così drogati di neoliberismo che abbiamo fatto l'abitudine a molte di queste aberrazioni e la Costituzione (già malata di suo all'origine) si sta rivoltando nella tomba perché è già morta almeno sotto l'aspetto sociale. Giuseppe Turrisi QUEL MALE OSCURO DELL’INTOLLERANZA Sono molto indignata per due eventi che si sono verificati in Francia e in Italia, descritti nel corso di una conferenza trasmessa da “Radio Maria”, nota emittante collegata con Medjugorgie. Per quanto riguarda il primo fatto, un cittadino francese che passeggiava da solo in un parco pubblico, senza sbandierare cartelli, é stato fermato e multato dalla polizia. Motivo? L’uomo indossava una maglietta sulla quale era raffigurata una coppia (un uomo e una donna) che teneva per mano due bambini. Secondo la polizia, la passeggiata di quell’uomo era una “manifestazione non autorizzata”...Per quanto riguarda il secondo fatto, avvenuta in Italia, un gruppo di fedeli cattolici (che avevano chiesto ed ottenuto l’autorizzazione) stavano pregando davanti ad un ospedale in cui venivano praticati gli aborti. Questo gruppo di preghiera veniva insultato da alcune femministe che gridavano “Dovremmo mettervi, insieme con i medici obiettori di coscienza, in un edificio e poi appiccare il fuoco”. Ma l’incitazione alla strage non é reato? Rosanna Sinopoli (segue da pag. 1) Rivotare con il Porcellum? (segue da p. 1) Vacanze dei politici... UN SOCCORSO MISTERIOSO Ad un uomo che Sai Baba aveva curato avvenne uno strano incidente mentre era diretto alla toilette che si trovava fuori al suo giardino a Kuppam in India dove lui abitava. Cadde in un pozzo e invocò Sai Baba. Il pozzo era profondo più di sei metri. Mentre pensava che sarebbe morto, si senti sospingere verso l’alto col viso fuori dell’acqua. Alle grida accorsero i figli e la moglie, il figlio con una corda scese nel pozzo, ma non riusci a legarla al padre, risalì e scese con una sedia. Dopo molte fatiche fece sedere suo padre e lo tirò fuori. L’uomo raccontò ai familiari che in tutto quel tempo (circa due ore) una forza sconosciuta lo aveva sostenuto. Nessuno sospettò che poteva essere stato l’intervento di Sai Baba. La famiglia per un atto di devozione verso il Maestro spirituale decise di rendergli omaggio. Quando furono al suo cospetto, fugrande la loro meraviglia quando Sai Baba disse loro: “Ho faticato non poco a tenerti sollevato nel pozzo, ho ancora le spalle indolenzite per averti tenuto due ore fuori dall’acqua.” Liana Botticelli troppo per un Paese basato su clientelismi, favoritismi, corruzione, mafia e disoccupazione. Stesso clima di scarsa partecipazione alle comunali del 26-27 maggio, quando si votò per i consigli circoscrizionali, per il consiglio comunale di 566 comuni, e per il sindaco. Forse a causa dell’alto numero di candidati a sindaco (a Roma ben 19. Tutti uomini, (alla faccia del progresso e delle pari opportunità) e dalle dimensioni di una scheda elettorale ormai famosa, lunga più di un metro, l’affluenza degli italiani alle urne fu inferiore al 50%. Inevitabile quindi, a Roma, il ballottaggio il 9-10 giugno per il posto di primo cittadino. Il quadro che ne emerge è quello di un popolo che ha ormai perso fiducia nei confronti di una classe politica sempre più ancorata a interessi personali, con l’autoperpetuazione di una casta di dinosauri. Nel generale clima di scontento e delusione, prima di riformare un fisco diventato una mannaia sulla testa di tutti, prima del problema dell’IMU sulla prima casa (la togliamo? La teniamo? La rimandiamo?), prima ancora di qualsiasi riforma, la classe politica italiana deve riconquistare la fiducia del popolo, di un popolo non più visto solo come un serbatoio di voti o come un gregge di pecore da dissanguare, ma come una nazione di persone libere e pensanti, vero fondamento di uno stato democratico. L’italiano medio non segue più (erroneamente) la politica del Paese, è sfiduciato, addirittura depresso, troppe volte lo si sente dire che “tanto alla fine fanno come gli pare”, e rinuncia anche (sempre erroneamente) a uno dei pochi diritti che questa Repubblica disastrata ancora concede: il voto. Da parte sua la classe politica si trova nella posizione di dover ricostruire una fiducia ormai scomparsa, e per farlo deve ripartire da impegni concreti, rispettandoli fino in fondo. Gli esempi passati ci sono: alla fine degli anni ‘80 lo Stato italiano, con il maxi processo a Cosa Nostra, dimostrò di avere i mezzi e le intenzioni per agire in favore di un Paese onesto e libero, e così si riprese una buona fiducia da parte del popolo italiano. Tanto per dirne una: alle elezioni il Parlamento il 14 giugno del 1987, in pieno maxi processo quindi, l’affluenza alle urne fu dell’89%. La partecipazione degli italiani alla vita politica va di pari passo con la fiducia che lo Stato riesce a guadagnarsi. Certi dinosauri devono quindi smetterla di limitarsi a scaldare le poltrone, di modificare la Costituzione a proprio vantaggio, di violare continuamente i diritti a una casa, un lavoro, a una vita dignitosa, e devono iniziare a impegnarsi seriamente per far riemergere l’Italia dal pantano di fango in cui affonda da ormai 20 anni. Sarà difficile (ma non impossibile) riconquistare la fiducia di un popolo deluso nei confronti di una classe politica che ha fatto la fine del Pierino della favola: ormai nessuno le crede più, nemmeno quando il lupo è veramente nei paraggi. Emiliano Federico Caruso Dubito. Forse invece sono sempre meno gli italiani che si possono permettere delle vacanze. Forse le strade sono così deserte perché non tutti sono in ferie, ma molti sono a casa per altri motivi e le ferie sono l’ultimo pensiero. Quasi ogni famiglia italiana ha almeno un membro disoccupato, cassa integrato, licenziato. Non credo che il 2013 sia stato l’anno delle vacanze da sogno, molti alle vacanze hanno rinunciato, e chi non ha voluto farlo invece di concedersi il resort di lusso ha magari optato per una pensione sulla riviera romagnola. La domanda sorge spontanea, dove saranno andati in vacanza i nostri politici? A Cervia? Milano Marittima? Fa pensare l’inchiesta aperta nei mesi scorsi, dopo il commissariamento dell’agenzia di viaggi e le indagini sull’imprenditore Carmelo Patti, dalla quale è emerso come per dieci anni politici e rappresentanti delle istituzioni sono andati in vacanza gratis o a prezzi scontatissimi in resort della Valtur. Tra i nomi dei politici coinvolti ci sono Renato Schifani, Osvaldo Napoli, Salvatore Cuffaro, Angelino Alfano, Simona Vicario e – quello che fa più scalpore – Bebbe Grillo. Non credo che quest’anno loro abbiano avuto la necessità di ponderare la loro scelta, anche se forse per quest’anno hanno dovuto cambiare agenzia. Maria Rosa Laria UN ESEMPIO PER TANTI POLITICI Rubavano quasi tutti, almeno a leggere le carte dell’inchiesta che ha fatto finire agli arresti due assessori e un consigliere della Regione Basilicata e ha provocato le dimissioni del governatore, anche lui indagato. Sembra quasi si fossero messi d’accordo per pagare con i soldi pubblici pranzi, cene, vacanze, feste di compleanno, ristrutturazioni di case e uffici, pezzi di ricambio delle auto, regali per ogni occasione,persino i buffet delle cerimonie. Lei invece è sempre stata ligia al proprio dovere. E adesso appare quasi eroica. Si chiama Emilia Simonetti, è consigliere ed esponente di Rifondazione Comunista. Ecco che cosa si legge nella sua scheda contenuta nella relazione finale della Guardia di Finanza di Potenza: “Quando ha richiesto rimborsi chilometrici ha presentato già nell’anno 2010 un prospetto di dettaglio con riferimento all’evento cui ha partecipato, allegando inviti e brochure ed effettuando il conteggio chilometrico dal luogo in cui si svolgeva l’evento, consentendo in tal modo un controllo di legalità, diversamente da quanto emerso per altri suoi colleghi, come si dirà nel dettaglio nel prosieguo della trattazione. Risulta aver restituito al Consiglio Regionale nell’anno 2010 per il periodo gennaio-maggio, al termine della propria legislatura l’importo di euro 3.932,76, quale differenza tra gli acconti mensili incassati e le spese sostenute”. Un’eccezione, unica e rara, certamente un esempio per decine e decine di suoi colleghi che in tutta Italia hanno provocato buchi da milioni di euro nei bilanci delle Regioni e degli enti locali. Uno dei rari esempi di buona condotta che amiamo diffondere coralmente a mezzo stampa. Lisa Biasci (segue da pag. 1) Ogni ora fallisce un’impresa dere l’azienda. I prezzi dell’export sono arrivati alle stelle e la conseguenza è che le aziende italiane non riescono più ad esportare come un tempo. Il problema delle imprese di oggi, molte delle quali tra l’altro sane e con tutte le carte in regola per fare bene, però, non sono solo i debiti ma ci si mettono anche i crediti non riscossi. Non solo quelli dei privati ma anche quelli dello Stato che ha cominciato a pagare i suoi primi 20 miliardi di arretrati solo qualche settimana fa. Il tutto mentre la nostra economia continua la sua caduta libera senza fine: i settori più colpiti sono le attività manifatturiere con 1131 fallimenti, le costruzioni dove se ne contano 1138 e il commercio (sia al dettaglio che all’ingrosso) nell’ambito del quale ad alzare bandiera bianca sono stati in 1203. Boom anche per le attività immobiliari (qui le istanze hanno registrato un +117,4%) e per i settori trasporto e magazzinaggio (+49,5%), seguiti a brevissima distanza dai ristoratori (202 fallimenti) e dai fabbricanti di mobili (113 procedure, +91,5%). E da Nord a Sud nessuno può dirsi al sicuro. Stiamo infatti parlando di una crisi che riguarda tutta l’Italia senza particolari distinzioni. Anzi, paradossalmente, a passarsela peggio sembra siano proprio le regioni settentrionali. In testa alla lista troviamo la Lombardia con 1211 aziende KO, di cui ben 525 fallimenti ricollegabili a Milano e risalenti ai primi cinque mesi dell’anno. Segue il Lazio con lo scenario desolante di Roma (466 chiusure) e il Veneto (+11,5%). Infine cominciano a farsi allarmanti anche i numeri dei fallimenti registrati in Toscana (+38,2%), Calabria (+24,4%) e in Emilia Romagna (+15,1%), tre regioni quest’ultime che in passato avevano invece fatto ben sperare. Ma non sono solo i fallimenti a preoccupare. A togliere il sonno al Belpaese ci sono anche i dati sulle domande di concordato che, rispetto al 2012, si sono addirittura triplicate. Le difficoltà qui si registrano soprattutto nel settore edile ed immobiliare e, se in alcuni casi si tratta di un escamotage per rimandare situazioni già molto compromesse, in tanti altri è l’unica strada per liberarsi dai creditori almeno per un po’. Federica Sciorilli Borrelli N. 9. SETTEMBRE 2013 INIZIATIVE CULTURALI L’ATTUALITÀ, pag. 5 ECCO LA STUPENDA PENISOLA D’ISTRIA (Dalla nostra inviata speciale) La prof. Flora Battiloro (presidente dell’Associazione Culturale il Caffè dell’Artista) ha organizzato un meraviglioso viaggio in Croazia dal 20 al 29 luglio, cui hanno partecipato numerosi soci e simpatizzanti dell’Associazione. Il percorso sebbene lungo è stato piacevole perché allietato da recite di poesie, letture di racconti, spiegazioni dell’iter del viaggio, informazioni sulla città di Trieste, e su altre mete da raggiungere. Arrivati a Trieste, dopo la cena, si è approfittato per vedere i monumenti e le piazze con illuminazione notturna: veramente uno spettacolo da non perdere. In special modo Piazza dell’Unità d’Italia. Trieste è una delle più belle città italiane, crocevia di mondi latini, tedeschi e slavi. Una città dai numerosi confini, non solo geografici ma anche culturali e storici. La conosciamo per il suo vento, quel vento che, come scriveva Sten- Florinda Battiloro, Cosmo G. Sallustio Salvemini e dhal, “ti fa tenere il cappello“, perché altrimenti ti Aurora Simone Massimi, nello splendido giardino scompiglia l’identità... Trieste è elegante, sincera e dell’Hotel Imperial a Opatija (Croazia) misteriosa. Si sente parlare poco di lei, perché non è interessata a farsi vedere, gelosa di custodire un patrimonio intellettuale. L’indomanila prima tappa è costituita dalla visita del castello nel comune di Duino. Di proprietà da oltre 420 anni dei principi della Torre e Tasso. Dal maniero si gode un stupendo panorama sulle ripide pareti rocciose a strapiombo sul mare. La storia del casato Thurn und Taxis è legata alla gestione dei servizi postali, in quanto esercitò questa attività in diversi stati europei, tra cui Italia, Austria, Germania, Ungheria e Paesi Bassi dal 1400 in poi, per più di 350 anni. In tarda mattinata la visita a San Giusto centro storico di Trieste. Già nel primo secolo vi si trovava una grande basilica romana. Ė situato come simbolo della città, sulla collina, la parte più antica di Trieste. La Cattedrale di San Giusto è il principale edificio religioso cattolico della città. Sia il campanile che la facciata della chiesa sono generosamente coperti con reperti del periodo romano, con i quali si intendeva ingentilire la pesantezza della costruzione. Domenica pomeriggio ci siamo recati in Croazia e precisamente nella città di Opatija, con permanenza all’albergo Imperial dove alloggiò Francesco Giuseppe. Così ha avuto inizio il viaggio culturale con visita a diverse città. La città di Fiume in croato Rijeka sull’Adriatico (Golfo del Quarnero), è la terza città della Croazia per popolazione dopo Zagabria e Spalato. Fiume diventò ungherese prima di finire all’Austria degli Asburgo nel 1471. Nel XVII secolo il commercio fiumano si estese sino in Puglia. Sotto il governo ungherese la città prosperò in un clima di generale tolleranza e collaborazione tra i vari gruppi etnici. Nell’ottobre 1918 a Fiume si era costituito un Consiglio nazionale che propugnava l’annessione all’Italia. di cui fu nominato presidente Antonio Grossich. L’epilogo della seconda guerra mondiale vide ancora una volta il destino della città determinato da una combinazione di forza e diplomazia. Le truppe jugoslave avanzarono ai primi di maggio del 1945 fino a Trieste, Fiume fu presa il 3 maggio, e la situazione fu formalizzata dal Trattato di Pace di Parigi dalle forze alleate il 10 febbraio 1947: i diplomatici presero atto dello stato di fatto. Da Fiume scappò la maggioranza della popolazione, in prevalenza italiana: l’esodo si concluse nei primi anni cinquanta e coinvolse oltre quarantamila cittadini. Nel giugno 1991, in seguito alla disgregazione della Jugoslavia, Fiume entrò a far parte dell’indipendente Croazia. Durante la visita della città interessante l’incontro con un circolo formato da Italiani, a cui il prof. Salvemini, dopo un breve scambio di opinioni ha lasciato l’indirizzo del nostro periodico L’attualità, con promessa di spedire in futuro copie del giornale. Bellissima questa esperienza nella citta di Fiume perché ci siamo sentiti molto vicini a questi fratelli italiani. La bellissima città di Parenzo - un vero gioiellino patrimonio dell’UNESCO - è una città croata di 16.696 abitanti situata sulla costa occidentale della penisola istriana. È uno dei maggiori centri turistici della regione. Altra bella esperienza è stata la visita alle grotte di Postumia. Interessante la visita nella città di Pola (7.765 abitanti al censimento del 2011). Pola è un importante centro portuale. Il monumento più importante è l’Arena (anfiteatro romano), che funge anche da simbolo per la città ed è tra gli anfiteatri antichi di età romana meglio conservati. Pola fu città fiorente, dotata di prestigiose strutture urbane (fra cui un ampio foro, un arco trionfale, un anfiteatro e due teatri) e ornata di templi a cui si aggiunsero, nei primi secoli dell’era volgare, alcune basiliche cristiane. Sconvolta dalle invasioni barbariche (V secolo), la città entrò, successivamente, nell’orbita dell’Impero Romano d’Oriente (VI secolo). Nel pomeriggio visita alle isole di Brijuni, che sono un piccolo arcipelago composto da quattordici isole che si estendono complessivamente per 8 km². La storia delle isole Brioni è sempre stata collegata a quella della vicina Pola. Appartennero fin dal Medioevo alla Repubblica di Venezia e la pietra proveniente dalle isole fu impiegata per erigere ponti e palazzi a Venezia. Nel secondo dopoguerra l’arcipelago divenne la sede preferita di vacanza del presidente jugoslavo Tito. Almeno 100 capi di stato esteri e diverse star del cinema (come Elizabeth Taylor, Richard Burton, Sofia Loren, Carlo Ponti e Gina Lollobrigida) visitarono la tenuta di Tito. Tre anni dopo la morte del Presidente, nel 1983, le isole vennero dichiarate Parco nazionale della Jugoslavia. Con la dissoluzione della Jugoslavia, nel 1991, le isole Brioni passarono sotto l’amministrazione croata. Nel breve soggiorno nelle isole Brijuni abbiamo trovato l’occasione di fare il bagno in queste limpide acque ed anche una escursione in barca. Il giorno seguente (giovedì 25) abbiamo raggiunto la Slovenia. Abbiamo visitato la città di Lubiana. Adagiata sul piccolo fiume Ljubljanica presenta un interessante centro storico in stile barocco e Art Nouveau. L’architettura della città, ricca di case col tetto a punta, risente molto dell’influenza della vicina Austria. Nonostante la comparsa di grandi edifici, soprattutto nei dintorni della città, Lubiana mantiene intatto il suo centro storico, dove si mescolano lo stile architettonico barocco e Art nouveau. Dopo il terremoto del 1511, Lubiana è stata ricostruita sul modello di una città rinascimentale e dopo il terremoto del 1895, che ha gravemente danneggiato la città, è stata nuovamente ricostruita in stile Art nouveau L’architettura della città è una miscela di stili. Il castello di Lubiana domina la collina che sovrasta il fiume Ljubljanica. Il nucleo originale del castello risale al XII secolo di cui sono visibili ancora alcune tracce nei basamenti dei muri attuali, il castello fu la residenza dei margravi, poi duchi di Carinzia. Oltre al castello, le principali opere architettoniche della città sono la Cattedrale di San Nicola, la chiesa di San Pietro, la Chiesa francescana dell’Annunciazione, come il Triplo Ponte e il Ponte dei Draghi. L’indomani visita di Krk ai vari quartieri di Omisalj e Veglia , dove abbiamo approfittato per fare i bagni al mare e trascorrere alcune piacevoli ore. Sabato 27 visita alla bellissima città di Aquileja (3.398 abitanti della provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia). Colonia romana fondata nel 181 a.C., fu capitale della X regione augustea e metropoli della chiesa cristiana. Insieme con Ravenna è il più importante sito archeologico dell’Italia settentrionale, e con Cividale del Friuli e Udine è stata una delle capitali storiche del Friuli. Nonostante i vari interventi posteriori, la Basilica di Aquileia mantiene le forme del XI secolo. La prima parte venne edificata nell’anno 313, successivamente all’editto di Costantino, per volontà del Vescovo Teodoro. Tra il 1021 ed il 1031 venne realizzata una quasi totale ricostruzione, per desiderio del Patriarca Popone, e venne edificato il campanile isolato, alto 73 metri, a cuspide. Tra le antiche mura, si è conservato uno straordinario pavimento a mosaico di inizio del IV secolo, con scene dell’antico testamento. Recenti studi hanno evidenziato che molti simboli presenti sui mosaici sono attribuibili allo gnosticismo ed alla sua cosmologia. Una comunità di cristiani gnostici era presente in Aquileia nei primi secoli dell’era cristiana. I “mosaicì”, in uno stato di conservazione eccezionale si trovano nell’antica basilica di Aquileia, quella dei “battezzati”. È bene ricordare che ad Aquileia il 19 luglio scorso il card. Tettamanzi (arcivescovo emerito di Milano), nella basilica di Aquileia ha celebrato una messa per i santi Ermagora e Fortunato patroni della regione Friuli Venezia Giulia. È stata anche l’occasione per partecipare al convegno ecclesiale di Aquileia , per la nuova evangelizzazione, alla luce della pubblicazione dell’enciclica di Papa Francesco Lumen Fidei. Dobbiamo ringraziare la prof. Flora Battiloro, la prof. Giuliana Oneto e tutto il gruppo per il bellissimo periodo trascorso insieme in allegria. Il viaggio è stato in prevalenza culturale per poi la sera ritrovarsi nei vari locali, insieme, per partecipare ad eventi musicali, con ballo e spettacolo. Aurora Simone Massimi A 140 ANNI DALLA NASCITA DEL NOB. DON ANTONINO LAZZARINO Nell'ambito della propria attività culturale, il Centro Internazionale di Cultura, Arte e Scienza Foyer Des Artistes, riconosciuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si onora rievocare la figura di un inclito e nobile calabrese che ha lasciato segni non comuni di probità, laboriosità, dignità. Sono trascorsi 140 anni dalla nascita di D. Antonino Lazzarino, nato il 24 febbraio 1873 a Gallico, in località Tre Chiese, oggi via Anita Garibaldi, nella casa palazziata dei Lazzarino. Era in quel tempo Gallico Comune autonomo prima che un iniquo Regio decreto del 7 luglio 1927 disponesse l'istituzione della “Grande Reggio” sancendo l'aggregazione al Capoluogo dei 14 Comuni confinanti, che vantavano orgogliosamente una loro antica storia e tradizione. Antonino Lazzarino sposò il 16 ottobre 1909, in Melito di Porto Salvo, Donna Maria Fortunata De Lorenzo, la cui famiglia intorno al 1600 possedeva un suffeudo ed aveva il titolo di barone e che vantava tra altre illustri personalità: D. Carlo, nel 1707 Torriero della torre di Sperlinga, Mons. Antonio Maria De Lorenzo ( 1835 - 1903 ), studioso tra i maggiori della Calabria del suo tempo, Vescovo di Mileto e successivamente elevato alla dignità di Arcivescovo Titolare di Seleucia in Isauria, nonché lo stesso fratello di Donna Fortunata Maria, il Canonico Salvatore De Lorenzo ( 1874 - 1921 ), dotto e pio sacerdote, brillantemente addottorandosi presso la Regia Università di Messina, avendo quale relatore il poeta Giovani Pascoli. Ideatore e primo benefattore della pia opera Collina degli Angeli, per espressa volontà di San Orione,le sue spoglie mortali riposano nella Basilica di S.Antonio alla Collina degli Angeli. Custode attento delle tradizioni di famiglia, D. Antonino Lazzarino amava ricordare circa il possesso della famiglia di una Cappella gentilizia, così come oggi troviamo riportato nel volume Gallico Nel Tempo, pubblicato dall'Editore Iiriti di Reggio Calabria nel 2010, per conto del Circolo Posidonia di Gallico. Abbiamo una descrizione minuziosa redatta del Parroco nell'anno 1879: “Il Santo protettore è San Biagio... la stessa è in stato mediocre: ha bisogno di restaurazioni... per marina confina colla pubblica strada, da scirocco colle case ed orto degli eredi di Antonino Lazzarino... Gli altari sono sei...il terzo sotto l'invocazione della Madonna dell'Immacolata eretto da Paolo Lazzarino nel 1783. Tale altare è dentro la Cappella dell'Immacolata già posseduta dagli eredi Lazzarino. In detta Cappella dell'Immacolata si fa la novena colla rispettiva festa all'otto dicembre, tutto ciò a spese degli stessi Lazzarino che devono avere presentati documenti alla III.ma Curia... Non vi sono sepolture meno di una sola gentilizia con lapide di marmo senza iscrizioni, appartenente alla famiglia Lazzarino, aperta da uno o due anni, è poco distante dall'altare dell'Immacolata.” D. Antonino Lazzarino, ricco possidente ed abile agricoltore, seppe sviluppare una redditizia produzione e lavorazione del bergamotto, così come una vivace attività per la lavorazione di paste alimentari, coadiuvato dai fratelli D.Giuseppe e D.Vincenzo, parimenti amanti della campagna, delle proprie terre così come della caccia. Di D. Antonino, deceduto il 6 maggio del 1942, resta nella comunità di Gallico il ricordo di un gentiluomo elegante ed amabile, personaggio d'altri tempi, tristemente estraneo in questa nostra epoca che raramente è in grado di dar significato e consapevolezza ai valori della signorilità e della lealtà, della gentilezza, propri dei galantuomini “del bel tempo che fu.” Nobile figura dunque quella di Don Antonino Lazzarino, che il Foyer Des Artistes ha inteso riproporre quale esempio di Cittadino dai costumi nobili e sentimenti generosi. Dr. Antonio Morgante Presidente Centro Internazionale di Cultura Foyer Des Artistes CETARA OSPITA IL NUOVO RINASCIMENTO Venerdì 12 luglio 2013, alle ore 20.00, è stata inaugurata la Fiera dell’Editoria…in riva al mare di Cetara (Sa) L’importante evento culturale nazionale è stato celebrato con il caloroso accompagnamento de ‘O Pazzariello’ di Acerra (Na) Gaetano Basile con il Civico Complesso Bandistico della Città, diretto dal M° Modestino De Chiara. L’itinerario è iniziato con l’apertura di una Mostra multidisciplinare d’eccellenza, con l’esoposizione di “pezzi” del Museo Pulcinella di Acerra e della Casa Museo “Joe Petrosino” di Padula (presente il pronipote Cav. Nino Melito Petrosino), nella Sala Auditorium Ave Maria. Inoltre, ha visto in esposizione anche bellissime opere del maestro calligrafo minorese Fernando Lembo; magnifici dipinti e sculture neoclassiche di artisti pugliesi e campani della corrente artistico culturale Nuovo Rinascimento fondata dal pittore e scrittore “Barese” Nico Valerio (esposte le opere di Nico Valerio, Fiore da Sicignano, Antonio Cupo, del “Centro Esposizioni Artistiche, Gallerie del Nuovo Rinascimento di Bari-Palese”). La mostra ha incluso anche una suggestiva mostra d’arte fotografica dal titolo i “percorsi del gusto” del fotografo Giuseppe Di Maio. Presenti volti noti della scena culturale salernitana, tra i quali il curatore dell’evento, il giornalista Alfonso Bottone e lo scrittore e sceneggiatore Dante De Rosa, che da alcuni anni segue da vicino la corrente Nuovo Rinascimento, con sede a Bari ed in altre importanti città italiane (come Roma, Salerno e Napoli). Interessante l’intervento del dirigente Mediaset Giuseppe Novero, nonché quelle delle autorità locali che hanno impreziosito ed onorato l’evento, che alle ore 21,00 si è spostato verso il Fronte Mare, per l’inaugurazione, tra libri, autori ed editori, della “Fiera dell’Editoria…in riva al mare”. Nello stesso spazio il direttore di Telecolore, Franco Esposito, ha intervistato Andrea Cotti, sceneggiatore di fiction poliziesche ormai celebri come “Ispettore Coliandro”, “R.I.S. Delitti imperfetti”, “Squadra Antimafia - Palermo oggi”. Cotti ha ricevuto dalle mani di Luigi Ferrara, presidente dell’Associazione Maiori Film Festival, la statuetta raffigurante Roberto Rossellini, il regista padre del neo realismo, su bozzetto di Federico Fellini, e che annualmente viene assegnata a personaggi del cinema che si sono particolarmente distinti. Nico Valerio “A MARE L’ARTE”: CONCERTO DI VINCENZO PAGLIARA Grande successo per il concerto del dott. Vincenzo Pagliara, oculista per amore e cantautore per passione, che ha presentato il suo CD “Lenti per sognare”, ed ha organizzato l’evento per promuovere il messaggio “L’Arte è Salute, l’Arte è Unione”, riunendo varie associazioni culturali di Salerno. “A mare l’Arte” è stata una coinvolgente festa sul mare, nello splendido scenario del centro di Salerno, presso la Conchiglia/Il Moro, che si è tenuta giovedi 18 luglio. Nella prima parte della serata, l’oculista cantautore ha proposto i brani del suo CD di inediti “Lenti per sognare”, di cui è autore di testi e musiche, nonché produttore. Il brano che dà il titolo al CD in origine era una poesia, pubblicata in un libro di medici artisti, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici di Salerno. Inoltre ha cantato con la sua voce calda delle romantiche canzoni d’autore. La luna piena, con i suoi riflessi d’argento sul mare, ha reso ancora più suggestiva l’atmosfera. L’ esposizione dei quadri dell’avv. Giuseppe Carabetta, presidente di SalernoCrea, e di altri artisti dell’Accademia Grassi, ha completato la location, rendendola ancora di più da sogno. Nella seconda parte una piacevole jam-session, con l’imprenditore di Controne Giuseppe Matonti al sax e Vincenzo Pagliara alla batteria. Infine il dj Benny Ronca ha scatenato i numerosi presenti, tra cui provetti ballerini, con la disco music anni 70/80. Hanno aderito al progetto le seguenti associazioni culturali, di cui l’oculista fa parte: Accademia Alfonso Grassi, Centro Artisti Salernitani, Il Caffè dell’Artista, Salerno Crea, Scriptorium, Yachting Club, Associazione Medici Artisti. Molti ospiti illustri, tra cui i Presidenti delle Associazioni Artistiche: la prof. Elena Ostrica, la prof. Flora Battiloro, l’avv. Giuseppe Carabetta, l’avv. Diana De Bartolomeis. È venuto da Roma il Prof. Cosmo Sallustio Salvemini, Direttore del giornale “L’Attualità”, edito nella Capitale, coinvolto dal clima di amicizia che regnava tra gli ospiti. Ricordi vissuti insieme, per i giovani di ogni età, che hanno sognato, accarezzati dalla voce vellutata di Vincenzo Pagliara, rivivendo le emozioni di una volta… Nicoletta Di Bello ACCADEMIA INTERNAZIONALE D’ARTE “ALFONSO GRASSI” “12^ MOSTRA COLLETTIVA D’ ARTE CONTEMPORANEA” giorni: 11,12,13 Luglio 2013 La Mostra è stata inserita nell’ambito della XXII Edizione Festival Canoro Giffoni Valle Piana - Salerno Evento Patrocinato da: Comune di Giffoni Valle Piana, Ass. Giffoni Festival, Pro Loco Giffoni V.P. Giuria (in ordine alfabetico):Alessandro Bentivoglio (Pres. della Giuria Festival), Domenico Cannoniere (Pres. Ass. “Giffoni Festival”), Stella Cardelli (Giuria Festival ), Nicola Delle Donne (Direttore Artistico Festival), Clara Grassi (Critico d’Arte), Anna Maria Maio (Docente Arte), Antonio Senatore (Inviato Uno Mattina - RAI UNO) Presidente Onorario - Nicola Delle Donne (Direttore Artistico Festival Giffoni) Presidente della Commissione - Prof.ssa Raffaella Grassi (nella foto); Vice Presidente - Prof.ssa Clara Grassi GRADUATORIA: PREMIATI: 12^ MOSTRA COLLETTIVA D’ ARTE CONTEMPORANEA - a Tema Libero Premio con Targa e Pergamena: Offerte dal Direttivo del Festival Canoro di Giffoni Valle Piana 1) Mayla Suriano; 2) Anna Avossa ; 3) Daniela Dumbrava. Premio di Merito della Presidenza: Medaglia /fusione in argento - incisa dal M° A. Grassi - con Pergamena. Gelsomino Casula, Salvatore Damiano, Maurizio Gallo, Fiorentino Vairo Menzione Speciale della Presidenza e Giuria: Medaglione dorato “Vittoria“ dell’Accademia “A. Grassi - con Pergamena: Daniela Ciaparrone & Gian Luca Lancellotti: Riconoscimento di Merito (Medaglia in rame “Vittoria” dell’Accademia “A. Grassi“ - con Pergamena) Sergio Cioffi, Concetta De Carluccio, Patrizia De Carluccio, Mimma De Luca, Camilla Grasso, Rolando Pisano, Pierina Salomone, Elena Savokhina, Regina Senatore, Agata Senatore, Teresa Sica. Fuori Concorso Opera Premiata (coppa con pergamena) - Anna Sessa Accademia “A.Grassi” , Via Porta Elina, 9 - Sa. / Info -338.7581195 / E.mail [email protected] / Sito- www.accademiagrassi ASSOCIAZIONE VEGETARIANA ANIMALISTA (Presidente: Dott. Franco Libero Manco) Piazza Asti, 5/a - Roma PROGRAMMA DI SETTEMBRE Giovedì 19, ore 17,30 Dr. Valdo Vaccaro, Filosofo, Economista, Naturopata, esperto in Strategie Alimentari: "Testimonianze di auto-guarigione con l’alimentazione tendenzial-crudista" Giovedì 26 ore 17,30 Dr.ssa Caterina De Pisi, Medico Chirurgo specialista in Nefrologia, Master Dietetica e Nutrizione Clinica: “Alimentazione vegetariana, malattie neurovegetative e infiammatorie (Parkinson, Alzheimer, Sclerosi multipla)” AMORI AMARI… A MARE: TEATRO CON MUSICA ALLO YACHTING CLUB DI SALERNO Può succedere che un avvocato, un architetto e un oculista si ritrovino insieme per un lavoro, riscuotendo grande successo… È accaduto a Salerno, allo Yachting Club di Molo Masuccio Salernitano, dove mercoledi 23 luglio si è tenuto lo spettacolo teatrale organizzato dall’Avvocato Mariaelena Ruoppolo, dall’Architetto Marco Salvatore e dall’Oculista Vincenzo Pagliara. Il tema dominante è stato l’Amore, nelle sue infinite sfaccettature, dando risalto al tormento che può generare ed all’importanza che ha nella vita di tutti noi. Sono stati presentati tre lavori. Il primo tratto da “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo; il secondo, tratto dalla “Cantatrice calva” di Eugène Ionesco. Il ERRATA CORRIGE terzo è un adattamento teatrale del cortometraggio di Paolo Genovese e Luca Miniero “Piccole cose di valore non quantificabile”, menzione speL’articolo intitolato “Conclusa la ciale nel premio Massimo Troisi del 2000. Il commento musicale a cura di stagione lirica all’Auditorium Vincenzo Pagliara, comprende dei brani inediti scritti dall’oculista cantaudella Banca d’Italia”, pubblicato tore, contenuti nel suo CD “Lenti per sognare”. La regia è di Mariaelena in questa pagina sul numero pre- Ruoppolo, che è anche attrice, insieme all’attore Marco Senatore. Uno spetcedente, erroneamente attribuito tacolo coinvolgente, dove la recitazione e la musica si armonizzano in maa Marcella Croce de Grandis, é niera emozionante, raccontando l’amore, che nonostante i problemi che stato scritto da Liana Botticelli. può creare, resta il sogno di tutti. Paolo Macali GRANDE SUCCESSO ALLA VII RASSEGNA “A. GRASSI” l’Accademia internazionale “Alfonso Grassi” di Salerno (via Porta Elina 9), presieduta dalla prof. Raffaella Grassi, ha organizzato dal 3 al 5 settembre presso i giardini di Villa Carrara la VII Rassegna artistico-culturale “Alfonso Grassi” con il titolo “Colori nel Sole”. E’ stato rilanciato il progetto di Solidarietà per la Scuola Primaria “A. Grassi” ad Ibamba (Congo) per la costruzione di tre nuove aule. La cerimonia di Premiazione ha avuto luogo il 5 settembre con la partecipazione di autorevoli personalità e di un numeroso pubblico. Patrocinio e collaborazione del Comune di Salerno e dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione. [email protected] Sito: www.accademiagrassi;it L’ATTUALITÀ, pag. 6 LETTERATURA E ATTUALITA SEI PITTORE, POETA, NARRATORE, SAGGISTA? LA NASCITA DEL “NEW JOURNALISM” La storia del giornalismo è sempre stata caratterizzata da continue evoluzioni nel corso della sua storia. Dai primi tentativi di diffusione della notizia con l’invenzione della stampa, i brevi e semplici dispacci d’agenzia trasmessi prima in codice Morse e in seguito con la telescrivente, fino ad arrivare al recente utilizzo della Rete, che ha rivoluzionato il mondo del giornalismo permettendo alla notizia di diffondersi con una velocità e libertà prima impensabili. Uno dei momenti più importanti della storia dell’informazione fu l’affermarsi del New journalism. Figlio di un’epoca, gli anni ‘60, in cui la società andava incontro a radicali cambiamenti, tra cui l’emancipazione femminile, il ‘68, la libertà sessuale e la ribellione giovanile, il New journalism differiva dalla notizia breve tipica delle agenzie di stampa, e dal reportage asciutto e preciso. Questi stili erano esclusivi del mondo dell’informazione fino ai primi anni ‘60, con modo di fare giornalismo sicuramente preciso e veloce, ma privo di un minimo di tecnica letteraria in grado di avvincere il lettore. Se si escludono il giornalismo degli anni ‘40, spesso caratterizzato dallo stile sensazionalistico della propaganda bellica, i reportage della prima metà del ‘900 erano quasi tutti identici come impostazione, informando il lettore in modo preciso, ma spesso generando un senso di noia. Il New journalism rappresentò l’unione ideale tra informazione e narrativa, necessaria anche per rendere il giornalismo scritto vivace e interessante quanto quello televisivo. In questo modo la notizia acquistò una struttura e uno stile simili a quelli di un romanzo, con la differenza che i fatti, i dati, le persone e le situazioni sono assolutamente reali e inseriti in un contesto letterario in cui la notizia rimane l’aspetto più importante. Il termine venne coniato nel 1973 dal giornalista e scrittore Tom Wolfe, che insieme a Truman Capote divenne uno dei primi esponenti di questo stile. Due anni dopo Wolfe si impegnò nella stesura di un saggio (intitolato proprio The New journalism) in cui ne descrisse le linee principali: usare il meno possibile la voce personale del protagonista e lasciar parlare le scene stesse; descrivere ogni dettaglio possibile, anche di minima importanza, dalle voci ai volti agli scenari, con lo scopo di fornire un quadro preciso delle situazioni; trasformare dati e notizie in dialoghi interessanti; usare il punto di vista dei personaggi per coinvolgere il lettore. Questo sistema fu uno dei preferiti da molti giornalisti (tra i quali i nostri Enzo Biagi, Lilli Gruber e Oriana Fallaci) e riscosse fin da subito un enorme successo tra i lettori, ma incontrò non poche critiche da parte della stampa più conservatrice. L’accusa più frequente fu di mettere la notizia in secondo piano rispetto allo stile letterario tipico dei romanzi. Ma Wolfe stesso respinse abilmente tali critiche, affermando che la struttura stessa del New journalism imponeva al giornalista-scrittore una scrupolosa indagine e un severo esame dei fatti e delle persone, inserendo con precisione ogni singolo dettaglio in un racconto-reportage visto solo come un ulteriore mezzo al servizio dell’informazione. Il New journalism permise inoltre ai giornalisti di distinguersi anche per la piacevolezza dello stile letterario. Non più, quindi, cronisti prigionieri di uno stile di scrittura identico, ma un confronto tra notizia e letteratura, tra giornalista e scrittore, che ha permesso all’informazione di evolversi in uno stile più divulgativo e gradevole, ma non per questo meno preciso e completo. Emiliano Federico Caruso , N. 9. SETTEMBRE 2013 È in corso di stampa L’ANTOLOGIA DEGLI ARTISTI Puoi inviare le tue opere, entro il 30 settembre alla Redazione di questo periodico, allegando una tua fotografia e un curriculum artistico (non più di 20 righe dattiloscritte) con cenni biografici. Un apposito Comitato Scientifico le vaglierà e le selezionerà. Se vuoi prenotare alcune pagine dell’ANTOLOGIA e conoscere le modalità di partecipazione, puoi scrivere alla nostra Redazione, oppure cell. 347.0333846 PROPOSTE EDITORIALI Scrittori, poeti, saggisti (materie storico-filosofico-letterarie): inviate i vostri manoscritti al Comitato Editoriale del “Movimento G. Salvemini”. Se le vostre Opere verranno considerate idonee per le Edizioni Movimento G. Salvemini, riceverete una proposta editoriale con l’indicazione del simbolico contributo-stampa a carico dell’Autore. Volete pubblicare romanzi, poesie, saggi letterari, storici, sociologici, giuridici ed economici? Cell. 347.0333846. EDITO-INEDITO (a cura di Gianfederico Brocco) * Antonietta De Angelis Del Medico-Brezze di mare - Ed Cronache Italiane Salerno Libro in cui si incrociano ricordi e riflessioni, personaggi lontani nel tempo ma presenti nel ricordo, e l’epoca nostra, con i veloci cambiamenti che porta. L’ultima guerra, la seconda guerra mondiale, che ha sconvolto il nostro paese, l’emancipazione femminile nel nostro profondo sud. La “civilta’ dei consumi” che arriva... Il tutto con la costante presenza del mare, ricordata nel titolo del libro, e sempre con un particolare riguardo alla figura e alla presenza femminile. È questa presenza che ci lega al territorio degli affetti, che ci salva dall’essere dimenticati e dal dimenticare. Tutto il percorso poetico letterario dell’autrice è di alta qualità: ci fa rivivere momenti e sentimenti che i protagonisti delle narrazioni hanno provato neea vita vissuta. * Pantaleo Mastrodonato - Geografia linguistica - Accademia “Syniposiacus” Interessane saggio di linguistica, in cui si trattano sinteticamente i fondamenti del linguaggio, con i suoi cambiamenti nel tempo e nello spazio, con le sue leggi evolutive. Le lingue si sono anche espanse tramite le conquiste militari, però portando spesso una più alta civiltà alle popolazioni. L’autore ci (segue da pag. 1) LA SCIENZA NON FA PROGRESSI DISASTRO DEI BENI CULTURALI cinema sulle barricate per la beffa del tax credit decurtato, i teatri a riSENZA ADEGUATI FINANZIAMENTI Il schio chiusura per i nuovi tagli imposti dalla spending rewiev, i musei e Il Piano nazionale per la Ricerca è scarsamente finanziato dallo Stato e ciò fa perdere drammaticamente alla Ricerca italiana la competitività. Per questo pericolo imminente ben 57 ricercatori italiani, guidati dal Prof. Riccardo Barbieri, Ordinario di Fisica Tecnica alla Scuola Normale di Pisa, hanno sottoscritto un appello, che è stato inviato al Ministro della P.I.. Nell’appello i ricercatori hanno anche detto che “è venuto il momento di lanciare un serio allarme relativamente al futuro del nostro Paese nel campo delle ricerche di base”. Questi scienziati denunciano che sono costretti a lavorare in condizioni di estrema difficoltà e che sono seriamente preoccupati del futuro dei loro studi di ricerca. Fanno notare la scarsità di risorse finanziarie, le procedure lente della burocrazia. il flusso migratorio a senso unico di molti Ricercatori. che all’estero sono più apprezzati e pagati meglio. Dei 18.231 milioni di euro, che l’Italia investe in Ricerca e Sviluppo, soltanto 4.700 milioni di euro vengono investiti nella ricerca fondamentale, mentre 13.531 milioni di euro vengono investiti nella ricerca applicata e nello sviluppo sperimentale. Grazie al contributo di Telethon è stato individuato il gene del differenziamento del muscolo e ciò è utilissimo per curare la distrofia muscolare o il tumore al cervelletto. Considerando le cifre spese per la ricerca espresse in percentuale sul P.I.L., ecco la graduatoria: Israele, Svezia, Giappone, U.S.A., Germania, Danimarca, Francia, Olanda, Gran Bretagna, Spagna, Italia, Portogallo, Grecia. Siamo terz’ultimi. Mario Coletti dà anche interessanti carte linguistiche mondiali, che ci mostrano le varie zone d’influenza. RIVISTE RICEVUTE *Nuova Impronta, Direttore Filippo Chillemi, via dei Rutoli 12, Roma. *Foglio Notizie, Dir. Pasquale Chiaramida, Cas. Post. 185 , 72100 Brindisi. Tel. 0831-516115. * Brontolo, Direttore Nello Tortora, via Margotta 18 - 84100 - Salerno. *Il Symposiacus, dir. resp. Pantaleo Mastrodonato, via La Marina 51, 70052 Bisceglie (Bt) *Bacherontius, Dir. Marco Delpino. via Belvedere 5, 16038 S.Margherita Ligure (Genova) tel. 0185.286167. *Presenza, diretta da Luigi Pumpo, via Palma 89, 80040 Striano (Na). *Poeti nella Società, presidente Pasquale Francischetti via F. Parrillo 7, 80146 Napoli cell 347-55.36.446, email: [email protected]. * Miscellanea, diretta da Michele Melillo, Parco Gardenia, villino 23, 84090 San Mango Piemonte (Salerno). *Verso il futuro, diretto da Nunzio Menna, via Scandone 16, Avellino, tel. 0825 38269. *Il Convivio, diretto da A. Manitta, via Pietramarina Verzella 66 95012 Castiglione di Sicilia. (Ct) *Fiorisce un Cenacolo, fondato da Carmine Manzi 84085, Mercato S. Severino (Sa).* Primo Piano, dir. resp Andrea Italiano, via Madonna del Lume 5 98057 Milazzo (Messina). Che delusione... NOBILE MESSAGGIO DA PALERMO Ill.mo Direttore del Periodico "L'Attualità" Sen. Prof. C.G.S. Salvemini. Direzione : Via Aquilonia,93 00177- Roma. Egregio Signor Direttore, sono l'Ing. Giuseppe Livreri,Vicario dell' Accademia Universitaria di Lettere, Arti e Scienze" Ruggero Il di Sicilia", visto che sono un assiduo lettore del Suo periodico, le sarei grato, unitamente al mio fraterno Amico Amerigo Coroneo, Presidente di codesta Accademia, se volesse pubblicare sul Suo periodico il seguente comunicato. Il giorno 8 Giugno c.a., nel Salone della Fondazione "Giuseppe e Marzio Tricoli", via Terrasanta, 82 Palermo, si è svolta la Cerimonia per la Chiusura dell' Anno Accademico 2012/2013 - dell'Accademia Universitaria di Lettere, Arti e Scienze "Ruggero Il di Sicilia". In tale evento, sono stati conferiti due OSCAR: Uno alla Carriera al Presidente dell'Accademia" Ruggero II di Sicilia" Prof. Dr. Amerigo Coroneo, per i suoi 33 anni di Presidenza Accademica. L'altro per le Scienze Tecnologiche alla Prof.ssa Dr. Patrizia Livreri, Docente alla Facoltà d'Ingegneria dell'Università di Palermo, autrice di centinaia di articoli e volumi di pregiato valore Tecnico - Scientifico. Alla presente si allegano le due schede delle Motivazioni, che riguardano gli interessati. Palermo 24 Giugno 2013. Il Vicario dell'Accademia Giuseppe Livreri il Colosseo che chiudono per la protesta dei custodi. Ma anche le fondazioni liriche sono sull’orlo del collasso; il monito dell’Unesco pende come una spada di Damocle su Pompei e la Reggia di Caserta è allo sfascio; i Bronzi di Riace sono senza museo e lo stesso ministero è in affanno, oltre che in mora, nel tentativo di contenere le perdite. Nell’anno della crisi nera, mentre si moltiplicano gli appelli al governo perché si punti su turismo e cultura per la rinascita Paese, si delinea uno scenario apocalittico fatto tutto di buchi e disastri: quella del patrimonio artistico italiano. L’Italia è il paese con il più grande patrimonio storico culturale al mondo, eppure il dicastero che dovrebbe assicurarne la difesa e la promozione è il più colpito dai tagli di ogni governo e dagli effetti della spending review: i fondi per le attività di tutela sono stati ridotti in 5 anni del 52%, quelli per le emergenze del 58%, mentre a Fus, restauro e istituti culturali arriva sempre meno. Gli ultimi dati forniti dal ministro Bray sono emblematici: quasi 10 milioni di euro in meno rispetto al 2012 per le “spese per interventi urgenti per le emergenze”; una disponibilità per il ‘programma ordinario dei lavori pubblici’ che passa dai 70,5 mln di euro del 2012 ai 47,6 mln del 2013 (nel 2004 erano 201 milioni) e un fabbisogno reale che ammonta almeno a50 mln di euro. In Italia, tra pubblico e privato, statale e locale, ci sono quasi 5mila tra musei e siti culturali (secondo dati Confcultura abbiamo un museo ogni 10.900 abitanti). Gli istituti statali sono in tutto 420 (200 musei-220 monumenti), in molti casi con forti problemi di personale dovute anche al blocco del turn over che incombe sul ministero. In questo scenario, non c’è da stupirsi se i musei sospendono le aperture, se il Colosseo resta chiuso per una vertenza dei custodi e se persino stesso regolare funzionamento del Ministero è a rischio ed il Ministro è costretto a chiedere un intervento straordinario al Tesoro per poter pagare bollette e canoni inevasi per un totale di 40 milioni, e al presidente Napolitano un intervento governativo ad hoc per il settore. Senza dubbio mancano i soldi necessari sia ad alimentare la domanda, che a garantire l’offerta del patrimonio artistico italiano, ma per il presidente di Federculture, Roberto Grossi, la vera questione è un’altra. “La voglia di cultura c’è - assicura - ciò che manca è la strategia. Questo Paese da anni non ha una politica per la cultura. Oggi la bellezza non basta più a proteggerci”. Cristina Canci FUMO ? NO GRAZIE Che siano sigarette «bionde» classiche o elettroniche da svapare, la legge è chiara: no al fumo nelle scuole, compresi i cortili. Il Ministro della salute Beatrice Lorenzin il 26 luglio ha presentato al Consiglio dei Ministri un disegno di legge nel quale viene proposto di introdurre un nuovo comma nella legge anti fumo nel 2003. Si tratta di un testo molto ampio che oltre alla stretta al tabacco prevede nuove norme sulla sperimentazione clinica dei medicinali, il riordino delle professioni sanitarie, la formazione medico specialistica, la sicurezza alimentare, il benessere animale. Lorenzin ha dedicato ampia attenzione anche alle sigarette elettroniche, fenomeno che ha registrato nel 2013 una crescita esponenziale. Ecco alcuni esempi di avvertenze contenute nel disegno di legge: «Attenzione: può dare tolleranza e dipendenza anche in piccole quantità»; «Se ingerita o a contatto con la pelle può essere tossica o nociva in relazione alla concentrazione»; «Attenzione: le dosi di nicotina assunte con la sigaretta elettronica possono superare quelle assumibili attraverso le sigarette tradizionali». Le ammende variano dai 100 ai 6000 euro per chi viola il divieto negli istituti scolastici, mentre chi vende le sigarette al tabacco ai minori di diciotto anni, rischia una multa che oscilla dai 1500 ai 9000 euro. Fino ad oggi ogni istituto, per quanto riguarda l’uso all’aperto delle sigarette, si è dato un regolamento autonomo. C’era chi tollerava e chi vietava. La maggior parte delle scuole non faceva rispettare le diverse circolari anti tabacco emesse negli anni dal Ministero dell’Istruzione. Video postati dagli studenti su Internet denunciano addirittura gli insegnanti che fumano in classe durante le ore di lezione. Di fronte a tutto questo, il Ministro Lorenzin dichiara una stretta di cinghia sulle abitudini eccessivamente libertine di fumare nelle scuole. Erika Carpinella (segue da pag. 1) Ancora soldi pubblici ai partiti? e rivivere la bellezza di quei tempi, perchè questi attuali, spesso ci annientano e ci impoveriscono dentro e stiamo male con noi stessi, e vorremmo allontanare la realtà di oggi che ci opprime e che non ci soddisfa, anzi vorremmo che non fosse mai arrivata nella nostra vita. Oggi, delusi e amareggiati da questa corrotta e sbriciolante società, abbiamo bisogno di rivestirci di un mondo nuovo, capace di ridarci la luce di un tempo e risorgere in quella dimensione di Dio che da troppo tempo abbiamo perso le tracce e ora, ci è difficile avvicinarci nuovamente a quei valori. Valori che abbiamo cancellato dalla nostra memoria e personalità e il tempo è trascorso a vuoto facendoci perdere la nostra dignità di esseri umani, che spesso non pensando col cuore, agiamo per puro egoismo e quando ci rendiamo conto di aver causato solo danno, allora vogliamo a tutti i costi rimediare, ma non sempre ci èconsentito e allora ci aggrappiamo alla speranza e al buon senso di chi ha capito le nostre intenzioni le quali miravano a proteggere i nostri ideali e a conservare la speranza, di essere stati capiti anche se non da tutti. Però c e una soluzione a questo problema di sofferenza sociale: cambiare totalmente la nostra coscienza e sentire il peso del pentimento e gettare via dal nostro IO la superbia, la voglia di accaparrare le ricchezze e il potere occulto e di essere indispensabili e unici protagonisti di questo scenario umano che da troppo tempo ha oscurato le proprie coscienze, visto che le cronache di tante testate giornalistiche, ogni giorno evidenziano fatti di cronaca nera che ti lasciano sconcertato, altro che popolo di Beati di Santi e di navigatori. L’uomo di oggi somiglia ad un branco di animali feroci. Questa mia riflessione nasce da una esperienza di vita tra la gente semplice, che si è sempre accontentata di quel poco che potesse soddisfare la propria dignità di uomo e cittadino senza cercare altri bisogni che non poteva raggiungere, visto che era responsabile della propria coscienza e quindi della propria dignità sociale. Oggi tutto questo che asseriamo è solo utopia. (Continua) Stefano Di Marino (segue da pag. 1) Il mondo è governato dalle lobby Da sinistra:il Presidente della Provincia regionale di Palermo dott. Marcello Tricoli, il Gran Cancelliere dell’Accademia Comm. Michele D’Agostino, la prof. Angela Piazza (Accademica), il Vicario dell’Accademia Ing. Giuseppe Livreri, il critico letterario prof. Enrica Egidi, il Presidente dell’Accademia “Ruggero II di Sicilia” prof. Amerigo Coroneo (Premio Oscar), l’ing. Patrizia Livreri (Accademica benemerita e Premio Oscar), docente all’Università di Palermo, Facoltà di Ingegneria elettronica. Conferimento "OSCAR". Premio alla Carriera. Prof Dr. Amerigo Coroneo. Motivazione. Uomo di molteplici virtù professionali che spaziano nel campo Letterario, Sociale e Umano. Nella sua lunga carriera professionale è stato una fucina di idee; una fra le tante, che ha sempre amato più della sua vita, quella di avere fondato e condotti fino ad oggi, l'Accademia Universitaria di Lettere, Arti e Scienze "Ruggero Il di Sicilia". Per quanto ha seminato, creato e divulgato, sia nel campo Sociale che nel mondo Accademico della “Ruggero Il di Sicilia” è di esempio e punto di riferimento. Nella sua lunga carriera Accademica, ha scritto e argomentato più di 400 conferenze, che spaziano nel campo letterario e storico. Nell'ambito Accademico è definito un Mito. Conferimento "OSCAR". Premio per le Scienze Tecnologiche. Prof ssa Ing. Patrizia Livreri. Motivazione: Alla Prof ssa Ing. Patrizia Livreri, Accademica Benemerita della "Ruggero Il di Sicilia", per le sue intuizioni scientifiche e le sue qualità professionali e manageriali che l'hanno portata ad essere protagonista della ricerca scientifica nel mondo. addestramento sbagliato, quindi meritano di perdere. Anche le menti più illuminate (si fa per dire) non comprendono che se uno Stato è sovrano non può sottostare ad una "autorità monetaria indipendente", ansi il nostro (anche "nostro" si fa per dire) Napolitano cura gli interessi del governo globale auspicando (ancora) cessioni di sovranità, non ci resta che piangere, certo noi combatteremo fino alla morte disorganizzati e senza armi, perché vogliamo morire con un briciolo di dignità. L'umanità si può programmare fino al punto che non vuole più essere salvata, Quando fu cancellata Atlantide nel precedente ciclo di "civiltà" (si fa sempre per dire) un saggio ci lasciò scritto che essi: "non sopportarono più neppure la felicità". Giuseppe Turrisi e-mail [email protected] stema culturale, politico, sociale, economico e mi spiace dirlo anche religioso, (culturalmente colluso dice l'avv. Marra) che mira al governo globale che deve distruggere le sovranità a partire da quella individuale fino a quelle nazionali dei vari stati, in cui ci sarà una moltitudine di razze mischiate tra loro senza più arte ne parte prive di identità fatte di un brodo melmoso post-primordiale in cui c'è il meglio (poco) ed il peggio (molto) di tutte le razze e culture che si nullificano e si ugualizzano al fine di essere puri numeri (interscambiabili ed inutili) obbedienti verso i veri poteri mondiali (banche, corporation, petrolieri, ecc), ne sono già esempio l'America, la Francia, la Granbretagna, quindi i ristoranti indiani che aprono come "associazioni culturali", sono l'ennesima notizia formica di guerra tra poveri (perfettamente inutile) in mezzo agli elefanti, ma utile per farci perdere tempo e dividerci su quisquilie rispetto al loro progetto di triturazione della natura umana, ma anche queste cose ormai sono anni che le ripetiamo... Tra l'altro anche tra i sovranisti monetari più convinti, ancora c'è chi parla di combattere l'evasione fiscale, dimostrando di non avere capito niente: né di emissione monetaria, né di natura della moneta, né di funzione della moneta. Aimè vogliono andare in guerra senza addestramento o peggio con un loro pieno appoggio. Almeno a dire dei capigruppo di PD-Pdl, Scelta civica e M5S. E tutti quanti si sono impegnati a portarlo in aula (prima alla Camera, poi al Senato) per l’approvazione definitiva seguendo la procedura d’urgenza. Questo è certamente uno dei provvedimenti più attesi e necessari per questa legislatura “di emergenza” firmata da Letta con il concorso di tutti i partiti usciti vincitori dalle urne. Il limite era stato fissato al 18 luglio; presto e subito, come non siamo abituati a vedere in politica. Invece, nelle scorse settimane i componenti della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio hanno fatto sapere che forse sarebbe stato necessario più tempo per studiare il testo e preparare le eventuali modifiche. Mostrando una chiara volontà dilatoria, patologia molto comune nella politica italiana. Nei mesi scorsi, quando la legge in vigore aveva mostrato evidenti lacune soprattutto in materia di controlli sulla destinazione del denaro pubblico, Centrodestra e Centrosinistra si erano detti d’accordo sulla necessità di una riforma. Dunque si trattava soltanto di parole e non di fatti come al solito? Le nuove regole hanno il pregio di rendere trasparente il sistema e dunque difficile l’uso personale da parte dei politici dei soldi che arrivano ogni anno nelle casse dei partiti. Molto di più si potrebbe fare in tema di finanziamento pubblico ai partiti, ma si tratta comunque di un passo importante e certamente necessario. Anche perché elimina alcuni automatismi e prevede che i cittadini e non lo Stato, possano contribuire volontariamente al finanziamento. Denaro privato che possa andare nelle casse del partito senza intaccare un centesimo di quello pubblico. Gli esempi dei vari Fiorito, Maruccio etc... non turbano più il sonno degli italiani ma sono stati l’ennesimo scandalo della politica nostrana che gli italiani non sono più disposti ad accettare. Il rischio è che ancora una volta le buone intenzioni si trasformino nell’ennesima illusione. Lisa Biasci N. 9. SETTEMBRE 2013 LETTERATURA E VARIE CHIARAMIDA, ALFIERE DEL LIBERO SINDACATO DEGLI ARTISTI Il comm. Pasquale Chiaramida é il Presidente del Libero Sindacato Scrittori, Poeti ed Artisti Europei (Li.S.S.P.A.E.) con sede a Brindisi (tel. 516115). Da molti anni pubblica un pregevole Foglio Notizie nel quale, tra l’altro, vengono spesso recensiti gli editoriali di Cosmo G. Sallustio Salvemini ed altri articoli del periodico “L’Attualità”. Il Libero Sindacato vuole unire tutti gli Artisti in unico centro affratellante affinché l’Arte sia creazione spontanea di tutte le tendenze, sotto l’egida della Libertà. Da segnalare che il Libero Sindacato ha pubblicato una bella silloge di poesie sotto il titolo “La Poesia: messaggio d’Amore” in cui viene citato il poeta salernitano Vittorio Pesca (Primo classificato ex aequo Premio 1994) per la poesia “Amore di casa mia”. Le iniziative editoriali del Libero Sindacato onorano l’Arte e la Cultura italiana nel mondo, rilanciando costantemente gli intramontabili valori morali. Nicoletta Di Bello L’ATTUALITÀ, pag. 7 ELIMINARE ODIOSI PRIVILEGI Vorrei manifestare alcune riflessioni sul libro di Cosmo G. Sallustio Salvemini “La questione cattolica in Italia” (Editrice Ianua). In esso viene evidenziato con grande chiarezza il punctum dolens che da secoli é presente nella società italiana: l’aggravata e appesantita ignoranza di molti credenti e la loro pigrizia mentale nel cercare la verità storica degli eventi. È un libro che descrive dettagliatamente i tentacoli della piovra vaticana dai Patti del Laterano (11 febbraio 1929) ad oggi (Opus Dei, Comunione e Liberazione, gruppi integralisti legati all’estrema destra neo-fascista). Emerge l’indignazione contro le innumerevoli “pie” frodi ai danni dei creduloni, contro le sadiche persecuzioni verso le minoranze religiose, contro gli smaccati privilegi a favore del ceto clericale e delle lobby che ruotano intorno ad esso. È ampiamente dimostrata la necessità della separazione (nel reciproco rispetto) tra lo Stato e le Chiese. Chiunque creda nella giustizia sociale e nella pari dignità di tutti i cittadini deve impegnarsi a far trionfare il principio della laicità dello Stato, come é da secoli in vigore nei Paesi anglosassoni. Il citato libro si colloca nel solco della storiografia laica che, senza tentennamenti e senza vile opportunismo, sostiene l’esigenza (giuridica e morale) di abolire tutti i concordati in quanto fonte di inammissibili privilegi a favore di una parte del popolo. Privilegi vietati dalla Carta costituzionale. Mariannina Sponzilli AFORISMI L’autore di questo pregevole libro é l’avv. Bruno Segre, direttore del periodico “L’Incontro”, fondato nel 1949 a Torino (via Consolata 11). Ne consigliamo a tutti la lettura perché possiede una valenza altamente educativa. Nella presenrazione l’Autore, tra l’altro, scrive: “Queste massime di saggezza esprimono un messaggio culturale che offre in una piacevole lettura spunti di riflessione...Gli indici per argomento e per autore agevoleranno la ricerca...Una piacevole fatica che dura da oltre mezzo secolo”. La bella copertina é stata realizzata da Nico Ivaldi. Per ulteriori informazioni rivolgersi al tel 011.5212000. “L’ALTER EGO” La scrittrice Valeria Lepri con il suo nuovo romanzo, “L’Alter Ego”, questa volta ci coinvolge in una storia profonda e intrigante, che analizza la realtà della vita e penetra l’animo umano in una ricerca in cui nulla è causale. Durante la calura estiva, vicino ad un piccolo centro abitato, lungo una strada polverosa di campagna, un’automobile in velocità investe un passante. L’uomo, gravemente ferito, privo di documenti, viene ricoverato nell’ospedale della provincia, in stato di coma e privo di memoria. Dalle indagini dei carabinieri l’incidente risulta essere un tentato omicidio, che dà seguito ad una intricata inchiesta dai sorprendenti e inattesi risvolti. I personaggi s’intrecciano sul filo della narrazione, con ambiguità e apparenti contraddizioni, lasciando sospeso il lettore tra mistero, avventura e realtà. Si rivelano vocazioni, sofferenze radicate nel tempo e segrete vicende di dispersi nuclei familiari. La figura femminile, quasi evanescente, all’inizio appena delineata, incombe sul protagonista e si impone in tutta la sua personalità e concretezza. L’amore rischiara e vivifica la narrazione, dando luce al volto dei protagonisti, senso e valore al dialogo. Si tratta di un romanzo complesso e profondo nell’armonia di un disegno variegato, che si rivela a sorpresa. La trama, tinteggiata di giallo, nei suoi risvolti psicologici, morali, sentimentali, alterna alle tonalità cupe e misteriose sprazzi di luce e di serenità in un disegno d’insieme intensamente significativo Angela Abozzi UN ROMANZO DI SICURO SUCCESSO: “LE VERITÀ INATTESE” Una bella e avvincente storia, con cui Giuseppe Marletta, validissimo Maggiore della Benemerita, già cimentatosi con altro romanzo di successo, ha voluto dare continuità al suo amore per l’Arma, quella che opera nei piccoli centri dove svolge un’insostituibile funzione sociale. Quindi, una vicenda che si snoda attraverso l’esistenza e l’impegno di sei Carabinieri di una Stazione di un immaginario piccolo paese della Sicilia dove Attilio Franz Guarino, giovanissimo Carabiniere ausiliario, originario del Parmense, vi giunge spaesato e impaurito; un ambito in cui si troverà, suo malgrado, a operare in un intricato susseguirsi di eventi. Possiamo sostenere che l'autore ha molto bene onorato le linee guida che devono informare l'attività di un bravo scrittore, e cioè seguire le regole di disciplina e rigore; infatti, lo scrivere richiede lavoro costante e un grande impegno mentale che diventa anche fisico quando si affronta un testo di circa 450 pagine, e questo per assicurare il mantenimento del ritmo, dello stile e del linguaggio. La vicenda, oltremodo drammatica, spazia dalla provincia catanese fino in Svizzera per poi tornarvi, abbracciando realtà lontane tra loro che poi si intrecciano, e questo con l'aggiunta di tematiche sociali molto delicate tra cui l’arretratezza e la durezza della condizione isolana dell'epoca, l’abbandono dell’agricoltura e l'emigrazione, la devastazione dell’ambiente attuata in nome dell’industrializzazione selvaggia ed infine la violenza sulle donne; una interessante girandola di situazioni, quindi, in cui scorgiamo vari temi e dove prevalgono i sentimenti forti, quali l’amore passionale, il fortissimo legame tra genitori e figli, la grande dignità nella disperazione intimamente vissuta e sofferta. Viene poi dato grande spazio all'approfondimento psicologico, allo studio delle emozioni, degli stati d’animo e dei travagli interiori; il tutto con un finale sorprendente, in un libro da leggere dalla prima pagina all'ultima tutto d’un fiato. Raffaele Vacca IL RAGAZZO SCOMPARSO (racconto) Regina seppe di quel fatto che era successo, cioè, del ragazzo scomparso al suo rientro in città, dopo parecchi anni di assenza. In un primo momento, non ci aveva fatto caso, d’altronde non ne aveva avuto Il tempo, tutta compresa dagli scatoloni da aprire e la casa nuova da completare e avviare. Ora negli ultimi giorni, invece, la cosa era venuta fuori, per la morte di un parente di quella persona scomparsa, senza alcun motivo, di cui non si aveva più notizie. Lo scomparso era bello, buono, di ottima famiglia lavoratore. La famiglia era impazzita per fare ricerche ed avere notizie, nulla fino allora, la famiglia non aveva saputo più niente. Scomparso nel nulla. Il ragazzo era partito per un lungo viaggio e non era più tornato. Regina aveva conosciuto tutte le persone della sua famiglia: tutti belli e molto ricchi. Le donne rincorrevano Tommy, quello deceduto da poco, poiché era bello, bruno con grandi occhi espressivi e una splendida auto color argento. Si era sposato con una bravissima ragazza di buona famiglia ma il matrimonio non era stato molto felice. Il suo cuore infine, aveva ceduto. Famiglia, veramente un po' sfortunata, con tutte quelle disgrazie, pensava Regina. Si ricordava questo Tommy perché una volta aveva portato a casa sua per farglielo conoscere, un cantante della loro terra; allora, agli inizi della carriera, oggi forse uno dei più grandi e famosi nel mondo per la musica leggera. Quando il giovane cantò, si sentì per tutto il palazzo, per poco non crollarono i muri per la potenza della sua estensione vocale. Ora Regina, alla notizia della morte di quella persona, ne era rimasta addolorata per lui, ma soprattutto per i familiari, che lei aveva conosciuto tanti anni prima. Angela Libertini L’ESTINZIONE DEL BUON ELOQUIO Secondo uno studio condotto da Google su un database di parole estratte da 5 milioni di libri pubblicati in tutto il mondo tra il 1500 e il 2008 si è scoperto come alcune parole siano lentamente state dimenticate e altre si siano invece imposte nel linguaggio comune. La ricerca, pubblicata dal Wall Street Journal in un articolo dal titolo “What words tell us” (Cosa le parole raccontano di noi), restituisce l’istantanea di una società individualista, competitiva e poco educata in cui parole come famiglia, collettivo, tribù, sono lentamente sfumate e sostituite da “mio”, “personalizzata” oltre a inglesismi performanti. Usando un immaginario contaparole durante le nostre conversazioni quotidiane potremmo probabilmente mettere al primo posto la parola “io” (incipit di molte conversazioni), seguita da avverbi perentori come “assolutamente” (sì e no, vale in ogni direzione). Con il risultato di rimanere sorpresi quando ci imbattiamo in parole come “compassione”, “gratitudine”, “cortesia” e “umiltà” poichè pare, sempre stando alla ricerca, che dietro alla scomparsa di alcuni termini e delle formule cortesi, “che fanno l’eloquio tanto azzimato”, ci sia una logica efficientista. Al punto che anche l’uso di parole sconvenienti può diventare un modo molto più incisivo di esprimersi. Già nel 2010 lo Zingarelli denunciava l’estinzione di quasi 2.800 lemmi delle 120 mila parole presenti nel dizionario. Agiato, madido, ineffabile, ceruleo, blando sono parole che potenzialmente potrebbero ancora essere in uso, ma di fatto stanno diventando desuete e rischiano seriamente di andare perdute in favore di un linguaggio opportunista, figlio dei tempi. Cristina Canci BUGANZA, “EL MALECÒN” Le Edizioni La Fiaccola, via Tommaso Fazello 133, 96017 Noto (Siracusa), hanno pubblicato un interessante libro di Gianni Buganza, intitolato “El Malecòn” (Tredici notturni ospedalieri). Sulla quarta di copertina si legge “...tredici urli disarticolati, tredici pugni nello stomaco...su ciò che non si dice dell’universo ospedaliero italiano e del meraviglioso nord-est...” Nel villaggio dell’eterna sinagoga, con l’Entità e le spie del Vaticano, non mancano gli ospedali come quello ove lavora l’Autoreprete, dall’assistenzialismo predominante per la sistemazione di giovincelli e giovincelle provenienti da varie parti della Terra, per diritti umani anche nelle corsie ospedaliere, tra ansie e follie dei tecnici della teocrazia (...che gestisce soldi, polizze assicurative, borse di studio, programmazioni ipotetiche degli oligarchi). Tante disgrazie e inutili spese per ripetitive diaspore nei continenti. Mariannina Sponzilli “VERSETTI SATANICI” Ad assicurare la fama di un libro a volte non basta un’alta qualità letteraria o una buona pubblicità. Uno scandalo in cui si trovi coinvolto lo scrittore o una critica rivolta al suo libro hanno spesso il risultato opposto: rendere famosa la sua opera letteraria. Salman Rushdie, William Nygaard, Ettore Capriolo e Hitoshi Igarashi sono nomi riuniti sotto la storia di un unico libro: “I versi satanici”. Il romanzo fu scritto nel 1988 da Rushdie, famoso scrittore indiano proveniente da una famiglia musulmana, ispirandosi ai versetti di una sura coranica. Accusato di blasfemia da una Fatwa (una sorta di sentenza emessa da un tribunale islamico) e condannato a morte dal regime integralista di Komeini, Rushdie fu costretto a fuggire nel Regno Unito. La Fatwa, rinnovata il 17 febbraio del 2008, coinvolse anche alcuni editori del libro: Hitoshi Igarashi, l’editore che pubblicò la traduzione giapponese dell’opera di Rushdie, venne ucciso a Tokyo il 12 luglio 1991 da un fanatico integralista. Nello stesso anno anche l’editore italiano, Ettore Caprioli, venne ferito con un coltello a Milano il 3 luglio 1991, mentre due anni dopo fu l’editore norvegese, Nygaard, a essere a sua volta ferito con un’arma da fuoco. A scatenare la Fatwa e la rabbia degli integralisti fu il fatto che lo scrittore si è ispirato a un aspetto reale (anche se non accettato da tutto l’islam) della teologia islamica. Agli inizi della sua predicazione monoteista, il profeta Muhammad si trovava nella delicata posizione di riunire e convertire molte tribù preislamiche politeiste. In un discorso alla Mecca in presenza dei quraysciti, tribù araba della Mecca la cui adesione all’islam era ancora incerta, il Profeta recitò i versetti “Avete visto àlLat e àl’Uzza e Manàt la terza? Sono degli esseri celesti e la loro intercessione è desiderabile” . I quraysciti si prostrarono soddisfatti, credendo che Muhammad si fosse finalmente deciso a un compromesso con la loro fede politeista che venerava le tre divinità (presenti anche nella mitologia ariana). Mentre àlLat è il femminile di Allah-Dio, e rappresenta il sole pagano, àl’Uzza (deriva da à’azz, potentissimo) e indicava la luna, e Manàt (il destino, divinità già presente negli antichi popoli semitici) era identificata con Venere. Secondo alcuni esegeti islamici, le frasi andrebbero intese in senso interrogativo: “Sono esseri celesti? La loro intercessione è desiderabile?”. Comunque sia, il Profeta si riprese già il giorno dopo, ammettendo che i versetti gli erano stati sussurrati nell’orecchio sinistro, e non nel destro come faceva di solito l’arcangelo Gabriele nel rivelargli la parola divina. Quindi tali versetti dovevano per forza essere di origine satanica. Emiliano Federico Caruso (segue da pag. 1) Una valanga di “secondo me”. E L’ECO RISPOSE Con E l’eco rispose Khaled Hossein ci regala un altro fantastico viaggio attraverso il tempo in un Afganistan dalla storia travagliata, come lo è quella dei suoi abitanti. Il filo conduttore è la storia di due fratelli, Pari che viene venduta dal padre a soli tre anni e la cui vita è segnata dal vuoto di un passato dimenticato, e Abdullah che non può dimenticare la sorella tanto amata. Ma questi sono solo due dei molti personaggi, il romanzo – pur inserendosi nel solco già tracciato da Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli - rispetto alle opere precedenti ha una trama più complicata, il risultato è una somma di diverse biografie, e forse in parte ci sono dei contenuti autobiografici: sono curiose infatti le affinità tra uno dei personaggi, medico figlio di un diplomatico trasferito negli stati uniti, e l’autore. Non sono uno sfondo ma parte integrante della trama le diverse vite i cui destini si intrecciano, persone che amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano a vicenda, attraverso diverse generazioni e continenti, percorrendo sessant’anni di storia afgana e non solo. La storia di questo amore fraterno colpisce ed emoziona il lettore, anche se la trama un po’ “saltellante” devo dire che non mi ha fatto venire il groppo in gola, o almeno non mi è durato molte pagine... Mi ha invece lasciato l’amaro in bocca sapere che, come spesso succede nella vita, quando “l’eco risponde” per qualcuno è forse troppo tardi. Maria Rosa Laria EVENTO CULTURALE La Casa Editrice G.E.I. Gruppo Editoriale Idea Via Pietro Mascagni, 154 - 00199 Roma Sito: www.geiedit.com Email:[email protected] Info: 339.5392130 Nel mese di Settembre 2013, La Casa Editrice G.E.I. Gruppo Editoriale Idea, Via Pietro Mascagni, 154 - 00199 Roma info: 339.5392130 Sito: www.geiedit.com E mail:[email protected] presenta il libro “Micol”, della Scrittrice Ida Di Nola. Questo interessante racconto ha ispirato un’Opera musicale. Dopo il successo dei suoi precedenti libri di narrativa, Didi racconta - E finì quell’estate - Il profumo della fantasia - Anna e Giacomo - Come per incanto - Navigando nei ricordi - Ida Di Nola oggi esce alle stampe con Micol, interessante racconto che ha ispirato un’Opera musicale. Micol e Andrea si conoscevano da bambini. Il crescere insieme aveva creato un forte legame ed entrambi sentivano che questo sentimento nella loro vita sarebbe durato per sempre. C’era una sola discordanza tra loro: Micol era ebrea e Andrea cattolico. Tante volte ne avevano parlato e riso, sempre pensando che il loro unico neo poteva essere che Micol il sabato sarebbe andata al Tempio e Andrea la domenica in Chiesa. Non consideravano un problema il loro matrimonio e i figli che sarebbero venuti da questa disunione così profonda. C’era il l’amore e questo bastava. Ma non era così... Il loro grande amore fu interrotto dalle leggi razziali dei nazisti il 5 ottobre 1943. Auguro alla valida e sensibile Scrittrice il meritato successo. Antonella Scelsa Capasso Torre di Caprara LA RETE STA CRESCENDO MA LA CARTA STAMPATA RESISTE Quasi il 55% degli italiani non legge più un libro dopo le scuole dell’obbligo. Anche per il restante 45% le cose non vanno meglio, con un’alta percentuale di persone che leggono un solo libro nell’arco di 5-6 mesi. Questa crisi di lettura, una delle piaghe del nostro paese, coinvolge anche i giornali nazionali, che negli ultimi tempi hanno registrato un notevole calo delle vendite: dal “Corriere della sera”, da sempre ammiraglia della diffusione sul territorio italiano, giunto ormai a una (comunque dignitosa) tiratura di poco più di 600.000 copie, a fronte di un venduto di 440.000 (dalla tiratura bisogna infatti togliere i “resi”, ovvero le copie rimaste invendute), passando per “La gazzetta dello sport”, con poco meno di mezzo milione di copie di tiratura e circa 350.000 vendute (ormai lo sport in Italia rende più di cronaca e ricerca scientifica messi insieme), fino a “L’Unità”, fanalino di coda con poco meno di 100.000 copie stampate, di cui circa un terzo vendute. I dati sono da prendersi in modo generico: molte singole copie vengono lette da più di una persona, a tutti noi è capitata la classica frase “Appena hai finito di leggerlo me lo passi?”. Ma rimangono numeri molto bassi, soprattutto se confrontati con una popolazione in Italia di 60 milioni di abitanti (dai quali bisogna ovviamente escludere i bambini, che non sanno ancora leggere, e gli individui che non sono interessati a nessun genere di lettura) e potrebbero far pensare a una grande crisi del settore. Ma, anche se rimane certo che gli italiani leggono pochissimo e si informano ancora meno, dietro questi numeri a prima vista scoraggianti si cela una realtà più complessa e incoraggiante: internet. Molte testate giornalistiche italiane, alle quali bisogna aggiungere i numerosi, e spesso ben riusciti, blog di informazione, hanno ormai la loro versione online. I vantaggi del giornalismo online sono numerosi: zero costi di stampa, anche se rimangono quelli per la gestione del sito e per il personale (comunque ammortizzate dagli introiti pubblicitari), velocità di diffusione, la diffusione vastissima tra i lettori, grazie a computer, palmari e cellulari connessi, e un’eccellente multimedialità. L’utilizzo della Rete permette infatti di passare velocemente dalla notizia scritta al video collegato, dall’archivio fotografico ai numerosi rimandi e approfondimenti. Opzioni impossibili nella versione cartacea (la quale ha dalla sua la maneggevolezza, la trasportabilità e la sensazione “fisica” di un quotidiano stampato o di un libro). Rimane il rischio della diffusione di notizie errate o false. Come tutte le cose vaste e complesse, quindi, la Rete è uno strumento molto potente per la diffusione di informazioni, notizie, cultura e idee, ma necessita di senso critico e prudenza da parte dell’utente, per distinguere il dato certo dalla falsità, ma di certo non rappresenta quella morte del giornalismo che molti temevano, anzi ne diventa la naturale evoluzione. Abbiamo una crisi della stampa, forse, ma di sicuro non una crisi della notizia. Emiliano Federico Caruso portano quindi anche le opinioni politiche. Ogni essere umano, in base all’età, al sesso e alla personale esperienza, stabilisce ciò che è giusto oppure no, ciò che non si fa o andrebbe fatto, a partire dalle proprie convinzioni e dai propri interessi. È chiaro che in tutto ciò non vi è nulla di illecito. È normale e perfino democratico che ogni essere umano possa esternare il proprio pensiero. Anche se poi tutti questi pensieri, espressi a ruota libera, fanno sì che una varietà di opinioni, per lo più contrastanti, possono generare in chi le ascolta confusione e disorientamento. Oggi molto si afferma o si smarrisce in una fitta giungla di “secondo me”. Ogni individuo propone qualcosa che gli sembra importante mentre per altri non è significativo. E troppo spesso il mondo resta quello che è una foresta di voci dove le proposte somigliano spesso a un ginepraio e a un luogo dove l’uomo rischia di perdersi come di fronte a un’autentica torre di Babele. L’argomento è immenso ma mi fermo con un piccolo esempio. Prendiamo due schieramenti e chiamiamoli per comodità di destra e di sinistra. Pensiamo di avere di fronte un ponte rotto da ricostruire. Che senso ha chiamarsi destra o sinistra? Il problema è un altro:è il ponte che occorre riparare. E questa è la cosa più importante al di là di qualsiasi schieramento partitico, di qualsiasi ricetta. Siamo tutti immersi o addirittura sommersi da una quantità enorme di “dichiarazioni” che ormai coprono il mondo attraverso i giornali, i canali televisivi, attraverso il webv e la rete mediatica. Tutto ciò dovrebbe fornire al cittadino medio, per capire meglio. Perchè i problemi esistono e sono tanti:non possiamo nasconderceli dietro un dito. Esistono da sempre e non da adesso: l’individualismo spinto e la corruzione, il male, il pressapochismo e la volgarità. E purtroppo non a tutto si può rimediare rifugiandoci in un comodo “secondo me”. Io resto convinto, avendo molto e a lungo viaggiato, che il mondo non sia sempre e solo un inferno come a volte ci appare o viene rappresentato. Pur con le sue contraddizioni, credo invece che sia migliore di come molti analisti lo descrivono e lo dipingono. David Grossman ha detto una cosa semplice: “Non bisogna mai rinunciare alla speranza”. E un amico poeta Ugo Fasolo, inizia una delle sue poesie con un verso che a me pare bellissimo: “La speranza ciorreva un grande prato”. Raffaele Cecconi L’ATTUALITÀ, pag. 8 TEATRO E MEDICINA N. 9. SETTEMBRE 2013 RIMINI CITTÀ MODELLO È Rimini la città che guida l’onda verde. Dopo un collaudo di circa sei mesi è entrato in funzione il biodigestore anaerobico che potrebbe portare la città emiliana ai primi posti nelle classifiche europee. “Se l‘Emilia Romagna fosse uno Stato, adesso sarebbe al quinto posto in Europa per la raccolta dei rifiuti. La differenziata supera il 50%, e di questo il 93,4% riesce a essere riciclato. Sono risultati che si vedono solo nell’olimpo di Paesi virtuosi come Austria, Belgio, Danimarca e Germania” commenta con orgoglio Enrico Piraccini, responsabile degli impianti di compostaggio e digestione , durante la presentazione. Il biodigestore si trova nell’impianto di compostaggio di Cà Baldacci ed è stato completamente rinnovato grazie ad un investimento di circa 10 milioni di euro che permette di trasformare i rifiuti organici in fertilizzanti naturali ed energia. «I nuovi processi» spiega il presidente del Gruppo Hera a Monaco di Baviera, Filippo Brandolini, «consentono di valorizzare al massimo la frazione organica della raccolta differenziata, permettendoci, senza bruciare nulla, di ottenere ogni anno 8 mila Mwh di energia rinnovabile. E di migliorare la qualità del compost rispetto a quello prodotto con il metodo tradizionale». Il nuovo modo di riciclare ha tre punti principali: fermentazione a secco, digestione anaerobica, energia fertile. La fermentazione (batch dry fermentation) avviene senza ossigeno, all’interno di celle di cemento armato con procedimenti di trasformazione simili alla masticazione e digestione negli esseri viventi. Durante la digestione anaerobica «I rifiuti vengono prima tritati e poi lasciati fermentare al buio per 30 giorni a 37 gradi. Si tratta, infatti, di un ambiente ideale per la formazione dei batteri» descrive Piraccini. La digestione genera gas (metano 60%) che favoriscono la produzione di energia fertile. Piraccini spiega che «Il biogas viene trasformato in energia elettrica grazie a motori per la cogenerazione. Un altro risparmio visto che in questo modo alimentiamo anche le celle». Conclude affermando che “ inoltre si produce energia elettrica potenzialmente per il fabbisogno di circa 9 mila persone”. Dunque possiamo dire addio ai vecchi termovalorizzatori ed anche ai cattivi odori: «Con i nuovi procedimenti» spiega Piraccini, «abbiamo eliminato completamente le esalazioni puzzolenti. Un punto importante visto gli scontri sul tema con i vari comitati di residenti della zona». Maddalena Barba UN GENE CHE ELIMINA IL COLESTEROLO Molte persone sono seriamente preoccupate per avere un’alta percentuale di colesterolo Ldl, considerato cattivo, perchè comporta gravi conseguenze. Ora ha suscitato tanto entusiasmo in questi pazienti l’apprendere che la scienza abbia constatato con specifici studi che chi fortunatamente sia in possesso della forma mutata del gene PCSK9 abbia un colesterolo cattivo, cioè Ldl, invidiabilmente di tasso basso. Di questi fortunati i ricercatori citano una donna afroamericana di 40 anni, Tracy Sharlayne, che è divenuta presso l’Università del Texas una celebrità per genetisti e medici, perchè i livelli del suo colesterolo Ldl sono di 14 milligrammi per decilitro, mentre la soglia per essere ideale dovrebbe essere sotto i 100. Tracy e un gruppo di persone, che hanno ereditato la stessa mutazione, il rischio di serie malattie cardiovascolari è, secondo i ricercatori, del 90% in meno rispetto al resto della popolazione. Questo gene PCSK9 nella forma normale ha uno specifico ruolo-chiave nel regolare il colesterolo cattivo, cioè Ldl, nella forma mutata ne causa invece una spettacolare riduzione. Affermano i ricercatori che con tale gene si possa ridurre il colesterolo Ldl anche del 70%. Finora per abbassare il colesterolo i pazienti assumono le statine e per molti di loro gli effetti collaterali sono davvero dannosi. Questi PCSK9 sarà in prospettiva il medicinale più efficace e sicuro per abbassare il colesterolo Ldl, perciò è davvero allettante e sarà considerato la futura pillola allungavita. Il colesterolo Ldl è formato da lipoproteine a bassa densità, che trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti,favorendo la formazione di placche aterosclerotiche. La soglia ideale sarebbe i 100 milligrammi per ogni decilitro di sangue. Il colesterolo buono, Hdl, è costituito da lipoproteine ad alta densità, che preleva il colesterolo dai tessuti portandolo al fegato, ostacolando la formazione delle placche aterosclerotiche. La soglia ideale sarebbe oltre 60 milligrammi per ogni decilitro di sangue. In attesa di questa futura pillola allunga-vita i ricercatori consigliano ai pazienti di camminare ogni giorno a ritmo sostenuto, perchè si abbassa il rischio colesterolo del 7%. Mario Coletti AUMENTA LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE In questo periodo si accentua sempre più la violenza nei confronti delle donne, che si sta radicando, purtroppo, nella nostra società e spesso nella forma estrema, cioè omicidio. Ci si domanda cosa si nasconda dietro la violenza contro le donne molto diffusa e dolorosamente taciuta e nascosta La donna, oggetto di violenza all’interno della famiglia, tende a proporre ai figli un modello relazionale, che rischia di essere replicato e generare nuova violenza. Il concetto di violenza sulle donne si può ricondurre all’esercizio di una forma di potere e controllo espresso tramite atti o minacce di sopruso psicologico, fisico, sessuale, economico o persecutorio, cioè lo stalking, allo scopo d’imporre alle donne una condizione d’inferiorità nei rapporti privati di coppia o di famiglia e pubblici, cioè nel campo del lavoro, della scuola e nella collettività. La violenza è ogni atto che comporti aggressione, ma anche l’isolamento in casa, gl’insulti, il ricatto, le urla nei confronti della persona o dei suoi cari, i comportamenti dispregiativi e denigratori, critiche avvilenti, rimproveri continui, la limitazione della libertà personale, controllo sulle azioni e sui pensieri, imporre ostacoli al perseguimento di precisi obiettivi come il lavoro. Quando la donna subisce violenza il primo, delicato e necessario passo da compiere è chiedere aiuto alle istituzioni, ai servizi sociali comunali. Quale esempio di donna, che ha subito violenza, citiamo Vanessa Villani di Ferentino, che fu ridotta in fin di vita per essere stata presa a bastonate dal marito mentre dormiva. È stata curata bene presso l’ospedale “Unberto I” di Roma per 40 giorni per aver riportato il coma farmacologico. Dice con fermezza Vanessa Villani: “Voglio mandare un messaggio a tutte le donne, che si trovano nella mia condizione, cioè di denunciare senza tentennamenti la violenza subita”. Ci auguriamo che sin dall’asilo si faccia capire che la violenza di ogni tipo va bandita e che bisogna sempre rispettare la libertà altrui. Infine, citando Emmanuel Kant, va tenuto presente che “la libertà vuol dire fare ciò che si deve e non ciò che si vuole”. Mario Coletti L’UOMO CHE INVENTÒ IL TELEFONO Tutti sanno che per tanto tempo è stato ritenuto quale inventore del telefono l’americano A.G. Bell, che presentò il relativo brevetto nel 1876. L’Ing. Basilio Catania, dopo ben 15 anni di studi e di ricerche sull’opera di Antonio Meucci, è riuscito a convincere gli statunitensi che il vero inventore del telefono sia stato l’italiano Antonio Meucci, nato a Firenze nel 1808 e morto a New York nel 1889, all’età di 81 anni. L’Ing. Catania influenzò il Congresso USA con prove certe, come il brevetto dell’invenzione del telefono presentato all’ufficio competente dal Meucci nel 1971, 5 anni prima di Bell, che non fu, purtroppo rinnovato annualmente dal Meucci per mancanza di mezzi finanziari. Il Ministero delle Comunicazioni italiano emise, quando il Congresso USA riconobbe Meucci quale unico inventore del telefono, un apposito foglietto filatelico a ricordo del grande inventore italiano e anche a ricordo della tenace e determinante iniziativa dell’Ing. Basilio Catania, che è stato nominato “Vindicator” di Meucci. Il suddetto Ingegnere, morto recentemente, è stato Direttore del CSELTCentro Studi e Laboratori di Telecomunicazioni di Torino. Verso gli anni 80 partirono i primi esperimenti, su licenza dell’americana Corning Glass, per la costruzione, l’installazione e l’integrazione con la rete in rame delle fibre ottiche. Il C.S.E.L.T. è stato sempre all’avanguardia per gli studi sulla sintesi vocale, cioè quel sistema per cui molte segreterie telefoniche ed altri apparati riconoscono anche i comandi vocali. Negli anni 90 l’Ing. Catania ebbe l’incarico dalla STET di continuare le sue ricerche su Meucci e per questo scopo trascorse vari anni negli U.S.A., dove riuscì a convincere con varie prove il mondo scientifico americano che Meucci sia stato il vero inventore del telefono. Meucci aveva intuito, dieci anni prima di Pupin, che occorreva proteggere i cavi per evitare fenomeni d’induzione, che dieci anni dopo è stata definita “pupinizzazione”. Nonostante il Congresso americano abbia riconosciuto che l’inventore del telefono sia il fiorentino Antonio Meucci i Paesi anglosassoni sono ancora convinti che l’inventore del telefono sia stato Bell. Mario Coletti L’ORECCHIO DI DIONISO ALCUNE NOTE SULLA “DIVINA COMMEDIA” CREDERE PER ESSERE (a cura di Franco Vivona) LA NUOVA STAGIONE DEL TEATRO GOLDEN La quarta stagione che il Teatro Golden di Roma presenta agli abbonati e al pubblico: ancora una volta sono tanti gli attori e le attrici, che saliranno sul palcoscenico e tanti gli spettacoli e le commedie che all’insegna del divertimento, dell’umorismo e del buon umore saranno messi in scena. Spettacoli nuovi, inediti, quasi tutti prodotti e targati Andrea Maia- Teatro Golden pensati e realizzati con un’attenzione particolare, per il teatro e per il pubblico che segue sempre attento, affettuoso ed entusiasta. Si parte il 1 ottobre con la commedia scritta dal team Augusto e Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli per la regia di Augusto Fornari “L’arte della truffa” interpretata da Gianni Ferreri, Giancarlo Ratti, Sergio Solli e Barbara Pieruccetti. A seguire, il 22 ottobre, Giampaolo Morelli, l’ispettore Coliandro di Rai 2, sarà il protagonista con un cast di altri 4 attori, della commedia “Chiodo fisso” scritta insieme a Gianluca Ansanelli che cura anche la regia. Il 12 novembre debutta una coppia inedita composta da due bravissimi interpreti Michela Andreozzi e Roberto Ciufoli in “Diversamente Giovani” di Luca Manzi e della stessa Andreozzi. Dal 3 dicembre Toni Fornari, Emnuela e Stefano Fresi, che compongono lo strepitoso gruppo de “I Favetes Lingus” portano in scena “Cetra una volta” e rendono omaggio al Quartetto Cetra riproponendo il loro stile comico-parodistico. Michele La Ginestra porta in scena dal 7 gennaio “Garbatella Football club” scritto insieme ad Adriano Bennicelli e diretto da Roberto Marafante. Con onore ed orgoglio il teatro Golden presenta il suo ultimo spettacolo in abbonamento, dal 18 marzo, che vede alla regia il grande maestro Gigi Proietti che nella commedia “Remember me?” di Sam Brobrick dirige due interpreti d’eccezione come Sebastiano Somma e Sandra Collodel. Il teatro Golden sarà la sede dal 27 al 29 settembre della prima edizione italiana del Roma Web Fest. Un appuntamento che sarà il punto d’incontro dei principali video maker nazionali ed esteri. Saranno proiettate le web series finaliste, intervistati gli attori. Workshop. Eventi, convegni, pitching, dibattiti e premiazioni animeranno i vari momenti di queste tre giornate. LE MASCHERE DEL TEATRO ITALIANO Alla fine di giugno al Teatro Quirinetta di Roma una giuria di esperti ha scelto le terne finaliste della terza edizione del Premio Le Maschere del teatro italiano. Anche quest’anno il premio è stato organizzato dal Napoli Teatro Festival Italia in collaborazione con l’Agis. L’iniziativa prosegue la tradizione dei Premi Eti Gli Olimpici del Teatro creati nel 2002 da Luca De Fusco (direttore del Napoli Teatro Festival Italia) e dal giornalista Maurizio Giammusso con l’idea di creare un premio che potesse rappresentare tutto il teatro italiano nella ricchezza delle sue esperienze, nella varietà delle sue anime produttive, culturali e regionali. La giuria presieduta da Gianni Letta, che è da sempre Presidente del Premio, quest’anno è stata composta da Caterina Miraglia, presidente Fondazione Campania dei Festival, Giancarlo Leone, Giulio Baffi, Marco Balsamo, Marco Bernardi, Emilia Costantini, Masolino D’Amico, Alberto Francesconi, Maria Rosaria Gianni, Enrico Groppali, e Sergio Lo Gatto. Dopo la discussione pubblica è stato deciso che quest’anno si contenderanno i premi: migliore spettacolo di prosa: Le voci di dentro, regia di Toni Servillo, Dopo la battaglia di Pippo Delbono, La coscienza di Zeno, regia di Maurizio Scaparro; migliore regista Toni Servillo per Le voci di dentro, Luca Zingaretti per La torre d’avorio, Maurizio Scaparro per La coscienza di Zeno; migliore attrice protagonista sarà scelta tra Pamela Villoresi per Memorie di una schiava, Manuela Mandracchia per John Gabriel Borkman, Sara Bertelà per lo spettacolo Exit; migliore attore protagonista sarà scelto tra Toni Servillo per Le voci di dentro, Mariano Rigillo per Erano tutti miei figli, Filippo Dini per Il discorso del re. migliore attrice non protagonista Chiara Baffi per Le voci di dentro, Alvia Reale per Il panico, Anna Teresa Rossini per Erano tutti figli miei; attore non protagonista Peppe Servillo per lo spettacolo Le voci di dentro, Leandro Amato per C’è del pianto in queste lacrime, Ernesto Lama per Viviani Varietà; interprete di monologo sono entrati in terna Maria Paiato per Anna Cappelli, Sabrina Impacciatore per E’ stato così, Michela Cescon per Leonilde, storia normale di una donna eccezionale autore di novità italiana Valeria Parrella per lo spettacolo Antigone, Mattia Torre per Qui e ora, Fausto Paravidino per Exit. autore di musiche l’israeliano Ran Bagno per lo spettacolo Antigone, Nicola Piovani per La serata a Colono e Pasquale Scialò per Viviani Varietà. miglior scenografo sarà poi scelto tra Simone Mannino e Simona Damico per C’è del pianto in queste lacrime, Claude Santerre per Dopo la battaglia, Massimiliano Nocente per Il discorso del re, migliore costumista tra Catherine Rankl per lo spettacolo La scuola delle mogli, Simone Mannino e Simona Damico per C’è del pianto in queste lacrime, Antonella Cannarozzi per Un interessante saggio su Dante mi ha spinto a rispolverare appunti scolastici sulle opere del Sommo Poeta: sento ora profondamente il desiderio di rileggere e di aggiornare alcune riflessioni dettate a suo tempo dallo studio della “Divina Commedia”. Inizialmente chiamata “Comedia”, venne completata, quasi due secoli più tardi, con l’aggettivo “Divina”, dal veneziano Ludovico Dolce (1555), poligrafo italiano, autore di numerose edizioni di classici, traduzioni dal latino, poemi epici, commedie e tragedie di gusto filosofico-senechiano, spesso influenzate da una semplice vena comica. La lettera di Dante a Cangrande Della Scala, massimo esponente di una nobile famiglia veneta, rappresentante del ghibellinismo veneto, chiarisce il titolo dell’opera, giustificato, in ossequio alle virtù della retorica medievale, da motivazioni e dogmi stilistici, ma soprattutto dalla descrizione dell’inizio dell’opera stessa, nonché nei relativi brani introdotti da una visione cupa ed amara di alcune realtà. Nella lettera, Dante confessa una priorità stilistica ed oratoria verso indirizzi di insegnamento dottrinale e morale, posti all’origine del suo capolavoro, nonché le ragioni che lo spinsero a scrivere in lingua italiana (di certo quella corrente dell’epoca), ritenuto il mezzo più popolare per avvicinare il pubblico ed il lettore. La rappresentazione in note fantastiche del viaggio ultraterreno (ipotizzato nella settimana di Pasqua del 1300, anno del Giubileo del Papa Bonifacio VIII), e della visione dell’oltretomba, lascia trapelare le sfumature di una esperienza di liberazione dal peccato, sottoposta ad una forte rielaborazione etica applicata al gioco delle allegorie e delle immagini. L’idea del viaggio oltretomba e le figurazioni fantastiche dall’aldilà, trovano fondamento nella letteratura classica e medievale (notiamo sulla tesi opere di numerosi scrittori e filosofi), ma la affascinante fantasia dantesca allontana il convincimento che tali precedenti possano costituire le fonti del suo lavoro. Il gioco dei parallelismi, delle simmetrie, delle allegorie, descritti nel lavoro, mostrano la ricerca del gusto e dell’intellettualismo medievali, presenti in molti passaggi e aspetti espressivi del poema. La struttura del poema evidenza e sostiene l’immaginazione mirabile del Poeta, lo accompagna nella descrizione variopinta delle pene, dei luoghi e dei paesaggi attraversati nel tortuoso cammino ultraterreno, nelle improvvise ed alternanti apparizioni di personaggi, che tra la folla dei peccatori si trovano a dialogare con Dante, spesso avvinto e trascinato dalle loro personali passioni. Si può ben sostenere che se l’Inferno è certamente la Cantica più drammatica e movimentata, il Purgatorio viene rappresentato da Dante come il solo e unico regno d’oltretomba non eterno. Nella Cantica sovrastano e predominano i toni elegiaci, il panorama tenue e sfumato della mestizia e del dolore. Dal coro dolente e sospiroso dei peccatori non emergono più gli opachi, incolori simboli della disperazione perenne, ma più spietatamente le rassegnate e velate creature che il Poeta tratteggia, forse anche affettuosamente, riportando una più naturale e composta aderenza alla realtà. Nell’atmosfera immateriale del Paradiso, infine, si vanno attenuando, tra visioni ineffabili ed estatici rapimenti, risvolti tumultuosi della natura umana, mentre sembra imporsi il coerente ed intrinseco riconoscimento della suggestiva, suprema validità delle passioni e dei sentimenti di umanità. Il Paradiso è la Cantica dedicata a Beatrice, ma è anche la Cantica del riscatto del Poeta. Il suo destino personale che si confronta e si contrappone, nei tre regni spiritualmente sovrumani, alle incantevoli vicende dei numerosi e vari personaggi, raggiunge infatti la “catarsi”, ovvero la “purificazione”. Al Poeta, vittima delle ingiustizie e dei disordini intimi degli uomini, è affidato il compito di rivelare le verità divine e la futura auspicabile ascesa di un mondo giusto (ove questo sua raggiungibile). Le requisitorie, le polemiche, i tratteggiati giudizi, le dure aspre condanne di una personalità apparentemente puntualizzata e riservata, da sempre impegnata nell’attenta ricerca delle realtà del suo tempo, si placano tuttavia nella fede profetica e nella maturata coscienza di una pace meritata e di una missione compiuta. Al complesso evolversi degli argomenti e delle figure dei soggetti pittoricamente disegnati dal Poeta, nell’incontrastato dominio dei significati, trova luminosa collocazione la prodigiosa varietà dei mezzi espressivi del Poetai. Nella rigida intelaiatura delle rime, la poesia di Dante elabora e costruisce continue soluzioni, dai più persuasivi neologismi alle forme dialettali, alle espressioni più crude di locuzioni richiamate dal latinismo. È questa una personale visione dell’arte del Poeta, che trova conforto nella lettura di semplici ricordi annotati in vecchi quaderni, nonché nella scoperta e nella consultazione di nuovi autorevoli fonti di informazione e di commento sull’opera del Sommo Poeta. Giovanni Iodice Il 12 maggio nella splendida sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini, in Campidoglio, ha avuto luogo l’annuale Convegno del Movimento interculturale e interreligioso Credere per Essere. Il Movimento sorto nel 2007, ad opera della Psicoterapeuta Maria Elettra Cugini, si propone di sviluppare uno spirito di fratellanza e di amicizia tra tutti i popoli del mondo e di favorire un dialogo tra i capi delle diverse religioni , cattoliche, buddista, islamica, ebraica diffuse su tutto il nostro pianeta. Quest’anno, il Convegno ha avuto un tema molto ambizioso “ Il senso della nostra vita – secondo varie ottiche religiose e non. Sono intervenuti all’incontro il dott. Luigi De Salvia , presidente di Religions for peace-Italia che ha svolto il ruolo di moderatore; il teologo cattolico Don Carlo Molari, per la comunità islamica Amadyya l’Imam Ataul Wasih Tarig; per il buddismo e Dzogchen il dott. Fabio Risolo; il Prof. Marco Morselli ha rappresentato invece la comunità ebraica. Nella sua relazione Don Carlo Molari si é soffermato sul fatto che noi siamo chiamati allo stato di umanità perfetta, tendenzialmente vorremmo essere Dio. A suo parere la vita si sviluppa nei rapporti, pertanto è importante che questi siano visti nell’ottica di Dio.” In questa ricerca interiore è la ricerca del senso della nostra vita, che è espresso nella fede, speranza e carità”. Interessante l’intervento della dr.ssa Paola Versari, psicologa frankliana, che ha rilevato che l’uomo può dare un senso alla vita anche nelle situazioni più gravi di dolore, come è un campo di sterminio. In merito, ha citato il testo “Uno psicologo nel lager” di Viktor Frankl fondatore della logoterapia e dell’analisi esistenziale - secondo il quale “L’uomo più cerca spirito più si realizza”. Con schietta onestà intellettuale la dr.ssa Versari ha osservato: “Noi psicologhi abbiamo sbagliato, perchè abbiamo spinto all’autorealizzazione. La vera caratteristica dell’uomo è l’autotrascendenza. Il bisogno di significato è essenziale nella vita di ognuno, perché solo in tal modo si può accettare la sofferenza, occorre dire di sì alla vita, nonostante tutto. La volontà di significato, è il bisogno il più urgente di tutti. L’uomo infatti realizza se stesso, nella misura in cui realizza dei significati alla vita”. Negli anni trascorsi il Movimento si è riunito nella sede del Club Culturale Montevecchio, dietro Piazza Navona,e nella sede Bahai in Piazza Ungheria. Tra il pubblico sono intervenuti numerosi i rappresentanti della Comunità islamica Amadiyya a testimonianza della volontà di creare una pace tra tutti i popoli, e che anche nelle religioni apparentemente più distanti da noi ci sono punti in comune, con possibilità di fraternizzare e vivere in uno spirito di collaborazione , aiuto e rispetto reciproco. Cristina Di Maio (segue da pag. 1) Questioni di etica sessuale Dopo la battaglia. La grande novità di quest’anno è che il premio per il miglior attore e attrice emergente sarà scelto dall’Associazione Mariangela Melato che individuerà due artisti e assegnerà loro un premio dedicato alla memoria della grande attrice italiana recentemente scomparsa. La premiazione dei vincitori avverrà il 5 settembre al Teatro di San Carlo di Napoli con una serata che andrà in onda in diretta su RaiUno TV. serimento nella società. È questa la ragione per cui ciò che riguarda il sesso è oggi una materia che frequentemente e apertamente è trattata da libri, riviste, giornali e gli altri strumenti di comunicazione sociale. Frattanto, s’è accresciuta la corruzione dei costumi, di cui uno dei più gravi indizi è la smoderata esaltazione del sesso, mentre con la diffusione degli strumenti di comunicazione sociale e degli spettacoli, essa è arrivata ad invadere il campo della educazione e ad inquinare la mentalità comune. In questo contesto, se alcuni educatori, pedagogisti o moralisti, hanno potuto contribuire a far meglio capire e integrare nella vita i peculiari valori dell’uno e dell’altro sesso, altri, invece, hanno proposto concezioni e modi di comportamento che sono in contrasto con le vere esigenze morali dell’essere umano, addirittura tali da favorire un licenzioso edonismo. Ne è risultato che, anche tra i cristiani, insegnamenti, criteri morali e maniere di vivere, finora fedelmente conservati, sono stati nel giro di pochi anni fortemente scossi, e sono numerosi quelli che oggi, dinanzi a tante opinioni largamente diffuse e contrarie alla dottrina che hanno ricevuto dalla chiesa, finiscono col domandarsi quel che devono ancora ritenere per vero”. La Chiesa non può restare indifferente dinanzi a tale confusione degli spiriti e a tale rilassamento dei costumi. Si tratta, infatti, di una questione importantissima per la vita personale dei cristiani e per la vita sociale del nostro tempo. Emergenza uomo, potremmo affermare! Il nostro compito è quello di ridestare l’identità dell’uomo in questa dissociazione universale. Ridare all’uomo la sua identità. E la sua identità è un rapporto assoluto. È una percezione della realtà che nasce dal di dentro, percezione conoscitiva e affettiva. Non ci vuole un genio o uno studioso, per sapere che nasciamo da un uomo e da una donna e che per crescere il nostro io ha bisogno di confrontarsi con la figura materna e la figura paterna. Non serve essere cattolici per capire che una coppia di uomini non è una famiglia, che un bambino ha il diritto di non essere una merce che soddisfa il desiderio di paternità di un adulto. Pierluigi Vignola N. 9 SETTEMBRE 2013 ARTI FIGURATIVE E ATTUALITA “I COLORI DELL’ANIMA” DI MANUEL CAMPUS Frammenti visivi di un viaggio alla scoperta dell’umanità. GUBBIO Palazzo dei Consoli - Sala dell’Arengo- Inaugurazione Venerdì 2 Agosto 2013 – ore 18.00- Aperta al pubblico dal 3 Agosto al 15 Settembre 2013 - tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Il maestro Manuel Campus (nella foto) esporrà, dal 3 Agosto al 15 settembre 2013, nella sala dell’Arengo del Palazzo dei Consoli a Gubbio, cinquantotto dipinti e quattro sculture. I temi: la non violenza; la mafia, le stragi, la droga, gli ospedali, l’emigrazione, l’emarginazione, l’indifferenza. Fra i dipinti, quattro delle diciannove tavole del Golgota oggi (2 metri per 1,40), Gli ospedali (3,20 metri per 1,20). Fra le sculture: La madre dell’ucciso, ormai nota come La pietà di Campus. Manuel Campus è nato a Domus De Maria (CA) nel 1928, vive e lavora a Spoleto (PG). Organizzazione:Gubbio cultura e multiservizi srl - Associazione culturale Amici di Manuel Campus Ufficio Stampa: e20comunicazione srl (392 6451056) [email protected] - Curatore: Bruno Bassan (335 6246046) [email protected] FRA I DIPINTI: La strage (cm 200 x 140) Denuncia delle stragi politiche italiane. Monito a riconoscerle, a comprenderne l’orrenda logica, a condannarle. Le vedove bianche (cm 200 x 130) Fa parte del ciclo Emigrazione, una serie di “racconti” delle condizioni di chi andava a cercare quel lavoro che mancava nel nostro paese. L’accettazione dei lavori umili, pesanti, pericolosi, mal pagati, quelli che gli autoctoni non si degnavano più di fare. A casa rimanevano vecchi e bambini, e le spose, come vedove. La stazione di Milano (cm 200 x 130) Altra opera del ciclo Emigrazione. La stazione di Milano era il punto di smistamento per quelli che partivano per altri paesi europei più ricchi del nostro: Belgio, Lussemburgo, Germania, Svizzera, Francia. Lì, visite mediche, con conta dei denti, mediatori di braccia, uomini tenuti in condizioni disumane in un bailamme di dialetti e pensieri. Marcinelle (cm 120 x 80) Una parte del racconto di questa tragedia avvenuta oltre 50 anni fa in una miniera belga, dove morirono centinaia di persone, la maggior parte non belgi, quasi tutti italiani del sud; cioè: la maggior parte poveri, quasi tutti italiani del sud. Il sasso in bocca (cm 200 x 120) Esposta la prima volta a Palermo, fu presentata da Michele Pantaleone, autore dell’omonima opera letteraria. Lo stesso ordine spietato, feroce: silenzio! La stessa denuncia. Gli ospedali (cm 320 x 120) Denuncia delle condizioni dei malati negli ospedali, della loro vita e delle condizioni in cui si muore quando non se ne esce. Di quest’ultimo momento, uno studio particolare dell’attimo in cui l’anima, lo spirito, fugge lasciando il corpo, che, da persona, rimane, così, solo materia. Banditi a Orgosolo (cm 184 x 126) La terra del maestro. Terra di geni, di statisti, di artisti: Enrico Berlinguer, Antonio Segni, Francesco Cossiga, Maria Grazia Deledda. Terra di intelligenza, di cultura, di fascino e contraddizioni: terra, anche, di banditi. La pesca miracolosa (cm 80 x 120) Scarichi industriali, lavaggi in alto mare di cisterne delle petroliere, carrette affondate e lasciate lì, al di fuori di ogni rispetto del dovere, di chiunque ed ovunque, di pagare ciò che si rompe, e portarsi a casa i cocci: un mare devastato. Un giorno è accaduto che arrivassero a riva, in spiaggia, decine di migliaia di pesci. Erano lì, erano arrivati da soli, non c’era nemmeno stato bisogno di uscire in mare e gettare le reti. Peccato fossero morti ed inquinati. GOLGOTA OGGI. Cristo incontra la madre (cm 200 x 140). Gesù rivolge alla madre un gesto di consolazione. Campus dipinge la sofferenza per l’imminente perdita del figlio, ma, sullo sfondo, e a destra dei due, la sofferenza si estende: il genere umano distrugge il territorio, deforesta, inquina, fa strage di autoctoni, compie genocidi. Maria, madre del Cristo, è madre dell’intera umanità, madre della Terra. La deposizione del buon ladrone (cm 200 x 140) Colui che era alla destra di Gesù chiede, in punto morte, perdono. Lo ottiene. Intorno a lui, intorno a loro, inquinamento, danni ambientali irreparabili, il “buco dell’ozono”, ed i relativi disastri ambientali. Chi chiederà perdono per averli causati? Chi perdonerà? Colui che dovesse perdonare, potrà/vorrà porre riparo alla stupidità degli uomini, che hanno ucciso il Redentore ieri, e stanno uccidendo la Terra oggi? La bambina con la colomba (cm 70 x 100) E’ la speranza. Speranza in un mondo migliore, un mondo in pace, un mondo d’amore. “And the world will live as one” “ E allora il mondo diventerà armonia.” dice Lennon in Imagine. John Lennon e Manuel Campus: due meravigliosi visionari. FRA LE SCULTURE: La madre dell’ucciso. Ormai nota come La Pietà di Campus, è un bronzo circa 60 per 90, alto 55 centimetri. La scultura in bronzo, diceva Michelangelo, si fa “per forza di porre” (si plasma la creta, e l’opera che ne risulta viene fusa in bronzo); la scultura in marmo, invece, si fa“per forza di levare” (l’artista, con mazza e scalpello, “leva” la pietra fino ad arrivare alle forme volute); specificava, Michelangelo, che porre, aggiungere, è tipico della pittura, nella quale si aggiunge colore, pennellate, materia. Manuel Campus è uno scultore per forza di porre; viene dalla ceramica, nella quale “costruiva”, pezzo per pezzo, le sue opere. Francesca Ferrara Caro lettore, ricordati di rinnovare la quota associativa a questo periodico che, essendo “super partes”, intende restare un libero organo di stampa. LA PITTURA TELEPATICA DI PIETRO SARANDREA VARCA L’ OCEANO Il giorno 7 luglio, presso il centro culturale “CASA BIANCA’’ a Bracciano, diretto dal musicista Roland Ricaurte e da sua moglie Katerina Peric, l’ artista Pietro Sarandrea si è cimentato in una nuova strabiliante performance di pittura telepatica, questa volta a distanza. Si è infatti collegato via internet con una sua amica Irene Mirci nell’ Ohio in America che attraverso la web cam poteva comunicare in tempo reale nonostante le 5 ore di differenza del fuso orario, un grande schermo collegato al computer le persone presenti potevano vedere e sentire la conversazione e una postazione per la pittura era stata collocata al centro della sala. Dopo la connessione e un breve dialogo chiede alla sua amica di concentrasi su una immagine di suo gradimento, contemporaneamente comincia a dipingere al centro della sala con una tranquilla musica di sottofondo dello stesso Roland Ricaurte con il pubblico che assisteva all’ evento. Dopo circa 30 minuti Pietro Sarandrea finisce il quadro e inizia tramite web cam la nuova comunicazione con la sua amica in America e si deduce che il quadro dipinto altro non è che il momento psicologico che Irene stava vivendo, la comunicazione continua tramite chat (era caduta la linea web cam), Pietro e Irene cominciano a scriversi, domande e risposte che si susseguono fino a giungere ad una soluzione finale. Posso cosi concludere che l’artista Pietro Sarandrea non smette mai di regalarci nuove e sensazionali prove del suo talento. Paola Lamonica , L’ATTUALITÀ, pag. 9 È ANCHE UN ABILE INCISORE Sabato 20 luglio ’13 è stata inaugurata la mostra collettiva delle opere di incisione presso il Centro per l’incisione e la Grafica d’ Arte del comune di Formello (Rm) diretta dal Maestro Vinicio Prizia. Pietro Sarandrea ha voluto cimentarsi anche in questa tecnica che lo ha sempre interessato; il corso è cominciato ad aprile di quest’ anno ed è finito il mese di luglio e Sarandrea ha realizzato due opere dal titolo “Autoritratto psichedelico’’ e “Il permaloso’’. Si nota il classico stile grafico che lo ha formato negli anni ’70, con un’influenza stilistica picassiana, già rilevata dal Prof. Ottavio Cesare Ramotti in alcuni disegni telepatici realizzati con il medesimo fine anni ’90. Il suo curriculum artistico si arricchisce ancora, abbraccia con successo questa difficile arte dell’ incisione, lavorando in armonia con il gruppo di studio. Paola Lamonica A ROMA LA PRIMA “DOMUS AGRICOLA” Di nuovo alla ribalta il dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale, sempre più proteso all'incremento ed alla promozione dell'agricoltura sul territorio. Un'altra interessante novità è l'approvazione del progetto denominato "domus agricola" una struttura di identità cittadina, al servizio di una moderna collettività che si riconosce nei suoi beni culturali, ambientali, e che è attenta a seguire le attività e progetti di riqualificazione e sviluppo del territorio, che fungono ora, anche come strumenti di integrazione sociale. Per l'attuazione del progetto, che verrà realizzato da Roma Capitale, dipartimento tutela ambientale e del verde Protezione Civile u. o. promozione agricoltura, con l'apporto della fondazione “campagna amica”, è stata individuata l'area del complesso del Circo Massimo. Questo nuovo ambiente urbano di proprietà comunale, già inserito nel prestigioso progetto "Museo di Roma", verrà ricavato dall’ex mercato del pesce ebraico, che si estende da via San Teodoro fino a via dei Cerchi; il sito tende a far riscoprire al cittadino quei valori, simbolici ed estetici, opacizzati dal trascorrere del tempo e dai ritmi spesso frenetici della vita moderna, che aveva portato di fatto ad abbandonare un modo di vivere sano e più a “misura” d’uomo. Nel quadro delle attività svolte dal Campidoglio nell'ambito del settore agroalimentare la “domus agricola” si pone come obiettivo, la garanzia di operare con competenze di alta qualità, di riappropriarsi dell'ambiente come bene condiviso e soprattutto la realizzazione di iniziative di supporto per la propaganda ed il sostegno dei produttori dell'agro romano. Nell’ambito delle iniziative promosse con continuità d'azione, emerge l'esigenza di ampliare l'attività del settore agroalimentare nelle diverse filiere produttive, per la tutela dei cittadini/fruitori promuovendo l'acquisto di prodotti a kilometro zero, incentivando la filiera corta. Si opererà anche nelle mense scolastiche che saranno mezzo di diffusione di informazioni riguardanti l'educazione alimentare e daranno la possibilità, soprattutto ai ragazzi, di accedere alle molteplici iniziative già in essere ed operanti nelle "fattorie educative". L'ampliamento dei “Farmer’s Market” di Testaccio, Corviale e Garbatella, la realtà degli “orti urbani”, a realizzazione del "centro studi dell'agro romano" e la collaborazione con l’ANABIC di Perugia, associazione nazionale allevatori bovini italiani carne, - che si propone di promuovere ed attuare tutte le operazioni di iniziative che possano utilmente contribuire al miglioramento ed alla valorizzazione e diffusione delle razze bovine italiane da carnesono altri aspetti di un’operatività concreta, costantemente tesa alla valorizzazione del territorio, che, pone tra i suoi obbiettivi primari anche lo svolgimento di programmi di informazione, di educazione e formazione. Altra novità in questo senso, è rappresentata dalla riacquisizione della “centrale del latte” con la sua filiera di produzione che farà da ulteriore scenario per la realizzazione di questi scopi. La "domus agricola" sarà per Roma Capitale un gioiello in più da ammirare, in un settore in grande rivalutazione e attualità. Patrizia Maria Frangini Klum Angelo Chiauzzi, “Europa con elmo” Serie Europa Souvenir Per informazioni rivolgersi a: [email protected] You tube chiauzzi Via Augusto Vera, 41 00142 Roma UN PALPITO DI VITA OLTRE LA REALTÀ NELLA PITTURA DI IRENE GIAMPIETRO Il percorso artistico di Irene Giampietro risale al tempo degli studi universitari, filosofici, letterari e sociali. Si notava in lei, tra le profonde attitudini dottrinali e culturali, uno spirito particolarmente maturo alla sensibilità artistica, che manifestava fin dall’infanzia, raggiungendo in breve una rara e singolare genialità riconosciuta in tutto il mondo. La sua passione per l'arte si è sviluppata e raffinata col passare del tempo, riuscendo ingegnosamente a creare con i colori una trama sottile con la quale esprime stati d'animo psicologici di persone e cose. Come hanno detto autorevoli critici di Storia dell'arte, osservando le numerose sue opere degli ultimi decenni. anche se l’attività più intensa di Irene alla vita artistica contemporanea risale agli anni 50 – 60. Si tratta di una straordinaria sensibilità artistica che attinge alla tradizione e scaturisce dalla memoria di un intenso passato della sua famiglia, ricco di storia e di eventi significativi. Tutta l’opera di Irene Giampietro, attraversata sempre da un profondo sentimento lirico del pensiero, nella sua evoluzione e genialità, è stata improntata in ogni momento, ad una grande indipendenza di arte e di pensiero. Il suo atile si rivela in particolare nel tracciare immagini femminili di intensa spiritualità, avvolte in una flessuosa armonia di lievi pennellate e di colori, di segni magici, poetici e geniali. Tra i critici d'Arte, è noto il pensiero profondo dell'illustre prof. Valerio Mariani, docente di Storia dell'Arte all'Università di Roma, il quale si è accuratamente interessato alle pitture di Irene Giampietro e, considerandole un “classico moderno”, ha detto di lei: “Un raro equilibrio di gusto e di sensibile intimità presiede al manifestarsi di questa armoniosa fioritura pittorica…” “La tecnica di cui si giova l’artista è frutto della spontanea intuizione della necessità di assottigliare la densità dei colori e dei chiaroscuri fino a farne quasi scomparire la sostanza, rendendo liquida e fluida la - pennellata, creando quell'atmosfera di incanto che parla immediatamente al sentimento e all'immaginazione, rendendoci partecipi d'un palpito di vita che va oltre la realtà delle cose suggerendone la loro spiritualità. E dobbiamo riconoscere che ben pochi artisti del nostro tempo hanno raggiunto un simile traguardo, nell'esprimere felicemente la propria intuizione d'un libero e nuovo contenuto poetico. Nelle dotte pagine sulle opere contemporanee di Irene Giampietro scritte dal Prof. Mariani, è nota la raccolta di 40 tavole dipinte in acquarello su Francesco Petrarca, “La voce del Medioevo nell’arte moderna”, presentate al Poligrafico dello Stato e oscurate nel periodo di Tangentopoli, ora in mostra alla Galleria di Brienza (Pt.). Ma l’auspicio è quello della realizzazione di un Museo che custodisca e illustri degnamente tutte le sue opere. Angela Abozzi Cecchetto E MONET AL ROGO UN MUSEO PER ARTISTI INSODDISFATTI PICASSO, MATISSE La scusa del «poteva essere un capolavoro ma è stato impossibile realizzarlo» va in pensione. Nessun alibi potrà più proteggere gli artisti insoddisfatti. È aperto infatti il MoRe, il Museum of refused and unrealised art projects, dove lavori artistici del XX e XXI secolo che non sono stati mai esposti possono vivere una seconda vita e non solo; il MoRe è un museo virtuale che dona all’arte non finita una visibilità teoricamente più vasta che non tra le mura di un museo o una galleria tradizionali. Il museo nasce da un’idea di Elisabetta Modena e Marco Scotti, i quali si occupano di gestire gli archivi, programmare le esposizioni temporanee e l’attività editoriale e di dibattito insieme a un collettivo di ricercatori, studiosi e project manager. La collezione del MoRe, fatta esclusivamente di opere in rete, si è ingrandita, in poco più di un anno di vita, con nuove acquisizioni, che i due ideatori Elisabetta Modena e Marco Scotti hanno raccolto attingendo tra quei progetti «appositamente pensati per occasioni specifiche in precisi contesti e che non siano stati realizzati per motivazioni tecniche, logistiche, ideologiche, economiche, morali o etiche». Ultimi arrivati sono i lavori di Wurm, del duo goldiechiari, e di Massimo Uberti che vanno ad aggiungersi a quelli già “in loco” di Jonathan Monk, Ugo La Pietra, Cesare Pietroiusti, Deborah Hirsch, Paolo Scheggi, Davide Bertocchi, Davide Mosconi, Ivo Bonacorsi, Silvio Wolf, Grazia Varisco, Luigi Presicce, Valerio Berruti, Regina Josè Galindo, Jeremy Deller. Cristina Canci Fu un colpo grosso al museo Kunsthal di Rotterdam in Olanda, quando lo scorso ottobre, ospitando un’esposizione temporanea di opere d’avanguardia della fondazione Triton, sette dipinti, fra cui capolavori di Pablo Picasso, Henri Matisse, Claude Monet e Paul Gauguin, furono trafugati da ignoti che si erano introdotti nelle sale del museo, effettuando, novelli Lupin, il più grande furto d’arte mai avvenuto in Olanda dal 1991, quando vennero trafugati 20 dipinti dal museo Van Gogh di Amsterdam. Braccati dalla polizia i ladri, a quanto pare, erano stati presi dal panico perché si erano resi conto che non sarebbero stati in grado di vendere delle tele, il cui valore oscillava tra i 50 e i 100 milioni di euro, ma nonostante questo la refurtiva non è stata mai ritrovata. Ecco svelato l’arcano, un terribile presentimento diventato realtà: i sette dipinti sono stati messi letteralmente al rogo, distrutti dal fuoco. La madre di uno dei presunti sospettati, per sbarazzarsi della refurtiva, li avrebbe bruciati nel forno: le «Testa di Arlecchino» di Pablo Picasso del 1971; «La lettrice in bianco e giallo» di Henri Matisse del 1919; «Waterloo Bridge» e «Charing Cross bridge» di Claude Monet, entrambi del 1901; «Donna davanti una finestra aperta» di Paul Gauguin del 1888; «Autoritratto» di Van Meyer de Haan e «Donna con gli occhi chiusi» del 2002 di Lucien Freud, tutti flambè. Cristina Canci Liana Botticelli, “Alba sul mare” olio 50x70 Per informazioni rivolgersi a: [email protected] Tel. 06.6620020 cell. 339.4934678 Mario Contini, “Un mare di smeraldi” (olio su tela) Per informazioni rivolgersi a: Studio d’Arte Tel. 0789.596127 cell. 336.812356 L’ATTUALITÀ, pag. 10 CINEMA, TEATRO E MODA N. 9 SETTEMBRE 2013 “THE EAST”: IL TERRORISMO PUNITIVO (Dalla nostra inviata da Los Angeles) Il film “The East” diretto da Zal Batmanglij interpretato da Brit Marling, Alexander Skargard e Ellen Page è stato presentato al Festival di Sundance. Il film inizia con un video drammatico sulle conseguenze causate dalla compagnia petrolifera CEO all’ecosistema marino. Il video accusatore messo su YouTube porta la firma di un gruppo dal nome: The East. Il gruppo ha per scopo colpire con atti di terrorismo i responsabili che per lucro distruggono l’ecosistema. Ricordiamo il caso di Minamata, in Giappone, dove una societàscaricava mercurio nel mare e gli abitanti dei villaggi ciscostanti impazzivano o mettevano al mondo figli deformi. Il gruppo non lascia tracce, non usa carte di credito, non ha conti in banca, paga in contanti. Nessun servizio segreto è riuscito a stanare il loro quartier generale. Sarah Moss (Brit Marling) ex agente FBI lavora per la Hiller Brood, diretta da Sharon (Patricia Clarkson). Sarah viene inviata in missione speciale per entrare in contatto con The East e proteggere i clienti della compagnia per cui lavora. Seguendo alcune informazioni avute da Sharon,dopo parecchie peripezzie, Sarah riesce ad entrare nel gruppo fatidico realizzando come le regole drastiche imposte permettano al gruppo di passare inosservato. Il cibo usato, per esempio, viene trovato nei rifiuti, onde evitare supermercati, le emergenze mediche praticate possono portare alla morte. The East introduce Sarah in un ‘jam’ (attività ecologica criminale) contro una società farmaceutica che organizza un party. Sarah cercherà d’avvisare Sharon poichèverranno avvelenate delle persone tra cui Mc Cabe Grey, le verrà risposto che non èun cliente da proteggere... Il secondo jam viene organizato contro il padre di Izzy (Ellen Page), attivista nel gruppo, colpevole d’essere a capo di una società che scarica tossine nelle acque, viene forzato a fare un bagno tossico nelle acque inquinate. Purtroppo per l’arrivo della polizia, fuggendo su una moto, Izzy colpita alle spalle verrà sottoposta all’estrazione del proiettile eseguita da Sarah che si offre per sostituire lo pseudomedico del gruppo, ma non salverà Izzy dalla morte. L’ultimo jam vede Sarah insieme al capo del gruppo, Benji, raggiungere la Hiller Brood. Benji avendo sempre sospettato dell’identità di Sarah la spinge ad entrare negli uffici e procurarsi la lista completa degli agenti della compagnia. Sara si confronterà con Sharon che le ritirerà il cellulare. Sarah dovrà spiegare a Benji d’aver fallito e le loro strade si divideranno. In realtà lei si è impossessata della lista degli agenti e il film si concluderà con la protagonista in azione per convincere i suoi ex compagni di lavoro a collaborare con lei in un attivismo ecologico anzichècombattere con sistemi terroristi i criminali colpevoli delladistruzione dell’ecosistema. Da Ellen Page,ragazzina prodigio del cinema canadese (Juno) ci si aspettava un’interpretazione più matura e duttile, l’attrice sembra essersi fermata ad una recitazione monocorde e senza emozioni espressive. Peccato. Maristella Santambrogio LE “STORIE INCREDIBILI” DI SPIELBERG Nel 1985 Steven Spielberg aveva già diretto Lo squalo, E.T., Incontri ravvicinati del terzo tipo, i primi due film di Indiana Jones e la versione cinematografica di Ai confini della realtà (a sua volta tratto dall’omonima e longeva serie Tv trasmessa dagli anni ‘60 fino ai primi anni del duemila) che esplorava tematiche fantascientifiche, e aveva già in testa l’impostazione di una nuova serie Tv quando, nel 1985, venne presentato ai produttori della NBC dal suo amico David Goldberg. Il papà di E.T. intendeva realizzare una serie di episodi il cui genere andava dall’horror puro al fantasy, con riuscite variazioni nella commedia nera, e caratterizzati da una cura dei dettagli e da una qualità generale in grado di rivaleggiare con le migliori produzioni per il cinema. La tenacia di Spielberg gli permise di ottenere carta bianca sull’intero progetto, un budget di circa un milione di dollari a episodio (allora una cifra altissima per un prodotto simile) e un contratto per realizzare due serie di episodi (in genere in questi casi si finanziano pochi episodi per volta, valutandone a mano a mano le reazioni del pubblico). Unendo due ambienti a quel tempo ancora molto diversi, cinema e Tv, il regista creò la serie di Amazing Stories, in Italia giunta solo nel 1993 con il titolo Storie incredibili. A differenza di prodotti simili, Amazing, il cui titolo era ispirato all’omonima rivista di fantascienza (tra le più longeve: venne pubblicata dal 1926 fino al 2005) di cui Spielberg stesso era un ammiratore, non aveva personaggi fissi né una trama unica (unici esempi simili a quell’epoca furono la serie di Alfred Hitchcock e lo stesso Ai confini della realtà), ma era composta da una serie di mini film. Nonostante il nome di Spielberg (che si occupò di ogni aspetto della serie Tv, dalla produzione al marketing e promozione) fosse spesso associato al titolo di Amazing, non fu l’unico regista a dirigerne gli episodi, dal momento che dietro la macchina da presa si alternarono molti cineasti famosi come Martin Scorsese, Clint eastwood, Burt Reynolds, Robert Zemeckis e Joe Dante, le cui diversità di stili e contenuti permisero una serie di episodi molto vari e originali. L’uscita in Tv, a cadenza settimanale tra il 1986 e il 1987, venne preceduta da una sorta di alone leggendario, alimentato dal fatto che Spielberg, temendo che l’enorme interesse dei media avrebbe alzato troppo le aspettative del pubblico, decise di tenere segrete le trame degli episodi fino alla messa in onda, distribuendo nello stesso tempo poco materiale promozionale. Nonostante il buon successo tra un pubblico di appassionati, e vari Emmy awards tecnici (effetti speciali, trucco, fotografia) vinti, gli incassi non furono sufficienti a giustificare gli alti budget di produzione, e la serie, forse troppo avveniristica per quei tempi venne chiusa dopo le due serie previste dal contratto. Ma la Amazing stories lasciò la Tv per entrare nella storia dell’horror-fantasy: alcuni episodi vennero montati in film, alcuni degli attori protagonisti iniziarono qui le loro fortunate carriere. Emiliano Federico Caruso “IL MONDO DI ARTHUR NEWMAN” PIPER CLUB DI ROMA IN LUTTO Esce il 5 settembre nelle sale italiane una delicata pellicola romantica. Si tratta del film d’esordio cinematografico del regista Dante Ariola: “Il mondo di Arthur Newman”. Al centro del film vi è il tema della riscoperta di sé, della propria natura e dei propri desideri reconditi che solo di fronte ad eventi critici sembrano riaffiorare e richiamare l’attenzione dovuta. Arthur Newman è un uomo divorziato, padre di un ragazzino adolescente con il quale ha un rapporto conflittuale. Soprattutto, è un uomo stanco della sua vita che pare ormai priva di ogni stimolo ottimistico per il futuro. La sua scelta è allora quella di mollare tutto e ricominciare altrove, con un altro nome, un’altra professione e forse un altro amore. L’opportunità gli è offerta dall’incontro con un cinico manager del mondo del golf che, colpito dalle abilità di Arthur, gli propone di raggiungerlo nell’Indiana per ingaggiarlo come insegnante di golf. Ma la vita presenta sempre il conto di ogni nostra azione e smaschera sempre, in qualche modo, la verità. Arthur Newman non è né un professionista del golf, né un uomo libero da impegni familiari, e solo quando incontra Michaela tutti i nodi sembrano arrivare al pettine. Questa è, infatti, l’occasione di ripensare la propria vita, di fare i conti con le menzogne, raccontate prima di tutto a se stesso, e di assumersi le proprie responsabilità per essere veramente felice. Non è certo sfuggendo alla realtà quotidiana che è possibile liberare la nostra vita dalle frustrazioni e dalle angosce E, ancora una volta, non è tanto come si appare agli altri che conta, quanto che cosa si è realmente. Il premio Oscar Colin Firth, la pluripremiata Emily Blunt e Anne Heche sono i protagonisti di questo bel film introspettivo e, nello stesso tempo, ironico. Maria Rita Salustri Si è spento a Roma la notte del 21 agosto all’età di 83 anni il cuore di Giancarlo Bornigia:il re delle notti romane per ben 48 anni, lui che inventò un nuovo modo di divertirsi negli anni ‘60. Nel 1965 insieme ad Alberigo Crocetta dopo un viaggio a Londra aprì in un garage del quartiere “Coppedè”un locale fatto di cubi luminosi e luci psicadeliche dove sul palco si esibiva un gruppo musicale chiamato “Beat”, con le nuove star come Patty Bravo, Mal dei primitivi, Rocky Roberts, Mia Martini, Gabriella Ferri, Loredana Berti, Il Club ‘84 , Renato Zero. Il “Piper Club” attirò anche nomi famosi come i Rolling Stones, i Genesis, I Pink Floyd, i Who, Jimmy Hendrix ancora giovanissimo, Tom Jones. Un ospite assiduo era Thomas Milian. Diventò anche discoteca con famosi Dj come Corrado Rizza. Bornigia era sempre all’avanguardia, Negli anni ‘80 aprì il “Gilda”, un “Alien” per i giovanissimi. Dall’alto sorvegliava che tutto si svolgesse bene sempre pronto ad inventare nuove serate e nuovi scenari: il “Gilda” cambiava spesso “look” secondo le idee che spesso arrivavano dall’estero. Non si fermavamai , dormiva poche. Fu un “Visionario” e con la sua perdita chiude una epoca di transizione sociale. All’ultima sua festa c’erano tutti “Gli Orfani di Giancarlo Bornigia”. Francoise Vercruysse SI RIAPRE IL “CASO TENCO” ? Si riapre il caso Tenco? È quanto auspicano il criminologo salernitano Pasquale Ragone ed il giornalista cremonese Nicola Guarneri, autori del libro “Le ombre del silenzio. Suicidio o delitto? Controinchiesta sulla morte di Luigi Tenco”, edito da Castelvecchi. Lo fanno dall’Isola Tiberina, sul palco del Caffè Letterario della Casa editrice E/O, nell’ambito delle Vacanze Romane lungo il Tevere, ospiti dell’edizione 2013 dell’Isola del Cinema e delle due serate in omaggio di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, annunciando di aver presentato alla Procura della Repubblica di Sanremo, sulla base delle prove rivelate nel loro libro-inchiesta, la richiesta di riapertura del caso per omicidio in danno di Luigi Tenco. La notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967 il corpo del cantautore viene rinvenuto nella stanza 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo. Una morte improvvisa che gela il palco dell’Ariston. La tesi ufficiale parla di suicidio. Un colpo di pistola che sin da subito stenta a convincere e che in questo libro viene definitivamente smentito. Per la prima volta vengono pubblicati i documenti concessi dalla Procura di Sanremo riguardo agli esami compiuti nel 2006 sul corpo di Tenco - in occasione dell’esumazione della salma - e sull’arma che l’avrebbe ucciso. Contrariamente a quanto decretato dalla stessa Procura, diversi elementi riportati in queste pagine fanno supporre l’ipotesi dell’omicidio, descrivendo una precisa dinamica dei fatti anche con l’ausilio di un’inedita ricostruzione 3D degli ultimi drammatici momenti. Dalle analisi di laboratorio emerge, inoltre, una novità assoluta: la pistola che ha esploso il colpo mortale sarebbe stata dotata di silenziatore e mai ritrovata. Inoltre la mastoide destra del cantautore presenta una frattura che non esclude possa essere stata procurata da un colpo molto forte inferto a Luigi Tenco. Infine, nel 1967 il cadavere non era stato svestito, né gli era stata fatta l’autopsia, per cui non vi era stata necessità di pulirlo, tantomeno alle mani. L’inchiesta di Guarneri e Ragone rilegge in controluce, attraverso testimonianze e materiali inediti (rinvenuti nell’aula bunker della Corte d’Assise) i fatti accaduti nel 1967. Un lungo lavoro di ricerca che gli autori hanno portato avanti per oltre quattro anni, scavando tra archivi e faldoni, fino a scovare per la prima volta il foglio matricolare e alcune lettere di Luigi Tenco, documenti questi finora mai pubblicati. E forse proprio un documento (una lista “scottante” e “compromettente” di uomini importanti) presente nella stanza 219 la notte della morte del cantautore, e mai ritrovato, unitamente ad un “misterioso” viaggio in Argentina di Tenco, potrebbero essere alla base del presunto omicidio dell’autore di “Ciao, amore ciao”. Come scrive nella prefazione al libro il noto criminologo Francesco Bruno, “gli storici, quando esamineranno questo caso lo considereranno come uno dei misteri d’Italia”. Alfonso Bottone MONDANITÀ A ROMA Nel mese di Luglio si sono chiuse le luce della ribalta sugli ultimi avvenimenti mondani. Il 4 Luglio “Il Premio Strega” al ninfeo di Villa Giulia con la vincita dello scrittore Walter Siti “Resistere non serve a niente” Il 7 luglio le sfilate dell’alta moda romana, una manifestazione all’insegna del Bon Ton e del lusso. Inizia con Gianna Curti che al “The Regis Hotel” presenta la sua collezione “Le Bandeau d’amour” della Reine Marie Antoniette, sfilata ispirata alle eroine e regine. Sarli presenta alla Pelanda, ex mattatoio, una sfilata ispirata ai più importanti grattacieli del mondo; Lo Skyline diventa Glamour e omaggia l’architettura contemporanea. All’ingresso il “Big Bambu” una grande opera metà scultura e metà architettura create dagli artisti statunitensi Mike e Doug Star. Scampagnata al centro ippico dei Lancieri di Montebello a Tor di quinto per la sfilata con brunch della moda di Nino Lettieri; il tutto sotto un sole cocente. La sua donna per il prossimo inverno ha un fascino un po’ deco ispirato dal Paul Poret ideatore della moda “Belle Epoque”. Al Santo spirito in Sassi l’evento Clou della saison con la sfilata di Jean Paul Gautier ispirata a Fellini. Fuori dal complesso blitz degli animalisti insieme alle “femen”:botte e insulti e slogan contro le pellicce. Molti applausi per la donna rinascimentale di Lella Curiel e della figlia Gigliola che festeggiano 50 anni della loro sartoria dove ancora fanno i “ Tailleurs” che non fa più nessuno. Renato Balestra affiancato dalle figlie Federica e Fabiana e dalla nipote Sofia lancia abiti ottimisti ricamati da splendide comete di lune e spruzzati di polvere di stelle. Le nuove generazioni spingono ormai a idee nuove e rivoluzionarie. Presenti alle sfilate molti compratori internazionali venuti dalla russia, dai paesi arabi e dalla Cina. La moda internazionale è rappresentata dai russi; la polacca bravissima Natasha Pavluchenko con la sua donna “indipendente” dal carattere deciso e forte, dai Libanesi: Tony Ward ci conduce in un viaggio attraverso il tempo “Antiche memorie” i ricordi sono custoditi negli abiti dai tessuti preziosi. Albert Mahfouz riesce a trasformare e a riprodurre il suo genio creativo in purissima bellezza “ I tesori nascosti incontrano petali rubati”.Applicazioni realizzate con piogge di gemme spille e forme metalliche hanno sulla donna una attrazione fatale. Fuori programma, nella cornice Rococò di Piazza Santo Ignazio Luigi Borbone inaugura la prima “Tempory Boutique” che insieme alla sua nuova collezione ospita la mostra “Self Portraits”di Emanuele Gatto. Il palestinese Jamal Taslaq inaugura con una sfilata in mezzo alla strada la sua Boutique in Via Ludovisi a due passi della splendida via Veneto. Francoise Vercruysse MODA E… NON SOLO (a cura di Lucilla Petrelli) LUCILLE, STYLE COACH! BEAUTY LAST MINUTE Per chi godrà degli ultimi scampoli di vacanza estiva, una serie di prodotti da mettere nel beauty, tutto all’insegna del colore verde. Per gli occhi, la palette ombretti di Astra nelle sfumature del verde chiaro-scuro. Per la doccia energizzante, (in vista di lunghe passeggiate vi servirà...) una serie di detergenti dalla profumazione fresca, agrumi e menta come quelli di Fashion Fresh Joy. Se la linea è un po’ appesantita l’ideale è un gel snellente ad assorbimento rapido, a base di silicio e proteine di mandorla, come quello di Amande creme allègèe proposto da L’Occitane en Provence. Il sole di settembre è ancora forte soprattutto in certe ore della giornata e senza che si formino rughe nella zona contorni occhi, va benissimo il trattamento con alghe marine e caffeina che interagisce sui gonfiori e occhiaie. Efficace è Eye Gel della casa svizzera La Prairie. Per le labbra, un colore trasparente con una parte lipstick normale ed una parte gelatificata, con vitamina E, lisse minute Baume Cristal di Clarins. E per finire, sul viso, una base leggera ma extra idratante scherma sole che esalta la luminosità della pelle con colour correcting skin protector di Clinique, una favolosa crema CC. FOOD LAST MINUTE Scampoli di vacanza in giro per l’Europa. Se la vostra meta sono le capitali europee, occhio al mangiare senza spendere una fortuna, l’ultima moda è banchettare per strada. Lo “Street food” è subito l’approccio gustosissimo per scoprire i sapori del Paese che si sta visitando. Mangiare “on the road” è ormai una soluzione veloce. E così, se la vostra meta è la Gran Bretagna non fatevi scappare il “Cornish Pasty”, una sorta di fagottino di sfoglia ripieno di manzo tritato, patate, cipolla rutabaga (cavolo rapa). Se siete in Francia, qui trovate la “crèpe complète”, quella originale fatta con farina di grano saraceno impastata con il latte e le uova. Dolce o salata è piegata in sei parti e condita con un uovo cotto sopra la base con prosciutto ed Emmental, sarà il top! In Germania c’è il “curry wurst”, una salciccia grigliata o bollita tagliata a pezzi e condita con pomodoro e curry. Si mangia con il pane o le patate fritte. In Spagna, troverete i “Churros”, dolci fritti, unti ma buonissimi, lunghi, sottili, preparati con pasta choux, cosparsa di zucchero e cannella. Il massimo è intingerli nella cioccolata calda. Non può mancare la Grecia con il suo sole e le sue splendide isole. Il “Gyros”, carne di maiale, dalla forma del Kebab, condita con pomodori, cipolla, salsa tzatziki è servita sulla pita, il pane greco. Non c’è chiosco che sbagli questa fantastica ricetta. BOOKS LAST MINUTE Ancora gialli, letture da brivido da mettere in valigia. “Il segreto di Angela” di Francesco Recani, un giallo soft ambientato nella casa di ringhiera milanese, storie di condomini; “Black, Black, Black” di Marta Sanz, un giallo con diversi personaggi sull’omicidio di una donna; “La verità sul caso Harry Quebert” di Joel Dicher. Un cadavere di una quindicenne che ricompare dopo trentatre anni. Inquietante. Tra questi tre gialli c’è anche il vostro. Buona lettura! A norma dello Statuto sociale del Movimento Salvemini (16 ottobre 1962) il periodico L’Attualità (cartaceo e on-line) è “super partes”. Non può essere, pertanto, uno strumento di propaganda a favore o contro determinati partiti politici ma un veicolo comunicativo messo a disposizione di chiunque voglia manifestare liberamente le proprie opinioni. Propone riforme istituzionali necessarie e urgenti per moralizzare la vita politica e per realizzare una democrazia sostanziale (modello greco-antico). Attualmente, com’è noto, la democrazia è degenerata in lobby-pluto-crazia, gestita da oligarchi senza scrupoli morali, incapaci di realizzare il diritto al lavoro e la giustizia sociale. Si consiglia la lettura del libro di Indro Montanelli e Roberto Gervaso “L’Italia dei secoli d’oro” (Ed. Rizzoli 1971). Proponiamo una riflessione sul capitolo intitolato “Roma dopo Avignone” (pag. 369 - 372). Pio II fu un buon Papa. Tentò di arginare l’avanzata dei Turchi e nel 1459 convocò a Mantova i principi europei per indurli a prendere la croce contro gli Infedeli. Ma nessuno vi si recò e Pio, andò a domare i Musulmani con la, cercò di convertirli con la penna. Se tu, a Maometto II, dovessi farti cristiano, pnncipe ti supererebbe in gloria o tirebbe in potenza. Noi riconosceremmo l’imperatore dei Greci e dell’Oriente, e ciò ottenuto con la violenza e conservi con stizia diventerebbe tuo legittimo possesso tu ti unisse a noi, tutto l’Oriente si conta Cristo e una volontà sola la tua pace al mondo intero». Maometto, sebbene qualcuno lo facesse nato da madre cristiana, non raccolse l’invito e il ‘Papa richiamò alle armi i sovrani europei. Ma non ebbe più fortuna che col Sultano. Solo Venezia rispose all’appello e mandò una piccola flotta ad Ancona dove, un paio di settimane Pn ma, nel luglio 1464, era approdata quella pontificia, guidata dal Papa in persona. Quando Pio l’avvistò, provò tale emozione che ne mori. Con lui fu sepolto l’utopistico sognò crociato. Il suo posto fu preso, col nome di Sisto IV, da Francesco della Rovere, un ligure di umile famiglia contadina. Aveva assunto il cognome Della Rovere dopo aver fatto il precettore nell’omonima famiglia. Poco si conosce di lui prima dell’ascesa al Soglio. Sappiamo solo che aveva studiato filosofia a Pavia, a Bologna, a Padova, e che per un certo tempo aveva fatto l’insegnante. Quando, a cinquantasette anni, fu eletto Papa godeva di una vasta e meritata fama di erudito e di letterato. Non poté dedicare allò studio il tempo e le cure di Niccolò V e di Pio Il perché il suo pontificato fu difficile e contrastato. Vagheggiò anche lui una spedizione contro gli Ottomani, ma l’accresciuta potenza turca lo dissuase dal porvi mano. Spese tutte le sue energie a rafforzare e ingrandire lo Stato pontificio e a ridurre all’obbedienza la facinorosa nobiltà e la riottosa plebe romana. Ci riuscì, ma si guadagnò l’odio dei sudditi, offesi anche dal suo sfacciato nepotismo. Forse solo Alessandro Borgia lo eguagliò nell’elargire uffici e nel di stribuire rendite e prebende a congiunti prossimi e lontani. Nel 471 elesse cardinale il nipote venticinquenne Pietro Riario e gli assegnò quattro vescovati e un appannaggio annuo di sessantamila ducati. Nominò il fratello di Pietro comandante dell’esercito pontificio e un altro nipote prefetto di Roma. Salendo al Soglio, aveva trovato le casse piene d’oro, ma in tredici anni le svuotò fino all’ultimo centesimo. Il denaro che non spese in guerra o non donò ai nipoti lo profuse in opere d’arte. Anche lui abbellì Roma, innalzò nuovi edifici pubblici e nuove chiese, restaurò e ampliò l’ospedale di Santo Spirito, riorganizzò l’Università. Legò il suo nome alla Cappella Sistina, di cui affidò il progetto all’architetto Giovanninoo de’ Dolci e la decorazione delle pareti al Signorelli, al Pinturicchio, al Ghirlandaio, al Botticelli che vi raffigurarono scene della vita di Mosè. (continua) ARCHIVIO STORICO N. 9 SETTEMBRE 2013 L’ATTUALITÀ, pag. 11 bini,/ villaggi ridotti in cenere./ La terra ha paura!/ Anche i potenti, quelli che/ si nascondono dietro un sorriso,/ predicano la pace,/ hanno nei loro cuori l'odio,/ le loro menti ottenebrate dall'orgoglio,/ i loro artigli sono più aguzzi di quelli di una tigre./ I deboli credono che con le loro preghiere,/ e con gli inni sacri/ otterranno la pace nelle loro case./ Ma la terra trema ha paura! Rita Amodio LUCE Passi e illumini/ la mia vita spenta. Leda Panzone Natale REALTA' QUOTIDIANE Spazi esigui di cuori martoriati, invisibili;/ resti di convulsi pensieri, fasulli;/ pochezza di sentimenti.../ Realtà quotidiane... Leda Panzone Natale PREGHIERA ALL'IMMACOLATA L’ANGOLO DELLA POESIA furenti da amici/ che, nascondevano l'amore;/ amico del tempo più lieto/ mi manchi,/ la nostalgia è una brutta malattia/ che nessuno può guarire;/ amico ovunque mi guardo,/ ovunque ti cerco;/ camminando ti penso;/ sono nelle nuvole;/ la malinconia ha preso me/ e, non mi lascia più! Francesca Pagano FERMATI ! E ASCOLTA Fermati!... e ascolta/ del vento l'alitare/ che fa oscillare le corolle/ diffondendo soavi fragranze/ e tremare i fili d'erba/ culla degli insetti./ Fermati!… e ascolta/ delle fronde lo stormire/ insieme al ghorgheggiare/ degli uccelli innamorati/ in magnifico concerto./ Fermati!... e ascolta/ dell'onda il canto/ che accompagna/ la distesa sulla riva/ del niveo spumoso merletto./ Fermati!... e ascolta/ del fiume il gorgoglio/ fluente tra secche sassi/ e verdi sponde/ mentre i gabbiani/ sfrecciano e stridono giocosi./ Fermati!... e ascolta/ il silenzio della natura/ in tutte le sue loquaci sfaccettature. Anna Cardelli Morena GODI E SII FELICE (dopo l’abisso) Mi sveglio dopo una notte/ di sogni a colori.../ Immagini irreali, pesadillas?/ Apro gli occhi, BUENOS DIAS!/ Sorrido, mi guardo allo specchio, /grido: "SONO FELICE"!/ Sono vivo! Spunterà il sole/ e sarà una grande giornata./ E' una scelta, sono felice/ perchè ho deciso di esserlo!/ Chi piange, può; chi ride, deve./ Sono CREATORE, sono ARTISTA/ di penna e di pennello (per la gloria)./ Està siempre una ranura que te espera.../ Baila, baila hombre, si quieres./ Il mondo è uno specchio/ che riflette ciò che sei e ciò che dici./ CIò CHE DICI, RIVELA CIÒ CHE SEI./ Quando le campane suonano a morte,/ una vita non è più, è andata avanti.../ The time is over. Oreste Musso INDIFFERENZA Oggi giorno nessuno parla e dice chiaro:/ lo non ci vedo.../ mi sembra che la strada sia offuscata. /Molti confondono il bianco quasi col nero/ dei ciottoli per terra ma... lascia stare. /E come i pipistrelli senza vedere d'intuito/ sorvolano la vita di maschere e sorrisi/ il mondo sfugge. Vittorio Pesca LA TERRA HA PAURA Sopra la terra un cielo elettrico tempestato di luci./ In questo inferno che noi chiamiamo civilizzato,/ ove il denaro rubato forma alti mucchi/ infuria la battaglia della fame,/ e la crudele avidità del civilizzato./ Quelli che in nome della fede abbracciano/ l’illusione, uccidono e vengono uccisi./ Il mondo è impazzito dall'odio,/ lacerato dalla lotta,/ schiavo della lussuria./ Macchie di sangue contaminano i paesi lontani/ nella furiosa fiamma della distruzione./ Corpi dilatanti di donne e bam- IL GIARDINO INCANTATO Il giardino incantato della nostra infanzia si chiude dietro un cancello irraggiungibile/ così iniziano i sogni ed indossiamo maschere che segnano il nostro destino./ Pronti ad attendere due occhi che ci rapiscono/ e ci conducono verso l’etereo finalmente protesi verso 1’umanità intera./ il nostro viaggio immaginario continua lì dove la pioggia disseta le nostre aspettative,/ il vento semina idee e la bocca dei poeti/ dischiude armonie dell’anima. E così le stagioni non hanno tempo,/ viviamo il quotidiano fino a quando ricurvi su noi stessi prendiamo coscienza della vita. Florinda Battiloro A ELUANA Piccola dolce creatura/ Intrappolata l'anima hai/ Pur non volendo./ Tre lustri e più che non voli/ Alta verso il cielo/ Non sei quaggiù e né lassù/ Monitor piatto, zero/ Batte il cuore, forse palpita un respiro/ Ma il resto zero, e sarà così./ Per te misericordia/ Per te che non odi e non vedi, Non hai più sensi/ Per te che vorresti andare a Dio. Per te, che più nulla esiste:/ La gioia del sole/ Le note di una canzone/ L'incresparsi del mare/ La dolcezza dell'amore/ Per te Misericordia. Nadia Balduini Bentivoglio AD UNA DONNA... Scrivere di te…/ una poesia… impensabile./ Si può per una mamma,/ una sorella, una donna,/ per il mare, la luna, il sole,/ un'alba, un tramonto, un cielo stellato,/ ma di te… è difficile./ Perché… tu mamma, sorella, amica/ mare, luna, sole,/ alba, tramonto, stelle: TUTTO. Romano Zega L'AMICA CHE VERRA’ Quando verrai fa rumore/ suona tromba e tamburo/ sfidami a singolar tenzone/ sguaina la spada ed il fioretto/ non ho paura difendermi saprò./ Quattro possenti sciabolate/ qualche schivata prudente/ tu professionista vincente/ io dilettante perdente./ Stanco, sudato, sfinito/ abbracciati verso non so. Romano Zega AMICO Lontano, non tanto lontano nel tempo,/ ricordo la tua voce soave,/ le tue grida, le tue risa,/ ridenti giornate soorrevano liete/ sull'erba smagliante, lucente/ anche i fiori aprivano il varco;/ le corse, i giochi, i calci, le botte,/ le botte date per scherzo, i baci, quei baci ogni fantasia creata nella mente egli la insegue/ come se fosse vita vera./ Per nulla, si arrende/ testardo nei silenzi si nasconde/ ma poi, per meno di niente ti sorride/ ti guarda negli occhi/ ti scruta l’anima per capire se sai amare/ con le parole ti vorrebbe sbalordire/ e di esse farti inebriare/ rubando un minuto alla tua vita per portarti verso l’infinito./ Cerca la bellezza nell’ebbrezza di un volo/ tremano le sue mani se avverte che gli altri possano fare del male/ e poi...il suo pensiero torna a volare/ per dire al vento di non raffreddare/ i raggi del sole perché li vuole toccare Stefano Di Marino GALEAZZA Placido mar al tramonto/ tavola salata limpida/ come un cielo senza nuvole./ Piccoli velieri di passaggio./ Il mitico mostruoso Scoglio/ tra un leone e una sfinge/ dal guardingo vigile sguardo/ malintenzionato/ sembra far la guardia/ verso oriente. Gianni Donaudi LA FORTUNA È lì, la vedi / la senti, la tocchi, / ti ammalia, ti cinge, / ti bacia, ti incanta / e tu corri giulivo, felice / ballando, cantando / nei sogni che / ella ti porta, / nel mondo lontano / e lucente che ella / ti insegna, / ma poi d’incanto / ella si gira, si volta, / svanisce, sparisce, / ti illude, ti brucia, / ti lascia solo e piangente, / è la realtà che torna, / dura e nemica, / e allora comprendi / che sei su una giostra / che gira veloce e rotante, / come la luce del sole, / che una volta ammiri vicina, / l’altra invece lontana. Giovanni Iodice INNO ALLA VITA Ammirare un bel panorama,/ odorare fiori policromi,/ abbracciare chi si ama,/ rendere roseo l’avvenire/ dei figli e sentire lor gratitudine/ l’uomo non sente più il soffrire/ e la vita appare bella e da vivere/ con fede cristiana cristallina/ secondo il divino volere./ Festeggio felice con persone care/ il mio ottantesimo compleanno,/ una delle tappe della vita rare./ Inno alla vita bella e ben vissuta,/ ma con grandi sacrifici e soddisfazioni/ e spero che un dì longeva sia ritenuta./ Dopo aver ottimo pranzo insieme gustato,/ assaporiamo gioiosi una squisita torta/ e da tutti venga esclamato:/ W la vita! Buon compleanno! Mario Coletti A DIO ETERNO Possedere Te è grande felicità/ della pia anima immortale/ e unica gioia dell’eternità./ Niente può veramente rendermi felice/ all’infuori di Te, Dio Onnipotente,/ e contemplare Te della fede è radice./ Scuotimi dalla noiosa indifferenza/ e dalla freddezza e fammi desiderare/ una pura, sana e vera coscienza./ Nessuna persona può davvero accedere/ alla Tua incomunicabile e grande santità/ anche se Tu desideri le creature possedere./ Niente può vivere se non in Te/ e nulla hai creato che non sia buono,/ perciò adoro sempre tanto Te./ Hai creato l’uomo responsabile e retto,/ benevolmente dotato di grande fede,/ vivente con spirto cristiano corretto./ Assicuri, Dio, ad ogni bisognosa famiglia/ il pane quotidiano necessario per sopravvivere,/ così scompariranno lacrime dalle ciglia. Mario Coletti ROSSANA È PARTITA Rossana/ illuminava/ la casa/ Rossana/ illuminava/ il vicinato/ Rossana/ illuminava/ il suo passaggio/ Rossana/ è partita/ clandestina/ la casa/ è spenta/ il vicinato/ è spento/ il suo passaggio/ è spento/ di muta/ assenza/ Michele/ è fulminato/ di colpevole/ incomprensione/ Michele/ è fulminato/ di devastante/ sottovalutazione/ i piccoli/ brancolano/ al buio/ spauriti/ ed affamati/ la solitudine/ attanaglia/ i cuori/ di una vita/ rarefatta. Francesco Tanzi LA NEVICATA DI FEBBRAIO (Roma in abito da Sposa) Nel freddo mattino di febbraio,/ un cielo bianco, velato di neve. ‘La luna in disparte complice delle stelle./ La più capricciosa vuol vedere Roma, vestita da Sposa / Saltella per le vie del cielo,/ in sordina prende una bianca nuvola/ si discioglie dal cielo scende/ una folta bianca pioggia / Son grandi fiocchi di neve Sul ciglio della mia finestrella,/ mi appare una magica visione /In fondo al mio cuore / sento una fede celestialedivina. Sogno i fiocchi di neve/ bianche colombe messaggere del cielo/ di pace, amore in ogni angolo del mondo./ Mi ridesto, sfavillano nell’aria / formano una mantella misteriosa / sento una carezza al cuore di poesia./ Ecco Roma in abito da Sposa./ Turisti, festosi passanti bimbi gioiosi / fanciulle innamorate felici stretti sotto l’ombrello coperto di neve fra carezze / folli baci ardenti, come una fiaba d’amore d’altri tempi./ Il Gianicolo è scenario di poesia./ volti bianchi remoti, di pitton,/ poeti che vorrebbero parlare. Roma! Nessuno al mondo la potrà imitare./ Il suo fascino in quel momento, / ci fa sentire tutti poeti del firmamento./ Quella stella gioiosa è fuggita via. / Il candido mantello ti ha portato via, Roma!/ Come maliarda sirena, puoi indossare il tuo abito da sera. /Quel freddo, gelido mattino di febbraio 2010./ Il cielo assieme al nostro Signore padrone del mondo /ti ha sfiorato con un raggio di sole, e la carezza della dolce primavera./ Quel gelido mattino è già lontano,/ vagando col pensiero/ possiamo rivederlo piano, piano. / Quella folta pioggia di grandi fiocchi di neve/ simile ad una mantella meravigliosa. ‘Ecco! Ci riappare Roma! In abito da Sposa. Elena Andreoli Grasso Dal profondo del cuore/ eleviamo a Te la preghiera/ che raggiunge gl'infiniti cieli/ ove Tu, Madre immacolata,/ la raccogli/ e la trasformi in soave fiore/ che porgi a Dio./ Tu, ricolma di bontà,/ vigili costante sui Tuoi figli/ per guidarli verso la strada della redenzione/ perché possano godere in eterno/ le meraviglie celestiali/ nei raggi della Grazia Divina./ Amen. Marcella Croce De Grandis SENZA VOCE Mai di sera vi fu tanto silenzio,/ un'aria senza voce, senz'anima;/ meglio il deserto ché tale è per natura./ Libertà non voluta è solitudine./ Lancinante perfino la luce delle stelle. Rossana Mezzabarba Nicolai SOLO IERI Solo ieri, pigolava il passero nelle pieghe del mio collo con il freddo becco aperto e sguaiato. Solo ieri, mi riscaldava il posto acciambellato sul letto a fiori, il cane fedele. Solo ieri, il suono della fisarmonica, ambulante per strada, m'inumidiva gli occhi senza un perché. Solo ieri, disegnato sulle mattonelle, del corridoio poroso c'era il gioco della settimana. Solo ieri, assordavano la strada dell'estrema punta di mare, gli zoccoli di legno naturale, strascicati ai piedi come le reti dei marinai. Solo ieri, l'elemosina cieca per le strade, mi regalava il suono tremolante del pianino e la fortuna colorata, dal becco di un pappagallo ammaestrato. Solo ieri, affacciata alla finestra, con i gomiti protetti dal morbido cuscino, guardavo la natura prima fanciulla e poi donna cresciuta. Solo ieri... ma già la gatta si appostava felina sotto il davanzale e senza perdere d'occhio la finestra aspettava al varco/ il volo mio iniziale. Maria Serritiello UN AMORE PERDUTO Tramontato è il sole e si fa sera,/ il tuo pensiero continua a consumarmi il respiro./ Non posso bruciare ancora per molto tempo,/ anzi, a ben pensarci, e quasi con festa,/ domani comincerò a farmi un giro per il campo,/ e ben più dolce sarà la visione. Giannina Nardecchia Orsini DOVE VAI Dove Vai?/ Uomo che corri, fuggi, scappi,/ uccidi, sopprimi, ammazzi, /rubi, sottrai, ti appropri./ Cerchi, Cerchi con la violenza e con l’inganno/ nel prossimo e nelle cose,/ il potere, il piacere, la ricchezza,/ l’amore, la gloria./ Fermati! Guarda in te!/ Perchè solo lì puoi trovare,/ il potere, il piacere, la ricchezza,/ l'amore, la gloria/ e tutta l'immensità del cielo! Gilberto La Scala IL FASCINO DI UN POETA È il fascino di un poeta/ di un ragazzo irrequieto/ di un bimbo indifeso/ del buio pieno di stelle/ di un sorriso sfuggente che si intravede negli occhi di un poeta./ Fin dall’alba attende che i sogni della notte/ tutti si avverino/ ed CUORE PRIGIONIERO Perfida vita, non ti conosco più/ Ignoravi i sentimenti, /hai distrutto ogni valore./ Piangere non puoi,/ ormai sono altrove./ Sperduti dietro i valichi dei monti,/ svaniti con la nebbia nella notte,/ io li cerco come ieri. /Tornate indietro, sentimenti miei. /Indifferente vita! Ero folle di te./ La luna, le stelle.../ Tutto era amore, tenerezza... per me./ Gelosamente, un maniero/ ha chiuso il cuore a chiave./ È solo un prigioniero. Elena Andreoli Grasso RINGRAZIAMENTO Dal profondo del mio cuore voglio ringraziare la gentile Dott.ssa Patrizia Frittelli (chirurgo) per aver effettuato con grande professionalità il secondo intervento (nello spazio di un mese) su mia figlia Fiorella presso l’Ospedale Belcolle di Viterbo. L’ha assistita con immenso spirito umanitario, confortandola in tutte le fasi degli interventi. Ecco un fulgido esempio di prestazione sanitaria effettuata come autentica missione. Nel mio cuore trepidante ho cercato di mascherare il dolore nei confronti di coloro che mi stavano vicino. Voglio ringraziare anche la mia bella nipote Giusi (infermiera), mio fratello Alfredo (70 anni), mia sorella Italia mio nipote Massimo (ex maresciallo dell’Esercito), per avermi dato un grande sostegno morale, come angeli custodi. Elena Andreoli Grasso UN AFFETTUOSO ABBRACCIO AD ELENA E’ un momento difficile quello che la celebre poetessa Elena Andreoli Grasso sta attraversando. Sua figlia é stata sottoposta a delicati interventi chirurgici. Tutti i redattori di questo periodico si stringono affettuosamente alla signora Elena per offrirle il conforto morale di cui ha bisogno. La solidarietà, oltreché essere un emblema del cristianesimo, é un valore che contraddistingue le persone dotate di sensibilità ed altruismo. D’altronde, va evidenziato il fatto che la signora Elena é socia del Movimento Salvemini da oltre vent’anni, ricoprendo i ruoli di segretaria dell’Ufficio di Presidenza, di membro delle Giurie dei concorsi letterari e di redattrice di questo Periodico. E’ quindi un’istituzione storica del Movimento. Autorevoli critici letterari l’hanno definita la “Leopardi del secolo XXI” per la spiccata profondità delle sue poesie, frutto di celeste ispirazione. Elena é nata a Viterbo e vive a Roma. Rappresenta un preciso punto di riferimento per i giovani poeti e narratori. La sua firma é presente sul periodico “L’Attualità” fin dai primi numeri ed é presente anche sul blog “movimento salvemini.blogspot” nella rubrica “L’angolo della poesia”. E’ molto devota a Santa Rosa, protettrice dei viterbesi. Noi tutti invochiamo Maria di Nazareth, Madre di Gesù e di tutta l’umanità, affinché dia conforto spirituale ad Elena, ridonandole quel sublime sorriso che l’ha sempre contraddistinta. Da quel sorriso traspare una grande nobiltà d’animo. Florinda Battiloro ARGUZIE POETICHE IL METODO DELL’ASTRAZIONE Lingua italiana, lingua federalista europea, dai tantissimi nomi astratti e collettivi che l’espressione linguistica mostra nei mutamenti di stile, di chiarezza, di dinamismo intellettivo, di concretezza, di fibrillazioni, di frantumazione, per necessità di sostanziali cambiamenti che assecondano l’apprendimento “oltre”. Nomi intraducibili in formule matematiche-fisiche-chimiche, nei cui studi specifici permane il metodo dell’astrazione. Comune logica aziendale-industriale del libero pensiero italiano nel villaggio Terra. Potere di lingua é potere di popolo, dai dignitosi astratti e collettivi percorsi, dai dissensi ampi e continui, per provocazione di emergenze realistiche che occupano terrestrità molteplice, per autodifesa audace con il ...pensare, per provocazione al negativo della promiscuità collettiva, con unità dell’universo infinito, privo di verifica. Mariannina Sponzilli A PIPPO GURRIERI, AUTORE DE “LA PIOVRA VATICANA” (Edizioni La Fiaccola) Il sole: stella fissa. Raggi responsabili dell’invecchiamento precoce. Sorge e tramonta sulla varie parti della Terra, con conseguenze ancora sconosciute. Il capo della Chiesa é chiamato “il sole”. È re per potere decisionale economico-tecnico-scientifico sui beni mobiliari-immobiliari. Ripetitivo modo di assecondare gli ordini cardinalizi e gli ordini monastici, per riti e tradizioni con varie interpretazioni. Modo di fare che ripete con il Re-Sole le guerre nei continenti. Così s’adopra il sindacato opussiano nel mondo, con capitale sconosciuto perché segreto, con tecnici bancari sconosciuti, nella piovra vaticana. Mariannina Sponzilli IL CANTORE DEI RAPPORTI UMANI Il vero romano vive a Roma da sette generazioni. Se i suoi antenati vennero da fuori, anche dalla campagna intorno, in tal caso non fa parte dei Noantri. I Romani de Roma si chiamano Noantri. Sotto questo nome si fa una festa a Trastevere. La festa de Noantri è religiosa e laica. Dopo la processione, si festeggia con allegria. Lungo Viale Trastevere, le bancarelle sono tutte in fila, nei vicoli si mangia, mentre musicisti con mandoli, le chitarre suonano le canzoni tipiche romanesche, una delle stelle di questi concerti è Gilberto La Scala che ogni tanto fa commuovere la gente nonostante che come calabrese non fa parte dei Noantri. Il suo repertorio è molto vasto. Sono canzoni che tutti conoscono nella capitale, oppure serenate quasi dimenticate, compone nuove melodie. Preferisce dedicare le canzoni alle signore, facendosi ispirare dal loro fascino. Il tenore Gilberto La Scala ha un grande talento, perfezionato dai Maestri Polverosi, Barandoni, Altavilla e Galluzzi. Accanto al folklore laico si dedica alla lirica e in particolare alla musica religiosa. Barbara Schiliichet I MONDI, LA VITA, L'UOMO I tondi, i mondi, la vita e in me... “Lui”./ Così dalla luce che abbaglia/ nasce l'Uomo e sotto lo sguardo dell'occhio divino/ nascono i mondi e cosi la materia si diletta/ con colori forti o trasparenti/ a dar vita alle forme .../ quelle invisibili... quelle immense.../ e nella varietà mirabilmente variegata l'Uomo. Albano Laporta L’UOMO CHE AMA LA GIUSTIZIA Cultore della lirica, cantante di repertorio classico e popolare, ha voluto trasmettere sulla carta alcune impressioni umane e sociali, componendo rime poetiche quale suo personale apporto alla cultura di attualità, registrando quanto avviene guardandosi attentamente all’intorno. Certamente sono temi che fanno meditare e che toccano il cuore dell’uomo che ama la giustizia e che vorrebbe sempre più equilibrio nell’ordinamento sociale. Sono poesie che vogliono far risaltare uomini di diversa età, che vivono e che soffrono nella quotidianità e che vengono inquadrati con tale potenza espressiva come se, plasticizzandosi, vogliono dire con voce, ora forte, ora affievolita, ora rassegnata, il loro malessere, la loro cosciente attesa che una mano provvidenza le offra ad essi concreto aiuto. In questi versi, scorrevoli e musicali, c’è la vita che palpita e dicono amore e gioia del cuore di Gilberto La Scala (nella foto) che li offre apprezzando tutti coloro che nel nome dell’Altissimo son samaritani per il fratello che spera. Francesco Rocco Arena Album di famiglia: Daniele Sponzilli (nato a Lucera il 1° gennaio 1904, deceduto l’8 ottobre 1996), Lucia e Maria Giovanna Sponzilli (nate a Lucera), Mariannina Sponzilli (nata a S. Marco Lacatola il 19 agosto 1939), Carmela Di Mauro. L’ATTUALITÀ, pag. 12 PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI N. 9 SETTEMBRE 2013 SANTIAGO DI COMPOSTELA, LA TRAGEDIA DI DARIO LOMBARDO «Non ascolto il passato e non guardo il futuro. Sorrido perché sono l’artefice della mia vita. Sorrido perché sono io a scegliere il mondo che voglio. Mi sento vivo».Questo l’ultimo post su Facebook di Dario Lombardo, il ragazzo 25enne siciliano morto sul maledetto treno che la sera del 24 luglio a Santiago de Compostela ha imboccato a 200 all’ora una curva schiantandosi fuori dai binari e provocando la morte di settantanove persone. Dario non doveva essere lì: aveva perso l’aereo per Santiago di Compostela e così aveva poi ripiegato su quel treno. Doveva raggiungere alcuni amici spagnoli che aveva conosciuto a Forza d’Agrò, il paesino in provincia di Messina dove viveva con i nonni. Voleva assistere ai festeggiamenti in onore di San Giacomo di Compostela. Purtroppo sul quel treno ha trovato la morte e le parole scritte sul suo profilo Facebook riecheggiano ora sulle labbra di amici e parenti con una rabbia indescrivibile. «Siamo sconvolti, tutta la nostra comunità è profondamente rattristata» ha detto don Luciano Zampetti, parroco di Forza d’Agrò. «Dario era un ragazzo speciale, intelligente e sensibile; per due giorni interi abbiamo pregato, sperando che il ragazzo potesse essere ancora vivo». Per i primi due giorni dall’incidente infatti, non c’era la sicurezza che quel corpo fosse di Dario, è stato poi l’esame del DNA a confermarlo; sono stati due giorni di estenuante attesa per i conoscenti del ragazzo, che si sono raccolti in preghiera nella parrocchia del paese. E’ stato un dramma soprattutto per i genitori, Mimmo e Pina che gestiscono una pizzeria in Germania, a pochi chilometri da Monaco di Baviera, e che appresa la notizia sono subito partiti alla volta di Santiago. Ragazzo ambizioso e determinato, Dario studiava economia a Catania e si trovava in Spagna per uno scambio culturale finanziato dall’UE; socievole e gioioso, amava viaggiare e spesso diceva ai nonni che dopo la laurea si sarebbe concesso un anno sabbatico per fare il giro del mondo. Ma non aveva fatto i conti con il destino beffardo che in quella curva maledetta gli ha spezzato i sogni e la vita. Erika Carpinella UN FLASHMOB PER MATRIMONI GAY Roberta e Anna, ragazze ventenni come tante, per alcuni giorni di luglio hanno movimentato la calda atmosfera della città partenopea, con un gesto che merita di essere raccontato: Roberta ha organizzato lo scorso luglio un flashmob nella famosa piazza Plebiscito per chiedere alla sua dolce metà Anna di sposarla. Da anni fidanzate, le due si conoscono quando sono adolescenti a scuola e da quel momento non si perdono più di vista. Mentre Anna era già dichiaratamente lesbica (e fidanzata) l’altra non aveva ancora le idee chiare sul suo orientamento sessuale. «Ero fidanzata con un ragazzo» dichiara Roberta «ma non mi sentivo appagata. Quando ho capito di provare emozioni molto forti nei confronti di Anna, ho fatto coming out con la mia famiglia. Mia madre aveva già capito tutto, e amorevolmente mi ha detto che rimanevo sua figlia, così com’ero».Galeotto per le due belle ragazze partenopee è stato il noto social network Facebook. «Dopo il liceo, io e Roberta ci perdemmo di vista» ha raccontato Anna «ma non ci fu giorno in cui non pensavo a lei. Poi l’intuizione di inviarle una richiesta di amicizia su Facebook e il destino ha fatto il resto. Dal 2010 siamo una coppia, ci sposeremo in Spagna e stiamo già pensando all’inseminazione per formare una famiglia vera». Il flashmob, organizzato dalla pagina Facebook “I’m gay, any problems?” è balzato alle cronache nazionali ed il video caricato su You Tube, ha fatto il tam tam dei giornali on line e social network. Una bella iniziativa made in Naples contro l’omofobia e che fa trionfare il vero amore contro ogni forma di pregiudizio. Erika Carpinella DISABILE LASCIATO A TERRA DA TRENITALIA Domenico Cardone, un disabile di 20 anni del Tarantino, è sulla sedia a rotelle da quando ne aveva due a causa di un’atrofia spinale. Quotidianamente combatte con le barriere architettoniche ma la vicenda del 7 luglio scorso alla stazione di Taranto lo ha segnato. Munito di regolare biglietto comprato nell’agenzia di viaggi di sua fiducia, rilasciato dal Servizio clienti diversamente abili di Trenitalia dell’ufficio di Bari due giorni prima della partenza, ha dovuto rinunciare al suo viaggio Taranto-Lecce perché la porta del vagone era troppo stretta per entrarci. “Sono dovuto tornare a casa” racconta “e senza nemmeno un minimo di scuse per il disservizio o meglio per il diritto negato alla mobilità”. “Alle spalle ho una lunga esperienza di pedane che si bloccano, di viaggi sui regionali assolutamente non attrezzati che mi costringono a sostare nello spazio d’accesso dei passeggeri fra un vagone e l’altro, ma questa le ha superate tutte: il portone era troppo piccolo e la sedia non ci entrava”. L’episodio è stato censurato dal responsabile dei trasporti del Pd che ha deciso di denunciare pubblicamente l’accaduto. “Ai servizi carenti erogati da Trenitalia nella nostra provincia siamo abituati da tempo” sbotta il segretario, “pochi treni a lunga percorrenza, macchine inadeguate, collegamenti scarsi per tutta la tratta Jonica-adriatica. Adesso a tutto ciò va aggiunto il caso incredibile di cui è stato vittima un ragazzo disabile di Grottaglie che aveva avuto l’audace idea di prendere il treno per Lecce da Taranto”. Repentina la risposta da parte di Trenitalia tramite una nota. “In relazione all’episodio accaduto al Sig. Cardone lo scorso 9 luglio, Trenitalia precisa che a causa di un guasto al treno purtroppo non è stato possibile garantire, per il collegamento in partenza da Taranto alle 14.22, un convoglio attrezzato per il trasporto di persone disabili. Per supplire all’inconveniente sono state proposte al Sig. Cardone due soluzioni alternative per il viaggio. La prima: arrivare a Bari con il treno REG 12644 e proseguire per Lecce con il Frecciabianca 9807 dove sarebbe arrivato alle 18.43, proposta che il viaggiatore ha ritenuto di non poter accettare temendo di arrivare in ritardo ad un appuntamento. La seconda di viaggiare in taxi da Taranto a Lecce. Il viaggiatore ha declinato anche questa seconda soluzione dichiarando che avrebbe provveduto in maniera autonoma. Trenitalia, impegnata ad offrire ai clienti con disabilità servizi efficienti, è dispiaciuta per quanto accaduto al Sig. Cardone al quale rivolge le più sentite scuse.” Maddalena Barba INVITO A VIVERE (a cura di Stefano Madonna) VACANZE ALTERNATIVE A settembre può essere ugualmente intrigante la vacanza, soprattutto se non è convenzionale. Quella che non ti costringe a prenotare già da febbraio, preparare gli itinerari, fare le valige anche per i bambini e fingere di vedere il mare in spiaggia all’ottava fila. Si tratta delle fake holidays, le vacanze fasulle. La loro prima regola è l’illusione, vengono poi fantasia e capacità di stupirsi. E’ facile vestirsi da turisti, con abbigliamento informale e scarpe comode, fare una passeggiata tra i vicoli del centro di Roma ed ammirare quanti particolari delle facciate dei palazzi sfuggono quotidianamente. Alle strenuanti file alle Scuderie del Quirinale sostituire un tour per vedere Caravaggio alle Chiese di S. Agostino, S. Luigi dei Francesi e Piazza del Popolo. Gli amanti della buona tavola possono immergersi nel piacere assaggiando prelibatezze in locali tipo “Italia di gusto”, dove vengono serviti aperitivi e degustazioni dell’eccellenza alimentare italiana. Per chiudere, un caffè schiumoso la cui miscela ha conquistato il palato di uomini importanti come il “Sant’Eustachio”. Oltre al cibo, è possibile fare anche una vacanza a chilometri zero. Con lo smartphone e un sapiente fotoritocco, tra qualche tempo il proprio album delle foto potrà competere con quello di amici su Facebook. Senza contare che, in molti casi, difficilmente in altri luoghi si farebbero cose diverse. Con l’intelligenza e la sensibilità. Si possono apprezzare le bellezze di casa propria, lasciando nel “dimenticatoio” la nobilitazione della miseria. Fiorella Ialongo RILANCIARE I VALORI MORALI Il tempo scorre senza accelerare o indugiare, il suo ritmo è costante e immodificabile perché obbedisce alle leggi fondamentali del creato che sono immutabili. Il fluire del tempo somiglia al fiume che scorre nel suo letto verso il mare e trascina seco materiali alluvionali. Anche il tempo compie il suo percorso pieno di avvenimenti che sovente lasciano un’impronta indelebile. Studiare il cammino del tempo significa analizzare il suo contenuto in genere molto vario. Si è avvezzi ad operare una distinzione fondamentale in due tipologie: fatti positivi e piacevoli che diffondono soddisfazione e compiacimento, ma anche fatti negativi che amareggiano e sovente disorientano per il loro effetto ingiusto e violento. Dobbiamo, per dovere di obbiettività, ammettere che nell'attualità del nostro tempo la serie di episodi negativi risulta purtroppo soverchiante e le conseguenze di essi sono perniciose e deprecabili sotto ogni aspetto. Quando si ferisce la giustizia e la morale c'è da aspettarsi gravi effetti capaci di rompere equilibri nella sfera sociale e non solo. Siamo costretti ad assistere a eventi davvero raccapriccianti che non consentono di vivere in serenità. Regole inadeguate e nemmeno rispettate sono il segnale di una situazione che deve essere analizzata con grande attenzione per evitare interventi sbagliati con conseguente aggravamento della pericolosità di una crisi globale che potrebbe divenire irreversibile. Si parla da tempo di crisi intendendola di natura esclusivamente economica, ma non è così perché la crisi affonda le sue radici nell'abuso e nel mancato rispetto della morale e della giustizia. Questo reiterato atteggiamento ha attivato un lento processo malefico i cui effetti non sono tardati a manifestarsi determinando una situazione oltremodo preoccupante. All'origine, dunque, ci sarebbe da intravedere un perseverante comportamento incosciente e estremamente vituperevole che avrebbe provocato proprio la drammatica situazione che noi stiamo oggi vivendo. A questo punto vorrei sperare di riuscire a fare breccia nel cuore e nella mente di tutti per porre rimedio ad uno status che rischia di non potere più essere controllato. La mia è una vibrante esortazione ad agire con buon senso e onestà per preservare il nostro destino da un futuro tenebroso. IL NAZISTA CHE SALVÒ 200 EBREI L’ufficiale della Wermacht, Geherard Kurzbach (nella foto), ha recentemente ottenuto dallo Yad Vashem il riconoscimento del titolo di Giusto delle nazioni. Durante la seconda guerra mondiale Kurzbach diresse a Bochnia, che dista da Cracovia 50 km, un’officina di riparazione di veicoli militari. In questa città, prima dell’occupazione nazista, vi erano 3500 ebrei, che rappresentavano circa il 20% della popolazione. I nazisti nel 1941 vi crearono un ghetto in cui furono rinchiusi gli ebrei locali. Molti ebrei lavoravano nell’officina diretta da Kurzbach. Quando nel 1942 iniziarono le deportazioni nel campo di sterminio di Belzec, Kurzbach iniziò a proteggere quanti ebrei poteva, nascondendoli nell’officina durante i rastrellamenti. Nell’officina faceva nascondere anche le famiglie degli ebrei che vi lavoravano e quando il pericolo cessava rimandava tutti nel ghetto. Secondo i testimoni l’ufficiale tedesco salvò 200 ebrei. Nel 1943 lasciò Bochnia, perchè trasferito in Romania e, secondo alcuni ebrei salvati da lui, fu poi arrestato, in quanto scoperto. La cerimonia di consegna della medaglia di Yad Vashem ad un nipote di Kurzbach si è tenuta a Berlino nel mese di novembre 2012 e vi hanno partecipato anche il Presidente della Repubblica tedesca, Joachim Gauck, l’ambasciatore d’Israele e uno degli ebrei salvati da Kurzbach. Nel dopoguerra gli Alleati sottolinearono con forza la responsabilità collettiva del popolo tedesco nell’ambito della loro azione di “denazificazione”. In quel triste periodo storico il filosofo Karl Jaspers parlò di “colpa metafisica” dei tedeschi, mentre Hannah Arendt affermò che la responsabilità è sempre individuale. Durante il nazismo molti tedeschi cercarono di eliminare Hitler e di questi coraggiosi tedeschi va soprattutto ricordato Von Stauffenberg per il noto attentato non riuscito contro il dittatore, che gli causò la morte. Quanto ha fatto con tanto coraggio Kurzbach dimostra che la colpa non è mai collettiva e la responsabilità è sempre individuale sia nel bene che nel male. Mario Coletti CASE ABUSIVE: 10 MILIONI PER L’ABBATTIMENTO Una volta chiusa la stagione dei condoni si è aperta quella degli abbattimenti: nel mirino le case killer. Le prime ad essere abbattute dovranno essere quelle che ostacolano il corso dei fiumi e dei torrenti perché in caso di eventi estremi rappresentano una minaccia mortale. Un esempio ci viene proposto dalle alluvioni con dimensioni enormi e una frequenza maggiore. Il ministro dell’ambiente Andrea Orlando ha preparato un disegno di legge finanziato da 10 milioni di euro per l’abbattimento di edifici abusivi in zone a rischio idrogeologico. “Su questa proposta c’è un largo consenso e penso che si riuscirà ad approvarla in tempi rapidissimi”, spiega Orlando. “Ma se si dovessero profilare ostacoli sono pronto a inserire il provvedimento in un decreto legge sulle misure per affrontare le emergenze ambientali. Non possiamo aspettare ancora: per convincersene basta pensare all’alluvione che recentemente ha sepolto sotto un mare di fango il sito archeologico di Sibari proprio per colpa di un intervento abusivo sul territorio”. Il finanziamento rappresenta un fondo a rotazione per proseguire subito allo smembramento di circa mille case. Orlando spiega nei dettagli la sua idea: “Il meccanismo è semplice: i comuni ottengono in anticipo le spese che devono sostenere per gli abbattimenti; poi si rifaranno sui responsabili e i soldi incassati tornano ad alimentare il fondo. In questo modo diventerà possibile aumentare la quota di provvedimenti eseguiti, al momento ridicola: tra il 2000 e il 2011 in 72 Comuni capoluogo di provincia su 46.760 ordinanze emesse solo 4.956 sono diventate operative. In parte per mancanza di fondi, in parte per mancanza di volontà politica.” Inoltre ad influenzare il degrado c’è il peso molto forte dell’economia illegale: tra il 2003 e il 2012 sono state costruite 280 mila case illegali che hanno dato un fatturato illecito, e esentasse, di 19,4 miliardi di euro. L’idea del ministero dell’Ambiente è stata ben accolta anche dal Fai (il Fondo ambiente italiano) e dal Wwf: “È anche ipotizzabile l’uso di questo strumento in aree molto sensibili dal punto di vista del governo idrico del bacino fluviale, le foci: un luogo in cui l’abusivismo ha spesso lasciato tracce pesanti” osserva Gaetano Benedetto. Per il ministro Orlando questo è solo il primo passo per raggiungere un disegno di legge sul consumo del suolo che attualmente subisce saccheggiamenti per circa 75 ettari al giorno. Maddalena Barba STORICO VIAGGIO DEL PAPA A LAMPEDUSA Abbiamo sentito qualche personaggio politico criticare il messaggio di Papa Francesco, gridato con grande commozione a Lampedusa, davanti a quel Mar Mediterraneo che ormai da tanti, troppi anni è divenuto la tomba di tanti disperati, che su infidi barconi di fortuna, attraversando il mare, dopo aver attraversato, con inenarrabili sofferenze e pericoli, tutta l’Africa sub-sahariana, vengono a noi, per sfuggire a persecuzioni razziali o politiche, da parte di quei regimi tirannici che si sono insediati al posto degli Stati europei, dopo la 2da Guerra Mondiale, illudendo quelle disgraziate popolazioni con l’ aver dato loro sovranità e indipendenza. Come Giovanni Paolo II, papa Bergoglio ha propugnato e lanciato al mondo, non solo all’Italia, il messaggio evangelico cristiano della doverosa accoglienza da parte di quei popoli, un tempo colonizzatori dell’Africa, i quali hanno, nonostante questa interminabile crisi economica planetaria, raggiunto un grado di civiltà e di ricchezza sconosciute nella maggior parte di quei paesi, bruciati dal sole, tanto sole che, se sapessero sfruttarne l’immensa energia, sarebbero i popoli più ricchi della terra. Immaginatevi una estesissima distesa di pannelli fotovoltaici nel grande deserto del Sahara, che consentisse di fare trivellazioni a grande profondità per poter estrarre l’acqua dal sottosuolo! Ma non andiamo fuori tema. Dicevamo che qualche personaggio politico ha criticato, chiamiamolo, “il messaggio papale dell’accoglienza”, perché, si è detto, un conto è predicare questo messaggio e un altro conto è ben governare. E certamente l’Italia, già strangolata da un debito sovrano sempre più insostenibile, non può essere lasciata sola ad affrontare la drammatica situazione creata da questi continui sbarchi di disperati, tra cui, sia detto per incidens, potrebbero anche nascondersi i famigerati terroristi di Al Kaeda. Ma infatti, il messaggio evangelico di Papa Francesco non vuole che essere quello del Buon Pastore, universale, ed in particolare rivolto alle istituzioni nazionali e sovranazionali ( per es., all’O.N.U., che, così come ci appare oggi, è veramente un “telum imbelle sine ictu”), affinché ammoniscano, severamente, quei tirannelli che obbligano i loro cittadini a fuggire dal suolo patrio, temendo per la propria vita o dei loro familiari, e concorrano a creare effettivamente condizioni atte ad accogliere questi disgraziati fuggiaschi. È chiaro e indiscutibile che, qualora si verificasse un esodo biblico, l’Italia da sola non potrebbe farcela e che tutto il mondo civile deve farsi carico di assolvere questo assai grave compito. Dobbiamo continuare a consentire che le grandi società multinazionali si limitino solo a sfruttare le immense ricchezze nascoste nel sottosuolo di quei territori? O possiamo, e dobbiamo, fare molto di più? Ecco, secondo noi, la sostanza del messaggio di Papa Bergoglio, che non poteva dire, e non dice, nulla in contrario alla famosa risposta di Cristo:”Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio ciò che è di Dio”. Libero, dunque, il Principe di governare saggiamente, applicando “cum grano salis” il sullodato principio dell’accoglienza, che, diciamolo chiaramente, per i cristiani in particolare è un dovere indefettibile. Sergio Scalia NO FLY ZONE La primavera e l'estate sono le stagioni migliori per godersi giardini e terrazze, ma al nord il nemico numero uno (oltre all'afa) sono le maledette zanzare! Per non dover guardare il terrazzo dalla finestra fantasticando di essere in un luogo in cui queste fastidiosissime e minuscole attino presto e al crepuscolo, la zanzara tigre dagli occhi a mandorla non ha sosta (strano, eh!?) Istituire una no fly zone. Da sempre esistono in commercio diversi rimedi, dagli zampironi, agli spray, alle candele alla citronella per passare alle trappole elettroniche o elettrificate o agli amici pipistrelli! Tutti conoscono le vecchie trappole con luce azzurrata che attiravano gli insetti e li folgoravano, ma ormai sono obsolete e addirittura vietate negli esercizi pubblici per problemi di igiene (gli insetti esplodevano e parti minuscole finivano a metri di distanza). La tecnologia però avanza e gli ultimi ritrovati elettronici attirano le nostre nemiche grazie alla luce UVA, all’odore, al rilascio di CO2 che inganna le zanzare riproducendo la respirazione, al suono, ecc e una volta aspirate all’interno da una ventola le eliminano. Per sconfiggere il nemico è quindi necessario essere informati sugli ultimi ritrovati bellici e pianificare un budget di spesa in base al perimetro da proteggere. La spesa per questi aggeggi ultramoderni si aggira attorno ai 50/100 euro per un area attorno ai 100 mq. Le classiche raccomandazioni della nonna sono quelle di evitare i ristagni d’acqua nei vasi (dove le maledette si riproducono), innaffiatoi e laghetti. In questi ultimi, visto che chi ha un laghetto l'acqua la vuol vedere..., consigliamo l'uso di prodotti chimici appositi o meglio l'inserimento di pesci larvicidi. Ma allora... cosa utilizzare per vivere qualche ora tranquilli sul balcone o in campagna? Un mix di questi sistemi, gli ultimi congegni elettronici fanno molto ma l'istinto delle odiatissime ha spesso la meglio riuscendo a sentire la presenza di una preda (noi) ed evitando di finire in trappola ingannate dagli ultimi ritrovati. E in casa? Qui consigliamo quelle fantastiche racchette cinesi elettrificate ricaricabili: un po' di sport unito alla sadica voglia di farne fuori quante più si può non ha prezzo! Isacco Cicala LA FESTA DELLA RIFICOLONA Festa che si svolge in Provincia di Arezzo e precisamente a San Giovanni Val D’Arno, dal 2007 nel mese di Settembre, i festeggiamenti della Rificolona e il perdono si svolgono nella chiesa della città, per il perdono dei peccati e nell’otto settembre in occasione della natività della Vergine Maria. La Rificolona è una festa, nata a Firenze con fiere e illuminazione della Città, e nel folklore in questi ultimi anni, è divenuta partecipe anche dai bambini, con tante zucche luminose da loro preparate come la festa di Halloween, inoltre prevede il sabato, una giornata Medievale, con cortei in costume e cena serale. Questa tradizione nasce, dall’uso di lanterne, inserite in cima ad un paletto utilizzate dalle “fierucolone” ossia le contadine, che durante la sera precedente, arrivano per la Fiera Cittadina festeggiando e chiedendo il perdono dei peccati,nella chiesa della Città. Liana Botticelli N. 9 SETTEMBRE 2013 PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI L’ATTUALITÀ, pag. 13 DISASTRO AMBIENTALE Individui senza scrupoli continuano a sconvolgere l’ecosistema planetario. Per semplice lucro mercantile in molte zone del mondo le foreste fluviali stanno scomparendo. Erano considerate come i “polmoni” del nostro pianeta. Migliaia di alberi maestosi (produttori di clorofilla) vengono tagliati per far posto a insediamenti industriali. Coloro che fanno questo scempio sono irresponsabili perché sottraggono ossigeno alla Terra. E sono anche vandali perché spesso tagliano alberi senza una reale esigenza commerciale. E’ un disastro di enormi proporzioni. Gli attivisti di Greepeace lo hanno denunciato energicamente ma la Comunità internazionale continua a tacere. La foresta amazzonica sta per scomparire ma gli organismi internazionali competenti in materia restano immobili. Forse perché gli interessi pecuniari in gioco sono molto forti. Rosanna Sinopoli “SCUOTI CHE TI TROVI” Sarà che dalle novità tecnologiche del Sol Levante siamo abituati a farci stupire, ma di social-chat ancora non s’era sentito parlare. Dalla Cina con furore sbarca sul mercato internazionale WeChat, un OGM tecnologico, incrocio fra Facebook, Skype, Instagram, Chatroulette e Whatsapp. Si può definire così WeChat, l’ applicazione mobile sviluppata dalla cinese Tencent e utilizzata da più di 400 milioni di utenti che permette, con uno banalissimo scuotimento dello smartphone, di selezionare i propri interlocutori in modo del tutto casuale. WeChat si propone contemporaneamente come strumento per rimanere in contatto con i propri amici, dialogare in tempo reale, saziare la propria curiosità e fare nuove conoscenze . Gratuita e priva - per ora - di messaggi pubblicitari, l’app è disponibile per tutti i sistemi operativi mobili presenti sul mercato (iOs, Android, Symbian, BlackBerry e Windows Phone) e si propone come alternativa all’insostituibile - sempre per ora – Whatsapp, soprattutto dopo l’introduzione del micro pagamento di quest’ultimo. A livello di economia di scala la partita tra questi due giganti della messaggistica istantanea potrebbe farsi interessante, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo: mentre Whatsapp, ha introdotto un piccolo canone, WeChat ha intenzione di proseguire sulla linea della gratuità, e non costringe gli utenti a inserire i dati della carta di credito o ad attingere al conto telefonico. Sarà, ma in ogni caso WeChat offre molto di più del semplice scambio di messaggi e contenuti: dalla condivisione e l’applicazione di filtri alle fotografie alla comunicazione della propria posizione e l’individuazione di persone nel territorio circostante; l’invio di messaggi vocali; la possibilità di effettuare video chiamate e di sbirciare i profili delle persone note. E ancora, la chat utilizzabile anche dal computer e l’aggiunta di nuovi contatti tramite la scansione di QR code; insomma… di tutto un po’, e anche troppo probabilmente. Cristina Canci PER NON DIMENTICARE (a cura di Vincenzo Calò) UNA MAGISTRATURA DA ELOGIARE In riguardo alla vicenda del sen. De Gregorio (con inchiesta a carico di Berlusconi), Prodi ribadì che si trattava di un episodio tristissimo, un attentato alla democrazia qualora fosse vero, e che si doveva far chiarezza perché non si può cambiare l’Italia corrompendo il Parlamento, un paese che dal punto di vista economico deve concentrarsi sulle imprese che stanno crollando, lasciando posare la polvere sulle questioni politiche, giacché girano tensioni e insulti postelettorali, pensando solo successivamente a come ricostruire la governabilità. Berlusconi continuò intanto ad auto convincersi circa il fatto che se i cittadini acquistassero la consapevolezza della situazione italiana si potrebbe sperare d’avere un popolo che impari a votare, facendo notare che al sen. De Gregorio Forza Italia a suo tempo diede un milione di euro alla luce del Sole, e pregustando le manifestazioni in piazza contro gli odiati Pm che hanno costretto proprio De Gregorio a parlare minacciando di metterlo in galera. A margine del processo Mediaset era certo che la Magistratura volesse cambiare il risultato elettorale. La terza sezione penale della Cassazione aveva ritenuto inammissibile il ricorso della Procura di Roma, prosciogliendo l’ex Cavaliere e il figlio Piersilvio oltre ad altri imputati nell’inchiesta Mediatrade, sulla presunta irregolarità nella compravendita dei diritti tv. La Procura di Roma però impugnò la sentenza pronunciata il 27/06/12 di non luogo a procedere, relativa all’inchiesta su di una presunta frode fiscale da 10 milioni di euro. Secondo la visita fiscale disposta dai giudici d’appello a seguito del processo Mediaset non sussisteva un impedimento alla partecipazione di Berlusconi in persona, per l’infezione agli occhi che lo colpì. Per il primario di oculistica e oftalmologia del San Raffaele di Milano, dott. Bandello, l’uveite bilaterale era solo migliorata parzialmente, pertanto occorreva che il paziente restasse in ospedale, a fronte del parere del collega, dott. Zangrillo, che accettò la negazione dell’impedimento purché si constatasse ch’era ben altra cosa rispetto al decorso medico. Colto da pessimismo Berlusconi se la prese col Movimento Cinque Stelle e che quindi non dovrebbe essere ammesso al Parlamento. Erano i giorni in cui si decise l’elezione di Grasso al Senato, forzata dal Pd a detta dei seguaci di Berlusconi che calmò le acque (putride) lodando il suo discorso d’insediamento, mentre Bersani proponeva una nuova legge sul conflitto d’interessi che riguardava i titolari di cariche di governo, le autorità indipendenti, le cariche di enti e regioni, con l’abrogazione della legge Frattini, immaginando l’estensione dell’incompatibilità anche alla sola proprietà d’imprese, azioni, quote, e del mandato irrevocabile a vendere per evitare la decadenza, oltre che l’impossibilità di sedere in Parlamento per chi ha reati sul groppone… iniziativa (a parole) presto disincentivata guarda caso da Berlusconi che invitò piuttosto ad aspirare ad un senso di ripresa economica aiutando le imprese…! MICKEY MOUSE APPRODA ALLA PANINI Dici Panini e tutti pensano alle storiche figurine dei calciatori. Ebbene, non più solo Trezeguet e Balotelli, ma anche Mickey Mouse, Bambi e Winnie the Pooh stanno per entrare nel novero dei “mezzibusti” della storica azienda modenese. Il trasferimento del popolarissimo fumetto Disney alla società modenese delle figurine è stato confermato con una nota che parla di “un accordo preliminare per il trasferimento delle attività editoriali relative alle riviste Disney in Italia”, trasferimento che insieme a Topolino, riguarderà anche altre riviste per bambini come Bambi, Principesse e Winnie the Pooh. L’accordo comprenderebbe una licenza di sei anni per la pubblicazione dei periodici ed il trasferimento delle redazioni da Milano a Modena anche se su questo punto i lavoratori ed i sindacati, dalla Slc-Cgil all’Associazione Lombarda dei giornalisti, sono sul piede di guerra. L’operazione potrebbe insomma preludere a un tentativo di rilancio della testata, che in effetti negli ultimi anni ha assistito a un costante declino della vendite, le cui cause vanno ricercate soprattutto nei nuovi costumi dei ragazzi di oggi, attirati più dai giochi digitali e poco interessati alla lettura dei fumetti. La Disney, anzi, secondo i critici editoriali, ha anche aspettato troppo a trasportare topi e paperi sui nuovi supporti high-tech, dall’ipad agli smartphone e chissà se il connubio con i super eroi della Marvel non possa risollevarne le sorti. Cristina Canci MANTOVANI: QUANTI INCARICHI... Incarichi contemporanei: - Vicepresidente della Regione Lombardia e coordinatore regionale del PDL - Assessore Regionale alla Sanità - Consigliere regionale - Sindaco di Arconate. La legge stabilisce l’incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di Sindaco, ma non sussistendo alcun automatismo che porta al decadimento di una delle due posizioni, Mantovani non lascia alcuna poltrona. Mario Mantovani dal canto suo contesta la legge che gli vieta di cumulare i due incarichi e vuole rimanere Sindaco fino alla scadenza naturale. "Sono stato eletto con il 70 per cento dei voti e la mia comunità è sofferente, non comprende le ragioni». Continuerà quindi ad essere Sindaco di Arconate e allo stesso tempo a ricoprire la carica di vicepresidente del consiglio regionale: due cariche incompatibili secondo l’articolo 69 del Testo unico degli enti locali. Da sottolineare che la sua maggioranza in Consiglio comunale (nella quale vi è anche il figlio Vittorio Maria Isaia Mantovani), chiamato a votare il decadimento di Mantovani dalla carica di sindaco, ha dato voto contrario. L'opposizione del comune di Arconate grida all'illegittimità. Gian Marco Corbetta, consigliere regionale 5 stelle, dichiara "sta diventando una farsa che dura da troppo tempo, d'altronde Mantovani è il coordinatore di un partito guidato da un pregiudicato e quindi nella sua azione è coerente”. A prescindere, se mai si potesse, da ciò che dice la legge... Ci si chiede se materialmente si possano portare avanti al meglio tanti incarichi che richiederebbero presenza e attenzione costante e puntuale. Mario Mantovani, non crede sia il caso di fare una scelta di campo e non cumulare cariche su cariche? Visto poi che è Sindaco di Arconate dal 2001, ci sarà sicuramente un delfino pronto a sostituirla e a portare avanti il vostro programma nel caso venisse eletto. La politica è una cosa seria e molto impegnativa, fare l'amministratore è oggi più impegnativo che mai e cumulare poltrone è un vizio italiano da debellare. Chi cumula gli incarichi costa a te: digli di smettere! Isacco Cicala UN MONUMENTO PER CARLO GIULIANI Pochi giorni fa a Genova, tristemente resa nota in tutto il mondo per i fatti del G8 del 2001, il Comune ha fatto posizionare una statua in memoria del giovane Carlo Giuliani, ucciso da un colpo esploso da un carabiniere che non poteva fare altro che difendersi dall’attacco del blindato accerchiato da scalmanati con spranghe e pietre. A prescindere dal fatto che questa triste vicenda avrebbe fatto meglio a rimanere sopita a giovamento di tutti, trovo fuori luogo il posizionare un simbolo granito dedicato a chi, in Piazza Alimonda a Genova, non stava certo manifestando pacificamente come è legittimo che possa fare qualsiasi onesto cittadino, ma cercava di scagliare contro il carabiniere il famigerato estintore a mo’ di bomba. Chi ricopre cariche istituzionali avrebbe dovuto esimersi dal portare avanti un’azione tanto sconsiderata che lede non solo le Forze di Polizia, ma tutti i cittadini che esigono legalità, rispetto e vogliono vivere in città sicure. I monumenti si dedicano ai veri eroi e con tutto il rispetto per una persona defunta, Carlo Giuliani di eroico non aveva proprio nulla. Ci sono tanti eroi silenziosi che ogni giorno lavorano duro per portare avanti una famiglia, ecco… i politici genovesi avrebbero potuto spendere meglio i soldi dei cittadini! Vergogna! Isacco Cicala IL CAMMINO DEL TEVERE E LO SBOCCO VERSO IL MARE “Oltre la bocca del fiume… il mare” è la mostra ospitata ad Ostia fino al 29 settembre nel nuovo centro espositivo Exp’Ostia, per mettere bene in luce il legame profondo e originario tra Roma e il Tevere ed il tratto di mare dove sbocca. L’esposizione è una collettiva con 45 opere di nove illustratori, molti dei quali lavorano prevalentemente nell’editoria per l’infanzia, sia in Italia che all’estero. Tali opere sono l’ espressione di un’ arte applicata in continuo dialogo con il libro, co-protagonista della mostra, e con la letteratura. Tra visite guidate e letture animate, laboratori creativi e spettacoli teatrali, la mostra si muove infatti su diversi piani e linguaggi che, traendo spunto dal tema, rendono la proposta particolarmente ricca e trasversale. “Oltre la bocca del fiume… il mare” è un invito per tutti, bambini, ragazzi e adulti, a lasciarsi incantare dalla bellezza espressiva delle immagini e rapire dalla risonanza delle parole, scritte e raccontate. Il titolo dell’evento rende omaggio al territorio in cui si svolge e deriva etimologicamente dal latino Ostium, ossia “foce del fiume” e, quindi, sbocco verso il mare. Poi, per estensione di significato racchiude in sé l’idea del viaggio come proiezione verso i luoghi del sogno e della conoscenza, dove la forza dei segni e delle illustrazioni agisce da propulsore creativo. Federica Iacovangelo CONFERENZA INTERNAZIONALE DI PALERMO Cosmo G. Sallustio Salvemini e Albano Laporta (Senatori del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace, Nuova Società delle Nazioni) nel corso della conferenza internazionale svoltasi recentemente a Palermo, sotto la presidenza del compianto Mons. Sen. Viktor Busà, deceduto il 22 agosto u. s. È imminente la convocazione della prossima conferenza internazionale che eleggerà il nuovo Ufficio di Presidenza. BASTA UN POCO DI ZUCCHERO… E CANDY CRUSH DIVENTA BUSINESS Quarantacinque milioni di giocatori nel mondo, 600 milioni di partite al giorno: il fenomeno dell’app di King.com è un successo su smartphone e tablet che ha superato anche Farmville ed è diventato il gioco più popolare e famoso di Facebook. Oltre 450 livelli per una utenza senza limiti generazionali: si va dal bimbo in età scolare fino alla pensionata settantenne. E tutti hanno un unico obbiettivo: far esplodere quante più caramelle possibili, raggruppandole per colore, forma, tipologia e confrontarsi con i propri amici di Facebook . Il gioco infatti si connette alla propria utenza social e nella grande mappa dei livelli consente di vedere chi sta avanti e chi sta indietro sul percorso degli oltre 450 livelli; a questo punto, lasciate ogni speranza o voi che entrate. Appena ci si prende un po’ la mano, Candy Crush Saga diventa difficile da abbandonare. Il gioco è semplice e sempre gratis ma questo non significa che sia altrettanto facile superarne i livelli, soprattutto perché è basato al 90% sulla fortuna e al restante 10, ma forse anche meno, sull’abilità. E’ un po’ come puntare alla roulette, si muove un confetto, una gelèe e si spera che produca un risultato. Volendo, per comodità, si può mettere mano al portafogli e comprare caramelle bonus, pesci di gelatina magici, tempo e mosse in più con l’ acquisto di bonus in-app. Insomma, quando il logorio della vita moderna si fa sentire, qualcosa di dolce può aiutare anche se intanto nelle casse di King arrivano, secondo le stime di Think Gaming, qualcosa come 600mila dollari al giorno grazie all’idea del “freemium” cioè quella di fornire un qualcosa di irresistibile gratis, ma che si può godere al meglio pagando. Certo, la soddisfazione di aver passato un livello in cui si è rimasti bloccati magari per giorni, è esattamente effimera e intensa come quella offerta da una caramella, ma mangiarne troppe può portare al mal di pancia. E se poi arriva il conto della carta di credito forse non basta un po’ di zucchero a mandare giù la pillola. Cristina Canci NUOVA TRAGEDIA NEL MOTOCICLISMO A meno di due anni dal tragico incidente di Sepang in cui nell’ottobre 2011 ha perso la vita Marco Simoncelli, il mondo del motociclismo viene sconvolto da un’altra perdita. Andrea Antonelli non ce l’ha fatta. È morto a Mosca durante la gara di Supersport in sella alla sua Kawasaki ZX-6R schierata dal team piemontese GoEleven. Classe 1988, originario di Castiglione del Lago, Antonelli aveva cominciato a coltivare la sua passione prima in minimoto e successivamente in categoria Superstock dove è riuscito a portarsi a casa una vittoria e tredici podi. Fino al Mondiale Supersport in cui ha debuttato nel 2012 e che al Gran Premio di Mosca 2013 lo ha visto partire in seconda fila grazie al quarto di tempo conquistato nelle qualifiche. Ma nel corso del primo giro qualcosa è andato storto. Andrea, dopo aver tamponato Massimo Roccoli, che aveva rallentato a causa di un problema tecnico alla sua Yamaha, è finito a terra ed è stato colpito alla velocità di 250 km orari e trascinato per diversi metri sul prato e sull’asfalto dal bresciano Lorenzo Zanetti, il 25enne del team Ten Kate Racing. «Un pilota colpito da una moto a quella velocità riceve 38mila chili sul cranio e non c’è niente da fare. Non si è accorto proprio di nulla», ha commentato Massimo Corbascio, responsabile della Clinica Mobile della Superbike dove Antonelli è stato condotto dopo l’incidente e dove si è spento nel giro di quaranta minuti. Pura fatalità o errore umano? Secondo le informazioni preliminari gran parte delle responsabilità dell’incidente sono da ricondurre alle cattive condizioni atmosferiche: la pista era bagnata già prima del via e l’asfalto era ovviamente viscido. «Oggi qui non si doveva correre. La gara non si doveva svolgere, in pista non si vedeva nulla e dovevamo fermarci», dichiara convinto Marco Melandri. Mentre dall’altra parte c’è chi come l’ex campione del mondo Loris Capirossi, oggi consulente della sicurezza per la classe MotoGp, è convinto che incidenti come questo sono impossibili da risolvere e che in certi casi la sicurezza conta e non conta perché quando cadi e un pilota ti travolge non si può far niente. Ma la risposta di Capirossi non convince. C’è chi continua a chiedersi se per evitare questa tragedia si poteva fare qualcosa che invece non è stato fatto. E chi invece spera che questo tragico incidente possa almeno servire ad evitare che altri giovanissimi campioni ci rimettano la vita. La speranza è infatti che la prematura dipartita di Andrea possa almeno spingere chi di dovere ad attuare finalmente una safety commission che si riunisca in ogni gara per discutere in maniera seria e costruttiva della sicurezza come avviene in MotoGp. Federica Sciorilli Borrelli IL SALOTTO DI VILLA BOTTICELLI PATROCINIO MORALE DEL PARLAMENTO MONDIALE PER LA SICUREZZA E LA PACE, DEL MOVIMENTO GAETANO SALVEMINI, DELL’UNIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI CULTURALI, DEL PERIODICO L’ATTUALITA’ E DELLA SCUOLA DI GIORNALISMO Filomana Turriziani MAGGIO UNIACENSE - XVI Edied Elena Andreoli Grasso zione “UNIRE GLI ARTISTI PER AFFRATELLARE I POPOLI” Presidente onorario: Giorgio Bosco. Presidente: Cosmo G. Sallustio Salvemini. Direttrice artistica: Liana Botticelli. Segretario: Leonardo Zonno. Presentatrice: Gabriella Di Luzio. Capo Ufficio Stampa: Antonio Bartalotta. Coordinatori: Nicoletta Di Bello, Paolo Macali. LA SOLITUDINE LO RENDE FELICE I proverbi sono il condensato della saggezza popolare. Un vecchio proverbio dice “Meglio solo che male accompagnato”. Qualcuno lo ha messo in pratica. E’ Mario Dumini, di origine trentina. Vive nei pressi di Roma. Ha scelto un modo di vivere veramente originale: la solitudine. È un eremita. Conduce una vita semplice, sana, tranquilla. La solitudine non lo spaventa. Anzi. Si sente libero e felice perché vive in perfetta armonia con la Natura. Ha un carattere forte. Non si preoccupa di coloro che lo considerano come un personaggio “scomodo”. Il suo stile di vita si ispira alla celebre massima di Giustiniano: “Neminem laedere”. Più volte ha ottenuto gli onori della cronaca giornalistica. Possiamo affermare che, in Italia e nel mondo, eremiti così dovrebbero essere più numerosi. Rosanna Sinopoli Caro lettore, ricordati di rinnovare la quota associativa a questo periodico che, essendo “super partes”, intende restare un libero organo di stampa. Florinda Battiloro, il cantante-chitarrista spagnolo Paco e Cosmo Salvemini L’ATTUALITÀ, pag. 14 EVENTI DI STORIA E DI ATTUALITA , N. 9 SETTEMBRE 2013 L’ANGOLO DEL LIBERO PENSATORE A DIAMANTE I DESIDERI VOLANO TRA MARE E CIELO ! a cura di Carmelo Monello di Borsod Grande successo per la V edizione dello “SKY LANTERNS SHOW”. Migliaia di lanterne magiche hanno reso indimenticabile una delle IL PICCOLO PRINCIPE Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry, più conosciuto come Antoine de Saint-Exupéry, nacque a Lione il 29 giugno del 1900 e morì il 31 luglio del 1944 durante un volo di ricognizione nel corso della seconda guerra mondiale; il suo corpo disperso nelle acque del Mar Tirreno non fu mai ritrovato. Discendente da un’aristocratica famiglia ebbe un’infanzia serena, malgrado il turbamento provocato dalla morte prematura di suo padre, quando egli aveva appena quattro anni. Studiò presso il collegio gesuita di Notre –Dame –de Sainte-Croix dove ebbe una formazione severa. Il suo bisogno di libertà lo spinse ben presto a prendere il brevetto di volo, così nel 1921 divenne aviatore militare; solo più tardi si dedicò come pilota civile ai voli intercontinentali. Tutta la sua vita- rischiosa- fu alternata da due grandi passioni l’amore per il volo e per la scrittura. Giornalista, poeta- scrittore, le sue opere letterarie sono quasi interamente la trasposizione della sua esperienza umana, segnata dall’intima, dolorosa scissione fra la propria passione di aviatore e il rimpianto per la casa, gli affetti lontani ed i sogni della propria infanzia. Il volo, però, era stato per lui la scelta radicale a cui aveva tenuto fede fino alla morte. Volare significava spingersi verso un’ideale di eroismo che travalicava l’individualismo personale conferendo alle sue scelte di vita uno spirito di sacrificio e di solidarietà di alto valore umano. Questa fede nella natura umana, unita alla semplicità e purezza di stile dei suoi romanzi, hanno esercitato un gran fascino nei giovani di tutti i tempi. I ricordi trasfigurati delle sue esperienze di pilota e il profondo bisogno di un’autentica moralità lo resero famoso in tutto il mondo attraverso i suoi libri: “Corriere del sud”(1928) “Volo di notte”(1931), “Terra degli uomini”(1939), “Pilota di guerra”(1942), “Lettera a un ostaggio”(1943) e il “Piccolo principe” che venne pubblicato per la prima volta il 6 marzo del 1943 in piena guerra ed in lingua inglese da una casa editrice americana. Fu subito un successo e ancora oggi è uno dei libri più venduto nel mondo. È un romanzo in forma di favola a carattere esoterico, dedicato sia agli adulti affinché riflettano sul vero significato della vita, che ai bambini perché ne stimoli la fantasia. Nel 1935 durante uno dei suoi voli intercontinentali il suo aereo ebbe un’avaria e quindi fu costretto ad un atterraggio di fortuna in pieno deserto del Sahara; rimase lì per diversi giorni, con poca riserva d’acqua, cercando di sistemare il guasto al motore fino a che non venne salvato miracolosamente dai beduini del deserto. Per la prima volta nella sua vita, il protagonista scrittore, si trovò “solo”, abbandonato nel deserto, in una terra arida, desolata, che sarebbe potuta divenire col - tempo - sia causa di tentazione per lo sconforto, che di redenzione, perché propizia a percezioni di ordine spirituale e quindi a grandi rivelazioni. Fu proprio la permanenza in questo ambiente ostile e sterile, dimenticato dal mondo, che si accentuò ulteriormente quel gran senso di solitudine, già presente nella natura intima di SaintExupéry e che lo condusse in breve tempo ad aprirsi a nuovi orizzonti, prendendo coscienza delle cose effimere della vita, del bisogno di dare e ricevere amore. Simbolo del cammino dell’uomo, il deserto esprime il cuore che si apre alla vita interiorizzata. Il suo incessante peregrinare nel deserto senza meta rappresenta la propria anima nella continua ricerca di qualcosa di indefinito che trova pace solo nella parte più profonda del proprio Essere al fine di migliorare e conoscere se stesso. “Lì non esiste nulla, tutto è illusione e miraggio”. In quel luogo l’autore si spoglierà di tutte quelle false strutture che aveva costruito con gli anni e attraverso un processo interiore, come una folgorazione, la Grazia divina si manifesterà e lo guiderà verso la salvezza riportandolo attraverso i ricordi alle immagini, ai suoni, alle luci e ai volti della sua infanzia. Tra sogno e magia in quel luogo desolato scoprirà la sua vera identità e capirà di aver smarrito l’autentico senso della vita. (Continua) Antonietta Anzalone LA LEGGENDA DEL GRAAL (Prima parte) Da tempi immemorabili, nobili, cavalieri e ricercatori di tutte le epoche si sono recati in varie parti del mondo alla ricerca del Sacro Graal, noto a tutti come il Calice usato da Gesù durante l’Ultima Cena. Prima di iniziare la trattazione di questo importantissimo tema, riteniamo alquanto doveroso fare una premessa: il termine “Graal” deriva dal latino “gradalis”, che significa scodella o vaso. Questi oggetti nella mitologia antica simboleggiavano l’intervento delle forze supreme tese alle risoluzioni dei vari problemi degli esseri umani. Ma cosa potrebbe rappresentare realmente il Sacro Graal? Le origini della leggenda del Graal sono antichissime. Alcune tradizioni raccontano che già esisteva ai tempi di Adamo, ma non aveva il nome che conosciamo oggi. Si narra che Adamo, molto malato e in fin di vita, mandò il suo terzo figlio Set nel Paradiso terrestre per trovargli una pianta che potesse curarlo, ma intervenne Dio e gli diede una medicina portentosa che aveva il dono di guarire tutti i mali. Forse quella medicina era già il Graal, sconosciuto da tutti? Quest'azione, inoltre, simboleggia che il Padre “Dio” non abbandona mai i propri figli. Se identifichiamo il Sacro Graal nel Calice, nella coppa, oppure nella pietra, stiamo affermando che gli riconosciamo delle virtù miracolose e pertanto dobbiamo ammettere che rimane limitato ad una concezione fideistica relativa al Cristianesimo e alle religioni ad esso comparate. Il Graal, innanzitutto, è un simbolo e come tale rappresenta un segno di riconoscimento, ma è anche un emblema capace di dare vita ad una serie di idee molto più complesse sia esoteriche, che essoteriche. Nella sua forma materiale, secondo la religione cristiana, viene rappresentato dal Calice o dalla coppa dell’Ultima Cena. Questi oggetti dal punto di vista essoterico si prestano ad una serie di interpretazioni miracolose di tipo mistico e religioso; se invece li esaminiamo nella loro forma esoterica e spirituale, notiamo che in essi si cela uno dei simboli più importanti per l’Umanità. Gli studiosi sostengono che il Graal dev’essere visto e studiato come un simbolo della nostra vita, capace di risvegliare in noi quella divinità tesa a svelarci quelle conoscenze sapienziali che conducono l’uomo puro alla ricerca di Dio. Nei manoscritti antichi, il Graal è definito ‹‹San Graal›› e ‹‹Sang Real››. Sembra che una di queste due forme fosse l’originale, secondo l’interpretazione della Chiesa Cristiana. Forse la dizione moderna esatta potrebbe essere ‹‹Sang Réal››, oppure ‹‹Sang Royal››, cioè “Sangue Reale”, con chiaro riferimento alla progenie di Gesù Cristo e di Maria Maddalena, entrambi di nobile famiglia. Per alcuni studiosi il Sacro Graal potrebbe essere un segreto sulla vita – morte di Gesù e dell’occultamento del suo matrimonio con Maria Maddalena e della loro discendenza. Questa vicenda del matrimonio sembra trovare conferma nei Vangeli Apocrifi e in quelli Gnostici. Gli storici sostengono che se la scoperta di questo grande mistero, relativo al matrimonio di Gesù con la Maddalena fosse vera, sicuramente la storia del Cristianesimo e dell’Umanità sarebbe stata molto diversa. Secondo alcuni studiosi il Sacro Graal sarebbe il ‹‹Sang Real››, cioè il sangue di Gesù discendente della stirpe di Davide e della sua sposa, la nobile Maria Maddalena. Quest’ultima, dopo la crocifissione di Gesù, fuggì dalla Palestina e si recò in Provenza presso la tribù dei franchi, ovvero i discendenti della tribù ebraica di Beniamino. (Continua) serate più belle di questo agosto 2013. Diamante, un piccolo paesino dell’alto tirreno cosentino, con questa emozionante manifestazione, accresce ancor più il suo fascino, già molto elevato, considerando la sua “preziosa” denominazione. Sempre di lampada in fondo si tratta... se una volta Aladino, in una famosissima favola, ci insegnava che per esprimere un desiderio bisognava sfregare una lampada e far uscire il magico genio, ora basta fornirsi di una sky lantern, ovvero una specie di mongolfiera di carta con all’interno un fornelletto che sviluppa calore, e lanciarla nel cielo durante lo sky lanterns show a Diamante, senza chiaramente dimenticare di affidare al cielo quella recondita richiesta che tanto ci sta a cuore! Sulla più famosa spiaggia di Diamante, la “spiaggia grande”, prendendo come riferimento le famigerate feste thainlandesi, è stata organizzata la V serata-evento all’insegna delle suggestive affascinanti sky lanterns che ha lasciato sicuramente il segno ai turisti (quest’anno numerosissimi) che per le loro vacanze hanno scelto l’incantevole cittadina calabrese. Le Sky Lanterns, nella notte buia, sopra il mare nero, appaiono a centinaia creando un’atmosfera allegra, romantica e allo stesso tempo misteriosa e magica! Comitive di ragazzi che tra schiamazzi e risate, rischiano anche qualche bruciatura, le lasciano volare in cielo per un gioco divertente e fantastico! Un ragazzo e una ragazza l’accendono affidando a quella fiammella e a quella leggera brezza la loro promessa nata da poco o forse da tanto. A Diamante è un agosto infuocato …in spiaggia con la lanterna in mano ci sono davvero tutti: la signora, il nonno, il bambino, lo zio, il ragazzo, l’avvocato, il manager, l’operaio, il bancario, il professore, e anch’io mi sono lasciato travolgere e affascinare dalla grande emozione che le centinaia di lanterne luccicanti nel cielo suscitano e mi sono proteso in punta di piedi con le braccia più alte che potevo per far prendere il volo a quella lanterna che rappresentava tutta la speranza per il mio futuro, i miei studi, la mia salute, il mio eventuale lavoro, il mio sport, il mio amore... ma poi ho sentito che non era abbastanza…, ne ho presa un’altra, l’ho accesa, ho corso fin sopra la riva del mare fino a sfiorare l’onda, mi sono allungato ancora di più verso il cielo, e con un salto ho lasciato andare quella seconda lanterna affidando a lei la speranza che accenda la luce su questo mondo affinché ritrovi la pace, l’amore, la lealtà, la moralità e l’onestà per ricostruire un mondo migliore che possa esaudire i desideri di TUTTI! Marco Bartalotta SACCHEGGIATA LA TOMBA DI RINO GAETANO Riquadro 119, piano terra, cappella quinta, loculo 10 del cimitero Verano di Roma: questo il luogo del furto. La notizia è stata pubblicata da Il Messaggero pochi giorni dopo l’accaduto. La chitarra dedicata dalla sorella Anna è sparita dalla tomba che è oggetto di pellegrinaggi continui. Quest’ultima era stata posta sulla sinistra, accanto alla foto, ed era stata commissionata ad un artista che si era ispirato all’ukulele, strumento con il quale il cantautore si era esibito al Sanremo del ’78 ed in altre performance televisive. Il cantautore, nato a Crotone il 29 ottobre del 1950 e morto a Roma il 2 giugno del 1981 fu vittima di un incidente stradale vicino la sua abitazione in Via Nomentana. La sorella Anna scelse come marmo per la tomba l’afyon, una particolare pietra luminosa. Il costo per la realizzazione fu allora di circa mezzo milione di lire. Oggi qualche collezionista poco scrupoloso, tenendo presente dell’immensa popolarità del mito Rino Gaetano, potrebbe spendere ingenti somme di denaro per accaparrarsi il cimelio. «Questa mattina presenteremo la denuncia - ha detto l’avvocato Leopoldo Lombardi che rappresenta la famiglia Gaetano - Io non credo all’ipotesi dell’ammiratore feticista. Non mi meraviglierei se quell’oggetto finisse in vendita on-line o, peggio ancora, fosse usato per un’estorsione alla sorella di Rino. Si tratta di un reato grave, perché oltre al furto con destrezza scatta anche l’articolo 408 del codice penale in materia di vilipendio di tomba che prevede una pena da sei mesi a tre anni». La tomba è piena di fiori, pupazzetti, croci e arredi con la scritta: «Sognare la realtà, vivere un sogno, cantare per non vivere niente». I numerosi visitatori si sono anche accorti che a mancare è un quaderno vecchio all’interno del quale gli ammiratori del cantautore scrivevano e gli dedicavano frasi e pensieri.Qualcuno di buon cuore l’ha sostituito con uno nuovo. Maddalena Barba INTRODUZIONE ALL’ANTROPOSOFIA L’antroposofia è una panscienza che indaga nel fisico-animico –spirituale e che è stata fondata nel 1913 dal filosofo austriaco Rudolf Steiner, nato in Croazia nel 1861 e morto in Svizzera nel 1925. Seimila conferenze, tutte stenografate e quattro libri, scitti da Steiner a fondamento teorico dell’antroposofia costitiscono il sommario aggiornato del patrimonio esoterico, accumulato dall’umanità nel corso dei millenni e di quello accumulato dal sistema solare nel corso degli eoni. Il sommario steineriano è il risultato delle indagini fatte nell’aldiquà e nell’aldilà usando come strumenti la coscienza immaginativa, quella ispirativa e quella intuitiva e, come metodo intellettivo, i dieci concetti, ognuno dei quali è collegato ad un pianeta, terra compresa. In antroposofia applicata la coscienza immaginativa è la conoscenza dei segreti della materia, detta anche spazio, che si acquisisce applicando gradualmente la quarta dimensione alle scienze naturali, fisiche e matematiche. La coscienza ispirativa, invece, è la conoscenza dei segreti del tempo, detto anche grande architetto dell’universo, che si acquisisce sviluppando gradualmente la capacità di differenziare le cause dai loro effetti sia nei fenomeni dell’aldiquà sia in quelli dell’aldilà. La coscienza intuitiva, infine, è la conoscenza onniscente, che si acquisisce imparando a collegare fra loro i fenomeni più disparati, usando i dieci concetti e a sviluppare una visione unitaria dell’aldiquà e dell’aldilà in funzione del tempo e dello spazio. Marina Giudicissi AVVISO UTILE PER FAMIGLIE E AZIENDE * Ristrutturazione di appartamenti. * Manutenzione straordinaria di edifici. * Progetto e calcolo di strutture di nuova realizzazione. * Valutazione della vulnerabilità di strutture esistenti. * Progetto di impianti fotovoltaici (pannelli solari per produrre energia elettrica a basso costo, usufruendo di incentivi statali) * Certificazione energetica di edifici Per informazioni: Ing. Valentina Cerenza e-mail: [email protected] Cell. 393.5215165 - 333.7924017 Tel.-fax: 089.9780165 IL LOTO EGOICO (Lo splendore dell’anima) VOLETE INVESTIRE I RISPARMI CON BUONI RENDIMENTI ? Anima, sè superiore,Vero Sè, Scintilla divina, Essenza, Daimon: questi sono alcuni dei termini che vengono usati per indicare la parte immortale dell’uomo, a cui fanno riferimento tutte le grandi tradizioni spirituali. Lo sviluppo spirituale, secondo gli insegnamenti della saggezza perenne non è un processo vago e misteririoso, ma segue leggi ben precise, con le quali di può imparare a collaborare consapevolmente. Il loto egoico è costituito da vari petali, che devono essere stimolati nel giusto ordine, in modo che quello che era iniziamente un bocciolo giunga a piena fioritura e espandendosi, mostri lo slendore dell’uomo spiritualente realizzato. “O Vita nascosta, che vibri in ogni atomo! “O luce nascosta, che risplendi in ogni creatura!” “O amore nascosto, che tutto abbracci!” “Possa chiunque si sente una sola cosa con te, sapere di essere una sola cosa con tutti.” Marina Giudicissi OMAGGIO AI SOCI A coloro che rinnoveranno la quota associativa a questo periodico verrà offerto in omaggio uno dei seguenti libri di COSMO G. SALLUSTIO SALVEMINI * Democrazia degenarata. * Informazione manipolata dalle lobby. * Dalla corrotta oligarchia alla demo-sorte-merito-crazia. * Pace nel mondo, traguardo possibile. * Storia di moderne devianze della Giustizia. * Matrimonio o convivenza? * Stato e Chiesa - Storia dei concordati. * La questione cattolica - Privilegi concordatari. * Papato e Conclave, storia dei rapporti con il potere politico. * Il potere temporale del Papato. * Europa, problemi giuridici ed economici (sesta ediz. Giuffrè). * Istituzioni di diritto civile. * Istituzioni di diritto pubblico. * Istituzioni di diritto commerciale. * Elementi di economia politica. Il dott. Paolo Maria BONELLA Promoter Finanziario è a disposizione dei lettori del periodico L’ATTUALITÀ per fornire * Consulenze sul modo più sicuro di investire i risparmi * Consigli sulla previdenza integrativa (Piani Pensione) Per maggiori informazioni telefonare ai seguenti numeri: 06/684341 - 06/68434360 N. 9 SETTEMBRE 2013 PROBLEMATICHE RELIGIOSE E DI ATTUALITA , L’ATTUALITÀ, pag. 15 REGATA A MOLFETTA PER LA MADONNA DEI MARTIRI DOMENICA 8 SETTEMBRE Ore 7:40 – Fragorosa DIANA a devozione della Cittadinanza Molfettese (pirotecnico CAGNETTA & DE CANDIA) Ore 9 e 18 – Giro per la città della Bassa Musica “Città di Molfetta”, del Gran Concerto Bandistico “S.Cecilia – città di Molfetta” e del Complesso Bandistico “A.Inglese – Città di Molfetta”. Ore 11:30 e 18 – in corso Dante: scelti brani di musica operistica eseguiti dal Gran Concerto Bandistico “S.Cecilia – Città di Molfetta” GRANDE ENCICLICA SULLA FEDE Ha suscitato grande curiosità e interesse la nuova enciclica “Lumen fidei” fatta da due Papi anche se firmata da uno solo, come era ovvio, perché il Papa è uno. Un bell’esempio di come si succede ad un altro, una parabola di comunione. Il fatto che si siano trovati insieme sotto la statua di San Michele Arcangelo, si siano abbracciati e la loro foto sia stata riprodotta insieme al testo dell’Enciclica rende la cosa ancor più significativa. Ciò che è essenziale continua, cambiano gli accidenti anche nel Pontificato. Cambiano le vesti, la macchina, l’abitazione, ma ciò che conta resta. È vero che la storia non è come la natura, va a salti, dopo Pio XII non venne Pio XIII ma Giovanni XXXIII, ma ciò che è essenziale resta e l’essenziale è la fede. Non soltanto la fede confessata ma la fede vissuta. Benedetto e Francesco sono due grandi uomini di fede, la loro persona può essere punto di riferimento per i credenti e, ovviamente, la loro dottrina è quella degli apostoli di cui sono successori e garanti. Nel trattare della fede possono essere tanti gli argomenti affrontati. Non è mancato quello del rapporto fede e ragione che era stato affrontato tante volte, addirittura da una Enciclica “Fides et ratio”. La nuova Enciclica lo riprende e ribadisce le conclusioni dell’Enciclica stessa. Certamente cosa utilissima. Dopo il rapporto fede e ragione, un altro rapporto “fede e coscienza” ma sicuramente sarà l’argomento di un’altra Enciclica, scritta da Francesco. Ultimamente in occasione dell’Angelus della domenica, Papa Francesco, ha affrontato il tema della coscienza parlando della libertà del cristiano che è uomo libero perché deve rispondere soltanto a Dio che incontra nel santuario della propria coscienza. “La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità. Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell’amore di Dio e del prossimo”. Così parla il Concilio vaticano II. La coscienza è un luogo di incontro privilegiato e più universale rispetto alla ragione. Mentre la ragione detta regole al pensiero, la coscienza lo fa alle azioni. Su quelle tutti si torna con i piedi per terra. Non è un caso che secondo San Paolo la legge è dettata da Dio anche ai pagani proprio nella coscienza pratica e non nella “ragione “astratta. Una buona ragione produce ipotesi e teorie. Una buona coscienza atti di amore. La fede illumina la coscienza e l’uomo responsabilmente decide. Il Papa può entrare, col garbo con cui si muove Francesco, nelle coscienze per mediare il rapporto tra l’uomo e Dio. Il Papa è così il maestro della vita cristiana. Sperando che Papa Francesco, come Benedetto abbia centrato l’attenzione su fede e ragione, centrerà l’attenzione anche su Fede e Coscienza. Pierluigi Vignola LA RUBRICA DEL PADRE a cura di Pierluigi Vignola LE RAGIONI DEL PAPA Dopo il viaggio di Papa Francesco a Lampedusa tanti sono stati i commenti ed anche sui social network. “…Ma non capisci che in questo modo incrementa l’arrivo dei clandestini ?” “Questo Papa mi sta scadendo. Deve imparare a fare il Papa. Ha confuso il Papa con il parroco”.. Non ci ha stupito questa critica che era arrivata anche via stampa da diversi benpensanti per i quali il Papa non rispondeva più alle loro aspettative. Il Papa non poteva fare gesto più significativo per iniziare le sue uscite dal Vaticano, in linea con la lavanda dei piedi ai ragazzi del carcere minorile la sera del Giovedì santo. Papa Francesco non solo è andato dai poveri ma ha indicato dove sono i veri poveri. In tanti si sono commossi quando l’hanno visto sconvolto, e la sua faccia non era di circostanza, gettare in pieno mare la corona di fiori su quella immensa tomba che aveva inghiottito centinaia di persone tra cui anche mamme in attesa del loro bambino. E poi, senza convenevoli per nessuno, ha indossato i paramenti violacei, in segno di penitenza, ed ha celebrato la Messa per chiedere perdono a Dio della nostra noncuranza dinanzi alla sofferenza e la morte di tanti fratelli. Niente presenza di autorità dello Stato, nessuna passerella pubblicitaria. Scoraggiare la venuta degli extracomunitari. E senza di loro come faremmo? La quasi totalità considera l’immigrazione clandestina come un reato da combattere ecc… ecc.. Ma quando la discussione si fa accesa il discorso cambia perché tutti – o quasi - hanno in casa la filippina, la rumena o l’africana che accudisce i vecchi genitori o fa altro. Quanta ipocrisia! Quanti discorsi di maniera! Il Papa ci ha richiamato all’ordine, ci ha detto la verità. Siamo degli incoscienti e dobbiamo far penitenza per quanto abbiamo detto e fatto contro questi nostri fratelli che il Signore ci dona. Il Papa aveva ragione e le sue ragioni, siamo certi, che continueranno ad indicarci dove trovare il Signore perché anche Lui, per molti, ha cambiato indirizzo. DIALOGO ECUMENICO a cura di Aurora Simone Massimi LUMEN FIDEI Il 5 luglio 2013 per la prima volta è stata pubblicata un’enciclica scritta a quattro mani da due Pontefici. A presentare l’enciclica alla stampa sono intervenuti il card. Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi, mons. Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. L’enciclica “Lumen fidei” -ovvero la luce della fede- venne pensata da Papa Ratzinger con l’intento di completare la sua trilogia sulle virtù teologali, fede speranza e carità, iniziata con la pubblicazione delle encicliche “Deus caritas est” e “Spe salvi”, e nelle sue intenzioni sarebbe dovuto uscire durante l’anno della fede. Proprio a questa enciclica stava dunque lavorando Ratzinger negli ultimi mesi del suo pontificato, ma la sua rinuncia al soglio di Pietro ha inevitabilmente modificato i suoi programmi e nonostante il documento fosse già pronto Benedetto XVI decise di non pubblicarlo lasciando questa eredità al suo, ancora ignoto, successore. Papa Francesco, ricevette il testo direttamente da Ratzinger nel primo incontro a Castel Gandolfo del 23 marzo c.a.. Solitamente la prima lettera circolare alla cristianità (questo il significato di enciclica) di un Papa incarna una sorta di manifesto programmatico del suo pontificato, in questo caso invece viene ad essere una manifestazione del pensiero di due papi sul tema della fede e dell’evangelizzazione. Questo documento a quattro mani è prezioso ancor prima che per il messaggio che vuole comunicare per la sua essenza, infatti affrontando lo sconcerto che certamente ha provocato in molti fedeli per il fatto che un documento tanto decisivo venga redatto da due persone, per giunta molto differenti tra loro in molti aspetti, ci invita a riposizionarci in un’ottica per la quale non è importante il Papa specifico o le sue peculiarità, ma il pontificato in quanto istituzione voluta da Cristo con il compito di guidare il gregge dei fedeli. In questa prospettiva l’enciclica ci ricorda che per quanto i due papi che l’ hanno scritta siano diversi, la direzione è la stessa e il compito del Vescovo di Roma, chiunque esso sia, è quello di continuare con coerenza e continuità a guidare le sue pecore verso la salvezza. Nel primo capitolo la fede viene a delinearsi come ascolto della Parola di Dio, e come inevitabile invito ad uscire da noi stessi per andare incontro agli altri ad annunciarla, come dono di un Dio che non è un estraneo ma nostro Padre. In questo capitolo viene sottolineato il grande amore di Dio per l’uomo evidente nel dono del libero arbitrio, e del così detto “paradosso della fede” ovvero nel fatto che volgersi continuamente verso il Signore invece di indebolire l’uomo rendendolo dipendente, lo rafforza e lo rende più stabile. La fede è salvezza per l’uomo perché consiste in un’apertura all’amore e ci permette di realizzarci avvicinandoci il più possibile al modello dell’uomo eucaristico Gesù Cristo. Nel secondo capitolo dell’enciclica viene dimostrato lo stretto legame tra fede e Verità, la Verità affidabile di Dio, la “verità grande, la verità che spiega l’insieme della vita personale e sociale”, che in questo momento storico viene guardata con diffidenza accecati dalle “verità della tecnologia” e dalle “verità individuali”. Nel terzo capitolo si parla dell’importanza dell’evangelizzazione, aprirsi all’ amore di Gesù Cristo porta inevitabilmente alla responsabilità di condividere tramite la testimonianza il dono che si è ricevuto. Esiste un legame fortissimo tra fede e memoria in quanto la fede non è un “un’opzione individuale” ma una realtà comunitaria che infatti avviene sempre “all’interno della comunione della Chiesa”, “un mezzo speciale” attraverso il quale la fede si trasmette è quello dei Sacramenti, nei quali ad essere comunicata è “una memoria incarnata”. Nel quarto e ultimo capitolo l’enciclica offre una approfondita analisi del rapporto tra fede e bene comune, la fede infatti che è originata dall’amore immenso di Dio Padre non allontana dal mondo ma anzi ci porta ad assumere un impegno concreto ponendoci al servizio della giustizia, della pace e del diritto, rinsaldando i legami tra gli uomini. Vengono qui esaminati gli ambiti della vita quotidiana illuminati dalla luce della fede: la famiglia, la gioventù, il dolore e la sofferenza, in tutti i rapporti sociali e proprio per questo “Quando la fede viene meno, c’è il rischio che anche i fondamenti del vivere vengano meno”. La fede è strettamente congiunta anche alla speranza, per la quale Papa Francesco ribadisce il suo appello: “Non facciamoci rubare la speranza, non permettiamo che sia vanificata con soluzioni e proposte immediate che ci bloccano nel cammino”. L’enciclica si conclude con un invito del Santo Padre a rivolgere il nostro sguardo alla figura della Santa Vergine Maria, “icona perfetta” della fede, e con una preghiera a Lei rivolta affinché aiuti la fede dell’uomo ricordandoci che chi crede non è mai da solo e insegnandoci a guardare all’uomo con gli occhi di Cristo. MA IN FAMIGLIA DOV’È DIO? (Prima parte) Se uno entra in una chiesa, sa che Dio è nel tabernacolo. Ma in casa, dov’è? Una giovane mamma raccontava di essersi trovata in difficoltà dinanzi alle domande del suo bambino: “Mamma, chi ha fatto Dio?”; “Nessuno”. “Ma, allora si è fatto da sé?”; “No, c’è sempre stato”. Sembrava convinto, poi continuò: “Mamma, com’è fatto Dio?” Allora, la mamma disse, presi il bambino in braccio e me lo strinsi forte al petto; poi abbracciai mio marito e vedendo negli occhi la gioia di Luca, dissi: “Dio è fatto così!” Dio è amore e dove c’è l’amore, lì c’è Dio. Crediamo che una delle avventure più belle della famiglia sia quella d’individuare nella propria casa la presenza di Dio, di ricercarla. Dio è una presenza poco ingombrante: è il Dio nascosto. Per alcune estati abbiamo impegnato gruppi di famiglie in questa ricerca. Avevamo impostato il lavoro così: “Premesso che Dio è in casa vostra [lo sappiamo per Fede] e avendo convissuto con Lui per cinque, dieci, venti, cinquanta anni, vi sarete accorti qualche volta di Lui. Ognuno ripercorra la propria vita familiare e pensi a quando ha percepito la Sua presenza. Poi, confrontatevi in coppia, e mettete in comune l’esperienza”. Fu una cosa bellissima e sorprendente, sentire come tutti avevano percepito la presenza di Dio quando era stato annunciato l’arrivo di una nuova vita. “È impossibile, diceva un giovane papà, sapere che una nuova vita arriva e non comprendere che Dio ha collaborato con te”. L’altro momento tipico in cui si percepisce la presenza di Dio in famiglia è quello della Croce, l’ora della prova. Le croci in famiglia spesso non vengono mai da sole, per cui si ha la sensazione di soccombere. Quando la serenità si riaffaccia, si ha la percezione viva di essere stati miracolati, tanto grandi erano lo smarrimento e la paura. Individuare la presenza di Dio e vivere con Lui, è l’avventura spirituale della famiglia cristiana: “Cercate il Signore perché è vicino, cercate sempre il suo volto» è l’invito del Salmista, esperto di Dio, che vuole orientare anche la famiglia verso il reale incontro col Signore. Il Signore è vicino a chi lo cerca e Lui stesso ci dice: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” [Ap 3,20]. SAN FRANCESCO: IL SANTO PIÙ SOCIAL Da undici secoli Assisi è una delle principali mete di pellegrinaggio cristiano. È la tomba di san Francesco, in particolare, ad attirare milioni di persone, sospinte dal fascino del suo messaggio e bisognose di chiederne l’aiuto spirituale. L’alter Christus, come è stato definito il santo assisiate, ancora oggi attira frotte di seguaci e pellegrini, complice forse l’elezione al soglio di Pietro del primo papa che ha deciso di chiamarsi Francesco, come lui. La tomba che custodisce il corpo del santo all’interno di una cripta della basilica inferiore di Assisi, infatti, non solo è frequentata da milioni di pellegrini ogni anno, ma negli ultimi tre mesi è stata presa letteralmente d’assalto anche virtualmente da 18 milioni di persone da tutto il mondo, dall’Italia fino agli Emirati Arabi. Grazie alla webcam posizionata nella cripta, raggiungibile dal sito internet www.sanfrancesco.org. , che proietta immagini streaming 24 su 24, il sito internet del Sacro Convento di Assisi registra una media di 198.384,692 accessi al giorno il che significa quasi 3 accessi al secondo, diventando una sorta di social network dove si scambiano anche contenuti come le migliaia di preghiere che al giorno arrivano in redazione per chiedere l’intercessione del Poverello di Assisi. L’apice delle visite virtuali alla tomba di San Francesco si è registrato il 2 e il 3 maggio scorsi, quando Papa Francesco si è collegato alla webcam della tomba di San Francesco e ha inviato una preghiera: “O Francesco d’Assisi, intercedi per la pace nei nostri cuori”determinando un vero e proprio effetto domino. Il santo di Assisi ha comunicato usando tutti i mezzi a disposizione: voce, vita e inchiostro. “Aveva fatto di tutto il suo corpo - racconta il suo primo biografo Tommaso da Celano - una lingua”; Oggi, padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, dice “Ci troviamo in linea con San Francesco e la sua idea di comunicazione, un santo che ha voluto e cercato in tutti i modi di avvicinarsi all’uomo chiamandolo fratello per condurlo a Cristo. Attraverso la webcam sulla tomba di San Francesco accorciamo le distanze: dove la materialità impone una distanza, la webcam ha reso possibile l’annullamento di questa e collega in un unico abbraccio gli uomini di buona volontà”. Possiamo quindi aggiornare Tommaso da Celano e aggiungere che non sono ha comunicato attraverso la sia voce, la sua vita e l’inchiostro ma ha anche bucato la rete raggiungendo milioni di persone e abitando francescanamente il mondo digitale. LO STORICO SANTUARIO DEL MIRACOLO EUCARISTICO Risale a dodici secoli fa l’evento storico del Miracolo Eucaristico racchiuso nel tabernacolo del Santuario di Lanciano, cittadina di 400 mila abitanti della provincia di Chieti, posta nel subappennino frentano d’Abruzzo, sulle colline della valle del Sangro. Dal neolitico conserva resti di mura medioevali. Recenti scavi hanno portato alla luce i resti dell’antica Anxanum. L’antica città raggiunse il massimo splendore tra il XII e il XV secolo, tempo in cui si sviluppò l’attività delle Fiere (le “mondinae” romane) che si tenevano in primavera, sul Colle della Selva, presso il Tempio di Apollo ed ebbe un intenso scambio commerciale con Venezia, Ragusa ed altre città, a livello internazionale, favorita dal sorgere di vie di comunicazione, tipo la A14 Bologna-Bari. Lanciano è la città del primo miracolo eucaristico riconosciuto dalla Chiesa cattolica, avvenuto tra il 700/ 750 il più antico documento scritto riconosciuto dalla Chiesa cattolica è del 1586. Secondo il racconto tradizionale, un monaco, mentre celebrava la Messa nella chiesa de Santi Legonziano e Domiziano, dubitò della presenza di Cristo nell’eucaristia. In quel momento l’Ostia divenne carne ed il vino si tramutò in sangue. Da allora la Chiesa cattolica fu custode del luogo e dell’evento. Nei secoli, fu abitata da comunità di monaci: Benedettini, Francescani ed altri. Fu anche trascurata ed abbandonata, ma ricostruita più volte e frequentata come luogo di preghiera, di rifugio e di speranza. Un’apposita Cappella è stata costruita per la custodia del Tesoro eucaristco costituito dalle Sante Reliquie. L’odierno aspetto risale ai lavori compiuti tra il 1730 e il 1745. Le reliquie sono state oggetto di numerosi esami scientifici. Anche recentemente (1970-71 e 81), le reliquie sono state esaminate dal prof Odoardo Linoli doc. di anatomia patologica, che ha prelevato campioni dell’Ostia e dei grumi e li ha sottoposti a diverse analisi scientifiche, confermando che l’Ostia è costituita da vera carne umana e i grumi da vero sangue umaqno entrambi di gruppo sanguigno AB, Una sorprendente scoperta culturale, ricca di emozioni e di spiritualità si è rivelato, per tutti noi dell’Uciim, questo appuntamento con lo storico Santuario del Miracolo Eucaristico. Angela Abozzi Cristina Canci L’ATTUALITÀ, pag. 16 N. 9 SETTEMBRE 2013 L’ATTUALITÁ Editore: Movimento G. Salvemini, fondato nel 1962 Direzione: Via Aquilonia 93 00177 Roma Comitato d’Onore del periodico “L’Attualità” Presieduto da Mons. Sen. Viktor Busà, Lord Presidente del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace. Sen. Dott. Bruno Amoroso (P.M.S.P.): On. Alfredo Arpaia (Presidente Lega Italiana Diritti dell’Uomo); Prof. Andrea Bixio (Ordinario Sociologia, Univ. La Sapienza, Roma); Prof. Giorgio Bosco (Ambasciatore); Col. Prof. Amerigo Coroneo (V. Ministro P.M.S.P.); Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni; Prof. Claudio De Rose (Presidente Onorario Corte dei Conti); Prof. Francesca Ferragine (Psichiatra-Psicoterapeuta); On. Pietro Fratantaro (P.M.S.P.); On. Diego Gattuccio (P.M.S.P.); Duca Riccardo Giordani, Duca di Willemburg; Prof. Pierluigi Lando (psicologo); On. Albano Laporta (P.M.S.P.), On dott. Giacomo Leopardi; Prof. Giuseppe Lembo (sociologo); Amm. Stefano Madonna; Sen. Col. Giancarlo Martini (P.M.S.P.); On. Pasquale Moncada (P.M.S.P.); Gen. Stefano Murace (Aeronautica Militare); Gen. Enrico Muzi (Guardia di Finanza); Gen. C. A. Rocco Panunzi; Comm. Dott. Rodolfo Ricottini (medico chirurgo); Prof. Tito Lucrezio Rizzo (Consigliere Capo Servizi del Quirinale); Prof. Natale Santucci (neurochirurgo); Comm. Giancarlo Serafini (presidente Lions Roma Palatinum); Gen. C. A. Bruno Simeone; Prof. Giulio Tarro (Scienziato, PhD-Md). BUON COMPLEANNO, VERGINE ! La Vergine è uno dei segni più antichi dello Zodiaco ed esso,insieme al Cancro lunare viene raffigurato come madre di tutte le cose. Compare in tutte le grandi religioni a alcuni autori avanzano adirittura l’ipotesi che la parola Virgo abbia un’origine atlanti dea in quanto questo mitico popolo indicava appunto ilprincipiomadre. La stessa Lilith sarebbe l’ultima dea Vergine di Atlantide e solo nelle epoche successive iol simbolo della Verginediventa la sintesi dei tre aspetti a noi più conosciuti: Eva Iside e la Vergine Maria. Il mito più celebre connesso alla Vergine è quello di persefone, che rapita da Plutone suscitò la vendetta di Demetra, sua madre,che rese sterile tutta la terra con il suo pianto. è uno dei bracci della croce mobile, detta appunto la Croce della rinascita. Il ruolo karmico del sole in Vergine è quello di analizzare con discernimento e con calma, di non perdersi nel frammentario e nell’illusione. In questo segno si realizza un rafforzamento dello spirito e dell’intelligenza, cosicchè spesso si riscontra una difficile relazione con l’ambiente e le esperienze più contingenti. Dominato da Mercurio, esso assume una cominazione particolare. È infatti dotato del famoso caduceo, la verga sacra attorno alla quale sono avvolti due serpenti che tendono alla sommità della verga dove c’è una coppia di ali distese. Marina Giudicissi Direttore responsabile Sen. Prof. C. G. S. Salvemini Parlamento Mondiale Sicurezza e Pace (cell. 347.0333846) Vice Direttore Editor’s: Florinda Battiloro Vice direttori: Adalgisa Biondi, Paolo Macali, Liliana Speranza, Gabriele Zaffiri COMITATO DI REDAZIONE Elena Andreoli, Antonio Bartalotta, Flora Battiloro, Lisa Biasci, Biagio Bonetti, Liana Botticelli, Gianfederico Brocco, Emiliano Caruso, Valentina Cerenza, Mario Coletti, Antonietta DelBue Prencipe, Nicoletta Di Bello, Gabriella Di Luzio, Michele Forte, Pietro Fratantaro, Luigi Giorgi, Marina Giudicissi, Andrea Lando, Pier Luigi Lando, Giovanni Maggi, Antonietta Mancuso, Alessandro Massimi, Mario Monica, Lucilla Petrelli, Simonetta Scafi, Aurora Simone Massimi, Liliana Speranza, Nico Valerio, Franco Vivona, Amelia Volpato, Leonardo Zonno. COSÌ FU FONDATA LA MAGNA GRECIA Il popolo greco nel 3000 a.C. produceva e commerciava il vino. Tucidite, storico greco, affermava che i popoli che si affaccivano sul Mediterraneo si liberarono delle barbarie quando iniziarono nel 5° secolo a.C. a coltivare l’olivo e la vite. Questi popoli mediterranei usavano per conservare il vino l’anfora, che era un vaso d’argilla a forma di carota con 2 manici e un fondo non piatto. L’anfora greca poteva contenere 40 litri, mentre quella romana 26 litri. Questo recipiente, molto usato in quell’epoca, era stato inventato dagli abitanti di Canaan, che sono considerati gli antenati dei Fenici. Anfora significa oggetto che può essere portato da 2 persone. Generalmente l’anfora era sostenuta da un treppiedi oppure veniva collocata presso un muro. Durante il trasporto via mare la punta dell’anfora veniva immessa in un letto di sabbia, mentre i manici venivano legati insieme per rendere stabile il carico. Tra il 1200 e 1100 a.C., periodo storico definito “Mediterraneo ellenico”, i Dori, i nuovi greci, colonizzarono il bacino del Mediterraneo. Questi greci, apprese le tecniche di navigazione dai Fenici, stabilirono una colonia nell’ottavo secolo a.C. sull’isola d’Ischia. Alcuni storici ritengono che questi colonizzatori siano i profughi della città di Troia, distrutta. Questi greci si stabilirono anche sulle coste della nostra Penisola, fondando alcune città: Naxos, Sibari, Cuma, Paestum. Altri immigrati ellenici fondarono Tarentum, cioè l’attuale Taranto, e Neapolis (Napoli). Fondarono anche Siracusa e si estesero sempre più nel territorio siciliano e calabrese tanto che queste splendide Regioni presero il nome di “Magna Grecia” ed Enotria, cioè il Paese delle viti. I greci producevano vino pregiato soprattutto nelle isole di Chio e di Lesbo. Spremevano gli acini dorati in un “cratere” di ceramica o di bronzo dal quale si attingeva il vino con un mestolo, chiamato kythos, e veniva bevuto in una coppa elegante, che aveva 2 manici, denominati kylix. Anche la medicina afferma che il vino fa bene alla salute, ma va bevuto in piccole quantità; non si deve esagerare altrimenti si va incontro all’alcolismo, grave piaga sociale. Mario Coletti VITALITÀ E SALUTE DAL BASILICO Il basilico è conosciuto in Cina come pianta medicinale da 3000 anni. Probabilmente si deve alle conquiste di Alessandro Magno il suo arrivo dall’asia nel bacino del Mediterraneo, anche se forse non era sconosciuto agli etruschi. Plinio il vecchio lo considerava come afrodisiaco e in caso di attacchi epilettici. sicuramente si è guadagnato un posto d’onore nei nostri orti, nella medicina popolare e nella magia grazie ai viaggiatori medioevali, crociati, pellegrini, mercanti che fecero tesoro delle sue tante proprietà terapeutiche,apprendendole dagli arabi. L’estate è il trionfo del basilico. Il suo profumo ci avvolge mentre si prepara la pasta con il pesto, quando si incorona con le sue foglie una fresca caprese, quando aggiunge un tocco di colore e sapore a croccanti bruschette al pomodoro. Dominata da Marte, la pianta che non conosce mezze misure, decisa, forte, energica, e che si manifesta in modo intenso, vigoroso e attivo. La tradizione astrologica la vuole legata allo scorpione e per l’aromaterapia sottile è di energia yang, maschile e solare. Marina Giudicissi Capi Redattori Regionali Lombardia: Ferruccio Ciavatta. Piemonte: Nino Nemo. Valle D’Aosta: Pietro Buttiglieri. Trentino-Alto Adige: G. Giordani, Lara Cavaliere. Friuli-Venezia Giulia: Pietro Jacono Veneto: Gilberto Antonioli. Liguria: Carmela De Nitto. Emilia Romagna: Vincenzo Scozzafave (Inviato speciale) Toscana: Silvia Renzi. Marche: Ivo Costamagna. Umbria: Cosimo Roberto Vento Lazio: Lucilla Petrelli, Antonio Bartalotta. Campania: Florinda Battiloro. Abruzzo: A. De Frassina, E. Vanni. Molise: Maria Cristina Bernardo. Puglia: Marianina Sponzilli. Basilicata: Pierluigi Vignola, Giovanni Di Lena. Calabria: Antonio Bartalotta, Michele Biafora. Sicilia: Albano Laporta, Pietro Fratantaro. Sardegna: G. Lutzu, V. Licari, M. Contini. REDAZIONI ESTERE Argentina: Pino Aprigliano Belgio: Francoise Vercruysse Bolivia: Emma Rosario Imanà Canada: Giuseppe Cannizzaro Cina: Pietro Fiocchi Costarica: Olga Coll Croazia: Sania Mihalina Federazione Russa e C.S.I.: Pietro Fiocchi Francia: Maria Salamone Germania: Giancarlo Sordon Gran Bretagna: E. Caprarella, C. Di Massimo Olanda: Teresa Van Der Hallen, Tosca Poggialini Portogallo: Maria Rego Romania: Eugen Evu Serbia: Dubravka Stegnjaic Spagna: Maria Josè Vidal Vidal Slovacchia: Marina Hostacna Ucraina: Nataliya Kudryk Usa: Teresinka Pereira, Maristella Santambrogio Fotocomposizione: Euroselect, via Aquilonia 93, Roma LA RUBRICA DELLA SALUTE Oggi parleremo di tante piccole cose “UTILI” il nostro risparmio è prezioso in questi tempi, non gettiamo via gli alimenti, che possiamo ancora adoperare e renderli più buoni. Quando abbiamo diversi pezzi di formaggi; sciogliamoli e saranno gustosissimi per condire una buona pastasciutta, si può inserire una frullata di pomodori freschi con il basilico. Con la medesima crema potete fare anche dei gustosi crostini. Nei super mercati si vendono quelle belle mortadelline intere, tenetene sempre in casa una per l’emergenza, fate delle fette di spessore, di mezzo centimetro, passatele nell’uovo sbattuto, dove avrete messo del parmigiano e dell’origano con pochissimo sale, passatele al pangrattato e friggetele, sarà un gran successo. Il latte prossimo alla scadenza, mettiamolo, in un recipiente più grande e congelalo. La mozzarella la possiamo congelare. Il sedano, la carota, la cipolla e il basilico tutti puliti, vanno frullali insieme, messi in un piccolo contenitore di plastica, congelati e utilizzati per i sughi o le minestre. Il loro aroma sarà perfetto Patate, un contorno speciale Mondate delle patate fatele a fette larghe non troppo sottili, mettete in una padella olio extra vergine, fate scaldare, tuffate le patate poi, appena dorate e girate ricopritele con delle fette di pancetta anche affumicata, Se volete rigiratele con tutta la pancetta appena saranno rosolate e aggiungete 2 o 3 pomodori tritati e un pizzico di sale, Saranno veramente ghiotte da gustare. Liana Botticelli Caro lettore, ricordati di rinnovare la quota associativa a questo periodico che, essendo “super partes”, intende restare un libero organo di stampa. NUOVA ADDRESSROMA DUE srl Ditta specializzata nelle spedizioni di giornali, riviste e stampe varie Via dellʼOmo, 49 00155 Roma Tel. 06.22.82.717 Fax 06.22.82.678 e-mail: [email protected] Stampa: S T R press, via Carpi 19, Pomezia Attività editoriale di natura non commerciale (art. 4, D.P.R. 26/10/72, n 633 e successive modifiche) Gli articoli firmati e le foto, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali degli autori che ne assumono direttamente la responsabilità. La Direzione, in base agli spazi disponibili, si riserva la facoltà di selezionare ed abbreviare gli articoli pervenuti. In linea di massima la collaborazione è a titolo gratuito. È prevista una retribuzione solo per i corrispondenti dall’estero. Proprietà letteraria riservata. PROPOSTE EDITORIALI Scrittori, poeti, saggisti (materie storico-filosoficoletterarie): inviate i vostri manoscritti al Comitato Editoriale del “Movimento G. Salvemini”. 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