Andrea Palladio

March 20, 2018 | Author: claudiavoinea | Category: People


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Andrea PalladioDa Wikipedia, l'enciclopedia libera. Palladio Andrea Palladio pseudonimo di Andrea di Pietro della Gondola (Padova, 30 novembre 1508 – Maser, 19 agosto 1580) è stato un architetto e scenografo italiano. Ha dato il nome ad uno stile - lo stile palladiano, appunto - che aderisce ai principi classico-romani, in contrapposizione ai ricchi ornamenti rinascimentali. Palladio progettò numerose chiese, ville e palazzi, soprattutto a Vicenza, dove si formò e visse, a Venezia e nelle aree circostanti. Sua è la progettazione della Chiesa di San Giorgio Maggiore nel capoluogo lagunare. BIOGRAFIA Andrea Palladio - Andrea di Pietro della Gondola, detto (Padova 1508 –Maser, Treviso 1580). Figlio di un mugnaio, si trasferì giovanissimo a Vicenza lavorando come lapicida nella bottega di Giovanni da Pedemuro. Il letterato Giangiorgio Trissino lo impegnò nella costruzione della propria villa a Cricoli (1537) e lo introdusse nei circoli culturali veneti con il nome di Palladio. Alla sua formazione contribuirono le opere di G.Falconetto, di M.Sanmicheli, di J.Sansovino, di G. Romano, oltre che il trattato di Sebastiano Serlio. I viaggi compiuti con il Trissino a Roma gli permisero di studiare a fondo i monumenti antichi e di conoscere la produzione dei grandi architetti attivi a Roma nel Cinquecento. Nel 1549 il Consiglio dei Cento di Vicenza gli affidò la ricostruzione del Palazzo della Ragione , la “Basilica” che venne completata nel 1614 e che chiude il vecchio edificio gotico in un involucro classicheggiante il cui motivo dominante è la reiterazione della “serliana”. Morto il Trissino, nel 1550, Palladio si accostò al dotto prelato veneziano Daniele Barbaro, per il quale eseguì le illustrazioni di un’edizione del De Architectura di Vitruvio (1556) e per il quale compilò il volume L’antichità di Roma che ebbe molto successo. Gli vennero affidate numerose commissioni e nel 1570 divenne architetto ufficiale della Serenissima, pubblicando, nello stesso anno, I quattro libri dell'architettura, nei quali prende in esame i fondamenti teorici, gli edifici privati, la costruzione della città e i templi. Palladio, pur desumendo dallo studio diretto dei monumenti antichi gli elementi morfologici classici, li reinterpreta in un linguaggio architetettonico nuovo sia a Vicenza, Palazzo Chiericati (1550 c.), Palazzo Valmarana (1565/66), l’incompiuta Loggia del Capitanio (1571), che nelle ville dell’entroterra veneto dove il patriziato veneziano consolida il proprio patrimonio con la rendita fondiaria. Nascono così Villa AlmericoCapra (la “Rotonda”) vicino a Vicenza, Villa Pisani a Montagnana, Villa Foscari (la “Malcontenta”) presso Mira, Villa Barbaro a Maser, Villa Emo Capodilista a Fonzolo. Oltre che nelle campagne e nella città di Vicenza, di cui rinnovò il volto monumentale, Palladio fu attivo anche a Venezia, dove realizzò le grandi chiese di S.Giorgio Maggiore (1566) e del Redentore (1577-92). La sua ultima impresa fu il Teatro Olimpico iniziato per l’Accademia Olimpica (1579-80) e terminato dopo la sua morte da Vincenzo Scamozzi. Figlio del mugnaio Pietro della Gondola e di Marta detta "la zota", Andrea nasce a Padova nel 1508. Nella città del Santo egli compie le sue prime esperienze come scalpellino nella bottega di Bartolomeo Cavazza da Sossano, che sembra avergli posto condizioni particolarmente dure. Nel 1524, infatti, dopo un primo tentativo fallito, riesce a fuggire a Vicenza: qui entra nella bottega di Pedemuro San Biagio, tenuta da Giovanni di Giacomo da Porlezza e Girolamo Pittoni da Lumignano, a quell'epoca scultori molto famosi a Vicenza. Tra il 1535 e il 1538 avviene l'incontro che cambierà radicalmente la sua vita: mentre lavora nel cantiere della villa suburbana di Cricoli conosce Giangiorgio Trissino, poeta e umanista, che lo prenderà sotto la sua protezione. Sarà proprio lui a soprannominarlo Palladio, a guidarlo nella sua formazione culturale improntata soprattutto sullo studio dei classici, a condurlo, infine, più volte a Roma. Qui Andrea si trova per la prima volta a contatto con le architetture che aveva imparato ad amare, può osservare dal vivo i monumenti imperiali, ammirandone la bellezza e studiandone i materiali, le tecniche costruttive, i rapporti spaziali. Ma i viaggi col suo mecenate significano anche l'incontro con i "grandi" del tempo: Michelangelo, Sebastiano Serlio, Giulio Romano, Bramante. Intorno al 1540 inizia intanto la sua attività autonoma di architetto, con opere come il Palazzo Civena a Ponte Furo (Vicenza) e la villa Godi a Lonedo, mentre nel 1549 si situa l'episodio che lo consacrerà definitivamente: la ricostruzione delle Logge della Basilica di Vicenza in sostituzione di quelle quattrocentesche. Il progetto del Palladio ha la meglio su una concorrenza decisamente agguerrita (erano stati fra gli altri consultati Serlio, Sansovino, Sanmicheli, Giulio Romano). Da allora le nobili famiglie vicentine e veneziane si contenderanno l'attività del Palladio. Inizia così il periodo più intenso dell'attività palladiana, che si concretizzerà in opere di assoluta bellezza, dal palazzo Chiericati alla villa Barbaro di Maser, dalla "Malcontenta" a Mira alle chiese veneziane del Redentore e di S. Giorgio Negli anni '70 è a Venezia in qualità di "proto". detta La Rotonda: la pianta è quadrata con ripartizione simmetrica degli ambienti. Palladio pubblica il trattato I quattro libri dell'architettura. Tuttavia. In ognuna delle quattro facciate si trova un classico pronao con colonne ioniche timpano a dentelli. rievocando le linee di quella del Pantheon romano. fino alla notissima Rotonda. fu realizzata postuma su modello differente. La cupola centrale (11 metri di luce). che completò il teatro alla morte del maestro). raggruppati intorno ad un salone circolare ricoperto da una cupola. su modello romano. L'architettura ed i motivi del teatro classico romano storicamente all'aperto. non come centro produttivo come altre ville palladiane. dei suoi ideali ed anche della sua concreta esperienza. Tra febbraio e marzo del 1580 vengono intanto avviati i lavori per la costruzione del teatro Olimpico. Qui trionfa tutta l'esperienza del maestro in una felice sintesi con la poetica di Vitruvio. vengono portati all'interno di uno spazio chiuso ma al contempo aperto dalle . ultima opera dell'artista: la ripida cavea si sviluppa direttamente dall'orchestra per culminare nel solenne colonnato trabeato. inoltre. che nel progetto di Palladio doveva essere emisferica. È pensata come luogo di intrattenimento. della Serenissima. cioè consulente architettonico. edificato su richiesta degli Accademici Olimpici (lo stesso Andrea era stato nel 1556 socio fondatore) per la recitazione della tragedia classica. Nel 1570. prima che l'opera sia completata il Palladio si spegne il 19 agosto 1580.Maggiore. Il palcoscenico appena rialzato è definito da un fondale architettonico fisso da cui partono cinque strade illusionisticamente lunghissime (opera di Vincenzo Scamozzi. espressione della sua cultura. Indice • • • • • • 1 2 3 4 5 Opere Lo stile di Palladio Bibliografia Voci correlate Altri progetti 6 Collegamenti esterni Opere Tra le opere più significative e innovative spicca Villa Almerico–Capra. Maestoso è il Teatro Olimpico di Vicenza. dell'Umanità UNESCO Garofalo Emanuela. Bene appartenente al Patrimonio 1990. in un concetto modernissimo di dinamismo spaziale. (Reindirizzamento da Villa Capra detta La Rotonda) Vai a: Navigazione. Cevese.profonde prospettive al di là dei grandi portali. Villa Capra detta La Rotonda Lo stile di Palladio L'architettura del Palladio divenne presto famosa in tutta Europa. Caracol. Un altro suo noto ammiratore fu l'architetto Richard Boyle. a cura di A. Bibliografia • • AA. Andrea Palladio: nuovi contributi. Leone Giuseppina.. La Casa Bianca.VV. 2004.con William Kent . In Inghilterra si ispirarono al suo stile Inigo Jones e Christopher Wren. cerca Villa Capra detta La Rotonda (conosciuta anche come Villa Dati Anno inserimento: 1994 . Electa. l'enciclopedia libera. Milano. è progettata in stile palladiano. conosciuto come Lord Burlington che . residenza del presidente degli Stati Uniti d'America. dando vita ad un fenomeno noto come Palladianesimo. Villa Capra detta la Rotonda Villa Capra detta la Rotonda Da Wikipedia.progettò Chiswick House. Chastel e R. Palladio e la Sicilia.1996 Tipologia: Architettonico Criterio: C (i) (ii) (*) Nessuna In pericolo: indicazione Scheda: Scheda UNESCO [[Image:{{{linkMappa}}}|295px|]] Patrimoni in Italia . Palermo. Questa residenza. essa stessa è senza dubbio ispirata al Pantheon di Roma. sarebbe divenuta una delle sue più celebri eredità al mondo dell'architettura. decise di tornare alla sua città natale Vicenza e costruirsi una residenza di campagna.Almerico-Capra o Villa Capra-Valmarana) è una villa a pianta centrale costruita da Andrea Palladio a partire dal 1566 a ridosso della città di Vicenza. . Villa più famosa del Palladio e probabilmente di tutte le ville venete. più tardi nota come "La Rotonda". Nel corso della sua vita. la Rotonda è uno dei più celebrati edifici della storia dell'architettura dell'epoca moderna. Palladio progettò più di venti ville in terra veneta. non avrebbe potuto immaginare che la casa da lui commissionata all'architetto Andrea Palladio sarebbe divenuta uno dei prototipi architettonici più studiati e imitati per i successivi cinque secoli. Il nome "Capra" deriva dal cognome dei due fratelli che completarono l'edificio dopo che fu ceduto loro nel 1591. Indice [nascondi] • • • • • • • • • • • 1 Ispirazione 2 Progetto 3 Completamento e modifiche 4 Interno e decorazione 5 Rapporto con il paesaggio 6 La villa oggi 7 La Rotonda come modello architettonico 8 Bibliografia 9 Voci correlate 10 Altri progetti 11 Collegamenti esterni [modifica] Ispirazione Quando nel 1565 il canonico e conte Paolo Almerico. [modifica] Progetto Il sito prescelto fu la cima tondeggiante di un piccolo colle appena fuori le mura di Vicenza. A quel tempo il fascino per i valori arcadici iniziava a spingere molti nobili possidenti a misurarsi con le gioie della vita semplice. Malgrado Villa Capra abbia ispirato in seguito migliaia di edifici. ritiratosi dalla Curia Romana dopo essere stato referendario apostolico sotto Papa Pio IV e Pio V. L'architetto la incluse. consisteva di un edificio quadrato. ciascuno dei quattro ingressi principali conduceva. La villa risulta così un'architettura aperta. nei quattro pronai ionici e nelle scalinate. dato che la pianta dell'edificio non è circolare ma rappresenta piuttosto l'intersezione di un quadrato con una croce. e fu esattamente questo che Palladio ideò per lui: una residenza suburbana con funzioni di rappresentanza. alla quale il Palladio imprime forza centrifuga allargandola verso l'esterno. iniziata nel 1566 circa. nell'elenco dei palazzi e non tra le ville nei suoi Quattro libri dell'architettura del 1570. Descrivere la villa come "rotonda" è tuttavia tecnicamente scorretto. Pianta di Palladio per la Rotonda. L'aula centrale e tutte le altre stanze erano proporzionate con precisione matematica in base alle regole proprie dell'architettura di Palladio che egli elaborò nei suoi Quattro libri.malgrado gli aspetti piacevoli della vita a contatto con la natura rimanessero ancora in secondo piano rispetto alla scelta. che guarda la città e la campagna. il prelato Almerico non aveva bisogno di un vasto palazzo (anzi vendette quello che possedeva in centro città) ma desiderava una sofisticata villa. . attraverso un breve vestibolo o corridoio. tutta economica. ma anche tranquillo rifugio di meditazione e studio. significativamente. alla sala centrale sormontata da una cupola. questa sorta di originale "villa-tempio" in origine era priva di annessi agricoli. Ognuna delle quattro facciate era dotata di un avancorpo con una loggia che si poteva raggiungere salendo una gradinata. completamente simmetrico ed inscrittibile in un cerchio perfetto (vedi figura a lato). Isolata sulla cima del colle. Proprio la sala centrale rotonda è il centro nevralgico della composizione. 1570 La costruzione. Essendo celibe. ne I quattro libri dell'architettura. di orientare gli investimenti verso un'agricoltura di tipo intensivo. Ognuna delle quattro logge presentava un pronao con il frontone ornato di statue di divinità dell'antichità classica. Palladio affronta il tema della pianta centrale. [modifica] Completamento e modifiche . Ognuno dei frontoni era sorretto da sei colonne ioniche (esastilo ionico). la Rotonda resta un unicum nell'architettura di ogni tempo. Con l'uso della cupola. Malgrado vi fossero già stati alcuni esempi per un edificio residenziale a pianta centrale (dai progetti di Francesco di Giorgio Martini ispirati a villa Adriana o dallo "studio di Varrone". Tutte le stanze principali erano poste sul piano nobile. Ogni loggia era fiancheggiata da una singola finestra. alla casa del Mantegna a Mantova .o la sua illusionistica "Camera degli sposi" in palazzo Ducale -.Il progetto riflette gli ideali umanistici dell'architettura del Rinascimento. sino al progetto di Raffaello per villa Madama). riservata fino a quel momento all'architettura religiosa. la pianta fu ruotata di 45 gradi rispetto ai punti cardinali. applicata per la prima volta ad un edificio di abitazione. Per consentire ad ogni stanza un'analoga esposizione al sole. un riconosciuto modello ideale. ai fratelli Odorico e Mario Capra. avrebbero visto il completamento dell'edificio. Alessandro Maganza e più tardi del francese Ludovico Dorigny. La scalinata fu modificata nel XVIII secolo da Ottavio Bertotti Scamozzi che la riportò alla forma originale e il piano attico venne suddiviso in stanze da Francesco Muttoni. . né il proprietario Paolo Almerico. a causa della disastrosa gestione economica. Palladio morì nel 1580 e quindi un secondo importante architetto vicentino. Alla morte del committente Almerico. staccata dal corpo principale) per le funzioni agricole. con la costruzione della cupola. Palladio intendeva coprire la sala centrale con una volta semisferica. non previste nel progetto originario. [modifica] Interno e decorazione L'interno avrebbe dovuto essere splendido non meno dell'esterno. come il taglio alla scalinata che permetteva un accesso diretto dall'esterno ai locali di servizio posti al pianterreno. Vincenzo Scamozzi. fu costretto a venderla due anni dopo. che ebbe luogo nel 1585. Domenico Fontana e forse Alessandro Vittoria. Lo Scamozzi aggiunse gli annessi rustici esterni (la barchessa. malgrado questo fosse già abitabile nel 1569. la decorazione plastica e dei soffitti è opera di Agostino Rubini. le statue sono interventi di Lorenzo Rubini e Giambattista Albanese. fu assunto dai proprietari per sovrintendere ai lavori di completamento. nel 1591. che modificò i mezzanini (1725-1740). Al complesso fu aggiunta infine la cappella gentilizia. Le decorazioni della villa coprono un lungo periodo di tempo e di alcune l'attribuzione non è certa. sormontata dalla lanterna. Bernardino India. Ottavio Ridolfi. limitatamente al corpo principale. Ruggero Bascapè. la villa finì in eredità al figlio naturale Virginio Bartolomeo che. gli apparati pittorici in affresco sono di Anselmo Canera. Furono i Capra a portare infine a termine il cantiere nel 1620 con la decorazione interna ad affresco. ma Scamozzi progettò una volta più bassa con un oculo (che doveva essere a cielo aperto) ispirandosi al Pantheon e apportò altre limitate modifiche al progetto. costruita da Girolamo Albanese per volontà del conte Marzio Capra tra il 1645 ed il 1663.Vista dalla riviera berica Né Palladio. opera successiva di Ludovico Dorigny. Goethe. che si sviluppa a tutt'altezza fino alla cupola. la Benignità. dotata di balconate. che ospita un'allegoria della vita del primo proprietario conte Paolo Almerico. il soffitto semisferico è decorato da affreschi di Alessandro Maganza.Scorcio degli interni Tra i quattro principali saloni del piano nobile vi sono la sala ovest (con affreschi di tema religioso) e il salone est. in sintonia con tale programma celebrativo. con le sue numerose ed ammirevoli qualità ritratte in affresco. Come nell'architettura di Palladio. dove sono raffigurate accanto alla Fama la Religione. La quantità di affreschi richiama ad alcuni maggiormente l'atmosfera di una cattedrale che non quella d'una residenza di campagna. La parte inferiore della sala. [modifica] Rapporto con il paesaggio . Il luogo più notevole dello spazio interno è senza dubbio la sala centrale circolare. è invece adornata con finte colonne dipinte in trompe l'oeil e gigantesche figure della mitologia greca. anche qui troviamo allegorie legate alla vita religiosa ed alle Virtù ad essa collegate. la Temperanza e la Castità. disse che Palladio aveva reso un tempio greco adatto ad abitarvi. pensata per un uomo di Chiesa. anche nell'apparato decorativo vengono inseriti elementi formali destinati a suggerire un senso di sacralità. che fece più volte visita alla villa. alle pareti. tav. 78. progettate perché ogni facciata fosse il complemento dell'ambiente e della topografia circostante.. di conseguenza vi sono delle variazioni nelle facciate. costruito dai fratelli Capra che acquistarono la villa nel 1591. Il panorama offre una visione panoramica di alberi. Palladio. p. commissionando a Vincenzo Scamozzi di completare l'edificio e costruire le stalle e gli edifici ad uso rurale.. Muttoni. nell'ampiezza dei gradini. Vicenza 1776-1783. vol. F. Bibliografia • • • • A. Malgrado la Rotonda possa apparire completamente simmetrica. vol. 18. Magrini. I-IV. prati e boschetti. vi sono delle deviazioni. pp. II. . O. con Vicenza distante all'orizzonte. Ciò era in netto contrasto con edifici come la Villa Farnese costruita solo 16 anni prima. tavv. in senso inverso. Quando ci si avvicina alla villa da questa parte. nei muri di contenimento ecc. 9 voll. vol. V. N. dalla villa si nota il santuario che incombe sulla città dalla cima di Monte Berico. I Quattro Libri dell'Architettura. I. Questo percorso è un viale tra i blocchi dei servizi.. 9-13. In tal modo la simmetria dell'architettura dialoga con l'asimmetria del paesaggio. Bertotti Scamozzi. XIV. 238-240. Memorie intorno la vita e le opere di Andrea Palladio. Venezia 1740-1760. 12-14. libro II. pp.La Rotonda vista dal viale posteriore Dai porticati è possibile godere della meravigliosa vista della campagna circostante. per creare un insieme apparentemente simmetrico. dato che non per una coincidenza la villa fu progettata per essere in perfetta armonia con il paesaggio.. A. 4 voll. Le fabbriche e i disegni di Andrea Palladio. si riceve l'impressione deliberata che sia stia ascendendo dal basso ad un tempio sulla sommità. Padova 1845. pp. La loggia settentrionale è inserita nella collina come termine di una strada carreggiabile che corre dal cancello principale. unificando così la villa e la città. XI-XII. Architettura di Andrea Palladio Vicentino con le osservazioni dell'Architetto N. tavv. Allo stesso modo. Venezia 1570. al gusto neo-gotico. grazie agli scritti di Rudolf Wittkower e Colin Rowe. pp. con l'architetto delle ville razionali ed armoniosamente proporzionate. 257-264. 55-56. Nella presente mostra viene illustrato e analizzato un ampio periodo dell'attenzione dedicata all'architetto ed al suo libro. come la loggia di villa Poiana. Per un'analisi psicologica della villa palladiana. Cevese. 45-62. La sua fama e la sua reputazione sopravvissero al Barocco.• • • • •  M.A. pp. catalogo della mostra. in cui struttura ed ornamento. Chi era Palladio? Quali erano le sue idee sull'architettura. Mostra del Palladio. in R. in part. Contributo all'interpretazione dell'ermetismo in Palladio. 1972. che nella sua fase ultima si riconciliò pienamente. Corboz. forma e funzione sono perfettamente integrati. ha mantenuto il suo nome familiare e viva la fama del suo libro. Cevese (a cura di). e come vi giunse? Quale il carattere del suo contributo allo sviluppo della cultura e delle forme architettoniche? Egli si differenzia dagli altri grandi architetti italiani ed europei del suo tempo? li supera? Sono queste le domande che spesso ritornano nella sterminata letteratura sull'architetto vicentino. e al movimento moderno.A. si sono serviti delle sue idee e composizioni come punto di partenza per disegni che spesso dovevano incontrare esigenze diverse o impiegare materiali differenti da quelli con cui Palladio aveva familiarità.I. Milano 1973. 249-266. in part. XV. pp. Andrea Palladio". Puppi. XIV.S. in "Bollettino del C. pp. 82-85. 357-380. dal gesto del pasticcere che aggiunge un'altra decorazione alla sua torta. La reputazione di Palladio.  R. in date più tarde e in altri luoghi. in "Bollettino del C. alle invettive che Ruskin gli rivolse. Andrea Palladio". pp. in "Bollettino del C. in part. pp.A. Andrea Palladio. 43-130.S. La sezione strettamente dedicata a Palladio cerca invece di avvicinarci alla sua figura in modo da indicare anche le divergenze da coloro che. 1972. in part. ha subito varie trasformazioni e distorsioni: è stato visto come fonte di regole infallibili e buon gusto.I. Fagiolo. LA CREAZIONE DI UN'ARCHITETTURA SISTEMATICA E TRASMISSIBILE Palladio è probabilmente il più influente ed il più conosciuto tra gli architetti che siano vissuti prima del secolo che sta per finire.S. pp. Il disegno come fase progettuale dell'attività palladiana. pp. 380-383. Milano 1973. 1973. Gioseffi. Ma allo stesso tempo ha aiutato gli osservatori più attenti a capire la differenza del sistema architettonico di Palladio. ed io qui .  L.  A. oppure considerato nemico dell'architettura moralmente virtuosa (moderna o neo-gotica che fosse). Andrea Palladio". XIV. 359-362.I. L'opera del Palladio. La citazione eclettica e spesso pedestre degli elementi del linguaggio di Palladio.  D. pp. bersaglio della critica od oggetto di elogio. Bramante attinse alle idee albertiane e seguì l'indicazione dell'Alberti di studiare gli edifici degli antichi proprio come i letterati ne studiavano gli scritti. della ricchezza. con i disegni e le idee di Palladio. La sua ampia cultura. in contatto con i maggiori artisti fiorentini del suo tempo. Bramante fu il primo ad usare il sistema degli ordini classici quale linguaggio espressivo che può essere impiegato e variato a seconda della natura e della dimensione dell'edificio: l'ordine dorico viene usato sia per il tempietto di San Pietro in . la sua chiarezza di pensiero e il suo talento artistico si riflettono nei suoi progetti architettonici. del prestigio. Nel suo libro De Re Aedificatoria (scritto prima del 1452. ma anche un brillante scrittore. che esemplificano e in un certo senso illustrano le idee presenti nel suo libro . per non distogliere l'attenzione dal principale messaggio che voleva trasmettere. e comprese come essa costituisse per gli antichi un corpo articolato di saperi. basandosi su testi scritti e sui monumenti sopravissuti. fu per Palladio il testo chiave per le questioni architettoniche. controllare e migliorare il carattere e la qualità della vita sia pubblica che privata. Alberti non era unicamente un ricercatore sistematico la cui vigorosa intelligenza riusciva a dare una struttura teorica a ciò che osservava e studiava. Brunelleschi (1377-1446) dimostrò una formidabile inventiva tecnica e strutturale nel disegno della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze. che permetteva di trovare una soluzione razionale ad ogni questione connessa alla costruzione e al controllo dell'ambiente abitato.un libro che forse egli lasciò senza illustazioni deliberatamente. dall'osservazione diretta. strettamente legata alla rappresentazione del potere. Nelle altre sue opere egli riscoprì in parte ed in parte inventò un linguaggio di forme e motivi architettonici che ha segnato la strada percorsa dai suoi successori. gli architetti ed i mecenati del Nord Europa. Leon Battista Alberti (1404-1472) fece ancora di più: egli intuì l'importanza e la potenzialità dell'architettura come spazio della vita sociale e religiosa. Il trattato dell'Alberti. e viene vista come uno strumento per plasmare. Questo è infatti un periodo in cui l'architettura viene riconosciuta come forma di espressione culturale eminente. Negli anni che trascorse a Roma(1499-1514). Brunelleschi. ma pubblicato per la prima volta nel 1485) egli tentò. insieme a Vitruvio. di riunire ogni aspetto della scienza e dell'arte architettonica dei romani per mostrare come esse potessero essere applicate alle necessità del presente. PALLADIO E I SUOI CONTEMPORANEI Sarebbe difficile sostenere che Palladio superi per originalità e abilità gli altri architetti che operarono tra il 1420 e il 1580. Donatello e Masaccio. Alberti non fu solo uno studioso e un conoscitore dell'antichità: il suo spiccato interesse per i materiali e le tecniche derivava dal contatto con gli artigiani.voglio soltanto abbozzare delle risposte possibili. un artista con esperienza nel campo della pittura e della scultura. Ghiberti. dalla sperimentazione e dalla sua pratica architettonica. come prefazione ad una mostra che concerne principalmente ciò che fecero. Trissino. si può trovare nel disegno di Raffaello per Villa Madama. fu studiata e disegnata da Palladio. nei quali la chiarezza strutturale si combinava con l'articolazione murariara e al disegno dei dettagli. ma dall'età di sedici anni aveva vissuto e lavorato a Vicenza. appena fuori Vicenza. Peruzzi e Giulio Romano). A livello . Certamente egli non sarebbe stato trasformato dal maestro Andrea di Pietro nel famoso architetto Andrea Palladio. La risoluta volontà e le grandi risorse finanziarie che papa Giulio II dedicava all'edificazione permisero a Bramante di sperimentare i disegni a vasta scala. mentre l'enorme cortile del Belvedere una cornice fortemente aggettante sostenuta da mutuli massicci. A Cricoli Trissino aveva già impiegato un sistema di stanze di dimensioni diverse. Egli non viene dall'Italia centrale.Montorio che per il cortile inferiore del Belvedere al Vaticano. per la prima volta. Infatti. Trissino ebbe grande importanza per Palladio ancora in altri modi. capace forse di disegnare portali e monumenti funebri. Non comune era anche il suo tirocinio. e che aveva conosciuto Raffaello. a metà degli anni trenta rimodellò anche. e uno schema di proporzioni interrelate. La figura di Trissino fu determinante per Palladio in molti sensi: era lui stesso un dilettante d'architettura molto dotato che fece dei disegni per ricostruire il proprio palazzo cittadino. dove erano nati o avevano svolto il loro apprendistato i più grandi architetti che lo influenzarono. bensì dal Veneto: era nato a Padova. Palladio è una figura d'eccezione. secondo il sofisticato nome romano che Trissino inventò per lui. se non fosse stato per i suoi contatti. al palazzo dei Tribunali e a San Pietro Bramante si mostrò pienamente capace di portare avanti progetti unitari. doveva avere ben presente la villa di Poggio a Caiano. che era stato un membro del ristretto circolo culturale di papa Leone X Medici. la sua residenza suburbana a Cricoli. a partire dalla seconda metà degli anni trenta. Raffaello. né da scultore (come Sansovino e Michelangelo). Al Belvedere. il frontone di un tempio applicato alla facciata di un edificio residenziale del Rinascimento. che non fu da pittore (come Bramante. come la chiesa di San Biagio e il Tempietto di Bramante. ispirato dalle terme. Nel panorama dell'architettura del sedicesimo secolo. ideata dal committente Lorenzo dei Medici e dal suo architetto Giuliano da Sangallo: a Poggio si trova un'anticipazione dell'unione gerarchica di stanze di dimensioni differenti intorno ad un salone centrale voltato tipica di Palladio. ma il piccolo tempietto avrà una delicata cornice lineare. ma da tagliapietra. stabilendo quindi quello che doveva diventare un elemento chiave nel sistema progettuale palladiano. con il nobile e scrittore vicentino GianGiorgio Trissino (1478-1550). ma senza la cultura e l'abilità intellettuale che in questo momento erano necessarie ad un vero architetto. un'opera che. Una concezione tanto grandiosa. in linea con la contemporanea architettura romana. dal Pantheon e da altri grandi monumenti romani. Palladio sarebbe probabilmente rimasto un abile ed intelligente artigiano. basata sullo studio attento dell'antico. ma anche. TRISSINO E GLI ASPETTI LINGUISTICI DELL'ARCHITETTURA DI PALLADIO Se torniamo alla questione del modo in cui Palladio somiglia e si distingue dai suoi contemporanei e dagli autori dei "classici moderni" che egli studiò a Roma e altrove. Bramante. E fu ancora con Trissino che Palladio fece quei viaggi a Roma che. di forme differenti di stanze. ad esempio. come intercolumnio per l'ordine ionico e due diametri per il corinzio. L'ordine diviene quindi. Sanmicheli e Sansovino ebbero tutti una considerevole influenza su Palladio quando era trentenne. per la prima volta nell'architettura del Rinascimento. Molto probabilmente Trissino guidò Palladio anche nelle sue prime letture di Vitruvio. egli ebbe quasi certamente un ruolo determinante nel raccomandarlo agli altri patrizi vicentini durante i primi anni della sua attività. negli anni quaranta del Cinquecento. p. 1. appare in una traduzione italiana già nel 1546). Tutti costoro incorporavano nelle loro opere schemi sia planimetrici che di alzato derivati dall'antico. consiste nel fatto che a partire dagli anni quaranta l'architetto vicentino farà uso di una serie stabilita di tipi generali. ad esempio. Antonio da Sangallo il Giovane. Tutti costoro impiegavano nelle loro opere gli ordini classici in un modo che non era del tutto fedele. ch'io non mi aveva prima pensato" (Quattro Libri. Trent'anni dopo Palladio ricorderà come avesse trovato le costruzioni antiche "di molto maggiore osservatione degne. I suoi immediati predecessori e i suoi contemporanei più anziani . 5). L'opera di Palladio mostra un'aderenza ad un sistema di progettazione che fa uso d'una grammatica di forme e proporzioni e di un "misurato vocabolario" di motivi. Queste opere. allora emerge quello che è forse il suo più grande debito nei confronti del Trissino. Giulio Romano. Egli vedeva la distanza tra le colonne come componente essenziale di ogni ordine: due diametri di colonna e mezzo. Il che doveva essere di grande aiuto agli sforzi compiuti da Palladio per acquisire una cultura di ampio raggio ed assimilare testi che presentavano difficoltà anche agli studiosi. E in questo erano del tutto simili a Palladio. di forme degli ordini. ma anche se non lo fosse stato (e comunque non bisogna escludere che egli possedesse una sufficiente conoscenza della lingua) intorno al 1540 era già possibile accedere a molte opere fondamentali latine e greche in versione italiana (il trattato dell'Alberti. Falconetto. gli rivelarono quel carattere dell'architettura antica e moderna nella città che egli aveva conosciuto fino ad allora solo attraverso il Quarto Libro (1537) e il Terzo Libro (1540) di Sebastiano Serlio. Raffaello.pratico. Peruzzi. ebbero su di lui un impatto estremamente forte e gli fornirono un'ampia gamma di modelli che egli immediatamente adattò ai suoi lavori. un potenziale generatore di schemi sia bidimensionali che tridimensionali. Non si sa se Palladio fosse in grado di leggere il latino. ma che anzi rappresentava un compromesso tra la lettera di Vitruvio e la pratica osservabile negli antichi architetti romani. La grande differenza tuttavia. viste con occhi nuovi in età piuttosto matura. "irripetibili": la Loggia della Basilica di Vicenza. Era sufficiente stabilire una serie di forme standard. Raffaello con Villa Madama. proporzioni prefissate. progredendo come architetti di opera in opera. Michelangelo con la Sacrestia Nuova e la Biblioteca Laurenziana. a parte la forma toscana impiegata da Dante. più di quella di ogni altro architetto del Rinascimento. o quali profili e proporzioni dare al capitello dorico. Vi sono ragioni per questo. col Tempietto. Come altri letterati suoi contemporanei egli era interessato. che deriva probabilmente dalle molte ore e i molti giorni che egli spese discutendo con Trissino. certo tali da essere modificate quando fosse stato necessario. Ciò rendeva auspicabile un sistema di forme e dimensioni ottimali prestabilite. aveva avuto tante commissioni di ville e palazzi. I mastri veneziani erano abituati da lungo tempo ad ordinare alle cave blocchi di dimensioni standardizzate e ad usare forme e misure unificate per le porte. ma in genere applicabili alla maggior parte dei progetti.ed era un gran numero . fino a comprendere che l'effetto letterario dipende dalla grammatica e dalla scelta del vocabolario. non vi era un versione letteraria canonica della lingua. Nessun architetto fino allora. quale forma dovessero avere le scale. Trissino era uno dei più autorevoli teorici di ortografia. per le finestre e le colonne. è fondata su una serie di elementi concepiti con cura e concettualmente precostituiti: si può osservare come questi elementi venissero combinati flessibilmente e creativamente in un disegno (RIBA XI/22 verso) in cui egli genera rapidamente venti schizzi differenti per la pianta di un palazzo. Lo stesso Palladio dovette confrontarsi con problemi unici. il ponte di Rialto. al problema della maniera più appropriata di scrivere in italiano. è un atteggiamento cosciente. principî messi in opera con regolarità. E' possibile che lo stesso Trissino vedesse il parallelo tra la struttura linguistica . Sovente poi essi si trovavano a doversi confrontare con commissioni tanto nuove ed inusuali (come Bramante con San Pietro. Costoro in un certo qual senso inventavano e variavano man mano le regole. neanche Antonio da Sangallo il Giovane. Il senso comune aveva un ruolo nell'elaborazione di questo sistema. Ma il maggior numero . se non altro come modo di ridurre la quantità di lavoro necessaria per progettare ogni singolo edificio. in un periodo in cui.sono meno sistematici. Ma la corrispondenza dei propositi di Palladio con la creazione di un'architettura di forme. palazzo Chiericati. le sue due grandi chiese veneziane. col Cortile del Belvedere. che avevano necessità e requisiti piuttosto simili. All'inizio della sua carriera Palladio si rese conto che non era necessario decidere per ogni fabbrica quanto dovessero essere larghe ed alte le porte interne. così come le consuetudini di lavoro degli artigiani e dei tagliapietra a Venezia e nel Veneto.delle sue commissioni erano per residenze di città e ancor più di campagna. grammatica e teoria letteraria del suo tempo. Trissino tuttavia andava al di là di questa preoccupazione per la forma di italiano più "corretta". Petrarca e Boccaccio. il Teatro Olimpico. Sansovino con la Libreria) che non vi era alcuna regola. norma o tipo di edificio contemporaneo potesse essere utile per raggiungere un disegno soddisfacente. Giulio con Palazzo del Te. L'architettura di Palladio quindi. In ogni caso la sua architettura assumeva un carattere linguistico e grammaticale che. Appaiono. nel 1540. un architetto che lavorava non più con gli strumenti dello scalpellino. ricchi ma socialmente irrilevanti) del quale ci restano diversi disegni. sia divenuto. con entusiastica abbondanza. Nei progetti non realizzati per villa Pisani al Bagnolo. La preferenza di Barbaro per l'approccio sistematico di Palladio all'architettura lo spinse ad ottenere per l'architetto vicentino. dal momento che il tracciato delle fondazioni della grande villa era già stato stabilito e non corrisponde alla divisione preferita da Palladio per la pianta di una villa in suites di stanze (generalmente tre) di forme e dimensioni differenti. il refettorio e chiesa di S. potrebbe aver trasferito all'architettura il punto di vista del Trissino sulle relazioni tra lo stile letterario e le regole linguistiche. si può osservare da subito l'impatto che la prima visita a Roma ebbe sull'architetto. Palladio offriva qualcosa che neanche il grande e tanto inventivo Sansovino poteva offrire: un'architettura davvero razionale. come per i suoi amici colti. e con i suoi disegni dell'antico. dal Cortile del Belvedere e da Villa Madama. per un processo di osmosi intellettuale. dapprima occasionalmente e poi integralmente. in attesa della migliore occasione . L'AFFERMAZIONE DI PALLADIO COME ARCHITETTO Non è esattamente chiaro come Palladio. motivi derivanti dalle Terme. e dalla progettazione di opere su piccola scala. amico del Trissino. Palladio. l'architettura che nasce dal lavoro di Palladio negli anni intorno al 1542. Sansovino. Nel disegno finale questi elementi vengono semplificati e ridotti per lasciar posto a spazi abitabili e per non gravare eccessivamente sulle finanze dei committenti. ed è possibile ipotizzare che Trissino e Palladio avessero già fatto dei disegni per la ricostruzione prima che. che altrimenti sarebbero state affidate all'anziano. è quella che lo accompagnerà per tutta la carriera. In ogni caso. ma ancora molto rispettato.e l'approccio strutturato al disegno architettonico. con squadra e penna. ma strutturata sulla falsariga della linguistica umanista. con i libri. la ricostruzione del Convento della Carità). consciamente o inconsciamente. Più importante è il suo lavoro per palazzo Civena (per quattro fratelli. E' documentato che nel 1540 egli fece un disegno per la villa Godi a Lonedo. fosse acquistato dalla famiglia Civena. con alti saloni voltati a botte o a vela. Giorgio Maggiore. con ampie logge e transenne di colonne. Francesco della Vigna. ma per quella data il suo effettivo intervento era probabilmente limitato. una serie di commissioni ecclesiastiche proprio a Venezia (la facciata di S. Per Barbaro. aiutato dalle sue letture di Vitruvio e Alberti. a partire dalla fine degli anni '50. come il suo amico e committente Daniele Barbaro. Il palazzo originariamente apparteneva ad Aurelio dell'Acqua. ma con la mente. basata non solo (come raccomandava l'Alberti) sull'applicazione della ragione e dei principî derivati dalla natura. d'altra parte. dall'esecuzione manuale di difficili dettagli come i capitelli. era riconosciuto e approvato dagli intellettuali umanisti. ed altri disegni di Palladio per diverse ville databili intorno al 1542. ed anche dopo la morte. i potentissimi e ricchissimi Pisani. con la crescita del mercato urbano delle derrate alimentari e la decisione a livello governativo di liberare Venezia e il Veneto dalla dipendenza dal grano importato.cioè le case dei proprietari fondiari . Il raggiungimento dei precedenti livelli di prosperità nella campagna fu probabilmente lento. barchesse e infrastrutture rurali. spesso con un unico piano principale abitabile. piccole tenute.rispondevano alla necessità di un nuovo tipo di residenza rurale. frontoni e logge arcuate. nella sua villa a Bertesina. Biagio Saraceno a Finale aveva una loggia con tre campate ad arco (tripartita). banchieri e patrizi veneziani avevano enormi volte e una facciata a loggia realizzata con pilastri di pietra e paraste doriche bugnate. Durante la guerra della lega di Cambrai (1509-1517) erano stati inferti ingenti danni a case. L'ARCHITETTURA DELLA VILLA Nel 1550 Palladio aveva già prodotto un intero gruppo di ville la cui scala e decorazione può essere vista come perfettamente adeguata alla ricchezza e alla posizione sociale dei suoi proprietari. ed avevano consolidato i loro domìni non solo attraverso l'acquisto. da cui . e specialmente da quello che proveniva dal sempre minaccioso Impero ottomano. Questo enorme investimento in agricoltura e nelle strutture necessarie alla produzione agricola accelera il passo. Palladio fu capace di conferire dignità e presenza ad una facciata usando semplicemente un'orchestrazione di finestre. Gli investimenti nell'irrigazione e le bonifiche mediante drenaggio accrebbero ulteriormente il reddito dei ricchi latifondisti. come nelle chiese di San Giorgio Maggiore e del Redentore a Venezia. ma anche con lo scambio di grandi poderi con gli altri possidenti. Per decenni i proprietari terrieri avevano acquistato costantemente. era adatto come centro per controllare l'attività produttiva. quali sono di fatto molte ville della fine del quindicesimo secolo (come l'enorme villa da Porto a Thiene). e l'architettura della villa deve aver sorpreso. La reputazione di Palladio agli inizi. e avvenne soltanto negli anni quaranta. paraste di mattoni e soltanto le basi e i capitelli scolpiti in pietra. A villa Saraceno come a villa Poiana. Qualcosa di più piccolo. Le ville del Palladio . sotto lo stabile governo veneziano. Anche la costruzione di villa Pisani è sorprendente per la nobiltà della sua loggia absidata e del suo grande salone voltato: una tale altezza e magnificenza a questa data erano comuni solo alle chiese più importanti.d'essere usata. I suoi disegni riconoscono implicitamente che non era necessario avere un grande palazzo in campagna modellato direttamente su quelli di città. il ricco (per breve tempo) e meno nobile esattore delle tasse sul sale Taddeo Gazzotto aveva invece. i suoi committenti meno abbienti devono aver apprezzato la possibilità di godere di edifici di grande impatto senza dover spendere molto per la pietra e la sua lavorazione. si è fondata sulla sua abilità di disegnatore di ville. se non stupito molti di quelli che la vedevano per la prima volta. ma senza ordine architettonico. la caccia. con un pozzo. Palladio afferma che le barchesse dovrebbero essere esposte a Sud in modo da tenere asciutta la paglia. attraverso le stanze quadrate di medie dimensioni. per evitare che fermenti e bruci. torri colombaie. annunciavano una potente presenza in un vasto territorio pianeggiante. che le barchesse ricurve che costeggiano l'imponente facciata della villa Badoer riprendevano . sempre potenzialmente malsana. Anche l'orientamento era importante: nei Quattro Libri. forni per il pane.esemplare è il tempio. Il cortile ("cortivo") conteneva barchesse. lavanderie e cantine si trovavano al piano terreno: l'ampio spazio sotto il tetto veniva impiegato per conservare il prodotto più prezioso della tenuta: il grano. generalmente delimitata da strade e corsi d'acqua. quasi invariabilmente. E' chiaro per esempio. Negli interni Palladio distribuiva le funzioni sia verticalmente che orizzontalmente. stalle. Già dal XV secolo si usava creare una corte davanti alla casa. e per sfuggire dalla città. un grande frutteto (il "brolo") erano tutti raggruppati o localizzati all'interno del muro di cinta. orti di verdure e di spezie. per essere visibili. dalle grandi camere rettangolari. ma soltanto in base alla forma dell'area disponibile. dell'altezza dei palazzi cittadini. per conversare o per le esecuzioni musicali. o che forse credeva davvero fossero dei complessi residenziali . L'abitazione dei possidenti spesso non era l'unica costruzione di cui Palladio era responsabile. fino a quelle rettangolari piccole. attività queste che si possono vedere celebrate nella decorazione della villa. di Ercole Vincitore a Tivoli. erano ugualmente efficaci al fine di stabilire una presenza sociale e politica nelle campagne ed erano adatte per il riposo. dispense. stanze per fare il formaggio e cantine per spremere l'uva. abitato dalla famiglia e dai suoi ospiti. usate talvolta dai proprietari come studi o uffici per amministrare il fondo. ad esempio a villa Caldogno. discendevano ancora direttamente dai castelli ed erano circondate da un cortile recintato da un muro che le dotava della necessaria protezione dai banditi e dai malintenzionati. Le facciate. nonostante la loro apparenza non fortificata e le loro logge aperte. pollai. che incidentalmente serviva anche per isolare gli ambienti abitabili sottostanti. che egli aveva rilevato. gli animali e gli spazi per battere il grano. Nei suoi disegni Palladio cercò di coordinare tutti questi differenti elementi che nei complessi precedenti non erano collocati in considerazione delle visuali simmetriche e delle gerarchie architettoniche. Cucine. Palladio trovò ispirazione nei grandi complessi antichi che somigliano alle dimore di campagna circondate dalle loro dipendenze. Giardini. benché fossero talvolta più piccole delle ville precedenti. Queste residenze. Le ville. le stanze più pubbliche (la loggia e il salone) si trovavano sull'asse centrale mentre a destra e a sinistra vi erano delle infilate simmetriche di stanze. separata rispetto al cortile di servizio e con le sue barchesse.derivava probabilmente la maggior parte del reddito del proprietario. e non avevano bisogno. Al piano principale. e per impressionare gli affittuari e i vicini oltre che per intrattenere gli ospiti importanti. dominate da frontoni di solito decorati con le insegne del proprietario. abitazioni per i fattori e per i servitori domestici. Le loro logge offrivano un luogo piacevole ed ombreggiato per pasteggiare. vasche per i pesci e. sulla base dei dati stilistici. Il primo tra i più importanti palazzi di cui Palladio si occupò. Bisogna inoltre aggiungere che le barchesse. che in quel momento erano i personaggi più ricchi della città. Palladio. anche quelle disegnate da Palladio. ma in realtà era consapevole del fatto che qualora non fosse stato possibile esporre entrambe le ali delle barchesse a Sud. sarebbe stato impiegato in un primo momento solo per realizzare i progetti dello stimatissimo Giulio Romano. Se la base economica delle principali famiglie delle città venete derivava dalla campagna. avevano una particolare necessità di esprimere la loro supremazia con un palazzo grandioso e competitivo. PALAZZI Tra il 1542 e il 1550 Palladio era impegnato nella progettazione di tre importanti palazzi di città. e i filo-ispanici Valmarana dall'altro. dove la maggior parte di coloro che costruivano e possedevano palazzi controllavano gli affari cittadini come consiglieri. In un certo senso queste fazioni costituiscono un precedente dei partiti politici benché fossero innanzitutto espressioni di una trama di relazioni tra clienti e protettori. come i Thiene e i Porto da un lato. sono poco conosciute. il palazzo Thiene. La barchessa esistente è esposta a Sud. che non aveva ancora raggiunto chiara fama e affermazione come architetto. e le barchesse. marchesi di Mantova. e il palazzo Chiericati che vengono tutti analizzati in questo catalogo. i muri di cinta e gli elementi simili sono oggi a rischio ancor più delle parti residenziali del complesso. come nel caso di villa Barbaro a Maser. che il disegno iniziale per il palazzo sia stato fatto da Giulio Romano il quale visitò Vicenza nel 1542. venne iniziato nel 1542 per Marcantonio Thiene e suo fratello. Un esempio di opera palladiana in pericolo è proprio la barchessa dorica di villa Poiana. Le famiglie a capo delle fazioni. dove la grande barchessa con raffinati capitelli dorici è certamente disegnata da Palladio. il palazzo Porto.quel che era ancora visibile del Foro di Augusto. Nei centri come Verona e Vicenza la nobiltà era generalmente divisa in due opposte "fazioni". Ma dopo la . secondo una partizione che rifletteva quella della scena politica internazionale. spesso violentemente animate da vendette e odî familiari. E' possibile ipotizzare. della testimonianza di Inigo Jones e degli stretti rapporti che esistevano tra i Thiene e i Gonzaga. la vita politica convergeva invece nei centri urbani. e non viene bilanciata da un elemento corrispondente dall'altro lato della facciata principale. Un esempio è la villa Poiana. Nel suo libro Palladio mostra generalmente gli impianti di villa simmetrici. E la reputazione di Palladio era tale che gli venivano richiesti progetti dai personaggi dominanti di gruppi opposti. tutti a Vicenza: il palazzo Thiene. una a favore dei Francesi e dei Veneziani e l'altra degli Spagnoli. Si è perso il senso dell'integrità dell'impianto originale. il complesso non sarebbe mai stato costruito simmetricamente. in molti casi non sono ufficialmente notificate e di conseguenza si rendono necessari notevoli sforzi per salvaguardarle dalla distruzione o da danneggiamenti irreversibili. L'AFFERMAZIONE DELLO STILE PERSONALE DI PALLADIO A palazzo Porto. egli crea una quinta monumentale di particolare magnificenza intorno ad un nucleo preesistente (con le botteghe al piano terra. le cui esperienze risalivano agli ultimi anni della vita di Raffaello. E forse anche a Palladio. e passa dall'ecclettismo degli anni '40 alla formulazione di un proprio inconfondibile linguaggio. a villa Poiana. e la grande sala dei consigli cittadini sovrastante). lasciando gli elementi principali. Nel caso della Basilica.le logge precedenti. uguali e regolari. nonostante il suo aspetto romano. che era stata usata da Sansovino nella Libreria e da Giulio Romano (ad esempio nell'interno dell'abbazia di San Benedetto Po). si deve osservare anche nei . che poi pubblicherà nei Quattro Libri come un lavoro interamente suo. con un ordine di paraste che abbraccia sia le finestre del piano nobile che il mezzanino. ed aveva molto ammirato il palazzo del Te). quasi gotica nel combinare leggerezza e solidità. mostrando allo stesso tempo un'intelligenza architettonica di altissimo livello. egli ebbe la possibilità di applicare le proprie idee ed i propri motivi all'edificio. combinato da Palladio con i robusti ma sottili pilastri si rivelò una scelta brillante. quasi impercettibile. pilastri ed archi.morte di Giulio nel 1546. Questo raffinato palazzo urbano che si collegava tramite un cortile al "Deutsche Bau". realizzata in solida pietra. furono mostrati i disegni di Giulio. disegnato tra il 1542 e il 1544. sembra aver ispirato il modello palladiano dei due palazzi gemelli che si affrontano affacciandosi entrambi su un cortile. Prendendo spunto dagli anfiteatri di Arles e Nimes. alla Basilica e a palazzo Chiericati. in cui gli elementi funzionali. L'adozione del motivo della serliana. La struttura. strutturali ed estetici giocano tutti un loro ruolo. tra i quali anche quelli per l'appena terminato "Italienische Bau" della Stadtresidenz a Landshut. per esempio. Questa soluzione fa sì che il massimo di luce penetri all'interno dell'edificio (la luminosità viene inoltre aumentata dagli oculi che si aprono nei pennacchi) e che le inevitabili irregolarità dell'alzato siano assimilate in maniera discreta. Palladio completa l'assimilazione delle lezioni dei suoi più influenti contemporanei. è. come a Vasari durante la sua visita a Mantova. La raffinatezza del disegno di Palladio. le semicolonne addossate ai pilastri con la loro trabeazione aggettante costituiscono un efficace modo di contraffortare e rinforzare il principale elemento portante che deve resistere alle spinte delle volte retrostanti . negli spazi tra l'ordine minore e i pilastri. E' questo infatti lo schema inusitato che Palladio proporrà prima per palazzo Porto e poi per palazzo Valmarana. che Palladio sostituì con questa costruzione. avevano infatti subito un cedimento strutturale. iniziato poco prima dal Duca Ludwig X (che aveva visitato Mantova. ricorda anch'esso l'alzato del cortile del palazzo a Landshut. Un progetto non realizzato per la facciata di palazzo Porto. Questa collaborazione con Giulio fu probabilmente di grande importanza per Palladio: gli diede la possibilità di entrare in contatto con un architetto esperto ed incredibilmente sofisticato. ma anche miracolosamente vitale resurrezione dell'impianto di un antico teatro romano. la semplificazione della forma della base (ripetuta anche al livello superiore) è una maniera di evitare la fastidiosa proliferazione dei dettagli più piccoli. L'interno si leggeva quindi in continuità con l'esterno anche nel colore e nella grana della superficie. con i mattoni scoperti. ci priva dell'impressionante esperienza spaziale creata da Palladio. Un grande spazio romano. enfatizzando l'impatto delle grandi basi attiche. Dovrò sorvolare su altri lavori. Non è compito di questo breve saggio introduttivo di ripercorrere tutta la lunga e prolifica carriera di Palladio.dettagli. Palladio realizzò in pietra quest'ultima efficace soluzione a villa Sarego. Questo sforzo definì ulteriormente il linguaggio architettonico di Palladio. nel quale egli espone le sue formulae per gli ordini. Il carattere innovativo dell'approccio al disegno delle chiese e delle loro facciate da parte di Palladio viene affrontato altrove in questo catalogo. Quest'ultima è una mossa funzionale. Nel Quarto Libro egli . Né vi è spazio per analizzare uno degli ultimi lavori dell'architetto. risultato della sua stretta collaborazione con un'altra grande figura intellettuale. come la facciata a tempio con frontone per le ville e l'ordine gigante con colonne libere che si estende su due piani e che deriva dalla sua ricostruzione della basilica di Fano descritta da Vitruvio. I QUATTRO LIBRI E L'INFLUENZA DEL PALLADIO Una delle più importanti creazioni del Palladio non può essere tralasciata. privo di decorazioni. perché ha troppo a che fare con la mostra. un'erudita. Bisognerebbe aggiungere che Palladio non progettò soltanto un esterno. il teatro Olimpico a Vicenza. 1570) rappresentano l'autorevole testamento architettonico di Palladio. per le misure delle stanze. come ad esempio il ponte di legno a Bassano. Un resoconto cronologico delle sue opere dopo il 1550 deve tenere in considerazione l'ulteriore arricchimento della sua cultura architettonica durante questo decennio a metà del Cinquecento. per la progettazione delle scale e per il disegno dei dettagli. come la scelta della base cilindrica (ossia la base tuscanica secondo Vitruvio) invece della normale base attica per l'ordine dorico minore. In origine le volte a crociera che coprivano i larghi passaggi trasversali erano trattate con un intonaco bianco brillante una cui componente era la pietra polverizzata. senza stucco. Fu Palladio a fornire quasi tutte le illustrazioni per la monumentale traduzione di Vitruvio (con commentario integrale) redatta dal Barbaro. servì inoltre a fissare alcuni elementi che egli avrebbe utilizzato costantemente nei suoi disegni. ma soltanto di suggerire alcuni aspetti della sua formazione e del suo approccio al disegno di architettura. paragonabile alla sala del mercato dei Fori di Traiano con una grande serliana a chiudere la prospettiva. poiché le basi cilindriche senza alcun plinto non sporgono affatto e dunque non intralciano coloro che entrano ed escono dall'edificio. il patrizio veneziano Daniele Barbaro. al contempo. I Quattro Libri (Venezia. Il pessimo stato in cui oggi appaiono le volte. ma bello e strutturalmente elegante. Scrivendo i Quattro Libri si proponeva certo di educare. Ma come tutti i bravi insegnanti (e tutti i maestri con i loro allievi) egli forse sapeva che è meglio lasciare ai discepoli qualcosa che possano scoprire da soli.pubblicò le ricostruzioni dei templi romani che aveva studiato più attentamente. e nel Secondo e nel Terzo libro offrì (cosa che nessun architetto aveva fatto prima) una sorta di retrospettiva dei suoi disegni per palazzi. e riporta tutte le dimensioni in una scala metrica comune: il piede vicentino. efficaci nel comunicare informazioni complesse coordinando tavole e testi. e più tardi in Nord America. egli presenta gli edifici e i loro dettagli in uno stile uniforme. o perché sia importante fare sempre degli schemi alternativi. ma fu anche la capacità comunicativa del suo libro che portò all'immensa influenza del Palladio sullo sviluppo dell'architettura del Nord Europa. la sua inclinazione domestica. Concisi e chiari nel linguaggio. Palladio lo libera da questo appesantimento. la sua grammatica chiara. Quindi non fu solamente l'architettura palladiana con la sua base razionale. E' chiaro che . i Quattro Libri rappresentano la più preziosa pubblicazione illustrata di architettura che si sia avuta fino a quel momento. ville. come le finestre di villa Poiana sono perfette per questa villa e quelle della Rotonda lo sono per la Rotonda.come aveva capito Inigo Jones . e neanche come usare un disegno per generare molte idee e disegni nuovi partendo da un singolo schema iniziale. ma per uno in particolare. migliorare il livello generale del disegno architettonico. e colloca le proporzioni direttamente nelle piante e negli alzati.Palladio non rivelò tutti i suoi segreti nei Quattro libri. 357 mm. Howard Burns . lungo 0. ma le include all'interno del testo. rielabora i disegni che aveva tratto da altri architetti. Non ha spiegato come disegnare un dettaglio in modo che questo potesse essere perfetto non per un edificio qualsiasi. Ci si può rendere conto dell'intelligenza e della chiarezza dell'"interfaccia" che Palladio offre ai suoi lettori se lo si confronta con i libri di architettura di Serlio che iniziarono ad apparire dal 1537. Mentre Serlio non riporta le misure nelle tavole. Egli non ha detto esattamente come si possa progettare seguendo un sistema senza diventare noiosi e ripetitivi. edifici pubblici e ponti. non ha spiegato con esattezza come e quando forzare le sue stesse regole. A differenza di Serlio.
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