Affile, Graziani e Andreotti

March 18, 2018 | Author: Paolo De Santis | Category: Benito Mussolini, Ethiopia, Fascism, Somalia, Italy


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AFFILE, GRAZIANI, ANDREOTTISe in Germania qualcuno si azzardasse a commemorare appena con una lapide Goering o Rommel, verrebbe subito arrestato, gettato in prigione e la chiave verrebbe invece gettata nella Fossa delle Marianne. Perché? Perché in quel Paese, finita la guerra si fece chiarezza con il Processo di Norimberga: da una parte i nazisti assassini, criminali da impiccare e dall’altra i cittadini che dovevano sapere quali erano i crimini di chi li aveva guidati per 12 anni. In Italia niente Norimberga. Eppure di criminali ne abbiamo avuti! Caspita se ne abbiamo avuti! Ma chiarezza, appunto, non è stata mai fatta così che le italiche genti, ignoranti e smemorate, non sanno proprio cosa è accaduto, chi fu il criminale persecutore, chi il perseguitato. Ma perché da noi non si è fatta, non dico una Norimberga ma almeno una Frascati? Perché i prodi e vigorosi americani avevano rapporti stretti con il Fascismo e con la Mafia. Lo sbarco in Sicilia fu possibile senza gravi perdite perché guidato da Lucky Luciano. L’esercito USA avanzava preceduto da un carro armato su cui sventolava una bandiera azzurra. Era il segno di riconoscimento di Luciano ai picciotti. Gli yankee debbono passare e basta. E la mafia siciliana si organizzò perché nessuno si azzardasse a reagire. Poi gli USA ebbero stretti rapporti con Junio Valerio Borghese (quel delinquente golpista del 1970, ricordate?). Doveva essere la testa di … ponte che legava esercito USA e Fascisti. Ma perché? Perché in Italia, contrariamente a quanto avvenne in Germania, vi era un forte movimento di resistenza a maggioranza comunista. Se l’Italia fosse stata liberata in queste condizioni e con i fascisti impiccati, come si sarebbe dovuto fare (come in Germania del resto), il Paese sarebbe diventato quasi certamente una Repubblica Popolare. Gli USA, prevedendo questo scenario hanno difeso, sostenuto, foraggiato i fascisti (questo è il motivo della fucilazione immediata di Mussolini e gerarchi … gli USA volevano il prigioniero ma i partigiani sapevano di losche manovre). Ebbene, tra i criminali fascisti, militari, da impiccare vi era Graziani (insieme a vari altri, come Roatta, Robotti e Badoglio). Per quanto detto si salvarono, occorreva mantenere personaggi che avessero esperienza militare da usare eventualmente contro una sollevazione comunista. E Graziani, uno dei salvati, è stato in questi giorni commemorato ad Affile con un esborso di 130 mila euro da parte della Regione Lazio (non si dimentichi che Polverini è una nostalgica di borgata). Ora che Graziani sia stato nel cuore dei fascisti è evidente a tutti (infatti Francesco Lollobrigida, inutile assessore ai trasporti della Regione Lazio era lì), pochi sanno che era amico del cuore di Andreotti con il quale ebbe un abbraccio sensuale nei primi anni Cinquanta proprio ad Affile. E la Chiesa? Non poteva mancare. La Chiesa era una corporazione fascista ed il parroco di Affile, Ennio Innocenti, ha fatto la commemorazione. D’altra parte Graziani ha firmato insieme a Padre Agostino Gemelli il Manifesto della Razza, e quindi occorre rendergliene merito. Un’ultima considerazione. Anche se i tribunali internazionali non sono stati fatti funzionare contro i fascisti vi era sempre la legge italiana che aveva inquisito migliaia di massacratori fascisti. Poi si fece un governo in cui Togliatti era ministro di Grazia e Giustizia ed a lui si deve l’orrenda amnistia che salvò, ancora, tutti i fascisti. Chi ha una qualche speranza di cambiamento in questo Paese deve vedersela, prima che con i nemici e gli avversari, con gli amici o presunti tali. Fatta questa premessa, entriamo in dettagli che illustrano le eroiche gesta dei nostri Badoglio, Graziani e Roatta. Cominciamo con il riportare quanto dice uno storico importante, Angelo Del Boca. E’ una persona di destra con due caratteristiche importanti rarissime nei personaggi di destra: è onesto e competente invece di disonesto ed ignorante. 1 "Italiani brava gente"? di Angelo Del Boca  "Deportazioni di massa, bombardamenti con bombe di iprite, campi di concentramento, rappresaglie indiscriminate, stragi di civili, confisca di beni e terreni. Le pagine nere dei crimini commessi dalle truppe italiane in Eritrea, Somalia e Libia. Una politica coloniale all'insegna del mito sugli «italiani, brava gente». L'Italia repubblicana non ha ancora fatto i conti con l'«avventura coloniale» del fascismo, favorendo una storiografia moderata o revanscista." I paesi europei che hanno partecipato alla spartizione dell'Africa, si sono macchiati, tutti, indistintamente, dei peggiori crimini. E' un dato suffragato da episodi sui quali esiste, nella memoria e negli archivi, una documentazione imponente. Tanto nel periodo della liberaldemocrazia che durante i vent'anni del regime fascista, il comportamento dell'Italia nelle sue colonie di dominio diretto non fu dissimile da quello delle altre potenze coloniali. Impiegò i metodi più brutali sia nelle campagne di conquista che nel periodo successivo, stroncando ogni tentativo di ribellione. Con l'avvento del fascismo, poi, le condizioni dei sudditi coloniali si fecero ancora più precarie, soprattutto perché fu messa a tacere in Italia l'opposizione, tanto in Parlamento che negli organi di informazione. Grazie infine alle più capillari pratiche censorie, furono tenuti nascosti agli italiani episodi di inaudita gravità, come, ad esempio, la deportazione di intere popolazioni del Gebel cirenaico, la creazione nella Sirtica di quindici letali campi di concentramento, l'uso dei gas durante il conflitto italo-etiopico, le tremende rappresaglie in Etiopia dopo il fallito attentato al viceré Graziani. Quando Mussolini arrivò al potere, la riconquista della Libia era appena iniziata, mentre sulle regioni centrali e settentrionali della Somalia il dominio italiano era soltanto virtuale. A Mussolini, più che ai suoi generali, va dunque la responsabilità di aver adottato i metodi più crudeli per riconquistare le colonie pre-fasciste e per dare, con l'Etiopia, un impero agli italiani. a) L'impiego degli aggressivi chimici. Usati sporadicamente in Libia, nel 1928, contro la tribù dei Mogàrba er Raedàt, e nel 1930, contro l'oasi di Taizerbo, i gas vennero invece impiegati in maniera massiccia e sistematica durante il conflitto italo-etiopico del 1935-36 e nelle successive operazioni di «grande polizia coloniale» e di controguerriglia. L'Italia fascista aveva firmato a Ginevra, il 17 giugno 1925, con altri venticinque paesi, un trattato internazionale che proibiva l'utilizzazione delle armi chimiche e batteriologiche, ma, come abbiamo visto, neppure tre anni dopo violava il solenne impegno usando fosgene ed iprite contro le popolazioni libiche. In Etiopia le violazioni furono così numerose e palesi da sollevare l'indignazione dell'opinione pubblica mondiale. Le prime bombe all'iprite furono lanciate sul finire del 1935 per bloccare l'avanzata dell'armata di ras Immirù Haile Sellase, che puntava decisamente all'Eritrea, e quella di ras Destà Damtèu, che aveva come obiettivo Dolo, in Somalia. In tutto, durante il conflitto italo-etiopico del 1935-36, furono sganciate su obiettivi militari e civili 1.597 bombe a gas, in prevalenza del tipo C.500-T, per un totale di 317 tonnellate. Altre 524 bombe a gas furono lanciate, tra il 1936 e il 1939, durante le operazioni contro i patrioti etiopici. Se si aggiunge, infine, che durante la battaglia dell'Endertà furono sparati dalle batterie di cannoni di Badoglio 1.367 proiettili caricati ad arsine, non si è lontani dal ritenere che in Etiopia siano stati impiegati non meno di 500 tonnellate di aggressivi chimici. b) I campi di sterminio. Con il fascismo le vessazioni nei confronti degli indigeni raggiunsero livelli mai prima segnalati. Dall'esproprio dei terreni, dalla confisca dei beni dei «ribelli», dal diffuso esercizio del lavoro forzato, si passò alla deportazione di intere popolazioni e alla loro segregazione in campi di concentramento, che soltanto la cinica prosa dei documenti ufficiali aveva il coraggio di definire «accampamenti». Il più noto e drammatico di questi trasferimenti coatti avvenne in Cirenaica nel 1930, dopo che Graziani aveva fallito il tentativo di domare la ribellione capeggiata da Omar el-Mukhtàr. Su ordine del governatore generale Badoglio, il quale era convinto che la rivolta si sarebbe potuta infrangere soltanto spezzando i legami tra gli insorti e le popolazioni del Gebel cirenaico, Graziani predisponeva il trasferimento di 100mila civili dalla Marmarica e dal Gebel el-Ackdar ai campi di concentramento che aveva fatto costruire nella Sirtica, una delle regioni più inospitali dall'Africa del Nord. Quando i lager vennero definitivamente 2 sciolti nel 1933, i sopravvissuti erano appena 60mila. Gli altri 40mila erano morti durante le marce di trasferimento, per le pessime condizioni sanitarie dei campi (per i 33mila reclusi nei lager di Soluch e di Sidi Ahmed el-Magrun c'era un solo medico), per il vitto insufficiente e spesso avariato, per le inevitabili epidemie di tifo petecchiale, dissenteria bacillare, elmintiasi, per le violenze compiute dai guardiani e per le esecuzioni sommarie per chi tentava la fuga. I campi di sterminio nella Sirtica non furono i soli. Memore della loro macabra efficacia, Graziani ne istituì uno anche in Somalia, a Danane, a sud di Mogadiscio. Secondo Micael Tesemma, un alto funzionario del ministero degli Esteri etiopico, che fu recluso a Danane per tre anni e mezzo, dei 6.500 etiopici e somali che si avvicendarono nel campo, tra il 1936 e il 1941, 3.171 vi persero la vita. Un secondo campo fu istituito nell'isola di Nocra, in Eritrea. Qui le condizioni di vita erano anche più intollerabili, perché i detenuti erano costretti al lavoro forzato nelle cave di pietra, con temperature che a volte raggiungevano i 50 gradi. L'alto tasso di mortalità a Nocra era causato principalmente dalla malaria e dalla dissenteria, poi dal cattivo nutrimento e dalle insolazioni. c) Le stragi. L'intera storia delle conquiste coloniali italiane è punteggiata da stragi e da esecuzioni sommarie. Ma vi sono episodi che emergono per la loro spiccata gravità. Nella notte del 26 ottobre 1926, ad esempio, avendo saputo che lo scek Ali Mohamed Nur, un capo religioso ostile all'Italia, era sfuggito all'arresto e si era barricato con i suoi seguaci nella moschea di El Hagi, a Merca, una cinquantina di coloni italiani di Genale, ex squadristi, armati di moschetti e di fucili da caccia, puntò su Merca, circondò la moschea e trucidò tutti i suoi occupanti, un centinaio di somali. Il massacro sarebbe stato anche più ingente se, al mattino, a sostituire gli squadristi, che intendevano liquidare tutta la popolazione indigena della zona, non fossero intervenuti i reparti dell'esercito. Dalla Somalia passiamo alla Libia. Nel febbraio del 1930, alla fine delle operazioni per la riconquista del Fezzan, Graziani spinse un migliaio di mugiahidin, con le loro famiglie, verso il confine con l'Algeria e poiché non fece in tempo ad intrappolarli, per due giorni consecutivi lanciò tutti gli aerei a sua disposizione sulle mehalla in fuga. Fu una carneficina, come testimonia lo stesso inviato de Il Regime Fascista, Sandro Sandri, il quale assistette ai bombardamenti e mitragliamenti del «gregge umano composti, oltreché degli armati, da una moltitudine di donne e bambini». Ma è in Etiopia, nel cristiano e millenario impero del Prete Gianni, che furono consumati i più orrendi eccidi, alcuni dei quali non ancora studiati a fondo per cui il numero delle vittime potrebbe ancora aumentare. Cominciamo con le stragi compiute ad Addis Abeba dopo l'attentato del 19 febbraio 1937 al viceré Graziani. Per tre giorni, su ordine del segretario federale della capitale, Guido Cortese, fu impartita agli etiopici, che erano assolutamente estranei all'attentato, una «lezione indimenticabile». Alla selvaggia repressione presero soprattutto parte camicie nere, civili italiani ed ascari libici e fu condotta, come riferisce un testimone degno di fede, il giornalista Ciro Poggiali, «fulmineamente, coi sistemi del più autentico squadrismo fascista». Quando, il 21 febbraio, Graziani diramò, dall'ospedale in cui era stato ricoverato per le ferite subite, l'ordine di cessare la rappresaglia, la capitale era disseminata di cadaveri. Mille morti, secondo Graziani; da 1.400 a 6.000, secondo le stime dei testimoni stranieri; 30mila, a sentire gli etiopici. Cessata la strage in Addis Abeba, la repressione continuò in tutte le altre regioni dell'impero. Si dava soprattutto la caccia agli indovini e ai cantastorie, ritenuti responsabili di aver annunciato nelle città e nei villaggi la fine prossima del dominio italiano in Etiopia. Secondo una relazione del colonnello Azolino Hazon, la sola arma dei carabinieri passò per le armi, in meno di quattro mesi, 2.509 indigeni. Alle operazioni repressive partecipò anche l'esercito. Al generale Pietro Maletti venne infatti affidato l'incarico di punire i religiosi della città conventuale di Debrà Libanòs, ingiustamente sospettati di aver favorito l'attentato a Graziani ospitando i due esecutori materiali, gli eritrei Abraham Debotch e Mogus Asghedom. Tra il 18 e il 27 maggio 1937 Maletti portò a termine la sua missione fucilando 449 monaci e diaconi. Queste cifre le abbiamo desunte dai dispacci che Graziani inviava quotidianamente a Mussolini, e fino a qualche tempo fa le ritenevamo attendibili poiché Graziani ha sempre avuto la tendenza a non celebrare, e soprattutto a non ridurre, le cifre della sua macabra contabilità. Il viceré, infatti, commentando la strage di Debrà Libanòs non aveva mostrato alcuna reticenza nel sottolineare l'estremo rigore della punizione: «E' titolo di giusto orgoglio per me aver avuto la forza d'animo di applicare un provvedimento che fece tremare le viscere di tutto il clero, dall'Abuna all'ultimo prete o monaco». 3 Insomma il prodotto esemplare di una civiltà millenaria. diaconi e debteras. Un fatto del genere non accadeva nelle colonie africane della Francia e della Gran Bretagna.423 e i 2. più prodigo. dell'Università di Nairobi. ospedali. di esercitare il monopolio su alcuni archivi per impedire che affiorasse la verità. insomma. a 67 dall'aggressione fascista all'Etiopia. Dovremmo infine ricordare che ai sudditi africani erano riservati soltanto ruoli subalterni. l'Italia repubblicana non ha ancora saputo sbarazzarsi dei miti. si sono fatti fotografare in posa dinanzi alle forche o reggendo per i capelli teste mozze di patrioti etiopici. Non soltanto è stato contrastato ogni tentativo di aprire un dibattito a livello nazionale sul colonialismo. a 91 dallo sbarco del generale Caneva a Tripoli. Due miei collaboratori. ai Maletti e a tutti gli altri responsabili dei genocidi africani rimasti impuniti? A quando la verità nei libri di testo scolastici. che confinavano gli indigeni nei loro ghetti. Questi crimini furono accuratamente nascosti agli italiani con tutti gli strumenti di cui può disporre una dittatura. ma si impediva con ogni mezzo che si svolgesse nel paese un sereno e costruttivo dibattito sul colonialismo. generoso al punto da porre la sua esperienza al servizio degli indigeni. dopo aver intervistato alcuni superstiti della strage e alcuni testimoni delle operazioni di Maletti. di costruire il mito di un italiano diverso dagli altri colonizzatori. In realtà. Ian L. compivano fra il 1991 e il 1994 alcuni accurati sopralluoghi nelle località in cui Maletti decimò il clero copto e giunsero alla conclusione. nella memoria e nella cultura storica dell'Italia. cinquanta anni dopo gli avvenimenti e sempre con qualche reticenza. perché non li ritenevano tali. ai De Bono. ma li consideravano normali pratiche per tenere a freno popolazioni che giudicavano barbare. fortificato dalla dottrina fascista. più tollerante.033. ai Lessona. di salvare. E se qualche verità filtrava all'estero. o dai portafogli degli italiani finiti prigionieri degli etiopici alla caduta dell'impero. delle leggende. ai Cortese. ma si è anche tentato. ai Graziani. Campbell. invece. allucinante documentazione fotografica è visibile negli Archivi storici di Addis Abeba e proviene dagli uffici degli organi giudiziari italiani scampati alle distruzioni della guerra. mentre una storiografia di segno moderato o revanscista favoriva palesemente la rimozione delle colpe coloniali. Molti testimoni italiani di stragi o dell'impiego delle armi chimiche si decideranno a svelare i loro segreti soltanto trenta. e sono i più numerosi. come sono palesi i danni arrecati. che ignorano persino l'argomento? A quando la proiezione sulla Tv 4 . Questo mito sopravviverà alla sconfitta nella seconda guerra mondiale e impregnerà tutti i documenti che i primi governi della Repubblica presenteranno alle Nazioni unite o ad altre assise internazionali nel tentativo. se non tutte. almeno le colonie prefasciste. fra costoro. Molti.Ma dovevo sbagliarmi sulle cifre della strage. Dovremmo ricordare i limiti imposti all'istruzione. illuminato dalla fede cattolica. il regime reagiva rabbiosamente sostenendo che un popolo che stava portando la civiltà in Africa non poteva macchiarsi di tali infamie. Se si sfogliano le riviste coloniali dell'epoca si nota l'insistenza con la quale il regime fascista cercava di accreditare la tesi dell'italiano impareggiabile costruttore di strade. Si tentava. Altri. scuole. Il primo dato negativo è la rimozione quasi totale. Data la serietà dei due ricercatori e il numero delle testimonianze raccolte. da parte di alcune istituzioni dello Stato. Il mito degli «italiani brava gente» cominciò ad affermarsi quando ancora l'Italia era impegnata in Africa a difendere i suoi territori. che le cifre riferite da Graziani erano del tutto inattendibili. ad esempio sui gas impiegati in Etiopia. anticipando di vent'anni i rigori e gli abusi dell'apartheid sudafricana. tanto che in settant'anni di presenza italiana in Africa nessun indigeno ebbe la facoltà e i mezzi per ottenere un diploma o una laurea. non hanno mai testimoniato sui crimini. fallito. delle contraffazioni che si sono formate nel periodo coloniale. crimini. del fenomeno dell'imperialismo e degli arbitri. A quando i processi postumi ai Badoglio. le mitragliatrici di Maletti hanno abbattuto a Debrà Libanòs. Non soltanto resisteva il mito degli «italiani brava gente». mentre una minoranza non insignificante di reduci e di nostalgici li coltiva amorevolmente e li difende con iattanza. monaci. i più modesti ed umilianti. forze politiche ed opinione pubblica. più intraprendente e dinamico. Gli effetti del mancato dibattito sono visibili. dell'italiano gran lavoratore. Dovremmo infatti anche parlare delle leggi razziali. nel 1997 pubblicavo il loro lungo rapporto sul numero 21 di «Studi Piacentini». A 117 anni dallo sbarco a Massaua del colonnello Tancredi Saletta. Questa macabra. non 449 tra preti. genocidi ad esso connessi. ma un numero di religiosi che si aggira tra i 1. quaranta. e Degife Gabre-Tsadik. Laga Wolde e a Guassa. ma anche più buono. Questa non è che una sintesi molto lacunosa dei torti che l'Italia fascista ha fatto alle popolazioni africane da essa amministrate. soprusi. dell'italiano che in colonia è pronto a deporre il fucile per impugnare la vanga. che coinvolgesse storici. dell'Università di Addis Abeba. in Tessaglia a Larissa (centinaia di morti per malnutrizione. 106 uccisi per rappresaglia). per lo più suore. ci ricordava l'assurda storia del cosiddetto "armadio della vergogna". il vescovo di Grosseto chiese al prefetto democratico della sua città.di Stato dell'inchiesta televisiva «Fascist Legacy» di Ken Kirby e Michael Palumbo sui crimini di guerra italiani in Africa e nei Balcani? Come è noto. Roccatederighi. ieri come oggi. ma anche ai mass media". Anche da quei luoghi che erano sedi ecclesiastiche come il seminario estivo di Roccatederighi dove furono portati alla morte un centinaio di ebrei. Senza contare. vasi e aquile d'oro il bottino di guerra di Graziani 1 giugno 2000 . dalla sua prigionia a Procida. scoperto nel 1994 nei locali del Palazzaccio. gli affitti non pagati dalla fine della guerra in quanto lo Stato italiano non aveva disdetto l'affitto. fa "appello al Suo nobilissimo sentimento di Soldato che non può rimanere insensibile alla voce di un altro sfortunato. il film di Akkad che narra l'epopea tragica di Omar el-Mukhtàr.Articolo messo in Rete alle 05:03 ora italiana (03:03 GMT) COLLEGE PARK (Maryland) . definisce "ricordi personali e di famiglia". Si pensi che da tutti i campi del centro nord (basta sfogliare la monumentale opera "Il libro della memoria" di Liliana Picciotto Fargion. impiccato da Graziani nel lager di Soluch? _________________________ Perché dopo la guerra su tutto questo sia stato steso un velo di silenzio e soprattutto perché questi luoghi siano stati totalmente dimenticati dalla memoria locale e collettiva è uno dei grandi misteri che si unisce a quello della mancata epurazione di molti gerarchi fascisti che rimasero al loro posto o che addirittura furono collocati in posti importanti della rinata democrazia. 5 . ed. come scrive Gumpel. Solo pochi anni dopo la guerra. nunzio apostolico presso lo Stato italiano. Come mai Borgoncini Duca. Proprio in un numero di "Internazionale" (21-27 novembre 2003) il corrispondente tedesco di N-Tv e di alcuni canali televisivi pubblici della Germania. Civitella del Tronto. in una supplica all'ammiraglio americano Ellery Stone. il vecchio Palazzo di giustizia romano.Le 28 casse con il tesoro di guerra del maresciallo Rodolfo Graziani erano state messe al sicuro: in una stanza della sagrestia della chiesa di Santa Agnese. che hanno steso un velo profondo di silenzio. Mursia) le persone concentrate in questi campi furono deportate verso lo sterminio in Germania. per lavorare all'interno del campo. E per i quali. Erano piene di quelli che il maresciallo. l'armadio con le ante rivolto contro il muro. pesa indubbiamente il ruolo della Chiesa cattolica nel Paese. mentre nei campi di Gonars (si parla di 500 morti). Posate.. Graziani divenne presidente del MSI. visitava in lungo e largo questi campi. Perché? Per quali veti? Per quale ipocrita riserbo? Per quale motivo è ancora proibito proiettare nelle sale Il Leone del deserto. nell'isola di Molat (3500 furono gli internati e anche lì ci furono centinaia di morti) nessuno interveniva? Non risulta peraltro che qualcuno abbia fatto una stima complessiva dei morti per mano italiana nei campi sotto il regime fascista. "che fa vergogna alla giustizia. come già scritto. Come mai la Chiesa affittava senza problemi etici o morali.. la Rai-Tv acquistò questo filmato dalla Bbc molti anni fa ma non lo ha mai trasmesso. fa ritornare ossessivamente alla memoria quanto amava dire la filosofa tedesca Hannah Arendt: "Un popolo che non ha memoria è costretto a ripetere gli stessi errori del passato". uno dei pochi vescovi fatto cardinale da Pio XII dopo la guerra. in via Nomentana a Roma.. che speravamo estirpato. che la Chiesa non mosse un dito per fermare "il viaggio" verso lo sterminio degli internati nei campi italiani (di cui conosceva tutte le sedi). (Alatri o Vo' Vecchio).) o mandava personale ecclesiastico. Certo in questa incredibile dimenticanza. Udo Gumpel. Anzi c'è di più come ci ha raccontato la storica Luciana Rocchi. come in questo ritorno ad un passato. In quell'armadio sono stati sepolti e "archiviati" centinaia di documenti che riguardavano le stragi nazi-fasciste in Italia. Le vicende di questi anni che vedono gli eredi del fascismo nel governo del Paese insieme a pericolose ideologie mediatiche e xenofobe e la pericolosa involuzione antidemocratica e anticostituzionale a cui tutti assistiamo. Isola Gran Sasso. presi dai fascisti e dai nazisti in ritirata. ad Arbe (1500 morti). Faceva lo stesso il nunzio apostolico presso il governo di Hitler? E perché si preoccupava tanto delle sorti degli internati in Italia. nel 1953. ma sempre onorato. Un armadio. propri edifici per campi di concentramento allo Stato italiano (ricordo Agnone. Un'aquila che gli americani restituirono all'imperatore nel luglio del '45. CNNItalia..Soldato". oltre ai ricordi di casa Graziani. finalmente riapparsi in decine di scatoloni di cartone grigio al secondo piano di una palazzina di College Park.Cnnitalia COLLEGE PARK (Maryland) — I nazisti avevano una insospettabile gola profonda in Vaticano: il monsignore irlandese O'Flaherty. Nella lettera all'ammiraglio Stone. che rappresentava la Croce Rossa Usa.pergamene riguardanti la Cirenaica.  All'imperatore di Etiopia. in nome dell'amicizia nazi-fascista.. «In molti casi. diari sequestrati a prigionieri di guerra. 6 . infatti.it . le casse contengono i ricordi di un'altra famiglia: quella del Negus. Gli archivi di College Park Sono questi alcuni dei nomi e degli episodi che. Le scatole contengono intercettazioni "catturate" all'insaputa dei nazisti. In realtà. soprattutto. Gli agenti segreti delle SS trasferivano grosse somme di denaro tra Milano e Roma grazie al cardinale Ildefonso Schuster. Gli archivi declassificati dalla Cia mostrano un incredulo Hailè Selassiè che passa in rassegna il vasellame.html    Ecco i documenti della Cia su ebrei romani e spie SS 1 giugno 2000 Articolo messo in Rete alle 02:12 ora italiana (00:12 GMT) All'interno: Gli archìvi di College Park "Cinque giorni per avvertire gli ebrei" L'oro degli ebrei romani "I vestiti di Mafalda e di Ciano" Dialogo sullo sterminio Battute sul forni crematorl [Borghese e von Fuerstenberg GII italiani nelle fabbriche del Relch La Cia ha reso pubblici 400 mila documenti che vengono dagli archivi della Oss. Priebke si occupava probabilmente dell'oro sequestrato agli ebrei romani. gli Alleati trovarono piatti e posate provenienti dal palazzo reale di Addis Abeba e l'aquila d'oro massiccio del trono di Hailè Selassiè. sul suo trono al momento dell'incoronazione. il viceré aveva sottratto vari oggetti e. dopo sei decenni di segreto assoluto. dente di elefante legato in argento. E nelle 28 casse che custodivano il tesoro di guerra del maresciallo Rodolfo Graziani. escono dai 400 mila documenti appena declassifìcati dalla Cia. a metà strada tra Washington e Baltimora. le posate d'argento e le croci copte al momento della loro restituzione. Graziani si affanna a spiegare l'origine dei due servizi di posate in argento dorato (uno da 12 persone e uno da 18): sono stati "ricostituiti acquistando i singoli pezzi da indigeni di Addis Abeba". interrogatori di agenti che facevano il doppio gioco. i servizi segreti americani così come erano conosciuti durante la seconda guerra mondiale di Riccardo Orizio . autografo di D'Annunzio. Mussolini ordinava il furto di opere d'arte per farne poi gentile omaggio a Hermann Goering.it/2000/ITALIA/06/30/documentinazi/index.30 giugno 2000 wysiwyg://17/ http://www. sono segreti imbarazzanti per gli Alleati. in vista di un nuovo Reich senza Hitler.cnnitalia. pignolamente elencati ("tre gagliardetti della riconquista libica. l'aquila d'oro massiccio che si trovava.Ecco i documenti della Cia su ebrei romani e spie SS . il viceré d Etiopia. I servizi segreti nazisti erano in costante contatto con aristocratici come Tasilo von Fuerstenberg (il genero del senatore Agnelli) e Junio Valerio Borghese. "). enigmatico: "Non abbiamo ancora ricevuto il camion di Priebke. Molti protagonisti avevano posizioni ambigue. dopo la traduzione e vari passaggi burocratici. per esempio. Cosa trasportava quel camion? L'oro? Borghese e von Fuerstenberg I nomi? Il diario di Zimmer spiega che in questa operazione furono coinvolti due principi: Tasilo von Fuerstenberg. non si occupava di questioni umanitarie. che "combatte una sua guerra personale contro le popolazioni slave" ed era pronto anche a negoziare con gli Alleati in funzione anti-russa. Che il clima era già così ostile da obbligare i nazisti a minacciare gli uomini che rastrellavano gli ebrei di "ritorsioni contro le famiglie" se non eseguivano gli ordini "in modo conforme". E poi agire avrebbe voluto dire far sapere ai tedeschi che le loro comunicazioni erano decifrabili". 7 .di agenti nazisti. il comandante della Decima Mas. il marito di Clara Agnelli (la figlia del senatore Giovanni Agnelli). Non hanno agito perché l'intelligence cercava segreti militari. per esempio. Londra non avvertì gli ebrei romani della retata organizzata da Kappler. che aiutava a trasferire denaro tra Milano e Roma per conto . L'oro degli ebrei romani E' grazie a questi documenti che oggi si sa che la retata dei mille ebrei romani. Naftali è l'esperto di spionaggio che ha selezionato per conto della Cia i 400 mila documenti declassificati lo scorso lunedì. Sempre da questi documenti si sa che all'inizio d'ottobre del '43 i nazisti confiscarono agli ebrei romani 50 chili d'oro. la cui preparazione era stata intercettata il 6 ottobre 1943? Perché non cercò di evitare il loro trasferimento ad Auschwitz? "Cinque giorni per avvertire gli ebrei" "Secondo i miei calcoli. ma fallì "causa il clima ostile della città". Altri hanno commesso peccatucci di altro tipo: Graziani aveva nascosto in una chiesa romana il vasellame d'argento del Negus. Come il cardinale Ildefonso Schuster. i vertici britannici entrarono in possesso di quei documenti intorno all'11 ottobre. cittadino tedesco di casa a Torino e alla Fiat. avvenne con la piena approvazione del maresciallo Rodolfo Graziani.chissà se in modo consapevole . e Valerio Borghese. quindi con cinque giorni di preavviso sulla retata. Che una simile retata era stata prevista per Napoli. E che non fu affidata ai carabinieri perchè considerati dai nazisti "inaffidabili" (Kappler ordinò che fossero disarmati). Pregasi investigare". Sappiamo che è ancora all'ambasciata tedesca. spiega Timothy Naftali. Il comando tedesco di Roma cercò subito di inviare il bottino alla Reichsbank di Berlino. Oltre alle intercettazioni ci sono chili di verbali tratti dagli interrogatori a prigionieri di guerra e rapporti segreti inviati da agenti sul campo. Il 7 ottobre un telegramma da Berlino dice.Perché. storico del Miller Center dell'Università della Virginia. 8 . 9 . 10 . 11 . 12 . ________________________   ITALIANI .it/html/DocumentiE.criminidiguerra.. Occorre dire la verità che è stata sempre nascosta dai furbetti democristiani per tanti anni ed ora dal revisionismo fascista. Il guaio vero è stato l'assenza di una Norimberga italiana. BRAVA GENTE? Nel sito http://www. Occorre definitivamente smentire la leggenda degli italiani brava gente.htm vi sono moltissimi documenti ed articoli che consiglio di andare a vedere. Io ne ho estratti alcuni che credo siano di immediato interesse.Oltre agli oggetti d'arte Graziani aveva nascosto anche documenti ufficiali del fascismo e documenti militari. Avremmo visto vari personaggi 13 . Tutti oggetti che il maresciallo chiede in restituzione "a che possa tramandarli ai miei nepoti perché questi abbiano materia per giudicare realmente chi sia stato il loro Nonno e sia salva presso di loro la Mia Memoria".. Gli imputati indigeni venivano il più delle volte condannati a morte e le sentenze immediatamente eseguite.htm  La repressione dell'esercito italiano durante la nuova occupazione della Libia 1911 Trattato di Losanna: a conclusione della guerra italo/turca. Viene costruito un reticolato di 270 km da Giarba a Giarabub atto a impedire che dall'Egitto arrivassero rifornimenti di armi. confino).Esodo biblico durato 20 settimane.Ciò rappresentò il colpo di grazia della resistenza senussita. Viene rioccupato l'entroterra tra Bengasi e Tobruk. 139). dalla mancanza di foraggio e dalla 14 . è vietato per censura ministeriale. del regista siriano Mustafà Accad che narra le vicende di Omar dal punto di vista arabo. Repressione violentissima (deportazioni. A questo proposito Graziani scrive: "Non appena giunge la segnalazione di un arresto in flagranza di reato. E questo è diventato così nornale che quando un aeroplano giunge nel luogo dove è stato commesso un reato si sente mormorare negli accampamenti la parola tribunale" (in Graziani Cirenaica pacificata pag. Lo stesso Graziani parla di 1641 mugiahidin caduti tra il marzo 1930 e il dicembre del 1931. Il motivo delle deportazioni era da ricollegarsi alla ripopolazione del Gebel da parte di coloni italiani. Gli aspetti della repressione Un aspetto della repressione sia in Tripolitania che in Cirenaica fu rappresentato dai tribunali militari speciali..criminidiguerra. Ancora oggi la visione del film "Il leone del deserto". 1930 Deportazioni delle tribù che abitavano il Gebel cirenaico (chiamato anche Montagna verde per il clima abbastanza temperato e ventilato e perché luogo con sorgenti d'acqua) e chiusura delle zavie (centri polivalenti senussiti). Attacchi di capi senussiti guidati da Omar el Muktar.. il tribunale parte e la Giustizia scende dal cielo. Omar el-Muktar viene catturato e impiccato nel campo di concentramento di Soluch dopo un processo sommario che non tiene conto dell'età del prigioniero (73 anni) e del fatto che dovrebbe essere considerato prigioniero di guerra e non traditore visto che non ha mai percepito stipendi dal governo italiano. nei confronti delle nostre truppe. 1921 discreto stato di pacificazione creato il governatorato di Tripolitania (Volpi) 1927 governatorato di Cirenaica (governatore Teruzzi) 1929 Badoglio governatore unico delle province di Tripolitania e Cirenaica. Albania. simbolo della resistenza cirenaica.it/html/repressionelibia. 1913 influenza italiana estesa a tutto il Gebel tripolino con la scusa di prevenire possibili rivolte. I processi avvenivano spesso all'aperto in pubblico per confutare le notizie di esecuzioni sommarie. munizioni e cibo ai ribelli senussiti. 1931 occupata l'oasi di Cufra. http://www. la Libia restava sotto l'autorità formale della Turchia che demandava alla amministrazione italiana la sua autorità sulla fascia costiera tra Zuara e Tobruk. .000 persone ne arrivarono 85. Delle 100. esecuzioni. 1930 Graziani vice governatore a Bengasi. 1914 la resistenza libica costringe gli italiani a ripiegare sulla costa. sia per altre che vedremo su Grecia. 1934 Badoglio proclama che "la ribellione araba in Cirenaica è stroncata".condannati a morte per crimini di guerra sia per le vergogne che ora andiamo a vedere sia per quelle già viste di Foibe. Anche i capi di bestiame furono falcidiati dalla sete.000 (relazione del generale Cicconetti al generale Graziani). Le accuse più diffuse erano quelle relative all'aiuto dato ai ribelli. Oggi quelle popolazioni a rischio sterminio sono avviate a raggiungere quel livello di vita civile ed economica che ingentilirà i loro costumi nobiliterà i loro cuori e costituirà il primo fattore della loro felicità. e l'opera su di essa compiuta dalla propaganda senussita.. nel deserto privi di acqua a causa di una rissa scoppiata tra loro.. Biano (in Del Boca Gli italiani in Libia). il gioco continua per tutta la giornata . Non mi sfuggivano le tragiche conseguenze cui avrebbe condotto questo metodo perché conoscendo a fondo l'ignoranza delle popolazioni beduine.. sarebbe stato meglio far sopportare a questa i disagi e le ristrettezze del concentramento . gli apparecchi riconoscono sul terreno le piste dei ribelli in fuga e le seguono finchè giungono sopra gli uomini... donde sarebbe derivato lo sterminio pressoché totale delle popolazioni beduine della Cirenaica .. seguirono tre giorni di saccheggi e violenze di ogni tipo fatti dai nostri soldati col tacito assenso dei superiori. Cufra. In questo modo Graziani cerca di giustificare le deportazioni: ". di atrocità e di ogni genere e perfino del getto dell'alto degli aereoplani di gente musulmana! Nulla di più spudorato ... Il bilancio complessivo è molto più alto. mirano ad un uomo e lo fermano per sempre. incendiati campi e raccolto (cfr Ottolenghi.. Vari episodi di crudeltà tra i quali ricordiamo l'abbandono di 35 indigeni. Questo spirito umanitario divenne oggetto di campagna diffamatrice nei confronti dell'Italia accusata di vilipendio e di offesa alla religione perchè abbatteva i suoi templi. 17 capi senussiti impiccati 35 indigeni evirati e lasciati morire dissanguati 50 donne stuprate 50 fucilazioni 40 esecuzioni con accette. considerata da Graziani "centro di raccolta di tutto il fuoriuscitismo libico". in modo che vi sia uno spazio di assoluto rispetto tra essa e i ribelli". città santa per gli islamici perché sede della Senussia (confraternita sunnita). baionette. lasciare le popolazioni nei loro territori di origine e dare ampia libertà di azione alle truppe per scovare e annientare i ribelli ovunque si trovassero. le bombe hanno scarso effetto perchè il bersaglio è diluito ma le mitragliatrici fanno sempre buona caccia. pozze d'acqua dove si abbeveravano gli animali. puntano un gruppo di cammelli e lo abbattono. La seconda via era quella di mettere le popolazioni in grado di non aver contatto con i ribelli ossia supplire con un intervento coattivo del Governo alla loro ignoranza e deficiente responsabilità risparmiandole agli orrori della guerra .. tra cui donne e bambini. Il 20 Gennaio 1931 Cufra è occupata. (Graziani in Cirenaica pacificata pag.. "Partiti all'alba .. Badoglio in una lettera a Graziani del 20/6/1930 giustificò le deportazioni perché "occorre creare un distacco territoriale tra le formazioni ribelli e le popolazioni sottomesse onde impedire alle seconde di sostentare le prime…. altri ancora morti di sete o per la fatica. cit pag 62 e seg). tutta la popolazione sottomessa.Per evitare la sopravvivenza di bande furono avvelenate le "guelte".. armi. Agheila. 304) Il 31 luglio 1930 l'oasi di Taizerbo viene bombardata con bombe all'iprite. i pozzi d'acqua delle varie tribù. anziché esporle allo sterminio. 15 .. sciabole. verso il confine con l'Egitto. le carovaniere della speranza diventano un cimitero di morti. Graziani parla di 100 uccisi. 14 passati per le armi e 250 prigionieri tra cui donne e bambini.Testimonianza del pilota V. ritenevo che esse sarebbero state indotte a persistere nell'errore e a continuare a rifornire le masse armate di viveri. uomini. altri morti in seguito a fustigazioni. Il 26 agosto Cufra è bombardata e i ribelli inseguiti. Sidi hamed el Magrum oggi hanno l'aspetto di piccoli villaggi"..aviazione che li mitragliò a volo radente lungo tutto il Gebel per evitare di lasciarli alle bande locali. Marsa el Brega.op.. urge far refluire in uno spazio ristretto lontano dalle loro terre originarie. pag 60 e seg. Bombe a gas 24 bombe da 21 kg a iprite da 4 aerei Romeo 12 bombe da 12 kg e Distruzione bestiame 320 da 2 kg con esplosivo cone di numerosi ribelli venzionale "Relazione Mombelli: Caproni esplorò regione Uadi el Faregh. Il trattato fu ratificato dall'Italia il 3 aprile 1928. col.. Grande impressione nel mondo islamico. La "Nation Arabe" scrive: "Noi chiediamo ai signori italiani… i quali ora si gloriano di aver catturato cento donne e bambini appartenenti alle poche centinaia di abitanti male armati di Cufra che hanno resistito alla colonna occupante Che cosa c'entra tutto ciò con la civiltà?" Il giornale di Gerusalemme "Al Jamia el Arabia" pubblica . il 28 aprile 1931. non hanno cessato di usare ogni sorta di castigo .".Atrocità e torture impressionanti: a donne incinte squartato il ventre e i feti infilzati.... Il 17 giugno 1925 viene firmato da 25 Stati aderenti alla Società delle Nazioni un trattato internazionale che proibiva l'utilizzo di armi chimiche e batteriologiche. senza avere pietà dei bambini.all'iprite capi di bestiame menti in Tripolitania"3 Hon Uaddan Diario De Bono Bombe al fosgene 42 individui centinaia di capi di bestiame uccisi 300 cammelli numerosi pastori Cirenaica 15 km sud. 1933 Balbo sostituisce Badoglio restando in carica sino al 1940. torture anche su bambini (3 immersi in calderoni di acqua bollente) e vecchi (ad alcuni estirpati unghie e occhi) (Ottolenghi op. L'impiego dei gas e delle armi chimiche Gli aggressivi chimici furono impiegati per la prima volta nella prima guerra mondiale da Germania.). lo definisce "infarcito di menzogne tali che non so se muovano più il riso o lo sdegno".Relazione governatore est dello uadi En8 quintali di iprite Teruzzi4 gar(Gebel) Zeefran Heleighima Oasi Taizerbo Relazione Teruzzi5 Autorizzazione Badoglio (Relazione ten.Lodi al gen. Graziani. cit.Bombardò regione Saunno con esito visibilmente efficace settantina tende e numeroso bestiame al 1 16 . giovani indigene violentate e sodomizzate (ad alcune infisse candele di sego in vagina e nel retto) teste e testicoli mozzati e portati in giro come trofei. Gran Bretagna e Russia. Austria-Ungheria... Tra il 1923 e il 1931 l'aviazione italiana impiegò fosgene e iprite ANNI LUOGO FONTI CARATTERISTICHE politica della terra bruciata e del terrore RISULTATI bombardate 150 tende coniche. Italia.avvistò e bombardò grosso attendamento circa 150 tende coniche e rettangolari.per unificare Tripolita10 bombe da 21 kg al fosgene da 3 filia (Tripolitania) su nia e Cirenaica (Relazione generale aerei Caproni 111 popolazioni Mogarba Cicconetti2 a De Bono AUSSME) Relazione De Bono 3 tonnellate bombe esplosive e 36 indigeni e 960 sugli "esiti bombarda. R. uadi (letti Relazione Mombelli asciutti di antichi corsi (generale)1 d'acqua) 6/1/1928 4/2/28 12/2/1928 19/2/1928 Marzo 1929 31/7/1930 Operazioni 29° parallelo Gifa: oasi a sud di Nu. Graziani7. un manifesto in cui tra l'altro si ricordano "alcune di quelle atrocità che fanno rabbrividire: da quando gli italiani hanno assalito quel paese disgraziato. che riporta il testo in Cirenaica pacificata. Siciliani6. numeroso bestiame nuclei armati intenti a lavori di semina 1924/26 Tripolitania: accampamenti. nè dei vecchi . UG/Segreto: Stamane come stabilito quattro Ca 73 e tre Ro hanno bombardato Gife con evidente distruzione.". di organizzare tempi e modi di attuazione dell'aggressione.. nonchè . Merca. ai confini con la Somalia italiana. Mogadiscio (Somalia italiana) previ accordi con il Sultanato di Zanzibar... catturato pochi giorni dopo il bombardamento. facente parte di un nucleo di razziatori.". I quattro Ca 73 sonosi spinti circa settanta chilometri sud Nufilia bombardando anche a gas circa quattrocento tende. compiuto dagli Abissini per contrastare l'espansionismo italiano.. Mussolini.htm  La guerra di conquista dell'Etiopia: i crimini sulle popolazioni e l'uso dei gas. Un indigeno.pascolo.La Somalia diventerà la base delle operazioni del fronte sud guidate da Graziani..Bombardò ripetutamente accampamento due chilometri est Garbagniha ... 5 "Telegramma Badoglio a Siciliani e De Bono "Si ricordi che per Omar el Muchtar occorrono due cose: primo ottimo servizio informazioni. Nella parte settentrionale gli accordi con l'Impero abissinio stabilivano che tutto "l'Ogaden restasse all'Abissinia"... Ieri undici. costituirà parte integrante del territorio. aviazione Mechili bombardato efficacemente noto accampamento con bestiame pascolante . nello stesso tempo. nella campagna di Etiopia.... Macallè e Adua. Risulta da fonte attendibile che recenti bombardamenti eseguiti da aviazione abbiano causato ai ribelli quarantina persone uccise altrettanti feriti e sessantina cammelli abbattuti. che si verificarono quegli incidenti che fornirono il pretesto per l'aggressione all'Etiopia. guidate da Graziani..it/html/Itinerari. una buona sorpresa con aviazione e bombe a iprite.. per il governo italiano ma non per quello etiope.. il colonialismo italiano subisce una battuta d'arresto con le sconfitta di Amba Alagi. nuclei armati intenti lavori semina. 2 "Relazione De Bono al ministro delle colonie: 263 Op. 3 "Relazione Teruzzi: Gebel. avvenuta nel1893. 17 . L'espansionismo italiano continuerà sino ai limiti dell'altopiano etiopico e troverà un atto significativo nel Trattato di Uccialli che.. sul mar Rosso. asserì che le perdite subite dalla popolazione erano state sensibili. Negli stessi anni L'Italia allargava la sua influenza verso il Benadir. Dopo l'occupazione del Tigrè. secondo.dalla Società Rubattino che. La colonizzazione italiana proseguirà nel 1885 con l'occupazione di Massaua che porrà sempre più in primo piano i rapporti con l'Impero abissinio. Nel 1886 l'eccidio di Dogali.. tenta di prendere tempo sul piano internazionale e. Per Africa Orientale italiana si intende quel territorio comprendente Eritrea e Somalia costituito nel gennaio del 1935 dal fascismo in previsione della guerra con l'Etiopia che. 4 "Relazione Teruzzi: Sembra che nello Zeefran i ribelli abbiano abbandonato quaranta tende .". nella campagna di Etiopia. L'Eritrea fu la prima colonia italiana costituita dopo l'acquisto da parte del governo italiano (1882) della baia di Assab.L'Eritrea costituirà la base delle operazioni del fronte nord.. in seguito ripetuti bombardamenti a gas"."" 7 http://www.criminidiguerra.". "A prova della terribile efficacia dei bombardamenti sta il fatto che basta ormai l'apparizione dei nostri apparecchi perché grossi aggregati spariscano allontanandosi sempre più". che aveva già deciso l'intervento. dopo la conquista italiana..Fu proprio nell'Ogaden a Ual/Ual.. 6 "Graziani in Cirenaica pacificata a proposito del bombardamento dell'oasi di Taizerbo scrive "Fu effettuato il bombardamento con circa una tonnellata di esplosivo . stabiliva una sorta di protettorato dell'Italia sull'Etiopia. ne sarà un esempio. e più grande ancora il panico. l'aveva acquistata dieci anni prima da sultani locali. a sua volta. Defezione del degiac (comandante di reggimento) Gugsa.730 colpi. Oddo. allestendo campi. L'aviazione. genero dell'imperatore. Il 6 Ottobre l'armata italiana entra ad Adua incontrando poca resistenza in quanto Hailè Selassiè ha scelto la tattica del ripiegamento per portare i nemici al centro del paese. sebbene ferito. "Tutta la zona pare arata dalle bombe: non c'è tratto che non sia sconvolto. Perdite italiane. (ASMAI AOI 181/24) 11 Ottobre. che così scrive: "Il Negus ha già protestato per il bombardamento aereo dicendo che si sono ammazzati donne e bambini. che produce effetti morali e militari sulle truppe etiopi. infatti. si rifiuta di lasciare il comando e morirà prima di arrivare all'ospedale di Dagabhur. disponendo un servizio di vigilanza e perlustrazione all'interno della città stessa. impianti di linee telefoniche. Graziani ordina subito massicci bombardamenti. camminando di notte per sfuggire all'osservazione aerea. deve avvenire il 3 novembre. 18 Ottobre. prego disporre che l'ingresso della città sia di massima interdetto ai militari sia metropolitani che indigeni. Il capo di cui si parla è il grasmac (comandante di zona) Afeuork che. L'armamento è considerevole in quanto i centomila uomini che stanno per muoversi dispongono di 2300 mitragliatrici. e il maresciallo Badoglio inviati da Mussolini in Eritrea per relazionare sull'atteggiamento di De Bono." (Luigi Frusci generale in "In Somalia sul fronte meridionale" Cappelli 1936). bombarda Adua e Adigrat facendo numerose vittime tra i civili.. ripiega nel Tembien. Quattro carri armati Fiat-Ansaldo vengono distrutti. Mussolini. scriverà al generale Maravigna "Allo scopo di evitare che si ripetano ad Axum depredazioni e danneggiamenti come si è verificato ad Adua. l'azione aerea è stata formidabile e le sue tracce lasciano facilmente immaginare quale sia stato il tormento degli abissini che.. ministro delle colonie.. De Bono ordina ai 3 corpi d'armata di passare il confine del Mareb (confine eritreo) avendo come primo obiettivo Adua e Adigrat. spinge per l'occupazione rapida di Macallè-Tacazzè che. a cui il negus aveva affidato il comando delle armate del nord. Primo bombardamento chimico a Gorrahei. mentre i caccia a volo radente sparano 13. 11 novembre. non hanno più resistito e sono fuggiti col loro capo morente. 10 Ottobre. 18 . cognato del ras Cassa. Incontro di De Bono con Lessona. alla vigilia dell'occupazione di Axum. I militari italiani avanzano senza incontrare resistenza. Graziani è costretto ad aspettare 5 mesi prima di riprendere l'offensiva nell'Ogaden. Hamanlei attacco etiope. Dagnerei. se De Bono il 15 Ottobre.La campagna militare per la conquista dell'ETIOPIA Ottobre 1935. 230 cannoni. intanto. 2-4-5 novembre. intanto. lontano dai loro centri di rifornimento. pazzi di terrore. secondo i suoi ordini. il più importante sulla strada di Dagahbùr. Ma il comportamento delle truppe di occupazione si fa subito preoccupante. considerato troppo cauto nel procedere all'avanzata. De Bono. . provvede al rafforzamento delle posizioni occupate costruendo strade. FRONTE SUD Ottobre 1935. 156 carri d'assalto. 18 aerei Caproni lanciano 189 quintali di esplosivo. L'episodio è registrato nel diario di De Bono. Occupate alcune città tra cui Dolo. campo trincerato. Non vorranno che si buttino giù dei confetti". Dall'Eritra sono anche pronti a decollare 126 aerei.. Il ras Sejum. Per uccidere sistematicamente gli esseri viventi. riprende l'operazione di conquista di Macallè. per una parte rilevante caricate a gas tra cui l'iprite (solfuro di etile biclorurato). furono di continuo spruzzati con questa pioggia mortale. Ma con questa occupazione la situazione peggiora perché dopo settimane di marcia le armate abissine provenienti dalle regioni centrali sono giunte a contatto con gli avamposti nemici." 19 . gli accampamenti. mentre il ras Cassia invadendo il Tembiem. Arriva Badoglio. A gruppi di nove. il comando italiano fece passare e ripassare gli aerei. acconsente ad una "ragionevole sosta a Macallè". Questo fu il suo principale metodo di guerra. A dicembre inizia la controffensiva etiopica: le tre armate etiopiche si stanno avvicinando a quelle armate italiane. i laghi. una sottile pioggia micidiale. Saranno impiegati per la prima volta i gas asfissianti e l'iprite. per avvelenare con certezza le acque e i pascoli. 18 novembre. 76 quintali di esplosivo distruggono la cittadina di Dessiè e le tende della Croce Rossa. Nonostante ciò gli abissini hanno imparato a camuffarsi e disperdersi e a metà dicembre sono a contatto con gli italiani su tutto il fronte. 14 novembre. le strade. gli aerei si succedevano in modo che la nebbia emessa da ciascuno formasse una coltre continua. di diciotto. 14-15 dicembre. che provoca la necrosi del protoplasma cellulare ed è sicuramente mortale. minaccia Macallè. Di fronte a questa delicata situazione Badoglio decide di iniziare la guerra chimica. i bambini. Fu così che. di quindici. Testimonianze Hailè Selassiè dinanzi all'assemblea ginevrina il 30 giugno 1936: "fu all'epoca di accerchiamento di Macallè che il comando italiano. Con Badoglio la guerra muta carattere diventando guerra di distruzione. 28 novembre. Non trovando resistenza la città viene occupata l'8 novembre. i soldati. 4 dicembre. i pascoli. Mussolini comunica a De Bono che ha nominato come suo successore Badoglio. mentre quella del ras Immirù ha le sue avanguardie nel Tacazzè. gli ospedali. Dal 22 dicembre al 18 gennaio vengono lanciati sul fronte nord duemila quintali di bombe. da quella del ras Sejum) e lo bombardano con 45 quintali di esplosivo. 6 dicembre. quella del ras Cassa si avvia verso il Tembien. su vaste distese di territorio. applicò il procedimento che ho il dovere di denunciare al mondo. Verranno colpite le città. il bestiame. Mussolini spinge De Bono a marciare su Amba Lagi. Un altro contingente punta al passo di Dembeguinà dove passa l'unica via di comunicazione con le linee nemiche con lo scopo di tagliare la ritirata agli italiani. Gli aerei italiani scoprono il concentramento di reparti nemici (formato dall'armata del ras Cassia. Dei diffusori furono istallati a bordo degli aerei in modo da vaporizzare. spinto da Mussolini. temendo una disfatta. a partire dalla fine di gennaio 1936. La sconfitta di Dembeguinà apre a ras Immirù lo Scirè. Vengono lanciati 45 quintali di bombe sulle colonne di ras Immirù per rallentarne l'avanzata. di fronte alle perplessità di De Bono. Gli abissini reagiscono all'offesa aerea e sanno disperdersi in tempo per evitare gravi perdite. non solo per fermare l'avanzata delle truppe ma per terrorizzare le popolazioni. A sud dell'Amba Aradan si trova l'armata del ras Mulughietà. Le avanguardie di ras Immirù attraversano il fiume Tacazzè.FRONTE NORD De Bono. i fiumi. 11 novembre. le donne. ma. testimonia sul bombardamento all'iprite sull'aereoporto di Quorum. usata a sud del passo di Alagi". responsabile di una delle ambulanze inglesi: "Tra il 7 e il 22 marzo allorché questa ambulanza si trovava nella regione dell'Ascianghi. Graziani ordina un bombardamento nella zona di Gogorù per colpire lo stato maggiore del ras Destà. responsabile dell'ambulanza n. Le ustioni sono state provocate dall'iprite. 10 febbraio. le quali piovono come la grandine." M. 30 dicembre. Le lesioni. bombardate e irrorate di iprite. Su Neghelli. in un rapporto al ministro degli Esteri etiopico: "Ho l'onore di portare a vostra conoscenza che il 14 gennaio 1936. tentano di raggiungere il Kenya. il ras Destà giunge a contatto con le difese italiane del campo di Dolo. La notizia fa il giro del mondo.. Junod. Ras Cassia telegrafa all'imperatore per invitarlo a protestare presso la Società delle Nazioni per l'uso di iprite da parte italiana. Un gran numero di ustioni presentava un carattere particolarmente grave. Sull'Amba Aradan vengono catturati due europei al servizio del negus.250 quintali di esplosivo. anche leggere. ottenendo da Mussolini libertà d'azione per l'uso dei gas asfissianti. ma verranno annientate nel cosiddetto "vallone della morte". Graziani decide di utilizzare in modo massiccio l'aviazione. La controffensiva di Graziani inizia il 12 gennaio nella battaglia del Ganale Doria che vede il lancio di 1. rovescia 177 quintali di esplosivo e di gas. Testimonianza di ras Destà all'imperatore: "Dal 17 dicembre gli italiani gettano anche bombe a gas. FRONTE SUD Contemporaneamente all'avanzata del ras Immirù a nord. 23 gennaio. Queste bombe hanno ucciso 20 contadini e io ho curato 15 casi di persone colpite dal bombardamento a gas tra cui 2 bambini. prodotte da tale gas gonfiano sempre più sino a diventare. Dottor Melly.3. La battaglia si conclude il 24 e con essa la controffensiva etiopica. Hailè Selassiè che aveva il suo quartiere generale a Dessiè decide di cambiare strategia e di andare incontro ai nemici avanzando verso Quoram. che denunciavano il bombardamento indiscriminato di Dessiè. delle bombe a gas sono state impiegate dagli aviatori italiani. Molte bombe colpiscono le tende e gli automezzi di un ospedale da campo svedese con i contrassegni della Croce Rossa provocando morti e feriti. base di rifornimento per gli etiopi. curammo dai due ai trecento casi di ustioni da iprite.. per infezioni delle grandi piaghe". delegato Croce Rossa Internazionale. Tutti gli aerei disponibili del fronte nord inseguono l'avversario in rotta.700 chilogrammi di gas asfissianti e vescicanti sulle popolazioni abissine e l'inizio del disfacimento dell'armata etiope. per la prima volta. Vengono lanciati da tre Caproni 3. Badoglio inizia l'offensiva sull'Amba Aradan durante la quale vengono sparate molte granate caricate con arsine. Badoglio decide di prevenire l'avversario e dal 19 gennaio inizia la battaglia del Tembien. 17-18-19 febbraio. FRONTE NORD La battaglia dell'Endertà.134 chilogrammi di esplosivo. il medico polacco Belau e il suo assistente che verranno torturati perché ritrattino la dichiarazione inviata alla SdN.Dottor Schuppler. lasciando cadere in una sola giornata 730 quintali di esplosivo. terribile. Si era data libertà di volo e di azione chi 20 . prosegue con la conquista di Neghelli (20 gennaio) su cui vengono lanciati ben 1. "I piloti sembravano scatenati. La maggior parte dei gasati era rimasta momentaneamente accecata. Le armate del ras Destà. Secondo il negus questa scelta fu dovuta anche all'uso degli aggressivi chimici da parte italiana. portandosi a Dessì. 19 marzo. il suo carico mortale".faceva prima a rifornirsi partiva. Badoglio. 30 marzo. La battaglia durerà 13 ore durante la quale gli aerei italiani lanceranno 335 quintali di esplosivo e sparano 6. ne obbediva lo zig zag. 29 febbraio. Verranno usati per la prima volta i lanciafiamme. i binari delle pareti dei burroni. Verranno lanciati 636 quintali di esplosivo e di iprite. 3/3/1936. Intanto il ras Immirù viene inseguito a sud del Tacazzè e i ras Cassa e Sejum si ritirano su Quorum.) 28 febbraio. vistosi fuggire il grosso dell'esercito del ras Immirù verso i guadi del Tacazzè.950 quintali di esplosivo. Tabula rasa. come di consueto. Febbraio/marzo. 1 aprile. 21 marzo. sobbalzando agli schianti. Seminava intanto. È Hailè Selassiè che racconta l'atroce visione e sottolinea come "sarebbe stato necessario fissare questa immagine per poterla presentare al mondo e distruggere per sempre nel cuore degli uomini i propositi di guerra". 2 marzo. 21 . Lo stesso Badoglio racconta che per rendere più completa la distruzione vengono lanciate piccole bombe incendiarie che trasformano in un solo rogo i fianchi boschivi della valle del Tacazzè rendendo tragica la situazione del nemico in fuga. Il ras Mulughietà viene ucciso mentre le armate del ras Cassa e del ras Sejum sono avvolti nella manovra a tenaglia di Badoglio. 29 marzo. contribuivano inevitabilmente a tenerli addensati in colonna. Badoglio attacca l'ultima armata etiopica del fronte nord. quella del ras Immirù nella battaglia dello Scirè. Badoglio. il veicolo imboccava il corridoio delle anguste valli. Anche da mille metri era facile scorgerli. Viene occupata Amba Alagi. decide di avanzare verso gli italiani e di dare battaglia nel loro campo a Mau Ceu prima che arrivino forze più numerose. L'aviazione scaricherà 1. 4 aprile. Quale era il rischio nel mitragliare dei cadaveri e dei morenti i cui occhi erano bruciati dai gas?" ( testimonianza di Hailè Selassiè). "Per gli aviatori italiani non era più guerra era un gioco. sono fritto. Sono convinto che in una settimana metteremmo l'Abissinia in ginocchio"." Molti moriranno per aver bevuto l'acqua contaminata dai gas tossici del lago dell'Endà Agafarì. raggiunto nel suo quartier generale a Quorum. così scrive a Lessona in un telegramma del 12/3/36: "Se il nemico invece di accettare battaglia nei pressi di Quorum mi fa uno sbalzo indietro di cento chilometri.3652).. I piloti che scendono a volo radente per mitragliare i superstiti rilevano notevoli masse nemiche abbattute e grande quantità di uomini e di quadrupedi trasportati dalla corrente. Poi si piombava. molte caricate ad iprite. Mentre è in corso la seconda battaglia del Tembien. Era una bella lezione per quelle teste dure" (testimonianza di Vittorio Mussolini in Voli sulle ambe). Mettere in azione tutta l'aviazione e cominciare da Addis Abeba a tutti i centri importanti. tenendo le mani sulla testa come si fa quando si è colti da una grandinata sui campi. "I gruppi marciavano in pieno disordine ma l'obbligatorietà del percorso lungo la pista. Mussolini rinnova a Badoglio l'autorizzazione ad usare gas di qualunque specie (tel n. 3-4 marzo. Gli scampati alla battaglia di Mau Ceu verranno bombardati con 700 quintali di bombe.200 colpi di mitragliatrice. all'impiego dei caccia e degli aerei da bombardamento. Con una manovra di accerchiamento gli italiani riescono ad annientare le armate abissinie in ritirata che vengono decimate dall'aviazione. Il negus Hailè Selassiè.. Allora non rimane che il mio vecchio progetto. Il giornalista Cesco Tomaselli racconta: "Le bombe esplodono nel fitto degli uomini che arrancano curvi. (Pavolini "Corriere della sera ". ordina all'aviazione di proseguire da sola la battaglia. Badoglio apprenderà la decisione del negus e si preparerà alla battaglia di Mau Ceu. dal ras Cassa e dal ras Sejum. era una gara continua . Seconda battaglia del Tembien. la strettezza dei guadi. che ancora non sa della decisione del negus. Per fiaccare il nemico Badoglio. Hailè Selassiè ordina agli uomini rimasti di ripiegare sulla pianura del lago Ascianghi dove verranno inseguiti e bombardati senza tregua. Non c'era bisogno di abbassarsi troppo: ogni spezzone piombava in mezzo a loro seminando la morte. che è a bordo di uno degli aerei scrive: "Per quaranta minuti sono sbocciati sui bersagli. non potendo ancora iniziare l'azione di terra. Badoglio entra in Addis Abeba. Già il 3 marzo Graziani. Bircùt. pretenziosi. Un inviato del Corriere della sera. che fin dal primo avvistamento si era rovesciata in torrenti umani per le strette vie verso l'esterno della città. crudeli. Il vescovo cattolico di Harar scrive ai suoi superiori in Francia: "Il bombardamento che gli italiani hanno fatto contro la città è un atto barbaro che merita la maledizione del Cielo". Il cronista G. 9 aprile.. tra le condizioni per la riuscita della azione. Sulla città verranno lanciati 120 quintali di esplosivo. Si sa. 29 marzo. autori motali dei saccheggi. Fonti italiane parlano di 600 morti. 2 maggio.. che l'occupazione di Addis Abeba poteva avvenire la notte del 2 maggio e che il rinvio di tre giorni è da ricollegarsi al desiderio di sfruttare la tragedia in funzione antietiopica. Badoglio inizia la marcia verso Addis Abeba. barbari. incendi 4) siano sommariamente fucilati quanti.FRONTE SUD L'avanzata di Badoglio preoccupa Graziani di restare escluso dal successo finale. FRONTE NORD 26 aprile.Steer sciverà: "Di quelli che ho visto morti o morenti. 2) siano fucilati sommariamente tutti i giovani etiopi. 22-23-24 marzo. Badoglio riceve un telegramma da Mussolini: "Occupata Addis Abeba V. così. comunica che inizierà la sua offensiva aerea su Harar: "Ho ordinato che oggi 30 aerei da bombardamento distruggano Giggiga. saccheggi. Segàg. Sassabanèh. già dichiarata città aperta."(tel n. e i cui obiettivi di importanza militare sono insignificanti. trascorse 24 ore. poneva il "libero uso di bombe e proiettili a liquidi speciali per infliggere al nemico le massime perdite e soprattutto per produrne il completo collasso morale". Graziani dà inizio all'offensiva su Harar. 15 aprile. 3 Maggio. 3) siano fucilati quanti abbiano partecipato a violenze. dopo la distruzione di Giggiga distruggerò Harar" (Graziani a Badoglio e Mussolini 2/3/36). Mario Massai. Due giorni dopo Mussolini telegrafa a Graziani ordinandogli di non fare uso di gas. nella Memoria segreta operativa per l'azione su Harar. La maggior parte dei seimila stranieri si rifugia nelle legazioni. ma dopo pochi giorni revoca l'ordine. mostruosi funghi grigio-scuri per le esplosioni delle bombe di grosso calibro e sono sprizzate le lingue di fuoco degli incendi. non abbiano consegnato armi da fuoco e munizioni. Daagamedò. 56 apparecchi lanciano 240 quintali di esplosivo. La popolazione.E darà ordine perché: 1) siano fucilati sommariamente tutti coloro che in città o dintorni siano sorpresi con le armi alla mano. Graziani inizia l'attacco da terra. non ce n'è uno solo il cui sangue non ricada sulla testa di Mussolini". Graziani telegrafa a Lessona (sottosegretario alle colonie) per informarlo del bombardamento a iprite del giorno precedente a Bullalèh. infatti. ha assistito certo terrorizzata all'impressionante attacco aereo". Dagahbùr. Dopo aver gasato e bombardato per un mese la difesa etiope. perché fornisce l'occasione di presentare il popolo etiope semibarbaro e incapace di gestirsi da solo. 22 . Hailè Selassiè lascia l'Etiopia per raggiungere l'Europa. La notizia provocherà gravi disordini e saccheggi ad Addis Abeba. 5007) 5 maggio. nella massa del colore ocra delle casette di Harar. Bombardata Harar. La battaglia dell'Ogaden si concluderà con la conquista delle città precedentemente bombardate. E vediamo un paio di foto: La testa mozza del degiac. Se oggetti che essi ritenevano rubati venivano scoperti in un tucul. il proprietario era immediatamente ucciso. Badoglio lascia definitivamente l'Africa. http://www.htm  La repressione in Africa Orientale Italiana (AOI) dopo la proclamazione dell'Impero Giugno 1936. Graziani diventa vicerè. 26 maggio. 23 . Ma le fucilazioni eseguite dai carabinieri sul posto furono molte di più. Ottantacinque etiopi. L'Etiopia resta per quasi due terzi da occupare soprattutto nell'ovest e nel sud dell'impero. il secondo il possesso di armi. Graziani incontrerà Badoglio alla stazione di Dire Daua. FRONTE SUD 9 maggio. furono giudicati e condannati a morte da una corte sommaria.500 sono stati liquidati in questo modo".. Con la stretta di mano tra i due e l'incontro tra le armate italiane del nord quelle del sud. governatore generale e comandante superiore delle truppe. Inquirenti francesi hanno calcolato che almeno 1. Hailú Chebbedè <<<< La testa appesa .it/html/repressioneimpero.. si conclude ufficialmente la guerra.. accusati di saccheggio.criminidiguerra. patriota etiopico. Difficoltà anche a causa della stagione delle piogge che blocca i movimenti nelle strade e rende difficili i rifornimenti.. I focolai di guerriglia sono presenti nello Scioa e lungo la ferrovia Addis Abeba-Gibuti.Steer scrive: "Gli italiani istituirono immediatamente la pena di morte per due reati: il primo riguardava la partecipazione al saccheggio. ed esse vennero fatte senza alcuna parvenza di processo. Gambela) che Mussolini vuole al più presto sotto controllo per allontanare il pericolo di una eventuale pretesa del governo inglese su quei territori in quanto confinanti con il Sudan. Nei primi giorni di giugno Mussolini telegrafa a Graziani i seguenti ordini: "Tutti i ribelli fatti prigionieri devono essere passati per le armi" (tel n.. Da una settimana si vive sotto l'incubo di un assalto in grande stile".. Graziani informa Lessona.impieghi i gas" (tel.. Gli italiani ci vogliono togliere il paese che i nostri avi resero prospero. dopo i primi rovesci. l'abuna Petros portato in piazza verrà giudicato colpevole da un tribunale militare e giustiziato dai fucili di 8 carabinieri. ma nessuna rappresaglia perché il 4 luglio la Società delle nazioni revoca le sanzioni all'Italia e il problema dell'Ovest non ha più quella urgenza prima sottolineata. Nel timore che la popolazione insorga i carabinieri operano arresti di massa di etiopi adulti e Poggiali afferma: "Probabilmente la maggior parte è innocente persino di quanto accaduto. Gimma. gran parte dei Giovani Etiopi.. nel suo Diario AOI. Trattamento superlativamente brutale da parte dei carabinieri. Inoltre gode dell'appoggio della chiesa copta e in particolare del vescovo di Dessiè. l'abuna Petros. Continua l'opera di repressione degli armati dispersi nei boschi. non avrebbero dovuto combattere per 25 anni a Tripoli .. In complesso il periodo da maggio a ottobre ha un carattere prevalentemente difensivo."(ACS Fondo Graziani)..E a iniziare e condurre sistematicamente la politica del terrore e dello sterminio contro i ribelli e le popolazioni complici. furono arrestati dai carabinieri. Il primogenito Uonduossen si arrese alle truppe del generale Pirzo Biroli e subito passato per le armi. Se gli italiani avessero un cuore buono e sapessero governare. L'attacco ad Addis Abeba fallirà. sia perché si è distinto come grande combattente nella battaglia del Tembien e nella difficile ritirata di Mau Ceu.1667/8906). 8103) Poggiali. mentre il ras Immirù tenta di sfuggire all'accerchiamento e nello stesso tempo incita le popolazioni contro gli italiani: "Gli italiani che contro il loro diritto hanno ucciso i nostri soldati col veleno e con le bombe. L'attacco viene sferrato il 28 luglio. A questo attacco partecipa il degiac Aberra Cassa secondogenito del ras Hailù che gode di grande prestigio sia perché di sangue imperiale.6595) "Autorizzo ancora una volta V. Coadiuvato dal fratello. che provocherà grande ondata di indignazione in Italia. 6496) "Per finirla con i ribelli. scrive a proposito di Addis Abeba: "Intorno alla città vi sono bande armate e minacciose. Sono state effettuate repressioni inesorabili su tutte le popolazioni colpevoli se non di connivenza di mancata reazione" (telegramma n. per farvi vivere tranquilli? . Il ras Immirù si arrenderà il 16 dicembre e verrà confinato in Italia sino al 1943. Dal mese di ottobre Graziani riprende la conquista dell'Ovest.. che distribuiscono scudisciate e colpi di calci di pistola". i soldati del ras Immirù ( il miglior generale di Hailè Selassiè). Gli altri due si consegnarono spontaneamente al generale Tracchia contando sulla garanzia fatta dagli italiani di aver salva la vita. Si intensifica la repressione del ribellismo. In questo contesto avverrà il rogo di tre aerei italiani da bombardamento. Lechemiti.Graziani è praticamente assediato ad Addis Abeba. adotterà una politica temporeggiatrice che lo isolerà rendendolo preda di Graziani. Un altro problema per Graziani è l'occupazione dell'ovest ( in particolare i centri di Gore... la metà dei cadetti di Olettae. Nello stesso periodo vengono uccisi i tre fratelli Cassa. ministro delle colonie: "La fucilazione dell'abuna Petros ha terrorizzato capi e popolazione. mentre Badoglio è in Italia a riscuotere premi e onori. mentre bevevano il caffè nella tenda del generale Tracchia 24 . (tel n.. Sono stati passati per le armi tutti i prigionieri. sono forse venuti ora per guardarvi col cuore commosso. Il problema più urgente è Gore dove da maggio si è insediato un governo provvisorio e dove si sono rifugiati gli uomini del passato regime. Si combatte per una settimana.. dopo aver abbattuto un vecchio negro con un colpo di mazza.. la notizia della uccisione dei fratelli Cassa e la richiesta della sottomissione senza condizioni fatta dagli italiani. abbattuto il bestiame. scrive: "E nello scroscio del plotone di esecuzione echeggiò la più strafottente risata fascista in faccia al mondo.che così comunica la notizia a Graziani: "Alle 18. francesi e americani. Consegnato agli italiani fu impiccato dagli uomini del capitano Tucci. fanno fallire le trattative. La testimonianza di un medico ungherese presente. Una nota dell'ambasciatore USA in Etiopia sottolinea che fatti del genere non si vedevano dal tempo del massacro degli armeni. a fine novembre.000 per inglesi. Aberra e il fratello Asfauossen cadevano sotto il piombo giustiziatore. tutti i capi catturati verranno passati alle armi e lo stesso villaggio dato alle fiamme. commentando la morte del genero dell'imperatore. altri lapidati o squartati.35 in Ficcè. dopo aver abbandonato Sidamo. ma riesce a scappare. "È inteso che la popolazione maschile di Goggetti di età superiore ai 18 anni deve essere passata per le armi e il paese distrutto" (tel 54000). Il numero esatto delle vittime della repressione è di 30. Inutile dire che lo scempio si abbatte contro gente ignara e innocente". zoppi ). Secondo gli ordini di Mussolini. Vedo un autista che. storpi. Il ras. Vengono inquinati i terreni con aggressivi chimici. Testimonianza di Poggiali: "Tutti i civili che si trovano ad Addis Abeba hanno assunto il compito della vendetta. viene nuovamente attaccato mentre sosta a Goggetti. 25 . terreni coltivati. Ad Addis Abeba è il federale Guido Cortese che scatena la rappresaglia. Ma dopo il fallito attentato a Graziani si scatena la reazione ancora più violenta degli italiani. Graziani ordina di bombardare la regione in cui il ras ha trovato rifugio. condotta fulmineamente coi sistemi del più autentico squadrismo fascista. accoppando quanti indigeni si trovano ancora in strada. Sulla "Gazzetta del popolo" del 24 febbraio 1938 Guido Pallotta vice-segretario dei Guf. Ad Addis Abeba 700 indigeni vengono fucilati dopo essere usciti a gruppi dalla ambasciata britannica dove si erano rifugiati (fatto denunciato dal ministro inglese al Parlamento il 26/3/37). gli trapassa la testa da parte a parte con una baionetta. 17 febbraio 1937. Nel dicembre accetta di avviare trattative con gli italiani ma. inseguito dall'aviazione e dagli autoblindo. Il ras Destà verrà fatto prigioniero nel suo villaggio natale il 24 febbraio da uomini di un degiac collaborazionista. Anche le immagini del filmato Fascist legacy della BBC mostrano come nessun etiope uscì vivo dal cortile dove si teneva la cerimonia. la sfida più cocente alle truppe sanzioniste. Graziani comunica immediatamente ai governatori delle altre regioni di agire con il massimo rigore. tra i 1. si ritira al centro in una regione montuosa. Mussolini con un fonogramma impone che ogni civile sospettato sia fucilato senza processo. Girano armati di manganelli e di sbarre di ferro. sede della loro famiglia e noto covo di rivolta da cui partirono gli ordini per l'attacco alla capitale. quintali di orzo Anche la chiesa di San Giorgio viene data alle fiamme "per ordine e alla presenza del federale Cortese". Molti uomini bruciati vivi. Vengono incendiati tucul. Graziani invita nel suo palazzo di Adis Abeba la nobiltà etiope per festeggiare la nascita del principe di Napoli e per l'occasione decide di distribuire una elemosina ad invalidi del luogo (ciechi." L'unico capo etiope ancora in armi era ras Destà che.400 e i 6. chiese copte. sottolinea la dura rappresaglia seguita al fallito attentato. Schiaffone magistrale che il capitano Tucci menò alla maniera squadrista sulle guance imbellettate della baldracca ginevrina".000 per gli etiopi. 21 marzo. 14440).. Di Graziani Lessona n. 14 marzo. Graziani scrive a Lessona: "Convinto della necessità di stroncare radicalmente questa mala pianta. distruzioni di paesi ostili. Passi pertanto per le armi tutti i monaci compreso il vicepriore" (tel. Poggiali scrive: "Nell'Uollamo un capitano italiano ha fatto razzia di bestiame a danno di una famiglia indigena. vengono confinati a Danane dopo un viaggio durato più di 15 giorni che provocherà morti per stenti.20650). n. i maestri e altro personale d'ordine.37784). senza comprendere le repressioni dei giorni 19 e 20 febbraio" 30 aprile.422 tucul. gli indovini e stregoni della città e dintorni fossero passati per le armi. Un nucleo di carabinieri. Graziani a Lessona n. Dalla relazione del colonnello Hazon si evince che i soli carabinieri hanno passato per le armi 2. Alcuni episodi raccontati dallo stesso Graziani testimoniano che le esecuzioni avvenivano spesso senza la minima prova.33911). 26609). Graziani a Santini n. tre chiese.. Ordino pertanto di passare per le armi tutti i diaconi" (tel. trasferisce in un vallone a Ficcè 297 monaci e 23 laici e li passa per le armi". 26 . Il capofamiglia denuncia la prepotenza e il capitano uccide tutta la famiglia compresi i bambini". ho ordinato che tutti i cantastorie. che le case relative fossero incendiate." (tel.9894 ). elementi aperti alla cultura europea. n."(tel. mentre altri "elementi di scarsa importanza ma nocivi" con a seguito donne e bambini (tel.. 25876)Dopo aver ricevuto da Graziani la conferma della responsabilità del convento nell'attentato. di Graziani a Maletti n. in due settimane le sue truppe incendiano 115. Graziani scrive a Mussolini: "Dal 19 febbraio ad oggi sono state eseguite 324 esecuzioni sommarie. Tre giorni dopo invia un nuovo telegramma a Maletti: "Confermo pienamente la responsabilità del convento di Debra Libanòs. arresta sia il proprietario che gli 11 indigeni che si trovavano sul posto per non aver favorito la cattura del ricercato."Questo avvocato militare mi comunica che ha raggiunto le prove della correità dei monaci del convento .22583)..23313) 25 aprile. Altri 400 notabili vengono trasferiti in Italia. n. il 20 maggio. 200 amhara arrestati.. A tutt'oggi ne sono stati rastrellati e eliminati settanta. Sono stati risparmiati i giovani diaconi. vaiolo e dissenteria. Sono state di conseguenza passate per le armi un migliaio di persone e bruciati quasi altrettanti tucul" (tel n.23260). Il convento chiuso definitamente. cacciati dentro una fossa e fucilati. 23 aprile. 19 marzo. e uccidono 2. che ha sostituito Tracchia nella repressione dello Scioa. Graziani scriverà a Lessona "Data la gravità del fatto li ho fatti passare per le armi" (tel. Maletti il 18 maggio accerchia il villaggio conventuale di Debra Libanòs. Secondo la relazione del generale Maletti. rastrellamenti di armi. servendosi del battaglione musulmano al posto di quello eritreo composto in gran parte da copti. In realtà recenti studi hanno fatto salire a 1600 il numero delle vittime del massacro di Debra Libanos. Nei giorni successivi fa fucilare altri 26 esponenti della intellighenzia etiopica. il 5 luglio a 1686 (tel n. 36920) e il 3 agosto a 1918 (tel. 9170). Intanto continua l'azione antiguerriglia delle truppe italiane nelle regioni dell'impero come si deduce dai bollettini inviati al ministero dell'Africa italiana. recatosi in una abitazione per arrestare un ricercato. N. il più celebre di Etiopia.Graziani il 22 febbraio scrive a Mussolini: "In questi tre giorni ho fatto compiere nella città perquisizioni con l'ordine di far passare per le armi chiunque fosse trovato in possesso di strumenti bellici. 26 febbraio. Graziani fa fucilare 45 "tra notabili e gregari risultati colpevoli manifesti" (tel. il 25 luglio a 1878 (tel.14150).523 ribelli. Le esecuzioni sono passate a 710 (tel. A maggio Graziani si vendica del clero copto accusato di connivenza con gli autori dell'attentato.509 indigeni. un convento.. I fatti si riferiscono a esecuzioni. 32 capi amhara e 100 indigeni fucilati per condotta dubbia e Argio bruciata (tel. n. .. el Abiar. nel territorio di Ambo 6.htm  I campi concentramento per i civili nell'Africa italiana Campi di concentramento (16 in Libia 1 in Eritrea 1 in Somalia) Campi di rieducazione (4) Campi di punizione (3) Nei campi vennero inviati sia le tribù allontanate dal Gebel el. 16 mitragliatrici. la sua testa infilzata su un palo è esposta nella piazza del mercato di Socotà e Quoram. cit. 19 pistole. 27 . 50 pistole. In tal modo il governo italiano li sottraeva dal dilemma o rifornire i ribelli o cadere sotto le loro vendette. Nei campi di rieducazione inviati giovani appartenenti a tribù più evolute per trasformarli in impiegati utili all'amministrazione coloniale.it/html/campiafrica. avevano paura di uscire rischiavano di essere prese dgli etiopi o dagli italiani…le esecuzioni avvenivano... Per Graziani il principale capo è Hailù Chebbedè.): "Dovevamo sopravvivere con un pugno di riso o di farina e spesso si era troppo stanchi per lavorare.Achdar sia gli indigeni appartenenti a tribù seminomadi vaganti attorno alle oasi o all'interno. Nel settembre del 1937 viene catturato e fucilato. Sidi el Magrum (a ovest di Bengasi) . Bucco e A.. Dopo la permanenza nei campi...Agedabia (a 200 km a ovest di Bengasi) nelle vicinanze della primitiva sede della Senussia per dare un segnale alla resistenza senussita della forza dei coloniali italiani. quando invece queste tribù vi erano state deportate.823 fucili.. http://www.4 aprile. verrà sostituito con il Duca d'Aosta che attuerà una politica meno repressiva . Nei campi di punizione tutti coloro che avevano commesso reati o ostacolato l'occupazione italiana. che "La maggior parte degli Auaghir viveva.000 fucili. fa scrivere nel 1965. Testimonianza di un sopravvissuto Reth Belgassen recluso ad Agheila (cfr Ottolenghi op.. In agosto scoppia simultaneamente una rivolta in varie parti dell'impero. 18 aprile. I principali campi di concentramento furono Soluch (a sud di Bengasi). Nel campo di Soluch c'è ordine e una disciplina perfetta e regna ordine e pulizia". nel resoconto di G. el Agheila. che era stato comandante in Cirenaica. alla fine dell'anno. al centro del campo egli italiani portavano tutta la gente a guardare. Dopo il crollo della dittatura Canevari.. 1 maggio. Le nostre donne tenevano un recipiente nella tenda per fare i bisogni. prima di raccogliersi nella zona di Soluch. Occupato e incendiato il villaggio di Eso dopo che erano stati catturati e eliminati 21 ribelli. ricordo la miseria e le botte. 12 aprile. Nella regione dei Galla-Sidamo erano stati sequestrati 2.. scrive: "Noi non abbiamo mai creato campi di concentramento in Cirenaica ma solo delle riserve in campi splendidamente sistemati e forniti di tutto il necessario dalle tende ai servizi idrici . Graziani comunica a Roma che i bombardamenti nel governatorato dell'Harrar proseguivano. nelle zone. le popolazioni della Cirenaica tornarono alle loro terre rinnovate dalla scienza e dalla scuola" La mancanza di volontà nell'ammettere l'esistenza di campi di concentramento in Libia. Graziani. 14 mitragliatrici. Ogni giorno uscivano 50 cadaveri...Marsa el Brega." Testimonianza della propaganda fascista "L'Oltremare": ". del Gebel". ci costringevano a guardare mentre morivano i nostri fratelli. Bruciato il paese di Atzei e il bestiame sequestrato dopo aver accertata la ostilità degli abitanti contro gli italiani. Natoli sulla "Organizzazione sanitaria in Africa" dal Ministero degli Affari Esteri..criminidiguerra.. DEPORTATI DONNE FUGGIASCHI DAI CC VOLUTO DA GRAZIANI PER ACCOGLIERE I COMBATTENTI DELLE ARMATE DI RAS DESTA' 3175 MUOIONO PER SCARSA ALIMENTA6500UOMINI 500 (FRONTE SUD) MA POPOLATO ZIONE. DI EX UFFICIALI.COSTRUZIONE DI 8000 RA DI BENGASI STRADE PASTORIZIA 628 438 426 275 225 145 145 130 100 8500 75OO CAMPI DI PUNI.Motivi di chiusura dei campi 1) riduzione delle rivolte specialmente dopo l'esecuzione di Omar.DETENUTI COMZIONE PLESSIVI NOCRA 1895 3000 UOMINI 1930 ERITREA EL AGHEILA 1930 LIBIA TIPOLOGIA DETENUTI DANANE 1935 SOMALIA SINO AL1910 DELINQUENTI COMUNI POI DETENUTI POLITICI TRIBÙ RIBELLI. DI MONACI COPTI. NOTABILI SE30000 UOMINI 4500 NUSSITI. MALARIA ENTEROCOLITE.NUMERO RECLUSI SI ALL'APERTURA NUMERO RECLUSI ALLA CHIUSURA 14500 EL-MAGRUM AGEDABIA MARSA EL BREGA EL-ABIAR APOLLONIA BARCE AIN GAZALA DRIANA EL NUFILIA DERNA COEFIA-GUARSCIA SIDI CHALIFA SUANI EL TERRIA LAVORI STRADALI E GEBEL EL-ACHDAR E ZONA EDILIZIA COLTIVAATTORNO BENGASI (TRIBÙ 20000 ZIONE TERRA ALSEMINOMADI) LEVAMENTO LAVORI STRADALI E EDILIZIA COLTIVAGEBEL EL-ACHDAR 13000 ZIONE TERRA ALLEVAMENTO LAVORI EDILIZI FERROVIARI COLTINOMADI MOGARBA 9000 VAZIONE ALLEVAMENTO MARABTIN PROVENIENTI DA OLTRE 500 KM MARCIA DI LAVORI STRADALI 2 MESI ALTRI VIA MARE NE 20072 ALLEVAMENTO PARTIRONO13200 NE ARRIVARONO10000 TRIBÙ NOMADI ENTROTER. 2) coloni italiani già insediati nelle zone assegnate loro del Gebel cirenaico. 4) pericolo di epidemie per l'alto numero di individui inviati nei campi.MANDONNE DAL 1936 DI NOTABILI DI MEDIO CANZA DI IGIENE E BASSO RANGO.el-Muktar. 3) le popolazioni nomadi e seminomadi non avevano assimilato il tipo di vita sedentario imposto nei campi. 28 .   CAMPI DI CONCENTRAMENTO LIBIA 1930/1933 SOLUCH PROVENIENZA E/OCARATTERISTICHE DEI RECLUSI LAVORI DEI RECLU. 5) costi eccessivi sia dal punto di vista economico che militare. DI PARTIGIANI ETC. Sokotà.it/html/bombardagas.T a iprite (prima Sellasse. Schuppler.Diario storico del comando areonautinaio rente Segalò co Dal 12 al 19 Diario storico del comando areonautigennaio co Nuova autorizzazione di Mussolini 19 gennaio telegramma 790 Guadi del Ghevà.  CAMPI DI RIEDUCAZIONE ANNESSI NUMERO DI INTERNAAI CC TI 500 MASCHI 60 FEMSOLUCH MINE 200 MASCHI 30 FEMSIDI EL MAGRUM MINE 120 MASCHI 10 FEMAGEDABIA MINE MARSA EL BREGA 600 RAGAZZI SCOPO DEL CAMPO INSEGNAMENTO PROFESSIONALE /ECONOMIA DOMESTICA ARTIGIANATO/ECONOMIA DOMESTICA SCUOLA DI AGRICOLTURA E ORTICULTURA SCUOLA MILITARE COMANDO TRUPPE INDIGENE http://www.60 bombe a iprite cietà delle nazioni (2) Autorizzazione di Mussolini a Badoglio sull'uso dei gas telegramma 15081 Risposta di Badoglio "già adoperato iprite" 58 bombe a iprite Dal 23 al 27 dicembre 28/12/35 29/12/35 Dal 2 al 4 gen. Guadi Dal 23 /12 al del Tacazzè zone di Diario storico comando areonautico 23/3 Quoram.htm I bombardamenti con i gas nell'Africa Orientale Italiana DATA LUOGO FONTI Diario storico del comando aereonautica.8°. Dott.criminidiguerra. Al ministro degli esteri etiopico.T Uso di proietti ad arsine1367(3) Testimonianza Hailè Selassiè ( 4) 29 .Abbi Addi e guadi tor. varie carovaniere.T 76 bombe " " 991 bombeC. 11/2/36 aprile Amba Aradan Lago Ascianghi Diario storico comando artiglieria 45 bombe C 500. Lago Ascianghi Diario aereonautico 8° 9° stormo naio Richiesta di Mussolini a Badogliodi 5 gennaio 1936 arrestare i bombardamenti (sino alle riunioni ginevrine) telegramma 180 Dal 6 al 7 gen.(1) Telegramma di Hailè Selassiè alla So. CARATTERISTICHE 22/12/1935 Dembenguinà (fronte nord) Tacazzè George Steer inviato Times in Etiopia testimonianza di ras Immirù Hailè 6 bombe C 500. 9° stormo.Melly capo ambulanza inglese. azione di sbarramento C) capo ambulanza.Relazione Dott.500. Dott Melly: "Tra il 7 e il 22 marzo …. gli italiani hanno fatto uso contro le nostre truppe. alcune centinaia dei miei uomini erano rimasti colpiti..1) Steer "Per la prima volta un popolo che si ritiene civilizzato usa i gas tossici contro un popolo che si ritiene barbaro. quel mattino non lanciarono bombe ma strani fusti che si rompevano non appena toccavano il suolo o l'acqua del fiume e proiettavano intorno un liquido incolore. i loro volti si coprivano di vesciche. nella regione del Tacazzè..a seconda della concentrazione.) 2) "Il 23 dicembre. la gloria di questa ardua vittoria".6 bombeC.. Bullaleh Relazione Graziani 12 bombe C500. le loro mani. di gas asfissianti e tossici." Dott. e urlavano per il dolore. Editori riuniti." Nuova autorizzazione di Mussolini a Graziani tel.. 4) Molti moriranno per aver bevuto l'acqua contaminata. Era la mattina del 23 dicembre avevo da poco attraversato il Tacazzè quando comparvero nel cielo alcuni aeroplani.nella regoine di Ascianghi curammo dai due ai trecento casi di ustione da iprite. Il negus davanti l'atroce visione dei cadaveri dirà: "Sarebbe stato necessario fissare questa immagine per poterla presentare al mondo...T34 da 21 kg a iprizona di Harar gata aerea Relazione Graziani te 88 da 41 kg a fosgene Sassabanech Dagahbur Telegramma di Mussolini 4081con l'ordine di non fare uso di mezzi chimici a Graziani Hamanlei..10 bombe C500.T 13 bombe C500. mentre i loro piedi nudi. Schuppler: "Ho l'onore di portare a vostra conoscenza che il 14 gennaio 1936 delle bombe a gas sono state usate dagli aviatori italiani.500. Bircut. 118 e seg.T 25/1/36 16-25/2/36 marzo 8 aprile 10 aprile 20 aprile 30 .. evitare le istituzioni internazionali della Croce Rossa.Diario storico AO laleh Relazione Graziani all egato 295 Relazione Graziani Grande sdegno in Europa.. pag.334 Relazione Graziani CARATTERISTICHE 17 bombe a iprite da 21kg 1 a gas fosgene da 41kg 71 bombe come rappresaglia per la uccisione di due aviatori italiani Malca Dida (Croce rossa Tra il 15 e il 30 svedese) Bullaleh (croce dicembre 35 rossa egiziana) Neghelli (croce rossa etiopica)* 6 Gennaio 36 12 /1/36 Offensiva del Ganale Doria Diario storico del comando bri. ciò costituisce una nuova aggiunta alla lista già lunga delle violenze fatte dall'Italia ai suoi impegni internazionali." in (Del Boca I gas di Mussolini. A Badoglio." DATA 15/12/35 24/12/35 30 /31/35 LUOGO FONTI Autorizzazione di Mussolini a Somalia (fronte sud) Graziani sull'uso dei gas telegramma 14551 Diario storico del comando delAreri l'aviazione in Somalia Dagahbur Sassabanech Bul.. Gunu..49 bombeC500.T a iprite e 92 da Uebi Gestro Bale gata aerea 41 kg a fosgene Sulle difese abissinie nella Diario storico del comando bri.. Telegramma Mussolini a Graziani n 029: "Approvo ma ." 3) L'arsina agiva sulle mucose e sull'apparato respiratorio con effetti che. potevano essere irritanti o mortali. Ho curato 15 casi di persone. Immirù Hailè Sellasse (generale di Hailè Selassiè): "Fu uno spettacolo terrificante...T a iprite 18 da 41 gata aerea kg a fosgene Diario srorico 31° gruppo AO 10 bombe a iprite da 21 kg Diario storico del comando bri.. tra cui 2 bambini".... 42 ricoverati. Graziani. svedesi e finlandesi e gli unici due apparecchi della croce rossa etiopica a Dessì e Quoram. Ualdià. e altri 50 restarono feriti . Telegrammi Graziani a Pirzo Biroli e al comandante dell'aviazione Pinna n°15633 e 15756(1) Diario storico AOI Bombe C500T Zone del Monte Zuqualà e Debocogio villaggi rasi al Relazione Gariboldi a Gallina tel n° Bombe C500T 077701 24 ottobre "Zona del monte suolo Debogogio è stata ipritata. Le Nazioni Unite istituirono una Commissione di inchiesta con il compito di creare una lista dei criminali di guerra per facilitare l'azione dei governi in tutto il mondo. http://www. sulla base di documenti trovati negli archivi di Washington. lo scopo si può raggiungere con l'impiego di tutti i mezzi di distruzione dell'aviazione per giornate e giornate di seguito essenzialmente adoperando gas asfissianti. gli anglo-americani erano a conoscenza della efferatezza dei crimini italiani e.54 bombe a fosgene gata aerea Relazione Graziani 30500kg bombe iprite 13300 kg bombe a fosgene Nell'attacco a Malca Dida restò ucciso il medico svedese Lundstrom. In questa lista erano presenti tra altri Badoglio. inglesi. negli anni che seguirono l'armistizio. Londra e Roma. ospedaletti egiziani. Uollega. PERIODO Dal Maggio a Agosto1936 LUOGO Sud/ovest Sidamo Zona Tacazzè FONTI Diario storico AOI CARATTERISTICHE Bombe C500T Tra il 7 e il 12 settembre Telegramma Lessona a Graziani Lasta (roccaforte dei fratelli n°10724"Autorizzo a impiegare i gas se li ritenga utile" Cassa) zona Tacazzè. per motivi di opportunità politica. gli alleati si impegnavano a perseguire i criminali di guerra nel paese dove i crimini erano stati commessi. tor. 21/22 Ottobre Graziani "La rappresaglia deve essere effettuata senza misericordia su tutti i paesi del Lasta.27/4 27/4 Sassabaneh Bullaleh Dal 24dic al 27 aprile Nuova autorizzazione Mussolini tel.. Come sottolinea lo storico Michael Palumbo.Gli attacchi si intensificarono nei mesi successivi e distrussero ambulanze etiopiche a Dagabhur. coprirono Badoglio e il suo gruppo perché li ritenevano affidabili per il loro anticomunismo. Nella Dichiarazione di Mosca del 1943. alcuni dei quali colpiti da iprite.Prudente informare le truppe operanti." Ovest. Gli attacchi aerei non finirono con la proclamazione dell'impero. Roatta.it/html/EstradizBBC. soprattutto Fine 1936/1937 vengono ipritati guadi.Villaggi tra Lalibelà e Bilbolà. Ambrosi..Diario storico AOI Bombe C500T renti carovaniere." in Del Boca op cit pag.36 bombe a fosgene gata aerea Relazione Graziani Diario storico del comando bri. ma si intensificarono in molte zone.criminidiguerra.. 60. Macallè. 31 .. Bisogna distruggere i paesi stessi perché le genti si convincano della ineluttabile necessità di abbandonare questi capi.n7440 Diario storico del comando bri..htm La mancata estradizione e l'impunità dei presunti criminali di guerra italiani accusati per stragi in Africa e in Europa   Da documenti ritrovati al Ministero del Foreign Office si evince che i governi inglese e americano adottarono una politica di copertura nei confronti dei criminali di guerra italiani. con gli ordini o nella esecuzione degli ordini stessi. che richiedeva insistentemente la consegna dei criminali di guerra italiani." della stessa. in un telegramma cifrato spedito all'ambasciatore inglese a Roma. 32 . Anche la diplomazia italiana concorda con questa linea. il cui esito sarà appena possibile portato a conoscenza. provocherebbe un imbarazzo politico. il prezioso contributo che Badoglio ha fornito alla causa alleata.. che ci procurerebbe molti problemi e causerebbe un grande scontento." L'11 settembre 1946 De Gasperi comunica a Stone che la Commissione sta per deferire ala giustizia penale militare quaranta inquisiti con l'accusa "di essere venuti meno. quelli che risultassero fondatamente accusati da altri stati. Parri rinuncia e il "caso Badoglio" fu abbandonato." DaL Rapporto del funzionario del Foreign Office competente per i crimini di guerra: "La giustizia richiede di consegnare questi individui. fece pressioni perchè si intervenisse con Parri. che il Ministero della Guerra "sta provvedendo ad una severa inchiesta. Il 21 ottobre 1946 Stone comunica alla Delegazione Jugoslava "di non aver competenza a richiedere al Governo Italiano la consegna dei criminali di guerra in quanto tale competenza spetta al paese interessato". per evitare o rimandare il processo: "Dovrebbe cercare di portare all'attenzione dell'onorevole Parri in maniera confidenziale e ufficiosa. come risultato di questo atteggiamento non uno solo dei 700 criminali della lista delle Nazioni Unite sui crimini di guerra è stato consegnato alle autorità jugoslave. Il Presidente del Consiglio italiano De Gasperi informa l'ammiraglio E. 1947 Nuova richiesta della Jugoslavia che si appella nuovamente agli inglesi: "Nonostante i chiari obblighi internazionali il governo britannico e quello americano hanno dilazionato facendo uso di vari pretesti e ritardato la consegna dei criminali di guerra italiani.W. Nel 1946 la Jugoslavia e l'Etiopia protestarono per la mancata estradizione dei criminali di guerra italiani. con l'obiettivo "di poter giudicare. Arrestarli creerebbe uno shock tale nel governo italiano e nell'opinione pubblica. ai principi del diritto internazionale di guerra e ai doveri dell'umanità. il tribunale speciale prese in esame il "caso Badoglio" e il Foreign Office. Permettere questo stato di cose sta preparando una situazione tale da minacciare lo sviluppo delle relazioni pacifiche in questa parte d'Europa".. Stone (capo della Commssione Alleata in Italia). Calvin del Foreign Office si disse d'accordo: "Questo mi sembrerebbe un caso in cui l'interesse di tutti sia di temporeggiare più a lungo possibile". Il 26 Aprile 1946 Lord Halifacs da Washington esprime il parere americano: "Il Dipartimento di Stato considera che la migliore tattica per entambi i governi sia tentare di guadagnare tempo". Viene comunicato alla Jugoslavia di aver bisogno di più tempo. Non un solo criminale di guerra italiano è stato consegnato alle autorità giudiziarie jugoslave e questo nonostante ripetute assicurazioni dateci dal governo di sua Maestà". esprimere la speranza che questo contributo venga sottoposto alla attenzione della corte prima dell'udienza". motivi di convenienza spingono nella direzione opposta o almeno a non consegnare quelli che occupano posizioni più importanti". Queste persone hanno aiutato in maniera esemplare gli alleati. ed in modo particolare ai principi della inviolabilità degli ostaggi e alla limitazione del diritto di rappresaglia".Nel settembre del 45. J. allora Presidente del Consiglio dei ministri. Dall'ambasciata della repubblica popolare federale di Jugoslavia al governo militare alleato: "Per facilitare il compito delle autorità militari a una lista contenente dati relativi a 40 criminali di guerra italiani è allegata la richiesta da trasmettere alle autorità competenti ad autorizzare l'arresto e la consegna al governo jugoslavo dei criminali in questione. infatti. nella risposta l'ammiraglio mostra interesse perchè questo gli consente di prendere tempo con il governo jugoslavo. con i propri normali organi giudiziari e secondo le proprie leggi. Il 6 maggio 1946 il I governo De Gasperi istituisce una commissione d'inchiesta per i presunti criminali di guerra italiani. Il Ministero degli Esteri britannico sottolinea le sue preoccupazioni: "L'arresto di alcuni elementi che hanno occupato alte cariche nel ministero della guerra italiano. attuando resistenza passiva alle richiesta dei paesi esteri. Bellomo fu l'unico italiano giustiziato dagli alleati. delegato polacco alla commissione Onu per i crimini di guerra (1946/48): "Gli alleati occidentali sfruttarono la loro posizione preminente in seno alla commissione per i crimini di guerra e respinsero la maggior parte delle richieste degli iugoslavi ignorando molti documenti preparati dagli iugoslavi principalmente perchè il governo di Belgrado era considerato alleato dell'Unione Sovietica. Gli alleati creavano così un precedente che rendeva impossibili ulteriori richieste iugoslave per oltre 800 criminali inclusi nelle liste delle Nazioni Unite. L'importante non è nostro prestigio ma diritto Bellomo di beneficiare di considerevoli dubbi che io credo esistano. Come sottolinea Marian Mushkat. Il governo inglese seguì l'esempio. Il principale interesse inglese era quello di processare italiani responsabili di crimini commessi contro soldati dell'esercito britannico. Se colpevole. nonostante gravi irregolarità processuali sottolineate da S. Un altro pretesto per respingere i dossier preparati dagli iugoslavi fu quello relativo alla loro mancata compilazione. Un caso di questo genere è quello relativo al Generale Bellomo accusato di essere il responsabile della morte di un prigioniero di guerra britannico ucciso dalle guardie durante un tentativo di fuga. Una scappatoia fu trovata dagli inglesi relativamente al fatto che gli alleati dovevano prendere in considerazione solo richieste provenienti da canali diplomatici. respinto appello del Generale Bellomo contro sentenza di morte. La Jugoslavia non aveva l'ambasciata in Italia e non poteva inoltrare richieste. Siamo sicuri che lei potrà condividere il fatto che l'effetto. sull'opinione pubblica del paese. che un insufficiente peso è stato dato a chiare circostanze attenuanti e al buon carattere del Generale. Sarei grato se tu potessi fare qualcosa". Ero presente a tutto il processo. un corrispondente di guerra inglese. Il ministro italiano per gli affari esteri chiede a inglesi e americani tramite l'ambasciatore britannico a Roma che: "Al fine di diminuire le pressioni della Jugoslavia sull'Italia. Ray scriverà al deputato laburista Igor Thomas: "Sono estremamente turbato. "I verbali del processo sono stati attentamente studiati dal Foreign Office e mostrano come il procedimento sia stato effettuato in maniera normale e completamente giusta.Una settimana dopo l'ammiraglio Stone della Commissione di controllo del Foreign Office dichiara: "Dal momento che il governo militare alleato è stato smantellato. Palumbo: "La più grande ironia fu quella che gli inglesi giustiziarono l'unico generale antifascista nello stesso momento in cui stavano coprendo noti criminali di guerra italiani. Bellomo è personaggio minore confronto a ex fascisti con i quali stiamo trattando. devono essere inoltrate direttamente al governo italiano". Thomas. che seguiva il processo per un giornale nazionale. Nel 1947 continuano le pressioni iugoslave per la consegna dei criminali di guerra. In quella occasione sostenne che il prigioniero aveva agito per legittima difesa e quindi non si poteva parlare di crimine di guerra. che le capacità di accusa e difesa non erano eque. il governo di Sua Maestà e quello degli Stati Uniti scoraggino ulteriori richieste per la consegna di criminali di guerra italiani. non sono l'unico corrispondente britannico a pensare che il verdetto è contro il peso delle prove. sarebbe altamente indesiderato. le richieste per la consegna degli italiani inseriti nella lista della commissione dei crimini di guerra. Il generale Bellomo è stato condannato per aver commesso un omicidio particolarmente vigliacco per il quale non possiamo trovare circostanze attenuanti. Bellomo aveva infatti combattuto i tedeschi a Bari e per questo aveva ricevuto una medaglia d'argento al valor militare. di un perdono ingiustificato di un criminale di guerra. Bellomo aveva anche salvato la vita a un prigioniero inglese condannato a morte da alcuni gerarchi locali per aver ucciso due civili. come bisognava combattere i tedeschi". Non piaceva a Badoglio perchè dimostrò a quegli italiani che erano scappati. Al generale Bellomo fu data l'opportunità di scappare ma rifiutò perchè sarebbe stato contrario al suo onore di militare . dichiarando di ritenersi soddisfatti di lasciare il processo e l'eventuale condanna di coloro che non sono ancora stati arrestati al sistema giudiziario italiano". Ray. L'accordo venne raggiunto 6 settimane dopo e il governo americano accettò di lasciare il processo di colpevoli di crimini contro militari alleati nelle mani dei giudici italiani. Come sottolinea lo storico M. L'8 settembre 1945 arriva la risposta del Foreign Office alla richiesta di clemenza del parlamentare laburista I. Questo argomento si rivelò fittizio perchè i componenti iugoslavi della commissione per i crimini di guerra erano avvocati brillanti e esperti in diritto internazionale e i fascicoli da loro sottoposti erano ben 33 . in rispetto dell'articolo 45 del trattato di pace. Morì nel 1955 per collasso cardiaco. Pertanto. CRAIGE: "Si ma riguardo al bombardamento degli ospedali e delle ambulanze della Croce Rossa risulta chiaro dal carteggio che vi sono alcuni dubbi sulla volontarietà dei bombardamenti". Anche gli altri 7 capi fascisti furono inseriti nella lista (De Bono. per la sua attività legata alla RSI. Gallina. 34 . Lessona. Il generale giapponese Yamascito venne condannato in base a questo principio". Roatta. Geloso. Badoglio morì nel suo letto con un funerale di stato. Cortesi). La Commissione decise di esaminare solo 10 casi tra le centinaia preparati dagli etiopi rappresentati da uno svedese. Il 17 settembre l'ambasciatore etiope a Londra sottopose la questione al Foreign Office che considerò la richiesta inopportuna e consigliò di desistere. Franzinelli. Pirzo-Biroli riconosciuti criminali di guerra per la politica repressiva attuata nelle regioni di cui erano governatori. Rimpatriò nel 1966. Tracchia. responsabile di crimini in Jugoslavia. C. Nella primavera 1948 si tenne ultima seduta della commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra. processato dall'Alta Corte di giustizia. Ho seri dubbi sulle accuse rivolte a Badoglio anche per quanto riguarda l'uso di gas tossici. La pena da scontare di un anno e otto mesi fu ulteriormente ridotta a quattro mesi per la richiesta della difesa. di cui 13 condonati. P.".). Così nessun criminale fu mai estradato. ROBERT CRAIGE: "Quasi tutta la campagna di Etiopia è stata elaborata da Mussolini e Graziani.preparati e documentati. R. Nel 1949 l'Italia respinse la richiesta etiope per l'estradizione di Graziani e Badoglio. NORWAY: "Questa non era la posizione del governo britannico nel 35-36 quando respinse qualsiasi argomento avanzato dal ministro degli esteri italiano per discolparsi del bombardamento di unità mediche inglesi in Etiopia". IL GOVERNATORE IMPERIALE ETIOPE: "Si è trattato della prima volta nella storia in cui la Croce Rossa è stata ripetutamente attaccata e questo avvenne quando Badoglio era il comandante in capo". Il caso Graziani fu meno controverso e fu inserito con il grado A con 9 capi di imputazione. la notte del 4 marzo 1945. Gli etiopi organizzarono una loro commissione nazionale sui crimini di guerra. RISPOSTA ETIOPE: "A prescindere dal fatto che i superiori abbiano o meno ordinato di commettere crimini era loro responsabilità sorvegliare i propri sottoposti e prevenire che i crimini venissero commessi. pag. Nel marzo 1953 divenne presidente onorario del MSI. Geloso e A. Pirzo Biroli. debba in qualche modo essere stato coinvolto nella decisione di usare gas tossici visto che si tratta di una decisione che deve essere stata presa ad alto livello". (cfr. in Millenovecento. evase con l'aiuto dei servizi segreti e si recò in Spagna. il 29 agosto Graziani tornò in libertà lasciando l'ospedale militare dove aveva trascorso gran parte della durata del processo. di far iniziare la decorrenza della carcerazione preventiva al 1945. Graziani fu processato da un tribunale militare e condannato il 2 Maggio 1950 a 19 anni di carcere. Gennaio 2003. Il primo caso da esaminare fu quello di Badoglio accusato di aver usato gas tossici e di aver bombardato ospedali della Croce Rossa durante la campagna di Etiopia. Con gli etiopi spalleggiati da Norvegia e Cecoslovacchia il comitato decise di inserire Badoglio nella lista come criminale di guerra di grado A per l'uso di gas tossici e per gli attacchi agli ospedali della Croce Rossa. quattro mesi dopo la sentenza. M. nell'imminenza della sentenza. NORWAY RYNNING: "Sono quasi certo che Badoglio. 102 e seg. Nulla prova il coinvolgimento di Badoglio nella decisione di farne uso". subito accolta. come comandante in capo e responsabile della realizzazione della campagna. Gli inglesi prendono le difese degli italiani. di crimini contro la pace e di crimini contro l'umanità. video-documentario prodotto da BBC. Tracchia considerato criminale per aver fatto fucilare i fratelli Cassa. i rastrellamenti. federale. G.solo ai nazisti. commesso o essere stati complici di crimini di guerra. per vagliare le accuse ed eventualmente deferire all'autorità giudiziaria gli inquisiti. considerato criminale per l'ondata di terrore scatenata ad Addis Abeba dopo l'attentato Graziani. sostenendo tra l'altro la necessità di svolgere gli eventuali processi in Italia. 35 .secondo l'interpretazione ufficiale italiana . Ma la scelta politica di non consegnare i presunti criminali venne motivata attraverso un'interpretazione strumentale della dichiarazione di Mosca da parte del Governo De Gasperi.1947) prevedeva che l'Italia arrestasse e consegnasse ai paesi richiedenti le persone accusate di aver ordinato. Fonte: Fascist Legacy.Focardi e L. Infatti la dichiarazione finale della Conferenza di Mosca del 30 ottobre 1943 prevedeva che gli italiani che si erano resi colpevoli di crimini nei paesi occupati dovevano essere "consegnati alla giustizia".criminidiguerra. Londra 1990. Il decreto ministeriale istituì quindi una commissione composta da sei avvocati (di cui tre erano deputati) e tre generali (in rappresentanza delle tre armi: esercito. R. Allo scopo di rendere meno attaccabile il rifiuto di consegnare i presunti criminali richiesti. non poteva schiacciare il diritto delle nazioni colpite da azioni crimini attuate dall'esercito italiano. Quindi la ventilata possibilità di sottoporre alla Magistratura italiana militari e civili italiani accusati di crimini di guerra. Quindi questa avrebbe dovuto essere composta da alti generali ed ex-ministri della guerra dei governi succedutisi dopo l'8 settembre 1943.S. cercava di evitare che i presunti criminali di guerra italiani venissero consegnati ai governi esteri.7.1946 e nell'art. da cui venivano richiesti per essere processati. riconosciuto criminale per le violenze.38 della bozza presentata il 18.it/html/lacommissione. 45 della versione definitiva firmata il 10. questo fatto era assodato anche per gli stessi diplomatici italiani che seguivano la questione. http://www. con la regia di Ken Kirby e la consulenza storica di Michael Palumbo. marina e aviazione). Cortese. Con questo atto il Governo italiano.html La commissione d'inchiesta per i presunti criminali di guerra italiani Fu costituita con Decreto il 6 maggio 1946 presso il Ministero della Guerra (poi della Difesa). In più venivano riconosciute responsabilità dei militari italiani anche per quei crimini contro l'umanità e contro la pace ritenuti addebitabili . dopo aver loro promesso salva la vita. le uccisioni fatte dalle sue truppe. come documentato da F. Ma il Trattato di pace (nell'art. il Ministro della Guerra Brosio propose di istituire una commissione di inchiesta strettamente tecnica. Klinkhammer.2. Gallina. generale. in particolare nel testo di Orlando e Robotti del novembre 1941 inviato al comandante della II Armata. Dalla documentazione visionata si è potuto accertare che la commissione proseguiva i lavori ancora nel luglio 1948. Singolare è anche la coincidenza dell'analisi della situazione politica e militare fatta della Commissione con quella che emerge nei documenti redatti dai generali inquisiti. e della Bosnia ed il Montenegro). ma per diventarne nuovamente presidente a partire dal dicembre del 1947. Ma. operazioni di rastrellamento a breve e a largo raggio. si sarebbero dovuti senz'altro considerare eccessivi". Viene tratteggiata un'immagine positiva del ruolo dell'esercito italiano: questo sarebbe stato ben accolto dalla popolazione (anche perché l'occupazione tedesca era più temuta) ed avrebbe avuto anche il merito di porre un freno alle terribili violenze degli ustascia croati. La Memoria della commissione. che questa si è fatta interprete delle indicazioni politiche. Nell'archivio dello stesso Gasparotto è depositata la premessa e la prima parte della Memoria redatta dalla Commissione stessa. A questo punto la Commissione ammette che vennero adottati "veri provvedimenti repressivi. le formazioni ostili assunsero maggiormente consistenza e migliore organizzazione. questa situazione quasi idilliaca sarebbe gradualmente mutata e "nell'estate del 1942. che ha guidato l'azione della commissione. che poco dopo la lasciò essendo diventato Ministro della Difesa (da cui dipendeva la Commissione stessa). mentre "le nostre Autorità di occupazione" sarebbero intervenute "per assicurare una vita pacifica alle popolazioni". che illustra l'impostazione sulla cui base venne svolto il lavoro di analisi delle accuse e della documentazione inviata dal Governo jugoslavo. Nell'agosto dell'anno seguente. Nell'autunno del 1946 ne divenne presidente l'ex-ministro dell'Aeronautica il parlamentare Luigi Gasparotto. Infatti il documento precisa che la commissione "tenuto nel debito conto il particolare ambiente in cui le persone indiziate come colpevoli di crimini di guerra ebbero a svolgere la loro attività". ed azioni di rappresaglia per atti compiuti dal nemico in contrasto con le leggi di guerra". in altre condizioni. ribadendo il ruolo positivo dei comandanti italiani in quanto i delitti "più atroci. le barbare distruzioni di interi villaggi e di edifici" sarebbero stati opera dei gruppi etnici in lotta fra loro. che emergono anche dai documenti del Ministero degli Affari Esteri. secondo il documento. compresa la Dalmazia.I tempi di lavoro della commissione La commissione operò per i primi mesi sotto la presidenza dell'ex-ministro della Guerra il senatore liberale Alessandro Casati. E' chiaro dall'analisi di questo documento. in conseguenza della situazione generale e soprattutto dell'entrata in guerra della Russia. Nella Memoria inoltre viene presentata una ricostruzione storica dell'occupazione italiana dei territori jugoslavi tra l'aprile 1941 ed il settembre 1943 (ovvero parte della Slovenia. mutate le condizioni di politica internazionale. la Commissione aveva cessato il proprio lavoro. della Croazia. 36 . fra esse primeggiarono quelle partigiane" filo-sovietiche. Nella Memoria compaiono ampie giustificazioni per le azioni criminose dei generali italiani. confrontandole con gli atti di difesa redatti dagli inquisiti (reperiti nello stesso archivio) si può constatare un'assoluta uguaglianza di motivazioni. Quindi la Memoria conclude la parte riguardante la Jugoslavia. quali l'internamento delle persone sospettate di partecipare alla lotta partigiana o abitanti nelle vicinanza dei luoghi ove venivano compiuti atti di sabotaggio. Il documento sostiene che in seguito a "gravi e numerosi … atti di ferocia commessi dai partigiani contro i militari da essi catturati: … le nostre Autorità dovettero adottare dei provvedimenti di rigore che. Facevano eccezione alcuni. uomini politici che ricoprivano alte cariche nello Stato italiano. in risposta ad una sua in data 2 maggio 1946. e inoltre Giunta e Grazioli. U. e l'ambasciatore Bastianini. ad esempio gli alti ufficiali del Tribunale Straordinario della Dalmazia. si desume che fosse stato deciso il sacrificio forse ad una condanna a qualche anno di carcere. col. Orlando. Un primo comunicato della commissione d'inchiesta indicava i nomi di sei inquisiti: i generali Roatta. che dimostrano senza alcun dubbio.Penna) della divisione Granatieri di Sardegna. Questi documenti erano a disposizione della Commissione. Robotti e Magaldi. per cui. il Presidente del Consiglio De Gasperi scrive che “la Commissione ha redatto un elenco di quaranta nomi di militari e civili. In una lettera al Capo della Commissione Alleata Ammiraglio E. uno dei teorici e degli artefici della repressione in Slovenia. che quasi ogni giorno venivano sommariamente “giudicati” dal tribunale di guerra del reggimento e subito fucilati. edito postumo nel 1972. Molti generali. Quindi la Commissione più che d'Inchiesta. don Pietro Brignoli. dal titolo Santa messa per i miei fucilati. contro i quali può essere elevata l'accusa … di essere venuti meno ai principi del diritto internazionale di guerra e ai doveri dell'umanità”. narra dolorosamente anche del sistematico incendio di villaggi. come ha scritto il ministro Brosio. della deportazione della popolazione nei campi di concentramento e dei continui furti operati dagli ufficiali e dalla truppa verso i civili. sembrava un collegio di difesa per quasi tutti gli indagati. operante in Slovenia ed in Croazia tra il maggio 1941 ed il novembre 1942. 23 ottobre 1946. indicati nelle liste della Commissione delle Nazione Unite come criminali di guerra. i ten. Le liste dei presunti criminali di guerra predisposte dalla commissione 11 settembre 1946. quindi col. e prestò assistenza religiosa ai molti ostaggi civili. E. Ma queste affermazioni vengono puntualmente contraddette da numerose circolari e disposizioni emanate dai generali comandanti. era stato ministro.Silvestri. leggendo gli atti.Infatti tra i nomi degli italiani richiesti per crimini di guerra figuravano quelli di ufficiali. questo prete. addirittura il gen. ricoprivano incarichi nel Ministero della Guerra. Gambara e Coturri. Stone. un fervente anticomunista. Nell'archivio Gasparotto sono conservate tre liste di lavoro della commissione d'inchiesta in cui sono indicati i nomi di militari e civili accusati da paesi esteri di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità: Situazione al Deferiti Discriminati Sospesi Totale 25 gennaio 1947 13 23 7 43 12 gennaio 1948 28 111 2 141 23 marzo 1948 29 (+1) 133 6 168 37 . W. la feroce volontà repressiva e vessatoria dei comandanti militari nei confronti della popolazione civile e dei partigiani. Ma un'altra conferma di tutto questo emerge dal diario di un cappellano militare. funzionari. 13 dicembre 1946. sia direttamente negli archivi militari italiani sia presso quelli alleati. e ai pochissimi partigiani catturati. in cui lo stesso testimonia le feroci rappresaglie operate dall'esercito italiano. Dal gennaio al maggio 1947 vennero emessi altri comunicati che indicavano in una ventina gli inquisiti deferibili al tribunale militare per crimini di guerra. Un secondo comunicato della commissione indicava altri otto nomi (fra cui i generali Pirzio Biroli. infatti il sacerdote era inquadrato nel II reggimento (comandante prima col. Sorrentino e Caruso. all'ammiraglio Franco Zannoni. torture ed esecuzioni sommarie anche nei confronti dei civili. Quindi a fronte di 1992 casi segnalati dai paesi che avevano subito l'occupazione militare italiana e dagli Alleati. proprio perché “le accuse che noi facciamo ai tedeschi sono analoghe a quelle che gli jugoslavi muovono contro imputati italiani”. A questo scopo consapevolmente ha rinunciato al diritto/dovere di richiedere la consegna e di perseguire i militari tedeschi accusati di strage in Italia. 168 e non prese in considerazione le azioni svolte dai militari italiani in Africa (Libia. per cui si ripuliva il passato di nazisti e di fascisti per utilizzarli nella lotta al blocco sovietico). ma d'altro canto lo stesso Governo italiano era conscio della non opportunità di svolgere processi contro presunti criminali di guerra italiani contemporaneamente a quelli contro i presunti criminali tedeschi (che stavano iniziando in Italia nei primi mesi del 1948). avrebbe voluto ammettere il principio e quindi non potersi rifiutare di consegnare i propri presunti criminali di guerra ad altri paesi richiedenti. che i mandati di cattura siano stati ritirati ed anche i militari rinviati a giudizio per crimini di guerra abbiano potuto poi concludere (per la maggior parte) la propria carriera nell'esercito dell'Italia democratica e antifascista. che devono essere aggiunti ai 1697 compresi nelle liste delle Commissioni Onu per i crimini di guerra. la Commissione ne valutò. ma anche perché da parte degli alti generali italiani (per la maggior parte. La commissione in quasi due anni di lavoro (maggio 1946 . ma anche di giudicare i presunti colpevoli delle stragi. In realtà al gennaio 1948 i criminali di guerra la cui consegna era richiesta al Governo italiano da paesi esteri erano 295. Ma il Governo ha operato per evitare non solo di consegnare. ma si può presumere. Infatti l'istruttoria per almeno 26 deferiti dalla Commissione d'inchiesta venne completata entro il gennaio 1948.Quindi la lista smentisce i dati indicati da De Gasperi a Stone. sottufficiali e truppa delle divisioni "Re" e "Zara"). Eritrea. come scrisse il 20 agosto 1949 il Direttore Generale degli Affari politici del Ministero degli Affari Esteri. i medesimi che comandavano l'esercito monarchico agli ordini del Comandante Supremo Mussolini) non vi era nessuna intenzione di condannare i propri colleghi. Le conclusioni della questione sono custodite gelosamente negli archivi del Ministero della difesa. attraverso la deportazione in campi di concentramento. alla luce dei documenti analizzati. 38 . seppur responsabili di provati crimini efferati. capo gabinetto del ministro della difesa. Etiopia e Somalia) dove vennero usate bombe a gas e venne praticata una durissima repressione.marzo 1948) ha giudicato deferibili al Tribunale militare solo 29 inquisiti (su 168 accusati esaminati a cui vanno aggiunti il personale del campo di concentramento di Arbe. Infatti richiedere la consegna di numerosi presunti criminali tedeschi per processarli in Italia. ex-ministri e gli alti quadri militari della neonata Repubblica italiana erano consci dei crimini operati dai militari italiani nel corso delle guerre coloniali e nel II conflitto mondiale e ne avevano le prove documentali. Le conclusioni del Governo Alla luce di quanto riportato e dei rivolgimenti politici avvenuti tra il 1947 ed il 1948. ridimensionando le cifre. Non solo per i noti motivi (la Guerra fredda. Come indica la tabella i quaranta nomi in realtà si riducono a tredici presunti criminali di guerra da deferire al tribunale militare. conte Vittorio Zoppi. il processo contro i 29 deferiti al Tribunale militare non fu mai celebrato. L'epilogo. “la Commissione d'inchiesta che … non doveva dare l'impressione di scagionare ogni persona esaminata …selezionò un certo numero di ufficiali che furono rinviati a giudizio … Fu spiccato nei loro confronti mandato di cattura. ufficiali. in base ai documenti citati. Il Governo italiano. ma fu dato loro il tempo di mettersi al coperto … ciò fu fatto con il preciso e unico intento di sottrarli alla consegna [agli jugoslavi ndr]… Ottenuto questo risultato e venuto meno le ragioni di politica estera … il Ministero degli Affari esteri considera la questione non più attuale”. Quindi. si devono mandare almeno altrettanti metropolitani.] Condizione essenziale. è quella di avere alle spalle un'Europa tranquilla almeno per il biennio 35-36 e 36-37. 2] siano fucilati sommariamente tutti i cosiddetti giovani etiopici.. permette di prevedere che. saccheggi. si devono predisporre grandi mezzi.Occupata Addis Abeba vostra eccellenza darà ordini perché: 1] siano fucilati sommariamente tutti coloro che in città o dintorni siano sorpresi con le armi in mano. [3 maggio 1936] . ma non pregiudiziale della nostra azione... con la piena condivisione dei dirigenti del ministero stesso. questo solleverebbe un coro di proteste da parte di tutti quei paesi che sostengono di aver diritto alla consegna di criminali italiani”.Sta bene per azione giorno 29. Bisogna soltanto cercare di evitare le istituzioni internazionali e la croce rossa. [28 dicembre 1935] . ma che sarà sempre dura. ] -Per una guerra rapida e definitiva. Superiorità assoluta di artigieria e di gas. [5 maggio 1936]. I 60 mila soldati della metropoli . 4] siano sommariamente fucilati quanti.] Il tempo lavora contro di noi. anche su vasta scala. incendi. non appena cioè i nostri apprestamenti militari ci diano la sicurezza della vittoria. Più tarderemo a liquidare il problema e più sarà difficile il compito e maggiori i sacrifici [. sarà evitata la guerra in Europa. 39 . un problema "storico" che bisogna risolvere con l'unico mezzo col quale tali problemi furono sempre risolti: coll'impiego delle armi. 3] siano fucilati quanti abbiano partecipato a violenze. Decisi a questa guerra.meglio ancora se 100 mila . [. . Umanità sì. Bisogna concentrare almeno 250 apparecchi in Eritrea e 50 in Somalia. l'obiettivo non può essere che la distruzione delle forze armate abissine e la conquista totale dell'Etiopia. promiscuità no! Direttive di Mussolini a Graziani per l'impiego dei gas asfissianti.. BADOGLIO ED ALTRI CRIMINALI NON FIGURANO LE ATROCITA’ AFRICANE. L'impero non si fa altrimenti.   SI NOTI CHE TRA LE IMPUTAZIONI A GRAZIANI. Pietro Quaroni. promiscuità no. Deploro nella maniera più grave queste dimestichezze e ordino siano evitate. barbari crudeli e pretenziosi.. nei prossimi anni.. non solo per le vittime delle stragi tedesche.devono essere pronti in Eritrea per l'ottobre 35.Uno straniero mi segnala di aver veduto il giorno 15 aprile a Massaua un sottuficiale della regia marina giocare amichevolmente a carte con un indigeno. [. trascorse 24 ore. Accanto ai 60 mila indigeni.Lo afferma l'ambasciatore italiano a Mosca. Quindi la giustizia sta ancora aspettando. Autorizzato impiego gas come ultima ratio per sopraffare resistenza nemico e in caso di contrattacco [27 ottobre 1935]. Direttive di Mussolini per l'aggressione all'Etiopia [30/12/'35]  Il problema dei rapporti italo-abissini si è spostato in questi ultimi tempi su un piano diverso: da problema diplomatico è diventato un problema di forza.Autorizzo vostra eccellenza all'impiego.Approvo pienamente bombardamento rappresaglia e approvo fin da questo momento i successivi. Un'esame della situazione quale si presenta agli inizi del 1935. che dovrebbe essee il periodo risolutivo... autori morali dei saccheggi. [. non abbiano consegnato armi da fuoco e munizioni. Carri armati 150 in Eritrea e 50 in Somalia. [2 gennaio 1936] . Umanità sì. in una lettera al Ministero degli Affari Esteri il 7 gennaio 1946: “… Il giorno in cui il primo criminale tedesco ci fosse consegnato. ma anche per tutti gli innocenti trucidati o mandati a morire da quei generali italiani primi protagonisti dell'aggressiva vocazione colonialista dello stato italiano. di qualunque gas e dei lanciafiamme.] Bisogna risolvere il problema il più presto possibile. . Per stanare i guerriglieri occorreva penetrare in stretti cunicoli dove poteva passare un uomo alla volta. nel 1935 e la testimonianza è quella di un soldato italiano.. e caddero così. le armi terrificanti. a un frenetico andirivieni tra il morire e dare la morte.(«guerra del golfo». I risultati furono definitivi e terrificanti. «28 marzo 1936. con ordigni sofisticati che riescono quasi ad azzerare le perdite nel proprio campo.. L'eccezionalità di questa documentazione sta proprio nella sua provenienza: tradizionalmente i ceti medi costituiscono un universo sociale amorfo.. microimprenditori». abituato a lasciare scarne testimonianze della sua «piccola storia». per il resto. in un tempo e in uno spazio radicalmente diversi. in Eritrea. La testimonianza del soldato italiano si presta anche a altre letture più interne alla nostra storia. Manlio La Sorsa. i ricordi di Arthur Journò ribadiscono questo collegamento. con l'ausilio solo delle proprie braccia da lavoro o del proprio modesto titolo di studio.. non i diplomatici. Libia. è come se l'enormità dell'avventura africana ne stimoli i ricordi. le grotte. carteggi e memorie sparse in vari archivi (il fondo più consistente è quello conservato nell'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano). Lungo questo percorso si incontrano testimonianze che si limitano ad aggiungere particolari inediti a quanto già si sapeva: ad esempio... Siamo nel 1938 e Journò è un giovane ebreo italiano che vive a Tripoli. o meglio afferrate una all'altra in una stretta disperata: il loro atteggiamento.romacivica.. contadini. e soprattutto quei corpi avvinghiati nella morte ci restituiscono il fondo destoricizzato che ogni guerra porta con sé: dall'Etiopia all'Afghanistan. ordina agli ebrei di tener aperti i loro negozi anche il sabato. Diari e memorie di vita e di lavoro dalle colonie d'Africa. Furono l'assoluta maggioranza dei nostri coloniali. inaccessibili. Etiopia. facile bersaglio dei difensori.il confronto è tra uomini e macchine. la persecuzione degli ebrei libici di Giovanni De Luna Le grotte si aprivano nelle rocce sulla destra del fiume profonde. di quell'inseguimento «al posto al sole» che si protrasse ininterrottamente fino alla metà del Novecento. furono coinvolti nel nostro «sogno africano». Museo storico Italiano della Guerra). pronto a delegare il proprio protagonismo ai poteri forti che costruiscono la «grande storia». Pure. mostrano evidente che morirono nel momento istesso che tentavano di fuggire disperatamente alla morte certa. Il Governatore della colonia. e sono abbracciate. ci restituisce nitidamente gli aspetti soggettivi e autobiografici del nostro passato coloniale. furono in gran parte i ceti medi a lasciarsi coinvolgere nei nostri progetti di dominio coloniale: in Africa cambiarono il loro nome .diventando petit blancs. le loro posizioni. il nesso ideologico tra le leggi contro gli ebrei del 1938 e la pratica di separazione razzista nei confronti della popolazione indigena avviata nei possedimenti coloniali.htm  La guerra di Etiopia (1935) Gli italiani in Etiopia: l'uso dei gas. e quel loro aggrapparsi alla terra o al compagno. come se in quel momento un fulmine li avesse improvvisamente e per sempre fermati e fotografati. invettive. Quella di La Sorsa è infatti solo una delle tante voci raccolte in un libro appena uscito di Nicola Labanca (Posti al sole. appunto . in particolare nell'Etiopia appena conquistata. ma tutta la massa di quelli «che si mossero portando con sé solo se stessi e al massimo le proprie famiglie. recriminazioni. un'antologia di grande efficacia che. Non sono le grotte di Tora Bora: siamo in Etiopia. che chiamano in causa «nodi» irrisolti della nostra memoria collettiva su cui vale la pena riaccendere i riflettori del dibattito storiografico. A quel punto i fascisti prendono dieci ebrei 40 . Italo Balbo. Sono in tutto nove giovani vite.ma non la propria condizione sociale. Kosovo. all'uso di armi e di tecniche militari terribilmente distruttive (i bombardamenti aerei. Afghanistan) . dal 1935 al 2001. ai Censimenti del ventennio risultavano infatti solo un 2% di possidenti e imprenditori e un 5% di professionisti. per la prima volta. Somalia.net/anpiroma/FASCISMO/fascismo14. Sono stato a visitare i campi di battaglia che si trovano nei pressi di Selaclacà.». Qui. Ovviamente i negozi restarono chiusi. una documentazione straripante che lascia affiorare l'intero universo di quelle centinaia di migliaia di italiani che . ben nascosta.http://www. ciò che mi ha fatto maggiore impressione è stata la vista di un gruppo di abissini morti in una specie di caverna. sembra che alla fine tutto si riduca a una ciclica ripetizione di gesti. Così. diari.tra il 1882 e il 1943 -. Per la maggior parte si tratta di scritti di petit blancs. che sembrava un infido nido difficilmente scovabile. impegnato nella guerra scatenata dall'Italia fascista contro il regno del Negus. invece. li solleciti a rompere la crosta del loro tradizionale riserbo per lasciare liberamente fluire passioni. entusiasmi. i gas) anticipando una delle configurazioni tipiche delle guerre postnovecentesche in cui . non i militari. Quella guerra il fascismo la vinse soprattutto grazie alla superiorità tecnologica. non quelli che andarono in colonia per assumere cariche istituzionali e amministrative o per investire grandi capitali. quindi.. Labanca ha pazientemente raccolto lettere. piccoli commercianti. Si decise di inondarli di gas velenoso. nostalgie. Famiglia. non so dire quante frustate ogni condannato ricevette.libici e decidono per una loro pubblica fustigazione: «in mezzo alla piazza alcuni genieri dell'esercito avevano eretto un palco abbastanza alto proprio per dare la possibilità a tutto il popolino di godere dello spettacolo. tanto lavoro. Nella nuova Italia repubblicana non c'era più nessun posto al sole da magnificare e difendere. più spesso maledetta per le sue asperità.. il lavoro e la possibilità di emigrare. La centralità del lavoro toglie. assicurare al proprio paese le materie prime. l'orgoglio di sentirsi allo stesso tempo italiani e conquistatori. Caratteristica generale del negroide e del negro dell'Africa equatoriale è la poca disposizione ad un intenso e prolungato lavoro. in un misto di disprezzo e timori ancestrali. la fatica. 41 .il lavoro. mode e comportamenti collettivi e . le abitatrici si avvicinano curiose. poche volte apprezzata per la sua bellezza. ogni epicità a quei ricordi e ci consegna una delle chiavi per spiegare il «mistero» del loro inabissarsi fino a scomparire dalla nostra memoria collettiva. accrescere il prestigio del nostro popolo. andare in Africa significava evangelizzare. l'ingresso è squallido e umido. essere missionari. (La Stampa. il confronto assiduo con una natura sconosciuta. alla fine. La poca disposizione pel lavoro è logica conseguenza delle scarsissime esigenze di vita dei popoli primitivi e spesso della facilità con cui essi possono ottenere senza grandi sforzi tutto quanto serve alla loro esistenza. Famiglia»: «Dio. per l'abbondanza dei frutti della terra e degli animali. segnata dal trinomio «Dio. però.». Sembrano tante bestie rare. si assicurò i loro voti. una via più breve e più sicura per realizzare i sogni della famiglia. tenni gli occhi chiusi e sentivo solo i lamenti e i battiti delle mani della gente che gridava piena di odio».di quella fascista.per quanto si riferisce all'Etiopia . per tutti la vita in colonia è essenzialmente il lavoro. infatti. nella stessa terra africana per la quale avevo arrischiato la vita». Il loro ritorno in patria fu traumatico. Altre testimonianze ribadiscono stereotipi razziali. 1935) che esaltano la natura ferina delle popolazioni nere. a contribuire utilmente col suo lavoro ai fini che noi ci ripromettiamo di conseguire. che procurano loro spontaneamente ciò che occorre per il nutrimento. Certamente in essi incontriamo la guerra.soprattutto . la loro memoria divenne solo un oggetto storiografico da studiare. ma incontriamo anche la vita quotidiana. se non la loro riconoscenza. anche una realtà diversa. in un modo tipicamente democristiano. Alla fine. (Angelo Filippi. quando smisero anche di essere un serbatoio di voti. pionieri in terre sconosciute e abitate da popoli primitivi. 14 gennaio 2002) ______________________ Fascismo e colonialismo "La donna bianca e l'uomo nero" Norme a cura dell'Istituto coloniale fascista. bisogna studiarne attentamente la mentalità per poterlo guidare. 1937 Costretti a continui contatti con l'indigeno. le abitudini e le relazioni sociali. con la rovinosa sconfitta militare dell'Italia fascista.. Un odore strano di erbe e di altre sostanze non definibili fluttua qui dentro. coloni agricoli e commercianti. alimentando cioè una politica puramente assistenziale. per il ricovero e per il rudimentale abbigliamento. senza urti ma con mano sicura.. Camionisti e braccianti. un acuto senso della giustizia ed un profondissimo rispetto della forza. significava trovare un impiego al termine della campagna della conquista coloniale. In quasi tutte domina poi un'autorappresentazione fortemente segnata dalla propaganda colonialista. la dimensione epica del «mal d'Africa». La giustizia e la forza sono concetti così radicati nell'animo di tutti i popoli primitivi che devono essere alla base di ogni rapporto con loro. I neofascisti tentarono di cavalcarne recriminazioni e rimpianti.. Patria. («Entrando. Anche la Dc lo fece. 1935). piccoli artigiani e impiegati. timide e sorridenti. in particolare . Patria. rifiutandone però la dimensione ideologica e revanscista. quasi che quei documenti alla fine parlino «malgrado se stessi». Per i petit blancs italiani la fine del sogno africano coincise. con particolare riferimento alle donne. Unno Bellagamba. con una legislazione che soddisfaceva tutte le loro richieste economiche. Sotto queste esplicite intenzioni affiora. una buona sorpresa con aviazione e bombe iprite. La vita delle popolazioni seminomadi di religione musulmana è regolata dalla Senussia. offre maggiori possibilità di coltivazione e di allevamento del bestiame che nel resto del Paese. rappresaglie selvagge contro le comunità beduine se uno qualsiasi dei loro membri si univa al nemico. Per togliere ai ribelli l’aiuto che proveniva dall’Egitto (dove si sono rifugiati circa 20. Spero che dette bombe le saranno mandate al più presto".000 persone. vengono istituiti tribunali volanti con diritto di morte per reati quali il possesso di armi da fuoco o il pagamento di tributi ai ribelli. Viene instaurato un vero e proprio regno del terrore: migliaia di esecuzioni. i colpevoli puniti persino nelle loro famiglie.it/colonie/cirenaica. viene permesso l’utilizzo di strumenti bombe ad aggressivi chimici. del pagamento delle decime e dell’attività amministrativa e giudiziaria. Questi campi non solo rompono ogni legame tra popolazione e ribelli. tra le 100 e le 120. anche se dovesse perire tutta la popolazione della Cirenaica". viene emanato un proclama i cui si afferma che se il nemico non si piega. guidata da Omar al-Mukhtar. dove le condizioni di vita diventano subito ai limiti della sopravvivenza. Articolata in numerose "zauie" periferiche. sequestrate le loro rendite e confiscate le loro proprietà terriere. Per togliere ai ribelli ogni sostegno da parte della popolazione. Il carattere fortemente radicato della Senussia fa sì che in Cirenaica la ribellione alla colonizzazione sia più diffusa e difficile da sconfiggere perché mimetizzata nel territorio e sostenuta dalla popolazione. L’altopiano del Gebel in particolare. lungo i 275 chilometri tra il porto di Bardia e l’oasi di Giarabub. la Senussia ha funzioni sia politiche che religiose e regola l’attività dei commerci. secondo. La riconquista della Cirenaica dura circa due anni e si conclude con un impressionante bilancio di vittime tra la popolazione. Si apre una guerra senza quartiere: viene attuato un piano di deportazioni delle tribù seminomadi che appoggiano i ribelli. come testimonia un dispaccio di Badoglio al vicegovernatore Siciliani del 10 gennaio 1930: "Continui rastrellamenti e vedrà che salterà fuori ancora qualcosa. alta quattro metri.http://www. ottimo servizio di informazioni. Nel gennaio 1930 il generale Rodolfo Graziani viene nominato vicegovernatore della Cirenaica e affianca il governatore Pietro Badoglio nell’attuazione della "fase finale" della repressione della resistenza antitaliana. Non mi nascondo la portata e la gravità di questo provvedimento che vorrà dire la rovina della popolazione cosiddetta sottomessa. con tutti i loro beni e le loro greggi (circa un milione di animali).anpi. il cui tracciato viene controllato per mezzo di fortini e voli aerei. alle popolazioni della Cirenaica viene proibito ogni tipo di commercio con l’Egitto. Si ricordi che per Omar al-Mukhtar occorrono due cose: primo. grazie alla presenza di piogge. costrette a vivere in aree ristrette. A questo scopo dall’aprile al settembre 1931 viene innalzata una barriera di filo spinato. In sei campi principali e una decina di minori vengono deportate. ma spezzano ogni possibilità di autosussistenza delle comunità seminomadi. dopo lunghe marce forzate.000 libici). Inoltre i santuari locali dei Senussi vengono chiusi.htm  Le guerre coloniali del fascismo  La Cirenaica   La Cirenaica è la zona più ricca della Libia. si ordina di impiccare i capi ribelli catturati. Ma ormai la via ci è stata tracciata e noi dobbiamo perseguirla fino alla fine. 42 . un’organizzazione statuale nata agli inizi dell’Ottocento. villaggi saccheggiati o costretti a piegarsi per fame. sarebbe stato sterminato: ogni cosa sarebbe stata distrutta. In una lettera a Graziani del 20 giugno 1930 Badoglio scrive: "Bisogna anzitutto creare un distacco territoriale largo e ben preciso tra formazioni ribelli e popolazione sottomessa. Graziani e Badoglio decidono che dal 25 giugno 1930 vengano creati dei campi di concentramento vicini alla costa per le popolazioni del Gebel che avevano dato appoggio alla resistenza antitaliana. le proprietà confiscate. tutto. Nel mondo arabo in particolare la Libia (che tuttavia non è la sola nazione ad avere goduto di questo privilegio) ha avuto modo di sperimentare direttamente. i 270 chilometri di filo spinato. Il giudizio globale lasciamolo a Sforza.123 uccisi dalle truppe di occupazione (tra il 1911 e il 1932). tale "diversità" nel corso della occupazione della Tripolitania ad opera dell'Italia liberaldemocratica e fascista. secondo i principi proclamati dall'ONU (notate bene) e nel quadro delle sue istituzioni. un liberale ministro dell'Italia democratica. l'opera di CIVILIZZAZIONE che ha intrapresa e perseguita con infiniti sacrifici e con risultati che il mondo intero ha ampiamente riconosciuto". A quei dì (1947-1949) anche il PCI sospetto di "doppio binario" e l'URSS sostenevano che la Libia avrebbe dovuto essere "lasciata" alla… "diversa" Italia… 43 . dal "volto umano" o . La fonte delle cifre è un censimento libico del 1984. né quella post fascista. non contesta affatto questi dati.tightrope.da "nazione proletaria".n.058 persone morte a causa di bombardamenti aerei e terrestri o di mine (fino al 1943). com'è vecchia questa menzogna social-sciovinista della "diversità" italica…). sulla propria viva carne.000. collega di governo . 37. le atrocità commesse dai Graziani (il Maresciallo fascista politicamente riabilitato da Andreotti . poiché la repubblica democratica nata dalla Resistenza.000 capi di bestiame sono saltati sulle mine nei primi 25 anni del dopoguerra.n.910 mutilate dalle esplosioni di bombe e mine (anche dopo la seconda guerra mondiale). l'una "diversa" dall'altra e l'una più fetente dell'altra.321 persone che avevano subito danni alle aziende agricole o perdite di bestiame. E poi c'è la ferita ancora aperta dei deportati in Italia a partire dal 1911. 14. etc. hanno voluto dire parola.091 costretti ad emigrare nei paesi vicini. Non ci sono fonti italiane in materia.). di un'analisi storico-politica. nero su bianco.000 costituenti l'intera popolazione libica. ma fornire solo un parziale promemoria di una minimissima parte delle atrocità che le popolazioni arabe hanno dovuto subire per mano del barbaro colonialismo imperialista.763 internati nei campi di concentramento. Intere regioni (almeno 3 milioni di ettari) sono state abbandonate per la stessa ragione. incendi di boschi et similia. 30. dice ancora Del Boca in una intervista a "Politica ed economia" (maggio 1988). negli archivi semi proibiti "c'è. in quanto riguarda soltanto 100. giunta al suo 45° anno di vita. evidentemente.269: 21. non ha ancora realmente aperto i propri archivi.di Togliatti: "L'Italia democratica ritiene ingiusto e immeritato che le sia impedito di continuare a perseguire in Africa.738 costretti ad arruolarsi come ascari e a combattere contro i propri fratelli ribelli o contro le popolazioni dell'Etiopia. etc.durante l'unità nazionale".come piaceva dire ad inizio secolo ad un certo nazionalismo . Lo useremo per pubblicare qualche cifra che non vuole essere sostitutiva. durata dal 1911 al 1943. 30. Eppure. Abbiamo poco spazio a disposizione per rammentare qualche aspetto di una "civilizzazione diversa". Gli internati nei campi di concentramento furono più di 100. Lo storico De Boca. e diverse migliaia di libici sono morti e continuano a morire a causa delle mine. nella sostanza.867 assassinati o imprigionati senza alcun processo. 25. ossia il costo materiale ed umano del banditismo della "diversa" Italia nei confronti della Libia è stato sicuramente di molto superiore. i lager. Il numero dei morti libici trucidati dalle truppe di occupazione è "di gran lunga superiore" ai 21 mila e passa indicati sopra (alcune centinaia di migliaia secondo cifre ufficiose). I casi di "danni" accertati tra queste persone sono 199. 5. Lontane vicende da ascrivere essenzialmente alla "malattia morale" del fascismo? Niente affatto! La democrazia le rivendica a pieno.)". compreso l'uso del fosgene. Più di 120. peraltro abbondantemente purgati da "storici" di matrice fascista a cui erano stati affidati in cura… Il censimento è del 1984 ed è parziale. né quella fascista. che non è certamente un anti-imperialista neppure con le virgolette.000 famiglie su 660. le deportazioni. contrapposto a quello "predatore" delle grandi potenze (ohi.http://www. i gas (a proposito delle armi chimiche! . Al contrario non fa fatica a riconoscere che le cifre globali.it/USER/chefare/archivcf/cf19/libia. 463 denunzie di avvelenamento di pozzi.htm  Libia: un test della "diversità "italiana Piace al "pacifismo" ed al "riformismo" sottolineare il ruolo "diverso " che l'Italia può svolgere e già in certa misura svolgerebbe nella difesa della "pace" e della "soluzione pacifica" dei conflitti internazionali. 12. di cui né l'Italia liberaldemocratica. Il territorio libico è stato popolato di alcuni milioni di mine durante la guerra. iniziando da un gigantesco campo di concentramento italiano fatto di tende nel deserto: 44 .Vediamo ora alcune foto. 45 . dopo l'arresto e prima dell'esecuzione Tripoli 1943 / Addio all'Africa italiana La fine dell'impero  Angelo Del Boca http://www. Inutilmente Mussolini lanciava il 9 maggio 1943. Libia ed Etiopia. si recava a Porta Benito. Ebbi allora l'impressione che con questo atteggiamento volesse ostentare il poco conto in cui ci teneva e questo. affiancato dal prefetto di Tripoli. giusto sessant'anni fa. 46 . che era.riferiva Denti di Pirajno . Con la caduta di Tripoli.il nostro sogno coloniale a Eritrea.«tutti se ne erano andati: i condottieri che avevano giurato di difendere la città sino all'ultimo mattone. Ma al momento di mettere in pratica questi bellicosi propositi . eccidi e spoliazioni . di devastazioni. capo della resistenza libica. così si esprimeva: «Montgomery non mi piacque.nigrizia. dove il generale Bernard Law Montgomery aveva posto il suo quartier generale. Francesco San Marco. I1 23 gennaio 1943. che militari e gerarchi fascisti avevano solennemente promesso di operare ad oltranza. Due mesi dopo cadeva il regime fascista e con esso tutti i miti che aveva creato. Era anche avvilito per la mancata difesa di Tripoli. celebrando l'anniversario della fondazione di un impero che oramai non c'era più. sia perché il vinto non trova mai simpatico il vincitore. Denti di Pirajno. Somalia. il nostro paese usciva definitivamente dal Continente Nero lasciandovi il ricordo indelebile di stragi. Crollava l'ultimo pilastro dell'impero dell'Africa italiana. sia perché ci parlava senza guardarci. Finiva la spinta espansionistica che aveva avuto inizio nel 1869 con l'occupazione della baia di Assab. A sessant'anni di distanza. dirottata su Zuara.it/doc. oltre che un alto e stimato funzionario coloniale. si concludeva un'epoca. di aquile. Nel ricordare il breve discorso del vincitore. ultimo lembo di terra africana ancora presidiato dall'Italia. Dopo settant'anni di presenza italiana in Africa. il duca Alberto Denti di Pirajno. di medaglie». in un conquistatore.Omar El Mukhtar. il vice governatore della Libia.in termini di guerra di conquista. i gerarchi del "di qui non si passa". L'ultima nave ospedale. di deportazioni. Il prefetto di Tripoli non era soltanto turbato per il disprezzo che il vincitore della battaglia di El Alamein ostentava nei riguardi delle autorità italiane. casa per casa. ma stracarica di greche. nel Mar Rosso. il maggior storico del colonialismo italiano ci ricorda quanto è costato . e gli consegnava le chiavi di Tripoli. voluto con ostinazione da Benito Mussolini. col capo insaccato fra le spalle rachitiche e lo sguardo inchiodato al suolo. uno scrittore finissimo. mi parve ingeneroso». di spoliazioni. Negativo anche il bilancio militare ed economico. con un costo altissimo di vite umane e di risorse economiche. era partita vuota di feriti.asp?ID=5284  Seguita alla sconfitta di El Alamein. la parola d'ordine : "Torneremo". la caduta di Tripoli chiuse un'epoca. In settant'anni. i coloni insediati sulle migliori terre etiopiche erano soltanto 31mila. l'afflusso degli italiani era stato più che deludente. di fronte a venti milioni di disperati che avevano scelto le Americhe. Enno von Rintelen.Dogali. Infatti. eroismo di chi ormai non ha scampo e alla fine preferisce la morte al tribunale militare. E paventando ancora amare sorprese. uccisi o fatti prigionieri. il tut- 47 . i comprensori di bonifica lungo il Giuba e 1'Uebi Scebeli. l'intero convoglio di rifornimenti e persino la cassa militare. Nel giudicare l'operato di Rodolfo Graziani in Africa settentrionale. Kars bu Hadi non erano soltanto brucianti disfatte. fosse necessario mettere in campo uomini e mezzi che fossero almeno il doppio di quelli schierati dall'avversario. i suoi avversari non erano però dei nativi. Graziani si era costruito tutta la sua fortuna. i Tracchia. Poi. Mettevano in evidenza tutti i difetti del tardo colonialismo italiano: dilettantismo. così si esprimeva: «Egli condusse la guerra in Africa come una campagna coloniale. Ma posto di fronte ad un esercito regolare e modernamente equipaggiato. Ad Adua. c'era stato anche quello di dirottare la corrente emigratoria. 12.000 quintali di cemento. allo scoppio della seconda guerra mondiale. in Libia e in Etiopia. 72. si aggiudicava la palma del generale più sconsiderato. infatti. 6 sezioni di artiglieria. nel corso della seconda guerra mondiale. venivano importati dall'Italia 1. disprezzo per l'avversario. l'addetto militare tedesco a Roma. Ma i maggiori investimenti Roma li realizzava in Etiopia. decisamente più povere dell'Etiopia. quello di Tessenei in Eritrea. negli alti comandi. per questi condottieri troppo celebrati e persino mitizzati. In pochi mesi i mujaheddin avrebbero ripreso tutti i territori conquistati dagli italiani in quattro anni di guerre. che nel 1937. Sotto il profilo del prestigio militare l'Italia ne usciva malconcia. ordinava a Badoglio e a Graziani di aggiungere alle armi convenzionali anche quella proibita dei gas. ricche soltanto di un indomito coraggio. Nella sola Etiopia. A Kars bu Hadi. un giorno. Fallimento del fascismo Se le campagne coloniali non avevano certo aumentato il prestigio dell'esercito italiano. aveva massacrato duemila monaci e diaconi della città conventuale di Debrà Libanòs. ad esempio. erano più le sconfitte che i successi. la sua leggenda si trasformava in una penosa parodia. in Etiopia. Alla resa dei conti. viveri e denaro da alimentare e rendere vincente la rivolta araba. vitale per incrementare i traffici e per spostare rapidamente le truppe. perdeva il controllo di sé stesso e delle sue armate. Scompariva anche il generale Pietro Maletti.600 quintali di ferro. le decine di villaggi agricoli costruiti sul finire degli anni '30 in Tripolitania e in Cirenaica. Kars bu Hadi II bilancio della presenza italiana in Africa non poteva. ma nel 1940. Adua. Oreste Baratieri. Anche nelle altre colonie. Per il solo sistema viario. 2mila prigionieri e la perdita di tutti i cannoni. essere più negativo. Tante armi. iattanza. i Pitassi Mannella. violando così gli accordi internazionali che l'Italia aveva sottoscritto. con 5mila morti. che. Per rendere più agevole il loro insediamento (non certo per mi-gliorare la sorte dei nativi). i Bergonzoli. Adua. più inesperto. salvo Tripoli e poche altre città della costa. i Gallina. Dogali. Fra i motivi che avevano spinto l'Italia a partecipare allo "scramble for Africa". tutte le mitragliatrici. gli italiani che avevano optato per l'Africa erano appena 300mila. il bilancio economico si chiudeva in net-ta perdita. sarebbe venuto il momento della verità. in Somalia. egli rivelava tutti i suoi limiti. memore di Adua. alcuni milioni di cartucce.319 quintali di dinamite. verso le colonie che l'Italia si era aggiudicata in Africa. il colonnello Antonio Miani perdeva mille uomini. imprevidenza. bensì dei soldati dell'impero mondiale britannico». Mussolini impiegava nella conquista dell'Etiopia armate così possenti e soverchianti come l'Africa non aveva mai visto. battendo formazioni di patrioti male armate. Si faceva così strada la convinzione. che aveva sempre preferito le Americhe. Mussolini aveva ipotizzato di inviare due milioni di contadini senza terre.192. che con troppa facilità avevano raggiunto i massimi gradi nella campagne coloniali. per strappare una sicura vittoria. E con lui scomparivano dalla scena. sotto tutti i punti di vista. Citiamo. 5mila fucili. più biasimevole. lo stato italiano aveva impegnato forti capitali nella realizzazione di alcuni progetti. appare decisamente eccessiva. alla resa dei conti. infine. Il mattino del 28 novembre 1941 si arrendevano gli ultimi capisaldi di Ualag. le stime sono sempre necessariamente approssimative. lo sperpero del denaro pubblico. venivano ignorati. un ultimo e tragico bilancio da compiere. C'erano altri bilanci da stilare. Per dare un'idea della decimazione subìta dai libici ricordiamo che. non sarebbe servito a nulla. tende. il lancio dei gas sulle popolazioni civili? Anche se. Roma chiuse la partita con 6. all'epoca. Eravamo andati in Africa per portarvi la civiltà e il benessere. sul paese dei somali gravava ancora la più buia notte coloniale. 48 . La difesa dell'Aoi non sarebbe durata che diciassette mesi. i militari e civili (fra questi ultimi. C'era un medico ogni 60mila anime e 1.250. i patrioti uccisi in combattimento o fucilati dopo un processo sommario nei cinque anni della guerriglia. Su di una popolazione di 1. Celgà e Gorgorà.000 abitanti. Con l'entrata in guerra dell'Italia. non avevamo portato alcuno sviluppo. fra il 1890 e il 1941. tucul e arich. nella regione di Gondar.to gravato dai noli marittimi. L'altro paese che ha pagato un prezzo altissimo nei tentativi di difendere la propria indipendenza è l'Etiopia di Hailé Selassiè. Come a dire che un libico su otto ha perso la vita a causa della presenza ostile degli italiani. Il cinquanta per cento morti in combattimento. A questa cifra si arriva sommando i caduti militari e civili durante il conflitto italoetiopico del 1935-36.era il "fardello" dell'uomo bianco. Con altri paesi. a causa dell'espansionismo italiano. Si rischiava la bancarotta. schedati uno per uno negli archivi del Libyan Studies Center di Tripoli. l'Etiopia. fornita alle Nazioni Unite dalle autorità etiopiche. fra l'altro. si può comunque sostenere che. Osservando. i contadini morti a causa dei patimenti subiti dopo la distruzione dei loro villaggi e il saccheggio dei loro beni. le azioni di contro guerriglia. poi l'Eritrea (nonostante l'accanita resistenza a Cheren) e. Era mia profonda convinzione che noi non avremmo potuto durare a lungo nello sforzo». perché questo si diceva all'epoca . in questi casi. Avevamo soltanto adottato una politica di rapina. non "approssimativi". Nel 1950. Per questi morti e per i danni causati dall'aggressione fascista. L'impero voluto da Mussolini non esisteva più. Questo immenso sforzo. ad esempio. moltissimi esponenti del clero copto) assassinati in seguito all'attentato a Graziani del 19 febbraio 1937.000 sterline. 400mila morti C'era. le operazioni di grande polizia coloniale. costernato. Chercher. sono morti. la Libia contava 800 mila abitanti. quella di 300mila vittime non è molto lontana dalla realtà. dal pesante pedaggio del canale di Suez.254 postiletto nei dieci ospedaletti distribuiti su di un territorio vasto come una volta e mezza l'Italia. come la Libia. i confinati deceduti per privazioni ed epidemie nei lager di Danane e di Nocra. l'altro cinquanta durante la deportazione in massa delle popolazioni della Marmarica e del Gebel Akhdar e nei tredici campi di concentramento costruiti nell'inferno della Sirtica. che traeva alimento unicamente dalla trasfusione di beni e ricchezze che la madrepatria faceva con generosità da gran signora. fu ancora più avara. con 100mila morti: questi ultimi sicuri. Il tasso di analfabetismo toccava il 99. Ma. il 10 giugno 1940. Anche se la cifra di 760mila morti.242. Nessun somalo era riuscito a diplomarsi o a laurearsi. tutto a detrimento del Sud dell'Italia. I suoi primati erano tutti negativi.40 per cento. soltanto 20mila vivevano in case in muratura. nel clima di esaltazione imperiale. Prima ad essere occupata dalle forze alleate era la Somalia. quando l'Italia ritornava in Somalia con il mandato delle Nazioni Unite di condurla in dieci anni all'indipendenza. per ultima. il ministro degli Scambi e Valute Felice Guarneri scriveva: «Tutta l'economia dell'impero prosperava in un clima artificioso. che consisteva nel riservare ai coloni italiani le migliori terre e nell'impedire la creazione di una classe dirigente africana proibendo ai nativi l'accesso agli studi. l'Etiopia chiese all'Italia un risarcimento di 184 milioni di sterline. dai prezzi proibitivi imposti dai "padroncini" per i trasporti su autocarro. tutti gli altri in baracche. realizzato. Qual era il costo della presenza italiana in Africa? Quante vittime avevano mietuto le guerre di conquista. Il paese maggiormente colpito è stato la Libia. circa 400mila fra eritrei. libici ed etiopici. somali. i cui problemi. l'Africa Orientale Italiana (Aoi) rimaneva isolata dalla madrepatria e risultava accerchiata da territori in gran parte amministrati dalla Gran Bretagna. centri spirituali ed assistenziali. che porti allo sgombero totale del Gebel Achdar. Anzi. poiché tanto De Bono che Badoglio hanno in mente una operazione più vasta e radicale. Le ultime perplessità vengono però a cadere nel maggio del 1930 quando lo scontro con la Senussia si fa totale. Con questa misura presa contemporaneamente al razionamento dei viveri. « Mai il governo italiano si è trovato in vera lotta armata di fronte alla Senussia come lo è attualmente.html  Le infamie del colonialismo italiano in Libia sono state quasi sempre rimosse in Italia. era sempre stato rinviato perché si temeva di turbare la coscienza religiosa delle popolazioni libiche e di commuovere l'opinione pubblica musulmana (1). vengono raggruppate fra Cirene e Derna. . Nel bando diramato agli indigeni il 2 giugno. anzi chi lo farà ugualmente. Comunque non si abbatte e fa sapere che non concluderà alcuna pace che sia in contrasto con gli interessi della Senussia e che « combatterà sino alla morte » (6). Ma non si tratta di un provvedimento definitivo.pasti. con le decime.scrive Badoglio a De Bono . già allo studio da un paio di anni. che prima erano sparse sino a el Mechili. ai responsabili si erigono monumenti. poi del supporto delle zavie. a minacce. non lungimirante. Questa di maggio. A questa decisa azione di ostilità. Si è appena conclusa questa operazione quando Graziani.mai la Senussia ha fatto appello come ora a tutti i suoi aderenti per averne aiuti materiali e morali al fine di constrastare il nostro dominio. Il 29 maggio reparti di carabinieri invadono simultaneamente le sedi di tutte le zavie (3). dunque. cap. usando una politica non giusta. Una politica spicciola. a violenze di ogni genere per sollevarci contro i nostri sudditi. poi. biblica migrazione dai territori dell'altipiano verso le zone più sicure della costa. Una politica che non ha il senso della storia.org/delboca2. è soltanto la prova generale della deportazione in massa che verrà fatta tra luglio ed agosto.L'Italia poteva tornare in Africa. che gli fornivano. è giusto e doveroso contrapporre da parte nostra un identico atteggiamento Le mezze misure non giovano a nulla. traggono in arresto 31 capi zavia e pongono i sigilli sulle proprietà della confraternita. non riparatrice. per riparare i suoi torti e per rifarsi una reputazione. 1400 tende Dorsa intorno a Tolmeta. applica una nuova misura: I'esproprio integrale dei beni mobili ed immobili delle zavie senussite. Quando si è in guerra. Laterza. mai è ricorsa a intimidazioni. poiché le zavie erano. Il provvedimento. senti di ogni genere ed informazioni. Quasi 900 tende Abid vengono riunite nella piana di Barce. povera di fantasia e di vera solidarietà. dal fascismo a Gheddafi" di Angelo Del Boca. Ha così inizio la prima. con il consenso di Badoglio e di Roma. IV L'esproprio delle zavie Proseguendo il riordino organizzativo della colonia e la lotta senza quartiere contro la Senussia. altre 3600 tende. prima che organi di propaganda politica e di collegamento tra le popolazioni e i ribelli. Graziani spiega i motivi del grave provvedimento e soggiunge: « Da oggi siete tutti liberati dal pagamento della zacat. 1991. 49 . che non conserva la memoria del passato. Invece non ha pagato i suoi debiti (o lo ha fatto in maniera insufficiente) e ha destinato male i suoi aiuti. In pochi giorni egli si vede privato prima del sostegno delle popolazioni. http://www. sembrando imprudente mantenerli in Cirenaica. I capi religiosi sono dapprima confinati in un campo nei pressi di Benina. Ecco qualche testo per non dimenticare L'INFAMIA DELLE DEPORTAZIONI Da: "Gli italiani in Libia. il vicegovernatore della Cirenaica confida di disseccare la principale sorgente che alimenta la ribellione. il 28 settembre vengono imbarcati sul cacciatorpediniere Stocco ed awiati ad Ustica (4). non è lecito avere degli scrupoli e conservare al nemico le proprietà da cui ricava i mezzi per continuare la lotta » (2). nella prima decade di maggio del 1930 Graziani adotta un altro provvedimento particolarmente severo: il raggruppamento coatto delle popolazioni indigene nelle vicinanze dei presidi italiani. sarà considerato reo di tradimento e punito perciò con la morte » (5). nel dopoguerra. Per Omar alMukhtàr il colpo è durissimo. finché durano le attuali condizioni. calcando non poco la mano . altri metodi. che vorrà dire la rovina della popolazione cosiddetta sottomessa.E.vede che sovente abbiamo preso delle greggi. accetta l'incarico e dirama un comunicato con il quale sconfessa l'operato dei suoi fratelli Mohammed Idris e Ahmed eshSherif. Non mi nascondo la portata e la gravità di questo provvedimento. A favore della misura si schiera anche il direttore del giornale bengasino « Berid Barca ». anche se severissimi o addirittura catastrofici per i libici: « Bisogna anzitutto creare un distacco territoriale largo e ben preciso tra formazioni ribelli e popolazione sottomessa. a sud di Cirene. supera le 200 mila lire. mentre le operazioni nel Fayed sono ancora in corso. che è « un padre compassionevole.. quella di Marada possiede 11 giardini e 517 palme sparse nell'oasi. ma senza alcun risultato apprezzabile. Graziani scrive: « Siccome io sono stato seme pre un po' mistico [. Chiarito l'ordine delle responsabilità. escluse quelle di Giarabub e di Cufra.sia per non intralciare l'opera. Ma ancora una volta Omar riesce a sgusciare tra le truppe del colonnello Spatocco.] Non esageriamo dicendo che la parola confisca significa in questo caso liberazione di tali beni religiosi dalle mani degli usurpatori » (10). . Badoglio analizza l'azione condotta nel Fayed da Graziani e tutte le operazioni che l'hanno preceduta a partire dal 1923 per giungere a concludere « che le manovre chiamate a largo raggio sono sempre fallite e saranno sempre. precisa Badoglio.]. Secondo le stime fatte fare da Graziani il reddito annuo delle zavie. « La chiusura di queste zavie . gran parte delle quali finivano nelle casse della ribellione. poiché lo hanno causato i miei fratelli.]. Meditando sul suo passato fortunato e sul fatto che ha piegato ad uno ad uno tutti i capi della guerriglia. ma non abbiamo mai inferto colpi severi all'avversario. bisogna adottare. . però. Il Senusso. Ma è mio stretto dovere ora intervenire. appunto per la persistenza delle condizioni suaccennate ».continua Badoglio.scrive Badoglio . Se V. destinate al fallimento ».. « Ho voluto lasciar compiere a V. Ma ormai la via ci è stata tracciata e noi dobbiamo perseguirla sino alla fine anche se dovesse perire tutta la po- 50 . invita i ribelli a sottomettersi « al caro Graziani ». Essi pertanto sono i responsabili di fronte ai capi della Confraternita per il male che hanno fatto » (9). [. misericordioso e giusto » e soggiunge: « Il sequestro dei beni della Senussia e la loro confisca oggi è un provvedimento giusto. « da freddo e sereno valutatore delle sue forze e delle conseguenti possibilità.mentre sopprime un mezzo non indifferente di connivenza coi ribelli..E. la sola zavia di Bengasi ha 8 immobili e 2 mila ettari di orti e giardini.un provvedimento fondamentale per lo stroncamento della ribellione» (8) Nel timore. Egli definisce le zavie « consolati del nemico » e si meraviglia che siano state chiuse soltanto ora e non nel 1923 dopo la abrogazione degli accordi con la Senussia. prima di giungere al ministero ».. perché la responsabilità dell'azione viene direttamente a me. che il provvedimento provochi l'indignazione e la collera delle popolazioni musulmane. questo primo ciclo operativo senza un mio diretto intervento. rifiuta il combattimento e disperde le sue forze [. E. e quelle del colonnello Maletti. il quale non si lascia mai cogliere da « megalomania guerriera » e. che attaccano da nord..scrive inoltre . « Considero pertanto la chiusura delle zavie . Graziani chiede a Mohammed er-Ridà di stilare e di divulgare un documento a favore della chiusura delle zavie. sia anche per corrispondere al desiderio di V. Per fare qualche esempio. Con queste convinzioni. sono stato sempre convinto che questo sia avvenuto non per semplice caso umano. che incalzano da sud. quella di Tocra 19 immobili. quella di Mrassas 15 mila ettari (7). ormai incapace di opporsi alle sempre più frequenti pressioni degli italiani. clemente. Due sono le cause essenziali del ricorrente insuccesso: «Il vigilantissimo servizio di protezione e di informazione dei ribelli » e la straordinaria abilità di Omar alMukhtàr. Si tratta di centinaia di case e di quasi 70 mila ettari della miglior terra della Cirenaica. il 16 giugno 1930 Graziani lancia quasi tutte le forze presenti in Cirenaica contro i duar di Omar che stanziano nella regione del Fayed. Se dunque la controguerriglia tradizionale non dà alcun frutto. Il rastrellamento dura fino alla fine di giugno. ritorna a vantaggio della grande maggioranza dei sottomessi in quanto elimina una grave causa che dava luogo all'accusa di connivenza.. Graziani decide di sferrare una grande offensiva contro i ribelli. Il 20 giugno. quella di Tilimum ha 12 immobili ed una rendita di 15 mila lire annue nette.scrive Graziani a Badoglio il 14 giugno . Tolte alla ribellione le principali fonti di finanziamento. ma per una volontà ed una ispirazione superiore legittimante in me la certezza che i ' capi ribelli sarebbero tutti finiti per le mie mani ' » (11). Badoglio invia a Graziani una lunga lettera con la quale critica duramente l'operato del vicegovernatore e gli impartisce nuove direttive intese ad imprimere una netta svolta alla lotta contro la Senussia.Il patrimonio confiscato è enorme. che mi ha telegrafato di rimandare la mia venuta costì a ciclo operativo chiuso. esamina la storia di tutte le operazioni. Mohammed Mohesci. convinto di poter ripetere i successi ottenuti in Tripolitania e di poter mettere una buona volta le mani su Omar al-Mukhtàr. L'articolo di questo collaborazionista è quanto di più servile si possa immaginare. che non deve conoscere limiti ed «essere feroce. più scopertamente brutale. che hanno il solo intento di perfezionare il mito di Graziani:   « D'oltre confine arrivan armi e messi sul Gebel. C'è indubbiamente. nella sua scelta di un provvedimento che può condurre. come apprendiamo da un telegramma di Badoglio a De Bono. « giacché ogni minimo allentamento frustra tutta l'efficacia dei provvedimenti in corso e prolunga la ribellione». a seconda delle stime (14).. prosegue Badoglio. Con questo documento. lo descrive con versi assai modesti. Darsa e Abid fra Tolmeta e Tocra. ormai costretto a rifornirsi soltanto in Egitto. Entrambi non saranno soddisfatti che quando vedranno il corpo del vecchio Omar oscillare appeso alla forca. « urge far rifluire in uno spazio ristretto tutta la popolazione sottomessa. l'uomo che ha messo in moto l'ingranaggio letale. Ho loro parlato assai severamente ieri mattina. dove la rivolta ha sede. non son fedeli e puri i sottomessi. Domani sarà ultimato il concentramento dei Braasa. che non ha forse precedenti nella storia dell'Africa moderna. Essa ha perfettamente compreso che la forza è nelle mani del Governo. Dopo aver raccomandato di esercitare la massima vigilanza intorno ai campi di concentramento che si stanno costituendo. che rivela un linguaggio nuovo. Badoglio informa i suoi collaboratori che la popolazione indigena ha accolto il grave provvedimento « senza alcuna reazione. va subito organizzato l'inseguimento. Nella stessa giornata del 7 luglio Badoglio emana il foglio d'ordine n. va aggredito all'arma bianca. scrive Badoglio. « Bisogna assolutamente bandire il sistema arabo della sparatoria da lontano ». che egli imbocca la via della repressione più spietata dopo che il suo doppio gioco è stato smascherato da Omar al-Mukhtàr.. per un complesso di 90-100 mila persone. il che provoca il vuoto intorno ad Omar al-Mukhtàr. le prime perché più fidate. non solo.polazione della Cirenaica ». Scrive Badoglio: « Gli Auaghir sono tutti riuniti fra Giardina. 151 riservato ai comandanti militari e ai funzionari civili della colonia. Vengono invece deportate tutte le popolazioni nomadi e seminomadi. tuttavia. dopo l'incontro a Bengasi tra Badoglio e Graziani. ma che il Governo è deciso a qualsiasi estremo provvedimento pur di ottenere l'esecuzione perfetta degli ordini impartiti ». E' certo. come condurrà. Soluch e Ghemines. [. Ne sono escluse quelle urbanizzate (circa 50 mila persone). cosicché nessun indigeno dovrà più trovarsi sull'altipiano. Federico Ravagli. Badoglio non è però il solo responsabile di questa infamia (13). che spartirà con Graziani. Questo imponente movimento sarà ultimato verso il 20. Fatto questo. quelle stabili intorno ai centri costieri (10-15 mila) e inoltre quelle delle oasi dell'interno (5-10 mila). Tra giugno e luglio viene completata l'evacuazione del primo e del secondo gradino del Gebel. Un testimone di questo esodo forzato. un fatto personale. Badoglio precisa come si dovrà d'ora innanzi combattere l'ultima campagna contro i duar di Omar. e chiunque sarà incontrato sarà passato per le armi come ribelle » (15). nella piana di Soluch. Badoglio si incontra con Graziani ed insieme concertano le modalità per effettuare l'operazione. in modo da poterla adeguatamente sorvegliare ed in modo che vi sia uno spazio di assoluto rispetto tra essa e i ribelli. è in pieno svolgimento senza che Omar al-Mukhtàr vi si possa opporre.] La raccolta dell'orzo sull'altipiano sarà terminata con la fine dei movimenti di concentramento. allora si passa all'azione diretta contro i ribelli » (12). un rancore sordo. Il ministro De Bono sollecitava questa misura estrema da tempo e non ci risulta che Mussolini abbia avuto qualche scrupolo nell'approvarla. Badoglio è soltanto il cervello che ha teorizzato i vantaggi della deportazione. che provocherà la deportazione dal Gebel di 100 mila arabi. Deve essere una vera caccia al ribelle nella quale sarà redditizio ogni atto della più sfrenata audacia » (16). anzi con supina obbedienza. E se riesce a sottrarsi all'accerchiamento. Deciso il 25 giugno. Martedì si inizierà lo spostamento degli Abeidat. lo sgombero totale dell'altipiano comincia a compiersi due giorni dopo e il 7 luglio. L'avversario va agganciato. le altre perché facilmente controllabili e comunque lontane dalle regioni dove più viva è la ribellione. inesorabile. Per realizzare il distacco territoriale tra ribelli e sottomessi. 51 . non son le zavie i templi de la fede. come con uguale sentimento aveva subito il ritiro delle armi. I lager della Sirtica Il provvedimento di sgombero della Cirenaica non colpisce le popolazioni dell'intero territorio. Cinque giorni dopo aver scritto questa lettera. allo sterminio di un popolo. Dal quale non usciranno per tre anni. essi debbono avere la sensazione precisa del castigo » (18). Forse duecento chilometri. né i capi della tribù degli Auaghir. riflettendo che le genti della Marmarica sono nomadi.Genti. per la marcia che dura alcuni mesi. bambini e vecchi. da gloriarsi dell'operazione e questo forse spiega la carenza dei documenti. Per cui non siamo in grado di descrivere il calvario di tutte le tribù. in realtà. Felici .Benina en-Nauaghia .   Completato il trasferimento delle popolazioni dal Gebel alla costa. veniva immediatamente passato per le armi. di Bersis e di Mebni e ne avviano le popolazioni verso il campo provvisorio di Driana. Gli Abeidat e i Marmarici erano stati concentrati nel campo di Ain el Gazala. come gli altri. che trasportano le loro povere masserizie. che dista una cinquantina di chilometri. Di questa marcia della morte non sappiamo altro. Sin dai primi giorni di marcia. gettò di ferro un'ispida barriera da Solum a le soglie del deserto (17). E quando gli Auaghir giungono a destinazione. Sono alcune migliaia. circa 6 mila capi. grazie alla solerzia del commissario regionale di Bengasi. Né il commissario regionale di Bengasi. 52 . alla costa! ». La carovana segue l'itinerario Driana . disse: e senza ambagi un'immonda migrò biblica schiera. D'accordo con Badoglio. Non c'era. Il materiale documentario sulla deportazione delle popolazioni cirenaiche è assai scarso e quel poco che è finito negli archivi di stato è generalmente reticente. « Il paese di el Magrun . i più vecchi e i più deboli tendono a staccarsi dalla colonna. apprendiamo che il 27 giugno reparti di carabinieri e di ascari eritrei fanno sgomberare i centri di Tocra. fu preso per necessità di cose. Un provvedimento così draconiano. fra queste. Graziani ha pensato che. al loro destino ed avevano deciso di defezionare in massa d'accordo con Omar al-Mukhtàr che agiva nei dintorni. Graziani si accorge che il distacco tra sottomessi e ribelli non è però completo. nelle vicinanze di Tobruk. Del resto. Non è cessato del tutto. «Questo energico provvedimento all'estero fece versare torrenti d'inchiostro e fu condannato come barbaro . In coda alla carovana il bestiame della tribù. Chi indugiava. né il pagamento delle decime. in grande maggioranza donne. Comunque la dimensione è quella dell'eccidio. Graziani applica allora misure più radicali e. Si legge nella relazione: « Non furono ammessi ritardi durante le tappe. di morte. Disponiamo soltanto di un'ampia e dettagliata relazione sull'esodo degli Auaghir. vengono ammassati in un grande campo circondato da una doppia barriera di filo spinato. Nessuno ha tenuto il computo dei ritardatari abbattuti con una fucilata. Ma il primato della sofferenza spetta senza alcun dubbio agli Abeidat e ai Marmarici. il 4 luglio gli Auaghir riprendono la marcia scortati dagli ascari. restie come erano le popolazioni ad abbandonare le loro terre e i loro beni. di pene.è sorto sulla terribile piana riarsa. Egidi. come vedremo più avanti quando cercheremo di fare un po' di conti. Non diversi debbono essere stati i trasferimenti delle altre popolazioni. il trasferimento dei campi di concentramento nel sudbengasino e nella Sirtica. Dopo una sosta di qualche giorno. che in pieno inverno sono costretti a compiere una marcia di 1100 chilometri dalla Marmarica alla Sirtica. senza una mica d'ombra. sottratta a l'odio ai morbi ed ai contagi. Altri cento chilometri di deserto. In base a questo rapporto.Ghemines. cioè quel poco che si è salvato dalle razzie e dalle controrazzie. ma per vie impervie ed in regioni semidesertiche. veniva immediatamente abbattuto dai gregari a cavallo del nucleo irregolare di polizia che avevano il compito di proteggerlo e di custodirlo » (19). cioè la pacificazione della colonia» (20). l percorso fra Driana e Ghemines viene compiuto in dodici giorni. La destinazione finale è Soluch. Al loro seguito 2 mila cammelli. una marcia un po' più lunga non era poi un castigo sproporzionato allo scopo che Graziani voleva ottenere.Hosc el Ghetaan . appunto per raccogliere i nomadi. E perché un varco sol non fosse aperto. Anche il bestiame che. di cedimenti.scrive Imerio da Castellanza -. per le condizioni fisiche. regioni notoriamente fra le più inospitali. Ma gli ordini sono severissimi. a cominciare dal luogo. non era in grado di proseguire la marcia. la stagione più inclemente. Ma il calvario non termina a Ghemines. infatti.riferisce il giornalista Os. né le fughe dai campi degli uomini validi per riempire i vuoti dei duar. Ma non si erano rassegnati. Il complotto era stato però scoperto nel dicembre del 1930 e sventato. Per punizione Graziani ordina il trasferimento dei 6500 Abeidat e Marmarici nella Sirtica e sceglie.Sidi Mansur . questi sei lager raccolgono 78. a peggiorare le condizioni»(29). con 20.050 a 10. del resto. di enNufilia (375) e i due di Bengasi. se teniamo per buono il censimento turco del 1911. che doveva bastare per tutto il giorno»(31). davanti ad ogni gruppo di due di essi. di Apollonia (1354). indigeni » (26).123 Auaghir. della deportazione e della prigionia nei lager.761 (22). «Che cosa siano le tende non è possibile dire . Felici si chiede: «Come mangia tutta questa gente? Parte di essa è tesserata. Calcolando quattro persone per tenda.900 fra Mogàrba. Tutti. disposti in maniera che. Secondo una relazione di Graziani del 2 maggio 1931. E poiché il governo della Cirenaica non intende sobbarcarsi il mantenimento dei reclusi. Complessivamente. gli uomini validi vengono impiegati nella costruzione di strade e le donne nella coltivazione di alcuni orti sorti nelle vicinanze dei lager. ed ascoltiamo ciò che ci riferisce un giornalista fascista. L'accampamento più grande è quello di Marsa Brega.racconta a sua volta Mohammed Bechir Seium -. Se si considera che altri 20 mila cirenaici hanno lasciato il paese per rifugiarsi in Egitto. E la tessera dà diritto a ritirare ogni dieci giorni tanto orzo in ragione di mezzo chilo a testa»(28). Descritte le abitazioni. come in Cirenaica. Si sa così quali genti ospitino i quadrati. Bisogna tenere conto delle persone abbattute durante le marce di trasferimento e dei morti nei lager. di Suani el Terria (100). «Il campo ha la forma di castrum romano . tanto opportuno e necessario per la sicurezza del territorio. con 3123 Auaghir. Agedabia. cioè a trasferimento ultimato. sia pure in misura tenue. Felici -. «Ci davano poco da mangiare . di Sidi Chalifa (130).riferisce Reth Belgassem -.448 confinati. Ma non è finita. con 10 mila persone. Rigori che provocano un numero altissimo di decessi.117 fra Abeidat e Marmarici. Os.313 cirenaici (2l). Altri confinati badano al bestiame e si muovono scortati da reparti di ascari o di carabinieri.scrive Os.Vediamo ora dove sono dislocati i campi di concentramento. Seguono Soluch. e le file. E per mangiare ricordo solo un pezzo di pane duro del peso di centocinquanta o al massimo duecento grammi. in altre parole. come. specie gli Abid e gli Orfa.197 (24). risulta che i lager più importanti sono concentrati nel sudbengasino e nella Sirtica. condotto con tecniche moderne. che portano il totale generale a 90. Dentro. Orfa. Abid. per denutrizione. ad esempio. vi è altrettanto spazio libero da poter ospitare gli animali. Marmarici e parenti dei ribelli in armi. di Driana (225). di Barce (538). Le pezze di Arlecchino sono infinitamente minori delle pezze che la donna beduina s'industria ad applicare a queste case del deserto»(27). Sidi Ahmed el Magrun. Tutto è numerato e specificato. con 13. Coefia e Guarscia (245). «Ricordo la miseria e le botte . Ogni lato misura milleduecento metri. L'allontanamento dalle loro terre. gli abitanti di tutti gli altri campi.scrive -. Ai quali vanno aggiunti i confinati nei campi minori di Derna (145 tende). scoprono che gli indigeni sono soltanto 142 mila. Ogni giorno qualcuno si prendeva la sua razione di botte. la popolazione ddla Cirenaica è diminuita di circa 60 mila unità: 20 mila per l'esodo verso l'Egitto. dunque. avevano. vi sono i capi quadrato. Dovevamo cercare di sopravvivere con un pugno di riso o di farina e spesso si era troppo stanchi per lavorare»(30). che dava una popolazione di 198. quello di Sidi Ahmed el Magrun. Felici. el Agheila. il commissario regionale di Bengasi: «Le condizioni economiche della popolazione di Soluch non sono troppo floride: il predonaggio con le sue razzie ridusse sensibilmente l'ingente numero di bestiame che.050 tra Braasa e Dorsa. anche se esse. ha contribuito. Questa cifra rappresenta esattamente la metà degli abitanti della Cirenaica. i caratteri e le dimensioni di un autentico genocidio (25). Scrive. 53 . nei primi mesi di prigionia. malattie e tentativi di fuga. che raccoglie 21. divisi l'uno dall'altro da ampie strade. con 10.830. e quelli di Sidi Ahmed el Magrun da 13. Ben più crudeli ed amare sono le testimonianze dei sopravvissuti. vi sono i capi fila. tendono a celare le vere dimensioni del dramma. Quando le autorità italiane compiono il 21 aprile 1931 il primo vero censimento.300 anime (23). 40 mila per i rigori della guerra. Ogni quadrato conta da quindici a venti file. el Abiar. Entriamo ora in uno dei lager. In nessun'altra colonia italiana la repressione ha assunto. Vi è il capo del campo. I tredicimila reclusi di Sidi Ahmed el Magrun vivono in tende. Egidi. apprendiamo infatti che i reclusi del campo di Soluch scendono. come è ovvio. Anche negli altri campi le condizioni economiche delle popolazioni sono poverissime ed ogni giorno si combatte per la sopravvivenza. In venti anni. si deve calcolare che soltanto poche decine di migliaia di persone non hanno conosciuto i rigori della deportazione e della detenzione. Dalla già citata relazione del commissario regionale di Bengasi. in poco più di un anno. Le vele marinaresche più provate e rabberciate non avrebbero nulla da invidiare. si badi bene. da 20.123 a 15. Con razioni così scarse non si vive. La cifra totale dei deportati sale così a non meno di 100 mila. certo non sospetto di simpatia per i reclusi. si hanno altri 12. di cui non si specifica la tribù. Fuacher e Mogàrba. vi sono otto quadrati. Di questo diffuso malessere c'è traccia anche nelle relazioni governative. nell'andatura. Li contavamo sempre. che si trascina. tutto jè dette. due volte alla settimana un pezzo di carne (41). Le scuole e i collegi per i bambini abbandonati sono appunto indicati dalla storiografia fascista come un innegabile titolo di merito. per le quali il vicegovernatore non ha proprio nulla da vergognarsi. dalle tende di lana di cammello nuove agli impianti igienici. ai servizi idrici. nun era abbuso! (39). «Le esecuzioni avvenivano sempre verso mezzogiorno in uno spiazzo al centro del campo e gli italiani portavano tutta la gente a guardare . Gente impiccata o fucilata. nei campi i guardiani esercitano ogni sorta di violenze. Fuori rischiavano di essere prese dagli etiopi (34) o dagli italiani. jè dette stoffe pè fasse le tenne e jè spedì financo le ricette. «il servizio sanitario — confessa lo stesso Graziani — è attualmente disimpegnato da un sezione fissa di sanità. medicine. il cantore delle gesta di Graziani.Pessime anche le condizioni sanitarie dei lager. ecc. Non lasciavamo mai sole le nostre donne. il quale. del resto. Un tentativo di fuga. In tal modo il governo italiano sottraeva i ' sottomessi ' al tremendo dilemma: o rifornire i ribelli o cadere sotto le loro vendette. come il generale Canevari. essi fruiscono di un «vitto speciale ».. fossero persuasi della forma di ciò che imparano. no. al contrario:   Jè dette da magna. un atto di ribellione. A Soluch. deve anche badare ai tredicimila reclusi del campo di Sidi Ahmed el Magrun. E' pochissimo. essi hanno un non so che di lievemente caricaturale. ma solo delle ' riserve ' in campi splendidamente sistemati e forniti di tutto il necessario. ma non altre epidemie. da parere quasi meccanici.   E pazienza che questi giudizi vengano espressi durante il fascismo. ad esempio. da vent'anni. Felici in visita al collegio — E come i loro esercizi sono perfetti! Perfetti tanto. Egidi. una minestra a mezzogiorno e un pezzo di pane alla sera. Gente che veniva uccisa. Anche per Giuseppe Bedendo. che si reca a Marsa Brega un paio di volte per settimana»(32). come se. A Marsa Brega. benne. Non bastassero la fame e le epidemie. Nel saluto. e perciò li salvava anche dalle conseguenze dei loro atti. «Come marciano e sfilano! — osserva Os. Avevano paura di uscire.] Dopo la permanenza negli accampamenti preparati da Graziani. Così. si hanno scarse notizie anche sulla guerra libica. garze. Ma quale materia di soldati non è in questi ragaz54 . c'è soltanto un medico. [.riferisce Reth Belgassem -. dimenticata.racconta Salem Omran Abu Shabur -. Di questa tragica realtà poco trapela in Italia. Cinquanta cadaveri al giorno. Venivano sepolti in fosse comuni. Secondo il commissario Egidi. per ventimila internati. recluso ad el Agheila: «Le nostre donne dovevano tenere un recipiente nella tenda per fare i loro bisogni. Una vaccinazione antivaiolosa di massa riesce a bloccare questo flagello. Nel collegio di Soluch. dove. il campo di Soluch è una specie di paradiso dove fioriscono l'ordine e una disciplina perfetti» e dove «regna ovunque l'igiene e la pulizia»(38). i lager sono istituzioni benefiche. ma è sempre di più di quello che ottengono gli adulti nei campi. mentre le ragazze seguono corsi di taglio e cucito. Le tenevamo chiuse tutto il tempo anche se l'odio dei guardiani era quasi tutto rivolto agli uomini» (35). costituito da tè e pane al mattino. scrive: «Noi non abbiamo mai creato 'campi di concentramento ' in Cirenaica. che lavora sotto il controllo del medico di Agheilat. Racconta Reth Belgassem. il rientro tardivo nei campi sono quasi sempre puniti con la morte. medichi. Ci costringevano a guardare mentre morivano i nostri fratelli»(36). Nel marzo del 1933 il commissario regionale di Bengasi. dove sono confinati ventunomila cirenaici. per «L'Oltremare». Prego codesta onorevole direzione di volermi fornire le istruzioni ed i mezzi necessari per fronteggiare l'epidemia»(33). Inoltre i maschi ricevono lezioni pratiche di agricoltura. più dello spirito. E quel poco che trapela passa attraverso il filtro severo della censura o viene deformato dagli organi della propaganda. avverte Graziani che a Soluch si sta diffondendo il tifo: «A me e al signor direttore di sanità sembra che il periodo di attesa caldeggiato da codesta direzione sia superato: il tifo petecchiale esiste e si estende. O persone che morivano di fame o di malattia»(37). sono stati raccolti 375 ragazzi e 125 ragazze. tutti i giorni. per giunta. Era concentramento. era galera? Quello ch'à fatto. Ma anche dopo il crollo della dittatura c'è chi. le popolazioni della Cirenaica tornarono alle loro terre di coltivazione e di pascolo rinnovate dalla scienza e dalla scuola»(40). «Ogni giorno uscivano da el Agheila cinquanta cadaveri .. Dopo aver costruito questo universo concentrazionario. l'altra al duce.] Ha dato a noi la coscienza del nostro destino. E sembrano orgogliosi di esserlo. Durante la grande guerra egli fu alla fronte con i suoi soldati e non ebbe mai paura. ne torneranno a casa sessantamila. Mentre i ragazzi imparano ad uccidere. l'orgoglio di essere figli d'Italia. La sua attenzione si appunta perciò sui notabili della Cirenaica sospetti di conservare legami con la Senussia e il 6 novembre 1930 ordina l'arresto di 120 capi e il loro internamento nel campo di Benina. Dei perfetti galli assassini. Duce è chi guida. lo aiuta nei suoi bisogni e lo consola nelle sue sventure. seppure in misura minore. Graziani è il primo ad accorgersene. Ora che scrivo. Non ho mai veduto tanti. La reclusione nei campi durerà mediamente tre anni. E lo fanno di continuo. Di pregare devotamente per il Re e il Duce. I'una dedicata al re. che cercherò di trovare tra i vecchi sciumbasci dei battaglioni libici e zaptiè»(47). E' chiamato anche il Re Vittorioso. Quasi nessuno è stato alla scuola coranica. come tanti automi. a fianco dei quali saranno messi dei mudir. infatti. Il colonnello Nasi li valuta. che sicuramente si attaccherà per ragioni di interesse ai nuovi territori nei quali è stata trasferita. pongono Omar al-Mukhtàr in una situazione di estrema difficoltà. Felici ne è tanto meravigliato e sconvolto. Hanno tra i 9 e i 15 anni. buono. Ancora ieri seguivano trotterellando il cavallo del padre ribelle tra le forre e le foreste del Gebel. in quattro e quattr'otto. di colpo. chi va avanti per insegnare la strada buona. nel maggio del 1931. Dei centomila che erano partiti dal Gebel. dice: «S. che cantano le stesse canzoni. con la divisione Libia. Graziani dice: «Le popolazioni potranno così essere realmente governate senza capi e con la diretta influenza dei commissari. due preghiere. a repressione quasi ultimata. saluti. Quella dedicata al duce. Come pazze marionette. tutte protese nel saluto romano»(45). Ma il loro aiuto è scarso e comunque insufficiente a mantenere in armi i duar di Omar. Egli vuole bene al suo popolo. Egli è molto sapiente. [. i più grandicelli sceglieranno con gioia la carriera militare e finiranno in Etiopia. tanti saluti. o quasi. Ce n'è molta. Emanuele vuol dire 'mandato da Dio' e il nostro Re venne proprio mandato da Dio per far grande l'Italia ». A questa semplicistica domanda conviene rispondere altrettanto semplicemente: appunto perché sono solo 55 . o comunque l'osservatore superficiale. A partire dal luglio del 1930 sempre più frequenti sono infatti i suoi appelli a Mohammed Idris ed ai fuorusciti libici che vivono in Egitto. Graziani rivela tutta la sua soddisfazione in un documento riservato al ministro De Bono. preparano per il prossimo domani una popolazione più docile ed abituata al lavoro. Os. con 2800 elementi.. La prima dice: «Il nostro Re si chiama Vittorio Emanuele. E subito moltiplica questi collegi sino a costituirne una dozzina.. che Marie Edith De Bonneuil definisce «visione da incubo» (46). segregati in collegicaserme agli ordini di severissimi sottufficiali dell'esercito italiano. un solo insegnamento: quello di sollevare il braccio nel saluto romano. in pochi anni essi perdono ogni legame affettivo e culturale con il Gebel che li ha generati. malgrado le misure radicali che ha adottato. il nostro Duce. Di essere uguali. Mussolini è il grande Capo. Omar al-Mukhtàr continua a ricevere le decime. Forse di meno. essi si esibiscono in perfetti esercizi ginnici davanti alle autorità e cantano. E' tutto un sollevamento di braccia nell'atto del saluto romano. noi ti preghiamo. tra i 500 e i 600. gli adulti. non può non chiedersi come mai 13 mila uomini non riescano. Signore. anche se i loro effettivi sono stati drasticamente ridotti. e soggiunge: «Il profano. nonostante la sua sconfinata ammirazione per il fascismo. Da Gianagobò a Dagahbur non faranno un solo prigioniero (44). Orfani di ribelli. — scrive — e mentre assicurano l'eliminazione della connivenza dei sottomessi con i ribelli. agli altri ragazzi della penisola. E. ho dinanzi agli occhi come una selva di braccia levate. si alza e saluta. nei campi. in questo periodo. Di lì a quattro anni. sufficientemente indottrinati. Saranno delle perfette macchine da combattimento. ricevono. due fatti che provocano la cessazione del finanziamento locale della ribellione. Chi siede. sono diventati figli d'Italia. a farne fuori 500. tra gli altri inni del regime. con il sussidio di minacce e di botte. Qualche mese dopo. Oggi. «I campi sono ormai sulla via della definitiva sistemazione. Sono lavagne pulite sulle quali si può scrivere di tutto. perdendo l'abitudine al nomadismo e acquistando i gusti e le esigenze delle popolazioni sedentarie. sulle quali necessariamente deve fondarsi e svilupparsi il programma di pacificazione e valorizzazione della Cirenaica»(48). Gli ultimi lager saranno sciolti nel settembre del 1933. E saranno i migliori serbatoi di volontari per i battaglioni libici in via di ricostituzione. Si va a Cufra La creazione dei campi di concentramento e la loro dislocazione lontano dal Gebel. perché egli è il capo dell'Esercito che ha vinto i nemici d'Italia. proteggilo tu!»(43).zi?»(42). che scrive: «Saluti. coraggioso. Graziani si accorge che. Nel comunicare a Badoglio la sua decisione. che pregano per gli stessi semidei. grande nemico»(49). una quarantina di Mogàrba e di Zueia. Io rivolgo viva preghiera a V. si ritirano su Cufra. dunque. Ma a questa storia non crede nessuno. perché sulle oasi di Gialo veglia il colonnello Maletti. Zueia di Cufra. [ . Abd el Gelil Sef en-Nasser e Saleh el Atèusc. scendere a patti» (50). ancora una volta. Riesce a specificare che in un primo tempo il corpo dei colpiti veniva ricoperto da vasti gonfiori. che hanno causato nell'oasi morti ed un indescrivibile panico. I1 31 luglio quattro apparecchi Romeo. la mancanza di strade. Giunti sull'oasi. Vincenzo Cassone. con i loro uomini. Comunque Graziani non sopporta neppure questi colpi di spillo e medita subito un'adeguata rappresaglia. ] Il nemico principale non è qui il ribelle. con la sua fede. ieri ho interrogato il ribelle Mohammed bu Ali. Egli ne vide diversi che presentavano il loro corpo ricoperto di piaghe come provocate da forti bruciature. Occorre che tutti si convincano che la nostra divisa è attualmente: ' non mollare '. a Udeiat el Hod.500 ribelli. Più si ritarda l'occupazione e più la situazione diventerà grave. Per rincuorare i suoi uomini. affinché voglia insistere presso il Capo del Governo per avere lo stanziamento occorrente. si impadronisce a Sneiah Hamed di 200 cammelli. Come giustamente fa osservare Nasi. piagata»(55). Colpita alla radice. circa gli effetti prodotti dal bombardamento effettuato a Taizerbo. ma tace. una ventina di Mogàrba al comando di Abd Rabba el Goder compie una nuova razzia. la sua ostinazione. al comando del tenente colonnello Roberto Lordi. proveniente da Cufra. Affiancato dai tenenti colonnelli Piatti e Marone. dove è convinto si siano concentrati tutti i ribelli fuggiti dalla Tripolitania. dai maggiori Lorenzini e Ragazzi e dall'ex capitano turco Akif Msek. costituito da 24 bombe da 21 chili ad iprite. ma oramai non ci sono più a portata di mano i sottomessi a fornire i rimpiazzi. una grande oasi a 250 chilometri a nordovest di Cufra. La stampa italiana dà molto rilievo al micidiale bombardamento (54). è l'immensità del territorio. da 12 bombe da 12 chili con esplosivo e da 320 bombe da 2 chili.. Rimaneva cosi la carne viva priva di pelle. Moltissimi infermi invece vide colpiti dai gas. non sono altissime. un centinaio. Il predetto. in un territorio grande due volte l'Italia. continui!» (53). da tempo Omar ha abbandonato la speranza di poter ricacciare gli italiani alla costa e non intende altro che «dimostrare al mondo che è capace di mantenere in Cirenaica uno stato di brigantaggio per il quale la vita normale non è possibile e confida che noi si debba. gli aerei lasciano cadere il loro carico. In taluni scacchieri la sete: ecco il solo. Essa dice: «Come da incarico avuto dal signor comandante l'aviazione della Cirenaica. Sarà questione di tempo. Malta non dà tregua ai ribelli per tutta l'estate e l'autunno del 1930. a spostarli di continuo. che comprende una decina di nuclei abitati. qualche giorno dopo a Bir Zeitun e il 2 novembre a Caf el Telem (51). L'11 giugno. Sugli effetti del bombardamento abbiamo la testimonianza di un libico raccolta il 13 novembre 1930 dal comandante della tenenza dei carabinieri di el Agheila. l'organizzazione ribelle deve modificare la propria struttura e la propria tattica. Mentre Graziani non dà tregua ad Omar al-Mukhtàr. Occorrono sei 56 . Omar è infatti costretto a frazionare i duar. Le perdite dei ribelli in questi scontri. a tenere le sue forze in potenza senza mai impegnarle seriamente. In seguito al bombardamento. ad esempio. Essa inoltre resta ancora a segnare il dominio temporale della Senussia in casa nostra. Ma anche per Cufra i giorni sono contati. uno dei giovani colonnelli che più si sono distinti nella controguerriglia in Tripolitania. E. Come obiettivo sceglie Taizerbo. i suoi duar che ogni giorno che passa si vanno assottigliando. A rendergli la vita difficile da luglio Graziani gli mette alle calcagna Giuseppe Malta. dispersi. comandati dal figlio di Saleh el Atèusc. che si è creato una fama per i suoi inseguimenti celeri ed implacabili. Bravo Graziani. Abd el Gelli Sef en-Nasser e Saleh el Atèusc.. partono da Gialo e puntano sulla lontana Taizerbo. sull'impiego dei gas. arrivò a Taizerbo parecchi giorni dopo il bombardamento e seppe che quali conseguenze immediate vi furono quattro morti. è quella buona. battendoli l'8 ottobre all'uadi esSània. Ma sono missioni suicide. ma questa volta la ribellione si esaurirà. ed inviata a Roma dal tenente colonnello Lordi. Badoglio aveva previsto questa lenta agonia e il 9 settembre 1930 invia a Graziani questo caloroso plauso: «Dal rapporto settimanale vedo che la caccia ai beduini continua con risultati notevoli e che i rifornimenti dal confine si fanno sempre più difficili (52). però. Omar è irrimediabilmente solo. Il 3 luglio. ancora una volta. cercano di dare una mano ad Omar compiendo frequenti scorrerie nel sudcirenaico tra la Sirtica e le oasi di Gialo. La linea. decisi a giocare nell'oasi la loro ultima carta prima di sconfinare in Egitto. che si sono rifugiati nell'oasi di Taizerbo. Già il 16 maggio Badoglio aveva scritto a De Bono: «Cufra sta diventando il centro di raccolta di tutto il fuoruscitismo libico. che dopo qualche giorno si rompevano con fuoruscita di liquido incolore. Omar fa circolare la notizia che i Sef en-Nasser sono in arrivo da Cufra con 500 uomini. è quella di riconoscere il terreno. una sezione di autoblindate. A rinfrancarli nella loro determinazione. camionabile.] Chiedo pertanto a V.. intanto. Una furiosa tempesta di sabbia. il consenso per eseguire questa operazione militare. Contrari a questa decisione sono invece il capo locale degli Zueia. Il 26 agosto quattro Romeo si portano infatti sul grande arcipelago di oasi e. Qualche giorno dopo Mussolini accorda il suo consenso e subito ha inizio la preparazione dell'impresa. Scems ed-Din. Gli altri capi si preparano a resistere sbarrando le strade di accesso a Cufra (59). con marcia ammirevole per regolarità e disciplina. si deve concludere che la mia richiesta è molto parsimoniosa» (56). 3 cannoni. provoca un ritardo di tre giorni. che si è mossa da Taizerbo. Egli fa perciò compiere alcune ricognizioni dell'itinerario Gialo . il corpo di spedizione risulta composto da 654 nazionali (ufficiali. i 400 km di desolato serir che separano Gialo da Bir Zighen senza lasciare indietro. fino ai pozzi di Bir Zighen. presentano maggiori difficoltà perché al piatto serir si sostituisce una barriera di dune mobili.Bir Zighen e del percorso Uau el Chebir . con autocarri e cammelli. nel lungo e non facile percorso. La prima operazione che Ronchetti deve compiere. con alcuni ikhuàn. raggiungono Taizerbo I'11 gennaio. verso le 10. [. come riferisce Graziani. Graziani può con orgoglio sostenere che il corpo di spedizione «in 10 giorni attraversò. che il 31 dicembre. producendo visibilissimo effetto. invece. ma comunque praticabile. E.Taizerbo. Per rifornire le tre colonne che convergeranno su Cufra egli deve provvedere al trasporto. lubrificanti. carburanti. mentre sono in vista delle prime oasi di Cufra. «due apparecchi bombardarono el Giof. al quale tocca risolvere un problema logistico mai prima di allora affrontato nel deserto. altri due et-Tat. una particolare importanza quale vero e proprio centro dei traffici che mantengono in vita la ribellione in Cirenaica. che partono rispettivamente da Zella e da Uau el Chebir. di ben 20 mila quintali tra viveri. che partirà da Agedabia. Anche le altre due colonne. ma il panico invase tutti. Questo intervento dell'ex Gran Senusso tronca il di verbio. intanto. partite da Zella e da Uau el Chebir. dopo la revisione delle macchine. a scaglioni. se non dal punto di vista logistico. ma che ha importanza notevolissima per la soluzione dell'annosa questione cirenaica» (58). che danneggia autocarri e autoblinde. lascia Agedabia per Gialo. ma anche dell'ormai stroncata ribellione tripolitana. La colonna Maletti. è contrario alla resistenza e vorrebbe andarsene in Egitto con tutta la popolazione delle oasi. risiedono. che fa parte della famiglia senussita essendo figlio di Ali el Chattabi. che non presenta rischi e difficoltà. Graziani fa bombardare anche Cufra. il loro distacco è quasi annullato. Un paio di settimane dopo. Commentando questo secondo sbalzo. i capi dei Mogàrba Saleh el Atèusc e Rhmed bu Sceaeb e il capo degli Ulad SuIeiman Abd el Gelil Sef en-Nasser. A Cufra. prende la strada dell'Egitto. cosicché la colonna non sarà pronta a ripartire. Il 20 dicembre 1930 la colonna principale del corpo di spedizione. Successive informazioni dettero che le perdite subite dalla popolazione non furono gravi. Qualche ora dopo. avrà davanti a sé un terreno facile. Il 12 gennaio 1931 Graziani si trasferisce in volo da Bengasi a Bir Zighen per assumere l'effettiva direzione delle operazioni nella fase conclusiva dell'impresa. 7 mila cammelli. Molte case crollarono. esponenti importanti non soltanto del senussismo cirenaico. poi. i quali capirono come il cerchio si incominciasse a stringere intorno a loro» (57). né una macchina. In attesa del finanziamento. La preoccupazione è tanto più viva in quanto nella città santa del senussismo non c'è la concordia. Fu lanciata oltre mezza tonnellata di esplosivo. partita da Bir Zighen. A preparazione ultimata. A Cufra. in dicembre giunge a Cufra un messo latore di una lettera di Ahmed esh-Sherìf con la quale egli investe dei pieni poteri Saleh el Atèusc e Abd el Gelil Sef enNasser. compresi i capi. 70 mitragliatrici e 25 aerei da ricognizione e da bombardamento. II 9 gennaio è ai pozzi di Bir Zighen. Gli ultimi 180 chilometri. AlI'alba del 19 gennaio. Abd el Hamid bu Matari. con 378 automezzi. che comprende i reparti del tenente colonnello Maletti e dei maggiori Lorenzini e Rolle. Due giorni dopo viene ripresa l'avanzata verso sud. il 9 settembre. Quando si pensi a quello che è costata l'occupazione di Giarabub. sottufficiali e truppa) e da 3321 ascari. si accerta che la colonna principale. Insieme essi possono disporre di una mehalla forte di 600 uomini. tra il 22 e il 27.Uau en-Hamus . Essi sono perciò decisi di dare combattimento agli italiani alle porte di Cufra. per 640 chilometri. munizioni e materiali vari. marciano su itinerari mano a mano convergenti e vengono mantenute in contatto dagli aerei.milioni. che dura cento giorni e viene affidata al generale Ronchetti. contando sul loro affaticamento dopo il difficile percorso fra le dune mobili. in questo momento. né un uomo. uno 57 . dovranno compiere un percorso difficile. con una buona dotazione di armi moderne ed un abbondante munizionamento.. Una forza almeno dieci volte superiore a quella dell'avversario. La perdita si ridusse ad un centinaio di cammelli» (60). mentre le colonne secondarie. dove giunge. e naturalmente operano. In base ai dati raccolti. Scems ed-Din. e la colonna Campini. De Bono torna alla carica con Mussolini per ottenere i sei milioni necessari all'impresa e così giustifica la richiesta: «Cufra ha assunto. si attende con comprensibile inquietudine l'imminente attacco italiano. come vedremo. gli scampati al combattimento di el Hauuari e al successivo inseguimento si dirigono in gran parte verso il confine egiziano. Ma troppo grande è la sproporzione tra le forze in campo. l'ultima oasi con buona acqua in territorio libico. con la sua gente. poiché i ribelli e le loro famiglie si sono frazionati.. Scrive uno dei piloti. nel quale si afferma. Sul terreno hanno lasciato un centinaio di morti. si aprono a ventaglio e cercano di avvolgere le ali dello schieramento avversario. «La Nation Arabe».degli aerei in servizio di collegamento avvista la mehalla ribelle. Ma oramai la loro è una fuga disordinata che. tra i quali il capo degli Zueia. compresi le donne e i bambini. Il 9 febbraio 1931 il grande quotidiano del Cairo «AlAhràm» pubblica un articolo dal titolo I martiri della fede. su loro richiesta. dal canto suo. Micidiale. si completa la strage dei difensori di Cufra. ma l'onore conta più del denaro ed è più caro dei propri figli» (67). il giorno dopo si ripete. Saleh el Atèusc. l'aviazione. finché giungono sopra gli uomini.. tra l'altro: «Il bilancio italiano sarà forse arricchito dal denaro che produrranno i beni confiscati ai senussiti. perché vengono subito rintracciati dalle pattuglie anglo-egiziane ed avviati anch'essi a el Minya (66). la peregrinazione di Abd el Gelil Sef en-Nasser e della sua gente. Mentre Graziani e Badoglio (giunto in volo da Tripoli) festeggiano a Cufra il loro successo (63). uno di zucchero e the» (64).] II gioco continua per tutta la giornata. Saleh el Atèusc. Dopo due ore di aspri combattimenti i ribelli sono costretti a cedere e si ritirano prima nell'oasi di el Hauuari. sia da parte di reparti cammellati che dell'aviazione. Maletti cerca di prendere la mehalla tra due fuochi. mal consigliato da una guida infida. che nessuno penserà mai a sotterrare» (62). raggiunge el Auenat. che si è attestata sul margine settentrionale dell'oasi di el Hauuari. «Nel frattempo — racconta — macellavamo i pochi cammelli rimastici per estrarre dalla loro vescica quel poco di liquido che vi si trovava. dove si accampano nella proprietà di Ali bey el Masti. che parte alla caccia con 25 apparecchi. come sempre. il terzo giorno anche.. Da questo momento. Graziani parla di altri 100 uccisi. dove tentano ancora una breve resistenza. — riferisce ancora Saleh el Atèusc — altre 17 persone hanno trovato la morte per forti diarree provocate indubbiamente dall'abbondanza del vitto consumato dopo un così lungo periodo di completa privazione» (65). i ribelli vengono disarmati e avviati al posto di frontiera di Bu Mungar. puntano un gruppo di cammelli e li abbattono. Anch'essi toccano i pozzi di el Auenat e di el Merga e poi si perdono nel deserto al confine tra l'Egitto e il Sudan. grande protettore dei libici fuorusciti. [. le bombe hanno scarso effetto dato che il bersaglio è estremamente diluito. arroccandosi su alcune colline. i quali ora si gloriano di aver catturato cento donne e bambini appartenenti alle poche centinaia di abitanti male armati di Cufra che hanno resistito alla colonna occupante: ' Che cosa c'entra tutto ciò con la civiltà? ' Nei tempi moderni non sono consentiti questi metodi medioevali e certo essi non rialzeranno il prestigio del fascismo e dell'Italia agli occhi del mondo» (68). II combattimento si accende subito furioso. In Cirenaica l'occupazione di Cufra produce un'impressione ancora più profonda. mirano ad un uomo e lo fermano per sempre. liquido che distribuivamo ai più assetati per salvarli da una morte sicura. due ufficiali e due ascari morti e 16 feriti (61). Subito dopo ha inizio l'inseguimento dei ribelli. con i suoi uomini e le loro famiglie. «Dal nostro arrivo in questa località. Abd el Hamid bu Matari. applicando la loro tattica tradizionale. Ma il bilancio complessivo è molto più alto. a el Minya.]. e più tardi i pozzi di el Merga. invece. Le carovaniere della sperata salvezza diventano un cimitero di morti abbandonati.. poi verso le oasi maggiori di et-Tag e di el Giof. Avvistati finalmente da una pattuglia di soldati inglesi. fino a quando cioè si può avvistare l'ultimo fuggiasco. Da parte italiana. condotto per giorni e giorni e in tutte le direzioni. Vaga per 70 giorni cercando invano l'accampamento di nomadi che gli era stato segnalato. In seguito vengono trasferiti in autocarro. ma le mitragliatrici fanno sempre buona caccia. tutte le possibili vie di ritirata sono esplorate e battute fino alla distanza di trecento chilometri. nella valle del Mio. Ma il loro incubo dura poco. sbaglia cammino e comincia ad errare nel deserto alla disperata ricerca di acqua e di cibo. In questo implacabile inseguimento. dal canto loro. Meno tragica. Vincenzo Biani: «Partiti all'alba da Bir Zighen. non si arresterà che in Egitto o nel Tibesti. I ribelli. scrive: «Noi chiediamo ai signori italiani [. La notizia che la città santa di Cufra è caduta nelle mani di Graziani e che i suoi difensori sono stati in gran parte massacrati riempie di dolore e di sdegno le popolazioni del mondo islamico. di 14 passati per le armi e di 250 prigionieri. gli apparecchi riconoscono sul terreno le piste dei ribelli in fuga e le seguono. Lo stesso Graziani ammette che «gli indigeni l'hanno vista con animo addolorato per il carattere squisitamente mistico che quel- 58 . gli altri verso il Tibesti e il Borcu. Ben 170 persone hanno trovato la morte per la sete ed i superstiti sarebbero certamente morti se la provvidenza non ci avesse assistiti nell'avviarci in una località dove trovammo un sacco di farina. l'oasi conservava». Alba d'impero. f. che ripete ed amplia le considerazioni fatte nella lettera a Graziani del 20 giugno. f. Ha solo luogotenenti devoti e disciplinati. 150/8. 1 a Giarabub e 5 a Cufra. Graziani a Badoglio. cit. 12 ACS. 150/22. pos. Relazione sull'accertamento del patrimonio delle zavie senussite in Cirenaica. 2. n. 90. 2230. Sindacato italiano arti grafiche Roma 1932. tra l'altro. 1019. 8 a Barce. Egli è anche convinto che ora gli aiuti dall'Egitto si riverseranno in misura maggiore sul Gebel. pos. sulla cui fedeltà Graziani nutriva molti dubbi (ASMAI. 4 Insieme ai capi zavia fu confinato anche Hassan erRidà. 11 agosto 1930. E conclude il suo dispaccio a Badoglio dicendo: «Mi compete perciò il dovere di reagire subito a qualsiasi senso di ottimismo possa ingenerarsi nei riguardi delle conseguenze della recente occupazione che. 11 R. 2. Lettera n. Carte Graziani. p. 9 Ivi. 25. Non è quindi possibile adoperare il solito sistema di incunearsi tra le gelosie. Graziani avanza anche l'ipotesi che la perdita di Cufra «potrebbe rinfocolare anziché affievolire lo spirito religioso che infiamma i combattenti del Gebel. 8 Ivi. Tel. in R. 10 Ibidem. p. Felici. f. Libia. tracciava un ritratto di Omar al-Mukhtàr particolarmente positivo: «La ribellione si impernia su di un uomo che gode di un'autorità e di un prestigio assoluti. 4344. 17 F. gli odi. 16. riservatissirno personale. 150/8. poiché la località era riconosciuta luogo santo anche da molti musulmani che non aderivano alla setta della Senussia. 5 Cit. a mio parere. f. si veda G. 7 Ivi. 98. 16 Ivi. Libia. Tel. 16. b. Libia. pos. 10891 del 19 agosto 1930. 150/7. Di studiare il problema veniva dato l'incarico al capo dell'Ufficio fondiario. Cirenaica pacificata. 15589. NOTE (1) Il primo cenno all'esproprio delle zavie è contenuto in una lettera di Federzoni a Teruzzi del 15 giugno 1928. f. n. 2143. Terra nostra di Cirenaica. 2 a Soluch. L'incarico di predisporre l'accertamento del patrimonio delle zavie e il loro assorbimento da parte del demanio della colonia fu affidato al consigliere di Corte d'Appello Fernando Valenzi. pp. 15 ASMAI. f. cit. Fernando Valenzi. 2. 126. 8825 (in DLPA). 6 ad Agedabia. così distribuite: 3 nella zona di Bengasi. che sempre esistono quando vi sono capi diversi. E' abilissimo come comandante e come organizzatore (ACS. 150/7. 2 a el Abiar. f. 25. 14 Per un accurato studio sulle deportazioni e la vita nei lager. Rochat. pp... 6 ASMAI. Bengasi. f. cit. Badoglio. prof. Il ministro chiedeva al governatore di presentargli un progetto per l'indemaniamento dei beni delle zavie e lo pregava di «togliere all'indemaniamento il carattere di provvedimento preso in odio alla religione» (ASMAI. 5179). Lettera n. Allegato ad una lettera di Graziani a Badoglio. 16. 146. prof. il giudice Adolfo Fantoni. tel. 1. La repressione della resistenza in Cirenaica. sottof. le rivalità. La natura giuridica degli auqaf delle zavie senussite della Cirenaica. tesi in un'ultima volontà di resistenza pur di mantenere alto il simbolo senussita». se pur di indubbio valore morale» (69). 59. pos. Graziani. 28 novembre 1928. b. 2 ASMAI. Si vedano i suoi rapporti: Relazione e schema di decreto circa l'acquisizione delle terre al patrimonio della colonia al fine della colonizzazione. 18 Os. Cirenaica pacificata. pos. Ravagli. p. In questo documento. 15. Le zavie erano 49. Libia. 59 . Omar al-Mukhtàr non divide il suo potere con alcuno. rimarranno circoscritte ad un fatto locale. Bengasi. pos. 7 a Cirene. 150/7. 150/8. pos. f. 149. 13 Il 1° luglio 1930 Badoglio inviava a De Bono una lunga relazione con la quale lo metteva al corrente delle decisioni che aveva preso riguardo la deportazione degli indigeni. 3 Fatta eccezione per la zavia di Giarabub. 2). Lettera n. del 7 giugno 1930. Carte Graziani. pos.. 29. 1. 2968 del 17 agosto 1930). 11 a Derna 4 a Tobruk. cit. 14 aprile 1931. n. 150/21. 2055 del 5 giugno 1930. 150/7. f. In tutti i momenti ed in ogni circostanza la sola sua ferma volontà detta legge.. proprio per mantenere viva la rivolta nell'ultimo lembo di Cirenaica libera. sottof. pos. f. Libia. Graziani. Ma il resoconto più reticente ed avvilente sui campi è quello di Giuseppe Bucco e Angelo Natoli.. p. p. prima di raccogliersi nella zona di Soluch. Canevari. Cirenaica pacificata. numerosi erano gli etiopici delle regioni settentrionali. scritte ed orali. 150/22.. 22 R. nelle zone carsiche e boscose del Gebel». 236). Rochat calcola che perirono il 90/95 per cento degli ovini. per il fatto che non si facevano mai prigionieri in occasione di scontri fra le nostre truppe e i ribelli e si fucilavano anche donne e bambini. 45. p. 6 marzo 1933. vol. b. f. 23 Secondo uno studio eseguito dal colonnello Enrico De Agostini nel 1922-23. op. che cosa scrivono del famigerato lager di Soluch (p. Graziani. si presentò a me per protestare. SugarCo. Commissariato regionale di Bengasi.95 38 «L'Oltremare». 91.risulta dalle tante e ripetute mie proteste. 60 . 28 Ibidem. 21 ASMAI. Si trattava invece di libici che già avevano servito come ascari nell'esercito italiano. 90. 98. pos. Felici. 24 Relazione sugli accampamenti. rapporto 33 ACS. 20. gli abitanti erano 225. un gruppo di zaptiè. Salerno. Edizioni generali CESA. Secondo un'altra valutazione (Annuario statistico italiano 1928). op. 33435. 151. 90.19 ASMAI. facendomi conoscere che se fosse loro stato impartito nuovamente un ordine consimile avrebbero preferito disertare» (AB.scriveva Daodiace a Brusasca il 7 gennaio 1951 . pp. ma li gabellano come attendamenti spontanei. EvansPritchard dava una cifra leggermente superiore. aprile 1931. pp. Le gesta e la politica del generale Graziani. p. 13 e 24. 8. p. 37 Ivi p. Non posso precisare in che anno. p. 29 Relazione sugli accampamenti cit. 26 Os. Nel chiederne il rimpatrio. autori di L'organizzazione sanitaria nell'Africa Italiana. Relazione sugli accampamenti. 196. infatti. 25 Lo stesso flagello si abbatté sul bestiame. cit.. da dissenteria bacillare e da elmintiasi. Libia. Torino 1940. 13334. Milano 1979 p..000. 34 Il testimone allude agli ascari reclutati in Africa Orientale. 30 E. 31 Ivi. cit. Bedendo. Uno dei rari funzionari che cercò di contenere la furia distruttrice di Graziani fu il commissario Giuseppe Daodiace. Orizzonti d'oltremare. p. ai quali era stato ordinato la fucilazione di 36 fra donne e bambini di un attendamento. cit. Si legga.400. V. cit. 161). rapporto n. Salerno. pos. caprini e cavalli e l'80 per cento dei bovini e dei cammelli (G. 1058 del 2 maggio 1931. «Che io non li approvassi . 44. 4. Tra di essi. Gli autori non accennano mai ai campi di concentramento. f. 20 Imerio da Castellanza. p. L'autore fa intendere che si trattava di guardiani estratti dalla stessa popolazione di reclusi. f. 32 ASMAI. Carte Graziani. Graziani così scriveva al MAI: «La forma mentis del dottor Daodiace era inveterata nei vecchi sistemi ed egli è stato sempre da me violentato perché seguisse i nuovi. 40 E. b. che si avvicinava a quella del censimento turco. 99. Graziani a De Bono. da oligoemie. Roma 1936. edito nel 1965 dal ministero degli Affari Esteri. 104. 44. ad esempio. cit.. 27 Ivi. Relazione di Egidi al Governo della Cirenaica. sottof. pacco 5. cartina annessa alla p. 4. 35 E. 4. 36 Ivi p. 39 G. Berruti. della serie L'Italia in Africa... Genocidio in Libia. gli abitanti della Cirenaica erano 185. Ma non era così. La repressione della resistenza in Cirenaica. cit. Libia. n. 98. 316): «La maggior parte degli Auaghir transumanti viveva. Migliaia di detenuti furono colpiti anche da deperimento organico. Inventari e supplementi. Rochat. p. 150/22. 8. Graziani a De Bono. 28 luglio 1932. pp. Mai naturalmente ho detto quale sforzo mi sia costato incanalare la volontà del funzionario in questione ai metodi nuovi da me attuati e da lui non approvati». f. che era la principale risorsa della Cirenaica. op. Il corsivo è nostro. 312. cit. Lettera n. 52 Il traffico con l'Egitto si svolgeva in questo modo. pp. I ribelli conducevano il bestiame razziato o di loro proprietà verso il confine e. perché l'isola. 1. 1058. 57 R. Libia. 14. Felici. Felici. 53 Cit. cit. 47. pp. Cirenaica pacificata. sforzo eroicamente compiutosi nel silenzioso sacrificio del deserto. 201). già zeppa di deportati libici. e l'articolo di Giorgio Menzio. Pavone. per l'impresa di Cufra. 4445. 54 Si veda. Biani. 14 settembre 1930. tel. Come giungemmo a Cufra. Gli italiani in Africa Orientale. 150/ó. 50 Ivi.. p. Libia pos. Cirenaica pacificata. Si era anche tentato di inviare un intermediario a Cufra per invitarne gli abitanti ad arrendersi senza combattere. f. da notizie in suo possesso. Rapporto n. 61 Graziani riconobbe il valore dell'avversario. 192. per poi affermare che la notizia era falsa (ASMAE. 58 ASMAI. La guerriglia e l'impiego delle truppe in Cirenaica.. Il colonialismo italiano da Adua all'impero. 42 Os.. f. in Luigi Goglia. Laterza RomaBari 1981. rischiava di diventare un covo di intrighi. Lettera n. 3912 del 4 novembre 1930 Nello stesso telegramma Graziani consigliava di non inviare i nuovi arrestati ad Ustica. 5. 3D. 43 Ivi. Sandro Sandri. cit.. 46 «L'Illustration». 24293/1139 del 20 dicembre 1930). cit. si batté con audacia ed accanimento singolari e non cedette se non quando si vide irreparabilmente sopraffatta e quando capì che se avesse insistito sarebbe stata presa fra due fuochi e totalmente annientata» (R. Libia. Fabio Grassi. p. 4 novembre 1933: Vers la farouche Senoussi. «Nuova Antologia».. avvertì Graziani che. 352. 3591 dell'a giugno 1930). b. pos. cit. op.] pur essendosi trovata di fronte a forze molto superiori di quelle contro le quali riteneva di cover combattere. pos. riservatissima. Nasi. farina. pp. tabacco. pp. Graziani.. 56 ASMAI. op. Del Boca. cù. La conquista dell'impero. II mistero di Cufra. op.41 Relazione sugli accampamenti. Si vedano. f. 1148. si assomma lo sforzo dei capi e dei gregari. ma De Bono non era convinto delI'efficacia di questa operazione e infatti fu lasciata cadere (ivi. b. 51 In uno di questi scontri cadeva Fadil bu Omar. 55 Cit. in Governo della Cirenaica. anche il libro di Dante Maria Tuninetti. 98. 2122. Ad un dato momento. il ministro italiano al Cairo. L'esplorazione e il bombardamento di Cufra «Gazzetta del Popolo». pp. 4849. 24344 63 Graziani non lesinò negli autoelogi. f. marzo 1937. E ancora: «In questa impresa. 8. 60 R. ad esempio. luogotenente di Omar al-Mukhtàr e suo consigliere più ascoltato. barattavano con i contrabbandieri oppure con fuorusciti libici il loro bestiame in cambio di tè. qui giunti. p. Calcagni. cit. 48 Ivi. Graziani promosse un'indagine.. cit. Graziani. Cantalupo. 150/ó. 57. Scrisse: «La mehalla ribelle [. Telespr. 14. 59 Anche Mohammed Idris aveva inviato un suo corriere a Cufra per sconsigliare Scems ed-Din di evacuare l'oasi (ASMAE. Bengasi 1931 p. 170. Organizzazione marciante. Graziani. 66641. armi e munizioni. e che deve 61 . 45 05. 44 A. pot 66680. Libia. 47 ASMAI. cit. 56. 150/22. 6). p.. alcuni contrabbandieri sbarcavano viveri ed armi sulla costa della Cirenaica. op. 49 Guglielmo C. Bengasi 1931. 6061. Libia. Scrisse che «l'occupazione di viva forza dell'oasi di Cufra rappresenta la più grande operazione sahariana che sia stata mai compiuta». p. p. 62 V. p. Cirenaica pacificata. f. indumenti. De Bono a Badoglio... cit. in E. Salerno.. su gruppi di soli armati.essere cantato ed esaltato come fonte inesauribile di forza e di bellezza morale» (R. f. con un minimo di obiettività. «Bourse Egyptienne» del 4 giugno 1931). in Libia. i bombardamenti che crescevano d'intensità con l'intensificarsi della guerra ma soprattutto con la crescita dell'arma aeronautica. b. forse nella maggioranza dei casi. Clayton salvò anche la carovana guidata da Mohammed Mittah. ha volutamente nascosto all'Italia repubblicana una realtà spesso feroce. 69 ASMAI. b. l'apologia dello strumento militare. l'Arma aeronautica stava realmente combattendo: la parola ribelli finisce per essere un termine anonimo ed insignificante quando non viene collocato nel contesto che l'ha generato. era ridotta a 37 persone. Graziani. SugarCo Edizioni. come viene giudicata tale oggi. donne e bambini aiutavano chi combatteva con le armi e lo sostenevano non solo nascondendolo dai rastrellamenti ma anche attraverso un appoggio logistico e morale. Clayton ricevette una decorazione (cfr. Anzi. Cantalupo a MAE. Tel. Uomini. Il libro fu pubblicato nel 1964 e ad un primo esame sommario poteva apparire come un tentativo di fornire. 65 Ibidem. Il tono spesso enfatico e trionfalistico. febbraio 1931: L'impérialisme italien en Tripolitaine. viceversa. Nel 1941 il maggiore Clayton guiderà i primi raid contro le basi italiane della Cirenaica. gli aviatori italiani gettarono le loro bombe su concentramenti di civili e non. incaricato di fornire un quadro il più fedele possibile di quanto di negativo e di positivo c'era nel passato coloniale dell'Italia. Cirenaica pacificata. i libici persero nel deserto alcune centinaia di uomini. pos. 8.quello delle gravi omissioni . dedicato alle operazioni dell'Aeronautica in Eritrea e in Libia. 1. L'occupation de Koufra. http://www. è stato concesso dall'autore a spiegare contro chi. Ed altri dati sono probabilmente nascosti negli archivi militari. Libia.pasti.non è. 7. 203 e 205). 2. come lo stesso Graziani riconoscevano come il ribelle libico era. Per i suoi salvataggi. questo. Altri autori certamente non sospetti.org/salerno. 66 ASMAE. b. però. Meno spazio. cit. sono puntualmente registrati. Milano 1979 Si potrebbe definire un «falso per omissione» il volume firmato da Vincenzo Lioy e curato dal «Comitato per la documentazione dell'opera dell'Italia in Africa» . telespr. 150/ó. 1551/482 dell'8 maggio 1931. 1960/615 del 12 giugno 1931.html  Le infamie del colonialismo italiano in Libia sono state quasi sempre rimosse in Italia. f. Il problema . 1. Le operazioni di ricerca dei dor (i gruppi armati di ribelli) in Libia. Era una lotta di popolo quella che per anni ha paralizzato l'esercito italiano in Libia. Cantalupo a MAE. Il racconto di Saleh el Atèusc fu raccolto da un informatore egiziano al soldo della nostra legazione al Cairo. P. Una realtà che sarebbe stata giudicata ugualmente feroce allora. infastidivano ma non sembravano intaccare una certa «onestà» storica dell'autore. Libia. 1. 270 del 30 gennaio 1931. Quasi più grave della stessa azione coloniale e fascista in Libia è la constatazione che la penna censoria dello storico «democratico» . Quando la carovana di Saleh el Atèusc fu avvistata e portata in salvo dal funzionario inglese ed esploratore M. in certe fasi della storia della Resistenza. Libia. 64 ASMAE. 67 La traduzione dell'articolo in ASMAE. ai responsabili si erigono monumenti. invece. Clayton. ma resi fumosi dal passare degli anni. Libia. l'intera popolazione del paese. f. pp. La Libia fu per l'Arma aeronautica italiana ciò che Guernica fu in Spagna per la Luftwaffe di Hitler: un campo 62 . è invece emersa da una ricerca negli archivi del Ministero degli esteri. A. Secondo i calcoli dell'esploratore inglese. mettere l'accento su di esso. 68 «La Nation Arabe» n. Ecco qualche testo per non dimenticare BOMBARDAMENTI E GAS Il presente scritto costituisce il terzo capitolo del libro "Genocidio in Libia: le atrocità nascoste dell'avventura coloniale (1911-1931)" di Eric Salerno. La verità. doveva apparire a Vincenzo Lioy come un'arma a doppio taglio: significava riconoscere che in molti casi.. 14. telespr. f. che poteva trasparire da una lettura accorta di certi libretti apologetici di regime e balzare agli occhi dai racconti freddi e quasi distaccati. dei superstiti libici. gli avvistamenti compiuti dagli aerostati prima e dagli aeroplani poi. una traccia di quanto era stato compiuto dalle forze aeree italiane in due momenti della conquista coloniale. E riconoscere questo particolare fondamentale. 3. Dal 1924 al 1926 gli aerei avevano l'ordine di alzarsi in volo per bombardare tutto ciò che si muoveva nelle oasi non controllate dalle truppe italiane. c'era un collage fotografico che raffigurava i volti di cinque aviatori militari che avevano appena raggiunto Tripoli. Ribelli risposero al fuoco colpendo ripetutamente apparecchi. Le descrizioni non mancano: «. Non c'è bisogno di commentare questa breve nota. Non si trattava di azioni militari contro altre forze armate. ad esempio. Così mattino giorno sette Caproni di Apollonia bombardava greggi lungo uadi el Greihat e lanciava bombe incendiarie sulle messi di uadi Mekeughina. avvistò e bombardò a Giocch el Meter grosso attendamento circa centocinquanta tende coniche e rettangolari. Agelat. con delle grandi tende verdi.aviazione assolse assai bene compito collegamento segnalando obiettivi alle colonne operanti e compiendo bombardamenti. regolari o ribelli che fossero. Zavia. furono per l'Arma aeronautica una specie di rodaggio. Gedida. inviava al Ministero delle colonie una lunga relazione in cui spiega come le forze armate a sua disposizione fossero impegnate a conseguire una serie di obiettivi come «impedire raccolta orzo da parte ribelli e distruggere vasti seminati esistenti nel Gebel meridionale» . Pomeriggio giorno otto apparecchi di Merg spezzonavano e mitragliavano efficacemente accampamenti in fuga nello uadi Scebeicha. dunque. Azizia» . Per la prima volta un apparecchio volò di notte per una missione di guerra. Tra il maggio e l'agosto del 1917. Punta Tagiura. Per preparare altre guerre ed altre conquiste. E poi questo brano così «romantico» : «Uno dopo l'altro. Gli aerei erano piccoli. E che avrebbe lasciato spazio e tempo allo sviluppo di armi sempre più micidiali e a tecniche di bombardamento più precise.vivo su cui sperimentare le ultime tecniche della guerra. vicino al mare) a ridosso del cimitero degli ebrei a Bab Isdid» . Le alterne vicende della guerra libica fecero sì che cinque o sei anni dopo il suo inizio erano entrati in servizio aerei nuovi. Fonduc ben Gascir. furono eseguite in Tripolitania un centinaio di azioni offensive con il lancio di bombe incendiarie «sui campi di orzo dei ribelli. assumevano toni sempre più «incisivi» . più grandi e tecnicamente più capaci di svolgere il ruolo bellico al quale erano stati predisposti. Con l'aggravarsi della situazione politicomilitare le autorità italiane furono costrette ad ammettere la crescente difficoltà per le formazioni italiane di imporsi alla popolazione libica. Lo stesso Mombelli. con mitragliamenti nelle oasi di Zanzur. Un rodaggio che valeva sia per le macchine che per gli uomini. imparavano a stare in volo. La politica italiana nei confronti dei ribelli era già da allora quella della «terra bruciata» . E gli attacchi contro le linee degli arabi o dei turchi sembravano efficaci a livello psicologico più che materiale... L'Italia con la sua aeronautica riuscì a stabilire in Libia alcuni record. Le azioni militari assunsero contorni diversi. bensì di bombardamenti indiscriminati della popolazione civile per fiaccarla e tentare di dividerla dagli uomini in armi. Bombardò regione Saunno con esito visibilmente efficace settantina tende coniche e numeroso bestiame al pascolo. Mattino seguente aviazione Merg bombardò accampamenti presso Gadir Bu Ascher e anche in questa occasione velivolo fu colpito da 63 .. i quali sembrano dei grandi padiglioni eretti per accogliervi un'elegante colonia di bagnanti.ignorate dal Comitato per la documentazione dell'Opera dell'Italia in Africa. il 17 maggio 1926. Bombardò ripetutamente accampamento due chilometri est Bir Garbagniha di cui notiziario precedente nonché. affluente del basso Sammalus. Nel notiziario politico inviato al governo della Tripolitania il 26 febbraio 1924 dal generale Mombelli ctè solo un breve accenno ad una di queste operazioni: «Caproni esplorò regione Uadi elFaregh fino Bir Yaggadia. Per la prima volta nel mondo aeroplani e dirigibili furono impiegati a scopo bellico.. Distruggendo i campi d'orzo si costringevano i «ribelli» . Fonduc Scrif. Sormen. «Il Messaggero» raccontava che: «Il campo di lancio per gli aeroplani è stato improvvisato in un campo di sofsa (il trifoglio per foraggio che vien coltivato nell'oasi dei dintorni di Tripoli. Le prove di ciò esistono negli archivi italiani ma furono totalmente . Sotto i titoli a piena pagina dei giornali che fornivano un primo elenco delle vittime italiane della battaglia di SciaraSciat. potevano caricare ancora solo modeste quantità di bombe. Sidi ben Adem. armati e non. sono innalzati gli hangars. ad abbandonare la lotta e a disperdersi verso zone dove sarebbe stato più facile sottometterli. il 25 ottobre 1911.e volutamente . I primi anni della guerra. I campi dei ribelli intorno a Zanzur e a Zavia erano stati bombardati anche nel mese di aprile con 1270 chilogrammi di liquido incendiario oltre a 3600 chili di alto esplosivo. nuclei armati scorti regione elGren Zauiet ed Gtafia etTumbia intenti lavori semina» . Le azioni militari e quelle dell'Aeronautica in particolare.» . folle e distruttrice. navigando a pochi metri da terra. Una piccola oasi situata tra la costa mediterranea. Caproni di Apollonia mattino nove bombardava accampamenti e bestiame a sud Gasr Remtaiat. con quella promiscuità tumultuante che si riscontra solo nelle masse sotto l'incubo di un cataclisma. Nel 1928 erano in corso le cosiddette «operazioni del 29° parallelo» . bensì un'apologia della violenza fascista .nei confronti di un popolo che il Biani. occupare militarmente una catena di oasi . In un certo senso Ali sul deserto è un'opera ingenua che tradisce con la loro esaltazione certi segreti come quello dell'uso dei gas. e su di essa piovve. greggi. anche «sperimentali» . donne. riteneva inferiore. e la catena dei monti Harugi. ma dell'uso dei gas non si fa menzione. località imprecisata dalle carte a nostra disposizione. Gife è un punto sulla carta geografica della Libia. «Al di sotto era un brulicar di gente che fuggiva in tutte le direzioni. gli aeroplani scesero più bassi per provare le mitragliatrici. il battesimo del fuoco fu festeggiato con parecchie bottiglie di spumante. Augila.sul 29° parallelo e tentare di consolidare l'effettivo dominio politico militare italiano sui territori a nord. cammelli. Funzionavano benissimo. si formano alcuni stagni che in caso di piogge abbondanti assumono l'aspetto di veri e propri [aghetti. poterono seguire le piste dei fuggiaschi e trovarono finalmente sotto di se un formicolio di genti in fermento. Non è ufficiale. chi verso la Tunisia e l'Algeria. «Ci si dava il cambio nelle diverse missioni. Ogni pagina di questo libro è intrisa del clima di razzismo che sembrava.pallottola. aveva spinto migliaia di uomini. Senza la riuscita di questo sforzo militare sarebbe stato impossibile tentare la rioccupazione del Fezzan e poi la riconquista della Cirenaica (mai in pratica sottomessa al dominio italiano) e lo schiacciamento della lotta di liberazione. I morti e i feriti non si potevano contare. E i bombardamenti diventarono più violenti.spesso negata dallo Sesso regime . in frotte quelle piccole da due chili. «Quando le bombe furono esaurite. con gettate di acciaio rovente.. Stamane./Segreto/Novità giorno/Marce colonne proseguono regolarmente. l'Arma aerea italiana si servì della guerra di Libia per prepararsi alla successiva conquista dell'Etiopia. Apparecchi fatti segno tiro di fucileria tutti rientrati base Sirte prima ore undici. «Nessuno voleva essere il primo ad andarsene. Durante volo osservatori hanno rilevato vasti incendi delle messi provocati dalle nostre colonne e hanno raccolto indicazioni di seminati ancora intatti che costituiranno obiettivo ulteriori operazioni. di Vincenzo Biani. allora.. invano cercando un rifugio. in un campo di mine fatte saltare da una misteriosa potenza. come altri militari e politici.» . Così come Guernica fu sperimentale per l'aviazione nazista. In tutto il vasto territorio compreso tra El Machina. quattro Ca 73 e tre Ro hanno bombardato Gife con evidente distruzione. Nufilia e Gifa i più fortunati furono gli sciacalli che trovarono pasti abbondanti alla loro fame» . U. l'uso sistematico di gas — proibiti dalla Convenzione di Ginevra — contro la popolazione civile della Libia. isolate le altre più grandi 64 . e poi il resto arrivava poche ore dopo. una moltitudine che non aveva forma. perché ognuno aveva preso gusto a quel gioco nuovo e divertentissimo. un volume di ricordi di guerra presentato in termini elogiativi dal maresciallo Balbo: «Una spedizione di otto apparecchi fu inviata su Gifa. uomini. E quando finalmente rientrammo a Sirte. d'un attimo. Il 6 gennaio 1928 De Bono inviava al Ministero delle colonie questa breve relazione: «263 Op. che erano dei semplici schizzi ricavati da informazioni degli indigeni. quando è stagione delle piogge. importante però per una vasta conca. Esiste anche un altro racconto dei fatti di Gife. nonostante omissioni e lacune. ché la terra s'era tramutata. una vasta azione bellica che aveva tre scopi principali dichiarati: unificare la Tripolitania e la Cirenaica divise dalla ribellione delle popolazioni della Sirtica. Un'ampia conca di alcuni chilometri di diametro nella quale. chi in direzione del Ciad o dell'Egitto. Collegamento fra le tre colonne effettuato» . la punizione che meritava. «Si vedevano le bombe staccarsi dalle fusoliere. Nel volume sull'opera dell'Aeronautica questo episodio è raccontato in poche righe.Socna. Fa parte di Ali sul deserto. come stabilito. aver coinvolto tutti. Gialo . ricoperta di pascolo e provvista di acqua in abbondanza. a sud di Nufilia. I quattro Ca 73 sonosi spinti circa settanta chilometri sud Nufilia bombardando anche a gas circa quattrocento tende. Non è un semplice racconto di esperienze militari truci come ogni avventura bellica. donne e bambini a lasciare la Libia. del terrore.G. Ma senza oasi e senza case: un punto nel deserto. La politica della «terra bruciata» . Marada. come si è detto. Alcuni andavano in ricognizione portandosi sempre un po' di bombe con le quali davano un primo regalo ai ribelli scoperti. «Fu rintracciata perché gli equipaggi. Zella. come lo spavento e la disperazione di cui era preda. Eppure l'estensore del libro si è servito degli stessi documenti che abbiamo potuto consultare negli archivi del Ministero degli esteri e dai quali risulta. più scientifici e. mentre si preparavano gli apparecchi per un'altra spedizione. da dodici chili; rotolar giù disordinatamente fino a che non avevano trovato l'equilibrio della traiettoria, e poi precipitare come saette sui cumuli della gente e sugli ammassi di tende; con una tale precisione che sembrava seguissero l'attrazione magnetica del bersaglio. «Gli occhi degli aviatori, raccolta la visione dello spettacolo, riprendevano la fissità scrutatrice della indagine fredda, quando si trattava di guidare di nuovo la propria macchina sul folto della massa nemica. «Una fila di tende fu spazzata via da una folata di morte e i loro cenci si confusero a brandelli di carne sulla terra chiazzata di rosso. «Un branco di cammelli, colpiti in pieno, si abbatterono al suolo sull'orlo di un burrone, precipitando dentro, l'uno sull'altro. Da quella massa informe ancora agitata dai contorcimenti della rapida agonia, un rivolo di sangue allagò il fondo della valle, come allo zampillare d'una improvvisa sorgente. «Arrivava su fino in alto l'odore acre delI'esplosivo bruciato, e l'aria stessa era tutta in sommovimento. Gli scoppi si ripercuotevano sulle ali con sussulti e sobbalzi che mettevano a dura prova i muscoli dei piloti... «Una carovana di un centinaio di cammelli, terrorizzati dalle prime esplosioni, si erano allontanati in gran fretta, dondolando sulle groppe i loro carichi malfermi, ma due Romeo, che li avevano visti, volsero da quella parte. «Il primo passò sputando addosso alle bestie una spruzzata di pallottole che nella maggior parte andarono a vuoto, poi l'arma s'incantò e non volle più saperne di sparare. «Il pilota si arrampicò per aria lasciando libero il campo al compagno che sopraggiungeva, rasente a terra, dalla coda verso la testa della carovana, mettendo a segno un intero caricatore sui fianchi dei cammelli. «Molti stramazzarono a terra scoprendo i ventri obesi e annaspando nell'aria con le zampe lunghissime, unico mezzo a loro disposizione per dire che erano dispiacenti di morire. Ma nessuno li compianse. «Il Primo Romeo, anzi, riparato il guasto della mitragliatrice, ricalò giù e fece poco più lontano un altro mucchio di cadaveri» . Ali sul deserto ci ha fornito una traccia, labile e precisa sull'uso dei gas proibiti dalla convenzione di Ginevra e da tutti gli altri accordi internazionali: «Una volta furono adoperate alcune bombe ad yprite, abbandonate dal tempo di guerra in un vecchio magazzino ed esse produssero un effetto così sorprendente che i bersagliati si precipitarono a depositare le armi» . In effetti l'uso del gas non costituì un episodio isolato: esso faceva parte di un piano preciso e sistematico. I risultati delle incursioni aeree furono attentamente studiati per conoscere non solo il numero delle vittime che esse provocavano e gli effetti immediati prodotti dalla morte chimica, ma anche per conoscere gli eventuali effetti ritardati su coloro che venivano sfiorati dai gas. E' un particolare, questo, sconosciuto della guerra di repressione - o non sarebbe il caso ora, di definirlo «di sterminio»? - attuata da Graziani per conto del governo fascista di Roma contro la popolazione della Tripolitania, del Fezzan e della Cirenaica. Sono eloquenti questi brani tratti da una lunga relazione firmata dal generale Cicconetti ed indirizzata a De Bono alla fine del gennaio 1928. L'alto ufficiale afferma che «la maggior parte degli aggregati Ghedafa-Orfellini e Fergiani sono a noi sottomessi» e che i «Mogarba Reedat, colti alla sprovvista dalla nostra impetuosa avanzata sono fuggiti disordinatamente dopo aver subito ingenti perdite di uomini e di materiali» . Gli Orfella, come i Mogarba, non si erano mai realmente sottomessi ai conquistatori italiani. I primi, di origine berbera, nomadi della Sirtica di Socna e del Fezzan, avevano accettato un compromesso con le autorità italiane allo scopo ciò si è dimostrato evidente in seguito - di impedire che il governo arrivasse a presidiare il territorio orfellino. Abd en Neby Belker, uno dei capi degli Orfella, nel 1923 si schierò decisamente contro i tentativi italiani di occupare il paese di Beni Ulid. Secondo Graziani gli elementi dissidenti erano divisi in due nuclei l'uno di un centinaio di armati a seguito dei fratelli Sef en Nasser di Brach; l'altro, di circa duecento fucili, seguiva Abd en Neby Belker. I Mogarba, anche essi nomadi della Sirtica, si dividono in due rami: Mogarbet es Reedat e Mogarbet esSciamach. In una relazione dello Stato maggiore della Tripolitania (1930) si afferma che: «...i Mogarba, anche nel passato, non solo non si sottomisero al nostro Governo, ma ci opposero valida resistenza nel marzo 1914, sostenendo contro le nostre truppe il combattimento di Nufilia; mantennero poi sotto assedio lo stesso presidio fino a che, per intervenute trattative, quest'ultimo non si ritirò a Sirte (novembre 1914)» . Nel 1926 la popolazione Mogarba era dislocata lungo il uadi Faregh (i Sciamach) e nella Choscia (i Reedat). «Ribelli» erano gli armati e l'intera popolazione «civile» , donne e bambini. Si trattava di un popolo che resisteva all'esercito italiano e non un nucleo di guerriglieri isolato e privo del supporto popolare. Le operazioni militari italiane, e soprattutto, quelle eseguite dall'Aeronautica assumevano proprio per questo fattore i contorni di un genocidio programmato. L'uso sistematico dei gas è dimostrato dai documenti in cui viene inoltre sottolineata l'efficacia dei bombardamenti. Il generale Cicconetti, nella sua relazione, spiega infatti: 65 «a) che le perdite in uomini sono certamente di gran lunga superiori a quelle segnalate le quali si riferiscono solo ai caduti contati sul terreno e non tengono conto dei feriti che non possono essere mancati né di quelli caduti in seguito agli effetti micidiali dei bombardamenti aerei e agli effetti non considerati né accertabili subito dei gas. «A prova della terribile efficacia dei bombardamenti sta il fatto che basta ormai l'apparizione dei nostri aerei perché grossi aggregati spariscano allontanandosi sempre più. «b) che anche per il bestiame, a quello catturato e distrutto dalle mitragliatrici va aggiunto quello colpito dai gas e dalle bombe degli aerei e che è finora incalcolabile. Le plaghe bombardate non hanno ancora potuto essere visitate e solo quando lo saranno potremo dire l'ultima parola» . Nella maggior parte delle relazioni e dei telegrammi inviati dalla colonia al ministero si tende ad utilizzare la parola generica di «ribelli» per indicare le vittime delle azioni militari. In alcuni casi però la distinzione fra armati e popolazione civile sembra passare inosservata attraverso le maglie di ciò che costituiva, evidentemente, una forma di censura. Il governatore della Cirenaica Teruzzi, in una delle sue note quasi quotidiane al Ministero delle colonie parla dell'uccisione di due uomini e di quattro donne nel corso di un bombardamento sul Gebel, la zona montagnosa dove si trovavano allora la maggioranza degli accampamenti dei nomadi, e di risultati molto efficaci ottenuti durante altre azioni dello stesso genere nella zona. Non viene specificato il tipo di ordigno lanciato dagli aerei, cosa, invece, che fu fatta il 4 febbraio 1928 dal governatore della Tripolitania De Bono, nelI'informare i suoi superiori che nella stessa giornata «come già preannunciato» tutti i Caproni disponibili si erano portati in volo a sud di Gifa (Gife). I ribelli avevano già levato il loro accampamento e «con cammelli carichi erano già in movimento verso sud-est. «Sono stati bombardati con circa tre tonnellate di esplosivo e bombe iprite con evidenti risultati...» . Un'altra operazione dello stesso tenore fu comunicata da Teruzzi il 12 febbraio: «Gebel. Ieri undici aviazione Mechili bombardato efficacemente noto accampamento con bestiame pascolante due chilometri ovest uadi Tamanlu. Risulta da fonte attendibile che recenti bombardamenti eseguiti da aviazione abbiano causato ai ribelli quarantina persone uccise altrettanti feriti e sessantina cammelli abbattuti...» . Sette giorni più tardi - come informava ancora Teruzzi - una pattuglia di Caproni 73 dell'aviazione di Bengasi sganciava otto quintali di gas iprite su un accampamento di un centinaio di tende e «numeroso bestiame» nella regione che si trova quindici chilometri a sudest del uadi Engar. «Sembra» , aggiunge Teruzzi, «che nello Zeefran Heleighima ribelli abbiano abbandonato quaranta tende, di cui venti coniche, in seguito ripetuti bombardamenti gas» . Nel 1930 troviamo la firma di Badoglio sotto un telegramma inviato da Roma a Siciliani a Bengasi e per conoscenza a De Bono, ministro delle colonie. Riferendosi alla situazione in Cirenaica Badoglio ammonisce: «si ricordi che per Omar el Muchtar occorrono due cose: primo, ottimo servizio informazioni, secondo, una buona sorpresa con aviazione e bombe iprite. Spero che dette bombe Le saranno mandate al più presto» . Le bombe arrivarono. E furono usate in modo sempre più massiccio ed indiscriminato. C'è in Cirenaica pacificata, uno dei volumi con i quali il generale Graziani volle giustificare la sua azione repressiva e rispondere alle accuse di genocidio della popolazione libica che già all'epoca gli venivano rivolte, un breve capitolo sul bombardamento di Taizerbo avvenuto il 31 luglio 1930, sei mesi dopo l'esortazione di Badoglio all'uso dell'iprite. Nella lingua dei tebù, una delle numerose tribù camitiche africane, Taizerbo sta per «sede principale» . Oggi i tebù abitano più a sud, nelle montagne del Tibesti parte in Libia, parte in Ciad, ma una volta essi avevano a Taizerbo la sede del loro sultanato. Situata duecentocinquanta chilometri a nordovest di Cufra, l'oasi è lunga venticinquetrenta chilometri, larga dieci ed è solcata nel mezzo da un avvallamento che contiene stagni salmastri e saline. All'epoca dell'intervento italiano vi si trovavano gruppi di palme, tamerici, acacie, giunchi e vi sorgevano una decina di nuclei abitati. Per la conquista di Cufra sede della Senussia, centro spirituale della resistenza antiitaliana Taizerbo era considerata un'oasi di grande importanza strategica. Scriveva Graziani: «Per rappresaglia, ed in considerazione che Taizerbo era diventata la vera base di partenza dei nuclei razziatori il comando di aviazione fu incaricato di riconoscere l'oasi e - se del caso - bombardarla. «Dopo un tentativo effettuato il giorno 30 - non riuscito, per quanto gli aeroplani fossero già in vista di Taizerbo, a causa di irregolare funzionamento del motore di un apparecchio - la ricognizione venne eseguita il giorno successivo e brillantemente portata a termine. «Quattro apparecchi Ro, al comando del ten. col. Lordi, partirono da Giacolo alle ore 4.30 rientrando alla base alle ore 10 dopo aver raggiunto l'obiettivo e constatato la presenza di molte persone nonché un agglomerato di tende. «Fu effettuato il bombardamento con circa una tonnella- 66 ta di esplosivo e vennero eseguite fotografie della zona. «Un indigeno, facente parte di un nucleo di razziatori, catturato pochi giorni dopo il bombardamento, asserì che le perdite subite dalla popolazione erano state sensibili, e più grande ancora il panico» . Vincenzo Lioy, l'autore del volume sul ruolo dell'aviazione in Libia, riprese senza modificarla di una virgola la versione riferita da Graziani nel suo libro. Ma Graziani aveva tralasciato l'importante particolare dell'uso di grandi quantità di iprite ed aveva omesso di riportare una relazione agghiacciante che gli era pervenuta qualche mese dopo sugli effetti del bombardamento. Questa relazione, regolarmente archiviata, era ugualmente a disposizione dello storico Lioy quando fece la sua ricerca. Da un rapporto firmato dal tenente colonnello dell'Aeronautica, Roberto Lordi, comandante dell'aviazione della Cirenaica (rapporto che Graziani inviò al Ministero delle colonie il 17 agosto) si apprende che i quattro Ro erano armati con 24 bombe da 21 chili ad iprite, da 12 bombe da 12 chili e da 320 bombe da 2 chili. Stralciamo dalla relazione la parte che si riferisce all'avvicinamento e al bombardamento di Taizerbo. «...in una specie di vasta conca s'incontra il gruppo delle oasi di Taizerbo. Le palme, che non sono molto numerose, sono sparpagliate su una vasta zona cespugliosa. Dove le palme sono più fitte si trovano poche casette. In prossimità di queste, piccoli giardini verdi, che in tutta la zona sono abbastanza numerosi; il che fa supporre che le oasi siano abitate da numerosa gente. Fra i vari piccoli agglomerati di case vengono avvistate una decina di tende molto più grandi delle normali e in prossimità di queste numerose persone. Poco bestiame in tutta la conca. II bombardamento venne eseguito in fila indiana passando sull'oasi di Giululat e di el Uadi e poscia sulle tende, con risultato visibilmente efficace» . II primo dicembre dello stesso anno il colonnello Lordi inviò a Roma copia delle notizie sugli effetti del bombardamento a gas effettuato quel 31 luglio sulle oasi di Taizerbo «ottenute da interrogatorio di un indigeno ribelle proveniente da Cufra e catturato giorni or sono» . E' una testimonianza raccapricciante raccolta materialmente dal comandante della Tenenza dei carabinieri reali di el Agheila. «Come da incarico avuto dal signor comandante l'aviazione della Cirenaica, ieri ho interrogato il ribelle Mohammed bu Alì, Zueia di Cufra, circa gli effetti prodotti dal bombardamento a gas effettuato a Taizerbo. «II predetto, proveniente da Cufra, arrivò a Taizerbo parecchi giorni dopo il bombardamento, e seppe che quali conseguenze immediate vi sono quattro morti. «Moltissimi infermi invece vide colpiti dai gas. «Egli ne vide diversi che presentavano il loro corpo ricoperto di piaghe come provocate da forti bruciature. «Riesce a specificare, che in un primo tempo il corpo dei colpiti veniva ricoperto da vasti gonfiori, che dopo qualche giorno si rompevano con fuoruscita di liquido incolore. Rimaneva così la carne viva priva di pelle, piagata. «Riferisce ancora che un indigeno subì la stessa sorte per aver toccato, parecchi giorni dopo il bombardamento, una bomba inesplosa, e rimasero così piagate non solo le sue mani, ma tutte le altre parti del corpo ove le mani infette si posavano. «Oltre a quelle sopradette non ha saputo fornire alcuna altra notizia» . Secondo l'Enciclopedia Americana l'iprite puo provocare malattie ereditarie ed i suoi effetti si potrebbero riscontrare, perciò, non solo nelle persone direttamente colpite dai bombardamenti ma anche nei loro discendenti. La Treccani afferma che l'iprite (prese il nome dalla città francese di Ypres nelle cui vicinanze fu lanciata per la prima volta dai tedeschi nel 1917) attacca tutte le cellule con le quali viene in contatto, distruggendole completamente. Non solo agisce sulle mucose, ma anche sulla pelle producendo infiammazioni vesciche e piaghe assai difficili a guarire. Più violentemente (è sempre la Treccani che lo specifica) agisce sulle mucose degli occhi e, quando venga respirato il suo vapore, sulle vie polmonari. Se con la respirazione i vapori d'iprite entrano nel circolo sanguigno, distruggono i globuli rossi, producendo rapidamente la morte. Non c'è dubbio che l'effetto dei gas sulla popolazione libica, priva peraltro di qualsivoglia possibilità di ricorrere a moderne cure mediche, doveva essere micidiale. L'uso dell'iprite, che doveva diventare un preciso sistema di massacro della popolazione civile in Etiopia qualche anno più tardi, fu certamente uria scelta sia militare che politica come i bombardamenti della popolazione civile in Libia doveva corrispondere a scelte di colonizzazione ben precise. L'Italia fascista era pronta ad inviare in Libia migliaia di coloni che avrebbero potuto coesistere con la popolazione locale soltanto se questa avesse non solo accettato di sottomettersi all'autorità di Roma, ma soprattutto di modificare radicalmente la propria esistenza nomade ed «anarchica» . L'Italia, comunque, aveva scelto per la Libia una forma di colonizzazione basata sulla gestione delle ricchezze della terra attuata direttamente da coloni italiani con lo sfruttamento, ove fosse possibile, di manodopera locale. Per Graziani, che aveva carta bianca sul terreno, e per i dirigenti politici e militari che da Roma lo spronavano a concludere al più presto una «conquista» cominciata quindici anni prima, la decisione di servirsi di gas tossici non poteva prescindere dalla consapevo- 67 Istruzione sul funzionamento.la non casualità della scelta italiana di utilizzare i gas tossici in Libia.   E’ diviso in parti: I. però. come è ovvio. II.] [p. nascosti negli archivi. parzialmente numerate. IV. Conservazione manipolazione della bomba C-500 T. si può considerare che l’area efficacemente colpita dall’aggressivo vari tra i 50. come da timbro a inchiostro sulla prima di copertina e altre pagine interne. [.lezza che essi. 26. Per un’altezza di scoppio sul terreno che si aggiri sui 250 metri e per vento al suolo d’intensità compresa fra i 3 e i 9 m/s. Dal novembre 1929 alle ultime azioni del maggio 1930 l'aviazione della Cirenaica eseguì secondo fonti ufficiali ben 1605 ore di volo bellico lanciando 43.000 e gli 80. Caratteristiche e norme d’impiego della bomba C-500 T. Corredato da tre fotografie. si sarebbe potuta mettere a disposizione dei coloni italiani. dalla intensità del vento dal suolo e d’altezza di scoppio della bomba. L’esplosione genera una pioggia di aggressivo liquido che va a depositarsi sul terreno sotto forma di gocce di varia grandezza (più grosse al centro della zona colpita. Probabilmente. avanguardia di un'arma che con il passare degli anni si sarebbe affinata e ingrandita. contro bersagli di vaste dimensioni. conservazione ed impiego della spoletta "T" per bomba C-500 T.. almeno in parte. Essa è munita della spoletta "T" la quale. 500 T. giacciono ancora i documenti che potranno dimostrare come già sembrano fare quelli finora reperiti . altrimenti. è congegnata in modo tale da provocare l’esplosione della bomba prima che questa raggiunga il suolo.500 tonnellate di bombe e sparando diecimila colpi di mitragliatrice. L’area irrorata da ogni singola bomba e la concentrazione dell’aggressivo sull’area stessa. Istruzione sulla bomba C. Tavole di tiro della bomba C-500 T e tabella di graduazione della spoletta "T" per detta bomba V. Appendice: rilievo della direzione del vento al suolo e della quota del bersaglio.000 68 . __________________________ Dattiloscritto di pp. non precisano quante tonnellate di bombe erano cariche di iprite. Molto tempo era passato da quel lontano 1911 quando i primi aviatori italiani atterrarono in Libia. è stata realizzata con lo scopo di permettere il tiro da alta quota con aggressivo liquido. III.. ad uso dei comandi dell’Aeronautica in Africa Orientale. colpendo in modo particolare la popolazione civile. dipendono.10] La bomba C-500 T. come specificata nella I^ Parte. quella forzalavoro locale che un giorno. Le fonti. più piccole ai bordi). senza data né firma. avrebbero finito per distruggere. L’effetto dell’aggressivo liquido non è immediato.1. Il contatto ha luogo anche attraverso gli indumenti di qualsiasi natura essi siano (lana. Scelta dei bersagli L’azione dell’aggressivo liquido è sempre diretta a colpire esseri animati (agglomerati di persone o di bestie). in particolari condizioni. [..11-12] Circa l’efficacia dell’aggressivo liquido si può dire che esso agisce principalmente per contatto delle goccioline sulla pelle degli individui colpiti. [. varia a seconda della natura di quest’ultimo ed aseconda [sic] della temperatura dell’aria. I primi sintomi si manifestano dalle 6 alle ore 12 dopo che l’individuo è stato colpito.) Vediamo una documentazione fotografica su questa bomba: 69 .] Tenendo conto delle caratteristiche della bomba C-500 e delle proprietà dell’aggressivo in essa contenuto si possono trarre le seguenti norme generali a carattere orientativo.mq. od indirettamente facendo cadere la pioggia di aggressivo su una zona di terreno che esso certamente ed entro breve tempo dovrà attraversare [meno di 24 ore]. se la superficie colpita è grande. 1. cosa questa che può però avere.. quando l’odore dell’aggressivo sia noto al nemico. L’obiettivo animato può essere colpito direttamente facendo cadere su di esso la pioggia di aggressivo.] [13] Non sarebbe razionale. sono gravissime e che.. cuoio. Dopo 12-24 ore si manifestano le prime lesioni che. appena si accorge di essere colpito. fasc. Fondo AOI. tela. I vapori sono dannosi solo in forti concentrazioni. La persistenza dell’aggressivo sul terreno. (Archivio dell’ Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Aeronautica. [. concentrazioni che è difficile ottenere mediante l’impiego della bomba C-500.. ecc) se chi li indossa. ad ogni modo sono di lentissima guarigione anche se la superficie colpita è piccola. (disposto secondo la direzione del vento) può avere lunghezza dai 500 agli 800 m.] [pp. non abbia l’avvertenza di liberarsene.. norme che dovranno di volta in volta essere applicate a seconda delle esigenze che la particolare situazione richiede.. 176. salvo in rari casi. [. impiegare contro piccoli nuclei quantità di aggressivo sia pure modeste perché pochi uomini potrebbero facilmente porsi in salvo dalla nube aggressiva portandosi sopravvento e soprattutto perché non si usufruirebbe del grande vantaggio offerto dall’azione portata con bombe C500 di poter cioè colpire vastissime zone senza che nessuno degli esseri animati in esse contenuti possa sfuggire all’azione dell’aggressivo. Distribuiti in un ellisse molto allungata il cui asse maggiore.. questo potrà evitare di attraversare la zona infestata allungando magari il suo percorso di marcia.] In questo caso è da tener presente che.. qualche importanza. sulla scelta dei bersagli e sulle modalità d’azione. cart. ed il cui asse minore può avere una lunghezza dai 100 ai 200 metri. In tale caso si sarà solo causata al nemico una perdita di tempo.. la conquista della parte occidentale della Libia. 1930-1931[1]   di Matteo Dominioni   La conquista della Libia negli anni si dimostrò ben più difficile di quanto si era propagandato. sulla scia della popolarità e degli agganci seguiti alla conquista della Tripolitania. soprattutto in patria.com/ossto/osstomenu. Cirenaica. mentre ad oriente.un bombardamento con queste bombe su un villaggio un poco di morti un volto sfigurato dall'iprite     http://www. Agli inizi del 1930 si stava ultimando. coloni e mezzi militari più evoluti. viene nominato vicegovernatore della Cirenaica e insieme a Badoglio diventa uno dei personaggi chia70 . per via di un distacco. fatto da un esercito regolare di massa con gossi apparati per la creazione dell'opinione pubblica. in coloniale. cercato ed ottenuto nei fatti.intermarx. Anche durante gli avvenimenti bellici molte cose non si vennero a sapere.html Il genocidio italiano in Cirenaica. tra il fronte e la patria. Tale distacco emerge prepotentemente nel momento in cui il conflitto si tramutò da nazionale. In gennaio il generale Graziani. fatto da volontari. era in atto uno scontro tra fascisti e patrioti libici che durò più a lungo e fu più intenso negli scontri. dopo un ventennio di guerra. la Tripolitania. Chiarendo tale atteggiamento della maggioranza della popolazione locale.due per 60.000 detenuti . che non deve essere colto solamente nell'omogeneità delle posizioni data la numerosa eterogeneità delle culture di origine tribale. Lo scopo era quello di rompere ogni legame tra ribelli e popolazione ma anche di rompere ogni possibilità di autosussistenza delle comunità. che il primo diede vita ai "tribunali volanti" con diritto di morte per reati quali possesso di arma da fuoco o pagamento di tributi ai ribelli. divenne versatile serbatoio di forza lavoro a basso prezzo da inserire nelle innumerevoli opere pubbliche (soprattutto strade) che andavano di pari passo coll'occupazione. Alle donne venivano dati telai e materie prime da impiegare nella fattura di tap- 71 . Tale fertilità tuttavia veniva messa in discussione dall'arrivo di nuove genti che non avevano minimamente intenzione di mantenere il naturale ordine delle cose della natura ma di colonizzare e portare un altro mondo fondato sul dominio e non sul rispetto della natura. Resistere significava tentare di sopravvivere. è possibile comprendere il forte attaccamento per l'indipendenza che portò tutta la popolazione a collaborare coi ribelli ed a pagare di persona. Venivano negati i mezzi di produzione (terra e bestiame) ma allo stesso tempo si ricercava di inserire (sussumere) i locali in lavori di natura propriamente capitalistica. Ma ormai la via ci è stata tracciata e noi dobbiamo perseguirla fino alla fine anche se dovesse perire tutta la popolazione della Cirenaica"[3]. organizzazione statuale dei seminomadi di religione musulmana.e di strumenti basilari. dice: "Non mi nascondo la portata e la gravità di questo provvedimento che vorrà dire la rovina della popolazione cosiddetta sottomessa. quali le bombe ad aggressivi chimici per stroncare la resistenza libica[2]. si basava su di numerose zauie. L'altopiano presentava maggiori possibilità di coltivare e allevare bestiame soprattutto per la presenza di piogge senz'altro maggiori che nella parte occidentale del paese. Lo stesso Badoglio. per ora. la Cirenaica. ci furono epidemie di tifo a cui difficilmente si riuscì a porre rimedio per l'assoluta mancanza medici . come andare incontro a un suicidio perchè avrebbe rotto il naturale rapporto di equilibrio con la natura e con esso la vita stessa. I fascisti compresero che per rompere i legami organizzativi della resistenza dovevano eliminare la Senussia come fattore di mantenimento dell'ordine feudale. fu in grado di impiegare un efficiente sistema informativo e un veloce reclutamento delle forze. cosciente di cosa stava andando a fare. di 100/120. agli occhi dei libici. L'invasione fu vista come annientamento delle proprie risorse e di conseguenza della propria esistenza. farsi soggiogare era.000 persone. che si era instaurato. in relazione alla densità demografica. All'interno dei campi vigevano condizioni precarie per la mancanza di cibo e di risorse. era quella che presentava una ribellione diffusa e difficile da sconfiggere perchè mimetizzata nel territorio e soprattutto perchè godeva dell'appoggio della popolazione. Il disinteresse dei fascisti si tramutò in una filantropia che si concretava nel trasmettere. che regolavano l'attività dei commerci. grazie soprattutto all'opera di Omar al-Mukhtar. accampamenti talvolta militarizzati. per approssimazione. del pagamento delle decime e dell'attività amministrativa e giudiziaria in una società di numerosi duar. sparsi per l'altopiano del Gebel. e allo stesso tempo religioso. quella risolutiva. per sterilizzare vesti e vettovagliamenti. il secondo propose l'utilizzo di strumenti terroristici. Furono immuni alla detenzione le popolazioni già sottomesse e quelle stanziate al di fuori del Gebel. ai locali una sorta di etica del lavoro. Quanti furono i deportati dal Gebel ai campi limitrofi alla costa? Giorgio Rochat giunge ad una stima. praticamente tutta la popolazione del Gebel. anche semplici pentole. In un territorio come quello del Gebel però non era accettata l'invasione di stranieri che poteva mettere a repentaglio il delicato equilibrio ecologico. Nata agli inizi dell'ottocento. Tuttavia. Il fronte opposto era occupato dalla Senussia. Ai lavoratori veniva dato un salario tre volte inferiore a quello degli italiani che li metteva su di un piano di subordinazione ed allo stesso tempo li privava gradatamente degli strumenti e delle conoscenze nei lavori tradizionalmente sviluppati. forzatamente.ve della fase finale. Di fronte ai colonizzatori si presentava un problema di non poco conto: la zona più ricca della Libia. anche operando in modo così radicale. Furono inasprite le sanzioni verso i detenuti e irrigidite le norme riguardanti la detenzione. Per farci un'idea del loro operato è sufficiente ricordare. non si raggiunsero gli obiettivi prefissati cosicchè a fine agosto fu deciso di muovere nuovamente i campi in zone costiere perchè i legami tra Senussia e popolazione non erano venuti meno. una volta rinchiusa. Non dev'essere trascurato il ruolo della dirigenza della resistenza che. luoghi periferici del controllo politico. I fascisti decisero un'azione radicale sulla collocazione geografica delle etnie per mezzo di movimenti coatti di popolazione. La popolazione del Gebel. A partire dal 25 giugno 1930 si decise per la creazione di campi di concentramento che dovevano contenere le popolazioni del Gebel che avevano dato maggiore appoggio alla resistenza. rapidi e meglio travisati dalla propaganda e dalla censura"[5].000 compresi gli italiani e i nuovi immigrati. agli italiani non restava altro che porre fine alla resistenza in un ambiente finalmente immune. Il 9 dicembre si riunirono i rimanenti oppositori all'occupazione e decisero per la resa. Una volta intacccate. dei trasferimenti e dell'impoverimento arrecato alle popolazioni. ma anche quelli esogeni come il rapporto tra densità demografica-popolazione. allo scopo di porre fine al contrabbando che avveniva per mezzo di piccole spedizioni su cammelli.500 ma c'è un vizio di forma in tali dati. Altri sono i numeri macabri che emergono tenendo conto dell'esistenza dei campi. Un ultimo provvedimento fu infine utilizzato per fare terra bruciata attorno ai ribelli di Omar al-Mukhtar: la proibizione del commercio con l'Egitto. dove i rastrellamenti risultarono efficaci a tale scopo. si ha la conferma di una impressionante diminuzione demografica nella Cirenaica. In una società dedita alla pastorizia. "Questo non è l'unico genocidio della storia delle conquiste coloniali. per il lungo e per il largo. Fu imposto un vero e proprio modo di produzione altro. 72 . L'uccisione di Omar al-Mukhtar apparve come l'episodio definitivo di una serie che aveva portato a un veloce indebolimento della Senussia. In caso di fuga intervenivano l'aereonautica e la cavalleria per inseguire in maniera più stringente il nemico. Prendendo in considerazione valutazioni e censimenti della popolazione. ma è certo uno dei più radicali.000 persone che crescono fino a 70. senza rendersi conto che la precedente distruzione dell'autosussistenza formatasi attraverso pratiche graduali socialmente e culturalmente accettate impediva poi di ricreare mondi artificiali funzionanti in tale realtà perchè ad essa estranei. secondo macrabo rito colonial-fascista. Si tenga conto del fatto che l'amnistia per i ribelli entrò in vigore prima della chiusura dei campi che andarono in contro a tale sorte proprio a causa della contraddizione per cui non si potevano perseguire le popolazioni anziché i diretti responsabili dei fatti. ora venivano impiegate nella costruzione di opere edili o nella pesca. il genocidio fascista dovuto alla repressione sarebbe di circa 45-50. Secondo fonti italiane i morti tra i ribelli per il periodo 1923-1931 sarebbero stati 6. secondo perchè perirono in maggior numero.000 se ai dati italiani si sostituiscono quelli dell'antropologo Evans-Pritchard[4] . che sono presi da materiale di parte. E totale fu anche il dominio. Furono distrutti non solo i caratteri propriamente endogeni della società senussita. Tenendo conto di quanti fuggirono dal Gebel verso l'Egitto (10-15.000 libici che si erano rifugiati erano certamente interessati a dare man forte ai patrioti. Una volta depredato il Gebel. Gli esploratori al servizio degli italiani tallonavano i ribelli passando informazioni tempestive ai comandi per un pronto intervento. Risulta enorme la sproporzione nel perseguire i ribelli e i loro fiancheggiatori: i secondi pagarono molto di più. primo perchè erano marginalmente coinvolti nelle battaglie. dove circa 20. Da dati del 1928 gli abitanti sarebbero stati 225. L'accerchiamento dei ribelli veniva fatto in maniera tale da presidiare eventuali vie di fuga. se ciò può consolare qualcuno. delle malattie. Più tardi. mentre dal censimento del 1931 risulterebbero essere 142. perchè i fascisti volevano ricreare in maniera coatta comunità artificiali di autosussistenza. L'imperialismo italiano fu innanzi tutto esportazione di un modo di produzione che andò a destrutturare i rapporti sociali precedenti. con variazioni a seconda del dor che veniva coinvolto negli scontri. le basilari strutture della produzione. Un altro modo per spezzare i legami tradizionali della società libica fu l'eliminazione del 90-95% del bestiame tra gli anni 1930-1931. I ribelli non avevano più la possibilità di muoversi in maniera discreta ed era venuta meno la precedente copertura delle popolazioni.peti e tessuti. la vittoria era totale . i fascisti decisero di costruire un reticolato lungo 270 km lungo la direttrice Bardia-Giarabub. effettuati prima e dopo la guerra dalle autorità coloniali. già decisa in sede extragiudiziaria. oltre che all'agricoltura e al commercio. Dall'aprile a settembre 1931 fu costruito tale recinto largo qualche metro e impenetrabile perchè controllato per mezzo di fortini e voli aerei. come si è visto.L'arresto di Omar al-Mukhtar avvenne nel settembre del 1931 e l'esecuzione della condanna a morte. dei commerci e dell'amministrazione. Tuttavia tali iniziative erano destinate a fallire. che fu subito da tutta la popolazione nonostante i ribelli in armi fossero tra i 600 e gli 800.000 persone) e del tasso di incremento demografico.000. sulla pubblica piazza. venivano messi in discussione i requisiti minimi di approvvigionamento delle popolazioni del Gebel. si tenne. Se le popolazioni erano in precedenza occupate nell'allevamento del bestiame e nell'agricoltura. Lo scopo era inserire gradatamente la popolazione entro un rapporto sociale legato al salario e alla produzione per l'accumulazione e non per l'autoconsumo. Occultate. ma è un'eccezione. dichiara la Santarelli nel film. «fu il primo di una serie di episodi repressivi nella primavera-estate 1943. Per dare a tutti «una salutare lezione». Oltre 150 uomini fucilati per rappresaglia. le emozioni cinematografiche di "Mediterraneo" e del "Capitano Corelli". Erano morti nove soldati italiani. parlarndo con "L'espresso" di Domenikon e dei massacri italiani in Tessaglia. che andrà in onda il 14 marzo su History Channel (canale 405 di Sky). sarebbero stati trasferiti a Larisa per interrogatori. scaricando le loro bombe incendiarie. stalle bruciarono tra le urla delle donne. Non il 16 febbraio 1943. L'eccidio di Domenikon. Case. raccontano i figli degli uccisi. la piccola Marzaabotto di Tessaglia. Per 73 . La docente al Centre for European and Mediterranean Studies della New York University. rastrellarono la popolazione e fecero un primo raduno sulla piazza centrale. generosi. Dunque i greci andavano puniti: non i partigiani. i soldati italiani venivano per un'ora o due. tra pianti e calci. ricorda un vecchio rintracciato da Stathis Psomiadis. i civili. le commosse rievocazioni della tragedia di Cefaalonia. e stabilì un modello. A Elassona avevano fidanzate ufficiali.Una volta che la ribellione fu vinta le popolazioni non poterono tornare nei luoghi d'origine sul Gebel che erano destinati. Gli italiani gliel'avevano detto. e i contadini dovettero ammassarli in fosse comuni. La notte e l'indomani i soldati della Pinerolo assassinarono per strada e per i campi pastori e paesani che si erano nascosti: fecero 150 morti. «Qui al villaggio. «Anche mio padre e i suoi tre fratelli». Una proposta di legge (Galante e altri) presentata alla Camera il 24 novembre 2006 per istituire una Giornata della memoria delle vittime del fascismo accenna all'eccidio di Domenikon. agli italiani. Epiro. comandante delle forze italiane di occupazione. rombando. Scesero bassi. diretto cl Giovanni Donfrancesco e prodotto dal! GA&A Productions di Roma e dalla televisione greca Err. Ci ammazzano tutti». Molti non avevano mai visto un aereo. tutti i maschi sopra i 14 anni. Al tramonto. Prima. GRECIA 1943: quei fascisti stile SS   Domenikon come Marzabotto. racconta un contadino davanti alla cinepresa. prima. Fu il primo massacro di civili in Grecia durante l'occupazione. Menzogna. In stile nazista. avvertì: «Mamma. raccontano i vecchi paesani:  «Vi bruceremo tutti». Quel giorno gli italiani brava gente si trasformarono in bestie. La Rai si è disinteressata al progetto. Il film. solo un po' meno scientifico. a un chilometro dal Villaggio di Domenikon. fienili. Dopo esser stati separati dalle donne. dove essere sfruttati come manodopera semplice. poi se ne andavano. li definisce "un buco nero nella storiografia". Macedonia. Il generale Carlo Geloso. flirtavano con le donne. indicando la collina di lentischi e mini. Il primo pomeriggio gli uomini della Pinerolo circondarono il villaggio. portati a fraternizzare. emanò una circolare sulla lotta ai ribelli il cui principio cardine era la responsabilità collettiva. che capiva la nostra lingua. si basa su ricerche recenti della storica Lidia Santarelli. come scrisse poi il generale Cesare Benelli. che comandava la divisione Pinerolo. il generale Gandin e la divisione Acqui. insegnante e figlio di una vittima che si è dedicato alla ricostruzione dell'eccidio. quando il convoglio aveva rallentato in curva. Che cosa sa il grande pubblico della campagna di Grecia di Mussolini? Ricorda il presidente Ciampi. che riapre una pagina odiosa dell'Italia fascista. di Enrico Arosio  da l'Espresso n° 9 del 6 marzo 2008   I partigiani avevano fatto fuoco dalla collinetta. sì. i muggiti lugubri delle vacche. Domenikon andava distrutta. Erano dei dongiovanni». fu ordinato. Ora un documentario alza il velo sulle stragi del nostro esercito. con gli italiani abbronzati. Italiani brava gente? Per nulla. «Domenikon». è un crimine italiano dimenticato. le famiglie di Domenikon furono portate sulla curva dei partigiani. I libici subirono così la radicale modifica dei principali aspetti della vita materiale e non solo: in quanto seminomadi furono rinchiusi in riserve. Poi dal cielo arrivarono i caccia col fascio littorio. essendo le zone più fertili. All'una di notte del 17 gli italiani li fucilarono nel giro di un'ora. Il maestro. È tutto ricostruito nel documentario "La guerra sporca di Mussolini". Il film mostra abitanti di Atene morti di Bambini vittime della carestia ammassati in ospedale ad Atene nel 1941 fame gettati come stracci agli angoli delle strade. il mercato nero andò alle stelle. Farsala. Nel 1946 il ministero greco della Previdenza sociale. 200 dai soli italiani. memorie sepolte negli archivi militari. di cui il film mostra cadaveri scheletrici. La Grecia rimossa ci costringe a riflettere. Nel campo di concentramento di Luisa. Nell'isola di Rab. Civili trucidati dagli italiani per rappresaglia Azioni di cui praticamente non esistono immagini. Robotti e Gambara. Molti morirono. Mentre De Gasperi istituiva una commissione d'inchiesta. Nel 1946 era cambiato tutto: l'Europa spaccata in due tra Alleati e blocco sovietico. Klinkhammer dichiara che le fucilazioni italiane in Slovenia. ricordando i crimini in Etiopia e Cirenaica con l'impiego di gas contro i civili. il termine "programma di eliminazione". ricorda la professoressa Santarelli a "L'espresso". Oltre 100 mila slavi transitarono per i campi di concentramento italiani in Jugoslavia. dove infuriava la guerra civile tra monarchici e comunisti. Le brande con i materassi di foglie di granturco erano infestate dalle pulci. 74 . saccheggi. Il capo della polizia di Elassona. La figlia: "Un incubo". Klinkhammer usa per l'esercito di Mussolini. Come dice nel film lo storico Lurz Klinkhammer. che teorizzò la strategia «testa per dente». «da carestia indotta dall'amministrazione italiana fece tra i 40 e i 50 mila morti. Gli italiani imitarono i tedeschi. E se dopo il 1945 Badoglio e Graziani furono i primi due criminali di guerra elencati dalle autorità etiopi. nella provincia di Lubiana. La razione di pane si ridusse a 30 grammi al giorno. ma senza la loro tecnica. deportato in Italia. Fu internato. nel censire i danni di guerra. Fucilazione di civili in Slovenia A Londra la Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra ricevette una lista con più di 1. Un altro capitolo poco studiato è la prostituzione: migliaia di donne prese per fame e reclutate in bordelli per soddisfare soldati e ufficiali italiani». morì il 20 per cento dei prigionieri. Nikolaos Bavaris. calcolò che 400 villaggi avevano subito distruzioni parziali o totali: 200 di questi causati da unità italiane e tedesche. la Grecia fece lo stesso con l'Italia. scrisse una lettera di denuncia ai comandi italiani e alla Croce rossa internazionale: «Vi vantate di essere il Paese più civile d'Europa. Ambrosio. a nord di Volos dove nacque Giorgio de Chirico. un terzo i tedeschi) si caratterizzò per le prevaricazioni continue ai danni di innocenti. ma crimini come questi sono commessi solo da barbari». ricorda "La guerra sporca di Mussolini". il comando tedesco in Macedonia arrivò a protestare con gli italiani per il ripetersi delle violenze contro i civili. Perché tutto andò insabbiato? Ecco un'altra rimozione nazionale.annientare il movimento partigiano andavano annientate le comunità locali» . Stessa richiesta da Lord Halifax per il governo britannico. per la Grecia e i Balcani furono sollevate analoghe richieste per i generali Roatta. I generali Geloso e Benelli altro non fecero che applicare le linee guida del generale Roatta in Jugoslavia. di fame. Ciò che è inventato è che tale immagine fosse l'aspetto dominante nell'occupazione di quei territori». fucilazioni. L'esercito italiano eseguiva confische. Oxinià. incendi. La Tessaglia era il granaio greco. denutrizione. torturato. L'ordine si tradusse in rastrellamenti. Poi a Domokos. Introdotta la valuta di occupazione. furono fucilati per rappresaglia oltre mille prigionieri greci. Nell'intero periodo morirono di fame e malattie tra i 200 e i 300 mila greci. chiedeva a Washington di temporeggiare. Il nostro governo rifiutò la consegna dei responsabili di atrocità alla Grecia. A Domenikon seguirono eccidi in Tessaglia e nella Grecia interna: 30 giorni dopo 60 civili fucilati a Tsaritsani. Le autorità greche segnalarono stupri di massa. L'Italia di De Gasperi rientrava nella strategia di compattamento occidentale contro Stalin. In breve: l'Italia rinunciò a chiedere estradizione e processo per i criminali nazisti (ricordate "l'armadio della vergogna"). Nel film il diario del soldato Guido Zuliani racconta di rastrellamenti e torture.  requisizione e distruzione di riserve alimentari. sequestri. «Nel solo inverno 1941». il massimo studioso di atrocità tedesche in Italia: «La leggenda del bravo italiano non è completamente inventata. pur vicino alla Grecia. ebbero le stesse dimensioni delle fucilazioni tedesche in Alta Italia dopo l'8 settembre. La Guerra fredda fu la pietra tombale alle richieste di giustizia (vedere intervista a Filippo Focardi qui sotto). epidemie. L'occupazione (sino al settembre '43 gli italiani amministrarono due terzi della Grecia.500 segnalazioni di criminali di guerra italiani. non è diventata memoria collettiva. Tutti i partiti italiani. in vista del trattato di pace. I processi non furono mai istruiti. «Ci si lavora in pochi. chiesero che i criminali di guerra fossero giudicati e puniti in Italia. Sopra il villaggio. tra il 1947 e il 1962. Reder e a un contumace. che si differenziò dalla Germania dopo 1'8 settembre con il riconoscimento della cobelligeranza. come si dice oggi. Si è studiata abbastanza l'Africa orientale. sopra la giustizia e la storia. In Francia vi furono centinaia di processi. condannato all'ergastolo nel 1946. estate 1944». rispetto a Marzabotto. capo di gabinetto di De Gasperi: grazie all'azione del governo italiano fu graziato dal re nel 1950. Klinkhammer parla del "codice maschile della guerra". Washington era impegnata a procrastinare. E anche Mischa Seifert arriva tardi». come da noi Marzabotto. «Infatti. che era intenzionata a punire gli italiani per i crimini contro i prigionieri inglesi. E di Domenikon resta la memoria di pochi. IN NOME DELLA REALPOLlTIK colloquio con Filippo Focardi Perché di Domenikon e dei massacri italiani in Grecia ancora oggi non si sa nulla? Risponde lo storico Filippo Focardi dell'Università di Padova. Domenikon è paragonabile alla strage tedesca di Civitella Valdichiana. in Olanda oltre 200. Le stesse autorità greche si arresero presto. Perché gli alleati protessero l'Italia dalle richieste sui crimini di guerra? «Primo motivo: lo status internazionale dell'Italia. furono pochissimi: appena 13 sentenze. Arrestato. sta nel fatto che gli italiani trucidarono solo i maschi sopra i 14 anni. Molti greci non conoscono queste vicende. Domenikon. poco rnediatica. già dal maggio 1944. E. dalla Dc al Pci. «Che io ricordi. La Gran Bretagna. Secondo: la politica degli angloamericani nella logica nascente della Guerra fredda. in Danimarca 77. circa le richieste greche e jugoslave. In Italia non si ebbero sentenze capitali. gente semplice. Esiste una differenza tecnica tra strage italiana e strage tedesca? «La differenza sostanziale. Anni dopo anche il Tribunale di Larisa archiviò il caso. col governo Attlee finì per proteggere Badoglio e la sua cerchia. Nella memoria collettiva greca i crimini italiani furono oscurati da due fattori: prima dalle atrocità tedesche. Domenikon è a tutti gli effetti una strage sconosciuta». riconosciuta città martire nel 1998. da ginepri. giudicato dal tribunale di Atene. Nel 1946. la realtà però è amara. l'unico criminale italiano processato dai greci fu Giovanni Ravalli. I tramonti lo tingono di rosa come nel 1943. con accordi diplomatici riservati».Domenikon oggi è un paesino circondato dalla macchia. si salvò perché era stato compagno di scuola di Francesco Bartolotta. poco la Jugoslavia e la Grecia. e gli inglesi si avvicinarono alle posizioni Usa anche per non indebolire il governo italiano. con la rinuncia del governo a chiedere l'estradizione dei criminali italiani. la questione si chiuse. Temporeggiò anche il governo De Gasperi rispetto all'estradizione dei criminali nazisti . Perché già nel 1948. coinvolto nelle repressioni antipartigiane. Se vogliamo. si impose una politica di stallo. più o meno dal 2000. e questo documentario è un tributo agli innocenti. Il nostro governo volle evitare un'ondata di procedimenti contro i tedeschi anche per proteggere i criminali italiani da un effetto boomerang. dopo l'occupazione di Tito della Venezia Giulia. I criminali di guerra tedeschi processati in Italia. I patrioti come Stathis Psomiadis hanno cercato di sollevare il velo dell'oblio. E un tramonto rosa malinconico. cardi e rosmarini. ___________________________75 . del servizio informazioni della divisione Pinerolo. A. poi dalla sanguinosa guerra civile». l'ergastolo a Kappler. come minimo. perché non fu rappresaglia. e non accenna ad arrendersi pur essendo circondata da un numero soverchiante di uomini. è agghiacciante. In quegli stessi giorni. e successivamente altri «27 uomini. I meticolosi telegrammi degli alti comandi sono istantanee dall'inferno. Prima le carte. 70 anni dopo la proclamazione dell'impero. L'Italia ha firmato il bando internazionale di queste armi letali. mezzo secolo prima. Accertati finora 800 cadaveri. documenti inoppugnabili. che il mattino stesso vengono fucilate. parenti degli uomini in armi. Gli altri muoiono avvelenati o si arrendono all'alba del giorno 11. ma ormai le usa in grande stile su autorizzazione di Mussolini. Peggio di Marzabotto. con un pacco di telegrammi dimenticati in un faldone dal titolo «Varie» all'ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito. donne e animali — e i nostri chiedono i lanciafìamme per «bonificare» l'antro. pure lui di nobile reputazione. «d'ordine del Governo Generale». ne vengono uccisi 62. Molti cadaveri vengono gettati fuori dalla grotta. con una mappa della zona di Debra Brehan. da sempre ritenuta una delle più «nobili» delle nostre Forze Armate. 33 anni. munizioni et varie armi bianche». La sproporzione è totale: le «salmerie» della resistenza etiope sono in prevalenza vecchi. Risparmiate altre 12 donne et 9 bambini. ma con un'esecuzione concentrata in un unico luogo. Le prove. Dentro. 100 km a Nord di Addis Abeba. Rinvenuti 16 fucili. si è rifugiata in una grotta dopo essere stata individuata dall'aviazione italiana. Dentro c'è chi resiste ancora — uomini. La prevalenza di inermi disarmati tra i ribelli è ormai chiara. entrano nella tesi di dottorato di Dominioni. Ottocento persone. Tutto comincia per caso. si legge nel documento. poi sono «catturati 33 muli. nell'alto Scioa. confermato da altri documenti. 16 donne e 4 bambini». Ma vengono «risparmiate 62 donne et 58 bambini». UNA carovana di «salmerie» dei partigiani di Abebè Aregai. Le ha trovate in queste settimane Matteo Dominioni. in un'altra grotta della zona. Nella grotta il «bombardamento speciale» — gli eufemismi sulle bombe intelligenti si inaugurarono allora — è portato a termine dal «plotone chimico» della divisione Granatieri di Savoia. Poi le ossa umane. Unico paragone possibile. contro ogni norma della convenzione di Ginevra. nella grotta dell'infamia.1939. Peggio di Srebrenica perché morirono anche donne. La conferma definitiva di quanto avvenne in quelle ore tra il 9 e 1'11 aprile 1939. Ma stavolta stanare i ribelli è impossibile. Ma mancano ancora i riscontri sul ter- 76 . dottore di ricerca dell'università di Torino. che garantiscono la cura dei feriti e il sostentamento dei partigiani alla macchia (ad Adua. mille morti in una foiba Etiopia: quella strage fascista mai raccontata dal nostro inviato PAOLO RUMIZ (Da Repubblica del 22 maggio 2006)   ADDIS ABEBA Fucilati dopo la resa o avvelenati con i gas nella grotta dove si erano rifugiati. vecchi e bambini. Ma non è finita. gettano luce sinistra su un conflitto che la nostra memoria ancora rimuove o traveste da scampagnata coloniale. Un massacro. La notte dopo. 3 cavalli et 23 asini denutriti dal lungo digiuno». le foibe. ancora avvolte da fosche leggende. ramificatissimo. un manoscritto senza firma. Mille morti. «Si prevede che fetore cadaveri et carogne impediscano portare at termine esplorazione caverna che in questo sarà ostruita facendo brillare mine. Le prove di un efferato crimine italiano riemergono in Etiopia. Come dire del generale Ugo Cavallero o dello stesso Amedeo di Savoia. leader del movimento di liberazione. dietro ai 100 mila combattenti e'erano 80 mila persone di supporto). Il contenuto. una quindicina di ribelli armati tenta una sortita e riesce a scappare. La grotta ed alcuni poveri resti L'ordine dei Duce è perentorio: stroncare la ribellione che perdura sulle montagne a tre anni dall'ingresso di Badoglio ad Addis Abeba. così il 9 aprile la grotta viene attaccata con bombe a gas d'arsina e con la micidiale iprite che devastò le trincee della Grande Guerra. uccisi altri sei ribelli. donne e bambini. di cui due donne. schiaccianti. Fu anche il collaudo del razzismo finito poi nei forni di Birkenau. Ma Dominioni ha una dotazione di torce elettriche che nessun Grande Spirito può toccare. vestiti abbandonati. in tempo per evitare le grandi piogge equatoriali. A ottobre sarà la prima volta che italiani ed etiopi dibatteranno insieme ad un convegno. La gente del posto ha già elaborato magicamente l'evento. fece buttare i capitribù nelle acque del Lago Tana con un masso legato al collo. 2600 metri di quota. un labirinto. Badoglio fece agli etiopi ciò che Saddam fece ai Curdi. ceste per il trasporto delle granaglie». ora irraggiungibile perché infestata di briganti. da allora. Sotto. il camerata Kappler non fu peggio di noi. Alessandro Pirzio Biroli. La cosa. in una missione scientifica che per loro diventa esorcismo. e l'Italia non ha risposto dei suoi crimini. attorno alla cittadina di Ankober. di rinomata famiglia di esploratori. il gas che corrode la pelle e brucia le pupille. Siamo a fine aprile. a Milano. ovviamente. montagna fatale dell'Etiopia. Ma bastano i primi cento metri alla luce incerta delle torce per dare conferme. Negli stessi anni.reno. Gli italiani. Dentro la caverna non c'è più andato nessuno.non si muovevano mai senza l'ordine di un ufficiale bianco. antro dei ribelli. e poiché non soffrivano abbastanza. fu buttato nel burrone sotto la grotta. La zona di uno dei numerosi crimini della brava gente italica E' dai preti dei villaggi che arrivano le prime conferme («non ottocento. Si dice che sia piena di spiriti. Achille Starace ammazzava i prigionieri di persona in un sadico tiro al bersaglio. Da noi è una parola che fa ridere. Va in Africa dove viene accompagnato dal giovane studioso etiope Johnatan Sahle. in parte impercorribile. Ma quando sai cosa accadde nella battaglia dell'Amba Aradam. Prima non s'era fatto mai». Dentro. prima li feriva con un colpo ai testicoli. il fiume Ambagenen. e poi — per altri 30 chilometri fuori pista — fino al villaggio di Zeret. così il ricercatore organizza un blitz col supporto dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia. Era quasi certamente l'iprite. calarono verso l'imboccatura della grotta dei pesanti bidoni che poi furono fatti esplodere con i mortai. organizzato dall'Insmli. La ferocia di queste repressioni era anche il segno dell'esasperazione dei fascisti di fronte alla resistenza degli etiopi. alta sulle valli dei fiumi Uancit e Beressà. fino al paesino di Zemerò. Fu quella la nostra «missione civilizzatrice»? L'Africa per noi non fu solo strade e ferrovie. così molti giovani del villaggio si fanno coraggio e decidono di accompagnarlo nella caverna. «Fu colpa degli ascari. vuoi dire «allegra confusione». raccontano i figli e i nipoti di chi vide. 180 metri a picco sopra la bocca dell'inferno. racconta che gli scheletri trovati davanti alla grotta sono «caduti dal cielo come monito» e poi sono stati spostati nella chiesa di Jigem. pronti a spegnerti la candela con un soffio per inghiottirti nel buio. «Ossa dappertutto — racconta il ricercatore — quattro teschi. le truppe indigene inquadrate nell'esercito italiano» è l'obiezione ricorrente di fronte ai massacri in Abissinia. E poi rocce annerite. a un giorno di macchina dalla Capitale. La mappa trovata allo Stato maggiore consente di individuare facilmente la zona. Il nome della grotta dice già tutto: Amezegna Washa. «Ma gli ascari . Il governatore della regione di Gondar. «C'è bisogno di parlarne — spiega Dominioni—il vuoto storico e morale da riempire è enorme. ma migliaia di morti») e l'indicazione delle strada giusta. sull'Africa orientale italiana sotto vari aspetti. di cui uno con addosso la pelle della schiena. E ancora: chi non fu fucilato. che vuoi dire Fiume del Tiranno.  Quanti perfidi depistaggi della coscienza. lo stesso muretto protettivo descritto nei rapporti dell'esercito italiano.ribatte Dominioni . «Ambaradan». proiettili. Solo che Saddam è alla sbarra. dà fasti- 77 . per esempio. All'imboccatura. Migliaia di tonnellate di iprite per stanare i nemici arroccati nelle grotte. quel termine sembra coniato apposta per coprire l'orrore. No. inflitta vigliaccamente con sofferenze inaudite. una ventina di tukul in pietra e paglia. La rabbia per un controllo incompleto del territorio». un altro personaggio con la fama di «buono»— Italo Balbo governatore della Libia — fece frustare in piazza gli ebrei che si rifiutavano di tenere aperta la bottega di sabato. forse dai bivacchi (ma era difficile che i ribelli accendessero fuochi il cui fumo li segnalasse all'aviazione italiana) o forse dai lanciafiamme. cioè morte orrenda. in un terreno crivellato di grotte e punteggiato di chiese copte. quella di Beato Stepinac. probabilmente non sa chi era anche Almirante. Chissà che agli etiopi non venga in mente di chiederci danni di guerra. si travestì da partigiano con il foulard rosso al collo e scappò verso il Sud d’Italia. Un atto di illegalità totale di cui ci chiediamo ancora il senso». Ma poiché occorre salvare dal degrado tanta persona occorre raccontargli come stanno le cose. le brigate di Tito in Jugoslavia. per moltissimo altro che in queste pagine è raccontato.. . contro tutti i trattati internazionali. «E che sia chiaro — insiste — la vostra non fu una colonizzazione. appunto. nel 1945. non ne azzecca una. In questa Repubblica delle banane il Presidente è appeso ad una liana e si dondola senza sapere nulla del mondo in cui vive. FOIBE: GLI ASSASSINI RECLAMANO LA MEMORIA www. Fare un monumento ad Almirante ed intestargli una piazza può essere iniziativa solo di un paesino sperduto di una Repubblica delle Banane. si liberarono dal nazifascismo senza alcun intervento di qualche potenza esterna. Può darsi che ad un fascista le cose dette non facciano impressione. Fu Terracini che cercò di farlo arrestare ma un Parlamento imbelle fatto di democristiani e fascisti in doppio petto lo ha impedito. lo hanno ammazzato anche perché scappava con varie casse d’oro degli italiani verso la Svizzera. Quando Milano cadeva perché i partigiani la stavano via via occupando tutta. ALCUNE CONCLUSIONI DEDICATE AI BIPEDI IMPLUMI ACEFALI Non sono altro che alcune informazioni fondamentali per persone pensanti ma. uno dei massimi storici di Addis Abeba. cosa che finora non hanno fatto». Ora. Così Graziani sarebbe una brava persona? Uno assolto dal crimine di collaborazionismo con i tedeschi. «Gli etiopi non hanno mai capito perché l'Italia ha voluto quella guerra dopo innumerevoli trattati di pace. o Mussolini era un quaquaraquà oppure ciò che diceva aveva un senso. tutti disastrati. Il loro cervello è piccino e vi sono pochi neuroni. ma una semplice invasione.net Tanti anni fa. Da soli. infatti sono crimini contro l’umanità e non contro quelli della Repubblica delle banane. dopo anni sulle montagne e soggetti alle violenze criminali degli occupanti sostenuti da una Chiesa fascista. gli zingari. i gay. Bisogna accarezzarli e dir loro sempre sì. Ricordate il Se avanzo seguitemi e se indietreggio uccidetemi!? Ebbene i partigiani che lo hanno catturato non hanno fatto altro che rendere onore alle sue volontà. Bravo l’umano sulla liana! E’ uno che sa tante cose! Solo che Graziani non ha commesso crimini contro l’umanità perché ha collaborato con i tedeschi ma per altro.fisicamente.dio. Occorre inviare giornalisti e fotografi e fotografare alcuni strani abitanti della Repubblica. gli ebrei. Almirante scappò dal palazzo del potere in cui era rifugiato. in fondo sono come cagnolini sempre obbedienti al padrone. riuscirono a cacciare gli occupanti. Ercole Viri.. Come sappiamo i fascisti non lo sono e danno giudizi senza mai preoccuparsi di informarsi. Chi erano in dettaglio questi ultimi? Tedeschi ed italiani che misero in piedi 22 campi di concentramento per sterminare i serbi. un noto massacratore della RSI che firmava manifesti che condannavano alla fucilazione tutti coloro che avessero collaborato con la Resistenza. Per ricordarglielo parto un poco indietro nel tempo. occorre essere pensanti. Poverino. molti zoppi e quindi non in grado di trasferire informazioni. Ma il sindaco che tra un’oscillazione ed un’altra della liana adocchia qualche notizia ci racconta di foibe e massacro degli italiani d’Istria. ogni persona che puzzasse di antifascismo 78 . fratellanza e promesse di coesistenza pacifica» va giù duro il professor Abebe Brehanu. Riguardo al sindaco di Affile. Un altro fuggiasco era proprio Almirante. furono fatte fuori 800 mila persone gettate in fosse comuni (vedi: http://www.fisicamente. uno dei Paesi che aveva scatenato i massacri. I gas che ammazzavano insieme all'Iprite. In totale questo secondo orrore comportò secondo la maggioranza degli storici dagli 8 mila ai 10 mila ammazzati. Graziani ed altri banditi hanno fatto in Africa. da lassù lei non è in grado di vedere …. Eppure grazie ad altri storici come Del Boca abbiamo appreso delle stragi che i nostri fulgidi eroi al comando di Roatta.o risultasse diversa. se impara la lezione può scendere dalla liana. Quindi tutti felici e tra memorie e contromemorie non ve n'è mai una che ricordi il sacrificio di migliaia di partigiani che hanno ridato la libertà (oggi gravemente offesa) a questo Paese.net/MEMORIA/index-52. Da questa operazione che tra gli italiani era guidata da generali e da ladri come Gelli che si addestrava alla professione rubando lingotti d'oro alla Banca di Belgrado. E la storia non è maestra di nulla con i fondamentalisti. I primi italiani li incontrarono in Istria e nei territori ex italiani della Dalmazia. in fosse carsiche presenti nel territorio.). Solo pochi storici ne hanno scritto ma le cose che documentavano non avevano alcuna risonanza perché gli italiani continuavano ad essere brava gente. a cose utili a tutti … Ma già. http://www. Ed ora sindaco. Vi fu la protesta del Presidente della Slovenia ma Napolitano aveva ed ha certezze incrollabili che discendono dalle amicizie anticomuniste dei tempi miglioristi. le foibe. Ne presero a caso. Mano a mano che avanzava la sconfitta dei criminali.9 per cento della popolazione (sempre furbi!). li gettarono. http://www. Un’unica avvertenza non spenda i soldi pubblici per sciocchezze ma pensi ad un asilo. dice! Ma nessuno gli dice che forse è perché mai nessuno con tanti crimini da verificare si è azzardato ad assumere il potere. La furia era incontenibile e gli italiani erano tutti uguali. Nei campi di sterminio nazisti e fascisti. solo 400 mila morti di cui 80 mila civili per un totale dello 0. E l'Italia. Ma noi stiamo vivendo in diretta un falso continuo giornaliero e quindi non dobbiamo stupirci. un napalm allo stato brado.net/MEMORIA/index-612.htm .htm. la loro parte più ottusa (quasi tutti). Altrimenti resti pure lì. ad un ambulatorio. esaltano la festa del 10 febbraio. alcuni ancora vivi. 79 . ce ne faremo una ragione e continueremo la nostra grama vita senza il suo pendolare..fisicamente. l'11 per cento della popolazione. La Jugoslavia ebbe nella Seconda Guerra Mondiale ben 1 milione e 400 mila morti civili (e 300 mila militari).htm). i tedeschi si ritirarono verso Nord mentre gli italiani scapparono verso Ovest inseguiti dalle brigate di Tito furiose per i 4 anni di crimini e violenze che avevano dovuto subire. tutti nemici acerrimi da sterminare. contro popolazioni inermi per dare un impero al Duce esercitandosi nel razzismo mai morto in quei banditi (poveri diseredati italiani potevano e possono finalmente sentirsi superiori a qualcuno . A questa retorica si è associato anche Napolitano quando ha esaltato in modo commosso le vittime che sarebbero state della barbarie degli jugoslavi.net/MEMORIA/index-299. I fascisti. dove si veniva ammazzati anche da una mazza spaccapietre che ti colpiva sul cranio sfondandolo.fisicamente. Cosa è altrimenti la telenovela dell’ex buon Presidente del Consiglio che è vittima di magistrati cattivi? Mai nessuno ha avuto tanti processi come me.. Questi i fatti che la retorica bolsa degli italiani brava gente non ha mai voluto riconoscere.
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